Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

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(pagine) GIANGRANDE LIBRI

WEB TV: TELE WEB ITALIA

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L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

DICIASSETTESIMO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

  

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

Confini e Frontiere.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i serbi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i croati.

Quei razzisti come i kosovari.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli svizzeri.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come i polacchi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i zambiani.

Quei razzisti come i zimbabwesi.

Quei razzisti come i ghanesi.

Quei razzisti come i sudanesi.

Quei razzisti come i gabonesi.

Quei razzisti come i ciadiani.

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i tunisini.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come i siriani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i giordani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli iracheni.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come i qatarioti.

Quei razzisti come gli yemeniti.

Quei razzisti come i somali.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come i pakistani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i thailandesi. 

Quei razzisti come gli indonesiani.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i bielorussi.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI OCEAN-AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Quei razzisti come i salvadoregni.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come i boliviani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come gli australiani.

Quei razzisti come i neozelandesi.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DODICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIASSETTESIMO MESE

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Il Giorno del Ricordo.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

I Migranti.

I Rimpatri.

Gli affari dei Buonisti.

Quelli che…porti aperti.

Quelli che…porti chiusi.

Cosa succede in Libia.

Cosa succede in Africa.

Gli ostaggi liberati a spese nostre.

Il Caso dei Marò & C.

 

SOMMARIO

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 giugno. La Rivolta: dramma o farsa?.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 giugno.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 4 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 5 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 6 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 7 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’8 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 9 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 10 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’11 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 12 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 13 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 14 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 15 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 16 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 17 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 18 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 19 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 20 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 21 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 22 luglio.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 23 luglio.

I Morti.

La Propaganda.

I Partigiani.

I Mercenari.

Le Armi.

La NATO.

Le Spie.

Le Sanzioni.

Ladri di Bambini.

Criminale di guerra.

Gli Oligarchi.

La Chiesa.

Origini italiane.

I Pacifondai.  

 

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

DICIASSETTESIMO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DICIASSETTESIMO MESE

Guerra Ucraina - Russia, le news del 24 giugno. La Rivolta: dramma o farsa?

Le notizie sul conflitto in Ucraina del 24 giugno. Francesco Battistini, inviato, Fabrizio Dragosei, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 24 giugno 2023.

Dopo una giornata ad alta tensione, con il timore di una guerra civile, alle 19:30 l’annuncio di Lukashenko: i negoziati con Prigozhin hanno avuto successo. Il leader della Wagner in un audio messaggio dichiara: «Stop ai movimenti delle truppe, torniamo alle basi». La Russia non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner e Prigozhin andrà in Bielorussia

• Nella mattinata di oggi, sabato 24 giugno, il leader della Wagner Prigozhin ha lanciato una rivolta armata contro il governo di Putin dopo aver minacciato i vertici militari russi. In serata , l’annuncio: Prigozhin ha dato l’ordine di fare marcia indietro «per il rischio di spargimento di sangue russo» da una parte o dall’altra. I miliziani della Wagner, precisa, erano arrivati «a 200 chilometri da Mosca».

• Il primo passo di Prigozhin era stato quello di prendere il controllo dei siti militari e dell'aeroporto della città di Rostov, snodo strategico fondamentale per la guerra in Ucraina. Nel corso della giornata, c’era poi stato un avanzamento in territorio russo da parte di diversi convogli della Wagner (qui la mappa ). In serata, il presidente bielorusso Lukashenko ha dichiarato di aver negoziato con Prigozhin «lo stop ai movimenti» della Wagner.

•Secondo fonti della Compagnia, l’accordo che ha fermato Prigozhin prevedrebbe oltre all’indipendenza della compagnia anche l’allontanamento del ministro della Difesa Shojgu e del capo di stato maggiore Gerasimov .

• Nel pomeriggio, un deputato di Mosca aveva parlato di una amnistia per gli ammutinati della Wagner, a condizione che si arrendessero «velocemente». In serata, poi, il Cremlino ha annunciato che non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner, che l’inchiesta penale contro Yevgeny Prigozhin sarà sospesa e che il capo della Wagner andrà in Bielorussia.

•Nella capitale russa, intanto, erano state adottate misure antiterrorismo (come la chiusura della Piazza Rossa). Numerosi edifici pubblici erano stati evacuati.

• In mattinata Putin, in un discorso alla nazione, aveva accusato Prigozhin di tradimento («Siamo stati colpiti alle spalle») evocando il pericolo di una «guerra civile»

Ore 04:33 - Prigozhin: 25 mila uomini Wagner pronti a morire

Il capo del gruppo di mercenari Wagner ha detto sabato che la sua forza di 25.000 uomini era «pronta a morire», mentre prometteva di rovesciare la leadership militare della Russia. «Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti i 25.000, e poi altri 25.000», ha detto Yevgeny Prigozhin in un nuovo messaggio audio. «Stiamo morendo per il popolo russo».

Ore 05:11 - Prigozhin: video su Twitter, soldati della Wagner a Rostov

I rete sono stati pubblicati numerosi video che documenterebbero la presenza di soldati del gruppo Wagner per le strade di Rostov, nella Russia meridionale. In attesa di notizie ufficiali, ci sono questi documenti rilanciati da un sito di informazione americano, «Global: Military-Info», che su Twitter ha più di 250 mila follower, e secondo il quale i paramilitari avrebbero occupato la zona sud della città, quella del distretto militare. Nelle immagini si vedono decine di soldati armati e blindati in mezzo alla strada, mentre alcune persone riprendono la scena con il cellulare. In un altro video, Alexander Vindman, ex consigliere della sicurezza nazionale sotto l’amministrazione Trump, ha indicato che i soldati che si muovono per le strade di Rostov, e ripresi in un video, «sarebbero della Wagner». Notizia confermata da una giornalista tedesca, Alina Lipp, che sull’account di informazione «War Monitor», su Twitter, mostra il passaggio dei blindati per le strade del centro di Rostov e dice: «Ho chiesto chi fossero e mi hanno detto che fanno parte della Wagner».

Ore 05:14 - Prigozhin: sindaco di Mosca annuncia misure anti-terrorismo

Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, ha annunciato l'attuazione di «misure anti-terrorismo» per le strade della capitale russa, compresi i posti di blocco e i controlli dei veicoli. Lo riporta la Reuters.

 Ore 06:02 - Attacco russo su Kiev nella notte, due morti e otto feriti

Nella notte la Federazione Russa ha attaccato la capitale ucraina e a causa di un missile che ha colpito un grattacielo, due persone sono morte e otto sono rimaste ferite. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare della città di Kiev, scrive il canale Telegram KMVA, secondo quanto riporta Unian. «Secondo le prime informazioni — ha detto —, parti di un missile hanno colpito un edificio di 24 piani nel distretto di Solomyan. Al momento, sono stati identificati due morti. Otto persone sono rimaste ferite». Due persone sono state ricoverate in ospedale, le altre hanno ricevuto assistenza medica sul posto.

Danneggiate anche una quarantina di auto parcheggiate. A Kiev l'attacco al grattacielo ha provocato un incendio al 16°, 17° e 18° piano. Esplosioni sono state segnalate anche a Dnipro e Kharkiv. A Dnipro, racconta il sindaco della città, Filatov, la Russia ha colpito zone residenziali. Inoltre, almeno tre esplosioni sono stati registrate nel distretto Slobid di Kharkiv, ha detto il sindaco della città, Igor Terekhov. Secondo i primi dati, gli attacchi sono stati effettuati con missili S-300: «In un caso, è stato colpito un tubo del gas. C'è un incendio, le unità dei servizi di emergenza stanno lavorando sul posto.

Ore 06:29 - Prigozhin, a Mosca chiusi piazza Rossa e mausoleo Lenin

La Piazza Rossa, il Mausoleo di Lenin e la necropoli vicino al muro del Cremlino a Mosca saranno chiuse ai visitatori il 24 giugno. È quanto si legge in un messaggio informativo del dipartimento stampa e pubbliche relazioni del Servizio di sicurezza federale della Federazione Russa. «Il 24 giugno 2023, l'ammissione dei visitatori alla Piazza Rossa, così come al Mausoleo di VI Lenin e alla necropoli vicino al muro del Cremlino non sarà effettuata in relazione allo svolgimento di eventi», si legge nel messaggio riportato dal sito Ria Novosti.

Ore 06:47 - Prigozhin, a Rostov sul Don cancellati tutti eventi pubblici

Tutti gli eventi pubblici programmati per il fine settimana a Rostov sul Don sono stati cancellati. Lo ha dichiarato il governatore della regione di Rostov Vasily Golubev, secondo quanto riporta il sito Ria Novosti. «È stata presa la decisione di annullare tutti gli eventi di massa programmati per il fine settimana a Rostov sul Don», ha scritto Golubev sul suo canale Telegram. In precedenza, anche il capo del distretto di Aksai della regione di Rostov aveva annunciato la cancellazione di eventi pubblici.

Ore 07:19 - La Wagner annuncia il controllo dei siti militari e dell’aeroporto di Rostov

Il leader del gruppo Wagner ha detto di essere giunto nelle prime ore di questa mattina al quartier generale dell’esercito russo a Rostov, centro chiave per l’assalto russo all’Ucraina, e di aver preso il controllo di siti militari, compreso un aeroporto. «Siamo al quartier generale, sono le 07:30» (6.30 in Italia ndr), ha detto Yevgueni Prigojine in un video trasmesso su Telegram, «i siti militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l’aeroporto», aggiunge, mentre dietro lui si vedono camminare uomini in uniforme.

Ore 07:21 - Il governatore di Rostov ai cittadini: «Mantenete la calma e non uscite»

Vasily Golubev, governatore della regione russa di Rostov, ha inviato oggi un messaggio alla popolazione chiedendo «a tutti di mantenere la calma e a non uscire di casa salvo necessità». «La situazione attuale richiede la massima concentrazione di tutte le forze per mantenere l’ordine - ha scritto su Telegram - le forze dell’ordine stanno facendo tutto il necessario per garantire la sicurezza dei residenti». Le dichiarazioni arrivano poche ore dopo che il leader di Wagner Yevgeny Prigozhin, che si è messo alla guida di una rivolta contro Mosca, ha annunciato che le sue truppe hanno attraversato la frontiere e sono entrate a Rostov. «Ora stiamo entrando a Rostov - ha scritto su Telegram - le divisioni del ministero della Difesa, o meglio le reclute che sono state inviate per fermare il nostro cammino, si sono fatte da parte». «Se qualcuno cercherà di fermarci, distruggeremo tutti», ha aggiunto.

Ore 07:23 - Il sindaco di Mosca: «In corso misure antiterrorismo»

Sergei Sobyanin , sindaco di Mosca, ha scritto sui social media che nella capitale russa si stanno adottando misure «antiterrorismo» dopo che il capo del gruppo mercenario Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato ufficialmente guerra ai vertici militari del Paese: « In relazione alle informazioni che giungono a Mosca, si stanno adottando misure antiterrorismo con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza».

Ore 07:27 - Attacco russo su Kiev: 2 morti e 8 feriti

Nel bombardamento russo che ha colpito Kiev nella notte sarebbero rimaste uccise almeno due persone e altre otto sarebbero rimaste ferite. Le bombe hanno colpito un edificio di 24 piani, provocando danni ed incendi in diversi piani, ha reso noto il capo dell'amministrazione militare della città, Sergey Popko.

Ore 08:04 - Putin lancerà presto un appello alla nazione

Il presidente russo Vladimir Putin farà presto un appello alla nazione. Lo ha detto alla TASS il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «In effetti, Putin farà un appello nel prossimo futuro», ha detto Peskov, rispondendo a una domanda

Ore 08:21 - Prigozhin, marceremo su Mosca se Shoigu non viene a Rostov

Il capo del gruppo mercenario Wagner ha minacciato di prendere tutte le misure necessarie per rovesciare la leadership militare russa sostenendo che le sue truppe sono pronte a marciare su Mosca se il ministro della Difesa, Sergei Shoigu e il generale Valery Gerasimov, non accetteranno di incontrarlo. «Siamo arrivati qui, vogliamo vedere il capo di Stato Maggiore e Shoigu. Se non vengono, bloccheremo la città di Rostov e ci dirigeremo verso Mosca», ha detto Yevgeny Prigozhin in un messaggio audio da Rostov. Lo stesso Prigozhin ha poi affermato che Gerasimov è fuggito.

Ore 08:32 - Podolyak: «In Russia siamo solo all’inizio»

Il consigliere di Zelensky: «In Russia siamo solo all’inizio». Mikhailo Podolyak, il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha descritto le azioni dal leader mercenario russo Evgeny Prigozhin come un’«operazione antiterrorismo» e ha detto che «tutto è giusto cominciando in Russia».

Ore 08:35 - Difesa a mercenari Wagner, `siete stati ingannati, rifiutatevi partecipare rivolta

Il ministero della Difesa russa ha rivolto un appello ai mercenari della Wagner affermando che sono stati «tratti con l’inganno nell’avventura criminale di Prigozhin» ed esortandoli a non partecipare «alla rivolta armata». «Facciamo appello ai combattenti delle squadre d’assalto Wagner», recita l’appello, riportato dalla Tass, in cui si ricorda che «molti vostri compagni di diversi distaccamenti si sono già resi conto del loro errore» ed hanno chiesto aiuto per lasciare la formazione guidata da Prigozhin. «Vi chiediamo di mostrare prudenza e di mettervi in contatto con i rappresentanti del ministero della Difesa russo o delle forze dell’ordine il prima possibile. Garantiamo la sicurezza di tutti», conclude il ministero della Difesa.

Ore 08:37 - Chi è Prigozhin: dalla fortuna con i ristoranti all’insulto a Crosetto: la storia (e le sparate) del capo della Wagner

(Marco Imarisio) «È solo un privato cittadino, che non rappresenta lo Stato». Vladimir Putin era in modalità sorniona, e davanti alla sala stampa strapiena pronunciò questa frase accompagnandola con un ghigno. Quel giorno del luglio 2018 a Helsinki, dopo il primo incontro con Donald Trump, aveva molte ragioni per essere di buon umore. Il presidente americano lo aveva appena onorato definendolo un «concorrente geniale», e aveva appena detto di fidarsi più dei suoi dinieghi «molto potenti» sulle interferenze russe nelle elezioni Usa che delle relazioni della Cia. 

Ore 08:39 - Lo snodo strategico di Rostov

(Marta Serafini) Rostov-sul-Don, dove sono entrate le forze Wagner, è la città più grande della Russia meridionale ed è la capitale della regione di Rostov che confina con parti dell’Ucraina orientale dove la guerra infuria. Con circa 1 milione di abitanti, la città è un importante porto fluviale e si trova a circa 100 km dall’Ucraina e 1.046 km a sud-ovest di Mosca. È il centro del distretto federale meridionale della Russia. A Novocherkassk, a circa 24 km a nord-est del centro regionale della città, si trova il quartier generale dell’8a armata combinata delle guardie. È stato uno dei centri della formazione militare di Putin in vista dell’invasione dell’Ucraina lo scorso anno. Il mese scorso, la Russia ha annunciato che un tribunale della città avrebbe processato cinque uomini stranieri, tra cui tre cittadini britannici, accusati di aver combattuto a fianco delle forze ucraine contro Mosca. All’inizio di quest’anno, il personale della Difesa russo ha iniziato a costruire un sistema di condotte idriche per collegare la regione di Rostov con la regione orientale del Donbass all’interno dell’Ucraina.

Ore 08:44 - Cavalli, arte e società: come ha fatto la famiglia di Prigozhin a eludere le sanzioni

(Marta Serafini) Fino a pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, i figli di Prigozhin potevano muoversi liberamente in tutta l’UE, godendosi una vita di lusso internazionale anche se il padre e le sue aziende sono sotto sanzioni dal 2016. Tuttavia, a differenza di molti magnati russi sostenuti dal Cremlino, i cui parenti vivono semplicemente delle loro fortune, i governi occidentali ritengono che i membri della famiglia del fondatore della Wagner abbiano svolto per anni un ruolo attivo nelle sue molteplici attività, spiega il Financial Times.

Ore 08:48 - Mosca alle truppe della Wagner: Garantiremo incolumità se vi fermate

L’esercito russo ha annunciato che «garantirà l’incolumità» dei combattenti Wagner se si dissociano dal loro capo, Evgeny Prigozhin. «Siete stati indotti con l’inganno a partecipare all’impresa criminale di Prigozhin e trascinati ad un ammutinamento armato. Vi esortiamo a ragionare e contattare i rappresentanti del ministero della Difesa russo o le forze dell’ordine il prima possibile. Garantiamo la sicurezza di tutti», ha affermato il ministero in una nota rivolgendosi ai combattenti della Wagner e sostenendo che «molti dei vostri commilitoni si sono già resi conto del loro errore e hanno chiesto di rientrare nelle caserme».

Ore 08:51 - Putin: abbiamo bisogno di tutte le forze unite. «Siamo stati colpiti alle spalle»

Il presidente russo ha lanciato un appello in un messaggio televisivo a reti unificate dopo l’azione di Prigozhin a Rostov invitando a evitare conflitti interni ha definito gli uomini della Wagner «eroi che hanno liberato il Donbass» ma ha anche definito «traditori» coloro che prendono le armi contro l’esercito. E ha dichiarato: «Siamo stati colpiti alle spalle, la reazione sarà dura».

Ore 09:26 - Putin, non si ripeteranno gli eventi del 1917

«Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata. La guerra civile, i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un discorso alla nazione, riferendosi alla «marcia per la giustizia» lanciata dal capo dei mercenari della Wagner, Evgeny Prigozhin.

Ore 09:52 - Ecco cosa ha detto Putin nel suo discorso

(Marta Serafini) Putin ha tenuto un discorso di cinque minuti in tv a reti unificate dopo che il capo della Wagner ha lanciato una ribellione armata:

Parlando in una stanza con pannelli di legno sullo sfondo e con un tono che gli analisti definiscono «severo» ha detto che la Russia sta combattendo «la battaglia più dura per il suo futuro».

Ha detto che l «ammutinamento armato» della Wagner è stata una «pugnalata alle spalle» per la Russia.

Ha definito la ribellione tradimento e ha annunciato punizioni per chiunque abbia preso le armi contro l’esercito russo.

Ha spiegato che farà di tutto per proteggere la Russia, che le forze armate russe «hanno ricevuto gli ordini necessari» e che saranno intraprese «azioni decisive» per stabilizzare la situazione.

E ha aggiunto: «Farò tutto il possibile per difendere il mio Paese… E coloro che hanno organizzato una ribellione armata saranno ritenuti responsabili. A coloro che sono stati coinvolti in questo chiedo di fermare le vostre azioni criminali». Ha anche detto ai telespettatori: «Gli interessi personali hanno portato al tradimento del nostro Paese e alla causa che le nostre forze armate stanno combattendo».

Ore 09:58 - L’intelligence britannica: «Questa è la sfida più significativa per lo Stato russo degli ultimi tempi»

Il Ministero della Difesa britannica citando l’analisi dell’intelligence ha dichiarato: «Nelle prime ore del 24 giugno 2023, la faida tra il Wagner Group di Evgeny Prigozhin e il Ministero della Difesa russo è sfociata in un vero e proprio confronto militare. In un’operazione caratterizzata da Prigozhin come una “marcia per la libertà”, le forze del Gruppo Wagner sono passate dall’Ucraina occupata alla Russia in almeno due località. A Rostov-sul-Don, Wagner hanno quasi certamente occupato siti chiave per la sicurezza, incluso il quartier generale che gestisce le operazioni militari della Russia in Ucraina. Altre unità Wagner si stanno spostando a nord attraverso l’oblast di Vorenezh, quasi certamente con l’obiettivo di raggiungere Mosca.Nelle prossime ore, la lealtà delle forze di sicurezza russe, e in particolare della Guardia nazionale russa, sarà la chiave per l’evoluzione della crisi. Questa rappresenta la sfida più significativa per lo Stato russo negli ultimi tempi».

Ore 10:02 - Macron segue sviluppi, concetrato su aiuti a Kiev

Il presidente francese Emmanuel Macron sta seguendo la situazione in Russia, fanno sapere dall’Eliseo aggiungendo che «resta concentrato sugli aiuti all’Ucraina»

Ore 10:04 - Tajani, italiani in Russia invitati alla prudenza

«Il ministero degli Esteri è in contatto con l’Ambasciata d’Italia a Mosca. Al momento nessuna criticità per i connazionali in Russia, i quali sono stati invitati alla prudenza. Per informazioni questo è il numero di emergenza dell’Unità di Crisi 0636225». Lo scrive il ministro Antonio Tajani su Twitter in merito agli ultimi sviluppi in Russia.

Il Ministero degli Esteri è in contatto con l'Ambasciata d'Italia a Mosca. Al momento nessuna criticità per i connazionali in #Russia, i quali sono stati invitati alla prudenza. Per informazioni questo è il numero di emergenza dell'Unità di Crisi 0636225.

Ore 10:07 - Gli alleati aumentano la produzione di munizioni per l’Ucraina (ma ci vorrà tempo)

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I combattimenti sono sempre intensi, Kiev e Mosca si preoccupano dei rifornimenti, in particolare delle munizioni. Molti i dati emersi nella giornata di ieri.Ore 10:13 - Germania, il cancelliere Scholz segue gli eventi in Russia

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sta seguendo gli eventi in Russia. «Stiamo monitorando gli eventi», ha fatto sapere un suo portavoce.

Ore 10:23 - Scontro totale con i vertici della Difesa: la strategia di Prigozhin e l’ultima carta della marcia su Mosca. Putin evoca il 1917

(Fabrizio Dragosei) Prima ha mandato il viceministro della Difesa a trattare con il ribelle, poi il presidente si è rivolto a tutti i russi in un appello nel quale ha condannato duramente l’azione di Evgenij Prigozhin, diventato famoso come cuoco di Putin, ma ormai trasformatosi nel principale antagonista del Cremlino. Vladimir Vladimirovich ha paragonato l’iniziativa di Prigozhin a quella dei bolscevichi che nel 1917 «pugnalarono alle spalle» l’Esercito impegnato a combattere nella Prima guerra mondiale. Lo ha bollato come traditore, pur senza nominarlo personalmente. E ha ordinato di «neutralizzare quelli che hanno organizzato la ribellione armata». Chi ha deciso «di usare metodi terroristici sarà punito», ha aggiunto. Ma forse ha trascurato il fatto che durante la guerra contro gli Imperi centrali, furono proprio le gravissime sconfitte e l’incapacità dei Comandi a dare fiato ai rivoluzionari che cavalcarono lo scontento che esisteva al fronte e in patria per trasformarsi da trascurabile minoranza politica in forza prorompente.

Ore 10:28 - Colloquio Putin-Lukashenko: presidente bielorusso informato degli eventi in Russia

Il presidente bielorusso Lukashenko, attraverso il suo canale Telegram, ha informato di aver avuto un colloquio con Vladimir Putin nel quale il presidente russo lo ha informato degli eventi in Russia.

Ore 10:34 - La Wagner avanza verso Voronezh con «l'intenzione di raggiungere Mosca»

Secondo Londra, i reparti Wagner sono rientrati nel territorio russo attraversando il confine ucraino in più punti e mirano, dopo Rostov, verso Voronezh, con l'intenzione poi di «raggiungere Mosca». Un progetto il cui fallimento dipende ora dalla lealtà al Cremlino «della Guardia Nazionale», prosegue il rapporto, stando al quale alcune unità dell'esercito avrebbero mostrato inizialmente «acquiescenza» verso gli insorti.

Ore 10:41 - La Nato: «Stiamo monitorando la situazione in Russia»

Un portavoce della Nato ha fatto sapere che l'organizzazione «sta monitorando» la situazione attuale russa.

Ore 10:44 - Il discorso di Putin alla Nazione: «Ci difenderemo da ogni tradimento interno»

Ore 10:53 - Il patriarca russo condanna i traditori e prega per Putin

Il Patriarca di Mosca Kirill ha invitato i russi a pregare per il presidente Vladimir Putin e i capi militari e altri «che sono al potere». Nel suo discorso, trasmesso sul Primo canale della Tv russa poco prima del messaggio alla nazione di Putin, il primate e stretto alleato del Cremlino ha fatto riferimento alle parole del Vangelo sul tradimento: «Chiunque mi rinnegherà davanti alla gente, io rinuncerò a lui», ha detto Kirill che fin da subito ha benedetto la guerra in Ucraina.

In generale, l'intero sermone è stato dedicato al «tradimento e alle sue conseguenze». Il capo della Chiesa russo-ortodosa ha poi chiesto di pregare per Putin «affinché il Signore rafforzi, illumini, protegga dai peccati e dagli errori e allo stesso tempo ispiri azioni che portino alla protezione della nostra Patria da tutte le minacce esterne, forse anche le più pericolose e terribili». Allo stesso tempo, Kirill ha osservato che c'è sempre «chi vorrebbe portare un Paese così ricco e forte nell'orbita della propria influenza», con riferimento all'odiato «Occidente collettivo». Secondo il Patriarca, oggi i russi vivono un momento molto difficile. «Così era nell'antichità, così sembra anche ora», ha detto, «questa missione speciale sta tornando di nuovo e viene posta sulle spalle del nostro popolo».

Ore 10:48 - Il presidente della Duma: «Tutti i deputati sostengono Putin»

Il presidente della Duma (la camera bassa del Parlamento russo) Viacheslav Volodin ha espresso il pieno sostegno di tutti i deputati al «comandante in capo supremo», Vladimir Putin. Lo riferisce l'agenzia Interfax. «I problemi del Paesi sono sempre provocati da tradimento, divisioni interne e tradimento delle elite».

Ore 10:54 - La nota di Palazzo Chigi: «Giorgia Meloni segue con attenzione gli eventi in Russia»

«Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con attenzione gli eventi che si stanno svolgendo in Russia e che testimoniano come l’aggressione all’Ucraina provochi instabilità anche all’interno della Federazione Russa».

Ore 10:56 - Le pubblicità della Wagner strappate dai cartelloni in Russia

Il Kyiv Post ha condiviso le immagini dei banner pubblicitari della Wagner, sparsi per le città russe, mentre vengono strappati dai cartelloni.

Ore 10:58 - Sui social i video dei veicoli militari nella regione di Voronezh

Alcuni video condiviso online mostrano colonne di veicoli militari in movimento attraverso la regione di Voronezh, dove adesso si troverebbe la Wagner.

Secondo il governatore della regione, Alexander Gusev, si tratterebbe di immagini false, come scrive su Telegram: «Girano molte informazioni false sui social media. Secondo la legge russa, ci sono conseguenze per coloro che diffondono messaggi di questo tipo. Tutti i casi saranno presi in considerazione da Roskomnadzor (l'ente di controllo dei media russi) e dall'ufficio del procuratore regionale».

Ore 11:02 - Londra: «Il rischio in Russia è di ulteriori disordini»

Il ministero degli Esteri britannico ha avvertito del rischio di «ulteriori disordini» in Russia e ha avvertito i cittadini i viaggio del possibile impatto che il confronto tra la Wagner e il Cremlino avrà sui voli di ritorno nel Regno Unito. «Ci sono segnalazioni di tensioni militari nella regione di Rostov e il rischio di ulteriori disordini in tutto il Paese», ha fatto sapere il Foreign Office in una nota. «Inoltre, mancano le opzioni di volo disponibili per tornare nel Regno Unito».

Ore 11:04 - Kiev: «Quello che sta accadendo in Russia è solo l'inizio»

Quello che sta accadendo in Russia «è solo l'inizio», scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, commentando le minacce del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, contro l'establishment militare russo. «La divisione tra le élite è troppo evidente - prosegue -. Non funzionerà mettersi d'accordo e fingere che tutto sia sistemato. Qualcuno deve sicuramente perdere: o Prigozhin, o il collettivo "anti-Prigozhin"». Podolyak parla di una «operazione antiterrorismo di Prigozhin che sul territorio della Russia ha già portato alla cattura di Rostov» e di «una serie di autostrade federali».

Ore 11:20 - Prigozhin: «Siamo tutti pronti a morire per il popolo russo»

«Ancora una volta voglio avvertire tutti: distruggeremo tutto ciò che ci circonda. Non potete distruggerci. Abbiamo degli obiettivi. Siamo tutti pronti a morire. Tutti e 25mila». Lo ha detto in un audio pubblicato su Telegram il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, nel giorno in cui ha lanciato la sua sfida all'establishment militare russo e annunciato di aver occupato alcuni militari della città russa di Rostov. Lo riportano i media internazionali.

Ore 11:25 - Prigozhin: «Putin si sbaglia ad accusarci di tradimento, siamo patrioti. Nessuno ha intenzione di arrendersi ai suoi ordini»

«A proposito del tradimento della patria, il presidente ha profondamente sbagliato. Noi siamo patrioti della Russia e abbiamo combattuto e combattiamo. Nessuno intende costituirsi su richiesta del presidente, della Fsb o di chiunque altro, perché non vogliamo che il paese continui a vivere nella corruzione, nella menzogna e nella burocrazia. Quando ci dicevano che dovevamo combattere contro l'Ucraina ci siamo andati e abbiamo combattuto ma è venuto fuori che le munizioni, gli armamenti e tutti i soldi che erano destinati a questo venivano rubati». Queste le parole del capo della Wagner Prigozhin.

Ore 11:33 - Il governatore del Voronezh: «Abbiamo preso le necessarie contromisure militari»

«L'esercito sta prendendo le misure militari necessarie per contrastare la rivolta di Wagner», ha detto il governatore della regione russa di Voronezh, Alexander Gusev, dopo che i mercenari al soldo di Yevgheny Prigozhin hanno annunciato di aver conquistato la città nel sudovest della Russia.

Ore 11:36 - Il governo tedesco ai suoi cittadini: «Evitate il centro di Mosca»

Il ministero degli affari esteri della Germania ha consigliato ai viaggiatori di evitare la città di Rostov e l'area circostante, così come il centro di Mosca, fino a nuovo avviso a causa degli eventi in corso in Russia. «A Mosca, si consiglia di evitare gli edifici di stato, in particolare quelli militari. Il centro della città dovrebbe essere evitato fino a nuovo avviso. Le istruzioni delle autorità di sicurezza russe devono essere seguite a tutti i costi», si legge nell'aggiornamento dei consigli di viaggio.

Ore 11:06 - Il leader ceceno Kadyrov: «Il mio esercito è pronto ad abbattere l'insurrezione della Wagner»

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha dichiarato sabato che le sue forze sono pronte ad aiutare a reprimere la rivolta guidata dal mercenario capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, e a utilizzare metodi severi rigorosi se necessario. Kadyrov, in una dichiarazione, ha definito il comportamento di Prigozhin «un colpo alla schiena, un vile tradimento» e ha esortato i soldati russi a non cedere a «provocazioni» di alcun tipo.

Ore 11:42 - L'ambasciata italiana ai suoi cittadini a Rostov e Voronezh: «State al riparo»

L'ambasciata italiana a Mosca ha rivolto un appello ai connazionali presenti nelle regioni russe di Rostov e Voronezh perché restino «al riparo» e si tengano «informati sugli sviluppi». «A chi è fuori da Rostov e da Voronezh si raccomanda di non recarsi nella regione», aggiunge l'ambasciata.

Ore 11:44 - Wagner: «La guerra civile è iniziata»

Uno dei profili Telegram della brigata Wagner avrebbe diffuso un messaggio nel quale si dice che la «guerra civile è iniziata». Nel messaggio si fa riferimento all'attacco subito da un convoglio della compagnia nella regione russa di Voronezh.

Ore 11:47 - Il video di Prigozhin con il vice ministro della Difesa e la calma apparente a Rostov: cosa sta succedendo nella città russa

(Marta Serafini) Elementi da mettere ancora a fuoco, mentre non è ancora chiaro cosa stia accadendo in Russia. Sabato mattina non è apparso solo il filmato che mostra Evgeny Prigozhin a Rostov affermare di aver preso il controllo della città. Su Telegram è comparso un altro filmato che mostra il leader della Wagner a colloquio con il vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov e il vice capo di stato maggiore Vladimir Alexeyev presso il quartier generale del distretto militare meridionale a Rostov-sul-Don. Intorno a loro ci sono decine di uomini armati.

Ore 11:53 - Podolyak: «Le prossime 48 ore decideranno il futuro della Russia»

Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, «le prossime 48 ore definiranno il nuovo status della Russia». «Che sia una vera e propria guerra civile o una transizione di potere negoziata o una tregua temporanea prima della prossima fase della caduta del regime di Putin - ha scritto Podolyak su Twitter - tutti i potenziali giocatori stanno ora scegliendo da che parte stare. Fino ad ora c'è un assordante silenzio "dell'elite" in Russia...».

Ore 11:58 - Meloni: «Il caos in Russia stona con la propaganda di Putin»

«Stiamo seguendo gli sviluppi su quello che sta accadendo nelle ultime ore in Russia. La consapevolezza è di una situazione di caos all'interno della Federazione russa che stona un po' con certa propaganda vista negli ultimi mesi». Ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo il bilaterale con il cancelliere austriaco Karl Nehammer, a margine dell'Europa Forum Wachau.

Ore 12:05 - Zelensky: «Chiunque scelga la via del male distrugge se stesso»

«Chi disprezza il proprio popolo e manda centinaia di migliaia di persone in guerra per poi doversi barricare nella regione di Mosca per difendersi dagli stessi che ha armato. Per molto tempo la Russia ha mascherato le proprie debolezze e la stupidità del suo governo attraverso la propaganda», così Zelensky su Twitter.

Ore 12:09 - Bbc: «La Wagner ha preso il controllo dei siti militari di Voronezh»

Come riferiscono fonti locali alla Bbc, i mercenari del gruppo Wagner avrebbero preso il controllo di tutte le strutture militari a Voronezh, una città a metà strada tra Rostov-on-Don (dove le milizie sostengono di aver preso il controllo dei centri militari di comando) e la capitale Mosca. Le autorità locali non hanno ancora commentato, ma fonti locali riferiscono di scontri a fuoco contro l'esercito regolare. In contemporanea, il governatore della regione di Voronezh, Aleksandr Gusev, ha avvertito che circolano molte notizie false e che le forze armate russe stanno ora attuando «misure operative e di combattimento» nella regione.

Ore 12:12 - Kadyrov: «Le nostre truppe in viaggio verso le zone di tensione»

Kadyrov ha detto che quella di Prigozhin «è una sfida allo Stato». «Per contrastare questa sfida, è necessario che i militari, le forze di sicurezza, i governatori e la popolazione civile si stringano attorno al leader nazionale», ha aggiunto il leader ceceno, dichiarando che «i soldati del ministero della Difesa e le unità cecene della Guardia Nazionale sono già partiti per le zone di tensione. Faremo di tutto per preservare l'unità della Russia e per proteggere l'unità dello Stato!» ha concluso Kadyrov.

Ore 12:18 - Incendio a un deposito di petrolio a Voronezh, forse bombardato dall'aviazione russa

Un incendio è scoppiato in un deposito di carburante nella regione russa di Voronezh, ha detto il governatore locale Gusev. Non è chiaro se l'incendio al deposito di carburante sia collegato alla rivolta armata dei Wagner, ma secondo il Kyiv Post a colpire il deposito sarebbe stato l'esercito russo per impedire i rifornimenti alla Wagner.

Ore 12:19 - Medvedev: «Il nemico sarà sconfitto»

«Il nemico sarà sconfitto! La vittoria sarà nostra!», lo ha detto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Dmitry Medvedev. «La spaccatura e il tradimento sono la strada verso la tragedia, la catastrofe universale, ma le autorità non lo permetteranno», ha aggiunto.

Ore 12:27 - Kiev: «Prigozhin ha passato il Rubicone e per noi la vittoria è più vicina»

Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino, afferma che oggi «l'Ucraina si è avvicinata di più alla vittoria completa sulla Russia e la riconquista di tutti i territori, Crimea compresa». In un lungo tweet, Gerashchenko ricorda che Prigozhin conosce Vladimir da oltre 30 anni e vede come «dopo aver lanciato il massacro sanguinoso contro l'Ucraina per la sua illusione di grandezza, ora non controlla più la situazione».

Ore 12:46 - Kiev: «La Wagner ha aggirato Voronezh e si dirige verso Mosca»

Le forze del Gruppo Wagner hanno aggirato Voronezh e si sono dirette verso Mosca, spazzando via tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Il tempo stimato di avvicinamento a Mosca della colonna Wagner è di 20-21 ore. Non si sa chi sia alla testa della colonna e se lo stesso terrorista Prigozhin ne faccia parte». Lo scrive su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Affari interni dell'Ucraina.

Ore 12:49 - Tajani: «In Russia ci sono 5600 italiani»

«Stiamo seguendo con grande attenzione da ieri sera tutto ciò che accade nella Federazione russa. Gli italiani sono stati invitati a non spostarsi dalle loro case se non motivi eccezionali, quindi invito a grande prudenza». Lo afferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del convegno dei giovani di Confindustria a Rapallo. «Per quanto riguarda i circa 5.600 italiani in questo momento nella Federazione russa non abbiamo segnalazioni negative, è tutto a posto, non c'è da preoccuparsi ma sono stati invitati ad essere molto prudenti».

Ore 12:59 - La mappa dell’avanzata della Brigata Wagner verso Mosca

La prima città russa caduta sotto il controllo dei mercenari di Prigozhin è stata Rostov. Combattimenti intorno a Voronezh, a 500 km dalla capitale russa. Il capo della Wagner: «Non siamo traditori, ma patrioti. Siamo in 25mila pronti, pronti a morire: non ci arrenderemo». L’ira di Putin che nel suo discorso evoca lo spettro della guerra civile.

Ore 13:00 - Il discorso di Putin contro la rivolta armata di Prigozhin

Faccio appello ai cittadini russi, al personale delle forze armate, alle forze dell’ordine e ai servizi speciali, ai soldati e ai comandanti che ora stanno combattendo nelle loro posizioni di combattimento, respingendo gli attacchi nemici, facendolo eroicamente [...]. Faccio appello anche a coloro che, con l’inganno o le minacce, sono stati trascinati in un’avventura criminale, spinti sulla via di un grave crimine: una ribellione armata.

Ore 13:02 - Il presidente bulgaro: «La Wagner avanza senza resistenze, è pazzesco»

«Ho seguito il dibattito con un occhio ai notiziari, il gruppo Wagner avanza rapidamente verso Mosca senza incontrare sostanziale resistenza, una dinamica pazzesca, un'altra sfida per la situazione politica e di sicurezza in Russia. Dobbiamo pensare a cosa succederà alle migliaia di testate nucleari, un'altra fonte di instabilità. Dobbiamo essere molto attenti e spero che le istituzioni europee, la Nato, e tutti noi non stiano solo qui a guardare, ma consolidino gli sforzi per garantire la nostra sicurezza». Lo ha detto il presidente della Bulgaria Rumen Radev, iniziando il suo intervento all'Europa Forum Wachau, in Bassa Austria.

Ore 13:07 - Un video mostra Prigozhin a Rostov con il numero 2 di Shoigu

(di Marta Serafini) Prigozhin e Yevkurov discutono sulla decisione presa dal leader della Wagner di occupare Rostov. Il viceministro gli fa notare come a Kiev potrebbero «festeggiare per tre giorni» ma Prigozhin ribadisce che non è quello il punto. Secondo lo chef di Putin, il problema sta altrove, ossia nel modo in cui la Difesa gestisce le operazioni e nell’atteggiamento tenuto di fronte alla Wagner. Atteggiamento e non solo. Ieri Prigozhin ha accusato la Difesa di aver effettuato un attacco missilistico contro un campo del gruppo Wagner e ha annunciato una «marcia della giustizia» contro la leadership militare russa. Un tentato golpe di fatto. Poi durante la notte, i combattenti di Wagner hanno isolato diversi edifici militari e amministrativi a Rostov sul Don. Nella conversazione, poi, il leader della Wagner chiede rispetto al suo interlocutore, ma i toni non sono così aggressivi, soprattutto se si pensa allo stile cui il comandante dei mercenari è solito usare nei suoi comunicati.

Ore 13:19 - La forza della Wagner, i tempi e le reazioni dell’esercito di Putin, il varco di Rostov: come sta andando il blitz di Prigozhin

(di Guido Olimpio) Nelle rivolte armate c’è sempre – o quasi - un momento critico. I ribelli, dopo aver compiuto il primo passo, sperano di innescare l’effetto domino inducendo nuovi reparti ad unirsi. I lealisti serrano i ranghi, sperano che il sistema regga. Devono difendersi, reagire e scoraggiare gli indecisi a cambiare campo. I wagneriti hanno colto di sorpresa i guardiani del potere. Nelle immagini diffuse nelle scorse ore si vede Prigozhin affrontare i generali, compreso uno più importante degli altri: Vladimir Alekseev, il numero due dei servizi militari, il GRU.

Ore 13:28 - Ucraina, dalla Germania in arrivo 45 carrarmati Gepard

La Germania intende fornire all'Ucraina altri 45 carri armati Gepard entro la fine dell'anno. Lo ha annunciato il capo dell'unità speciale per l'Ucraina del ministero della Difesa tedesco, Christian Freuding, citato dalla Dpa.

Ore 13:29 - Londra cauta sugli sviluppi in Russia, Sunak invita alla moderazione. Riunito il comitato di emergenza Cobra

Cautela mista a inquietudine, è questa la prima reazione politica ufficiale del governo britannico rispetto a quanto sta accadendo in Russia, sull'onda della ribellione al Cremlino dei mercenari del gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin. «Restiamo in contatto con gli alleati via via che la situazione si evolve» , ha detto il primo ministro Rishi Sunak, non senza rivolgere un appello a «tutte le parti coinvolte» sulla scena russa a «comportarsi in modo responsabile» e a garantire «la protezione dei civili». Intervistato dalla Bbc a margine di un evento pubblico per l'odierna Giornata delle Forze Armate di Sua Maestà, Sunak ha quindi aggiunto che il Regno tiene «gli occhi ben aperti» sullo scenario di Mosca. Poi, in pubblico, non ha mancato di rendere omaggio ai militari britannici che «difendono la nostra libertà ogni giorno di ogni anno», come ha detto, esprimendo «gratitudine ai nostri soldati, marinai e aviatori, oltre che alle loro famiglie, che rappresentano il meglio di questo Paese».

Il governo britannico terrà una riunione d'emergenza del comitato Cobra, per discutere della situazione in Russia.

Ore 13:46 - Primi distaccamenti di forze speciali cecene a Rostov

Secondo il canale Telegram russo Rybar nell'oblast di Rostov, nel sud della Russia, sarebbero stati visti i primi distaccamenti delle forze speciali cecene "Akhmat", inviati per contrastare l'ammutinamento del gruppo Wagner. Lo stesso canale ha precisato che l'esplosione registrata oggi nel quartier generale del Distretto militare meridionale di Rostov sul Don sarebbe stata causata da un cracker o un pacchetto esplosivo usato per disperdere la folla, a cui è stato chiesto di tenersi a due chilometri di distanza.

Ore 13:42 - Kiev: «Mosca è blindata, si prepara all'assedio»

«Mosca si prepara all'assedio. La città è praticamente blindata e isolata dalle forze militari e di polizia, con check-point in quasi ogni incrocio»: lo scrive su Telegram Rbc-Ucraina, citando l'intelligence ucraina, aggiungendo che dalla capitale russa «stanno richiamando tutti i militari che finora erano rimasti nelle riserve e nelle zone di confine».

Ore 13:32 - Putin sarebbe rimasto al lavoro al Cremlino, smentite le voci di fuga dei vertici russi

Secondo quanto riferisce Ria Novosti, che riprende le dichiarazioni di un portavoce, Vladimir Putin sarebbe rimasto al Cremlino. Sarebbero quindi state smentite le voci di una fuga dei vertici russi.

Ore 13:49 - Russia, le autorità regionali di Lipetsk chiedono ai cittadini non lasciare le proprie abitazioni

Le autorità della regione di Lipetsk hanno esortato i residenti a non lasciare le proprie abitazioni se non in caso di assoluta necessità e di non viaggiare con mezzi di trasporto pubblici e privati. Lo riporta la Tass che cita un post su Telegram dell'autorità regionale. «Per assicurare il rispetto della legge e l'ordine e la sicurezza dei cittadini della regione di Lipetsk, la sede operativa della regione chiede ai residenti di non lasciare le proprie case in assenza di necessità urgenti e di astenersi da qualsiasi viaggio con mezzi personali o pubblici». L'avviso arriva nel giorno in cui le truppe della Wagner, guidate da Yevgeny Prigozhin, hanno lanciato la loro sfida a Mosca e hanno annunciato l'occupazione di alcuni siti militari nella non lontana Voronezh.

Ore 13:55 - Mosca rinvia le feste e i balli di laurea, annullato il ballo scolastico al Cremlino

Le feste di laurea e i balli di fine anno a Mosca sono stati rinviati al prossimo sabato 1 luglio. Lo scrive Ria Novosti, citando il servizio stampa del Dipartimento dell'Istruzione di Mosca. «In connessione con il regime introdotto dell'operazione antiterrorismo, le feste di laurea nelle scuole e la cerimonia di laurea cittadina a Gorky Park (Mosca) sono rinviate di una settimana», hanno detto. Annullato anche il ballo scolastico al Cremlino. La Direzione del Palazzo di Stato del Cremlino si è scusata con tutti e ha promesso di restituire i soldi per i biglietti.

Ore 14:12 - Mosca: respinti attacchi di Kiev a sud est dell'Ucraina

L'esercito russo ha dichiarato di aver respinto diversi attacchi delle forze di Kiev contro le sue posizioni nell'Ucraina meridionale e orientale nelle ultime 24 ore, mentre Mosca deve affrontare la ribellione guidata dai mercenari Wagner in Russia. Secondo il ministero della Difesa russo, nove assalti ucraini sono stati respinti nella regione di Donetsk (est) e uno nella regione di Zaporizhzhia (sud), affermazioni che non possono essere verificate in modo indipendente.

Ore 14:29 - Prigozhin: «Abbiamo preso il quartiere generale di Rostov senza sparare un colpo»

Prigozhin afferma che le sue truppe sono entrate nella città della Russia meridionale di Rostov-sul-Don senza sparare un solo colpo e che nessuno è stato ucciso durante quella che definisce una «marcia della giustizia». Prigozhin in una nuova dichiarazione audio ha detto che «non abbiamo toccato un solo coscritto, non abbiamo ucciso una sola persona lungo la strada». Ha aggiunto che l'aviazione russa ha preso di mira le sue truppe, ma sono comunque riusciti a prendere il quartier generale militare a Rostov «senza un solo colpo di pistola». Poco prima che Prigozhin rilasciasse la sua dichiarazione, si è udita un'esplosione vicino al quartier generale militare che il gruppo Wagner apparentemente controlla a Rostov. Non è stato immediatamente chiaro dove sia avvenuta l'esplosione, quanto fosse grande e se abbia causato danni.

Ore 14:29 - Borrell, colloquio con i ministri della Difesa del G7 sulla situazione russa

«Ho avuto una chiamata con i ministri degli Esteri del G7 per uno scambio di opinioni sulla situazione in Russia. In vista del Consiglio Affari Esteri dell'Ue di lunedì, mi sto coordinando all'interno dell'Unione Europea e ho attivato il centro di risposta alla crisi. Il nostro sostegno all'Ucraina continua senza sosta». Lo scrive in un tweet l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell.

 Ore 14:44 - Putin chiama Erdogan

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato al telefono con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, informandolo della situazione nel Paese in relazione a un tentativo di ribellione armata. Lo ha riferito l'agenzia Ria Novosti, citando una nota del Cremlino, secondo cui il leader turco ha espresso pieno sostegno alla leadership russa.

Ore 14:45 - Meloni: «Quello che può accadere in Russia è imprevedibile»

«Quello che sta accadendo racconta una realtà molto diversa da quella della propaganda russa di questi ultimi anni sullo stato di salute, la solidità, la compattezza all'interno della Federazione. Questo è un elemento che va tenuto in considerazione anche in termini di imprevedibilità di quello che può accadere. Noi continuiamo a essere concentrati sul sostegno all'Ucraina, che continua a dare prova di straordinario coraggio e straordinaria resilienza. E così deve fare anche la comunità internazionale nel suo sostegno». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa al termine dell'Europa Forum Wachau.

Ore 14:46 - Prigozhin: «L'esercito russo attacca il nostro convoglio, colpi di artiglieria e da elicotteri»

Prigozhin ha accusato l'esercito russo di attaccare le sue forze che stanno avanzando in Russia. «Siamo stati colpiti: prima da colpi di artiglieria e poi da elicotteri», ha detto Prigozhin in un post su Telegram, senza però fornire prove o precisare dove sarebbero avvenuti gli attacchi. Un testimone citato dalla Reuters ha riferito di un convoglio del gruppo Wagner preso di mira da elicotteri russi lungo l'autostrada M4, fuori dalla città di Voronezh, circa 460 chilometri a sud di Mosca.

Ore 14:52 - L'aereo presidenziale russo sarebbe atterrato a San Pietroburgo, non si sa se Putin fosse a bordo

L'IL-96 presidenziale sarebbe decollato da Mosca e già atterrato a San Pietroburgo. Lo scrive Fontanka, il giornale più popolare a San Pietroburgo che cita dati di FlightRadar24. Non è chiaro se il presidente Vladimir Putin sia a bordo. Sarebbe atterrato anche un altro degli aerei governativi, un Airbus RSD523. In precedenza il portavoce del Cremlino aveva assicurato che il presidente «è al lavoro al Cremlino». Secondo i dati di FlightRadar l'aereo speciale Il96-300PU (Point of Control) era decollato alle 14:16 ora di Mosca. L'aereo presidenziale è equipaggiato per controllare le Forze Armate.

Ore 14:55 - Putin firma un decreto che permette l'incarcerazione fino a 30 giorni per chi contravviene alla legge marziale

Ore 14:56 - Kieva cauta, Zelensky: «Siamo in grado di proteggere l'Europa dalla diffusione del male e del caos russi»

(di Francesco Battistini, inviato) «La debolezza della Russia è evidente. Debolezza su vasta scala». Dicono che Volodymyr Zelensky si sia svegliato di buon umore, ma abbia raccomandato cautela: benvenuti nella realtà, quel che accade oltre fronte è (forse) oltre ogni aspettativa, però il presidente ucraino non sa ancora se fidarsi e si limita a dire ai russi che «quanto più terranno truppe e mercenari sulla nostra terra, tanto più avranno caos, dolore e problemi».

È naturalmente un invito all’opinione pubblica a rivoltarsi, ma non contiene alcun riferimento diretto a Evgenij Prigozhin. In questi mesi, almeno in pubblico, il leader di Kiev non ha mai risposto personalmente al capo di Wagner - solo a Putin -, ma l’ammutinamento dimostra che «per molto tempo la Russia ha fatto ricorso alla propaganda per mascherare la debolezza e la stupidità del suo governo: ora c’è così tanto caos che nessuna bugia può nasconderlo».

Ore 14:59 - La rivoluzione del 1917, i cannoni di Eltsin e la Cecenia: tutte le crisi nella mente di Putin

(di Fabrizio Dragosei) Putin ha dato del terrorista a Prigozhin e ha ricordato le vicende del 1917, quando i bolscevichi, ha detto, pugnalarono alle spalle l’esercito che combatteva nella Prima guerra mondiale. Il capo dello Stato ha tralasciato di ricordare che allora i rivoluzionari ebbero successo solo perché poterono cavalcare l’enorme scontento esistente al fronte e in patria per i fallimenti militari e l’incapacità degli alti papaveri a Mosca. Praticamente, le stesse accuse che Prigozhin, spesso appoggiato da blogger militari ultranazionalisti, avanza da mesi e che sono all’origine della sua rivolta attuale.

Ore 15:00 - Trovata una grande quantità di contanti nell'ufficio di Prigozhin a San Pietroburgo. Il leader della Wagner: «Per le spese della compagnia»

Durante i controlli della polizia russa nell'ufficio di Prigozhin a San Pietroburgo sono state trovate ingenti somme di denaro, riferisce lo stesso Prigozhin. I media russi avevano riportato che erano stati trovati dei soldi presso il suo indirizzo di San Pietroburgo, e questa notizia è stata ora confermata da Prigozhin, secondo quanto riferito da Reuters. Avrebbe affermato che i soldi erano destinati alle spese del gruppo Wagner, riportano le fonti.

Ore 15:04 - Il convoglio della Wagner si avvicina a Mosca

La Bbc ha verificato un video che mostra un convoglio Wagner di veicoli armati che viaggiano sull'autostrada M4, che collega Voronezh e Mosca attraverso la regione di Lipetsk. Il governatore della regione di Lipetsk ha chiesto ai residenti di rimanere a casa ed evitare di mettersi in viaggio, sia con i veicoli pubblici che con i mezzi privati; e le autorità regionali hanno anche cancellato tutti i servizi di autobus nella regione. Voronezh è una delle due città - l'altra è Rostov-sul-Don, situata più a Sud - dove i mercenari di Wagner hanno preso il controllo dei siti militari.

Ore 15:10 - Blinken su Twitter: «Colloquio con i ministri degli Esteri del G7»

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken: «Gli Stati Uniti si coordineranno con alleati e partner, la situazione in Russia è in continuo sviluppo».

Ore 15:24 - Lettonia: «Nessun visto per i russi in fuga dalla crisi»

La Lettonia ha annunciato la sospensione del rilascio di visti umanitari o di altro tipo ai russi in fuga per la crisi in Russia e il rafforzamento della protezione delle frontiere con il Paese vicino, chiuse dal 19 settembre del 2022. «La Lettonia segue da vicino l'evolversi della situazione in Russia e scambia informazioni con gli alleati», ha twittato il presidente lettone Edgars Rinkevis. «La sicurezza delle frontiere è stata rafforzata, i visti o gli ingressi alla frontiera dei russi che lasciano la Russia a causa degli eventi in corso non saranno presi in considerazione. Nessuna minaccia diretta per la Lettonia in questo momento», ha aggiunto.

Ore 15:39 - Mosca blocca i social della Wagner

L’Autorità russa di controllo delle telecomunicazioni ha bloccato i social network del Gruppo Wagner per impedire la diffusione di appelli a partecipare alla rivolta dei mercenari guidati da Yevgeny Prigozhin. Lo riporta l’agenzia Tass.

Ore 15:51 - Kiev: «Prese posizioni in Donbass che erano occupate dai russi dal 2014»

Le truppe ucraine hanno liberato posizioni nel Donbass conquistate dai russi nel 2014: lo scrive Valery Shershen, portavoce delle forze armate ucraine del comando sud (Tavria) citato dal canale Telegram di Rbc-Ucraina. «Vicino a Krasnohorivka, in seguito a un contrattacco ben pianificato, le nostre unità d’assalto hanno preso il controllo di diverse posizioni che erano detenute (dai russi) dal 2014. Parliamo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), vicino alla stessa città di Donetsk», scrive Shershen.

Ore 16:07 - Colloquio telefonico tra Putin ed Erdogan

La Turchia è pronta a fare la propria parte per arrivare “il prima possibile a una risoluzione pacifica degli eventi in corso in Russia”. Lo ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan nel colloquio avuto oggi con l’omologo russo, secondo quanto riportato dall’agenzia turca Anadolu.

Ore 16:10 - Il governatore della regione russa di Lipetsk conferma: «Wagner sta muovendo verso Mosca»

Il governatore della regione russa di Lipetsk, Igor Artamonov, ha confermato che le forze della Wagner stanno muovendo verso Mosca. Lo ha riferito la Bbc, che in precedenza aveva diffuso la notizia di un video che mostrava un convoglio dell’organizzazione di mercenari che transitava attraverso la regione. Il convoglio si troverebbe a meno di 400 chilometri dalla capitale russa. «Le forze dell’ordine e le autorità stanno adottando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della popolazione. La situazione è sotto controllo», ha assicurato Artamonov sui social.

 Ore 16:19 - La Russia offre l’amnistia agli ammutinati della Wagner se si arrendono «velocemente»

Le autorità russe hanno offerto agli ammutinati di Wagner un’amnistia se si arrendono, ma devono deporre le armi «velocemente». Lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass, citando un legislatore russo.

Ore 16:38 - Bbc: «Evacuazione di edifici pubblici in corso a Mosca»

A Mosca è in corso una massiccia evacuazione degli edifici pubblici, a causa dell’avanzata del Gruppo Wagner verso la capitale russa. Lo riporta la Bbc Russia postando anche video di persone che lasciano velocemente edifici e musei vicini al Cremlino come la Galleria Tretyakov, il Museo Pushkin e la Casa della Cultura Ges-2. A Mosca sono stati evacuati anche il centro commerciale Mega Belaya Dacha e il centro commerciale Kvartal.

Ore 17:01 - Mosca avverte l’Occidente: «Non approfittate della situazione per raggiungere i vostri scopi»

Il ministero degli Esteri russo ha messo in guardia i Paesi occidentali dal volere usare la situazione interna russa per «raggiungere i loro scopi russofobi». Lo si legge in un comunicato. «Siamo convinti - si legge ancora nella nota - che in un prossimo futuro la situazione troverà una soluzione».

Ore 17:20 - Il sindaco di Mosca annuncia: lunedì sospese attività lavorative

Per «minimizzare i rischi», lunedì, a Mosca, non si lavorerà. Lo ha annunciato il sindaco della capitale russa, Sergey Sobyanin, riconoscendo che la situazione è «difficile» e che in città sono state attivate le misure antiterrorismo. Sobyanin ha inoltre invitato la cittadinanza a evitare viaggi fuori città.

Intanto, vengono rafforzate le misure di sicurezza su una serie di punti di ingresso a Mosca, in particolare sulla tangenziale. Nell’area di Yasenevo è stato installato un posto di blocco con un lanciagranate e un veicolo corazzato. Lo afferma RIA Novosti.

Ore 17:24 - Perché Prigozhin ha deciso di attaccare ora?

Cosa c’è dietro la «marcia su Mosca» della Brigata Wagner? Perché Prigozhin ha deciso di attaccare proprio ora? Secondo Fabrizio Dragosei, la scelta dei wagneriani potrebbe essere legata ad una mossa del ministro della Difesa Shojgu, che di recente ha imposto a tutti i membri delle milizie private di finire — entro il 1° luglio —sotto i comandi militari ufficialiOre 19:17 - Putin ha lasciato Mosca?

Dov’è il presidente Vladimir Putin? Zelensky non ha dubbi: «Sono sicuro che non è più a Mosca». Da ore su Twitter rimbalzano gli screenshot dal sito di monitoraggio aereo Flightradar che mostra la presunta rotta di un aereo governativo russo da Mosca a San Pietroburgo. A bordo c'era anche il presidente? Il Cremlino smentisce, ma questo non basta a frenare le indiscrezioni: i dettagli nel nostro approfondimento.

Ore 18:02 - Medvedev parla di «colpo di stato»: «Se le armi nucleari finiscono nelle mani dei banditi il mondo sarà sull’orlo della distruzione»

«Il mondo sarà portato sull’orlo della distruzione» se le armi nucleari della Russia finiranno nelle mani dei «banditi» della Wagner. Lo ha detto il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, citato dall’agenzia Tass.

Medvedev, che non esita a parlare di «colpo di Stato», garantisce che le autorità russe impediranno ai «pazzi criminali» di trasformare questo ammutinamento in una crisi globale. E aggiunge: «Lo sviluppo degli eventi attuali dimostra che le azioni di coloro che hanno organizzato la ribellione militare si adattano pienamente allo schema di un colpo di stato ben congegnato e orchestrato».

Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo non esclude, dunque, che all’operazione stiano partecipando anche «persone che in precedenza hanno prestato servizio nelle unità d’élite delle forze armate della Federazione russa» e «specialisti stranieri».

Ore 18:26 - Biden in contatto con Macron, Scholz e Sunak

Il leader Usa Joe Biden ha parlato oggi con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico del Regno Unito Rishi Sunak per discutere della situazione in Russia e affermare il loro «incrollabile sostegno» all’Ucraina. Lo fa sapere la Casa Bianca.

Ore 19:04 - Kiev lancia un’offensiva sul fronte orientale

L’Ucraina ha lanciato un’offensiva in più direzioni sul fronte orientale: lo annuncia il ministro della Difesa di Kiev.

Ore 19:26 - Lukashenko dice di aver negoziato con Prigozhin «lo stop ai movimenti» della Wagner

Evgenij Prigozhin ha accettato la proposta di Alexandr Lukashenko di fermare l’avanzata dei mercenari di Wagner e allentare la tensione: lo ha detto il presidente bielorusso, secondo quanto riferiscono le agenzie russe Tass, Ria Novosti e Interfax. È stata trovata «una soluzione accettabile, con garanzie di sicurezza per i combattenti di Wagner». I negoziati tra Lukashenko e Prigozhin sono andati avanti tutto il giorno, ha aggiunto il servizio stampa della presidenza bielorussa.

Ore 19:29 - Prigozhin si ferma: «Torniamo alle basi per evitare spargimenti di sangue»

Prigozhin ha diffuso un nuovo audio messaggio in cui dichiara di aver dato l’ordine di fare marcia indietro «per il rischio di spargimento di sangue russo» da una parte o dall’altra. I miliziani della Wagner, precisa, erano arrivati «a 200 chilometri da Mosca», ma ora tornano verso sud.

Ore 20:09 - Zelensky: «In Russia caos completo»

«Oggi il mondo ha visto che i capi della Russia non controllano nulla. Niente di niente. Caos completo. Completa assenza di prevedibilità». Lo ha scritto in un post su Twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo le notizie dell’avanzata su Mosca del Gruppo Wagner ed il successivo ripensamento annunciato dal capo dell’organizzazione di mercenari, Yevgeny Prigozhin. «Il mondo non dovrebbe avere paura. Sappiamo cosa ci protegge. La nostra unità», ha aggiunto Zelensky, secondo cui «l’Ucraina sarà sicuramente in grado di proteggere l’Europa da qualsiasi forza russa, non importa chi le comanda».

Ore 20:22 - In cambio dello stop, la Brigata Wagner potrebbe aver ottenuto l’allontanamento di Shojgu e Gerasimov

Secondo fonti della Compagnia Wagner, l’accordo che ha fermato Prigozhin prevedrebbe — oltre all’indipendenza della compagnia — anche l’allontanamento del ministro della Difesa Shojgu e del capo di stato maggiore Gerasimo.

Ore 00:01 - Cosa è successo in Russia? Il punto sui fatti di sabato

Le forze della Wagner sono arrivate a poche ore di autostrada da Mosca, poi la mediazione di Lukashenko ha bloccato tutto. Il capo dei ribelli Prigozhin andrà in Bielorussia, i soldati coinvolti non saranno processati. Ma l’immagine dello zar è cambiata per sempre. La storia del colpo di stato sfiorato, raccontata da Fabrizio Dragosei

Ore 21:10 - Putin «grato» a Lukashenko per la mediazione

Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko si sarebbero sentiti telefonicamente per la seconda volta nelle ultime ore. Putin ha dichiarato di essere grato a Lukashenko per essere riuscito a negoziare con successo con il gruppo Wagner e il suo leader, Evgeny Prigozhin.

Ore 21:44 - Secondo i media russi, il ritiro delle truppe della Wagner da Rostov è già iniziato

Le truppe del Gruppo Wagner hanno iniziato a lasciare la zona vicino al quartier generale del distretto militare meridionale a Rostov sul Don, nel sud della Russia. Lo ha confermato un giornalista dell’agenzia Interfax sul posto, precisando che diversi veicoli della Wagner hanno iniziato a muoversi, mentre le truppe si sono raggruppate in vista della partenza dalla città per far ritorno nei loro campi nel Luhansk.

Ore 22:03 - La Russia non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner

La Russia non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner. Lo rende noto il Cremlino, riporta la Tass. E’ stato archiviato il procedimento penale contro Yevgeny Prigozhin per rivolta armata. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che il capo della Wagner, che nelle scorse ore ha interrotto l’avanzata delle sue truppe su Mosca, «partirà per la Bielorussia». Peskov, citato dall’agenzia Tass, ha anche precisato che le autorità russe non perseguiranno i miliziani della Wagner che hanno preso parte alla ribellione, «dati i loro meriti in prima linea».

Ore 23:19 - Tutte le tappe della crisi, in un video

Dalla presa di Rostov alla «retromarcia» dei mercenari della Wagner: cosa è successo sabato in Russia? Un video per riassumere la convulsa giornata della «marcia su Mosca».

Ore 01:08 - Cremlino: «La crisi Wagner non influirà sulla guerra in Ucraina»

La crisi della ribellione della Wagner «non avrà alcun effetto sull’operazione militare speciale in Ucraina»: lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La «situazione della Wagner è stata risolta senza ulteriori perdite», con un accordo che prevede il ritorno dei combattenti del gruppo militare privato alle loro basi; quanto a Prigozhin, le accuse contro di lui verranno archiviate ma il comandante della Wagner si trasferirà in Bielorussia, con la garanzia per la sua sicurezza personale data dallo stesso Vladimir Putin.

Ore 01:27 - Media: «15 militari russi uccisi durante la marcia dei Wagner»

Almeno 15 militari dell’esercito russo sono morti nel corso dell’avanzata verso Mosca dei combattenti della Wagner. Lo riporta il sito bielorusso indipendente Nexta citando canali Telegram filo-Cremlino.

Ore 03:39 - Blinken a Kuleba: «Immutato il sostegno degli Usa»

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha discusso degli sviluppi in Russia con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, al quale ha assicurato l’immutabilità del sostegno americano. Lo rende noto Ria Novosti citando il Dipartimento di Stato. «Il segretario Blinken ha parlato oggi con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba per discutere della situazione in Russia. Il segretario Blinken ha confermato che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina non cambierà», si legge nel comunicato stampa. Blinken ha promesso che gli Stati Uniti rimarranno in stretto coordinamento con l’Ucraina mentre la situazione è in evoluzione.

DAGOREPORT il 24 giugno 2023.

Putin messo al muro da Prigozhin: guerra finita? Una domanda e tre ipotesi. Come mai il “cuoco di Mad Vlad”, padre padrone di 27 mila mercenari armati fino ai denti della brigata Wagner, fino a ieri bellicista al punto di mettere sotto accusa il ministro della Difesa Shoigu perculandolo di corruzione e manifesta incapacità, oggi dichiara in video che non c’erano motivi per invadere l’Ucraina?

E lo fa dopo aver conquistato Rostov, sede del comando dell’armata russa che combatte l’esercito di Kiev. Cosa è successo per far ribaltare la narrazione dell’ex fedele compagno di merende di Putin?

E qui si entra nel campo delle ipotesi. Sono tre e la prima è la più debole: narra di un Prigozhin travolto dalla propria ambizione di diventare l’alternativa al ministro della Difesa Shoigu. 

La seconda è molto, molto più pregnante: Prigozhin potrebbe essere stato strapagato da una intelligence straniera per rimboccare la lapide a Putin e chiudere così la guerra in Ucraina.

Congettura sostenuta da tale calcolo: da due anni in qua, supportare e armare il disgraziato paese di Zelensky, sta pesando sui bilanci dell’Occidente decine e decine di miliardi, senza considerare il costo che sta pagando l’economia europea dall’inizio dell’invasione.

Bene, avranno ragionato le intelligence occidentali, ci conviene riempire le tasche di Prigozhin di un paio di miliardi di dollari per far scoppiare una guerra intestina in Russia al punto di rovesciare il potere di Putin. Mossa che fa sì che l’”operazione militare speciale” per annientare l’Ucraina sia sostituita da una guerra intestina. E se Putin è costretto a combattere in casa, non può certo combattere in Ucraina. 

La terza ipotesi è una variazione domestica della precedente: a coprire d’oro il boss della Wagner per sfanculare il megalomane del Cremlino, anziché un bonifico dell’Occidente, sarebbero i tanti oligarchi russi che non vedono l’ora, per i loro affari finiti incagliati, di chiudere una guerra demente.

Tant’è che è dello stesso avviso la popolazione russa: sono tanti coloro che preferiscono ammutinarsi, ancor di più quelli che cercano di evitare l’arruolamento. E le sanzioni occidentali, a parte le grandi città, hanno sprigionato forti ripercussioni sul tenore di vita.

Infine ci sono le implicazioni internazionali. Se Biden ha stretto un’alleanza con il premier indiano Modi, il recente viaggio a Pechino del segretario di Stato americano Antony Blinken ha sancito il distacco della Cina dalla Russia con l'obbligo del Dragone di non fornire armi a Mosca mentre Washington si impegna a non sostenere l’indipendenza di Taiwan.

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” il 24 giugno 2023.

«È solo un privato cittadino, che non rappresenta lo Stato». Vladimir Putin era in modalità sorniona. Quel giorno del luglio 2018 a Helsinki, dopo il primo incontro con Donald Trump, aveva molte ragioni per essere di buon umore. Così, lo Zar nominò per la prima volta in pubblico tale Evgenij Prigozhin, ex cuoco e ristoratore, accusato di gestire a San Pietroburgo una squadra di troll che aveva lavorato sodo per denigrare Hillary Clinton. 

Cinque anni dopo, siamo ancora a quella espressione tipica del Kgb quando voleva negare qualunque coinvolgimento del Cremlino. Prigozhin è tornato a essere un privato cittadino. La sua creatura, la milizia mercenaria del Gruppo Wagner, ha sempre avuto un piede nelle istituzioni e un altro fuori.

[…] Quando muoiono, i mercenari sono figli di nessuno.

Ma l’Operazione militare speciale e l’inattesa resistenza ucraina hanno travolto queste finzioni. Prigozhin e i Wagner si sono ritrovati in una posizione difficile. A livello ufficiale non esistono. Ma, al tempo stesso, i suoi uomini stanno reggendo lo stallo al fronte, con malumori sempre più evidenti. 

Prigozhin non è un politico, che sa quando tacere. Lui viene dalla strada. Era appena ventenne quando fu condannato a 13 anni di carcere nella allora Leningrado. Dopo averne scontati nove, nel 1990 mise su assieme al patrigno un chiosco di hot dog col quale fece i primi rubli. Poi entrò nei casinò, e finalmente aprì i primi ristoranti. Putin ci portò il presidente francese Chirac e George Bush. Da quella frequentazione nasce il seguito della storia, con il gruppo Wagner impiegato per azioni «sporche» in Siria, Libia, Repubblica Centrafricana e Ucraina. Un personaggio del genere, più a suo agio in mimetica che in blazer, è difficile da tenere a bada. 

[…]  ogni giorno un attacco ai vertici delle Forze armate e al ministro delle Difesa Sergei Shoigu. Incompetenti, burocrati, incapaci. Colpevoli di alto tradimento perché non mandano munizioni a sufficienza. 

[…] Lo scorso 24 novembre, in risposta alla richiesta del Parlamento Ue di includere il gruppo Wagner nella lista delle organizzazioni terroristiche, ha mostrato un martello sporco di sangue da «regalare» ai deputati europei. Presumibilmente, l’arma con la quale era stato massacrato un disertore, esecuzione mostrata in un video che ha suscitato orrore in tutto il mondo.

Proprio questi eccessi, e la figura ingombrante del fondatore, sembrano essere all’origine del declino della Wagner. La parabola di Prigozhin sta prendendo una china discendente, e il suo prossimo ruolo potrebbe essere quello del capro espiatorio. Ma lui non sembra voler cambiare spartito. 

[…] Proprio questa sovraesposizione mediatica racconta delle sue difficoltà. E del suo probabile destino. Prigozhin andava bene quando c’era ma sembrava che non esistesse. Adesso è un problema. Il Cremlino ci convive, per i suoi meriti acquisiti sul campo. Ma il ghiaccio sul quale cammina l’ex privato cittadino del Gruppo Wagner sembra essere sempre più sottile.

Dramma o farsa, è la conferma del fallimento. Corriere della Sera il 24 giugno 2023. 

Ancora una volta la Russia scivola in uno dei tanti capitoli catastrofici di cui è costellata la sua storia moderno-contemporanea. Il dietro-front dei mercenari ribelli alle porte di Mosca addirittura trasforma il dramma in farsa e comunque conferma il fallimento di quell’«operazione speciale» lanciata da Putin il 24 febbraio 2022 nell’illusione di poter occupare l’Ucraina in un pugno di giorni e invece rivelatasi disastrosa già dopo il primo mese di guerra. Adesso l’offensiva ucraina approfitterà del caos avversario. Lo abbiamo scritto sin dai giorni in cui le truppe russe iniziarono la ritirata dalle regioni di Kiev, lo abbiamo reiterato ai tempi delle loro sconfitte tra Kherson e Izyum l’autunno scorso e lo ripetiamo oggi con poche variazioni: il regime di Mosca ha fallito e ne pagherà le conseguenze. I fallimenti sono tanti a contraddire chi ritiene che le dittature siano più efficienti delle democrazie in tempi di guerra. In primo luogo, il verticismo totalitario del Cremlino ha ignorato i pareri degli esperti militari e politici, che mettevano in guardia sul pericolo di sottovalutare i nemici. In buona sostanza: l’esercito russo non era pronto per la missione che gli era stata affidata. Numero di uomini, qualità dei mezzi, tipologia delle armi non erano sufficienti per affrontare le forze ucraine. L’arrivo poi delle armi occidentali, a fine primavera 2022, mostrò la determinante superiorità degli arsenali Nato. Da qui anche il fallimento politico e diplomatico. Mosca non ha capito che il fronte occidentale si sarebbe compattato, pur tra polemiche e controversie, al fianco di Kiev. Il ricatto energetico non è servito e neppure quello della minaccia nucleare. La debolezza dello Stato russo è quindi esplosa in tutta la sua gravità quando Putin ha permesso che la Wagner assumesse un ruolo centrale nella sfida per Bakhmut. Come del resto torna adesso con il ripresentarsi delle milizie cecene a difesa di Mosca. Non sappiamo quale sarà la sorte di Prigozhin, ma certo è che Putin mirava a diventare zar e invece affronta lo spettro di una nuova Rivoluzione russa.

La sortita, lo show della brigata Wagner, la sorpresa: tutti i misteri di un blitz finito a metà strada. Corriere della Sera il 25 giugno 2023. 

La marcia della Wagner, «opera» in quattro atti. La sorpresa. Il primo obiettivo. L’avanzata. La giravolta. Manca un epilogo chiaro. Colpa del protagonista principale, Evgenij Prigozhin, uomo di tante parole, e della «nebbia sovietica» tra pubbliche minacce e trattative condotte dal presidente bielorusso Lukashenko.

Per mesi il capo della Wagner ha indicato quale fosse il nemico oltre all’Ucraina: la gerarchia della Difesa, dal ministro Shoigu al capo di stato maggiore Gerasimov. Li ha maledetti, insultati, sbeffeggiati così tante volte che è riuscito a confondere anche i più bravi esperti di Russia. Chi lo ha preso sul serio, chi ha liquidato le sortite come show parte di un gioco complice il Cremlino, chi ha ritenuto lo scontro importante ma non decisivo. E lo «chef» ha preparato il suo piatto avvelenato, ha offerto una rappresentazione di forza, riuscendo ad evitare spie e informatori, prendendo di petto Vladimir Alekseiev, numero due del Gru, l’intelligence militare. Uomo influente, con un passato nelle unità speciali, inviato dallo stesso Putin a gestire l’invasione. Eppure il leader dei mercenari è parso, almeno nei gesti, sovrastarlo. Secondo la prima ricostruzione — incompleta — Mosca ha sottovalutato le possibili sortite. Ma anche le intelligence occidentali — ha rivelato la Cnn — sono state colte in mezzo al guado.

Prigozhin ha subito mirato all’obiettivo importante. Rostov. Sede del comando/controllo che dirige la campagna bellica, snodo logistico fondamentale per alimentare le truppe, base per figure importanti. Il colpo di mano ha inciso sulla catena gerarchica, tagliando fuori generali importanti, trasmettendo un segnale al resto dell’Armata, assumendo il controllo di una città simbolica. Probabile anche che i wagneriti — organizzazione di 25 mila elementi in totale — abbiano trovato rifornimenti e altro materiale da usare per le tappe successive con la formazione di un contingente agile, bene armato, lanciato in direzione della capitale. Serviva a trasmettere il messaggio.

La colonna, guidata da Dimitry Utkin e composta di 5 mila uomini, ha raggiunto Voronezh, a 500 chilometri da Mosca, l’ha superata spingendosi nel settore di Liptesk, usando l’arteria M4, e poi si è fermata. Attende dei rinforzi, è stata il primo commento e invece era in corso il negoziato con la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko. Interessanti alcuni particolari: gli insorti hanno usato camion porta-carri che hanno permesso spostamenti rapidi, si sono protetti con missili anti-aerei, al seguito buone scorte. Contavano su una progressione per dare peso alla minaccia e cercavano di ridurre i margini di manovra dei lealisti. Classificazioni generiche di un quadro confuso. Chi è rimasto a proteggere il neozar? I battaglioni della Rosgvardia, la polizia, le componenti militari dei servizi segreti, forze territoriali, l’aviazione protagonista di alcuni raid, i ceceni di Kadyrov, accorsi nel pomeriggio alle porte di Rostov e pronti ad ingaggiare i «traditori».

Il dittatore, altro signore della guerra con ambizioni smodate, ha subito risposto all’appello di Putin. Insieme alla mobilitazione sono iniziate le difese passive: fossati sull’asfalto, punti d’arresto con sacchetti di sabbia e mitragliatrici, grossi veicoli industriali utilizzati come barricate, possibile minamento di alcuni ponti sul fiume Oka. E poi il pacchetto previsto dall’emergenza anti-terrorismo che concede poteri speciali alla sicurezza. Un clima da stato d’assedio, incalzante, con interrogativi sul comportamento di molte componenti dell’esercito, comprese quelle schierate sul fronte ucraino ancora più caldo.

All’ultima ora è arrivato l’annuncio dell’intesa, Prigozhin ha ordinato il ritiro dei reparti per evitare spargimento di sangue russo e in cambio di garanzie di sicurezza. Il portavoce del Cremlino ha precisato che il capo della Wagner andrà a Minsk, in Bielorussia. Soluzione favorita proprio da un negoziatore particolare, Lukashenko, stretto tra la necessità di mantenere il suo trono e spesso pressato da Mosca per un intervento maggiore nel conflitto. Ieri si erano diffuse voci di una sua partenza inattesa verso la Turchia e invece era impegnato a trattare. Ne esce con un ruolo riconosciuto. I suoi buoni uffici — sempre che sia la verità — hanno facilitato la piroetta, l’ennesima, del re dei mercenari. Molte ipotesi degli esperti sulla svolta. 1) Ha dato una spallata ed ha ottenuto la promessa di cambiamenti ai vertici. Shoigu e Gerasimov saranno silurati o ridimensionati? 2) Ha provato il grande colpo ma non ha trovato un seguito e allora ha fatto dietrofront. 3) Nulla sarà come prima, il neozar è uscito indebolito, grave la ferita al prestigio e alla nazione. Oppure, all’opposto, Putin userà la presunta rivolta, complice la Wagner, per qualche manovra.

