Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

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L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

QUINDICESIMO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2023, consequenziale a quello del 2022. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

Confini e Frontiere.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i serbi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i croati.

Quei razzisti come i kosovari.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli svizzeri.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i zambiani.

Quei razzisti come i zimbabwesi.

Quei razzisti come i ghanesi.

Quei razzisti come i sudanesi.

Quei razzisti come i gabonesi.

Quei razzisti come i ciadiani.

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i tunisini.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come i siriani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i giordani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come gli yemeniti.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come i pakistani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i thailandesi. 

Quei razzisti come gli indonesiani.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i bielorussi.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI OCEAN-AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Quei razzisti come i salvadoregni.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come i boliviani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come i neozelandesi.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. UNDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DODICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TREDICESIMO MESE. UN ANNO DI AGGRESSIONE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUATTORDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINDICESIMO MESE

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SEDICESIMO MESE

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Il Giorno del Ricordo.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

I Migranti.

I Rimpatri.

Gli affari dei Buonisti.

Quelli che…porti aperti.

Quelli che…porti chiusi.

Cosa succede in Libia.

Cosa succede in Africa.

Gli ostaggi liberati a spese nostre.

Il Caso dei Marò & C.

 

 

 

 

 

Sommario

 SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 26 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 27 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 28 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 29 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 30 aprile.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 1° maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 4 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 6 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’8 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 9 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 10 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie dell’11 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 12 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 13 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 14 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 15 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 16 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 17 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 18 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 19 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 20 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 21 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 22 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 23 maggio.  

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 24 maggio.  

Le Sanzioni.  

La Ricostruzione  

I Partigiani.  

Le Spie.  

I Terroristi.  

Le Armi.  

I Tesori.  

Criminale di Guerra.  

I Pacifondai.

 

 

 

 

ANNO 2023

L’ACCOGLIENZA

SECONDA PARTE

L’ATTACCO

QUINDICESIMO MESE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 aprile.

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta. Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 25 aprile | Kiev: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 aprile 2023

Le notizie sulla guerra di martedì 25 aprile. Esercitazioni russe nel Baltico, simulato attacco aereo nemico. Medvedev: «Cresce la prospettiva di una guerra nucleare»

• Lavrov all’Onu: «L’operazione militare speciale serve a sradicare le minacce alla nostra sicurezza»

• Peskov: «Putin non ha sosia, non è malato e non passa il suo tempo in un bunker nucleare»

• Guterres: «Consenata a Lavrov una lettera per Putin con proposta per l’accordo sul grano». Il ministro degli Esteri russo: «Siamo a un punto morto»

Ore 01:20 - Macron critica le dichiarazione dell'ambasciatore cinese in Francia sulla sovranità delle ex repubbliche sovietiche

Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato il linguaggio utilizzato dall'ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che nei giorni scorsi ha messo in discussione l'indipendenza delle ex repubbliche sovietiche e la sovranità ucraina sulla Crimea. «Penso che non spetta ad un diplomatico avere questo tipo di linguaggio», ha detto Macron a margine del vertice sullo sviluppo dell'energia eolica nel Mare del Nord a Ostenda, in Belgio. «Quindi, piena solidarietà ai Paesi che sono stati attaccati nella lettura della loro storia e delle loro frontiere», ha aggiunto il capo dello Stato.

Ore 01:53 - Zelensky: «Prepariamo il nostro settore energetico per il prossimo inverno»

«Ho avuto una riunione speciale di coordinamento a Zhytomyr con tutti i responsabili della regione. Abbiamo discusso nel dettaglio la situazione di sicurezza, economica e sociale nella regione. Abbiamo preso decisioni, in particolare, per ripristinare il settore energetico dopo i raid russi. Stiamo già preparando il nostro settore energetico per il prossimo inverno». È quanto ha dichiarato nel suo consueto messaggio serale il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riferendo sulla visita di lavoro svolta nella regione di Zhytomyr, nell'Ucraina centro-occidentale.

Ore 02:45 - Borrell: «Oltre 1.000 missili all’Ucraina, ma il flusso di munizioni aumenti»

Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per politica estera e di difesa, ha esortato i governi ad «accelerare la consegna di munizioni all'Ucraina». Il messaggio è stato rivolto ai ministri della difesa al termine della riunione dei ministri degli esteri in Lussemburgo. Il flusso di munizioni verso l’Ucraina deve aumentare «nei prossimi giorni - ha detto Borrell -. Sono stati forniti più di mille missili. La quantità di munizioni sta crescendo e deve crescere più rapidamente nei prossimi giorni».

Ore 03:01 - Prigozhin: la controffensiva di Kiev comincerà dopo caduta di Bakhmut

Il giorno in cui le forze russe avranno preso il controllo dell'intera città di Bakhmut, «quel giorno comincerà la controffensiva Ucraina». Se n'è detto convinto Yevgenij Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner, in un commento in merito alla situazione sul campo postato sul suo canale Telegram. «Per quanto riguarda la carneficina di Bakhmut — scrive Prigozhin — il nostro compito è macellare l'esercito ucraino, non dare loro l'opportunità di riunirsi per una controffensiva. In questo senso stiamo ottenendo un successo e ai miei uomini do un voto a cinque stelle. Mentre a me stesso darei un tre meno, perché era necessario macellarli di più in modo che non rimanesse in vita un solo soldato ucraino. Ma non appena avremo finito di occuparci di Bakhmut, non appena cacceremo l'ultimo soldato dalla città o lo annienteremo nella città, quel giorno inizierà la controffensiva ucraina».

Secondo il capo della Wagner, infatti, Zelensky ha bisogno della «più grande vittoria». Quanto ai motivi per i quali la controffensiva ucraina non è ancora cominciata, Prigozhin cita il fango creato dal disgelo e dalla pioggia e la volontà di Zelensky di concentrarsi sulla resistenza a Bakhmut almeno fino al 9 maggio per «rovinare la festa» ai russi nell'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.

Prigozhin conclude con un omaggio allo stesso Zelensky, affermando che, «non importa quanto venga criticato», sta operando «in un modo altamente professionale».

Ore 03:30 - L’attacco in Russia bloccato dagli Usa, i droni in Crimea e a Mosca: la guerra segreta (e senza limiti) di Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli ucraini saggiano le difese nemiche sul fronte terrestre, lungo i fiumi, all’interno della Russia e in Mar Nero. Sono le mosse di una strategia che non si pone dei limiti, come rivelano le carte segrete del Pentagono e sviluppi recenti.

La resistenza ha provato di nuovo a colpire la base di Sebastopoli usando almeno tre droni marittimi, mezzi che però — secondo Mosca — sono stati fermati prima che potessero raggiungere dei target. I russi sono in guardia: all’esterno e all’imboccatura del porto hanno piazzato sei sbarramenti, con reti, chiatte e ostacoli rimuovibili.

Ore 04:54 - Lavrov contro gli Usa: «Distruggono la globalizzazione»

Gli Stati Uniti hanno intrapreso un percorso di «distruzione della globalizzazione, che per molti anni hanno salutato come bene supremo di tutta l'umanità», ha detto Lavrov accusando Occidente e Usa di essere stati ipocriti nell'applicare i loro standard in situazioni diverse nel mondo. Lavrov ha anche accusato il Fondo monetario internazionale di essersi «trasformato» in un organismo al lavoro per «raggiungere gli obiettivi degli Usa e dei loro alleati, compresi quelli di natura militare».

Ore 04:42 - Lavrov: «Raggiunto un limite pericoloso, come durante la Guerra Fredda, forse ancora più pericoloso»

«Ancora una volta, come è avvenuto durante la Guerra Fredda, abbiamo raggiunto un limite pericoloso, forse ancora più pericoloso», ha detto Lavrov nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu presieduto dalla Russia.

Ore 05:00 - Guterres: «Consegnata a Lavrov una lettera per Putin con proposta per l'accordo sul grano»

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres hanno parlato dell'accordo sul grano ucraino nel corso del bilaterale che si è tenuto all'Onu.

Il Palazzo di Vetro ha fatto sapere che Guterres «ha consegnato a Lavrov una lettera per il presidente Vladimir Putin con una proposta finalizzata al miglioramento ed espansione dell'accordo, tenendo conto delle posizioni espresse dalle parti e dei rischi posti dall'insicurezza alimentare globale». Una lettera analoga è stata indirizzata agli altri due firmatari dell'accordo.

Guterres ha inoltre «preso atto» delle preoccupazioni espresse da Mosca sull'attuazione del Memorandum riguardo la promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi, ha «fornito un rapporto dettagliato sui progressi già compiuti e ha ribadito l'impegno delle Nazioni Unite a continuare a lavorare per affrontare le questioni rimanenti». Guterres ha anche aggiornato Lavrov sugli sforzi del segretariato per affrontare le questioni del paese ospitante, in particolare i visti per i funzionari russi.

Ore 07:47 - Lavrov attacca, è scontro all’Onu. Allarme a Mosca e in Crimea per i droni ucraini e la Cina smentisce il suoi ambasciatore a Parigi (di Lorenzo Cremonesi)

ORICHIV (Regione di Zaporizhzhia) I russi lungo tutto il fronte intensificano i bombardamenti per prevenire l’offensiva ucraina, ma è soltanto nella zona di Bakhmut, nel Donbass, che provano ancora ad attaccare con le fanterie. Lo dice il capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, e lo confermano i soldati nelle trincee. Qui a sud di Zaporizhzhia potrebbe scattare a breve l’offensiva verso Melitopol e la Crimea, ma in realtà prevalgono gli scambi tra artiglierie. «I russi bombardano anche con gli aerei, però le loro fanterie stanno trincerandosi ogni giorno di più», ci spiegano i soldati nella zona della cittadina di Orchiv. Restano scarse anche le informazioni sull’eventualità di avanzate ucraine, che sarebbero già in corso da Kherson attraverso il fiume Dnipro.

Più attiva è la sfida a distanza con missili e droni. I russi rivelano di avere trovato nelle foreste 30 chilometri da Mosca un Uj-22, che è un drone di fabbricazione ucraina in grado di trasportare sino a 40 chili di esplosivo per 800 chilometri. Sappiamo anche dalla recente fuga di documenti Usa top-secret che Washington preme per impedire blitz ucraini nel profondo del territorio russo, ma le regole del gioco potrebbero cambiare. E infatti l’altra sera i droni ucraini sono anche tornati a prendere di mira la Flotta del Mar Nero nel porto di Sebastopoli in Crimea, pare che i russi li abbiano fermati.

Tuttavia, lo scenario russo-ucraino è dominato al momento dalla diplomazia internazionale. A Mosca ieri s’intendeva approfittare del periodo di turno russo nel mese di aprile alla presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per rilanciare le ragioni dell’invasione. Sergei Lavrov doveva presiedere il summit sul multilateralismo e sui principi fondativi dell’Onu, ma si è lanciato in una serie di accuse contro l’Occidente imputandogli mire egemoniche e aggressività imperialista», tanto da avere costretto il governo Putin a «difendersi». «Siamo in una situazione ancora più pericolosa di quella della guerra fredda», ha aggiunto Lavrov. È la solita retorica dell’aggressore che vorrebbe presentarsi come aggredito ribadita continuamente dallo stesso Putin. Quasi nessuno dei 15 Paesi del Consiglio di sicurezza ha mandato i propri rappresentanti ad ascoltare il ministro.

Durissime le reazioni, a partire dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha puntato il dito contro «le massicce sofferenze e devastazioni causate dall’invasione in Ucraina» e imputato ai russi la responsabilità della destabilizzazione globale, dominata dal rischio del conflitto nucleare. L’Unione Europea ha messo in luce l’aspetto paradossale e «cinico» della dittatura russa, che a parole difende il multilateralismo, ma in effetti con la guerra in Ucraina lo rinnega totalmente.

Sono momenti difficili anche per Pechino. Il ministero degli Esteri cinese ha dovuto smentire le dichiarazioni due giorni fa del suo ambasciatore a Parigi, Lu Shaye, che aveva messo in dubbio la sovranità dei Paesi nati dalle ex-repubbliche sovietiche negli anni Novanta. Da Kiev alle repubbliche baltiche la protesta è stata corale.

Ore 07:53 - Perché l’ambasciatore cinese in Francia dice che i Paesi ex sovietici «non sono sovrani» (e non è una gaffe)

(di Guido Santevecchi) I Paesi dell’ex Unione Sovietica? «Non hanno statuto effettivo nel diritto internazionale perché non c’è stato accordo per concretizzare la loro sovranità». Lo ha detto l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese a Parigi in un’intervista alla tv francese Lci. Lu Shaye parla un ottimo francese, perciò non ci sono dubbi: ha espresso chiaramente il suo pensiero mentre discuteva del possibile ruolo di Pechino in una mediazione sulla guerra in Ucraina. E alla domanda sui confini ucraini e sulla Crimea occupata dai russi nel 2014, l’ambasciatore Lu ha risposto: «Dipende da come si percepisce il problema. C’è la Storia. La Crimea era parte della Russia, è stato Krusciov ad offrirla all’Ucraina all’epoca dell’Urss». Poi, l’ambasciatore di Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a smetterla di «chicaner», cavillare sulla questione delle frontiere ex sovietiche: «Ora è urgente realizzare il cessate il fuoco». Quindi, i confini sono un cavillo e gli Stati usciti dal crollo dell’impero sovietico restano in una linea grigia, nella visione diplomatica di Sua Eccellenza Lu Shaye.

Ore 08:57 - La Russia continua il suo attacco su Avdiivka e Bakhmut e fortifica le posizioni vicino a Kupyansk

Le forze della Russia continuano l’attacco contro le città ucraine di Avdiivka, Mariinka e Bakhmut sul fronte orientale, mentre fortificano le loro posizioni vicino a Kupyansk, nella provincia nord-orientale di Kharkiv, e bombardano le città vicine la linea del fronte nel Sud. «Gli sforzi principali del nemico continuano a concentrarsi sullo svolgimento di azioni offensive nelle aree di Bakhmut, Avdiivka e Mariinka», afferma il rapporto dello Stato maggiore ucraino.

«Unità delle Forze di difesa ucraine hanno respinto 43 attacchi nemici nelle citate zone del fronte nel corso della scorsa giornata», aggiunge la nota ufficiale, che colloca i combattimenti più duri ancora una volta a Bakhmut e Mariinka. Secondo il bollettino, la Russia rimane «sulla difensiva» nei territori che occupa nelle province ucraine meridionali di Zaporizhzhia e Kherson, dove però continua a lanciare attacchi contro «aree abitate» situate a ridosso della linea del fronte in quella zona. Vicino alla città nord-orientale di Kupyansk, controllata dall’Ucraina, la Russia sta erigendo fortificazioni, secondo lo Stato maggiore di Kiev, e ieri non ha lanciato attacchi nell’area di Liman (Est), dove le forze russe sono state costrette a riorganizzarsi dopo aver subito pesanti perdite. Lo Stato maggiore ha anche riferito che l’esercito di Kiev ha lanciato ieri nove attacchi contro aree in cui la Russia ha concentrato truppe ed equipaggiamento militare. L’Ucraina ha anche lanciato tre attacchi contro i sistemi missilistici antiaerei russi e abbattuto 10 droni nemici, secondo il rapporto.

Ore 09:24 - Attacco russo a Kupyansk, persone sotto le macerie. Zelensky: «Colpito il museo, 5 civili feriti»

L’esercito russo ha attaccato questa mattina il centro di Kupyansk, nella regione orientale ucraina di Kharkiv, cinque civili sono rimasti feriti e altre persone sono sotto le macerie. È stato colpito un museo. Lo ha reso noto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak. «I russi hanno sparato contro il centro della città di Kupyansk nella regione di Kharkiv. Ci sono persone sotto le macerie, si sa già di 5 feriti.

Il presidente Zelensky ha detto che a essere stato abbattuto è stato il museo di storia di Kupyansk. Il presidente ucraino lo ha riferito su Telegram precisando che al momento si sa di cinque civili feriti e altre persone sono sotto le macerie.

Ore 09:25 - Medvedev: «Cresce la prospettiva di una guerra nucleare»

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente Dmitri Medvedev ha detto che «la prospettiva di una guerra nucleare non solo esiste, ma sta crescendo», aggiungendo che il «mondo probabilmente è sull’orlo di una nuova guerra globale, che però si può ancora evitare».

 Ore 09:31 - Zelensky: «Nell’attacco a Kupyansk è morto un impiegato del museo»

«Kupyansk, centro città, museo di storia locale. Il Paese terrorista sta facendo di tutto per distruggerci. La nostra storia, la nostra cultura, il nostro popolo. Uccidendo gli ucraini con metodi barbari. Non abbiamo il diritto di dimenticarcene nemmeno per un secondo. Dobbiamo reagire e lo faremo. Finora si sa di un morto tra i dipendenti del museo e 10 feriti. Persone sotto le macerie», scrive Zelensky.

Ore 09:32 - Mosca convoca l’ambasciatore moldavo ed espelle dal Paese uno dei diplomatici di Chisinau

L’ambasciatore moldavo in Russia Lilian Darii è arrivato al ministero degli Esteri russo, dove è stato convocato a causa dell’espulsione di un diplomatico russo da Chisinau avvenuta la scorsa settimana. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Ria Novosti. L’ambasciata russa a Chisinau ha riferito che le autorità moldave non hanno spiegato le ragioni della loro decisione, ma questo è accaduto dopo che al presidente della regione russa del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, è stato negato l’ingresso in Moldova lo scorso 17 aprile. Minnikhanov avrebbe dovuto partecipare in Gagauzia, regione autonoma moldava, al congresso internazionale della diplomazia popolare.

In risposta a questa decisione il Ministero degli Esteri russo ha annunciato, in una nota citata dalla Tass, l’espulsione di un diplomatico moldavo dall’ambasciata moldava a Mosca.

Ore 10:35 - Per il «Financial Times» Europa e Giappone ostacolano gli Usa nel divieto di export verso la Russia

L’Unione europea e il Giappone si sarebbero opposti alla proposta degli Stati Uniti ai paesi del G7 di vietare tutte le esportazioni verso la Russia, ha riferito il Financial Times , citando tre fonti anonime.

Una dichiarazione dei leader del G7, che si sta preparando per il loro incontro a Hiroshima il mese prossimo, include l’impegno a sostituire l’attuale sistema di sanzioni settoriali contro la Russia con un divieto totale delle esportazioni, secondo i documenti ottenuti dal FT. Sarebbero previste esenzioni per i beni agricoli, medici e di altro tipo.

Tuttavia, i rappresentanti del Giappone e dei paesi dell’UE si sono espressi contro la proposta degli Stati Uniti in un incontro tenutosi la scorsa settimana, secondo fonti del FT. «Dal nostro punto di vista, semplicemente non è fattibile», ha detto alla pubblicazione uno dei funzionari anonimi.

I funzionari temono che il divieto di esportazione proposto dagli Stati Uniti rischi di rinnovare tensioni tra gli Stati membri dell’UE come quelle sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e potenzialmente indebolire le misure già in atto.

Il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha rifiutato di commentare per il FT sui colloqui con i partner del G7, affermando che gli Stati Uniti «continueranno a cercare modi per ritenere la Russia responsabile». Finora, le sanzioni hanno quasi dimezzato il valore delle esportazioni dell’UE e del G7 verso la Russia, ha scritto Bloomberg il 20 aprile. Secondo il Trade Data Monitor di Ginevra, le merci provenienti da Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone che ancora raggiungono la Russia valgono circa 66 miliardi di dollari.

Ore 12:08 - Intelligence GB: «Morti russi in calo mentre Mosca si prepara all’offensiva ucraina»

«Le perdite della Russia si sono molto probabilmente ridotte, poiché il tentativo di offensiva invernale non ha raggiunto gli obiettivi prefissati e le forze russe sono ora concentrate sulla preparazione delle operazioni per respingere la prevista controffensiva ucraina. Il tasso medio di vittime giornaliere della Russia è molto probabilmente diminuito di circa il 30%»: lo ha scritto su Twitter l’intelligence del ministero della Difesa britannico. «I dati diffusi dallo Stato Maggiore ucraino suggeriscono una riduzione da una media giornaliera di 776 vittime russe a marzo, a una media di 568 ad aprile», si legge nel report che sottolinea: «L’Intelligence della Difesa non può verificare l’esatta metodologia dell’Ucraina, ma è probabile che la tendenza generale sia accurata».

Ore 12:11 - Sono tre i droni trovati nella regione di Mosca

Sono tre i droni ritrovati tra domenica e oggi nel distretto di Bogorodsky, ad est di Mosca, ma solo uno di essi era carico di esplosivo. Lo hanno detto fonti dei servizi d’emergenza all’agenzia Ria Novosti. Un velivolo senza pilota con a bordo 18 chilogrammi di esplosivo è stato trovato domenica vicino a una cooperativa di giardinaggio. Un altro, con un motore di fabbricazione americana, e un terzo, di cui si è saputo oggi, sono stati rinvenuti nella stessa area. Ma nessuno dei due era armato. Le indagini sono ancora in corso per stabilire la provenienza dei velivoli senza pilota.

Ore 12:13 - Mosca: «Mancano le condizioni per estendere l’accordo sul grano»

«Le circostanze non sono ancora favorevoli» a un’estensione dell’accordo per le esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero, che scadrà a metà maggio. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che le condizioni di consentire anche le esportazioni russe «non sono ancora state attuate». «Continueremo a monitorare» la situazione, ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass.

 Ore 12:16 - Kiev: «Continui raid ucraini sulla sponda est del Dnipro, vicino Kherson»

Le forze ucraine basate sul lato occidentale del fiume Dnipro stanno effettuando frequenti raid sulla sponda orientale vicino alla città di Kherson per cercare di spingere fuori le truppe russe. Lo ha detto oggi in tv il vice capo dell’amministrazione regionale Yuriy Sobolevskiy, osservando che i raid ucraini hanno lo scopo di ridurre la capacità di combattimento delle truppe russe che hanno bombardato la città di Kherson da quando si sono ritirate.

«I nostri militari visitano molto spesso la sponda sinistra, conducendo raid. Le forze armate ucraine stanno lavorando in modo molto efficace», ha affermato Sobolevskiy. «I risultati arriveranno come sulla riva occidentale della regione di Kherson quando, grazie a un’operazione complessa e lunga, siamo stati in grado di liberare i nostri territori con perdite minime per i nostri militari. La stessa cosa accade ora sulla riva sinistra».

Le forze russe hanno tenuto il lato orientale del fiume Dnipro vicino a Kherson da quando si sono ritirate dalla città meridionale a novembre dopo mesi di occupazione. Sobolevskiy non ha fornito ulteriori dettagli sull’annunciata controffensiva ucraina affermando che un’operazione militare richiede «silenzio informativo».

Ore 12:52 - Von der Leyen: «Oggi l’Ue eroga 1,5 miliardi di euro a Kiev»

«Oggi forniamo all’Ucraina altri 1,5 miliardi di euro nell’ambito del nostro pacchetto annuale di assistenza macrofinanziaria. Continueremo ad aiutare l’Ucraina a resistere all’aggressione della Russia, a mantenere in funzione le sue istituzioni e infrastrutture e ad attuare riforme fondamentali». Lo ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un tweet sia in inglese che in ucraino.

Il pagamento odierno arriva dopo che la Commissione ha constatato che l’Ucraina ha continuato a compiere progressi soddisfacenti verso l’attuazione delle condizioni politiche concordate e ha rispettato gli obblighi di comunicazione, che mirano a garantire un uso trasparente ed efficiente dei fondi. In particolare, l’Ucraina ha compiuto importanti progressi per rafforzare lo Stato di diritto, rafforzare la stabilità finanziaria, migliorare il funzionamento del sistema del gas e promuovere un clima imprenditoriale migliore.

Tale riscontro consentirà inoltre l’erogazione di due ulteriori mensilità da 1,5 miliardi ciascuna nei mesi di maggio e giugno. Complessivamente, dall’inizio della guerra, il sostegno all’Ucraina e agli ucraini ammonta a circa 68 miliardi di euro. Ciò include il sostegno finanziario, umanitario, di emergenza e militare all’Ucraina da parte dell’Ue, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie europee, nonché le risorse messe a disposizione per aiutare gli Stati membri a soddisfare le esigenze degli ucraini in fuga dalla guerra.

Ore 12:57 - Media: «Su controffensiva falsi segnali di Kiev per confondere Mosca»

Alla vigilia dell'attesa controffensiva ucraina che ci sarà tra poche settimane - molto probabilmente a metà maggio, se il terreno è abbastanza asciutto, o forse all'inizio di giugno - l'Ucraina sta inviando quanti più falsi segnali possibili per confondere la Russia su quando e dove colpirà nell'Est del Paese, lungo una linea di fronte a forma di mezzaluna che ora si estende per centinaia di chilometri. Lo scrive Politico, osservando che ai giornalisti viene impedito di visitare vaste porzioni di territorio.

La spinta principale potrebbe sorprendere tutti e arrivare nell'oblast' nord-orientale di Kharkiv, dove le difese russe sono crollate lo scorso autunno. Da allora l'Ucraina non ha seguito molto la regione e il fronte si è distinto per la sua mancanza di attività, forse un tentativo di distogliere i russi. L'obiettivo di un attacco qui sarebbe quello di entrare a Lugansk, costringere la Russia a lasciare Severodonetsk e minacciare Bakhmut. Ma i guadagni strategici che deriverebbero da un successo a nord non sono paragonabili a quelli che si potrebbero ottenere con una spinta a sud da Kherson e Zaporizhzhia, o da entrambe, verso Mariupol, Berdiansk, Melitopol e Tokmak, con l'obiettivo di tagliare il cosiddetto ponte di terra che collega la Russia continentale e i territori ucraini meridionali che occupa attraverso l'istmo di Crimea, annesso da Mosca nel 2014.

La Russia sembra temere soprattutto una spinta verso sud, senza dubbio preoccupata che un successo in questo campo possa portare l'Ucraina a prendere di mira la Crimea subito dopo, cosa che i generali statunitensi in pensione Ben Hodges e David Petraeus hanno sostenuto a gran voce. In recenti interviste, Hodges ha dichiarato a Politico di ritenere che la Crimea sia la chiave per porre fine alla guerra con una colossale sconfitta militare russa.

Ore 13:37 - Media: «Decine di tombe di miliziani Wagner scoperte in Siberia»

Decine di nuove tombe dove sono state seppelliti i mercenari della milizia privata Wagner morti in battaglia in Ucraina sono state scoperte a Novosibirsk, nel sud-ovest della Siberia: lo riferisce radio Svoboda Sibir.Realii, che fa riferimento a un video girato da una persona del luogo. Le immagini mostrano decine di nuove tombe di persone morte, secondo le date sulle lapidi, tra novembre 2022 e gennaio 2023. Quasi tutte le tombe hanno ghirlande con una stella gialla e una croce nera, uno dei simboli di Wagner . Complessivamente Sibir.Realii è riuscito a identificare circa 200 tombe. Nelle scorse settimane, i giornalisti russi hanno mostrato due luoghi di sepoltura vicino a Irkutsk, in Siberia centrale.

Ore 13:40 - Kiev denuncia «l'ipocrisia» di Lavrov all'Onu

Kiev ha denunciato l'«ipocrisia» del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ieri ha presieduto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York sulla «difesa dei principi» della Carta delle Nazioni Unite. «Un vero circo ipocrita. Lavrov presiede il Consiglio di Sicurezza dell'ONU giustificando la guerra, i massacri, la distruzione totale...», ha sbottato su Twitter Mykhaïlo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky. «La Russia sta chiaramente umiliando la democrazia, la libertà e le convenzioni», ha aggiunto.

L'autenticità del tweet di Podoliak è stata confermata all'AFP da una fonte della presidenza ucraina. Il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, è a New York da lunedì, mentre la Russia detiene la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fino alla fine di aprile. Ieri il ministro russo ha dichiarato che il sistema delle Nazioni Unite «è in profonda crisi», accusando l'Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, di esserne responsabile. Oggi dovrà presiedere una sessione di dibattiti sulla situazione in Medio Oriente e tenere una conferenza stampa, dopo oltre un anno di invasione in Ucraina.

Ore 13:49 - Peskov: «Putin non ha sosia, non è malato e non vive in un bunker»

Vladimir Putin non ha nessun sosia, non è malato e non è vero che passa la maggior parte del suo tempo nascosto in un bunker nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha denunciato le ultime «bugie» diffuse su Putin nel corso di una conferenza a Mosca. «Avrete probabilmente sentito che ha molti sosia - ha detto - che lavorano al posto suo mentre lui se ne sta seduto in un bunker...Un'altra bugia...Voi vedete com'è il nostro presidente, è ed è sempre stato superattivo, quelli che lavorano a fianco lui difficilmente riescono a stargli dietro».

E ancora, secondo il portavoce, Putin «ha un'energia che può solo essere invidiata e così, grazie a Dio, la sua salute. Naturalmente non siede in nessun bunker, anche questa è una bugia».

Ore 13:55 - Sale a due il bilancio delle vittime nell'attacco russo al museo di Kupyansk

Sono due le vittime estratte finora dalle macerie del museo della Storia di Kupyansk, nella regione orientale di Kahrkiv, colpito e distrutto questa mattina da un missile russo. Si tratta di due donne dipendenti del museo: lo ha riferito Rbc-Ukraine, citando il governatore Oleg Sinegubov. I soccorritori sostengono che sotto i detriti potrebbe esserci anche un'altra persona.

Ore 14:15 - Esercito ucraino: «Il gruppo Wagner sarà distrutto a Bakhmut»

«L'operazione di Bakhmut ci dà benefici perché il nemico perde ogni giorno un gran numero di soldati, per esempio 175 russi sono stati uccisi e 213 sono stati feriti ieri solo a Bakhmut. Molti veicoli sono stati distrutti, tank e droni, e alla fine posso dire che distruggeremo totalmente il gruppo Wagner entro la fine dell'operazione». Lo ha detto il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, in un'intervista all'Ansa. «Se i Wagner combatteranno nel modo in cui hanno combattuto finora, con tante perdite, significa che distruggeremo completamente i Wagner a Bakhmut e non esisteranno più», ha aggiunto.

Ore 14:32 - Kiev: «Da 3 a 6 mesi per riprendere il controllo dell'Ucraina orientale»

Per quanto riguarda la liberazione dei territori dell'Ucraina dell'est, «a mio parere potrebbero volerci da 3 a 6 mesi». Lo ha detto il portavoce del gruppo orientale delle Forze armate ucraine, Serhiy Cherevaty, in un'intervista all'Ansa. «Dipenderà da quanti armi e veicoli avremo», ha aggiunto, spiegando comunque di non poter riferire sulla controffensiva: «Non è nostro compito sapere cosa lo stato maggiore sta preparando. Noi come combattenti sul campo prepariamo il terreno per il suo inizio, uccidiamo i nemici e ne distruggiamo il potenziale militare».

Ore 14:53 - La Svezia espelle cinque diplomatici russi

La Svezia ha deciso di espellere cinque diplomatici russi. Lo ha detto il ministro degli Esteri Tobias Billstrom alla televisione Svt, ripresa dall'agenzia russa Tass. «Certamente seguirà una risposta» da parte di Mosca, ha detto una fonte del Ministero degli Esteri russo alla stessa Tass.

 Ore 15:06 - Kiev: «Ad oggi uccisi 187.770 soldati russi, 690 negli ultimi giorni»

Tra il 24 febbraio 2022 e il 25 aprile 2023, le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 187.770 invasori russi, di cui 690 solo nell'ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook, come riportato dall'agenzia ucraina Ukrinform.

Ore 15:27 - L’economia russa può sopportare una guerra lunga (ma impedisce a Mosca di vincerla)

(di Luca Angelini) Funzionano. No, non funzionano. Stanno iniziando a funzionare. No, funzioneranno soltanto fra anni. Delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per l’invasione dell’Ucraina s’è detto tutto e il suo contrario (qui l’approfondimento pubblicato pochi giorni fa dal Consiglio europeo). E, visto che ne abbiamo parlato spesso anche in questa Rassegna, vale forse la pena riportare il punto sulla questione che ha provato a fare l’Economist . Il titolo dell'articolo dice già molto: «L’economia russa può sopportare una guerra lunga, ma non una guerra più intensa».

Il settimanale britannico non fa sconti nel giudicare infondati gli iniziali proclami, soprattutto statunitensi, sulla capacità delle sanzioni di mettere rapidamente in ginocchio Mosca: « La speranza che lo stato dell’economia russa avrebbe costituito una qualche forma di limitazione alla guerra è svanita ». Eppure, lo stesso Vladimir Putin ha, di recente, ammesso che gli effetti delle sanzioni occidentali stanno iniziando a farsi sentire. In effetti, ecco il corollario, secondo l’Economist: «La domanda non è tanto se la Russia possa sopportare una guerra di logoramento ancora più lunga (può farlo), ma se può sostenere il tipo di intensificazione del conflitto di cui la Russia avrà probabilmente bisogno per trasformare le sue prospettive sul campo di battaglia. Questo appare quasi impossibile». Potremmo forse tradurre così: l’economia russa non impedirà al Cremlino di condurre una guerra lunga, ma gli impedirà quasi di sicuro di vincerla.

Ore 15:32 - Non si scava più a Kupyansk: il bilancio finale è di 2 morti e 6 feriti

Le operazioni di soccorso e salvataggio a Kupyansk, la città della regione di Kharkiv bombardata oggi dai russi, si sono interrotte alle 14 (ora ucraina). Lo ha riferito il ministro dell'Interno ucraino Ihor Klymenko, ripreso da Ukrinform. Sotto le macerie del museo i soccorritori hanno trovato i corpi di due donne uccise dalle bombe, e sei feriti.

«I soccorritori hanno trovato sotto le macerie il corpo della seconda donna uccisa durante il bombardamento di un museo di storia locale a Kupyansk. Al momento, sappiamo di due donne uccise e sei feriti», riferisce il servizio stampa della Procura regionale di Kharkiv. La mattina del 25 aprile, le truppe russe hanno sparato due missili S-300 al centro di Kupyansk , distruggendo i locali del museo.

Ore 15:35 - Stoltenberg: «In Ucraina modello russo tossico da fermare una volta per tutte»

«La Nato starà con l'Ucraina finché necessario. Non sappiamo quando finirà la guerra, ma siamo al corrente che l'aggressione russa è un modello tossico che deve essere fermato una volta per tutte». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante il punto stampa con il primo ministro della Georgia, Irakli Garibashvili.

«La Georgia e il popolo georgiano lo capiscono molto bene. L'Ucraina sta facendo valere il suo diritto all'autodifesa stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite e ci aspettiamo che tutti i Paesi partner sostengano questo obiettivo», ha aggiunto Stoltenberg.

Ore 15:54 - Mariupol, le immagini dell'acciaieria Azovstal a 11 mesi dalla resa degli ucraini

Undici mesi fa il Ministero della Difesa russo diffondeva il video degli ultimi soldati ucraini che si arrendevano, dopo tre mesi di resistenza, nell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Ecco cosa resta dell’acciaieria.

Ore 16:03 - Medvedev sulla ricandidatura di Biden: «Un nonno disperato»

Un «nonno disperato»: così l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha definito Joe Biden reagendo all'annuncio della sua ricandidatura alle presidenziali del 2024. «Se fossi al posto dell'esercito Usa - ha aggiunto Medvedev in un post sul suo canale Telegram - creerei subito una finta valigetta con falsi codici nucleari nel caso vincesse, per evitare conseguenze irreparabili». Il testo è corredato da una foto modificata di Biden con il volto storpiato.

Ore 16:21 - Giunti a Oslo 100 soldati ucraini: si addestreranno per un mese con l'esercito norvegese

Cento militari ucraini sono arrivati ieri in Norvegia per sottoporsi a quattro settimane di addestramento negli ambiti della medicina militare, del tiro a segno e della leadership di squadra. Lo hanno riferito le forze armate norvegesi, citate dal Kyiv Independent. Gli istruttori provengono dalla Norwegian Home Guard di Oslo e questo è il primo corso del genere in Norvegia, il cui governo ha stanziato 300 milioni di dollari per il sostegno militare all'Ucraina nel primo anno dell'invasione su vasta scala della Russia.

Ore 16:29 - Kiev: «La Russia ha migliorato la sua strategia a Bakhmut»

La Russia ha «migliorato» la sua tattica nella battaglia per Bakhmut, ma - nonostante questo - «ci sono diversi motivi importanti per mantenere» la città. Lo ha scritto su Telegram il colonnello generale Oleksandr Syrskyi, ripreso da Suspiline, l'emittente statale ucraina.

«Per gli assalti a Bakhmut, i russi hanno migliorato le loro tattiche, hanno formato unità per compensare le perdite, usano attivamente droni e gadget per coordinare le loro azioni. Nonostante la situazione difficile, ci sono diverse ragioni importanti per mantenere Bakhmut» ha detto Syrskyi.

Ore 17:25 - Sudafrica, il partito di governo chiede l'uscita del Paese dalla Corte penale internazionale: «Manca di imparzialità»

«Il partito al governo, l'Anc, ha deciso che il Sudafrica deve uscire dalla Corte Penale Internazionale». Lo ha annunciato il presidente Ramaphosa durante una conferenza stampa a Pretoria in occasione della visita del presidente della Finlandia.

Secondo il leader sudafricano la Corte manca di imparzialità nei confronti dei paesi in via di sviluppo : «Vorremmo che si discuta seriamente della gestione ingiusta della Corte, quindi il partito ha deciso che dovremmo ritirarci», ha aggiunto. «Questa Corte non serve gli interessi di tutti, ma solo di alcuni», gli ha fatto eco il segretario generale del'Anc, Fikile Mbalula.

La questione ruota soprattutto intorno a Vladimir Putin. Il leader russo, che è stato invitato al summit dei Brics a Johannesburg il prossimo agosto, se mettesse piede nel Paese dovrebbe essere tratto in arresto, nel rispetto del mandato emesso dalla Cpi per le accuse di crimini di guerra. Tuttavia già nel 2015, quando il Sudafrica invitò a un summit dell'Unione Africana l'allora Presidente del Sudan Omar al-Bashir, anche lui sotto mandato di arresto della Cpi accusato di avere commesso crimini di guerra, l'allora presidente Jacob Zuma si accertò di persona che al-Bashir non venisse arrestato.

Ore 17:31 - Il patriarca Kirill: «Quelli che non servono la Russia sono nemici interni»

Il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, oggi ha descritto i russi che hanno smesso di servire la loro patria come «nemici interni» e il patriottismo come una delle «più grandi virtù». Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Ria, citata da Orthodox Times.

«Oggi le nostre preghiere sono dirette alla nostra patria, che il Signore può proteggere da tutti i nemici esterni ed interni, da tutti coloro che non associano la propria vita alla Russia, che sono pronti a fare soldi in Russia, ma non sono mai stati pronti a servire la patria», ha detto Kirill, tornando così a manifestare la sua stretta vicinanza al presidente Vladimir Putin e il suo sostegno alla guerra in Ucraina.

«Dobbiamo instillare nel mondo, e attraverso il sermone ecclesiastico, l'amore per la patria, che è la più grande virtù», ha aggiunto nel suo sermone dalla Cattedrale dell'Arcangelo all'interno del complesso del Cremlino. Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie non ha approfondito, ma le sue osservazioni hanno mostrato in parte di prendere di mira i russi che evitano la coscrizione, a volte fuggendo all'estero per evitare quella che Putin chiama «operazione militare speciale» in Ucraina. Putin usa spesso la Chiesa ortodossa e le sue ricche tradizioni per promuovere un senso di orgoglio nazionale e patriottismo tra i russi. La settimana scorsa ha assistito alla messa di Pasqua tenendo in mano un cero e facendo più volte il segno della croce.

Ore 17:42 - L'ex portavoce di Zelensky Iuliia Mendel: «Risultati militari impressionanti a Kherson»

«L'esercito ucraino ha affermato che sta ottenendo "risultati impressionanti" contro le forze russe sulla sponda orientale del fiume Dnipro a Kherson. "Siamo riusciti a colpire e distruggere pezzi di artiglieria, carri armati, veicoli, veicoli corazzati e sistemi di difesa aerea nemici", ha detto la portavoce del comando meridionale dell'Ucraina Natalia Humeniuk». Lo ha scritto su Twitter Iuliia Mendel, ex portavoce del presidente ucraino Zelensky. Mendel ha concluso citando ancora le dichiarazioni di Humeniuk: «In altre parole, il nostro lavoro di sgombero della linea del fronte della sponda orientale è abbastanza potente, ma stiamo ancora lavorando in modalità di fuoco di controbatteria».

Ore 17:49 - Esercitazioni russe nel Baltico, simulato attacco aereo nemico

Una decina di caccia russi della flotta del Baltico hanno partecipato oggi a una esercitazione in cui è stato simulato un tentativo di attacco di aerei nemici alla Federazione russa. Secondo l'ufficio stampa della flotta, citato dall'agenzia Interfax, i jet Sukhoi Su-27 si sono alzati in volo per abbattere i velivoli che, secondo i piani dell'esercitazione, intendevano colpire con missili e bombe «strutture militari strategicamente importanti». Gli obiettivi nemici sono stati virtualmente «distrutti durante una battaglia aerea», ha aggiunto la fonte.

Ore 18:12 - Russia, critica la guerra in Ucraina al telefono: condannato a 7 anni di carcere

Un tribunale russo ha condannato un ex agente di polizia per aver diffuso pubblicamente false informazioni sull'esercito e per aver criticato la guerra in Ucraina. L'ex funzionario, Semiel Vedel, è stato condannato lunedì a sette anni di carcere ai sensi di una legge che il Cremlino ha utilizzato attivamente per soffocare il dissenso.

Gli è stato inoltre impedito di lavorare nelle forze dell'ordine per quattro anni dopo il suo rilascio. Il pubblico ministero ha affermato che durante tre conversazioni telefoniche Vedel ha definito la Russia un «paese assassino», ha usato «Gloria all'Ucraina» come saluto e ha affermato che la Russia stava subendo «enormi perdite». L'ufficiale, che è nato in Ucraina, ha sostenuto che stava condividendo informazioni ottenute da amici del dipartimento di polizia di Kiev.

Ore 18:33 - Kiev: «Dopo la sua liberazione, alla Crimea servirà un'amministrazione militare»

Dopo la liberazione della penisola di Crimea dovrebbe essere costituita un'amministrazione militare, seguita dalla creazione di un'amministrazione civile-militare e dallo svolgimento di elezioni. Lo ha detto Tamila Tasheva, rappresentante permanente del presidente dell'Ucraina nella Repubblica autonoma di Crimea, ripresa da Ukrinform.

«Come parte di un gruppo di lavoro, abbiamo considerato come gli organi statali opereranno in Crimea dopo la sua de-occupazione. Dirò subito che la nostra visione - dei parlamentari, dei rappresentanti degli enti statali - è che, naturalmente, prima dovrebbe essere creata un'amministrazione militare in Crimea. Poi ci dovrebbe essere una transizione verso un'amministrazione civile-militare, seguita da elezioni e da una transizione alla vita civile», ha detto Tasheva. «Per noi è molto importante che i giovani siano coinvolti. Dovrebbero diventare personale di ricostruzione che andrà nella penisola di Crimea e ricostruirà la nostra Crimea», ha concluso la rappresentante di Zelensky.

Ore 18:50 - Esercito ucraino: «Respinti 36 attacchi verso Bakhmut, Avdiivka e Marinka»

Le forze di difesa ucraine hanno respinto 36 attacchi dell'esercito russo nelle aree di Bakhmut, Avdiivka e Marinka. Lo ha reso noto in un post su Facebook lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, secondo cui le truppe russe stanno concentrando i loro sforzi in operazioni offensive in queste aree. I combattimenti più accesi sono concentrati ancora a Bakhmut e Marinka, nella regione di Donetsk.

Ore 19:22 - L'Ucraina ricostruirà con nuovi criteri 6 città distrutte dai russi

L’Ucraina trasformerà completamente sei città che sono state gravemente danneggiate o distrutte durante l’invasione russa. Il programma di ricostruzione è stato annunciato dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal, ripreso da Reuters. Al progetto parteciperanno i partner occidentali di Kiev, pronti a investire miliardi di dollari. I centri coinvolti sono Borodianka e Moshchun, entrambe nei pressi di Kiev, Yahidine nel nord del Paese, Trostianets e Tsyrkuny a Est e Posad-Pokrovske a Sud. Shmyhal ha detto che le città saranno ricostruite «completamente e seguendo criteri nuovi»

Ore 19:28 - Lavrov sulla ricandidatura di Biden: «Mosca non interferisce in affari interni di altri Paesi»

Il governo russo non interferisce negli affari interni di un altro Paese». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, rispondendo alla domanda di un giornalista, in una conferenza stampa alle Nazioni Unite, su cosa pensasse il Cremlino della candidatura di Joe Biden, che stamani ha annunciato ufficialmente di correre per le elezioni del 2024.

Ore 19:48 - «Bruciano libri russi in piazza come i nazisti», l'accusa di Lavrov a Kiev

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato l'Ucraina di «discriminare» i russofoni e di minacciare la sicurezza della Russia. «Noi - ha detto parlando in conferenza stampa alle Nazioni Unite - non vogliamo discriminazione in Ucraina nei confronti di chi parla russo e degli ortodossi russi». Lavrov ha aggiunto che in «Ucraina bruciano i libri russi in piazza in stile nazista». «Noi - ha aggiunto - non vogliamo minacce alla nostra sicurezza da parte dell'Ucraina».

Ore 19:50 - Kiev: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut»

L'esercito ucraino sta inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram il vicepremier e ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. «Stiamo inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. In due giorni, gli abbonati della pubblicazione online Blyskavka hanno raccolto tramite United24 oltre 10,4 milioni di grivnie ucraine (circa 2,5 milioni di euro ndr) per acquistare 500 droni kamikaze» ha riferito Fedorov. Il vicepremier ucraino ha concluso aggiungendo che «il primo lotto di "uccelli" sta già volando verso una delle unità di ricognizione aerea della 59a brigata. Aiuteranno i combattenti a consegnare rapidamente "doni" ai russi».

Ore 19:59 - Lavrov: «Accordo sul grano arrivato a un punto morto»

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov considera l'accordo sull'esportazione del grano ucraino arrivato a un «punto morto». «Ci sono ancora blocchi - ha aggiunto - all'esportazione dei prodotti russi». Lavrov ha minacciato che il patto, raggiunto il mese scorso, e che dovrebbe durare sessanta giorni, potrebbe non essere rinnovato da Mosca, se l'Occidente «non rimuoverà gli ostacoli».

 Ore 20:18 - Prigozhin: «Non faccio parte della cerchia ristretta di Putin»

Il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato di non far parte della cerchia ristretta del presidente russo Vladimir Putin, sottolineando di non avere nulla a che fare con il Cremlino. Lo ha affermato in un'intervista con il portale defenceweb, citata dall'agenzia russa Tass.

«Le storie sulla mia conoscenza del presidente Putin sono molto, molto esagerate. Certo, ho comunicato con lui, ma le voci sulla nostra conoscenza sono solo questo: voci», ha spiegato quello che veniva definito il "cuoco di Putin". Secondo il fondatore del gruppo Wagner, molto probabilmente Putin ha visitato i suoi ristoranti a San Pietroburgo quando era vicesindaco. All'epoca, «non avevo alcun interesse a parlare con lui», ha detto Prigozhin, sottolineando di aver incontrato Putin per la prima volta solo quando era presidente e concludendo di non avere «la possibilità di andare a trovarlo quando voglio, o di chiamarlo».

Ore 20:31 - Lavrov: «La pubblicità complica lo scambio di prigionieri con gli Usa»

Dopo che Joe Biden e Vladimir Putin si sono visti nel giugno 2021 a Ginevra è stato creato un canale speciale, non pubblico, per lo scambio di prigionieri». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov all'Onu, ammonendo che parlarne pubblicamente complica i colloqui. In Russia diversi americani sono in carcere per «diversi crimini», ha aggiunto, inclusi l'ex marine Paul Whelan e il reporter del Wsj Evan Gershkovich.

«Non accettiamo l'idea che un giornalista non possa commettere un crimine», ha sottolineato. «Nessuno menziona Julian Assange, nessuno menziona una nostra giornalista che è stata due anni in carcere in Usa - ha continuato - Abbiamo circa 60 russi in carcere in Usa e in tanti casi le accuse sono dubbie».

Ore 20:47 - L'Ucraina pianifica nuove sanzioni contro l'Iran

L'Ucraina intende introdurre ulteriori sanzioni contro l'Iran, Paese che ha fornito alla Russia i suoi droni «kamikaze» Shahed. Le sanzioni proposte verrebbero introdotte per un periodo di 50 anni. Lo riferisce la ministra dell'Economia ucraina Yulia Svyrydenko, citata dal Kyiv Independent. «Le precedenti restrizioni imposte dall'Ucraina e dai nostri partner a individui e società direttamente coinvolti nella fornitura di armi alla Russia non sono state purtroppo prese sul serio», ha dichiarato la ministra aggiungendo che «il sostegno all'aggressore non resterà impunito» e che l'Ucraina si sta adoperando «per coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi del mondo in queste decisioni difficili» riguardanti ulteriori sanzioni.

Le sanzioni includono il divieto di trasferire tecnologia e diritti di proprietà intellettuale ai residenti in Iran, nonché di effettuare investimenti o pagamenti elettronici nel Paese. Sono state proposte anche restrizioni sulle operazioni commerciali.

Ore 20:55 - Lavrov: «Nessuno ha bisogno della terza guerra mondiale»

«Nessuno ha bisogno della terza guerra mondiale, ma sembra che qualcuno sia pronto ad andare fino in fondo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando con i giornalisti all'Onu. Anche se «quando si parla di terza guerra mondiale tutti puntano subito il dito contro la Russia», ha aggiunto.

Ore 21:04 - «L'Ue si militarizza per contenere la Russia», l'attacco di Lavrov

L'Unione Europea «si sta militarizzando a un ritmo accelerato e si sta trasformando in una struttura aggressiva con l'obiettivo dichiarato di contenere la Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, durante un briefing con i giornalisti all'Onu.

Ore 22:04 - Putin vara una stretta sui beni di persone di Paesi ostili

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che introduce il controllo amministrativo temporaneo delle autorità di Mosca sui beni di persone provenienti da Paesi ostili in risposta al sequestro o alla restrizione dei diritti sulle proprietà russe all'estero. Lo riporta la Tass.

Il decreto parla della «necessità di adottare misure urgenti» in risposta alle azioni illegali degli Usa e altri Paesi per privare o limitare i diritti di proprietà della Russia, delle sue aziende e dei suoi cittadini.

L'Economist: "Difficile per Putin aumentare lo sforzo bellico evitando malumori in patria". La Russia incassa bene le sanzioni occidentali: sopporta la guerra lunga “ma la sua economia le impedisce di vincerla”. Redazione su Il Riformista il 25 Aprile 2023 

Il settimanale britannico Economist giudica infondati gli iniziali proclami, soprattutto Usa, sulla capacità delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia per l’invasione dell’Ucraina di mettere rapidamente in ginocchio Mosca: “La speranza che lo stato dell’economia russa avrebbe costituito una qualche forma di limitazione alla guerra è svanita”.

Anche se lo stesso Vladimir Putin ha ammesso che gli effetti delle sanzioni occidentali stanno iniziando a farsi sentire. L’Economist titola: “L’economia russa può sopportare una guerra lunga, ma non una guerra più intensa”, e nel corollario scrive: “La domanda non è tanto se la Russia possa sopportare una guerra di logoramento ancora più lunga (può farlo), ma se può sostenere il tipo di intensificazione del conflitto di cui la Russia avrà probabilmente bisogno per trasformare le sue prospettive sul campo di battaglia. Questo appare quasi impossibile”. Che in breve si potrebbe tradurre con “l’economia russa non impedirà al Cremlino di condurre una guerra lunga, ma gli impedirà di vincerla”.

A giudizio dell’Economist “la burocrazia russa ha messo a segno tre imprese negli ultimi 14 mesi. Ha trovato il modo di resistere alla raffica di sanzioni annunciata da Blinken (segretario di Stato Usa, ndr). Ha fornito abbastanza uomini e materiale per alimentare l’invasione russa. E tutto questo è stato fatto senza un brusco calo del tenore di vita, che potrebbe provocare disordini popolari. Ma qualsiasi tentativo di intensificare il conflitto annullerebbe inevitabilmente questi successi”.

I motivi per cui le sanzioni contro Mosca non hanno avuto il devastante effetto promesso per il settimanale sono il limitato e talvolta controproducente effetto sugli oligarchi (che in qualche caso hanno potuto appropriarsi di asset lasciati a disposizione dalle aziende occidentali che hanno lasciato la Russia); le misure finanziarie che hanno comunque lasciato aperti alcuni spiragli (vedi il mantenimento di Gazprombank all’interno del sistema Swift); gli acquisti di gas e petrolio russi da parte di Cina e India; le immancabili ‘triangolazioni’ per far arrivare in Russia, tramite Paesi terzi, i beni sottoposti a embargo (senza contare che molti Paesi hanno rifiutato di adottare le sanzioni); l’ottenimento, grazie agli hacker, di software occidentale per l’aviazione civile russa; le notevoli risorse finanziarie russe, accumulate soprattutto grazie all’export di idrocarburi e altre materie prime.

Il prezzo di gas e petrolio sui mercati mondiali sta rendendo più complicato per il Cremlino continuare a mantenere i deficit di bilancio entro limiti sopportabili come la spesa militare ha dinamiche sue proprie, che non possono essere aggirate. Le stime del numero di veicoli blindati distrutti durante la guerra oscillano tra 8mila e 16mila. La Russia ha anche perso molti aerei, droni e sistemi di artiglieria e sta anche cercando di produrre più armi.

Dmitri Medvedev, oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia, ha di recente sostenuto che il Paese produrrà 1.500 carri armati moderni nel 2023. Funzionari hanno anche affermato che vogliono che i droni vengano fabbricati in massa in Russia. Per fabbricare armi avanzate, c’è bisogno di accedere a componenti, di fabbricazione occidentale, “dual-use” (civile e militare) di fascia alta, dai motori ai microchip, che sono difficili da ottenere a causa delle sanzioni.

È vero che Mosca può in parte cercare di supplire alla scarsa qualità degli armamenti con la quantità svuotando i magazzini bellici figli dell’era sovietica e provando a rimodernarli. Questo sembra prendere la strada della guerra di logoramento, non di riuscire a dare una spallata bellica decisiva.

Capitolo reclutamento. “Il Paese prima della guerra aveva circa 17 milioni di giovani. Ma più ragazzi al fronte significa meno di loro negli uffici e nelle fabbriche”, così “nel 2022 il numero di russi occupati di età inferiore ai 35 anni è diminuito di 1,3 milioni,” secondo FinExpertiza, una società di revisione. Ad oggi ci sono 2,5 posti vacanti per ogni disoccupato, cosa che rende il mercato del lavoro russo due volte più a corto di manodopera di quello americano.

Considerando le capacità e i limiti attuali della Russia, essa probabilmente opterà per una campagna di logoramento a ritmo più lento in Ucraina. L’Economist infatti aggiunge: “Putin è riuscito a tenere al riparo l’economia russa dai peggiori effetti della guerra e delle sanzioni – ma in un modo che rende la guerra difficile da vincere”. 

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 26 aprile.

Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone». Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 Aprile 2023

Le notizie sulla guerra di mercoledì 26 aprile, in diretta. Giornalista di Repubblica ferito a Kherson. Gli Eurofighter della Nato intercettano aerei da ricognizione russi nel Mar Baltico 

• Monito dell’ex presidente russo Medvedev: Mosca «non esiterà» a usare l’arma nucleare, se «la Russia si trova di fronte ad un atto di aggressione con l’uso di altri tipi di armi che minacci l’esistenza dello Stato».

• Secondo l’Economist, l’economia russa può sopportare una guerra lunga (ma impedisce a Mosca di vincerla): l’analisi.

• Joe Biden ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni Usa del 2024. Lavrov, incalzato dai cronisti, commenta così: «Mosca non interferisce in affari interni di altri Paesi».

Ore 02:00 - Putin firma un decreto che opera una stretta sui beni di persone di Paesi ostili

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sull’introduzione di una gestione temporanea dei beni di persone provenienti da Paesi ostili in risposta al sequestro o alla restrizione dei diritti sulle proprietà russe all’estero. Lo riferisce Tass, secondo cui nel decreto si parla della «necessità di adottare misure urgenti» in risposta alle azioni illegali degli Stati Uniti e di altri Paesi volte a privare o limitare i diritti di proprietà della Federazione Russa, delle sue aziende e dei suoi cittadini. In questi casi viene introdotta un’amministrazione temporanea in relazione alle proprietà e ai beni di persone provenienti da Paesi ostili in Russia.

Ore 02:45 - Museo di Kupyansk, Zelensky: «Barbaro attacco, i russi pagheranno questi crimini di guerra»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato il «barbaro» attacco russo al museo di storia locale a Kupyansk, nel nord-est dell’Ucraina, un nuovo «crimine di guerra» ai suoi occhi che ha provocato 2 morti e 10 feriti. «Tutti i colpevoli di questi crimini di guerra saranno assicurati alla giustizia», ha aggiunto Zelensky che, in un breve video condiviso sul suo canale Telegram, ha mostrato un edificio sventrato, finestre in frantumi e detriti: «Il Paese terrorista sta facendo di tutto per distruggerci completamente, ma noi risponderemo». L’attacco russo è avvenuto con l’ausilio di missili terra-aria di origine sovietica S-300, ha chiarito il presidente ucraino. Kupyansk, a un centinaio di chilometri dalla città di Kharkiv, contava più di 25.000 abitanti prima della guerra. È stata presa dai russi nei primi giorni dell’invasione, più di un anno fa. Gli ucraini hanno poi riconquistato la città a settembre, dopo una fulminea controffensiva. Ma le forze di Mosca, rafforzate dalla mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti in Russia, sono tornate all’attacco all’inizio di quest’anno .

Ore 03:35 - L’Ucraina: «Stiamo inviando 100 droni kamikaze a Bakhmut»

L’esercito ucraino sta inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram il vicepremier e ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. «Stiamo inviando 100 droni kamikaze in direzione di Bakhmut. In due giorni, gli abbonati della pubblicazione online Blyskavka hanno raccolto tramite United24 oltre 10,4 milioni di grivnie ucraine (circa 2,5 milioni di euro, ndr) per acquistare 500 droni kamikaze» ha riferito Fedorov. Il vicepremier ucraino ha concluso aggiungendo che «il primo lotto di “uccelli” sta già volando verso una delle unità di ricognizione aerea della 59a brigata. Aiuteranno i combattenti a consegnare rapidamente “doni” ai russi».

Ore 07:39 - Isw: «La Russia evita misure apertamente repressive perché teme per la stabilità di governo»

Secondo l’ultimo rapporto quotidiano dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw), e come riportato da Ukrainska Pravda, il Cremlino starebbe evitando misure apertamente repressive perché teme per la stabilità del governo. Secondo gli esperti del centro studi statunitense, gli ultranazionalisti russi continuano a sostenere un ritorno del Cremlino alla repressione stalinista e si aspettano che il presidente Vladimir Putin rafforzi le misure contro il dissenso alla guerra in Ucraina. Tuttavia, prosegue il rapporto, Mosca continua a evitare azioni apertamente repressive, probabilmente poiché è preoccupato per la stabilità del sistema. Sebbene «gli ultranazionalisti russi abbiano ripetutamente invitato il Cremlino a nazionalizzare le proprietà appartenenti ai russi che hanno `tradito´ il Paese fuggendo, il Cremlino sembra esitante nell’introdurre misure così impopolari», scrive il think-tank, ricordando che il governo ha ritirato dalla Duma di Stato un disegno di legge che prevedeva un aumento delle tasse dal 13% al 30% per i cittadini che fuggono dal Paese.

Ore 07:41 - Caccia tedeschi e britannici della Nato intercettano tre aerei da ricognizione russi sul Baltico

Caccia tedeschi e britannici della Nato hanno intercettato tre aerei da ricognizione russi nello spazio aereo internazionale sul Mar Baltico. A darne notizia oggi è stata l’aeronautica tedesca. I tre velivoli russi - due caccia SU-27 ed un Ilyushin Il-20 - non stavano trasmettendo i segnali con il transponder e sono stati intercettati dagli Eurofighter dei due paesi.

Ore 07:49 - IL PUNTO MILITARE 433 - Come sarà e quando partirà la controffensiva ucraina?

(di Guido Olimpio, Andrea Marinelli e Lorenzo Cremonesi, inviato) Le aspettative sono alte. Forse troppo. L’Ucraina deve dare un segnale, rivolto alla nazione e alla comunità internazionale. Senza successi sensibili — è il messaggio ripetuto dai Paesi donatori — sarà complicato inviare materiale all’infinito. La finestra d’opportunità potrebbe chiudersi e lo sa bene anche Vladimir Putin , che per questo è disposto a trascinare i combattimenti su un fronte lungo quasi mille chilometri.

Gli ucraini contano su circa 40 Brigate, ognuna con 4 mila uomini. Di queste potrebbero esserne impegnate nell’offensiva una ventina, divise in due «gruppi», con «azioni consecutive e simultanee». Mobilità, agilità, abilità nello sfruttare le brecce sono fattori decisivi, insieme a due componenti chiave: l’intelligence — compresa quella garantita dalla Nato — e il mascheramento su dove sarà concentrata la spinta. Probabilmente verso sud. Zelensky allinea 9 nuove Brigate, composte in parte dai militari addestrati dalla Nato: 9-10 mila preparati dagli Usa, 16 mila dall’Unione europea, altri dai restanti partner. La coalizione ha spedito 230-250 tank e oltre 1.550 blindati, cannoni a lunga gittata (un terzo di quelli mandati nella prima fase erano usurati), apparati necessari per superare gli ostacoli fisici e naturali, quindi droni, veicoli. Non è però chiaro quale sia il livello di training delle truppe e va compreso se i soldati hanno assorbito le tecniche per lanciare manovre combinate. (...)

Ore 08:07 - Putin firma il decreto per prendere il controllo degli asset russi di due società energetiche straniere

Vladimir Putin, nella giornata di martedì 25 aprile, ha firmato il decreto che gli consente di prendere il controllo degli asset in Russia di due società energetiche straniere, mettendo nero su bianco la possibilità per Mosca di intraprendere simili provvedimenti anche nei confronti di altre aziende.

Con questo decreto Mosca ha in pratica nazionalizzato le divisioni russe di Uniper (società europea del settore dell’energia con sede a Dusseldorf) e di Fortum Oyj (società statale finlandese che gestisce centrali elettriche).

La Russia giustifica la sua mossa sostenendo che fosse necessario prendere contromisure «urgenti» per contrastare non meglio specificate manovre degli Usa e di altri Paesi «non amichevoli e contrarie al diritto internazionali».

Gli asset delle due aziende sono stati momentaneamente piazzati sotto il controllo governativo, almeno fino a quando non saranno tolte le sanzioni contro la Russia.

Ore 08:30 - Intelligence britannica: «A Bakhmut proseguono combattimenti pesanti»

«Continuano i pesanti combattimenti a corto raggio nei quartieri occidentali di Bakhmut». A confermarlo questa mattina è stata l’analisi che ogni giorno l’intelligence della difesa britannica dedica alla situazione in Ucraina. «Uno dei principali sviluppi dell’ultima settimana sono stati i combattimenti alla periferia della città, in particolare nei pressi del villaggio di Khromove, mentre l’Ucraina cerca di mantenere il controllo della via di rifornimento 0506». Le altre strade non sono asfaltate e sono quindi rese inaccessibili dal fango, spiegano ancora gli analisti di Londra. «Essendo la città sotto attacco da oltre 11 mesi, le difese ucraine di Bakhmut sono state integrate come un elemento di una zona difensiva molto più profonda, che include la città di Chasiv Yar a ovest», conclude l’analisi che spiega le mosse strategiche delle due parti in conflitto.

Ore 08:53 - Ucrina e Danimarca ampliano la loro collaborazione energetica

La Danimarca ha firmato un accordo quinquennale con l'Ucraina per aiutare il Paese devastato dalla guerra a ricostruire la capacità eolica distrutta e a rafforzare la propria indipendenza energetica dalla Russia. È quanto ha dichiarato ieri il ministero del Clima danese. «La nuova collaborazione quinquennale contribuirà a far sì che l'Ucraina sia in grado di espandere ulteriormente la propria fornitura di elettricità con l'energia eolica», ha dichiarato il ministero in un comunicato, aggiungendo che la cooperazione tra i paesi in materia di energia risale al 2014, anno in cui la Russia annesse unilateralmente la Crimea. L'annessione della Crimea fu il primo atto di violazione del diritto internazionale da parte della Russia verso l'Ucraina. L'Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto tale annessione.

Ore 09:04 - Shmyhal: «Serve un piano Marshall per l'Ucraina»

Denys Shmyhal, premier ucraino, ha manifestato la necessità di un piano Marshall per la ricostruzione dell'Ucraino dopo l'invasione russa: «Mosca ci ha inflitto una distruzione senza precedenti che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale. Quasi un terzo del nostro territorio è contaminato da mine e proiettili. Decine di migliaia di case eliminati, migliaia di ospedali e scuole distrutti, il 50% del sistema energetico danneggiato. Bombe, missili e proiettili russi hanno spazzato via centinaia di città e villaggi. La Banca Mondiale ha condotto un'analisi approfondita della distruzione in quelle aree dove attualmente non ci sono combattimenti e presenza russa. Questa analisi ha determinato che le esigenze di ricostruzione d'Ucraina ammontano già a 411 miliardi di dollari. Sfortunatamente, questo non è il conteggio finale».

Il premier lo ha scritto sul Sole 24 ore, aggiungendo che «l'Ucraina sta lavorando con i partner sul suo Piano Marshall». Così come dopo la Seconda guerra mondiale, spiega il primo ministro, «un tale piano ha aiutato l'Europa e l'Italia a rinascere, la ricostruzione dell'Ucraina sarà una vittoria non solo per noi. Tale programma potrebbe diventare uno dei principali stimoli per l'economia europea negli anni 2020. L'Italia è la terza economia dell'Unione Europea. Le imprese italiane possono giocare un ruolo chiave nel Piano di ricostruzione. Stiamo già invitando le imprese italiane a collaborare, perché l'attuazione del Piano di Ricostruzione inizia quest'anno. Il nostro Governo ha identificato diversi settori chiave che costituiranno la base per la ripresa e la trasformazione della nostra economia. Innanzitutto, è il complesso militare-industriale. L'Europa deve essere pronta a difendersi, il che significa un aumento significativo della produzione delle armi e delle attrezzature. Questo significa investimenti, nuove tecnologie, nuovi posti di lavoro. Il complesso militare industriale italiano può diventare uno dei leader su questo percorso».

Ore 09:20 - Usa, presentata al Congresso una bozza di risoluzione sulla «vittoria» di Kiev: Ripristino dei confini territoriali e ingresso nella Nato

Ripristino dei confini territoriali stabiliti nel 1991 e l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. Sono questi i termini considerati «vittoria di Kiev» contro la Russia nella bozza di documento presentato durante una conferenza stampa della Commissione di Helsinki - un'agenzia governativa Usa istituita nel 1975 per promuovere gli obiettivi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) - dai membri del Congresso degli Stati Uniti.

Il documento afferma che la politica degli Stati Uniti dovrebbe mirare a «garantire che l'Ucraina possa mantenere la sovranità sui suoi confini riconosciuti a livello internazionale, perseguire la giustizia e le riparazioni per aiutare a facilitare la ricostruzione dell'Ucraina, e integrare l'Ucraina nelle istituzioni euro-atlantiche come la Nato, in linea con la politica Usa sin dal 2008». Il testo della bozza di risoluzione prevede anche che gli Stati Uniti si attivino per assicurare che la Russia paghi riparazioni all'Ucraina per i danni causati dal conflitto in corso nel Paese.

Ore 09:35 - Personale militare bielorusso addestrato in Russia all'utilizzo di armi nucleari tattiche

Il personale militare bielorusso è stato addestrato in un campo militare in Russia nella «manutenzione e nell'uso» di armi nucleari tattiche «per il sistema missilistico operativo-tattico Iskander-M», ha affermato il ministero della Difesa russo. Durante le esercitazioni, iniziate il 3 aprile, è stata prestata particolare attenzione all'ulteriore miglioramento delle abilità pratiche nella preparazione del sistema missilistico per l'uso e il dispiegamento, nonché alla conduzione di lanci di addestramento al combattimento, ha aggiunto il ministero.

Ore 09:53 - Papa Francesco: «Preghiamo per la martoriata Ucraina»

Il Santo Padre al termine dell'udienza generale: «Non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina»

Ore 09:55 - Volley, l’ucraino Plotnytskyi non stringe la mano al russo Sapozhkov

(di Pierfrancesco Catucci) Perugia-Verona, terza giornata del playoff per il quinto posto di pallavolo maschile che garantisce l’accesso alla Challenge Cup, la terza coppa europea. Da un lato della rete Oleh Plotnytskyi, 25 anni, ucraino, schiacciatore di Perugia da quattro stagioni; dall’altro Maksim Sapozhkov, 22 anni, russo, opposto di Verona dall’inizio di questo campionato. Siamo al momento dei saluti finali, dopo il successo per 3-0 degli umbri: Plotnytskyi e Sapozhkov sono tra gli ultimi delle rispettive squadre ad arrivare sotto rete. Tutti stringono la mano a tutti – di solito – in una doppia fila indiana che procede in senso opposto. Quando si incrociano, però, Sapozhkov sa già che dovrà dissimulare. Plotnytskyi ha lo sguardo fisso davanti a sé, dà il cinque a Mozic, poi tira indietro il braccio, avvicina la mano alla gamba e ignora il russo dall’altra parte della rete, per tornare a salutare gli altri giocatori alle sue spalle. Non una novità, lo aveva fatto un’oretta e mezza prima in occasione del saluto iniziale. E lo aveva fatto anche in entrambe le gare della stagione regolare. (...)

Ore 09:58 - Finlandia nella Nato: «Grati all'Italia per la rapida ratifica»

«Siamo grati all'Italia, perché l'Italia è stata uno di quei Paesi che ha ratificato molto rapidamente» l'ingresso della Finlandia nella Nato. Lo ha detto il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto in una video intervista in esclusiva ad askanews, la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile, dove lo stesso ministro ha avuto un importante ruolo. Nell'intervista Haavisto parla anche dei sentimenti dei giorni che hanno preceduto l'ingresso nella Nato del suo Paese: «Ogni giorno sembrava piuttosto lungo mentre aspettavamo l'ultima ratifica», dice. «Anche se questo processo è stato piuttosto rapido (se si guarda allo standard Nato, abbiamo iniziato lo scorso maggio e ora siamo già membri, quindi è meno di un anno) nelle circostanze in cui l'Europa è in guerra, quando c'è un'aggressione russa contro l'Ucraina, ogni giorno sembrava piuttosto lungo mentre aspettavamo l'ultima ratifica» ha affermato il ministro. «L'adesione della Finlandia» ha comunque dovuto attendere «le ultime ratifiche, fortunatamente arrivate da Ungheria e Turchia».

Ore 10:02 - Cina-Russia, firmato un protocollo d'intesa sul rafforzamento della cooperazione marittima

Cina e Russia hanno stipulato un protocollo d'intesa sul rafforzamento della cooperazione tra le forze dell'ordine marittime. L'accordo è stato siglato tra la Guardia costiera cinese e il Servizio di sicurezza federale russo a Murmansk, nella Russia nord-occidentale, allo scopo di rafforzare la cooperazione nel contrasto del terrorismo, dell'immigrazione clandestina e nel contrabbando di stupefacenti.

Ore 10:04 - Zelensky: «La Russia non usi le centrali nucleari per ricattarci»

«Trentasette anni fa, l’incidente della centrale nucleare di Chernobyl ha lasciato un’enorme cicatrice in tutto il mondo. È passato più di un anno dalla liberazione dell’impianto dall’invasore. Dobbiamo fare di tutto per evitare che lo “stato terrorista” utilizzi le centrali nucleari per ricattare l’Ucraina e il mondo». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino Vlodomir Zelensky.

Ore 10:09 - In corso a Roma la Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina

È in corso da stamane a Roma la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell'Ucraina. A fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba tra gli altri.

In quest'ottica, le circa 600 aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell'Eur sono chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di «fast recovery» si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici.

Ore 10:37 - In Russia ex sindaco dissidente a processo nega le accuse

L'esponente dell'opposizione russa Yevgeny Roizman, uno degli ultimi critici del Cremlino, si è dichiarato non colpevole all'inizio del processo che lo vede accusato di «screditare» l'esercito russo. Roizman, 60 anni — secondo una diretta YouTube dell'udienza in aula trasmessa dai suoi sostenitori — ha denunciato l'aggressione della Russia all'Ucraina. Rischia fino a tre anni di carcere.

Già danneggiata da precedenti ondate di repressione, l'opposizione russa è stata schiacciata dall'aggressione all'Ucraina. Gli ultimi grandi critici di Putin sono emigrati o sono stati incarcerati.

Ore 10:48 - Navalny: «Contro di me nuove accuse di terrorismo»

L'oppositore russo Alexei Navalny, incarcerato da oltre un anno, ha detto che contro di lui è stata aperta una nuova inchiesta con l'accusa di «terrorismo», oltre a quella di «estremismo» già esistente. «Gli investigatori mi hanno detto che un nuovo caso è stato aperto separatamente contro di me e che verrò processato da una Corte militare», ha detto Navalny, citato dall'agenzia Tass.

Ore 11:00 - Peskov: «Putin non ha nessun sosia, sono solo bugie»

Vladimir Putin non ha nessun sosia, non è malato e non è vero che passa la maggior parte del suo tempo nascosto in un bunker nucleare. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha denunciato le ultime «bugie» diffuse su Putin nel corso di una conferenza a Mosca. «Avrete probabilmente sentito che ha molti sosia — ha detto — che lavorano al posto suo mentre lui se ne sta seduto in un bunker...Un'altra bugia...Voi vedete come è il nostro presidente, è ed è sempre stato superattivo, quelli che lavorano al suo fianco difficilmente riescono a stargli dietro». E ancora, secondo il portavoce, Putin «ha un'energia che può solo essere inviata e così, grazie a Dio, la sua salute. Naturalmente non siede in nessun bunker, anche questa è una bugia».

