Denuncio al mondo ed ai posteri con
i miei libri
tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le
mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non
essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o
di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio
diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli
editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
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CONTROVOCE -
NOTIZIE VERE DAL POPOLO -
NOTIZIE SENZA CENSURA
L’ITALIA ALLO SPECCHIO
IL DNA DEGLI ITALIANI
LO SPETTACOLO
E LO SPORT
OTTAVA PARTE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2022, consequenziale a quello del 2021. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
INDICE PRIMA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Il Vintage.
Le prevendite.
I Televenditori.
I Balli.
Il Jazz.
La trap.
Il musical è nato a Napoli.
Morti di Fame.
I Laureati.
Poppe al vento.
Il lato eccentrico (folle) dei Vip.
La Tecno ed i Rave.
Alias: i veri nomi.
Woodstock.
Hollywood.
Spettacolo mafioso.
Il menù dei vip.
Il Duo è meglio di Uno.
Non è la Rai.
Abel Ferrara.
Achille Lauro.
Adria Arjona.
Adriano Celentano.
Afef Jnifen.
Aida Yespica.
Alan Sorrenti.
Alba Parietti.
Al Bano Carrisi.
Al Pacino.
Alberto Radius.
Aldo, Giovanni e Giacomo.
Alec Baldwin.
Alessandra Amoroso.
Alessandra Celentano.
Alessandra Ferri.
Alessandra Mastronardi.
Alessandro Bergonzoni.
Alessandro Borghese.
Alessandro Cattelan.
Alessandro Gassman.
Alessandro Greco.
Alessandro Meluzzi.
Alessandro Preziosi.
Alessandro Esposito detto Alessandro Siani.
Alessio Boni.
Alessia Marcuzzi.
Alessia Merz.
Alessio Giannone: Pinuccio.
Alessandro Haber.
Alex Britti.
Alexia.
Alice.
Alfonso Signorini.
Alyson Borromeo.
Alyx Star.
Alvaro Vitali.
Amadeus.
Amanda Lear.
Ambra Angiolini.
Anastacia.
Andrea Bocelli.
Andrea Delogu.
Andrea Roncato e Gigi Sammarchi.
Andrea Sartoretti.
Andrea Zalone.
Andrée Ruth Shammah.
Angela Finocchiaro.
Angelina Jolie.
Angelina Mango.
Angelo Branduardi.
Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz.
Anna Falchi.
Anna Galiena.
Anna Maria Barbera.
Anna Mazzamauro.
Ana Mena.
Anna Netrebko.
Annibale Giannarelli.
Antonella Clerici.
Antonella Elia.
Antonella Ruggiero.
Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
Antonino Cannavacciuolo.
Antonio Banderas.
Antonio Capuano.
Antonio Cornacchione.
Antonio Vaglica.
Après La Classe.
Arisa.
Arnold Schwarzenegger.
Asia e Dario Argento.
INDICE SECONDA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Barbara Bouchet.
Barbara D'urso.
Barbra Streisand.
Beatrice Quinta.
Beatrice Rana.
Beatrice Segreti.
Beatrice Venezi.
Belen Rodriguez.
Bella Lexi.
Benedetta D'Anna.
Benedetta Porcaroli.
Benny Benassi.
Peppe Barra.
Beppe Caschetto.
Beppe Vessicchio.
Bianca Guaccero.
BigTittyGothEgg o GothEgg.
Billie Eilish.
Blanco.
Blake Blossom.
Bob Dylan.
Bono Vox.
Boomdabash.
Brad Pitt.
Brigitta Bulgari.
Britney Spears.
Bruce Springsteen.
Bruce Willis.
Bruno Barbieri.
Bruno Voglino.
Cameron Diaz.
Caparezza.
Carla Signoris.
Carlo Conti.
Carlo Freccero.
Carlo Verdone.
Carlos Santana.
Carmen Di Pietro.
Carmen Russo.
Carol Alt.
Carola Moccia, alias La Niña.
Carolina Crescentini.
Carolina Marconi.
Cate Blanchett.
Catherine Deneuve.
Catherine Zeta Jones.
Caterina Caselli.
Céline Dion.
Cesare Cremonini.
Cesare e Mia Bocci.
Chiara Francini.
Chloe Cherry.
Christian De Sica.
Christiane Filangieri.
Claudia Cardinale.
Claudia Gerini.
Claudia Pandolfi.
Claudio Amendola.
Claudio Baglioni.
Claudio Cecchetto.
Claudio Lippi.
Claudio Santamaria.
Claudio Simonetti.
Coez.
Coma Cose.
Corrado, Sabina e Caterina Guzzanti.
Corrado Tedeschi.
Costantino Della Gherardesca.
Cristiana Capotondi.
Cristiano De André.
Cristiano Donzelli.
Cristiano Malgioglio.
Cristina D'Avena.
Cristina Quaranta.
Dado.
Damion Dayski.
Dan Aykroyd.
Daniel Craig.
Daniela Ferolla.
Daniela Martani.
Daniele Bossari.
Daniele Quartapelle.
Daniele Silvestri.
Dargen D'Amico.
Dario Ballantini.
Dario Salvatori.
Dario Vergassola.
Davide Di Porto.
Davide Sanclimenti.
Diana Del Bufalo.
Dick Van Dyke.
Diego Abatantuono.
Diego Dalla Palma.
Diletta Leotta.
Diodato.
Dita von Teese.
Ditonellapiaga.
Dominique Sanda.
Don Backy.
Donatella Rettore.
Drusilla Foer.
Dua Lipa.
INDICE TERZA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Eden Ivy.
Edoardo Bennato.
Edoardo Leo.
Edoardo Vianello.
Eduardo De Crescenzo.
Edwige Fenech.
El Simba (Alex Simbala).
Elena Lietti.
Elena Sofia Ricci.
Elenoire Casalegno.
Elenoire Ferruzzi.
Eleonora Abbagnato.
Eleonora Giorgi.
Eleonora Pedron.
Elettra Lamborghini.
Elio e le Storie Tese.
Elio Germano.
Elisa Esposito.
Elisabetta Canalis.
Elisabetta Gregoraci.
Elodie.
Elton John.
Ema Stokholma.
Emanuela Fanelli.
Emanuela Folliero.
Emanuele Fasano.
Eminem.
Emma Marrone.
Emma Rose.
Emma Stone.
Emma Thompson.
Enrico Bertolino.
Enrica Bonaccorti.
Enrico Lucci.
Enrico Montesano.
Enrico Papi.
Enrico Ruggeri.
Enrico Vanzina.
Enzo Avitabile.
Enzo Braschi.
Enzo Garinei.
Enzo Ghinazzi in arte Pupo.
Enzo Iacchetti.
Erika Lust.
Ermal Meta.
Eros Ramazzotti.
Eugenio Finardi.
Eva Grimaldi.
Eva Henger.
Eva Robin’s, Eva Robins o Eva Robbins.
Fabio Concato.
Fabio Rovazzi.
Fabio Testi.
Fabri Fibra.
Fabrizio Corona.
Fabrizio Moro.
Fanny Ardant.
Fausto Brizzi.
Fausto Leali.
Federica Nargi e Alessandro Matri.
Federica Panicucci.
Ficarra e Picone.
Filippo Neviani: Nek.
Filippo Timi.
Filomena Mastromarino, in arte Malena.
Fiorella Mannoia.
Flavio Briatore.
Flavio Insinna.
Forest Whitaker.
Francesca Cipriani.
Francesca Dellera.
Francesca Fagnani.
Francesca Michielin.
Francesca Manzini.
Francesca Reggiani.
Francesco Facchinetti.
Francesco Gabbani.
Francesco Guccini.
Francesco Sarcina e le Vibrazioni.
Franco Maresco.
Franco Nero.
Franco Trentalance.
Francis Ford Coppola.
Frank Matano.
Frida Bollani.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Gabriel Garko.
Gabriele Lavia.
Gabriele Salvatores.
Gabriele Sbattella.
Gabriele e Silvio Muccino.
Geena Davis.
Gegia.
Gene e Charlie Gnocchi.
Geppi Cucciari.
Gérard Depardieu.
Gerry Scotti.
Ghali.
Giancarlo Giannini.
Gianluca Cofone.
Gianluca Grignani.
Gianna Nannini.
Gianni Amelio.
Gianni Mazza.
Gianni Morandi.
Gianni Togni.
Gigi D’Agostino.
Gigi D’Alessio.
Gigi Marzullo.
Gigliola Cinquetti.
Gina Lollobrigida.
Gino Paoli.
Giorgia Palmas.
Giorgio Assumma.
Giorgio Lauro.
Giorgio Panariello.
Giovanna Mezzogiorno.
Giovanni Allevi.
Giovanni Damian, in arte Sangiovanni.
Giovanni Lindo Ferretti.
Giovanni Scialpi.
Giovanni Truppi.
Giovanni Veronesi.
Giulia Greco.
Giuliana De Sio.
Giulio Rapetti: Mogol.
Giuseppe Gibboni.
Giuseppe Tornatore.
Giusy Ferreri.
Gli Extraliscio.
Gli Stadio.
Guendalina Tavassi.
Guillermo Del Toro.
Guillermo Mariotto.
Guns N' Roses.
Gwen Adora.
Harrison Ford.
Hu.
I Baustelle.
I Cugini di Campagna.
I Depeche Mode.
I Ferragnez.
I Maneskin.
I Negramaro.
I Nomadi.
I Parodi.
I Pooh.
I Soliti Idioti. Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio.
Il Banco: Il Banco del Mutuo Soccorso.
Il Volo.
Ilary Blasi.
Ilona Staller: Cicciolina.
Irama.
Irene Grandi.
Irina Sanpiter.
Isabella Ferrari.
Isabella Ragonese.
Isabella Rossellini.
Iva Zanicchi.
Ivan Cattaneo.
Ivano Fossati.
Ivano Marescotti.
INDICE QUINTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
J-Ax.
Jacopo Tissi.
Jamie Lee Curtis.
Janet Jackson.
Jeff Goldblum.
Jenna Starr.
Jennifer Aniston.
Jennifer Lopez.
Jerry Calà.
Jessica Rizzo.
Jim Carrey.
Jo Squillo.
Joe Bastianich.
Jodie Foster.
Jon Bon Jovi.
John Landis.
John Travolta.
Johnny Depp.
Johnny Dorelli e Gloria Guida.
José Carreras.
Julia Ann.
Julia Roberts.
Julianne Moore.
Justin Bieber.
Kabir Bedi.
Kathy Valentine.
Katia Ricciarelli.
Kasia Smutniak.
Kate Moss.
Katia Noventa.
Kazumi.
Khadija Jaafari.
Kim Basinger.
Kim Rossi Stuart.
Kirk, Michael (e gli altri) Douglas.
Klaus Davi.
La Rappresentante di Lista.
Laetitia Casta.
Lando Buzzanca.
Laura Chiatti.
Laura Freddi.
Laura Morante.
Laura Pausini.
Le Donatella.
Lello Analfino.
Leonardo Pieraccioni e Laura Torrisi.
Levante.
Liberato è Gennaro Nocerino.
Ligabue.
Liya Silver.
Lila Love.
Liliana Fiorelli.
Liliana Cavani.
Lillo Pasquale Petrolo e Greg Claudio Gregori.
Linda Evangelista.
Lino Banfi.
Linus.
Lizzo.
Lo Stato Sociale.
Loredana Bertè.
Lorella Cuccarini.
Lorenzo Cherubini: Jovanotti.
Lorenzo Zurzolo.
Loretta Goggi.
Lory Del Santo.
Luca Abete.
Luca Argentero.
Luca Barbareschi.
Luca Carboni.
Luca e Paolo.
Luca Guadagnino.
Luca Imprudente detto Luchè.
Luca Pasquale Medici: Checco Zalone.
Luca Tommassini.
Luca Zingaretti.
Luce Caponegro in arte Selen.
Lucia Mascino.
Lucrezia Lante della Rovere.
Luigi “Gino” De Crescenzo: Pacifico.
Luigi Strangis.
Luisa Ranieri.
Maccio Capatonda.
Madonna Louise Veronica Ciccone: Madonna.
Mago Forest: Michele Foresta.
Mahmood.
Madame.
Mal.
Malcolm McDowell.
Malena…Milena Mastromarino.
Malika Ayane.
Manuel Agnelli.
Manuela Falorni. Nome d'arte Venere Bianca.
Mara Maionchi.
Mara Sattei.
Mara Venier.
Marcella Bella.
Marco Baldini.
Marco Bellavia.
Marco Castoldi: Morgan.
Marco Columbro.
Marco Giallini.
Marco Leonardi.
Marco Masini.
Marco Marzocca.
Marco Mengoni.
Marco Sasso è Lucrezia Borkia.
Margherita Buy e Caterina De Angelis.
Margherita Vicario.
Maria De Filippi.
Maria Giovanna Elmi.
Maria Grazia Cucinotta.
Marika Milani.
Marina La Rosa.
Marina Marfoglia.
Mario Luttazzo Fegiz.
Marilyn Manson.
Mary Jane.
Marracash.
Martina Colombari.
Massimo Bottura.
Massimo Ceccherini.
Massimo Lopez.
Massimo Ranieri.
Matilda De Angelis.
Matilde Gioli.
Maurizio Lastrico.
Maurizio Pisciottu: Salmo.
Maurizio Umberto Egidio Coruzzi detto Mauro, detto Platinette.
Mauro Pagani.
Max Felicitas.
Max Gazzè.
Max Giusti.
Max Pezzali.
Max Tortora.
Melanie Griffith.
Melissa Satta.
Memo Remigi.
Michael Bublé.
Michael J. Fox.
Michael Radford.
Michela Giraud.
Michelangelo Vood.
Michele Bravi.
Michele Placido.
Michelle Hunziker.
Mickey Rourke.
Miku Kojima, anzi Saki Shinkai.
Miguel Bosè.
Milena Vukotic.
Miley Cyrus.
Mimmo Locasciulli.
Mira Sorvino.
Miriam Dalmazio.
Monica Bellucci.
Monica Guerritore.
INDICE SESTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Nada.
Nancy Brilli.
Naomi De Crescenzo.
Natalia Estrada.
Natalie Portman.
Natasha Stefanenko.
Natassia Dreams.
Nathaly Caldonazzo.
Neri Parenti.
Nia Nacci.
Nicola Savino.
Nicola Vaporidis.
Nicolas Cage.
Nicole Kidman.
Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko.
Nicoletta Strambelli: Patty Pravo.
Niccolò Fabi.
Nina Moric.
Nino D'Angelo.
Nino Frassica.
Noemi.
Oasis.
Oliver Onions: Guido e Maurizio De Angelis.
Oliver Stone.
Olivia Rodrigo.
Olivia Wilde e Harry Styles.
Omar Pedrini.
Orietta Berti.
Orlando Bloom.
Ornella Muti.
Ornella Vanoni.
Pamela Anderson.
Pamela Prati.
Paola Barale.
Paola Cortellesi.