Possono avere ragione tutti o nessuno, per la semplice ragione che Prigozhin è il personaggio dalle mille maschere. Cosa farà a Minsk?

Dalla Wagner con amore. La guerra incivile russa e la bancarotta morale dei complici nostrani di Putin.  Christian Rocca su L'Inkiesta il 24 Giugno 2023

Non sappiamo come andrà a finire lo scontro di potere tra i vertici militari di Mosca, ma sappiamo che smonta tutte le fregnacce politiche e televisive della propaganda del Cremlino e avvicina la vittoria dell’Ucraina

La guerra in Ucraina finirà con l’uscita di scena della cosca mafiosa del Cremlino e con la riconquista ucraina dei territori occupati illegalmente dalla Russia. Lo abbiamo scritto dal primo giorno di questa invasione su larga scala del 24 febbraio 2022, mentre altri diffondevano propaganda russa sulla Nato, sull’escalation, sul battaglione Azov e altre balle spaziali.

Chiunque in questo anno e mezzo di attacco russo alla popolazione ucraina abbia ripetuto le balle del Cremlino e si sia battuto in Parlamento, nelle piazze e in televisione per ostacolare gli aiuti militari occidentali a Kyjiv, mitigare le sanzioni economiche al regime e fiaccare la resistenza partigiana in nome di una finta pace putiniana costruita intorno alla resa ucraina e al riconoscimento delle ragioni imperialiste di Mosca è stato un volenteroso complice di Vladimir Putin e dei suoi sgherri.

Il miliardario Prigozhin, proprietario dell’esercito privato Wagner e noto alle cronache come “il cuoco di Putin”, dopo settimane di insoddisfazione per l’incapacità strategica mostrata da Mosca, mentre i nostri sedicenti esperti di geopolitica ci spiegavano che la Russia aveva già vinto e non valeva la pena perdere tempo con gli ucraini, adesso guida la rivolta contro i vertici militari di Putin per ragioni che non possiamo sinceramente conoscere e che Anne Applebaum elenca sull’Atlantic premettendo sempre la parola “forse” (la più interessante delle quali è «forse Prigozhin sta collaborando con gli ucraini e questo è un piano elaborato per porre fine alla guerra»).

Di certo c’è che adesso, per la prima volta, possiamo dire che i russi finalmente sono stati accolti come liberatori, non dagli ucraini ovviamente, ma dagli stessi russi soggiogati dal potere di Putin. Altrettanto certo è che Prigozhin ha smontato tutte ma proprio tutte le fregnacce della propaganda russa sulla guerra civile in Donbas, sulla guerra per procura della Nato e sulla volontà di Kyjiv di attaccare la Russia come cause scatenanti l’invasione.

Prigozhin evidentemente non è abbonato a Limes, non legge gli editoriali sulla Stampa di Lucio Caracciolo, non guarda i talk show italiani, non conosce il Fatto e la Verità, non subisce il fascino di Giuseppe Conte e non segue su Twitter i soliti saltimbanchi che più non sanno niente più parlano a sproposito.

Il dissidente russo Gary Kasparov avverte i commentatori improvvisati di non chiedersi che cosa succederà se la Russia dovesse crollare, perché la Russia è già crollata anni fa, la Russia non è più uno Stato normale ma è una cosca mafiosa al potere con al suo interno varie fazioni che si fanno la guerra per soldi, risorse e potere. Putin non è più in grado di controllare le fazioni e chiunque prenderà il controllo, Putin o un altro, sarà travolto da minacce e non garantirà stabilità, per questo sarà importante per il mondo libero non offrire alcuna ancora di salvataggio agli assassini.

Kasparov è consapevole che l’esito dello scontro interno di queste ore non farà sbocciare un’improvvisa primavera democratica in Russia e proprio per questo non bisognerà scendere a patti con i criminali di guerra russi, i quali d’ora in avanti intensificheranno le bugie e la propaganda e useranno il conflitto interno per chiedere cessate il fuoco, la sospensione delle sanzioni e altre distrazioni dall’obiettivo principale che deve continuare a essere la vittoria dell’Ucraina: «Questo è il momento di accelerare, non di esitare».

Da Trump che aveva definito geniale l’invasione russa dell’Ucraina a Giuseppe Conte che ha fatto sfilare l’Armata rossa in Italia, senza dimenticare le magliette di Salvini e la Meloni prima della svolta governativa, e nemmeno la sinistra più scema del pianeta con cui abbiamo a che fare in Italia, immaginiamo già i volenterosi complici di Putin spiegarci che Prigozhin è un figlio di buona donna ancora più di Putin (ma va?) e che la Russia potrebbe diventare un paese senza controllo (come se il controllo di questi anni abbia invece portato giovamento a qualcuno), quando invece la realtà è molto più lineare: Putin ha riportato la Russia agli antichi fasti di Stato canaglia e genocida, ha invaso i vicini, portato il caos in Occidente e ora la guerra civile in casa sua. 

Anche se, in assenza di una mobilitazione popolare a favore dell’una o dell’altra cosca di potere, sarebbe meglio definire ciò che sta succedendo in Russia tra le opposte fazioni militari una guerra incivile.

Lo Zar ha perso. Putin è un presidente solo, senza l'appoggio dell'esercito, senza l'amore dei russi. Andrea Soglio su Panorama il 25 Giugno 2023

 In una giornata è cambiato tutto; soprattutto è stata messa la parola fine di un romanzo cominciato vent'anni fa

Sono bastate 14 ore per mettere fine ad una storia, e forse addirittura ad una leggenda. Lo Zar non c’è più, Putin non è più il leader che voleva far credere di essere; non è più la guida assoluta ed onnipotente. Lo Zar è stato sconfitto dalla testardaggine di un uomo solo, che ha sempre avuto al suo fianco come uno «chef» come veniva chiamato Prigozhin. 14 ore drammatiche per Vladimir Putin quindi che esce come unico vero sconfitto di questa guerra tutta interna alla Russia. Perché l’uomo che dal Cremlino al mattino dichiarava che «il traditore che ci ha pugnalato alla schiena sarà punito» è dovuto tornare sulle sue parole. Non ci saranno puniti e processati; nessuno pagherà per aver «tradito» semplicemente perché quello che doveva essere il castigatore si è trovato debole e soprattutto solo. Si, solo. Nelle 10 ore dell’avanzata da Rostov fino alla periferia di Mosca non solo l’esercito non si è opposto, non ha difeso il Cremlino ed il suo Zar, anzi: hanno lasciato fare, città dopo città, chilometro dopo chilometro. Ma non sono stati solo gli uomini in divisa a tradire il loro Comandante in Capo. I russi, la gente, ha assistito da spettatore quasi disinteressato quella che poteva essere la fine di una storia di potere andata avanti indisturbata, andata avanti anche grazie ad una narrazione secondo cui Putin fosse adorato, amato, considerato più di un presidente. Nulla di tutto questo. La gente avrebbe lasciato fare, avrebbe abbandonato Vladimir Putin al suo destino, allo scontro faccia a faccia con l’ex alleato ed amico fidato. Senza potere, senza il controllo dell’esercito, senza l’appoggio della gente. Il passare delle ore e dell’avanzata indeboliva il Cremlino in maniera ormai irreparabile. Recuperare ora sarà impossibile anche perché, ed è stato uno dei dubbi più profondi della giornata di ieri, nessuno sa davvero dove fosse lo Zar. Il percorso dell’aereo presidenziale, captato dai radar, con il decollo da Mosca e l’atterraggio a San Pietroburgo è il tragitto perfetto di un uomo in fuga, impaurito, al punto da abbandonare il suo castello, la sua fortezza. Il portavoce, Peskov, ha provato più volte a tranquillizzare i russi raccontando al mondo che l’aereo fosse vuoto ed il comandante nel suo ufficio a lavorare per risolvere la situazione. Prove di tutto questo nessuno le ha e le avrà mai, ma il dubbio, visto poi l’accordo trovato con il «traditore», resta concreto, molto concreto. C’è poi un altro sogno che oggi è finito. L’Esercito Russo non è per nulla quella superpotenza militare che viene raccontata da anni. Non è il secondo esercito del mondo. Certo, ha milioni di soldati ma si tratta di uomini di fatto poco utili: carcerati, giovani obbligati ad indossare la divisa ed imbracciare un fucile che non sanno e non vogliono utilizzare. Questo esercito che abbiamo visto per anni sfilare sulla Piazza Rossa in pompa magna in 16 mesi non è riuscita ad arrivare a Kiev, non è riuscita a conquistare l’Ucraina ed oggi retrocede. Mentre oggi una colonna composta da poche migliaia di mercenari era pronta a prendersi Mosca, prima dell’ordine di ritirata. Lo Zar è nudo, lo Zar è solo, lo Zar è di fatto disarmato. La situazione a Mosca è quanto mai caotica e confusa. E non c’è niente di peggio di uno Presidente debole. Tutto può succedere da oggi, soprattutto quello che fino a 14 ore fa sembrava impossibile.

Putin "ora è più forte", Toni Capuozzo lascia di stucco Porro: "Ma cosa dici?". Il Tempo il 24 giugno 2023

Una giornata ad altissima tensione quella vista in Russia, con il leader di Wagner, Yevgeny Prigozhin, che ha fermato la marcia su Mosca dopo un accordo mediato dal leader bielorusso Aleksandr Lukashenko che ha scongiurato una guerra civile. Secondo molti osservatori la vicenda ha fatto emergere la debolezza di Vladimir Putin il cui potere fino a ieri sembrava inscalfibile. "Non vendiamo la pelle dell'orso prima di averlo catturato" afferma Toni Capuozzo, veterano inviato di guerra intervenuto nel corso della puntata speciale di Quarta Repubblica, condotta su Rete 4 da Nicola Porro. Il giornalista non è d'accordo con le letture di cui sopra: "Putin ha giocato molto bene, ha messo Prigozhin nelle condizioni di non nuocere. Ora probabilmente lo vedremo alla guida della Wagner in Africa, quella impegnata in Ucraina tornerà sotto il comando russo. Vedremo se al ministero della Difesa ci sarà ancora Shouigu", afferma Capuozzo secondo cui la rimozione ai vertici militari dei suoi nemici sarebbe "un premio a Prigozhin" da parte di Putin.

Capuozzo poi offre un'interpretazione dei fatti che lascia di stucco il conduttore: "Se una cosa non ti uccide ti rafforza, Putin nel bene o nel male è più forte di 24 ore fa". "Ma come è più forte?", sbotta Porro visibilmente sorpreso dall'uscita del suo ospite. "Voglio capire, perché lo dici? Non è una polemica. Secondo me Putin ora è più debole...", afferma il conduttore. "Quella russa non una democrazia dove contano i sondaggi", argomenta Capuozzo, "vince chi è più forte, e chi lo ha dimostrato oggi?".

La domanda retorica non convince Porro: "C'è un signore che con 25mila uomini si è permesso di arrivare a 200 chilometri da Mosca". "Putin ha giocato un colpo da maestro nell'evitare un confronto armato e vincendo quello diplomatico, con un uso della forza saggio - insiste Capuozzo - Ora c'è delusione a Kiev, a Roma, a Bruxelles. C'è chi sperava che la controffensiva ucraina fosse la marcia di Progozhin", è l'ultima stoccata che sembra destinata a provocare polemiche nei giorni a venire. 

La Wagner marcia contro il Cremlino, poi arriva il dietrofront. Le ultime 24 ore in Russia: ecco cosa è accaduto oggi, dall’annuncio della guerra civile al dietrofront. Alessio De Giorgi su Il Riformista il 24 Giugno 2023 

La giornata di oggi in Russia, assai convulsa, si chiude con un grande punto interrogativo: che cosa è davvero successo oggi, in questa guerra civile annunciata, combattuta e risolta in circa 24 ore?

Vediamo i fatti. La giornata si era aperta con immagini solo qualche giorno fa inimmaginabili a un migliaio di chilometri a sud della Capitale. La città coinvolta non è una qualunque: è Rostov sul Don, una città di un milione di abitanti, sede di alcune importanti industrie ma soprattutto snodo militare e logistico per la Crimea, il Donbass e le operazioni in Ucraina. Si trova in cima al mar d’Azov, a 180 chilometri da Mariupol. Le prime agenzie italiane iniziano a parlare di Rostov verso le ore 23 di venerdì notte, quando trapela le forze dell’ordine ed i servizi segreti dell’FSB della città sono in allerta l’appello del capo della Wagner, Evgheni Prigozhin, ai suoi mercenari a “fermare” i vertici della Difesa, accusati di “genocidio del popolo russo” per la loro incompetenza sul campo in Ucraina: è la BBC Russia a rivelare la notizia. Da lì in poi gli eventi precipitano: nel cuore della notte gli uomini della Wagner entrano in città, abbattono un elicottero russo e si scontrano con l’esercito. Sono le 6.30 ora italiane (7.30 in Russia) quando è Prigozhin stesso ad annunciare di aver preso il controllo del quartier generale dell’esercito, centro chiave per l’assoluto russo all’Ucraina e di altri siti militare, compreso un aeroporto.

Il panico si inizia a diffondere al Cremlino e tra la popolazione russa (almeno quella che riesce ad informarsi da fonti indipendenti), mentre in Occidente (e più ancora in Ucraina) si diffonde un moto di speranza per questa lotta interna ai vertici militari russi dagli esiti assolutamente imprevedibili, ma che potenzialmente rappresenta quella discontinuità che in tanti attendevano da mesi, se non dal 24 febbraio 2022, data di inizio dell'”operazione speciale” di Putin in Russia.

Alle 9.30 arriva la risposta del Cremlino. Netta, durissima, che non lascia presagire a spiragli: “Come presidente della Russia, Comandante supremo delle forze armate e cittadino della Russia, farò di tutto per fermare l’insurrezione”, dichiara Putin. Ed ancora, con parole che al momento fanno quasi sorridere, visto l’esito farsa della vicenda: “Chi ha organizzato l’insurrezione armata risponderà di quanto fatto”. Poco dopo la risposta di PrigozhinLukashenko, che respinge al mittente le accuse di tradimento e che risulta assai minacciosa: “Vogliamo Gerasimov e Shoigu. Finché non saranno qui, resteremo, bloccheremo Rostov e ci dirigeremo verso Mosca”. Il riferimento chiaro è al Capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe e al ministro della difesa, considerati da Prigozhin i veri responsabili del “disastro Ucraina”. Per ottenere questo risultato (teniamo a mente i due nomi, perché li troveremo presto in fondo al racconto), Prigozhin manda a Mosca un messaggio chiaro: “Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti e 25 mila, e poi altri 25 mila”.

E’ l’ora di pranzo quando si inizia a capire che la situazione si sta evolvendo. Iniziano infatti a circolare le prime informazioni e le prime immagine di colonne di mezzi della Wagner dirigersi verso nord. Il primo obiettivo è Voronezh, una città di un milione di abitanti a 560 chilometri da Rostov ma, udite udite, ad altrettanti 500 e rotti chilometri da Mosca: ad unire Voronezh con la capitale è l’M-4, una autostrada moderna, che inizia ad essere essa stessa oggetto di attenzioni dai media di tutto il mondo. Mentre infatti a Voronezh arriva la notizia che un deposito di carburanti, probabilmente sede logistica della Wagner, è stato bombardato, iniziano a circolare video di trincee che vengono improvvisate alla periferia di Mosca e di colonne di camion piazzati lungo l’autostrada per rallentare l’eventuale avanzata della Wagner: ciò che sembrava impossibile solo 12 ore prima ora inizia a prendere corpo ed a diventare una speranza per l’Occidente ed un incubo per il Cremlino.

Sono le 17 e le agenzie iniziano a battere notizie che danno gli uomini della Wagner prima a 300, poi sempre più vicini alla Capitale. Poi arriva la notizia che ribalta completamente la situazione. Prima una dichiarazione del governo bielorusso, poi la Tass iniziano a parlare di un accordo tra Cremlino e Prigozhin. Passano una quindicina di minuti, con le redazioni di tutto il mondo alla ricerca di una conferma un po’ più autorevole, ed alle 19.28, tramite uno dei tanti canali Telegram vicini alla Wagner in cui scorrono continue queste informazioni, arriva la notizia definitiva: c’è un accordo, Prigozhin ha ottenuto (forse) ciò che voleva, per evitare che si sparga “sangue russo” le sue truppe fanno marcia indietro: “Rendendoci conto della responsabilità per il fatto che verrebbe versato sangue russo, stiamo girando le nostre colonne e tornando indietro”, dichiara.

E’ la notizia che cambia completamente il quadro della giornata e che rende tutta questa vicenda anche un po’ farsesca: sembrava essere un colpo di stato, si parlava di cittadini che andavano a salutare gli uomini della Wagner manco fossero dei liberatori, ed invece era “semplicemente” un regolamento  di conti all’interno delle più alti gerarchie militari russe, pesantissimo ma risolto assai velocemente. In 24 ore circa, pare grazie alla mediazione del dittatore bielorusso Lukashenko.

I termini dell’accordo, almeno quelli che trapelano al momento, sono di amnistia totale per i soldati della Wagner che hanno partecipato al finto colpo di stato di oggi e per lo stesso Prigozhin, che non sarà processato per tradimento ma che andrà in Bielorussia. Fonti della Wagner dicono che Prigozhin abbia ottenuto il cambio ai vertici militari (quindi gli odiatissimi Gerasimov e Shoigu fuori), il Cremlino nega. Ma, come spesso accade nelle vicende di politica internazionale, cosa c’è di vero e cosa di falso lo scopriremo nelle prossime settimane.

Una cosa è certa. Queste 24 ore russe hanno dimostrato in tutta la loro nettezza che la poltrona di Putin è assai vacillante, in un quadro istituzionale altrettanto desolante, in uno Stato colabrodo, dove un generale di un esercito paramilitare è riuscito a creare la più grave crisi politica degli ultimi tre decenni. Il presidente russo ne esce oggettivamente indebolito, dal momento che queste 24 ore hanno dimostrato che può essere minacciato e ricattato senza grosse ripercussioni. E ne esce certamente indebolito anche e soprattutto di fronte alla popolazione russa, che – nonostante i filtri della pesantissima censura sui mezzi di informazione – comunque oggi ha assistito alla scena di una Capitale che si organizzava per resistere agli uomini della Wagner, mentre le autorità locali erano costrette ad annullare tutti gli eventi pubblici, a sgombrare musei e centri commerciali ed ad organizzare la resistenza militare.

Cosa esce invece lievemente rafforzata oggi? La speranza di pace per l’Ucraina. Non è solo ciò che tutti noi ci auguriamo, ma è un altro dato oggettivo di questa giornata convulsa.

Alessio De Giorgi. Giornalista, genovese di nascita e toscano di adozione, romano dai tempi del referendum costituzionale del 2016, fondatore e poi a lungo direttore di Gay.it, è esperto di digitale e social media. È stato anche responsabile della comunicazione digitale del Partito Democratico e di Italia Viva

Chi è Prigozhin, dal chioschetto degli hot dog a “cuoco di Putin”: la scalata fino alla “marcia su Mosca” a capo della Wagner. Rossella Grasso su L'Unità il 24 Giugno 2023

La sua parabola è quasi da film. Evgenij Prigozhin, 62 anni nato a San Pietroburgo, allora Leningrado, le ha viste tutte, passando dal carcere al chioschetto degli hot dog, poi le stelle della ristorazione per Vladimir Putin i suoi ospiti d’onore, poi sua “eminenza grigia” che tira le fila delle sue guerre, capo di una sconfinata truppa mercenaria. E infine colui che marcia su Mosca e agita la retorica del “patriota” contro Putin. Ma chi è questo personaggio che oggi conosciamo come “signore della guerra” che tenta il primo golpe in Russia in tre decenni di storia? La sua vita è stata una vera e propria scalata verso il successo. E ora se la sta giocando tutta: questione ormai di vita o di morte visto l’anatema lanciato su di lui da Putin.

Il suo nome balza alle cronache per una lunga lista di crimini commessi che lo portano in tribunale: tra questi criminalità organizzata, furto, frode e prostituzione minorile. Fu condannato a 13 anni di carcere ma 9 anni dopo era già fuori. Era il 1990, l’Unione Sovietica è agonizzante e lui sa cogliere l’opportunità al volo (come anche successivamente dimostrerà di saper fare): Prigozhin inizia a vendere hot dog. Prepara la senape nella sua cucina e ha successo. Così mette su la sua attività di ristorazione e apre un ristorante tutto suo. Sarà solo il primo di una catena che diventa famosa a San Pietroburgo per essere covo di vip, dalle pop star agli uomini della politica. Come il sindaco Anatolij Sobchak e il suo vice: sempre lui, Putin.

Ed è così che avviene il primo contatto tra i due. Probabilmente Putin sarà rimasto affascinato da quest’uomo che dal nulla ha creato un impero e dal chioscheto degli hot dog ora siede accanto ai famosi. Deve aver apprezzato la lungimiranza nella azione e una volta diventato presidente ha più volte scelto i suoi ristoranti per le cene più importanti. Così Prigozhin, che probabilmente ha sempre strizzato un po’ l’occhio alla cultura occidentale, diventa il cuoco per le cene di dignitari stranieri come Jacques Chirac fino alle cene all’interno del Cremlino. Il successo continua a crescere e arriva alle stelle quando Putin contratti governativi da miliardi di rubli, come la fornitura di cibo alle mense di Mosca. Ed allora che viene soprannominato “il cuoco di Putin”.

In realtà lui non avrebbe mai apprezzato questo appellativo: in realtà lui non sa nemmeno cucinare. Preferisce essere il “macellaio di Putin”. Sempre più vicino allo zar non si accontenta di poccuparsi di cucina, diventa il suo scagnozzo, il tuttofare forse negli affari più loschi. L’uomo ombra che sa come manovrare le cose con discrezione. E così che nel 2014 quando la Crimea viene annessa alla Russia e scoppia il confflitto in Donbass c’è lui con la sua milizia di mercenari Wagner e l’Agenzia di Ricerca su Internet, nota come la “fabbrica dei troll” a combattere le guerre per la Russia ma senza che sia ufficiale. E’ così che ancora oggi, con lo scoppio della guerra in Ucraina, Putin ha potuto ripetere più volte che l’esercito regolare russo non ha combattuto quella guerra. Prigozhin mette su anche una vera e propria macchina della disinformazione e dello spargimento di fake news che è sempre tornata molto utile a Putin in diverse guerre.

Il gruppo Wagner è oggi considerato uno dei gruppi di mercenari più efficienti del mondo, spesso accusato da organizzazioni internazionali di crimini di guerra e di utilizzo di sistemi di tortura. Nel 2018 il governo americano ha accusato Prigozhin di aver finanziato e creato la “troll farm” che avrebbe tentato di influenzare le elezioni americane vinte da Donald Trump diffondendo notizie false sui social media. Delle terribili azioni della Wagner si è parlato in Siria, Libia, Repubblica Centroafricana e Ucraina. Qui nei primi mesi del conflitto avrebbero tentato più volte di organizzare l’assassinio del presidente Zelensky.

Il gruppo Wagner ha cominciato a combattere in Ucraina a fianco dell’esercito russo poco dopo l’inizio dell’invasione, e negli scorsi mesi ha assunto un ruolo fondamentale in alcuni campi di battaglia, come per esempio quello della cittadina di Bakhmut, dove di fatto i mercenari di Wagner hanno affrontato il grosso delle operazioni e subìto gran parte delle perdite. Composto da mercenari, poliziotti ed ex militari, grazie all’appoggio di Putina ha iniziato ad avere anche pesanti finanziamenti e leggi dalla sua parte come ad esempio quella che concede la grazia ai detenuti in Russia che decidono di arruolarsi alla Wagner. Così Prigozhin è diventato uno degli uomini più potenti della Russia. E Putin glielo ha lasciato fare. In ottobre si spinge ancora oltre inaugurando in pompa magna in una torre di cristallo di San Pietroburgo il quartier generale della “compagnia militare privata Wagner”.

Nei mesi Prigozhin continua a combattere per i russi ma inizia a manifestare insofferenza per ministro della Difesa Sergej Shojgu e del capo dello staff delle forze armate russe Valerij Gerasimov. I due però riescono a convincere Vladimir Putin che l’indipendenza di Wagner è una minaccia per l’esercito e, di conseguenza, per lo Stato. Putin allora esautora il generale Sergej Surovikin, vicino a Prigozhin, e affida a Gerasimov la supervisione dell’intera “operazione speciale”. Sta perdendo quota nel cuore di Putin che pubblicamente lo definisce “solo un privato cittadino che non rappresenta lo Stato”. Così si inizia a rompere qualcosa.

Prigozhin più che un uomo di principio è un grande imprenditore. La Cnn fa sapere che dai primi di gennaio gli 007 Usa avevano notizie di un possibile scontro interno tra la Wagner e il Cremlino. Alcuni funzionari del governo Usa avevano rilevato le tensioni tra Mosca e Prigozhin. L’intelligence Usa sostiene che si aspettava un’escalation nei mesi seguenti. Sempre a gennaio un alto rappresentante della Casa Bianca aveva rivelato come la Wagner stesse diventando un «centro di potere rivale nei confronti dell’esercito russo e di altri militari russi». Secondo report degli 007 americani, a quel tempo Prigozhin stava portando avanti i propri interessi in Ucraina, invece di seguire le direttive del Cremlino.

La reputazione di Prigozhin scende sepre più verso il basso in Russia, diventando un minaccia, tanto che le sue dichiarazioni sono oscurate dai media statali per ordine del Cremlino e a Putin arriva l’ordine di firmare un contratto che assoggetterebbe i suoi “volontari” alla Difesa, e dunque a Shojgu: primo luglio, è la data del il termine ultimo per siglare la resa. Arriviamo ad oggi, o meglio a venerdì 23 giugno 2023. Prigozhin inizia a diramare video in cui snocciola “tutte le bugie che Putin ha detto sulla guerra in Ucraina”, a partire dagli attacchi ucraini che avrebbero secondo i russi fatto scattare la guerra, fino alle grosse perdite dell’esercito russo. Secondo quanto affermato da Prigozhin stesso, nella Wagner ci sarebbero circa 25mila soldati pronti a marciare e morire per lui. E così ha scatenato l’inferno: “”Siamo arrivati qui, vogliamo vedere il capo di Stato Maggiore e Shoigu. Se non vengono, bloccheremo la città di Rostov e ci dirigeremo verso Mosca”.

Rossella Grasso 24 Giugno 2023

Cosa succede ora a Mosca. Rivolta Wagner, il discorso di Putin e il regime antiterrorismo: “È un tradimento. Non lasceremo che scoppi un’altra guerra civile”. Redazione Web su L'Unità il 24 Giugno 2023

“Stiamo combattendo per la vita e la sicurezza del nostro popolo, per la nostra sovranità e indipendenza. Per il diritto di essere e rimanere Russia, uno stato con una storia millenaria”. Così Vladimir Putin nel discorso alla nazione dopo le notizie della rivolta iniziata dal capo della Wagner Evgenij Prigozhin. Nel discorso Putin non lo menziona mai direttamente e invita i connazionali a non aderire alla ribellione. “Faccio appello ai cittadini russi, al personale delle forze armate, alle forze dell’ordine e ai servizi speciali, ai soldati e ai comandanti che ora stanno combattendo nelle loro posizioni di combattimento, respingendo gli attacchi nemici, facendolo eroicamente […]. Faccio appello anche a coloro che, con l’inganno o le minacce, sono stati trascinati in un’avventura criminale, spinti sulla via di un grave crimine: una ribellione armata. La Russia oggi sta conducendo una dura lotta per il suo futuro, respingendo l’aggressione dei neonazisti e dei loro padroni. Praticamente l’intera macchina militare, economica e informativa dell’Occidente è diretta contro di noi”.

La Wagner ha annunciato la presa della sede del ministero della Difesa a Rostov sul Don, cruciale per le attività in Ucraina. Ma non è l’unica zona a esser sotto il controllo della armata. La Reuters riporta fonti di sicurezza russe secondo cui i mercenari di Prigozhin avrebbero il controllo degli assetti militari di Voronezh, a circa 500 chilometri da Mosca. “Questa battaglia, quando si decide il destino del nostro popolo, richiede l’unificazione di tutte le forze: unità e responsabilità. Quando tutto ciò che ci indebolisce deve essere messo da parte, qualsiasi conflitto che i nostri nemici esterni possono usare per indebolirci dall’interno. E quindi, le azioni che dividono la nostra unità sono, di fatto, l’apostasia del nostro popolo, dei nostri compagni d’armi, che ora stanno combattendo al fronte”.

In un discorso dal tono marziale, Putin, in abito scuro, non ha nominato nemmeno una volta Prigozhin che poche ore prima aveva dichiarato di avere a disposizione un contingente di 25 mila fedelissimi armati. È un trattamento che il presidente russo era solito riservare ai suoi più pericolosi oppositori, come l’attivista Navalny, a cui il Putin in pubblico si riferisce solo con l’appellativo “blogger”. Ma ancora più diretto ha detto: “Questa è una pugnalata alle spalle del nostro paese e della nostra gente. Un colpo simile fu inferto alla Russia nel 1917, quando il paese stava conducendo la prima guerra mondiale: la vittoria le venne rubata. Intrighi, litigi, politica dietro le spalle dell’esercito e del popolo si sono trasformati nel più grande choc, la distruzione dell’esercito e il crollo dello stato, la perdita di vasti territori. E, come conseguenza, la tragedia della guerra civile. I russi hanno ucciso russi, fratelli: e ogni sorta di avventurieri politici e forze straniere, che hanno diviso il paese, lo hanno fatto a pezzi, hanno ottenuto guadagni egoistici. Non permetteremo che accada di nuovo. Proteggeremo sia il nostro popolo sia il nostro Stato da qualsiasi minaccia. Compreso il tradimento interno. E quello a cui ci troviamo di fronte è proprio un tradimento. Ambizioni esorbitanti e interessi personali hanno portato al tradimento. Al tradimento del nostro paese, del nostro popolo e della causa stessa per la quale, fianco a fianco con le nostre altre unità, i soldati e i comandanti del gruppo Wagner hanno combattuto e sono morti. Gli eroi che hanno liberato Soledar e Artyomovsk, le città e i paesi del Donbass, hanno combattuto e hanno dato la vita per l’unità del mondo russo. Il loro nome e la loro gloria sono stati traditi da coloro che stanno cercando di organizzare una ribellione, spingendo il Paese verso l’anarchia e il fratricidio. […]”

“Ripeto, qualsiasi tumulto interno è una minaccia mortale per il nostro Stato, e per noi come nazione. Questo è un duro colpo per la Russia, per il nostro popolo. E le nostre azioni per proteggere la Patria da una tale minaccia saranno dure. Tutti coloro che hanno deliberatamente intrapreso la via del tradimento, che hanno preparato una ribellione armata, intrapreso la via del ricatto e dei metodi terroristici, subiranno inevitabili punizioni, risponderanno sia davanti alla legge che davanti al nostro popolo. Le forze armate e altre agenzie governative hanno ricevuto gli ordini necessari; ora saranno introdotte ulteriori misure antiterrorismo a Mosca, nella regione della capitale e in numerose altre regioni. Saranno inoltre intraprese azioni decisive per stabilizzare la situazione a Rostov. La situazione, lì, rimane difficile, e le operazioni di autorità civili e militari sono bloccate. In qualità di Presidente della Russia e Comandante supremo in capo – e di cittadino russo — farò di tutto per difendere il Paese, per proteggere l’ordine costituzionale, la vita, la sicurezza e la libertà dei cittadini. Coloro che ha organizzato e preparato la ribellione militare, che ha alzato le armi contro i suoi compagni d’armi, ha tradito la Russia. E ne risponderanno. Esorto coloro che sono stati trascinati in questo crimine a non commettere un errore fatale e tragico, e li invito a fare l’unica scelta giusta: smettere di partecipare ad atti criminali. Conserveremo e difenderemo ciò che ci è caro e sacro; insieme alla nostra Patria supereremo ogni prova, e diventeremo ancora più forti”.

La situazione è diventata subito tesa anche a Mosca che Prigozhin e i suoi minacciano di voler raggiungere. La Procura ha avviato un procedimento per ribellione armata e contro Prigozhin e i suoi uomini. L’Fsb ha rinvitato i membri dalla compagnia di mercenari a prendere le distanze dalle decisioni del proprio leader. Misure antiterrorismo sono state adottate persino a Mosca e nelle regioni circostanti. Il governatore della regione di Rostov ha invitato la popolazione a “restare a casa”, e anche quello di Lipetsk, 420 chilometri a sud di Mosca, ha annunciato “misure di sicurezza rafforzate”. Le forze di sicurezza russe sono entrate nel centro pietroburghese gestito dal gruppo di Prigozhin. A riportare la notizia dell’operazione il sito Fontanka, citato dalla Bbc, che spiega che «persone dal volto coperto e con fucili automatici» in azione anche nella zona della città russa dove ci sono l’albergo e il ristorante di proprietà di Yevgeny Prigozhin.

A Mosca è stato instaurato un regime che si applica in caso di attentati terroristici. Non è un lockdown ma di fatto dà più potere alle autorità nella prevenzioni di eventuali attacchi. Tutti gli eventi di massa in città sono temporaneamente sospesi. Le autorità – con il nuovo regime – possono fermare i civili nelle strade e richiedere loro di presentare un documento d’identità, trattenendoli se non hanno un documento d’identità con sé; rimuovere con la forza persone e veicoli da un luogo; entrare nelle conversazioni telefoniche e leggere i messaggi privati senza un ordine del tribunale; usare un qualsiasi veicolo disponibile per il primo soccorso per inseguire un sospetto; chiudere temporaneamente gli impianti industriali che producono esplosivi, prodotti chimici o materiali radioattivi; interrompere le comunicazioni, compresi i servizi telefonici e Internet; limitare l’accesso del pubblico alle strade e le vendite di alcolici. Con questo status a Mosca le forze dell’ordine acquisiscono il diritto di entrare in qualsiasi spazio, pubblico o privato, senza un precedente ordine del tribunale. Redazione Web 24 Giugno 2023

L'affondo del leader Wagner. Prigozhin e l’attacco senza precedenti alle bugie russe sulla guerra: “Ministero inganna popolo e Putin, non c’era aggressione ucraina”. Carmine Di Niro su L'Unità il 23 Giugno 2023

Evgenij Prigozhin è un pazzo o c’è un pazzo che si spaccia per Evgenij Prigozhin? L’ultimo video pubblicato sui social dal capo del Gruppo Wagner, la milizia privata che la Russia impiega da tempo nel conflitto in Ucraina a sostegno del suo esercito, è una vera e propria bomba politica sul Cremlino e su Vladimir Putin.

L’ex “chef” dello Zar non si accontenta più di criticare a testa bassa il Ministero della Difesa del suo “rivale”, Sergei Shoigu, da tempo finito nel suo elenco dei nemici per il mancato supporto ai suoi miliziani sul fronte.

Prigozhin infatti attacca su tutta la linea il Cremlino sull’andamento del conflitto, parla apertamente di bugie da parte del regime di Putin. Secondo il leader della Wagner “il secondo esercito mondiale”, quello russo, è una “bolla d’aria scoppiata” e si sta ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson. “Lo stesso sta accadendo a Bakhmut, il nemico penetrerà sempre più in profondità nella nostra difesa“, ha aggiunto Prigozhin. Le parole del capo di Wagner contraddicono comunque quelle di Putin e del suo ministro Shoigu, secondo i quali l’esercito russo “respinge” tutti gli attacchi ucraini.

Ma al centro dell’invettiva non c’è solo l’andamento del conflitto sul fronte ucraino. Il capo della Wagner mette in discussione anche le “ragioni storiche” che hanno spinto Mosca ad invadere l’Ucraina il 24 febbraio dello scorso anno. “Il ministero della Difesa sta cercando di ingannare l’opinione pubblica e il presidente e di far girare la storia secondo cui ci sarebbero stati livelli folli di aggressione da parte ucraina e che ci avrebbero attaccato insieme all’intero blocco Nato”, dice Prigozhin nel video, mentre in realtà “non è successo niente di straordinario alla vigilia del 24 febbraio”.

Non solo. Secondo il capo della milizia Wagner la guerra in Ucraina si sarebbe potuta evitare negoziando con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel video lungo circa 30 minuti afferma infatti che “l’operazione speciale è stata avviata per un motivo completamente diverso“, rispetto a quello raccontato dalla leadership russa ai cittadini, ovvero che Kiev avesse intenzione di attaccare i territori nell’Ucraina orientale controllati da Mosca.

Non poteva mancare ovviamente un attacco agli odiati vertici militari russi, perché secondo Prigozhin “loro (i vertici militari russi) sperano sempre di poter vincere questa guerra. Ma finché non c’è coordinamento, non c’è successo militare, i capi del ministero della Difesa stanno ingannando accuratamente il presidente. E il presidente riceve questi rapporti che non corrispondono alla realtà. Ci sono due agende: una sul terreno, l’altra nell’ufficio del presidente”.

La reazione ufficiale di Mosca non si è fatta attendere, altro segnale di una spaccatura senza precedenti nella catena di comando russa.  Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov come riportato dalle agenzie russe, ha detto che il presidente Putin è a conoscenza della situazione denunciata da Prigozhin e che sono state prese tutte le contromisure necessarie. “Il presidente Putin è stato informato di tutti gli eventi relativi a Prigozhin. Si stanno prendendo le misure necessarie”, ha detto. Il ministero della Difesa russo ha affermato che tutte le informazioni diffuse sui social network per conto di Prigozhin sul bombardamento da parte dell’eserciti russi su basi di retroguardia della Wagner non sono vere e rappresentano “provocazioni“.

Il servizio di sicurezza FSB della Russia ha aperto un caso penale contro Prigozhin per aver incitato una rivolta armata, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Tass, citando il Comitato Nazionale Antiterrorismo. Carmine Di Niro 23 Giugno 2023

Guerra Ucraina - Russia, le news del 25 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie del 25 giugno. Nuova telefonata tra Putin e Lukashenko, Pechino appoggia Mosca. Francesco Battistini, inviato, Fabrizio Dragosei, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di domenica 25 giugno. La Wagner si ferma a 200 km da Mosca. Prigozhin: «Stop per non spargere sangue russo». New York Times: «Usa informati da giorni dei piani di Prigozhin»

• Che fine ha fatto Prigozhin? Le ipotesi sul futuro del capo della Wagner - L'analista statunitense: «In Bielorussia Prigozhin potrebbe essere assassinato»

Il dissidente Ponomarev: «È solo di passaggio, sarà trasferito in Africa»

• Quanto resisterà Putin? Perché ora tutto è davvero possibile, in Russia

• Le truppe della Wagner abbandonano Rostov e le regioni di Voronezh e Lipetsk

• A Mosca la Piazza Rossa resta ancora chiusa per motivi di sicurezza

• Sostegno di Cina e Nord Corea al governo di Vladimir Putin 

• Sabato 24 giugno, il gruppo Wagner ha minacciato la leadership russa: «Siamo pronti a morire», aveva detto Yevgeny Prigozhin, annunciando l’intenzione di rovesciare i vertici militari della Federazione. Dopo una giornata di tensione, con il timore che il Paese scivolasse in una guerra civile, in serata è arrivato l’annuncio: i mercenari, giunti a 200 km da Mosca, erano pronti a fermarsi «per evitare uno spargimento di sangue russo».

• L’accordo tra il governo e la Wagner sarebbe stato raggiunto grazie alla mediazione del leader bielorusso Lukashenko.

• Secondo fonti della Compagnia, l’accordo che ha fermato l’insurrezione prevedrebbe — oltre all’indipendenza della Wagner — anche l’allontanamento del ministro della Difesa Shoigu e del capo di stato maggiore Gerasimov, invisi a Prigozhin

Ore 00:29 - Prigozhin: «Siamo tutti pronti a morire per il popolo russo»

«Ancora una volta voglio avvertire tutti: distruggeremo tutto ciò che ci circonda. Non potete distruggerci. Abbiamo degli obiettivi. Siamo tutti pronti a morire. Tutti e 25mila». Lo ha detto in un audio pubblicato su Telegram il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, nel giorno in cui ha lanciato la sua sfida all'establishment militare russo e annunciato di aver occupato alcuni militari della città russa di Rostov. Lo riportano i media internazionali.

Ore 00:40 - Bbc: «La Wagner ha preso il controllo dei siti militari di Voronezh»

Come riferiscono fonti locali alla Bbc, i mercenari del gruppo Wagner avrebbero preso il controllo di tutte le strutture militari a Voronezh, una città a metà strada tra Rostov-on-Don (dove le milizie sostengono di aver preso il controllo dei centri militari di comando) e la capitale Mosca. Le autorità locali non hanno ancora commentato, ma fonti locali riferiscono di scontri a fuoco contro l'esercito regolare. In contemporanea, il governatore della regione di Voronezh, Aleksandr Gusev, ha avvertito che circolano molte notizie false e che le forze armate russe stanno ora attuando «misure operative e di combattimento» nella regione.

Ore 00:53 - Lukashenko dice di aver negoziato con Prigozhin «lo stop ai movimenti» della Wagner

Evgenij Prigozhin ha accettato la proposta di Alexandr Lukashenko di fermare l’avanzata dei mercenari di Wagner e allentare la tensione: lo ha detto il presidente bielorusso, secondo quanto riferiscono le agenzie russe Tass, Ria Novosti e Interfax. È stata trovata «una soluzione accettabile, con garanzie di sicurezza per i combattenti di Wagner». I negoziati tra Lukashenko e Prigozhin sono andati avanti tutto il giorno, ha aggiunto il servizio stampa della presidenza bielorussa.

Ore 01:00 - Prigozhin si ferma: «Torniamo alle basi per evitare spargimenti di sangue»

Prigozhin ha diffuso un nuovo audio messaggio in cui dichiara di aver dato l’ordine di fare marcia indietro «per il rischio di spargimento di sangue russo» da una parte o dall’altra. I miliziani della Wagner, precisa, erano arrivati «a 200 chilometri da Mosca», ma ora tornano verso sud.

Ore 01:35 - Zelensky: «In Russia caos completo»

«Oggi il mondo ha visto che i capi della Russia non controllano nulla. Niente di niente. Caos completo. Completa assenza di prevedibilità». Lo ha scritto in un post su Twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo le notizie dell’avanzata su Mosca del Gruppo Wagner ed il successivo ripensamento annunciato dal capo dell’organizzazione di mercenari, Yevgeny Prigozhin. «Il mondo non dovrebbe avere paura. Sappiamo cosa ci protegge. La nostra unità», ha aggiunto Zelensky, secondo cui «l’Ucraina sarà sicuramente in grado di proteggere l’Europa da qualsiasi forza russa, non importa chi le comanda».

Ore 02:00 - Chi è Prigozhin: dalla fortuna con i ristoranti all’insulto a Crosetto: la storia (e le sparate) del capo della Wagner

(di Marco Imarisio) «È solo un privato cittadino, che non rappresenta lo Stato». Vladimir Putin era in modalità sorniona, e davanti alla sala stampa strapiena pronunciò questa frase accompagnandola con un ghigno. Quel giorno del luglio 2018 a Helsinki, dopo il primo incontro con Donald Trump, aveva molte ragioni per essere di buon umore. Il presidente americano lo aveva appena onorato definendolo un «concorrente geniale», e aveva appena detto di fidarsi più dei suoi dinieghi «molto potenti» sulle interferenze russe nelle elezioni Usa che delle relazioni della Cia.

Ore 02:15 - In cambio dello stop, la Brigata Wagner potrebbe aver ottenuto l’allontanamento di Shojgu e Gerasimov

Secondo fonti della Compagnia Wagner, l’accordo che ha fermato Prigozhin prevedrebbe — oltre all’indipendenza della compagnia — anche l’allontanamento del ministro della Difesa Shojgu e del capo di stato maggiore Gerasimo

Ore 02:23 - Putin «grato» a Lukashenko per la mediazione

Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko si sarebbero sentiti telefonicamente per la seconda volta nelle ultime ore. Putin ha dichiarato di essere grato a Lukashenko per essere riuscito a negoziare con successo con il gruppo Wagner e il suo leader, Evgeny Prigozhin.

Ore 02:48 - Secondo i media russi, il ritiro delle truppe della Wagner da Rostov è già iniziato

Le truppe del Gruppo Wagner hanno iniziato a lasciare la zona vicino al quartier generale del distretto militare meridionale a Rostov sul Don, nel sud della Russia. Lo ha confermato un giornalista dell’agenzia Interfax sul posto, precisando che diversi veicoli della Wagner hanno iniziato a muoversi, mentre le truppe si sono raggruppate in vista della partenza dalla città per far ritorno nei loro campi nel Luhansk.

Ore 03:25 - La forza della Wagner, i tempi e le reazioni dell’esercito di Putin, il varco di Rostov: come si è svolto il blitz di Prigozhin

(di Guido Olimpio) Nelle rivolte armate c’è sempre – o quasi - un momento critico. I ribelli, dopo aver compiuto il primo passo, sperano di innescare l’effetto domino inducendo nuovi reparti ad unirsi. I lealisti serrano i ranghi, sperano che il sistema regga. Devono difendersi, reagire e scoraggiare gli indecisi a cambiare campo. I wagneriti hanno colto di sorpresa i guardiani del potere. Nelle immagini diffuse nelle scorse ore si vede Prigozhin affrontare i generali, compreso uno più importante degli altri: Vladimir Alekseev, il numero due dei servizi militari, il GRU.

Ore 03:52 - Cremlino: «La crisi Wagner non influirà sulla guerra in Ucraina»

La crisi della ribellione della Wagner «non avrà alcun effetto sull’operazione militare speciale in Ucraina»: lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La «situazione della Wagner è stata risolta senza ulteriori perdite», con un accordo che prevede il ritorno dei combattenti del gruppo militare privato alle loro basi; quanto a Prigozhin, le accuse contro di lui verranno archiviate ma il comandante della Wagner si trasferirà in Bielorussia, con la garanzia per la sua sicurezza personale data dallo stesso Vladimir Putin.

Ore 04:04 - Media: «15 militari russi uccisi durante la marcia dei Wagner»

Almeno 15 militari dell’esercito russo sono morti nel corso dell’avanzata verso Mosca dei combattenti della Wagner. Lo riporta il sito bielorusso indipendente Nexta citando canali Telegram filo-Cremlino.

Ore 04:36 - Blinken a Kuleba: «Immutato il sostegno degli Usa»

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha discusso degli sviluppi in Russia con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, al quale ha assicurato l’immutabilità del sostegno americano. Lo rende noto Ria Novosti citando il Dipartimento di Stato. «Il segretario Blinken ha parlato oggi con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba per discutere della situazione in Russia. Il segretario Blinken ha confermato che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina non cambierà», si legge nel comunicato stampa. Blinken ha promesso che gli Stati Uniti rimarranno in stretto coordinamento con l’Ucraina mentre la situazione è in evoluzione.

Ore 05:00 - Tutte le tappe della crisi, in un video

Dalla presa di Rostov alla «retromarcia» dei mercenari della Wagner: cosa è successo sabato in Russia? Un video per riassumere la convulsa giornata della «marcia su Mosca»:

Ore 05:08 - Cosa è successo in Russia? Il punto sui fatti di sabato

Le forze della Wagner sono arrivate a poche ore di autostrada da Mosca, poi la mediazione di Lukashenko ha bloccato tutto. Il capo dei ribelli Prigozhin andrà in Bielorussia, i soldati coinvolti non saranno processati. Ma l’immagine dello zar è cambiata per sempre. La storia del colpo di stato sfiorato, raccontata da Fabrizio Dragosei

Ore 05:15 - Combattenti Wagner lasciano Rostov, folla li applaude

I combattenti Wagner hanno lasciato Rostov tra gli applausi della folla e spari in aria: lo documenta un video circolato su Twitter e verificato dalla Bbc. Nella clip si vede un mercenario Wagner che spara in cielo con il suo fucile mentre lui e altri del gruppo Wagner si ritirano da Rostov mentre gruppi di civili lungo le strade applaudono e incoraggiano i combattenti. Altri filmati documentano il sostegno pubblico dimostrato al gruppo di mercenari nella città in queste ultime ore.

Ore 05:28 - Ucraina, raid russi su Sumy e Nikopol, almeno un morto; esplosioni anche a Zaporozhzhia

Continuano i bombardamenti russi sull'Ucraina: nella notte hanno colpito 9 villaggi nell'oblast di Sumy e la città di Nikopol, nell'oblast di Dnipropetrovsk, con almeno un morto. L'amministrazione militare dell'oblast di Sumy ha riferito su Telegram dei bombardamenti. Quasi in contemporanea il presidente del consiglio regionale di Dnipropetrovsk, Mykola Lukashuk, ha fatto sapere che le bombe russe hanno ucciso un uomo di 71 anni a Nikopol.

Una esplosione è stata udita anche nella regione di Zaporozhzhia, secondo quanto riportato dall’emittente ucraina Suspilny ripresa da Ukrainska Pravda, dopo un allarme aereo sulla città e l’area circostante. «L’aeronautica ha esortato i residenti locali a rimanere nei rifugi a causa dell’uso di armi balistiche provenienti dal territorio occupato». Anche la russa Tass dà notizia dell’esplosione citando l’ucraino Obshchestvennoye, precisando che «sirene per raid aerei stanno attualmente risuonando nelle aree controllate da Kiev della regione di Zaporozhzhia».

Ore 05:36 - New York Times: «Usa informati da giorni dei piani di Prigozhin»

Le autorità statunitensi erano state informate da giorni dei piani del capo del gruppo di mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin. Lo scrive il New York Times citando fonti dell'intelligence. I responsabili della sicurezza nazionale degli Stati Uniti erano stati avvertiti mercoledì scorso che Prigozhin si stava preparando ad agire. La loro preoccupazione immediata era come questo avrebbe influenzato il controllo di Mosca sul suo arsenale di armi nucleari. L'intelligence statunitense seguiva da mesi le crescenti tensioni tra il capo Wagner e i vertici militari russi, incluso il ministro della Difesa Sergei Shoigu.

Ore 07:03 - Il governatore di Rostov: «La Wagner in uscita dalla città»

Un convoglio con equipaggiamento, oltre a combattenti del Wagner, ha lasciato il territorio di Rostov nella notte. Lo rende noto il governatore della Regione di Rostov, Vasily Golubev, sul suo canale Telegram, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. La colonna Wagner ha lasciato la città, dirigendosi verso i campi. «Sono grato a tutti coloro che, in queste condizioni straordinarie, hanno assicurato il lavoro ben coordinato dei sistemi di supporto vitale nella capitale del Don e in tutta la regione di Rostov», ha osservato il governatore.

Ore 07:05 - La sortita, lo show della brigata Wagner, la sorpresa: tutti i misteri di un blitz finito a metà strada

(di Guido Olimpio) La marcia della Wagner, «opera» in quattro atti. La sorpresa. Il primo obiettivo. L’avanzata. La giravolta. Manca un epilogo chiaro. Colpa del protagonista principale, Evgeny Prigozhin, uomo di tante parole, e della «nebbia sovietica» tra pubbliche minacce e trattative condotte dal presidente bielorusso Lukashenko.

Per mesi il capo della Wagner ha indicato quale fosse il nemico oltre all’Ucraina: la gerarchia della Difesa, dal ministro Shoigu al capo di stato maggiore Gerasimov. Li ha maledetti, insultati, sbeffeggiati così tante volte che è riuscito a confondere anche i più bravi esperti di Russia. Chi lo ha preso sul serio, chi ha liquidato le sortite come show parte di un gioco complice il Cremlino, chi ha ritenuto lo scontro importante ma non decisivo. E lo «chef» ha preparato il suo piatto avvelenato (...).

Ore 07:16 - Intelligence Usa a conoscenza dei piani della Wagner

L’intelligence Usa disponeva già a metà giugno di informazioni sul fatto che il capo di Wagner Yevgeniy Prigozhin stesse pianificando un’azione armata contro l’establishment della difesa russa. È quanto riferisce il Washington Post. La Casa Bianca e altre agenzie governative erano state urgentemente informate per non essere colte alla sprovvista.

Ore 07:17 - Bombardamenti russi sull’Ucraina, colpito il Dnipropetrovsk: una vittima

Continuano i bombardamenti russi in Ucraina, sull’oblast di Dnipropetrovsk, nella notte. Secondo quanto riferito dall’amministrazione militare di Sumy su Telegram, i bombardamenti russi hanno preso di mira e colpito 9 villaggi di Sumy e la città di Nikopol, nell’oblast di Dnipropetrovsk. Gli attacchi hanno provocato almeno una vittima, un uomo di 71 anni, secondo quanto confermato anche dal presidente del Consiglio regionale dell’oblas Mykola Lukashuk.

Ore 07:23 - Blinken chiama il ministro degli Esteri polacco

Oggi ho parlato con il Ministro degli Esteri polacco Rau Zbigniew per discutere della situazione in corso in Russia. Gli Stati Uniti continueranno a coordinarsi strettamente con gli alleati e i partner». È il post su Twitter del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Ore 07:36 - Quanto resisterà Putin? Perché ora tutto è davvero possibile, in Russia

(di Marco Imarisio) La strada senza ritorno scelta da Evghenij Prigozhin segna l’inizio di una nuova fase della Russia, all’insegna di una maggiore instabilità. L’insurrezione armata decisa dal fondatore della Brigata Wagner, spesso descritta per brevità di sintesi come una milizia di mercenari, in realtà una colonna portante dell’Operazione militare speciale decisa da Vladimir Putin, rappresenta un segnale ben preciso. Mai nessuno aveva sfidato lo Zar in modo così esplicito. E mai nessuno ne era uscito ottenendo così tanto da lui. Un pareggio, se non una vittoria morale. Quel che davvero è accaduto in questa giornata così drammatica è segnato ancora da una notevole ambiguità. L’unico obiettivo degli strali lanciati dall’ex uomo di fiducia erano i vertici dell’Armata russa, dei quali ancora non ci capisce ancora bene quale sarà il destino. Anche nelle ore più concitate, Prigozhin si era ben guardato dal lanciare un attacco verbale diretto al Cremlino. Appare evidente però che l’esito di questa resa dei conti è girato intorno alla figura di Putin, alla sua capacità di mantenere un potere che fino alla notte scorsa sembrava inscalfibile. (...)

Ore 07:44 - Isw, Mosca ha faticato a rispondere in maniera efficace

Il governo russo «ha faticato» a mettere in campo una «efficace risposta rapida» all’ammutinamento dei mercenari di Wagner: lo fa notare l’Istituto per lo studio della guerra (ISW), evidenziando «le debolezze della sicurezza interna (russa), probabilmente dovute alla sorpresa e all’impatto delle pesanti perdite in Ucraina». Secondo il think tank statunitense, «Wagner probabilmente avrebbe potuto raggiungere la periferia di Mosca se Prigozhin avesse ordinato loro di farlo». Di qui la conclusione: la «missione fondante» di Rosgvardia, la Guardia Nazionale russa, è «proteggere dalle minacce interne la sicurezza del governo russo»; «ma va notato che Rosgvardia non è riuscita a scendere in campo anche quando Wagner ha catturato siti militari sensibili a Rostov-sul-Don e distrutto aerei militari russi».

Ore 07:51 - Dove sono Putin e Prigozhin

(Marta Serafini) Secondo il New York Times, sia la posizione attuale di Putin che quella di Prigozhin rimangono sconosciute. Putin è stato visto l’ultima volta ieri in pubblico durante il discorso alla nazione in cui ha condannato senza nominarlo l’azione di Prigozhin, mentre il leader della Wagner si è palesato l’ultima volta sabato con un audio su Telegram in cui ha annunciato di aver fermato le operazioni per evitare «spargimenti di sangue».

Ore 08:08 - L'INTERVISTA | Kasparov: «Putin ha perso l’aura di invincibilità, la fine del regime è inevitabile»

(di Federico Fubini) Garry Kasparov è uno dei più grandi avversari del regime di Vladimir Putin e ora vede la strada che può portare alla sua fine. Ma, avverte, non alla fine della tragedia russa.

Come interpreta la rivolta di Evgeny Prigozhin e la sua decisione di fermarsi?

«Putin nel suo video ha detto che la Russia veniva pugnalata alle spalle come nel 1917, ma l’analogia che mi viene in mente è con la presa del potere di Mussolini. Marciò su Roma nel 1922 facendo leva sulle recriminazioni dei reduci di guerra. Così Prigozhin ha cercato di marciare su Mosca per abbattere il potere, anche se poi ha deciso di fermarsi». (...)

Ore 08:15 - Anne Applebaum: «Putin sembra Nicola II e vive in una realtà immaginaria»

(di Viviana Mazza, corrispondente da New York) Anne Applebaum, giornalista e saggista statunitense naturalizzata polacca, premio Pulitzer per il saggio «Gulag» (2003), considera Nicola II e Putin simili anche per il rifiuto di vedere la realtà: «Fino al momento in cui lo zar Nicola II perse il potere, prendeva il tè con sua moglie, scriveva note banali sul diario, immaginava che i contadini russi lo amassero e che sarebbero sempre stati dalla sua parte».

Ore 08:17 - Russia, intelligence Usa sapeva dei piani di Prigozhin

L’intelligence americana ha nformato mercoledì alti funzionari militari e amministrativi di Washington che Evgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo mercenario Wagner, intendeva lanciare un’azione militare contro alti funzionari della difesa russa. Lo riporta il New York Times, citando funzionari al corrente della questione. Le agenzie di spionaggio statunitensi hanno avuto indicazioni con giorni di anticipo sui piani di Prigozhin e «hanno lavorato per perfezionare quel materiale in una valutazione completa», secondo le fonti del quotidiano. Le informazioni mostrano che gli Stati Uniti erano a conoscenza di eventi imminenti in Russia, il che ricorda come le agenzie di intelligence avevano avvertito alla fine del 2021 che il Cremlino stava progettando l’invasione dell’Ucraina.

Ore 08:21 - A Rostov torna la polizia, accolta da grida “vergogna”

Dopo il ritiro delle truppe Wagner dalla sede del Distretto militare meridionale russo a Rostov, la polizia è tornata, accolta da una piccola folla che gridava “vergogna”, “traditori”. Le immagini pubblicate dal canale Rostov-Glavny circolano sui social russi stamattina.

Ore 09:07 - Kadyrov: «Prigozhin mosso da ambizione e arroganza»

«Pensavo che ci si potesse fidare di alcune persone. Che amano sinceramente la loro Patria come veri patrioti fino al midollo delle loro ossa. Ma si è scoperto che per amore delle ambizioni personali, dei benefici e dell'arroganza, le persone non possono fregarsene dell'affetto e dell'amore per la Patria». Così il leader ceceno Ramzan Kadyrov, sul suo canale Telegram.

«Ho parlato con Prigozhin e l'ho esortato a lasciare le sue ambizioni imprenditoriali e a non mescolarle con questioni di importanza nazionale - afferma - Pensavo che mi avesse sentito, ma si scopre che questa rabbia in lui per tutto questo tempo è solo cresciuta. Una catena di affari infruttuosi ha causato un risentimento profondo e duraturo nell'uomo d'affari, che ha raggiunto l'apice quando le autorità di San Pietroburgo non hanno fornito a sua figlia il terreno desiderato».

«Invito tutti i combattenti della Wagner a continuare a essere sobri nelle loro decisioni. Pensa al futuro del Paese, alle tue famiglie e ai tuoi figli. Tali azioni possono portare a risultati disastrosi. Ora tutto è finito pacificamente, senza spargimento di sangue, ma potrebbe succedere. La misura estrema sarebbe la dura repressione e distruzione di chiunque invada l'integrità della Federazione russa», conclude.

Ore 09:12 - Tajani: «La Russia si indebolisce, la pace è più vicina»

«Finito il mito dell'unità della Russia di Putin. Questa escalation interna divide lo schieramento militare russo. È l'esito inevitabile quando si sostiene e finanzia una legione di mercenari». Ha detto Antonio Tajani in un'intervista al Messaggero e sulla possibilità di essere a una svolta nella guerra in Ucraina: «Una cosa è certa: il fronte russo è più debole di ieri - dice - mi auguro che adesso la pace sia più vicina. Attendiamo di capire le prossime mosse della Russia in Ucraina».

Ore 09:15 - Prezzi dei biglietti aerei da Mosca verso l'estero alle stelle: la «fuga» dei jet privati degli oligarchi

(di Leonardo Berberi) L’insurrezione militare contro l’esercito russo e la marcia (poi fermata) verso Mosca del gruppo paramilitare Wagner hanno portato ieri a un insolito aumento dei voli con i jet privati da Mosca verso l’estero, in particolare Turchia e Azerbaigian.

Il sabato è tradizionalmente una giornata «tranquilla» per l’aviazione business, con le attività lavorative ferme e le famiglie dei miliardari già nelle località di vacanza. Questo, a leggere i trend storici, anche in Russia. Ma dalla mattina fino al tardo pomeriggio di ieri almeno quindici jet privati hanno lasciato l’aeroporto di Vnukovo, uno degli scali di riferimento della capitale russa, per dirigersi fuori dai confini nazionali, verso Istanbul, Bodrum, Baku, Tel Aviv e Dubai. Lo confermano i tracciati delle piattaforme specializzate, a partire da FlightRadar24. (...)

Ore 09:24 - A Mosca restano attive le «misure antiterrorismo»

All'indomani dell'allarme rivolta della Wagner, poi rientrato, a Mosca e nella sua regione resteranno attive le misure antiterrorismo. Rimane pattugliata dalla polizia la strada principale che porta fuori dalla capitale, verso Sud; e sono state mantenute nella regione anche le restrizioni al traffico sull'autostrada che collega la capitale a Rostov-sul-Don, la città situata nel Sud-Ovest del Paese, dove sabato i `wagneriani´ hanno preso il controllo del quartier generale militare. Il `regime antiterrorismo´ conferisce maggiori poteri alla polizia e prevede diverse restrizioni per la popolazione. Tra l'altro il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ha decretato che domani lunedì sarà un giorno libero.

Ore 09:37 - Che fine ha fatto Prigozhin? L’accordo sull’esilio in Bielorussia e gli applausi a Rostov

(di Marta Serafini) L’ultima apparizione è quella che lo vede sorridente a bordo di un Suv mentre lascia Rostov sul Don acclamato dalla folla. Poi il silenzio. Evengey Prigozhin si prepara un esilio in Bielorussia e un futuro molto incerto ma tutto da scrivere dopo la clamorosa ribellione che lo ha visto lanciare le sue truppe Wagner dal sud della Russia verso la capitale, salvo poi accettare un accordo e ordinare il dietro-front. Che ruolo avrà lo chef di Putin, l’uomo che in questi mesi si è messo al centro dell’attenzione mediatica e ha trasformato la battaglia di Bakhmut in una guerra personale? (...)

Ore 09:53 - Putin e gli americani sapevano del piano di Prigozhin: le rivelazioni dell’intelligence Usa

(di Guido Olimpio) L’intelligence Usa sapeva della possibile rivolta di Prigozhin ed ha avvertito i vertici. Ma anche Putin era informato, non lo ha certo scoperto «24 ore prima». Le indiscrezioni sono emerse dal mondo delle ombre, rivelazioni affidate dalle fonti al Washington Post e al New York Times per sottolineare come le «antenne» fossero attive.

Questi i punti

Primo. Lo spionaggio americano individua il 10 giugno come il punto di rottura, Mosca impone alla Wagner un atto di sottomissione alla Difesa. Da quel momento il suo capo si mette in moto per reagire.

Secondo. Il contrasto è noto, ampliato dopo le molte perdite subite dai mercenari della Wagner. Solo che ora si inasprisce.

Ore 10:26 - Le unità della Wagner abbandonando la regione di Voronezh

I governatore Alexander Gusev, ripreso da Ria Novosti, ha detto che i mercenari della Wagner stanno abbandonando la regione di Voronezh. Tutto si sta svolgendo «in maniera regolare». «Dopo la risoluzione finale della situazione, rimuoveremo le restrizioni», ha aggiunto ancora. Il governatore ha ringraziato la popolazione di Voronezh per la «moderazione, fermezza e ragionevolezza» e le forze dell'ordine e i dipartimenti coinvolti per il loro lavoro «ben coordinato e la loro professionalità».

Ore 10:44 - «Drone ucraino abbattuto nella regione russa di Belgorod»

Un drone ucraino è stato abbattuto stamane sulla regione russa di Belgorod, secondo quanto resto noto dal governatore, Vyacheslav Gladkov. Il drone è stato abbattuto sul villaggio di Dolgoye, nel distretto di Valuisky, ha precisato Gladkov, citato dall'agenzia Tass. Non si sa ancora se siano stati provocati danni sul terreno.

Ore 10:52 - L'avverimento dall'intelligence britannica: «La Wagner potrebbe attaccare Kiev dalla Bielorussia»

La Wagner potrebbe cercare di conquistare Kiev con un attacco dalla Bielorussia. A mettere in guardia i leader ucraini e occidentali è stato Richard Dannatt, ex capo di Stato Maggiore delle forze armate britanniche, all'indomani della marcia su Mosca dell'organizzazione di mercenari e del successivo annuncio che Yevgeny Prigozhin andrà in Bielorussia. «Il fatto che sia andato in Bielorussia è motivo di preoccupazione», ha dichiarato Dannatt a Sky News, sottolineando che se Prigozhin ha «mantenuto un'efficace forza combattente attorno a sé, allora rappresenta di nuovo una minaccia per il fianco ucraino più vicino a Kiev». Secondo l'ex capo di Stato maggiore, «è plausibile» che la Russia possa utilizzare il gruppo Wagner per tentare di prendere la capitale ucraina.

Ore 11:00 - Le unità cecene inviate contro la Wagner tornano verso il fronte ucraino

I combattenti ceceni dell'unità Akhmat, inviati nella regione russa di Rostov per sedare la rivolta del gruppo mercenario russo Wagner, tornano sul fronte ucraino dopo la fine della rivolta. Lo ha reso noto il comandante delle Akhmat, Apty Alaudinov. «Al momento, le unità dell'Akhmat stanno gradualmente tornando nell'area dell«operazione militare speciale' per continuare le loro missioni", ha detto il comandante all'agenzia russa Tass. Alaudinov ha indicato che una parte delle unità di Akhmat è rimasta al fronte e che sono stati coinvolti «solo coloro che potevano essere sostituiti da altre unità».

Ore 11:05 - Revocate le limitazioni al traffico autostradale nella regione di Rostov

Tutte le limitazioni al traffico sulle autostrade della regione di Rostov, nel sud-ovest della Russia, sono state revocate. Lo hanno annunciato le autorità locali citate dall'agenzia di stampa Ria.

Ore 11:24 - Podolyak: «Negoziare con Putin? Ma lui ha i giorni contati»

Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, «la tragicommedia di questi giorni spiega in modo eloquente ai leader degli altri paesi perché l'Ucraina non ritiene oggi possibile negoziare con la Russia di Putin».

«Una semplice domanda - ha scritto su Twitter - con chi possiamo parlare se il soggetto principale ha letteralmente il potere che gli scivola dalle mani come sabbia tra le dita e tutti si puliscono i piedi sul comando militare strategico? I giorni di questa banda sono contati, non c'è un padrone di casa. La situazione all'interno della Russia è incontrollabile, la fragile struttura è tenuta insieme dall'inerzia su un'ala e una preghiera. Intanto i meteorologi prevedono nuove raffiche di vento...».

Ore 11:37 - Bombardamenti russi: a Kherson morto un civile, 5 decessi a Kiev

In seguito ai bombardamenti avvenuti la scorsa notte, un civile è morto dopo che un missile russo ha colpito un condominio di cinque piani a Kherson: lo hanno reso noto le autorità regionali. E intanto è salito a cinque il numero delle vittime dell'attacco russo registrato sabato a Kiev. L'uomo morto a Kherson aveva 44 anni, ha riferito l'ufficio del procuratore regionale su Telegram. Anche una donna è rimasta gravemente ferita quando uno dei proiettili lanciati nella stanza in cui dormiva è esploso nella sua stanza. Nella capitale, invece, tra le macerie dell'edificio distrutto da un attacco nel quartiere di Solomianski sono stati ritrovati i corpi di altre due vittime, riferisce il portale Ukrinform: sale così a cinque il totale dei civili uccisi nell'incursione di ieri quando sono stati lanciati su Kiev più di venti missili russi. Le macerie di uno dei razzi intercettati sono cadute sull'edificio di 25 piani, provocando morti e feriti.

Ore 11:43 - Lavrov: «Le parole di Biden e Zelensky sono un turbolento flusso di coscienza, infondate accuse sul nucleare»

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito come «un turbolento flusso di coscienza» le affermazioni del presidente americano Joe Biden e di quello ucraino Volodymyr Zelensky su un pericolo nucleare da parte della Russia. «Per me è difficile commentare le cose dette recentemente dal presidente Usa, così come lo è per altri osservatori che si chiedono come interpretarle», ha detto Lavrov in un'intervista al programma tv "Mosca.Cremlino.Putin" ripresa dall'agenzia Tass. Lavrov ha definito le dichiarazioni di Zelensky come «un flusso di coscienza ancora più turbolento». «Non ho una preparazione medica», ha aggiunto il ministro degli Esteri, sottolineando di non poter essere «responsabile per lo stato psicologico di persone che ogni giorno provano la loro inadeguatezza». In un discorso tenuto in California Biden aveva detto di ritenere concreta la possibilità che il presidente russo Vladimir Putin usi armi nucleari tattiche.

Ore 12:02 - Putin non parteciperà al vertice "Brics" in Sudafrica

Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano sudafricano The Sunday Times, il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà al vertice dei leader Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in programma ad agosto a Johannesburg. Secondo fonti al corrente del dossier interpellate dal Times, la decisione sarebbe maturata durante la recente visita in Russia del presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, nell'ambito della missione di pace africana per la guerra in Ucraina. Il leader sudafricano avrebbe illustrato a Putin le tre opzioni possibili dopo il mandato di arresto spiccato nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi), di cui fa parte il Sudafrica: non presenziare, partecipare online o partecipare di persona ma in un altro luogo. Putin avrebbe optato per la prima opzione, secondo le fonti, e al vertice dovrebbe partecipare il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov.

Ore 12:40 - «In Bielorussia Prigozhin potrebbe essere assassinato»

Prigozhin potrebbe essere fisicamente eliminato in Bielorussia. È quanto sostiene Jill Dougherty, ex capo dell'ufficio di Mosca della Cnn ed esperta di Russia dopo la rivolta del leader del gruppo Wagner. «Putin non perdona i traditori. Anche se Putin lo lascia andare in Bielorussia, Prigozhin resta sempre un traditore e penso che Putin non lo perdonerà mai», ha detto Dougherty. «È possibile che venga ucciso in Bielorussia», ha aggiunto, ma è un dilemma difficile per Mosca perché finché Prigozhin «ha un qualche tipo di sostegno, è una minaccia, indipendentemente da dove si trovi». Molte cose, continua Dougherty, rimangono poco chiare, ad esempio cosa accadrà dopo con Prigozhin, come cambierà il suo ruolo nel gruppo Wagner e la partecipazione di quest'ultimo alla guerra russa contro l'Ucraina in generale. Ma Putin ora deve affrontare problemi reali. Anche se il presidente russo è sopravvissuto alla situazione di stallo, la sua posizione si è indebolita, non solo agli occhi del mondo e dei suoi nemici, ma anche del suo stesso popolo e dei suoi militari. Ciò potrebbe rappresentare un rischio se all'interno di Mosca ci sono scettici o rivali che vedono un'opportunità per minare la posizione di Putin. «Se fossi Putin, sarei preoccupato per quelle persone per le strade di Rostov che applaudono i Wagner mentre se ne vanno», ha detto Dougherty.

Ore 12:51 - Isw: «Lukashenko punta a nuovi vantaggi dopo il ruolo da mediatore»

Un episodio umiliante per Putin, un'occasione per il presidente bielorusso Lukashenko. È quanto sottolinea l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), tracciando una delle possibili interpretazioni dei fatti di ieri e delle conseguenze della rivolta Wagner poi rientrata con i successivi sviluppi su cui spicca il ruolo del presidente bielorusso Lukashenko. Il servizio stampa presidenziale bielorusso ha annunciato che Putin ha informato Lukashenko della situazione in corso nella Russia meridionale la mattina del 24 giugno, suggerendo che Putin si sia rivolto a Lukashenko per risolvere la ribellione armata. Secondo quanto riferito, Lukashenko ha usato i suoi «canali esistenti» per negoziare con il capo di Prigozhin. Secondo l'Isw, non è quindi escluso che Lukashenko possa cercare di utilizzare il suo ruolo di mediatore per ottenere una posizione di vantaggio da cui portare avanti i suoi obiettivi, come ritardare la formalizzazione l'Unione Russia-Bielorussia o impedire a Putin di utilizzare le forze bielorusse in Ucraina.

Ore 12:56 - Un italiano a Mosca: «Città deserta, ma qui è tutto calmo. La gente è arrabbiata per l'amnistia a Prigozhin»

(di Fabrizio Caccia) Mark Bernardini, 61 anni, dice che Mosca stamane è deserta, «qui più o meno tutti hanno una dacia, saranno andati in campagna, per i russi è tradizione la domenica spostarsi, un po’ come facevo io da ragazzo quando la mattina andavo al mare a Ostia e tornavo la sera…». Lui da 44 anni fa l’interprete simultaneo dal russo all’italiano (...).

Tutto tranquillo a Mosca dopo la grande paura, assicura Bernardini, anche se è un po’ difficile credergli (...). Lui dice che anche ieri, sabato, non c’è stata affatto paura. «Io abito in un quartiere vicino al centro di Mosca, diciamo che il Cremlino da casa mia dista come San Giovanni da Montecitorio oppure Porta Romana dal Duomo di Milano. Ebbene ieri guardando dalla finestra, mentre continuavano a telefonarmi amici e parenti dall’Italia, io non ho visto manco un carrarmato. Sono andato al supermercato e ho trovato una calma assoluta, due-tre persone davanti a me alla cassa senza fretta».

Ore 13:23 - Il dissidente Ponomarev: «Prigozhin in Bielorussia solo di passaggio, andrà in Africa. Putin vuole dimostrare di non essere l'alternativa peggiore»

E’ stata tutta una «messinscena». Ilya Ponomarev, uomo d’affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull’ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza. «Penso che Prigozhin (Yevegny, il capo della Wagner, ndr) e Putin avessero ovviamente un accordo fin dall’inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza», spiega Ponomarev in un’intervista all’Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner «è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro». L’ex deputato, l’unico ad aver votato contro l’annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l’obiettivo del presidente russo era «spaventare sia l’élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa» e che c’è «un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano».

Ore 13:24 - Putin nell'intervista registrata il 21 giugno: «Mi occupo dell'operazione speciale dalla mattina alla sera»

Vladimir Putin si occupa dell«operazione militare speciale' in Ucraina dalla mattina alla sera, ha detto lo stesso presidente russo in un'intervista a Rossiya-1 registrata il 21 giugno scorso, secondo quanto riferito dalle agenzie di Mosca. «Certo, presto attenzione prioritaria», ha risposto alla domanda su quanto tempo dedichi a seguire gli sviluppi dell'operazione, «la giornata inizia e finisce con questo».

Ore 14:20 - Mosca: «Da Pechino pieno sostegno alla leadership russa»

«La Cina ha espresso sostegno agli sforzi della leadership della Federazione Russa per stabilizzare la situazione nel Paese alla luce degli eventi del 24 giugno e ha ribadito il suo interesse per il rafforzamento dell'unità e l'ulteriore prosperità della Russia». Lo afferma il ministero degli Esteri russo in un comunicato pubblicato sul proprio sito, scrive Interfax, dopo che oggi il viceministro russo degli Esteri, Andrei Rudenko, ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Qin Gang a Pechino.

Ore 14:48 - Le forze della Wagner lasciano la regione di Lipetsk

I militari della Wagner hanno lasciato il territorio della regione russa di Lipetsk, a sud di Mosca, dove ieri ha fermato la sua avanzata sulla capitale russa. Lo ha riferito il governo regionale su Telegram. L'annuncio arriva dopo che il governatore della vicina regione di Voronezh ha fatto sapere che le forze Wagner si stanno ritirando «in modo regolare e senza incidenti».

Ore 14:49 - Sostegno della Nord Corea al governo di Mosca

Il vice ministro degli Esteri della Corea del Nord Im Cheon Il, in un incontro con l'ambasciatore russo a Pyongyang Alexander Matsegora, ha espresso «sostegno» alla Russia in merito a quanto accaduto con il tentativo di ribellione della brigata Wagner. Lo riporta Ria Novosti citando l'agenzia di stampa nazionale della Corea del Nord.

Ore 14:57 - Mosca, la Piazza Rossa resta chiusa per motivi di sicurezza

Anche oggi la Piazza Rossa di Mosca resterà chiusa per motivi di sicurezza. Secondo le immagini pubblicate da diversi siti e sui social, dei cancelli di metallo hanno impedito alle persone di entrare nella piazza, mentre la polizia continua la sorveglianza sugli altri punti di ingresso al sito.

Ore 15:16 - Blinken: «La crisi in Russia rivela le crepe nella leadership di Putin»

La crisi della Russia ha messo in luce «crepe concrete» nell'autorità del presidente Vladimir Putin, ha detto Blinken intervenendo al talk show della Cbs `Face the Nation´. Secondo il segretario di Stato americano il tentativo di rivolta della Wagner è stato «una sfida diretta all'autorità di Putin che solleva domande profonde».

«Al momento non abbiamo notizia di nessun capo militare cacciato da Putin» continua Blinken avvertendo che «bisognerà aspettare le prossime settimane per capire gli sviluppi».