Ore 11:17 - Il Papa e i cardinali: «Tutta la Chiesa lavori per la pace»

Si è riunito nei giorni 24 e 25 aprile il Consiglio dei Cardinali: erano presenti, con il Papa, tutti i cardinali che vi prendono parte e il segretario del Consiglio. «Al centro della conversazione le situazioni di guerra e di conflitto in cui si trovano molte parti del mondo e la necessità di un lavoro unitario di costruzione della pace da parte di tutta la Chiesa», si legge in una nota della Sala stampa vaticana. Tra gli altri temi trattati, oltre alla situazione sociopolitica ed ecclesiale delle diverse regioni di appartenenza dei cardinali, anche i preparativi per l'assemblea sinodale di ottobre e la implementazione della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, con attenzione particolare allo sforzo per tradurre, ai diversi livelli, il lavoro di riforma condotto nella Curia romana. La prossima sessione sarà nel mese di giugno di quest'anno.

Ore 11:18 - Kiev: attaccati 122 insediamenti in 24 ore, 2 morti e 16 feriti

Nelle ultime 24 ore, sono stati segnalati attacchi russi in otto oblast ucraini — Sumy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Luhansk e Donetsk — nei quali due civili sono stati uccisi e almeno 16 sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il ministero della Difesa ucraino. La Russia ha colpito un totale di 122 insediamenti utilizzando mortai, carri armati, artiglieria, sistemi di razzi a lancio multiplo (MLRS), sistemi missilistici antiaerei, droni e aviazione tattica, secondo il rapporto. Sono state colpite anche 102 infrastrutture.

Ore 11:37 - Mattarella: «L'Ucraina entri nella Ue il prima possibile»

«L'Italia esprime il forte convincimento favorevole all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea nel più breve tempo possibile e apprezziamo l'impegno del suo governo per il cammino di riforme intraprese per rispettare i parametri comunitari». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una delegazione ucraina al Quirinale.

Ore 11:49 - Bei: «Necessari 14 miliardi per i bisogni più urgenti dell'Ucraina»

«Sono necessari 14 miliardi di dollari per le priorità più urgenti dell'Ucraina nel 2023: bisogna concentrarsi su investimenti che non possono aspettare la fine della guerra. Dobbiamo affrontare questi fabbisogni adesso, sostenendo l'economia per evitare ulteriori perdite e ulteriori danni». Lo ha detto la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei) Gelsomina Vigliotti alla conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina in corso a Roma. La Bei finora ha fornito un sostegno di «2 miliardi euro per i servizi pubblici, progetti infrastrutturali che contribuiranno a migliorare le condizioni di vita della popolazione, come l'ammodernamento degli ospedali di Kiev e Odessa, strutture educative a Zaporizhzhia e Sumy».

Oltre a questo «ci saranno strade e ferrovie da rimettere in sesto, intervenire su acqua potabile, sistema fognario e risorse per garantire la crescita del settore privato. Bisogna garantire un flusso continuo attraverso l'Ucraina», ha aggiunto, sottolineando che la Bei sta lavorando con tutti i potenziali donatori. Quanto all'Italia, è al fianco con forza alla Bei, e «noi siamo pronti a sostenere i partner italiani» nei progetti che porteranno avanti in Ucraina in settori come «infrastrutture, resilienza energetica, agricoltura, edilizia, trasporti».

Ore 12:05 - Sindaco di Zaporizhzhia: «Città pronta alla controffensiva»

«Faremo tutto quello che è sotto la nostra responsabilità» per quanto riguarda la controffensiva. «Con le forze armate abbiamo realizzato costruzioni per evitare un attacco di terra» e «siamo pronti alla controffensiva». Lo dichiara il sindaco della città di Zaporizhzhia, Anatolii Kurtiev, in un'intervista all'Ansa.

Ore 12:12 - In Russia inviate le prime convocazioni militari online

Inviate le prime convocazioni militari di arruolamento per via elettronica in Russia. L'avviso riporta esplicitamente l'avvertimento di «misure restrittive» nel caso la persona convocata non si presenti, ha denunciato Grigory Sverdin, direttore di Go by the Forest, iniziativa anti guerra. «Attenzione! Se non vi presenterete a un centro per il reclutamento militare entro la data indicata, saranno imposte a vostro carico misure restrittive», si legge nella lettera inviata a un residente di San Pietroburgo. La legge per l'invio delle notifiche elettroniche, e le conseguenti sanzioni in caso di non adempimento, è stata varata in tempi record lo scorso 14 aprile.

Ore 12:16 - Tajani: «Noi in prima fila nella ricostruzione dell'Ucraina. La Russia paghi per i danni»

«La ricostruzione è parte fondamentale dell'azione di vicinanza che noi italiani, noi europei, vogliamo concretamente dimostrare all'Ucraina. È un passo importante perché l'Ucraina sarà parte importante dell'Ue e del mercato unico. È giusto quindi che si inizi a lavorare. La ricostruzione inizia ora e noi vogliamo essere in prima fila, ponendone le basi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla plenaria della Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina a Roma. Aggiungendo: «La Russia dovrà pagare per le distruzioni compiute in Ucraina».

Ore 12:34 - Cremlino: «Potremmo controllare altre aziende straniere»

Dopo aver acquisito il controllo dell'azienda tedesca Unipro e della finlandese Fortum, la Russia potrebbe trasferire sotto l'amministrazione temporanea dello Stato le proprietà di altre società straniere. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Ore 12:42 - Kuleba: «Vinceremo la guerra ed entreremo presto nell'Ue»

«L'Ucraina vincerà questa guerra, la vittoria significherà restituire al Paese la sua integrità territoriale». Lo ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba alla conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina in corso a Roma. Aggiungendo: «Diventeremo membri dell'Ue e questo accadrà quanto prima».

Kuleba ha anche ringraziato l'Italia per il sostegno: «L'interesse dimostrato dalle imprese italiane è la notizia migliore che potessimo ricevere atterrando a Roma. Ringrazio le istituzioni e le aziende per essere al fianco dell'Ucraina e per un impegno di lunga durata. I contatti tra i nostri governi sono più dinamici che mai».

Ore 12:54 - Dieci diplomatici norvegesi espulsi dalla Russia

Dieci diplomatici norvegesi sono stati espulsi dalla Russia. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 13:12 - Meloni: «La pace è possibile ma non può essere una resa»

«Diamo sostegno anche al piano di pace in 10 punti: crediamo nella possibilità di soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito, perché sarebbe ingiusto e costituirebbe un mondo in cui diritto del più forte vince sul diritto e non conviene a nessuno. Alla pace si potrà arrivare solo quando la Russia cesserà le ostilità e gli attacchi agli obiettivi civili». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina.

Ore 13:27 - Prigozhin: «La controffensiva ucraina scatterà dopo il 2 maggio»

La controffensiva ucraina scatterà dopo il 2 maggio, e potrebbe anche coincidere con il 9 maggio, data in cui la Russia festeggia l'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Lo ha detto Yevgeny Prigozhin, il capo della compagnia privata militare Wagner, in un audio postato sul suo canale Telegram. Secondo Prigozhin, la controffensiva scatterà dopo che avrà smesso di piovere, per consentire di avanzare ai mezzi pesanti, che attualmente sono bloccati dal fango. «L'ultima pioggia - sottolinea - è prevista il 2 maggio. Poi ci vorrà un'altra settimana perché il terreno si asciughi. A quel punto le forze ucraine saranno pronte a muoversi. Lo faranno il 9 maggio, per rovinarci la festa? Forse sì, forse no».

Ore 13:28 - Zelensky: «Lungo e significativo colloquio con Xi»

«Ho avuto una telefonata lunga e significativa con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell'ambasciatore dell'Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter.

Un dialogo telefonico tra Zelensky e Xi — il primo —, era stato chiesto dal governo ucraino oltre un mese fa, quando il presidente cinese si era recato a Mosca per incontrare Putin.

Ore 13:47 - Zelensky: «Non cederemo mai i nostri territori»

Dopo la telefonata con il presidente cinese Xi Jinping, Zelensky ha parlato in videocollegamento alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina in corso oggi a Roma. E ha precisato: «L'Ucraina non cederà mai i suoi territori. Anche se molti territori sono stati distrutti, noi li vogliamo ricostruire».

Ore 13:54 - Quanti Putin ci sono? Kiev torna sull'ipotesi sosia. Peskov: «Bugie»

(di Fabrizio Dragosei) Ma quali sosia, figuriamoci! Al Cremlino hanno dovuto smentire sdegnati per l’ennesima volta la voce sull’esistenza di «controfigure» di Vladimir Putin da usare al momento opportuno. Il leader è sempre «super attivo, sta benissimo e siamo noi collaboratori che spesso facciamo fatica a stargli dietro». Il fedele Dmitrij Peskov è intervenuto nuovamente: «Un’altra bugia». Anche adesso la congettura arriva dai servizi segreti ucraini che non hanno digerito il fatto che il presidente russo sia comparso nei giorni scorsi in zone di guerra nelle regioni di Kherson e Lugansk , territori che Kiev rivendica.

Ore 14:01 - Xi a Zelensky: «Nessun vincitore in una guerra nucleare»

«Il dialogo e la negoziazione sono l'unica via d'uscita praticabile», secondo il presidente cinese Xi Jinping che, nella sua prima telefonata dallo scoppio della guerra con la controparte Volodymyr Zelensky, ha voluto sottolineare che «non ci sono vincitori in una guerra nucleare». Nell'affrontare la questione nucleare, «tutte le parti interessate dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l'umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi», ha aggiunto Xi, nel resoconto del network statale Cctv.

Ore 14:07 - Meloni: «Roma si candida a ospitare Recovery Conference 2025»

«È nostro compito aiutare l'Ucraina a scrivere il nuovo capitolo della sua storia, e l'Italia ha le carte in regola per essere protagonista, non solo per la determinazione, la credibilità con cui ha fatto le sue scelte e senza mai tentennare, ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista di tutte le grandi scelte di questi anni e perché si candida a ospitare nel 2025 la Ukraine Recovery Conference, una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno». Così la premier Giorgia Meloni, alla Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina.

Ore 14:16 - Meloni: «L'Italia può aiutare il miracolo economico ucraino»

«L'Italia può contribuire a realizzare un miracolo economico ucraino». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nell'intervento a conclusione della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell'Ucraina, citando il boom italiano del dopoguerra.

Ore 14:20 - Zakharova: «Kiev rifiuta ogni iniziativa per la pace»

Kiev «rifiuta ogni sana iniziativa per la soluzione del conflitto». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un commento alla telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. «Le autorità ucraine e i loro curatori occidentali — ha aggiunto — hanno già dimostrato la loro capacità di ostacolare le iniziative di pace. Pertanto, qualsiasi appello alla pace difficilmente può essere adeguatamente percepito dai burattini controllati da Washington».

Ore 14:44 - Zelensky e Xi Jinping, un’ora di telefonata: «La Cina invierà un rappresentante a Kiev»

(di Guido Santevecchi) Dopo un anno di ritardo e mesi di appelli dalla comunità internazionale, Xi Jinping ha finalmente parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La telefonata è stata annunciata da Pechino: la signora Hua Chunying, assistente ministro degli Esteri e portavoce ha twittato la notizia in inglese e poi in russo. Poco dopo, sempre su Twitter, la prima dichiarazione di Zelensky. «Ho avuto una lunga e significativa conversazione al telefono con il presidente cinese, spero in uno sviluppo importante nelle relazioni bilaterali» tra Kiev e Pechino. La telefonata è durata circa un’ora, dicono fonti ucraine. La tv statale di Pechino ha riferito che Xi ha detto a Zelensky che «dialogo e negoziato sono la sola via d’uscita» dal conflitto con la Russia. Xi ha aggiunto che Pechino invierà un rappresentante speciale a Kiev per colloqui diretti a risolvere la crisi.

Ore 15:25 - Mattarella: «Serve una pace giusta. L’Ucraina entri nella Ue il prima possibile»

L’Italia sosterrà l’Ucraina «finché sarà necessario» per arrivare a una pace, ma che sia una «pace giusta». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che riceve al Quirinale il primo ministro di Kiev Denys Shmyhal tocca temi centrali nella questione Ucraina dettando la linea politica italiana nel giorno in cui a Roma si apre la Conferenza bilaterale tra istituzioni e imprenditori dedicata alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l’Italia può offrire contributi concreti alla resilienza e alla ricostruzione dell’Ucraina.

Ore 15:33 - Giornalista di Repubblica ferito a Kherson

L'inviato di Repubblica in Ucraina, Corrado Zunino, è stato ferito vicino a Kherson. L'auto sulla quale viaggiava è stata colpita e lui è stato ferito a una spalla. Non si hanno notizie del collaboratore che viaggiava con lui.

Ore 15:53 - La Russa riceve primo ministro Kiev Shmyhal

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricevuto a Palazzo Madama il Primo Ministro d’Ucraina, Denys Shmyhal. Lo comunica palazzo Madama.

Ore 15:55 - John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza americana: «Bene la telefonata tra Zelensky e Xi»

«Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. È da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. «Non possiamo sapere se questa telefonata portare a qualcosa. Sta all’Ucraina e Zelensky decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace», ha sottolineato.

Ore 15:56 - Prigozhin smentisce le perdite in un raid jihadista nel Mali

Il capo della compagnia russa Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha affermato che nessuno dei suoi mercenari risulta tra le vittime dell’attacco di matrice jihadista avvenuto nel fine settimana nel Mali centrale. Il gruppo islamista Gsim ha rivendicato l’attacco kamikaze di sabato a Sevare, in cui sarebbero stati uccisi o feriti decine di soldati maliani e di «mercenari» russi. «Posso dire che, secondo le mie informazioni, non ci sono state assolutamente vittime di Wagner a Sevare», ha affermato Prigozhin sui social media. «Jabhat al-Nusra, Al-Qaeda e altre organizzazioni provano a vantarsi, ma sono indebolite da diversi anni e non sono in grado di attaccare», ha aggiunto, chiamando Gsim con il suo nome arabo, il cui acronimo è Jnim. La presenza di Wagner è stata riportata in aree di conflitto che includono l’Ucrain, la Siria, la Libia, il Mali e la Repubblica Centrafricana, dove il gruppo è stato accusato di abusi. La giunta militare del Mali ha iniziato a collaborare l’anno scorso con la compagnia russa, definendo i suoi membri «istruttori». «Sul fronte dei terroristi, per quanto ne so, ci sono forti perdite. L’esercito maliano ha un controllo perfetto in Mali», ha dichiarato Prigozhin. Bamako ha reso noto che nel raid a Sevare sono morti dieci civili e tre soldati, insieme a decine di jihadisti, mentre Gsim ha ammesso il decesso di 15 islamisti.

 Ore 15:57 - Nuovo scambio di prigionieri Russia-Ucraina, circa 40 per parte

Un nuovo scambio di prigionieri è avvenuto oggi tra Russia e Ucraina, con la liberazione di 44 ucraini e 40 russi. Lo hanno reso noto le due parti citate dalle agenzie dei rispettivi Paesi. Lunedì il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, aveva detto che dall’inizio del conflitto erano già stati scambiati oltre 2.200 prigionieri per parte e che ci si stava avvicinando a uno scambio «tutti per tutti».

Ore 16:01 - Ferito in Ucraina Corrado Zunino, inviato di Repubblica: era vicino a Kherson

(dal nostro inviato, Lorenzo Cremonesi) Corrado Zunino giornalista e inviato di Repubblica in Ucraina è rimasto ferito durante l’attacco di un drone a Kherson.

 Il giornalista ferito alla spalla si trova ora in ospedale e non appare in gravi condizioni. Non si hanno invece notizie ancora sulla sorte del collaboratore di Zunino che si trovava con lui in automobile. I due si trovavano in automobile su un ponte nella zona di Kherson quando sono stati colpiti da un drone russo. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle condizioni di Zunino: «Sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari».

Ore 16:08 - Il peso delle aspettative di Kiev (e degli alleati occidentali) sulla controffensiva

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’offensiva ucraina deve ancora cominciare oppure è già iniziata con azioni limitate. Indiscrezioni ipotizzano che sarà a maggio, non appena i ranghi saranno al completo di uomini e mezzi. Speculazioni sommate alle aspettative.

Ore 16:34 - Telefonata tra Xi e Zelensky: la diplomazia cinese si muove (mentre quella americana dorme)

(Federico Rampini) La diplomazia cinese si muove, quella americana è in vacanza? Metto a confronto due vicende apparentemente molto lontane. Da una parte c’è la telefonata di Xi Jinping a Vladimir Zelensky. Dall’altra c’è la scandalosa «sede vacante» in Via Veneto a Roma, dove manca da un’eternità un vero ambasciatore americano: Joe Biden ancora non ha designato il suo candidato a rappresentare gli Stati Uniti in Italia.

 Ore 16:48 - Un aereo militare russo si è schiantato nella regione di Murmansk

Un aereo militare russo si è schiantato nella regione di Murmansk, nel Nord dell’Ucraina, dopo avere preso fuoco. Lo riporta la Tass.

Ore 17:24 - Mosca: «L’istituto di cultura a Cipro attaccato con Molotov»

È stato provocato da un attacco con il lancio di bottiglie Molotov l’incendio che oggi ha gravemente danneggiato l’Istituto di cultura russo a Nicosia. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, affemando che si è trattato di «un atto terroristico». «Sono sicura che i terroristi fossero sostenitori del regime di Kiev», ha aggiunto Zakharova su Telegram, aggiungendo che «fortunatamente nessuno è rimasto ferito».

Ore 17:27 - Il premier ucraina Shmyhal: «Anche se Putin userà l’atomica continueremo a lottare»

Qualora il presidente russo Vladimir Putin dovesse decidere di usare l’arma atomica l’Ucraina continuerà a lottare. Lo ha detto il premier ucraino Denys Shmyhal nell’intervista che sarà trasmessa stasera a «Porta a porta». «Come reagirà l’Occidente va chiesto a loro ma credo che se uno Stato nucleare usa quest’arma per un attacco terrorista, questo Stato deve essere riconosciuto come terrorista e con i terroristi non si negozia», ha detto Shmyhal.

Ore 18:00 - Kuleba: «Le forze armate sono in contatto con Zunino, lo aiuteranno»

«Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Skytg24 sul ferimento in Ucraina del giornalista italiano Corrado Zunino. Il ministro ha confermato che il collaboratore che accompagnava il collaboratore di Repubblica è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. «Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano», ha aggiunto Kuleba.

Ore 18:08 - Kuleba insiste: «Il Papa è benvenuto a Kiev quando vuole»

«Accoglieremmo il papa a braccia aperte, l’Ucraina è con il papa per la pace. Il nostro invito è ancora valido, è un invito permanentemente aperto, può venire in qualsiasi momento». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a Skytg24. «Non so perché non sia ancora venuto: noi abbiamo dei colloqui con il Vaticano e l’invito non è stato respinto, ma non abbiamo ancora una data ufficiale per una visita del Papa», ha aggiunto, dicendosi convinto che «le persone in Ucraina apprezzerebbero tantissimo e sarebbero liete di accogliere il Papa in questo periodo» così buio.

Ore 18:20 - Procuratore Kiev: «Aperti 80 mila casi per crimini di guerra»

«Al momento stiamo indagando su più di 80mila casi di possibili crimini di guerra. Il numero di crimini è alto, dovuto soprattutto al fatto che le ostilità si tengono in aree urbane». Così il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin, durante un’audizione alla commissione Libertà civili del Parlamento europeo. «I russi puntano alle infrastrutture civili critiche durante l’inverno per far morire di fame e di freddo la popolazione. Deportano minori e li sottopongono ad adozioni forzate e rieducazione, questi sono segnali di una campagna di persecuzione che mira all’esistenza stessa dello stato ucraino», ha spiegato il procuratore.

Ore 19:07 - Zelensky sente Meloni: «Grazie per l’instancabile sostegno»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su Twitter di aver sentito al telefono il primo ministro Giorgia Meloni. «L’ho ringraziata per aver tenuto la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina e per la sua leadership personale nell’instancabile sostegno agli ucraini. Abbiamo discusso dell’ulteriore cooperazione nel settore della difesa e dei prossimi eventi internazionali», ha scritto il leader ucraino.

Ore 19:32 - Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone»

Domenica scorsa i servizi segreti ucraini avrebbero tentato di uccidere Vladimir Putin con un drone esplosivo. Sebbene l’agguato sia fallito, il tentativo sarebbe stato tenuto segreto dalle autorità russe. Lo scrive la Bild. Nel pomeriggio del 23 aprile sarebbe stato fatto partire dall’Ucraina un drone UJ-22 con una portata fino a 800 km e con a bordo «30 blocchi di esplosivo C4, per un peso totale di 17 kg». L’obiettivo sarebbe stato il parco industriale di Rudnevo, vicino Mosca, in cui avrebbe potuto esserci una visita di Putin. Il drone è però precipitato 20 km prima. Non è chiaro se la visita di Putin sul posto ci sia mai stata.

Ore 19:58 - Ue: «Positiva la telefonata tra Zelensky e Xi»

«È positivo che la chiamata tra i presidenti Zelensky e Xi abbia finalmente avuto luogo e che i canali di comunicazione siano aperti. L’Ue ha sempre incoraggiato la Cina a condividere la responsabilità globale di difendere e sostenere la Carta dell’Onu e principi del diritto internazionale». È quanto riferisce un alto funzionario Ue a proposito del colloquio telefonico tra i due leader. L’Ue, aggiunge l’alto funzionario, «prende atto dell’intenzione della Cina di inviare un inviato speciale in Ucraina (e in altri Paesi)» e «resta in attesa di maggiori dettagli su questa iniziativa».

 Ore 20:30 - Portavoce von der Leyen: telefonata chiesta durante l’incontro con Xi

«Accogliamo questa telefonata. La presidente von der Leyen e il presidente Macron avevano trasmesso la richiesta del presidente Zelensky per un colloquio telefonico durante il loro incontro con il presidente Xi a Pechino». Lo afferma Eric Mamer, il portavoce della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «È un primo passo importante e atteso da tempo dalla Cina nell’esercizio delle proprie responsabilità in qualità di membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. La leadership cinese deve usare la sua influenza per portare la Russia a porre fine alla sua guerra di aggressione, ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina e rispettare la sua sovranità, come base per una pace giusta», aggiunge Mamer.

Ore 21:25 - Procura Kiev: oltre 10mila civili uccisi da inizio guerra

Il procuratore generale ucraino, Andriy Kostin, ritiene che siano oltre 10mila i civili rimasti uccisi dall’inizio della guerra. «Ad oggi sono stati registrati oltre 80mila crimini di guerra commessi dalla Federazione Russa in Ucraina. Oltre 10mila civili sono stati uccisi, oltre 13mila feriti e oltre 98mila infrastrutture civili sono state danneggiate o distrutte», ha detto Kostin in un’informativa alla commissione Giustizia, Libertà Civili e Interni del Parlamento Ue, secondo quanto riferisce la sua pagina Facebook, rilanciata da Ukrinform.

Ore 02:02 - Kiev, missili russi su Mykolaiv, un morto e 15 feriti

Le forze russe hanno lanciato un attacco contro Mykolaiv, uccidendo una persone e ferendone altre cinque. Lo riporta il Kiev Independent, spiegando che la regione è stata colpita da quattro missili S-300. Almeno uno di questi ha colpito un edificio residenziale a più piani, mentre un altro una residenza privata.

Ore 02:07 - Biden, Usa e Corea del Sud al fianco del popolo ucraino

Stati Uniti e Corea del Sud insieme «nel sostegno al popolo dell’Ucraina». Lo scrive il presidente Joe Biden nel suo account ufficiale di Twitter, a commento della visita alla Casa Bianca del presidente Yoon Suk Yeol. I due Paesi, ha commentato Biden, «condividono l’impegno al fianco del popolo dell’Ucraina contro il brutale assalto alla loro democrazia». «La questione — ha aggiunto — della flagrante violazione della legge internazionale da parte della Russia è importante per i Paesi ovunque, non solo in Europa».

Estratto dell'articolo di repubblica.it il 26 aprile 2023.

Il nostro inviato Corrado Zunino e il suo fixer Bogdan Bitik sono stati vittime di un agguato, molto probabilmente di cecchini russi, alle porte di Kherson, nel Sud dell'Ucraina. Bitik purtroppo non ce l'ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio. Corrado, ferito a una spalla, è ricoverato all'ospedale civile di Kherson. 

"Abbiamo passato tre check-point, Bogdan ha parlato con i militari ucraini e ci hanno fatto passare senza problemi. Non era una zona di combattimenti. Poi siamo stati colpiti, ho sentito un sibilo e ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un'auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all'ospedale di Kherson. Ho quattro ferite ma sono stato curato perfettamente. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce", ci ha raccontato Corrado al telefono.

I due viaggiavano facendosi chiaramente riconoscere come giornalisti. "Avevo il giubbotto con la scritta Press", ci ha detto Corrado. Dalle foto si vede che dal lato anteriore del giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato estratto da un proiettile. [...]

Corrado Zunino, inviato di Repubblica ferito in Ucraina vicino a Kherson. Ucciso il suo interprete. Redazione CdG 1947 su Il Corriere del Giorno il 26 Aprile 2023

I due reporter viaggiavano come giornalisti facendosi chiaramente riconoscere . "Avevo il giubbotto con la scritta Press", ha raccontato Zunino. Dalle foto pubblicate dal quotidiano La Repubblica si vede che il giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato colpito da un proiettile.

Il collega Corrado Zunino giornalista ed inviato di Repubblica in Ucraina è rimasto ferito durante l’attacco di un gruppo di cecchini russi nella cittadina Kherson. Il suo collaboratore Bogdan Bitik rimasto colpito è deceduto. Zunino ferito alla spalla adesso si trova in ospedale e non appare in gravi condizioni . Il suo collaboratore che si trovava con lui in automobile su un ponte nella zona di Kherson quando sono stati colpiti da un drone russo, purtroppo è morto. 

“Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce”, ha raccontato al telefono Corrado Zunino al suo giornale .

I due reporter viaggiavano come giornalisti facendosi chiaramente riconoscere . “Avevo il giubbotto con la scritta Press”, ha raccontato Zunino. Dalle foto pubblicate dal quotidiano La Repubblica si vede che il giubbotto, ora sequestrato dalla polizia, è stato colpito da un proiettile.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle condizioni di Zunino: “Sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari“.

“Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Skytg24. Il ministro ha confermato che il collaboratore che accompagnava Zunino è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano”, ha aggiunto Kuleba.

“Desidero esprimere i migliori auguri di pronta guarigione al giornalista di Repubblica Corrado Zunino, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson in Ucraina – gli auguri del presidente del Senato, Ignazio La Russa – A lui e al direttore Maurizio Molinari giunga la vicinanza mia personale e del Senato“. Redazione CdG 1947

Ferito in Ucraina Corrado Zunino, inviato di Repubblica: era vicino a Kherson. Ucciso il suo interprete. Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera il 26 Aprile 2023

Il reporter è stato colpito a una spalla. Morto Bogdan Bitik che si trovava con il giornalista

Lo contattiamo che sta decollando a bordo di un elicottero militare ucraino da Kherson alla volta di Odessa. Può volare e viaggiare: sta relativamente bene Corrado Zunino, l’inviato 57enne di Repubblica preso di mira ieri dai cecchini russi in una delle aree più calde del conflitto russo-ucraino. Il suo interprete e amico Bogdan Bitik invece non ce l’ha fatta, i soldati ucraini hanno atteso parecchie ore prima di recuperare il suo corpo. Ha una moglie e un figlio piccolo, che adesso la comunità dei giornalisti ucraini e quelli di Repubblica cercano di confortare.

«Sto bene, ho quattro ferite, tre sono dovute a una caduta mentre scappavo, una, quella alla spalla, è stata provocata da un proiettile. Avevo il giubbotto antiproiettile. Probabilmente il colpo che ha ferito me ha anche ucciso Bogdan trapassandogli il petto», racconta Zunino. Kherson è ben nota a noi giornalisti che seguiamo questa guerra. Venne occupata dai russi sin dai primissimi giorni del conflitto e liberata dagli ucraini l’11 novembre. Da allora però i russi si sono attestati dall’altra parte del Dnipro, il grande fiume che sfiora i quartieri orientali della città prima di raggiungere l’estuario verso il Mar Nero.

Nel tratto di fronte a Kherson è largo poco più di un chilometro: un confine naturale, dove però è sufficiente un kalashnikov per uccidere chi transita sull’altra sponda. E infatti i russi tirano in continuazione, notte e giorno. I loro bombardamenti hanno svuotato la città e i raid sono cresciuti negli ultimi giorni, mentre si parla di commando ucraini attestati sulle isolette acquitrinose sulla sponda orientale.

Zunino ci spiega che ieri a metà giornata la situazione era «relativamente tranquilla», si udivano colpi in lontananza. Lui e Bogdan raggiungono in auto il ponte Antonovsky, che l’autunno scorso è stato danneggiato in due punti, oggi non è attraversabile. La popolazione locale evita in tutti i modi di transitare comunque sul lungo fiume. Poco più a nord vi rimase leggermente ferito al collo il giovane giornalista italiano Claudio Locatelli in dicembre. I due scendono dall’auto e proseguono a piedi poche decine di metri lungo il ponte. La situazione è talmente calma che Bogdan non indossa giubbotto o elmetto. Ma i soldati gridano loro «go away». Ricorda ancora Zunino: «Ce ne siamo andati via subito, ho sentito che tra loro dicevano che eravamo della stampa», come del resto si legge anche sulla scritta «press», che lui ha al petto. «Mentre ero di spalle e Bogdan ancora voltato verso la sponda russa, ho sentito un sibilo, una sensazione di bruciore alla spalla e ho visto Bogdan stramazzare». Lui si butta a terra, striscia lontano, raggiunge un’auto che lo porta all’ospedale locale. «La presenza a Roma del ministro degli Esteri ucraino Kuleba facilita le operazioni di soccorso», twitta lo stesso Antonio Tajani.

È l’inviato di guerra di Repubblica. Il giornalista Corrado Zunino ferito in Ucraina: “Sfiorato da proiettile che ha ucciso il mio interprete”. Fabio Calcagni su Il Riformista il 26 Aprile 2023 

Corrado Zunino, inviato di Repubblica in Ucraina dove segue il conflitto giunto al 14esimo mese dopo l’invasione russa, è stato ferito oggi alle porte di Kherson, dopo che l’auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita.

A riferirlo è lo stesso quotidiano, che sottolinea come Zunino sia stato ricoverato all’ospedale civile di Kherson, per una ferita alla spalla.

Sulla vicenda si è espresso anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Corrado Zunino, giornalista di Repubblica, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine”, scrive su Twitter il titolare della Farnesina.

“Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al Direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”, si legge ancora nel tweet del ministro.

Maggiore informazioni su quanto accaduto a Kherson sono arrivate, via Twitter, dallo stesso Zunino. Il giornalista di Repubblica ha spiegato di esser stato attaccato mentre era in viaggio da Khersone verso Odessa. “Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press“, il racconto affidato al social del reporter del quotidiano.

Bogdan è il fixer ed interprete di Zunino in Ucraina: l’uomo lascia moglie e figlio, come riporta Repubblica.

Sempre al suo quotidiano Zunino ha raccontato: “Avevo il giubbotto con la scritta Press. Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce“.

La notizia del ferimento di Zunino è arrivata anche nell’Aula del Senato, dove il parlamentare del Partito Democratico Alessandro Alfieri nel corso del suo intervento dopo l’informativa del ministro Fitto sul Pnrr ha espresso “solidarietà Corrado Zunino colpito a Kherson, solidarietà anche al suo giornale La Repubblica”.

Sulla vicenda sono arrivate anche le parole del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ospite di SkyTg24: “Nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto, ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo“, ha detto il ministro ucraino. Kuleba ha confermato che il collaboratore che accompagnava Zunino è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi. “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano“.

A dicembre altri due giornalisti italiani erano stati colpiti da russi in un attacco, sempre a Kherson. Claudio Locatelli e Niccolò Celesti denunciarono di esser stati attaccati “intenzionalmente” dai russi nella città per mesi al centro di feroci combattimenti tra le parti, riuscendo però a fuggire.

Un colpo, raccontava in un video Locatelli, “ha danneggiato l’auto. Siamo rimasti bloccati, sotto tiro, prima di metterci in salvo. Ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio. La macchina è ben segnalata, l’attacco contro di noi, visto luogo e dinamica, è stato intenzionale. Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Nipro, dove si trova l’esercito russo“.

Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per la Repubblica il 27 aprile 2023.

Ho sentito i colpi, un bruciore alla spalla e ho visto Bogdan cadere a terra a un metro da me. Pochi secondi. È morto davanti ai miei occhi. Una sofferenza atroce. Bogdan era un grande amico e un giornalista di valore.

Lavoravamo insieme da mesi. In tutte e cinque le mie missioni in Ucraina ho avuto lui al mio fianco. Lunedì sera eravamo arrivati a Mykolaiv con l'obiettivo di muoverci verso Kherson, a Sud, per raccontare la controffensiva ucraina. Dal 20 aprile ci sono notizie di incursioni delle forze di Kiev al di là del ponte Antonovsky, nella zona sotto controllo dei russi. Abbiamo organizzato il viaggio con le attenzioni e le prudenze sempre usate. 

(…)

Il corpo di Bogdan

Ci avviciniamo al ponte Antonovsky perché dal 20 e poi dal 22 aprile ci sono evidenze di incursioni ucraine sull'altra sponda. Lasciamo la macchina e saliamo la rampa. Non si sentono esplosioni né rumori di droni, ci fermiamo per filmare il ponte che è parzialmente distrutto in due punti. Ci sono dei militari ucraini a circa 20 metri da noi. Ho addosso il giubbotto antiproiettili blu con la scritta bianca "press", "stampa", e in testa l'elmetto. 

All'improvviso gli ucraini urlano "go away, go away", andate via, e "press, press". Sono pochi secondi: mi giro per tornare verso la macchina che è a 30 metri dai noi, Bogdan rimane fermo, sento un colpo da dietro, la spalla che brucia. Mi giro sperando che Bogdan mi stia seguendo, ma lui non si muove, è a terra. Pochi metri e cado anche io. Perdo sangue dalla spalla e cadendo mi ferisco a una mano, al ginocchio, al naso. Non capisco da dove arrivi. Siamo ancora sotto tiro.

Scoprirò dopo in ospedale che un terzo proiettile si è conficcato anche nella parte anteriore del mio giubbotto, che la polizia ucraina ha sequestrato per le indagini. Mi rialzo, decido di non tornare alla macchina perché sarei ancora un bersaglio, corro, vedo i due militari ucraini nel check-point nel pilone, li guardo per capire da dove provengano gli spari. Nulla. Continuo a correre. 

Sulla strada verso Kherson incrocio una macchina civile, gli faccio segno di fermarsi. Ho il sangue che mi cola dal naso, ferite da caduta in tre punti e una quarta ferita da proiettile alla spalla destra. L'uomo alla guida è uno del quartiere, gli chiedo di portarmi al primo ospedale. In macchina mi parla, racconta del momento in cui la zona è stata liberata dai russi, io continuo a chiamare Bogdan sul cellulare, ancora e ancora. Non risponde. Due ore dopo mi dicono che il suo corpo è lì, sempre lì, sul terreno: è troppo pericoloso andarlo a prendere sotto il tiro dei cecchini. 

Il trasporto verso l'ospedale

Arrivo all'ospedale di Kherson. Ci sono tre donne alla reception e un medico: mi controllano le ferite, mi fanno le analisi. Arrivano la polizia e le forze speciali ucraine. C'è Dmytro, il responsabile dell'ufficio stampa militare delle Forze Sud. È il primo a dirmi: "Sniper", cecchini, "possono tirare anche da così lontano, 400-500 metri". La polizia sequestra il mio giubbotto: dovranno analizzare il proiettile che si è conficcato all'interno dell'intelaiatura per capire chi ha sparato. Mi dicono che del mio caso si sta occupando l'ufficio di presidenza. Mi portano in ambulanza, un'ora di viaggio in direzione Mykolaiv. 

Nel tragitto un sergente medico mi mostra sul telefono la foto di un bambino di 12 anni completamente coperto di sangue per un bombardamento in casa. Mi racconta che i russi sparano su tutto, che i medici sono il primo target. In una piazzola vengo prelevato con un elicottero militare, viaggiamo per un'ora a quota bassa fino alla clinica militare di Odessa. 

Il mio amico Bogdan Bitik

Ripenso a un anno fa, a giugno. Con Bogdan eravamo andati a Lysychansk per aiutare un gruppo di ucraini che cercavano di scappare dalle bombe. Portammo in salvo quattro donne della stessa famiglia fino a Bakhmut, che all'epoca non era il deserto di macerie che è oggi. Bogdan era generoso. Un ucraino che stava dalla parte della sua gente ma voleva anche capirne i difetti. Cercava di essere comprensivo con le persone, con le loro paure, non si scontrava mai con nessuno. Era di una grande intelligenza. Due sere fa gli ho detto: "Quando torno in Italia ad agosto vieni su con me, in Liguria, e festeggiamo il mio compleanno". Mi ha risposto: "L'Italia. Mi piacerebbe tanto. Ma non credo che mi faranno ancora uscire dall'Ucraina".

Chi è Corrado Zunino il reporter di Repubblica ferito a Kherson in un agguato. Umberto De Giovannangeli su Il Riformista il 27 Aprile 2023 

L’America calza l’elmetto. L’Europa latita o invia armi. La diplomazia parla cinese. “Ho avuto una telefonata con il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Durante la conversazione, durata un’ora, abbiamo discusso una serie di questioni di attualità delle relazioni bilaterali. Particolare attenzione è stata rivolta alle modalità di una possibile cooperazione per stabilire una pace giusta e sostenibile per l’Ucraina”. È quanto scrive in un messaggio su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato a Zelensky che la Cina “è sempre stata dalla parte della pace”.

Lo ha riferito l’emittente cinese Cctv dando notizia del colloquio telefonico tra i leader. La “posizione fondamentale” della Cina è quella di “promuovere colloqui per la pace”, ha detto Xi. La conversazione tra i due presidenti, la prima dall’inizio dell’offensiva russa, ha avuto luogo su iniziativa di Kiev, secondo quanto afferma il governo cinese. La Cina non sceglierà di essere uno “spettatore” della “crisi ucraina” né di “gettare benzina sul fuoco” o di sfruttare la situazione per i propri interessi. Ha detto il leader cinese al presidente ucraino, secondo quanto riporta l’agenzia cinese Xinhua che evidenzia il ruolo della Cina come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e “grande Paese responsabile”. Le azioni del gigante asiatico, ha detto Xi, sono “alla luce del sole” e “perfettamente legittime”.

Washington gioca di rimessa. “Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. E’ da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby. “Non possiamo sapere se questa telefonata può portare a qualcosa. Sta all’Ucraina e Zelensky decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace”, ha sottolineato. Intanto la guerra non risparmia i giornalisti. L’inviato di Repubblica Corrado Zunino e il suo fixer Bogdan Bitik sono stati vittime di un agguato di cecchini russi ieri alle porte di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. Bitik purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto: lascia la moglie e un figlio. Zunino ferito a una spalla, è ricoverato all’ospedale civile di Kherson.

Sempre ieri è andata in scena a Roma, al Palazzo dei Congressi all’Eur, la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. “Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito”, ha affermato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento. “E’ nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista, per la determinazione, la credibilità con cui abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista in tutte le grandi scelte fatte in questi anni”, dice, candidando il nostro Paese a ospitare nel 2025 la Ukraine recovery conference. A rompere l’idillio sono le Ong.

Dice a Il Riformista Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), che rappresenta più di 500 organizzazioni non governative, interne e internazionali: “La ricostruzione passa dal business nessuno spazio per la ricostruzione del tessuto sociale. Non parlano di sociale per sostenere il ritorno a casa nè Italia nè Ucraina. Tajani ha citato come nota di colore organizzazioni e cittadini che portano aiuti e accolgono ma ha fatto intendere che l’umanitario coinvolgerà principalmente le imprese. Terzo Settore out”. “Le Ong – rimarca Stilli – sono state invitate senza poter parlare nei gruppi di lavoro. Tutto solo business”.

Umberto De Giovannangeli. Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.

Biografia geopolitica. Come i cosacchi sono diventati il simbolo dell’identità ucraina. Yaroslav Hrytsak su L'Inkiesta il 27 Aprile 2023

Come spiega Yaroslav Hrytsak nel suo saggio “Storia dell’Ucraina” (Il Mulino), senza il cosaccato non è possibile scrivere la storia ucraina

Il cosaccato ucraino è il simbolo centrale dell’identità ucraina. Come i polacchi si ritengono gli eredi della szlachta, così molti ucraini ritengono di essere gli eredi dei cosacchi. In particolare, l’inno nazionale ucraino definisce gli ucraini appartenenti alla «progenie cosacca». Il pubblicista russo-ucraino contemporaneo Anatolij Stryljanyj ha descritto il ruolo del cosaccato come nucleo dell’identità ucraina in un altro modo. Il cosaccato come fenomeno, ha sottolineato, esisteva sia nella storia russa che in quella ucraina. Ma la storia della Russia può essere scritta anche senza i cosacchi; invece, senza il cosaccato non è possibile scrivere la storia ucraina.

Inizialmente nel cosaccato l’elemento nazionale era quasi assente. Rappresentava piuttosto un tipico fenomeno di confine: organizzazioni brigantesche che sorgevano ai confini degli ultimi insediamenti tra le terre coltivate e la steppa euroasiatica – sugli Urali, lungo il Don e il Kuban e sul basso corso del Niprò. Il cosaccato era una particolare organizzazione sociale.

Metaforicamente i cosacchi possono essere definiti «pirati della steppa» e, con riferimento alle loro continue incursioni sulle coste turche, persino pirati del Mar Nero. Gli storici opterebbero per un termine più preciso e universale: «banditi sociali». In questo termine non c’è nulla di offensivo. «Banditi sociali» furono Robin Hood, lo slovacco e polacco Janosyk, l’americano Billy the Kid e l’ucraino Oleksa Dovbuš. Loro, così come i cosacchi della Sič, li conosciamo per i soprannomi (appellativi). Dal momento che rapinavano prevalentemente gli aristocratici, che nella società contadina spesso erano anche «stranieri» (Robin Hood era anglosassone, l’aristocrazia normanna), nell’immaginazione della gente semplice erano assurti al ruolo di eroi della lotta contro l’oppressione sociale e nazionale. Le storie sui «banditi sociali» venivano celebrate nei canti popolari e diventavano il soggetto dei romanzi d’avventura.

(…)

I cosacchi vissero una vita libera ma piena di pericoli. Il pericolo era il prezzo da pagare per la libertà. Il loro principale insediamento era la Zaporiz’ka Sič, un accampamento-fortezza di legno nascosto in luoghi che già conosciamo dai manoscritti bizantini: oltre le rapide del Niprò, lungo quello che una volta era il cammino «dai variaghi ai greci». Si ritiene che la prima Sič fosse stata costruita intorno al 1550. Da allora e fino al 1775, quando la distrussero gli eserciti russi, il luogo in cui si trovava la Sič cambiò almeno otto volte. Ma ogni volta veniva ricostruita secondo uno schema che veniva replicato in luoghi dotati di difese naturali – nelle isole dei fiumi, nascoste tra le sponde paludose. Lì vivevano i cosacchi.

La maggioranza dei cosacchi non viveva nella Sič, ma nelle terre circostanti. Essi si riunivano nella Sič durante le azioni militari. Gli stessi cosacchi non trascorrevano tutto il tempo impegnati esclusivamente nelle campagne militari. Essi si occupavano, così come il resto della popolazione non cosacca, dei lavori della terra, dell’artigianato, della pesca e del commercio. Tuttavia, la vita in una condizione di costante pericolo dettava le sue regole. Alle donne era severamente vietato l’ingresso nella Sič.

I cosacchi erano noti per la severa disciplina durante le operazioni militari. Durante le spedizioni per mare l’acquavite era severamente proibita, i trasgressori erano puniti con la morte. I cosacchi erano noti anche per il forte senso di solidarietà (fratellanza) e l’ethos egualitario: quando nella Sič eleggevano il košovyj (leader militare), lo ricoprivano di spazzatura affinché non si insuperbisse.

Un altro requisito per la sopravvivenza era l’apprendimento dell’arte della guerra, e la tecnica degli uomini della steppa rimase la migliore fino alla fine del XVI secolo. Di conseguenza l’arma dei cosacchi (la sciabola curva), l’abbigliamento (i larghi pantaloni rimboccati negli stivali) e la pettinatura (il ciuffo sulla testa rasata) seguivano i modelli delle popolazioni nomadi. E lo stesso nome kozak, «uomo libero», era di origine turca. Gli ambasciatori occidentali che giunsero alla Zaporiz’ka Sič, quando videro le armi e l’abbigliamento dei cosacchi, non riuscirono subito a capire quale fosse la loro religione, se musulmana o cristiana.

L’arte militare dei cosacchi venne affinata nel corso delle spedizioni contro il khan di Crimea, la Moldavia e l’impero ottomano. Il re polacco Stefan Batory (1576-86) decise di farne un esercito mercenario permanente, il cosiddetto rejestrowane kozactwo. L’ironia consisteva nel fatto che i «cosacchi regolari» non dovevano solo difendere i confini della Rzeczpospolita, ma anche trattenere i cosacchi zaporoghi dall’assalire gli ottomani e i tatari di Crimea. Perché le spedizioni dei cosacchi zaporoghi provocavano conflitti con l’impero ottomano e provocavano continui fastidi a Varsavia. Di conseguenza tra i regolari e i cosacchi zaporoghi c’era una frizione.

(…)

Il cosaccato ucraino esistette per trecento anni, e solo negli ultimi cento fece parte dello stato cosacco. La storia dei cosac- chi, sebbene non del tutto scontata, era legata alle prime fasi della globalizzazione I cosacchi cavalcarono la prima ondata, ma scomparvero quando non furono in grado di affrontare le sfide di quella successiva. Ciò che è rimasto di loro è l’idea dell’Ucraina come una terra riottosa, libera e ricca.

Da “Storia dell’Ucraina”, di Yaroslav Hrytsak, Il Mulino, p.424, 30.00 euro

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 27 aprile.

Il Cremlino: «Attentato a Putin? È stampa scandalistica». Postazioni su Zaporizhzhia: Mosca si prepara alla controffensiva di Kiev. Lorenzo Cremonesi, inviato, Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 aprile 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 27 aprile, in diretta. Bombe sulla regione di Kherson: un morto. Mosca vara un decreto di cittadinanza nei territori ucraini occupati, chi non sceglie di diventare russo sarà trattato da straniero 

• Xi sente Zelensky: presto un diplomatico cinese in Ucraina.

• Cnn: Mosca ha sgomberato una base in Crimea in vista della controffensiva ucraina.

• Secondo la Bild, gli 007 di Kiev domenica hanno provato a uccidere Putin con un drone carico di esplosivo, che però è precipitato a 20 chilometri dall’obiettivo.

Ore 02:01 - Kiev, missili russi su Mykolaiv, un morto e 15 feriti

Le forze russe hanno lanciato un attacco contro Mykolaiv, uccidendo una persone e ferendone altre cinque. Lo riporta il Kiev Independent, spiegando che la regione è stata colpita da quattro missili S-300. Almeno uno di questi ha colpito un edificio residenziale a più piani, mentre un altro una residenza privata.

Ore 02:08 - Biden, Usa e Corea del Sud al fianco del popolo ucraino

Stati Uniti e Corea del Sud insieme «nel sostegno al popolo dell’Ucraina». Lo scrive il presidente Joe Biden nel suo account ufficiale di Twitter, a commento della visita alla Casa Bianca del presidente Yoon Suk Yeol. I due Paesi, ha commentato Biden, «condividono l’impegno al fianco del popolo dell’Ucraina contro il brutale assalto alla loro democrazia». «La questione — ha aggiunto — della flagrante violazione della legge internazionale da parte della Russia è importante per i Paesi ovunque, non solo in Europa».

Ore 03:22 - Bild: «Kiev ha provato a uccidere Putin con un drone»

Domenica scorsa i servizi segreti ucraini avrebbero tentato di uccidere Vladimir Putin con un drone esplosivo. Sebbene l’agguato sia fallito, il tentativo sarebbe stato tenuto segreto dalle autorità russe. Lo scrive la Bild. Nel pomeriggio del 23 aprile sarebbe stato fatto partire dall’Ucraina un drone UJ-22 con una portata fino a 800 km e con a bordo «30 blocchi di esplosivo C4, per un peso totale di 17 kg». L’obiettivo sarebbe stato il parco industriale di Rudnevo, vicino Mosca, in cui avrebbe potuto esserci una visita di Putin. Il drone è però precipitato 20 km prima. Non è chiaro se la visita di Putin sul posto ci sia mai stata.

Ore 04:40 - Il sindaco di Mykolaiv: quattro forti esplosioni

«Intorno all’una di notte, i residenti di Mykolaiv hanno sentito 4 forti esplosioni», ha scritto su Telegram il sindaco della città Oleksandr Senkevych. «Uno dei missili ha colpito un grattacielo. Un altro ha colpito una casa privata», ha spiegato specificando che alcune case della città sono senza corrente elettrica. Vitaliy Kim, capo dell’amministrazione militare della regione, ha confermato i primi dati: «Al momento siamo a conoscenza di 15 feriti e 1 morto».

Mykolaiv si trova sul Mar Nero, a circa 170 chilometri dalla Crimea, la penisola annessa a Mosca. Le forze russe l’hanno spesso presa di mira dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022. Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, da allora in Ucraina sono stati uccisi più di 8.000 civili. L’UNHCR ha aggiunto che queste cifre, aggiornate l’ultima volta a metà marzo, sono probabilmente sottostimate. La nuova offensiva arriva a 24 ore da un altro attacco missilistico che ha preso di mira un museo di Kupiansk, città vicina alla linea del fronte nel nord-est del Paese. L’attacco ha registrato 2 morti e 10 feriti spingendo, nuovamente, il presidente Volodymyr Zelensky ad accusare la Russia di voler cancellare la storia e la cultura dell’Ucraina.

Ore 05:24 - Zelensy: liberati dalla prigionia russa oltre 2 mila ucraini

Dall’inizio dell’invasione russa, un totale di 2.279 prigionieri ucraini sono stati salvati e riportati alle loro case. Lo ha dichiarato, secondo quanto scrive sui social il portale Kiev Independent, il presidente Volodymyr Zelensky in un discorso video.

Ore 07:24 - Russia, piano di Mosca per esercitare influenza su Paesi stranieri

La Russia progetta di istituire un’organizzazione scientifica fittizia, a partecipazione internazionale, per esercitare influenza, recuperare i contatti con i singoli Paesi da cui è stata sottoposta a sanzioni a seguito della guerra che ha mosso l’Ucraina e, in un secondo momento, far valere i propri interessi È quanto rivela un’inchiesta giornalistica internazionale, che ha visionato un documento strategico attribuito al Cremlino. In particolare, si tratta della «Piattaforma baltica», ufficialmente un forum scientifico che dovrebbe riunire esperti di vari Stati per occuparsi dell’inquinamento in questo mare.

Secondo il documento, redatto nel 2023, con la «Piattaforma baltica» Mosca intenderebbe veicolare messaggi favorevoli nei Paesi occidentali, influenzandone l’opinione pubblica. Il documento del Cremlino cita esplicitamente come obiettivi Estonia, Lettonia e Lituania, menzionando inoltre la Germania e i Paesi scandinavi. Operativa dall’autunno del 2023, la «Piattaforma baltica» dovrebbe attuare «una transizione graduale nella discussione da argomenti non politici a contenuti politici attuali», secondo quanto si legge nel documento della presidenza russa.

Ore 07:31 - Si intensificano i combattimenti a Bakhmut, 324 attacchi in 24 ore

L’esercito russo ha attaccato Bakhmut 324 volte nelle ultime 24 ore, usando artiglieria e lanciarazzi multipli. Lo ha detto alla tv nazionale ucraina Serhiy Cherevatiy, portavoce del gruppo di forze dell’Ucraina orientale, aggiungendo che le forze di Mosca hanno intensificato gli attacchi alla città-chiave per prendere la regione industriale ucraina orientale del Donbass. «I russi stanno distruggendo edifici a Bakhmut per impedire ai nostri soldati di usarli come fortificazioni», ha detto ancora Cherevatiy.

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, in un rapporto su Facebook, ha affermato che i combattimenti hanno attanagliato Bakhmut e le aree vicine. Ha aggiunto che le forze russe non sono riuscite ad avanzare su due villaggi a nord-ovest, mentre almeno una dozzina di località sono finite sotto il fuoco russo. Dall’altra parte, il capo della forza mercenaria russa Wagner ha affermato che le truppe ucraine si stanno riversando in numero sempre maggiore nell’area in vista di una «inevitabile» controffensiva.

Ore 09:11 - Giorgia Meloni: «Parlato con Zelensky, l’Italia scommette sul futuro dell’Ucraina»

«Ho avuto una proficua conversazione con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Come promesso a Kiev due mesi fa, abbiamo organizzato ieri a Roma la Conferenza sulla ricostruzione. L’Italia scommette sul futuro dell’Ucraina». Lo scrive in un tweet la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Ore 09:14 - Il premier dell'Ucraina in Vaticano per l'udienza con Papa Francesco

Denys Smyhal, il primo ministro dell'Ucraina, è arrivato in Vaticano per l'udienza in programma stamane con Papa Francesco. Il premier ucraino andrà quindi a colloquio col cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. L'udienza, momento importante nei rapporti della Santa Sede col Paese in guerra e nel quadro della diplomazia pontificia riguardante il conflitto russo-ucraino, avviene alla vigilia della partenza di papa Bergoglio per il suo viaggio in Ungheria, nazione che condivide una parte dei suoi confini proprio con l'Ucraina. Ieri a Roma, Smyhal ha partecipato alla Conferenza bilaterale per la ricostruzione del suo Paese. Stamattina rafforzato il dispositivo di sicurezza intorno al Vaticano per l'arrivo della delegazione ucraina.

Ore 09:17 - Isw: la Russia trasferisce i veicoli corazzati dalla Crimea alla regione ucraina del Donetsk

Secondo quanto riferito dall'Istituto americano per lo studio della guerra (Isw), i russi dalla Crimea si stanno preparando per una controffensiva delle Forze Armate. Come scrivono gli analisti, le immagini satellitari indicano che le truppe russe hanno trasferito veicoli corazzati e sistemi di artiglieria dalla Crimea (penisola ucraina annessa dalla Russia nel marzo 2014) a un'area non specificata a partire dal 25 aprile. «Le truppe russe potrebbero trasferire attrezzature militari per sostenere le operazioni offensive russe in corso nella regione di Donetsk o in altre aree del fronte, preparandosi a una possibile controffensiva dell'Ucraina», ha spiegato Isw.

Ore 09:23 - Zelensky: «La Gran Bretagna sia apripista per la coalizione degli aerei da guerra»

Zelensky ha parlato con Timothy Barrow, consigliere per la Sicurezza nazionale del primo ministro britannico, dell'ulteriore rafforzamento del sostegno alla difesa dell'Ucraina e ha invitato la parte britannica a fare da apripista alla cosiddetta «coalizione degli aerei da guerra» per fornire alla nazione jet da combattimento.

«Vorrei chiederle di continuare a convincere i suoi partner della necessità di fornire all'Ucraina tutte le armi e le attrezzature militari necessarie», ha detto Zelensky sottolineando poi l'importanza di ricevere aerei da guerra occidentali dai partner internazionali, così come altri tipi di armi necessarie per respingere gli invasori russi. Le parti hanno anche discusso dei preparativi per il vertice della Nato, che si terrà a Vilnius quest'estate. Zelensky ha affermato che l'Ucraina si aspetta dal vertice decisioni specifiche che avvicinino la fine della guerra e rafforzino la sicurezza europea.

Il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ha riaffermato la promessa della Nato di far diventare l'Ucraina un membro in futuro, ma al momento il diplomatico ritiene che l'attenzione principale debba essere rivolta al rafforzamento delle capacità di difesa dell'Ucraina.

Ore 09:34 - Bakhmut, l’esercito russo taglia le linee di rifornimento per i militari ucraini

L’esercito russo ha preso il controllo dell’ultimo tratto dell’autostrada a Bakhmut utilizzata da Kiev per portare i rifornimenti ai propri soldati. Ad annunciarlo è stato il capo ad interim dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ed è stato riportato dall’agenzia Tass. «Il nemico perde parte delle sue riserve lungo il percorso», ha detto Pushilin, «ma ha ancora la possibilità di muoversi anche sotto i bombardamenti». Alcune unità dell’esercito di Kiev, secondo il governatore, starebbero cercando di allontanarsi dalle strade principali attraverso i campi.

Ore 09:57 - Intelligence britannica: «Allestite posizioni di combattimento sui tetti della centrale di Zaporizhzhia»

Il ministero della Difesa britannico, nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, ha pubblicato un’immagine satellitare della centrale di Zaporizhzhia scattata il mese scorso nella quale si nota che le forze russe hanno allestito posizioni di combattimento con sacchi di sabbia sui tetti di molti dei sei edifici che ospitano i reattori della centrale nucleare. La Russia controlla la centrale dal marzo 2022, tuttavia questa è la prima indicazione dell’integrazione degli edifici dei reattori nella pianificazione della difesa tattica, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter.

«È probabile che la Russia abbia costruito queste posizioni perché è sempre più preoccupata dalle prospettive di una grande offensiva ucraina», commentano gli esperti di Londra sottolineando che questa mossa probabilmente aumenta le possibilità di danneggiare i sistemi di sicurezza della centrale in caso di combattimenti intorno alla centrale stessa. Tuttavia, conclude il ministero, «è improbabile che si verifichino danni catastrofici diretti ai reattori nella maggior parte degli scenari plausibili che prevedono l’uso di armi di fanteria, poiché le strutture sono molto rinforzate».

Ore 10:02 - L’esercito russo si prepara alla controffensiva ucraina, Kiev: «800 km di linea difensiva, mobilitato un gran numero di militari»

L’esercito russo ha costruito una linea difensiva di oltre 800 chilometri, triplicata in alcuni punti, e mobilitato un gran numero di soldati per mantenerla, in attesa di un’annunciata controffensiva ucraina. Dopo un’offensiva russa nei mesi scorsi, con progressi limitati, l’esercito ucraino sta preparando la sua controffensiva, annunciata per la primavera, anche se potrebbe essere rinviata all’estate. L’esercito russo sembra aver imparato dagli errori del passato e ha organizzato le sue difese con l’obiettivo di mantenere il conflitto come una guerra di logoramento.

Ore 10:06 - Melitopol, esplode un ordigno nella cittadina ucraina: un morto e un ferito

Stando a quanto riportato dall’amministrazione comunale di Melitopol, cittadina nella regione ucraina di Zaporizhzhia, una persona è morta e un’altra è rimasta ferita oggi nell’esplosione di un ordigno vicino a un condomini.

«Un’esplosione si è verificata vicino all’ingresso di un condominio in Kirova Street a Melitopol intorno alle 5:15 di oggi. Un ordigno esplosivo improvvisato è deflagrato. Una persona è rimasta ferita ed è stata ricoverata in ospedale», ha detto l’amministrazione su Telegram. Ma più tardi, il dipartimento del ministero dell’Interno russo nella regione di Zaporizhzhia ha affermato che a seguito dell’esplosione a Melitopol, un agente di polizia è morto e un altro è rimasto ferito.

Ore 10:17 - Trovato un missile con scritte in russo vicino a Danzica, in Polonia

I giornalisti della radio polacca Rmf Fm affermano che l’oggetto militare trovato in un bosco vicino Danzica in Polonia sarebbe un missile aria-terra trovato martedì anche se sembra che sia caduto qualche giorno prima. Il relitto avrebbe scritte in russo a indicare armi di fabbricazione sovietica e presumibilmente non ci sarebbero testate. L’ufficio del procuratore di Danzica ha rifiutato di commentare. I residenti locali, nei commenti ai media polacchi, pensavano che fosse caduto un razzo o un drone. Il relitto è stato trovato a circa 500 km dal confine con l’Ucraina, a più di 400 km dal confine con la Bielorussia e a circa 240 km dalla regione russa di Kaliningrad.

Ore 10:28 - Isw: Mosca importa i cittadini russi nelle aree occupate in Ucraina e deporta gli ucraini reinsediandoli con la forza in Russia

Una deliberata campagna di spopolamento nelle aree occupate ucraine per facilitare il ripopolamento dei territori del Paese con cittadini russi: è anche questa la strategia di Mosca in Ucraina, come riporta l’Istituto per lo studio della Guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano.

Il centro studi statunitense ricorda che ieri la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ha dichiarato che la Russia sta cercando di cambiare la composizione etnica del Paese con un reinsediamento su larga scala di persone provenienti soprattutto dalle regioni più povere e remote della Russia. Malyar ha osservato che gli sforzi più intensi sono in corso nella regione di Lugansk (est), sottolineando che Mosca sta anche deportando gli ucraini e li sta reinsediando con la forza in Russia. Il think-tank non esclude che in questo modo Mosca speri di integrare ulteriormente le aree occupate dal punto di vista sociale, amministrativo, politico ed economico, complicando così le condizioni per la reintegrazione di questi territori nell’Ucraina.

Ore 11:05 - L'esercito russo scava trincee in previsione della controffensiva ucraina

Le truppe russe stanno scavando trincee e allestendo fortificazioni nei territori occupati dell'Ucraina in previsione della controffensiva di Kiev. Le aree nelle quali le forze di Mosca pensano che avverrà l'attacco dell'esercito ucraino sono quelle attorno a Zaporozhzia e il confine con la Crimea. Lo riporta RBC-Ucraina, riferendosi a immagini satellitari che confermerebbero che l'esercito russo ha iniziato a scavare trincee dopo la liberazione di Kherson.

Ore 11:07 - Faccia a faccia tra il primo ministro ucraino e Papa Francesco: «La pace è un fiore fragile»

Mezz'ora di faccia a faccia tra il Papa e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Al momento dello scambio dei doni, Bergoglio ha donato a Shmyhal una fusione in bronzo di un fiore che nasce con la scritta “La pace è un fiore fragile”; il Messaggio per la Pace di quest'anno; Il Documento sulla Fratellanza Umana; Il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev; Il volume “Un'Enciclica sulla pace in Ucraina”. Il Primo Ministro, a sua volta, ha donato al Papa una riproduzione di una caraffa in ceramica raffigurante un gallo, rimasta intatta anche dopo un bombardamento nei pressi di Kiev, e spighe di grano dall'Ucraina. Un libro di foto sulla guerra in corso e la resistenza del popolo ucraino.

Ore 11:28 - Stoltenberg, dati a Kiev 1.550 blindati e 230 carri armati

Gli alleati della Nato e i partner del gruppo di contatto sull’Ucraina hanno fornito a Kiev 1.550 veicoli blindati e 230 carri armati. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso di un incontro con il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel.

Ore 11:37 - Cremlino, Xi non ha parlato con Putin di sovranità Ucraina

Durante la sua visita del mese scorso a Mosca, il presidente cinese Xi Jinping non ha discusso con quello russo Vladimir Putin di un ritorno dell’Ucraina alla piena sovranità sul suo territorio nei confini del 1991. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe, commentando la telefonata di ieri tra Xi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 12:00 - Il primo ministro Shmyhal invita il Papa in Ucraina

Nel corso dell’udienza di stamane in Vaticano il primo ministro Denys Shmyhal ha invitato papa Francesco a recarsi in Ucraina. Lo ha riferito all’Ansa l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash. «Sì, il Santo Padre è stato nuovamente invitato - ha risposto il diplomatico -. Questo invito è stato già espresso più volte e sicuramente ripetuto ancora».

Ore 12:25 - Kiev: «I russi tagliano la gola ai prigionieri dopo l'interrogatorio»

Il servizio di sicurezza ucraino avrebbe la conferma che gli occupanti russi uccidono brutalmente i prigionieri di guerra ucraini dopo gli interrogatori. In un audio con una conversazione fra militari della Federazione Russa, di cui è entrato in possesso lo Sbu, un soldato racconterebbe in dettaglio a un suo conoscente come taglia la gola a un prigioniero ucraino.

«I prigionieri di guerra - afferma - non ha senso per noi tenerli. Una volta ottenute da loro tutte le informazioni, devono essere eliminati». Il servizio di sicurezza dell'Ucraina ha comunicato di conoscere l'identità del "carnefice", così come dove prestava servizio e con chi parlava. Si tratterebbe di Suchko Yevhen Yuriyovych, nato nel 1995 nella regione russa di Novgorod. È stato mobilitato nell'autunno del 2022 ed è stato dispiegato nella regione di Kharkiv. «Lo Sbu sta lavorando per garantire che Suchko e ogni criminale di guerra della Federazione Russa ricevano la meritata punizione per le loro atrocità», ha affermato il servizio di sicurezza ucraino, aggiungendo che «sono in corso oltre 35.000 procedimenti penali per violazioni delle leggi e dei costumi di guerra».

Ore 12:34 - Cremlino: «Siamo contenti degli sforzi di pace, ma alle nostre condizioni»

Il portavoce del presidente Putin, Dmitri Peskov, all'indomani della telefonata tra Zelensky e Xi Jinping, ha ribadito che il Cremlino accoglie con favore qualsiasi tentativo di porre fine al conflitto ucraino, ma alle condizioni della Russia. «Siamo pronti ad accogliere qualsiasi iniziativa possa anticipare la fine del conflitto in Ucraina e il raggiungimento degli obiettivi della Russia», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Per quanto riguarda il fatto stesso dei contatti (tra Ucraina e Cina), questa è una questione sovrana dei rispettivi Paesi», ha aggiunto Peskov aggiungendo che non sono in programma nuovi contatti tra Vladimir Putin e Xi Jinping nel prossimo futuro.

Ore 12:52 - Cavalli, arte e società: come ha fatto la famiglia di Prigozhin a eludere le sanzioni

(di Marta Serafini) Fino a pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, i figli di Prigozhin potevano muoversi liberamente in tutta l’UE, godendosi una vita di lusso internazionale anche se il padre e le sue aziende sono sotto sanzioni dal 2016. Tuttavia, a differenza di molti magnati russi sostenuti dal Cremlino, i cui parenti vivono semplicemente delle loro fortune, i governi occidentali ritengono che i membri della famiglia del fondatore della Wagner abbiano svolto per anni un ruolo attivo nelle sue molteplici attività, spiega il Financial Times. (...)

Ore 12:54 - «Io sono il tuo eroe», così i reduci russi indottrinano gli studenti

(di Marta Serafini) Il tuo eroe» tiene «lezioni di coraggio». Sui banchi di scuola russi, i soldati di ritorno dal fronte raccontano ai bambini la guerra. Mostrano video, fanno provare loro l’equipaggiamento militare, educano al «patriottismo». E lo fanno per inculcare nella mente dei più piccoli l’odio per il nemico. È il canale indipendente russo Verstka a raccontarci come funziona la propaganda scolastica in Russia mentre Meduza pubblica la traduzione in inglese della storia. E’ febbraio quando Rosmolodyozh, l’agenzia federale russa per gli affari giovanili, annuncia «Il tuo eroe». Ufficialmente non si tratta di un programma di propaganda scolastica. L’operazione viene venduta come un supporto per i militari tornati dalla «zona di operazioni militari speciali». (...)

Ore 12:56 - Kiev: «Troppe aspettative sul contrattacco ucraino»

«Le aspettative» sul contrattacco ucraino «si sono decisamente surriscaldate». Così il ministro ucraino della Difesa Reznikov parlando a Rbc-Ucraina e riportato da Ukrainska Pravda. «Sono d'accordo» ha affermato rispondendo a una domanda sull'argomento, «tutti vogliono un'altra vittoria; prima non credevamo nella vittoria, volevamo solo che l'Ucraina sopravvivesse, almeno in minima parte, per preservare qualcosa del suo territorio», ha spiegato.

«Ma le nostre forze armate hanno avuto successo e tutti hanno iniziato a credere nella vittoria, dopo l'Isola dei serpenti, Kiev, Chernihiv e l'oblast di Sumy, quello di Kharkiv e Kherson. Vogliono un'altra vittoria. Va bene, sono emozioni, aspettative di un successo», ha aggiunto. Tuttavia, ha aggiunto, «con lo stato maggiore e la viceministra della Difesa Hanna Maliar, siamo d'accordo su questo messaggio: "Ragazzi, non sopravvalutate le vostre stesse aspettative in modo da non restare delusi in seguito. Non è così semplice, è una guerra"».

Ore 13:02 - Kiev: «L’Ucraina ha già ricevuto 42.000 terminali Starlink»

Dall’inizio dell’invasione della Russia l’Ucraina ha ricevuto 42.000 terminali internet della rete satellitare Starlink della società SpaceX di Elon Musk: lo ha detto a Ukrinform il vice primo ministro e ministro della Trasformazione Digitale ucraino, Mykhailo Fedorov. «Tutto funziona costantemente. Siamo in costante comunicazione con l’azienda e rispondiamo prontamente a tutto. Ora in Ucraina ci sono 42.000 terminali Starlink che forniscono comunicazioni a ingegneri nel settore dell’energia, medici e militari», ha affermato Fedorov.

Il ministro ha sottolineato che «lo Stato non ha speso un solo centesimo» per i terminali, in quanto essi sono stati tutti donati da partner internazionali, che pagano le attrezzature a condizioni agevolate. La Starlink fornisce l’accesso a Internet a banda larga attraverso la sua rete di satelliti. La velocità di Internet è fino a 1 Gbps per ogni abbonato e il servizio può essere utilizzato in qualsiasi parte del mondo.

 Ore 13:02 - Mosca: «Occidente non nasconde più essere dietro alla pianificazione della controffensiva Kiev»

«L’Occidente afferma esplicitamente che farà tutto il possibile per far sì che sia un successo la controffensiva delle forze armate ucraine, pianificata per il prossimo futuro. Ovvero non nascondono nemmeno di essere dietro a tutta questa pianificazione militare, non solo a livello di guida tattica, ma anche sul collocamento» delle forze «in base al loro piano strategico». Si è espressa così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass. Zakharova ha ripetuto le accuse contro l’Occidente per il suo «coinvolgimento diretto nel conflitto».

Ore 13:17 - Lula: «Spesso una guerra non ha bisogno di un vincitore»

«Ciascuna parte vuole vincere e spesso una guerra non ha bisogno di un vincitore. Si tratta solo di fermarsi, raggiungere un compromesso e riportare tutti alla normalità. Penso che sia possibile», come lo dimostra la costruzione dell’Ue dopo la Seconda guerra mondiale, «ed è per questo che sto cercando di fare la mia parte». Lo ha detto il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, parlando della guerra in Ucraina in un’intervista rilasciata a El Paìs durante la sua visita ufficiale in Spagna. Il leader brasiliano a inizio aprile si è attirato le critiche dei leader occidentali perché ha affermato che sia l’Ucraina che la Russia hanno deciso di entrare in guerra e che gli aiuti militari statunitensi stanno alimentando il conflitto.

Ore 13:50 - Ucraina, la Wagner sospende gli attacchi a Bakhmut per la visita dei giornalisti Usa

Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un messaggio audio diffuso via Telegram, ha riferito che il gruppo ha deciso di sospendere il fuoco d'artiglieria a Bakhmut per permettere alle forze ucraine dall'altra parte della linea del fronte di mostrare in sicurezza la città ai giornalisti Usa in visita. «È stata presa la decisione di sospendere il fuoco dell'artiglieria in modo che i giornalisti americani possano filmare Bakhmut in sicurezza e tornare a casa», ha detto Prigozhin, secondo la trascrizione dell'audio riportata dal Guardian. Nello stesso messaggio Prigozhin ha avvertito la parte ucraina di non tentare di far intervenire altre forze con la scusa della visita dei giornalisti.

Ore 14:05 - Mosca: «Risponderemo all'espulsione dei diplomatici russi dalla Svezia»

«Consideriamo la decisione delle autorità svedesi come parte di un percorso di scontro con la Russia. Naturalmente, tali azioni non rimarranno senza risposta», ha affermato Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Martedì, il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billstrom, aveva annunciato l'espulsione dal regno di cinque diplomatici russi, aggiungendo che le loro attività erano «incompatibili con lo status di diplomatico».

Ore 14:27 - Cremlino: «L'attentato a Putin? Un'invenzione della stampa scandalistica»

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha liquidato le affermazioni di un giornalista ucraino circolate sui media di Kiev, e riprese dal tabloid tedesco Bild, secondo le quali i servizi segreti ucraini avrebbero cercato di uccidere il presidente russo Vladimir Putin con un drone. «Invenzioni da stampa scandalistica. Non siamo a conoscenza di queste pubblicazioni - ha detto Peskov, citato dalla Tass -. Ora ci sono tante invenzioni da stampa scandalistica come questa. Non c'è ragione di andare a leggere tutte queste cose».

Ore 14:31 - Mosca respinge la richiesta degli Usa di poter far visita al giornalista Gershkovich

La Russia ha respinto la richiesta dell'ambasciata degli Stati Uniti per una visita al giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, in carcere a Mosca, per l'11 maggio «a causa della situazione relativa al rifiuto dei visti per i giornalisti russi a recarsi a New York». Lo ha detto il ministero degli Esteri russo, come riporta Ria Novosti. «È stato sottolineato in particolare che un atto di sabotaggio (il mancato rilascio dei visti ai giornalisti russi, ndr) volto a ostacolare il normale lavoro giornalistico non rimarrà senza ritorsioni», afferma il ministero russo.

Ore 15:18 - Mosca: «No a escalation nucleare ma non sfidateci»

La Russia non prevede un’escalation nucleare nel suo confronto con l’Occidente sull’Ucraina, ma ha messo in guardia dal mettere alla prova la sua pazienza. «Faremo tutto il possibile per impedire lo sviluppo di eventi secondo lo scenario peggiore, ma non a costo di violare i nostri interessi vitali», ha dichiarato Zakharova in una conferenza stampa, come riportano le agenzie russe. «Non consiglio a nessuno di dubitare della nostra determinazione e di mettere alla prova la nostra pazienza nella pratica», ha aggiunto.

