Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

 

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 Di Antonio Giangrande

 

 

INDICE

 

“Sprecopoli. L’Italia degli sprechi”.

 

“Sprecopoli. L’Italia degli sprechi”.

SPRECOPOLI. L’ITALIA DEGLI SPRECHI
“Sprecopoli. L’Italia degli sprechi”. Il libro di Antonio Giangrande.
Ma quanto mi rubi? (Sprechi di Stato). Uno Stato che si
 fa rubare più di 565 miliardi di euro all’anno non è in crisi: è una nazione di deficienti!
Evasione fiscale, Corruzione, Sprechi, Disservizi, Speculazioni, Mafie, Estorsioni ed Usura, Contraffazione, Crac finanziari, Costo economico della burocrazia, Lentezza della giustizia.
Per un totale di 565 miliardi di euro all’anno.
Ed io pagooooo!!!......E’ la parafrasi di Totò. Frase detta nel film “47 morto che parla!” e ripresa da Striscia la Notizia. Ed è quello che ci diciamo ogni giorno quando ci rapportiamo con la vera faccia dello Stato. A fronte di un fabbisogno sempre crescente di risorse finanziarie che alimenta il debito pubblico e la pressione fiscale, di pari passo aumentano i tagli dei servizi pubblici ed i disservizi dei pochi rimasti, tanto da farci chiedere: dove cazzo vanno a finire i nostri soldi estorti in balzelli?
Ogni tanto qualcuno parla, a spizzichi e morsi, di quella o questa fonte di spreco, creando un momentaneo stato di indignazione e di rabbia, per poi ripiombare nell’indifferenza generale dell’italica ignavia. Salvo essere oggetto di strali dei buontemponi leghisti contro i soliti spreconi meridionali. Dicevo, questi qualcuno dalla penna facile scrivono dello spreco altrui, stando ben attenti, però, a non intaccare la propria fonte. Provate a pensare se tutte queste fonti di spreco fossero raccolte tutte insieme in un unico elenco. Tutte, veramente tutte. Farebbero accapponare la pelle. Ed è quello che si fa con il saggio “Sprecopoli. L’Italia degli sprechi”. Saggio che fa da contraltare all’altro saggio “Disserviziopoli. Disservizi a pagamento” ed ad un altro saggio “Speculopoli. Fisco e Monopoli”. E’ da venti anni che studio il sistema Italia, a carattere locale come a livello nazionale. Da queste indagini ne sono scaturiti decine di saggi, raccolti in una collana editoriale "L'Italia del Trucco, l'Italia che siamo", letti in tutto il mondo, ma che mi sono valsi l’ostruzionismo dei media nazionali. Pennivendoli venduti all’economia ed alla politica. Book ed E-Book che si possono trovare su Amazon.it.
Sprechi che non si esauriranno mai perché, tra stipendi da dare agli amici, clientele da alimentare, eredità da dare ai figli ed ai parenti, privilegi da difendere, è un cane che si morde la coda e fa comodo alla politica ed al sistema di potere. Alla faccia del povero fesso…Pantalone.