Ore 15:18 - L'ex consigliere di Putin ammette: «C'è una crisi nel governo di Mosca»

Una «certa crisi» nel governo russo è stata ammessa dal politologo ed ex consigliere di Vladimir Putin, Sergei Markov, all'indomani della ribellione del Gruppo Wagner. In un'intervista a Bbc Radio 4, il politologo ha evidenziato che Mosca non ha il pieno controllo su tutto l'esercito russo. «Quindi Vladimir Putin dovrà cambiare la sua politica e, su richiesta della società russa e di parte dell'esercito russo, condurre una politica più dura per vincere la guerra in Ucraina», ha dichiarato, sottolineando che l'ammutinamento della Wagner ha creato una «situazione terribile» per Putin e per la Russia nel suo insieme e avrebbe potuto causare una «grande guerra civile». Secondo Markov, Putin ha commesso «errori», il principale dei quali è stato «che si fida troppo dei politici occidentali». D'ora in poi, Putin potrebbe dover fare affidamento solo sulla «forza militare», ha concluso.

Ore 15:25 - Blinken: «Non abbiamo cambiato la nostra posizione nucleare»

«Al momento non abbiamo cambiato nulla nella nostra postura nucleare ma monitoriamo da vicino l'arsenale della Russia».

Ore 15:31 - Tajani: «Non sappiamo cosa accadrà, ma Putin adesso è più debole»

«Certamente nel mondo militare russo, nelle forze armate che combattono in Ucraina qualche problema serio c'è. Vedremo quello che accadrà, le prossime ore saranno decisive. Certamente la Russia si è indebolita in Ucraina». Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il programma di Rai 3 Mezz'ora in più, ribadendo l'auspicio che gli sviluppi delle ultime ore possano indurre Mosca a fare un passo indietro, rispetto ai territori ucraini, aprendo quindi a possibilità di dialogo. «C'è stata una situazione di caos, ora non sappiamo cosa succede, ma non è né interesse né obiettivo politico per gli altri Stati intervenire», ha aggiunto il titolare della Farnesina, «certamente il caos non ha rafforzato il sistema russo, non ha rafforzato Putin. Putin è più debole, vediamo cosa accadrà. Noi non sappiamo cosa sta succedendo esattamente a Mosca, noi vogliamo che si arrivi ad un cessate il fuoco, che però ci può essere solo se truppe russe tornano da dove erano partite. Speriamo che questo faccia capire ai russi che non è così facile vincere questa guerra». Quindi Tajani ha rimarcato: «Noi agiremo insieme ai nostri alleati. C'è un'unità molto forte fra europei, fra paesi Nato, fra paesi G7. Tutte le scelte verranno fatte in sintonia».

Ore 16:18 - Mosca: «Respinti dieci attacchi di Kiev nell’area di Bakhmut»

Le forze armate russe hanno respinto 10 attacchi delle truppe ucraine nell’area di Bakhmut. Lo ha detto il rappresentante ufficiale del ministero russo della Difesa, il tenente generale Igor Konashenkov. Lo riporta la Tass.

Ore 17:04 - Un filorusso catturato dagli ucraini: «Truppe russe decimate e affamate dalla corruzione»

«Stavano seduti, insanguinati»: così riassume la situazione delle truppe russe che combattono in Ucraina un soldato filorusso arruolato e fatto prigioniero dagli ucraini. Le truppe russe hanno scarse provviste, hanno fame, ma a causa della corruzione che permea la vita dei russi, devono acquistare le provviste, scarse, dagli ufficiali con i propri soldi, racconta Oleksyi, 42 anni, in un video postato sul canale Telegram del generale Oleksandr Syrpskyi, comandante delle forze terrestri di Kiev. Il soldato del 269mo battaglione fucilieri, originario di Horlivka, nel Donetsk, racconta che su 96 uomini della sua compagnia solo 20 sono ancora nei ranghi e che molti dei feriti muoiono «a causa dell’evacuazione medica mal organizzata».

Ore 17:16 - Cina: «Sosteniamo la leadership russa contro la ribellione»

La Cina sostiene la Russia nel mantenere la sua stabilità nazionale. Lo ha affermato il ministero degli Esteri cinese: a riferirlo è l’agenzia Reuters. Il vice ministro degli Esteri Andrei Rudenko ha tenuto un incontro con il ministro degli Esteri cinese Qin Gang dopo essere volato a Pechino per colloqui su questioni «internazionali».

Confermato il sostegno della Cina alla leadership russa di fronte all’ammutinamento. «La parte cinese ha espresso sostegno agli sforzi della leadership della Federazione Russa per stabilizzare la situazione nel Paese in relazione agli eventi del 24 giugno e ha confermato il proprio interesse a rafforzare la coesione e l’ulteriore prosperità della Russia», ha dichiarato il ministero degli Esteri russo. La parte cinese, emerge poi dal colloquio, spera in un’ulteriore «prosperità della Russia», ha detto il ministero degli Esteri russo.

Ore 17:24 - Nuova telefonata Putin-Lukashenko

Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, che ieri ha mediato con Prigozhin per fermare l’avanzata delle truppe Wagner in Russia, ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente russo Vladimir Putin e l’ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev. Lo scrive l’agenzia Belta, secondo quanto riferisce la Tass.

Ore 17:55 - Biden rientra (in anticipo) alla Casa Bianca da Camp David

Joe Biden ha deciso di anticipare il rientro a Washington da Camp David per seguire gli sviluppi della situazione in Russia. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota con il programma del presidente americano aggiornato. Con il commander-in-chief c’è anche il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan che, normalmente, non accompagna il presidente nei suoi weekend fuori città.

Ore 18:17 - Kiev: «La Wagner ha abbattuto sei elicotteri e un aereo dei russi»

I mercenari del Gruppo Wagner hanno abbattuto sei elicotteri dell’esercito russo e un aereo il 24 giugno. Lo sostiene alla televisione ucraina Yuri Ignat, portavoce dell’aeronautica ucraina, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, spiegando che due elicotteri sono d’attacco e quattro da trasporto.

«Gli elicotteri da trasporto Mi-8 sono un hardware potente che aiuta molto l’esercito russo nella sua guerra contro l’Ucraina», ha detto il portavoce, «i blogger militari russi pro-Cremlino hanno riferito il 24 giugno che le truppe wagneriane hanno abbattuto un elicottero d’attacco Ka-52, un elicottero da trasporto Mi-8, tre elicotteri da guerra elettronica Mi-8, un elicottero d’attacco Mi-35 e un velivolo Il-18».

Secondo quanto riportano alcuni media russi, invece, sarebbero meno. Baza ha scritto che i mercenari della Wagner hanno abbattuto due elicotteri e un aereo nella regione di Voronezh, uccidendo quattro piloti. Anche il canale Telegram Fighterbomber, vicino all’aeronautica russa, ha pubblicato diversi video che mostrano il bombardamento di strade nella regione di Voronezh da parte di aerei russi. In totale, secondo questo canale, 13 piloti russi sono stati uccisi nei combattimenti con la Wagner.

Ore 18:34 - Kiev: «Russia ha trasferito unità da Ucraina per proteggere Mosca»

La Russia ha trasferito due unità aviotrasportate dai territori occupati dell’Ucraina per proteggere la sua capitale, Mosca, durante l’ammutinamento del gruppo Wagner. Lo sostiene il Centro di resistenza nazionale dell’esercito ucraino, citato da Kyiv Independent. Secondo quanto riferito, fino a due compagnie della 76a divisione d’assalto aviotrasportata della Russia sono arrivate a Mosca con aerei da trasporto Il-76. Il comando russo «ha in programma di tenerle (a Mosca) per almeno una settimana», ha riferito il centro ucraino.

Ore 20:01 - Telefonata Erdogan-Stoltenberg su crisi in Russia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha discusso con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg degli eventi del 24 giugno in Russia e della possibilità dell’adesione della Svezia all’alleanza, ha affermato l’ufficio del presidente turco secondo l’agenzia Anadolu. Erdogan, durante un colloquio telefonico con il suo omologo russo Vladimir Putin sabato, ha affermato che nessuno dovrebbe approfittare degli ultimi avvenimenti in Russia e che Ankara era pronta a contribuire a risolvere la situazione. Secondo quanto dichiarato dalla Direzione delle Comunicazioni della Presidenza turca, durante l’incontro sono stati discussi gli ultimi sviluppi in Russia. All’incontro, dove è stato affermato che la fine della tensione in Russia ha impedito disastri umanitari irreversibili in campo ucraino, il segretario generale della Nato Stoltenberg ha espresso il suo augurio che gli sviluppi in Russia costituiscano una nuova pietra miliare sulla via della giusta pace in Ucraina.

Ore 20:16 - Kiev avanza nella direzione di Tavria

Le forze ucraine sono avanzate nella direzione di Tavria, ottenendo parziali successi nelle azioni offensive e migliorando le loro posizioni tattiche difensive nell’ultimo giorno di combattimenti. Lo ha detto in diretta tv il portavoce delle forze ucraine impegnate a Tavria, Valeriy Shershen. Lo riporta Ukrinform. `Nell’ultimo giorno, la natura delle ostilità non è cambiata nella direzione di Tavria. Manteniamo le nostre posizioni in difesa e adottiamo misure per migliorare la nostra posizione tattica. Abbiamo anche avuto un parziale successo nel condurre azioni offensive nella stessa direzione. Il nemico sta compiendo sforzi significativi per fermare la nostra avanzata e sta anche subendo pesanti perdite di uomini, armi e attrezzature´, ha affermato Shershen.

Ore 21:24 - Due civili uccisi a Donetsk

Due civili sono stati uccisi dai bombardamenti ucraini nella città orientale di Donetsk. Lo sostiene il sindaco filorusso della città occupata nell’Ucraina orientale, Alexei Kulemzin, citato da Sky News. Il primo cittadino ha affermato su Telegram che i morti sono un giovane nato nel 2005 e una donna nata nel 1956.

Ore 21:34 - Telefonata Biden-Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente Usa Joe Biden hanno avuto un colloquio telefonico nel corso del quale hanno discusso quanto accaduto in Russia sabato. Su Telegram, Zelensky ha definito la conversazione «positiva e stimolante». «Abbiamo discusso delle ostilità e dei processi in corso in Russia. Il mondo deve fare pressione sulla Russia fino al ripristino dell’ordine internazionale», ha detto il presidente ucraino. «È importante aumentare ulteriormente le capacità dell’Ucraina di proteggere i cieli. In questo contesto, l’ho ringraziato per il sostegno della coalizione dei jet da combattimento. Abbiamo discusso di un’ulteriore espansione della cooperazione per la difesa, con particolare attenzione alle armi a lungo raggio», ha aggiunto Zelensky. Biden, nel corso del colloquio, avrebbe ribadito il sostegno statunitense a Kiev.

Estratto da today.it il 25 giugno 2023.

Un evento storico. Da questa mattina, quando Wagner ha lanciato la sfida a Putin, in Russia sono in corso gli scontri e, stando alle parole del leader, in Russia "è iniziata la guerra civile". Ad intervenire sulla questione è adesso anche Sabrina Ferilli, attrice nota per non aver mai fatto mistero delle sue opinioni nel merito di attualità politica, che decide di commentare le parole Volodymyr Zelensky. "La debolezza della Russia è evidente", ha infatti dichiarato il leader ucraino, alle prese con la guerra che il suo popolo si trova a combattere proprio dopo l'invasione dei russi. E Ferilli, tramite il suo profilo Instagram, scrive: "Disse l'uomo più sopravvalutato e foraggiato da mesi con soldi e armi da tutto il mondo. Follia! Ed i traditori mi fanno orrore". La sua posizione insomma è chiara.

Zelensky, l’uomo più sopravvalutato. Parola di Ferillona nazionale. Terry Marocco su Panorama il 5 Luglio 2023

L'attrice romana, su Twitter, si è lasciata andare a un giudizio negativo sul presidente ucraino. E sul web è partito il coro di chi approva... ma tanti non l'anno presa bene. E la polemica è partita.

«Se non potete essere santi della conoscenza, siatene almeno i guerrieri. Così parlò Zarathustra». E allora ecco che seguendo alla lettera Nietzsche, così parlò la guerriera Sabrina Ferilli. Su Instagram, nel giorno del tentativo di golpe della Wagner, mentre il presidente ucraino dichiarava: «La debolezza della Russia è evidente», lei impavida lanciava la controffensiva. «Disse l’uomo più sopravvalutato e foraggiato da mesi con soldi e armi da tutto il mondo. Follia!». Trattiene il fiato il senato del pensiero unico. E poi subito si erge a Cato Censor il giornalista Stefano Cappellini che twitta: «Le analisi politiche di Sabrina Ferilli sono da molti anni un genere di giornalismo, tipo peplum o musicarello. Lei funziona sempre con quella popolaneria presunta e sfacciata, tipo definire “sopravvalutato” Zelensky, dopo aver consigliato di votare Raggi e Toninelli». A questo punto cosa potevamo aspettarci, se non la consueta valanga di post contro l’attrice romana. Rea di essersi avventurata nei sentieri impervi della geopolitica. Sentieri che, insomma, negli ultimi tempi sono stati battuti più di via Salaria di notte. E invece questa volta i social sono riusciti a stupirci: «Quanta intolleranza, ha diritto di dire ciò che vuole. È la Costituzione, bellezza», «Il suo pensiero sicuramente non è viziato da interessi e ambizioni personali», «Patrimonio dell’Unesco, sogno di tutti gli italiani e grandissima donna», «Che acido sei; che c’è, hai paura che abbia ragione?», «Dice cose più intelligenti di tanti altri», «Era ora che qualcuno raccontasse la verità», «Non ero d’accordo su M5S, ma la condivido al 100% su Zelensky».

Naturalmente c’è chi con sufficienza twitta: «Forse la sopravvalutata è lei», «La preferivo quando cercava di venderci poltrone e sofà che come geopolitica», «Non sapevo fosse anche una famosa studiosa di affari internazionali», «Il suo pensiero è insignificante». Ma come insignificante? Per quasi tre anni ci siamo sorbiti esperti di calli (anche meno, a volte) dissertare sulle mutazioni del coronavirus. Poi siamo tornati tutti allenatori della Nazionale, qualcuno si è avventurato anche sui campi di terra rossa per spiegarci la crisi di Matteo Berrettini (troppa Satta, dicono gli espertoni). Una breve parentesi per tuffarsi, come in una foto di Nino Migliori, sul conflitto in Ucraina. E pensare che fino ad allora molti credevano che il Donbass fosse il nome di un bassista rock. Mentre Sabrina Ferilli ci ha regalato calendari, emozioni, la bella vita, indimenticati finti spogliarelli (comunque di tutto rispetto). E poi, secondo il tribunale del web, la sua opinione è quella prevalente: «La Ferilli ha solo detto quello che pensa la maggior parte degli italiani. Sopravvalutato». E a chiudere il dibattito verso chi la dileggiava, ecco la solita delicatezza: «Non vali neanche un suo pelo di ascella». E con questi caldi afosi, non valere neanche un pelo d’ascella sudato è tanto brutto.

Estratto da open.online il 25 giugno 2023.

«L’inchiesta penale contro Yevgeny Prigozhin sarà sospesa e il capo della Wagner andrà in Bielorussia». Sarebbero queste le «garanzie vantaggiose» dell’accordo mediato dal presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko «durato tutto il giorno e in accordo con Putin». Ad annunciarlo è stato il Cremlino che ha fatto sapere inoltre come la Russia «non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner», scrive la Tass. 

«Evitare spargimenti di sangue, conflitti interni e scontri con risultati imprevedibili era l’obiettivo più importante», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov secondo cui la Russia avrebbe sempre «rispettato le gesta eroiche di Wagner al fronte», ha aggiunto Peskov, spiegando che a quei combattenti che non hanno partecipato alla ribellione sarà permesso di unirsi formalmente all’esercito russo.  […]

Arrivati nella città di Rostov sul Don, i mercenari guidati da Prigozhin, avevano poi raggiunto abbastanza rapidamente Voronezh e quindi, nelle ore successive, Lipetsk dove «in serata stanno rientrando – afferma il governatore – le misure di sicurezza». L’impresa dell’ex cuoco di Putin e dei suoi combattenti, battezzata «marcia per la giustizia», solleva ora più di un interrogativo: si è trattato di un’opera solitaria o dell’azione di qualcuno che ha le spalle coperte?

Quale obiettivo volesse raggiungere Prigozhin, non è ancora chiaro. Diversi osservatori sono convinti che sia in gioco una resa dei conti politica in cui il leader della milizia sarebbe solo una pedina. Altri, al contrario, credono che l’avanzata possa rappresentare una sorta di opportunità per il capo della Wagner per consolidare più alleati al Cremlino e reclutare altri soldati. 

Quello che è certo, secondo il Cremlino citato dall’agenzia russa, è che «la fallita ribellione di Wagner non influenzerà in alcun modo l’offensiva russa in Ucraina». Nel frattempo, stando ai filmati che circolano sui social media, verificati dal New York Times, i miliziani ribelli della Wagner che pattugliano il centro di Rostov, starebbero già preparando i bagagli per lasciare la città e ritirasi nei campi di addestramento.

I media filo-russi – scrive il Washington Post – hanno riferito che 15 militari russi sarebbero stati uccisi negli scontri con le forze di Wagner, anche se non sono state rilasciate cifre ufficiali sulle vittime. 

Stanno circolando sui social network e sui diversi media russi voci – al momento non confermate – secondo cui nel negoziato per fermare la marcia dei Wagner verso Mosca sarebbero state concordate anche «modifiche» alla leadership del ministero della Difesa russo, compresa la sostituzione all’attuale ministro della Difesa Sergei Shoigu e del capo di stato maggiore dell’esercito Valery Gerasimov. Entrambi funzionari russi da tempo nel mirino del leader della Wagner. […]

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa” il 25 giugno 2023.

«Bombardare Voronezh» era una vecchia battuta, ormai un classico dell'umorismo della Rete russa, un eufemismo per "darsi la zappa sui piedi" in quella particolare versione che vedeva Vladimir Putin annunciare rappresaglie contro l'odiato Occidente che finivano regolarmente per fare più danno ai cittadini russi. 

Ieri Voronezh è stata bombardata dall'aviazione russa, che cercava di colpire le colonne dei Wagner che puntavano verso Mosca, e sganciava ordigni sui ponti per impedirne l'avanzata. Questa guerra civile circoscritta, con bombe lanciate sul proprio territorio e aerei ed elicotteri dell'esercito regolare abbattuti da un'armata di mercenari, ha costretto il mondo (ma anche molti russi) a spalancare gli occhi su uno spettacolo che non si potrà più dimenticare: la straordinaria, sconvolgente, spaventosa debolezza della Federazione Russa al 24 anni di governo di Putin e al secondo anno di invasione dell'Ucraina. […]

Gli aerei privati di ministri e oligarchi che decollavano uno dietro l'altro verso la Turchia, l'Azerbaigian e gli Emirati Arabi. Il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin che proclamava lo stato di emergenza terroristica e istituiva una giornata supplementare di vacanza lunedì «per la sicurezza dei cittadini». 

I prezzi dei biglietti aerei per le destinazioni estere che decuplicavano e gli scaffali dei negozi lungo il tragitto dei Wagner che si svuotavano di tutto, pane incluso. Il silenzio assordante dei propagandisti e dei politici, molti dei quali nelle settimane scorse avevano fatto a gara a elogiare Evgeny Prigozhin (il portavoce del Cremlino Peskov si sarà probabilmente pentito amaramente di essersi vantato di aver mandato suo figlio nei Wagner). E soprattutto la paralisi dell'esercito, e della Guardia nazionale, riluttante, e incapace, di fermare i mercenari.

Qualunque sia il patto che Putin e Prigozhin hanno raggiunto, se l'hanno davvero raggiunto e se lo manterranno, queste 24 ore di smarrimento, panico e vuoto di potere rimarranno nella storia del regime putiniano come un punto di non ritorno. 

Se le garanzie di immunità agli ammutinati di Wagner verranno rispettate, la Russia ne esce come un Paese dove un capitano di ventura – Prigozhin non ha nessun rango ufficiale nella catena di comando militare, ufficialmente è un imprenditore nel settore della ristorazione pietroburghese – lancia un golpe, guidando la sua armata di mercenari e galeotti all'attacco di Mosca, e ne esce illeso. Il cuoco può non essere diventato zar, ma se sopravvive a questa notte diventa l'uomo più potente della Russia.

Le grida «Bravi!» e «Forza Wagner» che hanno accompagnato la molto rilassata e soddisfatta ritirata dei suoi uomini dal centro di Rostov mostrano che anche gli obiettivi mediatici dell'insurrezione sono stati raggiunti, come dimostrano anche le vendite dei gadget dell'"orchestra" sui siti e-commerce russi. 

Lo zar ne esce invece più che dimezzato, dopo una giornata di telefonate ai pochi leader che accettano ancora di parlargli – memorabile la gelida risposa del presidente kazakho Tokayev «questa situazione è un affare interno della Russia», un sarcastico ribaltamento di quel rifiuto delle ingerenze che Putin ha tanto predicato come segno della sua sovranità – e una mediazione che deve al dittatore belarusso Aleksandr Lukashenko.

Lo scalpore provato da molti nel vedere la fragilità del potere putiniano ha ricordato lo sconcerto nel vedere, un anno e mezzo fa, sgretolarsi la reputazione del «secondo esercito più forte al mondo». Il regime del Cremlino non soltanto è in buona parte un villaggio Potiomkin, ma è un villaggio di carta costruito dallo stesso Putin, frutto della sua paura della concorrenza e della sua profonda sfiducia nei sistemi e nelle regole. 

Il presidente russo si fida solo degli uomini, e il suo accentramento quasi isterico del potere gli ha permesso non solo di trasformare la Russia in una quasi monarchia, ma di affidarne la gestione a dei cortigiani che considerava totalmente controllabili. […]

Il "cuoco di Putin" si è visto affidare operazioni delicate, dal Russiagate con la sua armata dei troll alla guerra in Siria con la sua armata di mercenari. È stato intoccabile, ha avuto dalla Duma perfino una legge ad hoc che proibisce di parlare di lui e dei suoi uomini in contesti negativi. Ha potuto girare le carceri russe reclutando stupratori, assassini e rapinatori per il fronte del Donbass, ai quali Putin firmava decreti presidenziali per la grazia, in violazione di qualunque regola e legge. È un mostro creato da Putin, è il genio che non ha avuto nessuna voglia di rientrare nella bottiglia quando il suo presunto padrone glielo ha ordinato.

La sua marcia su Mosca ha aggiunto alla sua fama anche quella di idolo dell'opposizione russa: uno degli spettacoli più imbarazzanti di una giornata surreale sono stati molti liberali russi che hanno inneggiato a Prigozhin con tifo quasi calcistico (incluse anche persone come Lyubov Sobol, la collaboratrice di Alexey Navalny minacciata e denunciata dal "cuoco di Putin"). Il golpe semiriuscito di Prigozhin ha in ogni caso rotto il precario equilibrio di potere che spingeva la nomenclatura russa a trattenere il fiato. Il gioco del trono è stato aperto.

Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica” il 25 giugno 2023.

«Comunque andrà, questo è l’inizio della fine di Putin». Con una dose doppia di ottimismo, giustificata dalle notizie che arrivano dalla Russia, il consigliere dell’Ufficio presidenziale Mykhailo Podolyak, uno degli uomini più ascoltati da Zelensky, non nasconde la soddisfazione di vedere il caos esplodere a casa di chi, 16 mesi fa, ha deciso di invadere l’Ucraina. 

«Non poteva che finire così, ce lo aspettavamo… Le prossime 24 ore saranno decisive per le sorti della Federazione», dice a Repubblica in collegamento dal suo ufficio di Kiev nel corso della mattina, prima della marcia indietro della Wagner ormai giunta quasi alle porte di Mosca. «Tutto questo secondo noi avvicinerà di molto la fine della guerra».

Come potete trarre vantaggio dalla ribellione di Prigozhin?

«Per noi al momento non cambia niente, la controffensiva va avanti. Certo, è inevitabile che i disordini interni distoglieranno l’attenzione dell’esercito russo in prima linea, costretto a valutare cosa sta accadendo alle sue spalle. Se a Mosca decideranno di ritirare parte delle truppe dispiegate in Ucraina per reprimere la rivolta della Wagner, vedremo una forte accelerazione del nostro contrattacco». […]

L’intelligence militare cosa vi dice? Ci sono già segnali di un ripiegamento delle truppe russe?

«No, finora non abbiamo conferme. Ricordatevi però che questo è l’inizio di un processo. Se Prigozhin riuscirà a tenere sotto controllo per almeno 24-48 ore le città che ha occupato, ci saranno cambiamenti sul fronte ucraino. 

Bisogna aspettare, è prematuro fare previsioni. La posta in gioco è evidente: o Prigozhin verrà distrutto, e con esso la Brigata Wagner, oppure scatenerà una guerra civile che porterà avanti fino alla fine».

Da cosa dipende la riuscita del golpe militare?

«Ci sono quattro componenti. Innanzitutto, risorse, armi e uomini, e lui li ha. Secondo: ha il supporto di una parte dell’élite russa? Probabilmente sì, è questa può essere la sua carta vincente. Bisogna vedere poi se, come detto, riuscirà a mantenere il controllo dei territori presi. 

Il quarto elemento sono le altre possibili spinte nella società di chi vuole distruggere il sistema di potere verticale di Putin. Sicuramente Prigozhin ha le risorse».

Qual è l’obiettivo del fondatore della Wagner?

«La sostituzione dei personaggi chiave nel governo russo, a partire da Putin e dai suoi fedelissimi.

Rovesciare il regime politico in Russia. E, auspicabilmente, anche il ritiro della Russia dalla guerra a condizioni che a quel punto non saranno le stesse di Putin. Per avere un passaggio di potere, le truppe devono tornare in Russia». 

Ritiene plausibile lo scenario in cui Putin rimane al Cremlino e vengono sostituiti solo i nemici di Prigozhin, cioè il ministro Shoigu e il comandante in capo Gerasimov?

«Certamente. E però, con la guerra civile in corso la messa in discussione del potere di Putin e della sua capacità di controllo del Paese è già cominciata: non importa come finirà il tentativo di golpe, Putin non sarà più la persona che era fino a ieri. La Federazione potrà attraversare una fase di transizione, ma politicamente non esisterà più in questa forma. E Putin, come attore chiave, se ne andrà». […]

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per “il Corriere della Sera” il 25 giugno 2023.

L’ultima apparizione è quella che lo vede sorridente a bordo di un Suv mentre lascia Rostov sul Don acclamato dalla folla. Poi il silenzio. Evengey Prigozhin si prepara un esilio in Bielorussia e un futuro molto incerto ma tutto da scrivere dopo la clamorosa ribellione che lo ha visto lanciare le sue truppe Wagner dal sud della Russia verso la capitale, salvo poi accettare un accordo e ordinare il dietro-front. […]

Il problema è che Prigozhin, come dimostrano anche le immagini della popolazione russa che lo acclama, ha raccolto intorno a sé grande consenso. Come sottolineato dai giornali statunitensi, i servizi di intelligence Usa erano al corrente dei piani del leader della Wagner e avevano informato alti funzionari amministrativi e militari.

Inoltre da ricordare anche come, secondo i leaks diffusi su Discord, Prigozhin avesse avuto in passato contatti con l’intelligence ucraina in Africa per trattare il destino di Bakhmut, battaglia che si è poi conclusa alla fine di maggio, segno che il leader della Wagner ha ovviamente canali suoi in grado di garantirgli vie di uscita e di fuga. 

Il suo destino, per ora, è vincolato anche alle sanzioni statunitensi. Nel suo ufficio a San Pietroburgo sono state trovate ingenti quantità di denaro che lo stesso Prigozhin ha spiegato come destinate alle attività della Wagner. Ma proprio in queste ore secondo il Wall Street Journal gli Stati Uniti hanno rinviato nuove sanzioni previste per limitare le attività della Wagner in Africa, con la motivazione di evitare di «favorire Putin dopo lo scontro aperto con Prighozhin». […]

Estratto dell’articolo di Leonard Berberi per “il Corriere della Sera” il 25 giugno 2023.

L’insurrezione militare contro l’esercito russo e la marcia (poi fermata) verso Mosca del gruppo paramilitare Wagner hanno portato ieri a un insolito aumento dei voli con i jet privati da Mosca verso l’estero, in particolare Turchia e Azerbaigian. 

Il sabato è tradizionalmente una giornata «tranquilla» per l’aviazione business, con le attività lavorative ferme e le famiglie dei miliardari già nelle località di vacanza. Questo, a leggere i trend storici, anche in Russia.

Ma dalla mattina fino al tardo pomeriggio di ieri almeno quindici jet privati hanno lasciato l’aeroporto di Vnukovo, uno degli scali di riferimento della capitale russa, per dirigersi fuori dai confini nazionali, verso Istanbul, Bodrum, Baku, Tel Aviv e Dubai. Lo confermano i tracciati delle piattaforme specializzate, a partire da FlightRadar24.

Tra questi, come hanno segnalato diversi osservatori, il Bombardier BD-700 Global Express di proprietà dell’oligarca Arkady Rotenberg, fondatore della più grande società di realizzazione di gasdotti del Paese, che è poi atterrato a Baku. Da Vnukovo — con destinazione Istanbul — è partito anche un Gulfstream G650 che viene attribuito a Vladimir Potanin, altro miliardario vicino al presidente russo Vladimir Putin. Mentre un Embraer Legacy 600 ha raggiunto Bodrum, sud-est della Turchia. Anche se gli osservatori hanno parlato sui social di «fuga» degli oligarchi russi al momento non è possibile confermare chi ci fosse a bordo: se gli stessi miliardari o soltanto i loro familiari. […]

Le piattaforme specializzate nel tracciamento ieri non mostravano anomalie nelle attività delle compagnie russe e degli aeroporti. Mentre variazioni sensibili si notavano sui prezzi dei voli di linea da Mosca e San Pietroburgo verso l’estero per i prossimi due giorni: su alcune tratte i biglietti sono più che raddoppiati in poche ore e questo di solito avviene in conseguenza di un picco delle prenotazioni.

Estratto dell’articolo di Lucio Caracciolo per “la Stampa” il 25 giugno 2023.

L'insurrezione armata del Gruppo Wagner contro il potere russo, provvisoriamente sedata quando le truppe di Prigozhin erano a duecento chilometri da Mosca, può segnare una svolta nella guerra d'Ucraina. 

Proprio mentre la fin troppo annunciata campagna d'estate delle truppe di Kiev sembrava impantanarsi sulla linea del fronte, il colpo di mano organizzato da Evgenij Prigozhin ha rovesciato il tavolo. Comunque finisca l'avventura dei wagneriani, il vertice russo ne esce squalificato. È in corso un rimescolamento nei rapporti di forza fra le fazioni del sistema putiniano. Crepe profonde minano la piramide del potere, fino a minacciarne il crollo.

Non aver saputo prevenire un tentativo di golpe annunciato da mesi svela la fragilità delle strutture militari e di sicurezza russe. E potrebbe inaugurare una guerra civile dagli effetti imponderabili. Fino alla disintegrazione della Federazione Russa. Scenario sul quale a Kiev, ma anche a Varsavia e in altre capitali atlantiche, si lavora alacremente. 

Senza peraltro disporre di un piano qualsiasi per gestirne le conseguenze, a partire dall'eventuale perdita di controllo dello Stato sull'arsenale nucleare russo, che conta seimila testate. La marcia su Mosca di Prigozhin, sospesa in extremis, è il culmine di un piano concepito da molti mesi. Al quale hanno dato mano ufficiali delle Forze armate e dell'intelligence, oligarchi disperati per la perdita delle loro fortune custodite in Occidente, esponenti della cerchia intima putiniana, ultrà nazionalisti.

Nell'apparente atonia del capo. Il quale sembrava davvero sorpreso, ieri mattina, dalle notizie provenienti da Rostov, centro strategico caduto in mano alle milizie wagneriane. Senza il controllo di quella città, la logistica che tiene in piedi lo schieramento russo sul fronte del Donbas e dintorni entra in crisi. 

Nei prossimi giorni avremo un quadro meno confuso delle forze in campo, in quella mischia che lo stesso Putin ha assimilato all'alba della guerra civile scoppiata nel 1917 a seguito del golpe bolscevico. Capiremo meglio se l'iniziativa di Prigozhin è di pura fabbricazione interna o se ha goduto di sostegni esterni, non solo ucraini. Quanto agli americani, se si rallegrano per il caos in campo nemico e per il sollievo che ne traggono gli ucraini, allo stesso tempo ne temono le conseguenze.

La Russia in mano a un criminale comune, o contesa fra banditi vari, è un pericolo per tutti. C'è il rischio che troppe mani si aggirino attorno al bottone nucleare teoricamente affidato a Putin. Inoltre, non rallegra Washington l'estensione del conflitto che vorrebbero spegnere dignitosamente entro l'anno. Per tacere della penetrazione della Cina nello spazio russo, già visibile. Per gli Stati Uniti è quello il Nemico vero, l'unico in grado di minacciare il vacillante primato americano.

[…] Il fallimento è da attribuire in primo luogo all'incapacità del ministro della Difesa Shoigu e del capo di Stato maggiore delle Forze armate, Gerasimov. Già pronti i sostituti, indicati per nome da Prigozhin: i generali Mizintsev e Surovikin. Secondo Prigozhin, la colpa principale dei vertici militari russi è di avere mandato al macello i wagneriani nella fornace di Bakhmut per risparmiare le forze regolari.  […]

Da adnkronos.com il 25 giugno 2023.

E' stata tutta una "messinscena". Ilya Ponomarev, uomo d'affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull'ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza. "Penso che Prigozhin (Yevegny, il capo della Wagner, ndr) e Putin avessero ovviamente un accordo fin dall'inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza", spiega Ponomarev in un'intervista all'Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner "è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro".

L'ex deputato, l'unico ad aver votato contro l'annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l'obiettivo del presidente russo era "spaventare sia l'élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa" e che c'è "un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano".

Secondo Ponomarev, Putin ha voluto dimostrare che la possibilità che venisse sostituito era "reale" e che il sostituto era peggio di lui. "E purtroppo penso che abbia raggiunto questo obiettivo dal momento che tutti hanno creduto a questo spettacolo".

Prigozhin, sostiene il miliardario russo, dal canto suo aveva bisogno di un modo per lasciare l'Ucraina "con dignità". "Ha combattuto per molto tempo ed è stanco. Ha perso molti dei suoi uomini, ma soprattutto ha opportunità finanziarie faraoniche in Africa, grandi contratti militari che può perseguire, ma non poteva semplicemente andarsene. Aveva bisogno di una scusa", evidenzia Ponomarev, secondo cui la Bielorussia, dove Prigozhin è atteso come annunciato ieri sera dal Cremlino, è solo "un luogo di transito. Non vi rimarrà a lungo e da lì si sposterà in Africa". 

L'ex deputato della Duma sottolinea che, in ogni caso, i fatti accaduti ieri avranno conseguenze positive per Kiev. "Ci aiuteranno sicuramente nel senso che il morale nelle truppe russe non è già alto e sarà ancora più basso dopo tutti questi eventi. Inoltre ci saranno problemi nella loro catena di comando. E tutto questo è decisamente positivo", dichiara.

Ma Putin, prosegue, il suo obiettivo l'ha centrato. "I russi lo considerano il vincitore e l'approvazione nei suoi confronti aumenterà dopo tutto quello che è successo, ma in termini reali - avverte Ponomarev - ovviamente è emersa tutta la sua debolezza di base. E' arrivato il momento che Mosca venga liberata e quando la nostra Legione per la libertà della Russia crescerà al livello necessario renderà sicuramente reale questo piano non realizzato di Prigozhin".

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per repubblica.it il 25 giugno 2023.

Temeva le Rivoluzioni colorate nelle Repubbliche satelliti. Ignorava però di stare coltivando la sua nemesi in seno. Evgenij Prigozhin era una sua creatura. Gli doveva tutto. Eppure si è trasformato nel Mostro di Frankenstein che si è ribellato contro il suo artefice. E che ieri gli ha improvvisamente inferto un colpo quasi fatale sotto gli occhi del mondo. 

In oltre un ventennio al potere Vladimir Putin è sopravvissuto come un’araba fenice a diverse crisi. Ma anche se è momentaneamente riuscito a prevalere nella battaglia contro la brigata Wagner, ne è uscito pericolosamente indebolito dall’umiliazione di aver visto i mercenari che per anni hanno combattuto in segreto le sue guerre nel mondo, dall’Africa alla Siria, marciare senza incontrare alcuna resistenza da parte delle forze armate quasi fino alle porte di Mosca, mentre i suoi soldati un anno e mezzo fa dovettero ritirarsi con la coda tra le gambe da Kiev dopo avere mancato la facile presa del potere in Ucraina vaticinata dai suoi.

(...) 

Putin non ha menzionato neppure il ministro della Difesa Sergej Shojgu o il capo dello staff delle forze armate Valerij Gerasimov. Non può fare a meno di difenderli perché rappresentano lo Stato, come ha fatto appoggiando l’intesa che avrebbe soggiogato i mercenari della Wagner alla Difesa e che ha probabilmente accelerato il colpo di mano di Prigozhin, ma di certo mal tollera che i due leader dell’esercito abbiano lasciato che i loro dissidi personali finissero col mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza. 

Se Prigozhin è arrivato così lontano però non è che colpa sua. Putin prima ha permesso che costituisse un potente esercito privato, mossa pericolosissima. Poi ha taciuto per troppo tempo sulle sue intemerate, sui suoi continui assalti contro l’esercito e, dunque, contro il suo stesso potere. Altri potrebbero un domani approfittare della sua estrema debolezza ora che è stata messa in mostra. Non solo i suoi nemici esterni, gli ucraini che cercheranno di approfittare del momento per tentare di sfondare le linee difensive dei russi. Ma soprattutto i suoi nemici interni.

Il 18 marzo 2024 si terranno le elezioni presidenziali russe e il tentato golpe potrebbe portare allo scoperto la corsa alla successione che da mesi si svolge dietro le quinte tra i tecnocrati convinti che il conflitto vada ripensato e i falchi che vorrebbero invece che la Russia scatenasse tutta la sua potenza di fuoco contro l’Ucraina per chiudere definitivamente la faccenda. 

Gli alleati di Prigozhin

La domanda determinante per il futuro della Russia adesso è chiarire se Prigozhin avesse alleati al governo pronti ad appoggiare l’insurrezione. Per molto tempo l’ex galeotto diventato miliardario ha goduto della protezione del capo della Guardia nazionale Viktor Zolotov, del governatore di Tula ed ex guardia del corpo di Putin, Aleksej Djumin, e infine del capo dello staff del Cremlino, Anton Vajno, ma ultimamente i tre sembravano aver smesso di intercedere per lui. Mentre il miliardario e uno dei più stretti consiglieri di Putin, Jurij Kovalchuk, considerato il più potente “mecenate” del cuoco ribelle, recentemente ne aveva ufficialmente «preso le distanze».

Una farsa per mascherare il complotto? Due dei suoi ex alleati militari, il generale Sergej Surovikin e il viceministro della Difesa Alekseev, venerdì notte avevano invece registrato video che condannavano il suo ammutinamento e invitavano i combattenti della Wagner a desistere. E le agenzie di sicurezza come l’Fsb, che tutto governa, a partire dal Cremlino, non hanno mai ben visto Prigozhin e le sue credenziali di ex galeotto. Il suo sostegno popolare infine è infinitesimale. 

Prigozhin potrebbe forse aver goduto di padrini all’estero. Gli oligarchi in esilio che bramano la revoca delle sanzioni come Mikhail Fridman o la rimozione di Putin come Mikhail Khodorkovskij per poter tornare in patria. Oppure le potenze occidentali intenzionate a usarlo come testa d’ariete finché hanno un nemico in comune al Cremlino.

Per quanto possa accattivare l’idea della follia momentanea, sembrerebbe però che avesse preparato il golpe per tempo: prima il video del falso raid contro Wagner, il casus belli fabbricato ad arte dal re della propaganda, poi la marcia su Mosca, senza sparare un colpo e incontrando quasi nessuna resistenza. 

Prigozhin potrebbe avere avuto alleati influenti nell’élite che non si sono ancora fatti vivi. Ma che potrebbero farlo presto. La marcia abortita potrebbe soltanto essere stato un test dell’assalto al potere di Vladimir Putin.

“Putin ha rifiutato contatto con Prigozhin, capo Wagner espulso”. By adnkronos su L'Identità il 25 Giugno 2023

Yevgeny Prigozhin ha cercato un contatto con Vladimir Putin durante la rivolta della Wagner, che si è fermata a 200 km da Mosca. Il presidente della Russia, però, ha rifiutato e non ha partecipato ai negoziati, condotti in particolare dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. L'accordo che ha posto fine alla rivolta dei mercenari ha prodotto di fatto l'espulsione di Prigozhin dalla Russia. E' quadro che Meduza, media russo indipendente, delinea citando una fonte vicina al Cremlino.  "La dirigenza militare, membri dell'amministrazione presidenziale, la dirigenza della Rosgvardia (Guardia nazionale della Russia, ndr) e funzionari a lui vicini hanno cercato di comunicare con lui (Prigozhin, ndr). Ma non è chiaro di cosa volesse parlare, date le sue azioni", ha detto la fonte. Allo stesso tempo, secondo fonti di Meduza vicine al Cremlino, a metà della giornata del 24 giugno Prigozhin ha cercato di contattare il Cremlino. Il leader dei mercenari anche "provato a chiamare Putin, ma il presidente non ha voluto parlargli''.

 Secondo fonti di Meduza vicine al Cremlino e al governo russo, Prigozhin molto probabilmente si è reso conto di aver "oltrepassato il limite" e che "le prospettive per i suoi convogli erano vaghe". A quel punto, i mercenari non erano lontani dal fiume Oka, dove l'esercito russo e Rosgvardia hanno deciso di costruire la prima linea di difesa contro i mercenari.  

Il Cremlino avrebbe quindi deciso di adottare una strategia finalizzata ad evitare un "bagno di sangue" visto anche il cambio di linea manifestato dal leader della Wagner. Le fonti hanno spiegato che i negoziati finali sono stati condotti da un importante gruppo di funzionari, tra cui Anton Vayno, capo dell'amministrazione presidenziale, Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, e Boris Gryzlov, ambasciatore russo in Bielorussia. Capo negoziatore il presidente bielorusso Lukashenko. Prigozhin ha infatti insistito perché ai colloqui partecipassero "alti funzionari". E data la riluttanza di Putin a contattare Prigozhin, i negoziatori non avevano molte opzioni. "Prigozhin aveva bisogno di un degno interlocutore per stare dal gioco. E' stato Lukashenko a prestarsi. Ama le pubbliche relazioni e comprende i vantaggi, ecco perché ha accettato", ha detto la fonte di Meduza, secondo la quale il "beneficio" per Lukashenko è evidente: pubblicamente, è diventato l'uomo che "ha salvato la Russia al massimo dalla guerra civile, o almeno da molto spargimento di sangue".  Fonti di Meduza vicine al Cremlino e al governo russo hanno convenuto che Prigozhin "è stato espulso dalla Russia. Il presidente non lo perdona". Secondo loro, le parti "discuteranno" i dettagli dell'accordo sulla nuova posizione di Prigozhin, ma "non avrà la stessa influenza e le stesse risorse". Non sono esclusi cambi ai vertici del ministero della Difesa. "Ma non su richiesta di Prigozhin, piuttosto a causa dell'autodeterminazione del ministero della Difesa", prosegue la fonte. 

I retroscena. “Cia e Putin sapevano già delle intenzioni di Prigozhin”, le rivelazioni della stampa Usa e il silenzio strategico. Redazione Web su L'Unità il 25 Giugno 2023

Mentre le truppe della Wagner si apprestano a lasciare Voronezh, Rostov e Lipetsk, la stampa americana riporta l’indiscrezione che sia l’intelligence Usa sia lo stesso Putin sarebbe stati a conoscenza della rivolta di Prigozhin già giorni prima. Non lo hanno certo scoperto “24 ore prima”, dicono fonti qualificate interpellate da Washington Post e New York Times.

Secondo il New York Times, la prima riunione dei vertici Usa sulle possibili mosse di Prigozhin contro Putin si sarebbe svolta mercoledì 22 giugno, quasi due giorni prima dell’invito alla rivolta armata lanciato dal leader del gruppo Wagner. E avrebbero deciso di tacere perchè altrimenti Putin li avrebbe accusati di aver sostenuto la Wagner nell’organizzare un colpo di stato e la preoccupazione per l’utilizzo dell’arsenale atomico della Russia è grande. E così hanno lasciato che fosse Putin a fare il suo discorso alla nazione raccontando cosa stesse accadendo.

Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, per lo spionaggio americano il 10 giugno è il punto di rottura tra Wagner e Cremlino: il motivo è l’imposizione di sottomissione alla Difesa ufficiale, cosa che Prigozhin non avrebbe ami voluto fare. Anzi: proprio contro i vertici militari ufficiali russi si era più volte scagliato, ritenendoli corrotti e inetti. Poi ci sono i dissidi sulle gravi perdite della Wagner e sulla denunciata carenza di armamenti. Quindi la rottura ufficiale che poi con il passare dei giorni si sarebbe acuito sempre di più.

Poi c’è il mistero del Cremlino: secondo le fonti Putin sapeva già da tempo delle intenzioni di Prigozhin. Non è al momento chiaro perché non abbia agito tempestivamente bloccando sul tempo gli insorti. E sorprende anche la facilità con cui la Wagner non solo è avanzata fino ad arrivare a 200 chilometri da Mosca, ma ha anche preso Rostov. Perché nessuno ha nemmeno provato a fermare l’avanzata dei mercenari? Si ipotizzano contrasti all’interno delle gerarchie e problemi negli apparati di sicurezza, carenze viste in molte occasioni. C’è anche l’ipotesi che i ribelli potessero aver avuto l’appoggio delle forze armate russe, o almeno di alcuni settori disposti non ad aggregarsi ma almeno a lasciare fare.

Intanto dipartimento di Stato americano ha deciso di rinviare l’adozione di nuove sanzioni al gruppo di mercenari Wagner. Lo scrive il Wall Street Journal. Il Dipartimento di Stato voleva annunciare martedì misure contro l’attività di Wagner in Africa, dove i mercenari mettono a disposizione dei governi locali l’assistenza militare ottenendo in cambio l’accesso alle risorse naturali e sfruttamento delle miniere; ma ora prevedono un rinvio. “Washington non vuole che sembri che stia prendendo posizione”, ha spiegato una fonte informata.

È stata tutta una “messinscena”. Ilya Ponomarev, uomo d’affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull’ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza.

Redazione Web 25 Giugno 2023

Estratto dell’articolo di A. Sim. per “la Stampa” il 25 giugno 2023.

L'intelligence Usa da tempo aveva acceso un faro sulle intenzioni di Prigozhin, all'inizio della settimana anche la Commissione Intelligence del Senato era stata avvertita di possibili atti di ribellione da parte dei miliziani Wagner contro l'establishment militare russo, immagini satellitari aveva ripreso insoliti movimenti al confine con l'Ucraina.

Tuttavia, quel che hanno riconosciuto alcune fonti ai media Usa, nessuno sapeva con certezza né cosa avesse in mente Prigozhin e nemmeno la tempistica di una sua azione. Abbastanza per fare dire alle stesse fonti che «siamo stati presi con la guardia abbassata».

[…] Il presidente Biden è stato avvertito e ieri mattina tutto il team della sicurezza ha ricevuto un briefing sulla situazione. Blinken ha avuto un colloquio con gli omologhi del G7 e Biden ha parlato con Scholz, Macron e Sunak. Il presidente Usa ha posticipato di un'ora la partenza per Camp David dove è andato anche il suo consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan che ha cancellato la partecipazione al summit sull'Ucraina a Copenaghen.

Saltato anche il viaggio del capo degli Stati Maggiori Riuniti Mark Milley in Medio Oriente. È rimasto al Pentagono a seguire l'evoluzione russa. La mossa più evidente da parte americana è stata posticipare un altro round di sanzioni contro Wagner per non apparire schierati dalla parte di Putin. 

[…] Un funzionario dell'intelligence a La Stampa ha detto che «serviranno almeno 72 ore per aver un quadro chiaro della situazione», anche se nota che il rischio di un conflitto civile sembra scongiurato. Gli occhi per diverse ore – confermano più fonti - sono stati puntati sull'arsenale nucleare russo e sono state simulate tutte le opzioni.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “la Stampa” il 25 giugno 2023.

La certezza, dopo la giornata di sabato 24 giugno, è che lo stato russo è indebolito come mai, almeno nell’era putiniana, e le istituzioni sono a pezzi. Ma a parte questo, molti passaggi vanno spiegati e bisogna cercare di capirli. Se il maggior perdente appare Vladimir Putin – aveva iniziato questa vicenda promettendo di sterminare i “traditori” e gli “apostati”, accetta invece di graziarli, nonostante nella giornata siano morti almeno dodici piloti delle forze armate russe – anche Prigozhin ha dovuto frenare.

Il capo di Wagner era partito in tromba e arrivato a cento chilometri da Mosca, ma ha deciso infine di non entrarci e di fermarsi. Il colpo di stato è diventato un ammutinamento. Le scuse addotte non convincono (il rischio del «bagno di sangue», per una compagnia di combattenti d’élite che ha vissuto ben altri bagni di sangue in vari teatri di guerra sporca del mondo), così come è chiaro che tutta la posta in gioco dell’accordo non ci è stata detta. […] Appare necessario allora provare a ricostruirla, la vera posta in gioco, attraverso fonti non ufficiali, ma che nei mesi si sono rivelate attendibili.

Se hanno ragione tantissime fonti nel mondo wagneriano che abbiamo consultato, via chat, o entrando in canali chiusi, dell’accordo tra Prigozhin e Putin fa parte, senza formula dubitativa, che Shoigu e Gerasimov sono out. Questione di tempo, dicono. Vedremo. Secondo queste fonti, Prigozhin ha dimostrato che può prendersi tutto, ma non vuole le macerie della Russia, vuole ereditare un sistema in qualche modo ancora in piedi. 

Secondo fonti dell’amministrazione presidenziale che hanno parlato a Meduza, i negoziati finali sono stati gestiti da un gruppo di funzionari, che comprendeva, tra gli altri, il capo dell’amministrazione presidenziale Anton Vaino, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev e l’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov.

Una fonte di Meduza vicina al governo dubita che le decisioni sulla Difesa possano essere prese a breve: «Putin non asseconda quasi mai le circostanze e non cede alle pressioni». Insomma, passerà del tempo. 

Tuttavia, la lettura della defenestrazione de facto di Shoigu e Gerasimov viene confermata anche da canali ufficiali assai vicini allo stato russo, per esempio il celebre Rybar, un ex funzionario della Difesa russa. Rybar riferisce senza tentennamenti anche il nome dell’uomo destinato a succedere a Shoigu: si tratterebbe di Aleksey Dyumin, governatore della regione di Tula, ex guardia del corpo personale di Putin, ma anche uomo in ottimi rapporti da sempre con Wagner e con Prigozhin (c’è chi sostiene abbia partecipato alla fondazione della Compagnia).

Konstanin Sonin, politologo all’Università di Chicago, ricorda che Dyumin «è un ex comandante dell’intelligence militare (Wagner è soprattutto GRU) e uno degli operatori in loco durante l’annessione della Crimea nel 2014». Da molti è considerato il braccio politico, diciamo così, di Wagner. […] 

Qui veniamo al secondo punto: quella di Prigozhin è stata una rivolta vera o una sceneggiata? Nei canali pro Cremlino viene diffusa in queste ore a spron battuto la versione secondo cui la ribellione è stata messa in scena dal Cremlino e da Prigozhin. Ma diversi indicatori dicono il contrario. Fonti del canale “MO” nell’amministrazione presidenziale sostengono che la rivolta è stata reale.

L’autorità russa sulle comunicazioni per tutta la giornata ha inibito in Russia i canali wagneriani e i media di Prigozhin. È stato aperto un procedimento penale contro Prigozhin. Hanno perquisito le sue case e i suoi uffici, mostrando tutti sui media di stato.  […] 

Secondo le autorità locali, come riferito da “MO”, Dyumin ha negoziato con Prigozhin tutto il giorno, e solo in seguito si è unito Alexander Lukashenko. Ma anche fonti ben collegate all’intelligence ucraina, per esempio Insider Ua, ritengono che l’ex guardia del corpo di Putin sarà nominata ministro della Difesa russo. E riferiscono che Surovikin, secondo informazioni russe, potrebbe ottenere la carica di capo di stato maggiore.

Dyumin, oggi governatore della regione di Tula, ha il grado di generale e ha scortato Putin dal 1999 al 2007. Poi ha guidato le operazioni paramilitari in Crimea nel 2013-2014. Era alla nascita di Wagner. E ieri è stato uno dei governatori che non hanno registrato l’appello a Wagner a fermarsi. 

Una rassegna di chi ha parlato e chi no può aiutare a capire, ovviamente in modo indiziario, la configurazione del potere alla fine di una giornata che resterà nella storia. Ovviamente hanno taciuto Shoigu e Gerasimov, e ciò era scontato. ma, come nota “Agentsmedia”, dei 12 membri permanenti del Consiglio di sicurezza, solo cinque persone hanno commentato la ribellione di Prigozhin chiedendogli di fermarsi.

Altri sono stati zitti, ed ecco l’elenco fatto da questo informatissimo collettivo di giornalisti russi ieri sera tardi: zitto il direttore del Fsb Alexander Bortnikov, zitto il capo dell’amministrazione presidenziale Anton Vaino, zitto il primo vice capo dell'amministrazione presidenziale Sergei Kiriyenko, zitto l’altro primo vice capo dell'amministrazione presidenziale Alexei Gromov, zitto il primo ministro Mikhail Mishustin (e altri membri del governo), zitto il ministro degli affari interni Vladimir Kolokoltsev (zitto anche Lavrov, va detto). Tra i silenziosi, Nikolai Patrushev, il grande capo dei servizi, il direttore della Rosgvardia Viktor Zolotov. Silente anche Sergey Ivanov, altro membro permanente del Consiglio di sicurezza. […]

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa” il 25 giugno 2023.

Grossolano nei gusti, nelle abitudini, nel linguaggio, nella persona, perfino nel lavoro di padrone di una compagnia di ventura, manesco come un facchino, schiamazzone insolente: ecco in poche parole il ritratto del ribelle di Rostov, Prigozhin. Solo a guardarlo latrare, con l'elmetto di traverso e il grasso che sfonda il giubbotto antiproiettile, mentre annuncia la marcia su Mosca «per liberare il popolo», proprio lui, dopo averne fatte di tutte le tinte, ti mette il cuore a traverso.

Sentirlo parlar di libertà è bestemmia che dovrebbe annichilirlo, visto che nei suoi attacchi all'élite militare «con i figli al sole delle Maldive» pigliava caldane per la legge marziale e la guerra totale: «Bisogna vivere qualche anno sul modello della Corea del Nord... bisogna fucilare duecento persone come ha fatto Stalin» proponeva questa specie di Farinacci putiniano, di suocera del regime. Una lettura che dovrebbe suggerir prudenza a coloro che a occidente cominciano già a trovarlo simpatico perché risolverebbe il problema Putin.

Con violenze brutali, commettendo i peggiori abusi e spregevoli soperchierie, spremendo da un capo all'altro del Medio Oriente e dell'Africa la sua carne da mortai, frustata, macellata e dimenticata era diventato troppo ricco per essere punito. Finora. Ha infinite volte nell'anno e mezzo di guerra sfiorato il reato di lesa maestà. Chissà: il conquistatore di Bakhmut si è accorto che l'impunità stava per finire. 

La sua ascesa, le sue accuse che cadevano nel vuoto torricelliano, le sue ambizioni politiche (ha cercato di metter le mani sul partito nazionalista Rodina) gli hanno procurato rancori feroci e pressoché universali, nell'esercito, in una parte consistente dell'Fsb, i servizi di sicurezza, tra i mandarini della burocrazia accaparratrice putiniana.

[…]  Perché, sia detto di passaggio, in una cosa Putin ha ragione, Prigozhin è un traditore. Questo ex bandito (è stato nove anni in prigione ai tempi dell'Unione Sovietica) deve tutto al presidente: ricchezza potere immunità. Il problema del tradimento non è tradire, atto in sé assai facile, ma tradire bene. 

Il fattore tempo è il cappio che si stringe attorno al collo di tutti i ribelli, da sempre. Perché gli incerti, i doppiogiochisti, quelli che vorrebbero approfittare del cambio di regime e della confusione ma…all'inizio stanno in guardia, si defilano: negli alti comandi, nei ministeri e nei circoli che contano. Nelle ville di Rubliovka, la zona di Mosca dove vive l'élite, queste sono ore febbrili.

Si discute affannosamente sul che fare, ci si prepara a dormire in luoghi segreti (non si sa mai i vecchi metodi della Ceka, i cappotti di cuoio, il bussare all'alba…), si danno disposizioni ai piloti degli aerei privati di tenersi pronti al decollo.  […] 

Prigozhin ha capito che la guerra nel ventunesimo secolo rende, molto di più che preparar raviolini e insalate. Rende soprattutto quando la puoi fare da privato, senza bandiere ufficiali, senza regole da rispettare. In fondo ha solo copiato gli americani: furono loro, i mediocri strateghi dell'era Bush e del travagliato dominio a stelle e strisce, che si sono inventati gli eserciti privati per tenere a bada Iraq e Afghanistan senza dover contare ogni sera dei ragazzi americani morti al telegiornale. Era semplice, un metodo vecchio come la storia del mondo, privatizzare la guerra.

Bastava ingaggiare ex guerrieri alle prese con il mutuo da pagare, il divorzio, meglio ancora qualche conto con la giustizia da saldare e spedirli dove serve. A presidiare il terreno, le Zone Verdi, a ripulire gli angolini dagli indomabili terroristi.

[…] Prigozhin, un incrocio tra oligarca, signore della guerra e affarista geopolitico, è diventato così sempre più potente. Come i capibanda delle compagnie di ventura del Rinascimento ha scoperto che il conto in banca forse non basta: perché i regimi sono sospettosi verso chi è troppo forte o non sono così solidi come la stentata guerra in Ucraina ha dimostrato. […]

Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 25 giugno 2023. 

Un ex detenuto russo, anche di un certo rilievo, di nome Sasha “Kurara”, ha postato un video su telegram nel quale sostiene che Evgheny Prigozhin – il celebre oligarca che ha ormai ammesso lui stesso di essere il fondatore del Gruppo di mercenari Wagner, uno dei sodali di Putin fin da quando gli apparecchiava la cena a San Pietroburgo (di qui il nomignolo di “cuoco di Putin”, ormai assolutamente riduttivo – è un «gallo”, ossia un ex detenuto anche lui, penetrato da uomini, forniva servizi sessuali ad altri prigionieri, e per questo aveva finito per occupare il rango “sociale” più basso nella ferrea gerarchia carceraria. 

La storia, un mix cruento di omofobia, scontri ra gang carcerari, sommovimenti nel potere underground russo – che La Stampa non ha potuto verificare indipendentemente – getta una nuova luce su un proclama vergato da Prigozhin il 17 novembre, nel quale l’oligarca annunciava l’intenzione di creare dei battaglioni di “violentati nell’ano”, «non posso metterli assieme agli altri combattenti di Wagner, creerò una divisione apposita».

Prigozhin aveva scritto: «Tutte le società hanno determinate regole di vita. Per esempio, in America è consuetudine che gli uomini si penetrino a vicenda. Le regole del carcere, invece, dicono che non si può stringere la mano a persone di basso rango, “i galli”, “gli offesi”, “gli abbattuti”, “i crestati”». Ora, se fosse vero quanto dice “Kurara” la storia acquisterebbe un senso diverso. 

Il video di Sasha inizia così: «Buon giorno, detenuti. Pace e prosperità alle vostre case. Vorrei aggiungermi a quanto già detto da “Grisha” di Mosca, il mio nome è Sasha, mi conoscono come Sasha Kurara. Vorrei farvi sapere che assieme a Evgheny Prigozhin siamo stati in prigione nello stesso periodo. Prigozhin è un pederasta, Prigozhin è un “offeso” (ossia una delle categorie di quelli che hanno ranghi sociali abbassati, in carcere, a causa di inclinazioni sessuali o semplicemente per il loro esser diversi), che in carcere aveva il suo posto, stava al suo posto, e accettava il suo posto.

 E ora, voi che vi unite alla sua sua compagnia mercenaria, la Pmc Wagner, vi mettete sotto la scritta “froci”. Dunque, siete comandati e organizzati da un frocio, vi rendete uguali a un frocio, anzi, non uguali, di rango più basso dei froci, perché state sotto un frocio, che in persona mi fece del sesso orale, quando eravamo in prigione, ci divertivamo così. Ti ricordi, Zhenya? Ricòrdatelo, fottuto gallo p..., venivi s...» 

In un secondo video lo stesso ex detenuto dice: «Sono qui, se non ci credete, incontriamoci. Mi trovo in Turchia, ad Alanya. Nessun problema a incontrarci.  Se non vi taglio la gola, vi fotto in culo. Tutti voi che siete in Wagner, guardate qui, e qui e qui [nel video mostra tutta una serie di tatuaggi carcerari], sono passato attraverso un sacco di cose, nella mia vita, e sono responsabile per ogni singola mia parola. Prigozhin è un frocio, io personalmente l’ho s… in bocca».

Il contenuto di entrambe queste clip è stato rilanciato da diversi account che analizzano il mondo underground russo. Ma Kurara non è il solo che sta mandando messaggi minacciosi a Prigozhin su un suo presunto passato. Il “Grisha” a cui Kurara si riferisce è Grisha “Moskovskiy”, anche lui un bandito e detenuto russo che secomdo alcuni sarebbe a livelli alti nella gerarchia carceraria: anche lui ha minacciato tutti i detenuti russi che accettano di unirsi al Gruppo Wagner dicendo che un uomo che si rispetti non andrebbe in Ucraina a uccidere donne, bambini e anziani.

In questo coacervo di brutalità e tremenda omofobia, il bersaglio di questi video – che sono diventati subito a modo loro virali – ossia Evgheny Prigozhin, tace. Nonostante in questo periodo non si può dire che sia stato parco di esternazioni. Finora non c’è una sua risposta alle minacce e alle allusioni violente di cui questa volta è lui stesso vittima.

Estratto da repubblica.it il 25 giugno 2023.

Un furgone carico di scatole con denaro in contanti è stato trovato parcheggiato vicino a quello che si presume sia un ufficio del capo di Wagner Evgenij Prigozhin all'Hotel Trezzini di San Pietroburgo, secondo quanto riferito dal portale di inchieste Fontanka. Nel rifugio, oltre che alle mazzette di rubli, sarebbero stati rinvenuti passaporti falsi con la foto del leader della Wagner, così come armi e addirittura lingotti d’oro. 

Secondo Fontanka, la quantità di denaro scoperto nel corso di una perquisizione da parte delle autorità nella giornata di sabato, mentre il leader della Wagner guidava la rivolta armata, ammonterebbe a 4 miliardi di rubli, ovvero circa 43 milioni di euro. [...]

Non è chiaro chi abbia ordinato la perquisizione, ma Prigozhin ha confermato le notizie dei media in un messaggio audio su uno dei suoi canali Telegram, affermando che i soldi che teneva in un furgone e due autobus erano destinati agli stipendi, oltre che al pagamento dei cosiddetti Risarcimento “Cargo 200” per le famiglie dei combattenti uccisi.

Scovato il ‘tesoretto’ della Wagner di Prigozhin: milioni e oro a San Pietroburgo. Redazione CdG 1947 su Il Corriere del Giorno il 25 Giugno 2023

Sequestrati gli stipendi dei mercenari: 4 miliardi di rubli, equivalente di circa 43 milioni di euro. Prigozhin da 'cuoco di Putin' a traditore della patria

Il ‘tesoretto’ della Wagner e di Yevgheny Prigozhin è stato sequestrato a San Pietroburgo mentre andava in scena la rivolta ed il presunto golpe , che si è arrestato a 200 km da Mosca e dal presidente russo Vladimir Putin. Il servizio di sicurezza russo ha trovato 44 milioni di euro in contanti dopo aver fatto irruzione nel quartier generale della Wagner a San Pietroburgo all’Hotel Trezzini.. Durante la perquisizione condotta nell’albergo, un minivan bianco ha destato sospetti in quanto non apparteneva a nessuno degli abitanti di Akademichesky Lane, la strada dove era parcheggiata la vettura.

A quel punto sono intervenuti gli artificieri per scongiurare la presenza di esplosivo. Ed è così che sono stati scoperti gli scatoloni piene di soldi. All’interno di scatole scovate vicino al rifugio del fondatore e leader del gruppo sono state trovate cinquemila banconote per un valore di circa quattro miliardi di rubli, equivalente a 43 milioni di euro. Dopo che queste informazioni sono state pubblicare dalla stampa locale, Prigozhin ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che oltre al furgone sono stati trovati anche altri due minibus contenenti il suo denaro. Il leader della Wagner ha chiosato: “Abbiamo sempre utilizzato contanti per finanziare le attività del nostro gruppo. I soldi servono per pagare i soldati”. Secondo il canale Telegram che funziona da ufficio stampa del Gruppo, il denaro doveva servire come “risarcimento ‘Cargo 200‘ e altre questioni“, (per i familiari dei combattenti ndr)

Lo ha reso noto il sito Fontanka, aggiungendo che vicino all’ufficio sono stati trovati anche cinque chili di lingotti d’oro, sei pistole in pacchi e cinque mattonelle di polvere bianca. Il denaro, come hanno riferito media russi, sarebbe servito per le spese dell’organizzazione di mercenari. Trovati anche documenti, tra cui passaporti a nome di Prigozhin, con gli stessi dati anagrafici, ma con la fotografia apposta di un altro uomo. Si tratta di un sosia di Prigozhin, che nel 2021 ha girato l’Europa, sostiene il sito Fontanka. 

Il business della Wagner va ben oltre la guerra Ucraina-Russia. La compagnia, che ha avuto un ruolo primario nella battaglia di Bakhmut, secondo il Csis (Center for Strategic and International Studies) di Washington ha operato in almeno 30 Paesi e dispone di almeno due campi d’addestramento in Russia. La sua “gestione e le operazioni sono strettamente interconnesse con la comunità militare e d’intelligence russa“. Già nel 2014, la Wagner ha partecipato all’addestramento, l’organizzazione e la fornitura di armi alle milizie filorusse del Donbass. Secondo il Csis, l’organizzazione ha partecipato anche a combattimenti e la raccolta d’intelligence nel Donbass, oltre a essere coinvolta nell’occupazione russa della Crimea.

Negli ultimi otto anni, ricorda il Csis, i mercenari della Wagner sono stati impiegati anche in Siria, Libia, Sudan, Mali, Repubblica Centroafricana, Madagascar, Mozambico e Venezuela. Spesso sono utilizzati per garantire la sicurezza di interessi russi, ma anche dei governi ospiti, e in qualche occasioni sono stati coinvolti in combattimenti.

Ma perché Evgheny Prigozhin ha fermato l’avanzata della Wagner verso Mosca? Quale accordo ha posto fine al ‘presunto’ golpe in Russia? E dov’è ora il leader dei mercenari? Nel “day after” della Russia di Vladimir Putin, abbondano le domande in uno scenario da decifrare dopo la rivolta che si è fermata a 200 km dalla capitale russa. 

Dagli hot dog con la senape fatta in casa, nel cucinino della casa della madre, al primo ristorante con le spogliarelliste per attirare clienti e uno speciale proiettore luminoso, usato personalmente per controllare ogni mattina, dopo le pulizie del locale, che non fossero rimaste polvere o briciole sotto i tavoli, fino alle ostriche servite al Cremlino o la ‘cheesecake del milionario‘, offerta in uno dei suoi ristoranti. Il salto di specie di Prigozhin arriba nel 2014, grazie al serbatoio naturale del rancio per i militari. Quando l’ex detenuto imprenditore del cibo, estende i suoi interessi economici ai mercenari che mette a disposizione del Cremlino e delle sue avventure nel mondo, offrendo alla sempre più aggressiva postura di politica estera della Russia, un braccio armato flessibile e estraneo ai vincoli del diritto e delle regole.

L’origine dell’impero costruito dal ‘cuoco di Putin’, una volta uscito di prigione all’inizio degli anni Novanta, scontata la condanna, la seconda, dopo una prima con la condizionale, a 13 anni di carcere per furto con aggressione, sta negli hot dog che vende per le strade di Leningrado, preparando con le sue mani la salsa con cui insaporiva i panini, arrivando a incassare l’equivalente di mille dollari al mese, al netto dei cento euro per chiosco che versava alla criminalità organizzata per protezione. 

I profili Telegram russi descrivono una Wagner ora mercenari divisi tra chi confidava in un’azione decisa e chi continua a seguire il leader. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha reso noto che i miliziani non subiranno procedimenti penali: sono liberi di tornare nelle loro basi, in attesa che venga definito il rapporto tra la formazione e il ministero della Difesa. La Wagner finirà sotto l’ombrello delle forze armate? Tutta o in parte? Il principale interrogativo riguarda Prigozhin. Il leader della compagnia, dopo il dietrofront, avrebbe dovuto raggiungere la Bielorussia, secondo il Cremlino. Non è chiaro però dove si trovi ora, dopo aver salutato nella serata del 24 giugno i cittadini di Rostov. Ai media che dalla Russia hanno provato a contattarlo, è arrivata una risposta interlocutoria dell’ufficio stampa: “Manda i saluti a tutti e risponderà alle domande quando comunicherà normalmente“

Prigozhin, venerdì sera considerato un traditore, 24 ore dopo è stato sostanzialmente ‘perdonato’, così come i suoi miliziani. Dall’orlo della guerra civile si è tornati ad una apparente normalità, grazie all’intervento a sorpresa come mediatore del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Redazione CdG 1947

La marcia sulla terza Roma di Prigozhin: gli enigmi di un golpe mediatico. Rossella Maraffino, corrispondente da Lugansk, su L'Indipendente il 25 giugno 2023.

Se questo è stato un tipico sabato russo, si preannuncia un’estate senza tregua, se non dal fronte di guerra, quantomeno da quello della comunicazione. Da 36 ore sui social media e sui giornali impazzano ondate di commenti e speculazioni sulla ribellione armata annunciata da Prigožin. Il dibattito è particolarmente vivo qui a Lungansk e in tutto il Donbass, dove il gruppo Wagner hanno imparato a conoscerlo sul campo. Quali gli obiettivi della mossa di questo losco ex cuoco di Putin divenuto generale potentissimo? Perché una risposta tutto sommata blanda e conciliante da parte del governo di Mosca al punto di accettare la mediazione bielorussa?

Durante le fasi più tese della giornata di ieri si sono susseguite le dichiarazioni di sostegno e fedeltà al governo di Putin su tutti i livelli della società russa: dai quadri più vicini come M. Zacharova, vice ministro degli Esteri e D. Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, al metropolita Kirill fino ad arrivare а K. Malofeev, influente personalità politica dell’ala più conservatrice del panorama russo. Tutte le dichiarazioni riportano l’attenzione sul concetto di tradimento e sull’importanza dell’unità interna. La lotta al nemico comune deve rimanere il punto focale, che deve superare ogni lotta intestina, così le personalità russe: in Russia l’interesse collettivo sembra costituire ancora la base stabile su cui tutti i processi politici possono fare forza.

In una dialettica così allineata e apparentemente cementificata nell’opinione pubblica, la situazione appare più che paradossale, considerando anche la fama eroica che i wagneriani si erano guadagnati durante l’operazione speciale, specialmente dopo la presa di Bakhmut. Gli stessi compagni d’armi si dichiarano disorientati: la maggior parte dei ranghi della Wagner stessa sembrano “non avere idea dei piani della propria leadership” afferma A. Khodakovsky, comandante del battaglione Vostok di stanza a Donetsk.

Se dunque da un lato l’opinione pubblica risulta essere perfettamente allineata, sebbene con toni preoccupati, quasi paternalistici condannando senza riserve l’azione di Prigožin, dall’altro leggiamo una reazione inaspettatamente enigmatica da parte di Putin, il quale non formula attacchi diretti alla persona del comandante della compagnia. Un eccesso di tatto, dopo mesi di dichiarazioni di Prigožin, al contrario apertamente critiche (per usare un eufemismo), nella gestione della guerra e degli armamenti? Rimane difficile pensare a una crisi di questa portata come una sfida a singolar tenzone: piuttosto, andrebbe riformulata l’idea della crisi stessa.

Innanzitutto, il tentato golpe è divenuto tale solo nei resoconti altisonanti dei media occidentali, i quali sembrano aver saltato a piè pari le stesse parole di Prigožin: «Il nostro non è un golpe; non è un colpo di stato militare, ma una marcia per la giustizia». Effettivamente, cosciente sì della fama della Wagner in Russia, ma ancora più consapevole dell’attaccamento dei russi al Presidente e all’unità nazionale, neanche in un eccesso di hybris Prigožin avrebbe potuto pensare di prendere il potere senza l’appoggio di parte della classe politica o perlomeno dell’esercito. Al contrario, destabilizzarlo, riassettarne le posizioni di potere liberando “Mosca da corrotti e bugiardi”, fosse anche in maniera plateale, forse sì.

Lo scenario del braccio di ferro tra poteri forti si fa plausibile anche pensando al fatto che nessun genere di violenza è stata utilizzata da nessun lato dei due schieramenti: vediamo nelle testimonianze video una Rostov non ostile alla presenza dei mercenari e viceversa, e le notizie trapelate di elicotteri abbattuti sono state prontamente smentite. In una situazione di pericolo non sarebbe difficile immaginare una reazione più decisa, in una o nell’altra direzione, a maggior ragione se si volesse dare per buone le indiscrezioni su un’influenza occidentale nella ribellione dei “violinisti”:  si prendano ad esempio gli attacchi degli incursori nella regione di Belgorod, piccola ma simbolica crepa sui confini fino ad allora intatti della Russia.

Il fatto discutibile rimane sostanzialmente uno, ossia come sia possibile dopo mesi di malcontento che certi screzi interni non siano stati risolti e soprattutto, perché a un anno dall’inizio dell’appalto della compagnia sul fronte del Donbass, fino ad oggi non sia stato regolamentato il suo impiego. Fino ad oggi, appunto: verso sera, con la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko, la “marcia della giustizia” sembra essersi sciolta in un accordo soddisfacente per entrambe le parti. Il governo russo concede l’amnistia, Prigožin viene estradato in Bielorussia, ma soprattutto l’apparato Wagner viene assorbito dall’esercito regolare. Un niente di fatto per gli osservatori occidentali assetati di sangue: col giungere della domenica, santa per il credente popolo russo, questa rocambolesca dimostrazione di forza trova una civile, forse poco ortodossa risoluzione, per regolamentare l’irregolamentabile.

Al tempo della marcia su Roma la storia ci ha mostrato come la combinazione tra una resistenza limitata delle forze dell’ordine, l’instabilità politica e una volontà debole del potere abbia spalancato le porte al colpo di stato. La strada che Prigožin ha scelto per marciare sulla terza Roma si è invece rivelata lastricata di compattezza sul piano politico, militare, e soprattutto, nel bene o nel male, sul piano umano. A quanto pare inaspettatamente, per chi in 36 ore aveva già annunciato la disfatta della Russia.

[di Rossella Maraffino, corrispondente da Lugansk]

Guerra Ucraina - Russia, le news del 26 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Putin: «I miliziani della Wagner possono firmare con l'esercito o trasferirsi in Bielorussia». di Francesco Battistini, inviato, Marco Imarisio, inviato e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di lunedì 26 giugno. Usa: «Non siamo coinvolti nella rivolta della Wagner. Comunicazioni con Mosca buone nel weekend». Kiev: «Abbiamo attraversato il Dnipro». I filorussi negano. Prigozhin: «Il nostro obiettivo non era spodestare Putin» 

• Discorso alla nazione di Vladimir Putin. Il presidente russo ha condannato i «traditori» ed esortato i componenti della Wagner a trasferirsi in Bielorussia dove si stanno allestendo dei campi per i mercenari

• Dopo l’ammutinamento dei mercenari della Wagner di sabato, l’esercito ucraino afferma di essere riuscito ad avanzare nel Donetsk.

• Non hanno notizie chiare di Putin che è apparso in un video che si pensa sia stato registrato prima della rivolta.

• Secondo Blinken, quello che è successo in Russia dimostra l’esistenza di «vere crepe» nel gruppo di Putin. A Mosca si ostenta normalità.

• La Cina «sostiene la Russia nel mantenimento della stabilità nazionale»: lo si legge in una nota del ministero degli Esteri cinese.

Ore 00:01 - Telefonata Biden-Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente Usa Joe Biden hanno avuto un colloquio telefonico nel corso del quale hanno discusso quanto accaduto in Russia sabato. Su Telegram, Zelensky ha definito la conversazione «positiva e stimolante». «Abbiamo discusso delle ostilità e dei processi in corso in Russia. Il mondo deve fare pressione sulla Russia fino al ripristino dell’ordine internazionale», ha detto il presidente ucraino. «È importante aumentare ulteriormente le capacità dell’Ucraina di proteggere i cieli. In questo contesto, l’ho ringraziato per il sostegno della coalizione dei jet da combattimento. Abbiamo discusso di un’ulteriore espansione della cooperazione per la difesa, con particolare attenzione alle armi a lungo raggio», ha aggiunto Zelensky. Biden, nel corso del colloquio, avrebbe ribadito il sostegno statunitense a Kiev.

Ore 00:15 - Kiev: «Russia ha trasferito unità da Ucraina per proteggere Mosca»

La Russia ha trasferito due unità aviotrasportate dai territori occupati dell’Ucraina per proteggere la sua capitale, Mosca, durante l’ammutinamento del gruppo Wagner. Lo sostiene il Centro di resistenza nazionale dell’esercito ucraino, citato da Kyiv Independent. Secondo quanto riferito, fino a due compagnie della 76a divisione d’assalto aviotrasportata della Russia sono arrivate a Mosca con aerei da trasporto Il-76. Il comando russo «ha in programma di tenerle (a Mosca) per almeno una settimana», ha riferito il centro ucraino.

Ore 01:24 - La Gran Bretagna ha addestrato oltre 17 mila reclute ucraine

Più di 17.000 reclute ucraine sono state addestrate dalla Gran Bretagna e da suoi alleati nell’ultimo anno per aiutare Kiev a combattere l’invasione russa. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa britannico, per il quale le reclute sono state sottoposte a un programma «estenuante» di cinque settimane per trasformarle «da civili a soldati». La Gran Bretagna e nove nazioni partner - Canada, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Lituania e Paesi Bassi - hanno avviato il programma nel giugno dello scorso anno. Il piano guidato dal Regno Unito, denominato Operazione Interflex, ha insegnato alle reclute, che avevano poca o nessuna esperienza militare precedente, varie competenze tra cui l’uso delle armi, il primo soccorso sul campo di battaglia e le tattiche di pattugliamento.