La Russia ha fortemente criticato la fornitura di armi occidentali all’Ucraina e l’espansione della Nato a Est. «Continuano a violare deliberatamente i nostri interessi fondamentali, creano deliberatamente rischi e alzano la posta in gioco nel confronto con la Russia», ha denunciato Zakharova. L’ex presidente russo, Dmitri Medvedev, uno stretto alleato del leader del Cremlino Vladimir Putin, ha dichiarato all’inizio di questa settimana che il mondo è «molto probabilmente sull’orlo di una nuova guerra mondiale».

Ore 17:03 - Putin: «Sosteniamo gli obiettivi ambiziosi di Erdogan»

Vladimir Putin ha salutato oggi la prima centrale nucleare turca, quella di Akkuyu, costruita dalla Russia, come «un simbolo» della cooperazione tra Mosca e Ankara. «Questo è un altro esempio convincente di quanto lei sta facendo per il suo Paese», ha aggiunto Putin rivolgendosi al presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante la cerimonia online per l’arrivo del primo combustibile per la centrale. «Lei sa come porre obiettivi ambiziosi e si muove con fiducia verso la loro realizzazione, e noi sosteniamo un tale atteggiamento», ha aggiunto il presidente russo, a meno di un mese dalle elezioni presidenziali in Turchia.

Quella di oggi è la prima apparizione pubblica di Erdogan dopo un malore accusato durante una intervista televisiva. Putin gli ha rivolto gli auguri per una pronta ripresa e ha aggiunto che senza di lui sarebbe stato «difficile parlare del successo» del progetto della centrale nucleare.

Ore 17:07 - Kiev: «Gli aerei F-16 sarebbero un deterrente, non una provocazione a Mosca»

Consegnare caccia F-16 all’Ucraina sarebbe un atto di deterrenza, non una provocazione verso la Russia. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, elencando su Twitter diverse armi per le quali si temeva che la consegna avrebbe scatenato un’escalation, poi non avvenuta. «Tipi di armi che, ci avevano detto, avrebbero provocato la Russia verso un’escalation se date all’Ucraina, cosa che non è avvenuta: artiglieria, Mlrs, difesa aerea, tank, missili a lungo raggio. Non lo farebbero neanche gli F-16. Dare all’Ucraina gli F-16 sarebbe un deterrente verso la Russia invece che una provocazione. E’ tempo di fare questo passo», ha scritto Kuleba.

Ore 17:12 - Bombe russe sulla regione di Kharkiv, un morto e quattro feriti

Le truppe russe hanno bombardato il villaggio di Tokarivka nella regione di Kharkiv, una persona è morta e quattro sono rimaste ferite. Lo ha reso noto su Telegram Oleg Sinegubov, capo della regione di Kharkiv, ripreso da Ukrinform. «Il nemico ha appena bombardato il villaggio di Tokarivka, distretto di Kharkiv. I lavoratori di Kharkiv Oblenergo, che stavano lavorando al ripristino delle linee elettriche, sono rimasti feriti. Sfortunatamente, una persona è stata uccisa e altre 4 sono rimaste ferite», afferma il rapporto.

Ore 17:15 - Media russi: «Il generale Mizintsev, noto come il "macellaio di Mariupol", non è più viceministro della Difesa»

Il generale russo Mikhail Mizintsev, tristemente noto come il «macellaio di Mariupol», sarebbe stato rimosso dall'incarico di vice ministro della Difesa, che ricopriva dallo scorso settembre. Lo ha reso noto in un post su Telegram Alexander Sladkov, corrispondente del quotidiano di stato russo Izvestia.

Nel commentare la notizia su Twitter, il consigliere del ministero ucraino dell'Interno Anton Gerashenko, ricorda che fu Mizintsev a ordinare il bombardamento dell'ospedale materno di Mariupol, del teatro e delle case civili. Sottoposto a sanzioni europee e britanniche, Mizintsev era stato messo a capo della logistica come vice ministro e avrebbe «rubato parecchio», nota ancora Gerashenko, sottolineando comunque che la notizia della sua rimozione non è stata ancora confermata ufficialmente. Al Tweet viene allegato un video nel quale si vede il generale raccontare l'esecuzione di 93 persone disarmate in abiti civili a Mariupol.

Ore 17:26 - Kiev: «Il giornalista Zunino ha ignorato gli avvertimenti e non ha rispettato le regole»

Il giornalista italiano Corrado Zunino, ferito ieri dai russi nella regione di Kherson, avrebbe ignorato le regole di condotta dei media in zona di guerra, oltre agli avvertimenti dei militari ucraini. Lo sostiene il Comando operativo sud dell'esercito ucraino, in una comunicazione su Facebook ripresa dai media ucraini, tra cui Ukrinform in apertura del sito e l'Ukrainska Pravda. Secondo la loro versione, Zunino non avrebbe informato gli addetti stampa responsabili del suo lavoro in città. E sul posto ha ignorato gli avvertimenti preventivi dei militari ucraini sul pericolo e le grida di «Pericolo, signore! Pericolo, signore!». «In quanto responsabile della trasferta - aggiunge il Comando operativo sud - Zunino aveva l'obbligo di assicurarsi che un membro del suo gruppo non solo indossasse un giubbotto con la scritta Press, ma anche una protezione al suo interno. L'italiano ha violato le regole di condotta per i giornalisti in teatri di combattimento». In ogni caso, conclude la nota, «l'uccisione e il ferimento di giornalisti è un altro crimine di guerra della Russia».

Ore 17:36 - La first lady Zelenska: «Oltre 19mila minori ucraini trattenuti in Russia»

A oggi «361 minori sono tornati in Ucraina, ma ancora 19.390 sono trattenuti in Russia, e questo numero non comprende quelli dei territori occupati. Al mondo non chiediamo solo di preoccuparsi per il destino dei nostri figli, ma di offrire tutto l'aiuto che può». È l'appello che la first lady ucraina, Olena Zelenska, ha rivolto all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa intervenendo al dibattito - che sarà seguito da votazione - sul rapporto sulla deportazione e il trasferimento forzato di minori e altri civili ucraini verso la Russia e i territori che occupati.

Ore 17:57 - Il punto militare | Il comandante della Nato in Europa: «Consegnato il 98% del materiale promesso a Kiev». Tutto pronto per l’offensiva?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’Alleanza atlantica assicura di aver dato il possibile agli ucraini, Kiev vuole avere i depositi pieni e invoca altri aiuti. Sono posizioni differenti che rispecchiano la realtà, ma anche un gioco di ombre per proteggere le mosse.

Il comandante delle forze Nato in Europa, il generale Christopher Cavoli, ha affermato in una deposizione al Congresso che la coalizione ha già consegnato il 98% dei mezzi da combattimento promessi. È un dato significativo che include oltre 230 nuovi tank, più di 1.500 blindati e tutti i mezzi necessari a sostenere l’eventuale offensiva.

Ore 18:10 - Prigozhin: «Cessate il fuoco a Bakhmut? Era una battuta di umorismo militare»

Era solo una battuta di «umorismo militare». Così Yevgeny Prigozhin, il capo dei mercenari della Wagner, ha spiegato il suo precedente annuncio di un «cessate il fuoco» a Bakhmut in occasione dell'arrivo di giornalisti americani. Lo riporta l'agenzia stampa di stato russa Tass. Stamattina Prigozhin aveva dichiarato che gli ucraini stavano accompagnando giornalisti americani verso il fronte di Bakhmut, aggiungendo di aver deciso un cessate il fuoco in modo che «i giornalisti americani possano girare con calma immagini a Bakhmut e tornare a casa». Poi il capo della Wagner ha chiarito che era solo una battuta di spirito.

«Erano arrivate informazioni che giornalisti americani stavano arrivando da Chasov Yar accompagnati da Tserber, il comandante della 57esima brigata dell'esercito ucraino a cui diamo la caccia da tempo senza poterlo catturare. Ho fatto una dichiarazione ai media. Si trattava di umorismo militare, niente più. Era una battuta», ha affermato Prigozhin.

Ore 18:47 - Cnn: «Mosca ha sgomberato una base in Crimea in vista della controffensiva ucraina»

Le forze russe hanno lasciato un'importante base nel nord della Crimea in previsione di una possibile offensiva ucraina nella penisola. Lo sostiene la Cnn, in possesso di immagini satellitari dalle quali emerge lo sgombro della base nei pressi del villaggio di Medvedivka, vicino al confine con la regione di Kherson.

Non è immediatamente chiaro dove Mosca abbia ridispiegato le proprie forze ed equipaggiamenti, ma le autorità della penisola annessa dalla Federazione nel 2014 hanno fatto capire di temere un'azione di Kiev. «Penso che la decisione di costruire strutture difensive in Crimea e sulle postazioni vicine sia corretta e giustificata - aveva detto l'11 aprile scorso il governatore della penisola, Sergei Aksyonov - In generale, posso dire che le nostre forze armate hanno costruito una difesa moderna e profondamente articolata. Questo non significa che saranno necessariamente utilizzate per lo scopo previsto. Dovevamo prepararci a qualsiasi scenario, e l'abbiamo fatto».

Partendo da queste dichiarazioni, l'opinione degli esperti di difesa è che il ritiro dell'equipaggiamento militare russo dalla base di Medvedivka potrebbe essere collegato a operazioni difensive in vista della controffensiva ucraina. Le immagini del satellite Ue Sentinel 2 del 21 gennaio scorso mostrano una grande presenza di equipaggiamento russo, sottolinea la Cnn, mentre da quelle a più alta risoluzione del satellite Maxar dell'11 febbraio si evince la presenza di decine di veicoli blindati, carri armati e pezzi di artiglieria. Mezzi che non sono più visibili nelle nuove immagini di Sentinel 2 risalenti al 27 marzo scorso.

Ore 19:07 - Settima sanzione russa a Wikipedia: 22.300 euro per non aver rimosso informazioni militari riservate

Nuova sanzione in Russia, la settima quest'anno, contro Wikipedia. L'enciclopedia libera di internet dovrà versare l'equivalente di 22.300 euro (due milioni di rubli) per non aver rimosso informazioni proibite, secondo quanto ha stabilito il tribunale Taganski di Mosca.

Wikimedia Foundation, a cui fa capo l'edizione russa di Wikipedia, non ha accettato di rimuovere un articolo su una unità militare con informazioni riservate, vale a dire l'ubicazione, la composizione e l'equipaggiamento di un battaglione militare, nonché informazioni relative alla cosiddetta operazione militare speciale . In tutto, Wikipedia Russia ha dovuto versare allo stato russo 8,5 milioni di rubli.

Ore 19:23 - Il Consiglio d'Europa: «Le deportazioni russe di minori ucraini sono genocidio»

«Le prove raccolte sulla deportazione e il trasferimento forzato di bambini ucraini in Russia o nei territori che sta occupando mostrano che queste pratiche corrispondono al crimine di genocidio». Lo afferma l'assemblea del Consiglio d'Europa in un rapporto votato all'unanimità in cui si chiede a Mosca di cessare immediatamente e incondizionatamente quanto sta attuando nei confronti dei minori ucraini.

«I trasferimenti forzati, le deportazioni illegali e la "rieducazione" dei bambini, che sono particolarmente vulnerabili e bisognosi di protezione, sono abominevoli nel loro obiettivo di annientare ogni legame e caratteristica della loro identità ucraina», si denuncia nel rapporto. Secondo l'assemblea «la natura organizzata e sistematica delle pratiche adottate da Mosca, il fatto che hanno caratteristiche simili nelle diverse regioni occupate ma anche nel corso del tempo portano a concludere che l'intenzione è quella di distruggere l'Ucraina, l'identità ucraina e le caratteristiche culturali e linguistiche del suo popolo».

Ore 19:30 - Ferimento del giornalista Zunino, Repubblica risponde a Kiev: «Ha rispettato le regole»

«La direzione di Repubblica prende atto delle dichiarazioni del Comando operativo sud dell'esercito ucraino, sottolinea come Corrado Zunino, munito di documenti lasciapassare per la zona di Kherson regolarmente chiesti e rilasciati dalle autorità militari ucraine, abbia improntato il suo comportamento al rispetto delle regole di condotta dei media in zona di guerra, e condivide con le autorità ucraine l'interesse a chiarire ogni aspetto di quanto accaduto sul ponte Antonovsky nella giornata del 26 aprile. A tal fine attende il rientro in Italia del suo inviato».

Ore 19:34 - Il generale Usa: «Forze di terra russe più grandi oggi che all'inizio della guerra»

«Le forze di terra russe sono più grandi oggi che all'inizio del conflitto». Lo ha affermato il generale americano Christopher Cavoli, capo delle forze della Nato in Europa, sottolineando che nonostante abbia subito migliaia di perdite dall'inizio della guerra, la Russia ha ancora molta potenza di fuoco nel proprio arsenale. «Le forze di terra russe sono state in qualche modo ridotte da questo conflitto, ma sono più grandi oggi di quanto non lo fossero all'inizio della guerra», ha detto Cavoli davanti alla Commissione per i servizi armati della Camera degli Stati Uniti, aggiungendo che «l'Aeronautica militare ha perso molto poco, 80 aerei. Hanno altri 1.000 combattenti e cacciabombardieri, mentre la Marina ha perso solo una nave».

Secondo Cavoli «gran parte dell'esercito russo non ha avuto un impatto negativo» dall'invasione in Ucraina. «I russi sono più attivi di come li abbiamo visti negli anni. I loro pattugliamenti nell'Atlantico sono ad un livello superiore rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni,» ha assicurato il generale. «E questo - ha concluso - nonostante tutti gli sforzi che stanno intraprendendo in Ucraina».

Ore 19:42 - Gli Usa impongono nuove sanzioni a Russia e Iran per l'ingiusta detenzione di cittadini americani

L'amministrazione Biden ha imposto oggi nuove sanzioni a Russia e Iran per l'ingiusta detenzione di cittadini americani. Alti funzionari dell'amministrazione non hanno voluto specificare quali detenzioni siano specificamente alla base delle sanzioni, affermando che si tratta di una risposta a un modello di azioni da parte dei due Paesi che trattengono ingiustamente gli americani, sia attualmente che in passato. Le fonti hanno tuttavia precisato che le sanzioni erano in programma ben prima dell'arresto, il mese scorso, del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich in Russia, la cui detenzione è stata rapidamente dichiarata ingiusta dal governo statunitense, come quella dell'altro cittadino Usa attualmente detenuto in Russia, Paul Whelan.

Le sanzioni sono rivolte precisamente ai servizi russi Fsb e alla Guardia rivoluzionaria dell'Iran: si tratta della prima applicazione del nuovo tipo di sanzioni istituite lo scorso anno dal presidente Joe Biden, da utilizzare contro coloro che tengono ingiustamente prigionieri gli americani.

Tuttavia le sanzioni sono in gran parte simboliche, dal momento che entrambe le organizzazioni sono già sottoposte ad ampie sanzioni per una serie di comportamenti che vanno dall'interferenza elettorale all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, fino al sostegno alle attività terroristiche.

Oltre a colpire le due organizzazioni, l'amministrazione aggiunge ulteriori sanzioni a 4 leader dell'IRGC, cioè i Guardiani della rivoluzione, che si ritiene siano coinvolti in tentativi di sequestro. Secondo le fonti, l'alleggerimento di queste sanzioni potrebbe essere usato come incentivo nei negoziati per cercare di ottenere il rilascio degli americani detenuti all'estero.

Ore 20:40 - Mosca vara un decreto di cittadinanza nei territori occupati, chi non diventa russo sarà trattato da straniero

Vladimir Putin ha varato un decreto sulla cittadinanza nei territori ucraini occupati che considera come straniero chiunque non abbia scelto di prendere la nazionalità russa. Potranno quindi fare domanda per permessi di soggiorno. Dovranno essere prese le loro impronte digitali.

Ore 20:55 - Bulgaria: «Da Mosca forte incremento di attacchi ibridi»

La Bulgaria sta affrontando un aumento senza precedenti di attacchi ibridi russi. Lo ha affermato oggi a Sofia il ministro degli Esteri bulgaro Nikolay Milkov, ripreso dai media locali.

A suo dire, i numerosi casi registrati «sono volti a minare la stabilità della Bulgaria, e di conseguenza i valori e i processi democratici». «La Russia utilizza un ricco arsenale di tattiche ibride, strumentalizza le forniture di energia e generi alimentari, applica cyberattacchi per controllare le tecnologie sensibili», ha aggiunto Milkov.

Secondo il ministro, si osserva in Bulgaria un rafforzamento senza precedenti della propaganda di Mosca «volta alla destabilizzazione politica interna della nostra società, provocando malcontento e riducendo la solidarietà con l'Ucraina».

Ore 21:27 - Comici russi si fingono Zelensky e ingannano il presidente della Fed Jerome Powell

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell è caduto nella trappola di due impostori russi che si sono finti il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, intrattenendosi in una conversazione su più temi, dall'inflazione alla banca centrale russa. Lo riportano i media americani citando alcuni video andati in onda sulla tv di stato russa.

Dai filmati emerge un Powell che paventa almeno altri due rialzi dei tassi di interesse e ipotizza l'apertura di una Fed a Kiev. La conversazione è avvenuta in gennaio e secondo la Fed i video sono stati ritoccati. «Abbiamo riferito il caso alle autorità e in rispetto dei loro sforzi non commenteremo ulteriormente», afferma la Fed descrivendo la telefonata come «amichevole. Nessuna informazione riservata è stata discussa».

A fingersi Zelensky sono stati Vladimir Kuznetsov e Alexei Stolyarov, conosciuti con i soprannomi di Vovan e Lexus. Sostenitori di Vladimir Putin, i due da anni cercano di ingannare, in molti casi con successo, i politici stranieri. Il caso è destinato a sollevare polemiche sulla sicurezza all'interno della Fed visto che i "finti" Zelensky sono riusciti ad arrivare fino al presidente della Fed aggirando i controlli.

Ore 22:00 - Putin: «L'industria russa dei droni potrebbe superare i 12 miliardi di dollari»

Il volume dell'industria russa dei droni potrebbe raggiungere un trilione di rubli (12,2 miliardi di dollari). Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass, in visita al parco industriale di Rudnevo, che ospita diverse società specializzate nello sviluppo e nella produzione di velivoli senza pilota.

«È un settore estremamente importante dell'industria nazionale, molto promettente. Abbiamo verificato proprio ora, i miei colleghi e io, e ho visto una cifra di volume per il prossimo futuro di 500 miliardi di rubli. Ma sono d'accordo con me che si tratta di una stima molto prudente. Molto probabilmente, se tutti noi iniziamo a lavorare intensamente, incluso lo Stato, sarà di 1 trilione di rubli (pari a 12,2 miliardi di dollari, ndr)», ha detto Putin.

Secondo il presidente russo inoltre, l'industria dei droni «in primo luogo, è il futuro. E ciò che è ancora più importante: le applicazioni dei droni sono semplicemente illimitate: non esiste un'industria o settore economico in cui l'uso dei droni non sarebbe possibile». Il presidente ha aggiunto che lo sviluppo dei droni «aumenterà fondamentalmente e seriamente la competitività di qualsiasi economia».

Ore 22:20 - Zelensky: «Dal Consiglio d'Europa risultato politico importante»

La risoluzione dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che «riconosce che la deportazione russa di bambini ucraini costituisce la prova del crimine di genocidio» è «un risultato politico importante». Lo afferma sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Accolgo con favore il primo riconoscimento di questo fatto da parte di un organo statutario del Consiglio d'Europa, organizzazione che unisce tutta l'Europa», aggiunge.

«In pratica, questa decisione aiuterà in modo significativo i nostri sforzi globali per assicurare alla giustizia la Russia e i suoi funzionari, compreso il capo dello Stato terrorista, per il genocidio e le politiche di genocidio contro l'Ucraina», conclude Zelensky.

Ore 23:07 - Zelensky: «Missili russi su Kostyantynivka, ci sono feriti e danni a edifici civili»

Un attacco serale sulla cittadina di Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, ha provocato danni e anche vittime: a denunciarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio citato da Ukrinform. «A Mykolaiv - aveva premesso il leader - è già stata completata la demolizione dei detriti sul luogo dell'attacco missilistico avvenuto ieri sera. Più di 20 feriti, una persona è morta. Le mie condoglianze alla famiglia e agli amici. Dozzine di case comuni e due istituti scolastici sono stati danneggiati dai razzi». Stasera, ha proseguito «è stato effettuato un altro attacco missilistico su Kostyantynivka, nella regione di Donetsk. Anche una scuola, un ospedale e edifici residenziali sono stati danneggiati. Sfortunatamente, ci sono persone ferite», ha detto Zelensky.

Ore 00:30 - Intercettato soldato russo: ha tagliato la gola ai prigionieri

In una telefonata intercettata dal servizio di sicurezza ucraino (Sbu), un soldato russo avrebbe ammesso di aver ripetutamente ucciso prigionieri di guerra ucraini tagliando loro la gola dopo averli interrogati. Lo riporta lo stesso Sbu su Telegram, ripreso dal Kyiv Independent. «I prigionieri di guerra, una volta che abbiamo avuto da loro tutte le informazioni, non ha senso tenerli ancora... Devono essere smaltiti», dice il militare russo che gli 007 ucraini hanno identificato come Yevgeny Suchko, delle regione russa di Novgorod, nato nel 1995. Arruolato nell’autunno del 2022, da allora si trova nell’oblast di Kharkiv, sostengono ancora i servizi ucraini. Nell’intercettazione, il soldato russo spiega anche come tagliare la gola a una persona, aggiungendo di averlo fatto «abbastanza» volte. L’Sbu aggiunge su Telegram che farà «in modo che questo criminale di guerra e ogni altro criminale di guerra della Federazione Russa siano ritenuti responsabili». Nelle scorse settimane era circolato un video che mostrava la decapitazione di un soldato ucraino. Il 17 aprile il commissario per i diritti umani ucraino, Dmytro Lubinets, aveva dichiarato all’Ukrainska Pravda che il suo ufficio ha ricevuto «diverse decine» di video di presunte esecuzioni di prigionieri di guerra ucraini da parte dei militari russi.

Ore 05:12 - Esplosioni nella notte. A Dnipro morti una donna e un bimbo di tre anni

Esplosioni a Kiev e la regione che circonda la capitale sono state segnalate nelle prime ore del mattino da Interfax Ucraina e canali Telegram. Dnipro, Kremenchuk e Poltava nell’Ucraina centrale e in Mykolaïv nel sud le città colpite. Gli attacchi arrivano un giorno dopo che il Cremlino aveva detto che avrebbe accolto tutto ciò che potrebbe portare alla fine del conflitto, riferendosi a una telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy di mercoledì. Era la prima volta che i leader parlavano dai tempi della Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Ma il Mosca ha affermato che deve ancora raggiungere gli obiettivi di la sua «operazione militare speciale» in Ucraina. Presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, 2022, dicendo che era necessario proteggere la Russia. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali lo hanno respinto, affermando il l’invasione è stata una presa di terra non provocata da parte di Putin, che ha ha portato alla più grande guerra di terra in Europa dalla seconda guerra mondiale. Le forze russe hanno subito battute d’arresto in tutto il conflitto e hanno cercato per 10 mesi di aprirsi la strada nei resti in frantumi di Bakhmut, una volta una città di 70.000 abitanti. La Russia vede Bakhmut come un trampolino di lancio fondamentale verso altre città nell’Ucraina orientale, ora il suo principale obiettivo militare.

Ore 05:49 - Undici missili russi abbattuti dalla difesa aerea ucraina

Undici missili cruise russi sono stati abbattuti nei cieli di Kiev dalla difesa aerea ucraina, senza che abbiano causato vittime o danni gravi. «Secondo i dati preliminari, 11 missili da crociera sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev. Oltre ai missili, sono stati abbattuti anche due droni», ha dichiarato un portavoce del Comune su Telegram.

Ore 06:17 - Le forze russe sgombrano una base nella Crimea settentrionale

Le forze armate russe hanno sgombrato una base militare nel nord della penisola di Crimea, che sino allo scorso febbraio ospitava decine di mezzi corazzati, carri armati e pezzi d’artiglieria. Lo scrive l’emittente televisiva «Cnn», che pubblica una serie di fotografie satellitari della base militare sita vicino alla cittadina di Medvedivka, non lontano dal confine tra la penisola e la regione di Kherson. Foto satellitari scattate tra gennaio e febbraio mostrano l’elevata concentrazione di mezzi militari, oltre a una vasta rete di trincee e strutture difensive. Fotografie più recenti, scattate dal satellite europeo Sentinel 2 il 27 marzo, mostrano però che nelle ultime settimane il sito militare è stato quasi svuotato. Non è chiaro, secondo la «Cnn», dove la Russia abbia riposizionato i mezzi militari, ma da settimane Kharkiv è indicata come probabile bersaglio dell’offensiva primaverile organizzata dalle forze armate ucraine, che puntano a isolare proprio la Crimea dalle regioni dell’Ucraina orientale occupate dalle forze russe.

Erdogan non muore e riceve la telefonata di Putin. Piccole Note (Filo-Putin) il 27 Aprile 2023 su Il Giornale.

Il malore di Erdogan in diretta televisiva ha fatto il giro del mondo. Un malore non da poco, se ha costretto il presidente turco ad annullare gli impegni, ma di gravità controversa: un infarto, problemi cardiaci meno drammatici, una gastrite…

L’incidente deve aver suscitato speranze nei circoli neocon che vedono il sultano come il fumo negli occhi per aver fatto virare la nave turca verso acque più orientali, allontanandola dall’Atlantico e dai ristretti vincoli Nato.

La morte del sultano avrebbe sistemato l’anomalia turca una volte per tutte; o, se anche sopravvissuto, i gravi postumi avrebbero pesato irrevocabilmente sulle elezioni alle porte, consegnando la vittoria all’opposizione (più atlantista).

Se telefonando…

Di oggi la doccia fredda. Putin ha telefonato a Erdogan, dissolvendo tali speranze. I due hanno parlato dei “rapporti turco-russi”, quindi Erdogan ha ringraziato Putin per “il contributo reso alla centrale nucleare di Akkuyu, dove oggi si terrà la cerimonia per la consegna del combustibile nucleare”.

Inoltre, nella conversazione, “sono stati valutati gli sviluppi della guerra russo-ucraina e i piani sull’accordo sui cereali, con il presidente Erdoğan che ha affermato come, attraverso il gruppo di lavoro proposto, si potrebbero lavorare su nuove iniziative” (negoziati con l’Ucraina?). Infine, sono stati discussi anche gli “sviluppi in Siria”.

Conversazione densa, come da report di Anadolu, che dimostra come il sultano sia ancora vivo e vegeto. Ai suoi nemici occorrerà aspettare il 14 maggio, data delle presidenziali, per sperare in un regime-change meno drammatico.

Ad oggi, come rileva The Cradle, una decina di sondaggi danno il suo avversario Kemal Kilicdaroglu in netto vantaggio, anche se sembra probabile che si arrivi al ballottaggio.

Al sultano nuoce la crisi economica che attanaglia il Paese, ma soprattutto il recente terremoto, che ha devastato la Turchia e, non si sa perché, anche la sua immagine di uomo forte. Ma un conto sono i sondaggi, un conto i voti (Brexit docet).

La normalizzazione Siria-Turchia

In attesa delle elezioni, va sottolineata l’importanza dell’ultimo punto della conversazione con Putin, cioè gli sviluppi in Siria. Due giorni fa, Mosca ha ospitato un vertice dei ministri della Difesa e i capi dell’intelligence di Turchia, Siria e Iran (oltre a quello russo) per tentare di risolvere il rebus siriano (Anadolu).

Damasco vuole che la Turchia ritiri tutte le truppe dal suo Paese e smetta di bombardare i curdi siriani. Ankara si è detta disponibile, ma deve poter dichiarare vittoria, cioè che la missione di impedire attacchi curdi contro il suo territorio è riuscita, per cui vuole garanzie in tal senso (in realtà i curdi si sono solo difesi, ma i turchi temono sorprese in caso di ritiro).

La Russia sta portando avanti con successo l’ardua mediazione, nonostante il forte contrasto statunitense. Infatti, i recenti colloqui tenuti a Mosca sono stati “costruttivi” (Reuters).

Tanto che il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che “all’inizio di maggio potrebbe tenersi una riunione dei presidenti di Siria, Russia, Iran e Turchia per normalizzare le relazioni tra Ankara e Damasco” (North Press Agency). Dichiarazione resa due giorni fa, cioè nel giorno in cui Erdogan ha accusato il malore. Coincidenza sfortunata.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 28 aprile.

Le notizie del 28 aprile sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 aprile 2023.

Gli aggiornamenti sulla guerra di venerdì 28 aprile

• Putin firma la legge: chi è accusato di alto tradimento rischia l'ergastolo. Nei territori ucraini occupati chi non chiede la cittadinanza russa potrà essere espulso.

• Filo-russi: «Razzi ucraini su un minibus a Donetsk, 7 morti e 10 feriti».

• Papa Francesco vede Orban e parla di Ucraina: «L’Europa cerchi la pace, nessuno è nemico per sempre».

• Ue: «Raggiunto l'accordo con i cinque paesi che hanno bloccato il grano ucraino»

Ore 05:00 - Esplosioni nella notte. A Dnipro morti una donna e un bimbo di tre anni

Esplosioni a Kiev e la regione che circonda la capitale sono state segnalate nelle prime ore del mattino da Interfax Ucraina e canali Telegram. Non ci sono dettagli su quali obiettivi siano stati colpiti o di danni e vittime. Dnipro, Kremenchuk e Poltava nell’Ucraina centrale e in Mykolaïv nel sud le città colpite. Gli attacchi arrivano un giorno dopo che il Cremlino aveva detto che avrebbe accolto tutto ciò che potrebbe portare alla fine del conflitto, riferendosi a una telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy Mercoledì. Era la prima volta che i leader parlavano dai tempi della Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno. Ma il Mosca ha affermato che deve ancora raggiungere gli obiettivi di la sua «operazione militare speciale» in Ucraina. Presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, 2022, dicendo che era necessario proteggere la Russia. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali lo hanno respinto, affermando il l’invasione è stata una presa di terra non provocata da parte di Putin, che ha ha portato alla più grande guerra di terra in Europa dalla seconda guerra mondiale. Le forze russe hanno subito battute d’arresto in tutto il conflitto e hanno cercato per 10 mesi di aprirsi la strada nei resti in frantumi di Bakhmut, una volta una città di 70.000 abitanti. La Russia vede Bakhmut come un trampolino di lancio fondamentale verso altre città nell’Ucraina orientale, ora il suo principale obiettivo militare.

Ore 05:48 - Undici missili russi abbattuti dalla difesa aerea ucraina

Undici missili cruise russi sono stati abbattuti nei cieli di Kiev dalla difesa aerea ucraina, senza che abbiano causato vittime o danni gravi. «Secondo i dati preliminari, 11 missili da crociera sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev. Oltre ai missili, sono stati abbattuti anche due droni», ha dichiarato un portavoce del Comune su Telegram.

Ore 07:10 - Kiev torna sotto attacco dei missili russi

Dal nostro inviato, Lorenzo Cremonesi

ZAPORIZHZHIA — Erano parecchie settimane che Kiev non veniva più colpita da missili. Ultimamente c’erano stati alcuni allarmi per droni e non avevano neppure scalfito l’atmosfera di nuova normalità che ormai caratterizza la capitale. Ma questa mattina presto la zona della capitale è tornata ad essere presa di mira dai missili russi.

 Per ora non ci sono ancora notizie di danni o vittime, potrebbero arrivare presto. A meno che non siano stati colpiti obiettivi militari e allora sarebbe il silenzio. Si sa invece di danni e vittime nel resto del Paese. Ci sarebbero almeno 16 morti, compresi una donna e un bambino di cinque anni a Dnipro. Colpiti alcuni centri urbani nel resto del centro del Paese, oltre a Dnipro anche Kremenchuk e Poltava. Per il secondo giorno consecutivo attaccato ancora il centro di Mykolaiv nel sud. Qui sembra che i russi stiano cercando di disturbare i preparativi della prossima offensiva ucraina che potrebbe iniziare nelle prossime settimane. L’arrivo degli aiuti militari occidentali e l’inizio del caldo stanno avvicinando il momento dell’attacco.

Ore 08:25 - Ondata di attacchi russi all’alba sull’Ucraina, almeno 16 morti

L’esercito russo ha lanciato più di una dozzina di missili da crociera su Kiev, in Ucraina centrale e al Sud uccidendo cinque civili tra cui un bambino di due anni e la giovane madre a Dnipro, hanno reso noto le autorità di Kiev pubblicando immagini degli attacchi sui social. Le sirene dei raid aerei hanno suonato intorno alla capitale a quasi due mesi dagli ultimi attacchi. Colpita anche Mykolaiv. «Le truppe russe hanno lanciato un massiccio attacco missilistico contro l’Ucraina», ha dichiarato il capo della polizia nazionale Igor Klymenko, come riporta Rbc-Ukraine.

Ore 09:23 - Kiev, i morti a Uman sono 14, anche un bambino

È salito a dieci, tra cui un bambino, il bilancio delle vittime nell’attacco russo a Uman, nell’Ucraina centrale, dove un edificio residenziale è stato colpito da un missile, secondo quanto ha reso noto il ministro degli Interni Igor Klymenko citato da Unian. I feriti sono 17. Durante l’operazione di soccorsi sono stati tratti in salvo tre bambini.

 Ore 09:45 - Kuleba: «Uccidere innocenti nel sonno è risposta russa a iniziative pace»

«Gli attacchi missilistici che uccidono ucraini innocenti nel sonno, compreso un bambino di 2 anni, sono la risposta della Russia a tutte le iniziative di pace». Lo ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter affermando che «la via per la pace è cacciare la Russia dall’Ucraina. La via per la pace è armare l’Ucraina con gli F-16 e proteggere i bambini dal terrore russo».

Ore 10:33 - Kiev: «Mykolaiv colpita con Iskander-K, difficili da rilevare»

L’esercito russo ha colpito Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, con missili Iskander-K «difficili da rilevare», ha detto il portavoce del Comando dell’aeronautica ucraina Yuriy Ignat, citato da Rbc-Ukraine. «Secondo le ultime informazioni a nostra disposizione, i missili Iskander-K sono stati lanciati da Sud. È un missile da crociera, che, in linea di principio, ha le stesse prestazioni dei Calibre, ma Iskander-K è un missile non balistico, vola molto basso, questo è il problema del suo rilevamento e anche dell’abbattimento, questi missili possono essere lanciati da una distanza abbastanza ridotta», ha spiegato Ignat.

Ore 10:43 - Cnn: «Droni Iran usati da russi hanno tecnologia occidentale»

Sono alimentati da un motore basato su tecnologia occidentale, tedesca per la precisione, i cosiddetti droni kamikaze Shahed-136 venduti dall’Iran alle forze armate russe che li utilizzano nella guerra in Ucraina. Tecnologia che l’Iran avrebbe ottenuto in modo illecito una ventina di anni fa. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Conflict Armament Research (Car), un’organizzazione con sede nel Regno Unito che indaga sui componenti delle armi, condiviso in esclusiva con la Cnn.

E che mostrerebbe come l’Iran sia in grado di riprodurre alla perfezione la tecnologia militare che ha ottenuto in maniera illegittima. In quest’ottica, un’altra preoccupazione dei funzionari occidentali è che la Russia possa condividere con gli iraniani armi e attrezzature di fabbricazione occidentale recuperate sul campo di battaglia in Ucraina. Analizzando i resti di droni Shahed-136 in Ucraina tra l’ottobre dello scorso anno e marzo 2023, i ricercatori di Car hanno potuto confermare che il motore dello Shahed-136 è stato sottoposto alla revisione del motore da parte di una società iraniana chiamata Oje Parvaz Mado Nafar, nota come Mado, con sede nella città di Shokuhieh nella provincia di Qom. La società è stata sanzionata da Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea nel dicembre dello scorso anno. Secondo i governi occidentali e le Nazioni Unite, infatti, la Mado svolge un ruolo cruciale nell’espansione dell’industria dei droni in Iran.

 Ore 11:32 - Usa, imposte sanzioni a Russia e Iran per ingiusta detenzione americani

L’amministrazione Biden ha imposto oggi nuove sanzioni a Russia e Iran per l’ingiusta detenzione di cittadini americani. Alti funzionari dell’amministrazione non hanno voluto specificare quali detenzioni siano specificamente alla base delle sanzioni, affermando che si tratta di una risposta a un modello di azioni da parte dei due Paesi che trattengono ingiustamente gli americani, sia attualmente che in passato. Le fonti hanno tuttavia precisato che le sanzioni erano in programma ben prima dell’arresto, il mese scorso, del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich in Russia, la cui detenzione è stata rapidamente dichiarata ingiusta dal governo statunitense, come quella dell’altro cittadino Usa attualmente detenuto in Russia, Paul Whelan. Le sanzioni sono rivolte precisamente ai servizi russi Fsb e alla Guardia rivoluzionaria dell’Iran e si tratta della prima applicazione del nuovo tipo di sanzioni istituite lo scorso anno dal presidente Joe Biden, da utilizzare contro coloro che tengono ingiustamente prigionieri gli americani. Tuttavia le sanzioni sono in gran parte simboliche, dal momento che entrambe le organizzazioni sono già sottoposte ad ampie sanzioni per una serie di comportamenti che vanno dall’interferenza elettorale all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, fino al sostegno alle attività terroristiche. Oltre a colpire le due organizzazioni, l’amministrazione aggiunge ulteriori sanzioni a 4 leader dell’IRGC, cioè i Guardiani della rivoluzione, che si ritiene siano coinvolti in tentativi di sequestro. Secondo le fonti, l’alleggerimento di queste sanzioni potrebbe essere usato come incentivo nei negoziati per cercare di ottenere il rilascio degli americani detenuti all’estero.

Ore 13:02 - Kiev: «Nella controffensiva useremo i carri armati Leopard, non gli Abrams»

«L’addestramento è in fase di completamento, perché oltre alle armi e all’equipaggiamento militare, anche il nostro personale militare deve padroneggiarlo. Abbiamo ricevuto sistemi molto moderni. Permettetemi di ricordarvi che oltre alla coalizione di carri armati che include principalmente i carri armati Leopard-2 più Challenger, e il Leopard-1 che arriverà poco dopo, stiamo aspettando gli Abrams. Ma gli Abrams non saranno usati in questa controffensiva, credo, anche se i nostri equipaggi sono già andati alle esercitazioni». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov spiegando che Kiev è pronta alla controffensiva.

«Ma, inoltre, disponiamo di un gran numero di veicoli corazzati di vario tipo: veicoli corazzati per il trasporto di personale e veicoli da combattimento di fanteria: Bradley, Marder, Stryker e CV 90 dalla Svezia. Anche qui i corsi preparatori sono in fase di completamento».

Ore 13:07 - Sale a 15 il bilancio dei morti a Uman

Sono 15 i civili rimasti uccisi a Uman, in Ucraina centrale, nell’attacco lanciato prima dell’alba dall’esercito russo. Lo riferisce il Ministero degli Interni ucraino nel suo ultimo aggiornamento sul bilancio delle vittime, ripreso da Unian.

Il bilancio provvisorio dei morti negli attacchi russi di oggi, sale quindi a 17.

Ore 13:17 - Zelensky sui bombardamenti a Uman: «Solo insieme possiamo sconfiggere il terrore russo»

«Uman... Va ancora avanti la fase di rimozione delle macerie». Il presidente Ucraino Zelensky torna a twittare nel giorno della strage nella città dell’Ucraina centrale provocata da un attacco missilistico russo, come denunciano da ore le autorità locali.

Tra le vittime, scrive, ci sono due bambini «che non possono essere identificati». «Non si sa cosa sia accaduto ai loro genitori - aggiunge il presidente ucraino - I soccorritori continueranno a lavorare fin quando non saranno sicuri che nessun altro sia rimasto sotto le macerie. Solo tutti insieme possiamo sconfiggere il terrore russo, con armi per l’Ucraina, sanzioni più dure contro lo stato terrorista e sentenze giuste per gli assassini russi».

Ore 13:20 - Papa Francesco: «Dove sono gli "sforzi creativi" di pace?»

«In questa fase storica i pericoli sono tanti oggi, tanti. Ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace? Dove stanno?». Lo ha affermato il Papa nel suo discorso alle autorità a Budapest.

Francesco ha fatto riferimento alla Dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950: «"Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche", in quanto - parole memorabili! - "la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano"».

Ore 13:29 - Filorussi: «Razzo ucraino su un minibus a Donetsk, 7 morti tra cui un bambino»

Sette persone, tra cui un minore, sono state uccise oggi a Donetsk, dove un razzo lanciato dalle forze ucraine ha colpito un minibus. I feriti sono invece 10. Lo ha reso noto il sindaco Aleksey Kulemzin, ripreso dall'agenzia Ria Novosti. Secondo le autorità filorusse, gli ucraini hanno bombardato Donetsk poco dopo le 13 ora locale con almeno 10 razzi.

Ore 13:38 - Si aggrava il bilancio delle vittime a Uman: 16 morti

Si è aggravato il bilancio delle vittime a Uman, la città dell'Ucraina centrale attaccata prima dell'alba dall'esercito russo: sono 16 i morti nel condominio di nove piani colpito da missili, tra cui tre bambini. Lo ha reso noto il servizio di emergenza ucraino, riportato da Unian.

Ore 13:45 - Ue: «Gli attacchi russi ai civili sono crimini contro l'umanità»

Gli attacchi russi sui civili e sulle infrastrutture civili sono crimini contro l'umanità». Lo ha affermato il portavoce del Servizio di Azione Esterna per l'Ue, Peter Stano, sottolineando la gravità degli attacchi delle ultime ore da parte della Russia su diverse città ucraine, Kiev inclusa.

«La notte scorsa e questa mattina la Russia ha nuovamente bombardato massicciamente l'Ucraina, con attacchi di missili e droni in tutto il Paese. Ancora una volta hanno colpito i civili mentre dormivano, causando seri danni, uccidendo civili innocenti e ferendo molte persone, inclusi bambini. Gli attacchi sconsiderati di droni e missili contro la popolazione ucraina sono quotidiani», ha spiegato Stano.

Ore 14:12 - Mosca: «In Ucraina bombardati obiettivi militari»

Il Ministero della Difesa russo ha detto di avere colpito obiettivi militari in una serie di bombardamenti missilistici avvenuti la scorsa notte. Il Ministero, citato dall'agenzia Tass, non fa invece riferimento alle vittime civili denunciate dagli ucraini.

Secondo il portavoce Igor Konashenkov, i bombardamenti missilistici sono stati compiuti con missili «di precisione a lunga gittata» su aree in cui erano state radunate unità di riserva dell'esercito ucraino che venivano mandate al fronte. «Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti e l'avanzata dei rinforzi nemici verso le aree di combattimento è stata impedita», ha aggiunto il portavoce.

Ore 14:17 - Peskov: «Rispettiamo tutti la moratoria sulle armi nucleari»

«Al momento tutti si stanno attenendo alla moratoria sull'uso delle armi nucleari». Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha minimizzato il rischio che la Russia possa riprendere a condurre test sulle armi nucleari. Un'ipotesi che nei giorni scorsi era stata sollevata da Lynne Tracy, l'ambasciatrice degli Stati Uniti in Russia. «Al momento tutti si attengono alla moratoria. Non c'è altro da aggiungere», ha detto Peskov in conferenza stampa.

Ore 14:26 - La banca centrale russa prevede un'inflazione fino al 6,5% nel 2023

La Banca Centrale Russa prevede un incremento del tasso d'inflazione dall'attuale 4 fino al 6,5% nel corso del 2023. Lo si legge nella nota diffusa a seguito della riunione del Consiglio dell'Istituto, che ha deciso di lasciare invariati i tassi al 7,5%. Per far fronte all'incremento dei prezzi Mosca valuta un «rialzo per stabilizzare l'inflazione vicino al 4% nel 2024 e oltre».

«In base all'attuale posizione della politica economica - spiegano a Mosca - l'inflazione annua salirà tra il 4,5 e il 6,5% nel 2023 per ritornare al 4% nel 2024».

Al momento, secondo la Banca Centrale Russa, l'inflazione nel paese è «significativamente bassa» al 2,5% rispetto al picco dell'11% registrato in febbraio e al 3,5% di marzo. La dinamica attuale prezzi è cresciuta rispetto alla fine del 2022 ed è «largamente intorno al 4% su base annua» mentre la «componente stabile dell'attuale crescita dei prezzi è finora sotto il 4% su base annua».

Tra le cause dell'attuale livello di incremento dei prezzi, secondo la Banca Centrale Russa, si contano «un adattamento in corso dell'economia russa alle restrizioni commerciali e finanziarie esterne» (le sanzioni, ndr) e il «livello elevato di scorte in un certo numero di categorie merceologiche associato a una domanda interna dei consumatori essenzialmente modesta».

In questo quadro «la debolezza del rublo a partire dalla fine del 2022 non ha influito molto nella dinamica dei prezzi». Per questo «le stime sull'inflazione per le famiglie e per le imprese sono elevate, ma le rispettive tendenze divergono, perché in aprile le prime si sono ridotte e le seconde sono invece salite».

Ore 14:34 - Il vicepremier russo visita Bakhmut: «Spero la ricostruzione inizi presto»

Il vice primo ministro russo Marat Khusnullin, che oggi ha visitato Bakhmut, ha postato sul suo canale Telegram un video che lo ritrae in divisa militare, con l'elmetto e un giubbetto antiproiettile mentre cammina tra le rovine della città. «Voglio ringraziare di cuore - scrive Khusnullin - tutti i nostri combattenti impegnati ad Artyomovsk (il nome russo di Bakhmut, ndr). Spero che presto potremo iniziare i lavori per il restauro della città!».

Ore 14:43 - Cento tra scrittori e attori scrivono a Putin: «Libera Navalny»

Più di cento tra scrittori, attori, giornalisti, registi e altri personaggi pubblici hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al presidente russo Vladimir Putin in cui si chiede la fine dei soprusi in carcere contro Alexey Navalny e il rilascio dell'oppositore, detenuto per motivi politici. Lo riporta Meduza.

Tra i firmatari, ci sono Svetlana Alexievich, Anne Applebaum, Margaret Atwood, Jude Law, Salman Rushdie, Orhan Pamuk, Herta Muller, Eric Cantona, Olga Tokarczuk, Mario Vargas Llosa.

Ore 14:53 - Sale a 17 il bilancio dei morti nei bombardamenti a Uman: tre sono bambini

Sono 17 le persone rimaste uccise a Uman, città nel centro dell'Ucraina colpita nelle scorse ore da un attacco missilistico. «Continuano le operazioni di soccorso», ha detto il governatore Ihor Taburets. Funzionari ucraini hanno confermato alla Cnn che ci sono tre bambini fra le 17 vittime. Le vittime dei raid russi di oggi salgono a 19: a Dnipro, ha riportato in precedenza la Bbc, sono rimaste uccise una donna e la figlia di tre anni.

Ore 15:02 - Uman, una donna mostra la sua casa distrutta dalle bombe: «Un razzo ci ha colpiti»

Una donna in lacrime si riprende con il telefono a Uman, in Ucraina, nella sua abitazione colpita nella notte da un missile russo. «Un razzo ha colpito la nostra casa, siamo ricoperti di sangue, i bambini stavano dormendo. Grazie a Dio siamo vivi ma sono così spaventata. Russi vi odio», dice in lacrime. Nell'attacco dell'esercito di Mosca sulla città sono morte 17 persone.

Ore 15:09 - Cremlino: «La Moldova sarà assorbita dalla Romania»

La Russia vede «una deriva» della Moldova che la porterà verso «l'assorbimento» da parte della Romania. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un punto stampa. «Hanno già distrutto la loro lingua, non la chiamano più lingua moldava. Vediamo una deriva verso l'assorbimento da parte della Romania. Vediamo azioni volte a limitare deliberatamente la propria sovranità», ha detto, commentando le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, secondo cui la Moldova, dopo la decisione di vietare l'ingresso nel Paese a una serie di funzionari russi tra cui il presidente Vladimir Putin, non esiste più.

Ore 15:17 - Putin firma la legge sull'ergastolo per alto tradimento

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che prevede di introdurre il carcere a vita come possibile pena per il reato di «alto tradimento», finora punito in Russia con la reclusione fino a 20 anni. Lo riporta la Tass. Il provvedimento è stato approvato nei giorni scorsi dal Parlamento. Viene anche innalzata da 15 a 20 anni di carcere la pena massima per gli attacchi terroristici.

Ore 15:21 - Cremlino: «Colpito il quartier generale ucraino a Bakhmut»

Missili russi hanno colpito il quartiere generale ucraino a Bakhmut e le unità della "Legione straniera" a Konstantinovka nel Donetsk. Lo ha fatto sapere il Ministero della Difesa russo sul proprio canale Telegram, ripreso da Ria Novosti. Inoltre, continua la nota, attacchi aerei tattici operativi e dell'esercito, fuoco di artiglieria e sistemi di lanciafiamme pesanti del Gruppo di forze meridionale hanno colpito unità nemiche nell'area di Bogdanovka, Chasov Yar, Nikolaevka, Krasnoy e Predtechino nel Donetsk.

Ore 15:29 - La Moldova vieta l'ingresso a Putin e altri russi pro-guerra

Il primo ministro moldavo Dorin Recean ha annunciato che le autorità di Chisinau hanno stilato una lista nera di russi, tra cui Vladimir Putin, a cui è stato vietato l'ingresso in Moldova. Lo riportano i siti moldavi sottolineando che immediata è stata la reazione di Dmitry Medvedev: «Nessuno ci andrà adesso. Forse tra un po'», ha scritto provocatoriamente l'ex presidente russo.

«Abbiamo una lunga lista e manderemo tutti a casa. La Federazione Russa non può dirci cosa dovremmo o possiamo fare. La Moldova è un paese libero e sovrano. Tutti dovrebbero conoscere il loro posto», ha sottolineato Recean. Secondo i media moldavi non tutti i nomi della lista sono stati resi pubblici, ma le persone che vi sono state inserite ne sono a conoscenza.

Tra loro, oltre a Putin, ci sono funzionari e artisti che promuovono e sostengono la guerra della Russia con l'Ucraina. Tra questi figura anche Filipp Kirkorov, noto cantante pop russo, convinto sostenitore di Putin. «Un essere misterioso chiamato Recean ha annunciato che né il presidente russo né i funzionari russi potranno entrare nel suo paese, la Moldova. Beh, prima di tutto, nessuno ci andrà adesso. Forse tra un po'», ha scritto Medvedev secondo quanto riporta il portale polacco Onet.

Ore 15:44 - I superstiti dei bombardamenti di Uman: «Qui vivevano tanti bambini, colpite le camere da letto»

Tatiana, 29 anni, dice di sentirsi miracolata. Solamente un muro ha separato lei, suo marito e i suoi due bambini di 2 e 10 anni dal missile che ha colpito un palazzo residenziale di Uman, lasciando dietro di sé una scia di sangue che conta almeno 17 morti, mentre si continua a scavare sotto le macerie. «Non so nulla delle condizioni della mia casa, vedo che la mia finestra è bruciata, probabilmente è stata distrutta», dice Tatiana all'Ansa. «Alle 4 abbiamo ricevuto l'allarme aereo che mi ha svegliata, ma come ormai siamo tutti abituati, sono tornata a letto e ho cercato di dormire. Poi però abbiamo sentito l'esplosione e abbiamo preso i nostri figli, telefoni e documenti e siamo fuggiti».

Tatiana racconta di non avere dubbi: «Tutte le persone che vivevano nei piani che sono crollati e bruciati sono morte lì. Il missile ha colpito la parte del palazzo in cui c'erano le camere da letto. Questa zona è residenziale, tanti bambini vivevano qui. Conoscevo tutte le persone di quella parte di palazzo, i miei vicini di casa. Ora sono sotto shock, non so che giorno sia, non sto realizzando cosa sia accaduto», dice ancora. «Non so come mi sia salvata, credo sia stato Dio. Non posso spiegarmelo in altro modo: il mio appartamento è intatto e quello accanto è distrutto».

Ore 15:51 - Estonia: «Garantire le esportazioni di grano dai porti ucraini»

«L'aggressione attuata dalla Russia ha notevolmente compromesso la sicurezza alimentare e sta aumentando la fame e la sofferenza nel mondo. Questo è il motivo per cui è fondamentale aiutare a facilitare le esportazioni di grano e cibo dall'Ucraina, anche attraverso i porti ucraini». Lo ha detto il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, partecipando all'incontro, avvenuto oggi a Odessa, tra i ministri degli Esteri dei paesi nordici e baltici e il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Nel corso della giornata, i ministri degli Esteri hanno visitato il porto di Odessa e partecipato all'Odessa Reconstruction Forum. Il ministro estone Tsahkna ha, a tal proposito, presentato la proposta di ospitare il Forum per la ricostruzione dell'Ucraina del 2025 a Tallinn come un modo per sottolineare l'importanza della cooperazione internazionale nella ricostruzione dell'Ucraina.

Ore 15:54 - Zelensky chiede l'invio al fronte dei commissari di reclutamento

I commissari militari di retroguardia dei centri di reclutamento verranno inviati al fronte e i combattenti feriti verranno messi al loro posto in sostituzione. Lo annuncia il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, citato da Ukrinform. «C'è una semplice raccomandazioni del presidente dell'Ucraina. Ha dato una seria raccomandazione al comandante in capo Valery Zaluzhny che la stragrande maggioranza dei commissari militari che sono stati a lungo seduti (nei centri di reclutamento, ndr) siano inviati come personale militare in prima linea. Al loro posto andranno i militari feriti, che sanno, tra l'altro, come svolgere correttamente il lavoro per soddisfare le esigenze di mobilitazione».

Ore 16:19 - Salgono a 20 i morti nell'attacco russo a Uman

Sono saliti a 20 i morti nell'attacco russo che ha colpito questa mattina all'alba la cittadina di Uman, nella regione ucraina di Cherkasy. Lo riferisce il ministero dell'Interno, come riporta Unian. Tra loro ci sono anche 3 bambini. Mentre sono 18 le persone rimaste ferite, di cui 9 sono state ricoverate in ospedale. Intanto, si scava ancora sotto le macerie dell'edificio residenziale di 9 piani colpito da due missili russi.

Ore 16:25 - Zelensky: «Con Xi Jinping ho parlato di integrità territoriale ucraina secondo i confini del '91»

Con il presidente cinese Xi, nella telefonata di mercoledì scorso, si è parlato «di integrità territoriale dell'Ucraina, del rispetto della Carta delle Nazioni Unite, della nostra sovranità e del nostro intero territorio, compresa la Crimea, l'intero Donbass secondo i confini del 1991».

Lo ha dichiarato il presidente ucraino Voldymyr Zelensky nella conferenza stampa congiunta con i presidenti di Repubblica Ceca e Slovacchia, Petr Pavel e Zuzana Chaputova, oggi a Kiev. Lo riporta Ukrinform. Zelensky ha spiegato di aver invitato il leader cinese ad aiutare a restituire gli ucraini catturati e i bambini deportati dalla Russia.

Un altro argomento di conversazione, secondo Zelensky, è stato l'esportazione di grano e la necessità di un corridoio all'interno della Black Sea Grain Initiative. Il capo dello stato ucraino ha aggiunto di aver sollevato anche la questione delle armi per la Russia. «L'Ucraina vorrebbe che tutti gli Stati comprendessero i rischi di fornire qualsiasi tipo di arma alla Federazione Russa. Ho sentito una risposta positiva in questo senso», ha sottolineato Zelensky.

Ore 17:03 - La sindaca di Uman: «Oggi è un giorno triste ma ci rialzeremo»

«Oggi è un giorno di tristezza per noi. Ma come parte dell'identità ucraina di sopravvivere e superare le difficoltà, sono certo che la città si riprenderà. Lo dimostrano già i tanti volontari che aiutano qui». Lo ha detto all'Ansa la sindaca di Uman, Iryna Pletnyova, sul luogo dell'attacco russo. «C'è la guerra nel nostro Paese e un attacco tutti i giorni, dobbiamo essere pronti. Ma come la maggior parte degli ucraini, molti cittadini non seguono gli allarmi», ha spiegato. «Sin dai primi minuti abbiamo organizzato tutti i servizi sotto la nostra responsabilità, dopo 20 minuti tutti i soccorritori erano qui e abbiamo dato aiuto».

Ore 17:18 - La lettera di 100 artisti per il rilascio di Navalny: «Schiacciato in una cella di cemento, basta torture»

Sono oltre cento, tra loro ci sono i grandi della musica, della letteratura, del cinema. Poi giornalisti e personaggi pubblici. Sono gli autori di una lettera aperta, indirizzata al presidente russo Vladimir Putin, in cui chiedono la fine dei soprusi in carcere contro Aleksej Navalny e il rilascio dell'oppositore, detenuto da 11 anni per motivi politici, che adesso rischia anche un processo separato per «estremismo» collegato all’uccisione del blogger pro-guerra Vladlen Tatarsky.

Ore 17:24 - Putin: «Le regioni ucraine annesse sono nostre terre storiche»

Le quattro regioni dell'Ucraina annesse da Mosca sono «terre storiche» russe e i loro abitanti «parte del nostro popolo». Lo ha affermato il presidente Vladimir Putin parlando a San Pietroburgo. Pertanto oggi è necessario «difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia», ha aggiunto Putin, citato dall'agenzia Tass.

Ore 17:30 - Putin: «Bisogna fare muro contro l'aggressione economica dell'Occidente»

Tutte le autorità russe devono lavorare come «una squadra coesa e ben coordinata» per far fronte alla «aggressione economica dell'Occidente». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin parlando a San Pietroburgo a una riunione del Consiglio dei Legislatori, che comprende membri delle due camere del Parlamento nazionale e rappresentanti dei Parlamenti delle repubbliche.

Ore 17:40 - Salgono a 21 i morti nell'attacco russo su Uman

È salito a 21 morti in Ucraina il bilancio dell'attacco missilistico russo che ha colpito questa mattina all'alba la cittadina di Uman, nella regione ucraina di Cherkasy. Lo ha reso noto in un post sul suo canale Telegram il capo dell'amministrazione regionale, Ihor Taburets.

«Ventuno morti al momento. Dolore e rabbia. Le operazioni di ricerca e soccorso proseguono. Continuiamo a fornire l'assistenza necessaria alle vittime. Grazie a tutti i volontari e alle associazioni di beneficenza. Nove famiglie sono già state collocate in alloggi temporanei, preparati per gli sfollati locali», ha scritto Taburets.

Ore 17:49 - Chi non richiederà la cittadinanza russa potrà essere espulso dalle regioni ucraine occupate

I residenti dell e quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno «una minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la «partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate». È quanto prevede una legge firmata e promulgata dal presidente Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.

I non russi potranno essere espulsi dai territori delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson se pongono appunto «una minaccia alla sicurezza nazionale», sostenendo «un cambiamento violento delle fondamenta dell'ordine costituzionale», pianificando atti terroristici, sostenendo il terrorismo, ma anche partecipando a raduni non autorizzati.

Anche i residenti che abbiano ottenuto la cittadinanza russa potrebbero vedersela revocata, e quindi rischierebbero l'espulsione, sempre in caso di minaccia alla sicurezza nazionale e per la diffusione di notizie giudicate false che «provocano discredito» alle forze armate. Gli altri reati che possono portare alla revoca della cittadinanza russa sono, tra gli altri, la renitenza alla leva militare e la diserzione.

Ore 18:01 - Zelensky parla con Michel: «Il bando sull'import di prodotti agricoli ucraini viola gli accordi»

Volodymir Zelensky ha parlato al telefono con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, informandolo delle tragiche conseguenze di un altro attacco missilistico contro città ucraine in cui sono stati uccisi civili, inclusi bambini. «Abbiamo discusso del bando alle importazioni di prodotti agricoli ucraini introdotto da altri Paesi confinanti. Ho espresso la mia profonda preoccupazione per tali decisioni e sottolineato che questi passi sono una decisa violazione dell'Accordo di associazione e dei trattati fondativi dell'Ue», ha scritto Zelensky. «Ho chiesto che venga individuata una soluzione alla situazione, che tenga in considerazione le leggi Ue, l'Accordo di associazione e gli interessi delle parti», ha quindi concluso.

Ore 18:21 - Putin: «La Russia non si isolerà, allargherà le relazioni con i paesi amici»

La Russia non si isolerà, ma piuttosto allargherà le relazioni con i paesi amici. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin all'Assemblea federale russa. «Non ci isoleremo. Al contrario, espanderemo relazioni pragmatiche, eque e reciprocamente vantaggiose ovvero partenariati con paesi amici in Eurasia, Africa, America Latina», ha aggiunto.

«Negli Stati Uniti, tra l'altro, abbiamo molte persone che la pensano come noi. Lo stesso vale per l'Europa. Le élite si comportano in modo diverso. Ma sappiamo che le élite in questi paesi sono spesso ben lungi dal condurre politiche che vanno a beneficio degli interessi della loro stessa gente. Si ritorcerà contro di loro», ha detto ancora Putin aggiungendo che Mosca è pronta a lavorare con i partner stranieri e le società che «apprezzano la sua reputazione commerciale e vogliono cooperare con la Russia».

Ore 18:30 - Sale a 23 il bilancio dei morti a Uman, trovato il corpo di un altro bambino

Il corpo di un altro bambino è stato ritrovato tra le macerie del palazzo colpito da un attacco russo a Uman, portando a 23 il numero dei morti. Lo ha riferito il Ministero dell'Interno ucraino su Telegram. «Uman. Alle 19:00, il corpo del bambino è stato ritrovato. Numero di morti: 23, di cui 4 bambini», ha riferito il Ministero sul social.

Ore 18:47 - Michel a Zelensky: «Gli attacchi russi aumentano la nostra determinazione»

«Ho chiamato il presidente Zelensky. Abbiamo discusso dell'estensione delle esportazioni esenti da dazi per un altro anno dall'Ucraina verso l'Ue. Il sostegno militare, umanitario e politico continuerà finché sarà necessario. I continui attacchi russi sui civili non fanno che rafforzare la nostra determinazione». Lo ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter.

Ore 18:54 - Il punto militare | La Francia insegue le spie russe, infiltrate tra militari ed eventi sportivi

La caccia alle spie è una missione senza limiti. A volte i «battitori» le lasciano correre per vedere dove vanno, in altre le fermano, in altre ancora le «bruciano» rivelandone solo l’identità. Nel taccuino di oggi, alcuni episodi di una battaglia resa intensa dal c onflitto in Ucraina.

Ore 19:03 - Berlino: «In Russia non c'è più libertà d'espressione»

Il governo tedesco ha aspramente criticato la situazione dei diritti umani in Russia. «Il fatto è che in Russia non c'è più libertà di espressione», ha detto la vice portavoce del governo, Christiane Hoffmann, in conferenza stampa a Berlino, come riportano i media tedeschi.

Hoffmann ha spiegato che la Germania osserva «con grande preoccupazione» il modo in cui la Russia tratta i membri dell'opposizione e le organizzazioni non governative, sottolineando che la situazione è peggiorata, in particolare dall'inizio della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. «È con grande preoccupazione e sgomento che assistiamo non solo all'aggressione esterna della Russia, ma anche alla repressione interna», ha commentato.

La portavoce ha poi fatto riferimento alla decisione di Mosca di ordinare lo scioglimento del centro di analisi Sowa, che si occupa di nazionalismo, xenofobia e razzismo in Russia. La chiusura di Sowa va ad aggiungersi a «un triste elenco» di altri ordini simili contro organizzazioni non governative in Russia, tra cui quelli dell'organizzazione Memorial, che l'anno scorso ha ricevuto il premio Nobel per la Pace, ha ricordato ancora la portavoce.

Ore 19:06 - Ue: «Raggiunto accordo con i paesi che hanno bloccato il grano ucraino»

«La Commissione europea ha raggiunto un accordo di principio con B ulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia per quanto riguarda i prodotti agroalimentari dall'Ucraina. Abbiamo agito per rispondere alle preoccupazioni sia degli agricoltori dei paesi vicini dell'Ue, che dell'Ucraina». Lo ha annunciato su Twitter il vicepresidente dell'Esecutivo Ue, Valdis Dombrovskis.

«Gli elementi chiave dell'accordo - spiega Dombrovskis -, come concordato anche con l'Ucraina, sono: revoca delle misure unilaterali da parte di Polonia, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria; misure di salvaguardia eccezionali per quattro prodotti: grano, mais, colza, semi di girasole; pacchetto di sostegno da 100 milioni di euro per gli agricoltori interessati in 5 Stati membri; indagini di salvaguardia su alcuni altri prodotti incluso l'olio; lavorare per garantire l'esportazione in altri paesi attraverso corsie di solidarietà».

«Accolgo con favore l'accordo di principio trovato sul transito di quattro tipi di cereali e semi ucraini. Un accordo che preserva sia la capacità di esportazione dell'Ucraina, in modo che continui a nutrire il mondo, sia i mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori», ha commentato la presidente von der Leyen in un altro tweet.

Ore 19:13 - Kuleba: «Controffensiva? Potrebbe non essere la battaglia decisiva»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba mette in guardia dal considerare l'attesa controffensiva di Kiev come una «battaglia decisiva» che metterà fine alla guerra. «La controffensiva non deve essere considerata come una battaglia decisiva. La battaglia decisiva sarà quella che porterà alla completa liberazione dei territori ucraini. Potremo trarre questa conclusione alla fine, non all'inizio della battaglia», ha detto Kuleba, ripreso da Interfax-Ukraine, dopo che altri esponenti del governo hanno invitato a non esagerare le aspettative. «Se servirà una sola controffensiva, allora e ne sarà una, se ne serviranno due o più, così sarà. Non è un conflitto che possiamo congelare», ha detto ancora Kuleba, sottolineando che l'Ucraina combatterà fino alla vittoria.

Ore 19:34 - Morto combattendo in Ucraina l’ex giornalista della Bbc Bondarenko

L’ex giornalista della Bbc Oleksander Bondarenko è morto combattendo in Ucraina. Bondarenko aveva lavorato per il servizio ucraino della Bbc dal 2007 al 2011, prima di passare ad altre testate. Originario della regione orientale di Luhansk, ora occupata da Mosca, Bondarenko si era unito come volontario alla difesa territoriale poco dopo l’invasione russa del territorio ucraino. In seguito, aveva prestato servizio nell’esercito come esperto di comunicazione. Secondo i suoi amici, la sua scomparsa è stata annunciata con la notizia che era morto in battaglia, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla sua morte. Il sito della Bbc ha reso omaggio alla memoria di Bondarenko, ricordandolo come un giornalista coraggioso e un difensore della libertà di stampa.

Ore 19:48 - Commissione Ue, raggiunto un accordo sul transito dei prodotti agroalimentari provenienti dall'Ucraina

La Commissione europea ha annunciato di aver raggiunto un accordo preliminare con Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia per l'importazione di prodotti agroalimentari provenienti dall'Ucraina. Il vicepresidente della Commissione europea con delega al commercio, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato su Twitter che l'accordo tiene conto delle preoccupazioni degli agricoltori dei Paesi confinanti e dell'Ucraina stessa. L'accordo prevede il ritiro delle misure unilaterali adottate da Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria, misure di salvaguardia per grano, mais, colza e semi di girasole, un pacchetto di sostegno di 100 milioni di euro per gli agricoltori colpiti nei cinque Stati membri, indagini di salvaguardia su alcuni altri prodotti, come l'olio di girasole, e il lavoro per garantire l'esportazione verso altri Paesi attraverso le corsie di solidarietà. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore l'accordo preliminare per il transito di quattro tipi di cereali e semi ucraini, in grado di preservare la capacità di esportazione dell'Ucraina e i mezzi di sussistenza degli agricoltori.

Ore 20:03 - Russia, ergastolo per i colpevoli di tradimento: Putin firma il decreto

Putin ha firmato venerdì un decreto che aumenta formalmente la pena massima per tradimento all' ergastolo, come parte di un'azione per reprimere il dissenso dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Il decreto è stato pubblicato sul sito del Cremlino. I legislatori avevano già votato per aumentare la pena massima per il tradimento all'ergastolo, rispetto ai precedenti 20 anni. I legislatori hanno anche approvato l'aumento della pena massima per la «realizzazione di un atto terroristico» - definito come un'azione che mette a rischio la vita e mira a destabilizzare la Russia - a 20 anni, rispetto ai 15 anni attuali. Coloro che sono riconosciuti colpevoli di sabotaggio potrebbero essere condannati a 20 anni di reclusione, rispetto ai 15 precedenti, mentre le persone condannate per«terrorismo internazionale» potrebbero essere condannate all'ergastolo, rispetto ai precedenti 12 anni. Il decreto non spiega cosa sia il «terrorismo internazionale».

Putin ha firmato il nuovo decreto in un momento in cui i gruppi per i diritti umani dicono che le autorità stanno intensificando gli sforzi per zittire le poche voci di opposizione rimaste. La Russia afferma che tali leggi sono necessarie per proteggere il paese dall'infiltrazione di agenzie di intelligence ucraine e occidentali.

Ore 20:15 - Onu, l'Italia condanna la Russia per il sequestro dei bambini ucraini

Oggi la Rappresentanza permanente dell'Italia presso le Nazioni Unite ha condannato la deportazione dei bambini ucraini da parte della Russia. Durante il meeting informale dei membri del Consiglio di Sicurezza svoltosi stamani al Palazzo di Vetro di New York, l'ambasciatore Maurizio Massari ha evidenziato come la deportazione e il trasferimento illegale della popolazione civile, specialmente dei bambini, costituisca una violazione dei diritti umani e, secondo la legge internazionale, equivalga a un crimine di guerra quando la "Potenza Occupante" trasferisce tutta o parte della popolazione dei territori occupati.

L'ambasciatore ha inoltre chiesto alla Russia di permettere ai bambini di riunirsi alle loro famiglie, ricordando come i report abbiano descritto la brutale realtà dell'aumento del numero di bambini rapiti. Infine, Massari ha condannato con forza i ripetuti attacchi a scuole e ospedali e richiamato al rispetto dei principi di Vancouver e Parigi, nonché alla Safe Schools Declaration, tre documenti internazionali riconosciuti dall'ONU che sostengono il rispetto dei diritti umani e impegnano i Paesi a proteggere studenti, insegnanti e scuole nei conflitti armati.

Ore 20:49 - Gli Usa installano in Ucraina una rete di sensori per rilevare le esplosioni nucleari

Secondo il New York Times, gli Stati Uniti stanno attualmente installando una rete di sensori in Ucraina, che ha la capacità di rilevare la presenza di radiazioni derivanti da un'esplosione di armi nucleari o bombe sporche. Questa operazione sarebbe gestita dal Nuclear Emergency Support Team (Nest), un'unità di esperti atomici che fa parte della National Nuclear Security Administration, agenzia federale del Dipartimento dell'Energia.

Il Nest sta collaborando con l'Ucraina per il dispiegamento dei sensori di radiazione, l'addestramento del personale, il monitoraggio dei dati e l'allerta in caso di radiazioni mortali. In una dichiarazione inviata al New York Times, l'agenzia ha spiegato che la rete di sensori è stata dispiegata «in tutta la regione» e sarà in grado di identificare «dimensioni, posizione ed effetti di qualsiasi esplosione nucleare». Inoltre, i sensori possono impedire alla Russia di utilizzare armi nucleari in Ucraina senza essere ritenuta responsabile.

Ore 22:24 - Cremlino, allo studio un nuovo sistema di pagamento per i russi in Turchia

È allo studio un nuovo sistema di pagamento per i turisti russi in Turchia. Lo ha detto oggi all'agenzia di stampa russa «Sputnik» il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. In precedenza, il governatore della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, aveva affermato che l'autorità di regolamentazione russa stava sviluppando un nuovo sistema di pagamento, alternativa al circuito Mir, in collaborazione con un certo numero di Paesi, tra cui la Turchia. Secondo il quotidiano turco «Hurriyet», il nuovo sistema di pagamento si chiamerà Rebit Kart e consentirà ai turisti russi di «usare facilmente» le loro carte di credito in Turchia con l'aiuto di un'applicazione per smartphone. Le banche turche hanno sospeso circuito di pagamenti russo Mir per non incorrere in possibili sanzioni degli Stati Uniti a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina.

Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 29 aprile.

 Zelensky mostra il video di Mariupol: «Oltre il 90% distrutto». Kiev: «Pronti a evacuazione di massa da Kherson». Lorenzo Cremonesi, inviato, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 29 aprile 2023.

Le notizie sulla guerra di sabato 29 aprile, in diretta. Attacco di un drone ucraino su Sebastopoli nella notte: colpito un deposito di petrolio 

• Sono 23 i morti dell’attacco russo a Uman, tra le vittime anche bambini.

• Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16».

• Prigozhin: ««La Wagner cesserà presto di esistere, servono più armi».

• Putin: «Chi non chiede la cittadinanza nelle regioni annesse è considerato straniero e deve lasciare i territori».

Ore 00:12 - Arrivati in Ucraina i semoventi Caesar donati dalla Danimarca

Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha annunciato l’arrivo in Ucraina delle unità di artiglieria semovente Caesar di fabbricazione francese donate dalla Danimarca. «Caesar dalla Danimarca sono già in Ucraina», ha scritto Reznikov su Twitter, ringraziando il popolo danese, il loro Ministero della Difesa, così come i partner francesi.

Ieri, parlando in conferenza stampa, Reznikov ha detto che le forze ucraine sono quasi pronte per una controffensiva. «Non appena ci sarà la volontà di Dio, il tempo e la decisione dei comandanti, inizierà», ha precisato.

Ore 00:10 - Putin firma la legge per le espulsioni dalle regioni ucraine

I residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno «una minaccia alla sicurezza nazionale» con attività che comprendono anche la «partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate». È quanto prevede una legge firmata e promulgata oggi dal presidente Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.