Paola e Chiara.
Paola Gassman e Ugo Pagliai.
Paola Quattrini.
Paola Turci.
Paolo Belli.
Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli.
Paolo Calabresi.
Paolo Conte.
Paolo Crepet.
Paolo Rossi.
Paolo Ruffini.
Paolo Sorrentino.
Patrizia Rossetti.
Patti Smith.
Penélope Cruz.
Peppino Di Capri.
Peter Dinklage.
Phil Collins.
Pier Luigi Pizzi.
Pierfrancesco Diliberto: Pif.
Pietro Diomede.
Pietro Valsecchi.
Pierfrancesco Favino.
Pierluigi Diaco.
Piero Chiambretti.
Pierò Pelù.
Pinguini Tattici Nucleari.
Pino Donaggio.
Pino Insegno.
Pio e Amedeo.
Pippo (Santonastaso).
Peter Gabriel.
Placido Domingo.
Priscilla Salerno.
Pupi Avati.
INDICE SETTIMA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Quentin Tarantino.
Raffaele Riefoli: Raf.
Ramona Chorleau.
Raoul Bova e Rocio Munoz Morales.
Raul Cremona.
Raphael Gualazzi.
Red Canzian.
Red Ronnie.
Reya Sunshine.
Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni.
Renato Zero.
Renzo Arbore.
Riccardo Chailly.
Riccardo Cocciante.
Riccardo Manera.
Riccardo Milani.
Riccardo Scamarcio.
Ricky Gianco.
Ricky Johnson.
Ricky Martin.
Ricky Portera.
Rihanna.
Ringo.
Rita Dalla Chiesa.
Rita Rusic.
Roberta Beta.
Roberto Bolle.
Roberto Da Crema.
Roberto De Simone.
Roberto Loreti, in arte e in musica Robertino.
Roberto Satti: Bobby Solo.
Roberto Vecchioni.
Robbie Williams.
Rocco Papaleo.
Rocco Siffredi.
Roman Polanski.
Romina Power.
Romy Indy.
Ron: Rosalino Cellamare.
Ron Moss.
Rosanna Lambertucci.
Rosanna Vaudetti.
Rosario Fiorello.
Giuseppe Beppe Fiorello.
Rowan Atkinson.
Russel Crowe.
Rkomi.
Sabina Ciuffini.
Sabrina Ferilli.
Sabrina Impacciatore.
Sabrina Salerno.
Sally D’Angelo.
Salvatore (Totò) Cascio.
Sandra Bullock.
Santi Francesi.
Sara Ricci.
Sara Tommasi.
Scarlett Johansson.
Sebastiano Vitale: Revman.
Selena Gomez.
Serena Dandini.
Serena Grandi.
Serena Rossi.
Sergio e Pietro Castellitto.
Sex Pistols.
Sfera Ebbasta.
Sharon Stone.
Shel Shapiro.
Silvia Salemi.
Silvio Orlando.
Silvio Soldini.
Simona Izzo.
Simona Ventura.
Sinead O’Connor.
Sonia Bergamasco.
Sonia Faccio: Lea di Leo.
Sonia Grey.
Sophia Loren.
Sophie Marceau.
Stefania Nobile e Wanna Marchi.
Stefania Rocca.
Stefania Sandrelli.
Stefano Accorsi e Fabio Volo.
Stefano Bollani.
Stefano De Martino.
Steve Copeland.
Steven Spielberg.
Stormy Daniels.
Sylvester Stallone.
Sylvie Renée Lubamba.
Tamara Baroni.
Tananai.
Teo Teocoli.
Teresa Saponangelo.
Tiberio Timperi.
Tim Burton.
Tina Cipollari.
Tina Turner.
Tinto Brass.
Tiziano Ferro.
Tom Cruise.
Tom Hanks.
Tommaso Paradiso e TheGiornalisti.
Tommaso Zanello alias Piotta.
Tommy Lee.
Toni Servillo.
Totò Cascio.
U2.
Umberto Smaila.
Umberto Tozzi.
Ultimo.
Uto Ughi.
Valentina Bellucci.
Valentina Cervi.
Valeria Bruni Tedeschi.
Valeria Graci.
Valeria Marini.
Valerio Mastandrea.
Valerio Scanu.
Vanessa Scalera.
Vasco Rossi.
Vera Gemma.
Veronica Pivetti.
Victoria Cabello.
Vincenzo Salemme.
Vinicio Marchioni.
Viola Davis.
Violet Myers.
Virginia Raffaele.
Vittoria Puccini.
Vittorio Brumotti.
Vittorio Cecchi Gori.
Vladimir Luxuria.
Woody Allen.
Yvonne Scio.
Zucchero.
INDICE OTTAVA PARTE
SOLITO SANREMO. (Ho scritto un saggio dedicato)
Solito pre Sanremo.
Terza Serata.
Quarta Serata.
Quinta Serata.
Chi ha vinto?
Simil Sanremo: L’Eurovision Song Contest (ESC)
INDICE NONA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Superman.
Il Body Building.
Quelli che...lo Yoga.
Wags e Fads.
Il Coni.
Gli Arbitri.
Quelli che …il Calcio I Parte.
INDICE DECIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
Quelli che …il Calcio II Parte.
INDICE UNDICESIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Mondiali 2022.
I soldati di S-Ventura. Un manipolo di brocchi. Una squadra di Pippe.
INDICE DODICESIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I personal trainer.
Quelli che …La Pallacanestro.
Quelli che …La Pallavolo.
Quelli che..la Palla Ovale.
Quelli che...la Pallina da Golf.
Quelli che …il Subbuteo.
Quelli che…ti picchiano.
Quelli che…i Motori.
La Danza.
Quelli che …l’Atletica.
Quelli che…la bicicletta.
Quelli che …il Tennis.
Quelli che …la Scherma.
I Giochi olimpici invernali.
Quelli che …gli Sci.
Quelli che si danno …Dama e Scacchi.
Quelli che si danno …all’Ippica.
Il Doping.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
OTTAVA PARTE
SOLITO SANREMO. (Ho scritto un saggio dedicato)
Striscia: Sanremo non è della Rai, una sentenza apre all’ipotesi di un bando pubblico per assegnare il Festival. Ilaria Minucci il 30/09/2022 su Notizie.it
Notizia bomba da Striscia la Notizia: il Festival di Sanremo non è appannaggio della Rai ma potrebbe essere trasmesso anche da altre emittenti.
L’inviato di Striscia la Notizia Pinuccio ha lanciato un appello alle emittenti sollecitandole a chiedere che la trasmissione del Festival di Sanremo venga assegnata tramite apposito bando sottolineando che la kermesse della musica italiana non è di proprietà della Rai.
Striscia, Sanremo non è della Rai
Alle ore 20:35, è andata in onda una nuova puntata di Striscia la Notizia su Canale 5 durante la quale è stata trasmessa la rubrica di Pinuccio sugli sprechi Rai battezzata “Rai Scoglio 24”. In questo contesto, l’inviato ha fatto un annuncio estremamente provocatorio affermando che, teoricamente, il Festival di Sanremo non dovrebbe essere appannaggio esclusivo della tv pubblica ma l’organizzazione del Festival dovrebbe essere assegnata tramite un bando al quale dovrebbero poter gareggiare tutte le emittenti interessate all’evento.
Pertanto, la Rai potrebbe anche perdere il suo primato e dire addio a uno dei suoi programmi di punta.
Tutto è cominciato dopo la richiesta dell’Associazione Fonografi italiani (Afi) al comune di Sanrmo con la quale hanno sollecitato la visione di alcuni documenti sulla rinomata kermesse musicale. L’istanza è stata negata e per questo motivo l’Afi ha deciso di fare ricorso al Tar che si è pronunciato sulla questione con una sentenza tanto importante quanto rivoluzionaria.
Una sentenza apre all’ipotesi di un bando pubblico per assegnare il Festival
“Per la prima volta il tribunale amministrativo ha aperto alla possibilità di vedere gli atti del Festival della canzone italiana”, ha spiegato l’avvocato Fabio dell’Aversana che ricopre anche il ruolo di presidente della Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo (Siedas). “Pur non pronunciandosi direttamente sulla possibilità dell’ente comunale di mettere a bando la gestione del Festival, perché non era quello l’oggetto del giudizio, mette in chiaro una serie di principi che potrebbero essere richiamati per sostenere questa eventualità”, ha precisato.
A questo punto, quindi, l’inviato di Striscia Pinuccio ha lanciato una sfida a tutte le emittenti, ponendo la seguente domanda: “Perché non chiedete che il Festival sia assegnato con un bando aperto a tutti?”.
Amadeus, Sanremo è suo per altri due anni: “Felice e onorato, subito al lavoro”. Silvia Fumarola su La Repubblica il 5 Marzo 2022.
Il direttore artistico indicato dall'ad Rai Carlo Fuortes anche per le edizioni 2023 e 2024. Come lui solo Pippo Baudio e Mike Buongiorno.
La moglie Giovanna ci sperava ("Io lo vorrei vedere ancora sul palco dell'Ariston"), l'amico fraterno Fiorello era sicuro che avrebbe fatto la quarta e la quinta edizione. Amadeus condurrà il Festival di Sanremo nel 2023, e nel 2024. L'amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes lo blinda per due anni; almeno per Sanremo, il servizio pubblico avrà un pensiero in meno. Lo annuncia Viale Mazzini, il sì arriva dopo "un lungo e cordiale colloquio". "Squadra che vince non si cambia, la qualità è stata la chiave del successo" aveva detto un mese fa Fuortes commentando l'ultima edizione trionfale (13 milioni 380 mila spettatori, 64.9% di share per la serata finale, numeri che non si vedevano da 22 anni). E non ha perso tempo. Ha convocato il conduttore-direttore artistico per fargli la proposta che non poteva rifiutare. Chiuso il festival Amadeus aveva spiegato che voleva pensarci, Fuortes aveva detto subito che lo avrebbe convocato per parlarne. Detto fatto. "Sono felice e onorato della proposta dell'amministratore delegato Carlo Fuortes e del direttore del prime time Stefano Coletta. Averla ricevuta adesso mi permette di lavorare da subito. Non vedo l'ora di iniziare" il commento di Amadeus, che a 59 anni è destinato a eguagliare il record di Mike Bongiorno e Pippo Baudo con cinque Festival consecutivi. Mike condusse Sanremo ininterrottamente tra il 1963 e il 1967 e Pippo tra il 1992 e il 1996.
L'impronta di Amadeus, che con le sue scelte musicali ha conquistato i giovanissimi, è risultata decisiva. "Amadeus ha dimostrato una forte comprensione degli scenari musicali attuali e dell'importanza di connettere il pubblico televisivo con le generazioni dello streaming. Un risultato che ha premiato in termini di ascolti e classifiche musicali" dice Enzo Mazza, ceo della Fimi, la Federazione dell'industria musicale. Fiorello non aveva mai dubitato che l'amico avrebbe detto sì. "Certo che lo farà, ne sono sicuro, lui a Sanremo ha preso casa, ha già fatto il rogito" aveva spiegato a Porta a porta subito dopo Sanremo, con Amadeus che chiariva di non voler rinunciare all'amico, nell'ipotesi del quarto festival.
Qualche giorno dopo, Amadeus è ospite a Che tempo che fa e Fiorello lo chiama in diretta. "È tutto a posto" spiega "Ama farà il quarto e anche il quinto festival... Dico solo una cosa: ha già accettato. Dai, l'hai detto ieri! Ha parlato con tutti, tutto a posto". Mentre Amadeus smentiva ridendo, Fazio chiedeva a Fiorello: anche tu tornerai all'Ariston? "Come no! - la risposta dello showman - Forse vado due mesi prima addirittura". Amadeus negava ancora, ma Fazio chiosava: "Se Fiorello dice una cosa così vuol dire che è vero. Io mi fido". Il doppio mandato sanremese blinda Amedeo Umberto Rita Sebastiani, che compirà 60 anni a settembre. L'ex disc jockey innamorato della musica ha realizzato il suo sogno con la tv. Ormai è diventato un congiunto: è in onda tutti i giorni su Rai 1 con I soliti ignoti e il sabato con Affari tuoi - Formato famiglia. Il quarto festival è un impegno e anche un rischio, visti gli ascolti dell'ultima edizione. Ma non solo sotto il punto di vista dell'Auditel: continuare sulla strada dell'innovazione è un'esigenza, migliorare ancora il cast una doppia sfida. Un'impresa cercare nuovi talenti e convincere le glorie che non hanno mai voluto provare il brivido della gara. Perché una cosa è certa, nella formula magica di Amadeus, il mix vincente è "nessuno escluso".
Gianni Morandi co-conduttore a Sanremo 2023. Redazione Spettacoli il 12 Luglio 2022 su Il Giornale.
Amadeus punta sull'usato sicuro: il cantante ha già calcato il palco dell'Ariston in tutti i ruoli.
L'annuncio, come ormai da stucchevole abitudine, un po' anni Ottanta, del festival di Sanremo, è arrivato in diretta durante il Tg1 delle 20, con sette mesi d'anticipo sul via. Il co-conduttore del prossimo festival, accanto ad Amadeus, sarà Gianni Morandi.
«Caro Amadeus, non sono con Jovanotti, stasera sono a casa ma mi sono messo lo smoking. La proposta che mi hai fatto mi ha prima sorpreso e poi entusiasmato. Poi mi sono fatto una domanda: hai fatto festival straordinari ma anche impegnativi. Nel 2023 avrai fatto 60 anni: hai bisogno - ha detto Morandi in collegamento al Tg1 - di qualcuno giovane, che ti dia una mano. Scherzo Ama: accetto con entusiasmo».
Amadeus ha subito elogiato Morandi «amato da tutti, è la storia della musica ma anche il presente, amatissimo da intere generazioni». Ospite fisso del Jova Beach Party, Gianni Morandi ha già condotto due festival di Sanremo, quello del 2011 e quello del 2012, e lo ha vinto soltanto una volta nel 1987 con Si può dare di più insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. Poi è arrivato sul podio, terzo, nell'ultima edizione 2022, condotta da Amadeus, con il brano Apri tutte le porte scritta proprio da Lorenzo Cherubini.
Quello che è certo è che Amadeus vuole un Sanremo 2023 da record.
Nonostante manchino ancora molti mesi, il direttore artistico è già in trattativa per avere alcuni dei nomi più importanti sul palco del Festival, e tra questi spunta la pop star Britney Spears. Dopo l'annuncio della presenza di Chiara Ferragni, come co-conduttrice delle serate di apertura e chiusura, Amadeus non si ferma. Vuole sul palco del Festival di Sanremo artisti internazionali di fama mondiale: inizialmente il direttore artistico era indeciso se chiamare Lady Gaga o Britney Spears, ma nelle ultime ore si è sparsa la voce che Amadeus abbia deciso di puntare tutto su Britney Spears con un gettone per la presenza di almeno 200mila euro.