Ore 02:18 - I russi stanno bombardando la regione di Odessa

Le forze russe stanno attaccando la regione di Odessa, nell’Ucraina meridionale, con missili e droni: lo ha reso noto il portavoce dell’amministrazione militare regionale, Sergiy Bratchuk, come riporta Rbc-Ucraina. Da parte sua, il comando operativo Sud delle Forze armate di Kiev ha sottolineato che «la difesa aerea sta lavorando nella regione di Odessa. I residenti sono stati invitati a rimanere nei rifugi durante un allarme... I combattimenti sono in corso, la difesa aerea sta funzionando, anche sulla città», ha riferito il comando.

Ore 04:47 - La Cina ribadisce il proprio sostegno al Cremlino

La Cina ha ribadito il proprio sostegno al governo della Russia ieri, dopo l’insurrezione di breve durata che lo scorso fine settimana ha visto protagonista il gruppo paramilitare Wagner, guidato da Evgenij Prigozhin. Commentando ufficialmente per la prima volta i drammatici avvenimenti in Russia, il ministero degli Esteri cinese ha affermato in una nota che quanto avvenuto è «una questione interna alla Russia». «Come vicino amichevole della Russia e partner strategico globale di coordinamento per una nuova era, la Cina sostiene la Russia nel mantenimento della sua stabilità nazionale e nel conseguimento dello sviluppo e della prosperità», afferma la nota. La cauta presa di posizione di Pechino giunge solo dopo che la crisi in Russia è rientrata, con l’esilio di Prigozhin in Bielorussia e il ritorno dei miliziani della Wagner nelle loro basi avanzate in Ucraina.

Ore 05:48 - Blinken: «Crepe reali nel sistema Putin, ma ancora non siamo agli atti finali»

La rivolta contro il Cremlino del leader del gruppo paramilitare Wagner, Evgenij Prigozhin, ha esposto «crepe reali» nel sistema di potere del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha dichiarato ieri il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, commentando i drammatici avvenimenti verificatisi in Russia lo scorso sabato. Quella di Prigozhin, ha affermato Blinken ai microfoni dell’emittente televisiva «Cbs News», è stata «una sfida diretta all’autorità di Putin»: «Tutto questo solleva profondi interrogativi, e mette in mostra crepe reali», ha detto il capo della diplomazia Usa, definendo quella di sabato «una serie straordinaria di eventi» che «non è ancora giunta al suo atto finale».

Ore 06:30 - Il ministro della Difesa Shoigu visita le truppe russe in Ucraina

Il ministro della Difesa Sergei Shoigu, che possiede uno dei tre codici per l’atomica, ha fatto visita alle truppe russe in Ucraina. Si tratterebbe di una mossa decisa da Vladimir Putin

Ore 06:54 - Media russi: durante la rivolta Prigozhin tentò (invano) un contatto con Putin

Il notiziario indipendente russo Meduza, citando fonti anonime interne del Cremlino, ha riferito che Yevgeny Prigozhin ha cercato di mettersi in contatto con l’amministrazione presidenziale russa a mezzogiorno del 24 giugno, mentre i combattenti di Wagner si spostavano a nord da Rostov sul Don verso Mosca. Secondo le loro informazioni, Putin si è rifiutato di parlare con Prigozhin. È quanto sostiene l’Istituto per lo studio della guerra nella sua ultima valutazione. Sempre secondo Meduza, Prigozhin una volta che ha osservato la mancanza di un ampio sostegno militare per le azioni di Wagner ha cambiato idea sulle prospettive. Solo a quel punto il Cremlino si è rivolto ai negoziati. Le persone coinvolte nei colloqui includevano il dittatore bielorusso Alexander Lukashenko, il capo di stato maggiore dell’ufficio presidenziale russo Anton Vaino e l’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov.

Ore 07:05 - Il ministro della Difesa Shoigu russo visita le truppe dopo l’ammutinamento di Wagner 26 giugno

Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha visitato le truppe russe coinvolte nell’esercito operazione in Ucraina, ha riferito lunedì l’agenzia di stampa RIA, la sua prima apparizione pubblica dall’ammutinamento del fine settimana del Gruppo paramilitare Wagner. Gli ammutinati guidati dal capo Wagner Yevgeny Prigozhin avanzarono su Mosca per rimuovere ciò che chiamavano la Russia corrotta e leadership militare incompetente, prima di tornare improvvisamente a un’area dell’Ucraina orientale controllata dalla Russia dopo un accordo con il Cremlino mediato dal leader bielorusso Alexander Lukashenko.

Ore 07:11 - Rublo russo a picco

Nella prima mattinata di lunedì, le borse danno il rublo russo al minimo degli ultimi 15 mesi contro il dollaro, rispondendo per la prima volta all’ammutinamento di Wagner.

 Alle 04:15 GMT, il rublo era più debole del 2,1% rispetto al dollaro a 86,50, dopo aver toccato in precedenza 87,2300, il suo punto più debole dalla fine di marzo 2022. Aveva perso il 2,2% a 94,37 contro l’euro e perso il 2,1% contro lo yuan a 11,95 .

Ore 07:36 - No di Putin a contatto diretto con Prigozhin durante rivolta

Il notiziario indipendente russo Meduza, citando fonti anonime interne del Cremlino, ha riferito che Yevgeny Prigozhin ha cercato di mettersi in contatto con l’amministrazione presidenziale russa a mezzogiorno del 24 giugno, mentre i combattenti di Wagner si spostavano a nord da Rostov sul Don verso Mosca.

 Secondo le loro informazioni, Putin si è rifiutato di parlare con Prigozhin. Sempre secondo Meduza, Prigozhin una volta che ha osservato la mancanza di un ampio sostegno militare per le azioni di Wagner ha cambiato idea sulle prospettive. Solo a quel punto il Cremlino si è rivolto ai negoziati. Le persone coinvolte nei colloqui includevano il dittatore bielorusso Alexander Lukashenko, il capo di stato maggiore dell’ufficio presidenziale russo Anton Vaino e l’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov.

Ore 07:48 - Kiev: la controffensiva ha liberato 130 km quadrati nel sud

La controffensiva delle truppe ucraine è riuscita a riconquistare un totale di 130 chilometri quadrati nel sud del Paese che erano stati occupati dalla Russia, ha detto il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar in una dichiarazione pubblicata su Telegram. «Dall'inizio dell'offensiva, l'area liberata nel sud è di 130 chilometri quadrati», ha detto Maliar. La maggior parte del territorio è stata riconquistata dalle forze ucraine nella prima settimana della controffensiva. Negli ultimi sette giorni, l'Ucraina ha riconquistato 17 chilometri quadrati nella parte meridionale del Paese «come risultato del miglioramento delle operazioni tattiche di posizionamento e dell'allineamento della linea del fronte», ha detto Maliar. Secondo il vice ministro, l'Ucraina continua a lanciare operazioni offensive in direzione di Berdiansk e Melitopol, due città ucraine occupate dalla Russia nel sud del Paese.

Ore 07:48 - Il ministero della Difesa russo ha rilasciato un filmato non datato di Shoigu in Ucraina che si presume essere di oggi

Ore 07:58 - Che cosa faranno i militari della Wagner?

Non è ancora chiaro esattamente quali siano per Wagner i termini dell'accordo che hanno messo fine alla ribellione, ma l'ISW suggerisce che il fatto che le truppe Wagner stiano tornando alla base con il loro equipaggiamento significhi che il Cremlino intende mantenere almeno elementi del gruppo, piuttosto che smobilitarli immediatamente. Ha osservato che il capo del comitato di difesa della Duma, Andrei Kartapolov, domenica ha annunciato che stava lavorando a una legge per regolamentare le compagnie militari private, ma ha sottolineato che non era necessario vietare il gruppo Wagner in quanto è «l'unità più pronta al combattimento in Russia».

Ore 08:16 - Kiev: raffica di attacchi contro la regione di Zaporizhzhia

La Russia ha scatenato a partire dalla giornata di ieri una raffica di attacchi contro la regione ucraina di Zaporizhzhia. A denunciarlo è stato questa mattina lo stato maggiore dell'esercito di Kiev. Da ieri è stato registrato il lancio di sei missili S 300 e di 45 razzi oltre a 33 attacchi aerei, hanno riferito i militari. «A seguito degli attacchi terroristici russi, si sono registrati feriti tra i civili, il danneggiamento di edifici residenziali, commerciali ed amministrativi oltre che di veicoli privati». Secondo lo stato maggiore di Kiev, le truppe russe hanno cercato di fermare l'avanzata delle unità ucraine e riprendere le posizioni perdute.

Ore 08:57 - La Cina minimizza la ribellione di Wagner come "affari interni" della Russia

Funzionari cinesi hanno descritto una ribellione fallita del gruppo di mercenari Wagner come "affari interni" di Mosca, mentre un portavoce dei media statali ha liquidato le divisioni in Russia come un'"illusione" sfruttata dall'occidente. Il vice ministro degli Esteri russo Andrei Rudenko ha tenuto colloqui a Pechino domenica dopo la più seria sfida alla presa del potere del presidente Vladimir Putin da quando è salito al potere nel 2000. Il ministero degli Esteri cinese inizialmente ha detto solo che Rudenko aveva scambiato opinioni con il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, sulle relazioni sino-russe e su "questioni internazionali e regionali di interesse comune".

Ore 08:24 - Cosa succede ora in Russia? In bilico Shoigu e Gerasimov, le voci su Dyumin alla Difesa

(di Fabrizio Dragosei) Quando venerdì Prigozhin aveva accusato gli alti vertici militari di aver ordinato il bombardamento dei suoi uomini, il ministero della Difesa si era affrettato a diffondere un comunicato per smentire l’accaduto. Poi però, mentre gli eventi incalzavano e sembrava quasi che i wagneriani potessero arrivare ad assalire Mosca, non si è avuta più alcuna notizia degli alti papaveri militari. Putin sabato mattina ha parlato in tv alla nazione ma i due grandi nemici di Prigozhin sono invece completamente scomparsi dalla scena politica.

 E da quanto si è visto, sembra proprio che non siano nemmeno stati in grado di organizzare una adeguata mobilitazione di uomini e mezzi per fermare la colonna dei mercenari che ha percorso quasi 800 chilometri verso la capitale. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov non si sono mai sentiti mentre si decideva la sorte del Paese.

Ore 08:47 - Borrell: «Mostro creato da Putin si rivolta contro di lui»

«Il mostro creato da Vladimir Putin con la guerra in Ucraina sta agendo contro il suo creatore». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio a Lussemburgo. «Questo è il momento di sostenere Kiev più di ogni altro momento ed è un bene che l'Epf sia rimpinguato con altri 3,5 miliardi. La guerra sta incrinando la forza militare russa e sta mettendo in crisi il governo: ora una potenza nucleare come la Russia potrebbe affrontare un periodo d'instabilità e dobbiamo prendere in considerazione questo scenario», ha aggiunto.

Ore 09:20 - Intelligence Gb, ucraini avanzano a Bakhmut

Le forze di difesa ucraine stanno avanzando da nord e sud vicino a Bakhmut ed è improbabile che la Russia abbia riserve significative per invertire la tendenza, secondo l'intelligence britannica. Le forze ucraine vicino a Bakhmut sono avanzate dai fianchi nord e sud vicino a Bakhmut come parte di un'operazione multi-brigata. Finora, ci sono state poche prove che la Russia abbia riserve significative di forze di terra a livello operativo che potrebbero essere utilizzate per rinforzi tra le molte minacce che ora affronta in settori lontani l'uno dall'altro, da Bakhmut alla riva orientale del Dnepr, a più di 200 chilometri tra loro. Le forze armate dell'Ucraina stanno facendo progressi tattici in aree chiave.

Ore 09:47 - Kommersant: «L'FSB sta ancora indagando su Prigozhin e non ha ritirato le accuse»

Il giornale russo Kommersant afferma che l'FSB sta ancora indagando su Prigozhin per la sua rivolta armata e non ha ritirato le accuse, nonostante il Cremlino abbia affermato il contrario. Secondo la fonte di Kommersant, è passato troppo poco tempo per prendere una decisione diversa.

Ore 10:09 - Nato, eventi in Russia mostrano errore strategico di Putin

«Stiamo monitorando la situazione in Russia, quanto è accaduto è un fatto interno e mostra l'enorme errore strategico di Vladimir Putin» nel dar vita «all'invasione illegale dell'Ucraina». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un punto stampa da Vilnius con il presidente della Lituania Gitanas Nauseda. «Stiamo monitorando anche la situazione in Bielorussia e definiamo irresponsabile l'annuncio della Russia di trasferire lì armi nucleare tattiche. Non abbiamo alcuna indicazione di un possibile uso di queste armi ma restiamo vigili», ha aggiunto.

Ore 10:09 - Estonia, crisi interna russa favorisce vittoria

«Questa situazione in Russia ci dà maggiori possibilità di sostegno all'Ucraina e di trovare vie per la vittoria». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, al suo arrivo al Consiglio Esteri.

Ore 10:25 - Kiev: almeno 15 membri Nato pronti a sostenere adesione Ucraina

Almeno quindici Paesi membri della Nato sosterranno l’eventuale adesione di Kiev all’Alleanza atlantica durante il vertice di Vilnius previsto per l’11 e 12 luglio. Lo ha affermato il vice primo ministro ucraino per l’Integrazione europea ed euro-atlantica, Olha Stefanishyna. «Se giudichiamo in base a una scala di 30 o 31 punti, ci sono almeno 15 punti da quei Paesi che comprendono la necessità di una decisione del genere. Non si tratta di sostenere o meno l’Ucraina - tutti i Paesi sostengono l’Ucraina, tutti i Paesi hanno preso decisioni storiche e politiche senza precedenti», ha dichiarato Stefanishyna, citata dal quotidiano ucraino Dzerkalo Tyzhnia. Ha aggiunto che «la stragrande maggioranza» degli stati membri europei della Nato ha appoggiato l’eventuale adesione dell’Ucraina all’alleanza atlantica perché la mossa è «una garanzia di sicurezza».

Ore 10:39 - Il video di Shoigu? «Vecchio»

Il video del ministro della difesa russo Sergei Shoigu che visita le truppe è antecedente alla tentata avanzata su Mosca: lo rivela un giornalista del Wall Street Journal, riepilogando i fatti del giorno. Secondo quanto spiega Yaroslav Trofimov, la milizia Wagner è ancora lì, armata; nonostante la promessa di amnistia del Cremlino, l’indagine penale su Prigozhin, accusato di ammutinamento, continua. Ma non si sa dove sia il miliziano.

Ore 11:07 - Pechino, con Mosca stretta comunicazione a tutti i livelli

Cina e Russia mantengono una «stretta comunicazione a tutti i livelli». Lo ha detto la portavoce del ministero cinese degli Esteri, Mao Ning, in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulla ribellione, poi rientrata, di sabato scorso del gruppo Wagner. Lo riporta il Global times su Twitter. Gli eventi di sabato, ha spiegato Mao, «sono un affare interno della Russia. In qualità di vicino amichevole e per promuovere un partenariato strategico globale per una nuova era, la Cina ritiene che la Russia possa mantenere la stabilità e raggiungere lo sviluppo», ha aggiunto.

Ore 11:16 - L'analisi della politologa Tatiana Stanovaya sulle scelte di Prigozhin ela risposta del Cremlino: «Putin non ha bisogno della Wagner»

Su Twitter, Tatiana Stanovaya, fondatrice e Ceo di R.Politik, fa un'analisi a punti sul quello che è successo sabato in Russia, con l'ammutinamento dell Wagner di Prigozhin e le reazioni del Cremlino.

 1. La ribellione di Prigozhin non è stata una corsa al potere. Nasce da un senso di disperazione; Prigozhin è stato costretto a lasciare l'Ucraina e si è trovato incapace di sostenere Wagner come aveva fatto prima, mentre la macchina statale gli si stava rivoltando contro. Ormai Putin lo ignorava e sosteneva pubblicamente i suoi avversari più pericolosi.

 2. L'obiettivo di Prigozhin era attirare l'attenzione di Putin e imporre una discussione sulle condizioni per preservare le sue attività: un ruolo definito, sicurezza e finanziamenti. Queste non erano richieste per un rovesciamento del governo; erano un tentativo disperato di salvare la sua «impresa», sperava che i suoi meriti nel prendere Bakhmut sarebbero stati presi in considerazione. Ora sembra che questi meriti abbiano aiutato Prigozhin a uscire vivo da questa crisi, ma senza un futuro politico in Russia (almeno finché Putin è al potere).

 3. Prigozhin è stato colto alla sprovvista dalla reazione di Putin e si è trovato impreparato ad assumere il ruolo di rivoluzionario. Inoltre, non era pronto a raggiungere Mosca, se fosse rimasta la sua unica opzione. Sarebbe stata un'azione che avrebbe inevitabilmente comportato l'eliminazione di lui e dei suoi combattenti.

4. Quelli che potevano, hanno contattato Prigozhin con offerte di arrendersi. Questo probabilmente ha creato in lui un ulteriore senso di morte imminente. Tuttavia, non credo che si sia svolta alcuna trattativa ad alto livello. Lukashenko ha presentato a Prigozhin un'offerta approvata da Putin per ritirarsi a condizione che Prigozhin avrebbe lasciato la Russia e la Wagner sarebbe stato sciolta.

 5. Non credo che Prigozhin fosse in grado di avanzare richieste (come le dimissioni di Shoigu o Gerasimov - qualcosa che molti osservatori si aspettano oggi. Se accadranno, saranno per un altro motivo). Dopo il discorso di Putin la mattina del 24 giugno, la preoccupazione principale di Prigozhin era trovare una rampa di uscita.Se fosse andato avanti, in poche ore rischiava di essere ucciso. È possibile che Putin gli abbia promesso sicurezza a condizione che Prigozhin rimanga in Bielorussia. Confermo la mia precedente affermazione secondo cui Putin e lo stato hanno subito un duro colpo (che avrà ripercussioni significative per il regime). Tuttavia, voglio sottolineare che l'immagine è sempre stata una preoccupazione secondaria per Putin. Putin ha oggettivamente risolto il problema Wagner e Prigozhin sciogliendo la prima ed espellendo il secondo. La situazione sarebbe stata di gran lunga peggiore se fosse culminata in un sanguinoso pasticcio alla periferia di Mosca. E no, Putin non ha bisogno della Wagner o di Prigozhin. Può cavarsela con le proprie forze. Ora ne è sicuramente convinto. Divulgherò molti altri dettagli nel mio bollettino che uscirà domani sera.

Ore 11:40 - La Germania dispiega altri 4mila soldati in Lituania

In Lituania è già presente uno degli otto «battle group» istituiti dalla Nato per rafforzare il fianco orientale dell'Alleanza in risposta all'aggressione di Mosca nell'est dell'Ucraina del 2014. La Germania è il Paese che coordina le forze inviate nel Paese Baltico da Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo e Stati Uniti.

Ore 11:54 - Zelensky: «Guerrieri dell'Ucraina sono dei veri eroi»

I «nostri guerrieri sono dei veri eroi». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, elogiando quanti sono impegnati al fronte nel conflitto scatenato dalla Russia. «Esprimete per favore gratitudine ai nostri guerrieri! Ai vostri familiari e amici che sono al fronte. Ai vostri conoscenti. A coloro di cui avete sentito parlare», ha scritto Zelensky, «A quelli che seguite sui social media. A coloro di cui conoscete le famiglie. Sostenete e parlate dei nostri guerrieri ai vostri amici, ai vostri figli e alle persone di tutto il mondo. I nostri guerrieri se lo meritano. Sono dei veri eroi».

Ore 11:57 - Putin, in una vecchia intervista: «So perdonare, ma non tutto»

Il giornalista Steve Rosenberg, corrispondente della Bbc a Mosca, scrive: «Non aspettiamoci che il presidente Putin ammetta di aver sbagliato qualcosa. Ammettere errori e calcoli errati non è nel suo stile. Quale sarà la prossima mossa del presidente russo? Un indizio, forse, è arrivato nell'ultima edizione del telegiornale di ieri sera della TV di Stato russa.

 Riferendo sulla rivolta di Wagner, il presentatore ha riprodotto un estratto da una vecchia intervista a Putin.

 "Sai perdonare?".

"Sì. Ma non tutto", risponde Putin.

"Cosa non puoi perdonare?".

"Tradimento". »

Ore 12:30 - Ungheria: « Europa verso la catastrofe, Ue esca da psicosi guerra»

« L'Europa si avvicina a una catastrofe - purtroppo in tutti i sensi. Ora sarebbe possibile prevenire problemi ancora più grandi e si potrebbero salvare molte migliaia di vite, ma per fare questo bisognerebbe uscire dalla psicosi di guerra. Bene, non mi faccio (più) illusioni che ciò accadrà oggi alla riunione dei ministri degli Esteri dell'UE a Lussemburgo...»: così il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto sul suo account Facebook mentre era sulla via di Lussemburgo, per partecipare al Consiglio affari esteri inevitabilmente centrato sulla guerra in Ucraina e sulle ultime vicende in Russia.

Ore 12:34 - Kiev: «Liberato il villaggio di Rivnopol nel Donetsk»

L’esercito ucraino ha liberato il villaggio di Rivnopol, nella regione di Donetsk. Lo annuncia la vice ministra della Difesa Anna Malyar su Telegram. «Le forze di difesa hanno riportato Rivnopol sotto il nostro controllo», ha affermato.

Ore 12:51 - Premier russo: garantire sovranità russa intorno a Putin

Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha sottolineato in un incontro di governo l'importanza in questo momento di garantire la sovranità della Russia e la sicurezza dei suoi cittadini dopo l'ammutinamento del leader della Wagner Prigozhin. «La cosa principale in queste condizioni è garantire la sovranità e l'indipendenza del nostro Paese, la sicurezza e il benessere dei nostri cittadini. A tal fine, il consolidamento dell'intera società è particolarmente importante. Dobbiamo agire insieme, come un'unica squadra, e mantenere l'unità di tutte le forze, stringendoci attorno al Presidente», ha affermato come riporta Tass.

Ore 12:57 - «Le forze ucraine sono sbarcate sulla riva sinistra del Dnipro vicino a Kherson»

Molte fonti riferiscono che «le forze ucraine sono sbarcate sulla riva sinistra del Dnipro vicino a Kherson» e avrebbero stabilito una testa di ponte sull’Antonovsky Bridge.

Ore 13:07 - Putin appare nel primo discorso video dopo la rivolta della Wagner

Il presidente russo Vladimir Putin appare nel primo discorso video dopo il tentativo di colpo di stato da parte di Wagner. «Lo sviluppo e la modernizzazione dell'industria è la nostra priorità assoluta», ha detto in un discorso ai partecipanti e agli ospiti dell'XI International Youth Industrial Forum «Ingegneri del futuro - 2023». Affermando: «Continueremo a stimolare l’introduzione delle ultime tecnologie, soluzioni digitali, standard ambientali avanzati, insieme alle imprese, alle regioni, alla scienza, per aggiornare i programmi per l’istruzione professionale, la formazione e la riqualificazione del personale, anche per le industrie di base come l’ingegneria meccanica, la costruzione navale e aeronautica, la costruzione di macchine utensili e strumenti, la robotica e l’elettronica, la produzione di attrezzature industriali».

Ore 13:28 - Mosca: «Il presidente Iran ha espresso pieno sostegno a Putin»

Il presidente iraniano Ebrahim Rais ha espresso «il suo pieno sostegno» a Putin in una conversazione con il leader russo. Lo riferisce il Cremlino.

Ore 13:29 - Prigozhin «è ancora indagato per ammutinamento»: cosa c’è dietro la nuova giravolta di Putin?

(di Marco Imarisio, inviato a Mosca) La faccia di Evgenij Prigozhin non compare quasi mai sui giornali russi. Ma le conseguenze della sua insurrezione si fanno sentire. È come se anche i quotidiani più vicini al Cremlino fossero stati obbligati a un improvviso confronto con la realtà. Uno di loro, quel Kommersant che è espressione della comunità economica e risulta quindi meno legato al potere, sostiene che i servizi segreti stanno ancora portando avanti la sua indagine nei confronti del fondatore della Brigata Wagner, e che le accuse rivolte nei suoi confronti rimangono ancora valide. Se confermata, è una notizia importante, perché in contraddizione con l’amnistia promessa e annunciata per tutti i protagonisti della marcia su Mosca.

Ore 13:32 - Kuleba: «L’Ue aumenti il sostegno per accelerare la vittoria»

«Due eventi hanno dimostrato che l’Ucraina vincerà. A Berdyansk due giovani ucraini, Tigran e Mykyta, hanno sacrificato le loro vite per resistere all’occupazione. In Russia, tank si sono diretti verso Mosca incontrando poca resistenza. Al Consiglio Affari Esteri ho sollecitato l’Ue ad accelerare la sconfitta della Russia aumentando il sostegno all’Ucraina». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, pubblicando una foto dell’intervento in video collegamento nel giorno dei lavori a Lussemburgo.

Ore 13:34 - Chi è il numero 2 della Wagner che ha guidato la rivolta

(di Marta Serafini) Mentre resta ancora in sospeso il destino di Evghenij Prigozhin, c’è un nome e un volto che più di altri legato alla compagnia di milizie privata Wagner. Ed è quello di Dmitry Utkin. Ex ufficiale del Gru, amico personale di Putin, Utkin non solo è già uno dei capi e dei fondatori della Compagnia di mercenari. Ma sarebbe colui che ha guidato gli uomini del gruppo verso Mosca.

Ore 13:44 - Xi e la lettera sui panda inviata durante la rivolta in Russia

(di Guido Santevecchi) Che cosa faceva Xi Jinping mentre l’amico del cuore Vladimir Putin aveva qualche problema di stabilità? A leggere il notiziario della Xinhua di sabato 24 giugno, quando la colonna della Wagner avanzava verso Mosca, il leader cinese era stato impegnato in uno scambio epistolare con il direttore di uno zoo in Belgio. Tema: la salute dei panda. La lettera di Xi sui simpatici orsi (scritta giorni fa) sabato è stata la sua unica attività degna di nota nella sezione intitolata in inglese «Xiplomacy», secondo l’agenzia statale cinese. Naturalmente non è vero, ma la storiella del messaggio sui panda serve a proiettare verso il mondo la calma olimpica del presidente cinese e illustra l’incertezza cinese.

Ore 14:14 - Stoltenberg: il regime russo è fragile ma è un errore sottovalutarlo

«Quello che vediamo dimostra la fragilità del regime russo e dimostra quanto sia difficile per Putin essere resiliente. Non possiamo prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni ma non possiamo commettere l'errore di sottovalutare la Russia e quindi il nostro sostegno all'Ucraina deve continuerà nel breve e nel lungo termine». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa da Vilnius.

Ore 14:34 - La Danimarca avvia addestramento piloti ucraini sugli F-16

Il governo della Danimarca ha annunciato l'avvio dell'addestramento dei piloti ucraini sugli F16. Parlando all'emittente Dr, il ministro della Difesa a interim, Lund Poulsen, ha affermato che Copenaghen «ha compiuto i passi necessari per avviare l'addestramento e il perfezionamento dei piloti ucraini». Il governo, ha aggiunto, sta valutando anche se «fare una donazione concreta all'Ucraina di caccia F-16 e quanti eventualmente saranno». Secondo Poulsen, i piloti ucraini dovranno essere addestrati per sei-otto mesi prima che il trasferimento di F-16 all'Ucraina possa diventare realtà. «Questo non significa che non si possa prendere una decisione prima», ha precisato, «ma gli F-16 resteranno in Danimarca fino al 2024».

Ore 14:38 - Kiev: «A luglio vogliamo l'invito per l'adesione semplificata alla Nato»

L'Ucraina si aspetta di ricevere un chiaro invito per un'adesione semplificata alla Nato al vertice dell'Alleanza in programma il mese prossimo a Vilnius. Ad affermarlo il capo dell'ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, secondo quanto riportato dal Guardian. «Il risultato atteso è ricevere un invito per l'adesione semplificata al vertice di luglio. Ma, soprattutto, vorremmo ricevere un segnale assolutamente chiaro che stabilisca il percorso dell'Ucraina verso l'adesione alla Nato», ha detto durante un briefing per i media tedeschi.

Ore 14:40 - Il tesoro di Prigozhin: oro, diamanti (e biscotti)

(di Diana Cavalcoli) La ribellione armata di Yevgeny Prigozhin e dal suo famigerato gruppo di mercenari Wagner si è fermata a un passo (o meglio: 200 km) da Mosca. Ma come è stato possibile che un uomo che ha costruito la sua fortuna nel mondo della ristorazione sia arrivato a guidare un gruppo militare capace di mettere a rischio la stabilità di un Paese come la Russia? Qualche indizio arriva guardando alla carriera di Prigozhin, noto ancora oggi con il soprannome di «chef di Putin» e oggi milionario. Proprio in queste ore si parla del tesoro di Prigozhin: cinquemila banconote per un valore di circa quattro miliardi di rubli, l’equivalente di circa 44 milioni di euro, sono state trovate dalle forze di sicurezza russe nella sede a San Pietroburgo del gruppo Wagner. In un messaggio audio pubblicato su Telegram, lo stesso Prigozhin ha confermato il ritrovamento spiegando che si trattava di denaro principalmente “destinato al pagamento degli stipendi”, perché il suo esercito privato “ha sempre utilizzato contanti per tutti i pagamenti”. Il che presuppone fondi e liquidità per miliardi di rubli.

Ore 14:46 - La sede Wagner a San Pietroburgo opera «normalmente»

La sede della Wagner a San Pietroburgo continua ad «operare normalmente» nonostante gli eventi degli ultimi giorni. Lo annuncia l'organizzazione sul suo canale Telegram, ripresa dall'agenzia Tass. «Nonostante gli ultimi eventi, il Centro continua a funzionare normalmente, in conformità con la legislazione della Federazione Russa», ha scritto la Wagner in un comunicato mentre il destino del gruppo rimane incerto.

Ore 14:50 - Prigozhin visto in un hotel di Minsk

Secondo i media bielorussi, ripresi dal Kyiv Post, il capo della Wagner Prigozhin è stato visto al Green City Hotel di Minsk.

Ore 14:56 - I filorussi negano che gli ucraini abbiano attraversato il Dnipro

Le forze di Kiev sarebbero riuscite a superare il Dnipro e ad assicurarsi un punto d'appoggio sulla riva sinistra del fiume, vicino al ponte Antonovsky fatto saltare in aria vicino a Kherson. A scriverlo sono diversi canali Telegram russi e ucraini rilanciati dai media. Ma il governatore filorusso del Kherson Vladimir Saldo ha negato queste notizie parlando di «tentativi senza successo» delle truppe ucraine.

Ore 15:20 - Lavrov: «La Wagner continuerà le attività in Mali e Centrafrica»

Il gruppo Wagner «continuerà le sue operazioni in Mali e in Repubblica Centrafricana». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Ore 15:22 - Lavrov: «Gli 007 Usa speravano che l'ammutinamento riuscisse»

I servizi segreti americani «apparentemente speravano che l'ammutinamento del 24 giugno in Russia avesse successo». Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov dopo che la Cnn «ha detto che l'intelligence americana sapeva dell'imminente ribellione da diversi giorni, ma ha deciso di non dirlo a nessuno».

Ore 16:00 - Se la Wagner è «manovrata dalla Cia»

(di Federico Rampini) Nelle stesse ore in cui si consumavano la ribellione della Divisione Wagner contro le forze armate russe accusate di aggredirla, l’occupazione della città russa di Rostov, il tentativo di «marcia su Mosca» da parte dei mercenari agli ordini di Prigozhin, in Italia si svolgeva una manifestazione di piazza con la partecipazione di forze che si auto-definiscono pacifiste. Giornali e tv che seguivano quella manifestazione hanno riferito alcuni pareri dei manifestanti. Mi trovo dall’altra parte del mondo, letteralmente (in Sudafrica) ma ho avuto l’occasione di ascoltarli. Ho sentito dichiarare da alcuni manifestanti di fronte alle telecamere, per esempio, che il capo della Wagner, Prigozhin, «si è venduto alla Cia» e quindi il suo ammutinamento è una manovra dell’America. Ho sentito definire la Nato «un’organizzazione criminale», sempre in quel corteo. Chi faceva queste affermazioni non sembrava isolato né stigmatizzato, bensì accompagnato da cori di consenso tra i compagni di corteo. Immagino che molti di voi abbiano seguito quelle cronache e notato quei commenti.

Ore 16:20 - Kiev: «La Russia ha riposizionato truppe in Ucraina orientale»

Il Cremlino ha riposizionato le truppe russe nell'Ucraina orientale, dopo gli spostamenti conseguenti alla crisi della rivolta della Wagner: lo scrive il ministero della Difesa di Kiev per voce della viceministra Hanna Malyar sul suo canale Telegram.

Ore 16:43 - Zelensky in visita al fronte nel Donetsk

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky oggi ha incontrato i combattenti ucraini in zone di guerra, inviando messaggi sul Telegram dalla regione di Donetsk, dove ha fatto dei selfie con i soldati e dove ha consegnato medaglie ad alcuni combattenti nella zona di Khortytsia.

Ore 16:48 - Prigozhin: «Non volevamo rovesciare Putin, ma salvare la Wagner»

«Siamo stati colpiti da missili ed elicotteri, non abbiamo fatto niente di aggressivo, mentre una trentina di nostri soldati sono stati uccisi o feriti dall'artiglieria russa». In un messaggio audio su Telegram, il capo della Wagner Evgenij Prigozhin torna a parlare della rivolta di sabato. «La nostra era una marcia per la giustizia — ha detto Prigozhin —. Non volevamo rovesciare la leadership russa (Putin, ndr), ma protestare. L'obiettivo era salvare la Wagner» e chiamare alle loro responsabilità «quegli individui» che «hanno commesso un enorme numero di errori nell'operazione militare speciale» in Ucraina. Secondo il numero uno del gruppo mercenario, infatti, le autorità russe avevano deciso di sciogliere la Wagner il primo luglio a seguito di «intrighi».

E ha aggiunto: «La marcia ha messo in luce gravi problemi di sicurezza in Russia. Nelle città russe i civili ci hanno accolti con bandiere russe e simboli di Wagner. Erano tutti felici quando siamo passati».

Nel messaggio audio di 11 minuti, il «cuoco di Putin», non rivela il luogo dove si trova. Ma precisa che è stato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a trovare una soluzione «per la continuazione delle operazioni della Wagner in una giurisdizione legittima».

Ore 17:22 - Fonti cecene: «Prigozhin fermato dall'Fsb, famiglia in ostaggio»

Prigozhin si è fermato a 200 chilometri da Mosca perché l'Fsb e il Comitato investigativo hanno fatto irruzione nelle sue proprietà, dove sono stati sequestrati beni e fermati i familiari, trattenuti «come ostaggio». È così che il tycoon ha capito di non poter più contare su Vladimir Putin, «un suo vecchio amico, che aveva fiducia in lui» e in qualche modo dipendeva da lui, dalle sue forze sul fronte ucraino. A raccontarlo al dissidente ceceno Abubakar Yabgulbaev è stato uno dei 300 uomini di Ramzan Kadyrov inviati a Mosca venerdì, il giorno prima della "Marcia della giustizia" di Prigozhin, «non si sa se per caso oppure no». E a riferirlo all'Adnkronos è lo stesso Yangulbaev, avvocato, impegnato per la difesa dei diritti umani prima di essere costretto a lasciare la Russia. Ora Prigozhin è stato messo da parte. Ma il suo posto potrà essere preso dal co fondatore della Wagner Pcm, Dmitry Utkin, reduce da entrambe le guerre in Cecenia, di simpatie naziste. O i mercenari potranno essere riassorbiti nelle forze regolari russe. Quello che è certo - afferma Yangulbaev- è che le forze russe hanno bisogno di loro. Perché non sono in grado di fare operazioni di conquista senza di loro.

Ore 17:53 - Nyt, Kiev non ha tratto vantaggi militari dalla crisi russa

Durante il fine settimana, l'Ucraina non è riuscita a trarre vantaggio dalla breve crisi russa provocata dalla wagner, che aveva fatto sorgere speranze a Kiev. E la campagna per riconquistare il Donbass e il sud continuano ad avanzare a rilento, fra mille ostacoli militari. Lo scrive il New York Times in un articolo di analisi, che cita fonti militari Usa, ripreso anche con una certa enfasi dall'agenzia russa Tass. Secondo il NYTimes, le truppe ucraine «continuano ad affrontare ostacoli che differenziano questa campagna da quella più travolgente di settembre che riconquistò Kharkiv, e da quella più dura per la ripresa di Kherson a novembre. Il terreno nel sud-est è piatto, aperto, per lo più campi e steppe, in contrasto con le colline del Donbass o le fitte foreste del nord, e le truppe ucraine non trovano copertura. I russi hanno scavato per mesi estese trincee difficili da espugnare. Inoltre, gli elicotteri d'attacco russi Ka-52 hanno imparato a penetrare le difese antiaeree e a rallentare i movimenti degli ucraini oltre che danneggiare o distruggere i carri armati e i veicoli corazzati forniti dall'Occidente. E i campi minati non solo sono dappertutto, ma sono stati anche posati di nuovo dopo lo sminamento con attrezzature fornite dall'Occidente.

Ore 18:22 - Biden: «A Mosca lotta di potere interna, gli Usa non coinvolti. Oggi chiamerò gli alleati»

La situazione in Russia è parte della lotta all'interno del sistema russo, gli Usa hanno messo in chiaro che non sono coinvolti: lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca, rimarcando il fatto che gli Stati Uniti continueranno a sostenere l'Ucraina a prescindere da quello che accade in Russia.

Aggiungendo: «Per mantenere il nostro coordinamento parlerò con i capi di Stato subito dopo questo evento di oggi, e mi assicurerò che siamo sulla stessa lunghezza d'onda» sulla situazione in Russia.

Ore 18:56 - Podolyak: «La vera domanda è su chi comanda a Mosca»

«Oggi la domanda chiave è: chi guida veramente la Russia? Chi prende le principali decisioni? E quali sono le nuove funzioni di Putin?». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, mettendo in dubbio il ruolo del presidente russo Vladimir Putin.

Ore 19:10 - Biden: «Parlerò di nuovo con Zelensky oggi o domani»

Joe Biden ha annunciato che oggi o domani parlerà nuovamente anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo le vicende russe.

Ore 19:35 - Mosca: intercettati e allontanati due caccia Gb sul mar Nero

La Russia ha reso noto di aver fatto decollare due dei suoi aerei da guerra per intercettare due caccia britannici che si stavano avvicinando al suo confine sul Mar Nero. «Mentre i caccia russi si avvicinavano, gli aerei da guerra stranieri si sono voltati e si sono allontanati dal confine con la Russia», ha dichiarato il ministero della Difesa russo in una nota.

Ore 19:49 - Borrell (Ue): «Lavoriamo a una strategia in caso di crisi politica»

l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio Esteri rispondendo alla domanda se l’Ue sia preparata ad affrontare una crisi politica in Russia, ha annunciato di essere al lavoro «per elaborare una strategia per affrontare una situazione del genere. Ci metteremo al lavoro, tutti cominceranno ad analizzare i possibili scenari che potrebbero verificarsi».

«È evidente che la visione che abbiamo ora della Russia è totalmente diversa», dal momento che «non è solo una minaccia perché ha la capacità militare» di invadere un Paese, ma «anche» a causa della situazione politica, con un sistema politico che «mostra crepe», ha spiegato. Parliamo di «una grande potenza nucleare» che può diventare un «rischio» se entra in «un’era di instabilità politica e fragilità interna», ha evidenziato il capo della diplomazia europea.

Ore 20:00 - Kiev: «I russi hanno il compito di fermarci con ogni mezzo»

«Il compito della Federazione Russa ora è fermare la nostra offensiva ad ogni costo. Facendo saltare in aria dighe, minando i campi, bombardando di continuo, facendo sabotaggi, con la propaganda e persino con la retorica nucleare»: lo scrive sul suo canale Telegram la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar. I russi «accettano psicologicamente un’offensiva senza successo più facilmente della perdita delle terre conquistate. Quest’ultima li demoralizza e li demotiva irreparabilmente», e presto, com’è già avvenuto in passato nella regione di Kharkiv, «inizieranno a rifiutarsi di eseguire gli ordini in massa». «Quindi - conclude Malyar -, dobbiamo capire che è davvero difficile per le nostre truppe, ora. Molto difficile. Ma stanno andando avanti. Con fiducia».

Ore 20:10 - Biden denuncia le torture perpetrate dalle autorità russe in Ucraina

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha denunciato oggi gli atti di tortura commessi dalle autorità russe sul loro territorio e in Ucraina, in occasione della Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura.

«La tortura distrugge vite, famiglie e popolazioni. Eppure ogni giorno le persone in tutto il mondo sono soggette a queste orribili violazioni dei loro diritti e della dignità umana», ha affermato in una nota. In particolare, Biden ha fatto riferimento a «prove di spaventose violenze da parte di membri delle forze russe» in Ucraina, colpevoli «di torture per costringere a collaborare con le autorità di occupazione e durante gli interrogatori, come elettrocuzioni, finte esecuzioni e uso della violenza sessuale». «Sullo stesso territorio russo, le denunce di torture nei luoghi di detenzione sono all’ordine del giorno, anche contro attivisti e oppositori delle politiche del governo», ha concluso il presidente statunitense.

Ore 20:20 - Casa Bianca: «Gli eventi in Russia non cambieranno il nostro sostegno a Kiev»

La tentata rivolta della Wagner nel weekend in Russia «è un affare interno russo» e «non cambierà in nessun modo il nostro sostegno all'Ucraina»: lo ha ribadito il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, aggiungendo che è presto per conoscere il futuro della Wagner.

Ore 20:21 - Ambasciatore Usa a Mosca contatta autorità russe per assicurare estraneità dalla rivolta

L'ambasciatore americano a Mosca ha contattato direttamente le autorità russe lo scorso fine settimana per assicurare loro che gli Stati Uniti «non erano coinvolti» nella fallita ribellione del gruppo Wagner. Lo ha riferito il Dipartimento di Stato. L'ambasciatore Lynne Tracy e i funzionari americani che hanno contattato l'ambasciata russa a Washington, hanno indicato sabato che «gli Stati Uniti non (erano) e non saranno coinvolti» negli eventi che hanno recentemente scosso la Russia, ha spiegato il portavoce Matthew Miller.

Ore 20:33 - Zelensky visita il fronte a Zaporizhzhia: «Importante esserci»

«Le posizioni di prima linea delle truppe ucraine in direzione di Berdyansk. È molto importante essere qui oggi». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky postando un video in cui incontra i militari ucraini al fronte nella regione di Zaporizhzhia. «Sono particolarmente lieto di salutare il terzo battaglione della Brigata presidenziale Separata Hetman Bohdan Khmelnytskyi delle Forze di Terra delle Forze Armate dell'Ucraina» ha aggiunto il presidente ucraino, «grazie per aver difeso l'Ucraina, combattendo per la nostra indipendenza e libertà - libertà per ognuno di noi. Abbiate cura di voi stessi. Se salverete le vostre vite, salverete l'Ucraina».

Ore 20:34 - Tajani: «Non siamo in guerra con Mosca, ma difendiamo Kiev»

L'ammutinamento della Wagner, poi ritrattato, è «una questione interna russa»: «seguiamo la situazione minuto per minuto ma è una questione interna», ha ribadito questa sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani al ricevimento a Villa Taverna per la festa dell'indipendenza americana. «Noi non siamo in guerra con la Russia ma difendiamo l'indipendenza dell'Ucraina», ha aggiunto il ministro.

Ore 20:35 - Ammutinamento Wagner, il ministro britannico Wallace minimizza

Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha minimizzato oggi il significato dell'ammutinamento del capo di Wagner, Evgeny Prigozhin. Wallace ha detto che non avrebbe speculato su cosa stesse succedendo al Cremlino sottolineando che il suo compito è di supportare le forze armate ucraine. Ma ha aggiunto che la rivolta di Prigozhin ha messo in luce una debolezza nelle difese della Russia e quanto siano ora "logore" le forze di riserva russe. Il ministro del Regno Unito ha affermato che ciò è stato illustrato dal fatto che la sua "piccola banda di circa 2.500 uomini" è stata in grado di avanzare finora senza molta opposizione. Wallace ha infine affermato che la cosa più importante che Prigozhin ha mostrato è la "falsa narrativa" della giustificazione del Cremlino per la guerra.

Ore 20:37 - Ucraina, dagli Usa un altro pacchetto di aiuti da 500 milioni di dollari

Ore 20:38 - Usa: «Nel weekend buone comunicazioni con Mosca»

Gli Usa hanno avuto comunicazioni buone e dirette con Mosca durante la tentata rivolta della Wagner nel weekend: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, auspicando che questi canali proseguano.

Gli Stati Uniti usato vari canali diplomatici per mandare alla Russia il messaggio che gli Usa non sono coinvolti nell'abortita rivolta della Wagner, ha spiegato, senza però riferire come ha risposto Mosca.

Ore 20:43 - Cremlino: «Questa sera Putin rilascerà dichiarazioni importanti»

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov tramite il telegiornale della TV di stato Zvezda, ha detto che «questa sera il presidente Putin farà una serie di dichiarazioni importanti questa sera».

Ore 20:44 - Usa: «Nessun segnale che Putin intenda usare l'atomica»

«Non ci sono segnali che ci suggeriscano che Putin abbia intenzione di usare l'arma nucleare in Ucraina»: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, ribadendo che gli Usa non hanno cambiato la loro postura nucleare.

Ore 20:50 - Biden chiamerà Meloni dopo gli avvenimenti in Russia

Il presidente Joe Biden chiamerà la premier Giorgia Meloni dopo gli eventi in Russia: lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, precisando che forse la telefonata è in corso.

Ore 20:53 - Anche Lukashenko parlerà alla nazione

Dopo l'annuncio del Cremlino di «importanti dichiarazioni» da parte di Putin, anche Lukashenko, presidente della Bielorussia, ha fatto sapere che stasera parlerà alla nazione, come riportano i media bielorussi.

Ore 21:11 - Putin parlerà alle 21.10

Ore 21:13 - Putin: «La rivolta sarebbe stata soffocata, non sono riusciti a spaccare il Paese»

Vladimir Putin, in apertura del suo discorso alla nazione, ha condannato quelle che ha definito le «azioni criminali» di chi ha messo in atto un «ammutinamento armato». «La rivolta sarebbe stata soffocata, ma ho dato ordine di evitare spargimenti di sangue - ha continuato il presidente russo -, non sono riusciti a spaccare il Paese e falliranno tutti i tentativi di creare disordine»

Ore 21:15 - «La maggior parte della Wagner è patriota», Putin ringrazia Lukashenko ed esorta i mercenari a trasferirsi in Bielorussia

«Sappiamo che l'ampia maggioranza dei combattenti e dei comandanti Wagner sono patrioti, sono stati tirati dentro questa avventura, sono eroi che hanno combattuto a Bakhmut». Putin ha poi ringraziato Lukashenko «per il contributo a una soluzione pacifica» ed esortato gli uomini della Wagner a firmare un contratto da volontari con il ministero della Difesa, tornare a casa o trasferirsi in Bielorussia, dove si stanno allestendo dei campi per la compagnia privata militare.

«I miliziani della Wagner possono sottoscrivere un contratto per mettersi agli ordini del ministero della Difesa, tornare alle loro famiglie o recarsi in Bielorussia».

Ore 21:20 - Putin: «I neonazisti ucraini volevano proprio che i soldati russi uccidessero altri russi»

«Gli organizzatori della rivolta hanno tradito i loro compagni, i neonazisti ucraini volevano proprio questo, il fratricidio, che soldati russi uccidessero altri russi, che la nostra società si spaccasse, annegasse in una sanguinosa guerra civile. Invece tutti i nostri militari, i nostri servizi speciali, sono riusciti a conservare la loro fedeltà al loro Paese, hanno salvato la Russia dalla distruzione».

Secondo Putin, i nemici della Russia «si sono fregati le mani, sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e della cosiddetta controffensiva: ma hanno fatto male i calcoli».

Ore 21:53 - Telefonata Meloni-Biden, focus su Russia e Ucraina

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il colloquio - spiega Palazzo Chigi - si è focalizzato sul sostegno all`Ucraina e sugli ultimi accadimenti in Russia. Biden ha chiesto a Meloni lo scenario sull`impegno dell`Italia nel Mediterraneo, sulla collaborazione con l`Unione europea per la stabilità in Africa. Grande attenzione - si legge nella nota - è stata dedicata al quadro della crisi in Russia e al suo impatto legato alla presenza del gruppo Wagner in Africa.

Ore 21:58 - Putin in una riunione con Shoigu e i capi della sicurezza

Vladimir Putin sta tenendo un incontro con i capi delle agenzie di sicurezza e il ministro della Difesa Sergei Shoigu. «Dopo aver pronunciato il suo discorso, Putin sta attualmente tenendo una riunione con il procuratore generale Igor Krasnov, il capo di stato maggiore del Cremlino Anton Vaino, il ministro dell'Interno Vladimir Kolokoltsev, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, il direttore dell'Fsb Alexander Bortnikov, il capo della Guardia nazionale Viktor Zolotov, il del Fso Dmitry Kochnev e il capo del comitato investigativo Alexander Bastrykin», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato da Ria Novosti.

Ore 22:31 - Putin ringrazia Shoigu e i capi della sicurezza: «Analizzare quanto accaduto»

«Vi ho riuniti per ringraziarvi per il lavoro svolto in questi giorni e per discutere della situazione che si è sviluppata in questo momento, nonché per parlare dei compiti che dobbiamo affrontare, a seguito di un'analisi degli eventi accaduti nel Paese», ha detto Putin, secondo quanto riportato da Interfax.

 Ore 22:33 - Il discorso di Vladimir Putin: «Volevano che la Russia annegasse in una sanguinosa guerra civile»

Nel primo discorso alla nazione (registrato) dopo la resa di Evgenij Prigozhin, la rabbia di Vladimir Putin è evidente ma sembra tendere una mano ai miliziani della Wagner, troppo importanti per «l'operazione speciale» in Ucraina. Dopo aver condannato le «azioni criminali» di chi ha dato vita a «un ammutinamento armato», e ringraziato il presidente della Bielorussia Lukashenko per aver contribuito a una «soluzione pacifica», Putin ha definito «patriota» la maggioranza «dei combattenti e dei comandanti, eroi che hanno combattuto a Bakhmut, usati nell'oscurità contro i loro compagni», offrendogli la possibilità di tornare a casa, firmare con l'esercito russo o trasferirsi in Bielorussia dove si stanno allestendo insediamenti per il gruppo di mercenari. (...)

Ore 23:45 - Prigozhin: «La marcia? Volevamo giustizia, non abbattere il regime»

(di Marco Imarisio) «La nostra è stata una masterclass su come la Russia avrebbe dovuto agire il 24 febbraio del 2022». Parla Evgenij Prigozhin, dopo quasi due giorni di silenzio che sono sembrati lunghi come due mesi. Perché tutto sembra passare ormai da lui. È il suo destino che darà un senso compiuto a quel che è successo, e determinerà le conseguenze future, per il prestigio di Vladimir Putin e dell’intero Paese. Impossibile non cominciare da quella frase, con tanto di ricorso a una parola in inglese, per riassumere questo audio di undici minuti, inviato da Minsk, dove sembra essere finalmente arrivato, al momento ospite di un hotel della capitale bielorussa. «Dunque, la nostra marcia l’abbiamo cominciata a causa dell’ingiustizia nei nostri confronti. Non avevamo affatto l’obiettivo di abbattere l’attuale regime e il potere legittimamente eletto. Siamo tornati indietro per non spargere il sangue dei soldati russi».

Ore 23:57 - La Lettonia sospende completamente il rilascio di visti a cittadini russi

Dopo la fallita rivolta del gruppo mercenario Wagner la Lettonia ha deciso di sospendere completamente il rilascio dei visti di ingresso a cittadini i russi per un periodo di tempo indefinito Dopo la fallita rivolta del gruppo mercenario Wagner. In considerazione dello «sviluppo imprevedibile degli eventi politici interni in Russia», l'accettazione di domande di visto di ogni tipo da parte di cittadini russi presso le missioni diplomatiche e consolari della Lettonia all'estero è stata sospesa, ha annunciato il ministero degli Esteri a Riga. Saranno esaminate solo le domande già presentate, che sono state accettate ed elaborate entro il 25 giugno. La Lettonia aveva già limitato il rilascio di visti per i cittadini della vicina Russia alla luce dell'invasione delll'Ucraina, rilasciandoli solo per ragioni umanitarie.

Ore 01:32 - Zelensky, «Ieri siamo avanzati in tutte le direzioni»

Le truppe ucraine «sono avanzate in tutte le direzioni» nella giornata di ieri nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Oggi (ieri, ndr) — il fronte. Regioni di Donetsk, Zaporizhzhia. I nostri guerrieri, le nostre posizioni in prima linea, le aree di operazioni attive al fronte. Oggi (ieri, ndr) i nostri guerrieri sono avanzati in tutte le direzioni e questo è un giorno felice. Ho augurato ai ragazzi altre giornate come questa»: ha scritto Zelensky.

Ore 01:41 - Russia: Cnn, intelligence Usa ha tenuto segrete informazioni su piani Prigozhin

I funzionari dell’intelligence statunitense sono stati in grado di raccogliere un quadro estremamente dettagliato e accurato dei piani del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin che hanno portato alla sua ribellione di breve durata, incluso dove e come Wagner stava pianificando di avanzare. Lo riferisce la Cnn, citando fonti, aggiungendo che le informazioni erano state condivise solo con alleati selezionati, inclusi alti funzionari britannici, e non a livello più ampio della Nato.

Secondo le fonti, non era chiaro esattamente quando Prigozhin avrebbe agito. Ma sembra che abbia deciso di andare avanti con il suo piano a seguito di una dichiarazione del 10 giugno del ministero della Difesa russo secondo cui tutte le compagnie militari private, inclusa la Wagner, sarebbero state costrette a firmare contratti con l’esercito russo a partire da luglio e sarebbero state essenzialmente assorbite dal ministero della Difesa russo.

Ore 01:54 - Biden sente Meloni, colloquio su Russia e Nato

Il presidente americano Joe Biden ha parlato con la premier Giorgia Meloni «nell’ambito della stretta collaborazione con gli alleati e i partner dopo i recenti eventi in Russia». Lo afferma la Casa Bianca riferendo della conversazione telefonica fra Biden e Meloni. «I due leader hanno affermato il loro sostegno all’Ucraina», si sono confrontati in vista del prossimo «vertice della Nato e hanno discusso i recenti sviluppi in Nord Africa».

Ore 02:29 - Biden invita Meloni a Washington a luglio

Joe Biden ha invitato la premier italiana Giorgia Meloni a Washington, in luglio, nel corso di una telefonata. La Casa Bianca ha precisato che i due leader hanno anche parlato della situazione in Russia. Il presidente degli Stati Uniti e la Presidente del Consiglio italiana hanno ribadito il «sostegno incrollabile all’Ucraina». Meloni e Biden si sono «coordinati anche sulla preparazione» del prossimo vertice Nato, l’11 e 12 luglio, che dovrà decidere su un eventuale rinnovo del norvegese Jens Stoltenberg alla guida dell’organizzazione atlantica.

Ore 02:40 - «The Telegraph»: i servizi russi hanno minacciato le famiglie dei leader Wagner

I servizi di sicurezza russi hanno minacciato le famiglie dei leader del Gruppo Wagner prima che il fondatore della milizia russa, Yevgeny Prigozhin, decidesse di interrompere la sua marcia verso Mosca sabato scorso: lo riporta il «Telegraph», che cita fonti della sicurezza del Regno Unito. Secondo il quotidiano, questo potrebbe aver contribuito alla decisione di Prigozhin di annullare inaspettatamente l’operazione militare. Secondo le stesse fonti, le truppe della Wagner ammontavano solo a 8.000 uomini anziché 25.000 e molto probabilmente avrebbero rischiato una sconfitta se avessero tentato di prendere la capitale.

Dagotraduzione del Daily Mail il 26 giugno 2023.

Il capo delle milizie Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha rotto il silenzio dopo aver abbandonato la sua rivolta armata sabato sera, affermando che la sua marcia su Mosca è stata una "lezione magistrale" su come avrebbe dovuto essere l'assalto della Russia a Kiev. 

Parlando in una clip audio di 11 minuti pubblicata sui canali Telegram affiliati a Wagner, Prigozhin ha affermato di aver annullato l'assalto a Mosca del suo gruppo di mercenari solo per evitare di versare sangue russo, e ha affermato che la rivolta aveva lo scopo di registrare una protesta contro la condotta inefficace della guerra in Ucraina, non per rovesciare il governo di Putin. 

L’ex cuoco di Putin ha descritto i suoi combattenti mercenari come "l'unità più esperta ed efficace in Russia, forse nel mondo", e ha affermato che la sua milizia militare privata ha svolto "un'enorme quantità di lavoro nell'interesse della Russia". 

E ha aggiunto di aver lanciato la rivolta per "impedire la distruzione del gruppo Wagner", e che gli era stato ordinato di consegnare le armi all'esercito russo e aveva anche subito vittime in attacchi aerei per mano dell'aviazione russa. 

"Lo scopo della campagna era prevenire la distruzione della Wagner e assicurare alla giustizia coloro che, attraverso le loro azioni non professionali, hanno commesso un numero enorme di errori durante l'operazione militare speciale", ha detto Prigozhin. 

"Siamo andati per manifestare la nostra protesta e non per rovesciare il governo del paese". 

Prigozhin ha anche affermato che, nonostante non abbia mostrato alcuna aggressività nei confronti delle forze russe, l'aviazione russa ha lanciato un bombardamento aereo sulle sue truppe, uccidendo 30 persone. 

Questo, ha detto, "è stato il fattore scatenante" che lo ha motivato a ordinare ai mercenari Wagner di impadronirsi del suolo russo.

'Abbiamo percorso 780 chilometri in un giorno. Non un solo soldato a terra è stato ucciso. Ci rammarichiamo di essere stati costretti a colpire mezzi aerei [russi], ma loro hanno sganciato bombe e lanciato attacchi missilistici'. 

Si ritiene che fino a 15 piloti dell'aeronautica russa siano stati uccisi dalle forze di Wagner durante gli attacchi. 

Prigozhin ha concluso la sua dichiarazione affermando di aver ordinato alle truppe di fermare la loro ondata a circa 200 km da Mosca, riconoscendo che qualsiasi ulteriore progresso avrebbe provocato un conflitto armato e molti morti. 

'Ci siamo fermati nel momento in cui il primo distaccamento d'assalto, che si è avvicinato a 200 chilometri a Mosca, ha ricontrollato l'area ed era ovvio che in quel momento sarebbe stato versato molto sangue. 

'Pertanto, abbiamo ritenuto che la dimostrazione di ciò che avremmo fatto, era sufficiente.' 

Il leader di Wagner ha anche confermato che il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è stato determinante nell'aiutare a ritagliarsi un accordo tra il Cremlino e Prigozhin che avrebbe visto quest'ultimo sfuggire alla punizione per aver organizzato la rivolta. 

Si dice che Lukashenko abbia offerto a Prigozhin rifugio a Minsk a sua volta per la sua sicurezza e l'amnistia per tutte le truppe Wagner che hanno partecipato alla presa della città meridionale di Rosotv-on-Don e alla marcia per Mosca. 

Tuttavia, diversi media russi hanno riferito che un'indagine penale contro Prigozhin è rimasta aperta, con alcuni legislatori che chiedono una punizione severa dopo che Putin ha dichiarato sabato che avrebbe "punito i traditori che tradiscono la Russia". 

Sebbene la rivolta armata di Wagner sul suolo russo sia stata una sorpresa per molti, l'odio di Prigozhin per il comando militare russo corre da tempo.

Prima della rivolta, aveva condannato per mesi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il capo dell'esercito russo, il generale Valery Gerasimov, con insulti pieni di imprecazioni, attaccandoli per non aver fornito alle sue truppe munizioni sufficienti durante la lotta per la città ucraina di Bakhmut, la battaglia più lunga e sanguinosa. 

Putin nel frattempo ha parlato con i leader di Iran e Qatar, ha detto il Cremlino, e si è rivolto a un forum di giovani ingegneri in un videomessaggio registrato che non conteneva alcuna menzione della rivolta.

Non è ancora chiaro cosa significheranno le crepe aperte dalla ribellione di 24 ore per la guerra in Ucraina, dove i funzionari occidentali affermano che le truppe russe hanno il morale basso. Le forze della Wagner furono fondamentali per l'unica vittoria terrestre della Russia da mesi, a Bakhmut.

Estratto dell'articolo di Giuliano Ferrara per “Il Foglio” il 26 giugno 2023.

[…] Ma la rivolta del cuoco di Putin, così diverso dalla cuoca che Lenin voleva alla testa dello stato, dimostra inequivocabilmente che quel paese meraviglioso è nelle mani di una banda, anzi di più bande composte di ladri e di macellai. In cuoco veritas. 

Ha detto che nessuno minacciava la Russia prima del 24 febbraio in cui duecentomila poveracci con le pezze al culo furono indotti a invadere e occupare l’Ucraina. Non c’erano nazisti in circolo. Non c’era una vera guerra nel Donbas. Non c’era niente da smilitarizzare alla frontiera per difendere la patria dall’occidente e dalla Nato.

[…]  Prigozhin si è rivelato più sobrio di legioni di topini da talk-show di questo nostro infelice paese mediatico, ciarliero quanto cialtrone. La posta in gioco dei macellai che hanno massacrato un pezzo d’Europa erano soldi e carriere. Putin crede di interpretare il ruolo di Nicola II nel 1917, quando abdicò tradito dall’esercito, ma è solo il mandatario disilluso di un personaggio formidabile e losco che gli si rivolta contro, è un potente poveraccio che si appella disperato contro la fronda armata che lo minaccia.

Il cuoco, un ex rapinatore, un venditore di hot dog, poi un ristoratore e businessman, infine fondatore di un esercito di avanzi di galera che cerca di eleggere Trump a capo degli Stati Uniti con la pirateria cibernetica, e poi fa le sue scorrerie in Africa, e che ha portato l’eroismo della follia in Crimea e poi nella più sanguinosa delle battaglie sul fronte ucraino, ha tirato fuori il vero dalle sue viscere, varcando la linea rossa della solidarietà con i servizi e il Cremlino, alle cui trame e menzogne era ben collegato, e mettendo nei guai la più fetida impresa politica e militare da un secolo a oggi, le avventure del Terzo Reich a parte.

Può darsi che lo fucilino. Può darsi che stipulino con lui un compromesso oscuro dell’ultimissima ora. Può darsi che batta in breccia un establishment politico-militare alla frutta, con il suo capo: di sicuro ha messo a nudo la più grande mistificazione antioccidentale e il più colossale totem di tutti gli sciagurati che si battono a chiacchiere contro la società aperta, la globalizzazione, l’alleanza internazionale delle democrazie contro le autocrazie. 

[…]

Davanti alla rivolta che lo minaccia il capobanda ha smesso in diretta le vesti posticce dell’uomo forte, del regolatore potenziale di un nuovo ordine mondiale contro quanto era uscito di buono dalla Guerra fredda; potrà continuare a accumulare e macellare, con l’aiuto degli straccivendoli da piccolo schermo e della sua rete di influencer, ma dopo l’appello del sabato mattina, con l’occhio finalmente tremulo e il linguaggio impaurito del corpo, anche la sua eventuale vendetta, se ci fosse, apparirà il primo atto di un epilogo brutale e triste, a un passo da Nicolae Ceausescu. Altro che lo zar.

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il Corriere della Sera il 26 giugno 2023.

Nelle stesse ore in cui si consumavano la ribellione della Divisione Wagner contro le forze armate russe accusate di aggredirla, l’occupazione della città russa di Rostov, il tentativo di «marcia su Mosca» da parte dei mercenari agli ordini di Prigozhin, in Italia si svolgeva una manifestazione di piazza con la partecipazione di forze che si auto-definiscono pacifiste. Giornali e tv che seguivano quella manifestazione hanno riferito alcuni pareri dei manifestanti. Mi trovo dall’altra parte del mondo, letteralmente (in Sudafrica) ma ho avuto l’occasione di ascoltarli. 

Ho sentito dichiarare da alcuni manifestanti di fronte alle telecamere, per esempio, che il capo della Wagner, Prigozhin, «si è venduto alla Cia» e quindi il suo ammutinamento è una manovra dell’America. Ho sentito definire la Nato «un’organizzazione criminale», sempre in quel corteo.

Chi faceva queste affermazioni non sembrava isolato né stigmatizzato, bensì accompagnato da cori di consenso tra i compagni di corteo. Immagino che molti di voi abbiano seguito quelle cronache e notato quei commenti. 

L’idea che la Wagner sia passata al servizio dell’America, dietro congruo pagamento, è una teoria del complotto che non ha il minimo fondamento, com’è ovvio. La storia della Wagner è quella di un corpo di mercenari, sì, ma legati a doppio filo a Vladimir Putin e da lui utilizzati spesso quando non voleva esporre direttamente le sue forze armate ufficiali. La Wagner ebbe un ruolo in Siria, paese dal quale Putin iniziò a ricostruire l’influenza di Mosca in Medio Oriente puntellando il regime di Assad e sfidando Barack Obama sull’uso di armi chimiche contro la popolazione civile. La Wagner fu decisiva nella prima aggressione contro l’Ucraina, quella del 2014 che sfociò nell’annessione della Crimea.

La Wagner si è installata in diversi paesi africani, talvolta sostituendovi dei contingenti militari francesi, com’è accaduto da ultimo nel Burkina Faso e nel Mali. Nell’Africa subsahariana i mercenari di Prigozhin si auto-finanziano facendosi pagare dai dittatori locali, spesso «in natura» cioè con l’accesso a risorse minerarie. Tuttavia è chiaro che uniscono il business privato alla missione geopolitica, che resta quella di consolidare l’influenza russa in Africa ogni volta che hanno l’opportunità di sostituire l’influenza occidentale. 

Anche nell’invasione dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022 i mercenari di Prigozhin sono stati a lungo coperti di elogi da Putin per i loro successi sul terreno contro le forze di Kiev. L’ammirazione dello Zar verso i mercenari è andata avanti fino a quando Putin ha cessato di tollerare gli attacchi sempre più frequenti e furibondi di Prigozhin contro i vertici delle forze armate regolari della Russia. 

In altre parti del mondo la Wagner continua e continuerà a fungere da longa manus per l’imperialismo russo; in Ucraina si è aperta una frattura legata all’andamento di quel conflitto, ai rovesci subiti dall’esercito di Putin, alle divergenze strategiche e tattiche, ai conflitti d’interessi, alla corruzione, all’incompetenza e così via. 

Come si può da questo quadro estrarre una teoria del complotto per cui Prigozhin è diventato improvvisamente un agente americano? Tutto è possibile alla mente umana, chi ci dimostra che Prigozhin non sia un extraterrestre? Oppure che sia Putin in ultima istanza ad essersi venduto alla Cia, la quale lo starebbe usando per distruggere quel che resta della sfera d’influenza russa? Quest’ultima ipotesi avrebbe perfino un briciolo di verosimiglianza, in base alla teoria del «cui prodest» (a chi giova?).

(…)

Estratto dell’articolo di Federico Varese per “la Repubblica” il 26 giugno 2023. 

[…] Il 24 giugno è stata una giornata concitata nell’élite russa, sia a Mosca che nelle regioni. A Perm, una città negli Urali, era quasi ora di cena quando riesco a parlare con un cinquantenne imprenditore locale, che gestisce quasi tutto il mercato immobiliare. «La situazione è calma», mi dice Sergej (nome di fantasia), a differenza di quanto successe durante il tentato golpe contro Gorbaciov nel 1991 e la distruzione del Parlamento da parte di Eltsin nel 1993.

«Allora andammo tutti in piazza, oggi siamo incollati ai computer». Estremamente nazionalista, Sergej avanza la tesi che dietro il tentato golpe ci siano forze straniere. Ben presto però ammette che Prigozhin (al quale la sua azienda ha donato fondi) è un patriota e non si capacita di come possa essersi fatto irretire dai nemici della madrepatria. «Fino a qualche giorno fa ci hanno assicurato che Wagner fosse una forza positiva e adesso sembra non esserlo più. Io ci avevo creduto». […] La verità squarcia le menzogne del potere e confonde.

Le denunce di Prigozhin hanno un ampio seguito anche tra chi appoggia la guerra che tra chi si oppone. Quando le macchine della polizia si sono avvicinate alle unità della Wagner a Rostov- sul-don sono state accolte dalle urla «Vergogna! Vergogna! » […] La classe media teme che i propri figli vengano richiamati al fronte e diventino “carne da cannone”, appunto come denuncia Prigozhin, e preferisce che la guerra la facciano i miliziani della Wagner piuttosto che i loro figli, come vorrebbe Putin.

Vanno aggiunte due considerazioni: l’ex ristoratore di San Pietroburgo è una figura amatissima tra i blogger militari più violenti, tra i suoi miliziani e tra le file dell’esercito regolare, il quale non era disposto a difendere Mosca dalla marcia del 24 giugno. A differenza di Putin, vestito con giacca e cravatta, sempre più distante e paranoico, Prigozhin, in uniforme, va tra la gente, incontra le madri dei caduti, le accompagna al cimitero, dona loro soldi.

La Wagner è una multinazionale del terrore, che ha penetrato il sistema politico di diversi stati africani. Ad esempio, nella Repubblica centrafricana controlla una agenzia di stampa, una tv, concessioni minerarie e addirittura gestisce una fabbrica di liquori. Opera anche in Libia, Mozambico, Burkina Faso, Mali e Sudan, oltre alla Siria. È impossibile liquidare Wagner senza che la Russia perda il controllo geopolitico di mezza Africa. Il gruppo promuove gli interessi economici del sistema di potere putiniano.

Fonti credibili a Londra e Mosca raccontano che Prigozhin sia il depositario di molti segreti del dittatore russo: transazioni economiche illegali, denari nascosti nei paradisi fiscali (tra cui Londra), le prove che Putin ha ordinato omicidi e interferito in diverse elezioni. Le rivelazioni potrebbero portare alla fine dell’ex grigio funzionario del Kgb. Molti elementi della burocrazia ex sovietica temono l’avventurismo di Prigozhin, ma è ormai una forza che non può essere liquidata facilmente. […] 

Col passare delle ore cresce lo scetticismo circa la versione ufficiale della soluzione della crisi, e soprattutto sul ruolo di Aleksandr Lukashenko, il presidente della Bielorussa. Può un leader malato, debole, che ha accettato sul suo territorio i missili nucleari tattici russi, diventare improvvisamente un garante credibile di un accordo che vede Wagner dissolversi e i suoi uomini entrare nei ranghi dell’esercito regolare? […] 

è possibile che Putin non si sia affatto liberato dell’abbraccio mortale con Wagner e provi invece di uscire dall’angolo cercando ancora una volta di utilizzare la milizia per i suoi fini. In questo scenario sempre più dibattuto nei circoli dell’intelligence occidentale, il cuoco di San Pietroburgo si trasferirebbe in Bielorussia, da dove ricostruirebbe la sua milizia e lancerebbe un attacco congiunto all’Ucraina dal Nord, una ipotesi fino ad ora rifiutata da Lukashenko. […]

Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera” il 26 giugno 2023.

Quando venerdì Prigozhin aveva accusato gli alti vertici militari di aver ordinato il bombardamento dei suoi uomini, il ministero della Difesa si era affrettato a diffondere un comunicato per smentire l’accaduto. Poi però, mentre gli eventi incalzavano e sembrava quasi che i wagneriani potessero arrivare ad assalire Mosca, non si è avuta più alcuna notizia degli alti papaveri militari. Putin sabato mattina ha parlato in tv alla nazione ma i due grandi nemici di Prigozhin sono invece completamente scomparsi dalla scena politica. 

E da quanto si è visto, sembra proprio che non siano nemmeno stati in grado di organizzare una adeguata mobilitazione di uomini e mezzi per fermare la colonna dei mercenari che ha percorso quasi 800 chilometri verso la capitale. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov non si sono mai sentiti mentre si decideva la sorte del Paese.

Ora si dice (soprattutto lo sostengono gli amici di Prigozhin) che siano entrambi sul piede di partenza, ma non c’è la minima conferma ufficiale. […] Certo, potrebbero essere sostituiti, e non solo per venire incontro alle richieste avanzate a gran voce dal capo della Wagner. Non c’è dubbio che in tutti questi mesi […] non abbiano dato il meglio. L’unico vero successo di quest’anno è stata la conquista di Bakhmut, ottenuta […] dai mercenari. Il problema è che tutti e due godono della fiducia del capo dello Stato […]

Shoigu, l’attuale capo della Difesa, è nel governo dal lontano 1991 […] è un personaggio particolare, grande collezionista di spade giapponesi e coltelli sacrificali aztechi. […] è astemio, cosa non proprio diffusissima in Russia. Era tra i più accesi sostenitori dell’inizio dell’«operazione» in Ucraina e a lui si devono le infondate speranze di risolvere la questione in pochi giorni con l’occupazione di Kiev e la rimozione del presidente Zelensky.

Poi, in tutti questi mesi, non si trova traccia di successi che possano essere attribuiti a sue brillanti intuizioni. […] Sono incominciate a circolare voci su possibili candidati alla sua poltrona. Il più accreditato è Aleksej Dyumin, governatore di Tula, ex assistente personale di Putin e, secondo un sito legato ai servizi segreti, quasi socio di Prigozhin nella Wagner: per questo avrebbe avuto un ruolo importante nel disinnescare la crisi.

Militare di carriera Gerasimov, il capo di stato maggiore, è un militare di carriera che viene dalla repubblica tartara e dai carri armati. È famoso soprattutto per aver spiegato in un suo intervento del 2013 i principi della guerra ibrida. […] Al generale si deve la brillante operazione grazie alla quale la Russia conquistò la Crimea nel 2014 […] Anche lui è responsabile dei fallimenti iniziali delle operazioni […] Da gennaio di quest’anno ha anche il comando diretto dell’intera «operazione» in Ucraina. Ma con lui alla guida al posto del generale Surovikin, le cose non sono cambiate granché. 

Parla Prigozhin: E’ stata una marcia per la giustizia. Il mio grazie a Lukashenko. Angelo Vitolo su L'Identità il 26 Giugno 2023

E’ ricomparso. Il fondatore e leader del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin ha appena pubblicato su Telegram un messaggio audio di 11 minuti, il primo da quando ha fermato la rivolta armata verso Mosca. Nell’audio, riferisce la Bbc, Prigozhin afferma che nessuno dei suoi uomini ha accettato di firmare un contratto con il ministero della Difesa. Dal primo luglio, ha aggiunto, il gruppo Wagner cesserà di esistere.

Ancora: è stata una ”marcia per la giustizia” quella verso Mosca organizzata dal leader del gruppo Wagner lo scorso 24 giugno e ”non un colpo di Stato per rovesciare la leadership russa”. E’ stata “una marcia per la giustizia, per protestare contro la decisione di eliminare Wagner dal primo luglio 2023, frutto di intrighi e decisioni sbagliate”, ha detto Prigozhin, sottolineando che la sua intenzione non era quella di condurre un colpo di Stato o di modificare la leadership russa eletta.

La spiegazione dello stop alle porte di Mosca: ha deciso di ”fare marcia indietro” e fermare l’avanzata dei suoi uomini a duecento chilometri da Mosca ”per evitare uno spargimento di sangue”. E ha espresso ”rammarico per aver colpito l’aviazione russa”. Sei elicotteri russi e un aereo sarebbero stati abbattuti dai suoi uomini due giorni fa.

Poi, un tentativo di affondo contro la gestione della sicurezza interna della Russia: la marcia dei miliziani del gruppo Wagner verso Mosca ”ha dimostrato che ci sono problemi seri di sicurezza su tutto il territorio della Russia”. Spiegando che “ci siamo fermati quando abbiamo sufficiente dimostrato quello che avevamo intenzione di fare”.

Prigozhin ha quindi accusato il ministero della Difesa russo di aver preso di mira le sue truppe con il fuoco dell’artiglieria, dicendo che quello è stato il “momento decisivo per noi di andarcene immediatamente”.

Di seguito, un pensiero per i suoi morti: sono una trentina i mercenari del gruppo Wagner che hanno perso la vita e altri quelli che sono rimasti feriti durante l’avanzata verso Mosca, colpiti dal fuoco di artiglieria delle forze armate russe. Decidendo di fermare l’avanzata verso Mosca dopo la perdita dei suoi uomini.

L'altro protagonista. Chi è Dmitry Uktin, il ‘cattivissimo’ della Wagner che ha guidato le truppe verso Mosca. Redazione Web su L'Unità il 26 Giugno 2023

Dopo le incredibili 24 ore della marcia verso Mosca e l’annuncio del ritiro a 200 chilometri, non è chiaro che fine farà Prigozhin, il capo della Wagner. Potrebbe però farsi spazio un altro volto legato alla Wagner, il suo numero due, Dmitry Uktin, colui che avrebbe materialmente guidato l’avanzata di sabato 24 giugno.

Cinquantatrè anni, ex ufficiale del Gru, il suo nome compare tra i fondatori del Gruppo Wagner ed è legato ad alcuni dei più controversi scontri della storia. Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, tutto ha iniziato nel 2011 quando in Russia inizia a operare il Moran Security Group, una società che si occupa di servizi di sicurezza per aziende fuori ai confini russi. L’azienda poi diventa nel 2013 la Slavonic Corps, che recluta e arresta soldati da inviare in zone di guerra. Le milizie si addestrano in Siria a Latakia, nella base aerea di Khmeimim, gestita e diretta dalle forze armate russe e offrono sostegno per combattere nell’interesse della Russia in Medio oriente, in Africa e sul Mar Nero. Sono questi gli anni dell’annessione della Crimea e del conflitto in Donbass. Ed è qui che Utkin mette a servizio della milizia le sue abilità militari.