Ore 00:15 - Putin firma il decreto: ergastolo per i colpevoli di tradimento

Putin ha firmato venerdì un decreto che aumenta la pena massima per tradimento all'ergastolo, come parte di un'azione per reprimere il dissenso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Il decreto è stato pubblicato sul sito del Cremlino. I legislatori avevano già votato per aumentare la pena massima per il tradimento all'ergastolo, rispetto ai precedenti 20 anni. I legislatori hanno anche approvato l'aumento della pena massima per la «realizzazione di un atto terroristico» - definito come un'azione che mette a rischio la vita e mira a destabilizzare la Russia - a 20 anni, rispetto ai 15 anni attuali. Coloro che sono riconosciuti colpevoli di sabotaggio potrebbero essere condannati a 20 anni di reclusione, rispetto ai 15 precedenti, mentre le persone condannate per«terrorismo internazionale» potrebbero essere condannate all'ergastolo, rispetto ai precedenti 12 anni.

Ore 00:51 - Borrell: «Putin non vuole la fine della guerra»

La Russia non vuole cessare la guerra in Ucraina. Lo pensa l'Alto rappresentante dell'Unione europea (UE) per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in visita a Cartagena de Indias (Colombia). «Purtroppo, quando sento il presidente Putin non posso essere ottimista, perché continua a dire che ha obiettivi militari e, fino a quando non li raggiungerà, non smetterà di bombardare e distruggere il Paese», ha detto Borrell ai giornalisti.

Ore 00:53 - A Uman i morti salgono a 23, compresi cinque bambini

Gli attacchi russi hanno colpito ieri le città in tutta l'Ucraina, uccidendo 25 persone, tra cui cinque bambini. È stato colpito anche un condominio nella storica città di Uman: qui le vittime sono 23. Stasera, i soccorritori di Uman hanno estratto il corpo di un altro bambino, il quinto, da sotto le macerie.

Continuano ancora le ricerche di altri bimbi che risultano dispersi, come riporta la Cnn, che potrebbero essere sepolti sotto i detriti del condominio bombardato.

Ore 03:14 - La Germania vuole produrre 250mila proiettili di artiglieria per Kiev

L'Ue vorrebbe fornire un milione di proiettili di artiglieria da 155 mm all'Ucraina e un terzo di questa quantità potrebbe produrla la Germania. Lo scrive il giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, come riporta Ukrinform.

Ore 04:47 - Prigozhin: «La Wagner potrebbe presto cessare di esistere»

Il gruppo Wagner, protagonista dei feroci combattimenti a Bakhmut, potrebbe presto cessare di esistere. Lo ha affermato il capo della brigata privata, Evgenij Prigozhin, parlando con il blogger di guerra Semyon Pegov. Le parole del «cuoco di Putin» sono state registrate in un video diffuso sui social, ma non si sa se Prigozhin parlasse seriamente o stesse scherzando, mentre pronunciava quelle frasi sullo scioglimento della sua milizia. È certo che il capo della Wagner si è ripetutamente lamentato per la mancanza di munizioni e di assistenza da parte dell’esercito russo. «La Wagner, in un breve periodo di tempo, cesserà di esistere. Noi diventeremo storia, niente di cui preoccuparsi, cose come questa possono accadere», ha sottolineato.

Ore 05:22 - Un drone colpisce un deposito di petrolio a Sebastopoli

Nella notte l’attacco di un drone ucraino ha provoca un’esplosione e un grande incendio a un deposito di petrolio nella zona di Kozacha a Sebastopoli, in Crimea. Secondo fonti locali è andata a fuoco una vasta area, di circa 1000 metri quadrati, come riporta Unian su Telegram. Le autorità russe hanno confermato l'attacco di droni su una zona di Kozacha adibita allo stoccaggio di carburante.

Ore 08:20 - Mosca valuta le proposte di Guterres (Onu) sulla proroga dell’accordo sul grano

Le proposte sulla proroga dell’accordo sull’export del grano ucraino attraverso il Mar Nero presentate dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sono attualmente all’esame di Mosca: lo ha reso noto il viceministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin.

 La lettera di Guterres - inviata anche a Turchia e Ucraina, le altre parti firmatarie dell’accordo - era stata ricevuta attraverso i canali diplomatici mercoledì scorso.

Ore 08:24 - Lavrov: «I tentativi dell’Occidente di isolarci stanno fallendo»

«I tentativi di Washington e dei suoi alleati per isolare Mosca stanno fallendo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un discorso ai partecipanti alla Conferenza mondiale online sul multipolarismo. «Sembra naturale che gli sforzi di Washington e dei suoi alleati per invertire il corso della storia e costringere la comunità internazionale a rispettare un `ordine mondiale basato sulle regole´ siano falliti. Mi limiterò a citare il completo fallimento della linea degli occidentali per isolare la Russia. L’85% della popolazione mondiale non è disposto a tirare fuori le castagne dal fuoco per le ex metropoli coloniali», ha detto il ministro.

 Secondo Lavrov, il movimento verso il multipolarismo globale è diventato un dato di fatto, una realtà geopolitica. I nuovi centri mondiali - in Eurasia, nella regione Asia-Pacifico, Medio Oriente, Africa e America Latina - stanno ottenendo un successo impressionante - basandosi sull’indipendenza, la sovranità statale e l’identità culturale e di civiltà. «Allo stesso tempo, sono guidati dai loro interessi nazionali fondamentali, perseguono una politica indipendente negli affari interni ed esterni. Non vogliono più essere ostaggi dei giochi geopolitici di altre persone ed esecutori della volontà di qualcun altro», ha aggiunto il ministro degli Esteri, riferisce Ria Novosti.

Ore 08:42 - Zelensky: «La controffensiva prevede la liberazione della Crimea»

La controffensiva che le forze armate ucraine stanno programmando per liberare i territori occupati dalla Russia prevede anche la liberazione della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Lo ha detto in un’intervista all’emittente pubblica finlandese Yle il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. 

Uno degli obiettivi di questa controffensiva, per la quale il ministro della Difesa di Kiev ha detto ieri che i militari ucraini sono quasi pronti, è proprio quello di riprendere il controllo della penisola sul Mar Nero; ma, ha aggiunto, per riuscirci è sempre più necessario il sostegno degli alleati occidentali. Secondo Zelensky, le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata.

Ore 09:32 - Mosca: «Sotto controllo l’incendio a Sebastopoli causato da drone»

L’incendio attribuito a un drone ucraino a un deposito di carburante a Sebastopoli, in Crimea, è ora sotto controllo, secondo quanto dichiara il governatore della regione annessa dalla Russia, citato dall’agenzia Tass. Il governatore ha aggiunto che l’incendio ha danneggiato quattro serbatoi.

Ore 09:46 - Russia: «I rapporti con gli Stati Uniti quasi inesistenti»

I rapporti fra Russia e Stati Uniti “sono a un livello estremamente basso, se non nullo”: lo ha ribadito il viceministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin, sottolineando tuttavia come entrambi i Paesi abbiano interesse a mantenere aperte le rispettive ambasciate. Vershinin ha ricordato come per Mosca rimanga valido il principio di piena reciprocità: “Se verranno adottate delle iniziative ostili contro la Federazione russa su base bilaterale, la parte statunitense riceverà esattamente la stessa reazione”.

Ore 10:00 - 007 Gb: «I rifornimenti militari di Kiev obiettivo dei missili russi»

Con gli attacchi missilistici effettuati nella giornata di ieri dalle truppe di Mosca contro l’Ucraina è «molto probabile» che la Russia «stesse tentando di intercettare unità di riserva ucraine e rifornimenti militari recentemente forniti all’Ucraina». Lo afferma l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «Nelle prime ore del 28 aprile 2023, la Russia ha lanciato la prima grande ondata di attacchi con missili da crociera contro l’Ucraina dall’inizio di marzo 2023. Sebbene l’Ucraina abbia abbattuto la maggior parte dei missili, almeno 25 civili sono stati uccisi», si legge nel report. «Gli attacchi suggeriscono una svolta nell’uso da parte della Russia di attacchi a lungo raggio. L’ondata ha coinvolto meno missili rispetto a quelli durante l’inverno ed è improbabile che abbia preso di mira l’infrastruttura energetica dell’Ucraina», spiega ancora l’intelligence britannica, secondo cui il `targeting´ sugli obiettivi da parte delle truppe russe è «inefficiente e dà la priorità alla necessità militare percepita rispetto alla prevenzione dei danni collaterali, comprese le morti civili».

Ore 10:01 - Il ministero Esteri chiede a Polonia e altri Paesi ripristino dell’import agricolo

Kiev ha chiesto alla Polonia e agli altri Paesi che hanno interrotto le importazioni e il transito di prodotti agricoli dall’Ucraina di ripristinarli. Le restrizioni messe in atto da alcuni Paesi dell’Ue «non rispettano l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Ue e i principi e le norme del mercato unico», ha scritto in un messaggio su Facebook un rappresentante del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko. A suo avviso, esiste la base giuridica per la ripresa delle esportazioni verso Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria, oltre a quella per continuare senza ostacoli le esportazioni agli altri Stati membri dell’Ue ed extra Ue. Una soluzione equilibrata e guidata dallo spirito di solidarietà «è l’unico modo per contrastare con successo la guerra della Russia contro l’Ucraina» e per «rafforzare il mercato unico, di cui l’Ucraina diventerà un membro», ha spiegato Nikolenko.

Ore 11:00 - «La Germania addestra forze speciali Kiev per controffensiva»

L’esercito tedesco sta addestrando in Germania i soldati delle forze speciali ucraine in vista della controffensiva di Kiev contro le truppe russe. L’addestramento si sta svolgendo in circa dodici basi delle forze armate tedesche, secondo quanto riporta Bild. Secondo il quotidiano tedesco, le forze speciali ucraine sono addestrate in tattiche di combattimento di strada, il che, secondo Bild, indica apparentemente che Kiev si sta preparando a condurre operazioni in aree popolate. Inoltre, l’esercito ucraino viene addestrato per prendere d’assalto le posizioni fortificate di un potenziale nemico, nonché azioni nelle retrovie. I soldati ucraini avevano già seguito addestramenti in Germania, in particolare sull’utilizzo dei carri armati tedeschi Leopard 2 che Berlino e altri Paesi hanno fornito a Kiev.

Ore 11:05 - Zelensky: «Oltre il 90% di Mariupol è distrutto»

«Oltre il 90% di Mariupol è distrutto». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, condividendo un video che confronta le immagini della città prima della guerra e le recenti fotografie satellitari pubblicate da Google, che mostrano la devastazione degli edifici. «Mariupol. Quasi mezzo milione di persone una volta vivevano lì. E ora non sono rimaste quasi più case intatte. Lo stato terrorista ha fatto di tutto per uccidere questa città», ha scritto il leader ucraino.

Ore 11:27 - Ministro ucraino: «Per il 2024 servono non meno di 18 miliardi»

I possibili nuovi aiuti dell'Unione europea all'Ucraina nel 2024, dopo il pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 18 miliardi dell'Ue deciso per quest'anno, «penso che non possa essere minore dell'importo esistente di 18 miliardi». Lo ha detto il ministro delle Finanze ucraino a margine al consiglio Ecofin informale a Stoccolma. «Non sarebbe un compito molto facile per noi ridurre drasticamente le nostre spese - ha anche segnalato -. Ovviamente dipende dalla campagna militare».

Ore 11:33 - Kiev all'ambasciata polacca: «Il blocco dell'import è inaccettabile»

Il ministero degli Esteri ucraino ha presentato all'ambasciata polacca e alla delegazione dell'Ue nel Paese note sulla «inaccettabile» situazione delle restrizioni all'import di prodotti agricoli ucraini. Kiev sottolinea che «esistono tutte le basi giuridiche per la ripresa immediata delle esportazioni di prodotti agricoli ucraini verso Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria» ed «esorta i partner a trovare una soluzione equilibrata basata sulla legislazione Ue, sull'accordo di associazione Ue-Ucraina e nello spirito di solidarietà».

Ore 11:49 - Medvedev: «Sconfiggere completamente e smilitarizzare Kiev»

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, afferma che all'Ucraina va inflitta una «sconfitta completa», che il suo esercito va distrutto, il «regime nazista» va «definitivamente rovesciato» e i suoi responsabili vanno «puniti» e l'intero territorio ucraino va completamente «smilitarizzato». Secondo il canale Telegram del «falco» del Cremlino, citato dall'agenzia Tass, occorre una «massiccia distruzione del personale e delle attrezzature militari utilizzati dal regime nazista durante la sua controffensiva» e infliggere la «massima sconfitta militare alle forze armate dell'Ucraina». L'ex presidente russo auspica anche «la completa sconfitta del nemico e il rovesciamento definitivo del regime nazista a Kiev con la sua completa smilitarizzazione in tutto il territorio dell'Ucraina». Medvedev ha infine commentato le dichiarazioni di Kiev sulla necessità di avere nuove armi e sulla richiesta di restituzione della Crimea, sostenendo che si tratti di un delirio. «Che cos'è questo? Il crepuscolo contraddittorio di una mente intrisa di droghe? Il delirio dell'insicurezza? La pressione sui suoi benefattori? Una paranoia generale e persistente? Assolutamente sì. Tutto questo insieme» ha concluso l'ex presidente russo.

Ore 13:04 - Prigozhin: «La controffensiva di Kiev inizierà entro il 15 maggio»

L'esercito ucraino è pronto per una controffensiva che sarà lanciata entro il 15 maggio. Lo sostiene il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un'intervista video con il giornalista Semyon Pegov, citata dalla Tass. «L'esercito ucraino è pronto per la controffensiva. È stato ostacolato dal maltempo e, forse, da alcuni problemi interni che ha dovuto risolvere», ha detto Prigozhin. «Forse ci daranno un po' di riposo il 9 maggio, ma l'offensiva inizierà al 100% prima del 15 maggio», ha concluso.

Ore 14:07 - «Nova Kakhovka è sotto l'intenso fuoco dell'artiglieria»

La città di Nova Kakhovka, nella regione ucraina di Kherson, è bersagliata da un «intenso» fuoco di artiglieria. Lo riferiscono le autorità insediate da Mosca.

Ore 14:47 - Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i partner occidentali a prendere la decisione di fornire all'Ucraina i caccia F-16, sottolineando però che la mancanza di velivoli moderni non influirà sull'inizio della controffensiva: «Ad essere onesti, sarebbe molto utile (avere gli F-16).

Siamo consapevoli che non ritarderemo più di tanto, quindi inizieremo la controffensiva anche prima di avere gli F-16 o altri aerei. Inizieremo e andremo avanti». Lo ha detto in un'intervista con i rappresentanti dei media finlandesi, svedesi, danesi e norvegesi, come riporta Ukrinform.

Ore 14:54 - Kiev: «Distrutti tre droni nemici, di cui due Shahed»

Le Forze armate ucraine hanno distrutto tre droni russi, tra cui due Shahed di fabbricazione iraniana, nelle prime ore di sabato 29 aprile. Lo ha scritto su Facebook il Comando delle forze aeree ucraine, citato da Ukrinform.

 Intorno alle 4 del mattino, le unità del Comando aereo orientale dell'aeronautica ucraina hanno distrutto due droni Shahed, mentre intorno alle 10 è stato distrutto un altro drone tattico dei russi.

Ore 15:11 - 007 Kiev: «A Sebastopoli la punizione di Dio per Uman»

«Nella città di Sebastopoli, il 29 aprile, ha avuto luogo un'esplosione che è la punizione di Dio, in particolare per i civili uccisi a Uman, tra i quali ci sono cinque bambini. Questa punizione sarà di lunga durata». Lo ha dichiarato Andriy Yusov, portavoce dell'intelligence del ministero della Difesa dell'Ucraina, parlando a Rbc Ukraine. «Si consiglia a tutti i residenti della Crimea temporaneamente occupata di non trovarsi vicino alle strutture militari nel prossimo futuro», ha aggiunto. Il funzionario ha riferito che l'esplosione ha distrutto più di 10 serbatoi di prodotti petroliferi destinati alla flotta russa nel Mar Nero.

Ore 15:14 - Kiev: «Pronti all'evacuazione di massa da Kherson»

L'amministrazione ucraina della regione di Kherson, nel sud del Paese, si sta preparando per un'evacuazione di massa nel caso in cui dovessero aumentare i bombardamenti russi, com'è già avvenuto ieri, riferisce il Kyiv Independent.

 Oggi il governatore Oleksandr Prokudin ha dichiarato che a causa dell'aumento degli attacchi russi nell'oblast e in tutto il Paese, ha ordinato di preparare i mezzi di evacuazione per un numero maggiore di persone. L'esercito del Cremlino ha lasciato Kherson nel novembre scorso ritirandosi sulla sponda orientale del fiume Dnipro.

Ore 15:33 - Kiev: «I russi hanno bombardato Chernihiv, un morto»

L’esercito russo ha colpito la regione di Chernihiv uccidendo un uomo e ferendo un adolescente. Lo riporta su Facebook la polizia della regione, citata da Rbc Ukraine. «Oggi, le truppe di occupazione hanno nuovamente bombardato il confine della regione di Chernihiv. Un residente locale di 63 anni è morto a seguito di un attacco nemico alla comunità di Semenivska. L’adolescente di 14 anni ferito è stato evacuato dalla polizia e consegnato ai medici», ha dichiarato la polizia.

Ore 15:42 - Filorussi: «Bruciamo tutti i depositi di petrolio a Odessa»

La senatrice filorussa della Crimea, l'ucraina Olga Kovitidi, ha reagito all'incendio provocato da un drone di dieci serbatoi di prodotti petroliferi a Sebastopoli, in Crimea, chiedendo una risposta dura da parte della Russia: «Non abbiamo più tempo per "ballare il lento". Quello che è successo richiede un'azione dura. Tutti i depositi di petrolio a Odessa devono essere distrutti. È necessario prendere la decisione strategica di neutralizzare Odessa come base militare ucraina». Lo riporta Insider.

Ore 15:59 - Nella regione di Belgorod 5 villaggi russi al buio per attacchi ucraini

Cinque villaggi russi al confine con l'Ucraina sono rimasti senza energia elettrica dopo essere stati colpiti dall'artiglieria ucraina. Lo ha dichiarato il governatore della regione russa sud-occidentale di Belgorod, confinante con l'Ucraina. «Il villaggio di Novaya Tavolzhanka è stato bombardato oggi dagli ucraini», ha dichiarato il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov su Telegram. «Le linee elettriche sono state danneggiate», ha detto, aggiungendo che i residenti del villaggio e di altri quattro nelle vicinanze sono «senza elettricità».

Ore 16:04 - Concluse le ricerche a Uman, 23 morti di cui 6 bambini

Il ministero degli Interni ucraino Igor Klymenko ha annunciato il completamento dell'operazione di ricerca e soccorso a Uman. Il bilancio finale è di 23 vittime civili, di cui 6 sono minori. «Tra i morti ci sono sei bambini: tre maschi (di un anno e mezzo, 16 e 17 anni) e tre femmine (8, 11 e 14 anni)», ha riferito il ministero su Telegram, sottolineando che tutti i corpi sono stati identificati. «Soccorritori, poliziotti e volontari sono riusciti a salvare 17 persone dalle macerie».

 Ore 16:27 - La minaccia di Prigozhin: «La Wagner cesserà presto di esistere, servono più armi»

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kherson) La milizia privata russa Wagner potrebbe presto cessare di esistere, parola del suo fondatore padre-padrone. Non è la prima volta che Yevgeny Prigozhin rilascia dichiarazioni clamorose per la loro radicalità, salvo poi contraddirle e addirittura annunciare tutto l’opposto. Eppure, spesso le sue parole sono state rivelatrici delle tensioni e contrasti che lacerano la dirigenza russa in questi mesi difficili di guerra contro l’Ucraina.

Ore 16:40 - Pelosi: «È una lotta fra democrazia e autocrazia, dobbiamo vincere»

Dobbiamo vincere. Dobbiamo portare questo conflitto a una conclusione positiva, per il popolo ucraino e per il nostro Paese. Ora c'è una lotta nel mondo tra democrazia e autocrazia, la sua manifestazione è in Ucraina». Lo ha detto l'ex speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, in un'intervista all'Associated Press a un anno dal suo viaggio a Kiev. Aggiungendo: «Il sostegno all'Ucraina è stato bipartisan e bicamerale e il popolo americano sostiene la democrazia in Ucraina . Credo che continueremo a farlo per tutto il tempo necessario per vincere».

Ore 17:18 - IL PUNTO MILITARE | I raid con i droni e lo scudo aereo: capacità e limiti della resistenza ucraina

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Attacco e risposta. I colpi letali sulle città dell’Ucraina e il raid sull’impianto petrolifero di Sebastopoli rappresentano una fase del conflitto, con implicazioni che vanno oltre gli stessi target. Partiamo dal secondo episodio. Il gigantesco «fungo» di fumo sulla città della Crimea causato dall’incursione dei droni ucraini, l’allarme continuo, il timore della Russia per sorprese analoghe sul proprio territorio, paure estese fino alla capitale. Kiev ha un arsenale ridotto, tuttavia ha creato un potere di deterrenza. Usando i velivoli senza pilota per operazioni in profondità, azione ripetuta in mare con le infiltrazioni di «battelli» radiocomandanti sempre contro Sebastopoli. Un crescendo accompagnato dallo sviluppo di mezzi su sentieri paralleli. Ecco i droni modificati — come il vecchio Tu 141 nato per la ricognizione e trasformato in «kamikaze» —, quelli più «artigianali» e le ultime creazioni.

Ore 17:30 - Due donne disperse a Uman nel luogo dell'attacco di ieri

Due donne risultano disperse a Uman, nella regione di Cherkasy, dove si sono concluse le operazioni di ricerca e soccorso sul luogo dell'attacco missilistico russo di ieri. Lo ha annunciato su Facebook il ministro ucraino degli Affari interni Igor Klymenko, come riporta Ukrinform.

Ore 17:41 - La talpa del Pentagono poteva essere uno «sparatore di massa»

(di Guido Olimpio) Jack Teixeira, l’aviere accusato di aver diffuso i documenti segreti del Pentagono, ha un lato oscuro. Quello di un potenziale «sparatore di massa» (mass shooter). E al pari di altri aveva «trasmesso» segnali verso l’esterno. Che dovevano essere valutati con maggiore severità. Nelle carte giudiziarie c’è molto sul suo cuore di tenebra. Nel 2018 quando il futuro militare è ancora al liceo si fa notare in negativo: parla di bottiglie Molotov, lancia minacce razziste. I comportamenti anomali finiscono nell’archivio della polizia locale che si oppone, successivamente, alla sua richiesta di acquistare un’arma.

Ore 17:47 - Zelensky: «Se la decisione dipendesse da Stoltenberg, saremmo nella Nato»

«Se la decisione di aderire alla Nato dipendesse da Stoltenberg, l'Ucraina sarebbe nell'Alleanza». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista rilasciata ai giornali scandinavi e ripresa da Ukrainska Pravda. «Il nostro ultimo incontro è stato il migliore di tutti - ha aggiunto - ma si tratta di una decisione collegiale». Zelensky ha parlato del «timore» di alcuni Stati per l'eventuale reazione russa all'ingresso dell'Ucraina nella Nato definendolo «ingiusto». Il leader di Kiev, per supportare la sua tesi, ha fatto l'esempio della Finlandia che si è «rapidamente» unita all'Alleanza senza che vi sia stata alcuna reazione da parte della Russia.

Ore 17:50 - La Polonia chiude la scuola dei figli dei diplomatici russi a Varsavia

È scontro fra Russia e Polonia per la decisione di Varsavia di sfrattare la scuola per i figli dei diplomatici russi, nel quadro di rapporti già molto tesi per la guerra in Ucraina. Lo sfratto è stato eseguito oggi su richiesta della municipalità di Varsavia, d'accordo con il ministero degli Esteri polacco, ha reso noto un portavoce del dicastero. Mosca ha parlato di azione «ostile», minacciando «conseguenze».

Ore 18:26 - Zelensky: «Ungheria irragionevole, è membro Nato e sostiene Mosca?»

L'Ungheria si comporta in modo «irragionevole», come può un Paese della Nato sostenere la Russia? A chiederselo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista con diversi giornalisti scandinavi, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. «Mi sembra che vi sia confusione politica fra le elite dell'Ungheria. C'è una strana situazione: come può un Paese Nato essere a favore della Russia e contro l'Alleanza?», ha rimarcato Zelensky. «Penso sia un comportamento irragionevole... essere alleati non è una parola, si tratta di convinzioni e azioni», ha continuato. «E se tutti gli alleati dicono: "la Russia ci chiama nemici, dobbiamo rimetterla al suo posto", non è che uno stato dice: "no, la Russia è nostro alleato". Non va così. Questo significa che non sei più un alleato dell'Alleanza. Sei un alleato de jure, ma di fatto lavori contro (la Nato)», ha proseguito Zelensky.

Ore 19:00 - Papa Francesco incontra Hilarion: il «piano B» della diplomazia (se cade il putiniano Kirill)

(di Gian Guido Vecchi, inviato a Budapest) l dialogo ecumenico e la diplomazia hanno i loro tempi, spesso lunghi, e c’è sempre un piano B. Così Papa Francesco, dopo gli incontri del mattino, ha incontrato nella nunziatura di Budapest il metropolita Hilarion, fino all’anno scorso «ministro degli Esteri» e numero due del Patriarcato ortodosso di Mosca, poi «licenziato» e mandato in Ungheria per le sue posizioni contro la guerra mentre il patriarca Kirill benediceva l’invasione dell’Ucraina. L’incontro è durato venti minuti, come sempre il Papa ha salutato il metropolita con un abbraccio, baciando la sua croce pettorale.

Ore 20:00 - Zelensky: «Ho sempre con me una pistola, so sparare»

«Ho una pistola e so sparare». È la confidenza fatta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al giornalista Dmytro Komarov della televisione Ucraina 1+1 che è stato con lui nel corso di un suo viaggio all’interno del Paese realizzando un documentario. «Ti rendi conto se il presidente ucraino diventasse prigioniero dei russi? Penso che sarebbe un peccato...», ha detto Zelensky confermando di essere in grado di proteggersi qualora si trovasse in situazione di emergenza.

Ore 20:35 - Prigozhin a Shoigu: «Dateci le munizioni o ci ritiriamo da Bakhmut»

Yevgeny Prigozhin, capo della Wagner, ha minacciato di far ritirare le sue truppe da Bakhmut se non riceverà munizioni da Mosca. Lo riporta il Kiev Independent. Prigozhin ha detto a `WarGonzo´ di aver inviato una lettera al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, un ultimatum che è scaduto nella giornata di ieri. Il fondatore del gruppo Wagner si è lamentato più volte negli ultimi mesi della mancanza di munizioni e ha anche accusato l’esercito regolare russo di esseri preso il merito per le conquiste effettuate da Wagner a Bakhmut.

Ore 21:07 - Zelensky: «Presto un tribunale per i crimini russi»

Nel consueto discorso serale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «La prossima settimana sarà molto importante dal punto di vista della nostra lotta per la giustizia, per punire lo stato terrorista e tutti i suoi criminali di guerra. Stiamo lavorando per creare un tribunale per il crimine di aggressione russa». Lo riporta Ukrainska Pravda. Ha anche sottolineato che bisogna«accelerare la sconfitta dello stato terrorista». Secondo Zelensky «non è sufficiente per l’Ucraina e per il mondo che la Russia sia debole, come sta già accadendo. È invece necessario che risponda pienamente di tutto ciò che ha fatto».

Il leader ucraino ha poi annunciato che si stanno «preparando nuove sanzioni contro persone e aziende che lavorano per il complesso industriale militare dei terroristi» russi e «contro entità straniere le cui forniture aiutano la Russia a prolungare questa aggressione».

Ore 21:10 - «Mille droni russi contro le infrastrutture energia ucraine da ottobre»

La Russia ha utilizzato più di 1.000 droni e missili in 33 attacchi su larga scala contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina dall’ottobre 2022 ad oggi. Lo ha detto il viceministro dell’Energia ucraino Farid Safarov alla televisione nazionale, secondo Ukrinform. «A partire da ottobre il settore energetico ucraino ha subito molti danni. La nazione terrorista ha effettuato più di 33 attacchi massicci. Più di 1.000 droni e missili sono stati lanciati contro strutture energetiche e 270 di questi hanno colpito insieme centrali termoelettriche, centrali termiche, centrali idroelettriche e così via - ha precisato Safarov -. Il 43% delle reti principali sono state danneggiate. Nella maggior parte dei casi, sono state colpite più volte».

Ore 23:16 - Kiev: dozzine di piloti pronti a combattare su caccia F-16

«Diverse dozzine» di piloti ucraini sono già pronti a combattere sui caccia F-16. Lo ha detto il portavoce dell'Aeronautica militare di Kiev, Yuriy Ignat. Lo riporta Ukrinform. «Abbiamo in programma di trasferire tutti i piloti sugli F16. Dobbiamo insegnare a tutti», ha aggiunto spiegando che il comando dell'aeronautica ha individuato per ora «piloti che hanno già un certo livello di inglese, esperienza di combattimento, e si tratta di giovani piloti. Sono pronti a combattere anche domani».

Ore 00:44 - Mosca, due morti nella regione russa di Bryansk

Due persone sono state uccise nella regione russa di Bryansk a seguito di un bombardamento sul villaggio di Suzemka da parte delle forze armate ucraine, afferma il governatore Alexander Bogomaz citato dall’agenzia di stampa ufficiale Tass. Sul suo profilo Telegram, Bogomaz ha spiegato che un edificio residenziale è stato completamente distrutto e altre due case pesantemente danneggiate. Si registra anche un ferito. Situato nell’estremo ovest della Russia, l’oblast di Bryansk confina a sud con le regioni ucraine di Sumy e di Chernihiv.

Guerra Ucraina-Russia, le notizia del 30 aprile.

Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol». Wagner: «Un chilometro e mezzo e prendiamo Bakhmut» di Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 30 aprile 2023.

Le notizie sulla guerra di domenica 30 aprile, in diretta. Bombe ucraine sulla regione russa di Bryansk: 4 morti. Esplosioni in serata a Pavlograd, nell’area del Dnipropetrovsk, e a Berdiansk, vicino Zaporizhzhia

• Prigozhin a Shoigu: «Dateci le armi o ci ritiriamo da Bakhmut».

• Il reportage da Kherson, da qui potrebbe partire l'offensiva.

• Zelensky: «Inizieremo la controffensiva anche senza F-16».

• Capacità e limiti della resistenza ucraina: cosa succede.

Ore 04:44 - Cuba: «Gli Usa alimentano l’escalation del conflitto»

La leadership degli Stati Uniti è responsabile di alimentare il conflitto in Ucraina e sta cercando attraverso la pressione dei media di incolpare la Russia per la crisi, ha detto il presidente del parlamento cubano Esteban Lazo citato dall’agenzia di stampa russa Tass. «Ribadiamo a nome del parlamento cubano la più vigorosa condanna delle sanzioni unilaterali imposte alla Russia. Ci opponiamo alla politica di isolamento della Russia attraverso una potente campagna mediatica volta a incitare all’odio contro la Russia, che cercano di incolpare per l’escalation del conflitto. Siamo ben consapevoli di come opera il governo degli Stati Uniti, il vero colpevole di questo problema», ha detto il leader dell’Assemblea nazionale del potere popolare in un incontro all’Avana con il presidente della Duma di Stato (la camera bassa russa) Vyacheslav Volodin. Lazo ha sottolineato che Cuba condanna anche la politica di espansione della Nato e l’avvicinamento dell’Alleanza atlantica ai confini della Russia.

Ore 04:46 - L’Ucraina bombarda la regione russa di Bryansk, due morti

Due persone sono state uccise a seguito del bombardamento del villaggio di Suzemka nella regione di Bryansk da parte delle forze armate ucraine: la notizia è stata riportata dal governatore Alexander Bogomaz nel suo canale Telegram, secondo quanto citato dall’agenzia ufficiale Tass. «Sfortunatamente, due civili sono stati uccisi a seguito del colpo inflitto dai nazisti ucraini», ha detto Bogomaz. Il governatore ha anche parlato di un edificio residenziale completamente distrutto, assieme ad altre due case. Sul posto i servizi di emergenza. In precedenza, Bogomaz aveva riferito di un proiettile che aveva colpito un edificio residenziale a Suzemka, causando la sua parziale distruzione e il ferimento di una persona.

Ore 08:31 - Kiev: «Attacco russo a Nikopol con artiglieria»

Nella notte le truppe russe hanno colpito con l’artiglieria la città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, in Ucraina orientale, dove ci sono stati danneggiamenti a case e edifici residenziali e alle linee di trasmissione elettrica. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale Sergi Lysak citato da Ukrinform.

 «Nella notte Nikopol è stata colpita dall’artiglieria nemica. La gente è rimasta illesa. Tuttavia, sono state danneggiate sette case unifamiliari, sette condomini ed è stata colpita una linea di trasmissione elettrica», ha riferito Lysak.

Ore 09:01 - Wagner: «Ci manca un chilometro e mezzo per prendere Bakhmut»

«I nostri combattenti devono percorrere circa un chilometro e mezzo di area urbana per liberare Bakhmut (in russo Artemovsk) ha dichiarato all’agenzia statale russa Ria Novosti un militare della milizia privata Wagner.

 «La linea del fronte si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città). I militari ucraini sono a un chilometro e mezzo», ha raccontato, aggiungendo che la sua unità è riuscita a prendere d’assalto un blocco con edifici residenziali dietro la ferrovia, che divide la città in due parti. I palazzi si trovano su una collina da cui l’esercito ucraino ha monitorato e corretto il fuoco sui gruppi d’assalto Wagner. Finora, i militanti di Kiev controllano l’edificio dell’istituto medico, situato nel punto occidentale più alto di Bakhmut, ha detto.

Ore 09:54 - Kherson sotto attacco russo: «Un civile morto e feriti»

Un civile è rimasto ucciso e un altro ferito durante i bombardamenti russi di ieri su quartieri residenziali della regione di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. «Gli occupanti russi hanno sparato 27 volte sugli insediamenti pacifici della regione di Kherson. Hanno usato artiglieria, missili, mortai, carri armati e droni. Il nemico ha colpito i quartieri residenziali degli insediamenti della regione. Ieri, a causa dell’aggressione russa, una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita», ha dichiarato l’amministrazione militare della regione riportata da Ukrinform. Il vice capo del consiglio regionale di Kherson, Yuriy Sobolevsky, ha reso noto che anche questa notte la città di Kherson è stata colpita dall’esercito russo e che due persone sono rimaste ferite.

Ore 10:17 - Sale a 477 il bilancio dei bambini uccisi in Ucraina

È aumentato a 477 il numero di bambini che hanno perso la vita nei bombardamenti russi in Ucraina, rende noto la Procura generale di Kiev, come riporta Ukrinform. I minorenni feriti sono 955. «A oggi, più di 1.432 bambini sono stati colpiti in Ucraina a causa dell’aggressione ella Russia. Secondo le informazioni ufficiali, 477 bambini sono stati uccisi e più di 955 sono stati feriti», si legge nel report della Procura, che sottolinea come i dati non siano completi.

 Il 28 aprile 6 bambini sono morti in un edificio colpito da un missile a Uman e un’altra piccola di due anni è stata uccisa in un attacco a Dnipro.

Ore 10:48 - Kiev: «Uccisi 190.510 soldati russi»

Sarebbero 190.510 i soldati russi rimasti uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. Lo afferma il bollettino giornaliero dello stato maggiore di Kiev, che riporta l’uccisione di 470 soldati di Mosca nelle ultime 24 ore.

Ore 11:04 - Papa, futuro di pace non di guerra, di culle non di tombe

«Ci rivolgiamo ora alla Madonna. A lei, Magna Domina Hungarorum, che invocate come Regina e Patrona, affido tutti gli ungheresi. E da questa grande città e da questo nobile Paese vorrei riporre nel suo cuore la fede e il futuro dell’intero Continente europeo, a cui ho pensato in questi giorni, e in modo particolare la causa della pace». Così il Papa al Regina Caeli, a Budapest. «Santa Vergine, guarda ai popoli che più soffrono - ha invocato -. Guarda soprattutto al vicino martoriato popolo ucraino e al popolo russo, a te consacrati. Tu sei la Regina della pace, infondi nei cuori degli uomini e dei responsabili delle Nazioni il desiderio di costruire la pace, di dare alle giovani generazioni un futuro di speranza, non di guerra; un avvenire pieno di culle, non di tombe; un mondo di fratelli, non di muri».

Ore 11:09 - Zelensky: «Se non fossi presidente sarei sul campo di battaglia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che se non avesse guidato l’Ucraina durante un’invasione russa su vasta scala, sarebbe comunque a combattere sul campo. Lo ha detto in un’intervista a giornalisti finlandesi, svedesi, danesi e norvegesi. «Sarei sicuramente in Ucraina e sicuramente combatterei», ha detto Zelensky. Un giornalista lo ha incalzato se sarebbe diventato un soldato: «Penso di sì» ha risposto il presidente ucraino.

Ore 11:13 - Kiev: «I russi hanno bombardato Kramatorsk e Kostiantynivka nella notte»

Nella notte, le truppe russe hanno bombardato Kramatorsk e Kostiantynivka, nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Rbc Ucraina. Secondo quanto riferito dal governatore ucraino di Donetsk, Pavlo Kyrilenko, intorno alla mezzanotte i russi hanno sparato cinque razzi su Kramatorsk. «Fortunatamente non ci sono state vittime. Due razzi sono caduti in un campo fuori citta’, due in una zona industriale e uno in un’area privata vicino a un edificio residenziale, ma ha danneggiato solo la superficie dell’asfalto», ha dichiarato Kyrilenko. A Kostiantynivka sono stati danneggiati dieci edifici e la distribuzione dell’acqua ha sofferto carenze parziali.

Ore 12:18 - La figlia di Navalny: «La salute di mio padre sta peggiorando»

La figlia di Alexey Navalny, esponente dell’opposizione russa incarcerato, ha affermato che le condizioni di salute del padre si stanno deteriorando. Parlando con Jim Acosta della Cnn alla cena di ieri sera dei corrispondenti della Casa Bianca, Dasha Navalnaya ha descritto la situazione come «incredibilmente difficile». «Sta facendo il meglio che può in una prigione russa che non ha le migliori condizioni», ha detto. «Le guardie della struttura carceraria gli tolgono il cibo», ha aggiunto. «La sua salute si sta deteriorando e stiamo facendo tutto il possibile per dargli le cure di cui ha bisogno».

 Navalny, esponente dell’opposizione e critico del presidente russo Vladimir Putin, sta scontando una condanna a 9 anni di carcere in una prigione di massima sicurezza a est di Mosca. All’inizio di questa settimana, ha scritto su Twitter di dover affrontare un nuovo «caso di terrorismo» davanti a un tribunale militare - separato dalle attuali accuse contro di lui - che potrebbe significare altri decenni di carcere. Dasha Navalnaya ha dichiarato che per lei era importante partecipare alla cena dei corrispondenti della Casa Bianca perché «l’America come Paese rappresenta la libertà di parola, la libertà di espressione politica». «Questo è ciò per cui mio padre e la Fondazione anticorruzione si battono», ha detto.

Ore 12:20 - Rabbia di Kiev per Merkel che difende la sua politica su Mosca

Kiev attacca Angela Merkel, commentando un’intervista in cui l’ex cancelliera tedesca difende nuovamente la sua politica sulla Russia nonostante la guerra in ucraina. «L’ex cancelliera Merkel, che ha reso l’Europa totalmente dipendente dall’energia russa, si giustifica: `Ho fatto di tutto per evitare che la Russia iniziasse una guerra, ed è per questo che ho ottenuto´... il gas russo a basso costo. Fantastico. Dopo tutto, la guerra non è iniziata, giusto?», ha scritto con rabbia su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Dopo 430 giorni di guerra brutale, potete davvero disprezzare così profondamente la libertà, ignorare così palesemente i massacri russi e odiare così apertamente il diritto all’autodifesa dell’Ucraina? Se non potete correggere gli errori del passato, smettete di trovare scuse e di incoraggiare l’aggressore», ha aggiunto Podolyak.

Ore 13:34 - Kiev: «Troveremo ovunque chi ha commesso crimini di guerra»

«Chiunque abbia commesso crimini di guerra o contro l’umanità in Ucraina, compresi lo stupro e l’omicidio di civili e bambini, sarà trovato e distrutto in qualsiasi parte del mondo»: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov, in un’intervista al canale televisivo americano Pbs. Budanov ha aggiunto che l’Ucraina «ha abbastanza forze e mezzi propri» per fare questo.

Ore 13:35 - Kiev: «Raid su Sebastopoli preparatorio per controffensiva»

L’incendio al deposito di petrolio di Sebastopoli, in Crimea, è un lavoro preparatorio prima della controffensiva dell’esercito ucraino, ha detto in tv la portavoce delle forze di difesa Sud di Kiev Natalya Gumenyuk. E ha osservato che minare la logistica del nemico è uno degli elementi di preparazione per le operazioni delle forze di difesa ucraine: «Questo lavoro è preparatorio a quell’ampia offensiva su vasta scala che tutti si aspettano», ha dichiarato.

Ore 14:27 - Incendio in una fabbrica russa di armamenti

Un incendio si è sviluppato ieri sera in una fabbrica di armamenti nella città russa di Perm. Immagini di alte colonne di fumo nero sono state condivise sui social locali. L’incendio nella fabbrica della società Motovilikha è stato confermato dal ministero russo per le emergenze, riferisce Ukrainska Pravda. A quanto scrive il quotidiano russo Kommersant, la Motovilikha, società soggetta a sanzioni europee, è l’unico produttore russo di sistemi lancia missili multipli. Secondo le autorità, l’incendio si è sviluppato in una centralina di trasmissione.

Ore 14:54 - Zelensky: «Ho una pistola, mi sarei difeso da assalto russo»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky porta una pistola e ha spiegato che l’avrebbe usata per difendersi se i russi avessero attaccato il suo quartier generale nei primi giorni dell’invasione. «So sparare. Potete immaginare il titolo “Il presidente ucraino catturato dai russi”? Sarebbe un disonore», ha detto Zelensky in una intervista alla rete televisiva 1+1, rilanciata dal Guardian. Kiev ha riferito in passato che i russi avevano previsto di catturare il presidente ucraino all’inizio dell’invasione, ma che il complotto era stato sventato prima di una possibile irruzione nella sede del governo a via Bankova. «Nessuno sarebbe stato preso prigioniero perché avevamo preparato seriamente la difesa di via Bankova», ha detto Zelensky, spiegando che assieme alla sua cerchia ristretta avrebbe combattuto fino alla morte. Alla domanda se porta una pistola e fa pratica nel suo uso, ha risposto di sì. Ha però sottolineato che non la userebbe certo per suicidarsi, «ma sicuramente per rispondere al fuoco».

Ore 15:51 - Russi e bielorussi gareggiano ai Mondiali di judo, Kiev boicotta

La nazionale ucraina di judo ha deciso di boicottare il campionato mondiale di judo, in programma dal 7 al 13 maggio a Doha, in Qatar. Ad annunciarlo, scrive Ukrinform, è stato Vitalii Dubrova, capo allenatore della nazionale ucraina. La decisione è legata al fatto che gli atleti russi e bielorussi sono stati autorizzati a gareggiare come neutrali.

Nell’ultimo giorno utile per presentare le domande di partecipazione al campionato mondiale, la Federazione internazionale di judo ha annunciato che i rappresentanti di Russia e Bielorussia avrebbero ripreso a gareggiare. Secondo Dubrova, la Federazione non ha nemmeno controllato gli atleti che hanno fatto domanda.

Ore 15:59 - Zelensky sente Macron, informato sulla situazione al fronte

Zelensky ha avuto una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron. «L’ho ringraziato per il sostegno completo ed efficace della Francia all’Ucraina. Abbiamo discusso la cooperazione nel lavorare con altri partner internazionali per consolidare il loro sostegno alla Formula di pace ucraina. Abbiamo coordinato le nostre posizioni alla vigilia di importanti eventi internazionali e concordato i prossimi passi concreti nell’ambito del dialogo bilaterale», ha scritto Zelensky su Telegram.

«L’ho informato dettagliatamente della situazione in prima linea e delle prospettive del suo sviluppo a maggio e giugno. Ho anche posto l’accento sui bisogni prioritari delle forze di difesa ucraine», ha aggiunto. «La velocità e la specificità della risposta è molto importante, è qualcosa che migliora notevolmente le nostre capacità. Apprezziamo la conferma della Francia di fornire alle nostre forze armate un potente pacchetto corazzato».

Ore 16:30 - Pupo: Non vado più a Mosca. Ma non per le polemiche»

Dopo le polemiche di questi ultimi giorni, il dietrofront: Pupo non andrà più a Mosca, al festival «patriottico» Road To Yalta, dove doveva fare il giudice e il superospite.

Ore 17:18 - Zelensky: «Insieme impediremo a Mosca di prolungare la guerra»

Se gli alleati rimarranno il più possibile uniti per difendere e proteggere i valori comuni, attuando gli accordi di difesa il più rapidamente possibile, «tutti insieme in Ucraina, in Europa, nel mondo, saremo in grado di impedire alla Russia di prolungare la guerra e ripristinare una pace normale e giusta». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione della giornata in cui si celebrano le guardie di frontiera ucraine. Per il presidente ucraino «è molto importante che la Russia riceva segnali sempre più forti che il mondo non perdonerà nessuno degli atti di terrore» commessi da Mosca, e che il maggior numero possibile di attori globali continui «a sostenere il regime di sanzioni contro la Russia».

Zelensky ha poi ringraziato «ogni singola persona nel mondo che contribuisce a rafforzare l’isolamento dei terroristi e a fermare qualsiasi fornitura di armi, che lavora per bloccare il complesso militare-industriale russo e per rafforzare le capacità di difesa dell’intera Europa». Il presidente ucraino si è poi rivolto agli alleati dicendosi grato per le armi e per il sostegno finanziario, e ha ringraziato l’Italia «per i suoi sforzi per ricostruire il nostro Paese il prima possibile».

Ore 17:41 - Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol»

L’esercito russo ha sostituito il suo generale di grado più alto responsabile della logistica, in vista dell’attesa controffensiva da parte di Kiev. La conferma arriva dopo giorni in cui si sono rincorse voci sul licenziamento del generale Mikhail Mizintsev, detto il «macellaio di Mariupol» per il suo ruolo nell’assedio della città portuale un anno fa.

Il ministero della Difesa russo ha affermato che Alexei Kuzmenkov, un ex funzionario della Guardia nazionale, ha sostituito Mizintsev. «Kuzmenkov è stato nominato alla carica di viceministro russo della Difesa, responsabile del supporto logistico delle forze armate», afferma la nota. Non vengono, comunque, precisati i motivi per cui Mizintsev è stato sostituito dopo soli sette mesi di lavoro.

 Ore 17:44 - IL PUNTO MILITARE | I 66 sabotatori ucraini arrestati per gli attacchi contro le ferrovie russe: la battaglia dietro le linee

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I sabotaggi contro le ferrovie in Russia, l’eliminazione dei collaborazionisti, gli «incidenti» d’origine incerta nelle industrie belliche: sono episodi diversi che raccontano l’altra guerra, quella dietro le linee contro Mosca. Da molti mesi la rete ferroviaria in Russia è colpita da azioni di disturbo, una ripetizione di quanto avvenuto in Bielorussia, una delle retrovie logistiche dell’Armata. Gli atti hanno riguardato 21 regioni e portato all’arresto di 66 persone, in gran parte giovani.

Ore 18:08 - «Chiusi nelle buche», così Mosca punisce i suoi soldati

Messi nelle buche chiuse da una griglia metallica. Così Mosca punisce i suoi soldati indisciplinati, che violano il regolamento, si ubriacano o vogliono semplicemente tornare a casa. A denunciarlo su Twitter sono gli 007 britannici che, secondo l’ultimo aggiornamento del ministero della Difesa di Londra sulla guerra in Ucraina, descrivono come i comandanti russi hanno probabilmente iniziato a «punire le violazioni disciplinari» rinchiudendo i soldati da punire in quelle che chiamano “Zinda”, «celle improvvisate che consistono in buche scavate nel terreno e coperte poi da una grata». A supporto della segnalazione, l’Intelligence cita «molti rapporti redatti dal personale russo», anche se ulteriori dettagli sui tempi della punizione non sono noti.

Ore 18:18 - Lettonia: gli asset russi congelati servano a ricostruire l’Ucraina

«L’Unione Europea deve raggiungere una soluzione comune per reindirizzare i beni russi congelati alla ricostruzione dell’Ucraina». Lo ha affermato il ministro delle Finanze lettone, Arvils Ašeradens, durante la riunione Ecofin tenutasi ieri. Sottolineando: «La Russia deve pagare per la guerra che ha causato e le sue tragiche conseguenze in Ucraina».

Ore 18:19 - La Germania invia a Kiev un nuovo sistema difesa aerea Iris-T

La Germania ha consegnato un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, compreso un nuovo sistema di difesa aerea Iris-t. Lo riferisce il sito del governo tedesco. Due altri sistemi Iris-T tedeschi erano arrivati dalla Germania in ottobre e il 19 aprile, ricorda Ukrainska Pravda. Il sistema comprende tre veicoli: un camion capace di lanciare otto missili, un veicolo radar e un veicolo di comando.

Ore 18:57 - Podolyak: «I dirigenti ungheresi scelgano ora da che parte stare»

«Oggi è tempo di bianco o nero. Non ci sono mezze misure. O si incoraggia il genocidio russo e la guerra di Putin contro l’umanità e l’Ucraina, oppure si sostiene sempre e ovunque, in ogni cosa l’Ucraina, la coalizione filo-ucraina, il mondo libero... È tempo che i dirigenti ungheresi e gli emigrati politici e culturali russi se ne rendano conto...». Lo scrive su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.

Ore 20:42 - Papa Francesco: «In corso missione di pace della Santa Sede per l’Ucraina»

È in corso una missione di pace per l’Ucraina da parte della Santa Sede. Lo ha reso noto papa Francesco durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma da Budapest. «In questi incontri non abbiamo parlato certo di Cappuccetto Rosso», ha detto il pontefice rispondendo sui colloqui avuti con il premier Viktor Orban e il metropolita Hilarion e su una loro possibile intermediazione con Mosca.

«Abbiamo parlato della guerra. A tutti interessa la strada della pace e io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione della Santa Sede che non è pubblica. Quando sarà pubblica lo dirò».

Ore 20:45 - «La Santa Sede aiuterà Kiev a riportare a casa i bambini deportati in Russia»

«Penso di sì, perché la Santa Sede ha già fatto da intermediario in alcune situazioni di scambio di prigionieri tramite l’ambasciata». Così papa Francesco ha risposto alle domande dei giornalisti a bordo dell’aereo papale dall’Ungheria in merito all’aiuto chiesto dal primo ministro ucraino per portare indietro i bambini deportati in Russia. «La Santa Sede è disposta a farlo perché è la cosa giusta. Questo non deve essere un casus belli ma caso di umanità, un problema di umanità prima di bottino di guerra. Bisogna fare tutto quello che di umano è possibile».

Ore 20:48 - Papa Francesco: «L’incontro con Kirill si dovrà fare»

«Con Kirill ho parlato una sola volta dall’inizio della guerra, per 40 minuti. Poi tramite il metropolita Antonj che ha preso il posto di Hilarion c’è un rapporto con Kirill. C’è sospeso l’incontro a Gerusalemme che dovevamo avere l’anno scorso a giugno, ma si dovrà fare». Lo ha detto papa Francesco rispondendo alle domande dei giornalisti a bordo dell’aereo che dall’Ungheria lo stava riportando in Italia. «Poi con la parte russa ho un buon rapporto con l’ambasciatore presso la Santa Sede, che adesso lascia dopo 7 anni: è una persona seria, colta. Molto equilibrata. I rapporti con i russi avvengono tramite questo ambasciatore», ha spiegato.

Ore 20:57 - La missione di pace della Santa Sede, i bambini deportati e l’incontro con Kirill: cosa ha detto papa Francesco sull’Ucraina

(di Gian Guido Vecchi) «In questi incontri non abbiamo parlato di Cappuccetto Rosso… A tutti interessa la pace in Ucraina. Io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione. Ancora non è pubblica, quando sarà pubblica lo dirò». Il Volo AZ4001 è decollato da una decina di minuti quando Francesco raggiunge in giornalisti che lo hanno seguito nei tre giorni a Budapest.

Ore 21:42 - Kiev: «Chi vive nei territori occupati prenda il passaporto russo e attenda la liberazione»

Gli ucraini nei territori temporaneamente occupati devono prendere un passaporto russo «per salvarsi la vita o andarsene in qualche modo». Lo ha affermato il commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev, Dmytro Lubinets, ripreso da Unian.

«Penso che tutti i cittadini ucraini che rifiutano un passaporto russo saranno arrestati e diventeranno ostaggi civili della Federazione Russa», ha detto. Per questo motivo il consiglio è «prendi un passaporto, sopravvivi e aspetta fino a quando non libereremo questo territorio». A quel punto, grazie a una legge in corso di elaborazione, si potrà «rinunciare ufficialmente a quel passaporto e tornare alla vita normale».

Lubinets si è detto «categoricamente contrario» a perseguire i cittadini ucraini delle zone occupate che accetteranno documenti russi. «Comprendiamo che ciò accade sotto pressione fisica, i nostri cittadini lo fanno per sopravvivere».

Ore 21:46 - Kiev: «Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut»

Nonostante abbiano riportato diverse vittorie, le forze armate russe «non riescono a prendere il controllo della città» di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram la vice ministra ucraina della Difesa Anna Malyar.

«Il nemico continua ad attaccare in direzione di Bakhmut, i feroci combattimenti continuano anche nella stessa città. Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut, nonostante abbia gettato tutte le sue risorse nella battaglia e abbia avuto un certo successo» ha dichiarato Malyar.

Ore 22:13 - Esplosione a Pavlograd, nella regione del Dnipropetrovsk

Un’esplosione è stata registrata in serata nella città di Pavlograd nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta Rbc-Ucraina. Al momento dell’esplosione nell’area era in corso un’allerta anti-aerea. Le autorità locali hanno invitato i residenti a rimanere nei rifugi in attesa di informazioni ufficiali.

Ore 23:00 - Avvertite esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi vicino Zaporizhzhia

Alcune esplosioni sono state avvertite nella città di Berdiansk, occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, ripreso da Ukrinform. «C’è molto rumore a Berdiansk. I residenti riferiscono di esplosioni che si sentono in diversi quartieri della città. Stiamo aspettando buone notizie dallo Stato Maggiore», ha dichiarato.

Questa diretta è stata chiusa. Clicca qui per leggere le ultime notizie sulla guerra in Ucraina.

Ore 03:16 - Allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev

Nuova notte di paura in Ucraina. L’allarme antiaereo è stato diramato nelle prime ore di oggi in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev. Lo riportano i media locali. Ieri sera le forze russe hanno bombardato la città di Orikhiv, nell’oblast di Zaporizhzhia.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 1° maggio.

Casa Bianca: «Centomila soldati russi morti, 20mila da dicembre». Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di lunedì 1° maggio, in diretta. L’Italia e i cannoni a Kiev non funzionanti: «Mezzi datati, ditta Usa doveva sistemarli». Reznikov: «Pronti per la controffensiva».

• Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol», responsabile della logistica. Al suo posto Alexei Kuzmenkov.

• I sabotatori delle ferrovie russe arrestati: la battaglia dietro le linee.

• La Wagner: «Un chilometro e mezzo e prendiamo Bakhmut».

• Kiev bombarda la regione russa di Bryansk.

Ore 00:24 - Esplosione a Pavlograd, nella regione del Dnipropetrovsk

Un’esplosione è stata registrata in serata nella città di Pavlograd nella regione di Dnipropetrovsk. Lo riporta Rbc-Ucraina. Al momento dell’esplosione nell’area era in corso un’allerta anti-aerea. Le autorità locali hanno invitato i residenti a rimanere nei rifugi in attesa di informazioni ufficiali.

Ore 01:26 - Kiev: «Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut»

Nonostante abbiano riportato diverse vittorie, le forze armate russe «non riescono a prendere il controllo della città» di Bakhmut. Lo ha scritto su Telegram la vice ministra ucraina della Difesa Anna Malyar. «Il nemico continua ad attaccare in direzione di Bakhmut, i feroci combattimenti continuano anche nella stessa città. Il nemico non riesce a prendere il controllo di Bakhmut, nonostante abbia gettato tutte le sue risorse nella battaglia e abbia avuto un certo successo» ha dichiarato Malyar.

Ore 02:39 - Wagner: «Ci manca un chilometro e mezzo per prendere Bakhmut»

«I nostri combattenti devono percorrere circa un chilometro e mezzo di area urbana per liberare Bakhmut (in russo Artemovsk) ha dichiarato all’agenzia statale russa Ria Novosti un militare della milizia privata Wagner. «La linea del fronte si sta avvicinando sempre di più (alla periferia occidentale della città). I militari ucraini sono a un chilometro e mezzo», ha raccontato, aggiungendo che la sua unità è riuscita a prendere d’assalto un blocco con edifici residenziali dietro la ferrovia, che divide la città in due parti. I palazzi si trovano su una collina da cui l’esercito ucraino ha monitorato e corretto il fuoco sui gruppi d’assalto Wagner. Finora, i militanti di Kiev controllano l’edificio dell’istituto medico, situato nel punto occidentale più alto di Bakhmut, ha detto.

Ore 02:50 - Avvertite esplosioni a Berdiansk, città occupata dai russi vicino Zaporizhzhia

Alcune esplosioni sono state avvertite nella città di Berdiansk, occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, ripreso da Ukrinform. «C’è molto rumore a Berdiansk. I residenti riferiscono di esplosioni che si sentono in diversi quartieri della città. Stiamo aspettando buone notizie dallo Stato Maggiore», ha dichiarato.

Ore 03:24 - Mosca rimuove il generale Mizintsev, il «macellaio di Mariupol»

L’esercito russo ha sostituito il suo generale di grado più alto responsabile della logistica, in vista dell’attesa controffensiva da parte di Kiev. La conferma arriva dopo giorni in cui si sono rincorse voci sul licenziamento del generale Mikhail Mizintsev, detto il «macellaio di Mariupol» per il suo ruolo nell’assedio della città portuale un anno fa.

Il ministero della Difesa russo ha affermato che Alexei Kuzmenkov, un ex funzionario della Guardia nazionale, ha sostituito Mizintsev. «Kuzmenkov è stato nominato alla carica di viceministro russo della Difesa, responsabile del supporto logistico delle forze armate», afferma la nota. Non vengono, comunque, precisati i motivi per cui Mizintsev è stato sostituito dopo soli sette mesi di lavoro.

 Ore 03:47 - Allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev

Nuova notte di paura in Ucraina. L’allarme antiaereo è stato diramato nelle prime ore di oggi in gran parte dell’Ucraina, anche a Kiev. Lo riportano i media locali. Ieri sera le forze russe hanno bombardato la città di Orikhiv, nell’oblast di Zaporizhzhia.

Ore 03:56 - Pupo: «Non vado più a Mosca. Ma non per le polemiche»

Dopo le polemiche di questi ultimi giorni, il dietrofront: Pupo non andrà più a Mosca, al festival «patriottico» Road To Yalta, dove doveva fare il giudice e il superospite.

Ore 04:31 - IL PUNTO MILITARE | I 66 sabotatori ucraini arrestati per gli attacchi contro le ferrovie russe: la battaglia dietro le linee

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I sabotaggi contro le ferrovie in Russia, l’eliminazione dei collaborazionisti, gli «incidenti» d’origine incerta nelle industrie belliche: sono episodi diversi che raccontano l’altra guerra, quella dietro le linee contro Mosca. Da molti mesi la rete ferroviaria in Russia è colpita da azioni di disturbo, una ripetizione di quanto avvenuto in Bielorussia, una delle retrovie logistiche dell’Armata. Gli atti hanno riguardato 21 regioni e portato all’arresto di 66 persone, in gran parte giovani.

Ore 05:02 - Esplosioni a Kiev, difesa antiaerea in azione

Una serie di esplosioni è stata segnalata a Kiev, come riportano i media ucraini. Il capo dell’ufficio presidenziale Andrii Yermak ha affermato che la difesa antiaerea è al lavoro. L’amministrazione militare della capitale ucraina ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi. L’allarme antiaereo è stato diramato in città intorno alle 3.40 ed è stato attivo a lungo.

Ore 05:46 - La missione di pace della Santa Sede, i bambini deportati e l’incontro con Kirill: cosa ha detto papa Francesco sull’Ucraina

(di Gian Guido Vecchi) «In questi incontri non abbiamo parlato di Cappuccetto Rosso… A tutti interessa la pace in Ucraina. Io sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Adesso è in corso una missione. Ancora non è pubblica, quando sarà pubblica lo dirò». Il Volo AZ4001 è decollato da una decina di minuti quando Francesco raggiunge in giornalisti che lo hanno seguito nei tre giorni a Budapest.

Ore 08:08 - Nella notte missili e droni contro Kiev: «Tutti abbattuti»

«Nessuna vittima o danno alle infrastrutture»: il capo dell’amministrazione militare della città di Kiev Sergii Popko ha riferito che «secondo le informazioni preliminari, tutti i missili e i droni russi» lanciati questa notte contro la capitale ucraina «sono stati distrutti nello spazio aereo di Kiev dalle forze delle forze di difesa aerea». «Questa notte, il nemico ha effettuato un altro massiccio attacco aereo contro l’Ucraina. Il secondo consecutivo negli ultimi 3 giorni. Secondo le prime informazioni, l’attacco missilistico è stato effettuato da velivoli strategici (tipo Tu95ms)», ha dichiarato.

Ore 08:08 - Attacchi nella notte del primo maggio in Ucraina orientale

Nella notte del primo maggio l’esercito russo ha bombardato Pavlograd, nella regione orientale ucraina di Dnipropetrovsk, dove secondo il governatore Nikolai Lukashuk 25 persone sono state ferite, tra cui alcuni bambini. Lo riporta Rbc-Ukraine. Altre località della regione sono state colpite, ci sono incendi, danni a edifici residenziali, un sito industriale, scuole. Le truppe russe hanno lanciato anche 54 attacchi sul distretto nord-orientale di Sumy. «Gli invasori hanno attaccato con aerei strategici: 9 Tu-95 dalla regione russa di Murmansk e 2 Tu-160 dal Mar Caspio», ha detto il comandante dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny».

Ore 08:16 - Bombardamento russo a Kherson: «Un civile morto e tre feriti»

Una civile è rimasto ucciso e tre feriti nella notte durante i bombardamenti lanciati dall’esercito russo sulla regione meridionale ucraina di Kherson, ha dichiarato l’amministrazione militare locale. Mosca ha lanciato nuove salve di missili contro le città ucraine nelle prime ore di lunedì, che secondo le forze di Kiev sono state in gran parte neutralizzate. «L’esercito russo ha preso di mira le aree residenziali delle zone popolate della regione e un edificio ufficiale nel centro di Kherson», ha dichiarato su Telegram il capo dell’amministrazione militare locale, Oleksander Prokudin. «Come risultato dell’aggressione russa, una persona è morta e altre tre, tra cui un bambino, sono rimaste ferite», ha aggiunto, notando che la città è stata bombardata otto volte in circa 24 ore.

Ore 08:30 - «I russi vogliono conquistare Bakhmut entro il 9 maggio»

I russi hanno fissato un’altra «scadenza» per l’occupazione di Bakhmut - 9 maggio. È quanto riferisce Rbc-Ucraina, citando una fonte ben informata. Presumibilmente, il presidente russo Vladimir Putin «vuole annunciare con una nota vittoriosa la fine della guerra, così da poter affermane che «tutti gli obiettivi della cosiddetta `operazione speciale´ sono stati raggiunti e `l’esercito ucraino ha stato sconfitto».

Ore 08:39 - Financial Times: «20 semoventi italiani inviati a Kiev sono inutilizzabili»

«Non tutte le armi che sono state consegnate all’Ucraina sono in buone condizioni. Nessuno dei venti cannoni semoventi che l’Italia ha fornito all’Ucraina è funzionante». Lo scrive il Financial Times citando un consigliere del ministero della Difesa ucraino, in un articolo in cui il quotidiano della City riferisce dell’imminente controffensiva che l’Ucraina intende lanciare.

Ore 09:19 - Mosca: «L’esercito di Kiev costruisce rifugi a Kherson»

L’esercito ucraino sta costruendo rifugi in cemento armato a Kherson, trasformandola in un’area fortificata. Lo ha annunciato lunedì alla Tass il primo vicepresidente della commissione per i media e le comunicazioni di massa della Camera civica (OP) della Federazione Russa, consigliere freelance del governatore ad interim della regione di Kherson, capo del dipartimento di giornalismo di Kherson Università statale Alexander Malkevich. «Stanno trasformando la città in un deserto arido. L’ultima decisione, espressa dalle autorità di Kiev di Kherson, è quella di installare, erigere in luoghi pubblici, accanto a mercati, stazioni ferroviarie, 10 rifugi in cemento armato. Stanno progettando di dispiegarli nei prossimi giorni. Non è chiaro che tipo di rifugi in cemento armato siano. La città sta appena iniziando a trasformarsi in un’area fortificata», ha affermato.

Ore 09:24 - A Leningrado attacco alla linea di trasmissione elettrica

Un supporto della linea di trasmissione elettrica è stato fatto saltare in aria nell’insediamento Susaninsky del distretto di Gatchinsky nella regione di Leningrado. Sul secondo supporto è stata trovata una carica con una miccia, è stata rimossa e sminata, secondo quanto riferito sul suo canale Telegram dal governatore della regione Alexander Drozdenko. L’alimentazione elettrica degli insediamenti e delle infrastrutture civili non è stata colpita.

Ore 10:09 - Corea del Sud, il viceministro degli Esteri presto in visita di due giorni a Mosca

Il vice ministro degli Esteri della Corea del Sud, Chang Ho-jin, dovrebbe recarsi a metà maggio in visita in Russia. Lo riferisce l’agenzia ufficiale «Yonhap» citando fonti di governo. Chang, ambasciatore in Russia sino allo scorso mese, giungerebbe a Mosca nel pieno di una frizione nata dopo che il presidente sudcoreano, Yoon Suk-Yeol, aveva annunciato la possibilità di inviare forniture militari all’Ucraina. Il Cremlino aveva risposto avvertendo che un simile impegno, pur se di armi «non letali», avrebbe reso Seul protagonista del conflitto e autore di un gesto «apertamente ostile» nei confronti della Russia.

Ore 10:12 - Media ucraini: «34 feriti a Pavlohrad, 5 bambini»

Cinque bambini sono rimasti feriti nel bombardamento russo durante la notte nel distretto di Pavlograd, nella regione ucraina orientale di Dnipropetrovsk, ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Sergy Lysak citato da Suspilne. Il bambino più piccolo ha 8 anni. In totale i civili feriti sono 34, due persone sono in terapia intensiva. «Le persone hanno fratture, tagli e lacerazioni, contusioni, avvelenamento da prodotti della combustione. Due donne, 45 e 55 anni, sono in terapia intensiva», ha dichiarato Lysak.

Ore 10:53 - Zelensky: «Grazie alla Nuova Zelanda per l’addestramento dei militari»

Volodymyr Zelensky ha annunciato su Telegram di aver avuto un colloquio con il primo ministro della Nuova Zelanda, Chris Hipkins. «Ho avuto una telefonata con il primo ministro della Nuova Zelanda, Chris Hipkins», ha scritto il presidente dell’Ucraina. «Ho ringraziato la Nuova Zelanda per la partecipazione all’addestramento dei nostri militari. Facciamo affidamento sulla sua continuazione, oltre che su un’ulteriore cooperazione in materia di difesa e questioni umanitarie. Abbiamo discusso della necessità di un ulteriore consolidamento dei Paesi della regione del Pacifico nel sostenere l’Ucraina».

Ore 11:20 - Governatore Bryansk: «Treno merci deraglia dopo l’esplosione di un ordigno sui binari»

Un treno merci è deragliato nella regione russa di Bryansk dopo l’esplosione di un ordigno piazzato sui binari. Lo ha reso noto il governatore regionale, Alexander Bogomaz, attraverso Telegram. «Nel distretto di Unecha, al chilometro 136 della linea ferroviaria di Bryansk, un ordigno non identificato è esploso» causando «il deragliamento della locomotiva di un treno merci. Non ci sono vittime», ha specificato Bogomaz. I servizi di emergenza hanno aggiunto che il deragliamento ha causato anche un incendio. Le autorità ferroviarie hanno comunicato la possibilità di rallentamenti dei treni lungo le linee Novozybkov-Mosca e Klimov-Mosca.

Ore 12:17 - 007 Gb: fortificazioni mai viste in aree occupate da Mosca

«La Russia ha costruito alcuni dei più estesi sistemi di Difesa mai visti al mondo da molti decenni nelle aree attualmente controllate da Mosca in Ucraina. Non sono solo vicino alle attuali linee del fronte ma anche all’interno del suo territorio nelle regioni di Belgorod e Kursk». È quanto scrive l’Intelligence britannica nel suo aggiornamento giornaliero sull’andamento del conflitto. «Le difese evidenziano la profonda preoccupazione dei leader russi che l’Ucraina possa raggiungere un importante passo avanti» con l’annunciata controffensiva.

Ore 12:27 - «Gli attacchi russi hanno causato danni alle reti elettriche»

I bombardamenti russi nella notte hanno danneggiato in modo significativo l'infrastruttura della rete elettrica nelle regioni di Dnipropetrovsk e Kherson: ha reso noto il servizio stampa del ministero dell'Energia ucraino, come riporta Unian. «Nessun danno è stato registrato agli impianti di generazione di elettricità, ma ci sono stati danni significativi alle reti di distribuzione. Di conseguenza, parte i cittadini della città di Dnipro e della regione sono senza luce. Anche la situazione nella regione di Kherson è diventata più complicata: più di 11.000 utenti nella città di Kherson e 7.100 nella regione sono senza corrente a causa dei bombardamenti», ha affermato il ministero, aggiungendo che per riparare i danni ci vorranno diversi giorni.

Ore 12:42 - Kiev: «Per la controffensiva è tutto pronto»

Per quanto riguarda la controffensiva «stiamo tagliando il traguardo, quando possiamo dire che sì, è tutto pronto». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, in un'intervista ai canali Tv di Kiev. Lo riporta Unian. «Lo Stato maggiore, in base alla situazione sul campo di battaglia, deciderà come, dove e quando. Tutto deve essere valutato e pianificato», ha aggiunto. Reznikov ha spiegato poi i tre fattori chiave per una controffensiva di successo: «la disponibilità di armi, militari preparati e addestrati che conoscono il loro piano e garantire all'offensiva tutto ciò che è necessario».

Ore 14:05 - Mosca conferma attacco a Pavlograd: colpiti siti che producono armi

Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico di alta precisione a lungo raggio, via aria e via mare, contro le strutture del complesso militare-industriale ucraino di Pavlograd, nel distretto orientale di Dnipropetrovsk . Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, citato da Ria Novosti. «L'obiettivo dell'attacco è stato raggiunto. Tutte le strutture designate sono state colpite», ha precisato il ministero sottolineando che «il funzionamento delle imprese che producono munizioni, armi ed equipaggiamento militare» per le forze armate ucraine è stato interrotto.

Ore 14:32 - Ministrero Difesa italiano: «I nostri semoventi non funzionano? Dati a una ditta Usa per la manutenzione prima dell'invio»

Da Kiev filtra la notizia di semoventi inviati dall’Italia in cattive condizioni, tali da non consentirne l’utilizzo? L'ipotesi di qualche malfunzionamento non è accolta con troppo stupore dalla nostra Difesa: sono mezzi datati, che non erano in uso in Italia — dicono fonti del ministero —, ma proprio per questo prima dell’invio sono stati affidati, per la manutenzione, a una ditta statunitense per rimetterli in condizioni di funzionare. Potrebbe essere stato proprio nel passaggio della manutenzione il problema. In ogni caso gli invii dall’Italia, le cui liste sono state compilate già dal governo precedente, contano un centinaio di mezzi (sono venti quelli che, secondo Kiev, sarebbero inutilizzabili).

Ore 15:58 - Kiev: «Un bambino ucciso da un attacco russo nel Nord»

Il governatore di Chernihiv Viacheslav Chaus ha reso noto che un bambino è rimasto ucciso questo pomeriggio durante un attacco russo nella regione dell'Ucraina settentrionale: «Intorno alle 15.37 è stato colpito un istituto scolastico chiuso a Novhorod-Siverskyi, un bambino che si trovava nelle vicinanze è morto», ha scritto Chaus citato da Rbc-Ukraine.

Ore 16:08 - Il rimpianto di Zelensky: «I figli? Li stanno crescendo mia moglie Olena e la guerra»

«C’è chi dice che non sono un cattivo presidente, ma certo che in questo momento non sono un buon padre. Mi dispiace di non avere tempo per i figli e che i miei figli non siano stati cresciuti da me: in questo momento li stanno crescendo mia moglie e la guerra». Sono le amare riflessioni che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo un anno e tre mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, ha condiviso in una tavola rotonda con giornalisti di diverse testate scandinave.

Ore 16:22 - Kiev a cittadini delle zone occupate: non prendete passaporti russi

Il vice primo ministro di Kiev, Iryna Vereshchuk, ha raccomandato agli ucraini che vivono sotto l’occupazione russa di non prendere in nessun caso passaporti russi. Lo riporta Unian. «Le mie raccomandazioni agli ucraini nei territori temporaneamente occupati rimangono le stesse: non prendere passaporti russi, non cooperare con gli occupanti, andarsene se possibile, aspettate le forze armate», ha dichiarato Vereshchuk. Il giorno prima, il difensore civico ucraino Dmytro Lubinets aveva chiesto il contrario.

Ore 16:31 - Kiev: «I russi preparano un piano di evacuazione da Zaporizhzhia»

Le autorità russe stanno preparando piani di evacuazione nelle zone occupate della regione di Zaporizhzhia. Lo ha riferito il Centro nazionale di resistenza dell’Ucraina, citato dal Kyiv Independent. Stando a quanto riportano fonti locali, le autorità di occupazione stanno preparando l’evacuazione dei lavoratori e delle loro famiglie e sono state distribuite istruzioni su come distruggere documenti e attrezzature. Le autorità di occupazione russe stanno anche «rafforzando le misure» per identificare le persone coinvolte nei movimenti partigiani ucraini e questo include la perquisizione delle case di coloro che sono sospettati di «slealtà».