Amadeus come Mike e Pippo. Tutti i vantaggi (e gli svantaggi). Paolo Giordano il 5 Marzo 2022 su Il Giornale.
Dopo il megasuccesso, il presentatore condurrà il Festival per altri due anni. Una sfida, tante incognite.
Adesso finalmente è sicuro (e meritato): Amadeus condurrà il Festival di Sanremo anche nel 2023 e nel 2024. Lo ha confermato l'Amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes che ieri ha ricevuto Amadeus insieme con il direttore del Prime Time Stefano Coletta ricevendo uno stentoreo «sono felice e onorato, non vedo l'ora di iniziare». È la rapidissima conclusione di un'incertezza durata neanche un mese dopo la finale del 5 febbraio all'Ariston. Penta-Amadeus si siede quindi di fianco a Mike Bongiorno e a Pippo Baudo, gli unici che, nei sette decenni di storia del Festival, siano stati i padroni di casa per un lustro consecutivo. Curiosità: entrambi i suoi predecessori hanno occupato la parte centrale del decennio di riferimento, Mike dal 1963 al 1967, Baudo dal 1992 al 1996.
Inutile dire che, dopo i sontuosi risultati di ascolto e di consenso critico (media di ascolto 58% di share, giovani sempre più coinvolti, raccolta pubblicitaria record e utile di 25 milioni circa) nessuno si aspettava una soluzione diversa. Squadra che vince non si cambia. E anche la discografia applaude: «Amadeus ha dimostrato una forte comprensione degli scenari musicali attuali e dell'importanza di connettere il pubblico televisivo con le generazioni dello streaming», conferma Enzo Mazza, ceo della Fimi, la Federazione dell'industria musicale. In poche parole, per Amadeus è davvero un trionfo di fiducia che arriva ai confini della favola. Dopo una bella carriera in tv e un periodo di appannamento ai margini della scena, «il conduttore della porta accanto» trova la consacrazione che lo consegna alla storia della Rai e di quel crocevia di italianità e tradizioni che è il Festival di Sanremo. E la trova in una delle fasi più difficili di sempre, proprio nel passaggio tra la peggior pandemia da un secolo e il peggior conflitto armato dopo la Seconda guerra mondiale. Però ora viene il bello.
Di solito la regola consiglia di lasciare il campo quando si è raggiunto il massimo e, obiettivamente, i risultati degli ultimi tre Festival sono euforici. Il rischio di non poter fare meglio è concreto, non certo per sfiducia nei confronti di Amadeus ma perché, specialmente nel feroce turnover cui ci stiamo abituando, la «resistenza» dei personaggi si è drasticamente ridotta. Il gradimento è sempre meno ancorato e sempre più volatile, i gusti cambiano alla velocità della luce (anzi, della fibra) e le mode si esauriscono non appena sono diventate, appunto, di moda. Quindi quella di Amadeus è la madre di tutte le sfide televisive, molto diversa da quella dei suoi predecessori penta-sanremesi. Mike Bongiorno ha guidato il Festival in una fase sostanzialmente statica, lasciandolo dopo il suicidio di Luigi Tenco e alla vigilia del '68 musicalmente e socialmente rivoluzionario. Pippo Baudo è stato il condottiero dell'Ariston in una Italia che ribolliva per Tangentopoli e il post Tangentopoli ma che musicalmente e televisivamente resisteva in una bolla praticamente intoccabile.
Ora Amadeus si prepara ai prossimi due Festival mentre tutto sta cambiando. La musica, innanzitutto. Grazie a Baglioni e a lui, Sanremo è tornato in sintonia con la parte di ascoltatori più golosa di musica, ossia i giovanissimi. È stata una sfida (vinta) che si è rivelata il miglior investimento possibile anche per la Rai che, anche grazie a quelle da molti tuttora definite «canzonette», si ritrova una platea rinnovata e competitiva. Oggi si sa che domani il Festival sarà seguito anche da tanti giovanissimi, quelli che fino a pochi anni fa manco sapevano cosa fosse il Festival di Sanremo oppure, per carità, quella è «roba da vecchi». E poi si stanno trasformando anche le «modalità di fruizione» dei grandi eventi televisivi, sempre più seguiti a spizzichi e bocconi, ossia a piccoli spezzoni ritagliati e setacciati dai social. In poche parole, mentre tv e musica cambiano, Amadeus rimane. E la sua potrebbe rivelarsi un'impresa chiave per capire come e dove andranno il pop e i telespettatori nel futuro prossimo venturo.
Ci manca Pasolini ma il suo mondo è morto con lui…
Amadeus al lavoro per Sanremo: "Non avrò super ospiti italiani". Redazione Spettacoli su La Repubblica il 25 Novembre 2022.
Il direttore artistico: "Ci saranno quelli che hanno compiuto 70 anni. Preferisco celebrare un personaggio storico della nostra musica. Quest'anno mi piacerebbe recuperare la presenza internazionale". Il 4 dicembre saranno svelati i nomi dei cantanti in gara
"Non avrò super ospiti italiani quest'anno, se non quelli che hanno compiuto i 70 anni di età. Preferisco, come è giusto, celebrare un personaggio storico della musica italiana che deve essere giustamente presentato come super ospite, tutti gli altri sarò onorato di averli in gara". Amadeus svela qualche dettaglio della prossima edizione del Festival di Sanremo di cui è direttore artistico e conduttore, a un evento della Milano Music Week.
Il 4 dicembre l'annuncio dei cantanti in gara
Una decisione, quella di concentrarsi sui cantanti in gara, in linea con il suo "mandato", ovvero "far sì che la musica sia la cosa più importante del festival". Ed è proprio di questi giorni la "fase più calda" della scelta dei brani: i cantanti in gara, ha detto lo stesso Amadeus, verranno svelati "il prossimo 4 dicembre nell'edizione delle 13.30 del Tg1". Una selezione fatta, secondo Amadeus, "con grande onestà". "Scelgo sulla base di quello che penso possa piacere al pubblico - dice ancora - partendo dai giovani che hanno una velocità pazzesca dal punto di vista musicale. E a loro va dato spazio, a cominciare dalla musica del festival di Sanremo".
"Tutto deve partire dalle canzoni"
Quello che più conta, al festival, è la scelta delle canzoni. "Gli ospiti, gli artisti, sono fondamentali. Ma tutto deve partire dalle canzoni in gara perché i festival si ricordano per le canzoni in gara".
Ospiti internazionali
E se le due edizioni appena passate sono state caratterizzate dall'assenza di ospiti provenienti dall'estero, per via della pandemia, "quest'anno mi piacerebbe recuperare la presenza internazionale, ci stiamo lavorando". Ma niente nomi, per il momento. Infatti scherza: "Se vi dico a chi sto pensando mi direte 'allora lo stai contattando'. E se poi non viene, direte 'lo hai voluto, ma ti ha detto di no'".
I conduttori del PrimaFestival
Questa sera Amadeus ha anche svelato i conduttori della striscia tv che anticipa Sanremo per una settimana PrimaFestival: si tratta di Andrea Delogu, e tra gli inviati, gli Autogol e Jody Cecchetto.
L'aneddoto: l'ascolto del brano dei Måneskin
Tra i ricordi delle edizioni passate, un pensiero va ai Måneskin, vincitori dell'edizione 2021, la 71esima. "Io non mi sbilancio mai quando mi fanno ascoltare un brano, ma quando ho sentito i Måneskin mi sono detto: 'Loro sono a Sanremo'. Una volta sentiti - racconta ancora - mi chiesero se volevo fare delle modifiche al brano visto che c'erano delle parolacce, ma io ho risposto 'No, questa canzone non va toccata di una virgola'".
Una canzone "non male"
E infine, strappando un sorriso in sala, Amadeus ha ironizzato ancora: "Mi chiesero anche se mi fosse piaciuto il brano, ma non mi sono sbilanciato: ho solo detto 'Non è male'".
(ANSA il 17 dicembre 2022) - Cambio in corsa per il titolo del brano che Madame presenterà in gara al prossimo Festival di Sanremo (7-11 febbraio). Originariamente era 'Puttana', come confermato nell'intervista che la cantante ha concesso alla 'Lettura' del Corriere della Sera - si legge sul sito del quotidiano - in edicola il 18 dicembre. Ma sul palco della finale di Sanremo Giovani, la sera del 16 dicembre, Madame ha annunciato che la canzone si intitola 'Il bene nel male'.
"E' stata una scelta artistica dell'ultimo minuto - spiegano dall'entourage della cantautrice - condivisa con la direzione artistica". Con il brano, scritto e composto da lei stessa con Bias e Brail, Madame - nata a Vicenza, classe 2022 - torna all'Ariston dopo la partecipazione nel 2021 con 'Voce', canzone che ha vinto anche il Premio Lunezia e il Premio Bardotti, entrambi per il miglior testo. E' la più giovane vincitrice della Targa Tenco per il miglior album d'esordio, 'Madame', e per la miglior canzone, sempre 'Voce'.
Luca Dondoni per “la Stampa” il 17 dicembre 2022.
Madame parteciperà al festival di Sanremo 2023 e, ancor prima di gareggiare, è al centro della prima polemica. Il titolo della canzone in gara avrebbe dovuto essere Puttana. Ma all'ultimo è stato deciso di cambiarlo ne Il bene nel male.
I titoli dei brani del prossimo Festival sono stati annunciati ieri nella serata di Sanremo Giovani. Il giallo nasce dal fatto che la lista è stata cambiata in extremis: tanto è vero che il titolo originario, stampato, è stato cancellato con una riga e sostituito a matita con quello nuovo. Non è chiaro se l'abbia deciso l'organizzazione del Festival oppure l'artista. Certo è che un titolo così forte a Sanremo, non si era mai visto e non si può escludere che il timore di una polemica a mesi dall'inizio della gara abbia portato a una scelta più prudente.
Ieri su Rai 1, Amadeus ha impalmato i sei giovani che entreranno tra i big a febbraio in diretta su Rai 1, in una serata aperta con il ricordo toccante di Sinisa Mihajlovic, di cui è stata mandata in onda la clip dell'ospitata dell'anno scorso al festival: «Un grande uomo e un grande allenatore - ha detto l'interista Amadeus - che investiva sui giovani».
Sul testo di Madame, così come sugli altri, nulla sui saprà fino a poco prima del festival. Sappiamo che la canzone di Leo Gassmann, Terzo cuore, è stata scritta dai Pinguini Tattici Nucleari. Ma per il resto l'amore si può solo presumere dietro i titoli di Modà, Lasciami, e dei Coma Cose, L'addio.
La palma dei più curiosi va a Colapesce Dimartino con Splash, e senza dubbio ai Cugini di Campagna con Lettera 22, nome della mitica macchina da scrivere Olivetti. Ariete sta in un Mare di guai, gli Articolo 31 propongono Un bel viaggio, per i patiti della matematica torna tre volte il numero due: Elodie è in gara con Due, Mengoni con Due vite e si sale con Mara Sattei a Duemilaminuti, brano scritto da Damiano David dei Måneskin.
Citazione da Steinbeck per Paola e Chiara con Furore, Tananai va a ritmo di Tango, mentre il primo festival con i sovranisti al potere avrà anche il suo brano Made in Italy, lo canta Rosa Chemical. E ancora: Levante ha il titolo più sintetico, Vivo, qualche lettera in più per Cenere di Lazza, quello più lungo è di Grignani, Quando ti manca il fiato, mentre Ultimo parte all'Alba. Nella speranza che non siano Parole dette male, come canta Giorgia e che non debbano intervenire i Supereroi del pezzo di Mr. Rain.
Parlando di ritorni, Anna Oxa sarà in gara con Sali (canto dell'anima), brano scritto da Ivano Fossati: proprio come al suo esordio nel '78 con l'indimenticabile Un'emozione da poco. Ma proprio di Anna Oxa era circolata via social la notizia della sua presenza in dubbio per via di un contenzioso giudiziario con la Rai, relativo al suo incidente da concorrente di Ballando con le Stelle e ieri Amadeus ha voluto chiarire: «Nel mio ruolo di direttore artistico ho la facoltà di invitare gli artisti in gara e da questo punto di vista l'azienda non ha posto nessun problema o dubbio quando ho fatto il nome di Anna Oxa».
Ma la polemica è sempre in agguato con Sanremo e con Ama che ha voluto replicare anche a chi lo aveva criticato per il numero giudicato troppo esiguo di soltanto due artiste donne tra i 12 in gara a Sanremo Giovani: «Non ho mai scelto il cast in base alle quote rosa, lo trovo offensivo. Va in gara il meglio che ho potuto ascoltare tra i Giovani. E non ho mai pensato di mettere due donne in più, solo per farci dire che siamo bravi».
A proposito di cast, nessuna novità sui nomi delle due presentatrici che affiancheranno Ama e Morandi nelle serate di mercoledì e giovedì: «Abbiamo belle idee, stiamo lavorandoci». Smentite le voci sui superospiti stranieri: «Ho saputo che si parla di trattative in corso per Lady Gaga e Britney Spears ma non c'è nulla di vero. Avremo super ospiti internazionali (si parla di Muse, One Republic o Rosalia, ndr), ma i miei superospiti sono tutti in gara».
Maria Egizia Fiaschetti e Maria Volpe per corriere.it il 17 dicembre 2022.
Amadeus, affiancato da Gianni Morandi, ha condotto la serata (con un ricordo di Siniša Mihajlovic) che ha decretato i sei giovani (su 12) che saranno in gara il 7 febbraio 2023. Il vincitore è Gianmaria. I 22 big hanno comunicato i titoli dei loro brani al Festival
Ormai il Festival di Sanremo è vicino e Amadeus distilla di tanto in tanto notizie fresche. Venerdì, dal Teatro del Casinò di Sanremo, ha condotto la serata che ha decretato i sei vincitori dei giovani che parteciperanno di diritto alla kermesse canora che inizierà martedì 7 febbraio 2023. E oltre ai sei giovani vincitori, venerdì sera, Amadeus ha svelato i titoli delle canzoni in gara. Presenti tutti i 22 big, i quali hanno dunque comunicato il proprio brano. Con un giallo.
La canzone di Madame avrebbe dovuto intitolarsi «Puttana», come confermato nell’intervista che l’artista ha concesso alla Lettura (inserto del Corriere) in edicola domenica. Però, al momento dell’annuncio sul palco, Madame ha detto: «Il bene nel male». Titolo cambiato in corsa? Da Madame stessa? O qualcuno l’ha obbligata a farlo per poter salire sul palco? Si volevano evitare polemiche? I vertici Rai hanno imposto la scelta? I motivi al momento non si conoscono, c’è massimo riserbo sulle ragioni. Nessuno conferma, nè smentisce. Come da tradizione, il Festival di Sanremo ancor prima di cominciare ha la sua prima polemica.