Prigozhin è il finanziatore della Wagner e Uktin è il braccio d’azione che si occupa di strategia militare e addestramento degli uomini. Si deve alla sua passione per la musica di Wagner il nome della brigata di mercenari. Noto per le sue posizioni filonaziste che riporta anche nel suo aspetto fisico. Nelle foto compare con il capo rasato, la mascella serrata e il simbolo delle SS sul collo. Ha combattuto con la Wagner in Siria al fianco di Bashar al-Assad e qui è stato colpevole di tremendi crimini contro l’umanità come il fatto di aver dato l’ordine di stringere l’assedio intorno a villaggi e lasciare morire di fame gli abitanti.

Poi la Wagner combatterà al fianco dei separatisti filorussi in Donbass e in Crimea, scontrandosi con la Brigata Azov dei nazionalisti ucraini. Nel2015 la Wagner torna ufficialmente in Siria sotto comando di Putin. Combatte la battaglia di Palmira e la strappa all’Isis per contribuire alla stabilità del poter di Assad, alleato di Putin. Poi il gruppo combatterà anche in Libia e in Africa dove addestra un esercito in cambio dello sfruttamento di miniere d’oro per pagare i soldati. Nel 2017 Stati Uniti e Europa sanzionano la Wagner e ne congelano i beni che gravitano intorno alla organizzazione.

Con la guerra in Ucraina tutto il mondo conoscerà la ferocia della Wagner che si renderà responsabile di drammi e crimini come quelli accaduti a Bakhmut. Uktin è ritenuto “responsabile di gravi violazioni dei diritti umani commesse dal gruppo, che includono torture ed esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie”. Fin ora era rimasto nell’ombra dietro Prigozhin. Con la sua scomparsa, nelle prossime ore, potrebbe diventare un nuovo protagonista della situazione. Redazione Web 26 Giugno 2023

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per corriere.it il 26 giugno 2023.

Mentre resta ancora in sospeso il destino di Evghenij Prigozhin, c’è un nome e un volto che più di altri legato alla compagnia di milizie privata Wagner. Ed è quello di Dmitry Utkin. Ex ufficiale del Gru, amico personale di Putin, Utkin non solo è già uno dei capi e dei fondatori della Compagnia di mercenari. Ma sarebbe colui che ha guidato gli uomini del gruppo verso Mosca. 

[…] In qualità di ex ufficiale del Gru, Uktin ha un ruolo fondamentale nella nascita della Wagner.  Se all’epoca Prigozhin ne è fondamentalmente il finanziatore, è a Uktin, fervente ammiratore di Adolf Hitler e del compositore Richard Wagner, che si deve ad esempio il nome stesso della compagnia. Ma anche la visione tattica di dispiegamento sul campo sembrano essere una sua prerogativa. Più esperto a livello militare di Prigozhin, Uktin è l’uomo che si occupa dell’addestramento degli uomini dell’Orchestra.

Benché Putin abbia cercato di giustificare l’invasione dell’Ucraina come una guerra di «denazificazione», lo stesso gruppo Wagner ha connotazioni politiche filonaziste. Le poche foto che circolano in rete di Uktin bastano a fugare ogni dubbio: rasato, mascella serrata e il simbolo delle SS - le milizie personali di Hitler - tatuato sulle spalle, 52 anni e un fisico e un volto che mettono paura, Uktin è il ritratto perfetto del paramilitare con tempra siberiana, terra di origine della famiglia. 

Un militare crudele e spietato. Eppure in altre immagini più datate, lo si vede in abito scuro e sorriso compiaciuto a una cena di gala a Mosca dove, secondo media russi indipendenti, avrebbe ricevuto come incarico imprenditoriale quello di direttore di una società di catering) per conto di Prigozhin. 

Utkin dunque è eclettico e si sa spendere bene anche se nell’animo è un militare. Figlio di un geolologo di Asbest, serve fino al 2013 l’esercito russo come comandante del 700° distaccamento speciale separato delle Forze armate, gli Spetsnaz, con sede a Pskov. Poi nove anni fa la svolta: si unisce in Siria al corpo che combatte al fianco del presidente siriano Bashar al-Assad. Ed è qui che si sarebbe macchiato dei più terribili crimini, tra cui l’ordine dato ai suoi uomini di stringere d’assedio interi villaggi lasciati morire di fame. […] 

Nel 2015, Utkin torna in Siria con i suoi mercenari. Combatte la battaglia di Palmira e la strappa all’Isis con l’obiettivo di mantenere saldo al potere il dittatore Bashar Al Assad di cui Putin è alleato. E’ la prima grande operazione della Wagner in Siria che fin qui si era limitata a operazioni sotto copertura o di vigilanza. Molti dei suoi uomini muoiono sul campo. Poi il gruppo inizia a combattere in Libia e in Africa.

Nel 2017 gli Stati Uniti applicano sanzioni al gruppo di Utkin e lo stesso fa poi l’Unione Europea che vieta l’ingresso agli affiliati, congelandone alcuni beni individuati in territorio comunitario e varie società, a dimostrazione del massiccio giro di denaro attorno all’organizzazione. La Wagner ha attirato ufficialmente l’attenzione del mondo. Nel mentre, Prigozhin da semplice finanziatore ha preso sempre di più il controllo della compagnia, soprattutto quello politico. […] 

Fin qui Uktin, ritenuto «responsabile di gravi violazioni dei diritti umani commesse dal gruppo, che includono torture ed esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie», è rimasto nell’ombra. Ma ora potrebbe aprirsi un nuovo capitolo di cui Uktin potrebbe essere il protagonista.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 27 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di oggi. Attacco in un centro commerciale a Kramatorsk: 4 morti, tra i quali un bambino, e 42 feriti. Francesco Battistini, inviato, Marco Imarisio, inviato e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di martedì 27 giugno. Zelensky: «Siamo avanzati in tutte le direzioni». Stoltenberg: «La Nato pronta a difendersi contro Mosca»

• Il cardinale Zuppi è arrivato a Mosca per la seconda tappa della missione di pace vaticana

• Lukashenko racconta i negoziati con Prigozhin: «30 minuti di parolacce poi gli ho detto "ti schiacceranno a metà strada come una pulce»

• Il presidente bielorusso: «Arrivata buona parte della armi nucleari russe»

• Zelensky: «Ci sono tutti i presupposti per invitare Kiev nella Nato»

• Putin in tv ha condannato i «traditori» ed esortato i componenti della Wagner a trasferirsi in Bielorussia o a entrare nell’esercito regolare.

• In Bielorussia i wagneriani stanno costruendo un campo da 8 mila posti per i miliziani che restano fedeli al capo.

• Prigozhin: «La Marcia su Mosca? Volevamo giustizia, non fare un golpe».

• Biden: «Noi non c’entriamo con la rivolta russa, problema interno».

• Uktin, chi è il numero 2 della Wagner che ha guidato la rivolta.

Ore 00:20 - Putin ringrazia Shoigu e i capi della sicurezza: «Analizzare quanto accaduto»

«Vi ho riuniti per ringraziarvi per il lavoro svolto in questi giorni e per discutere della situazione che si è sviluppata in questo momento, nonché per parlare dei compiti che dobbiamo affrontare, a seguito di un'analisi degli eventi accaduti nel Paese», ha detto Putin, secondo quanto riportato da Interfax, al ministro Shoigu, alla leadership della Difesa russa e ai capi della sicurezza di Stato, durante un breve vertice dopo il fallimento della rivolta. Alcune immagini della riunione sono state trasmesse in tv.

Ore 01:32 - Zelensky, «Ieri siamo avanzati in tutte le direzioni»

Le truppe ucraine «sono avanzate in tutte le direzioni» nella giornata di ieri nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Oggi (ieri, ndr) — il fronte. Regioni di Donetsk, Zaporizhzhia. I nostri guerrieri, le nostre posizioni in prima linea, le aree di operazioni attive al fronte. Oggi (ieri, ndr) i nostri guerrieri sono avanzati in tutte le direzioni e questo è un giorno felice. Ho augurato ai ragazzi altre giornate come questa»: ha scritto Zelensky.

Ore 01:41 - Cnn: intelligence Usa ha tenuto segrete le informazioni sui piani di Prigozhin

I funzionari dell’intelligence statunitense sono stati in grado di raccogliere un quadro estremamente dettagliato e accurato dei piani del capo della Wagner Evgenij Prigozhin che hanno portato alla sua ribellione di breve durata, incluso dove e come Wagner stava pianificando di avanzare. Lo riferisce la Cnn, citando fonti, aggiungendo che le informazioni erano state condivise solo con alleati selezionati, inclusi alti funzionari britannici, e non a livello più ampio della Nato.

Secondo le fonti, non era chiaro esattamente quando Prigozhin avrebbe agito. Ma sembra che abbia deciso di andare avanti con il suo piano a seguito di una dichiarazione del 10 giugno del ministero della Difesa russo secondo cui tutte le compagnie militari private, inclusa la Wagner, sarebbero state costrette a firmare contratti con l’esercito russo a partire da luglio e sarebbero state essenzialmente assorbite dal ministero della Difesa russo.

Ore 01:54 - Biden sente Meloni, colloquio su Russia e Nato

Il presidente americano Joe Biden ha parlato con la premier Giorgia Meloni «nell’ambito della stretta collaborazione con gli alleati e i partner dopo i recenti eventi in Russia». Lo afferma la Casa Bianca riferendo della conversazione telefonica fra Biden e Meloni. «I due leader hanno affermato il loro sostegno all’Ucraina», si sono confrontati in vista del prossimo «vertice della Nato e hanno discusso i recenti sviluppi in Nord Africa».

Ore 02:29 - Biden invita Meloni a Washington a luglio

Joe Biden ha invitato la premier italiana Giorgia Meloni a Washington, in luglio, nel corso di una telefonata. La Casa Bianca ha precisato che i due leader hanno anche parlato della situazione in Russia. Il presidente degli Stati Uniti e la Presidente del Consiglio italiana hanno ribadito il «sostegno incrollabile all’Ucraina». Meloni e Biden si sono «coordinati anche sulla preparazione» del prossimo vertice Nato, l’11 e 12 luglio, che dovrà decidere su un eventuale rinnovo del norvegese Jens Stoltenberg alla guida dell’organizzazione atlantica.

Ore 02:40 - «The Telegraph»: i servizi russi hanno minacciato le famiglie dei leader Wagner

I servizi di sicurezza russi hanno minacciato le famiglie dei leader del Gruppo Wagner prima che il fondatore della milizia russa, Evgenij Prigozhin, decidesse di interrompere la sua marcia verso Mosca sabato scorso: lo riporta il Telegraph, che cita fonti della sicurezza del Regno Unito. Secondo il quotidiano, questo potrebbe aver contribuito alla decisione di Prigozhin di annullare inaspettatamente l’operazione militare. Secondo le stesse fonti, le truppe della Wagner ammontavano solo a 8.000 uomini anziché 25.000 e molto probabilmente avrebbero rischiato una sconfitta se avessero tentato di prendere la capitale.

Ore 07:15 - L’ira di Putin su Prigozhin: «Non ci spaccherete, potevamo soffocare la rivolta nel sangue»

(di Fabrizio Dragosei) Il momento più grave per la Russia è stato superato grazie all’unità del popolo e delle istituzioni, «di fronte ai ricatti e al tentativo di architettare una rivolta». Dopo ore di silenzio, Vladimir Putin si è presentato in tv davanti ai suoi concittadini per spiegare quello che, secondo lui, è accaduto sabato e pure per lanciare un segnale di apertura agli uomini della Wagner dei quali il Paese non può facilmente fare a meno in Ucraina.

Ore 07:18 - Kiev: «Proseguono i combattimenti nella regione del Donetsk»

Le forze russe continuano a concentrare i loro sforzi nelle direzioni di Lyman, Bakhmut e Marinka, nella regione di Donetsk, dove nel corso della giornata di ieri sono stati segnalati 38 scontri: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle forze armate di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Nelle ultime 24 ore i russi hanno effettuato un attacco missilistico, 45 raid aerei e 38 attacchi con lanciarazzi multipli sull’Ucraina. In particolare, sono stati lanciati tre missili S-300. Le forze di difesa hanno abbattuto due missili da crociera Kalibr e sette droni kamikaze Shahed. Inoltre, le forze russe hanno attaccato da nord con quattro droni non identificati, che sono stati distrutti.

Ore 07:23 - Il punto militare | Quale sarà il destino della Wagner?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Da personaggio ovunque a uomo furtivo, attento a non esporsi troppo in pubblico e tanto meno ad un balcone. È l’arco della parabola di Evgenij Prigozhin: dopo la fallita rivolta è scomparso dalla scena per riemergere con un audio di undici minuti, come un Bin Laden qualsiasi. Sortita che fa il paio con il video non databile del suo acerrimo rivale, il ministro della Difesa Shoigu. Secondo alcune testimonianze il capo della Wagner sarebbe stato avvistato al Green City Hotel, a Minsk, in Bielorussia. Un «tre stelle» da 68 euro a notte se prenotate via Internet. Ma dalla capitale negano.

Per ora non esistono certezze, «niente è vero, tutto è possibile» è lo slogan dell’esperta Dara Massicot. Dal quartier generale della Wagner hanno rassicurato: il nostro lavoro prosegue regolarmente. In patria, in Ucraina, in Africa, quest’ultima la riserva di caccia della compagnia, il forziere lontano. La Tass comunica che sono stati riaperti centri di reclutamento.

Ore 07:28 - Il falco Markov: «Putin avrebbe dovuto fucilare Prigozhin»

(di Marco Imarisio) Secondo Sergey Markov, ex consigliere per la politica estera di Vladimir Putin dal 2011 al 2019, uomo ancora oggi ben introdotto nelle segrete stanze del Cremlino, Putin esce indebolito dalla soluzione della rivolta di sabato, come spiega in una intervista. (...).

È stato davvero un colpo così duro all’immagine della Russia?

«Certamente. In una superpotenza non avvengono ribellioni».

Putin aveva un’alternativa all’accordo con Prigozhin?

«Non credo. La Wagner sono i nostri soldati, hanno combattuto con noi. Ma nel mondo, quel compromesso è stato comunque accolto come sintomo di fiacchezza. Perché ad un ribelle non si telefona. Mi chiamano in continuazione da altre repubbliche ex sovietiche e mi dicono: come mai è finita così? Il ribelle doveva essere arrestato e fucilato, se si vuole mantenere un potere forte».

Ore 08:15 - Kiev: 590 soldati russi uccisi in 24 ore

Sono 590 i soldati russi che sono stati uccisi nelle ultime 24 ore. Lo scrivono le forze armate di Kiev nel loro ultimo bollettino militare, aggiornando a 226.170 il totale dei militari russi morti in battaglia dall’inizio del conflitto. Sono invece più di quattromila i carrarmati distrutti (4.036), cinque ieri, e i lanciarazzi neutralizzati (4.083), 28 nell’ultima giornata.

Ore 08:25 - Kiev: «Abbattuti due missili e sette droni russi»

Le forze armate ucraine hanno abbattuto due missili da crociera Kalibr e sette droni UAV Shahed durante gli attacchi delle forze russe nella notte. Lo rende noto Kiev. Combattimenti si sono verificati intorno a Lyman e Bakhmut.

Ore 08:26 - Ministero Difesa russo: esercitazioni di caccia sul Mar Baltico

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che da stamattina sono in corso esercitazioni di caccia tattici sul Mar Baltico con l’obiettivo principale di testare la prontezza a eseguire operazioni di combattimento e compiti speciali. In un post su Telegram il ministero ha dichiarato che «gli equipaggi dei Su-27 della flotta del Baltico hanno sparato con armi aviotrasportate contro missili da crociera e finti aerei nemici». Questi caccia, ha aggiunto il ministero, sono in «servizio di combattimento 24 ore su 24» a guardia dello spazio aereo dell’exclave russa di Kaliningrad.

Ore 08:40 - «L’aereo privato di Prigozhin è atterrato a Minsk»

Il jet privato del capo del gruppo della Wagner, Evgenij Prigozhin, è atterrato all’aeroporto militare di Machulishchi, vicino a Minsk, in Bielorussia. Lo riferisce Ukrainska Pravda. L’aereo, scrive, è arrivato all’aeroporto alle 6.40, ora locale, da Rostov sul Don. Pochi minuti dopo un altro jet è atterrato allo stesso aeroporto da San Pietroburgo.

Ore 09:13 - 007 Gb: Kiev ha riconquistato area occupata dai russi dal 2014

Le forze armate di Kiev sono riuscite a riconquistare un territorio occupato dai russi dal 2014. Lo riferisce l’intelligence britannica nel suo briefing quotidiano, sottolineando che è la prima volta che questo accade. «Le forze aviotrasportate ucraine hanno compiuto piccoli progressi a est dal villaggio di Krasnohorivka, vicino alla città di Donetsk, che si trova sulla vecchia linea di controllo», si legge nel bollettino diffuso dal ministero della Difesa di Londra. «Questo è uno dei primi casi dall’invasione russa del febbraio 2022 in cui le forze ucraine hanno molto probabilmente riconquistato un’area di territorio occupata dalla Russia dal 2014», fa notare l’intellogence britannica. «I recenti molteplici assalti ucraini simultanei in tutto il Donbass hanno probabilmente sovraccaricato le forze della Repubblica popolare di Donetsk e cecene che operano in quest’area», aggiunge il rapporto.

Ore 10:02 - Isw: Putin che indica la Bielorussia come rifugio per la Wagner può essere una trappola

Vladimir Putin potrebbe tendere una trappola ai combattenti del Gruppo Wagner presentando la Bielorussia come un rifugio sicuro. Lo ha ipotizzato un thinktank statunitense dell'Istituto per lo studio della guerra (Isw). Il presidente russo ha detto ai membri del gruppo di mercenari che disponevano di tre opzioni dopo il loro rivolta finita: continuare a servire la Russia, ritirarsi o seguire il loro leader Prigozhin in Bielorussia. Ma secondo l'Isw il Cremlino probabilmente considererà i militari in fuga nel Paese vicino come traditori «a prescindere dal fatto che intraprenda o meno un'azione immediata contro di loro».

Ore 10:12 - Lukashenko: pronti a combattere durante la rivolta della Wagner

Il presidente bielorusso, Aljaksand Lukashenko, ha detto di aver ordinato di mettere l'esercito bielorusso in stato di massima allerta durante la rivolta di Wagner per essere pronto al combattimento. Lo scrive la Tass.

Ore 10:12 - Mosca: trasferimento delle attrezzature Wagner alle truppe russe

Sono in corso i preparativi per il trasferimento dell'equipaggiamento militare pesante di Wagner alle truppe russe. Lo riferisce il ministero della difesa russo, come riporta la Tass.

Ore 10:20 - Mosca: archiviato il procedimento penale per la ribellione

L'indagine sulla Wagner è chiusa. I servizi russi, l'Fsb, hanno archiviato il procedimento penale per ribellione armata nei confronti dei miliziani del gruppo mercenario (che sabato è stato protagonista della rivolta), rilevando che «i suoi partecipanti hanno interrotto le azioni volte a commettere l'ammutinamento». Lo riportano le agenzie russe.

Ore 11:02 - Onu: 77 esecuzioni sommarie di Mosca nelle aree occupate

La Russia ha giustiziato 77 civili ucraini in detenzione arbitraria nelle aree occupate, secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato oggi. «Abbiamo documentato l'esecuzione sommaria di 77 civili mentre erano arbitrariamente detenuti dalla Federazione Russa», ha detto Matilda Bogner, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, in una conferenza stampa a Ginevra.

Ore 11:17 - Lukashenko: la situazione con la Wagner ci è sfuggita di mano

Il presidente bielorusso ha dichiarato che le persistenti tensioni tra il gruppo paramilitare Wagner e l'esercito russo sono state gestite male, portando lo scorso fine settimana allo «scontro» tra le due parti. «La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così», ha dichiarato Lukashenko ai giornalisti, citato dall'agenzia di stampa statale Belta. Aggiungendo: «Non ci sono eroi in questa storia».

E ancora: «Non nascondo che è stato doloroso assistere agli eventi che si sono verificati nel sud della Russia. Non solo per me. Molti dei nostri cittadini li hanno presi a cuore. Perché la Patria è una».

Ore 11:38 - Crimea, rete ferroviaria fatta saltare nel distretto di Kirov

Le autorità filorusse della Crimea affermano che è stato fatto saltare un tratto della rete ferroviaria nella Crimea occupata. «I binari ferroviari sono stati danneggiati nel distretto di Kirov. Non vi sono vittime», ha detto a Ria Novosti il governatore filorusso, Sergey Aksyonov, aggiungendo che i lavori di riparazione dureranno fra le quattro e le otto ore. Diversi canali Telegram russi, riferisce Ukrainska pravda, scrivono che persone sconosciute hanno fatto saltare i binari. Secondo il canale Baza, un vagone merci è deragliato per effetto dell'esplosione.

Ore 12:07 - Il cardinal Zuppi oggi a Mosca: «Creare un’atmosfera di pace»

(di Gian Guido Vecchi) Il cardinale Matteo Zuppi è in viaggio verso Mosca per la seconda tappa della «missione di pace» voluta da Papa Francesco, dopo la visita a Kiev del 5 e 6 giugno. Il cardinale è atteso nella capitale russa in serata. La Segreteria di Stato stava preparando la visita da tempo. Alla vigilia della partenza, il cardinale ha incontrato il Papa per riferirgli della visita a Kiev — era tornato dall’Ucraina il giorno del ricovero di Francesco al Gemelli, e non aveva potuto parlargli — e preparare quella a Mosca. Incontrerà il patriarca ortodosso di Mosca Kirill e responsabili del governo russo, anche se non si sa ancora se vedrà Putin, come in Ucraina ha incontrato Zelensky. «Faremo tutto il possibile, in piena sintonia con il Santo Padre», spiegava pochi giorni fa. «Con molta pazienza, ma anche urgenza, perché ogni giorno in più vuol dire tanta sofferenza in più».

Ore 12:14 - Peskov: «Prigozhin? Non so dove sia»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non sapere dove sia il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin. «Non dispongo di questa informazione e non posso dirvi nulla», ha affermato Peskov rispondendo alle domande dei giornalisti, secondo quanto riferisce Ria Novosti.

Ore 12:20 - Mattarella: «La guerra in Ucraina rallenta l'economia»

«Se la crescita dell'economia globale negli ultimi decenni ha riversato qualche stilla di risorse verso le aree meno fortunate, pandemia e rinnovate tensioni internazionali, a partire dalla guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l'indipendenza dell'Ucraina, hanno provocato un rallentamento delle economie, con una contrazione delle capacità di spesa in tutti i Paesi e soprattutto in quelli a più basso reddito». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione del XVI Simposio Cotec Europa al teatro Massimo di Palermo.

Ore 12:28 - Putin chiede un minuto di silenzio per i morti nella rivolta. All'esercito dice: «Avete fermato la guerra civile»

Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto di onorare con un minuto di silenzio i morti nella rivolta del battaglione Wagner andata in scena il 24 giugno scorso. Lo riporta Ria Novosti. Si tratta degli aviatori sui velivoli militari russi che sono stati abbattuti dalla milizia di Prigozhin. La richiesta è arrivata durante un discorso del presidente russo al personale militare in piazza alla presenza del ministro della Difesa russo Shoigu. «I veri difensori in tempi difficili hanno ostacolato i disordini, il cui risultato sarebbe stato il caos», li ha lodati Putin. «Avete sostanzialmente fermato una guerra civile e agito in modo corretto e coordinato». Precisando che «le persone che sono state trascinate nell'insurrezione hanno visto che l'esercito e il popolo non erano con loro».

Ore 13:21 - «Attacco russo a Kremenchung a un anno dalla strage nel mall»

Con missili Kh-22, i russi sono tornati ad attaccare Kremenchug ad un anno da un attacco russo che fece una strage in un mall della cittadina nella regione di Poltava sulle rive del fiume Dnipro. Lo riporta il capo dell'aeronautica militare delle forze armate ucraine Yuriy Ignat, come riferisce Ukrainska Pravda. «Il nemico ha attaccato la regione di Poltava. Come un anno fa in questo giorno, con missili Kh-22. C'è stato un colpo nella regione di Kremenchug in una cooperativa in campagna. Non risultano al momento vittime né colpi su infrastrutture critiche».

Ore 13:34 - Onu: «I russi hanno eseguito 77 esecuzioni sommarie di civili in Ucraina. 75 casi di detenzione arbitraria da parte delle forze di Kiev »

Il più recente report dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha rivelato che le forze russe avrebbero eseguito almeno 77 esecuzioni sommarie di civili nei territori occupati. L’organismo mondiale ha intervistato centinaia di vittime e testimoni per un rapporto che descrive anche in dettaglio più di 900 casi di civili, compresi bambini e anziani, detenuti arbitrariamente durante il conflitto, la maggior parte dei quali da parte della Russia. La stragrande maggioranza degli intervistati ha dichiarato di essere stata torturata e, in alcuni casi, di aver subito violenze sessuali durante la detenzione da parte delle forze russe, ha dichiarato Matilda Bogner, a capo dell’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani in Ucraina.

Il report ha documentato anche 75 casi di detenzione arbitraria da parte delle forze di sicurezza ucraine, affermando che una percentuale significativa di questi si configura anche come sparizioni forzate. Più della metà delle persone detenute dalle forze ucraine ha riferito di essere stata torturata o maltrattata, di solito durante gli interrogatori o subito dopo l’arresto, ha precisato Bogner. L’Ucraina ha concesso agli investigatori delle Nazioni Unite «un accesso riservato senza ostacoli» ai detenuti nei centri di detenzione ufficiali, ad eccezione di un gruppo di 87 marinai russi. «La Federazione Russa non ci ha concesso tale accesso, nonostante le nostre richieste», ha detto Bogner.

Ore 13:39 - L’Ue invia 500 generatori per le zone allagate dell’Ucraina

L’Ue è impegnata nell’invio di 500 generatori di corrente elettrica all’Ucraina per sostenere le autorità locali a fare fronte alle conseguenze del crollo della diga di Nova Kakhovka, avvenuto a inizio giugno. Lo annuncia la Commissione europea, indicando che i dispositivi «saranno utilizzati per ripristinare infrastrutture critiche come stazioni di pompaggio dell’acqua e stazioni fognarie nelle aree colpite».

«La distruzione della diga di Nova Kakhovka è stato l’ennesimo attacco oltraggioso da parte della Russia a infrastrutture civili critiche, con conseguenze catastrofiche per l’ambiente e le comunità locali», ha dichiarato il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, ringraziando i Paesi europei che hanno subito offerto assistenza all’Ucraina attraverso il meccanismo di protezione civile Ue. «Continuiamo a lavorare al fianco delle autorità ucraine per fornire assistenza d’emergenza alle popolazioni colpite per tutto il tempo necessario», ha sottolineato Lenarcic.

Ore 13:40 - Lukashenko: «Se la Russia collassa, finiremo sotto le macerie. Moriremo tutti»

«Non fate di me un eroe, né di me, né di Putin e né di Prigozhin. Ci siamo fatti sfuggire di mano la situazione, pensavamo si sarebbe dissolta da sola e invece non è stato così. Non ci sono eroi in questo caso, due persone che combattevano unite sul fronte sono entrate in collisione», a riportare la versione del presidente della Bielorussia Lukashenko è il consigliere di Zelensky ed ex viceministro agli Interni Anton Gerashchenko.

Ore 13:48 - Zelensky: «Nato? Ci sono tutte le ragioni perché l'Ucraina venga invitata»

«Ci sono tutte le ragioni per un invito politico all'Ucraina ad aderire all'Alleanza. C'è piena comprensione delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina fino al momento dell'adesione», scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un post dal titolo "Nato.Vilnius.Ucraina" a poche settimane dal vertice Nato nella capitale lituana. «Stiamo lavorando con il team per rendere le decisioni del vertice di Vilnius davvero significative», ha aggiunto.

Ore 14:29 - Putin: «Rischiavamo di perdere tutte le conquiste in Ucraina»

Se non fosse stato fermato l’ammutinamento della Wagner nel fine settimana tutti i risultati ottenuti finora nel conflitto in Ucraina «sarebbero andati perduti». Lo ha detto Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti. «Non si sa cosa sarebbe stato del Paese - ha sottolineato Putin - ma tutti i risultati ottenuti nei combattimenti saranno andati perduti».

 Il presidente russo ha poi detto di sperare che i responsabili della Wagner «non abbiano rubato nulla», ma ha aggiunto che saranno fatti gli opportuni controlli. Putin ha aggiunto che nell’ultimo anno lo Stato ha finanziato la Wagner per un totale di 86 miliardi di rubli (circa un miliardo di euro).

Ore 14:38 - Orban: «Inaccettabile dare 50 miliardi a Kiev da fondi Ue»

Il premier ungherese Viktor Orban è tornato ad attaccare la revisione di bilancio proposta dalla Commissione europea in occasione dei lavori preparatori in vista del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì prossimo. Il primo ministro ha bollato la proposta come «insignificante e inadatta al dibattito». «Non è accettabile - scrive Orban in un tweet - che Bruxelles voglia concedere 50 miliardi di euro di aiuti aggiuntivi all’Ucraina, mentre non sappiamo nulla sull’utilizzo dei fondi Ue inviati dall’inizio della guerra».

Ore 14:40 - Lukashenko: «I miliziani Wagner ci porteranno esperienza»

La Bielorussia non ha nulla da temere dall’arrivo dei miliziani Wagner, che anzi possono essere utili alle forze armate di Minsk per la loro esperienza. Lo ha detto il presidente Alexander Lukashenko incontrando il ministro della Difesa Viktor Khrenin. «Ci diranno cosa è importante adesso» in fatto di armi e strategia sul campo, ha affermato Lukashenko, citato dall’agenzia Ria Novosti.

Ore 14:53 - Lukashenko: «Eravamo pronti a inviare una brigata in Russia»

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha affermato che durante l’avanzata in Russia dei mercenari della compagnia Wagner «un’intera brigata era pronta per essere trasferita nella Federazione Russa, se necessario». Lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.

Ore 15:19 - «Ministro della Difesa bielorusso dona a Lukashenko copia bomba atomica Urss»

Il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin avrebbe donato al dittatore Aleksandr Lukashenko una copia della prima bomba atomica sovietica: lo sostiene l’agenzia di stampa statale bielorussa Belta. «Lasci che le dia un dono simbolico: la prima bomba nucleare sviluppata in Unione Sovietica nel 1949», avrebbe detto Khrenin a Lukashenko presentando «una copia» dell’ordigno.

 «I nostri nemici non devono pensare che siamo ossessionati dal simbolismo o che siamo molto contenti delle armi nucleari. È solo una cosa simbolica», avrebbe risposto il dittatore bielorusso. Il 16 giugno Putin ha affermato che alcune armi tattiche nucleari russe sarebbero già state consegnate alla Bielorussia e altre dovrebbero essere trasferite entro la fine dell’anno.

Ore 15:23 - Il cardinale Krajewski a Kherson dopo la distruzione della diga: «Qui con medicine e cibo»

Questa è «una spedizione evangelica». Così l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, definisce il suo viaggio a Kherson in questi giorni, come riportato da Vatican News. A Kherson è stata distrutta la diga idroelettrica di Kakhovka, causando l’inondazione di oltre 80 villaggi e paesini, la devastazione di 20 mila ettari di terreni agricoli e il riversamento di oltre 150 tonnellate di petrolio. Il porporato - partito il 22 giugno da Roma - è giunto guidando lui stesso un camion pieno di viveri e medicinali, provenienti dal Vaticano, dal Policlinico Gemelli e dalla raccolta del “banco sospeso a Napoli”. «Staremo due giorni a Kherson e poi andremo forse verso Kyiv - dice ancora Krajewski. Vado a incontrare le comunità, anche noi riceviamo tanto da questa gente». L’ultima parte della missione sarà a Leopoli.

Ore 15:28 - Cremlino: «Non ci sono prerequisiti per negoziati»

Non ci sono i prerequisiti al momento per i colloqui con l’Ucraina, poiché Kiev e tutto l’Occidente escludono questa possibilità: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Per quanto riguarda i negoziati, posso dire ancora una volta che, attualmente, non ci sono i presupposti per una tale possibilità. Sappiamo che questo è completamente escluso da Kiev e completamente escluso dai Paesi occidentali, quindi non ci sono i prerequisiti».

Ore 15:43 - Manager italiano dell’energia fermato a Mosca

Un manager italiano è stato fermato a Mosca. Adesso si trova in libertà vigilata, in attesa del processo. Lo confermano fonti della Farnesina, sottolineando che il consolato generale si sta occupando del caso e senza aggiungere altro. Secondo quanto si apprende da altre fonti, si tratterebbe di Giovanni Di Massa, 61 anni, uno dei top manager della compagnia energetica Iss International.

Ore 16:16 - Media russi: «Il manager italiano fermato con del mefedrone»

Il top manager italiano Giovanni Di Massa, 61 anni, sarebbe stato fermato dalla polizia stradale mentre guidava un’auto aziendale in piena notte e trovato in possesso di mefedrone, una sostanza psicoattiva. Lo riporta il media russo Baza su Telegram. Dopo aver fermato la macchina, secondo quanto riporta il media, gli agenti avrebbero notato che Di Massa era visibilmente nervoso e hanno deciso di perquisirlo. Il manager italiano aveva con sé una bustina di polvere bianca, che si sarebbe rivelata mefedrone, precisamente 1,15 grammi.

Ore 16:17 - «Prigozhin a Minsk in un hotel senza finestre, per proteggerlo»

«Immagino - anche se è solo una voce - che Prigozhin si trovi in uno dei pochi hotel di Minsk che non ha finestre, forse per proteggerlo dai tentativi di omicidio». Lo ha detto il capo del comitato di intelligence del Senato degli Stati Uniti Mark Warner alla Nbc, sottolineando di aver ricevuto informazioni che il capo della Wagner era effettivamente nella capitale bielorussa.

Ore 16:33 - Svezia: «Progressi significativi per l'ingresso della Moldavia nell'Ue»

«La Moldavia ha fatto progressi notevoli nel suo percorso di ingresso nell'Ue, soprattutto alla luce dei tentativi della Russia di destabilizzare il Paese». Lo ha detto la ministra svedese per gli Affari Europei Minister for EU Affairs Jessika Roswall.

Ore 16:40 - Il presidente bielorusso: «Buona parte della armi nucleari russe è arrivata»

Una «parte significativa» delle armi nucleari russe che devono essere dispiegate in Bielorussia è già stata consegnata a questo Paese, ha detto LukashenkoOre 16:40 - Lukashenko: «L'inestimabile esperienza della Wagner ci sarà utile»

Lukashenko ha detto di voler approfittare «dell'inestimabile esperienza» della Wagner. «Se i comandanti vengono qui e ci aiutano.. condividono con noi quello che è importante... Sulle tattiche e le armi, come condurre un'offensiva e organizzare una difesa. Questo è inestimabile. Ed è quello che dovremo prendere dalla Wagner», ha detto Lukashenko all'agenzia stampa bielorussa BeLta, rilanciata dalla Tass. Ci sono molte speculazioni sull'arrivo degli uomini della Wagner in Bielorussia, «la gente non capisce che noi abbiamo a riguardo un approccio pragmatico», ha aggiunto il leader di Minsk.

Ore 16:45 - Giovanni Di Massa, il manager italiano fermato a Mosca: «Aveva con sé mefedrone»

(di Redazione Online) Un manager italiano è stato fermato a Mosca. Lo confermano fonti della Farnesina, sottolineando che il consolato generale si sta occupando del caso, senza aggiungere altro. Secondo quanto si apprende da altre fonti, si tratterebbe di Giovanni Di Massa, 61 anni, uno dei top manager della compagnia energetica Iss International, di San Donato Milanese. (...)

Ore 16:53 - Lukashenko a Prigozhin durante i negoziati: «Ti schiacceranno a metà strada come una pulce»

«Ti schiacceranno a metà strada come una pulce». Queste le parole che il presidente bielorusso Lukashenko avrebbe detto sabato scorso durante i negoziati con il fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, per convincerlo a fermare la sua avanzata verso Mosca.

Lo ha rivelato lo stesso Lukashenko durante una cerimonia militare, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale Belta. «Ho detto: Yevegny, nessuno ti darà né Shoigu né Gerasimov. In particolare in questa situazione. Conosci Putin bene quanto me», ha raccontato il leader bielorusso, riferendosi alla richieste del capo della Wagner di destituire il ministro della Difesa ed il capo di Stato maggiore russi. Parlando sempre del colloquio, Lukashenko ha detto a Prigozhin: «In secondo luogo, non ti incontrerà. Non ti parlerà nemmeno al telefono a causa di questa situazione». Secondo il leader bielorusso, il fondatore della Wagner è rimasto per un po' in silenzio e poi ha tuonato: «Ma noi vogliamo giustizia! Vogliono soffocarci! Avanzeremo su Mosca!». A quel punto il capo di Stato bielorusso ha messo in guardia Prigozhin: «Sarai schiacciato a metà strada come una pulce. Nonostante le unità dell'esercito siano impegnate sul fronte rilevante gli ho detto di pensarci». «No - mi ha risposto - Era euforico».

Ore 17:31 - Bombardata la città di Orekhov in Ucraina, un morto e sei feriti

Nel pomeriggio di oggi, nella regione di Zaporozhzhia, bombardamenti con l'artiglieria hanno colpito Orekhov e Preobrazhenka. Un uomo anziano è stato ucciso, sei ucraini sono rimasti feriti. Lo rende noto Yuriy Malashko, capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporozhzhia. La notizia è confermata dalla Pravda ucraina.

Ore 17:47 - L'ambasciatore russo a Roma: «La leadership di Putin resta indiscussa»

Il neo ambasciatore russo in Italia, Aleksei Paramonov, sul suo canale Telegram in italiano "Ambasciator non porta pena", ha scritto che «la marcia di Prigozhin su Mosca è stata provocata unicamente dalle sue esorbitanti ambizioni e dai suoi interessi personali. Non ha ricevuto alcun sostegno dalla società, dallo Stato o dall'esercito e fin dall'inizio era destinata a fallire».

Nel lungo post, il diplomatico - che ribadisce la leadership «indiscussa» del presidente Putin - ricorda «alcune situazioni analoghe» che si sono verificate in passato in altri Paesi europei.

Ore 18:12 - Yermak sulla missione del cardinale Zuppi: «Utile se aiuta lo scambio di prigionieri, ma non abbiamo bisogno di mediazione. Non ci fidiamo di Mosca»

Yermak, il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, accoglie con favore il viaggio del cardinale Matteo Zuppi «se segna l'inizio del coinvolgimento del Vaticano nello scambio di prigionieri e nel ritorno dei bambini» deportati in Russia. Yermak, che ne ha parlato in un incontro con i media internazionali a Kiev, ha ripetuto che l'Ucraina rifiuta il negoziato con la Russia che il Vaticano propone, fino a quando l'esercito russo non abbandonerà i territori che occupa in Ucraina. «Non abbiamo bisogno di mediazione. Non ci fidiamo della Russia e crediamo che questo non cambierà», ha aggiunto, riferendosi agli accordi di Minsk firmati tra Kiev e Mosca dopo il primo intervento russo in Ucraina nel 2014, che non hanno portato alla pace nel Donbass, né hanno impedito l'invasione russa.

Ore 18:19 - Kuleba: «Altri sfideranno Putin dopo Prigozhin»

«Per noi, è sempre stato abbastanza ovvio che fosse solo una questione di tempo prima che qualcuno in Russia osasse sfidare Putin. Perché abbiamo visto come il suo potere e la sua autorità si stiano riducendo e come la Russia stia entrando in un periodo di disordini molto difficile. Quindi Prigozhin è solo il primo che ha osato, ma non ho dubbi che altri seguiranno in un modo o nell'altro». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un'intervista alla Cnn.

Ore 18:24 - Lukashenko: «Nessuna provocazione dai militari della Wagner al vertice Nato»

I mercenari della Wagner non creeranno nessuna provocazione dal territorio della Bielorussia in vista del vertice della Nato a Vilnius. L'ha detto oggi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, dopo che oggi ha confermato che il capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, che ha guidato il tentativo di ammutinamento in Russia il 24 giugno, è arrivato in Bielorussia. «Se avessimo bisogno di una provocazione, ho migliaia di militari nella direzione occidentale. Basterebbe un mio ordine e loro organizzerebbero qualsiasi provocazione. Ma non ne abbiamo bisogno», ha detto Lukashenko, citato dall'agenzia di stampa statale Belta.

Ore 18:46 - Lukashenko: «Ho consigliato a Putin di non uccidere Prigozhin»

«Ho detto a Putin: può essere ucciso, non è un problema. O al primo tentativo o al secondo. Ma gli ho consigliato di non farlo», ha raccontato il presidente bielorusso.

Ore 18:52 - Kiev: «Al vertice Nato di Vilnius vogliamo delle forti assicurazioni»

Dal vertice della Nato di Vilnius in luglio «noi ci aspettiamo un segnale molto forte» a proposito dell'adesione di Kiev all'Alleanza, a guerra finita: «Un segnale così forte che non sia più possibile tornare indietro», ha detto Yermak.

«Dopo la guerra, vogliamo l'adesione piena alla Nato», ha proseguito aggiungendo che la partecipazione o meno del presidente Volodymyr Zelensky al summit in Lituania «dipenderà dai segnali che riceverà nel frattempo», che lui «ascolta con attenzione». Yermak ha inoltre detto di essere fiducioso che i primi F-16 dagli alleati arriveranno in Ucraina già entro la fine dell'anno.

Ore 19:17 - Zuppi, l'inviato del Papa è arrivato a Mosca per la seconda tappa della missione di pace

 Ore 19:28 - Dagli Usa nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev da 500 milioni di dollari

Il Pentagono, come riporta il Guardian, ha annunciato che gli Usa forniranno a Kiev un nuovo pacchetto di aiuti militari da 500 milioni di dollari che includerà veicoli da combattimento Bradley e mezzi corazzati Stryker, e munizioni per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità.

Ore 19:30 - Attacco russo a Kramatorsk, colpito un ristorante: un bambino tra i feriti

Le forze russe hanno colpito un ristorante a Kramatorsk, nella regione di Donetsk: secondo le fonti citate da Ukrainska Pravda ci sarebbero civili feriti, tra cui un bambino. Un secondo attacco, come riferito ancora da Yermak, avrebbe colpito invece il villaggio di Bilenke.

Ore 19:37 - Kiev: «Riceveremo i caccia F-16 entro la fine dell'anno»

Il capo dell'ufficio di presidenza ucraina Andriy Yermak, parlando con i giornalisti ucraini e internazionali, ha detto di credere che «sia assolutamente possibile ottenere l'F-16 prima della fine dell'anno».

Secondo Yermak, i negoziati sulla fornitura con i partner stranieri sono intensi e produttivi. «Tutto è aperto e trasparente, sulla piena fiducia», ha detto Yermak.

Ore 19:56 - Zelensky ringrazia Biden per il nuovo pacchetto di aiuti da 500 milioni

Il presidente Zelensky ha scritto su Twitter di essere «sinceramente grato al presidente degli Stati Uniti (Joe Biden) e a tutto il popolo americano per un altro pacchetto di assistenza alla difesa da 500 milioni di dollari». Secondo il presidente ucraino «altri veicoli corazzati Bradley e Stryker, munizioni per Himars, Patriots e Stingers aggiungeranno ancora più potenza alle forze di difesa ucraina». «Ogni pacchetto di tale assistenza è un passo verso la nostra comune vittoria sull'aggressore russo», sostiene Zelensky .

Ore 20:09 - Russi bombardano ristorante a Kramatorsk

I missili russi hanno colpito stasera un ristorante nel centro di Kramatorsk, nell’Ucraina orientale. Lo rende noto Pavlo Kyrylenko, governatore della regione orientale di Donetsk. Le autorità stanno lavorando per «stabilire il numero di feriti e le possibili vittime». Un giornalista dell’AFP sul posto ha visto polizia, ambulanze, soldati e il sindaco della città vicino al ristorante Ria Pizza, dove si era radunata una folla. Uno dei cuochi, Ruslan, 32 anni, ha detto che c’erano «molte persone» al momento dell’esplosione. Natalia, in lacrime, ha spiegato che il suo fratellastro Nikita, 23 anni, era dentro vicino al forno della pizza. «Non possono tirarlo fuori, era coperto» dai detriti, ha detto. Kramatorsk, un tempo città di 150.000 abitanti, è l’ultima grande città sotto il controllo ucraino nell’est del paese. Si trova a circa 30 chilometri dalla linea del fronte.

Ore 21:34 - Attacco Kramatorsk, 4 morti, tra i quali un bambino, 42 feriti

È salito ad almeno 4 il numero dei morti dopo il raid russo a Kramatorsk. I feriti sono 42, tra cui un bambino di 8 mesi. Lo ha riferito l’ufficio del procuratore generale, come riporta Ukrinform.

Ore 00:52 - Stoltenberg: «La Nato pronta a difendersi contro Mosca»

La Nato è pronta a difendersi da qualsiasi minaccia da «Mosca o Minsk», ha detto il capo dell’alleanza Jens Stoltenberg, dopo che la Bielorussia ha accolto in esilio il leader ribelle Wagner Yevgeny Prigozhin. Stoltenberg ha assicurato che la Nato accetterà di rafforzare le sue difese in un vertice chiave in Lituania la prossima settimana al fine di proteggere tutti i membri, in particolare quelli che confinano con l’alleato della Russia, la Bielorussia.

«È troppo presto per esprimere un giudizio definitivo sulle conseguenze del fatto che Prigozhin si sia trasferito in Bielorussia e molto probabilmente anche alcune delle sue forze saranno dislocate in Bielorussia», ha detto Stoltenberg ai giornalisti. «Ciò che è assolutamente chiaro è che abbiamo inviato un chiaro messaggio a Mosca e a Minsk che la Nato è lì per proteggere ogni alleato e ogni centimetro del territorio della Nato», ha detto dopo una cena con 7 leader nazionali all’Aia, sottolineando che non c’è spazio per malintesi.

Ore 01:41 - Kramatorsk: feriti ex negoziatore di pace e scrittore colombiani

L’ex commissario per la pace colombiano Sergio Jaramillo e il romanziere colombiano Héctor Abad Faciolince hanno subito «ferite leggere» nell’attacco missilistico russo che ha colpito un famoso ristorante nella città ucraina di Kramatorsk. «Siamo stati oggetto di un attacco russo con un missile da crociera (...) stiamo bene e abbiamo riportato solo lievi ferite», si legge in un comunicato firmato da entrambi e diffuso dalla stampa locale.

Accompagna il testo una foto di Jaramillo — che ha preso parte alla trattativa che ha portato al disarmo della guerriglia delle FARC nel 2017 — con una fasciatura su una coscia e una macchia di sangue su una manica della camicia. Abad appare in un’altra immagine con macchie nere sul viso e sui vestiti. Almeno 4 persone sono morte e 42 ferite nell’attentato che ha distrutto il ristorante Ria Pizza, locale frequentato da giornalisti e militari, ha riferito il ministero dell’Interno ucraino su Telegram. Secondo la polizia ucraina, la Russia ha lanciato due razzi terra-aria S-300.

Abad, autore del romanzo El olvido que seremos, è in Ucraina insieme a Jaramillo (Commissario per la Pace dal 2012 al 2016) e alla giornalista colombiana Catalina Gomez, che non ha riportato ferite gravi, per «esprimere la solidarietà dell’America Latina con il popolo ucraino contro la barbara e illegale invasione russa», si legge nella nota. Al momento dell’attacco erano con la scrittrice ucraina Victoria Amelina, che «è in condizioni critiche a causa di una lesione al cranio, probabilmente a causa del vetro e delle travi che sono volate», hanno precisato. Kramatorsk, una città prebellica di 150.000 abitanti, è l’ultimo grande centro urbano controllato dagli ucraini nella parte orientale del paese e si trova a circa 30 km dalla linea del fronte.

DAGOREPORT il 27 giugno 2023.

La verità sullo stupefacente blitz di sabato scorso, forse, non la sapremo mai. Quello che è sicuro è che l'assalto di migliaia di mercenari wagneriani alla città di Rostov e alla loro avanzata per ore, senza incontrare molta resistenza, verso Mosca, non è stata una sceneggiata napoletana in salsa russa, protagonisti: Isso (Putin), esse (l'autocrazia attorno alla corte dello zar Vladimir) e ‘o malamente (Prigozhin). 

La fiction di un ammutinamento di Wagner già a conoscenza dell’intelligence di Mosca, Washington, Pechino, Londra, Parigi, isole comprese, è appunto una fiction buona per riempire le colonne dei giornali.  La realtà che ha portato, per ora, a un “Mad Vlad” indebolito e malconcio seduto in carrozzella, è un’altra. E tutt’altro che sceneggiata.

Fosse stata una messinscena, come raccontano tanti analisti che mai hanno capito di un orso russo con i piedi di cartapesta, Putin non avrebbe allertato l’anti-terrorismo, sibilato un messaggio solenne alla nazione minacciando conseguenze terribili per i ‘’traditori’’, messo sottosopra le strade di accesso verso Mosca per fermare l’avanzata delle milizie Wagner. 

Fosse stata una fiction, l’intelligence americana avrebbe apparecchiato un barbecue in giardino anziché innestare l’allarme rosso: riunione del gabinetto di crisi con l’ordine di non muoversi da Washington durante il weekend (assente solo Biden, che era partito venerdì verso il suo buen retiro di ottuagenario). Idem per il premier Sunak e il presidente Macron e il cancelliere Scholz. Tutti agitatissimi alle prese con i loro Consigli di sicurezza, intrecciati di continue telefonate e consultazioni col ministro della Difesa americano Austin.

Fosse stata la simulazione di una pittoresca insalata russa, i potenti del mondo occidentale lo avrebbero saputo al volo grazie al mitico Echelon, il ‘’Grande Orecchio’’ gestito dai servizi segreti di Stati Uniti e Gran Bretagna che nell’alto dei cieli è in grado di intercettare e analizzare le comunicazioni via satellite, via radio, telefoniche, elettroniche ecc. in qualunque parte del mondo. 

E tutti insieme, video-collegati, i padroni del mondo si sono cagati sotto pensando che la Russia di Putin, secondo le più recenti stime della Federation of American Scientists, ha negli arsenali 5.977 testate, qualche centinaio in più rispetto a quelle su cui può contare Washington (5.428). E all’unisono tutti hanno pregato per la sopravvivenza di Putin: anche debole, azzoppato, in carrozzella, è sempre meglio di un criminale in servizio permanente effettivo come Prigozhin.

Nessuna potenza internazionale accetterà mai la defenestrazione di Vladimir dal Cremlino senza saper chi verrà dopo nella “stanza dei bottoni”. 

E un gran sospiro di sollievo globale è arrivato quando, davanti all’avanzata della Wagner, come del resto era già accaduto in Ucraina, Putin non ha fatto ricorso alle armi nucleari tattiche. Sarà pure un “dittatore” col volto botulinato, ma riesce ancora a ragionare. Vedi anche l’immediata dichiarazione di Pechino in appoggio al premier russo: meglio lui di un patibolare Prigozhin con l’elmetto.

Questa volta Putin è riuscito a sopravvivere, soprattutto perché nessun successore avrebbe lo stesso potere personale. Ma la prossima volta, chi lo sa? La sua credibilità è ai minimi termini. Prigozhin ha detto ai russi che la guerra sta andando a puttane, che le perdite sono più alte di quanto annunciato e che il problema è la burocrazia e la corruzione. Queste dichiarazioni hanno avuto un'ampia eco sui social media. La gente ha la sensazione che l’ex macellaio sia disposto a prendersi cura dei russi con i suoi mercenari armati fino ai denti senza mandare in guerra i loro amati figli, in barba alle richieste di una nuova mobilitazione dei generali di Putin. 

Sabato scorso il mondo ha visto in diretta uno Stato che sembrava molto potente all'esterno che si è rivelato vuoto, che si sta divorando dall'interno, tutti contro tutti, una babele totale. Il regime di Putin si regge su tre pilastri: la sua leadership di uomo forte che sa come difendere la Russia, enormi quantità di denaro per coprire eventuali problemi e il controllo dell'apparato di sicurezza.

I primi due pilastri erano già stati indeboliti dalla guerra in Ucraina. Per quanto riguarda il terzo, il sostegno dell'apparato di sicurezza, questa è la prima volta che abbiamo un'idea reale di quanto sostegno abbia Putin. Le Forze Armate e la Guardia Nazionale non si sono unite agli uomini di Wagner, ma non li hanno nemmeno fermati. 

Tra i generali russi, il più competente è Sergey Surovikin, che all'inizio di quest'anno è stato rimosso come unico capo delle Forze armate russe in Ucraina. In un certo senso, è stato rimosso proprio per la sua vicinanza a Prigozhin. Ma è stato tra i primi a chiedere alla Wagner di fermare il colpo di Stato.

Dopo 23 anni di potere assoluto, Putin si vede perculato davanti all’opinione pubblica dal suo compagno di merende e di segreti Prigozhin che in modalità Bacio Perugina cinguetta: “Mica volevo rovesciare il regime ma solo sottolineare che l’apparato militare e della sicurezza non funziona”. Ecco: una delle cose più sorprendenti, spia della grande debolezza di Putin, è stata la scarsa resistenza incontrata dalla Wagner. Era chiaro che l’esercito e le forze di sicurezza non erano disposte a unirsi a lui, ma nemmeno a fermarlo.

Con Putin più azzoppato che mai, riciccia l’influente ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che ultimamente era scomparso dai media per sottolineare la diversità di veduta con il suo premier sull’invasione ucraina. E anche qui, da grande esperto di diplomazia, Lavrov rilascia una dichiarazione a favore di Putin. 

Il futuro di Putin? Di sicuro non potrà mai a fare a meno dei 50 mila mercenari della Wagner tra Africa e Medio Oriente, troppo redditizie e utili allo Stato russo. E’ consapevole anche che in Ucraina, fuori gioco le truppe di Prigozhin, in caso di un prossimo attacco di Zelensky ci saranno meno forze per mantenere la posizione.

Il destino dello zar Vlad sarà forse più decifrabile nei prossimi giorni, quando si riunirà a Mosca il Consiglio di Sicurezza guidato dal principale consigliere di Vladimir Putin, l’ex capo dei servizi Nikolai Patrushev, “che durante il golpe di Prigozhin si trovava nel Kazakhstan”, scrive oggi Anna Zafesova su La Stampa. 

E aggiunge: “Sono anni che a Mosca si dice che Patrushev stia addestrando suo figlio Dmitry, ministro dell'Agricoltura, a diventare il “delfino” di Putin, in una successione pilotata come lo stesso Putin fece con Boris Eltsin. Pare che il presidente sia furioso con Patrushev che non ha previsto (o non ha voluto prevedere) l'ammutinamento di Prigozhin”. Al Consiglio di Sicurezza, anche se ha il terrore di apparire debole, Putin non potrà far finta di niente, dire che nulla è successo sabato scorso.

Un punto di svolta che potrebbe segnare il nuovo corso della Russia, dopo l'accordo con Prigozhin via Lukashenko? Se partirà fra un mese una trattativa di pace con Zelensky (Crimea alla Russia, Donbass e dintorni restano all’Ucraina, magari con la formula delle Repubbliche autonome), allora si capirà che i miliardi spesi dagli oligarchi per il blitz della Wagner non sono stati buttati nelle tasche di Prigozhin invano: il popolo russo, oligarchi in primis, non può permettersi di vivere “sanzionato” né ha nessunissima voglia di mandare i propri figli a morire per il Donbass. Meglio sdraiati sul divano a godersi una puntata di “Don Matteo”, ricordando le piroette di Don Lurio.

Estratto dell'articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera” il 27 giugno 2023.

A ipotizzare una sua uscita di scena ieri era anche il think tank statunitense Institute for the Study of War. Ma se tanti in queste ore hanno fatto il nome di Alexej Dyumin […] come suo possibile successore, dopo giorni di silenzio il ministro della Difesa russo è ricomparso ieri in un video in cui si mostra sul fronte ucraino. Poco importa che non si conosca la data della visita, il segnale è chiaro. 

L’acerrimo nemico di Prigozhin, l’uomo che il capo della Wagner ha insultato in ogni modo possibile augurandogli perfino la fucilazione, non è certo il tipo che molla senza giocarsi tutte le carte. Al potere fin dal 1991, Shoigu ha legami con il presidente russo che risalgono a ben prima dell’avvento di Prigozhin.

Padre tuvano (un gruppo etnico siberiano) e madre ucraina, Shoigu nacque proprio all’inizio della Guerra Fredda. Laureato in ingegneria in Siberia (e dunque non a San Pietroburgo come gran parte dell’establishment putiniano), inizia la sua ascesa nel 1994, quando nei primi anni della presidenza di Boris Eltsin viene nominato ministro per le emergenze. Dopo la caduta di Eltsin, resta saldamente ancorato al potere fino al 2012, quando Putin lo mette a capo della Difesa.

Per capire la psicologia del personaggio, non va dimenticato che colleziona spade giapponesi e coltelli sacrificali aztechi. Si dice poi che sia astemio, cosa non proprio comune in Russia. Nonostante non abbia mai fatto il servizio militare o combattuto al fronte, ama smisuratamente le medaglie e le divise.

[…] Shoigu e Putin sono stati spesso avvistati insieme nei boschi siberiani, a pesca o a caccia, accomunati, oltre dalla posa da muzhik (veri uomini russi), dalla passione per l’hockey e il carattere schivo. Due profili compatibili, […] a tal punto che più d’una volta la stampa russa ha presentato Shoigu come uno dei pochi veri amici del presidente.

[…] I sondaggi lo danno come secondo personaggio più popolare del Paese e possibile successore di Putin. […] Ma è con l’inizio dell’invasione in Ucraina che l’immagine pubblica di Shoigu si appanna definitivamente. Dopo essere stato tra i più accesi sostenitori dell’«operazione» […], diventa chiaro che non può rivendicare nessun successo sul campo.

Con il ritiro delle truppe russe da Kherson, inizia la guerra con Prigozhin: nella narrativa imposta dall’«eroe di Bakhmut», il ministro è colpevole del massacro di soldati, mandati a morire senza equipaggiamento e armi. Pericoloso per un uomo schivo che ama le medaglie. 

Pochi giorni prima della marcia su Mosca, durante una visita ufficiale, in un filmato si vede Putin voltare visibilmente le spalle a Shoigu. Segni premonitori? Linguaggio del corpo? Difficile dire. Ma di sicuro la crisi di palazzo di Mosca […] sta mettendo in pericolo la sopravvivenza del ministro più longevo del Cremlino.

(AGI il 27 giugno 2023) - Il presidente russo Vladimir Putin, nella sua prima uscita pubblica dopo l'ammutinamento, sabato scorso del gruppo Wagner, ha ammesso che il Paese è stato sull'orlo della "guerra civile" e, parlando all'esercito, l'ha ringraziato per aver agito "in maniera chiara e coerente" durante le convulse ore di sabato. 

Il leader russo ha nuovamente insistito sul fatto che la societa' e' unita ("La gente e l'esercito non erano dalla parte degli ammutinati") e ha negato che fosse necessario ritirare i soldati schierati in Ucraina dal campo. Putin - che parlava all'esterno del Cremlino, di fronte ai vertici dei servizi segreti e anche al ministro della Difesa, Sergei Shoigu- ha anche riconosciuto la morte di diversi piloti dell'esercito regolare durante l'ammutinamento (senza però dire quanti), chiedendo un minuto di silenzio per loro. Non ci sono informazioni ufficiali su quanti piloti siano morti, ma secondo alcuni blogger filo-russi ne sono periti almeno 13.

(ANSA il 27 giugno 2023) - L'esercito e le forze di sicurezza russe hanno di fatto impedito lo scoppio di una guerra civile. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin citato dalla Tass.

(ANSA il 27 giugno 2023) - La Russia "non ha dovuto rimuovere unità militari" dalle zone di combattimento in Ucraina per affrontare l'ammutinamento della Wagner. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin parlando sulla Piazza delle Cattedrali al Cremlino a reparti dell'esercito e delle forze di sicurezza. La sicurezza interna, ha aggiunto, è stata garantita da unità del ministero della Difesa, della Guardia Nazionale e personale del ministero dell'Interno.

(ANSA il 27 giugno 2023) - Il presidente russo Vladimir Putin, durante il suo discorso ai militari, ha chiesto di onorare con un minuto di silenzio la memoria delle vittime dell'ammutinamento della Wagner il 24 giugno. Lo riporta Ria Novosti. Putin si è rivolto alle unità del ministero della Difesa, della guardia russa, dell'Fsb, del ministero dell'Interno e dell'Ust, coinvolte nella repressione della ribellione del 24 giugno, nella piazza della cattedrale al Cremlino. In piazza c'era anche il ministro della Difesa Shoigu.

(ANSA il 27 giugno 2023) - Se non fosse stato fermato l'ammutinamento della Wagner nel fine settimana tutti i risultati ottenuti finora nel conflitto in Ucraina "sarebbero andati perduti". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall'agenzia Ria Novosti. "Non si sa cosa sarebbe stato del Paese - ha sottolineato Putin - ma tutti i risultati ottenuti nei combattimenti saranno andati perduti".

(ANSA il 27 giugno 2023) -Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di sperare che i responsabili della Wagner "non abbiano rubato nulla", ma ha aggiunto che saranno fatti gli opportuni controlli. Putin ha aggiunto che nell'ultimo anno lo Stato ha finanziato la Wagner per un totale di 86 miliardi di rubli (circa un miliardo di euro). Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica” il 27 giugno 2023.

Il gruppo di mercenari russo Wagner in teoria doveva essere sciolto per legge fra quattro giorni e passare sotto il controllo del ministro – e arcinemico – Sergej Shojgu. Invece dopo la rivolta armata di poche ore contro Mosca, dopo il gran “tradimento” come l’ha chiamato di nuovo Putin ieri sera, la situazione dal punto di vista di Prigozhin è ben diversa: la Wagner trasferirà le attività e le caserme dalla Russia alla Bielorussia, il capo si gode un’immunità speciale e mantiene i suoi affari in Africa e nel resto del mondo.

La base centrale del gruppo a Molkino, vicino alla città di Krasnodar nella Russia meridionale, è ancora aperta e accetta reclute come se l’ammutinamento di tre giorni fa non fosse mai avvenuto: basta presentare un documento valido. […] Gli uomini di Evgenij Prigozhin non hanno deposto le armi e non hanno ancora consegnato i mezzi pesanti e i sistemi missilistici per far saltare carri, elicotteri e aerei che hanno usato senza esitazioni nella marcia verso la capitale. Non hanno per ora accettato di farsi assorbire nelle Forze armate, come avrebbe voluto Shojgu […]

[…] Nasce un nuovo patto, con differenze significative. Non sarà soltanto Prigozhin a trasferirsi sotto la protezione del dittatore bielorusso Lukashenko, sarà tutta la Wagner. Secondo media locali, sono già in corso i preparativi per allestire le caserme che ospiteranno migliaia di uomini del gruppo. […] Un altro punto del patto che prova la fretta del Cremlino: come si è visto Prigozhin non è tenuto al silenzio, può parlare e di sicuro lo farà ancora, per l’entusiasmo di alcuni russi e con effetti pesanti sull’equilibrio politico a Mosca.

Il nocciolo del patto reale riguarda le attività della Wagner all’estero, soprattutto in Africa, che sono state garantite e le consentiranno di incassare e di mantenersi in attività. Fonti del regime bielorusso sostengono che il gruppo potrà ancora lavorare in Africa e anche in Ucraina sotto la protezione di Lukashenko. Anche Prigozhin fa un accenno a questa clausola nel suo messaggio audio, quando dice che la Wagner lavorerà “nel quadro legale” della Bielorussia. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ieri con una dichiarazione ambigua ha detto che non cambia nulla nei rapporti con i Paesi africani che fanno conto sul lavoro della Wagner.

 (ANSA il 27 giugno 2023) I servizi russi, l'Fsb, hanno archiviato il procedimento penale per ribellione armata nei confronti dei miliziani del gruppo Wagner, rilevando che "i suoi partecipanti hanno interrotto le azioni direttamente volte a commettere l'ammutinamento". Lo riportano le agenzie russe.

(ANSA il 27 giugno 2023) Sono in corso i preparativi per il trasferimento dell'equipaggiamento militare pesante di Wagner alle truppe russe. Lo riferisce il ministero della difesa russo, come riporta la Tass. 

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica” il 27 giugno 2023.

Dopo due giorni di silenzio sono riapparsi entrambi. […] Segno che la sfida tra i due non è finita con l’accordo che sabato aveva fermato la marcia di Wagner su Mosca. È soltanto iniziata. Il capo di Wagner parla per 11 minuti. Si giustifica. Dice che no, la marcia su Mosca dei suoi mercenari Wagner «non era un golpe, ma una protesta»; che voleva soltanto garantire la sopravvivenza della sua organizzazione rifiutandosi di firmare entro il primo luglio il contratto che l’avrebbe soggiogata alla Difesa; che non voleva uccidere 13 piloti, ma si è dovuto difendere dall’aviazione dopo aver perso 30 uomini nei raid aerei.

[…] Putin stavolta non lascia cadere le provocazioni. […]: «Ogni tentativo di creare scompiglio interno è destinato al fallimento». Smonta le ricostruzioni. Altro che debolezza e divisioni. Rivendica «il più alto consolidamento del potere». Altro che improvvisazione dinanzi all’avanzata di Prigozhin. «Fin dall’inizio sono state immediatamente prese tutte le decisioni necessarie a neutralizzare la minaccia». E se l’esercito non è intervenuto, non è per complicità con i rivoltosi, ma perché ha obbedito alle sue «dirette istruzioni» per «evitare spargimenti di sangue». L’obiettivo era «dare la possibilità di ripensarci a quanti avevano commesso un errore». Lo «sottolinea»: «La ribellione armata sarebbe stata comunque soppressa». Seppure fosse arrivata a Mosca. […]

Per gli uomini di Wagner che hanno osato sfidarlo non ci sono vie di fuga. Chi non ha preso parte alla prospettiva di «spargimento di sangue fratricida », potrà stipulare un contratto con la Difesa o altre forze dell’ordine oppure tornare alle proprie famiglie. Per tutti gli altri, i ribelli, non solo per Prigozhin, c’è l’esilio in Bielorussia. […] Putin e Prigozhin continuano a giocarsi la loro partita. Il primo non cede. Non è disposto a ulteriori compromessi. E già dal mattino aveva lanciato chiari segnali.

Primo: la prima apparizione televisiva di Sergej Shojgu da quando Prigozhin ne aveva chiesto la testa muovendo i suoi mercenari verso la capitale. Un filmato, probabilmente registrato giorni prima, in cui il ministro della Difesa ispeziona le forze russe in Ucraina, incontra i generali, scruta le mappe geografiche da vero comandante- in-capo. Il messaggio sottinteso è chiaro: nonostante le invettive di Prigozhin, Shojgu resta al comando […] Poco dopo, pressoché contemporaneamente, i media russi oramai tutti controllati dal governo, battono la stessa notizia: l’inchiesta della procura generale contro Prigozhin per “incitamento delle forze armate” non è stata chiusa, contrariamente alle promesse di sabato di Peskov.

Il capo di Wagner rischia ancora fino a 20 anni di carcere da cui neppure l’esilio in Bielorussia potrà salvarlo. Il Cremlino deve mostrare fermezza. Ci sono legislatori russi capitanati dall’ex generale Andrej Kartapolov che chiedono che le compagnie militari private vengano finalmente inquadrate nella legislazione russa mettendo fine ad anni di clandestinità. Altri chiedono di più. Nessuna clemenza. Prigozhin deve essere punito. 

Per Andrej Guruliov, generale in pensione e attuale deputato, «l’unica sua via d’uscita è una pallottola in testa». […] Prigozhin […] Sa che la sua immunità, e stessa sopravvivenza, è tutt’altro che certa. […] 

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera” il 27 giugno 2023.

«La nostra è stata una masterclass su come la Russia avrebbe dovuto agire il 24 febbraio del 2022». Parla Evgenij Prigozhin, dopo quasi due giorni di silenzio che sono sembrati lunghi come due mesi. […] Impossibile non cominciare da quella frase, con tanto di ricorso a una parola in inglese, per riassumere questo audio di undici minuti, inviato da Minsk, […] «Dunque, la nostra marcia l’abbiamo cominciata a causa dell’ingiustizia nei nostri confronti. Non avevamo affatto l’obiettivo di abbattere l’attuale regime e il potere legittimamente eletto. Siamo tornati indietro per non spargere il sangue dei soldati russi».

Non sono le scuse con il capo cosparso di cenere tanto attese dalle autorità russe […] Ma neppure un nuovo guanto di sfida. Una via di mezzo […] Prigozhin ripete due volte […] che la Wagner non aveva alcuna intenzione di imporre un cambio al vertice del Paese, Vladimir Putin non viene mai nominato, neppure una volta. 

Ma al tempo stesso, il signor Wagner ribadisce le ragioni dell’insurrezione militare, che lui definisce come una Marcia per la giustizia. E ogni passo del suo discorso sembra celare un monito. Attenzione, senza di noi in Ucraina rischiate di perdere. «Siamo l’unità russa più esperta e capace nei combattimenti del nostro Paese e forse anche del mondo», dice.

«Negli ultimi tempi, abbiamo ottenuto buoni risultati in Ucraina eseguendo missioni molto serie. Ma in seguito ad intrighi e a decisioni imponderate, la Wagner doveva cessare di esistere dal primo luglio. Quasi nessuno dei nostri aveva accettato di firmare un contratto con il ministero della Difesa, perché tutti sanno che ciò porterà alla completa perdita della nostra capacità di combattimento. Miliziani ed ufficiali esperti saranno usati come carne da macello e non potranno mettere a frutto il loro potenziale militare e la loro esperienza».

Questo è forse il passaggio più importante, quasi un invito a ripensarci. Il resto è un riepilogo dei fatti, l’attacco subìto da parte delle truppe regolari russe, la decisione di agire, la presa di Rostov sul Don, l’acclamazione della gente. 

«Tutti sapevano quale fosse l’obiettivo della marcia. Volevamo evitare l’annientamento della Wagner e chiamare alla responsabilità le persone che con azioni poco professionali hanno commesso un numero enorme di errori nel corso della Operazione militare speciale. Ci siamo fermati nel momento in cui è diventato evidente che avanzando si sarebbe sparso molto sangue». 

Prigozhin continua a soffiare nelle vele dello scontento popolare per l’andamento dell’Operazione militare speciale. […] «[…] se all’inizio del conflitto il lavoro fosse stato eseguito da uomini con lo stesso livello dei nostri, forse tutto sarebbe durato un giorno. Abbiamo dimostrato il livello di organizzazione che doveva essere proprio dell’esercito russo. Per questo siamo stati festeggiati dalla popolazione civile. La gente ha visto nella nostra marcia un sostegno alla lotta contro la burocrazia e gli altri mali che oggi affliggono il nostro Paese».

Non una parola su quale sarà il suo futuro. […] i media russi hanno annunciato che l’indagine nei suoi confronti per aver cospirato organizzando una ribellione armata […] prosegue. Una comunicazione ufficiale in aperta contraddizione con l’amnistia promessa al fondatore della Brigata Wagner. E in serata, Vladimir Putin durante il suo nuovo discorso alla nazione ha precisato che gli organizzatori della rivolta saranno portati davanti alla giustizia.

Ormai, la sorte personale di Prigozhin è diventata una questione di Stato, e di principio. La scelta di lasciarlo in libertà rappresenta il punto debole del compromesso raggiunto per evitare il bagno di sangue alle porte della capitale. Persino da Russia Unita, il partito personale del presidente, si è sollevata qualche critica. «Prigozhin e i capi della Wagner dovrebbero essere decapitati» ha detto il deputato Andrey Gurulyov, uno dei suoi fedelissimi. […]

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero” il 27 Giugno 2023

«Che cosa è successo? Basta riascoltare quello che Prigozhin ha detto per mesi. Voleva che Putin sostituisse il ministro della Difesa, Shoigu, e il suo capo di Stato maggiore, Gerasimov, che di guerra non ci capiscono niente, con generali in grado di vincere». 

Edward Luttwak, politologo ed esperto di strategia americano-romeno, racconta il caos russo come se non avesse misteri. […]

Perché prendere di mira Shoigu?

«Quel totale incompetente di Shoigu, sosteneva Prigozhin, non ha neanche fatto il servizio militare ma è diventato generale a due, tre, quattro, cinque stelle e ministro, mentre non sa comandare un plotone di 30 uomini. È un ignorante e continua a fare errori enormi. E Gerasimov? Anche peggio. A lui si deve il fallimento della prima notte, pensava di combattere la guerra del futuro, cyber, post-cinetica, ibrida, di quarta generazione» 

Post-cinetica?

«Sì, quella per cui ti illudi di sfondare qualcuno senza menarlo. Peccato che all'aeroporto da cui dovevano lanciarsi su Kiev, i russi hanno trovato alcuni riservisti ucraini armati di fucile che li hanno uccisi. Là è fallita la guerra iper-moderna. La guerra vera è fatta ancora di fanteria, artiglieria e corazzati». 

E quindi?

«Quindi mi fa ridere che l'intelligence americana dica adesso che sapeva che Prigozhin stava preparando il golpe. Lo ha detto pubblicamente per settimane, non c'era bisogno di spiarlo...Prigozhin ha solo chiesto a Putin di sostituire gli incapaci. […] quando metti i fedelissimi e non i competenti a comandare cosa puoi aspettarti? Prigozhin […] ha fatto un'azione sindacale, tipo cortei dei postini o dei ferrovieri, non come la marcia di Mussolini su Roma. Alla presa di Rostov sul Don abbiamo visto gente che passeggiava tra i carri armati mangiando gelato. Ma il colpo di Stato si fa di notte e di nascosto, non si annuncia per mesi e mesi»

Adesso che fine faranno Putin e Prigozhin?

«Prigozhin non può essere condannato. […] è il capo di un'azienda che si chiama Wagner. È […] stato efficace in Libia e in Mali. Ha perfino scalzato i francesi. Lukashenko non conta, è malato, non è stato neppure lui a fare la mediazione ma qualcuno per lui. Se Putin non caccia Shoigu e Gerasimov, questa guerra continuerà a essere una distruzione lenta di tutta la forza che rimane alla Russia. […]». 

Putin cadrà?

«La chiave della sua solidità politica sta nell'essere fedelissimo ai suoi compagni di strada, i suoi amici, gli impiegati da quattro soldi della sua Leningrado. Putin è uno che non licenzia. Io lo conosco dagli anni '90, con lui parlo tedesco, lo parla benissimo. Andavamo a Leningrado in un paio di ristoranti in cui si pagava solo in valuta straniera mentre lui aveva solo rubli, così pagavo sempre io. 

Il suo potere è basato sul fatto che non c'è un'alternativa a lui, il sistema non lo prevede... L'unica possibilità che cada è una congiura dentro il palazzo, interna al Cremlino, diventata più facile ora che ha perso molto del suo carisma. Ma ci vogliono persone determinate per farlo. Allora lui e Shoigu, che amano la natura, finirebbero nella Repubblica di Tuva, che è più vicina a Pechino che a Mosca, ad allevare cavalli».

E la guerra in Ucraina come finirà?

«Lo sanno tutti. Con i referendum in Lugansk e Donetsk. Sperando che qualcuno non si ricordi della Crimea. Sebastopoli è la città più russa che ci sia […] Però con questa guerra gli ucraini sono diventati una nazione […] L'Ucraina, alla fine della guerra, sarà piena di culle».

Da agenzianova.com il 27 giugno 2023.

La cosa più pericolosa della crisi di sabato scorso in Russia “non è la situazione in sé, ma come avrebbe potuto svilupparsi e che conseguenze avrebbe avuto”. 

Lo ha detto il leader bielorusso, Aleksandr Lukashenko, durante una cerimonia nel Palazzo dell’Indipendenza a cui hanno partecipato i più alti vertici militari. 

“Ho suggerito a Putin di non affrettarsi (a prendere decisioni)”, ha detto. “Parliamo con Prigozhin, con i suoi comandanti. Al che lui mi ha detto: ‘Ascolta, Sasha, è inutile. 

Non risponde nemmeno al telefono, non vuole parlare con nessuno’”, ha continuato Lukashenko. A questo punto, il leader bielorusso ha chiesto a Putin dove fosse Prigozhin, apprendendo che si trovava a Rostov.

“Dico: Bene. Una cattiva pace è meglio di qualsiasi guerra. Non aver fretta, proverò a contattarlo, ma lui mi ripete ancora: ‘È inutile’. Dico: ‘Va bene, aspetta’. Abbiamo parlato probabilmente per mezz’ora. Poi mi ha informato che Prigozhin era al fronte”, ha aggiunto Lukashenko. 

“Ricordo le sue parole: ‘Sai, al fronte, stranamente, è meglio di quanto non sia mai stato’”, ha proseguito. Lukashenko però insiste: “Come posso contattarlo? Dammi il telefono. 

Dice: ‘Molto probabilmente, l’Fsb ha il suo numero’. L’abbiamo trovato e a metà giornata avevamo tre diversi canali attraverso i quali potevamo parlare con Rostov”, ha raccontato Lukashenko. 

Il leader bielorusso ha poi raccontato che Prigozhin, una volta capito che a chiamare era il presidente della Bielorussia, dice “ad Aleksandr Grigorevic rispondo”. “Lui prende la cornetta in piena euforia. 

Abbiamo parlato, al primo giro, una trentina di minuti prendendoci esclusivamente a parolacce (…). Poi si è scusato e ha cominciato a raccontare. 

Sapete, questi ragazzi hanno visto morire migliaia e migliaia dei loro compagni e sono infuriati soprattutto con i comandanti, e a quanto ho capito, premevano soprattutto proprio su Prigozhin. 

Lo sapete, lui è un personaggio eroico, ma su di lui influivano soprattutto i comandanti dei reparti d’assalto che vedevano tutti questi morti. Ed è in questa condizione di semi-follia che sono entrati a Rostov”, ha spiegato Lukashenko.

Allora, racconta il presidente bielorusso, “ho cominciato a cercare di chiarire la situazione: hai ucciso qualcuno lì a Rostov? Civili o militari che hanno fatto resistenza?”. Prigozhin, sempre secondo il racconto di Lukashenko, risponde: “Aleksandr Grigorevic, ve lo giuro, non abbiamo toccato nessuno. Abbiamo occupato il quartier generale e io mi trovo qui ora”.

Estratto dell’articolo di Francesca Mannocchi per “La Stampa” il 27 giugno 2023.