Ore 17:03 - Corrado Zunino è ritornato in Italia

Il giornalista Corrado Zunino è rientrato in Italia dopo essere rimasto ferito in Ucraina nei pressi di Kherson il 26 aprile. «Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell’omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre», ha scritto sul suo profilo Twitter.

Sono tornato in Italia. Grazie di cuore a chi mi è stato vicino, a tutta Repubblica che è un giornale speciale, ai medici ucraini, ai funzionari dello Stato italiano che mi hanno seguito dal giorno dell'omicidio di Bogdan Bitik, un giornalista, un amico per sempre. pic.twitter.com/kLIgTkMj2H

Ore 17:30 - Zelensky a Trudeau: «Serve maggiore pressione sulle sanzioni»

«Ho avuto una telefonata con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Abbiamo discusso il programma di cooperazione per la difesa a lungo termine. Ho preso atto dell'inizio delle confische dei beni russi e ho chiesto una maggiore pressione delle sanzioni sulla Russia. Abbiamo coordinato le posizioni alla vigilia del vertice Nato e di altri eventi internazionali». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17:32 - Mosca: «Respinti attacchi di droni ucraini su Sebastopoli»

La Flotta del Mar Nero, supportata dai sistemi di difesa aerea, sta respingendo un attacco di droni a Sebastopoli. Lo ha dichiarato Mikhail Razvozzhayev, governatore della città della Crimea occupata dalle forze russe, citato da Ria Novosti. «Le forze della flotta, in collaborazione con la difesa aerea, stanno respingendo un attacco di droni nemici sulla rada esterna. Un drone è già stato abbattuto. Tutti i servizi della città sono in attesa», ha scritto nel suo canale Telegram Razvozzhayev esortando i cittadini a mantenere la calma.

Ore 17:57 - Prigozhin a Mosca: «Ci servono 300 tonnellate di munizioni al giorno»

Yevgeny Prigozhin insiste nella sua richiesta al ministero della Difesa russo perché aumenti le forniture di munizioni ai suoi combattenti impegnati a Bakhmut. In un video pubblicato sul suo canale Telegram, il capo del gruppo Wagner ha dichiarato di aver bisogno di almeno 300 tonnellate di proiettili d'artiglieria al giorno per l'assalto alla cittadina dell'Ucraina orientale. «Trecento tonnellate al giorno corrispondono a 10 container da carico, non molto... Ma ce ne viene fornito non più di un terzo», ha detto Prigozhin mentre ispezionava scatole di fucili in un magazzino che ha detto essere nella città di Soledar, a nordest di Bakhmut.

Ore 19:48 - Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti, 20 mila da dicembre

La Casa Bianca ha detto che la Russia ha perso 100 mila soldati nel conflitto, 20 mila soltanto da dicembre, in quella che è diventata una dura guerra di logoramento. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che la stima degli Stati Uniti si basa su dati dell'intelligence americana recentemente declassificati.

Ore 20:53 - Usa: offensiva russa su Bakhmut è fallita

Gli Stati Uniti hanno affermato che l’offensiva russa nell’Ucraina orientale è «fallita». Lo sostiene il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby, citato da Sky News. La Casa Bianca ha stimato 100mila vittime, tra cui 20mila morti, tra le truppe russe da dicembre. Circa la metà delle morti apparterrebbero al Gruppo Wagner, ha detto Kirby, aggiungendo che l’offensiva russa su Bakhmut, nella regione orientale ucraina del Donbass, è «in stallo» ed è «fallita».

Ore 21:15 - Kiev: mediazione Vaticano? Non ne sappiamo nulla

L’Ucraina non è al corrente di alcuna mediazione del Vaticano per una soluzione del conflitto con la Russia, mediazione cui ha accennato ieri il Papa sul volo lo riportava a Roma dopo il viaggio in Ungheria. Lo ha detto alla Cnn una fonte vicina alla presidenza ucraina, secondo cui «il presidente Zelensky non ha dato alcun consenso ad una discussione di questo tipo per conto dell’Ucraina: se colloqui sono in corso, stanno avvenendo senza che noi ne siamo a conoscenza e senza la nostra benedizione».

Ore 22:32 - Zelensky: per ogni attacco invasori russi avranno risposta

«Per ogni attacco di questo tipo, gli invasori russi riceveranno la nostra risposta. Nessuna possibilità per l'occupante russo sulla nostra terra! Solo distruzione per il nemico». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto discorso serale, dopo la nuova giornata di raid russi, che hanno fatto 3 morti e 40 feriti. «Regione di Chernihiv, villaggio di Lyzunivka. Lì, una bomba sganciata da un aereo russo ha distrutto un'altra scuola ucraina. Purtroppo, questo attacco ha tolto la vita a un adolescente, un ragazzo nato nel 2009... 14 anni! Si trovava proprio vicino alla scuola - ha detto Zelensky, elencando le conseguenze degli attacchi - Pavlohrad, regione di Dnipropetrovsk. I missili dei terroristi hanno causato la morte di due persone, giovani ragazzi... Altre quaranta persone - donne, bambini e uomini - hanno ricevuto assistenza medica in seguito a ferite e traumi».

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 maggio.

Kiev: «Pronte otto brigate per la controffensiva». di Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi, Giuseppe Benedini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 2 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di martedì 2 maggio, in diretta. Il Cremlino: «Non siamo a conoscenza di alcuna missione del Vaticano». Cina e India riconoscono «l’aggressione russa» all’Onu

• Secondo gli Usa è disastroso il bilancio per la Russia della guerra: come riferito da John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Mosca ha perso da dicembre, centomila uomini, di cui 20 mila del gruppo Wagner . E l’offensiva nel Donbass sarebbe da considerarsi ormai fallita.

• La notte di missili russi su tutta l’Ucraina non scoraggia Kiev: «Pronti alla controffensiva»

• I sabotatori delle ferrovie russe arrestati: la battaglia dietro le linee.

Ore 00:58 - Duda: Polonia farà ogni sforzo per l’ingresso di Ucraina e Moldavia nell’Ue

La Polonia farà ogni sforzo durante la sua presidenza del Consiglio dell’UE per garantire che l’Ucraina e la Moldavia diventino membri del blocco: è quanto ha dichiarato alla stampa Andrzej Duda, presidente polacco, il 1° maggio,

Ore 01:01 - Attacco a Pavlohrad: due morti e 40 feriti

È di due morti e almeno 40 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo della notte fra il 30 aprile e il primo maggio a Pavlohrad, nell’oblast di Dnipropetrovsk . Lo ha riferito nel suo discorso serale il presidente ucraino Volodymir Zelensky.

Ore 03:21 - Kiev: mediazione Vaticano? Non ne sappiamo nulla

L’Ucraina non è al corrente di alcuna mediazione del Vaticano per una soluzione del conflitto con la Russia, mediazione cui ha accennato ieri il Papa sul volo lo riportava a Roma dopo il viaggio in Ungheria. Lo ha detto alla Cnn una fonte vicina alla presidenza ucraina, secondo cui «il presidente Zelensky non ha dato alcun consenso ad una discussione di questo tipo per conto dell’Ucraina: se colloqui sono in corso, stanno avvenendo senza che noi ne siamo a conoscenza e senza la nostra benedizione».

Ore 03:22 - Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti da dicembre

La Casa Bianca ha detto che la Russia ha perso 100 mila soldati nel conflitto da dicembre, di cui 20 mila del gruppo Wagner, in quella che è diventata una dura guerra di logoramento. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha affermato che la stima degli Stati Uniti si basa su dati dell'intelligence americana recentemente declassificati.

Ore 06:33 - Mosca: colpito a Kramatorsk un carico di munizioni ucraine

Le truppe missilistiche e d’artiglieria del battaglione meridionale russo hanno colpito una stazione ferroviaria a Kramatorsk nell’area di Soledar-Bakhmut, distruggendo un carico di munizioni ucraine. Lo ha detto all’agenzia di stampa ufficiale russa Tass il portavoce militare Vadim Astafiev.

Ore 07:53 - Kyiv Independent: «Uccisi vicino a Bakhmut due cittadini canadesi»

Il Kyiv Independent ha riportato su Twitter che due cittadini canadesi sono stati uccisi in una azione nei pressi di Bakhmut, una città dell'oblast di Donetsk che da tempo è al centro dei combattimenti tra le forze ucraine e quelle russe d'invasione.

Ore 07:54 - Dalla Russia: «Le forze ucraine hanno bombardato la regione russa di Bryansk»

Il governatore di Bryansk, Alexander Bogomaz, ha riferito su Telegram che in mattinata le forze armate ucraine hanno bombardato il villaggio di Kurkovichi, situato nella regione russa di Bryansk vicino al confine con l'Ucraina. Ciò è accaduto un giorno dopo che un'esplosione ha fatto deragliare un treno merci nella stessa regione. Bogomaz ha precisato che non ci sono state vittime nel bombardamento, ma un'abitazione è stata colpita dal fuoco. Le operazioni di soccorso sono in corso sul luogo dell'incidente.

Ore 08:20 - Scholz: «Le armi tedesche in Ucraina non devono essere utilizzate per attaccare la Russia»

L'Ucraina non deve utilizzare le armi che ha ottenuto dalla Germania per attaccare la Russia. È quanto dichiarato dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, come riferisce il quotidiano «Handelsblatt». Il capo del governo federale ha evidenziato come la stessa posizione sia tenuta dagli altri Stati che forniscono aiuti militari all'ex repubblica sovietica. Per Scholz, è necessario «fare di tutto» al fine di evitare una guerra tra la Russia e la Nato.

Ore 08:22 - Isw: Mosca informa la popolazione degli attacchi in Ucraina per ridurre l'ansia nel Paese

Secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda, l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), ha riferito che il ministero della Difesa russo ha iniziato a fornire informazioni sugli attacchi missilistici in territorio ucraino, al fine di ridurre l'ansia nel paese riguardo alla prevista controffensiva di Kiev. L'Isw ha citato l'esempio dell'attacco russo contro Pavlograd nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio, affermando che il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l'attacco ha preso di mira le strutture militari-industriali ucraine e ha interrotto la produzione di risorse militari. Gli esperti del think-tank hanno inoltre osservato che il ministero della Difesa russo ha recentemente cambiato la sua retorica, pubblicizzando ampiamente le sue campagne di attacchi, probabilmente per mostrare un approccio proattivo a fronte della crescente preoccupazione nel media russo riguardo a una possibile controffensiva ucraina.

Ore 08:28 - Yermak: «Intere generazioni di russi pagheranno per i danni provocati all'Ucraina»

In un post su Telegram, Andriy Yermak, capo dell'ufficio presidenziale ucraino, ha affermato che le future generazioni di russi dovranno pagare per le azioni compiute dalla loro nazione durante la guerra, includendo i danni ambientali causati al territorio ucraino. Yermak ha sottolineato che la Russia dovrà rispondere per tutto ciò che ha causato, compresi i danni alle infrastrutture e le perdite umane, nonché per i rapimenti di bambini. Inoltre, ha avvertito che le generazioni future di russi non avranno scelta se non quella di pagare il prezzo delle azioni del loro paese, e saranno gravati dalla responsabilità di essere discendenti dei terroristi russi che hanno commesso il genocidio del popolo ucraino. Yermak ha concluso dicendo che non ci sarà modo per i discendenti dei terroristi russi di nascondersi da questa vergogna in qualsiasi parte del mondo.

Ore 08:56 - Il comandante ucraino Syrskyi a Bakhmut: «Attese decisioni importanti»

Il capo delle forze terrestri ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha annunciato oggi di essere giunto a Bakhmut, nella regione di Donetsk, come riferito sul proprio canale Telegram. «Sono qui con i nostri soldati che stanno svolgendo missioni di combattimento in direzione di Bakhmut», ha scritto il comandante, aggiungendo di aver preso «una serie di decisioni importanti» insieme al comando militare del Paese per «assicurare una difesa efficace» e infliggere le massime perdite possibili al nemico. Syrskyi ha anche parlato con i difensori del fronte orientale, sottolineando l'importanza di prestare attenzione a tutti, dal soldato al comandante, poiché la dedizione e la professionalità di tutti sono cruciali per la sopravvivenza di Bakhmut.

 Ore 08:58 - La precisazione del ministero della Difesa italiano sui mezzi forniti all'Ucraina

«Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l'Ucraina. Tra i tanti, vengono citati alcuni mezzi forniti dall'Italia. Senza entrare nel dettaglio di decreti secretati dal precedente Governo, il ministero della Difesa precisa che su richiesta Ucraina, tra i vari aiuti, sono anche stati donati mezzi che erano stati dismessi dalle Forze Armate italiane da molti anni e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà».

È quanto si legge in una nota del ministero della Difesa. «I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l'aggressione russa - prosegue la nota -. Sull'esito della rimessa in efficienza il Ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione. Tanto si precisa al fine di dirimere eventuali equivoci, prevenire sterili polemiche e sottolineare quanto sia importante il sostegno all'Ucraina».

Ore 09:17 - Ucraina: 480 bambini morti e 960 feriti dall'inizio dell'invasione russa

Sono almeno 480 i bambini morti in Ucraina dal 24 febbraio del 2022, quando la Russia ha iniziato l'invasione del Paese. Lo denuncia la procura di Kiev sul suo canale di Telegram, aggiungendo che altri 960 sono rimasti feriti «a causa dell'aggressione armata su larga scala da parte della Russia». Ma «questa cifra non è definitiva», ha aggiunto, perché «continua il lavoro» per individuare le vittime «nei luoghi dove sono ancora in corso le ostilità, nei territori temporaneamente occupati e in quelli che sono stati liberati». Il maggior numero di vittime infantili si registra nella provinca di Donetsk, dove la procura parla di 453 tra morti e feriti, seguita da quella di Charkiv con 275. Sono invece 128 i bambini morti o feriti nella provincia di Kiev e 94 quelli a Kherson. Nella provincia di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d'Europa, sono 89 i bambini morti o feriti, mentre in quella di Mykolaiv sono 89, a Chernihiv 70, in quella di Dnipropetrovsk 67 e a Luhansk 66.

Ore 09:18 - Otto soldati ucraini uccisi negli scontri a Kherson

Otto soldati delle forze armate ucraine sarebbero stati uccisi e quattro feriti in un conflitto a fuoco con le truppe russe nella regione di Kherson. Lo ha riferito il Servizio d'emergenza della Federazione russa, citato dalle agenzie locali, spiegando che il fuoco dell'artiglieria russa ha distrutto i cannoni semoventi ucraini e un mortaio in possesso delle truppe di Kiev. Kherson è una delle regioni parzialmente occupate dell'Ucraina che la Federazione Russa ha annesso l'anno scorso.

Ore 09:24 - Gli Usa: «20 mila russi morti da dicembre». L’esca di Bakhmut, i preparativi sulla Crimea: la strategia del generale ucraino Zaluzhnyi

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) Oltre 20.000 soldati russi morti dallo scorso dicembre in Ucraina — specie sul fronte di Bakhmut, nel Donbass. Sembra, soprattutto quest’ultimo, un bagno di sangue inutile, visto che negli ultimi giorni gli ucraini stanno riconquistando terreno e truppe corazzate fresche dei campi Nato all’estero stanno posizionandosi nelle vicinanze. Le ultime dichiarazioni americane sui caduti russi (20 mila russi morti da dicembre, appunto, oltre a 80 mila feriti) e ciò che abbiamo visto sul terreno nelle ultime settimane sui fronti della guerra fanno ritenere che la strategia del capo di Stato maggiore ucraino, Valery Zaluzhnyi, si stia rivelando vincente. (...)

Ore 09:27 - Intelligence britannica: «Russia a corto di munizioni, così nascono divisioni interne. Destituito il viceministro russo alla Difesa, Mizintsev»

La valutazione quotidiana dell'intelligence diffusa via Twitter dal ministero della Difesa di Londra più di un anno dopo l'invasione russa dell'Ucraina afferma che la Russia non ha abbastanza munizioni per avere successo in un'offensiva e che la carenza di munizioni sta causando divisioni interne, in particolare tra il ministero russo della Difesa e il Gruppo Wagner. Secondo il rapporto, il 27 aprile, «social media russi legati ai militari» hanno riferito della destituzione del viceministro russo della Difesa, Mikhail Mizintsev, responsabile della logistica militare, in carica da «soli otto mesi». Anche se il licenziamento di Mizintsev non è stato confermato da Mosca, il rapporto evidenzia come i problemi di logistica restino al centro della difficile campagna della Russia in Ucraina. La Russia continua a dare priorità alla mobilitazione della sua industria della difesa, ma non riesce a rispondere alle richieste in tempo di guerra. Il rapporto conclude che, mentre i leader politici russi insistono nel chiedere successo sul campo di battaglia, i professionisti russi della logistica sono nel mezzo della crisi.

Ore 09:54 - Kiev: «Non siamo a conoscenza di una missione di pace del Vaticano»

L'Ucraina «non è a conoscenza» di una missione di pace del Vaticano per risolvere la guerra. Lo ha affermato un esponente ucraino vicino all'ufficio presidenziale di Kiev alla Cnn. «Il presidente Zelensky non ha acconsentito a tali discussioni per conto dell'Ucraina. Se ci sono colloqui, stanno avvenendo a nostra insaputa o senza la nostra benedizione», ha sottolineato. Papa Francesco nei giorni scorsi, tornando da Budapest, aveva fatto riferimento a una missione della Santa Sede per porre fine alla guerra in Ucraina, ma senza dare dettagli.

Ore 10:53 - Zelensky: «Il nostro obiettivo è liberare tutta l'Ucraina e restituire la vita normale a ogni persona e famiglia»

«Il nostro stato ha già dimostrato di poter vincere. Abbiamo dimostrato che possiamo liberare la nostra terra dall'occupante. Tutti coloro che assicurano la liberazione hanno dimostrato che, insieme alla bandiera blu e gialla, torna la vita normale per ogni persona e per ogni famiglia. Il nostro obiettivo è restituire questa vita a tutta l'Ucraina, a tutte quelle aree che sono ancora temporaneamente sotto occupazione». Ha scritto il presidente ucraino Zelensky in un post su Telegram.

Ore 11:03 - Presidente Polonia: «L'adesione della Moldavia e dell'Ucraina all'Ue è una nostra priorità»

Durante la sua presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che l'adesione dell'Ucraina e della Moldavia all'Unione Europea sarà una delle priorità della Polonia. Duda ha evidenziato che la Polonia sostiene la politica della "porta aperta" dell'UE, e che i paesi dei Balcani occidentali dovrebbero essere accettati nel blocco europeo. Nel febbraio del 2022, Varsavia ha promosso una lettera per la rapida adesione dell'Ucraina all'UE, e secondo Duda, l'Ucraina è ora un paese candidato che deve diventare parte dell'UE il prima possibile. La Polonia assumerà la presidenza del Consiglio dell'UE nella prima metà del 2025.

Ore 11:33 - Kuleba: «I caccia F-16 arriveranno, è una questione di tempo»

«Ci saranno gli F-16, è una questione di tempo. Penso che dipenderà dalla decisione degli Stati Uniti e dai risultati della controffensiva». Così ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista televisiva. Come riporta Ukrainska Pravda, Kuleba è convinto che prima o poi gli alleati occidentali decideranno di fornire all'Ucraina i caccia richiesti. Certo, ammette, «se avessimo già gli F-16 adesso, la nostra controffensiva sarebbe molto più veloce e saremmo in grado di salvare molte più vite».

Ore 11:47 - Mosca: «Dal Sudan abbiamo evacuato anche gli ucraini»

Ci sarebbero anche cittadini dell'Ucraina e della Moldavia tra i circa 200 evacuati oggi dal Sudan dalle forze speciali russe. A farlo sapere è stato il ministero degli Esteri di Mosca.

Gli evacuati, sottolinea il ministero, sono cittadini russi, di ex repubbliche dell'Unione sovietica o di Paesi amici, tra cui appunto Ucraina, Moldavia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Bangladesh e lo stesso Sudan. I voli delle forze aerospaziali russe che hanno fatto uscire questi cittadini dal Sudan sono decollati dalla base di Al Shahid Mukhtar, 35 chilometri da Khartoum. L'ambasciata russa a Khartoum continua a essere operativa.

Ore 12:12 - Kiev: «191.420 morti russi, 460 nelle ultime 24 ore»

Sarebbero ormai più di 191mila i soldati russi morti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il bollettino giornaliero dello stato maggiore ucraino riporta 460 russi uccisi nella giornata di ieri, per un totale di 191.420 dal 24 febbraio 2022. Secondo stime diffuse ieri dalla Casa Bianca, dallo scorso dicembre la Russia ha perso oltre 100mila uomini, 20mila dei quali rimasti uccisi e il resto feriti.

Ore 12:14 - Shoighu: «Avviata produzione di massa di nuovi tipi di armi»

La Russia ha avviato la produzione di massa degli ultimi tipi di armi sviluppate dalla JSC Tactical Missiles Corporation (Ktrv). Lo ha detto oggi il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, in un incontro con funzionari del ministero riportato dall’agenzia di stampa Ria.

 «L’azienda fornisce una vasta gamma di armi aeree e navali nella zona dell’operazione militare speciale, molte delle quali non hanno pari - ha detto il ministro - per alcuni dei più recenti tipi di armi, la Corporation è passata alla produzione di massa, nel più breve tempo possibile, completando tutte le fasi di sviluppo. La creazione di campioni promettenti e moderni continua». Secondo Shoighu la Ktrv dovrebbe raddoppiare la produzione di armi ad alta precisione nel più breve tempo possibile.

Ore 12:28 - Il ministro della Difesa russo: «15.000 soldati ucraini uccisi in un mese»

Le forze armate ucraine hanno perso «oltre 15.000 uomini soltanto nell’ultimo mese». È quanto afferma il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. «Nonostante l’assistenza militare senza precedenti dai Paesi occidentali, il nemico sta subendo perdite significative», ha aggiunto il ministro, citato dall’agenzia Interfax.

Ore 12:30 - Kiev: «Bombe russe su Kherson, 7 feriti»

Nella regione di Kherson le truppe russe hanno bombardato Kherson e villaggi della comunità di Belozersk, causando 7 feriti. Lo riporta Ukrinform citando l’ufficio del procuratore regionale di Kherson.

Ore 13:23 - Breton (commissario europeo per il Mercato interno): «Domani piano Ue per 1 milione di munizioni l’anno»

Il piano Ue per aumentare le capacità di produzione «ad almeno un milione all’anno» è pronto e «domani» sarà proposto alla riunione settimanale dei commissari Ue. Lo ha annunciato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in conferenza stampa a Stoccolma.

 «Spero che verrà adottato per garantire che saremo in grado di dare all’industria della difesa ciò di cui ha bisogno per rafforzare la produzione di munizioni» e aiutare Kiev, ha evidenziato Breton. «Abbiamo individuato undici Paesi con una forte industria della difesa» e «quindici aziende» del settore che possono contribuire a centrare l’obiettivo, ha aggiunto.

Ore 13:29 - Tinder lascerà la Russia entro il 30 giugno

La società statunitense Match Group, che gestisce l’app di incontri Tinder, ha deciso di lasciare il mercato della Federazione Russa. È quanto risulta da una nota della società ripresa dall’agenzia di stampa «Tass». «I nostri marchi stanno adottando misure per limitare l’accesso ai loro servizi in Russia e porteranno a termine il loro ritiro dal mercato russo entro il 30 giugno 2023», si legge nella nota.

Ore 13:47 - L’iniziativa diplomatica del Papa (e i dubbi di Kiev)

(Giuseppe Sarcina, dalla newsletter AmericaCina) Ieri, lunedì primo maggio, un consigliere di Volodymyr Zelensky ha dichiarato alla Cnn che il governo di Kiev non sa nulla dell’iniziativa diplomatica della Santa Sede: «Se ci sono colloqui stanno avvenendo a nostra insaputa». Mercoledì 30 aprile, papa Francesco, sull’aereo di ritorno da Budapest, aveva detto ai giornalisti che «era in corso una missione segreta per la pace». Il Pontefice ha riferito di averne parlato anche con il presidente ungherese, Viktor Orban e con il vescovo ortodosso Hilarion, spedito a Budapest come metropolita dopo che aveva criticato la posizione sulla guerra del patriarca di Mosca Kirill.

 • La precisazione degli ucraini ha spiazzato la comunità diplomatica, se non altro perché giovedì 27 aprile, il primo ministro Denys Shmyhal era stato ricevuto da Bergoglio in udienza privata nel Vaticano. Shmyhal si era fermato mezz’ora con il Papa e poi aveva avuto altre riunioni con il Segretario di Stato Pietro Parolin e con il Segretario per i rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, Richard Gallagher. Poi lo stesso Shmyhal, in una conferenza stampa, aveva spiegato di aver chiesto a Papa Francesco «un aiuto per facilitare il ritorno dei bambini deportati in Russia». Il premier ucraino aveva specificato che si era parlato anche del «piano di pace» presentato da Zelensky. La nota del Vaticano aggiungeva che «i colloqui» avevano toccato «gli aspetti umanitari collegati alla guerra e gli sforzi per ristabilire la pace».

 • Difficile immaginare che in quel contesto non si sia parlato anche della «missione segreta» evocata da Francesco. Restano i dubbi, però, sulla reale portata dell’iniziativa diplomatica.

Ore 13:42 - Cremlino: «Non siamo a conoscenza di missione del Vaticano»

Il Cremlino «non è a conoscenza» di una missione di pace del Vaticano per l’Ucraina. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Tass.

Ore 14:17 - Putin inaugura in videoconferenza la nuova rete di tram a Mariupol

Il presidente russo Vladimir Putin ha inaugurato oggi con una cerimonia in videoconferenza la nuova rete di tram costruita a Mariupol, la città nel sud-est dell'Ucraina conquistata lo scorso anno dai russi. La Russia, ha detto Putin, citato dalla Tass, non risparmierà alcuno sforzo per riportare alla normalità la vita nelle quattro regioni annesse in Ucraina.

Ore 14:21 - Kiev inaugura il registro delle persone scomparse in Crimea e nel Donbass

Le autorità ucraine hanno recentemente annunciato la creazione di un registro nazionale delle persone disperse in risposta alle conseguenze dell'aggressione militare russa, che ha portato a deportazioni forzate, esecuzioni sommarie, detenzioni arbitrarie, sequestri e rapimenti, e separazioni familiari. Il registro raccoglierà i dati personali essenziali dei cittadini di cui si sono perse le tracce, insieme al luogo, giorno e orario dell'ultimo avvistamento, al fine di facilitare il coordinamento delle operazioni di ricerca e stabilire se una persona è "scomparsa o deceduta". Il governo di Kiev stima che dal 2014 a oggi, si è persa traccia di "decine di migliaia di persone tra soldati e civili", compresi molti minori.

L'iniziativa arriva in un momento di intensi scontri nel paese, in particolare a Bakhmout, dove il governo ucraino sta preparando una controffensiva per riprendere il controllo dei territori occupati dalle forze russe. L'intelligence statunitense ha definito l'avanzata russa nel Donbass "fallimentare", sostenendo che l'esercito russo avrebbe subito 100mila morti e feriti negli ultimi cinque mesi, la maggior parte dei quali proprio a Bakhmout. Il portavoce John Kirby ha affermato che il clima e la necessità di non rivelare il giorno esatto dell'operazione al Cremlino, sono elementi cruciali nella pianificazione della controffensiva.

Il registro nazionale delle persone disperse è gestito dal ministero dei Territori temporaneamente occupati e degli Sfollati interni, che ha precisato che il nuovo database raccoglierà solo i dati personali essenziali dei cittadini. Inoltre, l'iniziativa mira a rispondere alle conseguenze dell'aggressione militare russa, che ha portato alla perdita di migliaia di vite umane e ha causato sofferenza e separazione per molte famiglie.

Ore 14:27 - Mosca: «Gli Usa non possono sapere niente delle nostre perdite in Ucraina»

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono conoscere le perdite della Russia nell'operazione speciale in Ucraina e che i dati forniti dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, sono privi di fondamento. Kirby aveva dichiarato che oltre 100 mila militari russi erano stati uccisi o gravemente feriti nell'operazione. Peskov ha affermato che Washington non ha l'opportunità di fornire dati corretti e ha invitato a concentrarsi solo sulle cifre pubblicate dal ministero della Difesa russo. La dichiarazione è stata fatta in conferenza stampa in risposta ad una domanda in merito. «Cifre a casaccio - ha detto Peskov -. Bisogna orientarsi solo sulle cifre che il ministero della Difesa russo pubblica in modo tempestivo».

Ore 15:15 - Russia: «Kiev ha perso 290 tra soldati e mercenari in ultime 24 ore»

L’Ucraina ha perso fino a 290 tra soldati regolari e stranieri a contratto, oltre a 12 componenti di equipaggiamento militare, nella direzione di Donetsk nelle ultime 24 ore. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, che prosegue la sua battaglia con le autorità ucraine sulle cifre dal campo di guerra. «Nell’ultimo giorno, fino a 290 militari ucraini e mercenari stranieri, un carro armato, quattro veicoli corazzati da combattimento, sei veicoli e un obice D-20 sono stati distrutti in questa direzione [Donetsk]», ha affermato il ministero in una nota.

Ore 15:44 - Wagner: «Ucciso il comandante delle forze di difesa territoriale ucraina»

Il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato la distruzione di un’auto blindata, nella quale, «presumibilmente», si trovava il comandante delle forze di difesa territoriale delle truppe ucraine, Igor Tantsyura che si stava dirigendo a Bakhmut. Lo riporta Ria Novosti citando il servizio stampa di Wagner. «Stiamo attualmente chiarendo queste informazioni», viene spiegato.

Ore 16:31 - Meloni: scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina

«Scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina, siamo uniti su questo punto». Lo afferma la premier Giorgia Meloni a fianco del Cancelliere della Repubblica d’Austria, Karl Nehammer.

Ore 16:58 - Mosca, esplosioni a Zaporizhzhia

«Oggi, a partire dalle 15.30 circa (le 16.30 in Italia, ndr), diverse esplosioni sono risuonate nel centro della città di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dal regime di Zelensky. Sono state udite in diverse parti della città». Lo ha scritto su Telegram Vladimir Rogov, membro del consiglio dell’amministrazione regionale. L’imminente controffensiva ucraina, annunciata da Kiev e dall’Occidente, dovrebbe riguardare anche la regione di Zaporizhzhia, con l’obiettivo di raggiungere la costa del Mar d’Azov per tagliare il corridoio terrestre verso la Crimea. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.

Ore 17:14 - Prorogate di 90 giorni legge marziale e mobilitazione generale

La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato i decreti della presidenza che prorogano di 90 giorni nel Paese la legge marziale e la mobilitazione generale a partire dal prossimo 20 maggio. Lo ha riferito il portale di notizie ucraino Ukrinform, precisando che entrambi i provvedimenti sono passati a larga maggioranza.

Ore 17:17 - Smentita la morte del generale Tantsyura

Le parole del fondatore di Wagner, Yevgeny Prigozhin, sulla possibile morte del comandante delle forze di difesa territoriale delle forze armate ucraine, il maggiore generale Igor Tantsyura, nei pressi di Bakhmut, «sono false». Lo ha detto Alexey Dmitrashkovsky, capo del servizio di pubbliche relazioni del Comando delle forze di difesa territoriale delle forze armate dell’Ucraina. Lo riporta Rbc-Ukraine. «Ho appena parlato con il generale Tantsyura. È vivo e vegeto, Prigozhin ha dimostrato ancora una volta di essere un chiacchierone», ha spiegato.

Ore 18:58 - Kiev: «Due persone uccise da mine antiuomo nella regione di Kharkiv»

Un trattore ha colpito una mina in un campo tra i villaggi di Verbivka e Vovchyi Yar nella regione di Kharkiv, uccidendo due uomini di 39 e 47 anni. Lo ha riferito su Telegram il governatore della regione, Oleh Syniehubov. Syniehubov ha esortato la popolazione locale a prestare la massima attenzione e a non recarsi nelle foreste, nei campi, sulle rive dei bacini idrici e in altre aree potenzialmente minate.

Ore 19:04 - Kuleba: «Controffensiva? Parlare di meno e lavorare di più per realizzarla»

«Lavorare di più e parlare di meno». È questa la ricetta del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba per realizzare la controffensiva contro l’esercito russo. Commentando le dichiarazioni di alcuni esperti militari, il capo della diplomazia ha affermato che coloro che sostengono la tesi del «fallimento» nella preparazione dell’atteso contrattacco di Kiev «sono gli stessi esperti e media che, alla vigilia del 24 febbraio, avevano affermato che l’Ucraina non avrebbe resistito ai colpi della Russia. Gli scettici avevano detto `tre giorni´. Gli ottimisti `una settimana e moriremo tutti´. Dobbiamo parlare meno della controffensiva e lavorare di più per realizzarla. E lo facciamo al 120% ogni giorno». Kuleba ha inoltre osservato che il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny e il presidente Volodymyr Zelensky tengono continuamente incontri e negoziati con i partner occidentali, con i quali il tema delle armi per la controffensiva è sempre presente.

Ore 19:08 - Von der Leyen: «Aumentare la produzione di munizioni per Kiev»

«Sono lieto di incontrare il presidente Pavel a Praga. L’ho ringraziato per il fermo sostegno della Repubblica Ceca all’Ucraina. Dobbiamo intensificare con urgenza la produzione, l’approvvigionamento e la consegna di munizioni. Per questo la Commissione dell’Ue presenterà domani l’Atto a sostegno della produzione di munizioni». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che a Praga ha incontrato il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel.

 «La proposta comprenderà un fondi europei per 500 milioni di euro ai quali si aggiungono altri 500 milioni di euro di co-finanziamenti degli Stati per un totale di un miliardo di euro. Questa è una buona notizia per l’Ucraina ma anche per la capacità di difesa dell’Ue», ha spiegato von der Leyen in una dichiarazione alla stampa, rimarcando come anche Pavel, di ritorno recentemente dall’Ucraina, abbia sottolineato che la necessità più urgente per Kiev riguarda le munizioni.

 «Ho apprezzato l’approccio di von der Leyen sulla futura membership dell’Ucraina, che non è un dossier facile», ha sottolineato da parte sua Pavel spendendo anche parole di elogio per la linea della Commissione Ue sulla Cina, che è stata tra i dossier sul tavolo dell’incontro.

Ore 19:34 - Risoluzione parlamento di Kiev: «Il regime russo è fascista»

La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha adottato una risoluzione dove si definisce il «regime del dittatore russo Vladimir Putin» con il termine di «rashismo», una contrazione di «fascismo russo». Lo riportano i media di Kiev. Secondo la risoluzione, la guerra della Russia in Ucraina ha messo in luce la «vera essenza del regime di Putin», una «dittatura neo-imperiale e totalitaria che imita le peggiori pratiche del passato e incarna le idee del fascismo e del nazionalsocialismo nella versione moderna del fascismo russo».

Ore 19:54 - Ambasciata di Mosca all’Onu: «La nostra presidenza è stata un successo»

La presidenza russa del Consiglio di sicurezza dell’Onu è stata «un successo» e «senza incidenti». Lo ha affermato il rappresentante permanente della Russia all’Onu, Vasily Nebenzya. Lo riporta Ria Novosti. In precedenza il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca , nonostante la situazione tesa dovuta agli sforzi delle delegazioni occidentali, è stata in grado di garantire l’efficace lavoro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In precedenza, il ministero degli Esteri russo ha affermato che Mosca «nonostante la situazione tesa dovuta agli sforzi delle delegazioni occidentali» è stata in grado di garantire «l’efficace lavoro» del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Ore 20:03 - Cina e India riconoscono «l'aggressione russa» all'Onu

Cina e India, finora contrarie a condannare Mosca per l’invasione dell’Ucraina, hanno votato una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa in cui si fa esplicito riferimento alla «aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione russa». Il via libera al testo della risoluzione (approvata la settimana scorsa con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni) rappresenta un primo cambio di rotta diplomatico nella posizione di Delhi e Pechino nei confronti della guerra di Vladimir Putin in Ucraina. Un passo apprezzato dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell su Twitter.

Ore 20:30 - Kiev annuncia la formazione di otto brigate con 40 mila soldati per la controffensiva

Sono state formate otto nuove brigate di soldati ucraini per prendere parte a una futura controffensiva. Lo ha annunciato il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko, tra crescenti speculazioni sui tempi e sulla possibilità di riuscire a infliggere una grave sconfitta all'esercito russo. «Le prime brigate d'assalto comprendono in totale fino a 40 mila soldati», ha detto, aggiungendo che i militari avrebbero bisogno di ulteriore addestramento prima di essere pronti a prendere parte ai combattimenti. Il processo di addestramento richiederà altre due o tre settimane prima che le truppe possano essere impiegate «in operazioni di carattere offensivo».

Ore 21:21 - Un altro treno è deragliato a Bryansk, in Russia

Per il secondo giorno consecutivo, un treno merci è deragliato oggi nella regione russa di Bryansk, al confine con l'Ucraina, a causa di un «ordigno esplosivo» piazzato sui binari. Lo ha reso noto il governatore locale Alexander Bogomaz: «Una locomotiva e diversi vagoni del treno sono deragliati», ha dichiarato, aggiungendo che anche in questo caso non ci sono state vittime.

Ore 22:46 - Esplosione in un ex centro di addestramento russo in Crimea

Un'esplosione è stata segnalata in una ex base di addestramento per le guardie di frontiera vicino al villaggio di Shkolnoye, a pochi chilometri dall'aeroporto di Simferopol, nella Crimea occupata dai russi. Lo riferisce Radio Free Europe/Radio Liberty, citata da Kyiv Independent

Ore 23:38 - Cina e India si sono astenute sul passaggio più delicato della risoluzione Onu

Cina e India hanno votato sì nel complesso alla risoluzione dal titolo «Cooperazione tra le Nazioni Unite e regionali e altre organizzazioni: cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d'Europa», ma si sono astenute sul passaggio più delicato: quello in cui si fa riferimento all'«aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina», e «contro la Georgia prima di quella». Lo precisano fonti diplomatiche.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 3 maggio.

Esplosioni a Kiev, Odessa e Zaporizhzhia. Raffineria in Russia attaccata da un drone. Lorenzo Cremonesi, inviato, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 3 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di mercoledì 3 maggio, in diretta. Il Vaticano: «La missione di pace si farà, sorpresi dalle reazioni: Mosca e Kiev ne sono a conoscenza». Bombe russe sulla regione di Kherson; 21 morti e 48 feriti

• Due droni abbattuti sopra il Cremlino. Peskov: «Attentato ucraino alla vita di Putin». Mosca apre un’indagine per terrorismo. Zelensky nega responsabilità: «Lasciamo il leader russo al tribunale».

• Intelligence britannica: «Meno missili russi negli ultimi attacchi, Mosca deve ripristinare le scorte».

• Secondo un leak Usa c'erano navi russe su Nord Stream quando è esploso.

• Le schermaglie prima dell’offensiva: i russi colpiscono target militari, la resistenza si affida ai raid.

Ore 01:00 - Un altro treno merci deraglia nella regione russa di Bryansk

Nella regione di Bryansk, una locomotiva e vagoni di un treno merci sono deragliati. Lo riferiscono le ferrovie russe citate da Ria Novosti. Secondo quanto riportato dall'agenzia russa, l'incidente è stato causato dalla manomissione del trasporto ferroviario da parte di persone non autorizzate. Stando alle informazioni preliminari, non ci sono vittime, non ci sono incendi e il traffico sulla tratta è stato sospeso. Si tratta del secondo sabotaggio alle ferrovie della regione di Bryansk in pochi giorni.

Ore 01:05 - Zelensky al Wp, nessun colloquio con la Casa Bianca sui leak

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha avuto alcuna conversazione con la Casa Bianca sulla recente fuga di documenti top secret dell’intelligence statunitense, per la quale è stato arrestato l’aviere Jack Teixeira: lo ha detto lui stesso in un’intervista al «Washington Post», definendo le rivelazioni dannose sia per Washington che per Kiev. Zelensky ha riferito di aver appreso delle rivelazioni come tutti gli altri, dai media. «Non ho ricevuto informazioni dalla Casa Bianca o dal Pentagono in anticipo», ha detto. «Non abbiamo avuto queste informazioni. Personalmente no. È decisamente una brutta storia.

«È infruttuoso per noi», ha aggiunto. «Non arreca benefici alla reputazione della Casa Bianca, e credo che non sia vantaggioso per la reputazione degli Stati Uniti», ha osservato. I documenti trapelati online attraverso la piattaforma di messaggistica Discord hanno rivelato le cupe valutazioni degli Stati Uniti sulla guerra dell’Ucraina con la Russia, tra cui la carenza di armi di Kiev in vista di una controffensiva molto attesa, e che Washington ha chiesto all’Ucraina di posticipare i suoi attacchi pianificati contro la Russia in occasione dell’anniversario dell’invasione di Mosca a febbraio.

Ore 04:02 - Esplosioni a Kiev, in azione difesa antiaerea

Esplosioni vengono segnalate dalla mezzanotte a Kiev e nella regione della capitale ucraina, secondo quanto riporta il media locale «Klymenko Time» citato anche dall’agenzia russa Tass. Deflagrazioni sono riportate inoltre nella città nordorientale di Dnipro, mentre ieri sera venivano segnalate in quella centrale di Kropyvnytskyi. Le esplosioni sarebbero causate dal lavoro dei sistemi di difesa missilistica antiaerea, con le sirene d’allarme che stanno risuonando in diverse regioni dell’Ucraina.

Ore 04:29 - Serbatoio petrolio in fiamme in russa Krasnodar

Un serbatoio di stoccaggio di petrolio ha preso fuoco oggi nell’insediamento di Volna, nel territorio meridionale russo di Krasnodar al confine con la Crimea. Lo rendono noto le autorità locali, citate dall’agenzia di stampa ufficiale Tass. «Secondo le informazioni preliminari, non sono stati segnalati morti o feriti e l’incendio non rappresenta una minaccia per i residenti», secondo il governatore Veniamin Kondratyev.

Ore 06:25 - Cnn, ultimati i preparativi per l’offensiva di primavera

Le forze armate ucraine hanno ultimato i preparativi in vista dell’offensiva di primavera contro le forze russe. Lo ha dichiarato all’emittente televisiva «Cnn» un militare ucraino, identificato con lo pseudonimo di «Artur». «Siamo pronti e in attesa da un po’ del via libera per una controffensiva. Abbiamo completato il rifornimento», ha spiegato tramite un messaggio scritto il militare, che è parte della 46esima Brigata aviotrasportata indipendente dell’Esercito ucraino schierata in direzione di Zaporizhzhia.

Secondo «Artur», oltre agli equipaggiamenti e agli armamenti forniti dai Paesi della Nato, la brigata ha ricevuto volontari e donazioni di denaro, droni, vestiario e automezzi da parte di privati cittadini. «Sappiamo che il nostro comando è in grado di condurre la controffensiva. Le operazioni vicino a Kiev e Kharkiv sono un buon esempio», ha affermato il militare, riferendosi alle controffensive effettuate con successo dalle forze di Kiev lo scorso anno. «La cosa più importante è che libereremo la nostra madrepatria, e questo ci dà forza. È la cosa più importante». Il militare ha ammesso però che alcuni aspetti dell’imminente offensiva preoccupano i suoi commilitoni: «Anzitutto, non avremo l’elemento della sorpresa. Ogni smartphone urla in merito a questa operazione. I russi magari non sapranno dove si verificherà, o forse sì. Se lo sanno, saranno preparati».

Ore 06:02 - Nord Stream, un report colloca le navi della marina russa vicino al sito dell’esplosione dell’oleodotto

Secondo un documentario investigativo, navi russe in grado di eseguire operazioni subacquee erano presenti vicino al luogo in cui si sono in seguito verificate le esplosioni dei gasdotti Nord Stream. Secondo quanto riferito, le navi sono state localizzate utilizzando intercettazioni di comunicazioni della marina russa. Le esplosioni sottomarine dello scorso settembre hanno messo fuori uso i due gasdotti Nord Stream, costruiti per trasportare il gas dalla Russia all’Europa. La causa delle esplosioni non è ancora chiara. Subito dopo, alcuni in Occidente hanno puntato il dito contro la Russia, mentre Mosca ha incolpato i Paesi occidentali, incluso il Regno Unito. Più recentemente, ci sono state segnalazioni secondo cui l’intelligence indicava agenti filo-ucraini, sebbene non lo stesso governo ucraino. Indagini formali sono ancora in corso nei Paesi vicini al luogo dell’esplosione. Finora, queste nazioni hanno solo affermato di ritenere che le esplosioni siano state il risultato di un sabotaggio piuttosto che di qualsiasi tipo di incidente.

 Il documentario investigativo si concentra su quelli che dicono essere movimenti sospetti di navi nel periodo precedente alle esplosioni di Nord Stream. Si ritiene che i mezzi di navigazione includano la nave da ricerca navale russa Sibiryakov, il rimorchiatore SB-123 e una terza nave della flotta navale russa che i media non sono stati in grado di identificare per nome. Queste erano le cosiddette «navi fantasma», i cui trasmettitori erano spenti. Le emittenti, tuttavia, affermano di essere state in grado di tracciare i loro movimenti, utilizzando le comunicazioni radio intercettate dalle navi inviate alle basi navali russe tra giugno e settembre 2022.

Solo cinque giorni prima delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream, secondo quanto riferito da un documentario investigativo, il rimorchiatore russo SB-123 è arrivato sul sito e vi è rimasto per un’intera serata e notte

 Questi movimenti sono stati monitorati da un ex ufficiale dell’intelligence navale britannica, che ha lavorato all’intercettazione della flotta baltica russa fino al suo ritiro nel 2018. L’ex ufficiale — che rimane anonimo nel documentario — afferma di aver utilizzato informazioni open-source e comunicazioni radio per effettuare la sua ricerca. Si dice che queste navi siano rimaste nelle vicinanze di un luogo dell’esplosione per diverse ore e, in un caso, per quasi un giorno intero. Si ritiene che una delle navi, la Sibiryakov, sia in grado di sorvegliare e mappare sott’acqua, nonché di lanciare un piccolo veicolo sottomarino.

L’ex ufficiale dell’intelligence della Royal Naval afferma che a giugno la Sibiryakov ha utilizzato una rotta di navigazione insolita, intorno al luogo in cui l’oleodotto sarebbe successivamente esploso, e ha cambiato il suo schema di comunicazione in un ricevitore segreto. Un’altra nave senza nome era presente anche in quella zona la settimana di giugno precedente. E una terza nave, il rimorchiatore navale SB-123, sarebbe arrivata appena cinque giorni prima delle esplosioni di settembre. La comunicazione radio suggerisce che sia rimasto lì per tutta la sera e la notte prima di salpare verso la Russia. Si afferma che le immagini satellitari esaminate dalle emittenti supportino le affermazioni sui percorsi insoliti, e altri rapporti in Germania avevano dichiarato che si trovava nell’area il 21-22 settembre.

Ore 07:32 - Vasto incendio vicino al ponte di Crimea, massima allerta

Si è diffuso su un'area di 1.200 metri quadrati l'incendio scoppiato nelle prime ore del mattino in un deposito di prodotti petroliferi nel distretto russo di Temryuk, vicino al ponte di Crimea (vedi notizia delle ore 4:29), sullo stretto di Kerch, che collega la Russia continentale con la penisola annessa unilateralmente da Mosca nel 2014. Lo riporta Ria Novosti citando il capo del distretto Fedor Babenkov. Il governatore di Krasnodar Veniamin Kondratyev ha affermato che «l'incendio è stato classificato al più alto grado di difficoltà. È stato fatto ogni sforzo per impedire che il fuoco si propaghi ulteriormente».

Ore 08:12 - Podolyak al Corriere: «Armi italiane difettose? Normale manutenzione»

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) «La cosa principale è che siamo grati al governo italiano per l’assistenza tecnica e militare fornita all’Ucraina», replica Mikhail Podolyak alle recenti notizie riguardanti la partita di cannoni semoventi italiani arrivati a Kiev non funzionanti. Le parole di questo, che è tra i più noti consiglieri del presidente Volodymyr Zelensky, non nascondono l’ottimismo imperante in questo periodo tra i vertici ucraini: prevale la convinzione di essere alla vigilia di importanti svolte militari e che Mosca abbia ormai perso l’iniziativa.

Ore 08:46 - Attacco ucraino al deposito in Crimea: si intensificano le operazioni anche nelle zone frontaliere russe

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Odessa) Un altro deposito di carburanti russo legato al sistema militare della Crimea è andato a fuoco nelle ultime ore. Lo rivelano le stesse autorità russe locali. Il secondo in pochi giorni. La settimana scorsa i droni ucraini avevano bombardato il deposito carburanti della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Un attacco che pregiudica seriamente le capacità operative delle navi russe e che gli stessi ucraini presentano nel contesto dei preparativi della prossima offensiva militare. Questa volta il blitz è avvenuto nella regione di Krasnodar, non lontano al ponte di Kerch che collega la penisola della Crimea al territorio russo delimitando anche il mare di Azov. Sempre più ormai i comandi ucraini hanno deciso di intensificare le operazioni anche nelle zone frontaliere russe e non nascondono più la paternità dei blitz.

Ore 08:20 - Kiev: 21 su 26 droni russi di fabbricazione iraniana abbattuti

L'aeronautica militare ucraina ha riferito di aver abbattuto 21 dei 26 droni «kamikaze» Shahed di fabbricazione iraniana lanciati dalla Russia contro l'Ucraina durante la notte. I droni sono stati lanciati da nord nell'oblast di Bryansk in Russia e da sud sulla costa del Mar d'Azov. Lo riporta The Kyiv Independent su Telegram. Tutti i droni lanciati sulla capitale Kiev sono stati abbattuti.

Ore 08:21 - Attacco di droni ucraini alla base militare di Seshcha nella regione di Bryansk

In risposta all'attacco russo, Kiev ha lanciato un attacco di droni sull'aeroporto militare russo di Seshcha nella regione di Bryansk, dal quale sono partiti i razzi che nella notte hanno colpito l'Ucraina (vedi notizia delle 8:20). Secondo una fonte del sito Readovka, due droni sono esplosi nella base, mentre altri sono stati abbattuti. I danni sarebbero contenuti. Un aereo Antonov An-124 è adesso inutilizzabile (come riporta Unian su Telegram). Non ci sono al momento notizie di vittime. Ore 09:15 - Mosca: «Sventati attacchi ucraini in Crimea»

Il Servizio federale per la sicurezza russo (Fsb) ha fermato le attività della rete di intelligence militare dell'Ucraina che stava pianificando una serie di attacchi terroristici di alto profilo in Crimea. Lo scrive l'agenzia russa Ria Novosti, citando un comunicato dell'Fsb. «L'Fsb della Federazione Russa ha interrotto le attività della rete di intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina, che prevedeva di commettere una serie di clamorosi sabotaggi e atti terroristici sul territorio della Repubblica di Crimea», si legge nella nota dei servizi di sicurezza russi. Obiettivi degli attacchi, secondo i servizi di Mosca, anche il governatore della Crimea, Sergey Aksenov, il presidente del Parlamento Vladimir Konstantinov e la sindaca della città di Yalta, Yanina Pavlenko. Secondo i russi, obiettivi degli attacchi erano anche «infrastrutture di trasporto della penisola».

Ore 09:42 - Intelligence britannica: «Meno missili russi negli ultimi attacchi, Mosca deve ripristinare le scorte»

«Il 28 aprile e l'1 maggio, la Russia ha colpito l'Ucraina con missili da crociera lanciati dall'aria: sono stati i primi attacchi di questo tipo in 50 giorni dopo il 9 marzo. In entrambi i casi sono stati utilizzati meno missili rispetto agli attacchi precedenti, il che è probabilmente dovuto ai tentativi della Russia di ripristinare le sue scorte di missili da crociera». Lo scrive su Twitter il l'intelligence britannica. «Gli obiettivi colpiti nei recenti attacchi— rileva il ministero della Difesa di Londra — non sono la rete elettrica, ma le infrastrutture militari, industriali e logistiche dell'Ucraina».

Ore 09:57 - Papa: «Pregate il rosario per la pace, specialmente per l'Ucraina»

«All'inizio di questo mese di maggio ricordo la richiesta della Madonna di Fatima ai tre pastorelli: "Pregate il rosario ogni giorno per la pace nel mondo e la fine della guerra". Anch'io ve lo chiedo: pregate il rosario per la pace. Maria, Madre di Gesù e nostra, ci aiuti a costruire vie di incontro e sentieri di dialogo, e ci dia il coraggio di intraprenderli senza indugio». Lo ha detto papa Francesco nel corso dell'udienza generale, salutando i pellegrini di lingua portoghese. Poi, salutando i pellegrini polacchi, ha aggiunto: «Invocate la sua intercessione per i vostri Paesi e per l'intera Europa, chiedendo la perseveranza nella fede, l'unità e la cooperazione armoniosa, ma prima di tutto la pace, specialmente nella vicina Ucraina».

Infine, salutando i pellegrini di lingua italiana, anche qui invitando «in questo mese di maggio da poco iniziato a rinnovare la devozione alla Madonna», ha concluso: «A Lei, Madre di consolazione e Regina della pace, affido la martoriata popolazione ucraina».

Ore 10:10 - Turchia: i viceministri della Difesa Mosca-Kiev venerdì a Istanbul

È atteso per venerdì a Istanbul un incontro tra i vice ministri della Difesa di Turchia, Russia e Ucraina per discutere l'estensione dell'accordo per l'esportazione di grano tramite il mar Nero. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa di Ankara come riporta Anadolu. A marzo Mosca aveva acconsentito ad un estensione di soli 60 giorni del patto che, a partire dall'intesa trovata la scorsa estate, ha permesso l'esportazione di oltre 27,5 milioni di tonnellate di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini.

Ore 10:40 - «Bombe russe sul supermercato a Kherson, tre morti»

Il ministro degli Interni ucraino Igor Klimenko ha reso noto che un bombardamento russo ha colpito l'unico supermercato aperto a Kherson, uccidendo tre civili e ferendone altri cinque, come riferisce Rbc Ukraine. Colpiti dipendenti e persone che stavano facendo la spesa. «Gli assassini russi devono essere consegnati alla giustizia. O distrutti», ha affermato Klimenko.

 Ore 10:47 - Yermak: «Sentito Urso, importanti novità in vista»

«Ho discusso il prosieguo del sostegno con un amico sincero dell'Ucraina, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Ho ringraziato il popolo ed il governo italiani per aver aiutato l'Ucraina in questa terribile guerra. Importanti novità in vista». Così su Twitter il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak.

Ore 10:58 - In vista della controffensiva coprifuoco totale a Kherson

In vista della controffensiva ucraina, a Kherson sarà introdotto un coprifuoco totale che durerà dalle 20:00 del 5 maggio alle 06:00 dell'8 maggio: lo ha annunciato il capo militare regionale Alexander Prokudin, citato dai media ucraini. Durante queste 58 ore saranno vietati gli spostamenti e la città sarà chiusa all'ingresso e all'uscita. Prokudin ha aggiunto che le restrizioni sono necessarie in modo che «le forze dell'ordine possano svolgere il proprio lavoro senza mettere in pericolo i residenti».

Ore 11:17 - Visita a sorpresa del presidente Zelensky in Finlandia

Il presidente Volodymyr Zelensky è oggi a Helsinki, in Finlandia, dove più tardi dovrebbe tenere una conferenza stampa con l'omologo Sauli Niinisto. Lo riferisce il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat precisando che gli incontri previsti intorno a mezzogiorno (ora locale) sono stati posticipati di un'ora.

Ore 11:33 - Nella notte missili su Zaporizhzhia, colpite abitazioni

Il capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Yuriy Malashko, ha riferito che questa notte l'esercito russo «ha sferrato due attacchi contro le infrastrutture civili» nella città. Secondo quanto riferito dal sindaco, Anatolii Kurtiev, una casa è stata completamente distrutta, altre due sono state gravemente danneggiate e circa 40 avevano finestre rotte e tetti danneggiati. «Grazie a Dio non ci sono state vittime o feriti», ha aggiunto.

Ore 11:50 - L'Ucraina chiede aiuto a Israele per i bambini portati in Russia

L'Ucraina spera di ottenere aiuti da Israele per accrescere le pressioni su Mosca al fine di recuperare migliaia di bambini ucraini trasferiti in territorio russo nel corso del conflitto. Lo ha detto al Times of Israel la vicepresidente del parlamento di Kiev Olena Kondratiuk durante una visita a Gerusalemme. Secondo Kiev il numero dei bambini costretti a stabilirsi in Russia è di circa 20 mila.

Ore 12:03 - Zakharova: false notizie su navi russe vicino all'oleodotto esploso

Il ministero degli Esteri russo ha smentito le informazioni pubblicate sui alcuni media internazionali secondo cui una nave da guerra russa si sarebbe trovata nell'area delle esplosioni del gasdotto Nord Stream. «Tali invenzioni non mirano a stabilire la verità, ma sono progettate per confondere la situazione», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. «Vorrei dissipare le speculazioni - ha aggiunto - dal 19 al 24 settembre 2022, la flotta baltica ha praticato un'esercitazione pianificata lungo le coste e non poteva essere localizzata nell'area del presunto attacco terroristico al gasdotto Nord Stream 2 a causa della notevole lontananza geografica».

Ore 12:29 - A Helsinki summit dei Paesi nordici con Zelensky sul sostegno a Kiev

Nel summit dei Paesi nordici che si terrà oggi a Helsinki, a cui partecipa Zelensky, si parlerà dell'aggressione della Russia in Ucraina, del continuo sostegno dei Paesi nordici stessi a Kiev, nonché degli sviluppi nei rapporti fra l'Ucraina e l'Ue e la Nato e dell'iniziativa di pace di Kiev. Lo ha riferito il presidente finlandese, Sauli Niinisto.

Il vertice si tiene al palazzo presidenziale finlandese e partecipano Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda. Precisamente i partecipanti sono il primo ministro svedese Ulf Kristersson, il premier norvegese Jonas Gahr Store, la premier danese Mette Frederiksen, la premier islandese Katrín Jakobsdóttir e il presidente finlandese Niinisto. «C'è ancora un urgente bisogno di sostegno militare per garantire che gli ucraini siano il più forti possibile nella lotta contro la Russia», ha dichiarato la premier danese Frederiksen in un comunicato. «Dobbiamo aiutare a ricostruire l'Ucraina e mantenere viva la speranza di una vita quotidiana normale e di un futuro giusto dall'altra parte della guerra», ha aggiunto.

Ore 12:40 - Von der Leyen: «Con il piano sulle munizioni aiutiamo Kiev e Ue»

Il nuovo piano Ue per produrre un milione di munizioni all'anno «contribuirà a fornire più munizioni all'Ucraina per difendere i suoi cittadini e rafforzerà anche le nostre capacità di difesa europee». Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, evidenziando che con l'Act in support of ammunition production (Asap) presentato oggi a Bruxelles mobiliterà, insieme agli Stati membri, «un ulteriore miliardo di euro per potenziare le capacità in tutta Europa».

Ore 13:02 - Zelensky a Berlino il 13 maggio

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oggi in visita a sorpresa a Helsinki, sarà a Berlino il prossimo 13 maggio. Lo riferisce l'emittente tedesca Ntv.

Ore 13:08 - Il Papa, la missione segreta del Vaticano sull’Ucraina e quello che Mosca e Kiev (in realtà) sapevano

(di Gian Guido Vecchi) Il Papa non ha parlato a caso, quando ai giornalisti che lo avevano seguito nel viaggio in Ungheria ha rivelato, domenica, che «anche adesso è in corso una missione» per «cercare una strada di pace» in Ucraina, «ma ancora non è pubblica, vediamo... Quando sarà pubblica, ne parlerò». I «non sappiamo» arrivati ieri da Kiev e Mosca, piuttosto, mostrano tutta la difficoltà di un’impresa che quattordici mesi di conflitto hanno reso sempre più ardua: una soluzione diplomatica alla guerra iniziata con l’invasione russa. Chi doveva sapere, spiegano Oltretevere, era stato informato per tempo; le due parti ne erano al corrente e non l’hanno certo saputo dai giornali.

Ore 13:24 - Kiev: 520 soldati russi uccisi nel giro di 24 ore

L'esercito ucraino ha ucciso 520 soldati russi e distrutto uno dei loro carri armati, 6 veicoli corazzati da combattimento e 16 sistemi di artiglieria nell'ultimo giorno. Lo comunica su Facebook lo stato maggiore ucraino. Distrutti, tra gli altri, anche 16 sistemi d'artiglieria e due sistemi di difesa aerea. Secondo lo stesso stato maggiore ucraino dall'inizio delle ostilità il 24 febbraio 2022 i soldati russi morti sono 191.940, mentre i veicoli corazzati da combattimento distrutti sono 7.199.

Ore 13:36 - E se Xi Jinping si stesse davvero stancando della guerra di Putin?

(di Luca Angelini) Nella Rassegna del 27 aprile avevamo parlato dei motivi per cui, secondo gli analisti americani Liana Fix e Michael Kimmage, Xi Jinping non permetterà mai che l’«amico» Vladimir Putin perda la guerra in Ucraina. In sintesi, scrivevano, «una Russia sconfitta non è nell’interesse della Cina. Il Cremlino è il partner più importante di Pechino nella sua opposizione all’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti.

Nonostante le loro molte differenze, Cina e Russia hanno unito le forze per promuovere un ordine alternativo con le proprie regole di guerra e pace, i propri centri finanziari e le proprie istituzioni multilaterali. Un’umiliazione russa in Ucraina minerebbe questa narrazione, dando agli Stati Uniti maggiore libertà di concentrare le proprie energie e risorse sulla competizione con la Cina».

Anche Fix e Kimmage ammettevano, però, che Pechino non vuole perdere l’Europa, né rinunciare a un ruolo di primo piano nella ricostruzione post bellica dell’Ucraina.

Ore 14:00 - Kiev: 100 attacchi da forze ucraine su siti russi a Kherson

Secondo il comando operativo Sud dell'esercito ucraino, unità aeronautiche, missilistiche e di artiglieria hanno lanciato oggi circa 100 attacchi sulle postazioni russe della riva sinistra del fiume Dnipro a Kherson. Lo riporta Unian. «Le forze di difesa dell'Ucraina hanno distrutto il complesso di sorveglianza russo Murom-M e molte attrezzature nemiche», riferisce il comando.

Ore 13:44 - Tentato attacco al Cremlino con 2 droni

Due droni hanno cercato la notte scorsa di attaccare il Cremlino. Lo riferisce la Ria Novosti. I droni sono stati disattivati e abbattuti. La conferma arriva dall'amministrazione presidenziale russa. La caduta di detriti non ha provocato feriti. La Russia lo ha definito un attacco terroristico.

Ore 14:02 - Cremlino: «Attentato di Kiev a Putin, risponderemo»

L'attacco sventato la notte scorsa sul Cremlino con due droni è stato un attentato terroristico ucraino alla vita del presidente Vladimir Putin, che è rimasto illeso. Lo afferma il servizio stampa del Cremlino citato dall'agenzia Ria Novosti, aggiungendo che Mosca adotterà misure di ritorsione contro Kiev. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che Putin non era al Cremlino durante l'attacco dei droni, ma stava lavorando a Novo Ogarevo.

Ore 14:14 - Peskov: «La parata del 9 maggio si terrà come previsto»

Si terrà come previsto la parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa per l'anniversario della vittoria sul nazismo, nonostante un attacco con due droni avvenuto la scorsa notte sul Cremlino. Lo annuncia il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

Ore 14:31 - Il video del drone sul Cremlino

Secondo i russi i droni ucraini sul palazzo residenziale di Mosca sono stati neutralizzati. In un video postato su Twitter dall'ex portavoce di Zelensky, Iuliia Mendel, si vede un drone che esplode sopra la cupola del Cremlino. La didascalia del tweet recita: «Il giorno della vittoria si avvicina?».

Ore 14:47 - Droni vietati nel cielo di Mosca

Il sindaco di Mosca, Serghey Sobyanin, ha disposto il divieto di sorvolo di droni sulla capitale dopo che due droni sono stati abbattuti mentre cercavano di colpire la residenza del presidente Vladimir Putin nel Cremlino. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Ore 14:50 - Zelensky: «Presto inizieremo la controffensiva»

«Perché sono sicuro che avremo i caccia? Perché presto iniziamo le azioni offensive, dopo le quali sono sicuro che ci daranno gli aerei. Vorrei che fosse il contrario, sarebbe stato più facile per noi, ma è così com’è, e siamo grati per tutto», ha detto Zelensky. Secondo il capo dello Stato ucraino, prima di ottenere gli armi dai partner internazionali, il Paese deve mostrare dei risultati sul campo di battaglia.

Ore 14:56 - Russia: «Ora bombarderemo la residenza di Zelensky a Kiev»

«I terroristi si sono stabiliti a Kiev e, come sapete, i negoziati con loro sono inutili. Devono solo essere distrutti, rapidamente e senza pietà. È ora di lanciare un attacco missilistico contro la residenza del presidente ucraino Zelensky a Kiev». Così il deputato della Duma della regione di Crimea Mikhail Sheremet dopo il presunto attentato di Kiev contro il Cremlino denunciato da Mosca.

Secondo Shermet Zelensky da oggi dovrebbe «cominciare ad avere paura». «L’Ucraina è diventata uno stato terrorista ed è arrivato il momento di colpirlo dove può provare più dolore», ha aggiunto. A diffondere la notizia di un presunto attacco al Cremlino è stato il servizio della presidenza russa, affermando che per colpire la residenza di Putin la scorsa notte sono stati utilizzati due droni.

Ore 14:58 - Ucraina: «Droni contro il Cremlino lanciati da partigiani russi, noi non abbiamo nulla a che fare»

«Sono apparse informazioni che il drone sul Cremlino sia stato lanciato da partigiani russi della regione di Mosca». Ha scritto su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero ucraino dell’Interno.

«Non abbiamo nulla a che fare» con il presunto attacco al Cremlino con i droni di cui Mosca accusa Kiev, sostiene invece Podolyak, consigliere di Zelensky, in un messaggio ai giornalisti. «La nostra è una guerra di difesa, non attacchiamo il territorio russo».

Ore 15:01 - Zelensky: «Finché continua la guerra non potremo entrare nella Nato»

Durante una conferenza stampa congiunta a Helsinki con il presidente della Finlandia Sauli Niinisto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’Ucraina non diventerà membro della Nato finché la guerra non sarà conclusa. Tuttavia, ha sottolineato che l’Ucraina sta cercando garanzie di sicurezza e un invito dall’Alleanza per potersi unire. Zelensky ha espresso il desiderio che i partner della Nato compiano passi significativi verso l’Ucraina, oltre ad aprire le porte, in modo da motivare la società ucraina a credere che ci sia un sostegno concreto e non solo una promessa per il futuro. Il presidente ucraino ha sottolineato che l’Ucraina ha bisogno di supporto oggi e che il sostegno politico dovrebbe manifestarsi attraverso un invito per il paese ad entrare nella Nato.

Ore 15:42 - Podolyak: «Il clan di Putin sta perdendo il controllo sulla Russia»

«Seguiamo con interesse il crescente numero di contrattempi e incidenti che avvengono in varie parti della Russia. L’emergenza di droni non identificati presso impianti per l’energia o nel territorio del Cremlino può solo indicare l’attività di guerriglia delle forze locali di resistenza. Come sapete, i droni si possono comprare in ogni negozio militare... la perdita del potere di controllo sul paese da parte del clan di Putin è ovvia. Ma, d’altra parte, la Russia ha ripetutamente parlato del suo totale controllo dello spazio aereo. In una parola, qualcosa sta accadendo in Russia, ma definitivamente senza droni ucraini sul Cremlino».

Ore 15:44 - «Attacco terroristico per assassinare Putin» o messinscena per legittimare le rappresaglie contro Kiev? Ore 15:48 - Prigozhin: «La controffensiva di Kiev è cominciata»

Il leader del gruppo mercenario russo Wagner, Evgeny Prigozhin, ha affermato di ritenere che la controffensiva dell’Ucraina sia iniziata, dopo aver osservato una maggiore attività lungo la linea del fronte. In un comunicato pubblicato su Telegram, Prigozhin ha affermato che nei prossimi giorni inizierà la “fase attiva” della controffensiva, riferisce Guardian.

Ore 15:58 - IL PUNTO MILITARE 440 | I droni su Mosca fanno parte della strategia ucraina (con i raid, i sabotaggi e gli incendi)

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Le incursioni in direzione di Mosca, le esplosioni in territorio russo, i binari fatti saltare, gli incendi nei siti — tutti insieme — racchiudono una strategia degli ucraini e anticipano, forse, l’offensiva terrestre. Una sfida che apre scenari imprevedibili.

In questi mesi Kiev ha provato ad allungare il raggio dei suoi droni con due target prioritari: la capitale nemica e Sebastopoli, in Crimea. Molti i tentativi, ogni volta aggiungendo qualche chilometro o potenza come documentano i rottami lasciati dai mezzi impiegati, che nelle scorse settimane sono caduti anche a 40 chilometri da Mosca. Pericoli temuti dagli stessi invasori, infatti attorno alla città sono state aumentate le batterie anti-aeree, comprese alcune piazzate sui tetti di palazzi ufficiali. Gli ucraini hanno sperimentato nuovi velivoli e giocato sulla propaganda, con l’offerta di una ricompensa da parte di un imprenditore a chi riuscirà a far arrivare un drone sulla Piazza Rossa per la parata della Vittoria del 9 maggio. (...)

Ore 16:12 - Arriva il sì degli ambasciatori Ue all’acquisto di munizioni per Kiev

Gli ambasciatori dell’Ue hanno approvato la decisione sulla misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine attraverso 1 miliardo di euro per l’approvvigionamento congiunto di munizioni e missili. Lo riferisce la presidenza svedese di turno del Consiglio Ue. Si tratta del secondo pilastro del piano Ue per aumentare l’invio di munizioni a Kiev.

Ore 16:19 - La Russia bombarda un villaggio vicino Kherson, tre condomini distrutti

Suspilne, l’emittente statale ucraina, citando l’autorità regionale, riferisce che la Russia ha colpito un villaggio nella regione di Kherson. «L’aviazione russa ha attaccato Kizomys nella regione di Kherson. Ha sganciato tre bombe aeree guidate sul villaggio. Tre edifici residenziali sono stati completamente distrutti e un gasdotto è stato danneggiato. Non ci sono morti o feriti», si legge sul suo canale Telegram.

Ore 16:21 - Il presidente della Duma: «Kiev come Al-Qaeda, distruggeremo il regime nazista»

«Il regime nazista di Kiev deve essere riconosciuto come organizzazione terroristica. Oggi non è meno pericoloso di Al-Qaeda», ha dichiarato il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, su Telegram. «I politici dei Paesi occidentali che stanno pompando armi al regime di Zelensky devono rendersi conto di essere diventati non solo sponsor, ma anche diretti complici di attività terroristiche», ha aggiunto. «Non ci possono essere negoziati. Chiederemo l’uso di armi in grado di fermare e distruggere il regime terroristico di Kiev».

(di Lorenzo Cremonesi)

Un «attacco terroristico per assassinare il presidente Putin» al Cremlino, oppure una messa in scena del regime russo per poi legittimare qualsiasi rappresaglia contro Kiev? La domanda è lecita in questi giorni di tensione alle stelle nello scenario del conflitto russo-ucraino. Le accuse russe contro l’Ucraina sono parte integrante della guerra e potrebbero preludere ad azioni su larga scala contro lo stesso presidente Zelensky. Se fossero confermate, lascia interdetti il fatto che i droni ucraini siano riusciti a volare tanto vicini ai palazzi del potere nemici. Negli ultimi giorni, del resto, i portavoce russi hanno segnalato i tentativi ucraini di colpire Mosca con i droni. Il più recente meno di una settimana fa, secondo i russi, era stato caratterizzato dal ritrovamento di un drone caduto nei boschi una trentina di chilometri a sud dal Cremlino. Oggi i portavoce ucraini negano di avere alcuna responsabilità nelle esplosioni che la scorsa notte hanno scosso il cuore di Mosca Mosca comunque rassicura: almeno nella capitale le celebrazioni per l’anniversario della «grande vittoria patriottica» del 9 maggio avranno luogo come previsto. Ma questo solo nella capitale, visto che le regioni a ridosso dell’Ucraina, e specialmente la Crimea, sono in piena emergenza. I russi si attendono l’inizio della controffensiva militare ucraina da un momento all’altro. Ieri i comandi militari ucraini hanno annunciato 58 ore di coprifuoco nella regione di Kherson liberata nel novembre scorso. Che sia il preludio di blitz di commando a est del fiume Dnipro? Non è dato di saperlo. Ma intanto i russi bombardano la zona ucraina causando almeno tre morti civili. Non sappiamo quanto durerà questa fase di attesa in cui i due avversari cercano di confondersi a vicenda. Certo è che la tensione continua a crescere.

Ore 16:24 - Fuga di notizie, il viaggio di Zelensky a Berlino è a rischio

«La visita a Berlino da parte di Volodymyr Zelensky potrebbe essere annullata a causa della fuga di notizie che ha reso pubblico il viaggio del presidente ucraino nella capitale tedesca previsto per il 13 e 14 maggio prossimi», riporta t-online. «A Kiev c’è molta irritazione per il fatto che la notizia della visita sia stata anticipata con così largo anticipo, con conseguenti possibili problemi di sicurezza», continua l’articolo. Secondo i circoli filogovernativi in Ucraina, «informazioni sulla politica di sicurezza apparentemente molto sensibili fossero state pubblicate deliberatamente da fonti tedesche», il che è stato definito «irresponsabile» e potrebbe «mettere in discussione una possibile visita del presidente ucraino».

«Siamo molto dispiaciuti - ha detto il capo della diplomazia americana, Anthony Blinken, a un evento live del Washington Post - che documenti riservati siano stati resi pubblici. Noi prendiamo molto sul serio il dovere di proteggere le informazioni».