Madame - pseudonimo di Francesca Calearo, nata a Vicenza, il 16 gennaio 2002 - è una cantautrice e rapper diventata famosa nel 2018 grazie al brano «Sciccherie». Poi ha partecipato in gara al Festival di Sanremo 2021 con«Voce», vincendo il “Premio Lunezia per Sanremo” per la qualità musical-letteraria. Madame aveva già fatto parlare di sè, dichiarandosi bisessuale, attratta sia da donne che da uomini
.Un anno fa su Instagram si vedeva lei che baciava una ragazza, ma Madame si era affrettata a chiarire che non si trattava della sua fidanzata: «Sono affari miei, tutto quello che vedete sui social è tutto materiale condivisibile: amicizie, viaggi che faccio, cose che trovo. Ma tutto ciò che riguarda la mia vita privata, è privato. Non sarà vostro perché è mio, è mio patrimonio».
A mezzanotte e quaranta i verdetti: grande trepidazione per i 12 giovani. Solo sei di loro andranno a Sanremo. Il vincitore di «Sanremo giovani» 2022 è stato Gianmaria con il brano «La città che odi». I sei che sono passati e si esibiranno al Festival come big sono: Shari (canterà «Egoista»); Colla Zio («Non mi va»); Gianmaria («Mostro); Sethu (Cause perse»); Will («Stupido»); Olly («Polvere»).
La serata sanremese si era aperta con Amadeus e Gianni Morandi sottotono: erano davvero tristi per la notizia della morte del grande Siniša Mihajlovic. “Da allenatore ha sempre investito tanto sui giovani” ha detto Amadeus mostrando una clip con la partecipazione dell’allenatore al Festival di Sanremo che cantava con Ibra, Fiorello e Amadeus. Un addio inaspettato perché il guerriero ci aveva illuso di poter vincere la sua lotta contro la leucemia. Un momento commovente e toccante.
Poi è cominciata la sfilata degli artisti che hanno dato il titolo dei propri brani. Si parte con un artista da 53 dischi di platino, Ultimo, che canterà «Alba»; a seguire Tananai che proporrà «Tango». Arriva Madame che ha annunciato il suo «Il bene nel male» come brano sanremese. Poi ha inizio la gara tra i giovani, emozionatissimi: sono dodici. Sei di loro si esibiranno al Festival di Sanremo, gli altri sei dovranno ritentare.
Nuova big, una grande artista, stra premiata: Giorgia che mostra il tweet del figlio che scrive: “Mamma io non tifo te, tifo Lazza”. Poi il suo titolo: «Parole dette male». Segue Mr. Rain che canterà «Supereroi»; mentre la bellissima Elodie proporrà «Due» e Gianluca Grignani «Quando ti manca il fiato». Ancora gara tra i giovani. Arriva Marco Mengoni, che infila un successo dietro l’altro; lui si esibirà a febbraio con «Due vite».
Poi attesissima Anna Oxa (14 Festival di Sanremo all’attivo) bionda, bionda, lei canterà «Sali (Canto dell’anima)». Arriva Lazza amatissimo dai ragazzini, che proporrà «Cenere»; e Mara Sattei : il suo brano si intitola: «Duemilaminuti». Tornano anche i Modà che canteranno «Lasciami»; mentre Paola e Chiara proporranno «Furore». La coppia Colapesce DiMartino, che ha fatto ballare l’Ariston, presenterà «Splash», mentre Leo Gassmann - che nel 2020 ha partecipato al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, vincendo con il brano «Vai bene così» - canterà «Terzo cuore».
Articolo 31, ovvero J-Ax e DJ Jad, si esibiranno con il brano «Un bel viaggio»; Ariete canterà «Mare di guai»; mentre i mai dimenticati Cugini di Campagna hanno un brano dal titolo «Lettera 22». Levante proporrà «Vivo» e Coma-Cose proporrà «L’addio». Arriva anche LDA (nome d’arte di Luca D’Alessio, figlio di Gigi) , ragazzo umile che canterà «Se poi domani»; e infine - ultimo big in passerella - Rosa Chemical con il brano «Made in Italy»
Sanremo cambia il titolo della canzone di Madame: i motivi. Ci stanno le provocazioni e anche gli stratagemmi per far parlare di sé ma entro certi limiti: l'ha capito anche Madame, che ha cambiato il titolo della sua canzone di Sanremo. Francesca Galici il 17 Dicembre 2022 su Il Giornale.
Osannata dai giovanissimi, soprattutto per la sua fluidità di genere, Madame ha già trovato il modo per far parlare di sé prima ancora che il festival di Sanremo abbia inizio. Come? Lasciando trapelare l'indiscrezione che il titolo della sua canzone sarebbe stato "Puttana", per poi cambiare pochi secondi prima dell'inizio in "Il bene nel male". Un trucchetto ormai noto che fa comunque presa sui social, dove risiede la vera forza di Madame.
Per seguire il flusso della moda e per non essere additati come "diversi", nonostante rivendichino questa loro prerogativa, i giovani post Millennials vogliono essere tutti alternativi e contro il sistema. Madame è diventata un personaggio amato sui social per la sua immagine androgina e per aver in più occasioni criticato il centrodestra, che da questa sinistra social, a tratti radicale, viene visto come il "nemico" da attaccare. Figuriamoci, poi, se fosse salita sul palco del festival di Sanremo, quello più istituzionale del nostro Paese dopo quello del teatro alla Scala di Milano, con una canzone dal titolo "Puttane".
La tragressività non significa volgarità
C'era già chi immaginava Amadeus annunciare la canzone di Madame in diretta mondiale e, soprattutto, in prima serata su Rai1, vantando la spregiudicatezza e la trasgressività della giovanissima cantante, senza nascondere un certo godimento per questa sorta di "attacco al sistema". Ma per essere trasgressivi serve avere coraggio non è necessario presentarsi sul palco del festival di Sanremo con una canzone dal titolo così volgare.
Certo, forse il paragone è azzardato e non regge, ma i ragazzini di oggi potrebbero prendere esempio da due icone (tra le tante) che a Sanremo hanno realmente provocato e stupito senza mai insultare il buon senso dell'istituzione: Loredana Bertè e Anna Oxa. Specialmente la prima, negli anni Ottanta, è stata davvero un'icona della trasgressione contro i costumi italiani del tempo, senza mai sfociare dell'arroganza della volgarità.
Paolo Giordano per ilgiornale.it il 18 Dicembre 2022.
Mica solo Madame e il testo della sua canzone cambiato all’ultimo. Come si capisce dall’intervista dell’artista a La Lettura del Corriere della Sera (“chiusa” prima dell’annuncio ufficiale di Amadeus in diretta venerdì 16 su Raiuno a Sanremo Giovani) il brano si intitolava “Puttana”. All’improvviso è diventato “Il bene nel male” ed è stato un cambiamento così frettoloso da essere fatto poco prima della diretta.
“È stata una scelta artistica dell'ultimo minuto – hanno spiegato dall'entourage della cantautrice - condivisa con la direzione artistica". Pare che sia stata la stessa Madame a non “ritrovarsi” più nel titolo e a cambiarlo poco prima dell’annuncio. La “parolaccia” comunque resta nel testo proprio come fu per “Signor tenente” che aveva la parola “Minchia” nel titolo ma che Giorgio Faletti, su consiglio di Pippo Baudo, decise di togliere pur lasciandolo ripetutamente nel testo.
In ogni caso la storia del Festival di Sanremo è piena di variazioni in corsa. Chiamatele come volete: censure, autocensure, eccessi di zelo oppure cambiamenti che resistono nel tempo. Ad esempio, il testo originale di "Vado al massimo" (esordio di Vasco al Festival nel 1982) comprendeva i versi “Vado in Messico, voglio andare a vedere se come dice il droghiere, laggiù masticano tutti foglie intere” che da allora diventarono “laggiù vanno tutti a gonfie vele”.
C’è chi, come Enzo Jannacci e Paolo Rossi, cambiò il testo della canzone in modo estemporaneo. Il loro brano in gara nel 1994 (I soliti accordi) aveva nel testo questi versi: “In fondo alla strada ci son tre ladroni, sembravano onesti sembravano buoni, eran solo furboni. Il primo gridava Forza Italia!". Però poche settimane dopo erano in programma le elezioni politiche con il neonato partito di Silvio Berlusconi così, per evitare pericolose allusioni, durante le esibizioni sul palco il gigantesco Jannacci cambiò all’occorrenza con “Forza Thailandia!” e persino con un epocale “Viva Baudo”.
Ma questi sono episodi più o meno recenti, come quelli legati a “Luca era gay” di Povia (2009) o ‘Sulla porta” di Federico Salvatore che nel 1997 fu caldamente consigliato di sostituire “Sono un diverso, mamma, un omosessuale” con il più neutro “Sono un diverso, mamma, e questo ti fa male”.
Molto più spettacolare, come sempre, Loredana Bertè che nel 1997 avrebbe voluto iniziare il pezzo “Luna” con un “Vaffanculo Luna” che, solo per la gara, fu trasformato in un inspiegabile “Occhiali neri, Luna”. In realtà la “censura” (o chiamatela come volete) al Festival è vecchia quasi come il Festival visto che già nel 1959 gli organizzatori fecero cambiare i versi originali di Tua di Jula De Palma “Tua sulla bocca tua, dolcemente mia” con i più neutri “tua ogni istante tua, dolcemente tua”.
Però lei dal vivo fu troppo “passionale” nell’interpretazione. Risultato: ricevette migliaia di lettere di insulti e, su pressione anche del Vaticano, il brano fu vietato in radio. Roba dell’altro mondo, se vista con gli occhi di oggi. Naturalmente non fu l’unico caso. Tutti ricordano il meraviglioso pezzo di Lucio Dalla e Paola Pallottino “4/3/1943” che avrebbe dovuto intitolarsi Gesù Bambino e fu molto cambiato prima della gara.
Ad esempio “Giocava alla Madonna, con il bimbo da fasciare” diventò “Giocava a far la donna” e infine “E ancora adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino” fu disinnescato con i più innocui “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto sono Gesù Bambino”.
Ma nello stesso anno (1971) pure i Nuovi Angeli subirono la scure festivaliera. Il loro pezzo “Donna Felicità” (con il testo di Roberto Vecchioni) scatenò la commissione selezionatrice grazie a “Scommettiamo che lo so a chi darà la rosa” e “La divertiremo noi col gioco delle noci intorno al fuoco”. Addio Festival per i Nuovi Angeli, anche se il brano poi fu uno dei più grandi successi dell’anno.
Un po’ meno fortunato come vendite è stato l’anno dopo “I giorni dell’arcobaleno” di Nicola Di Bari che parlava della scoperta delle sessualità da parte di una ragazzina. Figurarsi la reazione della commissione selezionatrice. Era il 1972 e subito i 13 anni del testo diventarono 16 e si cambiarono anche i versi “giacesti bambina, ti alzasti già donna” nel più innocuo “tu eri bambina”. Alla fine tutti contenti, pure Nicola Di Bari che tra l’altro vinse l’edizione.
Diverso il caso di "A me mi piace vivere alla grande" di Franco Fanigliulo che nel 1979 avrebbe voluto cantare “Foglie di cocaina, voglio sentirmi male" e invece si accontentò di un surreale “Bagni di candeggina, voglio sentirmi uguale". Droga nel mirino anche per “Voglio l’erba voglio” del dimenticato Francesco Magni che si è presentato a Sanremo con l’inequivocabile “Chi si tira una pera solamente il dì di festa” ma poi giustamente cantò solo un incomprensibile “Chi fa il gallo solamente il dì di festa” (però nella serata finale rispolverò il verso originale e la Rai non se lo dimenticò).
Insomma, la “Puttana” di Madame è soltanto l’ultimo cambio repentino di testi e titoli al Festival di Sanremo. E chissà quante altre “censure”, piccole o grandi, non sono mai state rivelate. È giusto? È sbagliato? Difficile da dire. Di certo ora si tratta di decisioni volontarie o quantomeno “concordate” e non più imposte dall’alto. Però rimane il fatto che nei film e nei libri, tanto per fare due esempi, il linguaggio ha spesso molta più libertà di quello consentito alle canzoni pop. Forse urge un rinnovamento anche qui.
Paola Italiano per la Stampa l’11 Dicembre 2022.
Tu chiamale se vuoi esclusioni, ma a Sanremo più spesso il loro nome è cantonate.
La storia del Festival è costellata di brani che non sono stati accettati in gara e poi si sono rivelati dei successi eclatanti. Il festival a volte ci ha visto lungo, altre volte non ha saputo riconoscere nemmeno il tormentone che si sarebbe imposto e i brani sanremesi li avrebbe sbaragliati tutti. Un esempio? Dammi tre parole: sole, cuore, amore.
Dammene una quarta: successo. Il pezzo di Valeria Rossi nel 2001 fu il singolo italiano più venduto dell'anno e prese due dischi di platino. Questo solo dopo aver bussato alle porte dell'Ariston dove le risposero no, tu non entri.
Sono cose che succedono, magari fosse facile riconoscere al primo ascolto un grande successo. Ma che nella lista degli illustri messi alla porta ci sia anche Francesco Guccini, questo un po' fa sobbalzare. Lo ha raccontato lui stesso venerdì sera in tv a PropagandaLive su La7, ospite di Diego Bianchi. È successo due volte. E passi la prima, perché erano gli anni Sessanta e mostro sacro non lo era ancora. In più, fu un sollievo anche per lui: «Credo si chiamasse Una storia d'amore, ma sono arrivati due parolieri e hanno leggermente cambiato il testo con alcuni versi vergognosi. Per fortuna non è entrata», ha detto. Il pezzo uscì nel 1967, inciso da Caterina Caselli.
La seconda volta è più imbarazzante: «Una canzone sull'immigrazione, anche questa è stata bocciata. L'avrebbe cantata Enzo Iacchetti, che poi effettivamente la incise». Il conduttore a quel punto ha commentato sui migranti, tema che divide, ma oibò: il pezzo era stato rifiutato da Claudio Baglioni, proprio lui che sul tema si è mostrato particolarmente sensibile e che si era pure inventato «O' Scià», il Festival a Lampedusa: Claudio subito disse che era bellissima, ma - lo ha raccontato Iacchetti - lui voleva fare un festival pop, più leggero, «e allora era meglio se fossimo andati come ospiti». Non ci andarono.
Tra gli esclusi del prossimo Sanremo ci sarebbero Francesca Michielin, Michele Bravi (ma forse nel suo caso è un complotto per boicottare il Fantasanremo) e non c'è nemmeno Luigi Strangis, vincitore di Amici, e questo è curioso: l'account twitter della Rai ha lanciato un sondaggio nei giorni scorsi chiedendo al pubblico chi vorrebbe vedere al Festival e per Strangis è stato quasi un plebiscito, per la tristezza del ragazzo e delle compagnie telefoniche che gestiranno il traffico del televoto.
C'è poi chi, escluso dalla gara, lo ha fatto sapere via social: «Sono contenta così. Nella vita c'è altro» ha detto Marcella Bella. Cerca di prenderla con filosofia anche il rapper Shade: «Non esserci non è un dramma». Più dispiaciuto Paolo Vallesi, un figlio di Sanremo per nulla prodigo: «In bocca al lupo a chi va, dispiaciuto per chi non va.