Il gruppo Wagner: evoluzione di un esercito privato. È questo il titolo dell'ultimo dettagliatissimo rapporto pubblicato due giorni fa dal Soufan Center, centro studi basato a New York. Quaranta pagine che ripercorrono la storia del gruppo, tracciano i legami col Cremlino, le conseguenze delle operazioni armate in Africa e in Medio Oriente e gli effetti regionali e internazionali se il fondatore Prigozhin perdesse il controllo sul gruppo. 

Il gruppo Wagner è stato uno strumento incredibilmente importante della politica estera russa, in Libia, Mali, Repubblica Centrafricana, Siria, gli Eminari Arabi Uniti. Dopo gli eventi di ieri, l'audio di Prigozhin a giustificazione parziale dell'ammutinamento, le frasi di Lavrov, rassicuranti sul fatto che il gruppo continuerà a lavorare «normalmente in Mali e Repubblica Centrafricana», è sempre più chiaro che il Cremlino non vuole perdere gli affari e l'influenza che il gruppo garantisce da anni in Africa.

Come sottolinea il rapporto, il gruppo in Africa è apparso «estensione di una campagna di disinformazione che ha screditato i partner antiterrorismo occidentali, Wagner ha allineato le sue narrazioni a quelle russe, alimentando proteste anti occidentali e anti-Onu». 

[…] Come ha sottolineato ieri l'ex ufficiale della Defense Intelligence Agency americana Rebekah Koffler: «Il gruppo Wagner non è una compagnia militare privata tradizionale ma un'estensione dello stato russo, creata con l'obiettivo specifico di condurre "affari delicati" per conto del Cremlino quando era richiesta una copertura plausibile».

Come a dire che il Cremlino ha schierato gli uomini di Prigozhin per condurre operazioni di influenza da un lato e destabilizzazione dall'altro, in tutto il mondo. Ecco perché Putin non ha alcun interesse nel dissolvere una forza di combattimento e d'affari che, non rispondendo sulla carta al ministero della Difesa, può agire impunito. Wagner è la squadra personale di cui Putin ha bisogno, tanto quanto Prigozhin ha avuto bisogno di Putin per arricchirsi. 

Come il rapporto del Soufan Center ricostruisce, il gruppo Wagner è coinvolto in una serie di attività illecite che vanno ben oltre i servizi di sicurezza che offrono: dalle industrie commerciali ed estrattive. […] Un gruppo che opera come un conglomerato composto da diverse entità di sicurezza e commerciali, i cui flussi monetari, sempre più opachi, sono quasi impossibili da monitorare.

Ecco perché la rivolta del gruppo contro i vertici della Difesa russa russo potrebbe avere importanti ripercussioni non solo sulle operazioni in Africa e Medio Oriente, ma anche sulla capacità di Mosca di sostituire le reti finanziarie che Prigozhin garantisce da anni. «Per molti versi, Wagner funziona come un coltellino svizzero», dice Colin P. Clarke, coautore del rapporto del Soufan Group: «Il gruppo è versatile e abile, la brutalità del gruppo contro i civili e il suo sostegno ai governi predatori ha prolungato e persino espanso l'instabilità e l'insicurezza che hanno portato i governi a cercare la loro assistenza».

Per questo la domanda, a tre giorni dall'ammutinamento fallito, è cosa accadrà di fronte al destino incerto di Prigozhin, chi assumerà le redini delle migliaia di uomini che gestisce in Africa e quali saranno le conseguenze dell'eventuale vuoto di potere nelle regioni teatro delle azioni del gruppo, come la Libia e la Siria. Se cioè le varie filiali africane e mediorientali possano trasformarsi in strutture mercenarie completamente incontrollabili e favorire radicalismi. 

[…]  Gli analisti concordano che l'approccio del gruppo rischia di destabilizzare ulteriormente i Paesi in cui opera e influenzare la minaccia terroristica nella regione. In Mali, le forze di Wagner sono state accusate di atrocità di massa, torture, esecuzioni sommarie e altri crimini brutali. Dal dicembre 2021, più di 2.000 civili sono stati uccisi in Mali, rispetto alle 500 persone dell'anno precedente. Nella Repubblica Centrafricana, Wagner è stato implicato in casi di sparizioni forzate, stupri e omicidi extragiudiziali.

Ma gli appaltatori privati, come si diceva, rischiano l'impunità, perché si muovono in un'area grigia del diritto internazionale non essendo né civili né legittimi combattenti in conflitto. «I diplomatici russi hanno interferito e si sono immischiati nella politica dei Paesi in cui è schierato Wagner. Nella Repubblica Centrafricana, i funzionari del governo russo hanno insistito affinché il presidente Faustin-Archange Touadéra abolisse le restrizioni costituzionali sui limiti del mandato presidenziale.

E le campagne di disinformazione e le operazioni di influenza nell'Africa sub-sahariana sostenute da Prigozhin hanno contribuito a suscitare sentimenti anti-occidentali tra le popolazioni locali, distorcendo ulteriormente dinamiche politiche già complesse. Gli agenti di Wagner hanno persino consigliato ai dittatori come condurre campagne sui social media per schiacciare i movimenti democratici» ha scritto ancora Clarke. 

Da ultimo la presenza del Gruppo Wagner ha stimolato i gruppi jihadisti, che hanno sequestrato e cercato di controllare il territorio in tutta la regione. Date queste premesse, il rischio è che gli sviluppi interni alla Federazione Russa di questi giorni creino un vuoto di potere che possa consentire ad altri attori di entrare a colmare quel vuoto, cioè che la Russia si lasci alle spalle una regione ancora più instabile che potrebbe trasformarsi in un rifugio per gruppi radicali e jihadisti.

La calma di Lukashenko, l’euforia di Prigozhin, la freddezza di Putin. Ernesto Ferrante su L'Identità il 27 Giugno 2023

“Fammi provare a contattarlo”. Alexander Lukashenko ha rivelato altri dettagli della conversazione avuta con Vladimir Putin, prima di dare inizio al suo negoziato con Yevgeny Prigozhin.

Il leader di Minsk ha detto che il presidente russo era pronto ad adottare misure molto dure, con l’eliminazione degli insorti, ma che lui gli ha suggerito prudenza. “E’ inutile. Non risponde al telefono, non vuole parlare con nessuno”, ha replicato in un primo momento il capo del Cremlino, prima del “via libera”.

Secondo Lukashenko il generale russo Yunus-Bek Yevkurov ha svolto un importante ruolo nell’organizzare le trattative, alle quali ha partecipato inizialmente anche il direttore dei servizi dell’Fsb, Alexander Bortnikov.

La prima telefonata con Prigozhin è avvenuta alle 11. “Yevgeny era completamente euforico” e per i primi 30 minuti “abbiamo parlato solo con parolacce… il numero di parolacce era dieci volte superiore a quelle normali”, ha rievocato il presidente bielorusso.

“Ti schiacceranno a metà strada come una pulce”. Queste le sue parole all’insorto. “Ho detto: Yevegny, nessuno ti darà né Shoigu né Gerasimov. In particolare in questa situazione. Conosci Putin bene quanto me”, ha aggiunto il “mediatore” riferendosi alle richieste del capo della Wagner di destituire il ministro della Difesa ed il capo di Stato maggiore russi.

Parlando sempre del colloquio, Alexander Lukashenko ha avvertito Prigozhin: “In secondo luogo, non ti incontrerà. Non ti parlerà nemmeno al telefono a causa di questa situazione”. A quel punto, il fondatore della compagnia, dopo essere rimasto per un po’ in silenzio, ha tuonato: “Ma noi vogliamo giustizia! Vogliono soffocarci! Avanzeremo su Mosca!”.

Raggelante la risposta del suo interlocutore: “Sarai schiacciato a metà strada come una pulce”.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 28 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie di mercoledì 28 giugno. Fonti della difesa russa: «Arrestato Surovikin, ex comandante delle forze russe in Ucraina Surovikin». Missili su Kramatorsk: 11 morti (tra cui 4 bimbi). Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di mercoledì 28 giugno. Biden: «Putin? Un paria, difficile dire se si è indebolito». Stoltenberg: «La Nato è pronta a difendersi da qualsiasi minaccia arrivi da Mosca».

• I missili russi hanno colpito martedì sera un ristorante a Kramatorsk.

• L’ascesa del bodyguard di Putin che potrebbe sostituire Shoigu.

• La Russia invia due fregate al largo dell’isola di Taiwan, rischio tensioni.

• L’ira di Putin su Prigozhin: «Non ci spaccherete».

• Lukashenko: «Ho convinto Putin a non uccidere Prigozhin».

• Il capo della Wagner a Minsk in hotel senza finestre «per sicurezza».

Ore 03:03 - Stoltenberg: «La Nato pronta a difendersi contro Mosca»

La Nato è pronta a difendersi da qualsiasi minaccia da «Mosca o Minsk», ha detto il capo dell’alleanza Jens Stoltenberg, dopo che la Bielorussia ha accolto in esilio il leader ribelle Wagner Yevgeny Prigozhin. Stoltenberg ha assicurato che la Nato accetterà di rafforzare le sue difese in un vertice chiave in Lituania la prossima settimana al fine di proteggere tutti i membri, in particolare quelli che confinano con l’alleato della Russia, la Bielorussia.

«È troppo presto per esprimere un giudizio definitivo sulle conseguenze del fatto che Prigozhin si sia trasferito in Bielorussia e molto probabilmente anche alcune delle sue forze saranno dislocate in Bielorussia», ha detto Stoltenberg ai giornalisti. «Ciò che è assolutamente chiaro è che abbiamo inviato un chiaro messaggio a Mosca e a Minsk che la Nato è lì per proteggere ogni alleato e ogni centimetro del territorio della Nato», ha detto dopo una cena con 7 leader nazionali all’Aia, sottolineando che non c’è spazio per malintesi.

Ore 03:04 - Kramatorsk: feriti ex negoziatore di pace e scrittore colombiani

I missili russi hanno colpito ieri sera un ristorante nel centro di Kramatorsk, nell’Ucraina orientale. Almeno 4 persone sono morte — tra loro anche un bambino — e 42 sono rimaste ferite nell’attentato che ha distrutto il ristorante Ria Pizza, locale frequentato da giornalisti e militari: lo ha confermato il ministero dell’Interno ucraino su Telegram. Secondo la polizia ucraina, la Russia ha lanciato due razzi terra-aria S-300. Tra le persone colpite, anche l’ex commissario per la pace colombiano Sergio Jaramillo e il romanziere colombiano Héctor Abad Faciolince, che hanno subito «ferite leggere». «Siamo stati oggetto di un attacco russo con un missile, stiamo bene e abbiamo riportato solo lievi ferite», si legge in un comunicato firmato da entrambi e diffuso dalla stampa locale.

Sergio Jaramillo e Héctor Abad Faciolince feriti

Ad accompagnare il testo una foto di Jaramillo — che ha preso parte alla trattativa che ha portato al disarmo della guerriglia delle FARC nel 2017 — con una fasciatura su una coscia e una macchia di sangue su una manica della camicia. Abad appare in un’altra immagine con macchie nere sul viso e sui vestiti.

Abad, autore del romanzo El olvido que seremos, è in Ucraina insieme a Jaramillo (Commissario per la Pace dal 2012 al 2016) e alla giornalista colombiana Catalina Gomez, che non ha riportato ferite gravi, per «esprimere la solidarietà dell’America Latina con il popolo ucraino contro la barbara e illegale invasione russa», si legge nella nota. Al momento dell’attacco erano con la scrittrice ucraina Victoria Amelina, che «è in condizioni critiche a causa di una lesione al cranio, probabilmente a causa del vetro e delle travi che sono volate», hanno precisato. Kramatorsk, una città prebellica di 150.000 abitanti, è l’ultimo grande centro urbano controllato dagli ucraini nella parte orientale del paese e si trova a circa 30 km dalla linea del fronte.

Ore 03:31 - Kramatorsk, sale a 47 il bilancio dei feriti

Sale a 47 il bilancio dei feriti nell’attacco missilistico russo contro un famoso ristorante a Kramatorsk. Tra le persone colpite anche la scrittrice ucraina Victoria Amelina. «Quattro persone, tra cui una ragazza di 17 anni, sono state uccise — ha detto l’ufficio del procuratore ucraino su Telegram —. L’impatto ha provocato un incendio. Potrebbero esserci delle persone ancora sotto le macerie. Resta da chiarire il numero definitivo delle vittime». Distrutto il ristorante Ria Pizza. Prima della guerra Kramatorsk contava 150.000 abitanti: resta l’unico grande agglomerato ancora sotto il controllo ucraino nell’est del Paese.

Ore 04:22 - Taiwan: navi da guerra russe avvistate a est dell’isola

Due fregate della flotta russa del Pacifico hanno navigato in prossimità di Taiwan nella tarda serata di ieri. Lo ha annunciato il portavoce del ministero della Difesa nazionale di Taiwan, Sun Li-fang, secondo cui «alle 23 di ieri (ora locale) due fregate russe sono state individuate in navigazione sud-nord ad est delle nostre acque territoriali, in uscita dalla nostra area di risposta dal mare di Suao a sud-est».

Secondo il portavoce, «l’esercito nazionale ha utilizzato metodi di intelligence, sorveglianza e ricognizione congiunti per verificare le dinamiche delle navi russe e ha mobilitato velivoli di missione, navi e sistemi missilistici costieri per monitorare attentamente la situazione». Il passaggio delle due navi da guerra giunge in un momento sensibile per la Russia, scossa dalla breve rivolta della Brigata Wagner, guidata da Evgenij Prigozhin, e per Taiwan, che affronta quotidiane intrusioni aeronavali da parte della Cina.

Ore 06:16 - Il ministro della Difesa ucraino al «Financial Times»: «Le principali riserve di truppe devono ancora essere utilizzate»

La liberazione di un gruppo di villaggi dall’occupazione russa nelle ultime settimane «non era l’ evento principale» della controffensiva pianificata da Kiev. A parlare della strategia militare sul campo con il Financial Times è Oleksiy Reznikov, ministro della Difesa ucraino: «Quando accadrà, lo vedrete tutti... Tutti vedranno tutto — sostiene in un’intervista —. Le principali riserve di truppe dell’Ucraina, inclusa la maggior parte delle brigate recentemente addestrate in Occidente e dotate di moderni carri armati Nato e veicoli blindati, devono ancora essere utilizzate».

Ore 06:36 - Attacco a Kramatorsk, le vittime salgono a 8 i feriti a 56

È salito a 8 morti e 56 feriti il bilancio dell’attacco russo al ristorante Ria Pizza di Kramatorsk: lo confermano le autorità, spiegando che tra le vittime ci sono tre bambini.

Ore 07:21 - Putin, lo zar indebolito: quanto può restare al potere?

(di Marco Imarisio, inviato a Mosca) «Smuta». È solo una parola, che Vladimir Putin utilizza appena una volta, all’inizio del suo discorso di ieri mattina davanti ai soldati nella piazza delle Cattedrali del Cremlino. Un vocabolo in disuso, che arriva dal russo antico, la cui radice significa vago, incerto. Ormai si legge solo nei libri di storia, per definire quello che noi invece conosciamo come il periodo dei torbidi, la breve epoca durata dal 1598 al 1613 che fu contrassegnata da governanti sedicenti e autonominati, da una lotta senza quartiere tra i boiardi e il potere degli Zar, da una guerra civile, e poi dalla guerra russo-polacca e russo-svedese, da sconvolgimenti politico-statali e da una crisi socioeconomica che ebbe termine solo con l’insediamento dello zar Mikhail Romanov, primo della dinastia durata fino al 1917.

(...)

Ore 07:26 - Nyt: «Un generale russo sapeva della ribellione di Prigozhin»

Secondo il New York Times, che cita fonti dell’intelligence, un generale russo era a conoscenza dei piani di Yevgeny Prigozhin di ribellarsi alla leadership militare russa. Gli analisti statunitensi stanno cercando di determinare se il generale abbia assistito Prigozhin nella formulazione del suo piano e se altri membri delle forze armate russe abbiano o meno sostenuto l’insurrezione. L’ipotesi è che Prigozhin non avrebbe lanciato la ribellione se non avesse creduto che altri in posizioni di potere lo avrebbero sostenuto, il che porterebbe a credere che avesse un significativo sostegno interno. Il quotidiano scrive che il generale Sergei Surovikin potrebbe essere la persona che ha aiutato Prigozhin nei suoi piani. Surovikin è stato in passato un comandante russo di primo piano in Ucraina. La sua partecipazione alla rivolta indicherebbe significative spaccature all’interno del governo russo.

Ore 07:45 - L’ascesa del bodyguard Dyumin che salvò lo zar (anche da un orso) e potrebbe sostituire Shoigu

(di Paolo Valentino) Un vecchio adagio russo, all’evidenza molto maschilista, dice che «andare a Sochi con una ragazza è come andare a Tula col samovar». Fu infatti a Tula, duecento chilometri a Sud di Mosca, che verso la fine del XVII secolo l’armaiolo Fedor Lisitsyn iniziò a produrre il tradizionale scaldacqua, onnipresente in ogni casa russa. Fu un successo tale, che intorno al 1830 la città era diventata il principale centro di fabbricazione del samovar.

Quando nel febbraio 2016 Vladimir Putin lo nominò a sorpresa governatore della regione di Tula, anche Aleksey Dyumin sicuramente non si portò dietro un samovar. In compenso però, portò con sé molti segreti e soprattutto un ricco bagaglio di crediti politici e personali nei confronti dello zar.

(...)

Ore 07:51 - La Russia invia due fregate vicino all’isola di Taiwan: rischio aumento tensioni

La Russia ha inviato due fregate vicino a Taiwan con una mossa quasi inedita che potrebbe aumentare le tensioni nella regione. «Alle 23.00 di ieri, erano state rilevate due fregate russe che navigavano da sud a nord ad oriente delle nostre acque territoriali, lasciando la nostra area di risposta dal mare di Suao verso sud-est», ha riferito il colonnello Sun Li-fang, portavoce del ministero della Difesa di Taiwan. Le forze armate «hanno usato metodi congiunti di intelligence, sorveglianza e ricognizione per cogliere le dinamiche delle navi russe e inviato aerei, navi e sistemi missilistici a terra per monitorare da vicino la situazione».

L’insolita intrusione russa è maturata in un momento delicato, quando la Cina ha intensificato la propria pressione su Taiwan, ritenuta parte «inalienabile» del suo territorio, da riunificare anche con la forza, se necessario. Allo stesso tempo, la mossa ha destato maggiore sorpresa dato che la fiducia nel potere politico e nella stabilità di Mosca è stata scossa dalla drammatica rivolta (poi rientrata) promossa nel fine settimana contro il Cremlino dal capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. Mosca è diventata politicamente più allineata con Pechino negli ultimi anni, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022. Solo poche settimane prima dell’aggressione, il presidente Xi Jinping e l’omologo Vladimir Putin avevano dichiarato un’amicizia «senza limiti» tra i due Paesi. Le forze della flotta russa del Pacifico hanno tenuto dal 5 al 20 giugno scorsi un ciclo di esercitazioni nelle acque del mar del Giappone e del mare di Okhotsk, secondo una dichiarazione del ministero della Difesa. Le operazioni hanno coinvolto più di 60 navi da guerra e di supporto, circa 35 aerei dell’aviazione della marina, truppe costiere e oltre 11.000 militari.

Ore 08:01 - Ucraina modello Israele ma senza entrare nella Nato: il «sentiero di pace» immaginato da Blinken

(di Giuseppe Sarcina) La crisi russa può aprire una prospettiva di sostanza al negoziato? Nei giorni scorsi Antony Blinken, segretario di Stato Usa, ha dato voce a un’opinione largamente condivisa dai governi occidentali. La mezza rivolta guidata dal capo dei mercenari Evgenij Prigozhin ha messo in luce «crepe» nel sistema di potere putiniano. In molti pensano, o forse semplicemente si augurano, che a questo punto il presidente russo decida di accettare la trattativa con Volodymyr Zelensky e il blocco occidentale che lo sostiene. (...)

Ore 08:10 - Kiev: abbattuti sei droni russi nella notte

Le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa sei droni Shahed-136/131 lanciati dai russi sull’Ucraina: lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, come riporta Ukrinform. «Nella notte del 28 giugno 2023, le unità di difesa aerea dell’Aeronautica militare e altri elementi delle Forze di difesa dell’Ucraina hanno distrutto sei munizioni da lancio Shahed-136/131, che sono state utilizzate dagli occupanti russi per attaccare (l’Ucraina) dalla direzione sud-est», si legge nel rapporto.

Ore 08:35 - Kiev: «Il principale evento della controffensiva deve ancora arrivare»

In un’intervista al Financial Times, il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, ha dichiarato che la liberazione di alcuni villaggi sotto occupazione russa avvenuta nelle ultime settimane è stata solo «un’anteprima, non l’evento principale» della controffensiva di Kiev.

«Quando accadrà, lo vedrete tutti, tutti vedranno tutto», ha rimarcato Reznikov. Il ministro ha confermato che le principali riserve di truppe dell’Ucraina, tra cui la maggior parte delle brigate addestrate in Occidente e dotate dei carri armati e dei veicoli corazzati Nato, devono ancora essere utilizzate. Interpellato sull’ammutinamento e la marcia su Mosca della scorsa settimana del gruppo paramilitare russo Wagner, Reznikov ha sottolineato come abbia offerto una «chiara illustrazione» delle vulnerabilità della Russia, auspicando quindi un incremento nella fornitura di armi a Kiev da parte dell’Occidente. Quando accaduto a Mosca, ha aggiunto, «aiuta l’Occidente a rendersi conto che stanno investendo in Ucraina per una ragione, che la vittoria dell’Ucraina è assolutamente reale e arriverà presto».

Ore 08:58 - Il presidente della Lituania arriva a Kiev: «Consegneremo due sistemi di difesa Nasams»

Gitanas Nauseda, presidente della Lituana, è arrivato a Kiev in una visita non annunciata. Nauseda intende discutere con Zelensky l’agenda del vertice Nato che si terrà a luglio a Vilnius, i negoziati dell’Ucraina per l’ingresso nell’Unione Europea e l’assistenza lituana e dell’Ue all’Ucraina.

Ieri la Lituania ha firmato un accordo per l’acquisto di due sistemi Nasams aggiornati dall’azienda norvegese Kongsberg e per la loro consegna all’Ucraina. «Saranno forniti all’Ucraina a breve», ha dichiarato Nauseda martedì sera. Il Nasams è un missile di difesa aerea norvegese mobile su strada a raggio intermedio e corto.

Ore 09:04 - «Surovikin sapeva del piano di Prigozhin»: i sospetti sul generale (che ora rischia molto)

(di Guido Olimpio) L’intelligence Usa gioca la sua partita con rivelazioni sulla rivolta. Non è detto che le indiscrezioni affidate alla stampa siano parte di un disegno comune ma certamente hanno un impatto. L’ultima riguarda il ruolo del generale Sergei Surovikin: secondo fonti citate dal New York Times era a conoscenza del piano ribelle.

Uomo di grande esperienza militare, già alla guida delle operazioni in Ucraina, Surovikin è noto per gli ottimi rapporti con Evgeny Prigozhin che lo ha spesso elogiato pubblicamente, in contrapposizione agli odiati Shoigu e Gerasimov. Per alcuni il generale è diventato anche una sorta di canale privilegiato nei momenti di tensione. Funzionari dello spionaggio americano hanno spiegato che ora si cerca di capire se l’alto ufficiale, oltre a sapere, abbia aiutato la Wagner nella sua sfida. (...)

Ore 09:13 - Intelligence britannica: «In Crimea gli ucraini hanno danneggiato collegamenti cruciali per i russi»

Dall’aggiornamento quotidiano diffuso su Twitter dal ministero della Difesa di Londra emerge che la scorsa settimana le forze ucraine hanno attaccato e danneggiato un ponte tra la regione di Kherson e la Crimea, rallentando la logistica russa.

«Alle prime ore del 22 giugno, le Forze Armate ucraine hanno colpito i ponti di Chonhar tra la Crimea e la regione di Kherson occupata dai russi», si legge nella valutazione in cui si sottolinea come «la chiusura temporanea del percorso» abbia costretto i convogli russi a impiegare «almeno il doppio per raggiungere il fronte» in altri modi. Secondo le notizie riportate, «le autorità russe hanno quasi certamente realizzato un ponte sostitutivo a 24 ore dall'attacco», ma «è altamente probabile che gli attraversamenti siano limitati al solo traffico militare». E, si evidenzia, «la velocità con cui è stato realizzato un passaggio alternativo indica quanto sia vitale questo percorso per gli sforzi militari russi nell'Ucraina occupata».

Ore 09:26 - Armi nucleari in Bielorussia a partire da questo mese

Le armi nucleari tattiche che la Russia dispiegherà in Bielorussia saranno consegnate in diverse fasi, su rotaia, a partire da questo mese: è quanto emerge da un'indagine del progetto "Comunità dei lavoratori ferroviari della Bielorussia", come riporta Rbc-Ucraina. Secondo un'analisi dei documenti delle ferrovie bielorusse realizzata dal gruppo di attivisti, nella prima fase sono previste tre spedizioni dalla Russia alla stazione bielorussa di Prudok: la prima dalla stazione di Potapino (ferrovia degli Urali meridionali) con 4 carri e un vagone di scorta; la seconda dalla stazione di Lozhok (ferrovia della Siberia occidentale) con 2 carri e un vagone di scorta; la terza dalla stazione di Cheboksary (ferrovia Gorky) con 10 carri e un vagone di scorta. La seconda fase dovrebbe aver luogo in novembre, con spedizioni simili dalle stesse stazioni. Inoltre, sono previste spedizioni di equipaggiamenti ausiliari e protettivi tra ottobre e novembre alla base aerea bielorussa di Baranovichi.

Ore 09:53 - Zelensky: «Lottiamo per difendere i diritti sanciti dalla Costituzione»

«La nostra Costituzione compie oggi 27 anni. Le parole scritte in essa nel 1996 non sono più storia, sono diventate veramente vitali e rilevanti per gli ucraini: parole sul diritto alla vita e alla libertà, sull'onore e la dignità, sul valore della nostra terra. Non c'è più bisogno di spiegare a nessuno nel Paese il significato della parola "sovrano". Nessun ucraino percepirà più i diritti e le libertà in essa sanciti come qualcosa che ci è stato dato dall'alto. Per essi si combatte oggi in una lotta difficile, fatta di sacrifici e di vite umane. La nostra Ucraina. Sovrana. Indipendente. Democratica. Con lo Stato di diritto. Era, è e sarà. Gloria all'Ucraina!». Così il presidente Zelensky su Telegram nel giorni in cui la Costituzione ucraina compie 27 anni.

Ore 09:56 - Meloni: «Italia ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nella ricostruzione dell'Ucraina. Preoccupati per la centrale di Zaporizhzhia»

(di Claudio Bozza) (...) Nel corso del vertice di due giorni a Bruxelles, i leader dell’Ue discuteranno degli ultimi sviluppi della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e del sostegno europeo a Kiev. Su tavolo del Consiglio Ue, poi, politica industriale, mercato unico, competitività e produttività a lungo termine dell’Europa. Saranno affrontati anche i dossier su sicurezza e difesa (si parlerà della cooperazione Ue-Nato in vista del prossimo vertice Nato che si terrà a Vilnius l’11 e 12 luglio), migrazione e relazioni esterne (i leader Ue terranno una discussione strategica sulla Cina). Riguardo l’aggressione da parte della Russia, la presidente del Consiglio sottolinea che «l’Italia ha tutte le carte regole per giocare un ruolo da protagonista nella ricostruzione dell’Ucraina», Paese per il quale auspica l’ingresso ufficiale nella Nato. (...) «Dopo l'atto criminale dell'esplosione della diga di Nova Kachovka, temiamo che anche per la centrale di Zaporizhzhia possa essere usata come strumento di guerra».

Ore 10:09 - Yermak: «Per Putin è iniziato il conto alla rovescia»

Il più stretto consigliere del presidente Volodymyr Zelensky Andry Yermak ha affermato in un briefing con i giornalisti, ripreso dalla Bbc, che il «conto alla rovescia è iniziato» alla fine del mandato di Vladimir Putin come presidente russo sulla scia della ribellione di Wagner. «Ciò che l'Ucraina ha visto dal 2014 è diventato evidente per il mondo intero. Questa Russia è un paese terrorista il cui leader è una persona inadeguata che ha perso il contatto con la realtà. Il mondo deve concludere che è impossibile avere qualsiasi tipo di relazione seria con quel paese». La Bbc ha anche parlato con Oleksiy Danilov , capo del consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina, che ha suggerito che Putin deve affrontare una significativa opposizione nella sua cerchia ristretta, compresi gli oligarchi.

Ore 10:11 - Kiev: «I russi vogliono deportare 300 bambini dall'Ucraina»

Il servizio stampa del Centro per la Resistenza Nazionale dell'esercito ucraino, come riporta Ukrinform, ha reso noto che le forze russe starebbero pianificando di trasferire circa 300 bambini dal territorio occupato della regione di Zaporizhzhia nella Chuvashia russa per una «vacanza».

«Circa 300 bambini dovrebbero essere portati nella Repubblica di Chuvashia, ma come sapete, i russi non restituiscono i bambini dopo averli presi, usando la scusa della legge marziale nella regione», si legge in un comunicato. Il Centro ricorda che la parte russa ha bloccato l'uscita verso l'Ucraina. di conseguenza, i bambini vengono usati come ostaggi per costringere i loro genitori a seguirli.

Ore 10:45 - Zuppi a Mosca: messa in cattedrale, poi al Cremlino. Domani al Patriarcato ortodosso

Il programma degli incontri del cardinale Matteo Maria Zuppi nella sua missione a Mosca resta sempre sotto stretto riserbo, considerando anche che l’agenda può risentire di cambiamenti in ogni momento. Oggi pomeriggio, comunque, l’inviato papale presiederà una messa nella Cattedrale cattolica della capitale russa, dedicata all’Immacolata Concezione, sede vescovile dell’arcidiocesi metropolitana della Madre di Dio a Mosca. Gli incontri al Patriarcato ortodosso, con tutta probabilità col patriarca Kirill, dovrebbero aver luogo domattina - apprende l’Ansa da fonti ben informate -, mentre fra oggi e domani sono previsti anche quelli al Cremlino, soprattutto per discutere sulla questione dei bambini ucraini deportati in Russia.

Ore 10:48 - Sale ad almeno 9 il bilancio dei morti di Kramatorsk

È salito a nove il bilancio dell’attacco russo di ieri a Kramatorsk che ha colpito un ristorante della città nelle regione di Donetsk: lo ha reso noto l’emittente statale Suspilne, come riporta il Guardian. Il sindaco di Kramatorsk, Oleksandr Goncharenko, ha confermato il nuovo bilancio affermando che le squadre di «soccorso hanno estratto dalle macerie il corpo di un bambino». Le vittime minorenni salgono così a quattro, mentre il numero dei feriti rimane invariato a 56. «I soccorritori continuano a sgomberare le macerie e hanno salvato sette persone».

Ore 11:29 - Mosca: Non sono previsti incontro al ministero degli Esteri con Zuppi

«Non sono previsti incontri al ministero degli Esteri». Lo ha riferito il ministero degli Esteri russo all'agenzia Ria Novosti, a proposito della visita a Mosca dell'inviato di Papa Francesco, cardinale Matteo Zuppi. L'arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana è nella capitale russa oggi e domani, accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, scopo principale dell'iniziativa «è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace» per la guerra in Ucraina.

Ore 11:39 - Minsk offre la sua collaborazione economica a Mosca

La Bielorussia è pronta a partecipare alla modernizzazione dei settori chiave dell'economia russa e alla creazione di produzioni congiunte: lo ha detto il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, nel suo intervento alla sessione plenaria del 10/o Forum delle Regioni di Russia e Bielorussia. Lo riporta l'agenzia di stampa Belta. «Abbiamo molte proposte interessanti nei settori dell'agricoltura, dell'edilizia, della costruzione di macchine, della lavorazione del legno, della fornitura di attrezzature, della formazione di una base di componenti, dell'industria alimentare e leggera, dell'esplorazione spaziale, della farmaceutica», ha dichiarato Lukashenko.

Ore 11:47 - Shoigu incontra a Mosca il ministro della Difesa cubano

I media cubani hanno pubblicato con grande rilievo l'incontro avvenuto a Mosca fra il ministro della Difesa, Alvaro López Miera, e il collega russo Serghei Shoigu, in cui è stato fatto il punto «sulle relazioni militari e tecnico-militari» esistenti fra i due Paesi. In un articolo dal titolo "Cuba e Russia confermano i loro solidi legami nella difesa", il quotidiano ufficiale Granma sottolinea una dichiarazione di Shoigu, secondo cui «Cuba è stata e continua ad essere l'alleato più importante della Russia nella regione latinoamericana». «Gli amici cubani - ha poi detto - hanno confermato il loro atteggiamento nei confronti del nostro Paese, dimostrando anche la loro piena comprensione delle ragioni per l'avvio dell'operazione militare in Ucraina». Shoigu ha infine detto, assicura il giornale, che «la Russia è disposta ad aiutare Cuba, soggetta all'embargo economico, commerciale e finanziario illegale da parte degli Stati Uniti per più di 60 anni». I media dell'isola hanno inoltre ricordato che le relazioni russo-cubane sono in costante crescita. «Diverse delegazioni russe di alto livello si sono recate ufficialmente a Cuba quest'anno e, di recente, il primo ministro cubano, Manuel Marrero, ha compiuto una visita ufficiale in Russia.

Ore 11:52 - Cina: «Ritorno dell'Ucraina ai confini del 1991? Non vedo perché no»

La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, in risposta a una domanda sulle recenti dichiarazioni dell'ambasciatore cinese presso l'Unione Europea che in un'intervista aveva aperto all'ipotesi che l'Ucraina possa tornare ai confini del 1991, dopo la caduta dell'Unione Sovietica (he comprendono anche la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014), ha detto che non vede perché non possa accadere: «Rispettiamo l'integrità territoriale di tutti i Paesi. Così, quando la Cina ha stabilito relazioni con l'ex Unione Sovietica, questo è quello che abbiamo concordato. Ma come ho detto queste sono questioni storiche che hanno bisogno di essere negoziate e risolte dalla Russia e dall'Ucraina e questo è quello che sosteniamo».

Ore 12:01 - Attacco russo a Kramatorsk: «Il bilancio sale a 10 morti»

È salito a 10 morti, tra cui tre bambini, il bilancio dell’attacco missilistico russo di ieri sera nella città di Kramatorsk, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Lo ha annunciato la polizia nazionale ucraina su Telegram. Almeno 61 i feriti, secondo l’ultimo bilancio. Tra le persone uccise figurano una ragazza di 17 anni e due sorelle gemelle di 14 anni, hanno confermato i servizi di emergenza ucraini.

Ore 12:13 - Cina: «Sostegno ai confini dell’Ucraina? Non vedo perché no»

L’ambasciatore cinese presso l’Unione Europea, Fu Cong, ha suggerito che Pechino potrebbe sostenere gli obiettivi dell’Ucraina di rivendicare la sua integrità territoriale del 1991, inclusa la penisola di Crimea annessa dalla Russia nel 2014. In un’intervista ad Al Jazeera ad e altri due media, Fu, quando gli è stato chiesto di sostenere gli obiettivi di Kiev, che includono il recupero di altre regioni ucraine ora occupate da Mosca, l’alto diplomatico cinese ha detto: «Non vedo perché no. «Rispettiamo l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Quindi, quando la Cina ha stabilito relazioni con l’ex Unione Sovietica, questo è ciò che abbiamo concordato. Ma come ho detto, queste sono questioni storiche che devono essere negoziate e risolte da Russia e Ucraina e questo è ciò che noi rappresentiamo», ha continuato Fu. Il merito alla vicenda, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha detto che per quanto riguarda la crisi ucraina, la posizione della Cina «è coerente e molto chiara: crediamo che tutte le parti debbano creare le condizioni per una soluzione politica della crisi attraverso il dialogo e il negoziato», ha precisato Mao, parlando nel briefing quotidiano.

 I commenti del diplomatico cinese hanno fatto seguito all’Europa-Cina Business Summit del 2023, tenuto a Bruxelles il 16 giugno. Ad aprile, in un’intervista al New York Times, Fu affermò che Pechino non ha riconosciuto gli sforzi di Mosca per annettere i territori ucraini, tra cui la Crimea e il Donbass. Da quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, la Russia ha annesso la Crimea nel 2014 e ha sostenuto le rivolte separatiste in alcune parti di Luhansk e Donetsk, che si trovano nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale. Anche se la Russia ha rivendicato la penisola e ha esteso la sua occupazione nel Donbass, le potenze occidentali non hanno riconosciuto le mosse di Mosca.

Ore 12:29 - Kiev: «Arrestato un ucraino che ha aiutato i russi a colpire Kramatorsk»

I servizi segreti ucraini (Sbu) hanno arrestato una persona sospettata di aver passato ai russi informazioni per l’attacco missilistico di ieri al ristornate di Kramatorsk che ha provocato la morte di almeno 10 persone: lo ha reso noto su Telegram il consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, Anton Gerashenko. «L’agente nemico si è rivelato essere un residente di Kramatorsk, dipendente di una società locale di trasporto del gas. È stato lui a coordinare l’attacco a un caffè nel centro della città», ha scritto l’alto funzionario. Secondo l’Sbu, i russi hanno chiesto a questa persona di verificare se il locale fosse aperto ieri e di registrare la presenza di clienti. «L’uomo ha quindi effettuato registrazioni video segrete del locale e delle auto parcheggiate nelle vicinanze e ha trasmesso i filmati all’intelligence militare russa», aggiunge Gerashenko.

Ore 12:35 - Zuppi sarà ricevuto da Ushakov, consigliere di Putin

Il cardinale Matteo Zuppi sarà ricevuto dal consigliere per la politica estera del Cremlino Yuri Ushakov. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato da Interfax.

 «Su incarico di Vladimir Putin - ha detto Peskov - il consigliere presidenziale Ushakov terrà oggi con Zuppi un colloquio per discutere la situazione riguardante il conflitto in Ucraina e naturalmente le possibili vie per una soluzione politica e diplomatica». «Abbiamo ripetutamente affermato di avere un alto apprezzamento degli sforzi, le iniziative del Vaticano nella ricerca di una soluzione pacifica alla crisi ucraina e accogliamo gli sforzi del Papa nel contribuire alla cessazione del conflitto armato».

Ore 12:36 - Cremlino: «Alto apprezzamento per le iniziative del Papa»

Il Cremlino esprime «un alto apprezzamento per le iniziative del Papa per la soluzione del conflitto ucraino». Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato da Interfax.

Ore 12:39 - Borrell: «A Kramatorsk nuovo crimine di guerra di Mosca»

«In un’altra dimostrazione del terrore che la Russia sta imponendo ai civili ucraini, un missile da crociera ha colpito un ristorante e un centro commerciale a Kramatorsk. Questo era un noto punto di incontro per la stampa internazionale. Ancora una volta, la Russia continua a violare il diritto internazionale e a commettere crimini di guerra». Lo scrive su Twitter l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.

Ore 12:43 - Cremlino: «Mai violato diritti dei bambini, noi li salviamo»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha negato oggi le accuse secondo cui la Russia ha violato i diritti dei bambini in Ucraina, osservando che le forze armate russe salvano i minori, rischiando la vita. All’inizio di giugno, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu il suo rapporto annuale che includeva la Russia nell’elenco globale dei violatori dei diritti dei bambini, facendo riferimento al bilancio delle vittime in Ucraina. “Respingiamo fermamente tali formulazioni”, ha commentato Peskov, citato dalla Ria Novosti. “In effetti, i nostri militari hanno ripetutamente adottato misure per salvare i bambini, rischiando la propria vita, per portarli fuori dai bombardamenti, che, tra l’altro, sono stati effettuati dalle forze armate dell’Ucraina contro infrastrutture civili”, ha aggiunto il portavoce presidenziale russo.

Ore 12:52 - Comandante Wagner: «Non smobilitiamo, siamo al confine»

La Wagner non smobilita anzi rilancia. E minaccia: «Siamo a breve distanza dal confine della Bielorussia con l’Ucraina». È il senso delle parole di Brest, responsabile dell’addestramento alle armi pesanti di Wagner, anche lui riparato in Bielorussia dopo il tentato ammutinamento dei mercenari di Prigozhin. L’appello motivazionale di Brest è stato rilanciato dal canale Telegram ufficiale della Wagner. La Wagner, afferma il comandante, «continua a lavorare nella sua modalità calma e si sta aprendo una nuova direzione: la Bielorussia che ha ricevuto l’unità più pronta al combattimento al mondo». «Il contingente Nato è in allarme».

Ore 12:59 - «Netanyahu sta pensando a un viaggio a Kiev»

Il premier Benyamin Netanyahu potrebbe andare a Kiev. Lo ha detto - citato dai media - l’ambasciatore ucraino in Israele, Yevgen Kornichuk, che ha discusso della possibilità con l’ufficio del primo ministro secondo cui si sta considerando questa eventualità. Secondo la stessa fonte, Netanyahu starebbe «riconsiderando i temi legati alla Russia» dopo il recente scontro Putin-Prigozhin. Il viaggio comunque - ha aggiunto l’ambasciatore - è ancora nella fase preliminare di organizzazione e al momento non è stata fissata alcuna data.

Ore 13:03 - Cremlino: «Surovikin a conoscenza piani Prigozhin? Speculazioni»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito «speculazioni» l’articolo del New York Times, secondo cui un alto generale russo sarebbe stato a conoscenza in anticipo dei piani di ribellione di Yevgeny Prigozhin. Secondo fonti dell’intelligence americana, l’attenzione si concentrerebbe sul generale Sergei Surovikin. «Ora ci saranno molte speculazioni, pettegolezzi e così via intorno a questi eventi. Penso che si tratti di un esempio», ha dichiarato Peskov, commentando la notizia.

Ore 13:06 - La Russia riaprirà la sua ambasciata a Tripoli in agosto

L’ambasciata russa a Tripoli riaprirà «in agosto» dopo nove anni di chiusura. È quanto hanno concordato il premier libico Abdel hamid Dbebah e il nuovo ambasciatore russo in Libia, Aydar Aganin, come riferisce da ieri la pagina Facebook del Governo di unità nazionale libico. «Le due parti hanno concordato di spostare l’attività dell’ambasciata russa a Tripoli nel mese di agosto», scrive il post riferendo che «per parte sua, Aganin ha trasmesso l’enfasi posta dal Presidente russo Vladimir Putin sull’importanza di rafforzare le relazioni bilaterali tra i due Paesi e di sostenere gli sforzi del governo di unità nazionale per raggiungere la stabilità e organizzare le elezioni». «Dbeiba ha sottolineato l’importanza di unificare la posizione internazionale nei confronti della Libia in termini di integrità territoriale e sovranità e di porre fine a tutte le forme di interferenza esterna», premette il testo dando conto di un colloquio avvenuto a Tripoli fra il premier e l’ambasciatore. La chiusura dell’ambasciata russa risale al 2014, ai tempi della seconda guerra civile libica.

Ore 13:19 - «Attacco russo nella regione di Kharkiv, 3 morti»

I russi hanno bombardato la regione di Kharkiv nel villaggio di Volchanskie Khutor, uccidendo tre civili che si trovavano vicino alle loro case. Lo afferma capo dell’amministrazione militare di Kharkiv Oleg Sinegubov. Le vittime sono 3 uomini di 48, 45 e 57 anni.

Ore 13:33 - Difesa russa: «A Kramatorsk colpito un comando militare»

Il ministero della Difesa russo ha affermato che l’obiettivo colpito nel bombardamento a Kramatorsk non era civile ma un «punto di dispiegamento temporaneo del personale di comando della 56esima brigata di fanteria motorizzata delle forze armate ucraine». Lo ha detto il portavoce, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Interfax.

Ore 13:50 - Zelensky: «L’inglese sia obbligatorio per i dipendenti pubblici»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha proposto alla Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale del Paese, di rendere la conoscenza della lingua inglese un requisito obbligatorio per ricoprire incarichi di governo. Lo riporta Ukrainska Pravda che cita il testo del disegno di legge n. 9432 (sull’uso della lingua inglese in Ucraina) pubblicato sul sito web del Parlamento. Zelensky ha presentato questo progetto di legge al Parlamento oggi, ovvero nel giorno dell’anniversario della Costituzione dell’Ucraina. Se approvata, la legge obbligherà coloro che si candidano per posizioni nel Governo a conoscere l’inglese: tra questi, i capi delle amministrazioni statali locali, i militari del corpo degli ufficiali, gli agenti di polizia di grado medio-alto, i procuratori e i dipendenti delle autorità doganali e fiscali. Tuttavia, fino a quando resterà in vigore la legge marziale e la mobilitazione nel Paese, la conoscenza dell’inglese non verrà applicata al personale militare e alle forze dell’ordine.

Ore 13:54 - Duda a Kiev, colloquio con Zelensky su Zaporizhzhia e vertice Nato

Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha iniziato una visita a Kiev. Lo ha riferito l’account Twitter della presidenza polacca, pubblicando una foto dell’arrivo di Duda alla stazione ferroviaria della capitale ucraina. Duda, si legge nel tweet, incontrerà il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, con il quale discuterà della situazione al fronte, della sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia e del summit della Nato in programma l’11 e il 12 luglio a Vilnius, in Lituania.

Ore 13:59 - Wsj: «Prigozhin voleva catturare i leader militari russi»

Il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin voleva catturare i leader militari russi durante la rivolta di sabato. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali Prigozhin ha accelerato il suo piano di ribellione dopo essere venuto a conoscenza che l’intelligence sapeva della sua iniziativa.

Secondo il Wall Street Journal, Prigozhin voleva catturare il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo dello stato maggiore dell’esercito Valery Gerasimov nel corso di una visita in una regione a sud dell’Ucraina che i due stavano preparando. E per l’intelligence occidentale che aveva saputo delle intenzioni di Prigozhin, analizzando le comunicazioni elettroniche intercettate e le immagini satellitari, il piano poteva avere successo, ma è fallito quando c’è stata la fuga di informazioni che lo ha costretto ad accelerare i tempi. Il lancio prematuro della rivolta, aggiunge ancora il Wall Street Journal, è fra i motivi che possono spigarne il fallimento.

Ore 14:52 - Il generale Surovikin arrestato?

Sui social si è diffusa la notizia dell’arresto del generale russo Sergei Surovikiv, che secondo il New York Times era a conoscenza della rivolta progettata da Prigozhin e messa in atto la scorsa settimana. Si tratta di voci non confermate da fonti ufficiali.

Ore 15:21 - A Rostov appesa una targa commemorativa dedicata a Prigozhin

La Wagner annuncia sul suo account Telegram che una targa commemorativa dedicata al capo della brigata Evgenji Prigozhin è stata appesa sul muro di una casa a Rostov sul Don, dove è partita la marcia dei mercenari verso Mosca, che è stata definita dal presidente Putin «guerra civile».

Ore 15:24 - La Svizzera vieta l'esportazione in Ucraina di 96 tank Leopard 1

IIl governo svizzero ha deciso, sulla base della legislazione sulla neutralità, di non consentire la riesportazione di quasi un centinaio di carri armati Leopard 1 A5 che, dopo la manutenzione in Germania, avrebbero dovuto essere trasferiti in Ucraina. Lo riporta Ukrainska Pravda precisando che i tank sono ora immagazzinati in Italia e non sono operativi. «Il Consiglio federale ha concluso che la vendita di 96 carri armati non è possibile a causa delle disposizioni della legislazione vigente. In particolare, tale vendita sarebbe contraria alla legge sull'equipaggiamento militare e significherebbe un cambiamento nella politica svizzera di neutralità», si spiega in una dichiarazione.

Ore 15:51 - Domani Zelensky interverrà in video al Consiglio europeo

Domani il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky interverrà in video collegamento al Consiglio europeo. Lo spiegano fonti Ue sottolineando che, dopo il pranzo di lavoro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il primo punto all'ordine del giorno domani sarà l'Ucraina.

Ore 15:54 - Biden: «Putin? Un paria ma è difficile dire se si è indebolito»

Il presidente russo Vladimir Putin è divenuto una «paria» ma è difficile dire se si è indebolito con i recenti eventi della Wagner. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden.

Ore 15:58 - Zelensky: «Alcuni mercenari della Wagner rimangono in Ucraina»

Alcuni membri del gruppo di mercenari russi Wagner rimangono in Ucraina, ma l'esercito ucraino ritiene che la situazione nel nord del Paese sia sotto controllo. A sostenerlo il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa a Kiev con gli omologhi di Polonia e Lituania, secondo quanto riportato da Al Jazeera.

Ore 15:59 - Duda: «La Wagner in Bielorussia è una potenziale minaccia»

La presenza della milizia russa Wagner in Bielorussia costituisce una «potenziale minaccia» per i Paesi del fianco orientale della Nato. Lo afferma il presidente polacco Andrzej Duda durante una visita in Ucraina. «È difficile per noi escludere che la presenza del gruppo Wagner in Bielorussia rappresenti una potenziale minaccia per la Polonia, che confina con la Bielorussia, per la Lituania», anch'essa confinante con la Bielorussia, «e potenzialmente per l'Estonia», ha detto Duda ai giornalisti a Kiev.

Ore 16:05 - Putin ha incontrato il leader ceceno Kadyrov

Putin ha incontrato ieri il leader ceceno Ramzan Kadirov. Il colloquio è stato confermato dal portavoce del Cremlino Peskov, come scrive su Twitter il politico e giornalista Anton Gerashchenko che pubblica una foto dei due sorridenti.

«L'Unione Europea e gli Stati membri sono pronti a contribuire, insieme ai partner, ai futuri impegni di sicurezza nei confronti dell'Ucraina, che aiuteranno l'Ucraina a difendersi a lungo termine, a scoraggiare gli atti di aggressione e a resistere agli sforzi di destabilizzazione». Lo si legge nell'ultima bozza di conclusioni del Consiglio Europeo. «A questo proposito prenderanno rapidamente in considerazione le modalità di tale contributo. Tali impegni saranno assunti nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti i Paesi».

Ore 16:13 - Attacco russo a Kramatorsk, il bilancio delle vittime sale a 11

È salito a 11 morti bilancio dell'attacco russo a Kramatorsk, mentre continuano le operazioni di ricerca tra le macerie del ristorante. Lo ha reso noto il sindaco della città, Oleksandr Honcharenko, citato dai media locali.

Ore 16:38 - Kallas: al vertice dei leader discuteremo della rivolta in Russia

«Al Consiglio Europeo parleremo senz'altro di quanto accaduto in Russia nel fine settimana, dobbiamo farlo: è curioso a volte vedere quanto l'agenda delle discussioni sia molto diversa da quello che poi accade al Consiglio». Lo ha detto la premier estone Kaja Kallas nel corso di un incontro con la stampa. «Io non solleverò la questione ma darò il mio contributo: stiamo monitorando la situazione e la storia non è finita».

Ore 16:47 - «A Belgorod 14 soldati russi morti in raid dei "ribelli"»

Almeno 14 soldati russi sarebbero morti a inizio giugno in un attacco nella regione russa di Belgorod da parte di gruppi armati formati da cittadini russi schierati dalla parte dell'esercito di Kiev: lo sostiene il governatore della regione di Pskov, Mikhail Vedernikov, in un video citato dal Moscow Times. «I funerali si sono svolti la scorsa settimana e questa settimana. Sfortunatamente, queste non sono le ultime veglie poiché attualmente sappiamo di 14 soldati uccisi in quei giorni», ha detto Vedernikov secondo il Moscow Times. Secondo Vedernikov, inoltre, dieci soldati originari di Pskov sarebbero stati fatti prigionieri nell'attacco e al momento tre di loro sarebbero stati rilasciati in uno scambio di prigionieri. Il governatore pare riferirsi ad attacchi del sedicente Corpo dei volontari russi, una formazione paramilitare almeno in parte composta da nazionalisti russi schierati dalla parte dell'Ucraina, e di un altro gruppo chiamato Legione della Libertà della Russia.

Ore 17:15 - Bozza vertice: Ue pronta a futuri impegni di sicurezza per Kiev

Ore 17:32 - Blinken: «Putin pensa di poter resistere più dell'Occidente»

Uno dei più grandi ostacoli a una pace durevole e giusta in Ucraina è la convinzione di Vladimir Putin che la Russia possa resistere più a lungo di noi: lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken intervenendo al Consiglio per le relazioni estere a New York. Il capo della diplomazia ha sottolineato l'importanza di un «piano a lungo termine» per l'Ucraina, «per la sua ricostruzione e per la sua sicurezza», in modo che quanto successo ora «non si ripeta nei prossimi anni».

Ore 17:55 - Putin lascia Mosca per un viaggio in Daghestan

Quattro giorni dopo la tentata rivolta della Wagner, Putin lascia Mosca per la prima volta per un viaggio nella repubblica caucasica del Daghestan. Il presidente è partito oggi. Lo riferisce l'agenzia Tass, sottolineando che vedrà tra gli altri il capo della repubblica, Serghei Melikov, e altre autorità locali, con le quali discuterà in particolare dello sviluppo del «settore turistico».

Ore 17:58 - La testata Novaya Gazeta Europe indesiderata in Russia

La Procura generale russa ha definito «indesiderata» l'attività della testata giornalistica Novaya Gazeta Europe: lo riferisce la Tass citando il servizio stampa dell'ente.

 La misura viene annunciata in un momento in cui il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione contro il dissenso e la stampa indipendente. «Di fatto l'organizzazione specificata svolge attività per creare e distribuire materiale informativo tendenzioso a scapito degli interessi della Federazione Russa», afferma la Procura generale, accusando il giornale di pubblicare «false informazioni su presunte massicce violazioni dei diritti e delle libertà dei cittadini in Russia, accuse» al governo russo e all'esercito russo «di aver scatenato una guerra aggressiva in Ucraina, di aver commesso crimini di guerra contro la popolazione civile, repressioni».

 Novaya Gazeta Europe è stata fondata a Riga l'anno scorso da un gruppo di ex giornalisti della prestigiosa testata investigativa Novaya Gazeta, costretta a sospendere la propria attività per le pressioni delle autorità russe a causa della sua posizione critica nei confronti della guerra in Ucraina. Il direttore di Novaya Gazeta, Dmitri Muratov, è stato insignito del Nobel per la Pace nel 2021.

Ore 18:03 - Duda: «Wagner in Bielorussia può essere minaccia per la regione»

La presenza delle truppe Wagner in Bielorussia potrebbe rappresentare una potenziale «minaccia» per i Paesi della regione. Lo ha affermato il presidente polacco Andrzej Duda a Kiev. «È difficile per noi escludere oggi che la presenza del Gruppo Wagner in Bielorussia possa rappresentare una potenziale minaccia per la Polonia, che confina con la Bielorussia, una minaccia per la Lituania... così come potenzialmente per la Lettonia», ha detto il leader polacco. «Quali sono le reali intenzioni delle forze del Gruppo Wagner, cioè dell'esercito russo, proprio in Bielorussia? È una forma di potenziale minaccia proprio verso i nostri Paesi, verso i Paesi Nato, verso la Polonia?», ha aggiunto Duda.

Ore 18:14 - Farnesina: sottosegretaria Tripodi incontra tedesca Baumann

La Sottosegretaria agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi, ha ricevuto alla Farnesina la Segretaria di Stato agli Affari Esteri della Repubblica Federale di Germania Susanne Baumann. L'incontro - si legge in una nota - ha rappresentato l'occasione per fare il punto sulle eccellenti relazioni bilaterali tra i due Paesi, rinsaldate dalla recente visita a Roma del Cancelliere Scholz, in vista del prossimo vertice intergovernativo e della firma di un Piano di Azione per il rafforzamento della cooperazione tra Italia e Germania. È stata anche ribadita la comune volontà di mantenere il massimo sostegno possibile all'Ucraina di fronte all'aggressione russa.

 Il Sottosegretario Tripodi ha quindi sottolineato come la cooperazione culturale e il dialogo tra le società civili rappresentino una componente essenziale delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, citando la fittissima rete di iniziative congiunte, Istituti e centri di eccellenza. Tra questi, il Centro italo-tedesco per il dialogo europeo di Villa Vigoni, la partecipazione dell'Italia come Ospite d'Onore alla Buchmesse di Francoforte nel 2024 e gli scambi giovanili italo-tedeschi. «Ancor di più, la seconda edizione del Premio dei Presidenti, nel 2023, permetterà a Italia e Germania di rinsaldare al più alto livello istituzionale l'intensa cooperazione tra le nostre collettività e realtà locali» ha detto Tripodi. La Sottosegretaria Tripodi e la Segretaria Di Stato Baumann hanno poi toccato i temi della prossima Presidenza italiana del G7, in particolare le misure per accrescere la sicurezza economica dei partner del G7 e dell'Unione Europea.

Ore 18:19 - Kadyrov posta selfie con Putin: «Ci siamo incontrati ieri»

«Il nostro presidente Vladimir Vladimirovich Putin ha un atteggiamento molto rispettoso nei confronti dei musulmani del nostro grande, grande Paese amico». Lo scrive su Telegram il leader ceceno Ramzan Kadyrov pubblicando un selfie con il presidente russo. «Ieri, durante il nostro incontro, ho riferito sulla situazione socio-economica nella Repubblica cecena. Abbiamo anche discusso dei piani a lungo termine e dei risultati della regione», ha scritto Kadyrov. L'incontro è stato confermato a Ria Novosti dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che non ha fornito ulteriori dettagli.

Ore 21:08 - Mosca, «Arrestato Surovikin, ex comandante delle forze russe in Ucraina Surovikin»

Fonti del ministero della Difesa russo riferiscono dell’arresto dell’ex comandante delle forze russe in Ucraina Surovikin.

Ore 22:34 - Zelensky: «Arrestato uomo che ha coordinato attentato a Kramatorsk»

Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che è stato arrestato l’uomo che ha «coordinato» l’attentato missilistico russo a Kramatorsk. «Oggi gli uomini del servizio di sicurezza dell’Ucraina, insieme con gli agenti speciali della polizia, hanno arrestato la persona che ha coordinato questo attacco terroristico. Chiunque aiuti i terroristi russi a distruggere vite merita la massima punizione» ha detto in un messaggio sui social. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale di Kiev nell’attacco che ha colpito il centro della città sono morte 11 persone fra cui 3 bambini. I feriti sarebbero oltre 60. Continueremo il nostro lavoro per rafforzare le sanzioni internazionali contro la Russia e i suoi complici - ha aggiunto Zelensky - devono sentire che il prezzo del loro terrore non farà che aumentare. E continueremo il nostro lavoro legale in modo che gli strumenti internazionali puniscano tutti i terroristi russi e lo stesso stato aggressore».

Guerra in Ucraina. Missili russi su Kramatorsk, colpito un locale: 11 morti. Uccise due gemelle 14enni. Luigi Guelpa su Il Giornale il 29 Giugno 2023

"Non riesco a darmi pace. Io sono vivo, Anna e Yuliya non ci sono più. Ho visto i loro corpi mentre venivano tirati fuori dalle macerie. È l'immagine peggiore della mia vita"

«Non riesco a darmi pace. Io sono vivo, Anna e Yuliya non ci sono più. Ho visto i loro corpi mentre venivano tirati fuori dalle macerie. È l'immagine peggiore della mia vita. Ha senso tutto questo? Ho 53 anni, ho vissuto abbastanza, avrei preso volentieri il loro posto». Alla fine è sempre questione di attimi che sfuggono alla razionalità. Franky van Hintum, 53enne olandese di Helmond, non si dà pace mentre racconta la mattanza di Kramatorsk (Donetsk). Era proprio al ristorante del centro commerciale Mebel Rya, fino a pochi istanti prima della tragedia. Ha pagato i caffé che lui e il suo amico Coen van Oosten avevano consumato. Poi entrambi sono usciti in strada. Coen si è acceso una sigaretta, mentre alle sue spalle due missili Iskander sbriciolavano come un biscotto l'intera struttura. Un minuto di esitazione e lo sliding doors avrebbe offerto in pasto ai cronisti un finale diverso e ancora più insopportabile.

Franky e Coen sono due panettieri, da alcuni mesi si sono spostati in Ucraina per preparare pagnotte, in forni improvvisati, da distribuire alla popolazione che vive nei villaggi e che per colpa della guerra non riesce a spostarsi e a far rifornimento di viveri. Villaggi come Dobropillja, dove Anna e Yuliya Aksenchenko, gemelle di appena 14 anni vivevano. Domenica si trovavano a Kramatorsk in visita alla madre, infermiera che lavora in un ambulatorio locale. I loro corpi sono diventati bambole di pezza inanimate. Mamma Hrystyna vuole mitigare l'orrore nell'unico modo secondo lei possibile, vestendole da spose al funerale. Sta cercando disperatamente gli abiti, ma i negozi di sartoria sono chiusi e ci si affida all'appello che qualcuno di buon cuore forse raccoglierà.

È lo spaccato di una vicenda insensata in una guerra altrettanto sconsiderata. I russi a Kramatorsk hanno scatenato l'inferno, uccidendo 11 persone (anche una ragazza di 17 anni) e ferendone altre 62, tra le quali Mya, una neonata di otto mesi. Nel luogo dell'esplosione c'erano scuole, asili, un centro commerciale, un edificio amministrativo e auto parcheggiate nelle vicinanze. Edifici in fumo, rottami di costruzione sparsi e montagne di vetri rotti da finestre sventrate, ecco come appare il centro di Kramatorsk, cristallizzato da foto e video che stanno facendo il giro della rete. Mosca si smarca, e il portavoce del Cremlino Peskov spiega che «non è nostra abitudine colpire infrastrutture civili. I bombardamenti sono diretti a siti collegati a infrastrutture militari». Gli 007 di Kiev però hanno arrestato un vigile del fuoco sospettato di aver passato ai russi informazioni per l'attacco al centro commerciale. L'uomo avrebbe effettuato registrazioni video segrete del locale e del parcheggio nelle vicinanze e trasmesso i filmati all'intelligence militare russa.

Agli orrori di Kramatorsk si aggiungono quelli del ritrovamento di 80 cadaveri di soldati russi, morti di malattie infettive dopo i danni ambientali provocati a Kakhovha. Le forze di difesa aerea di Kiev hanno distrutto sei droni su Zaporizhzhia. I soldati ucraini hanno colpito i ponti di Chonhar tra la Crimea e l'oblast di Kherson occupati, mandando in tilt il traffico di convogli logistici di Mosca. Nella stessa zona, ad Armyansk, i russi hanno imbottito di esplosivi l'impianto chimico Titan per fermare l'avanzata nemica. A Yasynuvata (Donetsk) gli ucraini hanno bombardato la stazione ferroviaria occupata. Nel Kharkiv 3 civili sono stati uccisi in un blitz a Chuguyiv. Gli ucraini hanno colpito 11 unità di artiglieria, tre veicoli antiaerei e una stazione radio. I russi hanno concentrato i loro sforzi su Lyman, Bakhmut e Marin, dove sono tutt'ora in corso pesanti combattimenti. Ci sarebbero morti e feriti nel quartiere Kirovsky di Donetsk, dove gli ucraini hanno aperto il fuoco con sistemi di razzo multipli. Conquistata da Kiev la diga di Kurdiumivka, vicino a Bakhmut.

(ANSA il 28 giugno 2023) - Il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin voleva catturare i leader militari russi nell'ambito dell'ammutinamento della scorsa settimana. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali Prigozhin ha accelerato il suo piano di ribellione dopo essere venuto a conoscenza che l'intelligence sapeva della sua iniziativa. 

Prigozhin, riporta il Wall Street Journal, voleva catturare il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo dello stato maggiore dell'esercito Valery Gerasimov nel corso di una visita in una regione a sud dell'Ucraina che i due stavano preparando.

L'intelligence occidentale aveva saputo dei piani di Prigozhin analizzando le comunicazioni elettroniche intercettate e le immagini satellitari, mette in evidenza il quotidiano riferendo che i funzionari occidentali ritenevano che l'iniziale piano di Prigozhin avesse buone chance di successo ma è poi fallito quando c'è stata la fuga di informazioni che lo ha costretto ad accelerare i tempi. Il lancio prematuro dell'ammutinamento di Prigozhin, aggiunge ancora il Wall Street Journal, è fra i motivi che possono spigarne il fallimento.

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per corriere.it il 28 giugno 2023.

L’intelligence Usa gioca la sua partita con rivelazioni sulla rivolta. Non è detto che le indiscrezioni affidate alla stampa siano parte di un disegno comune ma certamente hanno un impatto. L’ultima riguarda il ruolo del generale Sergei Surovikin : secondo fonti citate dal New York Times era a conoscenza del piano ribelle. Sono speculazioni, è stata la reazione del Cremlino. Una replica accompagnata sulla rete da voci - incontrollabili - di un arresto dello stesso ufficiale. 

Uomo di grande esperienza militare, già alla guida delle operazioni in Ucraina, Surovikin è noto per gli ottimi rapporti con Evgeny Prigozhin che lo ha spesso elogiato pubblicamente, in contrapposizione agli odiati Shoigu e Gerasimov. Per alcuni il generale è diventato anche una sorta di canale privilegiato nei momenti di tensione. Funzionari dello spionaggio americano hanno spiegato che ora si cerca di capire se l’alto ufficiale, oltre a sapere, abbia aiutato la Wagner nella sua sfida.

Durante i momenti iniziali dell’insurrezione Surovikin è apparso in un video, con una mitraglietta vicino alla mano destra, e ha attaccato Prigozhin chiedendogli di fermarsi. Secondo le medesime fonti non si può escludere che sia stato costretto a farlo, quasi che fosse in ostaggio. Altro aspetto riguarda il resto della gerarchia: quanti generali erano pronti a sostenere lo “chef”? In realtà nessuno è uscito allo scoperto in modo plateale, anche se ci sono diverse forme di complicità. […] La mollezza nella reazione delle forze armate ha portato a ipotizzare la simpatia di qualche reparto nei confronti dei wagneriti. Ritardo imputato anche a contrasti, alla mancanza di ordini precisi, alla confusione e alla mancanza di unità adeguate. 

[…] Mark Galeotti sospetta che le ombre proiettate su Surovikin siano parte della “guerra di informazione” nei confronti di una personalità competente sperando che i russi prendano per buoni i sussurri statunitensi. Quella di seminare dubbi nel campo nemico, non importa quanto fondati, è una tattica consueta e che adesso sfrutta le diffidenze di una nomenklatura scossa dal colpo di Prigozhin. A Mosca ne sono consapevoli, come lo è Putin che, nella sua carriera all’interno del KGB, si occupava di azioni analoghe.

Nei giorni scorsi Washington ha fatto uscire molti messaggi.

1) L’intelligence Usa sapeva da tempo delle intenzioni di Prigozhin e lo sapeva anche Putin.

2) Sono state fatte pressioni su Kiev perché evitasse di sfruttare il momento.

3) Ci sono stati contatti diretti con i russi per ribadire l’estraneità alle mosse della Wagner.

4) C’erano timori per la sicurezza dell’arsenale nucleare di Mosca. Una strategia di “contenimento” della crisi, per evitare un’escalation nel momento più critico. Adesso con il neo-zar impegnato nel rimettere ordine può iniziare una nuova fase.

(ANSA il 28 giugno 2023) - Sergei Surovikin, il generale russo che secondo il New York Times "sapeva dei piani di ribellione di Wagner", non è stato più visto da sabato, quando c'è stato l'ammutinamento dei mercenari russi. Lo scrive Sky News, citando canali Telegram russi. Surovikin è secondo in comando dell'esercito russo e ha legami noti con il capo dei Wagner Yevgeny Prigozhin. 

È stato sostituito come comandante in capo all'inizio di quest'anno, ma ha mantenuto la sua influenza nella gestione delle operazioni di guerra. Il canale russo Telegram Rybar sostiene - senza tuttavia che vi siano conferme ufficiali - che il generale sarebbe trattenuto sotto interrogatorio.

"Surovikin non è stato visto da sabato - non si sa con certezza dove si trovi", ha sottolineato. Fonti d'intelligence statunitense hanno riferito al Nyt che Surovikin era a conoscenza dei piani di Prigozhin di ribellarsi alla leadership militare russa. Il Cremlino ha bollato come "speculazioni" quanto pubblicato dal giornale americano.

Sarebbe stato al corrente in anticipo dei piani di Yevgheny Prigozhin. Russia, arrestato il generale russo Sergei Surovikin, vice comandante delle operazioni militari russe in Ucraina: sarebbe coinvolto nella rivolta Wagner. Redazione su Il Riformista il 28 Giugno 2023 

Il generale russo Sergei Surovikin, già capo delle operazioni militari in Ucraina, sarebbe stato arrestato. Lo rivela il Moscow Times, che cita due fonti vicine al ministero della Difesa di Mosca. Secondo quanto scritto oggi dal New York Times, Surovikin sarebbe stato al corrente in anticipo dei piani di ammutinamento di Yevgheny Prigozhin.

Il ministero della Difesa non ha ancora commentato il presunto arresto di Surovikin, che non si vede in pubblico da sabato scorso, giorno in cui il capo del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin ha lanciato una ribellione armata contro la leadership militare russa.

Mercoledì scorso, il blogger militare pro-guerra Vladimir Romanov ha scritto che Surovikin è stato arrestato domenica, il giorno dopo il fallito ammutinamento di Prigozhin. Romanov ha affermato che Surovikin è ora detenuto nel centro di detenzione Lefortovo di Mosca.

Il New York Times ha riferito martedì, citando funzionari statunitensi anonimi, che Surovikin era a conoscenza del piano di Prigozhin per istigare una ribellione contro la leadership militare russa. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha liquidato le indiscrezioni come «speculazione» e «pettegolezzo», suggerendo che Putin non aveva ceduto alle richieste di Prigozhin per un imminente rimpasto dei vertici dell’esercito russo, scrive ancora il Moscw Times.

Rivolta Wagner e Prigozhin, Putin avvia le ‘purghe’ in Russia: “Arrestato Surovikin”. By adnkronos su L'Identità il 29 Giugno 2023 

(Adnkronos) – Il generale Sergei Surovikin arrestato, il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov esautorato: Vladimir Putin, secondo news diffuse da media e blogger militari, ha avviato le 'purghe' ai vertici delle forze armate della Russia dopo la marcia della Wagner di Yevgheny Prigozhin, arrivata a quasi 200 km da Mosca prima di fermarsi, senza un reale intervento dell'esercito regolare. E intanto, in Daghestan per un incontro con il presidente Sergey Melikov, Putin torna a ostentare sicurezza concedendosi agli ammiratori, tra strette di mano, baci e selfie, assicurando di non aver "mai avuto dubbi" sul sostegno del popolo russo, schierato e unito dalla parte della leadership. Se secondo il New York Times Surovikin, già capo delle operazioni militari in Ucraina, sarebbe stato al corrente in anticipo dei piani di ammutinamento, per il il Moscow Times – che cita due fonti vicine al ministero della Difesa di Mosca – il generale sarebbe stato arrestato perché, almeno "apparentemente", avrebbe scelto "la parte di Prigozhin". A seguire con attenzione quello che è accaduto negli ultimi giorni e quello che sta accadendo è la comunità di blogger militari russi che, spiega la Cnn, si aspettano ora un serio rimpasto tra i vertici dell'esercito di Mosca alla luce della rivolta di Wagner. E forse anche all'interno dei servizi di sicurezza per non averne visto i preparativi. Un popolare blogger di nome Rybar, spiega l'emittente, ha rivelato mercoledì scorso che un'epurazione era già in corso e che aveva colpito comandanti di medio livello che si erano rifiutati di sparare alle colonne di mercenari con il rischio che i civili venissero colpiti: "Da diversi giorni, investigatori e rappresentanti dell'UST, (il Servizio di sicurezza federale), lavorano sia sulla leadership degli organi di comando e controllo militare sia sui comandanti delle unità", le parole di Rybar. Ma non solo. Secondo il blogger, mentre Gerasimov rimane formalmente responsabile di quella che la Russia chiama "operazione militare speciale" in Ucraina, il comandante delle forze aeree, il colonnello generale Mikhail Teplinsky, starebbe di fatto conducendo la guerra. Un altro noto blogger, Boris Rozhin, ha scritto inoltre che "uno degli aspetti positivi del 24 giugno potrebbe essere che le autorità saranno ripulite dal personale sleale e instabile". Se non è chiaro quale sarà il destino di Prigozhin, intanto il leader del Gruppo Wagner non potrà di sicuro essere consegnato agli Stati Uniti per rispondere dei crimini di cui è accusato. A chiarirlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, rispondendo a una domanda in proposito: "Ogni cittadino russo ha il diritto di contare sull'assistenza della Russia per proteggerlo dai tentativi illegali di portarlo all'estero per responsabilità penali". La precisazione è arrivata dopo che il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha ammesso che Washington vorrebbe che Prigozhin comparisse davanti a un tribunale americano per i "crimini di cui è accusato" sia in Ucraina che in Africa, dove l'organizzazione è presente. Zakharova ha poi sottolineato che la Russia risolverà la situazione con Prigozhin e i suoi mercenari "senza commenti esterni". "Chi voleva esprimere il proprio sostegno, lo ha espresso; chi voleva aiutare, ha aiutato. Tutto questo lo ricorderemo, ne prenderemo atto e non lo dimenticheremo", ha detto. 

Guerra Ucraina - Russia, le news del 29 giugno.

Ucraina-Russia, le notizie del 29 giugno. Wall Street Journal: Usa valutano l’invio a Kiev di missili a lunga gittata. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 29 giugno 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 29 giugno. Putin in Daghestan. Mosca: «Nessun accordo concreto con Zuppi». Difesa russa: «A Kramatorsk uccisi due generali di Kiev». Media russi: «Congedato il vice di Surovikin»

• Il giallo sull’arresto di Surovikin che sapeva del piano di Prigozhin. Ma la figlia smentisce: «È al lavoro»

• Mosca: «La Wagner non combatterà più in Ucraina» e Putin dà il via alle purghe contro Prigozhin e la Wagner. I mercenari della Wagner non combatteranno più in Ucraina dopo che Yevgeny Prigozhin ha rifiutato di firmare qualsiasi contratto con il Cremlino, lo ha riferito il capo del comitato di difesa della Duma, Andrei Kartapolov. Kartapolov ha affermato che pochi giorni prima del tentat, il ministero della Difesa russo ha annunciato che “tutti [i gruppi] che svolgono missioni di combattimento devono firmare un contratto” con il ministero. Secondo Kartapolov, Prigozhin non ha firmato i contratti ed è stato informato che “Wagner non avrebbe preso parte a un’operazione militare speciale”. “Cioè, i finanziamenti, le risorse materiali non saranno assegnate”, ha aggiunto il deputato.

• I missili russi hanno colpito martedì sera un ristorante a Kramatorsk.

• L’ira di Putin su Prigozhin: «Non ci spaccherete».

• Zelensky: «Arrestato uomo che ha coordinato attentato a Kramatorsk». I russi: «Abbiamo ucciso due generali ucraini»

• Cremlino: «Zuppi? Non è stato raggiunto nessun accordo specifico»

Ore 00:35 - Blinken: «Putin pensa di poter resistere più dell'Occidente»

Uno dei più grandi ostacoli a una pace durevole e giusta in Ucraina è la convinzione di Vladimir Putin che la Russia possa resistere più a lungo di noi: lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken intervenendo al Consiglio per le relazioni estere a New York. Il capo della diplomazia ha sottolineato l'importanza di un «piano a lungo termine» per l'Ucraina, «per la sua ricostruzione e per la sua sicurezza», in modo che quanto successo ora «non si ripeta nei prossimi anni».

Ore 00:46 - Biden: «Putin? Un paria ma è difficile dire se si è indebolito»

Il presidente russo Vladimir Putin è divenuto una «paria» ma è difficile dire se si è indebolito con i recenti eventi della Wagner. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden.

Ore 01:12 - Attacco russo a Kramatorsk: «Il bilancio sale a 10 morti»

È salito a 11 morti, tra cui quattro bambini, il bilancio dell’attacco missilistico russo di ieri sera nella città di Kramatorsk, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Lo ha annunciato la polizia nazionale ucraina su Telegram. Almeno 61 i feriti, secondo l’ultimo bilancio. Tra le persone uccise figurano una ragazza di 17 anni e due sorelle gemelle di 14 anni, hanno confermato i servizi di emergenza ucraini.

Ore 01:32 - Borrell: «A Kramatorsk nuovo crimine di guerra di Mosca»

«In un’altra dimostrazione del terrore che la Russia sta imponendo ai civili ucraini, un missile da crociera ha colpito un ristorante e un centro commerciale a Kramatorsk. Questo era un noto punto di incontro per la stampa internazionale. Ancora una volta, la Russia continua a violare il diritto internazionale e a commettere crimini di guerra». Lo scrive su Twitter l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.

Ore 01:56 - Kallas: al vertice dei leader discuteremo della rivolta in Russia

«Al Consiglio Europeo parleremo senz'altro di quanto accaduto in Russia nel fine settimana, dobbiamo farlo: è curioso a volte vedere quanto l'agenda delle discussioni sia molto diversa da quello che poi accade al Consiglio». Lo ha detto la premier estone Kaja Kallas nel corso di un incontro con la stampa. «Io non solleverò la questione ma darò il mio contributo: stiamo monitorando la situazione e la storia non è finita».

Ore 02:17 - Kramatorsk, i missili russi sulle famiglie: addio alle gemelle Yulia e Anna

(Lorenzo Cremonesi) Ancora una volta, l’ennesima, la propaganda russa fa cilecca. Mentre i suoi comandanti militari da Mosca cercano di nascondere il nuovo massacro di civili ucraini nel cuore di un centro urbano, presentandolo come un attacco contro soldati nemici, dalle strade di Kramatorsk sono invece gli abitanti e i giornalisti sia locali che stranieri a raccontare con parole e immagini lo scempio commesso da due potenti missili da crociera Kaliber che piombano alle sette di sera tra i tavolini gremiti di famiglie con vecchi e bambini del popolare bar-pizzeria Ria. Un uomo è stato arrestato con l’accusa di spiare per i russi e coordinare i loro raid. Ieri ne ha parlato anche il presidente Zelensky ricevendo a Kiev gli omologhi polacco Duda e lituano Nauseda. Il leader ucraino ha anche colto l’occasione per chiedere la promessa dell’entrata dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica, «una volta che questa guerra sarà finita», in vista del summit Nato previsto a Vilnius l’11 e 12 luglio.