Ore 16:33 - Usa: «Droni sul Cremlino? Prendiamo con le pinze tutte le notizie da Mosca»

«Ho visto le notizie dal Cremlino, non possiamo confermare nulla e comunque prendere tutto quello che arriva da Mosca con le pinze». Lo ha detto Antony Blinken in un intervento al Washington Post a proposito delle notizie su un attacco di droni contro Vladimir Putin. «Qualsiasi cosa sia accaduta, non c’è stato alcun preavviso».

Ore 16:40 - Vietati i droni anche su San Pietroburgo

Dopo Mosca anche San Pietroburgo ha vietato il volo di droni sulla città, secondo quanto riporta la testata locale Fontanka.

Ore 16:53 - Sale a 16 il numero di morti in seguito ai bombardamenti russi nella regione di Kherson

È salito a 16 il bilancio dei morti a seguito dei bombardamenti russi avvenuti oggi sulla regione di Kherson. Lo riferiscono le autorità locali.

Ore 17:05 - Kiev: «Il nostro obiettivo è liberare il Paese, non colpirne altri»

«Non abbiamo informazioni sui presunti attentati contro il Cremlino, ma come ha ripetutamente affermato il presidente Zelensky, l’Ucraina sta usando tutte le sue forze e i mezzi a disposizione per liberare i propri territori e non per attaccare altri». Così il portavoce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Sergei Nikiforov, a Bbc news. Secondo Nikiforov il vero attentato è quello contro gli abitanti degli edifici di Dnipro e Uman recentemente colpiti dai missili russi. «Quello che è successo a Mosca è, ovviamente, un tentativo di escalation della situazione in vista del 9 maggio»,ha aggiunto. Il 9 maggio in Russia si celebra il Giorno della vittoria in ricordo del trionfo sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

Ore 17:08 - Trovati i resti di un altro drone a 100 chilometri da Mosca

Il relitto di un altro drone è stato trovato oggi circa cento chilometri a sud-est di Mosca nell’area di Kolomna. Lo hanno detto fonti delle forze dell’ordine alla Tass. Il drone è stato trovato in una foresta. Sul luogo dell’impatto si è formato un piccolo cratere. Nella stessa area era precipitato un altro drone lo scorso febbraio in quello che il governatore, Andrei Vorobyov, aveva definito «un attacco fallito».

Ore 17:10 - Mosca: «La Cina ha una posizione imparziale sulla questione dell’Ucraina»

«Partiamo dal fatto che la Cina non solo ha una posizione imparziale sulla crisi ucraina, ma comprende anche perfettamente le cause e l’essenza di ciò che sta accadendo», ha detto Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca. «Apprezziamo molto - ha continuato - la sincera disponibilità dei nostri amici cinesi a contribuire alla risoluzione della crisi ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici».

Ore 17:30 - Navalny: «In cella mi costringono ad ascoltare i discorsi di Putin»

Meduza riferisce che Alexei Navalny racconta di essere obbligato in carcere alla «tortura» di ascoltare forzatamente i discorsi di Putin. Navalny sostiene, però, di esserne anche felice perché le bugie del presidente russo sulla guerra in Ucraina lo rassicurano sul fatto di aver preso la decisione giusta.

«Il momento in cui Putin dice: “noi non abbiamo iniziato questa guerra, sono loro che l’hanno iniziata e stiamo cercando di concluderla”, arriva proprio mentre mi sono appena sdraiato, mi sono tirato le coperte fin sul mento e ho chiuso gli occhi. Ogni volta, scuoto la testa di fronte all’audacia di questa bugia evidente e poi penso: “ho fatto la cosa giusta”. Meglio essere in carcere che stare con questo tipo di autorità. E mi addormento felice».

Ore 17:42 - Zelensky: «Non abbiamo attaccato Putin, lo lasciamo al tribunale»

Da Helsinki il presidente ucraino Zelensky ha negato qualsiasi coinvolgimento ucraino nell’attacco di due droni abbattuti sopra il Cremlino: «Noi non attacchiamo Putin o Mosca. Noi stiamo combattendo sul nostro territorio difendendo le nostre città e villaggi. Non abbiamo abbastanza armi per poterlo fare. Non attacchiamo Putin, lo lasciamo al tribunale».

Ore 17:47 - Mosca: «Dal Vaticano ancora nessuna comunicazione sul piano di pace»

La Russia ribadisce di «non aver ancora ricevuto alcuna proposta o piano specifico Vaticano per un accordo di pace in Ucraina». La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha sottolineato che Mosca «non ha nulla di questo genere e non ha i dettagli dell’iniziativa citata di recente da Papa Francesco».

Ore 17:58 - Il Vaticano: «La missione di pace si farà. Sorpresi dalla reazione di Mosca e Kiev, ne sono a conoscenza»

«La missione di pace si farà. Mi sorprende che Kiev e Mosca abbiano detto di non esserne a conoscenza». Lo ha affermato il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, rispondendo ai giornalisti a margine di un evento su don Tonino Bello alla Lumsa. Sulle affermazioni di Kiev e Mosca che hanno entrambe dichiarato in questi giorni di non essere al corrente di iniziative diplomatiche del Papa, Parolin ha precisato: «A mia conoscenza, erano e sono a conoscenza» della missione.

«Che posso aggiungere oltre a quello che ha detto Papa Francesco? Ecco lui ha detto che è in corso, che ci sarà la missione che sarà annunciata nel momento in cui sarà pubblica», ha spiegato Parolin rispondendo a una domanda diretta se conferma la missione di pace di cui ha parlato il Papa a bordo dell’aereo papale di ritorno da Budapest.

Alla domanda se la missione è in corso o se ci sarà, ha precisato: «Ci sarà». Sui dettagli della missione ha invece replicato: «Non entro nei particolari. Il Papa ha parlato in questi termini, lasciamo a lui di dare eventuali e ulteriori informazioni».

Interpellato ancora sulla negazione della iniziativa della Santa Sede da parte dei belligeranti e su come interpretarla, ha detto: «Direi che, se non fosse la spiegazione più semplice, che mi sorprende e non so a quale motivazione o ragionamento risponda. Poi sapete com’è, in mezzo ai meandri della burocrazia può darsi che le comunicazioni non arrivino dove devono arrivare. Però le mie sono solo interpretazioni, io so che sono state informate le due parti».

Ore 18:04 - Zelensky attacca Mosca: «Basta manipolazioni, lasciate l’Ucraina»

«La Russia non ha vittorie sul campo, la seconda armata del mondo è perduta» e «ha bisogno di una motivazione per andare avanti». Lo ha affermato il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa a Helsinki. «Questo è ciò che sta accadendo» e «per questo deve fare mosse inaspettate: tentativi di assassinio, droni a sorpresa. La risposta è semplice: basta attaccarci, basta usare armi, lasciate la nostra terra. La soluzione è così semplice, senza entrare in queste manipolazioni».

 Ore 18:12 - Mosca: «Abbattuti due droni d’attacco in Crimea»

La difesa russa ha abbattuto due droni d’attacco in Crimea. Lo ha reso noto Oleg Kryuchkov, consigliere del capo della Crimea per la politica dell’informazione, sul proprio canale Telegram, ripreso dall’agenzia Tass. «Le forze di difesa aerea hanno funzionato con successo nel sud-est della Crimea. Non ci sono feriti o vittime», ha aggiunto sempre in un messaggio Telegram il presidente della Crimea, Sergey Aksyonov.

 Ore 18:19 - Medvedev: «Dopo l’attacco di oggi l’eliminazione fisica di Zelensky è l’unica opzione»

«Dopo l’attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky. Non è nemmeno necessario firmare l’atto di resa incondizionata. Anche Hitler, come si sa, non l’ha firmato». È la minaccia che ha lanciato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russa, Dmitri Medvedev.

Ore 19:10 - Zelensky: «L’Ucraina può e deve diventare il 33esimo membro della Nato»

«Auguro sinceramente alla Svezia di completare la procedura di adesione il prima possibile. Insieme a voi, la Nato sarà composta da 32 membri. L’Ucraina può e dovrebbe diventare il 33esimo membro. Penso di sì, e lo auguro davvero al nostro Paese». Lo ha affermato il presidente ucraino Zelensky in conferenza stampa durante la sua visita non annunciata in Finlandia. Lo riporta Ukraiska Pravda. Il leader ucraino ha anche sottolineato che Kiev è già un membro de facto della Nato e sta cooperando con l’Alleanza a beneficio della difesa comune.

Ore 19:27 - Sale a 18 il numero dei morti nei bombardamenti russi su Kherson

Sale a 18 morti e 46 feriti il bilancio dei bombardamenti russi sulla regione di Kherson. Lo ha reso noto la presidenza ucraina.

Ore 19:28 - Ue: «Mosca non usi il presunto attacco dei droni ucraini per un’escalation»

«Siamo a conoscenza delle affermazioni delle autorità russe sui presunti attacchi di droni che avrebbero colpito il Cremlino e stiamo cercando di ottenere maggiori informazioni su ciò che è realmente accaduto. I presunti attacchi con i droni non devono essere usati come pretesto per un’ulteriore escalation della continua aggressione della Russia al di fuori dei suoi confini». Lo ha riferito all’Ansa Peter Stano, portavoce del servizio di azione esterna dalla Commissione Europea.

Ore 19:45 - Gli Usa annunciano il 37esimo pacchetto di armi per l’Ucraina

Un nuovo pacchetto di armi Usa all’Ucraina è stato annunciato dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, durante un briefing con la stampa. Si tratta del 37esimo dall’inizio della guerra. Il pacchetto, secondo le anticipazioni fornite dalla portavoce, conterrà principalmente munizioni per i sistemi di difesa aerea Himars e per altri sistemi di artiglieria.

Ore 19:49 - I Paesi baltici e la Polonia stanno preparando una dichiarazione di sostegno per l’ingresso di Kiev nella Nato

Gli Stati baltici e la Polonia stano preparando una dichiarazione di sostegno all’ammissione dell’Ucraina alla Nato da presentare ufficialmente in occasione del vertice della Nato in programma per il prossimo luglio a Vilnius. Lo ha annunciato il presidente del Parlamento lettone, Edvards Smiltens, dopo un incontro avvenuto oggi a Riga, con il suo omologo estone, Lauri Hussar.

«Dobbiamo dimostrare chiaramente che la Nato è un’alleanza orientata alla difesa. Ed è la sola alleanza che sarà in grado di proteggerci: è nell’interesse di tutti avere un’alleanza più grande e più forte che renda il nostro continente più sicuro», ha affermato Hussar. Smiltens ha, dal canto suo, sottolineato che è necessario dare all’Ucraina non solo una promessa di adesione futura all’Alleanza atlantica, ma una precisa tabella di marcia per l’accessione.

Ore 19:55 - Casa Bianca: «Droni sul Cremlino? Mai incoraggiato Kiev a colpire fuori dai suoi confini»

«Gli Stati Uniti sin dall’inizio non hanno incoraggiato o messo l’Ucraina in condizione di colpire al di là dei propri confini». Lo ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jeanne-Pierre, sottolineando che l’amministrazione americana «è al corrente» delle notizie secondo cui sarebbe stato sventato un attacco con droni sul Cremlino attribuito da Mosca a Kiev per colpire Vladimir Putin «ma non è in grado di verificarne l’autenticità».

Ore 20:35 - Washington: «Troppo presto per dire se i droni sul Cremlino fossero un’operazione “false flag”»

È «troppo presto» per dire se le accuse russe di un tentativo di uccidere Vladimir Putin con un attacco con droni sul Cremlino sia un’operazione false flag, ovvero un’operazione sotto falsa bandiera per far cadere la responsabilità su Kiev. Lo ha affermato durante un briefing la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.

Ore 20:29 - Kiev: «21 morti e 48 feriti a Kherson, non perdoneremo»

«Il mondo ha bisogno di vedere e sapere questo. Una stazione ferroviaria e un incrocio, una casa, un negozio di ferramenta, un supermercato, un distributore di benzina: sai cosa accomuna questi luoghi? La scia insanguinata che lascia la Russia con i suoi proiettili, uccidendo civili a Kherson e nella regione di Kherson. Ad oggi, 21 persone sono state uccise. 48 feriti. Tutti civili ! Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime. Non perdoneremo mai i colpevoli. Sconfiggeremo lo stato malvagio e chiederemo conto a tutti i colpevoli». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Zelensky.

Ore 21:10 - Prigozhin: «Oggi la Wagner è avanzata di 230 metri a Bakhmut»

Il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha riferito che i suoi mercenari sono avanzati di 230 metri a Bakhmut, la città nell’est dell’Ucraina teatro di duri combattimenti, mentre 2,64 chilometri quadrati di territorio rimangono ancora sotto controllo ucraino. Lo ha riportato Ria Novosti. «Oggi le unità Wagner sono avanzate di 230 metri e hanno occupato un’area di 54.000 metri quadrati. Sotto il controllo nemico rimangono invece 2,64 chilometri quadrati di territorio» ha detto Prigozhin.

Ore 21:17 - Mosca apre indagine per terrorismo dopo l’attacco dei droni sul Cremlino

La Russia ha aperto un’indagine per terrorismo dopo che Mosca ha dichiarato di aver abbattuto due droni diretti alla residenza del presidente Vladimir Putin e ha accusato l’Ucraina di un tentativo di assassinio «terroristico».

«Il Comitato Investigativo della Russia ha aperto un procedimento penale per terrorismo in relazione al tentativo di colpire la residenza del Cremlino del presidente della Russia», si legge in un comunicato del Comitato, che indaga sui principali crimini.

Ore 21:41 - Kiev: «I russi hanno collocato esplosivi nella centrale di Zaporizhzhia»

I russi hanno collocato attrezzature militari, armi ed esplosivi nei locali del reparto turbine della quarta unità di potenza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo denuncia la commissione statale ucraina, come riporta Ukrinform.

«Rappresentanti dell’Aiea hanno riferito che gli occupanti russi hanno collocato attrezzature militari, armi ed esplosivi nei locali del reparto turbine dell’unità di potenza n. 4 della centrale nucleare di Zaporizhzhya. È stato reso noto durante l’incontro settimanale tra il Centro di crisi dell’Aiea (IEC) e la Commissione statale per la regolamentazione nucleare» ucraina, afferma la Commissione.

Ore 21:53 - Usa: «Cresciuta minaccia di attacchi missilistici a Kiev»

L’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina ha avvertito di una «crescente minaccia di attacchi missilistici», anche a Kiev. «Alla luce della recente intensificazione degli attacchi in tutta l’Ucraina e della retorica incendiaria di Mosca, il dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi che la minaccia di attacchi missilistici è in aumento, anche a Kiev e nell’oblast di Kiev», si legge in un avviso di sicurezza.

Ore 22:28 - Podolyak: «Le minacce di Medvedev sono vuote»

«Vuote». Così il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak ha definito le minacce espresse da Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, alla leadership ucraina in seguito all’attacco di un drone al Cremlino.

«C’è un brillante commento finlandese per ogni dichiarazione minacciosa da parte di un tipico soggetto russo, specialmente riguardo alla “distruzione fisica”: Tyhjät tynnyrit kolisevat eniten (“Una botte vuota fa più rumore”)», ha twittato Podolyak. Il consigliere si riferiva alle dichiarazioni fatte da Medvedev il quale ha detto che «dopo l’attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky».

Ore 22:38 - Zelensky in viaggio dalla Finlandia ai Paesi Bassi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in viaggio dalla Finlandia ai Paesi Bassi. Lo riportano i media olandesi. È la prima volta dall'invasione russa dell'Ucraina che Zelensky visita i Paesi Bassi.

Ore 22:44 - Kiev: «In serata ancora bombe su Kherson»

Nel corso della serata ci sono stati nuovi bombardamenti russi su Kherson, dove si sono udite molte esplosioni. Lo ha riferito su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città Roman Mrochko, ripreso dai media ucraini. Oggi a causa di bombe russe 21 persone sono state uccise e 48 ferite

Ore 23:03 - Zelensky terrà un discorso domani all'Aja

Il presidente ucraino Zelensky, arrivato in serata nei Paesi Bassi, terrà domani un discorso all'Aja dal titolo «Non c'è pace senza giustizia». Il luogo del discorso è probabilmente dovuto al fatto che in città si trova la Corte penale internazionale, che ha emesso mandati di arresto nei confronti di Vladimir Putin e della commissaria russa per i bambini per la deportazione di minori dall'Ucraina.

Lo ha reso noto il media olandese RTL Nieuws. Il 4 maggio è celebrato nei Paesi Bassi come il Giorno della Memoria per le vittime della seconda guerra mondiale e dei successivi conflitti armati, ma, affermano i media olandesi, non vuol dire che la visita del presidente ucraino sia stata programmata per questo anniversario.

Ore 01:53 - Tre esplosioni a Kiev, la testimonianza dei giornalisti

Tre esplosioni sono state udite a Kiev: lo riportano i giornalisti di Rbc-Ucraina sul posto. Poco prima era scattato l’allarme aereo nella Capitale e nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e in alcune aree della regione di Kirovograd.

Ore 02:00 - Un’esplosione anche a Zaporizhzhia

Un’esplosione è stata udita a Zaporizhzhia: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne aggiungendo che nella regione è stato dichiarato un allarme aereo.

Ore 02:07 - Kiev: «Attacco aereo russo sulla Capitale, ma la difesa funziona»

Le forze russe hanno lanciato un attacco aereo su Kiev: lo ha reso noto l’Amministrazione militare della capitale ucraina sottolineando che la contraerea è stata attivata. «La difesa aerea funziona! Restate calmi! Rimanete nei rifugi fino alla fine del raid aereo!»: scrive l’Amministrazione su Telegram

Ore 02:15 - Tv ucraina: esplosioni a Odessa

Esplosioni sono state udite a Odessa, nell’Ucraina sud-occidentale: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne. Un’allerta aerea è stata dichiarata nella città e nell’omonima regione.

Ore 03:22 - Drone attacca una raffineria russa a Ilsky

La raffineria Ilsky, nel porto di Novorossiysk, cittadina nella regione russa di Krasnodar, nel sud del Paese, è stata attaccata da un drone nella notte ed il suo serbatoio ha preso fuoco: lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza locali, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «A seguito di un attacco di un drone non identificato, è scoppiato un incendio nel serbatoio della raffineria di petrolio di Ilsky, nell’insediamento di Ilsky», ha dichiarato il portavoce.

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per "il Messaggero" il 3 maggio 2023.

Colpo di scena al Palazzo di Vetro. Cina e India hanno votato una risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu che parla esplicitamente di «aggressione» della Federazione russa all'Ucraina. È la prima volta che i due Paesi asiatici - fermi dall'inizio della guerra su una posizione di neutralità - riconoscono in un documento ufficiale la Russia di Vladimir Putin come aggressore. 

La risoluzione votata da 122 Paesi - contrarie Russia, Bielorussia, Corea del Nord, Siria e Nicaragua - non è incentrata sulla guerra ma su «una più stretta cooperazione tra Onu e Consiglio d'Europa». E nondimeno nella premessa si riferisce alle «difficoltà senza precedenti che l'Europa deve attualmente affrontare in seguito all'aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina, e contro la Georgia in precedenza».

Difficile scorgere nel voto a favore dei due Paesi finora rimasti neutrali - con loro anche il Brasile di Lula - un cambio di rotta in politica estera di Pechino e Nuova Dehli. Agli occhi dell'Alto Rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell è ad ogni modo una buona notizia. «La risoluzione qualifica chiaramente la guerra contro l'Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa» esulta il capo della diplomazia europea su twitter. 

Stando al sito dell'Onu il voto risale allo scorso 26 aprile. Ovvero un giorno prima della telefonata tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la prima dall'inizio del conflitto. […]

Non è chiaro se il voto cinese all'Onu sia stato un avvertimento all'alleato russo sulla guerra e la necessità di fermare l'escalation. «Va detto che la risoluzione non condanna l'aggressione, ma riconosce che ha creato "sfide senza precedenti"» spiega Marta Dassù, direttrice di Aspenia. «Un messaggio però c'è. La Cina non vuole pregiudicare i rapporti con l'Europa, il suo principale mercato. Ha tratto i benefici possibili dalla guerra, adesso vuole limitare i danni».

[…] Per il Cremlino resta un incidente di non poco conto. Non a caso nelle ore precedenti al voto la delegazione russa all'Onu si era pubblicamente scagliata contro la «politicizzazione» della risoluzione invitando «tutti i membri responsabili della comunità internazionale a votare contro». L'appello però è caduto nel vuoto. Cina e India si sono astenute in una prima votazione per escludere il paragrafo sull'aggressione russa, poi hanno dato il via libera al testo finale. […]

 Cina e India riconoscono all'Onu «l'aggressione russa» in Ucraina. Stefano Piazza su Panorama il 03 Maggio 2023

I due grandi paesi che fino a qualche giorno fa si erano sempre dichiarati contrari a condannare Mosca per l'invasione dell'Ucraina, hanno votato la risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa in cui si fa esplicito riferimento «all’aggressione della Federazione russa dell'Ucraina».

A oltre 400 giorni dall'inizio della invasione russa dell'Ucraina, la Cina e l’India hanno preso posizione sul conflitto lanciato dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio del 2022. Cinesi e indiani, che fino a qualche giorno fa si erano sempre dichiarati contrari a condannare Mosca per l'invasione dell'Ucraina, hanno votato lo scorso 26 aprile una risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu relativa ai rapporti tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa in cui si fa esplicito riferimento «all’aggressione della Federazione russa dell'Ucraina». Il voto inizialmente era passato inosservato ma alcuni osservatori attenti ai lavori sono stati abili a individuare il riferimento alla guerra in Ucraina inserito nel nono paragrafo del preambolo che recita quanto segue: «Riconoscendo inoltre che le sfide senza precedenti che l'Europa deve ora affrontare in seguito all'aggressione da parte della Federazione Russa contro l'Ucraina e contro la Georgia in precedenza, e la cessazione dell'appartenenza della Federazione Russa al Consiglio d'Europa, [noi] chiediamo una cooperazione rafforzata tra le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa».

La risoluzione approvata con 122 voti favorevoli, 5 contrari e 18 astensioni è il primo cambiamento di rotta dei due giganti asiatici nei confronti della guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina. Tra coloro che hanno votato contro troviamo ovviamente la Russia, la Bielorussia, la Siria, il Nicaragua e la Corea del Nord. E adesso che accadrà? Non molto visti gli importanti rapporti che sia la Cina che l’India hanno con Mosca ed in particolare quelli legati alle forniture commerciali e a quelle militari che passano attraverso triangolazioni con «paesi amici» e il loro fermo rifiuto di allinearsi con le opinioni politiche occidentali. Tuttavia, il voto è comunque un primo segnale che Putin farebbe bene a non trascurare. L’ Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell su Twitter ha scritto: «L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla cooperazione con il Consiglio d'Europa con 122 voti, compresi i principali partner del G20 come Cina, Brasile, India e Indonesia. Accogliamo con favore la risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l'Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa». La Cina, in particolare, ha subito forti pressioni dall'Occidente per censurare apertamente il Cremlino per aver lanciato l'invasione. Un documento in 12 punti pubblicato a febbraio dal ministero degli Esteri cinese e descritto come un «piano di pace» è stato criticato dagli europei per aver offuscato i confini tra l'aggressore, la Russia, e vera la vittima, l'Ucraina. Infatti nel documento cinese non ci sono mai le parole «guerra», «invasione» oppure «aggressione» per descrivere la situazione sul terreno e parla invece di«crisi ucraina». La posizione deliberatamente ambivalente della Cina, che l'Occidente vede come orientata alla Russia, è stata uno dei principali punti di disaccordo durante l'incontro del mese scorso a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La Cina, essendo un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha una grande responsabilità nell'usare la sua influenza in un'amicizia costruita da decenni con la Russia. E contiamo sul fatto che la Cina eserciti davvero anche questa responsabilità e sia molto chiara nei messaggi», aveva detto von der Leyen alla fine del suo viaggio. Successivamente Xi Jinping per la prima da quando la Russia ha lanciato l'invasione ha parlato telefonicamente con il presidente ucraino Volodymr Zelensky. Intanto la guerra continua e la scorsa notte secondo il servizio stampa presidenziale russo c’è stato un attacco contro il Cremlino per colpire Putin: «La scorsa notte è stato effettuato un tentativo di colpire con due droni ucraini la residenza del presidente russo al Cremlino; l'attacco è stato sventato e Putin risulta illeso». Poi attraverso l'agenzia Ria è stato comunicato che il presidente russo ora è al lavoro fuori Mosca a Novo Ogaryovo. Poi il portavoce della presidenza Dmitri Peskov ha affermato che Putin non era al Cremlino durante l'attacco. Il Cremlino ha definito l'accaduto come «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione, compiuto prima del Giorno della Vittoria, la parata del 9 maggio, alla quale è prevista anche la presenza di ospiti stranieri». A proposito della parata Dmitri Peskov ha fatto sapere che «non ci saranno cambiamenti al programma e le celebrazioni si terranno come previsto». Magari con qualche cautela in più aggiungiamo noi.

No, Cina e India non hanno riconosciuto l’aggressione russa dell’Ucraina. Salvatore Toscano su L'Indipendente il 4 Maggio 2023.

In Italia gran parte delle testate giornalistiche ha diffuso la notizia del ripensamento di Pechino e Nuova Delhi sul riconoscimento dell’aggressione russa dell’Ucraina. “Cina e India riconoscono ‘l’aggressione russa’ all’Onu”, ha titolato Ansa; Open ha rilanciato aggiungendo un “per la prima volta” all’interno del titolo, mentre Matteo Renzi all’esordio da direttore de Il Riformista ha optato per un “Cina e India scaricano Putin all’Onu”. Insomma, la narrazione è tanto chiara quanto fuorviante: una conseguenza della deriva del giornalismo contemporaneo, ossessionato dall’inseguire la notizia fino a forzarla. In sede ONU è stata sì votata una risoluzione col voto favorevole di India e Cina, ma riguardava la collaborazione generale tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Precedentemente, l’Assemblea aveva votato per inserire nella risoluzione anche un paragrafo che faceva riferimento proprio alla Russia come Stato aggressore, ma Cina e India si sono astenute.

 L’euforia del “ripensamento” da parte dei due Paesi asiatici ha colpito non solo il settore giornalistico ma anche il mondo politico. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha accolto il voto dei due Paesi «con favore». «La risoluzione – ha sottolineato in un tweet – qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come aggressione da parte della Federazione Russa». «Il riconoscimento di Cina e India dell’aggressione russa può diventare uno spartiacque nella crisi ucraina», ha dichiarato invece l’ex segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, salvo poi ritornare sui propri passi qualche ora dopo: «è stato chiarito che Cina e India, pur votando a favore del testo finale che lo conteneva, sullo specifico paragrafo della risoluzione sull’aggressione russa si sono astenuti». La notizia del “ripensamento”, al di là della retorica, è una forzatura che non cambia la posizione di neutralità di Cina e India, assunta anche a marzo 2022, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina con 141 voti favorevoli, cinque contrari e 35 astenuti, tra cui proprio Pechino e Nuova Delhi.

Voto sull’inserimento del paragrafo 9, pagina 2, nella risoluzione “Cooperazione tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa”. 

Vista la diffusione a livello globale della fake news, è intervenuta la stessa Rappresentanza Permanente di Cina presso le Nazioni Unite, che ha dichiarato: «Il voto favorevole era relativo all’intero testo della risoluzione e non può essere considerato un’approvazione del paragrafo [9 NdR]». [di Salvatore Toscano]

Il generale che ha salvato Kiev e ha cambiato le sorti della guerra in Ucraina. Giovanni Chiacchio il 3 Maggio 2023 su Inside Over.

Nell’ultimo anno l’esercito ucraino è balzato agli onori della cronaca grazie alla sua impressionante efficacia, che gli ha consentito di respingere un nemico nettamente superiore in termini di disponibilità di equipaggiamento. Buona parte dei media si è concentrata nel lodare il generale Valery Zaluzhny, Comandante in Capo delle forze ucraine e divenuto ormai una vera e propria “stella. Tuttavia, il successo delle forze ucraine non è stato determinato da un singolo individuo, ma da una gigantesca costellazione composta da tantissimi ufficiali, soldati semplici, politici e cittadini che negli ultimi otto anni hanno contribuito a trasformare il paese, consentendogli di respingere l’attacco di quello che sino ad un anno fa era considerato il secondo esercito al mondo. L’astro emergente dell’esercito di Kiev è però il generale Oleksandr Syrsky, soldato che si potrebbe essere già ritagliato un posto tra i migliori comandanti militari della storia (e che potrebbe aver fornito delle lezioni essenziali per una eventuale difesa di Taiwan)

L'arruolamento e i primi anni nelle forze armate di Kiev

Arruolatosi nell’esercito sovietico negli anni Ottanta, Syrsky si diploma nel 1986 all’Accademia di Comando di Mosca, dieci anni dopo si laurea con lode all’Accademia delle Forze Armate e nel 2005 all’Accademia Nazionale di Difesa dell’Ucraina. Posto al comando della 72 Brigata Meccanizzata, nel 2009 viene nominato maggiore generale.

Nel novembre 2013 ha discusso la riforma dell’esercito ucraino su modello Nato alla sede dell’Alleanza. Con l’insorgere della prima invasione russa dell’Ucraina del 2014 viene nominato comandante dell’Operazione Anti Terrorismo ed è lui a coordinare la ritirata da Delbatseve.

Nel 2016 dirige il Quartier Generale Operativo Congiunto delle Forze Armate Ucraine e viene nominato Tenente Generale. L’anno successivo assume il comando dell’Operazione Anti Terrorismo, sostituita dalla Joint Forces. Nel 2019 viene nominato Comandante delle Forze di Terra ucraine e l’anno successivo promosso Colonnello Generale.

Il ruolo del generale Syrsky nella guerra in Ucraina

Nel febbraio 2022 è a lui che viene affidata la difesa della capitale Kiev. Nella fase iniziale dell’invasione le forze ucraine nella capitale si trovavano in una situazione estremamente problematica, a causa di una grande preponderanza degli effettivi russi. Syrsky prese quindi una decisione cruciale, organizzare una difesa costituita da due anelli, uno a protezione della capitale e uno a protezione dei sobborghi, assegnando i generali a capo delle varie scuole militari a protezione di zone ben precise, creando una catena di comando flessibile dove le decisioni tattiche sarebbero state prese da ufficiali sul campo senza consultare il quartier generale.

La seconda decisione cruciale del generale consiste nell’ordine di spostare tutte le unità d’artiglieria e gli asset dell’aviazione lontani dalle basi militari, al fine di impedire che il first strike russo disabilitasse le capacità di reazione ucraine e di garantire l’impiego di tali risorse nella fase successiva del conflitto. La terza decisione cruciale consiste nell’ordine di creare battaglioni d’artiglieria improvvisati tramite l’impiego dei pezzi d’artiglieria usati come strumenti d’addestramento nelle scuole militari vicine alla capitale.

La battaglia per la capitale

Il 24 febbraio la Russia lancia la sua invasione dell’Ucraina, l’obiettivo delle truppe di Mosca è l’aeroporto Antonov di Hostomel. La conquista di tale aeroporto avrebbe permesso ai russi di far atterrare truppe aviotrasportate per lanciare un rapido assalto alla capitale ucraina e far collassare rapidamente il governo, con grave danno per il morale ucraino.

Il first strike russo tuttavia si rivela tuttavia completamente inefficace, grazie al ricollocamento degli asset ordinato da Syrsky nei giorni precedenti. L’aviazione russa non riesce a distruggere né le forze aeree ucraine, né l’artiglieria. In conseguenza di ciò le forze russe che attaccano l’aeroporto si ritrovano sotto il possente fuoco della contraerea ucraina. Le unità russe riescono comunque ad occupare l’aeroporto grazie alla loro superiorità numerica, ma vengono investiti dal possente fuoco dell’artiglieria ucraina (anch’essa spostata in posizioni difensive da Syrsky).

Non avendo ottenuto la superiorità aerea, i russi non riescono a far tacere l’artiglieria ucraina che danneggiando le piste impedisce l’arrivo di rinforzi e consente alle forze della 4 brigata di reazione rapida di eseguire un contrattacco meccanizzato che porta alla liberazione dell’aeroporto. La sconfitta a Hostomel sancisce l’inizio del fallimento dell’operazione russa. Il giorno successivo il tentativo delle forze infiltrate russe di uccidere il presidente Zelensky fallisce miseramente e i piccoli gruppi infiltrati vengono facilmente distrutti.

Il 26 febbraio gli ucraini respingono l’attacco russo sulla centrale elettrica di Kiev e il tentativo delle forze di Mosca di occupare la città di Vasilkyiv e il relativo aeroporto non va a segno. Il 27 febbraio le forze russe entrano a Bucha, ma vengono rapidamente massacrate dalle forze ucraine appoggiate dai residenti locali. Di fronte ai costanti fallimenti delle proprie forze, il generale russo Andrei Aleksandrovich Sukhovetsky è costretto a recarsi sul fronte e viene immediatamente ucciso da un cecchino ucraino. Gli ucraini impiegano piccoli gruppi di fanteria che logorano le fragili linee di rifornimento russe, impedendo di creare una forza adeguata a vincere le devastanti battaglie urbane in corso attorno a Kiev. 

La fanteria leggera ucraina utilizza inoltre una intelligente tecnica, colpendo il primo e l’ultimo mezzo nel convogli russi, imbottigliando il resto delle unità e consentendo all’artiglieria di distruggerla. Le forze di Mosca tentano allora una manovra azzardata, spostando truppe dagli Oblast nord orientali ucraine (perdendo forza combattente per occuparle) al fine attaccare Kiev da est, ma l’attacco finisce per arenarsi sulla città di Brovary.

Dopo aver costantemente logorato le forze russe il 16 marzo 2022 l’esercito ucraino lancia la sua controffensiva, mirando ai fianchi delle forze russe, decisamente poco difesi. La controffensiva ottiene pieno successo ed entro il 28 marzo l’attacco russo alla capitale ucraina è ormai esaurito, il giorno successivo le forze di Kiev liberano l’autostrada M01, spezzando l’assedio di Chernihiv e determinando il collasso dell’intero fronte russo sulle Oblast di Kyiv, Chernihiv e Sumy. I successi di Syrsky gli valgono il titolo di “Eroe dell’Ucraina”.

La controffensiva dell'autunno 2022

Quando durante l’estate del 2022 molti ritenevano che si stesse ormai andando verso un conflitto congelato, Syrsky è il principale artefice dell’offensiva che ha consentito all’Ucraina di assumere definitivamente l’iniziativa. Attraverso una martellante propaganda gli ucraini pubblicizzano costantemente i preparativi per una controffensiva a sud, portando i russi a spostare ingenti quantitativi di uomini e mezzi a Kherson. In conseguenza di ciò i russi finiscono per indebolire sempre più le loro forze, trovandosi sguarniti su un fronte lunghissimo.

Posto a capo delle forze ucraine nell’Oblast di Kharkhiv, è proprio Syrsky ad eseguire nel mese di settembre la controffensiva da lui stesso pianificata. In questo caso la controffensiva anziché puntare sui fianchi dello schieramento russo, viene diretta verso il centro di gravità russo nell’area, la città di Kupiansk. In pochi giorni le forze ucraine raggiungono il loro obiettivo, determinando il collasso del fronte russo. Il crollo delle forze di Mosca nell’Oblast di Kharkhiv segna non solo l’assunzione dell’iniziativa da parte degli ucraini, ma anche la morte dei piani russi di conquista del Donbass, in virtù della perdita della città di Izyum. All’inizio del mese di ottobre è sempre lui a guidare le forze ucraine nella vittoriosa battaglia di Lyman, primo significativo successo ucraino nel Donbass dall’inizio della guerra.

Le brillanti vittorie militari ottenute dal generale Syrsky sono la perfetta rappresentazione del successo del lungo percorso di riforme che l’Ucraina ha seguito dal 2014 a oggi. Un percorso che non si è esaurito con la guerra, ma che anzi sta proseguendo anche sotto i bombardamenti.

Fondi, piani e tecnologia. Le prove portano a Kiev. Nonostante le smentite di Volodymyr Zelensky l'attacco al sancta sanctorum del potere russo è il frutto della complessa operazione finanziaria, tecnologica e strategica che ha trasformato i droni ucraini in una delle armi più insidiose del conflitto. Gian Micalessin il 5 Maggio 2023 su Il Giornale.

Per lanciarla hanno usato il faccione di Mark Hamill, l'attore interprete di Luke Skywalker nella prima trilogia di guerre stellari. «L'Esercito di Droni» non è, però, un nuovo episodio della celebre saga bensì il punto di partenza della campagna tecnologica e militare che ha permesso a Kiev di far volare due aerei senza pilota nei cieli di Mosca e colpire una cupola del Cremlino. Nonostante le smentite di Volodymyr Zelensky l'attacco al sancta sanctorum del potere russo è il frutto della complessa operazione finanziaria, tecnologica e strategica che ha trasformato i droni ucraini in una delle armi più insidiose del conflitto.

In tutto questo il primo a metterci la faccia è stato Hamill che dal luglio 2022 è il testimonial della raccolta di fondi lanciata per finanziare lo sviluppo dell'«Esercito di Droni» di Kiev. Ma se Hamill ne è il volto la mente della campagna è Mykhaïlo Fedorov, il 32enne ministro per lo sviluppo digitale di Kiev battutosi per allestire un'articolata flotta di aerei senza pilota e sopperire così alla carenza di missili a lungo raggio. Grazie alle idee di Fedorov e al volto di Hamill la campagna ha generato oltre 100 milioni di dollari consentendo l'acquisto di 3.200 droni e l'addestramento di 7mila piloti. Parte di quel denaro è confluito anche nel fondo da oltre 550 milioni di dollari garantito, nel 2023, alle aziende pronte ad investire nella progettazione e produzione di droni d'assalto hi-tech. Grazie a questi sussidi Dmytro Shymkiv e Yuriy Pederiy, due ex-manager della Microsoft di Kiev, hanno lanciato AeroDrone la compagnia che produce l'Enterprise e il Discovery, due modelli di droni ad alta autonomia il primo dei quali può volare fino a 3mila chilometri di distanza trasportando 300 chili di esplosivo. A droni come questi bisogna guardare se si cercano i protagonisti del raid sul Cremlino e di altre incursioni-beffa messe a segno a centinaia di chilometri dal confine russo.

Le prime risalgono allo scorso dicembre quando gli Uav ucraini colpiscono le basi aeree di Saratov e Ryazan penetrando per oltre cinquecento chilometri in territorio russo. Attacchi che con il passar dei mese incominciano a puntare sempre più in alto. Se quello alle guglie del Cremlino è il più plateale quello più pericoloso per l'incolumità di Vladimir Putin va a segno già il 23 aprile. Quel giorno, infatti un drone UJ 22 decollato da Kharkiv e caricato con 30 panetti di C-4 canadese precipita nei pressi del parco industriale di Rudnevo a Mosca dove è attesa una visita del Presidente russo. Ovviamente Fedorov si guarda bene, al pari di Zelensky, dall'ammettere di voler colpire i territori o i vertici russi. Sul suo sito Telegram sottolinea con orgoglio, però, le prestazioni dell'R 18 «capace - secondo le sue parole - di volare fino a Mosca e tornare indietro». E pur negando di aver mai progettato di colpire Mosca il ministro ammette di esser pronto ad appoggiare «qualsiasi mezzo in grado di fermare la Russia e garantirci la vittoria». Parole registrate dai servizi di sicurezza russa e dai vertici militari a cui è stata affidata la pianificazione della rappresaglia. Una rappresaglia che nonostante le minacce difficilmente bucherà la rete d'intelligence e le difese missilistiche allestite dalla Nato a difesa del bunker presidenziale di Kiev. Ma Zelensky non è il solo obbiettivo. Per questo - in attesa d'inquadrare il bersaglio numero uno - i missili ipersonici Kinzhal potrebbero colpire, come primo segnale, qualsiasi altra personalità dell'entourage politico-militare di Kiev.

Enigma e scenari dividono gli esperti. Attentato Cremlino, il messaggio a Putin: “Volevi conquistare il mondo, non sai difendere il tetto di casa tua”. Aldo Torchiaro  su Il Riformista il 5 Maggio 2023 

L’attacco del drone che ha colpito il Cremlino, il giorno dopo, apre una prospettiva nuova sulla guerra. Il Riformista ha provato a sentire alcuni degli analisti che conoscono meglio lo scenario ucraino-russo. Il professor Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali, è didascalico: “Gli indiziati sono due. Il primo: le forze speciali ucraine che operano ormai da molto tempo in Russia utilizzando una serie di reti informative che il servizio segreto ucraino SBU ha messo in campo. Il secondo: un avversario politico di Putin ha voluto mandare un messaggio devastante per la leadership del presidente russo”.

Se le ipotesi sugli autori sono circoscritte, il movente rimane meno definito. “Al di là di chi sia stato, il messaggio è forte: volevi conquistare il mondo, non sai difendere il tetto di casa tua. Un segnale incontrovertibile di vulnerabilità”, aggiunge Margelletti. Che ragiona poi sul conflitto che verrà: “La guerra è già combattuta con i droni. Dall’inizio del conflitto. E col passare del tempo sempre di più. Diventerà un confronto tra droni contro droni, tipo Orazi e Curiazi? Ci saranno droni in aria e purtroppo ancora molti morti a terra”.

Il giorno dopo l’attacco, la nebbia sulla piazza Rossa non si dirada. Putin non era al Cremlino, non ha subìto alcun danno. “Come ben sa chi fa questo lavoro, il presidente russo si trova solo raramente in quel palazzo. Nemmeno i servizi segreti russi sanno dove si trova esattamente”, ci dice l’ex direttore della Divisione Analisi e Studi del Sisde, Alfredo Mantici.

Il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa – ed ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica – ci ricorda gli autorevoli precedenti: “Gli Stati Uniti hanno usato un drone per colpire Bin Laden, in fatto di attacco ai simboli avversari non c’è niente di tanto forte”, ci dice. Non scarta nessuna ipotesi, nemmeno la più sottile. Anzi: “Non si può escludere che sia un caso di false flag. Una messinscena dei servizi segreti militari che autorizza una aggressione ancora più forte contro Kiev, come di fatto si è poi verificata”.

I bombardamenti ieri si sono moltiplicati, con un bilancio di vittime tristemente alto. Gli attacchi attacchi aerei si sono moltiplicati su Kiev ed altre città ucraine, inclusa Odessa, senza provocare vittime. Esplosioni anche a Zaporizhzhia e allarmi aerei nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk. Nathalie Tocci, direttrice dello IAI, l’Istituto Affari Internazionali, slega le reazioni dalla necessità di essere autorizzate. “Alla Russia non occorrono scuse particolari per bombardare di più o di meno, colpiscono in modo sproporzionato dall’inizio”, fa notare. E guarda avanti: “Ora cosa succederà? Tra pochi giorni sarà il 9 maggio, anniversario della vittoria russa nella II guerra mondiale che a Mosca si attende come il giorno più autocelebrativo dell’anno”. E dunque? “A Putin serve una motivazione per una mobilitazione più ampia, un richiamo al patriottismo che faccia leva sui simboli sacri. Quale punto migliore del cupolino del Cremlino, al centro della piazza Rossa?”, suggerisce Nathalie Tocci.

Giammarco Sicuro è stato l’inviato Rai in Ucraina che segue le dinamiche militari in un campo e nell’altro. “È complicato dire chi ci sia dietro, ma è del tutto improbabile pensare che Kiev si lanci in operazioni di questo tipo, rischiose e improduttive. Hanno altro da fare al momento, tanto più che nessun ingenuo può pensare, da remoto, di colpire Putin così”, argomenta l’inviato di guerra. “Ha dimostrato l’inconsistenza delle difese interne, ma sembra il gesto di una operazione di sabotaggio interno. I russi tengono tantissimo alla propaganda del 9 maggio, molto delle loro campagne ruota intorno a questa data”, fa notare anche lui. E per il futuro? “Può esserci una svolta dietro l’angolo. Un segnale che qualcuno doveva interpretare, dietro le quinte, e che è arrivato a quel qualcuno più forte e più chiaro di quel che pensiamo noi”. Sembra andare nella stessa direzione il parere di Marco Scurria, che per Fdi segue gli Esteri ed è un osservatore attento di quel che accade tra Kiev e Mosca: “Gli scenari sono più di quanti si possa credere. Dietro c’è l’esigenza di dare un segnale forte a Putin. Da parte di chi, non so dirlo. So che attori interessati a farlo sono molti, dagli oligarchi russi a pezzi dell’intelligence militare, dagli oppositori politici alla Cina”. E con quale scopo si è deciso di lanciare il drone sulla cupola di un palazzo del potere simbolico ma disabitato? “Per creare uno shock che doveva mettere un punto. Richiamare i due pugili agli angoli del ring. Drone e reazione al drone, poi fermatevi. Perché la realtà è che nessuno dei due contendenti può più permettersi i costi di questa guerra”, conclude il senatore Scurria. Da parte russa le risposte in effetti sono più stonate che sproporzionate.

“Dietro l’attentato con droni a Vladimir Putin al Cremlino ci sono gli Stati Uniti”, dice Dimitrij Peskov, portavoce della presidenza russa, citato dall’agenzia di stampa Novosti. “I tentativi di negarlo sia a Kiev che a Washington sono, ovviamente, del tutto ridicoli” ha detto il responsabile. “Sappiamo benissimo che le decisioni su queste azioni e attentati terroristici non vengono prese a Kiev ma a Washington”. Peskov ha aggiunto: “Kiev sta già facendo quello che gli dicono di fare”. “Penso che sicuramente non sia qualcosa che possa essere facilmente organizzato da dilettanti. Mi sembra piuttosto un attacco di professionisti”, dice Andrej Kortunov, direttore accademico del Consiglio russo per gli affari internazionali (Riac) a Mosca. Le accuse sono respinte in toto dagli americani. L’alto rappresentante dell’Unione Europea per la Politica estera Josep Borrell ha esortato le autorità russe a non utilizzare l’attacco per giustificare un’escalation dell’aggressione contro il paese vicino. “Ho ascoltato il presidente Zelensky e ha detto molto chiaramente che gli ucraini non sono coinvolti in questi attacchi e che difendono il loro Paese combattendo solo sul loro territorio”, ha dichiarato Borrell, avallando la dissociazionedi Kiev dall’azione.

Aldo Torchiaro. Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.

“Kiev vuole la vittoria, poi la pace E non ci dice tutto della guerra”. Edoardo Sirignano su L'Identità il 5 Maggio 2023 

“Gli ucraini non ci dicono tutto. C’è qualcosa che non condividono, nel timore di essere messi sotto controllo”. Così il generale Paolo Poletti, tra i maggiori esperti italiani di intelligence, commenta l’episodio del drone abbattuto sopra il Cremlino. 

Da dove è partito l’attacco?

È presto per dirlo. Possiamo basarci su alcuni elementi obiettivi. Sicuramente il drone non è partito da molto lontano, considerando l’apparecchio che ci hanno descritto e fatto vedere. Si tratta di uno strumento che ha una gettata limitata.

Agenti ucraini o fiancheggiatori i responsabili?

Può essere, così come possono essere stati gruppi ultranazionalisti per spingere il Cremlino a un’azione militare più decisa. Scartiamo, però, l’ipotesi fantasiosa che sia stato Putin per giustificare un’ulteriore escalation.

Dietro l’operazione potrebbe esserci l’intelligence americana ed europea?

Non penso! I rapporti tra intelligence sono molto stretti, ma comincio a dubitare che gli ucraini dicano tutto ad americani ed europei sulle azioni che intendono intraprendere. C’è qualcosa che non condividono nel timore di essere messi sotto controllo. L’Ucraina, oggi, si sente più autonoma, più sicura di sé e quindi tende a nascondere qualcosa. Comincia a tenersi un margine di autonomia in relazione ai propri obiettivi.

Tale modus operandi, intanto, rischia di metterci in seria difficoltà…

Armiamo Kiev per difendere il principio dell’autodeterminazione. Riteniamo che sia legittima una risposta militare a un’aggressione ingiusta. Giuridicamente siamo cobelligeranti. Gli ucraini, però, combattono una guerra sul campo. Noi li sosteniamo, sperando ancora in una soluzione politica, mentre a loro interessa solo vincere. Senza aver battuto la Russia, difficilmente cercheranno una mediazione.

Quali saranno, intanto, le conseguenze di un episodio fino a ieri imprevedibile?

Al di là delle posizioni di Medvedev e del presidente della Duma, che sono estremisti per contratto, ci sono parti dell’establishment russo che si distinguono per la prudenza sull’episodio e sulle conseguenze da trarne.

Perché?

Sono consapevoli della debolezza e della disorganizzazione della macchina militare russa, come rivelato da Prigozin. Tutti restano in attesa della controffensiva ucraina. Vediamo come sarà organizzata e cosa porterà. Mi sembra, comunque, che la strategia di Putin, fino a ora, non abbia portato a grandi risultati. Ecco perché potremmo trovarci in una situazione di non sconfitta e di non vittoria per entrambi gli attori coinvolti nel conflitto.

La minaccia nucleare è dietro l’angolo?

Al momento, direi proprio di no! È troppo alto il rischio che si corre.

L’Europa, comunque, non può farsi trovare impreparata. Deve magari attrezzarsi con un esercito continentale…

Si sta ragionando, da molti anni, sull’argomento. Sarebbe una risposta efficace ed economica. Oggi in Europa ci troviamo otto-dieci armate, ciascuna con i suoi mezzi, i suoi costi. L’interscambiabilità di armamenti, ricambi e quant’altro è nei fatti un problema. Un esercito unico europeo, con un armamento e un equipaggiamento comune, porterebbe, senz’altro, a un risparmio.

Perché allora non si va in questa direzione?

Gli Stati europei, politicamente, sono ancora lontani. Vecchi retaggi fanno sentire il loro peso, tradizioni dure a morire. Per questa ragione, non ci sono passi in avanti. Si preferisce chiudersi sulla visione deterministica della storia e sul contrasto tra chi crede che a spuntarla saranno le democrazie liberali e chi invece democrature come Russia e Cina. Rischiamo, intanto, una marginalizzazione dell’Europa, perché troppo piccola e divisa per contare, sia a livello economico che militare.

I droni sul Cremlino. Prove di terza guerra mondiale. Piccole Note (filo-Putin) il 3 Maggio 2023 su Il Giornale.

I droni lanciati sul Cremlino questa notte indicano il livello di follia raggiunto da questa guerra. Certo, si tratta di un’azione del tutto spettacolare, dal momento che non potevano fare che qualche danno, non avendo alcuna possibilità di penetrare il bunker che protegge il presidente russo.

Ma si può immaginare cosa sarebbe successo se al posto del Cremlino ci fosse stata la Casa Bianca… l’Ucraina sarebbe stata letteralmente incenerita. Kiev nega responsabilità sull’accaduto, ma non può essere creduta, nonostante stavolta il suo diniego potrebbe essere vero.

Mosca non può far altro che puntare il dito contro Kiev: non può certo accusare Washington o altri Paesi (che pure usano gli ucraini come manovalanza) senza dare inizio a una guerra, e a una guerra atomica data la portata dell’attacco subito (l’ipotesi che sia parto di guerriglieri russi è ridicola: servono capacità altissime per violare i sofisticati presidi che di certo difendono il Cremlino; né è una false flag, è assurdo pensare che il Cremlino possa ostentare proprie vulnerabilità).

Si tratta di una pazzia vera e propria che sta alla Nato sedare. Stavolta Mosca può lasciar correre, ma puntare una posta tanto alta contando sulla moderazione della risposta russa è follia.

E dire che a essere additato come pazzo è Putin. Se fosse davvero pazzo, nessuno dei suoi tanti e variegati nemici avrebbe osato tanto.

Servirebbe che Biden chiamasse il suo omologo russo: la linea rossa è stata istituita proprio per eventualità del genere; cioè per rassicurare il nemico, che tale rimane anche se ci si parla, che non si vuole un conflitto atomico.

Ma, anche se a livello più basso, una linea di dialogo Nato – Russia si è certamente aperta tra la notte e la mattina. Lo denota il fatto che un attacco tanto spettacolare è stato reso di pubblico dominio solo molte ore dopo l’accaduto, a giorno inoltrato.

Evidentemente nelle ore precedenti, nel segreto, si sono intrecciate richieste, spiegazioni, rassicurazioni e quanto altro. Il mondo è rimasto così per ore sospeso sull’abisso, senza che nessuno sapesse nulla.

Bisogna chiudere questa maledetta guerra. E in fretta. 

Ps. L’attacco al Cremlino ha un ulteriore scopo. La controffensiva ucraina stenta a partire e tanti sono gli articoli che trasudano diffidenza sul suo esito. Pericolosa flessione della propaganda. Serviva una notizia di successo. L’attacco spettacolare riempie il buco e rinfocola la narrativa trionfalistica.

La controffensiva ucraina: l'irrevocabile, inutile strage. Piccole Note (filo-Putin) il 3 Maggio 2023 su Il Giornale.

“L’Ucraina non è pronta per la sua grande offensiva, ma non ha scelta”. Questo il titolo di un articolo di Mark Galeotti per il Time che inizia così: “Kiev non ha altra scelta se non quella di lanciare un’importante offensiva primaverile o estiva. I suoi leader sono sempre più intrappolati. Come ha affermato un funzionario della difesa americano: ‘Gli ucraini hanno sorpreso noi e Putin in passato, ma ora hanno molto meno spazio di manovra”.

Controffensiva spuntata, ma irrevocabile

“[…] Il presidente Zelensky – continua il giornale britannico – ha gestito l’Occidente con grande abilità, ma per mantenere tale sostegno deve dimostrare quello che gli addetti ai lavori di Washington chiamano piuttosto sfacciatamente un ‘ritorno dell’investimento'”.

Zelenky è chiamato anche a fare un’opera di “bilanciamento in politica interna”, dal momento che subisce la pressione dei falchi, aggiunge Galeotti.

Molto interessante anche un altro cenno, di tutt’altro tenore: “Un diplomatico occidentale ha parlato di una ‘surreale esperienza parallela’ avuta a Kiev: mentre i suoi interlocutori ‘dibattono su potenziali formati per i negoziati la sera”, il giorno successivo, in pubblico, ‘urlano che non possono darsi colloqui con la Russia’”. Vuol dire che spazi di manovra per negoziati esistono…

Galeotti continua parlando delle difficoltà in cui si dibattono le forze di Kiev, emerse anche dai documenti trapelati dal Pentagono: mancanza di munizioni, scarsità di blindati, poco o nullo supporto aereo, ridotte capacità delle truppe. E riferisce delle diffidenze ormai generalizzate riguardo la possibilità di ottenere una vittoria totale, in contrasto con la pubblica narrativa.

Ma “Kiev dovrà attaccare a prescindere, puntando probabilmente su qualche obiettivo ambizioso”, ad esempio Melitopol, “nodo stradale e ferroviario la cui liberazione taglierebbe il cosiddetto ponte di terra tra Crimea e Russia”.

Washington Post: la carneficina prossima ventura

A complicare le cose il fatto che l’annuncio dell’attacco, sebbene ottimo per sostenere la propaganda e così far affluire armamenti a Kiev, ha fatto perdere alle forze ucraine l’essenziale elemento sorpresa.

E ha permesso ai russi di preparare la difesa, come dettaglia il Time spiegando come questi abbiano ridotto gli attacchi, in particolare nell’area di Bakhmut (riducendo così le proprie perdite), per dedicarsi all’erezione di presidi difensivi.

Non solo, secondo M.K. Bhadrakumar, in questi giorni i russi, che hanno intensificato gli attacchi con droni, missili e artiglieria, stanno prendendo di mira la logistica e le concentrazioni dei militari ucraini per tagliare le ali all’attacco avversario (Indianpunchline).

Va da sé, infine, che chi attacca subisce maggiori perdite di chi difende. Così è giustificato quanto titola il Washington Post: “Una carneficina ancora più grande in arrivo”. Di interesse la conclusione, nella quale spiega che nonostante tale macelleria, la documentazione trapelata dal Pentagono indica che “in tutti gli scenari considerati i negoziati per porre fine al conflitto nel 2023 restano improbabili”.

Di interesse perché diversi politici e analisti prevedono che la controffensiva esaurirà le risorse ucraine ed eroderà il sostegno Nato, aprendo spazi al negoziato. Il Wp registra invece la spinta per una chiusura totale a tale prospettiva. Affinché la guerra prosegua fino all’ultimo ucraino.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 4 maggio.

Kiev: «Nostro il drone abbattuto sopra il palazzo presidenziale» di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, Paolo Foschi, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 4 maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di giovedì 4 maggio, in diretta. Colpite da droni una raffineria nella regione russa di Rostov e una nella regione di Krasnodar. La Cina invita le parti a evitare l’escalation

 • Droni sul Cremlino: colpo di Kiev o progetto dei servizi segreti russi.

• L’attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile.

• L’annuncio di Zelensky: «Non siamo stati noi, presto la controffensiva».

• La missione segreta del Vaticano e quello che Mosca e Kiev sapevano.

Ore 01:53 - Esplosioni a Kiev, la testimonianza dei giornalisti

Tre esplosioni sono state udite a Kiev: lo riportano i giornalisti di Rbc-Ucraina sul posto. Poco prima era scattato l’allarme aereo nella Capitale e nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Poltava, Kharkiv, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e in alcune aree della regione di Kirovograd.

Ore 01:57 - Un’esplosione anche a Zaporizhzhia

Un’esplosione è stata udita a Zaporizhzhia: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne aggiungendo che nella regione è stato dichiarato un allarme aereo.

 Ore 02:08 - Kiev: «Attacco aereo russo sulla Capitale, ma la difesa funziona»

Le forze russe hanno lanciato un attacco aereo su Kiev: lo ha reso noto l’Amministrazione militare della capitale ucraina sottolineando che la contraerea è stata attivata. «La difesa aerea funziona! Restate calmi! Rimanete nei rifugi fino alla fine del raid aereo!»: scrive l’Amministrazione su Telegram

Ore 03:31 - Tv ucraina: esplosioni a Odessa

Esplosioni sono state udite a Odessa, nell’Ucraina sud-occidentale: lo riporta su Telegram la tv pubblica ucraina Suspilne. Un’allerta aerea è stata dichiarata nella città e nell’omonima regione.

Ore 03:31 - Raffineria russa in fiamme dopo l’attacco di un drone

La raffineria Ilsky, nel porto di Novorossiysk, cittadina nella regione russa di Krasnodar, nel sud del Paese, è stata attaccata da un drone nella notte ed il suo serbatoio ha preso fuoco: lo ha reso noto un portavoce dei servizi di emergenza locali, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «A seguito di un attacco di un drone non identificato, è scoppiato un incendio nel serbatoio della raffineria di petrolio di Ilsky, nell’insediamento di Ilsky», ha dichiarato il portavoce.

 Ore 03:37 - Zelensky, visita a sorpresa nei Paesi Bassi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy è arrivato nei Paesi Bassi per una visita senza preavviso. Lo ha riferito l’agenzia di stampa olandese Anp. Il leader ucraino terrà un discorso all’Aia intitolato «Non c’è pace senza giustizia». Nella città olandese Zelensky dovrebbe visitare, tra l’altro, la sede della Corte penale internazionale, che a marzo ha emesso un mandato di cattura per il presidente russo Vladimir Putin. Ieri mattina Zelenskyy era a Helsinki, in Finlandia, per un summit di Paesi del Nord Europa.

Ore 05:05 - Spento l’incendio nella raffineria russa sul Mar Nero

L’incendio scoppiato nel serbatoio di prodotti petroliferi della raffineria di petrolio di Ilsky, nella regione di Krasnodar, è stato spento: lo ha reso noto il Dipartimento regionale del ministero delle Emergenze russo. Lo riporta la Tass. «L’incendio è stato spento alle 5:17 del mattino (le 4:17 in Italia)», ha precisato il Dipartimento

Ore 05:19 - Usa: aumenta la minaccia di attacchi russi a Kiev

Gli Stati Uniti hanno messo in guardia i cittadini americani in Ucraina contro un aumento della minaccia di attacchi missilistici russi a Kiev: lo riporta sul suo sito l’Ambasciata statunitense a Kiev. «Alla luce della recente recrudescenza degli attacchi in Ucraina e della retorica incendiaria di Mosca, il Dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi dell’aumento della minaccia di attacchi missilistici, anche a Kiev e nell’Oblast di Kiev», si legge nel messaggio. «L’Ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini statunitensi a osservare gli allarmi aerei, a ripararsi in modo appropriato, a seguire le indicazioni delle autorità locali e a consultare le informazioni aggiuntive sulla sicurezza fornite da un precedente documento di sicurezza», prosegue la nota consigliando tra l’altro di lasciare il Paese «quando è sicuro farlo».

Ore 05:37 - Kiev: nessuna vittima negli attacchi russi della notte sulla Capitale

Gli attacchi russi di questa notte contro Kiev non hanno provocato vittime o danni: lo ha reso noto su Telegram l’amministrazione della capitale ucraina, sottolineando che tutti i missili e i droni nemici sono stati distrutti. Lo riporta il Guardian. «Un altro attacco aereo a Kiev. Per la capitale è già il terzo di quattro giorni a maggio! La nostra città non ha sentito una tale intensità di attacchi dall’inizio di quest’anno! - si legge nel messaggio -. Questa notte, l’aggressore ha nuovamente effettuato un complesso attacco aereo sulla capitale (nella capitale, l’allarme è durato più di 3 ore e mezza). I russi hanno attaccato Kiev con l’uso di munizioni di sbarramento e missili di tipo Shahed e missili, probabilmente di tipo balistico (il tipo definitivo di missili utilizzati sarà determinato solo dopo l’esame dei resti). Secondo le informazioni preliminari, nello spazio aereo di Kiev le nostre forze di difesa aerea hanno distrutto tutti i missili e i droni nemici! I dati sono in corso di verifica. Secondo i rapporti operativi, non ci sono state vittime tra la popolazione civile e non sono state distrutte strutture residenziali o infrastrutture».

Ore 05:39 - Cnn: funzionari di Kiev hanno chiamato la Casa Bianca per «negare il coinvolgimento nell’attacco al Cremlino»

Funzionari del governo dell’Ucraina hanno contattato privatamente la Casa Bianca per «negare il coinvolgimento diretto» di Kiev nell’attacco tramite velivoli senza pilota sferrato ieri contro il Cremlino, denunciato dalla Russia come un tentativo di assassinio ai danni del presidente Vladimir Putin. Lo scrive l’emittente televisiva «Cnn», che cita fonti anonime della Casa Bianca. Il viceportavoce del dipartimento di Stato Usa, Verdant Patel, ha dichiarato che Washington ha sempre dissuaso l’Ucraina dal condurre attacchi all’interno del territorio russo, ma ha aggiunto che gli Stati Uniti continueranno in ogni caso a «sostenere i nostri partner ucraini per tutto il tempo necessario». Il senatore Mark Warner, presidente della commissione Intelligence del Senato federale Usa, ha dichiarato che al momento non esiste «alcuna indicazione» che l’attacco contro il Cremlino sia stato orchestrato dall’Ucraina, pur precisando che tale ipotesi non è’ stata scartata dall’intelligence statunitense.

Ore 05:48 - Mosca: risponderemo all’attacco al Cremlino quando lo riterremo necessario

Mosca risponderà all’attacco al Cremlino quando lo riterrà necessario: così l’Ambasciatore russo all’Onu, Anatoly Antonov, riporta la Tass. «Cosa farebbero gli americani se un drone colpisse la Casa Bianca, il Campidoglio o il Pentagono?. La risposta è ovvia per chiunque: la punizione sarebbe dura e inevitabile. La Russia risponderà a questo atto di terrorismo sconsiderato e arrogante. Risponderà quando lo riterrà necessario. Risponderà in base alle valutazioni della minaccia che Kiev ha creato per la leadership del nostro Paese», ha affermato, definendo i commenti dei funzionari di Washington «sorprendentemente cinici e assurdi».

Ore 07:28 - Kiev: «Nella notte distrutti 18 droni russi su 24»

La Russia ha lanciato nella notte 24 droni kamikaze sull’Ucraina, di cui 18 sono stati distrutti: lo ha reso noto su Telegram l’Aeronautica delle Forze Armate di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. Gli attacchi, ha precisato l’Aeronautica, sono stati effettuati dalle direzioni settentrionale e meridionale e sono stati lanciati dalla regione di Bryansk e dalla costa orientale del Mar d’Azov.

Ore 07:49 - Attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile

(di Marco Imarisio) Come nel 1942. Quando caddero per l’ultima volta le bombe su Mosca, il nemico era alle porte e il piccolo padre Stalin era chiuso in un bunker. Da ieri pomeriggio i media di Stato ripetono questo mantra all’unisono. Non lo fanno per disfattismo, ma per risvegliare paure ancestrali nel loro vasto pubblico, quello della Russia più profonda. Nelle ultime settimane molti conduttori e ospiti dei più importanti talk show di propaganda avevano evocato lo spauracchio di un attacco su Mosca. Lo aveva fatto Vladimir Solovyov, che il 27 aprile aveva detto di essere «preoccupatissimo» per l’incolumità personale del suo grande amico Vladimir Putin.

Ore 07:51 - Droni sul Cremlino: colpo di Kiev o progetto folle dei servizi russi

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I lampi nella notte di Mosca sono stretti tra due verità. La prima chiama in causa gli ucraini, la seconda rovescia la responsabilità sui russi. Sulla mappa c’è un sentiero, descritto dalle mosse di Kiev. Da mesi ha provato ad allungare il raggio dei suoi droni con due target prioritari: la capitale nemica e Sebastopoli, in Crimea. Molti i tentativi, ogni volta aggiungendo qualche chilometro o potenza come documentano i rottami lasciati dai mezzi impiegati, caduti in passato anche a 40 chilometri da Mosca.

Pericoli temuti dagli stessi invasori, tanto che in città sono state aumentate le batterie anti-aeree con la creazione di postazioni. Gli ucraini hanno sperimentato nuovi velivoli costruiti in casa, hanno modificato modelli civili dotandoli di cariche esplosive, hanno pubblicizzato ordigni capaci di centrare un bersaglio a 700 chilometri di distanza.

Ore 08:01 - Nella notte a Kiev l’attacco russo più intenso del 2023

«La scorsa notte Kiev ha subito l’attacco russo più intenso del 2023», ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina Sergiy Popko. Lo Stato maggiore, nel report della mattina pubblicato su Facebook, ha reso noto che l’esercito russo ha lanciato nelle ultime 24 ore contro l’Ucraina 68 attacchi aerei, 67 attacchi con lanciarazzi multipli, due missili: ci sono civili feriti, edifici residenziali e infrastrutture distrutti e danneggiati. Prese di mira le regioni settentrionali, centrali e meridionali dell’Ucraina, Secondo l’esercito ucraino, la probabilità di nuovi attacchi rimane alta.

Ore 08:26 - Sale a 23 il bilancio dei civili uccisi ieri a Kherson

È salito a 23 il bilancio dei civili rimasti uccisi ieri per i bombardamenti russi nella regione di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. I feriti sono 46, di cui due bambini, come riferisce Ukrinform citando il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. «Nell’ultima giornata il nemico ha lanciato 98 attacchi, sparando 539 proiettili di artiglieria pesante, Grad Mlrs, da carri armati, droni e aerei — ha riferito Prokudin —. La città di Kherson è stata colpita con particolare brutalità. Ottantadue proiettili hanno colpito la piazza Pryvokzalna, il territorio e i locali della stazione ferroviaria, una stazione di servizio, due stabilimenti commerciali, una fabbrica, un’azienda automobilistica, un passaggio a livello».

Ore 08:29 - Kiev: «Sui droni a Odessa scritte “per Mosca e il Cremlino”»

«Per Mosca» e «Per il Cremlino»: sono le scritte che si leggono sulla coda di due droni lanciati dall’esercito russo questa notte su Odessa, secondo alcune fotografie pubblicate su Facebook dal Comando operativo sud delle forze armate ucraine. «A Odessa di notte il nemico ha attaccato con 15 Shahed-131/136. Dodici sono stati distrutti dalla difesa aerea» e «tre hanno colpito i dormitori di un istituto scolastico di Odessa» ma «nessuno si è fatto male», ha scritto il comando.

Ore 08:57 - Zelensky alla Corte penale internazionale dell’Aia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato nei Paesi Bassi dove tra l’altro incontrerà i vertici della Corte penale internazionale, che a marzo hanno emesso un mandato d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria Maria Alekseyevna Lvova-Belova con l’accusa di crimini di guerra e deportazione illegale di bambini ucraini. «Siamo all’Aia. Incontreremo i vertici della Corte penale internazionale», ha dichiarato all’Afp il portavoce Sergiy Nykyforov.

Ore 09:04 - Dopo i droni su Mosca, quelli su Kiev: l’attacco più intenso del 2023 sulla capitale

(di Marta Serafini, inviata a Kiev) Dopo i droni su Mosca, quelli su Kiev. «La scorsa notte la nostra capitale ha subito l’attacco russo più intenso del 2023». Con queste parole il capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina Sergiy Popko ha dato conto dei raid russi che questa notte hanno fatto seguito al volo di droni sul Cremlino. È la terza volta che Mosca colpisce Kiev dall’inizio di maggio, dopo un periodo di relativa tranquillità e dopo che per tutto l’inverno sono state prese di mira le infrastrutture energetiche.

Lo Stato maggiore, nel report della mattina, ha reso noto che l’esercito russo ha lanciato nelle ultime 24 ore contro l’Ucraina 68 attacchi aerei, con droni e missili: ci sono civili feriti, edifici residenziali e infrastrutture distrutti e danneggiati. Ma l’attacco non sembra avere certo la stessa intensità di quello di ottobre che fece seguito al sabotaggio del ponte di Kerch in Crimea e che provocò decine di morti in tutto il Paese. Presto però per dire se la situazione nella capitale e nelle altre città tornerà stabile. Nelle scorse ore l’ambasciata statunitense ha avvertito i suoi connazionali del rischio di nuovi attacchi in particolare sulla capitale, una probabilità che anche secondo l’esercito ucraino, rimane alta.

Ore 09:07 - Mosca: «Attaccata con un drone una raffineria a Rostov»

Un drone ha provocato un’esplosione questa mattina che ha fatto divampare le fiamme nella raffineria di petrolio di Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov. Lo rende noto la Tass citando il governatore della regione Vasily Golubev secondo il quale l’incendio è stato spento e la raffineria ha ripreso a funzionare. In precedenza l’agenzia di stampa statale russa aveva riferito dell’attacco con un drone durante la notte alla raffineria di Ilsky, nella regione russa di Krasnodar, nel Sud del Paese.

Ore 09:46 - La Cina invita alla calma dopo i droni sul Cremlino

La Cina invita alla calma e alla moderazione dopo gli attacchi compiuti da droni contro il Cremlino, secondo quanto denunciato dalla Russia. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha affermato nel briefing quotidiano che la posizione di Pechino «sulla crisi ucraina è coerente e chiara: tutte le parti dovrebbero evitare di intraprendere qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente la situazione».

Ore 10:12 - Fonti Difesa Gb: tutti sanno che Putin non sta al Cremlino

«Lo sanno tutti che Putin non sta al Cremlino e non c’è nessun vantaggio per l’Ucraina nel colpirlo». Lo sostiene un’importante fonte del ministero della Difesa britannica parlando con Sky news, riferendosi al drone che ieri è esploso sopra la cupola del Senato russo. «Tutto è possibile — sottolinea la fonte — ma non c’è alcun vantaggio per l’Ucraina nel farlo, non c’è alcun vantaggio militare, tutti sanno che Putin non rimane al Cremlino. Semmai l’episodio è a favore della Russia, che cerca così di ottenere sostegno contro l’Ucraina».

Ore 10:35 - Zelensky alla Corte penale dell’Aja

Zelensky, che è arrivato alla sede della Corte penale internazionale (Cpi) all'Aja protetto da un imponente servizio di sicurezza, incontra i vertici della Corte, che ha emesso un mandato di arresto per Putin per crimini di guerra.

Nel programma del presidente ucraino in visita nei Paesi Bassi ci sono altri incontri: con il premier olandese Mark Rutte, con il primo ministro belga Alexander de Croo e con il re Willem-Alexander. È prevista anche una visita alla base dell’aeronautica olandese.

Ore 10:55 - Podolyak: «L’attacco al Cremlino? Una messinscena di Mosca»

«Una messinscena assoluta». Così Mikhailo Podolyak il consigliere di Zelensky, ha definito su Twitter l’attacco con droni sul Cremlino che per Mosca è stata opera di Kiev. «Il Cremlino, un drone, due persone sui gradini della cupola del Palazzo del Senato, una pausa di 12 ore prima della pubblicazione della notizia, i video simultanei da diverse angolazioni. Una messinscena assoluta», si legge nel tweet. «Cosa non è una messinscena, invece, e necessita di una vera reazione», sottolinea Podolyak, «sono l’assassinio di massa deliberato da parte della Russia di 23 civili a Kherson quello stesso giorno e il posizionamento di grandi volumi di esplosivo in una delle sale turbine della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Decidete le vostre priorità».

Ore 11:08 - Cina: la posizione sull'Ucraina non è cambiata dopo il voto Onu

La Cina ha detto che la sua posizione sulla guerra in Ucraina «non è cambiata» dopo il voto all'Onu del 26 aprile di sostegno alla risoluzione che descriveva il conflitto come «aggressione da parte della Federazione Russa». La missione permanente cinese all'Onu, in una email al South China Morning Post (Scmp), ha chiarito che il voto era «sull'intero testo e non un'approvazione di quel paragrafo» specifico. «La posizione della Cina non è cambiata e il voto non ha nulla a che fare con la telefonata tra i capi due di stato» di Pechino e Kiev, Xi Jinping e Volodymyr Zelensky, avvenuta sempre il 26 aprile.

Ore 11:25 - «Forte esplosione a Mariupol»

Il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, ha riferito su Telegram di una «forte esplosione» risuonata nella città occupata dai russi. Lo riporta Rbc Ucraina. «È stata udita da tutte le zone della città», ha riferito Andryushchenko.