A questo punto ogni considerazione è inutile, la libertà e le convinzioni di Amadeus sono onorevoli». Ma come si diceva, gli esclusi sono tutti in buona compagnia. Il no del 2007 a Bruci la città cantata da Irene Grandi e scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle è così clamoroso che la commissione giudicatrice si sente di difendersi dicendo che il pezzo non l'aveva ricevuto. Paola e Chiara nel 2000 ci provano con Vamos a bailar. Sanremo le scarta, il resto del mondo non se ne libererà più: qui il successo è addirittura internazionale (e il videoclip, nota a margine, lo girò un giovanissimo Luca Guadagnino).
E sono le stesse Paola e Chiara che il festival aveva lanciato e incoronato tra i giovani con Amici come prima, nel 1997, che in quanto ad abbagli è davvero un'annata da incorniciare. I respinti illustri sono ben due: Max Gazzè e Tiziano Ferro. Cara Valentina non passa, ma a volte il tempo fa il suo dovere, e pure il festival: Gazzè a Sanremo poi ci va, parecchie volte, non vince ma quando c'è lui sul palco è sempre una festa e spesso anche un premio della critica.
Quanto a Tiziano, ha fatto un giro immenso e poi ci è arrivato all'Ariston, ma da superospite, vent' anni dopo. Mentre in quel 1997 vinsero le meteore Jalisse con Fiumi di parole. Da allora ci hanno ostinatamente e inutilmente riprovato a entrare a Sanremo ogni anno, compreso il 2023, ma se si tratti di 26 cantonate consecutive o di un clamoroso abbaglio all'origine dovrebbe deciderlo il televoto. Che nel '97 non c'era.
Dagospia il 4 Dicembre 2022.
SANREMIX - ANCHE QUEST’ANNO I JALISSE HANNO PRESENTATO UN BRANO PER SANREMO E SONO STATI RESPINTI: “26 NO, MA NON CI FERMIAMO” – “CON GRIGNANI, PAOLA E CHIARA E GLI ARTICOLO 31 SANREMO 2023 SEMBRA IL FESTIVALBAR DEL 1996” – E POI ULTIMO, MARCO MENGONI, IL FIGLIO DI GIORGIA CHE TIFA LAZZA, LA PROMESSA DI TANANAI: “A ‘STO GIRO MI FACCIO SQUALIFICARE”
ANCHE IO SONO GIORGIA MA NON ROMPO I COGLIONI A NESSUNO! Il ritorno di Giorgia a Sanremo dopo 22 anni passa sotto in traccia in famiglia: “Mi scrive mio padre: Giorgia ho visto che vai a Sanremo. Ma come ospite? A seguire, mio figlio: mamma io tifo Lazza non te, te lo dico subito. Sò soddisfazioni"
MAI DIRE TANANAI: “Andiamo a fare un po’ di casino. A ‘sto giro mi faccio squalificare”
ULTIMO SARA’ PRIMO? Il cantautore romano guida il pattuglione dei cantanti della Capitale a Sanremo: “Ho 26 anni, la mia storia devo ancora scriverla e sento che mettermi in gioco è un bel modo per farlo. Ho una canzone e un disco in cui credo più di qualsiasi altra cosa al mondo e sentivo il bisogno di presentare questa canzone sullo stesso palco da cui sono partito”
FIUMI DI PAROLE E DI TENTATIVI (A VUOTO) - Anche quest’anno i Jalisse hanno presentato un brano per Sanremo e sono stati respinti: “26 no, ma non ci fermiamo. In bocca al lupo al ricco e variegato cast di Sanremo 2023 e buon lavoro ad Amadeus. Viva il Festival!”
MANCA SOLO CORONA - “Con Grignani, Paola e Chiara e gli Articolo 31 Sanremo 2023 sembra il Festivalbar del 1996” (da twitter)
Da Un Giorno da Pecora il 5 dicembre 2022.
Siamo stati rifiutati per la 26esima volta? “Si vede che era sbagliato il testo ma andava bene la melodia, oppure il contrario. Quest’anno ce la sentivamo bene, pensavamo fosse quello buono visto che l’anno scorso si era parlato molto della nostra esclusione. Quando hanno annunciato Gianluca Grignani, e abbiamo sentito ‘Gia..’ abbiamo avuto un sussulto…Ma non c’è problema fino al 2040 noi continuiamo a provarci e anche l’anno prossimo presenteremo un nostro nuovo brano”.
A parlare, ospiti di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, i Jalisse, al secolo Alessandra Drusian e Fabio Ricci. A Sanremo andreste a fare i super ospiti? “Certo, e rifaremmo anche tutta la trafila per partecipare a Sanremo giovani…” Amadeus vi ha chiamato per dirvi che eravate stati scartati? "No, non ci pare proprio...però noi facciamo un in bocca al lupo a tutti gli artisti presenti e anche lui, che ha fatto tre festival uno più bello dell'altro":
I Jalisse non mollano: “Scartati di nuovo, ci proveremo fino al 2040”. Per la ventiseiesima volta di fila, niente da fare per Fabio Ricci e Alessandra Drusian. L'amarezza c'è: "Pensavamo fosse la volta buona". Massimo Balsamo il 6 Dicembre 2022 su Il Giornale.
Tutto si può dire, tranne che i Jalisse non siano tenaci. Per la ventiseiesima volta di fila, il duo composto da Fabio Ricci e Alessandra Drusian deve fare i conti con l’esclusione dal festival di Sanremo. A differenza dell’anno scorso, però, nessuna polemica. “26 no, ma non ci fermiamo”, il messaggio postato su Instagram dalle voci di “Fiumi di parole”, canzone che vinse la kermesse canora nel 1997. Edizione che rappresenta la prima e unica partecipazione nel concorso big dei due coniugi, speriamo non l’ultima.
26esimo no per i Jalisse
I Jalisse hanno preso con filosofia l’ennesimo no giunto dalla direzione artistica del Festival. Raggiunti da Un Giorno da Pecora, in onda su Rai Radio1, i due cantanti hanno spiegato: “Siamo stati rifiutati per la 26esima volta? Si vede che era sbagliato il testo ma andava bene la melodia, oppure il contrario”. Eppure questa volta le impressioni erano positive: “Quest'anno ce la sentivamo bene, pensavamo fosse quello buono visto che l'anno scorso si era parlato molto della nostra esclusione. Quando hanno annunciato Gianluca Grignani, e abbiamo sentito 'Gia..' abbiamo avuto un sussulto…”. Su un aspetto non ci sono dubbi o dilemmi, i Jalisse continueranno a provarci: “Fino al 2040 noi continuiamo a provarci e anche l'anno prossimo presenteremo un nostro nuovo brano”.
Il precedente (con polemiche)
Disponibili a sbarcare all’Ariston in veste di ospiti – ma anche attraverso la trafila per Sanremo Giovani – i Jalisse hanno precisato di non avere niente contro Amadeus. Anzi, è arrivato un messaggio distensivo nei confronti del direttore artistico: “Facciamo un in bocca al lupo a tutti gli artisti presenti e anche lui, che ha fatto tre festival uno più bello dell'altro”.
Parole al miele, dicevamo, una situazione molto diversa rispetto a quella di un anno fa. Furiosi per l’ennesima esclusione, i due coniugi non lesinarono frecciatine: “La famosa ripartenza non è per tutti; noi Jalisse non abbiamo spazio sul pentagramma del Festival di Sanremo, ma si può parlare di noi e fare citazioni”. Non mancò il battibecco a distanza, con la replica piccata di “Ama”: “Credo che la cosa più importante sia quella di lavorare e non di lamentarsi perché la lamentela non rende mai merito alla storia di un cantante. Mi hanno sempre insegnato di lavorare sodo e non pensare che ci sia sempre un complotto contro qualcuno. Lavora e le cose possono migliorare”.
Da Elodie alla Ferragni: sarà il Festival delle "kompagne". Francesca Galici il 6 Dicembre 2022 su Il Giornale.
"Violenta e poco donna", "programma non democratico", "fa paura": sul palco di Sanremo vanno in scena artiste di sinistra che non hanno mai nascosto l'odio per la Meloni
Domenica scorsa Amadeus ha annunciato i cantanti in gara nella categoria big del prossimo festival di Sanremo. Annuncio in pompa magna, con tanto di smoking all'ora di pranzo, per il conduttore, che ha anticipato l'elenco durante il telegiornale delle 13.30 di Rai1. Un modo per sottolineare la solennità dell'evento, che infatti ha avuto grande seguito e risonanza anche sui social. Considerando i nomi in gara, tra i quali spuntano Paola e Chiara, Anna Oxa, Articolo 31 e Gianluca Grignani, Sanremo 2023 sarà per molti una riedizione di un qualunque Festivalbar che si è tenuto tra il 1993 e il 1997.
Il Festival delle "kompagne"
A guardare bene i nomi emerge anche un altro elemento, fatto notare per primo dal sito Dagospia: sul palco del teatro Ariston di Sanremo, Amadeus ha invitato la frangia più dura delle kompagne che hanno fatto campagna elettorale contro Giorgia Meloni la scorsa estate. Ariete, Elodie, Giorgia e Levante saranno sul palco dell'Ariston, un quartetto agguerrito al quale manca il quinto elemento, Francesca Michielin, che il 26 settembre ha invocato la Resistenza. E ancora ci si domanda a cosa.
"Nelle Marche di FdI impossibile abortire": la Ferragni diffonde fake news
Ma manca anche Loredana Bertè, che si è esibita con una bizzarra invettiva sulla fiamma nel simbolo del partito vincitore a distanza di giorni dalla decisione di ammissibilità (com'era ovvio che fosse) da parte del Quirinale. E a loro si aggiunge anche Chiara Ferragni, notoriamente vicina alla sinistra dei salotti milanesi, che prese un "abbaglio", chiamiamolo così, sul tema dell'aborto. La signora Ferragnez condurrà al fianco di Amadeus alcune puntate.
Immancabili i commenti sui social: "Requisito per partecipare a Sanremo: aver criticato aspramente Giorgia Meloni. Et voilà, les jeux sont faits". Non mancano i commenti sarcastici: "Leggo che Giorgia ed Elodie parteciperanno al festival di Sanremo. Non dovevano lasciare l'Italia se avesse vinto la Meloni?". E ancora: "In concorso al festival di Sanremo Elodie, Ariete, Levante e Madame. Ho come l'impressione che Amadeus non abbia votato Giorgia Meloni"
L'accusa di Ariete a Meloni
Partiamo con la prima: Ariete. Gli over 20 probabilmente non sanno nemmeno chi sia. Da Wikipedia si scopre che è nata nel 2002 e che il suo vero nome è Arianna Del Giaccio. Lo scorso agosto per strappare due applausi in più durante un'esibizione a Gallipoli, Ariete dal palco esclama: "Avete letto il programma di Giorgia Meloni? Io penso che la politica debba essere ovviamente democratica e quel programma lì non lo è. Non facciamoci mettere i piedi in testa. Lo dico anche se c'è qualche genitore o qualcuno che lavora qui che ha la malsana idea di portare avanti il voto nei confronti di quella persona lì: siamo un po' tutti contro". Cosa ci fosse di antidemocratico in quel programma resta un mistero, ma come hanno dimostrato le elezioni (e i sondaggi post-elettorali) la maggior parte non è contro il presidente del Consiglio.
Elodie più a sinistra di Letta
Se si dovessero elencare tutte le volte che Elodie ha attaccato Giorgia Meloni, non basterebbe un articolo. Si potrebbe fare quasi un saggio a puntate. L'ha accusata di essere "violenta e poco donna", di parlare "come un uomo del 1922". Ha detto che il premier le fa "paura", ha preso uno sfondone quando ha aizzato le folle contro Giorgia Meloni durante la campagna elettorale, non accorgendosi che stava commentando (faziosamente) il programma elettorale del 2018. Parlando del premier ha parlato di "fascismo" e si potrebbe continuare a oltranza. È stata forse l'alleata più affidabile di Letta nella sua campagna elettorale quasi da kamikaze, con buona pace di Fratoianni & co., che ci hanno comunque messo del loro per far vincere Fratelli d'Italia.
Giorgia nervosa contro Meloni
Giorgia e Meloni non hanno niente in comune, se non il nome di battesimo. Entrambe lo sfoggiano con orgoglio, visto che la cantante ha deciso di omettere completamente il suo cognome e il presidente del Consiglio, nei giorni della sterile polemica sul maschile o femminile della carica ricoperta tagliò corto dichiarando: "Chiamatemi come volete, anche Giorgia". Ma qualche mese prima, a fine luglio, Giorgia (la cantante) si è scagliata contro Giorgia (il premier): "Anche io sono Giorgia ma non rompo i coglioni a nessuno". Viene da chiedersi se il leader di Fratelli d'Italia sia mai andata a bussare a casa sua per ricevere un simile commento o se alla cantante abbia dato semplicemente fastidio che in un Paese democratico la Meloni abbia deciso di candidarsi e quindi di fare campagna elettorale.
Levante e il trattato "anti-meloniano"
Poi c'è Levante, che ha "asciugato" i suoi seguaci con un papiro infarcito di luoghi comuni, di banalità e di populismo spiccio nel tentativo di spiegare perché a lei Giorgia Meloni non piace ma non ci è riuscita. In quel post il presidente del Consiglio non viene mai nominato ma al suo posto viene citata una frase Elly Schlein, la candidata alla segreteria del Pd dei salotti radical-chic che non piace nemmeno al Pd, ma che si spera piaccia alle persone che piacciono. Il classico cortocircuito di sinistra.
Sanremo 2023, il figlio di Giorgia: "Non tifo per te". La reazione della cantante. Alice Antico su Il Tempo il 06 dicembre 2022
“Mi scrive mio padre: ‘Giorgia ho visto che vai a Sanremo, ma come ospite?’. A seguire, mio figlio: mamma io tifo Lazza non te, te lo dico subito. So' soddisfazioni”. Così la cantante ha esordito su Twitter. Questo è accaduto dopo il seguitissimo annuncio di Amadeus riguardo i Big ufficiali in gara a Sanremo 2023; ecco che il suddetto annuncio è stato accolto da una pioggia di commenti sui social, tra cui appunto quello di Giorgia, che ha ironicamente riportato su “Twitter” le osservazioni dei parenti al suo ritorno al festival.