Ore 03:53 - Putin lascia Mosca per un viaggio in Daghestan

Quattro giorni dopo la tentata rivolta della Wagner, Vladimir Putin lascia Mosca per la prima volta per un viaggio nella repubblica caucasica del Daghestan. Il presidente è partito oggi. Lo riferisce l'agenzia Tass, sottolineando che vedrà tra gli altri il capo della repubblica, Serghei Melikov, e altre autorità locali, con le quali discuterà in particolare dello sviluppo del «settore turistico».

Ore 04:35 - «Surovikin sapeva del piano di Prigozhin»: i sospetti sul generale

(Guido Olimpio) L’intelligence Usa gioca la sua partita con rivelazioni sulla rivolta. Non è detto che le indiscrezioni affidate alla stampa siano parte di un disegno comune ma certamente hanno un impatto. L’ultima riguarda il ruolo del generale Sergei Surovikin : secondo fonti citate dal New York Times era a conoscenza del piano ribelle. Sono speculazioni, è stata la reazione del Cremlino. Una replica accompagnata, però, dalla notizia di un arresto dello stesso ufficiale. Ambienti della Difesa lo avrebbero confermato in modo anonimo al Moscow Times.

Ore 05:02 - Zelensky: «Arrestato uomo che ha coordinato attentato a Kramatorsk»

Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che è stato arrestato l’uomo che ha «coordinato» l’attentato missilistico russo a Kramatorsk. «Oggi gli uomini del servizio di sicurezza dell’Ucraina, insieme con gli agenti speciali della polizia, hanno arrestato la persona che ha coordinato questo attacco terroristico. Chiunque aiuti i terroristi russi a distruggere vite merita la massima punizione» ha detto in un messaggio sui social.

Secondo l’ultimo bilancio ufficiale di Kiev nell’attacco che ha colpito il centro della città sono morte 11 persone fra cui 4 bambini. I feriti sarebbero oltre 60. Continueremo il nostro lavoro per rafforzare le sanzioni internazionali contro la Russia e i suoi complici - ha aggiunto Zelensky - devono sentire che il prezzo del loro terrore non farà che aumentare. E continueremo il nostro lavoro legale in modo che gli strumenti internazionali puniscano tutti i terroristi russi e lo stesso stato aggressore».

Ore 07:59 - Si aggrava il bilancio dell’attacco Kramatorsk, 12 morti

Il bilancio degli attacchi russi che hanno distrutto un ristorante nella città ucraina di Kramatorsk è salito stamattina a dodici morti e sessanta feriti. In questa grande città dell’est del Paese sotto il controllo ucraino dove gli attacchi russi hanno colpito anche abitazioni, attività commerciali, un ufficio postale e altri edifici, stamattina «i servizi di soccorso hanno sgomberato un altro corpo», portando a «dodici» il bilancio delle vittime, secondo al ministro degli Interni ucraino Igor Klymenko. Per quanto riguarda i feriti, le cifre divergono, Klimenko parla di 65, i servizi di emergenza 60. Secondo quest’ultima fonte, tre bambini sarebbero tra i dodici morti e uno sarebbe rimasto ferito. Undici persone sono state salvate, secondo il salvataggio.

Ore 08:04 - Isw: «Possibili negoziati ancora in corso fra Prigozhin e Putin»

«Rapporti recenti suggeriscono che le parti coinvolte nell’accordo per porre fine alla breve ribellione del Gruppo Wagner, mediazione a cui ha preso parte anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, potrebbero ancora metterlo a punto». Lo ha reso noto l’Institute of the Study of War (Isw), citando «un gruppo di monitoraggio bielorusso indipendente chiamato Progetto Hayun che si riferisce a dati di tracciamento di un volo del 27 giugno dell’aereo del fondatore del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, che avrebbe lasciato l’aeroporto di Machulishchy, in Bielorussia, per dirigersi prima a Mosca e subito dopo a San Pietroburgo». «Rapporti precedenti - scrivono gli analisti del think tank statunitense -indicavano che Prigozhin inizialmente aveva cercato di entrare in contatto con il presidente russo Vladimir Putin mentre la colonna Wagner si dirigeva a nord di Rostov, ma Putin si era rifiutato di parlare con lui. I social media filo-russi hanno affermato che Prigozhin è tornato in Russia per negoziare con i funzionari russi. L’Isw non è in grado di confermare se Prigozhin sia effettivamente volato in Russia, ma è probabile che sia tornato per elaborare i dettagli dell’accordo mediato da Lukashenko».

Ore 08:09 - Netanyahu: «No armi a Kiev, temiamo Iron Dome finisca in mano a Iran»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di avere rifiutato le richieste di Washington e Kiev di armare l’Ucraina a causa di «preoccupazioni che non credo abbiano nessuno degli alleati occidentali dell’Ucraina». Il premier ha anche detto di temere che le armi israeliane potessero essere catturate in Ucraina e consegnate all’Iran, in particolare il sistema di difesa aerea Iron Dome, sviluppato con gli Stati Uniti. «Se quel sistema dovesse cadere nelle mani dell’Iran, allora milioni di israeliani rimarrebbero indifesi e in pericolo», ha commentato, in occasione di un’intervista al Wall Street Journal.

Ore 08:17 - Il dissidente Kara-Murza dal carcere: «Putin ha già perso la guerra, il suo regime finirà, è solo questione di tempo»

(Federico Fubini) Vladimir Kara-Murza, 41 anni, sta scontando la pena più lunga mai riservata a un dissidente in Russia dal crollo dell’Urss: 25 anni per «tradimento» e altri presunti reati. Ma il suo torto, visto dal Cremlino, è l’essere stato determinante nel convincere gli Stati Uniti e altre democrazie ad approvare i «Magnitsky Act»: le leggi in base alle quali oggi beni per centinaia di miliardi di dollari delle élite russe sono sotto sequestro in Occidente. Kara-Murza è stato arrestato a Mosca nell’aprile del 2022, dopo il suo rientro dagli Stati Uniti. Ha concesso al Corriere quest’intervista dal carcere: giunte nelle ultime ore in redazione, le sue risposte scritte sono del 14 giugno; le domande erano state inviate Ore 08:19 - Kiev: «L’offensiva prosegue, ci sono progressi»

«Siamo riusciti a prendere l’iniziativa strategica, le Forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina continuano a condurre operazioni offensive e stanno facendo progressi»: lo scrive su Telegram il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valerii Zaluzhnyi, riferendo di una conversazione telefonica con il capo di Stato Maggiore congiunto, Mark Milley. «Ha avuto una conversazione telefonica con il capo dello Stato Maggiore congiunto, il generale Mark Milley. Abbiamo discusso della situazione al fronte... - si legge nel messaggio -. Il nemico oppone una forte resistenza, ma allo stesso tempo subisce pesanti perdite. Sta cercando di mantenere le proprie posizioni con un continuo lavoro di minamento nell’area». «Ho comunicato al generale Milley le attuali necessità delle nostre truppe in termini di armi, munizioni e attrezzature per lo sminamento. L’ho anche ringraziato per il pacchetto di assistenza militare annunciato dagli Stati Uniti» martedì, conclude Zaluzhnyi.

il 2 giugno. Nel frattempo, l’8 giugno, la sentenza d’appello ha confermato la condanna a 25 anni.

Ore 08:20 - Podolyak: «Putin un leader debole, ha perso il controllo»

(Lorenzo Cremonesi) «Una Wagner molto più piccola, magari concentrata in Africa. Il presidente bielorusso Lukashenko potrebbe utilizzare Yevgeny Prigozhin per la sua difesa personale»: così Mikhail Podolyak, tra i più noti consiglieri del presidente Zelensky, prevede il futuro della milizia mercenaria golpista e del suo capo.

Ore 08:27 - Putin: «Nessun dubbio sul sostegno dell’intero Paese»

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di non avere dubbi sul sostegno dell’intero Paese per le sue decisioni riguardo il tentativo di ribellione del 24 giugno. «Non dubitavo di quale sarebbe stata la reazione in Daghestan e in tutto il Paese», ha detto Putin durante il suo incontro con il presidente del Daghestan Sergei Melikov, rispondendo alle parole del capo della regione secondo cui l’intera popolazione del Daghestan ha sostenuto le decisioni del presidente della Federazione Russa.

Ore 08:44 - Kiev: «Progressi in offensiva vicino Bakhmut»

Le forze di difesa dell’Ucraina hanno compiuto progressi sui fianchi vicino a Bakhmut nell’ultimo giorno di combattimenti e stanno consolidando le posizioni raggiunte. Lo ha detto il portavoce dello stato maggiore delle forze ucraine Andriy Kovalev secondo il Military media center. Lo riporta Unian. «Sui fianchi della città di Bakhmut» ha spiegato Kovalev «continuiamo a fare pressione sul nemico, a rompere le linee catturate in precedenza». Le truppe ucraine, ha aggiunto, «stanno avendo successo e sono ora trincerate nelle linee raggiunte».

Ore 08:55 - Il cardinale Zuppi incontra oggi a Mosca il patriarca Kirill

«Oggi pomeriggio incontreremo sua santità il patriarca Kirill e poi stasera ci sarà una celebrazione eucaristica in cattedrale dove il cardinale incontrerà la comunità cattolica e concelebrerà con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, e porterà il saluto, la vicinanza e le preghiere del Santo Padre e di tutta la comunità cattolica. Soprattutto si pregherà per la pace». Lo ha detto al Tg1 il Nunzio apostolico Giovanni D’Aniello confermando che il cardinale Matteo Zuppi incontrerà oggi a Mosca il patriarca ortodosso Kirill.

 Ore 09:16 - Mosca: «Nuovi attacchi ucraini nella regione di Belgorod»

Numerosi attacchi sono stati condotti dalle forze ucraine nella regione di Belgorod nell’ultimo giorno. Lo scrive su Telegram il governatore, Vyacheslav Gladkov. «Il villaggio di Krasny Khutor è stato colpito dall’artiglieria», spiega. «Nel distretto di Borisovsky, alla periferia della fattoria Lozovaya Rudka, il nemico ha sganciato 3 ordigni esplosivi da droni», aggiunge. Nel distretto di Volokonovsky, invece, «5 colpi di mortaio e 7 di artiglieria sono stati sparati alla periferia della fattoria Stary», continua Gladkov. «Nel distretto urbano di Shebekinsky, il villaggio di Terezovka è stato bombardato con l’artiglieria», conclude. In nessun caso, sottolinea, si sono registrati particolari danni o feriti.

Ore 09:42 - Mosca, aperto procedimento contro 160 mercenari stranieri

Il comitato investigativo russo ha aperto procedimenti penali contro 160 mercenari stranieri che hanno preso parte alle ostilità combattendo tra le fila degli ucraini. Lo riporta la Tass citando lo stesso comitato investigativo. «Come risultato dell’interazione con il ministero della Difesa della Federazione Russa e altri servizi operativi, sono state raccolte prove della partecipazione di mercenari provenienti da Georgia, Stati Uniti, Lettonia, Svezia e altri stati. Attualmente, 160 stranieri provenienti da 33 paesi stanno per essere perseguiti», afferma il rapporto del comitato.

Ore 09:49 - Surovikin, misteri sull’arresto: persi i contatti. La rivolta fallita di Prigozhin: costretto ad agire in fretta

(di Guido Olimpio) Voci di epurazione, possibili cambi di comando, tensioni: sono le scosse di assestamento dopo la rivolta della Wagner. E resta incerta la sorte di Sergei Surovikin. Per il Moscow Times lo hanno arrestato e cita fonti anonime della Difesa. Inoltre la famiglia avrebbe perso i contatti con lui e la sua scorta da oltre tre giorni.

La tesi, basata su notizie moscovite e intelligence Usa, racconta di un Surovikin nella tempesta. In sintesi: è sempre stato in buoni rapporti con Prigozhin, sapeva in anticipo dell’ammutinamento, forse era parte dell’operazione. Molte le speculazioni sul video che ha registrato durante le ore drammatiche di Rostov. Per alcuni lo hanno obbligato a farlo, sottolineano che indossasse una divisa senza gradi (ma potrebbe essere una semplice precauzione), dicono che c’è qualcosa di “strano”. Sensazioni e non certezze. Tuttavia da ieri sono molte le informazioni – non confermate – dell’arresto, con un possibile trasferimento nella prigione di Lefortovo. Il portavoce del Cremlino Peskov, da parte sua, ha tuttavia liquidato le indiscrezioni americane come gossip. (...)

Ore 09:57 - Kiev: installato il primo rifugio antiaereo prefabbricato

Kiev ha installato il suo primo rifugio antiaereo prefabbricato: un esperimento pilota che sarà a breve seguito dal dislocamento di altre di queste strutture smontabili e trasportabili in vari punti della città dove non ci siano nelle immediate vicinanze dei rifugi o altre strutture della protezione civile. Ogni struttura può ospitare fino a 20 persone e viene assemblata sul posto, purché il terreno sottostante sia solido. Ed è modulare: a seconda del numero di persone, può essere ingrandita, assemblando due, tre o anche più sezioni. All’interno è attrezzata con panchine, estintori, acqua e kit di pronto soccorso. «Queste strutture di protezione civile - ha dichiarato Sergiy Popko, capo dell’amministrazione militare di Kiev - sono importanti per le zone in cui non ci sono rifugi o dove c’è una distanza significativa per raggiungerli».

Ore 09:58 - Zuppi-Kirill, l’incontro nel pomeriggio

Il nunzio apostolico presso la Russia, Giovanni d’Aniello, al Tg1, ha confermato che il cardinale Matteo Zuppi incontrerà nel pomeriggio il patriarca russo Kirill, aggiungendo anche che in serata «ci sarà una funzione religiosa, durante la quale il cardinale incontrerà la comunità cattolica».

Nella giornata di oggi Zuppi dovrebbe incontrare anche Maria Llova-Belova, la commissaria russa per i diritti dei bambini. Nei confronti di questa funzionaria, e dello stesso Vladimir Putin, la Corte penale internazionale ha emesso nel marzo scorso un ordine di arresto con l’accusa appunto di deportazione illegale di bambini ucraini, che la stessa Llova-Belova respinge. La Santa Sede, come già fatto per lo scambio dei prigionieri, è infatti impegnata per favorire il ritorno dei bambini ucraini che, secondo le accuse di Kiev, sono stati portati, in questi mesi di guerra, in Russia.

Ore 10:11 - Kiev, l’appello del Parlamento ucraino: «Bisogna prevenire un disastro nucleare a Zaporizhzhia»

Il Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) ha lanciato un appello internazionale per prevenire un disastro nucleare nella centrale nucleare di Zaporizhzhia e contrastare il ricatto nucleare della Russia: lo riporta Rbc-Ucraina, che cita Olena Shulyak, leader del Partito Servitori del Popolo e capo della commissione della Verkhovna Rada sull’organizzazione del potere statale, l’autogoverno locale, lo sviluppo regionale e l’urbanistica.

«Il 4 marzo 2022, le forze di occupazione della Federazione Russa hanno sequestrato la più grande centrale nucleare d’Europa, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, e da allora hanno regolarmente fatto ricorso ad azioni provocatorie - ha detto Shulyak -. Dopo che la centrale idroelettrica di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dagli invasori, nessuno dubita che la Russia possa ricorrere a un altro crimine, questa volta nucleare».

Ore 10:20 - «Progressi ucraini nelle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk»

La viceministra della Difesa ucraina, Anna Malyar, afferma sul suo canale Telegram che le forze militari di Kiev «stanno facendo progressi» nel sud e nell’est del Paese: sono avanzate di 1,3 km in direzione di Berdyansk (Zaporizhzhia), 1,2 km m in direzione di Klishchiivka (Donetsk) e 1,5 km in direzione di Kurdyumivka (Donetsk).

Ore 10:23 - Il ministero della Difesa britannico: «L’abbattimento di un aereo russo da parte della Wagner avrà un impatto negativo sulle operazioni militari russe»

L’intelligence britannica, nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione militare in Russia e Ucraina, sostiene che l’abbattimento di un aereo russo da parte della Wagner potrà avere un impatto negativo sulle operazioni di Mosca: «La Wagner avrebbe abbattuto elicotteri militari russi e un velivolo del posto di comando aviotrasportato Ilyushin Il-22M. Questi velivoli per missioni speciali hanno svolto un ruolo chiave per le forze russe nella guerra contro l’Ucraina. È probabile che la perdita di questo aereo abbia un impatto negativo sulle operazioni aeree e terrestri russe».

«A breve termine - spiega il ministero della Difesa di Londra - lo shock psicologico della perdita di un gran numero di membri dell’equipaggio in questo modo danneggerà quasi certamente il morale all’interno della forza aeronautica russa. A lungo termine, esiste la possibilità che gli attuali livelli di incarico debbano essere ridotti per gestire in sicurezza la flotta rimanente. Ciò probabilmente minerà la capacità della Russia di comandare e coordinare le sue forze, in particolare nelle operazioni rapide».

Ore 10:29 - Bombardamenti russi sulla regione di Zaporizhzhia: 1 morto e 9 feriti

La scorsa notte le forze russe hanno lanciato un attacco nella regione di Zaporizhzhia dove sono stati colpiti numerosi villaggi. A renderlo noto è l'Amministrazione regionale sul suo canale Telegram. «Nella notte, il nemico ha attaccato la periferia del centro regionale con missili, aerei, lanciamissili multipli e artiglieria, si legge nel rapporto. Sono stati presi di mira i villaggi di Orikhove, Huliaypole, Zaliznychne, Levadne, Olhove, Luhivske, Bilohirya, Mala Tokmachka, Poltavka, Malynivka, Novodarivka, Chervone, Charivne, Rivnopil, Zherebianky e Pyatikhatky. Non ci sono per ora notizie di eventuali feriti o vittime. Una persona è morta e nove sono rimaste ferite nei bombardamenti russi di ieri nella regione di Zaporizhzhia.

Ore 10:31 - Guardian: Il generale Surovikin non si vede in pubblico da sabato

Stando a quanto riportato dal Guardina, l'ultimo avvistamento pubblico del generale Surovikin risalirebbe a sabato, giorno della tentata rivolta della Wagner comandata da Prigozhin. Il generale russo, come scrive il Moscow Times, sarebbe stato arrestato perché a conoscenza dei piani del leader della Wagner.

Ore 10:36 - Zuppi incontra il consigliere di Putin Ushakov: al centro della discussione il tema dei bambini

La questione dei rifugiati, «compresi i minori», è stato il tema centrale discusso in un incontro tra il cardinale Matteo Zuppi, emissario del Papa in visita a Mosca, e Yuri Ushakov, il consigliere per la politica estera del presidente Vladimir Putin. Lo ha detto all'agenzia Tass l'arcivescovo di Mosca, Paolo Pezzi, commentando il colloquio svoltosi ieri pomeriggio. «L'incontro del cardinale con Ushakov - ha sottolineato Pezzi - si è svolto in un'atmosfera positiva. L'argomento principale sono stati i problemi umanitari legati ai rifugiati, compresi i minori». Pezzi non ha fornito ulteriori dettagli, ma è noto che le autorità di Kiev hanno chiesto all'inviato del Vaticano di sollevare con Mosca la questione dei bambini che Kiev accusa la Russia di avere deportato dall'Ucraina, oltre che gli scambi di prigionieri.

Ore 10:38 - Zelensky: «Il percorso per la vittoria è difficile ma ce la faremo»

«Dobbiamo renderci conto che il percorso verso la nostra vittoria è difficile. E ora, nessuno può dire quando lo completeremo. Ma quando l'obiettivo è chiaro ed equo, non importa quanto sia spinoso il percorso verso questo obiettivo. L'Ucraina percorrerà questa strada verso la vittoria! E questo non è più un sogno, è una realtà», così il presidente ucraino Zelensky in un post sui suoi social media descrivendo il percorso di Kiev verso la vittoria.

Ore 10:53 - Russia, congedato il vice del generale Surovikin

l'ex direttore dell'Echo di Mosca, Alexei Venediktov, ha scritto in un tweet che il generale Andriy Yudin, vice di Sergey Surovikin, è stato «congedato dai ranghi» dell'esercito russo.

Ore 11:00 - Scholz : «Nessun pericolo immediato per la presenza della Wagner in Bielorussia»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sostiene che nell'immediato non ci sia nessun pericolo per la Nato dovuto alla presenza della Wagner in Bielorussia. «È una situazione che seguiamo con grande preoccupazione, ma allo stesso tempo siamo fiduciosi di poter difendere il nostro territorio. La promessa di difendere ogni centimetro del territorio Nato in caso di assalto riguarda tutti gli stati membri. Tuttavia, non mi aspetto cambiamenti nella situazione al momento», ha detto Scholz ieri in una conferenza stampa con il suo omologo della Macedonia del Nord, Dimitar Kovachevski, a Berlino. All'inizio della settimana, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che il blocco avrebbe monitorato il movimento del gruppo Wagner in Bielorussia, assicurandosi che l'alleanza fosse pronta a proteggere e difendere i suoi Stati membri

Ore 11:21 - Russia, Ucraina e Nato in apertura dei lavori del vertice Ue

La situazione in Russia dopo la fallita insurrezione della Wagner, la controffensiva ucraina e il sostegno dell’Ue a Kiev, il rafforzamento della cooperazione tra Unione europea e Nato: questi i temi al centro della prima parte dei lavori del Consiglio Europeo che sta per prendere il via a Bruxelles. A segnare l’avvio del vertice, l’incontro tra i leader dei 27 e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg previsto per le 13. Successivamente i 27 ascolteranno, come di consueto, il discorso della presidente del Pe Roberta Metsola per passare poi a discutere di Ucraina con un intervento da remoto di Zalensky.

Ore 11:31 - Kiev: «Progressi lenti ma inesorabili nel sud-est»

Le forze ucraine stanno avanzando «lentamente ma inesorabilmente» in prima linea nell’est e nel sud-est del Paese, nonché intorno all’area critica di Bakhmut. Lo scrive il Guardian, citando la Reuters, secondo cui il comandante in capo ucraino, il generale Valerii Zaluzhnyi, ha riferito al capo di stato maggiore degli Stati Uniti Mark Milley che le sue forze ucraine sono «riuscite a prendere l’iniziativa strategica». «Il nemico sta offrendo una forte resistenza, pur subendo perdite considerevoli», ha scritto Zaluzhnyi su Telegram.

Ore 12:04 - Cremlino: non sappiano dove sia Prigozhin, niente da dire su Surovikiv

«Non sappiamo dove sia Prigozhin» ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nella conferenza stampa di oggi. Alla domanda «dove si trova il generale Surovikin» Peskov ha risposto che non ha niente da dire, invitando i giornalisti a rivolgersi al ministero della Difesa.

Ore 12:15 - Peskov: «Non ci sono le condizioni per una pace negoziata»

Non ci sono le condizioni per risolvere la situazione in Ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici, e quindi la Russia continuerà la sua «operazione militare speciale». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass.

Ore 12:19 - Papa: «Il popolo ucraino è ogni giorno nel mio cuore»

Il Papa all’Angelus ha chiesto di «non stancarci, per favore, di pregare per la pace, specialmente per il popolo ucraino che è ogni giorno nel mio cuore». Ispirati alla pace sono i tappeti di fiori allestiti a via della Conciliazione, per l’infiorata storica, che il Papa ha citato nella preghiera marina.

Ore 12:21 - Ft: «Il generale Surovikin è stato arrestato»

Secondo il Financial Times, il generale russo Sergej Surovikiv è stato arrestato per reprimere i simpatizzanti della Wagner ed evitare una nuova rivolta. Il quotidiano britannico cita tre persone a conoscenza del dossier. «Non è ancora chiaro se Surovikin, il capo delle forze aeree russe, sia stato accusato di essere un complice della rivolta o se sia semplicemente detenuto per essere interrogato», scrive l'Ft. Le notizie sulla detenzione del leader militare russo, che avrebbe aiutato Prigozhin nella marcia su Mosca, circolano da ieri, ma non sono state confermate da nessuna fonte ufficiale.

Ore 12:28 - Cremlino: «Nessun accordo concreto raggiunto con Zuppi»

Nessun accordo specifico è stato raggiunto nel colloquio di ieri tra Yuri Ushakov, consigliere del presidente russo Vladimir Putin, e il cardinale Matteo Zuppi. Il dialogo continuerà se sarà necessario. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta l’agenzia Interfax.

Ore 12:33 - Al via le esercitazioni per un possibile attacco a Zaporizhzhia

Esercitazioni speciali su larga scala sono iniziate in Ucraina per preparare il Paese a un «possibile attacco terroristico» russo alla centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram l’operatore nucleare nazionale Energoatom. Partecipano alle esercitazioni dipendenti del settore energetico, medici, unità delle squadre di soccorso, polizia e altri servizi delle regioni di Kherson, Mykolaiv, Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia. In caso di attacco, le autorità prevedono di evacuare i residenti che vivono in un raggio di 30-50 chilometri dal sito.

Ore 12:46 - Zuppi a Mosca incontra la commissaria per i bambini

Il cardinale Matteo Zuppi ha incontrato a Mosca Maria Llova-Belova, la commissaria russa per i diritti dei bambini, che tra l’altro è oggetto insieme con il presidente Vladimir Putin di un ordine di arresto della Corte penale internazionale con l’accusa di deportazione di bambini dall’Ucraina.

Ore 12:54 - Duma: «La Wagner non combatterà più in Ucraina»

La Wagner non combatterà più in Ucraina dopo che il fondatore del gruppo mercenario, Evgeny Prigozhin , ha rifiutato di firmare qualsiasi contratto con il Cremlino. Lo ha reso noto il capo del comitato di difesa della Duma, Andrei Kartapolov. Kartapolov ha affermato che pochi giorni prima del tentativo di ribellione di Wagner, il ministero della Difesa russo aveva annunciato che «tutti i gruppi che svolgono missioni di combattimento devono firmare un contratto» con il ministero. Secondo Kartapolov, Prigozhin non ha firmato i contratti ed è stato informato che «Wagner non avrebbe preso parte a un'operazione militare speciale. Ovvero, i finanziamenti e le risorse materiali non saranno più assegnate al Gruppo».

Ore 13:04 - Stoltenberg: ingresso Ucraina nell’Ue ha impatto su scelte Nato

Al summit di Vilnius gli alleati discuteranno delle prospettive d’ingresso dell’Ucraina nella Nato, che mantiene le sue porte aperte poiché sono gli alleati a decidere chi può entrare, non la Russia. Lo ha detto il segretario generale Jens Stoltenberg arrivando al Consiglio Europeo. «La decisione dell’Ue di dare lo status di Paese candidato all’Ucraina ha un impatto sulle discussioni all’interno della Nato sul futuro ingresso nell’alleanza», ha sottolineato Stoltenberg.

Ore 13:06 - Kiev: «Triplicati gli attacchi russi sulle zone di confine»

Le forze russe hanno triplicato il numero di attacchi alle zone di confine dell’Ucraina: lo ha reso noto il portavoce del Servizio di guardia di frontiera ucraino, Andrii Demchenko, come riporta Ukrinform. «La Russia sta intensificando i bombardamenti e la regione di Kharkiv è la più colpita. In precedenza, la maggior parte dei bombardamenti era stata lanciata sulla regione di Sumy», ha affermato Demchenko, precisando che «dall’inizio di giugno sono stati registrati 1.700 attacchi russi».

Ore 13:15 - Kuleba: «È ora che la Nato faccia chiarezza sul nostro ingresso»

«Durante la nostra telefonata di oggi, ho elogiato Jens Stoltenberg per i suoi sforzi per rendere il vertice Nato di Vilnius un successo. L’Ucraina continua a lavorare attivamente con tutti gli alleati della Nato per convincerli che è arrivato il momento di fare chiarezza sull’adesione dell’Ucraina all’Alleanza». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Stoltenberg oggi prende parte al Consiglio Europeo per un pranzo di lavoro anche in vista del summit di Vilnius.

Ore 13:22 - Borrell: «Putin più debole è un pericolo più grande»

Dopo quanto accaduto con la milizia Wagner «è chiaro che Putin è indebolito e un Putin più debole è un pericolo più grande». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio europeo a Bruxelles. «Resta non chiaro che cosa sia successo, chi fosse dietro questo gruppo militare. Alcuni generali sono stati arrestati, penso che» Putin «si trovi in una modalità di pulizie, che sia più assertivo. L'unica risposta che possiamo dare è continuare a supportare l'Ucraina».

Ore 13:25 - Difesa russa: «A Kramatorsk uccisi 2 generali ucraini»

Due generali ucraini e decine di soldati, tra cui 20 «mercenari stranieri», sono stati uccisi nel bombardamento russo su Kramatorsk, Lo afferma il ministero della Difesa di Mosca citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 14:29 - La figlia di Surovikin smentisce l'arresto del padre: è al suo posto

La figlia del generale Sergej Surovikin, già comandante in capo delle forze russe in Ucraina, nega l'arresto di suo padre per la sua presunta relazione con la rivolta della Wagner. «Onestamente, non gli è successo niente. È al suo posto di lavoro», ha detto Veronika Surovikin in una conversazione con il canale Baza Telegram citata dall'agenzia Efe. Alla domanda se sia in contatto con suo padre, la figlia del generale russo ha risposto che «sì, è tutto a posto». Per quanto riguarda la scomparsa di Surovikin dai media da sabato scorso, la figlia del generale ha assicurato che non era mai apparso molto spesso prima. «Non ha mai rilasciato dichiarazioni quotidianamente», ha insistito. Al momento, il ministero della Difesa russo non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo.

Ore 14:50 - La verità di Putin sulla rivolta di Prigozhin. E dà l’avvio alle purghe contro la Wagner

(di Irene Soave) Chi sarà punito, e come, per l'ammutinamento di sabato guidato da Evgenij Prigozhin, arrivato a duecento chilometri da Mosca al comando del suo esercito privato Wagner, poi fermatosi dopo l'intervento da mediatore del dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko e poi «graziato», sabato, da ogni capo di imputazione? Sulla stampa internazionale, a partire da un incontro a porte chiuse di Vladimir Putin con i giornalisti martedì notte, iniziano a filtrare le prime risposte.

Ore 15:29 - Rutte: «Non è nel nostro interesse destabilizzare la Russia»

«Paradossalmente, non è nel nostro interesse destabilizzare la Russia e non lo è nemmeno per l'Ucraina. Quindi quello che Putin suggeriva un paio di giorni fa» ossia che «l'Occidente fosse in qualche modo dietro» la rivolta della Wagner «non è assolutamente vero». Così il primo ministro olandese, Mark Rutte, a margine del vertice dei leader europei. «Ovviamente - ha aggiunto - ci prepariamo a ogni eventualità, ma non spetta a me commentarlo in pubblico».

Ore 16:07 - Intrigo sulla sorte di Surovikin (che forse è stato arrestato)

(di Guido Olimpio) Arrestato. In residenza sorvegliata. Non sappiamo dove sia. No, è al suo posto. L’intrigo attorno alla sorte del generale Surovikin è un susseguirsi di indiscrezioni contrastanti. Tutte scosse provocate dalla fallita rivolta della Wagner.

Ripartiamo dalla notte. Dopo voci insistenti il Moscow Times sostiene che l’ufficiale è stato fermato dai servizi di sicurezza mentre la famiglia avrebbe perso i contatti da tre giorni. L’articolo non conferma, però, che sia stato rinchiuso nel carcere di Lefortovo. Il portavoce del Cremlino che, fino a ieri liquidava come gossip le rivelazioni del New York Times sul generale informato delle intenzioni di Prigozhin, ha cambiato registro: non so dove si trovi, chiedete alla Difesa. Dichiarazione per dirottare domande scomode su altri. (...)

Ore 16:09 - Putin: «Il mondo non è crollato con le sanzioni occidentali»

«Come ho già detto, e ho detto più di una volta, nonostante le sanzioni e la partenza delle aziende occidentali il mondo non è crollato. Al contrario, le opportunità per gli imprenditori russi si sono moltiplicate». Così Vladimir Putin in occasione di un forum dell'Agenzia russa per le iniziative strategiche. Gli imprenditori russi, ha aggiunto Putin, «stanno occupando attivamente le nicchie liberate nel mercato, sviluppandone di nuove, comprese quelle di esportazione. Di conseguenza, l'intera economia sta andando avanti».

Ore 16:12 - Nella base segreta del Kent dove i marine «creano» i soldati ucraini

(di Luigi Ippolito, nostro inviato) KENT (Inghilterra) - La retrovia della guerra ucraina è qui, nella campagna del Sud dell’Inghilterra, fra paesaggi punteggiati da pale eoliche e placide pecore al pascolo. Ma appena varcata la soglia di filo spinato della base militare del Kent (che deve restare segreta), si è investiti dall’odore acre della polvere da sparo, i fumogeni entrano negli occhi, le esplosioni rimbombano assordanti interrotte solo dal crepitio delle mitragliatrici.

Ore 16:21 - Putin tra la folla in Daghestan: selfie e strette di mano

(...) In rete sono in molti a sollevare dubbi: c’è chi sostiene che quello ripreso in Daghestan non sia in realtà Putin, ma un suo sosia. Diversi osservatori non si spingono a mettere in dubbio l’identità del protagonista del video, ma si concentrano piuttosto sulla differenza nei comportamenti di Putin. (...)

Ore 17:03 - Pence a Kiev, incontro a porte chiuse con Zelensky

L'ex vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, si è recato a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky. Lo ha riferito la Cnn, precisando che il faccia a faccia con il leader ucraino si è svolto a porte chiuse. A Kiev Pence ha visitato un centro che si occupa dei bambini ucraini deportati in Russia, il monastero di San Michele e ha reso omaggio al "Muro della memoria dei difensori caduti". L'ex vice presidente si è recato anche a Bucha, Irpin e Moschun, tre località appena fuori Kiev diventate un simbolo della violenza e della distruzione dell'occupazione russa. In queste zone, tornate da tempo sotto controllo ucraino, ha visto le macerie ancora presenti, incontrato alcuni abitanti e deposto fiori ai memoriali per le vittime.

Ore 17:29 - Pence a Kiev, incontro a porte chiuse con Zelensky

«Credo che l’America sia la leader del mondo libero», ha detto Pence a Nbc News. «Ma venendo qui solo da privato cittadino e potendo vedere davvero con i miei occhi l’eroismo dei soldati ucraini che tengono la linea in quei boschi, l’eroismo della gente che qui a Irpin ha respinto l’esercito russo, le famiglie le cui case sono state letteralmente bombardate durante l’invasione russa immorale e non provocata, rafforza la mia determinazione a fare la mia parte, a continuare a chiedere un forte sostegno americano per i nostri amici e alleati ucraini», ha aggiunto Pence, che è stato il primo candidato presidenziale repubblicano a incontrare Zelensky durante la campagna elettorale.

Ore 18:00 - Il Consiglio Europeo approva le conclusioni sull’Ucraina

I leader Ue riuniti al Consiglio Europeo - a quanto si apprende - hanno approvato le conclusioni sull’Ucraina, compresa la parte sugli impegni di sicurezza per Kiev, e sulla difesa. Ora la discussione si concentra sulla migrazione.

Ore 18:13 - Kirill a Zuppi: «Unire forze per evitare grande conflitto»

«Le Chiese possono lavorare insieme per servire la causa della pace e della giustizia»: lo ha detto il patriarca russo Kirill che a Mosca oggi ha incontrato l’inviato papale per una soluzione in Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi. «È importante che tutte le forze del mondo si uniscano per prevenire un grande conflitto armato», ha detto il patriarca.

Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Il Patriarcato di Mosca ha diffuso alcune immagini dell’incontro.

Ore 18:22 - Zelensky incontra Greta Thunberg a Kiev

Il presidente ucraino Volodymr Zelensky ha incontrato a Kiev l’attivista per il clima Greta Thunberg e i membri del Gruppo di lavoro internazionale sui crimini ambientali della Russia, tra cui l’ex vice prima ministra ed ex ministra degli Affari esteri della Svezia Margot Wallström, la vice presidente del Parlamento europeo Heidi Gautala e l’ex presidente dell’Irlanda Mary Robinson. Lo riferisce Zelensky in un messaggio via Telegram, in cui pubblica anche un video dell’incontro. «Contrastare l’ecocidio e tutte le altre conseguenze distruttive dell’aggressione russa è uno dei punti della formula ucraina per la pace», si legge nel messaggio, «abbiamo discusso, innanzitutto, delle conseguenze catastrofiche dell’attacco terroristico russo alla centrale idroelettrica di Kakhovka».

Ore 19:49 - Zelensky a Ue: «Non smettete di imporre sanzioni»

«Un’altra cosa importante da menzionare nel contesto della sicurezza sono le sanzioni. Sono grato per l’undicesimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea recentemente adottato, che continua la giusta politica di pressione su tutti coloro che rendono possibile l’aggressione. È importante non smettere di imporre sanzioni. Meno pause ci saranno, meno la Russia si adatterà alla pressione su di essa e meno penserà a modi per aggirare le sanzioni». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in collegamento video con i leader riuniti al Consiglio europeo.

Ore 20:07 - Zuppi ha invitato Kirill a visitare Bologna

L’inviato del Papa per il conflitto in Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, ha invitato il patriarca ortodosso russo, Kirill, a visitare Bologna e la parrocchia della Chiesa ortodossa russa che opera in essa. «È un grande onore per noi avere una comunità a Bologna, e speriamo che Vostra Santità possa un giorno visitarla», ha aggiunto l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Zuppi ha osservato che «Bologna è orgogliosa della comunità ortodossa» e che «la sua chiesa è sempre piena di gente».

Ore 20:21 - Bloomberg: Surovikin interrogato ma non è in prigione

Il generale russo Sergei Surovikin è sotto interrogatorio da diversi giorni a seguito dell’ammutinamento del Gruppo Wagner, ma non sarebbe in prigione. Lo riporta Bloomberg citando proprie fonti, secondo le quali Surovikin sarebbe comunque trattenuto in un luogo non precisato, dove gli starebbero chiedendo dei legami con la Wagner e con Yevgeny Prigozhin. Per il media investigativo russo IStories invece, Surovikin sarebbe stato già rilasciato dopo gli interrogatori, ma non ci sono altre conferme.

Ore 21:45 - Kuleba: pronti a resistere per anni

Gli ucraini sono pronti a resistere anni»: parola del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, intervenuto a Otto e Mezzo su La Sette. Il capo della diplomazia ucraina ha anche spiegato le difficoltà della controffensiva perché -ha detto- «ci vuole tempo per sminare i campi minati dai russi».

«Abbiamo fatto un sondaggio fra i nostri cittadini -ha fatto presente Kuleba- e il 58% degli ucraini si dice pronto a resistere per anni affinché il nostro Paese abbia spazio per vincere. Gli ucraini hanno capito che la guerra è una questione esistenziale. Non siamo russi, ci prendiamo cura del nostro popolo. Ecco perché -ha insistito- la controffensiva sta andando più lentamente del previsto: dobbiamo sminare i campi, far entrare la nostra fanteria. Ma dall’inizio dell’operazione non c’è stato un giorno in cui non siamo avanzati».

Ore 21:46 - Bbc: la Wagner sta ancora reclutando miliziani in Russia

Il gruppo Wagner sta ancora reclutando combattenti in tutta la Russia, pochi giorni dopo un ammutinamento che ha portato Vladimir Putin a temere una guerra civile. È quanto ha constatato la Bbc che, usando un numero di telefono russo, ha chiamato più di una decina di centri di reclutamento dicendo, se veniva chiesto, che stavamo chiedendo informazioni per conto di un’altra persona. «Tutti quelli che ci hanno risposto - scrive la Bbc -, hanno confermato che il lavoro della compagnia continua». Da Kaliningrad, a ovest, a Krasnodar, a sud, nessuno ha mai creduto che il gruppo fosse stato sciolto.

Nella città artica di Murmansk, una donna del Viking sports club ha confermato che il gruppo sta ancora arruolando combattenti per l’Ucraina. «È lì che stiamo reclutando, sì. Se qualcuno vuole andare, deve solo chiamarmi e fisseremo un giorno.» Il lungo elenco di punti di contatto della Wagner si basa principalmente sui club di combattimento, comprese le scuole di arti marziali e quelle di boxe. Diverse persone che hanno risposto al telefono alla Bbc hanno sottolineato che i nuovi membri stavano firmando contratti con il gruppo di mercenari stesso e non con il ministero della Difesa russo. «Non ha assolutamente niente a che fare con il ministero della Difesa», è stato irremovibile un uomo del club sportivo Sparta di Volgograd. «Niente si è fermato, stiamo ancora reclutando».

Ore 19:53 - Zelensky: «Attacco a centrale Kakhovka più grande ecocidio da decenni»

«È molto importante che il Parlamento europeo fornisca sempre valutazioni di principio su ciò che sta accadendo e condanni immediatamente l’attacco terroristico russo alla centrale idroelettrica di Kakhovka. Questo attacco ha portato al più grande ecocidio in Europa da decenni e gli autori devono essere ritenuti responsabili». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rivolgendosi ai leader del Consiglio europeo riuniti a Bruxelles.

Ore 01:35 - Wall Street Journal: Usa valutano invio di missili a lunga gittata a Kiev

Gli Usa hanno preso in considerazione l’approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms per l’Ucraina. Lo scrive in esclusiva il Wall Street Journal citando dirigenti americani ed europei. L’Atacms ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. Joe Biden non ha ancora dato il suo ok ma le fonti dicono di aver visto segnali di apertura anche tra i più riluttanti nel governo Usa, a partire dalla Casa Bianca

Ore 01:42 - Il generale Surovikin era un membro vip segreto della compagnia Wagner

Il generale russo Sergey Surovikin era un membro vip segreto della compagnia militare privata Wagner. Lo riferisce la Cnn citando documenti ottenuti in esclusiva dal Russian investigative Dossier Center, secondo cui l’alto ufficiale aveva un numero di registrazione personale con la Wagner. Surovikin è in una lista insieme ad almeno altri 30 alti dirigenti militari e dell’intelligence russa, anche loro membri vip segreti del gruppo di mercenari, sempre secondo il Russian investigative Dossier Center.

Armi nucleari russe nelle mani del gruppo Wagner. Una forte preoccupazione, difficile da realizzare. Sergio Barlocchetti su Panorama il 29 Giugno 2023

La Bielorussia ha iniziato a ricevere armi nucleari tattiche russe “tre volte più potenti” delle bombe usate dagli Usa a Hiroshima e Nagasaki. Infatti negli ultimi nove mesi gli Usa hanno rilevato che Putin ha incrementato il personale delle forze addette alle armi nucleari.

Quanto accaduto negli ultimi due giorni in Russia, con la ribellione del gruppo Wagner alla Difesa di Mosca e la fuga del suo leader Evgenij Viktorovič Prigožin in Bielorussia, apre l’ipotesi – soltanto quella – che la Wagner possa arrivare a mettere le mani sull’arsenale nucleare bielorusso. Diciamolo subito: questo timore è alimentato da Washington, che esprime preoccupazioni su che cosa accadrebbe alle armi nucleari russe in caso di sconvolgimenti interni, eventi che tuttavia paiono poco probabili, stante che a Mosca ha già revocato le misure speciali in fatto di mobilitazione e protezione che erano scattate quando la Wagner era ormai arrivata a 200 km dalla capitale. L’ordine che Prigozhin ha dato ai suoi sabato 24, di tornare nelle loro basi campali, ha infatti placato in parte le preoccupazioni che in Russia potessero prefigurarsi le condizioni per un colpo di Stato. Tuttavia, agli occhi del mondo, Putin è risultato più debole e molti hanno ricordato quanto accaduto nel tentato golpe dei comunisti del 19 agosto 1991, ma soprattutto quanto accadde dopo, con la perdita di controllo di grandi quantità di arsenali militari, nonché le vendite di aerei e mitragliatori fatte direttamente dalle fabbriche periferiche alle Difese dei Paesi clienti, compresi alcuni caccia- bombardieri con capacità di trasporto di armi nucleari all’India, evento scongiurato all’ultimo minuto. Ma vera preoccupazione dovrebbe essere questa: che la Russia e la Bielorussia possano perdere il controllo dei rispettivi arsenali e che parte di questi, compreso quanto occorre per realizzare anche soltanto bombe sporche, possa arrivare nelle mani di un privato come il capo della Wagner. Vero è che per maneggiare quelle armi servono conoscenza, addestramento diretto e anche mezzi tecnicamente avanzati, e che per metterli insieme serve tempo, uno scenario più complicato di quello al quale ci ha abituati Hollywood. Ma è anche vero che possedere un’arma nucleare è importante anche se non la si sa usare, e il pensiero è che nell’eventualità che Mosca ne perda il controllo queste possano finire nelle mani di personaggi come il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che l’altro ieri si era offerto di inviare un migliaio di miliziani a Rostov sul Don, la città del sud occupata e poi abbandonata dai combattenti di Prigozhin, giurando di aiutare a reprimere la rivolta. Stante che ogni movimento di armi nucleari è difficilmente occultabile alle intelligence di ogni nazione organizzata su questo fronte, al momento non sono segnalati cambiamenti nelle disposizioni degli arsenali russi, ma è certo che Mosca ha il dovere e la responsabilità di mantenere il comando, il controllo e la custodia dei suoi ordigni qualsiasi essi siano. Negli ultimi nove mesi gli Usa hanno rilevato che Putin ha incrementato il personale delle forze addette alle armi nucleari, e questo aveva scatenato una serie di reazioni preoccupate all’interno della Nato, come oggi preoccupa il fatto che fazione militare canaglia conquisti capacità decisionale anche soltanto su una minima parte del grande arsenale, costituito, sempre secondo fonti Usa, in 5.977 testate. La cifra è approssimativa e potrebbe essere minore o maggiore, poiché dall'agosto 2022, con l’interruzione delle ispezioni statunitensi dei siti nucleari russi e viceversa, ai sensi del trattato New Start, è impossibile tracciare un profilo preciso della situazione, che ora viene determinata e dedotta con ampio uso di satelliti spia e mediante l’intercettazione delle comunicazioni. Vladimir Putin nel marzo scorso aveva dichiarato che il primo lotto di armi nucleari tattiche sarebbe stato consegnato alla Bielorussia, fatto ribadito dalla Tass circa tre settimane fa. Non a caso il 25 maggio scorso i ministri della difesa di Russia e Bielorussia avevano firmato i documenti sullo spiegamento di armi nucleari tattiche sul territorio di Minsk, mentre il 9 giugno, in un incontro con Alexander Lukashenko, Putin aveva anche annunciato che il dispiegamento di armi tattiche sarebbe cominciato a luglio, quando i siti predisposti fossero stati completati, con una data prevista per l’8 del mese, e che dieci velivoli bielorussi sarebbero stati convertiti per poterle trasportare e lanciare. Da parte sua, Lukashenko ha ribadito che la Bielorussia ha iniziato a ricevere armi nucleari tattiche russe “tre volte più potenti” delle bombe usate dagli Usa a Hiroshima e Nagasaki.

Le immagini pubblicate sui social media russi hanno confermato che un velivolo adibito a centro di comando del tipo Ilyushin Il-22M dell'aeronautica russa è stato abbattuto da militari della Wagner Private Military insieme con altri quattro elicotteri nella giornata del 24 giugno. L'abbattimento sarebbe avvenuto vicino alla città di Voronezh e tutti i dieci membri dell'equipaggio sono deceduti.Le forze di Wagner hanno anche neutralizzato diversi elicotteri da trasporto Mil-8/17 tra i quali un esemplare per la guerra elettronica e due elicotteri d'attacco Kamov Ka-52 e Mi-35. La perdita dell'Il-22M, una conversione militare dell'aereo di linea Il-18, rappresenta una perdita significativa nella flotta di intelligence, sorveglianza e ricognizione dell'aeronautica russa. È la seconda perdita del genere in cinque anni. Nel settembre 2018, un Il-20, una versione di intelligence elettronica dell'Il-18, fu abbattuto accidentalmente dalle difese aeree siriane mentre tornava da un volo di pattuglia sul Mar Mediterraneo. Le atomiche di Mosca sono una scelta pericolosa, per la Bielorussia Gli annunci di Putin sulle armi atomiche tra realtà e propaganda Armi e tecnologia: cosa sta insegnando la guerra ucraina

Valerij Gerasimov, l’ideologo della dottrina militare russa. Inside Over il 30 Giugno 2023

È il capo di Stato maggiore dell’esercito e il comandante delle operazioni in Ucraina, ma soprattutto è l’ideologo della più recente dottrina militare russa: Valerij Gerasimov è ai vertici della Difesa di Mosca dal 2012 e ha conquistato la fiducia del presidente Vladimir Putin. La sua figura tuttavia sta cominciando a vacillare, ricevendo critiche rivolte sia a lui che al ministro Shoigu. Strali provenienti da un altro uomo forte della Russia, Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo Wagner, che ha tentato di decapitare la leadership militare russa con una marcia dimostrativa.

Dopo la guerra. Zelensky vuole legalizzare la cannabis terapeutica in Ucraina: “Fondamentale contro i dolori della guerra”. Redazione Web su L'Unità il 29 Giugno 2023 

Volodomir Zelensky già immagina la sua Ucraina in tempi di pace. Ed ha già lanciato l’input a due provvedimenti che per lui potrebbero essere importanti per la sua nazione una volta uscita dalla guerra. Il primo riguarda la legalizzazione della cannabis terapeutica, il secondo l’obbligo di conoscere la lingua inglese per i funzionari pubblici. Entrambe le proposte hanno scatenato molte critiche e anche qualche presa in giro ma hanno una motivazione non da poco. E tengono ben presenti le esigenze di una popolazione martoriata dalle bombe russe.

Zelensky quest’anno sarebbe al suo ultimo anno come Presidente ucraino. Ma ha già annunciato che le elezioni slitteranno a quando sarà cessata la guerra e cesserà la legge marziale. Ma ha già pensato a un paio di provvedimenti che si potrebbero fare una volta giunti alla pace, tra questi la legalizzazione della cannabis terapeutica e, secondo quanto riportato da repubblica, ne ha spiegato la ragione: “Affinché tutti i nostri cittadini non debbano sopportare il dolore, lo stress e il trauma della guerra – ha detto il presidente che ha parlato alla Verkhovna Rada nel giorno della costituzione dell’Ucraina, il 28 giugno – dobbiamo finalmente legalizzare onestamente i medicinali a base di cannabis, la ricerca scientifica pertinente e la produzione ucraina controllata per tutti coloro che ne hanno bisogno”.

Per Zelensky questa potrebbe essere l’opportunità per creare una industria specializzata post bellica, specializzata in riabilitazione mentale e fisica in Europa e contemporaneamente risolvere gli enormi problemi e i traumi fisici e mentali che le persone dovranno affrontare dopo aver visto la guerra con i propri occhi. Scopo ‘curativo’, per Zelensky, avrebbe anche l’obbligo di conoscere la lingua inglese per i funzionari dello Stato. Un modo per avvicinarsi sempre più all’Occidente e abbandonare sempre più la lingua e cultura russa, che ritiene siano state utilizzate come strumento di dominio.

Per il presidente ucraino bisognerà gettare le fondamenta per una nuova architettura sociale post bellica, una “nuova dottrina per il nostro Stato. Una dottrina chiara, non vaga, audace. Per l’Ucraina, che sta andando verso la vittoria. E per l’Ucraina vincitrice. Abbiamo bisogno di un nuovo sistema, nuove regole, nuove opportunità”. E pensa già a questi due primi provvedimenti.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 30 giugno.

Le notizie sulla guerra in Ucraina del 30 giugno. Lorenzo Cremonesi e Francesco Battistini, inviati, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 30 giugno 2023.

I tecnici di Mosca lasciano Zaporizhzhia. Chiude il social network di Prigozhin. Orban: «Ungheria contraria a nuovi fondi all’Ucraina»

• Questa diretta è stata chiusa: qui per seguire le ultime notizie sul conflitto

• La verità di Putin sulla rivolta. «Prigozhin? Non sappiamo dove sia».

• Mosca annuncia che la Wagner non combatterà più in Ucraina.

• Giallo sul generale Surovikin, accusato di aver avuto un ruolo nella rivolta. Secondo il Financial Times, sarebbe stato arrestato. Ma la figlia nega.

• Podolyak: «Putin un leader debole, ha perso il controllo».

• Kara-Murza parla dal carcere: «Putin ha già perso la guerra».

• E il Cremlino gela la missione di pace del cardinale Zuppi, che ha incontrato nella capitale russa il patriarca Kirill: «Per ora nessun accordo».

Ore 01:39 - Wsj: Usa valutano l’invio a Kiev di missili a lunga gittata

Gli Usa hanno preso in considerazione l’approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms per l’Ucraina. Lo scrive in esclusiva il Wall Street Journal citando dirigenti americani ed europei. L’Atacms ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. Joe Biden non ha ancora dato il suo ok ma le fonti dicono di aver aver visto segnali di apertura anche tra i più riluttanti nel governo Usa, a partire dalla Casa Bianca.

Ore 01:44 - Il generale Surovikin era un membro vip segreto della compagnia Wagner

Il generale russo Sergey Surovikin era un membro vip segreto della compagnia militare privata Wagner. Lo riferisce la Cnn citando documenti ottenuti in esclusiva dal Russian investigative Dossier Center, secondo cui l’alto ufficiale aveva un numero di registrazione personale con la Wagner. Surovikin è in una lista insieme ad almeno altri 30 alti dirigenti militari e dell’intelligence russa, anche loro membri vip segreti del gruppo di mercenari, sempre secondo il Russian investigative Dossier Center.

Ore 02:11 - Vertice Ue, rinnovato l’impegno per la sicurezza dell’Ucraina

«L’Unione europea e gli Stati membri sono pronti a contribuire, insieme ai partner, ai futuri impegni di sicurezza nei confronti dell’Ucraina, che aiuteranno l’Ucraina a difendere se stessa a lungo termine, scoraggiare gli atti di aggressione e resistere agli sforzi di destabilizzazione. In merito a ciò, valuteranno tempestivamente le modalità di tale contributo». È quanto si legge nelle conclusioni del vertice Ue sul capitolo dell’Ucraina. «Questi impegni saranno assunti nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri Stati. Il Consiglio europeo continuerà a occuparsi della questione», si legge ancora

Ore 02:14 - Annuncio su Telegram: chiude il social media di Prigozhin

La rete di social media di proprietà di Evgeny Prigozhin, capo di Wagner, verrà chiusa. «Il social network YaRus sospenderà le operazioni il 30 giugno», ha scritto su Telegram la stessa società che gestisce l’attività. «Dopo un’attenta analisi della situazione attuale ci siamo convinti che questa sia l’unica soluzione possibile», ha proseguito. Prigozhin, che sabato ha annullato la marcia dei suoi combattenti militari privati verso Mosca, ha un’ampia varietà di interessi mediatici. YaRus è stato un grande aggregatore di notizie e contenuti social in Russia e vantava circa 70.000 contenuti al giorno. La società gestiva una popolare app mobile e affermava di avere più di 11 milioni di utenti, anche se pochi erano effettivamente registrati. Non è chiaro cosa accadrà agli altri interessi mediatici di Prigozhin, tra cui l’agenzia di stampa.

Ore 02:43 - La Banca Mondiale approva prestito da 1,5 miliardi di dollari all’Ucraina

La Banca mondiale ha dichiarato di aver approvato un prestito di 1,5 miliardi di dollari all’Ucraina. Lo riporta la Cnn. «Questo sostegno - si legge in una nota - contribuirà a fornire sollievo alle famiglie e mitigare gli impatti dell’invasione della Russia». Il prestito è garantito dal governo giapponese nell’ambito dell’Advancing Needed Credit Enhancement for Ukraine Trust Fund, precisa la Banca mondiale sottolineando di aver mobilitato un totale di oltre 37,5 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina.

Ore 02:54 - Bbc: la Wagner sta ancora reclutando miliziani in Russia

Il gruppo Wagner sta ancora reclutando combattenti in tutta la Russia, pochi giorni dopo un ammutinamento che ha portato Vladimir Putin a temere una guerra civile. È quanto ha constatato la Bbc che, usando un numero di telefono russo, ha chiamato più di una decina di centri di reclutamento dicendo, se veniva chiesto, che stavamo chiedendo informazioni per conto di un’altra persona. «Tutti quelli che ci hanno risposto - scrive la Bbc -, hanno confermato che il lavoro della compagnia continua». Da Kaliningrad, a ovest, a Krasnodar, a sud, nessuno ha mai creduto che il gruppo fosse stato sciolto.

Nella città artica di Murmansk, una donna del Viking sports club ha confermato che il gruppo sta ancora arruolando combattenti per l’Ucraina. «È lì che stiamo reclutando, sì. Se qualcuno vuole andare, deve solo chiamarmi e fisseremo un giorno.» Il lungo elenco di punti di contatto della Wagner si basa principalmente sui club di combattimento, comprese le scuole di arti marziali e quelle di boxe. Diverse persone che hanno risposto al telefono alla Bbc hanno sottolineato che i nuovi membri stavano firmando contratti con il gruppo di mercenari stesso e non con il ministero della Difesa russo. «Non ha assolutamente niente a che fare con il ministero della Difesa», è stato irremovibile un uomo del club sportivo Sparta di Volgograd. «Niente si è fermato, stiamo ancora reclutando».

Ore 02:55 - Intrigo sulla sorte di Surovikin (che forse è stato arrestato)

(di Guido Olimpio) Arrestato. In residenza sorvegliata. Non sappiamo dove sia. No, è al suo posto. L’intrigo attorno alla sorte del generale Surovikin è un susseguirsi di indiscrezioni contrastanti. Tutte scosse provocate dalla fallita rivolta della Wagner.

Ripartiamo dalla notte. Dopo voci insistenti il Moscow Times sostiene che l’ufficiale è stato fermato dai servizi di sicurezza mentre la famiglia avrebbe perso i contatti da tre giorni. L’articolo non conferma, però, che sia stato rinchiuso nel carcere di Lefortovo. Il portavoce del Cremlino che, fino a ieri liquidava come gossip le rivelazioni del New York Times sul generale informato delle intenzioni di Prigozhin, ha cambiato registro: non so dove si trovi, chiedete alla Difesa. Dichiarazione per dirottare domande scomode su altri. (...)

Ore 02:57 - La verità di Putin sulla rivolta di Prigozhin

(di Irene Soave) Chi sarà punito, e come, per l'ammutinamento di sabato guidato da Evgenij Prigozhin, arrivato a duecento chilometri da Mosca al comando del suo esercito privato Wagner, poi fermatosi dopo l'intervento da mediatore del dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko e poi «graziato», sabato, da ogni capo di imputazione?

 Sulla stampa internazionale, a partire da un incontro a porte chiuse di Vladimir Putin con i giornalisti martedì notte, iniziano a filtrare le prime risposte.

 Si moltiplicano i misteri e le indiscrezioni sul probabile arresto del generale Surovikin, lodato pubblicamente da Prigozhin e scomparso da sabato. L'arresto è stato confermato dalla stampa internazionale in queste ore. Pare sapesse in anticipo dell'insurrezione, e secondo alcuni analisti indipendenti sarebbero in corso «indagini» anche sulle sue fonti, probabilmente nei Servizi. «Di lui, chiedete al ministero della Difesa», ha risposto evasivo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un punto con la stampa giovedì mattina. E poi ha aggiunto, a un giornalista che gli chiedeva se Evgenij Prigozhin fosse in Russia o altrove: «Non sappiamo dove si trovi». Prigozhin e Surovikin non sono del resto i soli personaggi pubblici scomparsi dai radar negli ultimi giorni. «Putin sta facendo pulizia», dice un esperto occidentale di intelligence al Financial Times.

Ore 05:04 - Trump: Putin indebolito dall’ammutinamento della compagnia Wagner

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto in una intervista all’agenzia Reuters che il presidente russo Vladimir Putin è stato «in qualche modo indebolito» dall’ammutinamento fallito della Wagner e che ora è il momento per gli Stati Uniti di provare a mediare un accordo di pace tra la Russia e Ucraina. «Voglio che la gente smetta di morire per questa ridicola guerra», ha detto Trump a Reuters.

Ore 05:34 - Cnn: oltre a Surovikin altri 30 ufficiali russi erano membri segreti della Wagner

Non solo Sergej Surovikin, ma anche altri 30 ufficiali erano membri della Wagner.E’ quanto sostiene la Cnn, che afferma di aver consultato in esclusiva «documenti ottenuti da un centro di fascicoli investigativi russi». Dalla documentazione emergerebbe che il generale «era titolare di un numero di registrazione presso (il gruppo) Wagner». Il nome del generale comparirebbe assieme a quello di almeno altri 30 alti ufficiali delle forze armate e dell’intelligence. Surovikin non compare in pubblico da domenica, quando aveva pubblicato un video appellandosi a Prigozhin e ai mercenari del gruppo Wagner, e chiedendo loro di porre fine alla rivolta contro i vertici militari. Indiscrezioni di un suo arresto e di un suo coinvolgimento diretto nella rivolta del gruppo paramilitare, diffuse in parte da importanti testate giornalistiche statunitensi, sono state smentite dal governo russo. Surovikin, comandante decorato della Forza aerea russa soprannominato «Generale Armageddon» per le spietate tattiche adottate durante la campagna aerea a sostegno del governo di Bashar al Assad in Siria, è una tra le figure piu’ rispettate ai vertici delle forze armate del suo Paese, e gli viene attribuita la svolta dell’«operazione militare speciale» in Ucraina dopo la disastrosa fase iniziale di febbraio-aprile dello scorso anno, segnata da gravi perdite per le forze armate russe.

Ore 06:33 - Undici aerei militari cinesi hanno superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan

Undici aerei militari cinesi hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan venerdì mattina. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Taiwan, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters. Un totale di 24 aerei da guerra cinesi, inclusi caccia e bombardieri, sono stati avvistati vicino a Taiwan venerdì mattina intorno alle 8:00 (00:00 GMT), ha detto il ministero della Difesa, aggiungendo che anche cinque navi da guerra cinesi si sono unite. Taiwan ha avuto una riposta «standard», inviando aerei e navi per allontanare le unità cinesi, mentre i sistemi missilistici sono stati attivati per seguire aerei e navi di Pechino.

Ore 07:36 - Dopo la rivolta, il bagno di folla: ora Putin prepara la sua resa dei conti

(di Marco Imarisio, inviato a Mosca) La giusta e molto abbondante distanza non esiste più. Nulla come il bagno di folla che Vladimir Putin si è concesso mercoledì sera a Derbent, la città più antica del Daghestan, spiega come anche lui sia stato obbligato a prendere atto dell’esistenza di una nuova situazione. Il presidente è sceso in una piazza, al centro della quale campeggiava una fontana multimediale appena inaugurata e non si è limitato a salutare i sostenitori che lo aspettavano, ma si è mischiato a loro, concedendosi selfie e persino un bacio a una ragazza adorante, Fatima, poi diventata una eroina di ogni telegiornale. (...)

Ore 07:40 - Esercitazioni di risposta ai disastri nucleari vicino a Zaporizhzhia

L’Ucraina sta effettuando delle esercitazioni di tecniche di risposta a disastri atomici vicino alla città di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare occupata dai russi.

Yuriy Malashko, governatore della regione meridionale ucraina che comprende l’impianto, ha dichiarato che le esercitazioni nella città di Zaporizhzhia e nel distretto circostante avevano lo scopo di coordinare la risposta di tutti i servizi a una “situazione di emergenza” nell’impianto, come riporta l’agenzia di stampa Reuters. Questo mese l’Ucraina ha accusato la Russia di aver pianificato un attacco “terroristico” all’impianto con il rilascio di radiazioni. Mosca ha negato l’accusa.

L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha dichiarato di aver scritto al Consiglio di sicurezza dell’Onu e al segretario generale Antonio Guterres per assicurare che Mosca «non ha intenzione di far saltare in aria questa centrale nucleare». Le riprese televisive della Reuters hanno mostrato i soccorritori in equipaggiamento protettivo e maschere antigas, mentre utilizzavano dosimetri per controllare i livelli di radiazioni di autovetture e camion e poi pulivano le ruote prima che i veicoli fossero sottoposti a un’ulteriore decontaminazione in punti di lavaggio specializzati.

Ore 07:50 - Netanyahu (Israele): «Fornire armi all’Ucraina un rischio, potrebbero cadere nelle mani dell’Iran»

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel corso di una intervista concessa al quotidiano «Wall Street Journal», ha detto che Israele è restia a fornire armi a Kiev (a partire dall’avanzato sistema di difesa aerea Iron Dome) perché potrebbero finire in mani iraniane. «Abbiamo preoccupazioni che credo non abbia nessuno degli alleati occidentali dell’Ucraina», ha dichiarato il primo ministro, dopo le pressioni ricevute da parlamentari statunitensi e funzionari di Kiev a sostenere le forze armate ucraine con l’invio di armi. Israele deve assicurare la «libertà di azione» delle sue forze armate in Siria, dove l’aviazione di Tel Aviv effettua frequenti incursioni aeree contro obiettivi iraniani a stretto contatto con le forze russe, che sostengono il governo di Bashar al Assad. Netanyahu ha aggiunto che nel contesto del conflitto ad alta intensità in Ucraina, i sistemi d’arma forniti da Israele potrebbero essere catturati e finire nelle mani di Teheran, che negli ultimi mesi ha sviluppato strette relazioni militari con la Russia.

In particolare - ha dichiarato il primo ministro - Israele non può permettersi di accogliere la richiesta di Kiev di fornire i sofisticati sistemi di difesa aerea Iron Dome, la cui efficacia è cruciale per assicurare la difesa del territorio israeliano dagli attacchi di milizie sostenute dall’Iran: «Se quel sistema cadesse nelle mani dell’Iran, milioni di israeliani si troverebbero senza difese e in pericolo», ha dichiarato il premier israeliano. Nei giorni scorsi l’ambasciatore dell’Ucraina a Israele, Yevgen Korniychuk, ha duramente contestato il rifiuto di Tel Aviv di sostenere militarmente lo sforzo bellico dell’Ucraina, e ha definito i timori espressi da Netanyahu «supposizioni ipotetiche del tutto inverosimili». Tali affermazioni sono costate all’inviato una convocazione da parte del ministero degli Esteri israeliano.

Ore 08:12 - Ucraina, arriva un prestito da 1.5 miliardi dalla Banca mondiale

La Cnn riporta del prestito da 1.5 miliardi per l’Ucraina approvato dalla Banca mondiale. «Questo sostegno contribuirà a fornire sollievo alle famiglie e mitigare gli impatti dell’invasione della Russia», si legge in una nota. Il prestito è garantito dal governo giapponese nell’ambito dell’Advancing needed credit enhancement for Ukraine Trust Fund. La Banca mondiale ha aggiunto di aver mobilitato oltre 37,5 miliardi di dollari totali per aiutare l’Ucraina.

Ore 08:13 - Repubblica Ceca: «La Russia rappresenta una minaccia militare diretta»

La Russia rappresenta una «minaccia militare diretta» per la Repubblica Ceca e i suoi alleati orientali della Nato. Lo ha denunciato un alto responsabile di Praga, mentre prosegue l’invasione russa dell’Ucraina. Martin Povejsil, capo del dipartimento di sicurezza del ministero degli Esteri ceco, ha dichiarato che è «impossibile escludere una minaccia militare diretta [da parte della Russia] nel prossimo futuro». Secondo l’agenzia di stampa France Presse, Povejsil ha commentato una nuova strategia di sicurezza approvata dal governo ceco il giorno precedente e volta a sensibilizzare l’opinione pubblica ceca sulla situazione della sicurezza.

Ore 08:37 - Trump: «Putin indebolito dall’ammutinamento»

Anche Donald Trump ha parlato della tentata rivolta di Prigozhin in Russia. Secondo l’ex presidente americano, Vladimir Putin è stato «in qualche modo indebolito» dall’ammutinamento della Wagner. Trump, che è stato a lungo un esplicito ammiratore di Putin, ha dichiarato alla Reuters in un’intervista esclusiva che la sua reputazione è stata danneggiata da una rivolta. «Si potrebbe dire che lui (Putin) è ancora lì, è ancora forte, ma certamente è stato, direi, un po’ indebolito, almeno nella mente di molte persone», ha detto.

Ore 08:40 - Greta Thunberg in visita a Kiev: «Reazione all’ecocidio insufficiente»

Greta Thunberg, l’attivista svedese per il clima, si è recata in visita a Kiev criticando la mancanza di una risposta internazionale «all’ecocidio» in Ucraina, in seguito alle gravi inondazioni causate dalla distruzione di una diga. «Non credo che la reazione globale a questo ecocidio sia sufficiente», ha dichiarato l’attivista in una conferenza stampa insieme al capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Andriy Yermak.«L’ecocidio e la distruzione dell’ambiente sono una forma di guerra. Gli ucraini lo sanno fin troppo bene, così come la Russia. Ecco perché stanno deliberatamente attaccando l’ambiente», ha proseguito.

Ore 08:55 - Mosca all’Onu: «A Zaporizhzhia siamo preoccupati dalla minaccia di Kiev»

La Russia ha diffuso una lettera inviata al Consiglio di sicurezza e all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella quale vengono espresse preoccupazioni su possibili sabotaggi ucraini contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo riporta la Tass, che cita il rappresentante permanente russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya. «L’apparente incapacità del regime di Kiev di rinsavire e smettere di minacciare la centrale nucleare solleva preoccupazioni estremamente serie sul fatto che le sue accuse provocatorie contro la Federazione Russa non siano altro che una cortina fumogena per nascondere i preparativi per un vero incidente all’impianto», si legge nella lettera.

Ore 09:12 - Orban: «Noi ungheresi non daremo più soldi all’Ucraina»

il premier ungherese, Viktor Orban, in un’intervista alla radio statale dopo la prima giornata del vertice Ue dove sono state approvate le conclusioni che prevedono anche finanziamenti stabili e prevedibili per l’Ucraina, ha detto che l’Ungheria non approverà più nuovi fondi per Kiev: «Una cosa è chiara, noi ungheresi non daremo più soldi all’Ucraina fino a quando non diranno dove sono finiti i precedenti fondi per un valore di circa 70 miliardi di euro. Troviamo assolutamente ridicolo e assurdo dover contribuire con più denaro per finanziare i costi del servizio del debito di un prestito da cui non abbiamo ancora ricevuto i fondi che abbiamo diritto a ottenere», è tornato inoltre a criticare perché i fondi del Pnrr ungherese sono ancora bloccati dalla Commissione europea a causa delle carenze nella tutela dello Stato di diritto.

Ore 09:16 - Esplosioni a Berdyansk (Zaporizhzhia), Mosca attiva la contraerea

Una serie di esplosioni si sono verificate questa mattina a Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia controllata dai russi. Lo riporta la Tass che cita un portavoce locale, secondo il quale si è attivato il sistema di difesa aerea. «Alle 8 ora di Mosca (le 9 in Italia), a Berdyansk si sono uditi i rumori delle esplosioni. Secondo le informazioni preliminari, il sistema di difesa aerea delle forze armate russe ha funzionato», ha detto il portavoce.

Ore 09:39 - L’Ucraina abbatte 10 dei 13 droni lanciati dai russi nella notte

Le forze di difesa ucraine hanno abbattuto dieci droni Shaded sui 13 lanciati dai russi la scorsa notte. Lo riporta Unian che cita un resoconto dell’aeronautica ucraina, secondo il quale i russi hanno attaccato da sud-est utilizzando «13 droni kamikaze Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana dalla costa orientale del Mar d’Azov e 4 missili guidati antiaerei del sistema di difesa aerea S-300». Nella regione di Zaporizhzia sono state attaccate le strutture militari e infrastrutturali. Al momento non si registrano vittime.

Ore 09:48 - Kiev: «Uccisi 680 militari russi nelle ultime 24 ore, 227 mila dall’inizio dell’invasione»

Lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino nel suo ultimo bollettino rende noti i numeri dei militari russi nel conflitto: sarebbero 680 nelle ultime 24 ore e oltre 227 mila dall’inizio del conflitto.

Ore 09:56 - Kiev lancia 11 attacchi contro le postazioni russe

Il rapporto delle forze armate ucraine, pubblicato su Facebook, afferma che nell’ultimo giorno di combattimenti l’aeronautica militare di Kiev ha lanciato 11 attacchi contro unità e mezzi russi. «Unità missilistiche e di artiglieria hanno colpito tre posti di comando, due gruppi di manodopera, una stazione radar e 13 unità di artiglieria sulle postazioni di tiro nell’ultimo giorno», si legge nel report.

Ore 10:01 - «La presenza delle forze armate russe a Zaporizhzhia si riduce»

L’Ufficio di Intelligence del ministero della Difesa di Kiev scrive su Telegram che, secondo le ultime informazioni «il contingente russo si sta gradualmente ritirando dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia».

Un passo importante che arriva circa una settimana dopo gli avvertimenti del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui Mosca stava pianificando un «attentato terroristico» nella struttura, che avrebbe causato il rilascio di radiazioni.

«Tra i primi a lasciare la centrale ci sono stati tre dipendenti di Rosatom, che gestivano le azioni dei russi. Anche ai dipendenti ucraini che hanno firmato un contratto con Rosatom è stato raccomandato di andare via», ha sottolineato il ministero, aggiungendo che secondo «le istruzioni che sono state date, dovrebbero andarsene entro il 5 luglio». Tra coloro che hanno lasciato la centrale vi sono diversi alti funzionari, spiega il ministero, secondo cui molti potrebbero andare «nel territorio della Crimea occupata». «Inoltre - evidenzia Kiev - anche il numero di pattuglie militari diminuisce gradualmente nel territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia e nella città satellite di Energodar». «Il personale rimasto alla centrale ha ricevuto istruzioni di “incolpare l’Ucraina in caso di emergenza”», accusa l’Ufficio di Intelligence. «La Russia non si è pronunciata su questo - conclude Kiev - ma il Cremlino ha recentemente affermato che le accuse di Zelensky sono `un’altra bugia´».

Ore 10:43 - Lavrov: «Non c’è motivo per estendere l’accordo sul grano»

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che la Russia non vede alcuna ragione per estendere l’accordo sul grano.

Ore 10:50 - Lavrov: «In Bielorussia nuovo sistema antimissile S-400. Usciremo più forti dalla ribellione della Wagner»

In un briefing con i giornalisti, il ministro Lavrov ha detto che in Bielorussia sarà attivata una nuova batteria di sistemi antimissile S-400. Lavrov ha sostenuto anche che la Russia «uscirà dalla ribellione della Wagner più forte di prima».

«La questione della presenza del gruppo Wagner in Africa è regolata direttamente dai contratti dei Paesi africani con questa società».

Ore 11:15 - Surovikin, la nuova rivelazione: «Era un membro segreto della Wagner»

(di Guido Olimpio) Le rivelazioni su Surovikin sono incessanti, da più lati ed è opportuno prenderle con cautela. L’ultima sostiene che fosse membro segreto della Wagner. Lo ha svelato alla Cnn il centro investigativo russo Dossier Center. I documenti forniti all’emittente mostrano la presenza del generale, identificato con una sorta di matricola, insieme ad un gruppo di 30 ufficiali. Un nucleo con due «cappelli» e una doppia fedeltà: da un lato l’Armata, dall’altro la compagnia di sicurezza. (...)

Ore 11:27 - Lavrov: «Apriremo un’inchiesta sui diritti dei bambini in Ucraina»

«La Russia cercherà di capire la verità sui diritti dei bambini in Ucraina con una propria inchiesta».

Ore 11:29 - Kiev: Avanza l’offensiva a Est, si combatte ai fianchi di Bakhmut

Le forze armate dell’Ucraina «hanno preso l’iniziativa strategica» e stanno avanzando lungo i fianchi nord e sud di Bakhmut, nella regione di Donetsk, dove i russi hanno concentrato truppe in grande numero. Lo ha affermato la viceministra alla Difesa ucraina, Hanna Malyar, citata anche da Ukrinform. «Le forze di difesa ucraine si stanno muovendo con sicurezza lungo i fianchi intorno a Bakhmut. Tuttavia, gli occupanti hanno portato un gran numero di forze nell’area» e ha «un vantaggio in termini di numero di persone e armi». «Non siamo entrati nella città stessa, ma continuiamo a controllare la periferia sud-occidentale della città. Tuttavia, le principali battaglie si stanno svolgendo ora intorno. Possiamo dire che l’offensiva si sta svolgendo in diverse direzioni. Non è solo ai fianchi, ma su un fronte molto più ampio ora», ha detto Malyar, che parla di «successo parziale» per le forze di Kiev nella direzione sud, verso Melitopol e Berdyansk e la Crimea. Secondo Malyar, «il fronte è attualmente in fase di livellamento in quest’area per occupare e proteggere i confini necessari. A volte ci sono giorni in cui è più di un chilometro, a volte è meno, in modi diversi», ha detto. L’aviazione ucraina, riferisce Ukrinform, ha compiuto 11 attacchi nelle aree in cui sono concentrate le truppe russe.

Ore 11:38 - Lavrov: «L’Occidente non ha prove dei presunti crimini di guerra russi. Dubbi sull’adeguatezza di molti leader occidentali. Nessuna necessità di contattarli»

«Parlando in generale della questione dei crimini di guerra, delle accuse di violazioni del diritto internazionale umanitario, sono pochissimi i fatti che i colleghi occidentali sono in grado di presentarci. Noi chiediamo loro di avvalorare le loro affermazioni con informazioni e prove concrete, ma questo non accade quasi mai», ha detto Lavrov.

«Abbiamo i dubbi più seri sull’adeguatezza di molti leader occidentali che affermano pubblicamente e ufficialmente di comprendere che i loro elettori stanno soffrendo, ma che sono obbligati» ad armare Kiev «per il bene della vittoria ucraina sulla Russia». Lavrov ha aggiunto che Mosca «ora non vede la necessità di contattare l’Occidente attraverso i canali diplomatici nella stessa misura in cui lo faceva prima degli eventi in Ucraina».

Ore 12:07 - Lavrov: «La Russia non mira a obiettivi civili»

«Lasciatemelo ripetere ancora: il nostro esercito non sceglie mai strutture civili come obiettivi e non spara mai a vuoto: tutti gli attacchi hanno come obiettivo siti di infrastrutture militari» ha spiegato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Aggiungendo che «I mercenari stranieri utilizzano le infrastrutture civili a Kramatorsk, di conseguenza la Russia colpirà tali gruppi di militanti».