Ore 11:27 - Borrell: «Mosca non usi presunti attacchi come scusa per l'escalation»

Quanto al lancio del drone sul Cremlino «ho ascoltato il presidente Zelensky che ha affermato molto chiaramente che gli ucraini non sono coinvolti negli attacchi e stanno difendendo il paese, ma stanno combattendo sul loro territorio, che non stanno attaccando la Russia. Così è stato detto da Zelensky e questo è quello che ho da dire. Chiediamo alla Russia di non utilizzare questi presunti attacchi come scusa per continuare l'escalation della guerra». Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri Sviluppo a Bruxelles.

Ore 11:31 - Zelensky alla Corte dell'Aja: «Vogliamo vedere Putin condannato»

«Oggi all'Aja avremmo voluto vedere un altro Vladimir, quello che merita di essere condannato per i suoi crimini nella capitale del diritto internazionale. Sono sicuro che questo succederà, quando vinceremo e noi vinceremo!». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in conferenza stampa all'Aja, dove ha incontrato i vertici della Corte penale internazionale (Cpi), che ha emesso a marzo un mandato di cattura per Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra.

Inoltre, Zelensky, auspicando la formazione di un tribunale speciale per i crimini di aggressione, ha accusato la Russia di 6.000 crimini di guerra solo ad aprile: «Crimini che hanno portato alla morte di 207 civili ucraini, tra cui 11 bambini. Solo ieri a Kherson sono state uccise 23 persone e ferite altre 49», ha detto, elencando i presunti crimini di guerra commessi dalla Russia, tra i quali «milioni» di attacchi nelle regioni del Donbass, «persone uccise durante l'occupazione di Bucha, un campo di filtraggio che Mosca ha allestito nella nostra terra indipendente, prigionieri torturati durante la prigionia russa».

Ore 11:35 - Paskov: «Gli Usa mandanti dell'attacco al Cremlino»

Ci sono gli Usa dietro all'attacco compiuto sul Cremlino con due droni inviati dall'Ucraina. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti. Aggiungendo: «Le attività terroristiche e di sabotaggio delle forze armate ucraine in Russia stanno raggiungendo un livello senza precedenti».

Ore 11:51 - Peskov: «Il Papa vuole la pace ma non ci risulta un piano»

«Sappiamo che il Pontefice pensa costantemente alla pace e a come mettere fine a questo conflitto, ma non siamo a conoscenza di alcun piano dettagliato proposto dal Vaticano». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti, in merito alla missione di pace di cui ha parlato Papa Francesco.

Ore 12:04 - Gli Usa iniziano a credere alla «svolta cinese»: Blinken apre all’idea di lavorare con Pechino

(di Guido Santevecchi) Gli Stati Uniti cominciano a credere che la Cina possa svolgere un ruolo pacificatore e valutano la possibilità di lavorare insieme per mediare tra Kiev e Mosca. Da quando dieci giorni fa Xi Jinping ha finalmente parlato con Volodymyr Zelensky, tra i responsabili dell’Amministrazione Biden circola questo scenario, scrive il rispettato David Ignatius sul Washington Post: prima la spallata militare ucraina, subito dopo l’offensiva diplomatica congiunta per cercare di aprire il negoziato e fermare la guerra.

Ore 12:15 - Zakharova: «Zelensky un tossico entusiasta dell'atomica»

«Un tossicodipendente entusiasta della bomba atomica»: così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito in un commento su Telegram le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Corte penale internazionale, secondo le quali quella con la Russia deve essere «l'ultima guerra».

Ore 12:41 - Zelensky ha incontrato il premier olandese Mark Rutte

Ore 13:38 - Blinken: le accuse Mosca agli Usa sull'attacco al Cremlino sono «ridicole»

La Casa Bianca ha definito «ridicole» le affermazioni della Russia, secondo cui gli Stati Uniti sono dietro un attacco di droni al Cremlino. Lo afferma il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, che - citato dai media americani - ha definito anche «false» le accuse arrivate oggi dal portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov.

«Gli Usa non incoraggiano, non sostengono e non forniscono supporto ad attacchi contro singoli leader», ha tagliato corto Kirby.

Ore 13:20 - Putin parteciperà alla parata del 9 maggio a Mosca

La parata militare del 9 maggio a Mosca si terrà senza alcuna modifica e vedrà la partecipazione del presidente russo Vladimir Putin. Lo ha annunciato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, smentendo così l'ipotesi di cambiamenti nel programma della manifestazione dopo l'attacco con droni di ieri al CremlinoOre 13:45 - Incendio in una base militare russa a Novgorod

Un incendio è scoppiato nella base militare russa a Novgorod. Ukinform pubblica il video delle fiamme su Telegram.

Ore 13:50 - Zelensky: «Nessun motivo razionale per rimandare l'invio dei caccia»

«È tempo di prendere decisioni positive per l'Ucraina sui moderni caccia. Non c'è alcuna motivazione razionale per rimandare» l'invio di tali armi. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con i primi ministri olandese e belga. Aggiungendo: « Ci sono tante sfide, tante difficoltà, abbiamo bisogno di tante cose per arrivare alla vittoria: abbiamo bisogno di amici cari. Adesso stiamo parlando di quello che sta succedendo al fronte e di cosa abbiamo bisogno, di questo parliamo (con i premier olandese Mark Rutte e belga Alexander de Croo, ndr.), di quello di cui l'Ucraina ha bisogno, di come possiamo essere aiutati. Non voglio parlare dei dettagli della controffensiva, dico solo che servono tante cose. Per il resto siamo realistici: sappiamo che non entreremo nella Nato durante la guerra. Ma dopo la guerra».

Ore 14:05 - Zelensky: «La controffensiva avrà successo ma perderemo vite»

«Crediamo nel successo della nostra controffensiva, non pensiamo che non ce la faremo. Sappiamo qual è l'obiettivo. Ma vittoria non è la parola giusta perché anche se vinci perdi anche, intendo perdi vite umane»: lo ha detto Zelensky in conferenza stampa in Olanda.

Ore 14:18 - Zelensky: «Minacce di morte? Non mi interessano»

«Qualsiasi decisione della Russia non è interessante per noi oggi. Non mi interessa ciò che dicono ma ciò che fanno e vediamo un Paese demotivato, non vediamo un forte esercito russo sul campo di battaglia» e quanto alle minacce di morte, «non è un argomento interessante». Lo ha detto Zelensky in conferenza stampa con i primi ministri olandese e belga, commentando le minacce di morte lanciate ieri da parte di Dmitri Medvedev.

Ore 14:48 - Kiev: «Mosca rapisce civili obbligandoli a confessare falsi attacchi»

Nella parte occupata della regione di Zaporizhzhia, i russi rapiscono civili e li costringono a confessare la presunta preparazione di un attacco terroristico. Lo ha scritto su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov. Secondo Fedorov, i russi fanno finta di trovare armi ed esplosivi che in realtà hanno preparato loro e «catturano le persone per strada che non capiscono nemmeno cosa stia succedendo, facendoli «confessare che stanno preparando un attacco terroristico».

Ore 14:56 - Prigozhin: «Fuori discussione rispondere a un drone con l'atomica»

«Posso dire che l'uso di armi nucleari in risposta a un drone è, ovviamente, fuori discussione». Lo ha scritto su Telegram il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, commentando la possibile reazione di Mosca al presunto attacco ucraino sul Cremlino con i droni. Per Prigozhin «prima di tutto dobbiamo mettere alle strette il responsabile della guerra con i droni, capire come questo potrebbe accadere in linea di principio, e poi fare ogni sforzo per renderci una potenza leader nello sviluppo della tecnologia dei droni e rispondere esattamente con lo stesso tipo di droni». «Così com'è - ha concluso il capo della Wagner -, sembriamo dei pagliacci che minacciano di "bombardare" per un drone per bambini».

Ore 15:11 - Usa: «noi niente a che fare con attacco a Cremlino»

«Non abbiamo niente a che fare» con l’attacco al Cremlino. Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, negando qualsiasi coinvolgimento di Washington. «Quelle di Peskov sono solo bugie, pure e semplici», ha aggiunto Kirby, facendo riferimento alle accuse lanciate dal portavoce del Cremlino secondo cui «le decisioni su tali attacchi terroristici vengono prese a Washington» e Kiev «si limita ad attuarle». Gli Stati Uniti non sostengono né incoraggiano gli attacchi ucraini al di fuori dei confini del Paese, ha aggiunto il portavoce Usa, sottolineando che Washington in merito è stata «chiara, sia pubblicamente che in privato».

Ore 16:27 - Kiev: «Impossibile evacuare tutti i civili da Avdiivka»

Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare di Avdiivka, una delle aree più calde della regione ucraina di Donetsk, dubita che sia possibile una completa evacuazione dei civili. Lo ha detto durante un intervento a Hromadske. Secondo Barabash, ci sono ancora 1.778 persone ad Avdiivka: in città sarebbe rimasto anche un bambino del quale le autorità stanno cercando, senza successo, i genitori. «È impossibile e irrealistico evacuare tutti, anche dal punto di vista legale. Cioè, non c’è la possibilità di evacuare tutti. Non esiste un meccanismo legale per farlo» ha spiegato il capo dell’amministrazione militare di Avdiivka, aggiungendo che «ieri sono state evacuate due persone, ma prima di allora per diversi giorni non è stato evacuato nessuno». «La città è stata sottoposta a pesanti bombardamenti da un anno, ora non c’è più silenzio durante il giorno. Ma la gente non ha comunque fretta di andarsene» ha concluso Barabash.

Ore 17:00 - Von der Leyen sente Trudeau: continuare il sostegno a Kiev

«Buon colloquio con Justin Trudeau per discutere alcune delle questioni chiave all’ordine del giorno del vertice G7 di Hiroshima: proseguire nel sostegno all’Ucraina, finanziariamente e militarmente; garantire la nostra sicurezza economica; aumentare i finanziamenti globali per il clima e lo sviluppo». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo un colloquio telefonico con il primo ministro canadese.

Ore 17:39 - Usa, Kiev sta mettendo a punto dettagli controffensiva

Lo stato maggiore ucraino sta mettendo a punto i dettagli sulle priorità, tempistica e scala della propria controffensiva: lo ha dichiarato il direttore dell’intelligence statunitense, Avril Haines. «Entrambe le forze in campo si stano concentrando sulla preparazione per una potenziale controffensiva ucraina, questa primavera o estate, che ha l’obbiettivo di espellere la Russia dai territori illegalmente annessi», ha spiegato Haines. Il direttore dell’intelligence ha ribadito come gli Stati Uniti stiano facendo molto per aumentare le probabilità di successo di Kiev nelle prossime operazioni. Ma anche se la controffensiva dovesse fallire «la Russia non riuscirebbe a organizzare una propria offensiva entro la fine dell’anno, a meno di non ricorrere alla mobilitazione obbligatoria e a forniture di munizioni da parte di terze parti», ha concluso.

Ore 17:43 - Arrestato sindaco di Odessa in un caso di corruzione

Kiev annuncia l’arresto del sindaco del porto di Odessa sul Mar Nero in un importante caso di corruzione risalente a prima dell’invasione. Kiev ha lottato per liberarsi dalla corruzione, uno degli obiettivi dichiarati della rivoluzione di Maidan del 2014, e per anni le autorità hanno giurato di eliminarla nel tentativo di aderire all’UE. L’ufficio anticorruzione ucraino ha dichiarato in un comunicato di aver arrestato Gennadiy Trukhanov, che ha guidato lo storico porto dal 2014. «Il sindaco di Odessa è stato preso in custodia», ha dichiarato in un comunicato l’Ufficio del Procuratore specializzato anticorruzione del Paese dilaniato dalla guerra. Trukhanov è accusato di «appropriazione indebita di fondi di bilancio per oltre 92 milioni di grivna ucraina (2,2 milioni di euro) come risultato di un piano di acquisto» di una fabbrica in fallimento a un «prezzo due volte gonfiato».

Ore 17:56 - Zelensky vede re olandese: grazie per ampio sostegno

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver incontrato il re Willem-Alexander dei Paesi Bassi e di averlo ringraziato per «l’ampio sostegno all’Ucraina nella difesa della nostra libertà e indipendenza, nonché per la preoccupazione personale del re e della famiglia reale per gli ucraini giunti nei Paesi Bassi in cerca di rifugio dalla guerra». «Sin dai primi giorni dell’attacco russo, abbiamo sentito che i Paesi Bassi e l’intero popolo olandese sono dalla parte dell’Ucraina», ha aggiunto il leader di Kiev in un messaggio su Telegram.

Ore 18:22 - Gli ucraini hanno studiato come colpire la Russia, ma la dinamica dell’attacco al Cremlino lascia dubbi

Gli ucraini smentiscono il loro coinvolgimento nell’attacco sul Cremlino di mercoledì, però non possono negare di aver studiato come colpire in profondità la Russia.

Ripartiamo dal passato. Nell’estate di un anno fa gli uomini di Zelensky prendono di mira il comando della Flotta del Mar Nero, a Sebastopoli. La dinamica non è molto diversa da quanto visto a Mosca. L’11 marzo del 2022 un drone Tu 141 finisce fuori rotta e cade nei pressi di Zagabria, Croazia. È un vecchio modello da ricognizione sul quale i tecnici di Kiev hanno lavorato per dotarlo di testata bellica. Siamo ad una distanza di 500 chilometri dall’Ucraina. Ai primi di dicembre nuova sorpresa: sono colpite le basi aeree di Engels e quella di Ryazan, a circa 250 chilometri dalla capitale russa. Il 6 tocca ad una installazione a Kursk, a circa 175 chilometri dal confine ucraino, quindi a infrastrutture a Bryansk. I media, gli esperti, i russi seguono gli sviluppi, annotano i tentativi.

Ore 18:27 - 007 Usa: «Molto improbabile che la Russia usi armi nucleari»

È «molto improbabile» che la Russia usi armi nucleari. Lo ha affermato Avril Haines, direttrice dell’Intelligence nazionale Usa, davanti alla Commissione Servizi armati del Senato. Di recente i leader occidentali hanno avvertito che Putin potrebbe usare «qualunque strumento gli sia rimasto», compreso quello nucleare.

Ore 18:29 - Olena Zelenska a Londra per l’incoronazione di Carlo III, sarà a colloquio con la moglie Sunak

La first lady ucraina Olena Zelenska è a Londra, dove assisterà all’incoronazione di Carlo III, in programma sabato 6 maggio. Lo riporta Sky News riferendo che Zelenska ha avuto oggi un incontro con la moglie di Rishi Sunak, Akshata Murthy, a Downing Street.

Ore 18:39 - «Abbattuto un drone vicino alla base russa di Sebastopoli»

Un drone è stato abbattuto vicino alla base aerea russa di Sebastopoli, in Crimea. Lo riferisce il governatore della regione.

Ore 19:32 - Allarme aereo a Kiev, udite esplosioni nella capitale

«Un incendio è scoppiato in un edificio non residenziale nel distretto di Solomyansk, a Kiev, a causa della caduta dei frammenti dell’Uav abbattuto». Lo riferisce l’amministrazione militare della capitale ucraina. Il sindaco Vitaly Klitschko ha dichiarato che i soccorritori hanno localizzato l’incendio in un edificio di 4 piani e che le fiamme «sono state contenute. A seguito della caduta dei detriti dell’Uav, le strutture dell’edificio su un’area di 150 metri quadrati sono state danneggiate. Le informazioni sulle vittime sono in fase di chiarimento». Il sindaco ha inoltre riferito di un incendio anche «su una piccola area di territorio nel distretto di Pechersk a causa della caduta di detriti di drone. Gli edifici sono intatti. Non ci sono vittime».

Ore 19:42 - Abbattuto drone sopra il palazzo presidenziale di Kiev

(dalla nostra inviata a Kiev, Marta Serafini) Abbattuto un drone nella capitale ucraina proprio sopra il palazzo presidenziale nella serata di oggi. I detriti del drone paiono essere caduti all’interno del complesso di palazzo Mariyinsky dove ha sede il governo ucraino. Il presidente Volodymyr Zelensky al momento si trova in visita all’estero in Olanda. La notizia arriva dopo che in mattinata decine di droni sono stati abbattuti sulla capitale e su Odessa, dopo che Mosca ha diffuso la notizia di un «attacco» con droni sopra il Cremlino.

Ore 20:03 - Casa Bianca: «Gli ucraini hanno tutto per la controffensiva»

Gli ucraini hanno tutto per la controffensiva e sono pronti: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, ricordando che Kiev ha le munizioni, l’artiglieria, la difesa anti aerea, truppe addestrate all’estero.

 Ore 20:07 - La Casa Bianca ribadisce: «Peskov è un bugiardo»

«Le dichiarazioni di Dmitri Peskov sul coinvolgimento degli Stati Uniti nell’attacco al Cremlino sono bugie. Pure e semplici». Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con la stampa.

 «Sin dall’inizio la Russia ha cercato di dipingere il conflitto in Ucraina come una guerra dell’ovest contro Mosca, non è così», ha sottolineato Kirby. «Il Cremlino vuole far credere che la grande madre Russia sia stata aggredita. Non è così, l’aggressore è Mosca». Detto questo, ha aggiunto il portavoce per la sicurezza nazionale Usa, «Putin non ha bisogno di scuse per uccidere ucraini innocenti. Lo fa tutti i giorni».

Ore 21:43 - Zelensky: «Grazie ai Paesi nordici, vinceremo per il bene dell’Europa»

«Sono grato a Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda per le decisioni forti prese ieri e sono grato ai Paesi Bassi e al Belgio per le decisioni forti prese oggi! Vinceremo questa guerra per il bene della libertà dell’Ucraina, di tutta l’Europa e di tutti coloro che nel mondo amano la libertà e la giustizia!». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter riferendo degli ultimi «due giorni».

Ore 22:18 - Casa Bianca: «Biden e Zelensky si parlano regolarmente e spesso»

«Biden e Zelensky parlano regolarmente e spesso» Lo ha detto John Kirby, portavoce del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Casa Bianca, ripreso da Ukrinform.

Ore 22:44 - Era ucraino il drone abbattuto su Kiev: «Perso il controllo del velivolo»

L'aeronautica ucraina ha riferito che il drone abbattuto questa sera nei cieli di Kiev apparteneva alle forze ucraine e se ne era perso il controllo. «Il 4 maggio, intorno alle 20:00 nella regione di Kiev, durante un volo, l'UAV Bayraktar TB2 ha perso il controllo», scrive la forza aerea su Telegram.

«Poiché la presenza incontrollata di Uav nel cielo della capitale poteva portare a conseguenze indesiderabili», il velivolo «è stato distrutto. Probabilmente si tratta di un malfunzionamento tecnico, i motivi sono in fase di accertamento. Non ci sono state vittime o feriti a seguito di operazioni e la caduta del relitto dell'Uav».

Ore 03:46 - Improbabile un’offensiva russa significativa secondo il capo 007 Usa

«È improbabile che le forze russe siano in grado di organizzare un’operazione offensiva significativa quest’anno»: lo ha detto la direttrice della National Intelligence - che sovrintende la comunità dell’intelligence Usa - Avril Haines in una testimonianza davanti alla commissione per le forze armate del Senato, aggiungendo che l’esercito russo ha guadagnato meno territorio ad aprile rispetto a qualsiasi dei tre mesi precedenti e si trova ad affrontare «significative carenze» di munizioni e di personale. «Se la Russia non avvia una mobilitazione obbligatoria e non si assicura sostanziali forniture di munizioni di terze parti oltre alle consegne esistenti dall’Iran e da altri Paesi, sarà sempre più difficile per i russi sostenere operazioni offensive anche modeste», ha spiegato. Il conflitto, ha proseguito, rimane una «guerra di attrito brutale». Secondo le valutazioni degli Stati Uniti, ha affermato Haines, Vladimir Putin «probabilmente ha ridimensionato le sue ambizioni immediate» di consolidare il controllo del territorio già occupato nell’est e nel sud del Paese e di garantire che l’Ucraina non aderisca alla Nato.

Ore 04:53 - Kiev, addestrati 10mila operatori nel progetto «Esercito di droni»

In Ucraina sono già stati addestrati 10mila operatori di droni nell’ambito del progetto «Esercito di droni»: lo ha detto in tv il vice premier per l’innovazione e ministro della trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. Il progetto, ha spiegato Fedorov, ha come obiettivi il lancio di 60 compagnie d’attacco di droni e la trasformazione della dottrina sull’uso di questi velivoli. «Recentemente, abbiamo terminato la prima parte del progetto di addestramento dei piloti, durante questo periodo sono stati addestrati 10mila piloti - ha detto il ministro -. L’Esercito di droni riguarda lo sviluppo completo del campo dei velivoli senza pilota, sia dal punto di vista della produzione sia dal punto di vista della loro applicazione».

Mancano munizioni: "No a morte insensata". Prigozhin insulta i colonnelli di Putin e lascia Bakhmut: “I miei uomini stanno morendo, voi gatti grassi”. Redazione  su Il Riformista il 5 Maggio 2023 

L’annuncio in un video, con tanto di accuse rivolte alle Russia di Vladimir Putin per la morte dei “suoi” mercenari. Parole durissime quelle pronunciate da Evgheny Prigozhin, capo del Gruppo Wagner, che ha lanciato un vero e proprio ultimatum al Cremlino annunciando il ritiro dei suoi uomini il prossimo 10 maggio da Bakhmut, dove dalla scorsa estate le forze russe e quelle ucraine si stanno fronteggiando per prendere il controllo di una delle cittadine più strategiche del Donbass,

“Dichiaro a nome dei combattenti Wagner, a nome del comando Wagner, che il 10 maggio 2023 siamo obbligati a trasferire le posizioni nell’insediamento di Bakhmut alle unità del ministero della Difesa e a ritirare i resti dei campi Wagner per leccarci le ferite“, ha sottolineato Prigozhin in un comunicato. “Sto ritirando le unità Wagner da Bakhmut perché in mancanza di munizioni sono destinate a morire senza senso” denuncia il capo dei mercenari, lanciando pesanti accuse a Mosca.

Nel video pubblicato sul canale Telegram vengono mostrati i corpi senza vita dei suoi soldati. File di cadaveri di combattenti che, come afferma Prigozhin nel video riportato anche da Ukrainska Pravda, sarebbero morti negli scontri del 4 maggio. Poi il leader dei mercenari denuncia “una carenza di munizioni del 70%”, accusando direttamente il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini. “Shoigu, Gerasimov, dove sono le munizioni?” tuona Prigozhin. “Il sangue è ancora fresco. Sono venuti qui come volontari e stanno morendo così potete star seduti come gatti grassi nei vostri uffici di lusso”.

Accuse che non vengono commentate dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Abbiamo letto sui media, ma non possiamo commentare perché riguarda l’operazione militare speciale in corso”, ha affermato Peskov, citato da Ria Novosti.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 5 maggio 2023.

Shoigu e Gerasimov, siete solo «puttane che vivono in ufficio, mentre i figli della Russia muoiono». Poi l’avviso: «I miei soldati non soffriranno perdite prive di senso e ingiustificate a Bakhmut senza munizioni. Per questo lasceremo Bakhmut il 10 maggio». 

Chi parla così, in maniera oscena e inusitata anche per i suoi standard, è Evgheny Prigozhin, il capo dei mercenari del Gruppo Wagner, una mina vagante e ormai probabilmente una scheggia impazzita del regime putiniano che appare, da tanti segnali, allo sbando, anche psicologicamente.

Putin nella sua storia di tiranno evoluto in dittatore ha sempre usato il divide et impera, utilizzando a suo piacimento fazioni e clan uno contro l’altro, e è questo il motivo per cui a Prigozhin è stato fin qui concesso di sopravvivere a queste intemerate che da mesi, con alterna fortuna, va facendo contro la Difesa russa e l’Alto comando, ma adesso la situazione sembra arrivata in uno di quei classici punti che non è sbagliato definire fuori controllo.

Innanzitutto perché Prigozhin espone ormai costantemente il fatto che anche a Bakhmut – che doveva essere nei piani l’unica vera “conquista” dei russi in sei mesi di offensiva invernale [..] la situazione non è affatto stabilizzata e, dice Prigozhin, muoiono almeno 100 soldati di Wagner al giorno. […] Ma stavolta Prigozhin si supera: registra un video in cui, sullo sfondo di dozzine cadaveri ricoperti di sangue, accusa direttamente il ministro della Difesa e il generale in capo di tutte le forze armate russe di essere i responsabili di queste morti, per aver lasciato senza munizione il fronte di Bakhmut.

«Abbiamo una carenza di munizioni del 70%», grida Prigozhin nel video. E indica soldati letteralmente riversi nel sangue e cadaveri allineati in fila sul terreno. «Shoigu, Gerasimov, dove cazzo sono le munizioni? Voi siete seduti in club costosi, stronzi. I vostri figli si divertono a fare video su YouTube [qui Prigozhin sembra riferirsi al genero di Shoigu, Alexander Stolyarov, marito di Ksenia Shoigu, che gestisce un canale Youtube da 4 milioni di iscritti, che parla di viaggi, food, sport, bella vita, nda.]. Pensate di essere i padroni del mondo, di avere il diritto di controllare le loro vite. Pensate che ne avete il diritto. Ci sono calcoli elementari: se dai munizioni a norma, ci sono cinque volte meno di loro [e indica i morti]. Questi ragazzi sono venuti qui come volontari e stanno morendo perché voi possiate vivere nei vostri uffici a rimpinzarvi. Ricordatevene». […]

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 5 maggio.

Kadyrov: «Se la Wagner lascia Bakhmut, le forze cecene sono pronte a sostituirla» di Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 5  maggio 2023.

Le notizie sulla guerra di venerdì 5 maggio, in diretta. Il capo della Wagner: «Lo stato maggiore responsabile di migliaia di morti russi». Mosca annuncia l’evacuazione parziale di 18 villaggi vicini al fronte nell’area di Zaporizhzhia 

• Gli ucraini hanno studiato come colpire la Russia, ma la dinamica dell’attacco al Cremlino lascia dubbi.

• Mosca: «Gli Usa mandanti dell’attacco al Cremlino». Zelensky alla Corte dell’Aja: «Vogliamo vedere Putin condannato».

• Kiev: «Nostro il drone abbattuto sopra il palazzo presidenziale».

• Borrell (Ue): «Non è il momento della diplomazia, ma degli aiuti militari» .

Ore 04:43 - Kiev, addestrati 10mila operatori nel progetto «Esercito di droni»

In Ucraina sono già stati addestrati 10mila operatori di droni nell’ambito del progetto «Esercito di droni»: lo ha detto in tv il vice premier per l’innovazione e ministro della trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. Il progetto, ha spiegato Fedorov, ha come obiettivi il lancio di 60 compagnie d’attacco di droni e la trasformazione della dottrina sull’uso di questi velivoli. «Recentemente, abbiamo terminato la prima parte del progetto di addestramento dei piloti, durante questo periodo sono stati addestrati 10mila piloti - ha detto il ministro -. L’Esercito di droni riguarda lo sviluppo completo del campo dei velivoli senza pilota, sia dal punto di vista della produzione sia dal punto di vista della loro applicazione».

Ore 04:47 - Per l’intelligence Usa il ricorso della Russia alle armi nucleari è improbabile

Il ricorso della Russia alle armi nucleari è un’ ipotesi «molto improbabile». Lo ha dichiarato la direttrice dell’Intelligence nazionale Usa, Avril Haines, nel corso di una audizione di fronte alla commissione Servizi armati del Senato federale. «Attualmente la giudichiamo una possibilità molto remota» nonostante le perdite militari subite da Mosca in Ucraina e il sostegno militare sempre più forte dei Paesi occidentali a Kiev, ha dichiarato la funzionaria. Le tensioni nucleari tra Stati Uniti e Russia sono aumentate dopo l’inizio del conflitto in Ucraina: il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito più volte che Mosca è pronta a ricorre al proprio deterrente nucleare per difendere la propria «integrità territoriale». Lo scorso febbraio il presidente russo ha annunciato la sospensione della partecipazione di Mosca al trattato New Start. La Russia ha inoltre annunciato lo schieramento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, pur fornendo al contempo alcune rassicurazioni, ad esempio sull’astensione dal condurre test di armi nucleari.

Ore 04:59 - Il leader della milizia Wagner accusa Mosca della morte dei suoi uomini

Yevgeny Prigozhin ha denunciato in un video la forte carenza di munizioni di cui soffre il Gruppo Wagner, accusando i vertici militari russi della morte dei suoi mercenari sul campo di battaglia. Nel video pubblicato sul canale Telegram del suo servizio stampa, riporta Ukrainska Pravda, Prigozhin dichiara di soffrire «una carenza di munizioni del 70%» e mostra file di cadaveri di combattenti che sarebbero morti il 4 maggio. Il patron della Wagner si scaglia poi contro la leadership dell’esercito regolare russo accusando il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, della morte dei suoi uomini.

 Ore 05:26 - La Russia usa l’attacco al Cremlino per cancellare delle parate del 9 maggio

La Russia starebbe usando gli attacchi con i droni al Cremlino dei giorni scorsi per cancellare un certo numero di parate del 9 maggio. Lo riporta l’Isw, Istituto per lo studio della guerra, citato da la Ukrainska Pravda. Fonti russe hanno riferito che sono state già cancellate le parate in 21 città della Russia e della Crimea occupata, senza una giustificazione ufficiale o per motivi di sicurezza, scrive il centro studi statunitense. Secondo gli analisti dell’Isw, il Cremlino vuole usare l’attacco non solo per cancellare gli eventi del 9 maggio, ma anche per presentare la guerra in Ucraina come una minaccia esistenziale per il Paese. Il Cremlino spera di limitare gli eventi del 9 maggio, si legge ancora, anche per timore che le celebrazioni in onore dei militari deceduti possano diventare una potenziale fonte di protesta interna a causa dell’elevato numero di vittime in Ucraina.

 Ore 07:30 - Video choc di Prigozhin per chiedere munizioni al Cremlino, dozzine di soldati russi morti

Prigozhin, leader della Wagner, sostenuta dal Cremlino, ha pubblicato un video sul suo canale Telegram che mostra dozzine di soldati russi morti e si scaglia contro l’esercito russo per la sua incapacità di fornire munizioni alle sue forze. Con una scarica di imprecazioni, Prigozhin accusa il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu per una «carenza del 70% di munizioni» sul campo di battaglia in Ucraina e per la morte dei soldati. Secondo Prigozhin, i soldati sono stati uccisi in Ucraina il 4 maggio.

Ore 07:50 - Cina: «Continueremo a facilitare i colloqui per la pace»

La Cina continuerà «a facilitare i colloqui per la pace ed è pronta a mantenere la comunicazione e il coordinamento con la Russia per dare un contributo concreto a una soluzione politica della crisi» in Ucraina. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Qin Gang all’omologo russo Serghei Lavrov, in un incontro avuto giovedì a margine della ministeriale Esteri dei Paesi Sco di Goa, in India. Lavrov, nel resoconto della Xinhua, ha replicato che Mosca dà importanza al “documento di posizione” cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina, concordando sui principi di base, ed è pronta a mantenere una stretta comunicazione.

Qin e Lavrov, inoltre, hanno anche scambiato opinioni su altre questioni internazionali e regionali di interesse comune, concordando di sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali e trasformare la Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) in una piattaforma di «cooperazione reciprocamente vantaggiosa». La Cina, inoltre, è pronta a collaborare con la Russia per attuare gli importanti consensi raggiunti dai rispettivi capi di Stato, Xi Jinping e Vladimir Putin, «per rafforzare la comunicazione strategica».

Lavrov, inoltre, ha affermato che la visita di Xi a Mosca dello scorso marzo ha dato un grande impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali, assicurando che la Russia «è disposta a portare avanti congiuntamente la cooperazione con la Cina in varie aree e ad elevare i legami bilaterali a un nuovo massimo». Entrambe le parti hanno convenuto di pianificare e organizzare scambi ad alto livello di diverso genere per consolidare «la cooperazione economica e commerciale, approfondire gli scambi culturali e interpersonali», nonché «di migliorare la comunicazione e il coordinamento con gli altri Stati Sco e di mantenere la solidarietà e la cooperazione in modo da trasformare la Sco in una piattaforma per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa». Il proposito di rafforzamento del coordinamento e della cooperazione è relativo anche all’interno dei BRICS, del G-20, delle Nazioni Unite e di altri contesti, con la «volontà di opporsi a tutte le forme di egemonismo, di salvaguardare gli interessi comuni delle economie di mercato emergenti e dei Paesi in via di sviluppo e di sostenere l’equità e la giustizia internazionale». Qin a Lavorov hanno concordato, infine, di rafforzare comunicazione e coordinamento nell’Asia-Pacifico contro «una nuova Guerra Fredda» e a tutela di pace e stabilità regionali. Attualmente del blocco Sco fanno parte Cina, Russia, India, Pakistan e quattro Paesi dell’Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. L’Iran e la Bielorussia dovrebbero entrare a pieno titolo a luglio nel vertice dei leader a Nuova Delhi.

Ore 08:07 - «In Italia scorte di armi esaurite» (complice il supporto all’Ucraina): il livello di sicurezza è «inadeguato»

(di Francesco Verderami) Sul mercato scarseggiano esplosivi e polvere da sparo, e il problema assume un rilievo di sicurezza nazionale. Perché le Forze Armate — come spiegano fonti accreditate della Difesa — soffrono di uno «scarso livello di munizionamento» che le mette in «seria difficoltà». Questa è una storia che parte da lontano. Nell’ultimo decennio in Italia, a fronte di un drastico calo della domanda, sono scomparsi i due terzi delle aziende produttrici. Le moderne tattiche di guerra avevano modificato le esigenze militari e per ragioni di costi si preferiva acquistare all’estero quanto serviva. Ma con l’invasione dell’Ucraina si è tornati ai conflitti novecenteschi, costringendo tutti i Paesi a una corsa affannosa per aumentare le riserve. (...)

Ore 08:27 - L’Ucraina abbatte su Kiev un proprio drone fuori controllo per evitare circostanze «indesiderabili»

L’aeronautica ucraina ha dichiarato di aver abbattuto un proprio drone sul quale aveva perso il controllo su Kiev giovedì, dopo che una serie di esplosioni ha scosso la capitale. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse. Andriy Yermak, uno dei bracci destri del presidente ucraino, inizialmente aveva detto che un drone nemico era stato abbattuto, ma in seguito l’aeronautica militare ha precisato che era ucraino e che era stato distrutto per evitare «circostanze indesiderabili».

Ore 08:44 - Usa: «Contro l’Ucraina 145 attacchi di Mosca in pochi giorni, non distoglieremo lo sguardo»

«Dal 1 maggio, la Russia ha lanciato più di 145 attacchi aerei in tutta l’Ucraina. Ciò significa che la Russia ha lanciato più di un missile, un drone o una bomba ogni ora, 24 ore al giorno per quattro giorni consecutivi», ha affermato. Negli attacchi, ha detto, sarebbero stati uccisi o feriti oltre cento civili innocenti in tutto il Paese, tra cui almeno cinque bambini.

«Gli Stati Uniti non distoglieranno mai lo sguardo da ciò che sta accadendo in Ucraina e dai brutali attacchi della Russia alle infrastrutture civili», ha affermato Vedant Patel, viceportavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in una conferenza stampa. Intanto, la direttrice dell’intelligence Avril Haines ha detto alla commissione per i servizi armati del Senato Usa che «è altamente improbabile che la Russia utilizzi armi nucleari durante la sua guerra contro l’Ucraina», riferisce Ukrinform citando la Reuters.

Ore 08:47 - Lo Stato Maggiore ucraino: «Nelle ultime 24 ore eliminati 620 militari russi»

Nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno eliminato 620 militari russi. È quanto affermato dallo Stato maggiore di Kiev. Sono stati inoltre distrutti tre carri armati, otto veicoli corazzati da combattimenti, 16 sistemi di artiglieria, tre lanciarazzi multipli, 17 droni e 30 automobili e autocisterne.

Ore 08:53 - Russia, oggi Putin presiede il Consiglio di sicurezza: il Cremlino insiste nel dire che è routine

Putin oggi presiederà una riunione con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza nazionale. Riunione ordinaria già in programma da tempo, ha insistito ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, presentando la questione dell’attacco con i droni al Cremlino solo come uno dei tanti all’ordine del giorno oggi. L’agenzia Tass ricorda che Putin si riunisce regolarmente, a cadenza settimanale, con il Consiglio di sicurezza nazionale e che l’ultima riunione risale al 21 aprile.

Sono membri permanenti del Consiglio, il Premier Mikhail Mishustin, la Presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matviyenko, il Presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, il Segretario del Consiglio di sicurezza, Nikolay Patrushev, il vice Segretario, Dmitry Medvedev, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, il direttore dell’Fsb, Alexander Bortnikov, il capo di gabinetto del Cremlino, Anton Vaino, il ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev e il direttore dei Servizi esteri (Svr), Sergey Naryshkin.

Ore 08:55 - Russia: «L’attacco di un drone ha causato un incendio sul territorio della raffineria di Ilskij (Krasnodar)»

L’attacco di un drone ha causato un incendio sul territorio della raffineria di Ilskij, situata nella regione di Krasnodar. Lo ha riferito l’agenzia di stampa «Tass», citando i servizi di emergenza locali. «Un drone ha attaccato il territorio della raffineria di Ilskij, a seguito del quale e’ iniziato un incendio su un’area di 60 metri quadrati. Ad ora, le fiamme sono state circoscritte», ha detto un rappresentante dei servizi di emergenza. L’ufficio stampa del ministero delle Situazioni di emergenza ha confermato che l’incendio e’ stato domato e non ci sarebbero vittime o feriti.

Ore 08:58 - Bill Clinton: «Nel 2011 sapevo che l’attacco di Putin era solo questione di tempo»

«Vladimir Putin mi disse nel 2011 - tre anni prima di prendere la Crimea - di non sostenere l’accordo che avevo fatto con Boris Eltsin. “Non sono d’accordo - mi disse - E non lo sostengo. E non ne sono vincolato”. E sapevo da quel giorno in poi che era solo una questione di tempo». Lo scrive il Financial Times, citando l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, che afferma di aver realizzato nel 2011 che fosse «solo una questione di tempo» prima che Vladimir Putin si muovesse contro l’Ucraina dopo aver avuto parlato con il presidente russo a Davos, in Svizzera. Durante quell’incontro, afferma Clinton, Putin rifiutò un accordo mediato dagli Stati Uniti e concordato dal suo predecessore, Boris Eltsin, per rispettare il territorio dell’Ucraina in cambio della rinuncia di Kiev al suo arsenale nucleare dell’era sovietica.

Ore 09:10 - L’Ucraina abbatte due droni in arrivo dalla Russia

Le forze di invasione russe in Ucraina hanno diretto due droni nella regione di Dnipropetrovsk. Sono stati abbattuti dai militari del comando aereo “Est” ucraino. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale, Serhiy Lysak. L’aeronautica delle forze armate ucraine ha affermato che nella notte del 5 maggio il nemico ha utilizzato due droni d’attacco Shahed-136/131 dalla direzione sud-est. Entrambi i droni sono stati distrutti nell’area di responsabilità dell’East Air Command. Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha fatto notare che il 4 maggio la Russia ha lanciato un massiccio attacco sul territorio dell’Ucraina, utilizzando droni d’attacco iraniani Shahed: 18 su 24 sono stati distrutti da Combattenti ucraini, più uno da ricognizione.

Ore 09:36 - Borrell: «Non è il momento della diplomazia, ma degli aiuti militari»

«Purtroppo non è il momento delle sessioni diplomatiche, ma di sostenere militarmente la guerra» dell’Ucraina contro gli invasori russi. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Firenze durante lo State of the Union 2023. «Mi sento un diplomatico - aggiunge - ma anche come una sorta di ministro della Difesa dell’Ue. Non avrei mai pensato di passare così tanto tempo pensando a quante munizioni da artiglieria possiamo fornire» a Kiev.

Ore 09:49 - Droni sul Cremlino, Maduro esprime solidarietà a Putin

Nicolás Maduro, presidente del Venezuela, ha telefonato al suo omologo Vladimir Putin, esprimendogli sostegno e solidarietà dopo il caso dei droni esplosi sul Cremlino. «Ho avuto un contatto telefonico con il presidente Vladimir Putin per esprimere tutto il sostegno del popolo venezuelano di fronte all’attacco terroristico al Cremlino», ha detto attraverso i social il capo dello Stato venezuelano. Maduro ha poi affermato di aver parlato con Putin anche «dell’importanza di approfondire le relazioni di cooperazione bilaterale tra la Federazione Russa e la Repubblica Bolivariana del Venezuela». Subito dopo il caso dei droni, Maduro aveva già espresso la sua «condanna totale» del «tentato omicidio», presumibilmente commesso contro Putin, attraverso un comunicato rilasciato dal ministero degli Esteri venezuelano.

Ore 09:58 - Borrell: «La guerra ha unito l’Occidente, forse con Trump sarebbe stato diverso. Putin fermi il conflitto»

«La guerra ci ha uniti. Non c’è nulla che possa unire più di un nemico, di una minaccia. E la sensazione di dover affrontare una minaccia esistenziale ci ha unito più di qualsiasi discorso, di qualsiasi approccio teorico sulla necessità dell’integrazione», ha detto Borrell.

«Ma ha unito anche l’Occidente. Le relazioni transatlantiche non sono mai state cosi’ forti come oggi. Almeno con il Presidente Biden. Forse con il Presidente Trump le cose sarebbero state diverse», ha aggiunto. Di fronte alla guerra in Ucraina, l’Occidente e gli Stati transatlantici, Canada, Regno Unito, Stati Uniti, ed Europa, hanno dimostrato una notevole unita’. E credo che uno degli errori di Putin sia stato quello di pensare che gli europei non sarebbero stati uniti a causa della dipendenza energetica, ad esempio, che le opinioni pubbliche europee si sarebbero stancate di sostenere gli ucraini e che gli Stati Uniti e l’Europa si sarebbero scontrati su come dividere gli oneri della gestione. Non è così», ha concluso l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.

«L’unico messaggio per Putin è che interrompa questa guerra, bisogna insistere con la Russia che si ritiri dall’Ucraina, ma non chiedete a me di smettere di sostenere l’Ucraina: la guerra non può finire con l’Ucraina che diventa una seconda Bielorussia. L’unica cosa che può essere definito piano di pace è quello dell’Ucraina, quello della Cina è un libro dei sogni ma la Cina ha un ruolo».

Ore 10:07 - Prigozhin contro Shoigu, Gerasimov e le “elite”: «Loro ingrassano, qui i ragazzi muoiono»

Evgheny Prigozhin ha recentemente pubblicato un nuovo attacco verbale contro i leader della difesa e dell’élite russa per la carneficina di Bakhmut. Mentre si trovava di fronte a un gruppo di cadaveri insanguinati, il capo dei mercenari della Wagner ha nominato esplicitamente il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, per le perdite subite e per la mancata consegna del 70% delle munizioni necessarie. Il video del discorso di Prigozhin è stato pubblicato sul canale Telegram della Wagner. Nel suo discorso, Prigozhin ha insultato i leader russi, definendoli “feccia” e accusandoli di essere troppo lontani dal fronte di guerra per capire le difficoltà che i soldati stanno affrontando. Ha anche affermato che se fossero state fornite le quote di munizioni richieste, ci sarebbero state meno morti tra i soldati. Prigozhin ha poi sottolineato che i soldati della Wagner sono volontari e che stanno morendo per il bene dell’élite russa, che vive in uffici lussuosi e non ha mai sperimentato la realtà della guerra. Il linguaggio usato da Prigozhin è stato estremamente volgare e offensivo.

Ore 10:10 - Lavrov: «Zelensky fa di tutto per perdere il rispetto degli altri Paesi»

Durante una conferenza stampa, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di isolare l’Ucraina dal resto del mondo. Lavrov ha fatto quest’affermazione in seguito all’attacco con i droni contro il Cremlino avvenuto questa settimana. Il ministro ha sottolineato che non è necessario aspettare altri attacchi o provocazioni perché, secondo lui, Zelensky e il suo team stanno già facendo di tutto per scoraggiare qualsiasi Paese a comunicare con l’Ucraina, sia attraverso i media che attraverso le loro azioni. Tuttavia, Lavrov ha anche affermato che la Russia resta sempre aperta a una soluzione diplomatica del conflitto.

Ore 10:23 - Lavrov: «Risponderemo con passi concreti ad attacco droni»

«L’attacco con i droni al Cremlino è un atto ostile, e la Russia risponderà con passi concreti»: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov come riporta Interfax. Ha poi aggiunto che «i problemi in Ucraina non possono essere risolti con il `congelamento´ della linea di contatto nel Donbass; è una questione geopolitica».

Ore 10:37 - Prigozhin: «La Wagner si ritirerà da Bakhmut il 10 maggio»

Il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo. Lo ha annunciato il capo della compagnia militare privata, Yevgeny Prigozhin, dopo aver denunciato in un video la carenza nella fornitura di munizioni da parte dei vertici militari.

Ore 10:52 - Cremlino: «Manterremo contatti con gli Usa se necessari»

La Russia continuerà a tenere contatti con gli Usa «se sono necessari per raggiungere gli obiettivi e garantire gli interessi» di Mosca. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ieri aveva accusato Washington di essere dietro all’attacco con due droni sul palazzo presidenziale. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.

Ore 11:22 - Kiev: «Restituiti all’Ucraina i corpi di 80 soldati»

Le autorità di Kiev hanno riferito che i corpi di 80 militari caduti sono stati restituiti all’Ucraina oggi. «Oggi è stato possibile riportare a casa i corpi di 80 difensori caduti. Il trasferimento dei corpi dai territori temporaneamente occupati dell’Ucraina è avvenuto con l’assistenza dell’Ufficio del Commissario per le persone scomparse del ministero della Reintegrazione in collaborazione con le forze dell’ordine», ha scritto il ministero ucraino della Reintegrazione dei territori occupati su Telegram, senza menzionare se vi sia stato uno scambio con la controparte russa. «Il trasferimento dei corpi dei caduti viene effettuato in conformità con le norme delle Convenzioni di Ginevra. I corpi dei nostri difensori saranno consegnati alle loro famiglie per una degna sepoltura», ha aggiunto.

Ore 12:04 - Vasto incendio in due magazzini con liquidi infiammabili a Ekaterinburg, in Russia

E’ divampato un incendio in due magazzini contenenti liquidi infiammabili e gomme a Ekaterinburg, nella regione russa di Sverdlovsk. Lo ha reso noto il dipartimento regionale del ministero delle Situazioni di emergenza russo. «Secondo le informazioni operative, l’area dell’incendio a Ekaterinburg ha raggiunto 2 mila metri quadri. Due magazzini che contengono liquidi infiammabili e gomme hanno preso fuoco», ha affermato l’organismo ministeriale.

Ore 12:10 - Prigozhin attacca i vertici dell’esercito russo e annuncia il ritiro della Wagner da Bakhmut il 10 maggio

(Marta Serafini, inviata a Kharkiv) Non c’è pace, nemmeno tra il capo della Wagner e i vertici dell’esercito russo. E prova ne é l’ultimo annuncio di Evgeny Prigozhin: il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo. Prigozhin ha diffuso la dichiarazione poche ore dopo avere postato sui suoi canali Telegram un video in cui mostra decine di cadaveri di combattenti della Wagner stesi a terra e scaglia insulti pesanti contro il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, già al centro in passato dei suoi sfoghi. «Annuncio ufficialmente che i miei ragazzi non sopporteranno perdite a Bakhmut senza munizioni», dice. «Pertanto, dal 10 maggio, lasciamo la città. Ci mancano ancora solo due chilometri, ma se non volete dare ai russi una vittoria con la conquista di Bakhmut, questi sono problemi vostri».

Ore 12:26 - Kiev usa i Patriot e abbatte un missile ipersonico russo

L’Ucraina ha usato per la prima volta il sistema di missili statunitensi Patriot e ha abbattuto il missile balistico ipersonico russo Kynzhal: lo scrive il sito ucraino Defense Express, che ha ricevuto la foto del relitto. Nella notte del 4 maggio, oltre ai droni kamikaze Shahed nemici, c’erano missili «probabilmente balistici» nel cielo sopra Kiev, afferma il media ucraino. Secondo una foto di detriti caduti sullo stadio della capitale, il missile ha subito un danno da penetrazione, indicando che l’intercettazione è stata abbastanza efficace nel distruggere la testata mentre era ancora in aria.

Ore 12:29 - Attivista di Memorial arrestato all’aeroporto di Mosca

Il direttore del «Centro per la memoria storica» di Perm, Alexander Chernyshov, stamattina è stato fatto scendere dall’aereo sul quale si era imbarcato e arrestato all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca: lo riferiscono le testate Meduza e Novaya Gazeta Europa citando il canale Telegram di Memorial, l’ong per la difesa dei diritti umani che l’anno scorso ha ricevuto il Nobel per la Pace ma che le autorità russe hanno ordinato di sciogliere. I giornali presumono che l’arresto sia legato al caso della rimozione dell’archivio di Memorial a Perm, dove a marzo Chernyshov e altri attivisti dell’ong hanno subito perquisizioni che la polizia russa ha definito semplicemente «controlli».

 Ore 12:48 - Ambasciatrice Usa all’Onu critica vicinanza Brasile a Russia

L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha criticato la vicinanza del Brasile alla Russia in merito alla proposta di pace difesa dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva per la guerra in Ucraina.

 «Non stiamo dicendo che il Brasile non dovrebbe impegnarsi nella ricerca della pace, stiamo dicendo che questo sforzo deve tenere conto dell’Ucraina e non può essere un negoziato basato nel ricompensare la Russia per aver preso territori ucraini», ha affermato la diplomatica.

 L’inviata del presidente Joe Biden è stata ricevuta ieri dall’ex ministro degli Esteri e attuale consigliere internazionale di Lula, Celso Amorim.

 Thomas-Greenfield ha detto di aver «incoraggiato» la visita che Amorim dovrebbe compiere prossimamente in Ucraina, dopo essere stato ricevuto da Vladimir Putin a Mosca.

 Lula è stato criticato dalla Casa Bianca dopo aver affermato che Russia e Ucraina sono ugualmente responsabili del conflitto iniziato nel febbraio 2022 con l’invasione delle truppe di Mosca. Il mese scorso, inoltre, Lula ha ricevuto a Brasilia il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Ore 13:04 - Borrell: «La Russia restituisca i bambini all’Ucraina»

«Altre prove che indicano i crimini russi nella guerra contro l’Ucraina. Il rapporto Osce del Meccanismo di Mosca attivato sul caso dei bambini ucraini deportati con la forza dimostra il disprezzo della Russia per i suoi obblighi internazionali». Così via Twitter l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.

 «La Russia deve porre fine a questa pratica illegale e restituire quei bambini all’Ucraina», aggiunte Borrell.

Ore 13:20 - Mosca accusa Kiev: «Preparavano un attentato a un dirigente della centrale nucleare di Zaporizhzhia»

Secondo i servizi segreti russi un gruppo di «sabotatori» mandato da Kiev «stava preparando un attacco terroristico» contro uno dei capi della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa che si trova nella parte di Ucraina occupata dalla Russia. Ria Novosti parla di «un’agente di reclutamento, Victoria Budnikova, nata nel 1974 e di una intermediaria, Yulia Tkachuk, nata nel 1969, che si trova in Finlandia, un paese recentemente entrato a far parte del blocco politico-militare della Nato.

«Un ordigno esplosivo pronto per l’uso è stato confiscato, così come armi leggere automatiche, munizioni ed esplosivi», ha aggiunto l’Fsb, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Due cittadini ucraini «nati nel 1984 e nel 1979» sono stati trattenuti e «il dipartimento investigativo dell’Fsb della Russia per la regione di Zaporizhzhia ha avviato un procedimento penale».

Ore 13:36 - L’Ucraina intensifica i segnali di disturbo Gps in tutto il territorio russo

Per evitare incursioni nemiche, gli ucraini hanno intensificato in Russia le misure di disturbo dei segnali Gps. Già dallo scorso aprile, interferenze classificate come «decise» - vale a dire, quando almeno il dieci per cento degli aerei che sorvolano la zona ogni giorno segnalano stop alla ricezione dei segnali - erano state segnalate in almeno 15 regioni del Paese. All’inizio dell’anno, i segnali Gps risultavano disturbati solo intorno a Mosca e al fiume Volga. Entro metà aprile, le interferenze si erano estese fino a includere le regioni di Ivanovo, Yaroslav, Ryazan, Kaluga e Tver, che circondano Mosca. Ma ieri mattina, dopo l’attacco dei due droni al Cremlino, è stato raggiunto un picco, anche secondo quanto ha segnalato Yandex, la cui app per telefonini si basa sul segnale Gps.

Ore 13:46 - Kiev: «La Wagner non lascerà Bakhmut, Prigozhin vuole scaricare la responsabilità del fallimento»

Il portavoce dell’intelligence militare ucraina, citato dai media nazionali, sostiene che la Wagner non si ritirerà da Bakhmut e che le parole di Prigozhin serviranno solo ad autoassolversi dalla responsabilità del fallimento. «Prigozhin non ritirerà i wagneriani da Bakhmut. Queste dichiarazioni sono state fatte da Prigozhin in considerazione del fatto che non può mantenere la promessa di catturare Bakhmut prima del 9 maggio. Ecco perché ora sta cercando di dare la colpa a qualcuno, perché si è reso conto di non poter più mantenere la parola data», ha spiegato Chernyak indicando che sul terreno non è stato registrato nessun ritiro di truppe. Allo stesso tempo, Chernyak ha sottolineato che il gruppo Wagner ha certamente problemi di approvvigionamento di munizioni, «ma non importa quanto gli venga dato, non sarà sufficiente per loro. Cioè, più gliene vengono date, più ne hanno bisogno e più ne vogliono ricevere», ha osservato, «le parole di Prigozhin non rivelano fame di granate ma per l’intenzione di declinare la responsabilità per i fallimenti».

Ore 13:48 - Tajani: «Emergono grandi difficoltà nell’esercito russo, il caso Wagner ne è la prova»

«Io credo che stia emergendo una grande difficoltà nell’esercito russo, una difficoltà che si era vista fin dall’inizio, ma adesso lo scontro con la Wagner dimostra che ci sono delle crepe organizzative. Se le truppe al fronte non ricevono le munizioni è difficile combattere. Questo significa che la Russia può essere sconfitta. Noi ci auguriamo che che questa guerra finisca il prima possibile e possa avere una pace giusta». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di una convention di Forza Italia a Milano.

Ore 14:26 - L’ex viceministro della Difesa russo si unisce alla Wagner

L’ex vice ministro della Difesa russo Mikhail Mizintsev si sarebbe unito al gruppo mercenario Wagner come vice comandante. Lo riporta la Cnn riprendendo un blogger militare russo Alexander Simonov che ha pubblicato due video su Telegram che mostrano Mizintsev che indossa un’uniforme marchiata Wagner e apparentemente in giro nella città ucraina orientale di Bakhmut. Il ministero della Difesa russo ha annunciato domenica di aver sostituito Mizintsev, che era viceministro della difesa russo per la logistica. Il generale, soprannominato “il macellaio di Mariupol”, era nel ruolo dal settembre 2022.

Ore 14:28 - Kiev smentisce l’abbattimento di un missile ipersonico

Yuri Ignat, portavoce del comando dell’aeronautica delle forze armate ucraine, ha smentito le informazioni in merito al presunto abbattimento di un missile balistico su Kiev la notte del 4 maggio. «C’era una possibilità di utilizzo, ma non sono stati registrati missili balistici», ha detto il portavoce parlando a Suspilne. La smentita giunge dopo che oggi, il portale Defence Express aveva riferito del possibile abbattimento di un missile ipersonico Kh-47 Kinzhal sopra Kiev quella notte.

Ore 14:29 - Gruppo hacker pro-Mosca «colpisce il sito web del Senato francese»

Il sito web del Senato francese è andato offline a causa di un presunto attacco hacker rivendicato da un gruppo filo-russo. «L’accesso al sito è interrotto da questa mattina», ha fatto sapere la Camera alta del Parlamento di Parigi su Twitter poco prima di mezzogiorno, precisando che tecnici sono al lavoro per risolvere il problema. L’azione è stata rivendicata da un gruppo che si fa chiamare NoName su Telegram e che ha spiegato di aver agito perché «la Francia sta lavorando con l’Ucraina su un nuovo pacchetto di “aiuti” che potrebbe includere armi». Sempre gli stessi hacker a marzo avevano sostenuto di aver messo offline per diverse ore il sito web dell’Assemblea nazionale francese.

Ore 14:39 - Svezia: «Sostenere l’integrazione di Kiev nell’Ue»

«La guerra in Ucraina ha evidenziato che il processo di allargamento è lo strumento più efficace per creare stabilità e sicurezza in Europa. Dobbiamo fare il possibile per sostenere l’integrazione dell’Ucraina e della Moldavia. Abbiamo apprezzato le riforme di Kiev contro la corruzione, li stiamo aiutando a portare avanti anche le altre riforme oltre che a vincere la guerra». Lo ha affermato il ministro degli Esteri svedese, Tobias Billstrom, allo State of the Union a Firenze. In questo quadro la Svezia, che ha la presidenza di turno del semestre europeo, «ha lavorato anche all’allargamento ai Balcani occidentali».

Ore 15:25 - Prighozin: «Lo stato maggiore di Mosca ha causato migliaia di morti russi»

Lo stato maggiore russo è responsabile di «decine di migliaia di morti e feriti russi» in Ucraina. Questa la nuova accusa del capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prighozin che, inveendo contro i vertici militari russi, ha annunciato che il 10 maggio la sua compagnia lascerà Bakhmut.

Ore 15:32 - Mosca annuncia l’evacuazione parziale di 18 centri nella regione di Zaporizhzhia

La Russia ha annunciato l’evacuazione «parziale» degli insediamenti occupati vicino alla linea del fronte nel sud dell’Ucraina. Il provvedimento di evacuazione, deciso da Mosca, interessa in un primo momento cittadini fragili, in particolare bambini, anziani, disabili e pazienti degli ospedali, di 18 insediamenti nella regione di Zaporizhzhia vicini al fronte. Lo ha precisato il governatore della porzione di regione occupata dai russi, Yevgeny Balitsky, ripreso dall’agenzia Interfax. La decisione, ha aggiunto Balitsky, è stata presa per «proteggere queste persone dal fuoco nemico». Secondo quanto riferito dall’agenzia Tass, l’operazione riguarderebbe circa 70 mila persone.

Ore 16:30 - Kherson si prepara al coprifuoco totale sotto le bombe russe

Dopo un’altra notte di bombardamenti e le sirene di questa mattina e del primo pomeriggio, i cittadini di Kherson fanno scorte di cibo e acqua in vista del coprifuoco totale che scatterà questa sera alle 20 e si concluderà la mattina di lunedì 8 maggio. Lo riferiscono i media ucraini.

Nei giorni scorsi il capo militare regionale Alexander Prokudin ha affermato che durante il coprifuoco la città sarà chiusa all’ingresso e all’uscita e «le restrizioni sono necessarie in modo che le forze ucraine possano svolgere il proprio lavoro e non mettere in pericolo i residenti», in vista della controffensiva. La città dell’Ucraina meridionale è stata per mesi sotto l’occupazione dell’esercito russo che si è ritirato sulla sponda est del fiume Dnipro a novembre.

Ore 16:34 - Kiev: «Distrutti i depositi di munizioni della Wagner a Bakhmut»

Le forze armate dell’Ucraina hanno distrutto i depositi delle munizioni della Wagner nei pressi di Bakhmut. Lo annuncia la viceministro della Difesa Anna Malyar su Telegram, ripresa da Ukrainska Pravda. «I nostri combattenti hanno distrutto i luoghi di deposito delle munizioni Wagner. Stiamo anche attirando tutte le forze per neutralizzare il nemico», annuncia.

Ore 16:42 - Kiev: «Putin non permetterà al gruppo Wagner di ritirarsi»

Le forze armate ucraine sono scettiche riguardo alla dichiarazione del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, secondo cui i mercenari si ritireranno da Bakhmut il 10 maggio.

«Ai Wagner semplicemente non sarà permesso di lasciare la città, perché Prigozhin non decide nulla qui, tutte le azioni del Wagner sono comandate personalmente dal dittatore russo Vladimir Putin», ha detto Serhiy Cherevaty, portavoce del gruppo orientale delle forze armate dell’Ucraina, in un commento a Ukrainska Pravda. «Prigozhin mente anche sulla mancanza di proiettili», ha aggiunto, affermando che «i Wagner stanno subendo enormi perdite a causa delle azioni di successo delle forze di difesa ucraine» e i mercenari «hanno molte munizioni: solo nelle ultime 24 ore hanno colpito le posizioni delle truppe ucraine 520 volte. Ciò che manca davvero a Prigozhin e ai suoi sono le persone», perché «i prigionieri non vanno più al fronte».

Ore 16:57 - Mosca evacua anche Energodar, città della centrale nucleare di Zaporizhzhia

Tra le località che le autorità russe stanno evacuando nella regione ucraina sud-orientale di Zaporizhzia c’è anche la città di Energodar, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa: lo ha specificato su Telegram Yevgeny Balitsky, governatore della parte di regione occupata dalla Federazione da marzo 2022 Yevgeny Balitsky in vista della controffensiva ucraina.

Lo scorso autunno, le autorità di occupazione russe hanno annunciato evacuazioni simili nella regione meridionale di Kherson, poco prima di un’offensiva che ha permesso all’esercito ucraino di riprendere la capitale della regione occupata dai russi.

Ore 17:26 - Il punto militare | La guerra del carburante in Ucraina: Kiev si prepara alla controffensiva colpendo depositi e raffinerie

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È la guerra del «carburante», condotta dagli ucraini in modo sistematico: un’azione per ridurre le scorte a disposizione dell’Armata. Gli attacchi contro depositi e raffinerie sono diventati più frequenti. Sono coinvolti siti petroliferi vicini al confine, ma anche a maggiore distanza: gli ultimi episodi sono stati registrati negli oblast russi di Krasnodar e Rostov.

I grandi serbatoi sono stati colpiti con velivoli senza pilota, di solito quando è scesa l’oscurità. Enormi gli incendi marcati da colonne di fumo nero, la risposta frenetica dei pompieri per contenere le fiamme, le preoccupazioni delle autorità locali.

Ore 17:31 - Filorussi: «Gli ucraini ammassano truppe nella regione di Kharkiv»

L’Ucraina sta ammassando truppe nella regione nord-orientale di Kharkiv verso la linea del fronte con quelle russe e nel contempo sta facendo evacuare i civili dalla zona. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione filorussa provvisoria, Vitaly Ganchev, all’agenzia Tass. «Abbiamo sentito dai residenti locali che con le truppe ucraine vi sono molti mercenari stranieri», ha aggiunto Ganchev.

Ore 17:33 - Kiev ai cittadini di Nikopol ed Energodar: «Restate a casa nel weekend»

Il capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko, ha esortato i residenti del distretto di Nikopol e del territorio occupato di Energodar - città sulla riva opposta del Dnipro che ospita la centrale nucleare di Zaporizhzhia - a non uscire di casa durante il weekend. «Questo fine settimana vi chiedo di restare a casa e di non uscire se non strettamente necessario... Questo vale non solo per il distretto di Nikopol, ma anche per il territorio occupato sulla riva dell’Energodar», ha scritto su Telegram, chiedendo inoltre di non ignorare gli allarmi aerei e non avvicinarsi agli edifici amministrativi.

Ore 17:45 - Kiev: «Bombe su Sloviansk e Kramatorsk, danni a due fabbriche»

Le truppe russe hanno bombardato le città di Sloviansk e Kramatorsk, nella regione di Donetsk, danneggiando due fabbriche. Lo ha riferito su Facebook Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk. «Sloviansk e Kramatorsk sono sotto tiro: il nemico sta colpendo le imprese industriali», dice il messaggio. «A Sloviansk, due missili S-300 hanno colpito l’edificio dello stabilimento Zeus Ceramics, a Kramatorsk l’edificio amministrativo dell’Nkmz è stato danneggiato. Secondo i dati preliminari, non ci sono state vittime. Ci sono danni ai locali, ma tutte le attrezzature di valore sono state portate via tempestivamente».

Ore 18:29 - Il consigliere di Lula in Ucraina la settimana prossima

Celso Amorim, ex ministro degli Esteri e attuale consigliere per la politica estera del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, si recherà in Ucraina la prossima settimana per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, Secondo il portale della tv Globo News, il viaggio dovrebbe svolgersi dopo la cerimonia di incoronazione di domani di re Carlo III a Londra.

Ore 18:55 - Kadyrov: «Forze cecene pronte a sostituire la Wagner a Bakhmut»

Le forze speciali cecene Akhmat sono pronte a prendere il posto di quelle della Wagner a Bakhmut se il suo capo Yevgeny Prigozhin darà seguito all’annuncio di volersi ritirare dal 10 maggio. Lo ha detto il leader ceceno Ramzan Kadyrov sul suo canale Telegram. «I nostri combattenti sono pronti ad occupare la città», ha scritto Kadyrov, citato dall’agenzia Tass.

Ore 19:40 - Biden annuncia a sorpresa una conferenza stampa oggi, la notte in Italia

Joe Biden ha annunciato a sorpresa «un’importante conferenza stampa» per oggi pomeriggio, la notte in Italia. Parlando con i giornalisti al seguito alla Casa Bianca il presidente americano ha detto che risponderà a tutte le domande — dalla Russia all’intelligenza artificiale — in questo punto con la stampa che non era segnalato nell’agenda ufficiale.

Ore 19:57 - Sunak a Lula: «Pace impossibile se la Russia non si ritira»

La pace in Ucraina è «impossibile fino a quando le forze russe» resteranno nel Paese: lo ha detto il primo ministro britannico Rishi Sunak ricevendo oggi per un faccia a faccia il presidente brasiliano, Inácio Lula da Silva, ospite a Londra con numerosi altri leader del pianeta per la cerimonia d’incoronazione formale di domani nell’abbazia di Westminster di re Carlo III e della regina Camilla. Lo si legge in una nota di Downing Street, stando alla quale Sunak ha poi ribadito l’appello a «fare pressione sul presidente (Vladimir) Putin affinché ritiri le sue truppe» dal territorio ucraino.

Ore 20:12 - Ok del Consiglio Ue all’acquisto di munizioni per 1 miliardo

Via libera del Consiglio Ue alla misura di assistenza del valore di 1 miliardo di euro nell’ambito del Fondo europeo per la pace (Epf) che contribuirà ulteriormente a rafforzare le capacità e la resilienza dell’Ucraina per difendere la propria indipendenza, sovranità e integrità territoriale e proteggere la popolazione civile dall’aggressione militare russa in corso. La misura di assistenza finanzierà la fornitura alle Forze armate ucraine di proiettili di artiglieria calibro 155 mm e, se richiesto, di missili che saranno acquistati congiuntamente dagli Stati membri dell’Ue dall’industria europea della difesa. La misura sosterrà l’approvvigionamento congiunto di munizioni e missili da operatori economici stabiliti nell’Ue o in Norvegia e la produzione di tali munizioni e missili nell’Ue o in Norvegia.

Le catene di approvvigionamento di questi operatori possono includere operatori stabiliti o che producono al di fuori dell’Ue o della Norvegia. La misura riguarderà anche le consegne di munizioni e missili che hanno subito una fase importante della loro produzione nell’Ue o in Norvegia, che consiste nell’assemblaggio finale. La decisione riguarda il cosiddetto «track 2» dell’accordo del Consiglio del 20 marzo 2023 su un approccio a tre livelli volto ad accelerare la fornitura e l’approvvigionamento congiunto di munizioni d’artiglieria con l’obiettivo di fornire un milione di proiettili d’artiglieria all’Ucraina entro dodici mesi dall’accordo del Consiglio. Per essere ammessi al rimborso dell’Epf, i contratti o gli ordini di acquisto dovranno essere conclusi prima del 30 settembre 2023 nel contesto di un progetto esistente dell’Agenzia Europea per la Difesa o attraverso progetti complementari di acquisizione congiunta guidati da uno Stato membro.

Ore 20:39 - Kiev: 4 persone evacuate da Bakhmut, una donna uccisa dai russi

La polizia nazionale ucraina ha riferito che le autorità di Bakhmut hanno tentato di evacuare cinque persone dalla città, ma una di loro, una donna, è rimasta uccisa durante la fuga. L’anziana donna stava tentando di fuggire insieme al figlio a bordo di un mezzo ma è stata colpita a morte dai russi. Lo riporta il Kiev Independent.

Ore 23:36 - Entrato in vigore questa sera coprifuoco a Kherson

Il coprifuoco annunciato dalle autorità ucraine è iniziato a Kherson questa sera alle 20 (le 19 italiane) e durerà fino a lunedì alle 6 (le 5 italiane). «Durante queste 58 ore sarà vietato muoversi e sostare per le strade della città. Kherson sarà chiusa all'ingresso e all'uscita», ha annunciato il capo dell'amministrazione militare locale Oleksandr Prokudin su Telegram.

Ore 23:37 - Zelensky ringrazia i combattenti dell'Aeronautica

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato, nel corso del suo consueto videomessaggio serale, tutti quelli che stanno attualmente combattendo per l'Ucraina, e in particolare nell'ultima settimana i combattenti dell'aeronautica e tutte le unità che proteggono il cielo. Lo riporta Ukrinform.

Ore 00:03 - Grazie agli incontri a Helsinki e l’Aja rafforzato arsenale ucraino

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto soddisfatto del risultato del suo viaggio a Helsinki e l’Aja, grazie al quale ha ottenuto ulteriori aiuti militari. «Sono lieto di annunciare che, come risultato degli incontri a Helsinki e L’Aja, abbiamo ottenuto nuove armi per i nostri militari di terra, aria e mare», ha detto il leader ucraino nel suo consueto messaggio serale. Con questa missione, ha aggiunto, c’è stato «un significativo rafforzamento» del sostegno internazionale all’Ucraina e sono stati fatti progressi verso l’adesione di Kiev all’Ue e la Nato. Zelenski ha anche sottolineato l’importanza della visita al tribunale penale internazionale dell’Aja, affinché le autorità russe rendano conto dei crimini di guerra in ucraina.

Ore 00:12 - La first lady ucraina Olena Zelenska ospite a Buckingham Palace

La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha incontrato questa sera a Buckingham Palace la principessa del Galles, Kate Middleton, e la first lady statunitense Jill Biden. Le tre donne erano tra gli ospiti di un ricevimento organizzato dal re Carlo II in vista dell’incoronazione di domani. «Sono stata onorata di parlare con la Principessa del Galles e con la First Lady degli Stati Uniti, Jill Biden, al ricevimento ufficiale per l’incoronazione Bodi Sua Maestà Carlo III», ha scritto Zelenska sul suo profilo Twitter, «È stato un vero piacere incontrare queste squisite signore dal cuore aperto e grandi amiche dell’Ucraina».

Ore 01:55 - Bombe al fosforo su Bakhmut. Kiev: «Il nemico vuole cancellare la città»

Le forze di occupazione russe hanno usato in serata bombe al fosforo e munizioni incendiarie nella città di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk. Lo scrive la Pravda ucraina che mostra un video e cita il servizio stampa delle Forze per le operazioni speciali (SSO) dell’Ucraina. «Il nemico - afferma la Sso - ha usato munizioni al fosforo e incendiarie a Bakhmut, cercando di cancellare la città dalla faccia della Terra. Tuttavia, i soldati della Sso e di altre unità delle Forze di Difesa ucraine continuano a difendere coraggiosamente la città. E in queste condizioni, continuiamo a distruggere il nemico».

Estratto da tg24.sky.it il 5 maggio 2023.

Scoppia una colluttazione al vertice in Turchia dopo che un delegato russo strappa la bandiera ucraina durante un’intervista. Il video dell’incidente è stato pubblicato sui social ed è diventato subito virale. 

Lo scontro è avvenuto al vertice dei paesi della Cooperazione economica del Mar Nero che si è tenuto ad Ankara. La capitale turca ha ospitato i rappresentanti di circa 12 paesi, tra i quali anche quelli di Kiev e Mosca. 

Appena la delegazione ucraina ha esposto la bandiera gialla e blu è scoppiato un dibattito sfociato in un vero e proprio scontro. L’incidente è avvenuto al di fuori dell’aula del Congresso tra il deputato ucraino Oleksandr Marikovski che ha srotolato la sua bandiera nazionale dietro a un membro della delegazione russa, Olga Timofeeva, mentre veniva intervistata.

E’ a quel punto che un altro membro della delegazione russa, di nome Valery Stavitsky ha strappato la bandiera dalle mani del signor Marikovski. La reazione è stata immediata. Il video mostra i due uomini coinvolti in un alterco fisico.  […]

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 6 maggio.

Le notizie del 6 maggio sul conflitto in Ucraina. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini, inviati, e Redazione Online su Il Corriere della sera il 6 Maggio 2023

Le notizie sulla guerra di sabato 6 maggio

• Prigozhin, annuncia il ritiro della Wagner da Bakhmut il 10 maggio. Kadyrov: «I ceceni pronti a sostituirla».

• Mosca evacua parti della regione di Zaporizhzhia. Kiev ai cittadini della zona: «Restate a casa nel weekend».

• Gli ucraini dichiarano di aver distrutto i depositi di munizioni della Wagner a Bakhmut.

• L’ex viceministro della Difesa russo Mikhail Mizintsev si è unito alla Wagner come vice comandante.

Ore 04:14 - La Russia usa bombe al fosforo e munizioni incendiarie su Bakhmut

Le forze di occupazione russe hanno usato in serata bombe al fosforo e munizioni incendiarie nella città di Bakhmut, nell’oblast di Donetsk. Lo scrive la Pravda ucraina che mostra un video e cita il servizio stampa delle Forze per le Operazioni Speciali (SSO) dell’Ucraina. «Il nemico - afferma la Sso - ha usato munizioni al fosforo e incendiarie a Bakhmut, cercando di cancellare la città dalla faccia della Terra. Tuttavia, i soldati della SSO e di altre unità delle Forze di Difesa ucraine continuano a difendere coraggiosamente la città. E in queste condizioni, continuiamo a distruggere il nemico». Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, ha pubblicato il video e ha commentato sui social: «Bakhmut. Munizioni al fosforo. Miserabili bastardi. La stessa situazione fu a Mariupol. Quando non possono fare nulla, vengono sparate munizioni al fosforo».