La cantante non è stata quindi l’unica a celebrare il momento con una reazione divertente. Claudia Lagona, in arte Levante, ha filmato il momento dell'annuncio di Amadeus. In fibrillazione sul divano di casa, il video su Instagram riprende la sua ansia per essere stata chiamata per penultima su 22 nomi, con tanto di pausa del conduttore dopo i primi 11. “Ma sei pazzo che mi metti per penultima!? Mi sta venendo un infarto!”. Ma non finisce qui, perché anche gli Articolo 31 hanno lasciato tutti a bocca aperta con una grande Reunion. J-Ax per l’occasione ha archiviato tutti i suoi post su Instagram, postando il video di una canzone per celebrare il ritorno del gruppo, spiegandolo a modo suo. L’artista ha anche aggiunto “Articolo 31” alla descrizione della sua pagina, e la caption del video recita: “Ah…e stiamo facendo l’album”. Grande ritorno anche dei Cugini di Campagna, che in perfetto stile social taggano il “Fantasanremo” nella foto di annuncio della presenza all’Ariston, e di Paola e Chiara, che scelgono di commentarla con una foto insieme e la didascalia “Festival”, in omaggio all’omonimo tormentone estivo del 2002, loro grande successo.
Lazza, nel frattempo, ricondivide il tweet di Giorgia sulle preferenze del figlio e Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, scrive su Instagram: La mia storia devo ancora scriverla e sento che mettermi in gioco è un bel modo per farlo. Ho una canzone e un disco in cui credo più di qualsiasi altra cosa al mondo e sentivo il bisogno di presentare questa canzone sullo stesso palco da cui sono partito”. Altro nome controverso è quello di Gianluca Grignani, il cui ritorno all’Ariston ha suscitato l’ironia social da parte di coloro che hanno ricordato la sua esibizione a Sanremo l’anno scorso con Irama.
Ultimo, Oxa, Cugini. L'Amadeus quater soddisfa tutti (anche i nostalgici). Il cast del Festival rappresenta tutte le "musiche" italiane, a parte il rock. Attesa per il ritorno di Mengoni e Giorgia. Lazza è il vero outsider in quota rap. Paolo Giordano il 5 Dicembre 2022 su Il Giornale.
Difficile rinnovare il rinnovamento e quindi questo cast di Sanremo è meno rivoluzionario degli altri di Amadeus. Ma è stato lui, soffiando con benemerito intuito su di una scintilla accesa da Claudio Baglioni, a celebrare la più riuscita rinascita musicale della storia del Festival di Sanremo, quindi ora gli è bastato solo confermarla. Arginato lo scivolamento di Sanremo verso la geriatria musicaltelevisiva, ora il Festival gioca alla pari con l'attualità. E così, quando ieri Amadeus ha annunciato il cast al Tg1 delle 13.30, più che le novità hanno paradossalmente fatto più effetto i nomi «ripescati» come quelli di Anna Oxa o Gianluca Grignani o quelli di debuttanti imprevisti come i Cugini di Campagna che, a Sanremo per la prima volta, celebreranno quantomeno i cinquant'anni di Anima mia.
Ma tra i ventidue artisti in gara, ai quali il 16 dicembre si aggiungeranno per la prima volta altri 6 giovani, ci sono molte linee guida che fanno della settantatreesima edizione una delle musicalmente più sfaccettate degli ultimi anni (anche se il rock è il grande assente). C'è il ritorno di due vincitori, ossia gli attesissimi Giorgia e Marco Mengoni e c'è quello di Elodie e di Ultimo quattro anni dopo aver polemizzato per il secondo posto del 2019: scelta coraggiosa la sua, se non altro perché, con un tour negli stadi appena finito e un altro già in prevendita, non ha certo bisogno di un rilancio. Di sicuro ne hanno bisogno i Modà, spariti dai radar del grande pubblico e senza dubbio in cerca di nuova luce.
Poi c'è il capitolo «reunion», forse il meno inedito di tutti. Arrivano Paola e Chiara, appena viste a San Siro con Max Pezzali, e gli Articolo 31 di J-Ax e Dj Jad che già avevano fatto concerti insieme nel 2018 ma stavolta hanno le idee più chiare, visto che hanno anche un disco pronto. J-Ax aveva detto mai a Sanremo ma «lo sai chi non cambia mai idea? Gli ottusi o i morti. Avevo detto mai Sanremo e ci vedremo all'Ariston». La conferma che il Festival è tornato davvero a essere decisivo per tutti gli artisti, nessuno escluso. Non poteva rinunciarci Tananai, ultimo classificato a febbraio ma prontissimo a salire in classifica magari superando la sua compagna nel tormentone di Fedez La dolce vita, ossia Mara Sattei, vero nome Sara Mattei. Fase decisiva per lei. L'aveva attraversata bene Madame, che si ripresenta molto più quotata e conosciuta di quando ha cantato Voce nel 2021. Passo inevitabile, il ritorno al Festival, anche per i Coma Cose, che all'Ariston l'anno scorso avevano davvero acceso a tutti le Fiamme negli occhi e stavolta arrivano in stato di grazia (almeno a giudicare dall'ultimo disco Un meraviglioso modo di salvarsi). Anche per Levante questo Festival sarà decisivo perché, dopo esser diventata mamma di Alma Futura, torna in pista e vedremo come.
E poi c'è la quota rap. Se Mr. Rain ha già quattro dischi e un seguito affezionato al suo personalissimo modo di scrivere, Rosa Chemical è stato intravisto dal pubblico del Festival solo a febbraio cantando con Tananai una versione piuttosto stralunata di A far l'amore comincia tu. Ma è una sorpresa in gara. Vero nome Manuel Franco Rocati, torinese classe 1998, prova a fare il vero salto da una popolarità «verticale» a una più trasversale: tutto come sempre dipenderà dalla canzone. Per Lazza è diverso: è nella posizione di Rkomi nell'ultima edizione (disco più venduto dell'anno) ma si spera abbia un altro esito. In fondo, la sorpresa è il bello dei Festival più riusciti. Ricordate cosa capitò a Colapesce e Dimartino, arrivati a Sanremo senza troppe chances (sulla carta) e poi vincitori di fatto con Musica leggerissima? Stavolta ritornano, l'effetto sorpresa non c'è più ma la qualità è garantita. Idem per Leo Gassmann, voce e garbo sicuri. Meno certezze invece per Ariete (Arianna Del Giaccio, classe 2002) e per Lda, ossia Luca D'Alessio figlio di Gigi. La prima si impegnerà a far uscire dalla cameretta il suo pop introspettivo. Il secondo a sganciarsi definitivamente, dopo aver iniziato a farlo con Amici, dal ruolo di figlio d'arte. Insomma, ventidue concorrenti e ventidue sfide diverse. E non sempre la vera vittoria è arrivare primi.
Festival di Sanremo, Amadeus annuncia i big in gara: cast pazzesco. Libero Quotidiano il 04 dicembre 2022
Il cast del Festival di Sanremo forse più eclettico e pieno di stelle "vere" degli ultimi anni. Amadeus ha svelato in diretta sul Tg1 l'elenco dei 22 big che animeranno la prossima edizione all'Ariston. Sono Anna Oxa, Lazza, Tananai, Paola e Chiara, Lda, Madame, Gianluca Grignani, Rosa Chemical, i Coma Cose, Levante, Ultimo e ancora Giorgia, Articolo 31, Elodie, Colapesce-Di Martrino, Ariete, Moda', Mara Sattei, Leo Gasmann, Mr.Rain, i Cugini di Campagna e Marco Mengoni. A questi si aggiungeranno i 6 giovani usciti dalle selezioni delle scorse settimane. Un cast stellare che mescola nomi storici della canzone italiana, dalla Oxa ai Cugini, giganti degli ultimi 20 anni consacrati proprio a Sanremo (da Giorgia a Grignani e Mengoni), nomi "indie" (da Di Martino e Colapesce a Levante, dai Coma Cose a Madame e Ariete) e super-pop (Elodie), giovani volti usciti dai talent e una clamorosa, rumorosa reunion (Articolo 31).
"Il Festival di Sanremo deve puntare sulla tradizione imprescindibile per la sua forza, ma anche, se non soprattutto, sui giovani. In modo concreto: dandogli una vera opportunità - è il messaggio "politico" di Amadeus -. Mettendoli in campo e facendoli giocare da titolari". Nella terza serata, quella del giovedì, i 28 Campioni si esibiranno tutti insieme, mentre venerdì, nella quarta serata, interpreteranno un brano tratto dal repertorio della musica italiana e internazionale degli anni 60/70/80/90 (ciascun cantante con un altro artista). Poi nuova esibizione il sabato durante la serata finale. Sempre sabato, dopo le votazioni, finalissima a 3 per contendersi la vittoria nella categoria Campioni. "Sono questi i miei superospiti", ha rivendicato con orgoglio Amadeus. "E' stata una scelta difficile, ma sono felicissimo di questi 22 cantanti. Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto ascoltare una loro canzone, o più di una canzone, la discografia, i cantanti, tutti. E' stato un lavoro meraviglioso. Pensate che ho ricevuto almeno 300 brani". Ora "c'è tanto da fare, questa era una tappa importante, poi venerdì 16 dicembre ci sarà la finale di Sanremo Giovani per completare il cast dei Big e poi tante novità che racconteremo come da tradizione al Tg1",
Sanremo 2023, è già polemica sui big: “Chi torna con la destra al governo…”. Libero Quotidiano il 04 dicembre 2022
Neanche il tempo di annunciare la lista dei cantanti del prossimo Festival di Sanremo e già si registra la prima polemica per le scelte di Amadeus. Naturalmente c'entra la politica e il fatto che al governo, a differenza di un anno fa, ci sia il centrodestra e a Palazzo Chigi Giorgia Meloni. A lanciare il sasso sui social è un giornalista del Post, Luca Misculin, che su Twitter ha scritto: “Torna la destra al governo e Ultimo viene incluso fra i partecipanti a Sanremo, solo una coincidenza?”. Un commento probabilmente dall'intento ironico che ha creato una vivace discussione tra gli utenti e i fan del cantante romano, che nel 2019 era dato come sicuro vincitore del Festival alla fine vinto da Mahmood.
Sulla scia della polemica c'è chi ricorda il tweet di Matteo Salvini, all'epoca del trionfo di "Soldi" al Festival. “Mahmood, mah, la canzone italiana più bella? Io avrei scelto Ultimo, voi che dite?”. Con ogni probabilità, questa non sarà l'ultima polemica destinata ad accendere la discussione sul Festival.
Amadeus oggi ha annunciato la lista dei Big. Sul palco dell’Ariston vedremo Anna Oxa, Articolo 31, Ariete, Coma_Cose, Colapesce e Dimartino, Elodie, Giorgia, Gianluca Grignani, I Cugini di Campagna, Lazza, LDA, Levante, Leo Gassmann, Madame, Mara Sattei, Marco Mengoni, Modà, Mr. Rain, Paola & Chiara, Rosa Chemical, Tananai e lo stesso Ultimo che sui social sottolinea subito: "Ho 26 anni, la mia storia devo ancora scriverla e sento che mettermi in gioco è un bel modo per farlo".
Sanremo, "una coincidenza?": il cantante che torna col governo di destra. Libero Quotidiano il 04 dicembre 2022
Il Festival di Sanremo 2023 è ancora lontano nel tempo, eppure già sono iniziate le polemiche. Tutto nella norma, anzi sarebbe stato strano il contrario. Stavolta è bastato l’annuncio di Amadeus, che al Tg1 ha svelato i big in gara nella prossima edizione (e che big), per scatenare qualche commento sui social con sfondo politico, ovviamente tra il serio e il faceto.
E così con un’ironia un po’ ambigua Luca Misculin, giornalista del Post, ha dato il via alle danze: “Torna la destra al governo e Ultimo viene incluso fra i partecipanti a Sanremo, solo una coincidenza?”. Un commento che ha raccolto subito un migliaio di “mi piace”, d’altronde il caso-Ultimo è stato a suo tempo clamoroso. Era il 2019 quando il noto cantante si sentiva praticamente già vincitore di Sanremo e invece finì alle spalle dell’allora semi-sconosciuto Mahmood. Quest’ultimo ha poi avuto una brillante carriera, che lo ha portato a rivincere Sanremo in coppia con Blanco proprio nel 2022.
Adesso Ultimo avrà l’opportunità di rifarsi, e qualcuno - come Misculin - si chiede se il cambio di governo c’entri qualcosa con il suo reintegro al Festival (non si era comportato benissimo dopo la sconfitta, ndr). Tra l’altro si ricorda l’intervento di Matteo Salvini: “Mahmood, mah, la canzone italiana più bella? Io avrei scelto Ultimo, voi che dite?”. Insomma, non è Sanremo senza un po’ di polemica, anche a sfondo politico.
Amadeus sa bene che un brano diventa popolare solo con la radio. Prima di annunciare il cast al completo, Amadeus ha tenuto a sottolineare ancora una volta che sceglie le canzoni del Festival di Sanremo con un criterio radiofonico. Paolo Giordano il 27 Novembre 2022 su Il Giornale.
Prima di annunciare il cast al completo, Amadeus ha tenuto a sottolineare ancora una volta che sceglie le canzoni del Festival di Sanremo con un criterio radiofonico: «Penso se quella canzone potrà avere un successo radiofonico. Se uno pensa che io mi chiuda in una sala di incisione con le casse, no. Io salgo in macchina e scelgo le canzoni ascoltandole mentre guido e a volte mi faccio anche dei viaggi apposta per ascoltare le canzoni».
E non a caso ha annunciato che il Prima Festival, in onda su Raiuno prima della gara, sarà condotto da nomi essenzialmente radiofonici ossia Andrea Delogu (Radio2), gli Autogol (anche loro su Rai Radio2) e Jody Cecchetto (foto) che anche durante la settimana sanremese continuerà a trasmettere su Rtl 102.5 e Radio Zeta (Suraci dixit). Vedremo che cosa si inventeranno.
Ma nel frattempo loro rappresentano un altro tassello della visione di Amadeus (finora premiata dai risultati). Nell'epoca in cui si parla di piattaforme streaming e del volano Tik Tok come degli unici motori di popolarità della musica, perché Amadeus continua a guardare alla radio? È un nostalgico? I cosiddetti beneinformati dicono che la radio sia alla fine ma lui continua a costruirci sopra le canzoni del futuro? In realtà Amadeus è perfettamente cosciente della distinzione tra quantità (i miliardi di streaming) e qualità (gli ascolti mirati, selezionati, raccontati). I primi fanno quasi soltanto fatturato. Gli altri fanno soprattutto opinione e poi successo e talvolta pure fatturato. E se, partendo dalla radio, si può anche diventare «virali», è meno frequente il percorso inverso. La radio e la tv sono ancora (non si sa per quanto) detonatori del successo trasversale che serve a raggiungere il maggior numero di persone. La cosiddetta «musica liquida» crea il successo «verticale», che ha numeri altissimi ma difficilmente diventa «nazionalpopolare». Ma per essere di tutti, una festa deve essere per forza popolare.
Ama&Chiara. Sanremo 2023, comunque vada, sarà un successo perché Ferragni è Ferragni. Guia Soncini su L'Inkiesta il 21 Giugno 2022.
La star di Instagram ha accettato la proposta di presentare il Festival. Perché questa volta ha detto di sì e perché Amadeus, scegliendo una co-conduttrice che guadagna più di lui, ha fatto il colpo più importante della tv di questi anni.