Ore 12:28 - Zaluzhny al Wp: «Ci servono più armi e ci servono ora»

Per la controffensiva all’Ucraina «servono più armi americane, armi di tutti i tipi e ci servono ora»: questo il concetto espresso dal comandante dell’esercito di Kiev, gen. Valery Zaluzhny, in un’intervista al Washington Post. «Mi irrita quando sento dire che la campagna per riconquistare i territori ai russi procede più lentamente del previsto» precisa. Secondo Zaluzhny non ha senso un’offensiva terrestre senza copertura aerea, esposta all’artiglieria e alla superiorità dell’aria delle forze di Mosca. Eppure gli aerei chiesti da Kiev, in particolare gli F-16, sono stati tenuti nascosti e solo di recente è stato dato il via libera di principio: caccia che, rimarca Zaluzhny, «non si vedranno sui campi di battaglia almeno fino all’autunno inoltrato, per bene che possa andare». «Mi fa arrabbiare», dice l’alto ufficiale ucraino al Wp, anche quando sente dire che l’Ucraina «dovrebbe sparare più granate d’artiglieria» e che «i russi ne sparano dieci volte di più»: «abbiamo risorse più limitate. Questo non è uno show, che tutto il mondo può guardare e godersi, magari facendo scommesse. Ogni metro costa sangue. Senza essere pienamente armati, questi piani non sono praticabili. Ma vengono comunque portati avanti, anche se forse non con la velocità che gli spettatori dello show e gli osservatori vorrebbero vedere. Ma proprio questo è il problema».

Ore 12:39 - 007 di Kiev: «I servizi segreti russi incaricati di uccidere Prigozhin»

Il Servizio Federale di Sicurezza (Fsb) russo è stato incaricato di liquidare il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin dopo la rivolta del 24 giugn. È quanto afferma il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, come riporta il Kyiv Indipendent. «In ogni caso, tutti questi potenziali tentativi di assassinio non saranno veloci», ha precisato Budanov parlando al media Zone War, «ci vorrà un po’ di tempo per avere gli approcci adeguati e per raggiungere la fase in cui sono pronti a realizzare una grande operazione». «Ma ancora una volta vorrei sottolineare che si tratta di una grande domanda aperta. Riusciranno a realizzare l’ordine? E avranno il coraggio di eseguirlo?». 

Ore 12:57 - «Tecnici russi stanno lasciando la centrale di Zaporizhzhia»

Secondo i servizi d’intelligence ucraini (Gru), i russi stanno gradualmente riducendo il numero di addetti alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, da loro occupata, ed entro il 5 luglio anche ai tecnici di Rosatom - l’ente per l’energia nucleare russa che gestisce l’impianto - e a quelli ucraini che hanno firmato un contratto con essa è stato «consigliato» di lasciare. Secondo Kiev, la centrale atomica è stata minata dai russi. «Il contingente di occupazione sta gradualmente lasciando il territorio dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia», scrive il Gru sul suo canale Telegram.

Ore 13:06 - Vaticano: «Zuppi riferirà al Papa in vista di ulteriori passi»

(di Gian Guido Vecchi) «I risultati della visita saranno portati alla conoscenza del Santo Padre, in vista di ulteriori passi da compiere, sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per la pace». Il cardinale Matteo Zuppi torna nel pomeriggio in Italia e la Santa Sede, per la prima volta dall’arrivo a Mosca dell’inviato di Francesco, traccia un bilancio dei due giorni di incontri. La visita nella capitale russa, dopo quella del 5 e 6 giugno a Kiev, era «finalizzata all’individuazione di iniziative umanitarie, che possano aprire percorsi per il raggiungimento della pace».

Ore 13:24 - Cremlino: «Apprezziamo la posizione imparziale del Vaticano»

Il consigliere presidenziale russo per la politica estera Yuri Ushakov ha dichiarato di aver incontrato di nuovo oggi il cardinale Matteo Zuppi per fare il punto della sua visita a Mosca: lo riferisce l’agenzia Interfax. La Russia ha espresso un «alto apprezzamento» per la posizione «equilibrata e imparziale» del Vaticano illustrata da Zuppi sulla situazione in Ucraina ed è pronta a discutere ulteriori proposte se emergono. Il Vaticano, ha aggiunto Ushakov, ha mostrato la volontà di depoliticizzare la soluzione dei problemi umanitari legati al conflitto in Ucraina. «Sosteniamo questa intenzione del Papa», ha concluso il consigliere.

Ore 13:41 - Il Kazakistan denuncia i tentativi russi di arruolare suoi cittadini

Il Kazakistan ha reso noto di aver scoperto attività online per reclutare i suoi cittadini e mandarli a combattere con l’esercito russo in Ucraina, una pratica contrastata nel Paese, che è alleato di Mosca ma anche desideroso di rimanere neutrale nel conflitto. La denuncia è emersa ieri in tarda serata, dopo le notizie dei media locali secondo cui dei cittadini del Kazakistan sono stati uccisi in Ucraina. Sia l’esercito russo che il gruppo mercenario Wagner hanno preso di mira i cittadini dell’ex regione sovietica affinché si unissero ai loro ranghi.

Le autorità della regione settentrionale di Kostanay, che confina con la Russia e ospita una numerosa minoranza russa, hanno dal canto loro sollecitato i residenti a non «cedere» ai tentativi sui social media di arruolare uomini nelle forze di Mosca. Nella regione vivono circa 880.000 persone, di cui circa il 41% di etnia russa, secondo i dati del governo. Le autorità hanno fatto sapere che prendere parte ad un conflitto straniero e fare appelli separatisti, anche sui social media, rappresenta un reato punibile con condanne fino a 10 anni di carcere.

Ore 14:30 - Zelensky ordina a vertici militari di rafforzare il settore Nord

Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha ordinato ai massimi comandanti militari di rafforzare il settore militare settentrionale dell’Ucraina dopo l’arrivo di Prigozhin in Bielorussia. Governo e leader militari, ha aggiunto, hanno anche ascoltato un rapporto dell’intelligence ucraina e delle forze di sicurezza sulla situazione in Bielorussia, riporta la Reuters. Giovedì sono emerse immagini satellitari di una base militare a sud-est della capitale bielorussa, Minsk, che sembrava mostrare nuove strutture istituite nei giorni scorsi, suggerendo la rapida costruzione di una base per la Wagner. I media russi hanno riferito che la Wagner potrebbe allestire una nuova base in una struttura militare vicino alla città di Osipovichi, a circa 90 chilometri da Minsk.

Ore 15:02 - Michel: «L’Ue è unita sull’Ucraina, è la Russia che è divisa»

«Sull’Ucraina l’Ue è unita e tenace. È un contrasto con la Russia in cui si vedono crepe e divisioni». Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine del Consiglio Europeo.

Ore 15:17 - Putin sente Modi: «Kiev rifiuta una soluzione politica»

Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con Narendra Modi. Lo riferisce la Tass, aggiungendo che il presidente russo ha parlato con il premier indiano che è Kiev a rifiutarsi di risolvere il conflitto con una soluzione diplomatica. «Le parti hanno discusso della situazione in Ucraina, spiegando che Kiev rifiuta di adottare misure politiche e diplomatiche per risolvere il conflitto», si legge in una nota del Cremlino.

Ore 15:54 - «I tecnici di Zaporizhzia devono accusare Kiev in caso di incidente»

Nel caso di un incidente alla centrale atomica di Zaporizhzhia, al personale rimasto nell’impianto sarebbe stato ordinato dagli occupanti russi di «incolpare l’Ucraina»: è quanto scrivono alcuni media ucraini, fra cui Rbc-Ucraina, citando un rapporto dei servizi segreti militari di Kiev (Gru) su Telegram, in base al quale i russi starebbero riducendo progressivamente il personale della centrale. Impianto che gli occupanti usano come base per sparare sulle vicine città ucraine e che l’Ucraina ritiene, sempre da informazioni d’intelligence, che i russi abbiano preventivamente minato.

Ore 16:02 - Scholz: «Uso deli asset russi? Non c’è ancora una proposta»

Sull’utilizzo degli asset russi confiscati per la ricostruzione dell’Ucraina «non posso dire di essere favorevole o contrario: è un tema da osservare da più vicino». Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. «In questo momento non c’è alcuna proposta» Ue «pronta a diventare legge, non abbiamo ancora un approccio legale testato», ha evidenziato Scholz, sottolineando che la questione è «terribilmente difficile». Vi sono «diverse sfide legali da studiare nel dettaglio per identificare cosa possa essere fatto».

Ore 16:19 - «Kirill non ha parlato con Zuppi di un incontro col Papa»

Il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, e il cardinale Matteo Zuppi, nel loro incontro di ieri «non hanno discusso di un nuovo incontro» tra lo stesso Kirill e Papa Francesco, dopo quello dell’Avana nel 2016. Lo ha detto all’Ansa il metropolita Antonij di Volokolamsk, capo del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa russa. Antonij ha sottolineato tuttavia che si è trattato di un colloquio «molto cordiale».

Ore 17:50 - In Russia gli stipendi di militari e poliziotti aumentano del 10%

Il governo russo ha ordinato di aumentare del 10,5% gli stipendi di militari e membri degli organi di sicurezza, compresi polizia, Guardia nazionale e vigili del fuoco, a partire dal primo ottobre: lo riferiscono diversi media russi, tra cui Novaya Gazeta Europe e Meduza.

 Ore 17:54 - Zelensky: «Putin ora è più minacciato di me. Dobbiamo approfittare del caos di Mosca per vincere»

«Putin ora è più minacciato di me. Ci sono più persone che vogliono ucciderlo». Lo afferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato dal giornale spagnolo El Mundo, rispondendo come si sente lui, considerato l’uomo la cui vita è più in pericolo nel mondo. «Il pericolo maggiore - aggiunge - lo corrono i nostri soldati al fronte. Ogni secondo. Ci sono sempre bombe. È molto difficile dormire e sopravvivere. Ci sono stato diverse volte e so cosa succede. Dio dia loro la forza per andare avanti e tornare a casa. Per quanto riguarda il pericolo personale, fa parte della mia vita e mi ci sono abituato. Ci sono molte persone al mio fianco che vivono anch’esse in pericolo. È una scelta consapevole quella che abbiamo fatto. Sono orgoglioso del compito che mi attende. Ci convivo normalmente».

Parlando della rivolta della Wagner, il leader ucraino ha spiegato: «Ci sono molte persone che hanno sostenuto Prigozhin sui social media durante la rivolta, e questo significa che stanno perdendo la guerra e si incolpano a vicenda. Stanno cercando la colpa per le loro sconfitte in Ucraina. Dobbiamo approfittare di questa situazione per scacciare i nostri nemici dalla nostra terra».

Ore 18:13 - Zelensky critica gli alleati: «Gli aiuti non sono sufficienti»

«Posso dire che l’aiuto non è sufficiente. Quando critico i nostri partner è perché alcuni processi stanno rallentando. Se oggi avessimo l’artiglieria che abbiamo richiesto e che i nostri partner possiedono nella quantità richiesta, i processi sul campo di battaglia sarebbero andati molto più veloci». Lo afferma il premier ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato dal giornale spagnolo El Mundo. Precisando: «Se ricevessimo i più moderni aerei da combattimento che abbiamo ordinato, i russi non avrebbero la supremazia nei cieli e saremmo in grado di proteggere i nostri. Se avessimo anche i sistemi antiaerei aggiuntivi potremmo difendere la vita dei civili nelle nostre città, oltre alle nostre infrastrutture per noi cruciali. Quando incontro i miei partner, so in dettaglio cosa ha ogni Paese. Noi chiediamo il 5% di questa o quella cosa. Siamo molto specifici nelle richieste. Ovviamente capisco che non possiamo chiedere che ci diano tutto, ma possiamo chiedere quelle percentuali. D’altra parte, non mi resta altro che essere grato per quanto ci hanno già fornito. Questo ci aiuta a sopravvivere. Qualche primo ministro degli esteri mi ha detto che dovrei essere il loro ministro della Difesa, perché so meglio del loro ministro della difesa che tipo di armi tengono nei loro arsenali».

Ore 18:21 - Zelensky: «Sapremo presto se la Wagner attaccherà i confini polacchi»

«Per quanto riguarda la Wagner, ora sappiamo che sta andando in Bielorussia e da là può creare minacce. Se vogliono formare un gruppo di attacco o gruppi di sabotaggio per agire sui confini polacchi, lo sapremo presto». Lo afferma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato dal giornale spagnolo El Mundo.

Ore 19:05 - In Russia bloccati i siti web di notizie legati a Prigozhin

I portali di notizie appartenenti al gruppo mediatico Patriot, vicino al capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Evgeny Prigozhin, sono stati bloccati dall’autorità di controllo delle telecomunicazioni russe dopo l’abortita rivolta. Diversi siti web russi di notizie politiche ed economiche, tra cui Ria Fan, tutti legati al gruppo di Prigozhin, erano inaccessibili dalla Russia. I loro indirizzi Internet sono elencati nel registro «ad accesso limitato» di Roskomnadzor, l’agenzia governativa responsabile del blocco dei contenuti illegali ed estremisti, nonché dei media e di altre risorse vietate dalle autorità. Altri media legati al gruppo Patriot, Nevskie Novosti e Ekonomika Segodnia, hanno annunciato la cessazione delle loro attività, secondo i rispettivi canali Telegram.

Ore 00:31 - Burns assicura Mosca: nessun legame Usa con la rivolta

Il direttore della Cia William Burns ha riservatamente contattato la sua controparte russa all`indomani del fallito ammutinamento del gruppo Wagner e del suo fondatore Yevgheny Prigozhin per assicurare che gli Usa non erano coinvolti negli eventi. Lo afferma oggi il Wall Street Journal. Burns avrebbe chiamato al telefono Sergey Narishkin, il capo del servizio d`intelligence esterno.

Ore 01:21 - Kiev, 2 miliardi di danni provocati dalla distruzione della diga Kakhovka

Ammontano ad almeno 2 miliardi di dollari i danni subiti dall’Ucraina a seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka. Lo comunica - come riporta Ukrinform - il ministero dell’economia ucraino precisando che i danni riguardano i settori dell’edilizia abitativa e dei servizi pubblici, dell’energia, dell’agricoltura, dei trasporti, dell’ambiente e dell’industria. In dettaglio le perdite - secondo il report - sono state di 950 milioni di dollari nel settore immobiliare, di 600 milioni nel settore energetico, di 300 milioni nei trasporti e di 100 milioni nell’industria. (ANSA).

Ore 02:55 - Cia informata di un possibile negoziato di Kiev con Mosca

Durante un viaggio segreto a Kiev all’inizio di giugno, gli ucraini hanno informato il direttore della Cia William Burns di un ambizioso piano per riprendersi i territori occupati e avviare un negoziato di cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell’anno. Lo riporta il Washington Post, che cita fonti a conoscenza della visita. Nel corso del viaggio Burns ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky e i vertici dell’intelligence ucraina.

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per corriere.it il 30 giugno 2023.

[…] Quando nel febbraio 2016 Vladimir Putin lo nominò a sorpresa governatore della regione di Tula, […] Aleksey Dyumin  […] portò con sé molti segreti e soprattutto un ricco bagaglio di crediti politici e personali nei confronti dello zar. 

Nella nuova era dei torbidi inaugurata dalla ribellione […] di Evgenij Prigozhin, per Dyumin sta probabilmente iniziando il tempo di incassarli. È il suo, […] in queste ore a Mosca, il nome più ricorrente per la successione a Sergeij Shoigu , il ministro della Difesa, del quale Prigozhin ha chiesto senza successo la testa, ma che è uscito fortemente indebolito dalle feroci e fondate critiche del capo della Wagner.

«Dyumin è sicuramente il favorito», dice Sergei Markov, analista militare un tempo vicino al Cremlino, precisando tuttavia che la nomina «non avverrà immediatamente, per non dare l’impressione che Shoigu venga rimosso su richiesta del ribelle». 

Nato nel 1972 a Kursk, figlio di un’insegnante e di un medico militare ancora oggi in servizio al ministero della Difesa, laureato in ingegneria militare a Voronezh, Aleksey Dyumin è l’archetipo dei siloviki, gli uomini forti che strutturano la verticale del potere di Putin, di cui è stato guardia del corpo sin dal 1999, quando l’ex agente del Kgb fu nominato premier da Boris Eltsin.

Rimase al suo fianco nei primi due mandati da presidente e nella breve parentesi tra il 2008 e il 2012, durante la quale Putin cedette la presidenza a Dmitrij Medvedev. E tornò con lui al Cremlino, questa volta come numero due del Servizio di sicurezza presidenziale, prima di essere promosso al grado di generale e nominato nel 2014 vicecapo del Gru, la potente intelligence militare. 

Ma per capire il debito di riconoscenza e la stima che ne ha Putin, bisogna andare oltre il cursus honorum di Dyumin. Ed evocare la storia dell’orso, che un giorno si presentò alla porta di una residenza presidenziale, in una non precisata zona di montagna. Putin stava riposando e fu Dyumin a vederlo: «Ci siamo guardati negli occhi — ha raccontato l’ex guardia del corpo — e quello fece un piccolo passo indietro. Io aprii la porta e cominciai a sparare puntando vicino ai suoi piedi, ma senza colpirlo». L’orso si diede alla fuga. Putin, svegliato dai colpi di pistola, ringraziò il suo angelo custode, lodandolo per non aver ammazzato la bestia. 

Ancora più significativi sono i crediti acquisiti sul campo. A Mosca raccontano che fu Dyumin a organizzare nel febbraio 2014 la fuga da Kiev di Viktor Yanukovich , il presidente ucraino cacciato dalla rivolta di Maidan. E l’interessato non ha mai voluto commentare l’altra voce insistente, che lo indica come il vero regista dell’annessione della Crimea […]. 

[…] Nel dicembre 2014, Putin lo nominò viceministro della Difesa, proprio sotto Shoigu. La sua carriera sembrava inarrestabile, al punto che il suo nome appariva regolarmente quando nei circoli russi si discettava di un possibile successore di Putin.

Rimasero perciò tutti sorpresi, nel 2016, quando lo zar lo mandò a Tula da governatore. Ma nelle imperscrutabili e misteriose trame del potere russo, anche questo allontanamento avrebbe una sua logica: […] Putin ha voluto metterlo al riparto dagli intrighi e dalle lotte senza quartiere tra le fazioni della bolla moscovita. Vent’anni più giovane dello zar, senza apparenti responsabilità dirette nel disastro della guerra in Ucraina, Aleksey Dyumin sarebbe ora pronto per il salto al vertice del ministero della Difesa. E in futuro forse anche per qualcos’altro. […]

Guerra Ucraina - Russia, le news dell’1 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie di sabato 1 luglio. Kiev: uccisi 21.000 mercenari Wagner. Gli Usa valutano di fornire bombe a grappolo. Lorenzo Cremonesi e Francesco Battistini, inviati, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra di sabato 1 luglio. L’Fsb russo è stato incaricato di liquidare il leader della Wagner Pigozhin dopo la fallita rivolta. Lo sostiene il capo dell’intelligence militare ucraina Budanov

• Intervista a Zelensky: «Putin ora è più minacciato di me».

• Giallo sul generale Surovikin, accusato di aver avuto un ruolo nella rivolta. Secondo il Financial Times sarebbe stato arrestato. Ma la figlia nega.

• Kara-Murza parla dal carcere: «Putin ha già perso la guerra».

Ore 05:41 - Zelensky: l’esercito ha ucciso 21.000 soldati della Wagner

Sono 21.000 i soldati della Wagner che sono stati uccisi dalle forze ucraine mentre oltre 80.000 sono rimasti feriti. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo. «La Wagner - ha spiegato - ha due categorie: i mercenari professionisti e quelli mobilitati dalle carceri, la loro carne da cannone. Le nostre truppe ne hanno uccisi 21.000 e ne hanno feriti 80.000. La buona notizia è che abbiamo distrutto la parte più motivata delle forze russe».

Ore 05:47 - Due miliardi di dollari di danni per la diga di Nova Kakhovka

Ammontano ad almeno 2 miliardi di dollari i danni subiti dall’Ucraina a seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka. Lo comunica - come riporta Ukrinform - il ministero dell’economia ucraino precisando che i danni riguardano i settori dell’edilizia abitativa e dei servizi pubblici, dell’energia, dell’agricoltura, dei trasporti, dell’ambiente e dell’industria. In dettaglio le perdite - secondo il report - sono state di 950 milioni di dollari nel settore immobiliare, di 600 milioni nel settore energetico, di 300 milioni nei trasporti e di 100 milioni nell’industria.

Ore 06:09 - Il generale Nayev: per ora nessuna minaccia da Mosca diretta a nord

«Attualmente non vi è alcuna minaccia diretta a nord da Bielorussia e Russia. Tuttavia. Se il livello di minaccia aumenta, è previsto l’accumulo di forze». Lo ha detto - come riporta Ukrinform - il generale Serhiy Nayev, comandante delle forze armate congiunte dell’Ucraina. «In questo momento - ha spiegato - non vi è alcuna minaccia diretta di operazioni offensive delle forze di terra in Ucraina dalla Bielorussia e dalla Russia nell’area di responsabilità del Gruppo di truppe Nord. Tuttavia, se il livello di minaccia aumenta, l’accumulo di forze e mezzi, così come altre misure pratiche per potenziare le capacità difensive del Gruppo, sono previsti».

Ore 06:13 - Il capo della Cia Burns in viaggio segreto a Kiev all’inizio di giugno

Il direttore della Cia William Burns ha compiuto un viaggio segreto in Ucraina agli inizi di giugno, durante il quale gli è stata rivelata dai funzionari di Kiev una strategia per riprendere i territori occupati dalla Russia e aprire le trattative per un cessate il fuoco con Mosca entro la fine dell’anno. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali il viaggio è avvenuto prima del fallito ammutinamento di Wagner.

Ore 07:28 - Intervista a Zelensky: «Oggi Putin è più in pericolo di me»

Il presidente ucraino in un’intervista a El Mundo: «Putin è una persona fuori controllo, la Russia stessa è debole e fuori controllo, come abbiamo visto con la Wagner. Zaporizhzhia? La nostra intelligence dice che ci sono piani russi che mirano a provocare una fuga radioattiva».

Ore 08:25 - Kuleba: ingresso nella Nato strada per la pace in Europa

Kiev combatte contro vecchi pregiudizi ed equivoci sulle conseguenze dell’adesione dell’Ucraina alla Nato. Parola del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che - in un’intervista a Politico, Bild e Die Welt, rilanciata dall’agenzia tedesca Dpa - critica Angela Merkel. L’adesione dell’Ucraina alla Nato non porterebbe a un’altra guerra, a un conflitto più ampio con la Russia, afferma il ministro, convinto che sia invece «la strada per la pace» perché la Russia non oserebbe attaccare di nuovo il suo Paese. L’Ucraina, secondo Kuleba, avrebbe quindi sollevato la Nato dall’impegno a difesa del fianco orientale. «Prenderemo noi quest’onere», dice il ministro, ripetendo che Kiev non si aspetta di entrare nell’Alleanza Atlantica con la guerra in corso da oltre un anno, scatenata nel febbraio 2022 dall’invasione russa. Ma «dopo la guerra, sarebbe un suicidio per l’Europa non accettare l’Ucraina come membro della Nato», afferma, convinto che l’unico modo per chiudere la porta all’aggressione russa sia far entrare Kiev nella Nato.

Ore 08:57 - Tajani: bene missione di Zuppi, partiamo da cose concrete

«Bene la missione dell’inviata di papa Francesco, il cardinale Zuppi, anche se i russi non hanno risposto così positivamente come tutti avremmo voluto», lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il programma `Caffè Europa´ di Radio Rai 1, «ma cominciamo dalle cose concrete: la restituzione dei bambini deportati dall’Ucraina alla Russia, il mantenimento del corridoio verde per inviare grano e cereali dall’Ucraina ai paesi africani, e terzo una zona franca attorno alla centrale di Zaporizhzhia».

Ore 09:00 - Rybakov: «Non basta sperare nella fine di Putin, il sistema del regime gli sopravviverà»

Parla Rybakov, presidente di Yabloko, l’unico partito russo di opposizione ancora legale e a piede libero: «Noi avevamo avvertito del pericolo Wagner, non ci hanno ascoltato».

Ore 09:10 - Sanchez a Kiev nel primo giorno di presidenza della Spagna dell’Ue

Il premier spagnolo Pedro Sanchez è arrivato in visita in Ucraina dal presidente Volodymyr Zelensky per ribadire il fermo sostegno dell’Europa e della Spagna a Kiev. Sarà per il leader il primo atto della presidenza spagnola dell’Ue, che prenderà il via nel fine settimana con un’elezione politica alle porte e l’incognita su un possibile cambio di governo. «Ho voluto che il primo evento della presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue fosse in Ucraina, insieme a Zelensky. Trasmetterò al suo governo e al suo Parlamento tutta la solidarietà europea. Continueremo a sostenere il popolo ucraino fino al ritorno della pace in Europa». Lo ha scritto il premier spagnolo Pedro Sanchez su Twitter al suo arrivo a Kiev. Il leader si recherà prima al Parlamento ucraino dove si rivolgerà alla plenaria e successivamente incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel palazzo presidenziale.

Ore 09:12 - Generale Usa: la controffensiva sarà lunga e sanguinosa

La controffensiva di Kiev in Ucraina sarà difficile, per raggiungere obiettivi ci vorrà del tempo e sarà «molto sanguinosa». Ne è convinto il capo di Stato Maggiore congiunto degli Usa, Mark Milley, il quale al National Press Club di Washington ha affermato che la controffensiva «sta avanzando con costanza, facendosi strada attraverso campi minati molto difficili ... 500 metri al giorno, 1.000 metri al giorno, 2.000 metri al giorno, quel genere di cose». Lo riferisce il Guardian.

Ore 10:18 - Arrestato il foreign fighter di Rovereto Alessandro Bertolini

Non ha fatto in tempo a mettere i piedi sul suolo italiano, che è subito stato arrestato dal Ros dei carabinieri appena atterrato all’aeroporto di Malpensa. Così è andata per Alessandro Bertolini, il foreign fighter di Rovereto indagato dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, latitante da anni insieme ad altri italiani filorussi impegnati a combattere in Donbass.

Ore 10:36 - Lukaschenko: sicuro che armi nucleari non saranno usate

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko si è detto fiducioso che la Bielorussia non avrà bisogno di utilizzare le armi nucleari tattiche fornite dalla Russia. «E più viviamo, più siamo convinti che le armi nucleari tattiche devono essere qui in Bielorussia, in un luogo sicuro. E sono convinto che non dovremo mai usarle finché le avremo qui, e il nemico non metterà mai piede sulla nostra terra», scrive l’agenzia di stampa statale BelTA, citando le parole di Lukashenko durante un evento celebrativo per la Giornata dell’Indipendenza della Bielorussia, venerdì scorso. La consegna di armi nucleari russe alla Bielorussia è stata la sua «iniziativa più grave», ha detto il presidente bielorusso. Alla fine di marzo, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con Lukashenko sullo stazionamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia. Il 16 giugno, Putin ha dichiarato che le prime testate nucleari sono state consegnate alla Bielorussia e che il lavoro sarà completato entro la fine dell’anno.

Ore 11:04 - Intelligence Gb, Kiev ridistribuisce forze nel sud, scontri più intensi

Le truppe ucraine vengono riassegnate sulla sponda orientale del fiume Dnipro, nella regione meridionale di Kherson. È quanto si legge nell’aggiornamento quotidiano di intelligence diffuso via Twitter dal ministero della Difesa di Londra, che evidenzia «l’intensificarsi dei combattimenti» contro le forze russe «sulla sponda orientale dal 27 giugno». Dal 23 giugno, secondo la valutazione, «le forze ucraine hanno quasi certamente ripreso il dispiegamento di personale sulla sponda orientale del Dnipro, vicino al ponte Antonovskiy distrutto». Per Londra è «molto probabile» che la Russia abbia «riassegnato elementi del Gruppo di forze di Dnipro (Dgf)» per «rafforzare il settore di Zaporizhzhia». Secondo la valutazione, infine, i combattimenti nei dintorni del ponte Antonovskiy «sono quasi certamente complicati dalle inondazioni, dalla distruzione e dal fango residuo» lasciato dalla distruzione della diga di Kakhovka lo scorso 6 giugno.

Ore 11:46 - Usa valutano possibilità di fornire munizioni a grappolo a Kiev

Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore congiunto degli Usa, Mark Milley, affermato che Washington sta pensando di fornire le munizioni «da molto tempo» e notando che le forze russe stanno usando tali munizioni sul campo di battaglia in Ucraina e che le forze ucraine hanno ricevuto bombe a grappolo da altri alleati, scrive Associated Press nel suo sito web. Milley ne ha parlato nelle scorse ore al National Press Club di Washington, sottolineando che le discussioni sul tema comunque continuano. «Gli ucraini le hanno chieste e altri paesi europei ne hanno fornito una parte, i russi le stanno usando», ha detto Milley. «C’è un processo decisionale in corso», ha aggiunto.

Ore 12:05 - Sanchez: sosterremo Kiev per tutto il tempo necessario, a qualsiasi costo

«Siamo e saremo con voi per tutto il tempo necessario», «sosterremo l’Ucraina a qualunque costo». Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez, rivolgendosi al popolo ucraino nel suo discorso alla Verchovna Rada, il Parlamento monocamerale dell’Ucraina, nel giorno in cui la Spagna ha assunto la presidenza di turno dell’Ue. «Saremo con voi mentre perseguite le vostre aspirazioni di essere un Paese libero e sovrano che decide il proprio destino come membro della famiglia europea», ha aggiunto il leader.

Ore 12:40 - Sanchez annuncia nuovo pacchetto aiuti da 55 mln per pmi e scuole

Il premier spagnolo Pedro Sanchez, nel suo discorso alla Verchovna Rada, il Parlamento monocamerale dell’Ucraina, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev da 55 milioni di euro. «La Spagna fornirà altri 55 milioni di euro» all’Ucraina, «51 milioni di euro attraverso il Gruppo della Banca Mondiale per aiutare a finanziare le piccole e medie imprese, e quattro milioni di euro tramite il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite per dotare le scuole di sistemi energetici verdi», ha detto il leader, sottolineando la necessità di «garantire la ricostruzione del Paese».

Ore 13:23 - Il capo della Cia rassicura Mosca con una telefonata segreta

Il direttore della Cia Burns ha telefonato a Mosca per rassicurare il Cremlino dopo la rivolta di Prigozhin. Poco prima era volato a Kiev dove ha ricevuto il piano degli ucraini.

Ore 13:25 - Zelensky impone sanzioni a centinaia di persone e società

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha introdotto oggi sanzioni contro centinaia di persone e società per aver sostenuto l’aggressione della Federazione Russa. Il decreto firmato da Zelensky impone sanzioni per 10 anni a 192 persone, per lo più cittadini russi, e 291 persone giuridiche. In particolare, secondo quanto riferisce Ukrinform online, sono state comminate sanzioni al vettore Georgian Airways, che ha ripreso i voli verso la Russia; ad Irina Kostenko, cittadina russa, membro del cosiddetto «Consiglio popolare della Repubblica popolare di Donetsk»; a Tamaz Gaiashvili, cittadino della Georgia, proprietario di Georgian Airways; e a società registrate in Kazakistan, Bielorussia, Cipro e Georgia.

Ore 13:26 - Tre morti e 17 feriti in attacchi russi nelle ultime 24 ore

Le autorità locali ucraine hanno riferito che almeno tre civili sono stati uccisi e altri 17 sono rimasti feriti dai bombardamenti russi avvenuti venerdì e nella notte. Tre persone sono morte e altre 10 hanno riportato ferite nella regione orientale di Donetsk, ha dichiarato il governatore Pavlo Kyrylenko. Cinque persone, tra cui un bambino, sono state ferite nella regione di Kherson, nel sud, ha detto il governatore Oleksandr Prokudin, sottolineando che le forze russe hanno lanciato 82 attacchi di artiglieria, droni, colpi di mortaio e razzi sulla provincia. Nella regione nord-orientale di Kharkiv, un civile di 57 anni è rimasto ferito, ha detto il governatore locale. E nella regione di Sumy, più a ovest, un adolescente è stato ferito in un attacco proveniente dall’altra parte del confine russo.

Ore 13:27 - Sanchez a Kiev: tocca a voi stabilire tempi e termini per la pace

«Solo l’Ucraina può stabilire termini e tempi per i negoziati di pace. Altri paesi stanno proponendo piani di pace. Il loro contributo è molto apprezzato, ma, allo stesso tempo, non possiamo accettarlo completamente. Questa è una guerra di aggressione, con un aggressore e una vittima. Non possono essere trattati allo stesso modo». Lo ha detto il premier Pedro Sánchez intervenendo nel parlamento di Kiev, proprio nel giorno in cui si apre il semestre di presidenza spagnola del Consiglio Ue. Il leader socialista ha anche annunciato nuovi aiuti pari a 55 milioni di euro per Kiev, ha poi promesso che la fornitura di armi continuerà e ha dato il suo sostegno all’ingresso del Paese nell’Ue. «L’Europa è con voi», ha aggiunto. Il presidente del governo di Madrid sta ora incontrando , Volodymyr Zelensky. È la terza visita di Sánchez in Ucraina dall’inizio della guerra che cade in un momento particolare, mentre sta iniziando la controffensiva ucraina.

Ore 13:51 - Kiev, uccisi 228 mila soldati russi da inizio invasione

L’Ucraina afferma di aver ucciso 228.340 soldati russi dall’inizio dell’invasione. Lo scrive in un post sui social il ministero della Difesa ucraino. Kiev sostiene inoltre che la Russia ha perso 4041 carri armati, 7863 veicoli blindati, 3519 droni, 315 jet e 308 elicotteri.

Ore 14:33 - Sanchez: «Un messaggio a Putin: Ue con Kiev sino alla pace»

«Sono qui con aiuti per 55 milioni: 51 dal Banco mondiale, altri 4 attraverso l’Onu per energia rinnovabili. Ci auguriamo che l’Ucraina abbia una pace giusta: la posizione dell’Ue è chiara. Tutti uniti condanniamo l’aggressione russa e lavoriamo insieme. E continueremo così sino a quando avremo la pace. Da qui lanciamo un messaggio chiaro a Putin: l’Europa aiuterà Kiev sino a quando sarà necessario». Lo afferma il premier spagnolo Pedro Sanchez, a fianco di Volodymyr Zelensky a Kiev.

Ore 14:39 - Zelensky: visita Sanchez primo giorno presidenza Ue è simbolica

Dopo aver ringraziato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez per essersi recato a Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sottolinea su Telegram quanto «è estremamente simbolico che questa visita avvenga proprio nel primo giorno della presidenza spagnola dell’Ue». «La nostra casa comune europea non può essere immaginata senza l’Ucraina, senza il nostro coraggio e il nostro impegno per la libertà e la giustizia» conclude il presidente ucraino, approfittando dell’occasione per ricordare che è «necessario iniziare a lavorare sul 12esimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea» contro la Russia e che questo dovrebbe includere anche Rosatom, l’azienda pubblica russa attiva nel settore dell’energia nucleare.

«Non capiamo perché le sanzioni contro Rosatom e i suoi dirigenti non siano ancora state imposte», ha detto Zelensky, sottolineando che «i rappresentanti di questa società continuano a occupare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, mettendo a rischio la nostra sicurezza generale».

Ore 15:23 - Zelensky: partner perdono tempo su addestramento piloti

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato sabato «alcuni» partner occidentali di tirarla per le lunghe sui piani di addestramento dei piloti di Kiev a pilotare i jet da combattimento. «Hanno capito quando l’Ucraina potrà avere gli F-16?», ha detto Zelensky ai giornalisti insieme al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, riferendosi all’Occidente. «Non c’è un calendario delle missioni di addestramento. Credo che alcuni partner la stiano tirando per le lunghe. Perché lo stanno facendo? Non lo so».

Ore 15:49 - La Cina e le critiche a Putin dopo la rivolta della Wagner: «Ha allevato una tigre che gli si è rivoltata contro»

(di Federico Rampini) La rivolta della Divisione Wagner contro Vladimir Putin ha provocato un’ondata di analisi critiche nel paese più importante di tutti per il futuro della Russia: la Repubblica Popolare cinese. Gli analisti cinesi più autorevoli – in posizioni di rilievo, pubblicati da media ufficiali, quindi non sgraditi a Xi Jinping – hanno espresso diagnosi preoccupate e severe sulla stabilità del regime di Mosca. La vicenda Wagner per loro non è affatto finita, ed è molto interessante vedere come Pechino sta riesaminando le sue valutazioni su Putin. Alcuni di questi esperti governativi cinesi hanno riportato in auge una metafora assai popolare nel loro paese. La ribellione della Divisione Wagner sarebbe stata l’equivalente di un «rinoceronte grigio». Già questo la dice lunga sull’inquietudine ai vertici della nomenclatura comunista cinese.

Ore 16:43 - «Raid russo uccide almeno un civile a Zaporizhzhia»

I russi hanno bombardato alcuni insediamenti vicino alla linea del fronte nell’oblast ucraino di Zaporizhzhia, uccidendo almeno un civile. Lo scrive Rbc-Ucraina sul suo canale Telegram, citando l’aviazione ucraina. Un uomo di 51 anni, scrive, è morto a Malaya Tokmachka, mentre a Preobrazhenka un umo e una donna sulla quarantina sono rimasti feriti.

Ore 17:38 - Zelensky: non tratto coi russi se non si torna a confini del ‘91

Zelensky ha ribadito che l’Ucraina non intende avviare negoziati con la Russia se anche quest’ultima si ritirasse entro i confini precedenti all’invasione del 24 febbraio 2022, perché, ha detto, la diplomazia inizierà solo quando l’Ucraina ripristinerà i suoi confini stabiliti nel 1991. La citazione, riportata dall’agenzia Unian, è stata pronunciata dal presidente ucraino a margine della visita del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez.

Ore 20:23 - Zelensky riunisce i comandi militari alla centrale di Rivne

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto una riunione con l'alto comando supremo delle forze armate (Stavka) presso la centrale nucleare di Rivne, città dell'Ucraina occidentale. Lo riporta l'Ukrainska Pravda. «Oggi ci siamo riuniti presso la centrale nucleare di Rivne per valutare sul posto eventuali possibili minacce alla centrale», ha detto.

Durante l'incontro, il comandante in capo dell'esercito ucraino Valery Zaluzhny e il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov hanno riferito sulla situazione operativa al confine bielorusso e sulle possibili azioni del nemico. Il ministro dell'Interno ucraino Ihor Klymenko, insieme al comandante Serhiy Naev e al capo del Servizio di frontiera dell'Ucraina, Sergei Deineko, hanno discusso del rafforzamento militare sulla direzione nord e della protezione della centrale nucleare.

Ore 21:00 - Capo della Cia: rivolta della Wagner segno effetto corrosivo della guerra

La rivolta del gruppo Wagner della scorsa settimana è un «promemoria dell'effetto corrosivo» della guerra in Ucraina. Lo ha detto il diretto della Cia, William Burns, secondo quanto riporta il Washington Post. «La disaffezione per la guerra continuerà a rosicchiare la leadership russa», aggiunge Burns.

Ore 21:32 - Biden lancia una stretta per i raid con i droni

Stretta di Joe Biden alle norme per i raid con droni. Secondo le nuove linee guida, contenute in 15 pagine firmate dal presidente lo scorso ottobre e ottenute ora dal New York Times, l'esercito e la Cia devono ottenere una autorizzazione preventiva da Biden per colpire un sospettato fuori da una zona di guerra convenzionale, e devono avere la «quasi certezza» che i civili non saranno feriti nel raid. Le operazioni con droni sono limitate alle situazioni in cui è identificata come impraticabile ogni altra opzione per catturare il target con un commando. La stretta decisa da Biden capovolge l'allentamento delle regole voluto da Donald Trump nel 2017.

Ore 22:53 - Zelensky: «Presto ci saranno le condizioni per il ritorno delle persone fuggite all'estero»

«Credo che presto saremo in grado di fornire tutte le condizioni necessarie affinché il nostro popolo torni a casa in Ucraina». Ad affermarlo, secondo quanto riferisce Ukrainska Pravda, è il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale in merito agli ucraini che erano fuggiti all'estero a causa dell'invasione russa. Nel corso del suo intervento Zelensky è tornato a parlare della visita del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez in Ucraina. Il presidente, in particolare, ha ringraziato la Spagna per aver rispettato e aiutato gli ucraini che hanno trovato rifugio in Spagna, in fuga dai combattimenti.

Ore 02:46 - Nella notte attacchi aerei con droni su Kiev e in varie città

Nuova notte di attacchi aerei su Kiev e in diverse città ucraine. L’allarme è scattato in diverse regioni. Secondo quanto riferito dall’aeronautica delle forze armate ucraine - come riporta l’agenzia Unian - i russi hanno lanciato droni d’attacco da sud. La difesa area è entrata in azione a Kiev, dove i cittadini sono stati invitati a recarsi nei rifugi. Le forze di difesa sono attive da due ore nelle regioni di Mykolaiv, Zaporizhzhia, Kherson, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Zhitomyr e Kirovohrad. Successivamente l’allarme è scattato anche nella regione di Cherkasy.

Guerra Ucraina - Russia, le news del 2 luglio.

Ucraina-Russia, le notizie del 2 luglio. Kiev: «Circa 100 dipendenti hanno lasciato la centrale di Zaporizhzhia». Lorenzo Cremonesi e Francesco Battistini, inviati, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 2 luglio 2023.

Le notizie sulla guerra di domenica 2 luglio Potente esplosione su territorio russo vicino a un aeroporto militare nel sud Kiev: «Stiamo avanzando ancora verso Bakhmut» 

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• Il capo della Cia è stato un Ucraina e .ha ascoltato il piano di pace di Kiev.

• Gli Usa valutano la possibilità di fornire munizioni a grappolo.

• Zelensky ha accolto il premier spagnolo Sanchez, nel giorno in cui la Spagna ha assunto la presidenza di turno dell'Ue: «Presto nuovi aiuti».

• Il presidente ucraino: «Dobbiamo impedire che i russi facciano esplodere la centrale nucleare di Zaporizhzhzia».

Ore 00:43 - La Cina e le critiche a Putin dopo la rivolta della Wagner: «Ha allevato una tigre che gli si è rivoltata contro»

(di Federico Rampini) La rivolta della Divisione Wagner contro Vladimir Putin ha provocato un’ondata di analisi critiche nel paese più importante di tutti per il futuro della Russia: la Repubblica Popolare cinese. Gli analisti cinesi più autorevoli – in posizioni di rilievo, pubblicati da media ufficiali, quindi non sgraditi a Xi Jinping – hanno espresso diagnosi preoccupate e severe sulla stabilità del regime di Mosca. La vicenda Wagner per loro non è affatto finita, ed è molto interessante vedere come Pechino sta riesaminando le sue valutazioni su Putin. Alcuni di questi esperti governativi cinesi hanno riportato in auge una metafora assai popolare nel loro paese. La ribellione della Divisione Wagner sarebbe stata l’equivalente di un «rinoceronte grigio». Già questo la dice lunga sull’inquietudine ai vertici della nomenclatura comunista cinese.

Ore 00:59 - Zelensky: visita Sanchez primo giorno presidenza Ue è simbolica

Dopo aver ringraziato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez per essersi recato a Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sottolinea su Telegram quanto «è estremamente simbolico che questa visita avvenga proprio nel primo giorno della presidenza spagnola dell’Ue». «La nostra casa comune europea non può essere immaginata senza l’Ucraina, senza il nostro coraggio e il nostro impegno per la libertà e la giustizia» conclude il presidente ucraino, approfittando dell’occasione per ricordare che è «necessario iniziare a lavorare sul 12esimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea» contro la Russia e che questo dovrebbe includere anche Rosatom, l’azienda pubblica russa attiva nel settore dell’energia nucleare.

«Non capiamo perché le sanzioni contro Rosatom e i suoi dirigenti non siano ancora state imposte», ha detto Zelensky, sottolineando che «i rappresentanti di questa società continuano a occupare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, mettendo a rischio la nostra sicurezza generale».

Ore 01:32 - «Raid russo uccide almeno un civile a Zaporizhzhia»

I russi hanno bombardato alcuni insediamenti vicino alla linea del fronte nell’oblast ucraino di Zaporizhzhia, uccidendo almeno un civile. Lo scrive Rbc-Ucraina sul suo canale Telegram, citando l’aviazione ucraina. Un uomo di 51 anni, scrive, è morto a Malaya Tokmachka, mentre a Preobrazhenka un umo e una donna sulla quarantina sono rimasti feriti.

Ore 01:54 - Usa valutano possibilità di fornire munizioni a grappolo a Kiev

Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore congiunto degli Usa, Mark Milley, affermato che Washington sta pensando di fornire le munizioni «da molto tempo» e notando che le forze russe stanno usando tali munizioni sul campo di battaglia in Ucraina e che le forze ucraine hanno ricevuto bombe a grappolo da altri alleati, scrive Associated Press nel suo sito web. Milley ne ha parlato nelle scorse ore al National Press Club di Washington, sottolineando che le discussioni sul tema comunque continuano. «Gli ucraini le hanno chieste e altri paesi europei ne hanno fornito una parte, i russi le stanno usando», ha detto Milley. «C’è un processo decisionale in corso», ha aggiunto.

Ore 02:35 - Il capo della Cia rassicura Mosca con una telefonata segreta

Il direttore della Cia Burns ha telefonato a Mosca per rassicurare il Cremlino dopo la rivolta di Prigozhin. Poco prima era volato a Kiev dove ha ricevuto il piano degli ucraini.

Ore 02:51 - Zelensky: l’esercito ha ucciso 21.000 soldati della Wagner

Sono 21.000 i soldati della Wagner che sono stati uccisi dalle forze ucraine mentre oltre 80.000 sono rimasti feriti. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo. «La Wagner - ha spiegato - ha due categorie: i mercenari professionisti e quelli mobilitati dalle carceri, la loro carne da cannone. Le nostre truppe ne hanno uccisi 21.000 e ne hanno feriti 80.000. La buona notizia è che abbiamo distrutto la parte più motivata delle forze russe».

Ore 03:00 - Direttore Cia: «Guerra ha creato opportunità unica per reclutare spie in Russia»

(di Lorenzo Cremonesi) Ma quando, e soprattutto come, finirà la guerra? La domanda non è retorica. Ne stanno parlando seriamente i vertici americani con quelli ucraini per cercare di dare un senso allo sforzo bellico, che da inizio giugno vede l’esercito di Kiev impegnato nella controffensiva volta a liberare il massimo dei territori occupati dall’esercito russo sia nel 2014 che negli ultimi 16 mesi. Il Washington Post cita fonti riservate del Pentagono secondo le quali all’incipit delle ultime operazioni d’attacco ucraine il direttore della Cia, William Burns, è volato da Volodymyr Zelensky che lo ha incontrato con i suoi massimi collaboratori.

Ore 03:45 - Zelensky: «Presto ci saranno le condizioni per il ritorno delle persone fuggite all'estero»

«Credo che presto saremo in grado di fornire tutte le condizioni necessarie affinché il nostro popolo torni a casa in Ucraina». Ad affermarlo, secondo quanto riferisce Ukrainska Pravda, è il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale in merito agli ucraini che erano fuggiti all'estero a causa dell'invasione russa. Nel corso del suo intervento Zelensky è tornato a parlare della visita del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez in Ucraina. Il presidente, in particolare, ha ringraziato la Spagna per aver rispettato e aiutato gli ucraini che hanno trovato rifugio in Spagna, in fuga dai combattimenti.

Ore 04:02 - Nella notte attacchi aerei con droni su Kiev e in varie città

Ancora attacchi aerei nella notte su Kiev e in diverse città ucraine. L’allarme è scattato in diverse regioni. Secondo quanto riferito dall’aeronautica delle forze armate ucraine - come riporta l’agenzia Unian - i russi hanno lanciato droni d’attacco da sud. La difesa area è entrata in azione a Kiev, dove i cittadini sono stati invitati a recarsi nei rifugi. Le forze di difesa sono attive da due ore nelle regioni di Mykolaiv, Zaporizhzhia, Kherson, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Zhitomyr e Kirovohrad. Successivamente l’allarme è scattato anche nella regione di Cherkasy.

Ore 05:00 - Kiev: «Abbattuti tutti i droni russi dell’ultimo attacco»

Le autorità di Kiev riferiscono di aver abbattuto tutti i droni russi nell’ultimo attacco aereo alla capitale. Lo scrive il Kiev Independent. Funzionari di Kiev hanno affermato che le difese aeree della città hanno abbattuto tutti i droni russi lanciati nella capitale durante la notte nel primo attacco di droni alla capitale in quasi due settimane.

Ore 08:03 - Media, ex rabbino capo di Mosca dichiarato agente straniero

Le autorità russe hanno dichiarato l’ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt «agente straniero». Lo riportano i media israeliani. Il bando di Goldschmidt avviene ad un anno di distanza dalla sua partenza da Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina. L’ex rabbino capo di Mosca aveva più volte espresso critiche all’operato di Mosca e invitato gli ebrei russi a lasciare il Paese nel timore che sarebbero potuti diventare dei capri espiatori per via delle difficoltà causate dalla guerra. Il nome di Goldschmidt, secondo i media israeliani che citano l’agenzia Interfax, è stato inserito nell’elenco degli agenti stranieri venerdì scorso dal ministero della Giustizia russo per aver disseminato «informazioni false sulle decisioni prese dalle autorità russe e le loro politiche. Inoltre, per la sua opposizione «alla operazione militare speciale in Ucraina». La risposta dell’ex rabbino capo non si è fatta attendere: «Orgoglioso - ha detto citato dai media - di essere dalla parte giusta della storia e di raggiungere una lista di gente che è contro questa terribile guerra costata la vita a centinaia di migliaia di persone».

Ore 08:21 - Allarme aereo in diversi oblast

L’allarme aereo è risuonato in diversi oblast ucraini, compresa la capitale Kiev: lo hanno reso noto le autorità ucraine, dopo che nella notte sono state udite delle esplosioni nelle regioni di Mykolaiv e nella città di Zaporizhzhia. L’allarme riguarda gli oblast di Dnipropetrovsk, Cherkasy, Chernihiv, Sumy, Poltava, Kirovohrad, Mykolaiv, Odessa, Kharkiv e Kiev, oltre alle zone di Zaporizhzhia e Kherson sotto controllo ucraino.

Ore 08:43 - Kiev: un ferito e danni a tre abitazioni in attacco droni

Una persona è rimasta ferita e tre abitazioni private sono state danneggiate a Kiev che nella notte è stata nuovamente bersaglio di droni lanciati da Mosca. Lo rendono noto le autorità locali. Stando all’aeronautica ucraina nell’attacco sarebbero stati impiegati otto droni Shahed di fattura iraniana e tre missili cruise. Lo riferisce il Guardian. Il capo dell’autorità militare della regione, Ruslan Kravchenko, ha fornito il bilancio di un ferito e tre case danneggiate a causa dei detriti dei droni distrutti nei cieli della regione di Kiev.

Ore 09:13 - Zelensky: Mosca pronta ad attacco a Zaporizhzhia

La Russia potrebbe ricorrere a un atto terroristico presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha detto il presidente ucraino, Voldymyr Zelensky, dopo i colloqui con il presidente del governo spagnolo Pedro Sa’nchez a Kiev. «Diciamo da tempo che c’è una seria minaccia. Perché la Russia è tecnicamente pronta a provocare un’esplosione locale all’impianto, che potrebbe portare al rilascio di sostanze pericolose nell’aria. Lo comunichiamo molto chiaramente. Noi stiamo discutendo di tutto questo con i nostri partner in modo che tutti capiscano perché la Russia lo sta facendo e faccia pressione politicamente sulla Federazione Russa in modo che non pensino nemmeno a una cosa del genere», ha detto Zelensky, rispondendo alle domande dei giornalisti secondo quanto riporta il Kviv Post. Secondo Zelensky gli occupanti russi stanno ricorrendo ad atti terroristici perché il loro esercito ha mostrato debolezza sul campo di battaglia per tutto l’anno. Pertanto, i russi stanno cercando di fermare le forze di difesa ucraine con atti di terrorismo come l’esplosione della diga Kakhovka o un possibile atto di terrorismo locale a Zaporizhzhia. Per Zelensky la Federazione Russa vuole dimostrare che la sua guerra aggressiva contro l’Ucraina è pericolosa per il mondo, «in modo che la gente ne abbia paura. In modo che in seguito alcuni partner, in particolare quegli scettici, inizino a fermare politicamente l’Ucraina, le nostre azioni controffensive», ha detto.

Ore 09:25 - La Russia cancella il Maks Air Show 2023

Mosca ha annullato l’airshow internazionale dell’aviazione militare, l’evento aeronautico più importate in Russia, il Maks, «per problemi di sicurezza» conseguenti agli attacchi subiti all’interno del proprio territorio negli ultimi mesi. A riferirne è il ministero della Difesa britannico, nel rapporto dell’intelligence di Londra sulla situazione del conflitto in Ucraina. L’evento aeronautico si tiene ogni due anni nell’aeroporto internazionale di Zhukovsky, a sudest di Mosca ed è considerato un’importante vetrina per le compagnie aeronautiche russe che possono esibire i propri velivoli e siglare contratti di esportazione con paesi stranieri. «Gli organizzatori dell’evento erano molto probabilmente anche consapevoli del potenziale danno alla reputazione derivante da una minore partecipazione di delegati internazionali», ha aggiunto il Ministero della Difesa. La cancellazione dello spettacolo mostra che la guerra è stata «eccezionalmente impegnativa per la comunità aerospaziale russa», che «sta lottando contro le sanzioni internazionali», si legge ancora.

Ore 09:54 - Governo Romania espelle 40 diplomatici di Mosca

Quaranta tra diplomatici e personale dell’ambasciata russa a Bucarest dovranno lasciare la Romania su richiesta del governo a seguito del peggioramento dei legami tra i due paesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Undici diplomatici e 29 membri del personale tecnico e amministrativo, accompagnati dalle loro famiglie, «lasceranno la Romania a bordo di un aereo civile appartenente a una compagnia aerea russa», ha detto il ministero degli Esteri rumeno. La decisione «riflette l’attuale livello delle relazioni bilaterali dopo che Mosca ha lanciato la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina», ha affermato il ministero degli Esteri rumeno. Le autorità hanno presentato la richiesta l’8 giugno, concedendo a Mosca 30 giorni per ottemperare. Come altri paesi europei in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, la Romania, membro della NATO, ha espulso diplomatici russi sospettati di spionaggio. Il numero del personale dell’ambasciata russa è stato ridotto di oltre la metà, afferma Bucarest.

Ore 12:18 - Papa: «Non stanchiamoci di pregare per la pace»

«Anche in questo periodo estivo non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo speciale per il popolo ucraino, tanto provato». Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro.

Ore 12:22 - Kiev: «Stiamo avanzando ancora in direzione di Bakhmut»

L’esercito ucraino è recentemente avanzato in direzione di Bakhmut. Il lavoro di combattimento continua sui fianchi. Lo ha riferito RBC-Ucraina riferendo le affermazioni di Sergey Cherevaty. «Abbiamo un’avanzata in direzione Bakhmut. C’è combattimento sui fianchi, c’è pressione sul nemico. Dopo un’analisi e una verifica dettagliate, forniremo dati dettagliati sul territorio che siamo riusciti a liberare», ha detto.

Ore 13:58 - Sabalenka: non parlerò di politica ma solo di sport

«Non parlerò di politica: sono qui solo per parlare di tennis. Per favore, rispettatelo. Se avete qualsiasi tipo di domanda di argomento politico potete chiedere alla Wta o al torneo: possono inviarvi la trascrizione delle mie risposte dai tornei precedenti. Nessuna pressione: questa è una mia decisione personale». Così la tennista bielorussa Aryna Sabalenka, carica e motivata dopo la rinuncia forzata dello scorso anno a Wimbledon a causa del divieto di ingresso per i tennisti russi e bielorussi. Non vede l’ora di scendere in campo ma avverte che non risponderà a domande di politica in merito all’invasione di Russia e in Ucraina, con l’appoggio della Bielorussia. «Sono super felice di essere tornata: mi mancava davvero questo posto. Lo scorso anno in queste due settimane ero a casa per una piccola vacanza. Mi allenavo anche e no, non guardavo Wimbledon: mi sentivo troppo male ogni volta che vedevo i match in tv, quindi cercavo di starne lontana. Quest’anno mi sento bene, l’unica aspettativa che ho è quella di giocare il mio miglior tennis ogni volta che sono in campo. Dopo la sconfitta in semifinale a Parigi ero molto delusa ma poi ho parlato con il mio team e ho capito che è stata una buona lezione per me: devo solo continuare a provarci. Mi sono fermata per qualche giorno e poi ho iniziato la mia preparazione per la stagione dell’erba», ha aggiunto.

Ore 14:21 - Zelensky a Odessa, discusso anche di sviluppo droni e missili

Il presidente ucraino Voldymr Zelensky è oggi nella regione di Odessa. Il capo dello stato ha ascoltato un rapporto del comandante della Marina delle forze armate dell’Ucraina Oleksiy Neizhpapa, discusso della «situazione operativa nel Mar Nero, delle capacità di difesa della Marina, della strategia di sviluppo della Marina ucraina durante la guerra e nel dopoguerra». «Abbiamo discusso i risultati provvisori e le prospettive per lo sviluppo del programma di droni navali e del programma missilistico», annuncia Zelensly su Telegram.

Ore 16:03 - Zelensky: «I russi avranno paura di avvicinarsi alle coste del Mar d’Azov»

«Il nemico non detterà sicuramente i termini nel Mar Nero, e gli occupanti dovranno avere la stessa paura di avvicinarsi alla nostra Crimea ucraina e alle nostre coste del Mar d’Azov, poiché le navi russe hanno già paura di avvicinarsi alle nostre coste». Lo afferma il presidente ucraino Voldymyr Zelensky oggi a Odessa. Il presidente ucraino si è congratulato con i soldati delle sue forze navali. Aggiungendo: «Basta ricordare quali ambizioni aveva la Russia all’inizio dell’invasione e quali di quelle ambizioni sono ora sul fondo del Mar Nero».

Ore 16:24 - Medvedev: «Kiev vuole i confini del 1991? Quella era la Russia»

«La giunta ucraina continua a dire che la condizione per i negoziati è raggiungere alcuni dei loro confini del 1991. Questi sono i confini delle regioni della Russia, un tempo province dell’Impero russo, non della mitica Ucraina». Lo ha scritto sul suo canale Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev.

Medvedev rincara la dose sostenendo che l’Ucraina sarebbe la cosiddetta Terra di Sannikov, una sorta di isola fantasma che si pensava si trovasse nel Mar glaciale artico, ma di cui è stata poi smentita l’esistenza. Di essa si conserva il mito che si era diffuso nel XIX secolo. Secondo Medvedev «non esiste una terra simile, non importa cosa pensano in Occidente e nella città russa occupata di Kiev».

Ore 16:53 - Media russi: «La Wagner ha preso 17,5 miliardi di euro dallo Stato»

Il gruppo Wagner guidato da Evgeny Prigozhin avrebbe ricevuto dallo Stato russo oltre 17,5 miliardi di euro (circa 17 mila miliardi di rubli), divisi in contratti governativi (860 miliardi di rubli) e servizi forniti dalla holding Concord (845 miliardi di rubli) in mano all’ex cuoco di Putin. Lo ha sostenuto il presentatore televisivo russo Dmitry Kiselev durante una trasmissione sul canale Rossija 1, citata da Ria Novosti. «La società militare privata Wagner, ha ricevuto poco più di 858 miliardi di rubli in contratti con lo Stato. È meno di un trilione. Nell’ambito di altri contratti, la holding Concord di Prigozhin ha fornito servizi per 845 miliardi di rubli. Questo non significa che abbiano guadagnato così tanto, ma comunque dimostra l’entità del business e la portata delle ambizioni», ha detto Kiselev. All’inizio di questa settimana il presidente Vladimir Putin aveva annunciato che le autorità russe avrebbero indagato sui guadagni della holding Concord, aggiungendo che, nell’ultimo anno, la Wagner aveva ricevuto dallo Stato un totale di 86 miliardi di rubli (circa un miliardo di euro), una cifra che sembra inferiore rispetto a quella riportata da Kiselev.

Ore 17:23 - In Russia potente esplosione vicino a un aeroporto militare nel sud

Una «potente esplosione» si è verificata nei pressi di un aeroporto militare nel sud della Russia. A riportarlo sono i media locali: secondo il canale Telegram Mash, la deflagrazione ha colpito la città portuale di Primorsko-Akhtarsk, nella regione di Krasnodar. La stessa fonte attribuisce l’esplosione all’abbattimento di un missile da parte della difesa aerea. Non ci sarebbero stati feriti. Su Twitter, il consigliere ucraino Anton Gerashchenko ha postato un video mostrando le conseguenze dell’esplosione con il commento: «questo è un aeroporto a partire dal quale droni e missili vengono lanciati contro l’Ucraina».

Ore 17:39 - Kadyrov: «Sabotatori ucraini neutralizzati vicino a Kreminna»

Le forze russe avrebbero eliminato un gruppo di sabotatori e di ricognizione ucraino vicino a Kreminna, nell'Oblast di Lugansk. Cinque soldati delle forze armate ucraine sono stati catturati. Ad annunciarlo, secondo quanto riferisce l'agenzia Tass, è il capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram. «Nel corso di operazioni offensive di successo nell'area della foresta di Serebryansky, vicino a Kreminna, il Drg della 95a brigata d'assalto separata delle forze d'assalto aviotrasportate dell'Ucraina è stato sconfitto. Come risultato dello scontro, sei soldati sono stati eliminati e cinque sono stati catturati», sottolinea Kadyrov. Inoltre, il capo della repubblica Cecena ha affermato che ai prigionieri feriti è stata fornita l'assistenza medica necessaria.

Ore 17:51 - Mosca: colpita due volte la regione di Belgorod

Il villaggio russo di Dronivka, che si trova nel distretto urbano di Grajvoron, nella regione di Belgorod, oggi è stato colpito due volte. Lo riporta su Telegram il governatore della regione Vyacheslav Gladkov. Secondo quanto dichiarato da Gladkov, «non ci sono state vittime», anche se «sono stati danneggiati i tetti, le facciate e le recinzioni di due case private», oltre alle «linee di alimentazione del gas e dell'elettricità».

Ore 18:37 - «Aspri combattimenti in direzione di Svatove, nel Lugansk»

In direzione di Svatove, nella regione orientale di Lugansk, si stanno svolgendo «aspri combattimenti» e i russi stanno «attaccando Bilohorivka e Serebryanka». Lo ha dichiarato su Telegram Anna Malyar, la viceministra ucraina della Difesa. Malyar fa il punto della situazione sul fronte sottolineando l'avanzata dei russi «in diverse direzioni» come «Avdiivka, Maryinka e Lyman». Nell'aerea di Bakhmut, spiega la viceministra, «sul fianco meridionale stiamo avanzando, con parziale successo», mentre «i combattimenti continuano sul fianco nord».

«Le nostre truppe stanno affrontando un'intensa resistenza nemica, lo sminamento a distanza e il ridispiegamento delle riserve, ma stanno persistendo e creando instancabilmente le condizioni per un'avanzata più rapida possibile» conclude Malyar.

Ore 20:45 - «La Wagner sospende temporaneamente il reclutamento»

Il reclutamento di nuovi mercenari all'interno del Gruppo Wagner verrà sospeso per un mese «in relazione alla temporanea mancata partecipazione della all'operazione militare speciale e al trasferimento nella Repubblica di Bielorussia». Lo scrive su Telegram uno dei canali legati alla milizia guidata da Prigozhin, creato proprio con lo scopo di trovare nuovo personale. Ma su Grey Zone, altro gruppo Telegram che fa da megafono alla Wagner, si chiarisce che «nonostante i centri Wagner in Russia abbiano temporaneamente cessato le attività, il Gruppo Wagner continua a reclutare personale». Nell'annuncio si specifica che «sono richieste tutte le specialità militari, ad eccezione delle forze missilistiche strategiche (per ora)» e che «è operativa anche la base principale nel villaggio di Molkino (nel territorio di Krasnodar)». Dopo il colloquio le reclute verranno inviati nei campi di nuova formazione «dove sono già iniziati i preparativi per il nuovo impiego». Il messaggio si conclude rivendicando che «non ci sono impedimenti legali da parte dello Stato».

Ore 21:43 - Kiev: «Circa 100 dipendenti hanno lasciato la centrale di Zaporizhzhia»

Circa 100 dipendenti del monopolio nucleare russo Rosatom hanno lasciato la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, nella città di Energodar, attualmente occupata dai russi. Lo ha dichiarato il sindaco della città, Dmytro Orlov, in un commento a Radio Ucraina. Circa 6.000 lavoratori dell'impianto si trovano attualmente a Energodar, ma non sono autorizzati a lavorare nella centrale a meno che non firmino un contratto con Rosatom, ha spiegato Orlov. «Le autorità di occupazione non permettono loro di lasciare la città», ha aggiunto. Anche alcuni dei collaboratori ucraini che hanno firmato contratti con Rosatom hanno lasciato la città. Il sindaco lancia anche l'allarme in caso di esplosione nella centrale nucleare, perché in città non ci sono rifugi in cui la gente possa nascondersi: «Gli occupanti stanno usando la centrale per ricattare il mondo intero», ha concluso Orlov.

Ore 23:13 - «Raid russo nel Donetsk, due feriti di cui uno grave»

«Intorno alle 19.40, l'esercito russo ha sparato sulla città di Kostyantynivka» nella regione del Donetsk in Ucraina. «Due persone sono rimaste ferite a seguito del bombardamento. Un uomo è in gravi condizioni», mentre l'altra persona ferita, «una donna è in condizioni stabili». Lo ha reso noto in serata Oleksiy Roslov, capo dell'amministrazione militare della città di Kostyantyniva. Lo scrive l'Ukrainska Pravda. Nel raid russo sei abitazioni private e un complesso agricolo sono stati danneggiati.

Ore 00:42 - Morta la scrittrice Victoria Amelina, era stata ferita durante un raid russo

La scrittrice ucraina, Victoria Amelina, fondatrice di un festival letterario a Donetsk e dedita alla ricerca sui crimini di guerra russi è morta dopo essere rimasta ferita a Kramatorsk durante un raid russo lo scorso 27 giugno. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.

(ANSA 2 luglio 2023) Il gruppo Wagner guidato da Yevgeny Prigozhin avrebbe ricevuto dallo Stato russo oltre 17,5 miliardi di euro (circa 17 mila miliardi di rubli), divisi in contratti governativi (860 miliardi di rubli) e servizi forniti dalla holding Concord (845 miliardi di rubli) in mano all'ex cuoco di Putin. Lo ha sostenuto il presentatore televisivo russo Dmitry Kiselev durante una trasmissione sul canale Rossija 1, citata da Ria Novosti. 

"La società militare privata Wagner, fondata da Yevgeny Prigozhin, ha ricevuto poco più di 858 miliardi di rubli in contratti con lo Stato. È meno di un trilione. Nell'ambito di altri contratti, la holding Concord di Prigozhin ha fornito servizi per 845 miliardi di rubli. Questo non significa che abbiano guadagnato così tanto, ma comunque dimostra l'entità del business e la portata delle ambizioni", ha detto Kiselev. 

All'inizio di questa settimana il presidente Vladimir Putin aveva annunciato che le autorità russe avrebbero indagato sui guadagni della holding Concord, aggiungendo che, nell'ultimo anno, la Wagner aveva ricevuto dallo Stato un totale di 86 miliardi di rubli (circa un miliardo di euro), una cifra che sembra inferiore rispetto a quella riportata da Kiselev.

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa” il 2 luglio 2023.

È lui o non è lui? Nella settimana successiva al tentato golpe di Evgeny Prigozhin, perfino alcune testate serie e commentatori non inclini a speculazioni di fantapolitica si sono interrogati sulla possibilità che Vladimir Putin abbia un sosia. Non solo le apparizioni in pubblico del presidente russo si sono fatte molto più frequenti, quasi quotidiane, ma era un Putin come non lo si era visto da vent'anni. 

[…] Gli psicologi intervistati dai media russi si stanno ora scervellando sul significato del disegno, e i blogger di opposizione postano le diverse foto delle apparizioni di Putin per trovare le dieci differenze che dimostrerebbero finalmente che il presidente viene sostituito in pubblico da un sosia.

[…] L'«operazione simpatia» di un Putin che stringe le mani e bacia i bambini ha come obiettivo quello di mostrare un presidente che si è già lasciato alle spalle come irrilevante la rivolta dei Wagner. Bisogna far dimenticare il suo nervosismo delle prime ore, e la gente di Rostov che osannava Prigozhin in mezzo ai carri armati. Bisognava far tacere lo scontento dei militari di fronte alle voci di arresti e interrogatori dei generali vicini ai Wagner. […] 

I sondaggi ufficiali segnalano un sostegno quasi immutato dei russi ai vertici dello Stato, mentre l'istituto indipendente Vziom rileva un dimezzamento della popolarità di Prigozhin, dal 58 al 29%. Ma la testata indipendente Meduza cita fonti del Cremlino che parlano di sondaggi «segreti», con un «meno 9-14 punti per il presidente».

Il fatto che il merchandising della Wagner nei negozi online russi sia raddoppiato di prezzo, e il canale Telegram di Prigozhin abbia raddoppiato i follower, potrebbe segnalare un paradosso: i russi che hanno tolto le loro simpatie al «cuoco di Putin» non l'hanno fatto perché ha lanciato un golpe, ma perché l'ha fermato, come testimonia anche quel mezzo milione di faccine di clown che il suo pubblico gli ha regalato sul suo profilo sotto l'annuncio della fine della marcia su Mosca.

Marco Imarisio e Marco Mosca per il “Corriere della Sera” il 2 luglio 2023.

[…] Sui media russi non c’è più traccia di Evgenij Prigozhin. Non viene neppure nominato, così come non lo ha mai fatto Vladimir Putin in questa settimana così difficile, consapevole di una vecchia regola che risale ai tempi della Ceka, la prima Polizia segreta russa. Se fai il nome di un nemico, lo metti al tuo livello. Anche la marcia di sabato scorso non viene più citata. Ieri mattina un gruppo di operai ha smontato a San Pietroburgo la grande insegna luminosa in cima al quartier generale della Brigata Wagner. Era stato inaugurato in modo solenne lo scorso 7 novembre. Le cose cambiano in fretta.

[…] otto giorni dopo una ribellione militare […] sono ancora molte le cose che non sappiamo. Ecco un rapido elenco dei punti ancora oscuri. […]. Anche i più accaniti blogger ultranazionalisti hanno dovuto riconoscere che il materiale video fornito da Prigozhin sul bombardamento da parte dell’esercito regolare russo del campo della Wagner, è fortemente sospetto. L’insurrezione militare comincia con una falsa premessa. 

L’attacco, che avrebbe causato trenta morti, potrebbe non esserci mai stato. Ma se è così, se manca la benzina di una rabbia collettiva, chi ha dato l’ordine di mettersi in cammino, e soprattutto chi ha imposto lo stop? Sono decisioni prese da Prigozhin insieme ai comandanti della Wagner, o malgrado lui? […]

Qualcuno aveva detto al fondatore della Wagner che poteva andare lontano. Qualcuno sapeva. Molti osservatori professionali delle questioni interne russe sono convinti che alcuni importanti ufficiali potrebbero avere appoggiato a parole l’insurrezione militare per ottenere la rimozione del ministro della Difesa Sergei Shoigu, il quale all’interno dell’esercito non è considerato un grande stratega. Questo spiegherebbe una avanzata così rapida. […]

[…] Ancora non si conoscono i termini del compromesso tra Putin e Prigozhin. Sappiamo solo che l’accusa di aver inspirato una rivolta contro lo Stato è caduta. E il presidente russo ha dato tre opzioni ai mercenari che hanno preso parte alla marcia. Entrare nell’esercito, ritirarsi, o andare in Bielorussia. Ogni indizio raccolto finora, a cominciare da quello citato sopra, suggerisce la fine della Wagner così come l’abbiamo conosciuta. […]

Shoigu è il vero vincitore di questa crisi. Era lui il bersaglio della marcia su Mosca. La fedeltà a Putin lo ha premiato oltre i suoi meriti. […] Prigozhin risulta ancora a piede libero, forse a Minsk. Ma Putin ha in pratica annunciato in diretta l’avvio di una serie di controlli fiscali sul suo conto. […] «Prima o poi servirà qualcuno a cui dare la colpa dell’andamento di questa guerra. In questo senso, Prigozhin potrebbe ancora svolgere un ruolo importante. Quello del capro espiatorio».

Guerra Ucraina - Russia, le news del 3 luglio.

Le notizie del 3 luglio sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi e Francesco Battistini, inviati, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera di lunedì 3 luglio 2023.

• Kiev annuncia: «Avanziamo verso Bakhmut». Feroci i combattimenti nel Lugansk in direzione di Svatove.

• La Wagner annuncia la sospensione dei reclutamenti per il prossimo mese

• L’intervista al senatore russo: «Trasferiti dall’Ucraina alla Russia 700 mila bambini»

• Telefonata Zelensky-Scholz ribadito il sostegno a Kiev in vista del vertice Nato a Vilnius dell'11 e del 12 luglio.

• È stato davvero Prigozhin a ordinare la resa della rivolta?

• I russi vanno in vacanza in Crimea (e c'è chi compra casa a Mariupol).

Ore 00:47 - Morta la scrittrice Victoria Amelina, era stata ferita durante un raid russo

La scrittrice ucraina, Victoria Amelina, fondatrice di un festival letterario a Donetsk e dedita alla ricerca sui crimini di guerra russi è morta dopo essere rimasta ferita a Kramatorsk durante un raid russo lo scorso 27 giugno. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.

Ore 01:16 - «È uscito di testa, colpa dei soldi»: sulla tv russa le accuse a Prigozhin

Accuse al capo del gruppo Wagner, Eugeny Prigozhin, dalla televisione russa. A puntare il dito è il noto opinionista Dmitri Kiseliov, secondo cui Prigozhin «è uscito di testa a causa delle grandi quantità di denaro» di cui disponeva grazie alle risorse pubbliche a lui destinate. «La sensazione di ritenersi uno cui tutto è permesso era cominciata da tempo, dalle operazioni (del gruppo Wagner; ndr) in Siria e in Africa», ha detto Kiseliov, aggiungendo che tale sensazione si è rafforzata dopo la presa delle città ucraine di Soledar e Bakhmut da parte dei mercenari dell’ex cosiddetto «cuoco di Putin». «Prigozhin credeva che avrebbe potuto opporsi al contempo al Ministero della Difesa, allo Stato e al medesimo presidente». Secondo Kiseliov, il capo della Wagner ha ricevuto soldi pubblici per 858 miliardi di rubli, l’equivalente di 9,6 miliardi di dollari, come ammesso dal presidente russo Vladimir Putin per la prima volta.

Ore 02:39 - Usa-Cina, Janet Yellen in visita a Pechino dal 6 luglio

La segretaria al Tesoro americano Janet Yellen sarà nella Repubblica Popolare Cinesa da giovedì 6 a domenica 9 luglio, dove avrà una serie di incontri ufficiali. Lo ha reso noto il Tesoro Usa. Nel corso del soggiorno, Yellen si intratterrà con esponenti del governo cinese «sull’importanza per i due Paesi, in quanto principali economie mondiali, di gestire le relazioni in modo responsabile», spiega un comunicato del Tesoro.

Ore 03:43 - Kiev: «Circa 100 dipendenti hanno lasciato la centrale di Zaporizhzhia»

Circa 100 dipendenti del monopolio nucleare russo Rosatom hanno lasciato la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, nella città di Energodar, attualmente occupata dai russi. Lo ha dichiarato il sindaco della città, Dmytro Orlov, in un commento a Radio Ucraina. Circa 6.000 lavoratori dell'impianto si trovano attualmente a Energodar, ma non sono autorizzati a lavorare nella centrale a meno che non firmino un contratto con Rosatom, ha spiegato Orlov. «Le autorità di occupazione non permettono loro di lasciare la città», ha aggiunto. Anche alcuni dei collaboratori ucraini che hanno firmato contratti con Rosatom hanno lasciato la città. Il sindaco lancia anche l'allarme in caso di esplosione nella centrale nucleare, perché in città non ci sono rifugi in cui la gente possa nascondersi: «Gli occupanti stanno usando la centrale per ricattare il mondo intero», ha concluso Orlov.

Ore 03:45 - Crimea, code di vacanzieri russi al confine

(di Irene Soave) Vacanze russe. Code di turisti al confine con la Crimea nel territorio di Krasnodar, auto che arrivano dalla madrepatria nel territorio «riconquistato» in una fila alla dogana lunga 9 chilometri, che intasa il ponte di Crimea da sabato mattina. Come in tempo di pace; più che in tempo di pace. Agli ucraini la magra consolazione di ribattezzarli, perfidamente, «katsap»: da «tsap», «capre». Tornatevene in Katsapstan, scrive qualcuno su Twitter.

Del resto i pacchetti vacanza all-inclusive in Crimea dei tour operator russi hanno prezzi stracciati, di lancio. Meglio: di rilancio. Ad aprile il ministro degli esteri ucraino Dmitro Kuleba comunicava che le ricerche in russo online per vacanze sul Mar Nero erano colate a picco. «Persino i russi capiscono che fare le vacanze in un territorio usurpato non si fa». (...)

Ore 03:47 - Zaporizhzhia, che cosa significa «esplosione nucleare controllata»?

(di Massimo Sideri) La Russia non rinuncia ad alimentare l’ansia atomica. Questa volta lasciando trapelare, secondo Kiev, lo scenario di una «esplosione nucleare controllata» nella centrale di Zaporizhzhia, fin dall’inizio del conflitto al centro delle preoccupazioni dell’Ucraina, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) e dei Paesi europei. Ma cosa significa «controllata»? Ha un qualche senso scientifico?

In generale qualunque reazione nucleare all’interno di un reattore civile è per definizione «controllata». Una centrale nucleare è di fatto una tecnologia per eliminare il pericolo che le radiazioni causate dalla rottura dell’atomo — generalmente dell’uranio arricchito — possano causare danni all’esterno. Ma l’affermazione è un ossimoro: una esplosione della centrale nucleare ucraina non può essere controllata, al limite decisa. Non è come far collassare un edificio o come colpire una centrale elettrica. Chiaramente i russi sanno bene che un’esplosione di una centrale atomica non potrebbe che causare perdite di radioattività ed è proprio questo il fantasma che si vuole richiamare (quello di Chernobyl), non