Ore 04:17 - Più di 397 milioni di dollari il costo stimato per sminare l’Ucraina

Le risorse necessarie per lo sminamento dei territori dell’Ucraina per il 2023 ammontano a più di 397 milioni di dollari. Lo ha detto a Ukrinform il primo vice ministro della Difesa ucraino, Oleksandr Pavliuk. «Il costo stimato dell’intera gamma delle attività di sminamento umanitario - ha precisato - è di 37 miliardi di dollari. Il fabbisogno per il solo anno in corso è di oltre 397 milioni di dollari, secondo la Banca mondiale. Questo costo non è definitivo, l’importo può diminuire in modo significativo o aumentare», ha affermato Pavliuk. Le spese per lo sminamento sono al centro dello studio per il bilancio del prossimo anno, a partire dal budget necessario per creare ed equipaggiare nuove unità che rafforzeranno le capacità di sminamento del Ministero della Difesa.

Ore 04:25 - La first lady ucraina Olena Zelenska ospite a Buckingham Palace

La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha incontrato ieri sera a Buckingham Palace la principessa del Galles, Kate Middleton, e la first lady statunitense Jill Biden. Le tre donne erano tra gli ospiti di un ricevimento organizzato dal re Carlo II in vista dell’incoronazione di oggi. «Sono stata onorata di parlare con la Principessa del Galles e con la First Lady degli Stati Uniti, Jill Biden, al ricevimento ufficiale per l’incoronazione di Sua Maestà Carlo III», ha scritto Zelenska sul suo profilo Twitter, «È stato un vero piacere incontrare queste squisite signore dal cuore aperto e grandi amiche dell’Ucraina».

Ore 06:41 - La priorità russa non è più Bakhmut, ma la controffensiva di Kiev

Il ministero della Difesa russo ha modificato la propria priorità sul campo di battaglia, spostando l’attenzione operativa dalla cattura di Bakhmut alla preparazione per affrontare una controffensiva ucraina. È quanto afferma il rapporto dell’American Institute for the Study of War (Isw) del 5 maggio. Secondo gli analisti, tale cambiamento ha messo i mercenari di «Wagner» in una posizione difficile e i video con minacce del leader Prigozhin «mostrano la sua disperazione e la sua rabbia profonda». «La persistenza di Wagner a Bakhmut - prosegue il rapporto - è in contrasto con un rallentamento generale delle operazioni offensive russe altrove in Ucraina, poiché l’esercito regolare russo sembra in gran parte spostare l’attenzione per prepararsi a una controffensiva ucraina tanto attesa. Al momento, non si sa se Prigozhin abbia davvero intenzione di ritirarsi da Bakhmut il 10 maggio, o se abbia fatto questa dichiarazione in un ultimo disperato tentativo di ottenere l’appoggio del ministero della Difesa».

Ore 07:58 - Kiev, nella notte abbattuti 4 droni kamikaze sul Dnipropetrovsk

La difesa antiaerea ucraina durante la notte ha abbattuto quattro droni kamikaze di fabbricazione iraniana «Shahed» nella regione di Dnipropetrovsk, che a est confina con quelle di Donetsk e Zaporizhzhia: lo scrive il sito dell’agenzia Ukrinform, citando l’account Telegram del governatore dell’Oblast, Serhyi Lysak.

Ore 09:58 - Kiev ci ripensa e conferma: abbattuto missile ipersonico

Dopo una iniziale smentita, il comandante dell’aeronautica delle forze armate ucraine Mykola Oleschuk ha confermato che un missile ipersonico Kinzhal è stato abbattuto sui cieli della capitale Kiev la notte del 4 maggio dal sistema antimissile statunitense Patriot. «Congratulazioni al popolo ucraino per un evento storico! Sì, abbiamo abbattuto il Kinzhal» con i «Patriot», ha scritto su Telegram. «Il missile Kh-47 è stato lanciato da un MiG-31K dal territorio della Russia», ha aggiunto. Ieri, il portale Defense Express aveva riferito dell’abbattimento del missile, ma il portavoce dell’aeronautica ucraina aveva poi smentito.

Ore 10:23 - Esplosioni in Crimea. Filorussi: attivata antiaerea

Questa mattina nella Crimea occupata si sono verificate diverse esplosioni. Lo riferiscono i media ucraini che citano i canali Telegram locali, nei quali sono stati pubblicati video girati presumibilmente da residenti della penisola che mostrano del fumo. Secondo quanto riferito, le esplosioni sono state udite dai residenti del distretto di Krasnogvardiysky della penisola occupata. Successivamente Oleg Kryuchkov, consigliere del governatore filorusso della Crimea, ha riferito che «la difesa aerea è stata attivata nel nord» e «non ci sono state vittime e danni».

Ore 10:44 - Gb: timori di attacchi dietro cancellazioni parate 9 maggio

Le preoccupazioni della leadership russa sulla sua vulnerabilità agli attacchi e le potenziali proteste pubbliche sulla guerra in Ucraina hanno contribuito alla decisione di annullare molte parate del Giorno della Vittoria del 9 maggio, citando problemi di sicurezza. Lo sostiene il ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento di intelligence. Il ministero ha affermato che sei regioni russe, la Crimea occupata e 21 città hanno annullato le loro parate che ricordano la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista. «La tempistica dell’attacco con drone al Cremlino pochi giorni prima del Giorno della Vittoria mostra la crescente vulnerabilità della Russia a tali attacchi e ha quasi certamente aumentato la percezione della minaccia della leadership russa rispetto agli eventi del Giorno della Vittoria. È probabile che anche le possibilità di proteste per la guerra in Ucraina abbiamo influenzato i calcoli della leadership russa», scrive il ministero su Twitter, aggiungendo che probabilmente la celebrazione del Giorno della Vittoria di Mosca si svolgerà ma su scala ridotta.

Ore 11:06 - Kiev: abbattuto missile russo grazie a sistema di difesa Patriot

Le unità di difesa aerea ucraine hanno abbattuto un missile Kinzhal russo grazie ad un sistema di difesa aerea Patriot. Lo ha reso noto l’aeronautica ucraina attraverso un messaggio su Telegram. «Abbiamo abbattuto un missile Kinzhal `impareggiabile´! È successo durante l’attacco notturno del 4 maggio nel cielo sopra la regione di Kiev. Il missile Kh-47 è stato lanciato da un Mig-31K», ha dichiarato il generale Mykola Oleshchuk, comandante dell’aeronautica militare delle forze armate ucraine.

Ore 11:32 - Kiev, tre feriti in un attacco russo su Nikopol

Le forze russe hanno bombardato Nikopol con razzi «Grad» e artiglieria. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Serhii Lysak, aggiungendo che tre persone sono rimaste ferite. Secondo quanto riferito, quattro dozzine di proiettili sono stati sparati sulla città e una impresa industriale è stata colpita. «Tre lavoratori sono rimasti feriti. Sono uomini di 48, 50 e 58 anni», scrive Lysak.

Ore 12:25 - Lo scrittore russo Zakhar Prilepin ferito nell’esplosione di un’autobomba

Lo scrittore Zakhar Prilepin è stato ferito, e il suo autista è morto nell’esplosione di un’auto in cui si stavano recando a Nizhny Novgorod. Il canale Telegram Honest Detective scrive che l’esplosione è avvenuta mentre lo scrittore stava guidando per andare dai suoi parenti: il dispositivo era stato inserito sotto al fondo dell’auto.

Ore 13:20 - Mosca accusa Usa e Gb per attentato a blogger Prilepin

Secondo Mosca gli Usa e la Gran Bretagna hanno una «responsabilità diretta» nell’attentato compiuto oggi contro Zakhar Prilepin, uno dei più noti blogger e corrispondenti di guerra russi. Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. «Washington e la NATO hanno nutrito un’altra cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev», ha scritto Zakharova. «Bin Laden, l’Isis, e adesso Zelensky con i suoi criminali, responsabilità diretta degli Usa e della Gran Bretagna», ha aggiunto la portavoce, per poi concludere: «Preghiamo per Zakhar».

Ore 13:35 - Prigozhin ringrazia Kadyrov per avvicendamento Bakhmut

Il capo della milizia Wagner, Yevgeni Prigozhin, ha ringraziato il leader ceceno Ramzan Kadyrov per l’offerta di avvicendamento delle sue truppe nella città ucraina di Bakhmut a partire da mercoledì 10 maggio. Il capo della Wagner aveva duramente criticato lo stato maggiore russo, lamentando eccessive perdite umane e carenza di risorse militari. Prigozhin ha reso noto via Telegram di avere già preso contatto con i comandanti ceceni, spiegando che «mancano poco più di due chilometri quadrati» per prendere Bakhmut, che sarà «certamente conquistata» dalle forze kadyrovite. Prigozhin ha anche espresso fiducia nell’erogazione di risorse necessarie da parte del Ministero della Difesa russo ai ceceni.

Ore 13:42 - Aperta indagine per terrorismo su attentato Prilepin

Le autorità russe hanno aperto ufficialmente una inchiesta per terrorismo sull’attentato a Zakhar Prilepin, avvenuto nei pressi di Nizhny Novgorod, che ha provocato la morte di un autista e il ferimento dello scrittore. Lo rende noto il comitato investigativo della Federazione russa. Il reato ipotizzato è all’articolo 205 del codice penale russo (attacco terroristico).

Ore 16:02 - Prilepin operato, incertezza sulle sue condizioni cliniche

I medici hanno deciso di operare Zakhar Prilepin. In un primo momento si pensava di trasferire via aerea lo scrittore a Mosca. Il paziente è sotto i ferri nell’ospedale regionale di Semashko e non c’è certezza circa le sue condizioni. In un primo momento definite gravi, poi non tali da mettere in pericolo la sua vita, con ferite limitate a «fratture minori», sono ora nuovamente valutate molto serie. Una incertezza che lascia propendere per questa ultima ipotesi.

Ore 16:03 - Prigozhin chiede all’esercito russo di poter cedere le proprie postazioni a Bakhmut alle truppe cecene di Kadyrov

Prigozhin (Wagner) ha chiesto oggi all’esercito russo il permesso di cedere le proprie postazioni nella città ucraina di Bakhmut alle truppe del leader ceceno Ramzan Kadyrov, in segno di protesta per la mancanza di munizioni. «Vi chiedo di emettere un ordine di battaglia sul trasferimento, entro la mezzanotte del 10 maggio, delle posizioni del gruppo Wagner alle unità del battaglione Akhmat nella località di Bakhmout e dintorni», ha scritto Prigozhin in una lettera del suo servizio stampa indirizzata al ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu.

Ore 16:18 - Medvedev: «Il vile attacco nazista a Prilepin non resterà impunito»

«Una performance cinica e un vile attacco condotto da estremisti nazisti». Così il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha definito l’attentato contro lo scrittore Zachar Prilepin in un telegramma a lui inviato, assicurando che «non resterà impunito».

Ore 16:09 - Mosca: «Abbattuto un missile balistico ucraino sulla Crimea»

Un missile balistico ucraino Grom-2 è stato abbattuto in Crimea. Lo riferiscono le agenzie russe citando il capo della penisola annessa alla Russia, Serghei Aksyonov

Ore 16:25 - Zelensky rende omaggio al coraggio e alla forza della fanteria ucraina

«Oggi l’Ucraina celebra il coraggio e la forza dei soldati di fanteria che danno al nostro Paese il risultato più significativo: l’indomabilità della nostra difesa», il presidente Zelensky rende omaggio su Telegram al coraggio e alla forza dei soldati di fanteria.

«È un grande onore oggi congratularmi con voi per la Giornata della fanteria, è un onore per me ogni giorno rappresentare nelle relazioni con il mondo, in particolare, i nostri soldati, come i nostri fanti: esemplare coraggio ucraino, esemplare resilienza ucraina. Lo stato è forte, perché combattete con dignità - conclude il presidente ucraino - insieme a tutte le forze di difesa e sicurezza ucraine! Vi ringrazio per questo!»

Ore 18:16 - L’impegno del Donbass, la svolta su Putin, i molti lavori: chi è Prilepin, lo scrittore russo ferito in un attentato

(di Fabrizio Dragosei) Si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro: ora è in ospedale, colpito mentre tornava nel Lugansk. Era stato eletto in parlamento, ma ha rinunciato per tornare al fronte.

Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, lui si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin, in ospedale per le ferite riportate nell’attentato subito nella regione di Nizhnij Novgorod, stava tornando dalla cosiddetta repubblica autonoma di Lugansk, dove era arrivato a gennaio per unirsi nuovamente ai combattenti impegnati nell’Operazione militare speciale di Vladimir Putin. (...)

Ore 18:21 - Russia: l’uomo arrestato in seguito all’attentato a Prilepin avrebbe «confessato» di lavorare per Kiev

Come riportato dalle agenzie russe, il comitato investigativo russo ha fatto sapere che l’uomo fermato in relazione all’attentato contro lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, si chaima Aleksandr Permyakov e avrebbe confessato di aver «agito su ordine dei servizi segreti ucraini».

«Sulla strada lungo il percorso dell’auto di Prilepin», si legge nella ricostruzione del Comitato investigativo russo dopo l’interrogatorio, «Permyakov ha piazzato un ordigno esplosivo che ha azionato a distanza. Successivamente è fuggito dalla scena, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine quando è uscito dal bosco in un’altra zona abitata».

Ore 19:05 - Russia: un uomo si fa esplodere per non consegnarsi alla polizia

Secondo quanto riferiscono le agenzie russe, un uomo si sarebbe fatto esplodere per evitare di essere arrestato dalla polizia. L’episodio sarebbe avvenuto nel territorio del Krasnodar, regione della Russia meridionale a cavallo tra il Mar Nero e il Mare d’Azov.

Questa mattina gli agenti della polizia stradale di Yeysk hanno fermato una «Niva» (un piccolo fuoristrada) ma l’autista si era rifiutato di mostrare i documenti, si era chiuso in macchina e aveva minacciato di farsi saltare in aria. Sul posto è allora intervenuta una squadra di «Spetsnaz», le forze speciali, ma l’uomo si è davvero fatto esplodere all’interno della sua vettura. Alcuni agenti hanno subito ferite leggere.

Ore 19:09 - Media russi: Prilepin in coma farmacologico

Secondo fonti non identificate riportate dal quotidiano russo Izvestia, i dottori hanno concluso l’operazione sullo scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin, che è stato vittima di un attacco in cui la sua auto è esplosa. Prilepin sarebbe in coma farmacologico, ma in condizioni stabili.

«L’operazione ha avuto successo, dopo l’operazione Zakhar è tornato in sé, ora è in coma farmacologico per riprendersi più velocemente», ha detto il governatore della regione di Nizhny Novgorod Gleb Nikitin sul suo canale Telegram, come riporta Ria Novosti.

Ore 19:21 - L’Ucraina accusa la Russia di aver attaccato Bakhmut con armi al fosforo

Secondo quanto riportato dalla Bbc, la Russia sarebbe accusata di aver attaccato la città di Bakhmut con armi incendiarie al fosforo. L’esercito ucraino ha diffuso filmati con droni che sembravano mostrare Bakhmut in fiamme, mentre il fosforo bianco si riversava sulla città. «Le armi al fosforo bianco non sono vietate, ma il loro utilizzo in aree civili è considerato un crimine di guerra», scrive la Bbc. «Innescano incendi a rapida diffusione che sono molto difficili da spegnere. La Russia è stata accusata di usarle in passato». La Russia ha cercato per mesi di conquistare Bakhmut, malgrado il suo discutibile valore strategico. Funzionari occidentali hanno stimato che migliaia di soldati di Mosca siano morti nell’assalto. Su Twitter, il ministero della Difesa ucraino ha affermato che l’attacco aveva preso di mira «aree non occupate di Bakhmut con munizioni incendiarie».

Ore 19:28 - Ucraina: la Russia libera 45 militari impegnati nella difesa dell’Azovstal

La Russia ha liberato 45 combattenti che erano stati impegnati nella battaglia dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo ha annunciato Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Stiamo riportando indietro 45 dei nostri. Si tratta di 42 uomini e 3 donne, difensori dell’Azovstal. Sono tutti guardie nazionali dell’unità creata 9 anni fa», ha riferito Yermak su Twitter. «La nostra gente è il nostro valore più grande», ha proseguito, «gloria agli eroi ucraini! Siamo felici di vedervi tutti a casa!». E Zelensky assicura: «Porteremo a casa tutti i prigionieri».

Ore 19:34 - L’Ucraina rilascia 3 piloti russi

Il ministero russo della Difesa ha riferito su Telegram che tre piloti russi sono stati liberati dalla prigionia in Ucraina. Il ministero ha dichiarato che i piloti, che erano in pericolo di vita in prigionia, sono stati restituiti attraverso un processo negoziale complesso dal territorio controllato dal regime di Kiev. Si aggiunge che gli aerei da trasporto militari li porteranno a Mosca per cure e riabilitazione. La notizia arriva poco dopo che il capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, ha annunciato la liberazione di 45 combattenti che erano stati detenuti in Russia dopo la battaglia dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. In passato, Kiev e Mosca hanno concordato diversi scambi di prigionieri.

Ore 19:42 - Zelensky: «Tutta l’Ucraina si affida all’aiuto degli Usa»

Tutta l’Ucraina «fa affidamento sul sostegno degli Stati Uniti». Lo ha sottolineato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato una delegazione dello stato americano dello Utah. «Ho incontrato una delegazione dello stato americano dello Utah guidata dal presidente del Senato dello stato, Stuart Adams, che comprendeva anche rappresentanti di imprese e organizzazioni di beneficenza», ha scritto Zelensky, «Simili visite rappresentano segnali di sostegno al nostro Paese non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale. Vorrei ringraziarvi a nome del popolo ucraino, perché la nostra società, tutti sentiamo e facciamo affidamento sul vostro sostegno - il sostegno degli Stati Uniti», ha aggiunto il presidente ucraino. «Fin dall’inizio della guerra su vasta scala, fin dall’inizio dell’aggressione della Russia».

Ore 19:53 - Sei sminatori ucraini uccisi dal fuoco russo

Sei sminatori ucraini sono stati uccisi dal fuoco russo nel sud dell’Ucraina. Lo hanno reso noto funzionari di Kiev. “Sei dei nostri specialisti sono stati uccisi”, ha detto il servizio di soccorso di emergenza del Paese, aggiungendo che sono stati “vittime di colpi mentre svolgevano operazioni di sminamento nella regione di Kherson”.

Ore 20:01 - Mosca accusa: «Usa e Ucraina responsabili dell’attentato a Prilepin»

«La responsabilità dell’attentato terroristico contro Zakhar Prilepin non è solo delle autorità ucraine, ma ricade anche sui loro protettore occidentali, principalmente gli Stati Uniti». Lo ha denunciato in una nota il ministero degli Esteri russo. «È ovvio che si tratta di un altro atto terroristico organizzato e realizzato dal regime di Kiev, dietro il quale ci sono i suoi curatori occidentali», si legge nella nota diffusa dalle agenzie russe. L’attacco, prosegue Mosca, «è l’ennesima manifestazione di quell’approccio sistematico all’eliminazione degli oppositori ideologici, che grazie agli sofrzi di Washingotn, si è attivamente radicato in Ucraina fin dal 2014, diventando il principale riflesso del regime di Kiev».

Ore 22:03 - Kadyrov chiede formalmente a Putin il dispiegamento dei ceceni a Bakhmut

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha pubblicato su Telegram la lettera con cui chiede ufficialmente a Putin di autorizzare il dispiegamento di combattenti della sua unità “Akhmat” nelle postazioni occupate dai mercenari della Wagner a Bakhmut. È stato lo stesso capo della Wagner Prigozhin ad avvertire che i suoi uomini si ritireranno il 10 maggio da Bakhmut per le troppe perdite subite, in mancanza di munizioni che non arrivano da Mosca.

Ore 03:20 - «Tre attacchi aerei su Mykolaiv»

Nella notte tra sabato e domenica tre attacchi aerei russi si sono verificati nei pressi della città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito - secondo i media locali - il capo dell’amministrazione regionale di Mykolayiv, Vitaliy Kim, precisando che non ci sono state chiamate di emergenza ai vigili del fuoco e alla polizia. «O le difese aeree hanno funzionato o gli attacchi non hanno causato vittime» ha aggiunto.

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera” il 7 marzo 2023 

Li vanno a prendere uno per uno, quasi che ci fosse una lista di bersagli e una finestra d’opportunità. Zakhar Prilepin, scrittore-combattente, è il terzo a essere stato preso di mira dopo la figlia di Dugin e il blogger Vladlen Tatarsky. Nazionalisti accesi, sostenitori di una lotta senza quartiere. Hanno impugnato la spada, sono stati colpiti dalla spada. Il militante infatti era stato definito dagli ucraini fin dal 2018 «una minaccia terroristica».

Kiev, ieri, ha usato la formula «non confermiamo non smentiamo» un eventuale ruolo, però non ha mai negato di essere pronta ad agire in Russia e «sempre di più in profondità», come aveva promesso il capo della sua intelligence Budanov nell’aprile di un anno fa. Una strategia portata avanti con sabotaggi, incursioni, eliminazioni. […] La dimostrazione di poter penetrare qualsiasi cerchio di sicurezza, dalla Crimea a Mosca.

Questo non vuol dire che ogni «incidente» o agguato sia opera degli ucraini e non esclude neppure le provocazioni, sospettate da alcuni per i misteriosi droni sul tetto del Cremlino. […] In questi mesi i servizi ucraini hanno dispiegato un apparato dalle molte dimensioni, hanno copiato gli israeliani e i loro nemici, i russi. […] hanno optato per i droni, i commandos hanno piazzato ordigni, un camion pieno di esplosivo ha danneggiato il ponte di Kerch, i sicari hanno liquidato collaborazionisti nelle città occupate […]

Elaborate le trame per arrivare al target, affidandosi […] a donne, a probabili complicità, a giri volutamente tortuosi per mascherare le «impronte» […] Un fronte dove c’è spazio per «partigiani» russi, eventuali gruppi di resistenza. Nel caso di Prilepin c’è stata un’assunzione di responsabilità da parte di Atesh, movimento dei tatari di Crimea. Possono essere coinvolti, ma anche la coperta dietro cui si cela altro.

Le azioni vanno pesate perché provocano fibrillazioni lontane. Alle spalle dell’Ucraina c’è una grande coalizione che non sempre è in sintonia con le scelte di Zelensky, specie se prende troppi rischi e porta la sfida nel cortile di Putin. Il presidente ne è consapevole, così come Budanov, e infatti non dicono tutto agli americani. O sostengono di non dirlo, e gli alleati giurano di non saperlo. […]

Kiev anticipa l’eventuale offensiva con le operazioni parallele, è consapevole delle ripercussioni interne alla Russia, spera di inasprire le liti tra i gerarchi e i generali, punisce o fa punire i personaggi estremisti, alimenta la paranoia del regime e dei suoi cantori. Ogni volta che uno di loro sta per avviare l’accensione deve pensarci due volte. È un duello estenuante, dove ora è possibile la risposta dell’invasore.

Estratto dell’articolo di Luigi Guelpa per ilgiornale.it il 7 marzo 2023

«Gerasimov ha sulla coscienza la morte di centinaia di soldati russi. Prima o poi dovrà rendere conto dei suoi fallimenti». Era lo scorso ottobre quando lo scrittore ed ex deputato nazionalista Zakhar Prilepin, 47enne veterano del Donbass, manifestava tutto il proprio disappunto verso la catena di comando dell'esercito russo, in un'intervista concessa al quotidiano Prospekt. Ieri Prilepin è stato vittima di un attentato. […] Prilepin […] è vicinissimo alle posizioni del capo della Wagner Prigozhin, così come a quelle del leader ceceno Kadyrov […]

Mentre Mosca accusa Usa e Gran Bretagna di aver cercato di assassinare Prilepin in collaborazione del sedicente gruppo terroristico di partigiani russo-ucraini Atesh, lo scrittore è il terzo sostenitore della Wagner, dopo il blogger Vladlen Tatarsky e la giornalista Daria Dugina, a rimanere coinvolto in un attentato. […]

Prigozhin insomma sembra avere il tocco della medusa: chi gli si avvicina troppo, […] rischia di perdere la vita. Da ieri però il proprietario della milizia privata ha deciso […] di defilarsi dall'assalto nel cuore dell'Ucraina. […] 

Prigozhin sostiene di essere stato «tradito da Mosca» e ha insultato l'esercito russo per l'incapacità di fornire munizioni. Le sue accuse sono rivolte al capo di stato maggiore delle forze armate Gerasimov e al ministro della Difesa Shoigu. […]

Kiev ritiene che dietro l'atto sovversivo ci sia la firma di Putin, […]  Sul caso l'autorità giudiziaria russa ha aperto una inchiesta per terrorismo. Sotto la vettura in cui viaggiava Prilepin è stato sistemato un ordigno esplosivo di oltre 2 chili, collocato da Oleksandr Permyakov, un trentenne con precedenti penali, fermato nel pomeriggio. Il detenuto dice di aver agito su istruzioni degli 007 ucraini, ma Kiev nega ogni coinvolgimento.

Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera” il 7 marzo 2023 

Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin stava tornando dalla […] Operazione militare speciale di Vladimir Putin che lo scrittore chiama da anni «imperatore Putin».  

Questo perché secondo le strampalate teorie che il quasi cinquantenne Prilepin va sostenendo dal 2014, «la Russia ha diritto all’espansione… tutta l’Ucraina deve essere parte della Russia». Un’applicazione di quel concetto di Malorossya o Grande Russia che proprio lui ha lanciato per primo e che tanto è poi piaciuto a sostenitori del Cremlino. […] prima Prilepin era un’altra cosa e addirittura organizzava manifestazioni contro il Cremlino.

Era un seguace di Eduard Limonov e membro del suo partito Nazional-bolscevico. Lo imitava in tante cose e ammirava quella sua aria da «intellettuale maledetto», […] Dopo l’università, Prilepin aveva fatto lavori di tutti i tipi. Operaio, guardiano notturno, fino ad arruolarsi negli Omon, i reparti di polizia antisommossa. Dal 1996 al 1999 aveva servito in Cecenia. […]

Tornato in Russia, aveva iniziato a lavorare come giornalista, a scrivere racconti e un romanzo. «Non si può liquidare Prilepin come un propagandista, come Dugina o Tatarsky. Lui è anche un grande scrittore», ha affermato ieri Daniela Di Sora, fondatrice di Voland, la casa editrice che ha pubblicato in Italia «Patologie», «Sankia», «Il Peccato» e «Il monastero». Un suo lavoro, da molti bollato come antisemita, era intitolato «Una lettera al compagno Stalin», critica alla società liberale russa. 

Poi la rottura con Limonov, la fondazione di un movimento chiamato «Per la verità» che avrebbe dovuto diventare un partito politico da far correre alle elezioni del 2021. Invece alla fine Prilepin si era avvicinato a Vladislav Surkov, ex vicepremier e ideologo del Cremlino […]. E il movimento di Prilepin era confluito in Russia Giusta, uno dei partiti creati a tavolino per dare l’impressione che in Russia esista una qualche opposizione (in questo caso moderatamente di sinistra). Di recente è tornato a combattere. È incluso nella prima lista delle persone sanzionate dall’Ue.

L’ombra del terrorismo. Ernesto Ferrante su L'Identità il 7 Maggio 2023

L’ombra scura del terrorismo si allunga sulla tradizionale parata prevista per la “Giornata della vittoria” del 9 maggio. Lo scrittore russo Zakhar Prilepin è stato ferito ieri in un attentato nella regione di Nizhny Novgorod. Secondo il sito russo Rbc, Prilepin era a bordo di una Audi Q7. Stava rientrando a Mosca dai territori delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, quando si è fermato per pranzare. Gli attentatori avrebbero seguito la sua auto, collocando la bomba sotto il cofano mentre Prilepin era lontano. Le sue condizioni sarebbero gravi. L’autista è rimasto ucciso. L’ordigno improvvisato usato per eliminarlo conteneva circa due chili di esplosivo. E’ stato comandato a distanza. Lo ha rivelato la Tass, citando l’esito delle indagini preliminari. Sui social sono state pubblicate le immagini del cratere profondo 1,5 metri causato dall’esplosione.

L’intellettuale, sostenitore dell’operazione militare speciale in Ucraina, in passato ha combattuto in Cecenia nei ranghi dell’Omon, l’unità antiterrorismo della polizia russa. A gennaio si era arruolato nella Guardia Nazionale. A renderlo noto era stato il suo ufficio stampa, secondo cui era già sul campo “per svolgere missioni di combattimento”. Nel suo curriculum figura anche un ruolo da consigliere della Repubblica di Donetsk.

La sua è una figura complessa, non collocabile tout court tra le schiere “putiniane”. Ha lavorato con Anna Politkovkaya a Literateraturnaya Gazeta, manifestato con Aleksei Navalny e scritto romanzi di successo.

Un sospetto è stato arrestato. A riferirlo è stato il ministero dell’Interno russo, citato dai media nazionali, senza fornire ulteriori dettagli.

“Nella regione di Nizhny Novgorod, la polizia ha arrestato un uomo che potrebbe essere coinvolto nell’esplosione dell’auto in cui si trovava Zakhar Prilepin – ha detto Irina Volk, rappresentante del ministero dell’Interno – Il sospetto, secondo i testimoni, era stato visto nella zona del villaggio di Pionerski”.

Il soggetto fermato era già stato condannato in precedenza. E’ nato nel 1993. Le forze dell’ordine sono impegnate nella ricerca di eventuali complici.

Prilepin è stato vittima di “un attacco terroristico”. Non ha dubbi il Comitato investigativo russo. E’ stato avviato “un procedimento penale ai sensi dell’articolo 205 del Codice penale della Federazione Russa ”. L’azione, rivendicata dal gruppo Atesh, movimento di partigiani della Crimea che riunisce ucraini, tatari e russi, è avvenuta poco più di un mese dopo l’uccisione in un caffè di San Pietroburgo del celebre blogger militare russo Vladlen Tatasky. Ad agosto, invece, era rimasta uccisa nell’esplosione della sua auto poco fuori la capitale, Daria Dugina, figlia dell’ideologo nazionalista Alexander Dugin, considerato il vero obiettivo dell’attacco.

La Russia ha puntato il dito contro il “regime di Kiev” e contro Stati Uniti e Gran Bretagna. “Washington e la Nato hanno alimentato un’altra cellula terroristica internazionale: il regime di Kiev. Bin Laden, Isis, ora Zelensky con i delinquenti. La diretta responsabilità di Stati Uniti e Gran Bretagna. Preghiamo per Zachar”, ha attaccato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

“Una performance cinica e un vile attacco condotto da estremisti nazisti”. Così il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha definito l’accaduto in un telegramma a lui inviato, assicurando che “non resterà impunito”.

Sul fronte di guerra si è registrata una novità non da poco. Il comandante delle forze dell’aeronautica ucraina, Mykola Oleshchuk, ha fatto sapere di aver abbattuto un missile ipersonico Kinzhal sulla sua capitale usando il nuovo sistema di difesa Patriot ricevuto dagli Stati Uniti.

“Abbiamo abbattuto il Kinzhal, è successo nella notte del 4 maggio nei cieli della regione di Kiev”, ha spiegato Oleshchuk, precisando che il missile Kh-47era stato lanciato da un MiG-31K ed abbattuto da un Patriot.

Gli ucraini hanno accusato i soldati russi di utilizzare “munizioni al fosforo ed incendiarie a Bakhmut, nel tentativo di cancellare la città dalla faccia della terra”. “Comunque i militari delle forze speciali e le altre unità della forza dei difesa continuano a difendere coraggiosamente la città”, ha denunciato l’ufficio stampa delle Forze Speciali di Zelensky.

I combattenti della compagnia militare privata russa Wagner consegneranno le loro posizioni a Bakhmut alle truppe russe il 10 maggio per preservare il personale e riposare nelle retrovie, ha dichiarato il suo fondatore Yevgeny Prigozhin in un video. “Chiedo al capo dello Stato Maggiore di firmare un ordine di combattimento per la PMC Wagner, affinché consegni le posizioni nell’insediamento di Bakhmut alle truppe del Ministero della Difesa”, ha continuato Prigozhin.

Nel frattempo, i suoi uomini hanno condotto un potente assalto in tutte le direzioni. Gli sforzi principali sono volti a tagliare le “linee di rifornimento”. Attacchi a Khromovo e Ivanovskoye. Il nemico continua a ritirarsi sulle ultime linee di difesa, subendo perdite ingenti, quantificate in 400-600 unità al giorno.

Dietro la rabbia sul volto di Prigozhin ci sono fallimento e paura. Cristina Brasi su Panorama il 6 Maggio 2023.

L'analisi della nostra profiler del discorso con cui il leader del Gruppo Wagner attacca il Cremlino e annuncia la ritirata da Bakhmut

Come un fulmine a ciel sereno è arrivato l’annuncio da parte del fondatore dell’organizzazione paramilitare di Mosca Yevgeny Prigozhin del ritiro del gruppo Wagner da Bakhmut. Nelle precedenti settimane aveva invitato Mosca a porre «coraggiosamente fine alla guerra» attraverso qualche operazione militare «avendo ormai raggiunto i propri obiettivi». Sorprendente quindi l’annuncio del ritiro delle truppe di mercenari da Bakhmut entro il 10 maggio 2023 anche se tempo Prigozhin accusa i vertici militari di non aver fornito sufficienti mezzi militari per la guerra in Ucraina. Ma cosa c’è dietro alle sue parole? Nel video notturno si rileverebbe in Prigozhin un uomo non interessato alla perdita di vite umane, come dichiarato verbalmente, ma avvinto nel tentativo di salvarsi. I soldati morti rappresenterebbero per lui la sconfitta che gli starebbe costando la vita. L’utilizzo dell’indice come puntatore, così come lo sporgersi in avanti con il busto accentuando il contenuto verbale collerico, sarebbero una messinscena finalizzata a trovare una via d’uscita relativamente alla propria situazione personale, un tentativo di mostrarsi minaccioso e intimidatorio. Si evidenzierebbe a tal proposito come, le microespressioni di rabbia, siano inizialmente più presenti e accese, ma come esse vadano man mano a scemare lasciando sempre più spazio al terrore di Prigozhin rispetto alla sua sicurezza. Le microespressioni di disprezzo rilevate ogni qualvolta fa riferimento ai cadaveri mostrerebbero non solo come questi non abbiano per lui il minimo peso, ma come abbiano l’unica funzione di rappresentargli il proprio fallimento sul campo, la cui conseguenza potrebbe essere rappresentata dalla perdita della propria vita. Prigozhin sarebbe una persona da sempre concentrata sull’acquisizione di potere e status e il cui sviluppo personale sarebbe stato caratterizzato da un’equiparazione tra beni materiali e relazioni interpersonali. Per mezzo dell’alienazione emotiva, il processo di identificazione, inteso come quel processo psichico mediante cui il soggetto acquista una qualità, un tratto, una funzione appartenente a un’altra persona rendendoli propri e fornendo degli elementi su cui si costruire la propria identità personale, avrebbe fatto sì che Prigozhin si identificasse solo con ciò che possedeva. Avrebbe così sviluppato una mente transazionale, ossia un modello basato sulla misura in termini di valore per sé stesso, senza considerare l’impatto delle proprie azioni sugli altri. Questa eccessiva focalizzazione gli avrebbe creato un senso di vanità e di presunzione facendogli sviluppare l’illusione di essere completamente indipendente e autosufficiente. La conseguenza sarebbe stata quella della perdita del contatto con la realtà, ignorando l’interconnessione e l’interdipendenza con le altre persone. Tali elementi sono quelli che gli avrebbero consentito di strumentalizzare le spoglie per i propri fini. La capacità di rapportarsi agli altri sarebbe solo di natura superficiale e Prigozhin mostrerebbe assenza di sentimenti, di controllo e di senso etico. Ciò è quanto gli consentirebbe di agire crudelmente, violentemente e aggressivamente, rimanendo emotivamente freddo nel rifiuto delle norme sociali. La seconda parte del video sarebbe presumibilmente girata successivamente e mostrerebbe come sia presente una difficoltà nel portare avanti la messinscena, come evidenziato dalla netta diminuzione delle espressioni di rabbia che lascerebbero il posto a microespressioni di natura meramente egoistica. Si consideri infatti che sarebbe presente uno spregio per la verità e per l’incolumità altrui. Ciò andrebbe ad indicare come il sentimento prevalente, di cui si sarebbe caricato nel corso della registrazione, sia l’angoscia per il rischio di perdita della propria vita. Prigozhin, a differenza di Putin, non sarebbe formato al controllo per cui emergerebbe con chiarezza come sia sempre più affaticato nel mostrarsi minaccioso in quanto, in realtà, non sarebbe più in grado di controllare il proprio terrore. Verrebbe inoltre a mancargli la possibilità di scarico della frustrazione per mezzo dell’agire condotte crudeli e violente nei confronti di quanto da egli considerato nemico, portandolo così a una totale perdita di controllo. Mancando il controllo si evidenzierebbe come comparirebbero sempre più espressioni che potrebbero essere ascrivibili al quadro di natura psicotica precedentemente descritto. Il senso di fallimento avrebbe prodotto in Prigozhin quella che viene definita ferita narcisistica, ossia una forte umiliazione che farebbe sentire il soggetto che la sperimenta impotente e vulnerabile. La ferita narcisistica produrrebbe nel soggetto un senso di depressione e un’emozione di rabbia verso l’altro che farebbe vivere il prossimo con modalità svalutanti e persecutorie. Questi elementi farebbero sì che un presunto nemico venisse identificato come il bersaglio per una rivendicazione o una rivincita personale consentendogli così di scaricare gli impulsi aggressivi accresciuti dalla frustrazione. Nel caso in cui si verificasse il passaggio all’azione, l’azione violenta assolverebbe il compito di riscattarlo dal senso di umiliazione provato. Il condurre un’azione violenta di grande portata potrebbe perciò rappresentare una vera e propria missione in cui l’onnipotenza, l’aggressività e il senso di grandiosità patologici si canalizzerebbero trovando significato. L’efferatezza sarebbe inoltre resa possibile dal fatto che l’altro sarebbe percepito come oggetto di gratificazione per mezzo della messa in atto delle proprie fantasie di natura aggressiva. Queste modalità psichiche delineerebbero quindi Prigozhin come un soggetto in grado di portare a termine con successo le proprie imprese criminali.  

Prigozhin non bluffa: Kadyrov a Bakhmut. I russi si ripiazzano per la controffensiva. Storia di Matteo Basile su Il Giornale il 6 Maggio 2023

Prigozhin non bluffa: Kadyrov a Bakhmut. I russi si ripiazzano per la controffensiva© Fornito da Il Giornale

La città che fino a qualche mese fa nessuno conosceva, resta centrale per le sorti del conflitto. Se non tutto, molto passa da Bakhmut. Sotto assedio da mesi, è il fulcro della resistenza ucraina e il simbolo di un possibile successo, oppure di una clamorosa disfatta, da parte dei russi. Quello di Prigozhin non era un bluff: il capo della milizia di mercenari Wagner ha dato il suo via libera alla richiesta di avvicendamento per cedere le sue posizioni alle truppe cecene di Ramzan Kadyrov. Proprio a partire dalla mezzanotte di mercoledì 10 maggio, come aveva minacciato nel video choc dell'altro giorno. Non solo, Prigozhin ha ringraziato Kadyrov per l'offerta di sostituirlo, dopo aver attaccato frontalmente lo stato maggiore russo, lamentando eccessive perdite umane e l'assenza di rifornimenti militari. «Sto già contattando i suoi rappresentanti per iniziare immediatamente il trasferimento delle posizioni, in modo che il 10 maggio alle 00.00, esattamente nel momento in cui, secondo i nostri calcoli, esauriremo completamente il nostro potenziale di combattimento, i nostri compagni prenderanno il nostro posto e continueranno l'assalto al villaggio di Bakhmut», ha detto Prigozhin. Tra macellai, ci si intende.

Ma cosa cambia a questo punto? Le forze di Kadyrov, spietate come quelle dei Wagner («Siamo pronti, la nmostra strategia funzionerà», ha detto), riusciranno a portare a termine un assedio lungo, sanguinoso e, a quanto affermano i russi, quasi concluso? Secondo l'istituto americano per lo studio della guerra l'esito potrebbe non essere scontato. Il ministero della Difesa russo, infatti, secondo il report ha modificato la propria priorità sul campo di battaglia, spostando l'attenzione operativa dalla cattura di Bakhmut alla preparazione per affrontare una controffensiva ucraina. Proprio per questo motivo Prigozhin avrebbe mostrato «la sua disperazione e la sua rabbia profonda» anche se non si esclude che il suo ultimatum sia in realtà «un disperato tentativo di ottenere l'appoggio del ministero della Difesa». Ma intanto, in ogni caso, a Bakhmut si continua a combattere e le forze ucraine accusano i russi di usare bombe al fosforo nell'assedio. Il filmato di un drone sembra mostrare la città in fiamme mentre il fosforo bianco cade dall'alto.

E mentre la controffensiva si prepara a partire, è guerra di missili. Un razzo balistico ucraino Grom-2 è stato abbattuto in Crimea secondo quanto riferisce il capo filorusso della penisola Serghei Aksyonov. Sarebbe un altro segnale di contrattacco ucraino con Mosca che però non sta a guardare. Se nei giorni scorsi Kiev aveva smentito l'utilizzo di un missile Patriot per abbattere un razzo russo, ieri la retromarcia. «Abbiamo abbattuto un missile Kinzhal impareggiabile! È successo durante l'attacco notturno del 4 maggio nel cielo sopra la regione di Kiev. Il missile Kh-47 è stato lanciato da un Mig-31K», ha confermato il generale Mykola Oleshchuk.

Missili o guerra di terra, la controffensiva ci sarà. Il comandante in capo delle forze armate dell'Ucraina Valeriy Zaluzhnyi, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti Mark Milley. Il tema della conversazione, come riferito dallo stesso Zaluzhnyi, «gli sviluppi in prima linea e sui preparativi per i futuri passi del nostro esercito per la liberazione del territorio ucraino». Solo questione di tempo, dunque, con esiti tutti da verificare. Mentre un piccolo segnale distensivo è rappresentato dall'ennesimo scambio di prigionieri con tre piloti dell'Aeronautica russi che sono tornati in patria in cambio della liberazione di 45 soldati ucraini che avevano partecipato alla battaglia di Mariupol. E che, entro breve, potrebbero anche tornare in prima linea. Per la grande controffensiva che ormai aspettano tutti.

Guerra in Ucraina, “restiamo a Bakhmut”. Pace fatta tra i Wagner e la Russia. Il Tempo il 07 maggio 2023

Una notizia che può cambiare il destino della guerra in Ucraina, pronta alla controffensiva contro la Russia. Il fondatore e leader del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che resterà a Bakhmut a combattere insieme ai suoi uomini dopo aver ricevuto garanzie sulla fornitura della munizioni richieste. «Stanotte abbiamo ricevuto un ordine di combattimento, promettono di fornirci le munizioni e le armi di necessarie per continuare ulteriori azioni», ha affermato sul canale Telegram

Prigozhin ha spiegato che l’ordine ricevuto nella notte è «il primo in tutto questo tempo» e promette che al gruppo Wagner arriveranno «tutte le munizioni e le armi di cui abbiamo bisogno» per far sì che «il nemico non avanzi». Inoltre «ci è stato detto che possiamo agire a Bakhmut nel mondo in cui riteniamo più adatto», prosegue Prigozhin, segnalando che «Surovikin sarà la persona che gestirà i rapporti tra il gruppo Wagner e il ministero della Difesa». Il riferimento è al generale russo Sergei Surovikin, a capo di quella definita una “operazione militare speciale” in Ucraina. 

In precedenza il capo e fondatore dei mercenari aveva annunciato che il gruppo Wagner si sarebbe ritiro da Bakhmut il 10 maggio, con un video furibondo contro il Cremlino. Successivamente il leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva fatto sapere che i suoi uomini erano pronti a prendere le postazioni che il gruppo Wagner avrebbe lasciato libere a Bakhmut. Ma ora la situazione non cambierà e saranno sempre i soldati dello “chef” di Vladimir Putin a guidare la guerra contro Kiev.

Guerra e pace. «Mi trovo intrappolato tra la mia identità di scrittore in lingua russa e il mio patriottismo ucraino». Andrej Kurkov su L'Inkiesta il 6 Maggio 2023

Un grande autore racconta di aver sempre saputo, sulla sua pelle, che la definizione di che cosa significhi essere ucraini è fluida. Ma ora l’invasione del paese da parte della Russia ha reso il dibattito più divisivo di quanto non lo sia mai stato

Questo è un articolo dell’ultimo numero di Linkiesta Magazine + New York Times Turning Points 2023 in edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia. E ordinabile qui.

A partire dal febbraio dell’anno scorso ho pensato spesso alla questione dell’identità. Personalmente, io mi considero un ucraino, ma c’è un elemento della mia identità che su alcuni dei miei colleghi intellettuali ucraini ha lo stesso effetto che un drappo rosso ha su un toro: sono etnicamente russo, la mia lingua materna è il russo e scrivo in russo. Come risultato, mi trovo intrappolato tra la mia identità e il mio patriottismo ucraino e una forte corrente di nazionalismo che sembra avere la stessa smania di dividere il Paese che ha il presidente russo, Vladimir Putin.

Per più di trent’anni persone che conosco e persone che non conosco si sono rivolte a me chiedendomi di iniziare a scrivere in ucraino. Certe volte accettano la mia spiegazione secondo la quale scrivo nella mia lingua materna e ho il diritto di farlo. Altre volte incontro invece incomprensione od opinioni contrarie. Ma la conversazioni rimangono di norma su un piano amichevole. Allo stesso modo, ogni tanto delle persone anonime che non mi hanno in simpatia postano dei messaggi sui social affermando che non sono uno scrittore ucraino ma piuttosto uno scrittore russo.

Se fosse possibile ignorare il fatto che la mia lingua è il russo e che le mie origini sono russe, sospetto che riceverei un caldo benvenuto tra i ranghi degli ucraini che passano moltissimo tempo sui social impegnati a determinare pubblicamente chi sia o non sia un ucraino con tutti i crismi e chi invece ucraino non lo sia affatto.

L’Ucraina stessa è un meraviglioso Paese con un carattere e un passato complessi. Ciascuno ha nella testa una propria immagine dello Stato ucraino e tutti pensano che l’immagine che hanno nella loro testa sia quella corretta. In altre parole, siamo una società di individualisti. E vedo una prova di ciò – con tutte le sue contraddizioni e i suoi paradossi – nell’esistenza di centinaia di partiti politici registrati presso il ministero della Giustizia.

Non bastasse, l’Ucraina ha dozzine di diversi gruppi nazionalisti che spesso litigano fra loro nel tentativo di definire che cosa sia il “vero nazionalismo”. In ogni caso, non hanno rappresentanza nel Parlamento ucraino perché neanche un solo partito nazionalista è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 5 per cento nelle elezioni del 2019. E, senza seggi in Parlamento, è difficile dire quale reale peso politico abbiano questi gruppi.

Il patriottismo ucraino, al contrario del nazionalismo, è più specifico e nell’elenco delle caratteristiche che fanno di qualcuno un patriota non è richiesto l’uso esclusivo della lingua ucraina. Gli attivisti tatari di Crimea che sono il bersaglio dei servizi di sicurezza russa parlano per lo più in russo o nel loro nativo tataro crimeano. Ma nessuno mette per questo in dubbio il loro patriottismo.

Anch’io sono un patriota. E, sotto quasi tutti gli aspetti, gli elementi che mi caratterizzano equivalgono a ciò che molti ritengono essere l’ideale ucraino. Non ascolto l’opinione della maggioranza. La libertà – intesa soprattutto come libertà di parola e di esprimere la propria creatività – ha per me più valore del denaro e della stabilità. Non mi piace il governo e non ho paura di criticarlo. Oltretutto, non ho sostenuto il presidente Volodymyr Zelensky prima della guerra e non ho votato per lui nelle elezioni presidenziali (anche se ora, invece, lo sostengo senz’altro).

L’Ucraina come Stato indipendente è maturata sotto i miei occhi. Ho vissuto in Unione Sovietica per quasi trent’anni e ora vivo nell’Ucraina indipendente da trentun anni. Sono rinate e sono cresciute rigogliose una letteratura ucraina e una cultura ucraina post-sovietiche e ora è venuta su una generazione europea di nuovi ucraini per i quali tutto quello che è sovietico è straniero.

Questa generazione ha anche reso più attraente la lingua ucraina e la letteratura scritta in questa lingua. Nel 2012 sono uscite contemporaneamente l’edizione in russo e quella in ucraino del mio romanzo Jimi Hendrix a Leopoli (uscito in italiano per l’editore Keller nella traduzione di Rosa Mauro, ndt). E a quel punto mi sono reso conto che in Ucraina un libro pubblicato in ucraino avrebbe venduto meglio dello stesso libro pubblicato in russo. Da allora, i miei libri tradotti in ucraino hanno sempre venduto di più della loro edizione in russo. La lingua russa sta perdendo la sua posizione in Ucraina e, francamente, la cosa non mi dispiace. I giovani ucraini leggono sempre meno in russo e ciò significa che comprano meno libri in russo.

A febbraio dell’anno scorso ho deciso di non pubblicare i miei libri nella loro lingua originale – il russo. Che escano in ucraino, in francese, in inglese. A partire dal 2014 è stato proibito alle librerie russe di importarli dall’Ucraina. La prima volta in cui è stata fermata la pubblicazione dei miei libri in Russia risale al 2005, dopo la Rivoluzione arancione alla quale ho preso parte. La seconda volta risale al 2008, dopo un breve “disgelo” durante il quale furono ripubblicati molti dei miei romanzi. Ma sono abituato all’idea che io, come scrittore, in Russia non esisto. Lì non ho lettori, ma non me ne rammarico. È un ideale patriottico, più che nazionalistico, ma per alcuni ciò non sembra sufficiente.

Di recente, nella sezione ucraina di Facebook si è fatto sempre più spesso riferimento alla lingua russa come “lingua del nemico”. Il conflitto linguistico rimane la prerogativa dell’arena politica. Prima dell’inizio della guerra nel 2014, i difensori della lingua ucraina combattevano contro i difensori della lingua russa – e dell’influenza russa – in Ucraina. Ma l’attuale aggressione militare ha rimosso dal dibattito la voce di queste persone. Le azioni del Cremlino hanno reso possibile ciò che nel nostro Paese individualistico appariva impossibile: incoraggiare gli ucraini che hanno il russo come lingua materna a passare pian piano alla lingua ucraina.

Tuttavia, in modo beffardo, Vladimir Putin ha sempre reso gli ucraini di lingua russa “responsabili” della guerra sostenendo che la sua “operazione militare speciale” fosse necessaria per proteggere chi parlava russo in una terra straniera ostile alla loro esistenza. E ora alcuni intellettuali ucraini considerano tutti gli ucraini di lingua russa come parzialmente responsabili di questa guerra. Se in Ucraina non ci fossero persone di lingua russa, sostengono, allora non ci sarebbe nessuna guerra! Per me, Putin e questi nazionalisti costituiscono le due facce della stessa medaglia.

La realtà è che l’Ucraina è, ed è sempre stata, uno Stato multiculturale con più di una dozzina di gruppi etnici. C’è una scissione nella società ucraina tra idealisti nazionalisti e realisti patriottici e ora la maggioranza, piena di differenze al suo interno, della nazione è intrappolata nel mezzo.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 maggio.

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 7 maggio | Allarme aereo in tutta l'Ucraina, esplosioni a Kiev e Odessa. Marta Serafini, inviata, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 7 Maggio 2023

Le notizie sulla guerra di domenica 7 maggio, in diretta. Mosca accusa gli Usa e l’Occidente per il ferimento dello scrittore pro-Putin Prilepin 

• Esplode l’auto: ferito lo scrittore pro Cremlino Prilepin. Fermato un uomo ucraino. Mosca accusa Usa e Regno Unito per l’attentato.

• La Wagner aveva annunciato che avrebbe ceduto le posizioni di Bakhmut ai ceceni di Kadyrov, ma poi ha annunciato: restiamo, Mosca ci ha assicurato le munizioni.

• Kiev: «I russi bombardano Bakhmut con munizioni al fosforo».

• L’aeronautica ucraina ammette di aver abbattuto un missile ipersonico.

• Dalla Russia liberati 45 combattenti dell’acciaieria Azovstal di Mariupol.

Ore 00:44 - Chi è Prilepin, lo scrittore russo ferito in un attentato

(di Fabrizio Dragosei) Si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro: ora è in ospedale, colpito da un'autobomba mentre tornava nel Lugansk. Era stato eletto in parlamento, ma ha rinunciato per tornare al fronte. Già anni fa, durante la «sporca guerra» tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, lui si vantava di aver ammazzato più ucraini di chiunque altro con il suo battaglione. Zakhar Prilepin, in ospedale per le ferite riportate nell’attentato subito nella regione di Nizhnij Novgorod, stava tornando dalla cosiddetta repubblica autonoma di Lugansk, dove era arrivato a gennaio per unirsi nuovamente ai combattenti impegnati nell’Operazione militare speciale di Vladimir Putin.

Ore 00:50 - Russia: l’uomo arrestato per l'attentato a Prilepin avrebbe «confessato» di lavorare per Kiev

Come riportato dalle agenzie russe, il comitato investigativo russo ha fatto sapere che l’uomo fermato in relazione all’attentato contro lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, si chiama Aleksandr Permyakov e avrebbe confessato di aver «agito su ordine dei servizi segreti ucraini». «Sulla strada lungo il percorso dell’auto di Prilepin», si legge nella ricostruzione del Comitato investigativo russo dopo l’interrogatorio, «Permyakov ha piazzato un ordigno esplosivo che ha azionato a distanza. Successivamente è fuggito dalla scena, ma è stato arrestato dalle forze dell’ordine quando è uscito dal bosco in un’altra zona abitata».

Ore 01:00 - Mosca: «Usa e Ucraina responsabili dell’attentato a Prilepin»

«La responsabilità dell’attentato terroristico contro Zakhar Prilepin non è solo delle autorità ucraine, ma ricade anche sui loro protettore occidentali, principalmente gli Stati Uniti». Lo ha denunciato in una nota il ministero degli Esteri russo. «È ovvio che si tratta di un altro atto terroristico organizzato e realizzato dal regime di Kiev, dietro il quale ci sono i suoi curatori occidentali», si legge nella nota diffusa dalle agenzie russe. L’attacco, prosegue Mosca, «è l’ennesima manifestazione di quell’approccio sistematico all’eliminazione degli oppositori ideologici, che grazie agli sforzi di Washington, si è attivamente radicato in Ucraina fin dal 2014, diventando il principale riflesso del regime di Kiev».

Ore 01:15 - Kadyrov chiede a Putin il dispiegamento dei ceceni a Bakhmut

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha pubblicato su Telegram la lettera con cui chiede ufficialmente a Putin di autorizzare il dispiegamento di combattenti della sua unità “Akhmat” nelle postazioni occupate dai mercenari della Wagner a Bakhmut. È stato lo stesso capo della Wagner Prigozhin ad avvertire che i suoi uomini si ritireranno il 10 maggio da Bakhmut per le troppe perdite subite, in mancanza di munizioni che non arrivano da Mosca.

Ore 03:39 - «Tre attacchi aerei russi su Mykolaiv»

Nella notte tra sabato e domenica tre attacchi aerei russi si sono verificati nei pressi della città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Lo ha riferito - secondo i media locali - il capo dell’amministrazione regionale di Mykolayiv, Vitaliy Kim, precisando che non ci sono state chiamate di emergenza ai vigili del fuoco e alla polizia. «O le difese aeree hanno funzionato o gli attacchi non hanno causato vittime» ha aggiunto.

Ore 03:40 - Prigozhin: «Completata l’operazione “Tritacarne Bakhmut”»

«L’operazione “Tritacarne Bakhmut” del gruppo Wagner ha adempiuto al suo compito». Lo ha affermato alla Ria Novosti il fondatore del gruppo Yevgeny Prigozhin. «Va notato che l’operazione del tritacarne Bakhmut — ha spiegato — è stata progettata principalmente non per prendere l’insediamento di Bakhmut, ma per macinare le unità delle forze armate ucraine e organizzare una tregua per l’esercito russo per ripristinare la capacità di combattimento. Il tritacarne Bakhmut ha svolto completamente il suo compito». Prigozhin aveva precedentemente annunciato il ritiro della Wagner da Bakhmut per il 10 maggio. Il capo della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha annunciato che avrebbe inviato combattenti del distaccamento speciale Akhmat per sostituirla.

Ore 03:55 - A Bakhmut munizioni al fosforo per la seconda notte consecutiva

Per la seconda notte consecutiva i russi hanno usato munizioni al fosforo a Bakhmut, lo riporta United24Media su Telegram, pubblicando anche un video delle esplosioni.

Ore 04:00 - Esplosioni in diverse città della Crimea

Diverse esplosioni si sono verificate in diverse città in tutta la Crimea nella notte, secondo i media russi e ucraini. Secondo i russi i sistemi di difesa aerea hanno respinto gli attacchi. Secondo i canali Telegram ucraini, le esplosioni hanno avuto luogo a Sebastopoli e Saki, dove si trova una base aerea russa. L’agenzia Reuters non è stata in grado di verificare in modo indipendente le notizie. Gli attacchi contro obiettivi controllati dai russi si sono intensificati nelle ultime due settimane, soprattutto in Crimea.

Ore 04:53 - Aiea: la situazione a Zaporizhzhya è pericolosa

«La situazione generale intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya sta diventando sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa. Sono estremamente preoccupato per i reali rischi per la sicurezza e la sicurezza nucleare che l’impianto deve affrontare». Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi. «Dobbiamo agire ora — ha dichiarato sul sito dell’agenzia — per prevenire la minaccia di un grave incidente nucleare e le relative conseguenze per la popolazione e l’ambiente. Questo grande impianto nucleare deve essere protetto. Continuerò a sollecitare tutte le parti a impegnarsi a raggiungere questo obiettivo vitale e l’Aiea continuerà a fare tutto il possibile per contribuire a garantire la sicurezza nucleare».

Ore 05:50 - Governatore di Sebastopoli: respinti attacchi ucraini con droni

L’Ucraina ha lanciato un attacco notturno con dieci droni in Crimea. Lo ha dichiarato il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, sul proprio canale Telegram, come riporta l’agenzia Ria Novosti. «Di notte, le forze di difesa aerea e i sistemi di guerra elettronica hanno respinto un altro attacco a Sebastopoli. Un Uav ha perso il controllo ed è caduto in una zona boschiva, il relitto è stato trovato dai dipendenti del Ministero degli affari interni e del Ministero della Emergenze. Nessuna struttura in città è stata danneggiata».

Ore 14:32 - Kiev, distrutto da russi vecchio aereo Nato in esposizione a Kharkiv

«Un aereo della Nato è stato distrutto dai russi». Lo ha scritto il ministero della Difesa dell’Ucraina sul suo account ufficiale di Twitter ironizzando sul fatto che fosse «un obiettivo importante e strategico dal punto di vista del Cremlino». L’aereo in questione, un antico Aero L-29 Delfin di fabbricazione cecoslovacca, era collocato su un piedistallo a Vovchansk, nella regione di Kharkiv.

Ore 05:53 - «Nella notte abbattuto un drone russo di ricognizione su Kiev»

Durante l’allarme notturno a Kiev è stato scoperto un drone da ricognizione della Russia sulla capitale ucraina che è stato abbattuto. Lo riporta Unian su Telegram. Non ci sono al momento notizie di vittime o danni.

Ore 06:51 - Forze armate Kiev: «Pesanti battaglie a Bakhmut e Marynka»

«Sono in corso pesanti battaglie per le città di Bakhmut e Maryinka». Lo afferma il rapporto giornaliero dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, pubblicato su Facebook. «Nell’ultimo giorno, il nemico ha lanciato molti attacchi, in particolare, su Chasiv Yar, Kostiantynivka e Kherson. Sulle posizioni delle nostre truppe e sugli insediamenti popolati».

Ore 08:48 - Kiev, distrutto drone russo sulla capitale ucraina

L’esercito ucraino ha distrutto un drone da ricognizione russo su Kiev nelle scorse ore, ha riferito l’amministrazione militare della città di Kiev su Telegram, scrive il Kyiv Independent. Secondo le prime informazioni, non ci sono state vittime o danni. Il capo dell’amministrazione militare nel suo post ha anche esortato i residenti di Kiev a non ignorare le sirene dei raid aerei. Diversi attacchi di droni russi si sono verificati sulla capitale negli ultimi giorni. Il 3 maggio, l’esercito ucraino ha riferito di aver abbattuto tutti i droni di fabbricazione iraniana che la Russia ha lanciato contro la città, mentre due droni sono stati abbattuti su Kiev il 28 aprile, ha riferito l’amministrazione militare della capitale ucraina.

Ore 09:17 - La variabile tempo

(Dalla nostra inviata a Kharkiv, Marta Serafini) - Entrambi gli eserciti hanno carri armati, artiglieria e decine di migliaia di soldati pronti ad affrontarsi sui campi di battaglia dell’Ucraina nella tanto attesa controffensiva ucraina contro la Russia. Ma una cosa distingue chiaramente le due parti: il tempo. Secondo il New York Times, Kiev soffre la pressione a breve tempo da parte dei suoi sostenitori occidentali, perché gli Stati Uniti e i suoi alleati trattano la controffensiva come un test critico: tutte le armi mandate devono tradursi in un risultato, è il concetto. Se gli ucraini non saranno all’altezza delle aspettative, rischiano un’erosione del sostegno occidentale. E questo dato è fonte di ansia per gli alti funzionari di Kiev, che sanno come una vittoria sia determinate nello scontro tra il Cremlino e l’Occidente. E temono come l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti possa cambiare l’atteggiamento nei confronti di Kiev.

In Russia, il presidente Vladimir Putin affronta le sue sfide, ma sembra operare su una linea temporale molto più lunga, gravato da limitazioni economiche e militari ma libero dalle pressioni politiche interne che rendono così incerto il continuo sostegno occidentale all’Ucraina.

Ore 09:30 - Bombardata Nikopol, muore una donna di 72 anni

Nelle prime ore del mattino di oggi le forze russe hanno sparato più di 30 proiettili a Nikopol, nell’Oblast di Dnipropetrovsk nell’Ucraina centro-orientale, uccidendo una donna anziana e ferendo tre persone. Lo riferisce su Telegram il governatore dell’Oblast, Serhiy Lysak, scrive Kyiv Independent. «Durante la notte, hanno colpito due volte il distretto di Nikopol. Hanno usato lanciarazzi multipli Grad e artiglieria pesante. Sono stati sparati più di 30 proiettili. Una donna di 72 anni è morta. Tre abitanti del posto sono rimasti feriti. Uno ha subito un trauma cranico. Due sono in uno stato di stress e con commozioni cerebrali», ha sottolineato il governatore. I bombardamenti hanno anche danneggiato sette case, un grattacielo, infranto le finestre di un dormitorio universitario, colpito tre gasdotti, una linea elettrica, 14 pannelli solari, fabbricati agricoli e cinque auto, ha aggiunto Lysak.

Ore 09:48 - Salito a 193.430 il numero di soldati russi uccisi in guerra

Il numero di soldati russi uccisi o feriti dall’inizio della guerra è aumentato a 193.430. Lo indicano le ultime stime dell’esercito ucraino. La cifra è aumentata di 660 persone rispetto a quella diffusa ieri. L’aggiornamento ha inoltre detto che altri sei carri armati e dieci veicoli corazzati sono stati distrutti, portando il totale rispettivamente a 3.723 e 7.248.

Ore 09:57 - Esce dal coma lo scrittore russo Prilepin

Lo scrittore russo Zakhar Prilepin, gravemente ferito in un attentato, è uscito dal coma farmacologico. «È cosciente, secondo i medici le sue condizioni sono stabili, l’umore vivace», riferisce oggi il governatore di Nizhny Novgorod Gleb Nikitin sul suo canale Telegram. Ieri Prilepin è rimasto gravemente ferito quando un ordigno esplosivo attaccato alla sua auto è esploso nella regione di Nizhny Novgorod, uccidendo il suo autista. Secondo le autorità, l’attacco è stato effettuato con una mina anticarro. Poche ore dopo l’incidente, avvenuto non lontano dalla cittadina di Bor, è stato arrestato, secondo il ministero dell’Interno, un uomo di trent’anni che avrebbe precedenti penali. È stata avviata un’indagine su un sospetto attacco terroristico. Mosca incolpa Kiev e gli stati occidentali per l’attacco. Prilepin è considerato un forte sostenitore della guerra della Russia contro l’Ucraina. In precedenza ha combattuto a fianco dei separatisti pro-Mosca nella regione ucraina del Donbass. Una volta si è descritto come un imperialista.

Ore 11:30 - Russia, danni nella notte a gasdotto e linee elettriche a Belgorod

Le forze ucraine hanno attaccato la regione russa di Belgorod nella notte tra sabato e domenica, danneggiando un gasdotto, linee elettriche e un’abitazione nel villaggio di Spodaryushino. Lo ha annunciato il governatore della regione. “La cosa più importante è che non ci siano state vittime”, ha scritto Vyacheslav Gladkov su Telegram. La città di Belgorod, vicina al confine con l’Ucraina, è tra le regioni della Russia meridionale che dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sono state prese di mira da attacchi a obiettivi come depositi di carburante e munizioni. L’Ucraina non rivendica quasi mai pubblicamente la responsabilità degli attacchi in Russia e nei territori ucraini controllati da Mosca. Tuttavia, ha recentemente affermato che la distruzione delle infrastrutture rientra nei preparativi per l’assalto di terra che sta pianificando.

Ore 11:31 - Filorussi, 2 civili uccisi da bombe Kiev in oblast Zaporizhzhia

Due civili sono stati uccisi da un bombardamento di forze ucraine sulla parte della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, in Ucraina. Lo hanno detto i servizi d’emergenza citati dall’agenzia Tass. Il bombardamento è avvenuto la scorsa notte sull’insediamento di Bogatoye, nel distretto di Pologi. «Una casa è andata distrutta», hanno aggiunto le fonti, sottolineando che questa «è un’ulteriore prova che i residenti devono essere evacuati il più presto possibile dagli insediamenti vicini alla linea del fronte» mentre vanno aumentando di intensità i bombardamenti ucraini. Il governatore della parte controllata dai russi della regione di Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky, ha detto nei giorni scorsi che gli abitanti di 18 insediamenti devono essere evacuati e ieri ha confermato che i primi mille civili sono stati ricollocati più a sud ricevendo la necessaria assistenza. Secondo un altro dirigente filorusso locale, Andrei Kozenko, l’evacuazione, che rimane su base volontaria, dovrebbe riguardare circa 70.000 persone. Diversi osservatori militari ritengono che proprio nella regione di Zaporizhzhia le forze ucraine potrebbero cercare di sfondare il fronte nell’ambito della controffensiva più volte annunciata.

Ore 11:34 - 007 Kiev: Mosca può preparare provocazioni per il 9 maggio

«Per il 9 maggio, Mosca può preparare provocazioni» in Russia e Bielorussia. Lo ha dichiarato su Telegram Andriy Yusov, rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. «Dal 2014, gli occupanti usano questo tipo di provocazione, ed è possibile che lo affronteremo ora. In questa situazione, le provocazioni possono essere dirette dai servizi speciali russi contro la popolazione civile russa e programmate in determinate date, ad esempio il 9 maggio», ha affermato. Yusov ha suggerito inoltre che i russi potrebbero dirigere provocazioni anche contro la Bielorussia: una simile «operazione false flag» russa potrebbe mirare a trascinare l’esercito bielorusso in guerra contro l’Ucraina.

Ore 11:42 - Kiev, almeno 5 feriti per missile su regione di Kharkiv

Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico su Balaklia, nella regione di Kharkiv, provocando almeno 5 feriti. Lo riferisce su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Synegubov. Secondo le prime informazioni, «un missile S-300 ha colpito un parcheggio. Tutti i servizi di emergenza sono attualmente sul posto. Secondo le prime informazioni, 5 civili sono rimasti feriti. Due donne di 75 anni e una donna di 50 anni hanno riportato ferite da esplosione. Due uomini, di 20 e 85 anni, hanno ferite relativamente lievi», ha scritto il funzionario.

Ore 11:56 - Wagner: Mosca ha promesso più munizioni dopo video, restiamo a Bakhmout

Il capo di Wagner, Evgheni Prigozhin, ha riferito di aver ricevuto la «promessa» da Mosca di ricevere più munizioni e armamenti, dopo aver minacciato di ritirarsi dalla città ucraina di Bakhmout per mancanza di sostegno. «Ieri sera abbiamo ricevuto un ordine di combattimento (...). Promettono di fornirci tutte le munizioni e gli armamenti di cui abbiamo bisogno per continuare le operazioni», ha dichiarato il fondatore del gruppo di mercenari in un messaggio audio.

Prigozhin ha spiegato che l’ordine ricevuto nella notte è «il primo in tutto questo tempo» e promette che al gruppo Wagner arriveranno «tutte le munizioni e le armi di cui abbiamo bisogno» per far sì che «il nemico non avanzi». Inoltre «ci è stato detto che possiamo agire a Bakhmut nel mondo in cui riteniamo più adatto», prosegue Prigozhin, segnalando che «Surovikin sarà la persona che gestirà i rapporti tra il gruppo Wagner e il ministero della Difesa». Il riferimento è al generale russo Sergei Surovikin, a capo dell«operazione militare speciale in Ucraina.

 Ore 12:39 - Fsb: sventato attacco con drone su base aerea russa

Le forze di intelligence di Mosca hanno fatto sapere che è stato sventato un attacco ucraino con drone alla base aerea militare di Severny, nella regione di Ivanovo, nella Russia centrale. «L’Fsb in collaborazione con il ministero dell’Interno russo ha sventato un tentativo di atto di sabotaggio e terrorismo pianificato dall’intelligence ucraina contro l’aeroporto militare di Severny utilizzando droni che trasportavano esplosivi», hanno riferito gli 007 di Mosca.

Ore 12:45 - Kiev, 75 attacchi nella regione di Zaporizhzhia in 24 ore

La regione di Zaporizhzhia è stata colpita da 75 attacchi nell’ultimo giorno, secondo le autorità locali. Lo riporta il Guardian. L’amministrazione militare di Zaporizhzhia ha dichiarato su Telegram che 16 insediamenti lungo la linea del fronte sono stati colpiti da artiglieria e proiettili antiaerei, anche se ha aggiunto che non ci sono state vittime.

Ore 13.00 - Polonia: jet ha evitato collisione con caccia russo

Un aereo polacco, di pattuglia per conto dell’agenzia Frontex sul Mar Nero vicino alla Romania, ha evitato per un soffio una collisione con un caccia russo. L’episodio, riferito da Varsavia e Bucarest, è avvenuto venerdì. Il jet russo SU-35 ha effettuato «manovre aggressive e pericolose», avvicinandosi all’aereo polacco senza mantenere una distanza di sicurezza, provocando turbolenze, perdita di quota e una temporanea perdita di controllo dell’aereo, ha sottolineato Anna Michalska, portavoce della guardia di frontiera polacca.

Ore 13:39 - 007 ucraini: continueremo a uccidere russi in tutto il mondo

Il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, ha rifiutato di confermare o smentire le informazioni sul possibile coinvolgimento dei servizi segreti ucraini negli attentati che hanno ferito o ucciso, negli ultimi mesi, diversi esponenti della propaganda nazionalista russa, tra cui ieri lo scrittore Zakhar Prilepin. In un’intervista, rilanciata dall’agenzia Unian, Budanov ha sottolineato che l’Ucraina combatterà contro gli invasori russi fino alla vittoria completa. «Tutto quello che commenterò è che abbiamo ucciso russi e uccideremo russi in qualsiasi parte del mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina», ha dichiarato il capo del Gur.

Ore 17:42 - Rheinmetall fornirà a Kiev due sistemi di difesa aerea prodotti in Italia

L'azienda tedesca Rheinmetall sta producendo in Italia armi (sviluppate e testate in Svizzera) che saranno trasferite in Ucraina. In particolare, entro la fine dell'anno saranno consegnati due sistemi di difesa aerea dal valore di 183 milioni di franchi, poco meno di 182 milioni di euro. «Rheinmetall fornirà due sistemi Skynex all'Ucraina entro fine 2023», ha detto oggi a Keystone-ATS il portavoce della società Oliver Hoffmann, confermando un articolo del domenicale Sonntagszeitung. I sistemi sono stati sviluppati dalla Rheinmetall Air Defence, che ha sede sociale a Zurigo. I sistemi di difesa contraerea in questione vengono fabbricati a Roma, da dove poi verranno consegnati direttamente agli ucraini. Come noto, la Svizzera proibisce l'esportazione di materiale bellico in direzione di Kiev, ma non il trasferimento di know-how ad altri Paesi, come specifica l'articolo 7 dell'ordinanza in materia. La maggior parte delle nazioni europee, Italia compresa, figura sulla lista. Attraverso questa disposizione si può quindi di fatto aggirare il divieto.

Ore 17:54 - Kiev: «Quando lanceremo la controffensiva la Russia cadrà nel panico»

«La Russia andrà nel panico quando lanceremo la nostra controffensiva». A dirlo è Volodymyr Gavrilov, viceministro della difesa Ucraina, in un'intervista al britannico The Independent. Gavrilov ha precisato che «la propaganda russa presenta un'immagine falsa di ciò che sta realmente accadendo sul campo di battaglia e che questa guerra sarà vinta proprio sul campo, non sugli schermi televisivi e neanche su Internet». «Non sarei sorpreso - ha aggiunto - se un giorno, forse questo mese o il mese prossimo, vedessimo qualcosa che contribuisce al collasso immediato della strategia della Russia, del suo esercito e della sua economia». Secondo il viceministro della Difesa la situazione a Bakhmut è stato un «momento chiave nella preparazione dell'Ucraina per la controffensiva».