Dicono quelli che la sanno lunga che i Sanremo con lo stesso conduttore funzionano solo se tutto il resto cambia (inserite qui la vostra citazione da quel romanzo di Tomasi di Lampedusa che non avete letto).
Dicono quelli che la sanno lunghissima che il corteggiamento di Amadeus e di chi lavora con lui a Chiara Ferragni parta da lontano, e che lei abbia sempre cortesemente declinato spiegando che la tv non è il suo mezzo e non se la sente. Questa volta no.
È perché prima era una scusa? Una telecamera è una telecamera, stai in onda tutti i giorni e certo non può spaventarti una settimana di Sanremo? Non mi convince, come spiegazione: di recente ho sentito Chiara Ferragni dire che TikTok non è tanto il suo mezzo, e – se fa differenze tra piattaforme – figuriamoci tra una piattaforma su cui sei la regista del tuo kolossal, e una diretta televisiva dove la scaletta e le inquadrature le decidono altri.
È perché tra l’ultima volta che gliel’avevano proposto (cioè: per l’edizione di quattro mesi fa) e ora (per l’edizione che ci sarà tra otto mesi) c’è stata la serie a puntate sulla sua famiglia, e una volta che la assaggi la tv ti seduce e hai voglia di fare quella vera, quella da vagonate di spettatori, non la nicchia della nicchia delle piattaforme? È perché un autore di quella serie smania da decenni per fare l’autore di Sanremo e l’ha convinta ad accettare? Ma può qualcuno convincere Chiara Ferragni di qualcosa di cui non sia già convinta da sola?
(Mesi fa il marito andò ospite a Radio Deejay a promuovere qualcosa, lei chiese quanti ascoltatori facesse il programma, nessuno dei presenti lo sapeva, qualcuno azzardò un milione, e Chiara disse qualcosa tipo: ma va’, un milione in Italia non lo fa nessuno. Nella frammentazione dei pubblici, Sanremo ultimo rifugio d’una madre della patria che voglia l’unità nazionale ad ammirarla).
O magari è perché nel frattempo il marito è stato male, e quando pensi che potresti morire o che potrebbe morire la persona che ami riconsideri tutto? Questa stucchevolissima interpretazione è, mi faccio schifo da sola, quella che mi convince di più. Perché no? Perché una non dovrebbe dire se sopravviviamo a questa allora pure Sanremo, se superiamo questa non ho più paura di niente, in cambio di questo lieto fine qui come fioretto mi metto un Dior delle grandi occasioni scendo la scala e dico «dirige l’orchestra il maestro Peppe Vessicchio» – perché no, è una trama perfettamente credibile, gli snodi sono tutti giusti, il carattere della protagonista ha senso e la curva dei suoi cambiamenti anche.
Chiara Ferragni a Sanremo è una situazione in cui hanno tutti da guadagnare.
Gli stilisti, che per una volta mettono i loro abiti sul palco più visto in Italia addosso a una delle donne più osservate del mondo.
Gli sponsor tutti, che possono contare sul rimbalzo dal palco più nazionalpopolare a quella piattaforma che le aziende si ostinano a considerare all’avanguardia, e sulla quale la bionda ha ventisette milioni di follower (che per febbraio saranno, boh, ventotto?).
Le coconduttrici delle tre serate scoperte (Chiara Ferragni presenterà il martedì e il sabato), che potranno stare serene: tutti i critici saranno seduti sulla riva del fiume ad aspettare un inciampo qualunque della Ferragni, a loro non baderà quasi nessuno, a parte quelli pronti a dire «Lei sì che è una grande professionista, mica come la Ferragni che non s’è mai capito perché sia famosa» (loro faranno finta di credere agli elogi e di sentirsi fuoriclasse invece che mediane: anni di fatiche, botte, presenti casomai il festival).
Amadeus, che ha messo a segno il più gran colpo che si potesse fare nella tv di questi anni: convincere la Ferragni a comparire nel programma più importante di quel mezzo che i cretini hanno deciso di considerare residuale e non degno di quel simbolo postmoderno che è lei (qualunque cosa si pensi della Ferragni, non si può essere così cretini da considerarla altrettanto cretina: certo che vuole fare Sanremo, certo che vuole dire a quel pubblico, oltre che a quello di Instagram, quanto soffra una madre lontana dai suoi bambini per lavoro, ma quanto sia importante che i bambini abbiano una madre realizzata).
I direttori dei rotocalchi, che come loro solito non si sono svegliati per tempo (la foto con Amadeus a casa Ferragni instagrammata ieri sera chissà di quand’è, chissà quand’è che i paparazzi dormivano e non si sono accorti del conduttore di Sanremo che arrivava a City Life), ma ora potranno riempire le pagine di «La prossima conduttrice di Sanremo bisticcia col marito, porta a scuola i figli, esce dal parrucchiere» senza sembrare derivativi di Instagram.
E Lucio Presta, l’uomo dietro ad Amadeus, l’uomo che quest’anno a Sanremo ci ha portato Zalone (e quest’autunno lo porta a teatro), e l’anno prossimo ci porta la Ferragni (e dopo Sanremo chissà), e spero qualcuno stia mettendo questa stagione di Presta nei piani di studi delle facoltà di comunicazione.
Chiara Ferragni a Sanremo è un’edizione già fatta, con otto mesi d’anticipo, e adesso resta solo da capire se il marito porta una canzone (come l’anno di Fiorello cantante e Anna Falchi bionda di Baudo, con in più le polemiche perché i follower pesano sul televoto) o se la lascia brillare da sola piangendo un po’ dietro le quinte: più commosso di lei, più emotivo di lei, più valletta di lei.
È la loro formula di coppia, è il loro marchio, è la cosa più moderna che abbiano inventato: la coppia in cui lei è l’uomo di casa e – a volte la vita è una sceneggiatrice che benedice certi cast – persino la bambina si rifiuta d’imparare a dire «papà», da tanto mamma è la capofamiglia.
Chiara Ferragni a Sanremo renderà ridicolo chiunque si azzardi a fare la solita polemica su Amadeus che riduce le donne a vallette: per essere valletta devi guadagnare meno del conduttore. Non è mai questione di generi, è sempre una questione di capitale, e nessuno incarna questo concetto che il pubblico postmoderno è così refrattario ad apprendere quanto Chiara Ferragni.
Striscia la Notizia, bomba atomica a poche ore da Sanremo 2022: "Lo scandalo impunito". Libero Quotidiano l'01 febbraio 2022.
Oggi, martedì 1 febbraio, inizia il Festival di Sanremo 2022. Fari puntati sull'Ariston e su Rai 1, dove a condurre le operazioni sarà ancora Amadeus. E a puntare i riflettori sulla kermesse canora trasmessa da Viale Mazzini, ovviamente, ci pensa anche Striscia la Notizia. Un format collaudatissimo, quello di Antonio Ricci: quando c'è Sanremo, si apre il fuoco. Cannoneggiamento continuo da che Striscia fu.
E in questi giorni il tg satirico condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio sta dedicando una sorta di "speciale storico" al Festival. Ovviamente molto polemico, corrosivo, durissimo. Sin dal titolo, che recita: "Gli scandali impuniti di Sanremo".
L'ultima puntata dello specialone, nell'edizione di Striscia di lunedì 31 gennaio. Come spiegano dalla redazione di Canale 5, "Striscia ripercorre la storia di magheggi, malefatte e ingiustizie della kermesse canora. Una storia di composizioni non inedite, vincitori annunciati (il tg satirico anticipò poi anche Giorgia nel '95, Ron nel '96 e Alexia nel 2003), voti comprati e venduti. Fino al punto più basso, con l'avvento di Claudio Baglioni e del suo manager Ferdinando Salzano", concludono le anticipazioni. E il bombardamento continua.
Eni, l’abito verde non fa il monaco dell’energia fossile più sostenibile. ALESSANDRO PENATI, economista, su Il Domani il 07 dicembre 2021
Il caso Eni è pero sintomatico di una grande mistificazione che non riguarda solo la società del cane a sei zampe che sputa fuoco (a proposito, a quando un logo più “verde”?).
La pressione di opinione pubblica e investitori perché le società energetiche diventino “verdi” crea il convincimento che la transizione energetica debba passare principalmente da una riduzione dell’offerta di energie fossili da parte delle società.
Se però non cade anche la domanda (dal carburante per le auto al gas per il riscaldamento), o le società energetiche mantengono l’offerta di energia fossile, e si creano solo incentivi al green washing.
ALESSANDRO PENATI, economista. Presidente e fondatore della Quaestio Capital Management. Ha alle spalle una lunga carriera accademica in Economia e Finanza (University of Pennsylvania, Università Bocconi, Padova e Cattolica di Milano) e di editorialista per i principali quotidiani italiani.
Sanremo, la Rai non risponde su quanto vale la sponsorizzazione di Eni. VANESSA RICCIARDI su Il Domani il 31 gennaio 2022
Il 31 gennaio la conferenza stampa degli sponsor con l’a.d. di Eni Gas e Luce Guberti seduto accanto al conduttore Amadeus. L’accordo, ha risposto la Rai a Domani, non prevede limiti per gli artisti, che possono lamentarsi del greenwashing e criticare il petrolio e il gas
La Rai non risponde su quanto vale la partnership per Sanremo che ha stretto con Eni. Come anticipato da Domani, il 31 si è svolta la conferenza stampa dal teatro Ariston per presentare gli sponsor del Festival, e Amadeus era seduto proprio accanto all’amministratore delegato di Eni gas e luce, Stefano Goberti. Gli ambientalisti hanno lanciato l’allarme per la possibile operazione di greenwashing dell’azienda, cioè l’intenzione di sembrare più verde nonostante si occupi in via prioritaria di petrolio e gas.
Nessun dettaglio è stato offerto sul compenso che ha spinto la tv di stato non solo a concedere spazi promozionali ma anche a cambiare il tradizionale tappeto rosso in un “green carpet”, un tappeto di erba finta davanti alle porte del teatro Ariston per porre l’accento sulle attività verdi di Eni: «Preferisco non dare numeri», ha risposto l’amministratore delegato di Rai pubblicità, Gian Paolo Tagliavia. Dal «punto di vista scaramantico è meglio non fare numeri, li facciamo domenica», quando Sanremo 2022 sarà finito.
Eni, e nello specifico Eni gas e luce, la società che si occupa di vendita al dettaglio di energia, rinnovabili e mobilità elettrica, si prepara al lancio del suo nuovo nome e marchio Plenitude, anche in vista anche della quotazione in borsa.
Proprio Plenitude sarà al centro della sponsorizzazione. La partnership con Rai e Rai Pubblicità, hanno spiegato l’ad di Rai pubblicità e Amadeus, darà vita durante il Festival «a un processo per analizzare, per la prima volta, l’impatto dell’evento in termini di consumi ed emissioni di CO2 correlate all’organizzazione e allo svolgimento dell’evento stesso, attraverso strumenti innovativi».
Il tappeto verde, ha detto invece il dirigente Eni Goberti «rappresenta il colore del nostro nuovo logo e racconta del nostro percorso verso la transizione energetica». Un’operazione che secondo gli ambientalisti punta a mettere in secondo piano le reali operazioni dell’azienda, l’Eni infatti nonostante Plenitude (Eni gas e luce) macina utili in larghissima parte grazie all’estrazione di petrolio e metano, nulla a che fare con le attività verdi.
Oltre al “green carpet”, visibile ormai da giorni a Sanremo, non sono stati dati ulteriori dettagli sugli spazi che verranno concessi all’azienda.
Domani ha chiesto ad Amadeus se l’accordo prevede dei limiti per gli artisti o se saranno liberi di esprimere il loro dissenso nei riguardi dell’operazione pubblicitaria o se potranno criticare petrolio e gas.
Alla domanda ha voluto rispondere l’amministratore delegato di Rai pubblicità, Tagliavia: «Ci mancherebbe pure, non ci sono dei vincoli rispetto a quello che gli artisti possono dire. Gli artisti possono dire tutto».
GIÀ PRONTO IL “GREEN CARPET”. Sanremo, l’Eni prova a usare il palco dell’Ariston per far dimenticare il petrolio. VANESSA RICCIARDI su Il Domani il 31 gennaio 2022
L’Eni sarà il principale sponsor di Sanremo per lanciare “Plenitude”, il nome della nuova società che unisce vendita al dettaglio di elettricità e gas, rinnovabili e mobilità elettrica.Un’operazione per fare attecchire il suo nuovo simbolo dai colori verdi nelle simpatie del pubblico, ma anche in vista della quotazione in borsa entro l’anno. Già il 31 è prevista una conferenza stampa con Amadeus.
Greenpeace lancia l’allarme: «Questo è un esempio perfetto di come funziona il greenwashing, mettere in mostra la propria componente apparentemente più sostenibile mentre si occupa di tutt’altro»
VANESSA RICCIARDI. Giornalista di Domani. Nasce a Patti in provincia di Messina nel 1988. Dopo la formazione umanistica tra Pisa e Roma e la gavetta giornalistica nella capitale, si specializza in politica, energia e ambiente lavorando per Staffetta Quotidiana, la più antica testata di settore.
Eni sponsor a Sanremo e Cosmo dice «stop al greenwashing» sul palco. VANESSA RICCIARDI su Il Domani il 05 febbraio 2022.
Il cantautore Cosmo sul palco mentre accompagnava la Rappresentante di Lista al mixer ha lanciato il suo messaggio contro le operazioni per fare apparire verdi le attività che non lo sono. Gli ambientalisti avevano chiesto di prendere posizione contro la campagna pubblicitaria di Eni
Alla fine è successo: il cantautore Cosmo sul palco di Sanremo mentre accompagnava la Rappresentante di Lista al mixer nella serata delle cover ha lanciato il suo messaggio per l’ambiente: «Stop greenwashing» ovvero alle operazioni costruite per far sembrare verde quello che verde non è. Il video dell’esibizione ha cominciato a circolare sul web messaggio ambientalista incluso.
Quest’anno, come raccontato da Domani, tra gli sponsor del Festival c’è Eni, anzi, il Cane a sei zampe è il finanziatore principale dell’evento musicale per lanciare il suo nuovo marchio Plenitude che a breve andrà a sostituire il nome di una delle società di Eni, Eni gas e luce, mantenendo le stesse attività: vendita al dettaglio di luce e gas, energie rinnovabili e mobilità elettrica.
Un’operazione che per Greenpeace e Fridays for future è appunto greenwashing. Qualche giorno fa avevano lanciato anche su queste pagine un appello agli artisti per prendere posizione che finora era rimasto inascoltato.
Come risposto a Domani durante la conferenza stampa di lancio degli sponsor gli artisti hanno piena libertà di esprimere la loro opinione.
Finora la Rai non ha rivelato quanto vale la sponsorizzazione di Eni e in questi giorni oltre all’ormai celebre “green carpet” di erba finta che accompagna tutti gli artisti fino alla porta, per sottolineare «la sostenibilità», sono andate in onda ripetute pubblicità, lo spazio radio vede campeggiare come sfondo il Cane a sei zampe con il nuovo colore verde e il presentatore Amadeus ha ringraziato Eni dal palco.
Il nuovo marchio Plenitude dovrà essere quotato in borsa entro l’anno, in un periodo in cui i mercati prestano molta attenzione alle iniziative green.
Per gli ambientalisti si tratta di puro marketing, visto che la gran parte delle attività di Eni resta focalizzata su petrolio e gas.
VANESSA RICCIARDI. Giornalista di Domani. Nasce a Patti in provincia di Messina nel 1988. Dopo la formazione umanistica tra Pisa e Roma e la gavetta giornalistica nella capitale, si specializza in politica, energia e ambiente lavorando per Staffetta Quotidiana, la più antica testata di settore.
FESTIVAL VIETATO PER GLI AMBIENTALISTI. Il vero vincitore di Sanremo è il greenwashing. FERDINANDO COTUGNO su Il Domani il 05 febbraio 2022.
Agli attivisti di Greenpeace che giovedì sera hanno manifestato pacificamente fuori dal teatro Ariston contro la sponsorizzazione di Eni-Plenitude, è stato dato un foglio di via da Sanremo per tre anni. Meglio non tenere il problema lontano dal Festival
Al Festival di Sanremo il main sponsor Eni – Plenitude ci racconta la sua svolta tutta rinnovabili e ambiente. Tra auto e crociere, tra gli sponsor va in scena il mondo delle emissioni di Co2.
Agli attivisti di Greenpeace che giovedì sera hanno protestato fuori dal Teatro Ariston è stato dato il foglio di via per tre anni da Sanremo.
Sembra quasi un messaggio in codice: tenere la crisi climatica lontana dal Festival. L’unica storia da raccontare deve essere quella di Plenitude. FERDINANDO COTUGNO
Sanremo 2022, dramma-Beppe Vessicchio: "Da quanto sono positivo al Covid", panico in Rai a pochi giorni dal via. Libero Quotidiano il 28 gennaio 2022.
Il Festival di Sanremo è ormai alle porte, con Amadeus che è pronto a dar via allo spettacolo a partire da martedì 1 febbraio e fino a sabato 5. C’è però sempre il Covid sullo sfondo che non consente di programmare tutto con serenità, dato che da un momento all’altro qualche positività può creare non pochi disagi. In questo senso l’ultima brutta notizia riguarda Beppe Vessicchio, che ha contratto il Covid.
Il maestro non potrà quindi salire sul palco del teatro Ariston, a meno che non si negativizzi entro lunedì. “Sono a casa positivo - ha dichiarato con amarezza - ho dovuto mandare un sostituto a fare le prove con Le Vibrazioni. Spero entro lunedì di riacquisire la libertà e poter raggiungere Sanremo in tempo per il Festival”. Contattato dall’Adnkronos, Vessicchio ha rivelato di essere positivo al Covid da diversi giorni e per fortuna senza grandi sintomi.
“Ho ancora un po’ di raucedine - ha rivelato - e quindi voglio aspettare a fare il tampone ancora un paio di giorni. Non voglio rischiare di risultare ancora positivo”. Nel frattempo in quarantena Vessicchio sta seguendo anche l’elezione del prossimo presidente della Repubblica: curiosamente anche lui ha preso un voto in uno dei primi quattro scrutini.
Porte chiuse e tutti zitti. Il vero tesoro del Festival sono le prove dei "Big". Paolo Giordano l'1 Febbraio 2022 su Il Giornale.
Dopo il "caso Irama" del 2021, ieri per la prima volta ogni artista era vestito come fosse in tv.
Ormai l'unico vero segreto del Festival di Sanremo va in scena solo al lunedì pomeriggio all'Ariston, prima del debutto della sera successiva (cioè oggi), quando ci sono le prove definitive e il rodaggio delle canzoni è praticamente finito. I cantanti al loro meglio o presunto tale. Silenzio in sala. Concentrazione. Tutto il resto della macchina una volta nota come Festival della Canzone è anticipato, sezionato, slabbrato dalle indiscrezioni social, dalle stories Instagram, dalle lenzuolate web, dalle pagelle istantanee, dalle discussioni su due piedi, anzi due dita. Una processione che pedina implacabilmente ogni minuto secondo della settimana più musicale dell'anno. Il Festival delle dirette al posto della diretta di Sanremo, ossia l'evento più seguito dal popolo televisivo italiano salvo non ci si siano Mondiali od Europei in braghette bianche e tacchetti. Tutto per tutti in tempo reale.
Però ci sono le «prove del lunedì».
Fino all'anno scorso, le fatidiche verifiche finali erano molto più, diciamo, déshabillé perché gli artisti ci arrivavano alla bell'e meglio, vestiti come capitava tanto li vedevano solo i critici musicali e gli addetti ai lavori. Stavolta no. Dopo il «caso Irama», che risultò positivo e andò in gara solo con il video delle «prove del lunedì», ora tutti si presentano (gliel'ha consigliato Amadeus) vestiti di tutto punto come se fosse la serata in diretta tv. Sia mai che un tampone ferisca e tutta la baracca finisca in isolamento, lasciando in eredità soltanto una svogliata performance in maniche di camicia.
Perciò, dopo 71 anni di prove pomeridiane molto impegnative ma spesso poco impegnate, per la prima volta ieri i Big del Festival si sono presentati sul palco in assetto di guerra. A proposito: la scenografia è davvero da competizione, molto profilata, con scalinata principale e quattro gradini di «uscita» in direzione platea. Una scenografia «social», come ormai è d'obbligo, ossia condivisibile nel senso di inclusiva, senza barriere, ostacoli, nessun grado di separazione tra artisti e pubblico. Prima o poi si tornerà a sentire il bisogno della sacralità dell'artista e della necessaria distinzione tra chi fa spettacolo e chi lo applaude.
In ogni caso, l'effetto è garantito e stasera in diretta su Raiuno chiunque potrà essere d'accordo. Dopotutto ieri pomeriggio lo spettacolo all'Ariston è stato sontuoso, magari troppo dilatato (tanti artisti hanno ripetuto due volte le proprie esecuzioni) ma comunque entusiasmante. Massimo Ranieri ha rivoltato la sala con quel perfetto esemplare di «belcanto» che è la sua Lettera al di là del mare, che probabilmente non vincerà nulla ma è spettacolare anche se lui la cantasse con la voce sinistra. D'accordo che va per i 71 anni, ma avercene. E che l'Ariston sia comunque un crocevia di voci riconoscibili lo conferma anche Emma, tra l'altro raramente così consapevole e focalizzata come in questi giorni. Arriva vestita «Gucci customized» e canta la sua Ogni volta è così come se davvero ci fossero le telecamere accese per tutti i tinelli d'Italia. Così intensamente da prendersi un applauso all'improvviso mentre la canta scendendo i quattro gradini davanti al palco (poi la rifarà un'altra volta). Intensa e convincente. Lo era stata a modo suo anche Giusy Ferreri qualche minuto prima. Vestita da sera con i fianchi scoperti, sempre timidissima, inizia a cantare Miele con un megafono prima di sfoderare la sua voce roboante dentro un pezzo in levare. Forse manca la forza del ritornello ma non la capacità di creare atmosfera. Vorrebbe farlo anche Ana Mena, minuta e rossissima e scintillante con stivaloni da valchiria.
La sua Duecentomila ore sa di estate e di poco altro, ma almeno il titolo rischia di essere azzeccato perché è il più vicino alla durata di questo Festival delle ore piccole. «Ho iniziato fuori tempo, possiamo ripetere», chiede lei. E se Gianni Morandi ha fatto davvero sobbalzare tutti stile geghegè con Apri tutte le porte («Lui sta sopra al mio brano come un surfista di Maui», ha scritto Jovanotti), La Rappresentante di Lista ha riportato in sala il clima da piccolo club, preferibilmente alternativo: la loro Ciao Ciao è bella e Veronica Lucchesi la canta come si deve. Lo fa anche Elisa, super eterea sul palco con un abito morbido e candido. Se qualcuno ha le carte in regola per vincere a bocce ferme, lei è la persona giusta e la sua O forse sei tu è caricata a pallettoni. Vedremo.
In ogni caso, canzone dopo canzone, prova dopo prova, tra un Irama concentratissimo e chiodo con frange nere alla Ozzy Osbourne e un Michele Bravi etereo e sofisticato, viene fuori un racconto musicale unico al mondo con 25 cantanti che, uno dopo l'altro, cantano il proprio brano inedito per vincere una gara. Se ci pensate, a questo livello non capita da nessun'altra parte (neppure sui social). Paolo Giordano
Chi veste cosa a Sanremo. Daniela Fedi il 30 Gennaio 2022 su Il Giornale.
Sussurri, grida e indiscrezioni sui look del Festival. Dal clamoroso post che ha causato la rottura tra Giorgio Armani e Ornella Muti al crescente potere dei due stylist che curano l'immagine degli artisti italiani.
A spartirsi la torta dell'immagine durante il Festival di San Remo come alle sfilate non sono tanto gli stilisti quanto gli stylist, ovvero quegli addetti ai lavori della moda capaci di costruire una storia intorno a un abito. I più accreditati dietro alle quinte dell'Ariston sono la leggendaria Susanna Ausoni che ha esordito in questo difficile mestiere alla fine degli anni '90 curando il look dei giovani artisti per MTV e il bravissimo Nicola (detto Nick) Cerioni che ha cominciato al suo fianco qualche anno fa come assistente e adesso è una vera e propria autorità del settore. Alle cure di lei che in mezzo a tutto ha appena pubblicato il libro L'arte dello styling (223 pagine, Vallardi Editore) scritto a quattro mani con il giornalista Antonio Mancinelli, si affidano artisti come Elisa, Mahmood, Carmen Consoli, Francesco Gabbani, Giusi Ferreri, Noemi e Ditonellapiaga. Quest'ultima canta in coppia con Donatella Rettore che invece si affida alle capaci mani di Nick Cerioni autore anche dei look di Morandi, Tananai, Cesare Cremonini, Orietta Berti e Rkomi, il ragazzo che nel 2021 ha fatto più strem su Spotify.
Per lui, che è dato tra i possibili vincitori del Festival, ci sarà un solo brand, Etro, prepotentemente balzato agli onori della cronaca canora per aver vestito i Manneskin sia quando hanno vinto Sanremo, sia per l'entusiasmante vittoria di Eurovision. Adesso invece vestono Gucci come per altro fanno fin dall'esordio Achille Lauro e come farà per questa edizione Emma Marrone che avrà addirittura delle creazioni “costume made”, cioè disegnati e confezionati apposta per lei.
Non è la sola. Pare che Sangiovanni, il cantante-rivelazione di Amici, avrà degli abiti in linea con il suo brano intitolato Farfalle. In buona sostanza il marchio Diesel adesso disegnato da Glenn Martens dovrebbe interpretare con i vestiti le varie fasi di vita di una farfalla: dall'uovo al bruco, dalla crisalide al lepidottero adulto. Del resto una delle tendenze di questo Festival sta proprio nella decisione dei brand di concentrarsi su uno massimo due artisti per dare il massimo sul fronte della creatività.
Sanremo ormai è come il Met Gala: una vetrina irrinunciabile dove però non si possono commettere errori
dicono in coro gli uffici stampa delle case di moda con la sola eccezione di Dolce & Gabbana che non vogliono più vestire nessuno nonostante gli applausi ricevuti lo scorso anno per i magnifici look d'archivio sfoggiati da Noemi. Gira nel frattempo la voce che ad accaparrarsi l'esclusiva di Valentino sia stata tra i cantanti Elisa e tra gli ospiti Lorena Cesarini, l'attrice di Suburra. Quella di Dior Homme se l'è accaparrata Tananai o meglio il suo stylist, mentre Moschino vestirà La Rappresentante di lista, ovvero il duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina che lo scorso anno vestivano Valentino. Sembra che Versace si occupi dello smoking di Massimo Ranieri in omaggio alla passione dell'indimenticabile Gianni per la sua voce potente. Quelli di Amadeus saranno invece firmati da Gai Mattiolo per una forma di rispetto e gratitudine del presentatore che veniva vestito dal designer romano quando era poco più di un signor nessuno.
Invece Fiorello atterrato a sorpresa sul palco dell'Ariston vestirà come sempre Giorgio Armani e non è certo l'unico. Sono infatti moltissimi gli ospiti che hanno scelto il più famoso dei nostri stilisti: da Maria Chiara Giannetta (protagonista di Blanca e della nuova edizione di Don Matteo) a Luca Argentero, dalla cantante Ana Mena a Cremonini. Sarà invece in Emporio Matteo Romano mentre Ornella Muti per la prima serata avrebbe dovuto vestire un modello Privè (l'alta moda di Armani), ma un disgraziato post sulla discussa pagina Instagram della figlia Naike Rivelli ha incrinato i rapporti tra l'attrice e la griffe.
Sarà dunque Francesco Scognamiglio (leggi l'intervista in esclusiva qui) a vestirla tanto per la prima quanto per la seconda serata di Festival. Si dice che la Ferilli abbia scelto per l'ultima sera Numero 21, il brand di Alessandro Dell'Acqua con cui l'attrice ha da sempre ottimi rapporti di stima e amicizia. Non si sa invece chi vestirà Laura Pausini, mentre Drusilla Foer promette di essere “eleganzissima” con un progetto di upcycling dei suoi abiti di scena e con un paio di modelli appositamente creati per lei dalla sarta fiorentina Rina Milano. Daniela Fedi
Sanremo, non solo festival: tutte le curiosità sulla città della musica e dei fiori. Mari Mollica su Il Corriere della Sera il 31 gennaio 2022.
Sanremo, non solo festival: cosa fare e vedere
Sapevate, ad esempio, che a Sanremo ci si può fare un selfie con Mike Bongiorno? O scoprire, letteralmente sotto i piedi, la canzone che ha vinto il festival nell'anno in cui si è nati?
Sapevate che il Festival di Sanremo non è affatto nato al teatro Ariston? Che qui ci si può fare un selfie con Mike Bongiorno e scoprire, letteralmente sotto i piedi, la canzone vincitrice nel proprio anno di nascita? Che ne "Il sentiero dei nidi di ragno" rivive, sotto lo sguardo di Italo Calvino, la Pigna, il centro storico della città? E che qui è vissuto in esilio e morto l'ultimo sultano dell'Impero Ottomano? Scoprite tutte le curiosità su Sanremo nella nostra gallery
Sanremo: le curiosità
Sanremo, oltre il Festival. I riflettori nazionali (ed internazionali) si accendono sulla città ligure una volta all'anno, a suon di musica. Ma oltre alle note c'è di più.
Un mondo di curiosità da scoprire, che portano lontano, dalla Russia a Istanbul. Perché tra fine Ottocento e inizio Novecento, nel suo periodo d'oro, Sanremo era al centro del mondo. O meglio, al centro del mondo del turismo, sicuramente più di adesso.
Ecco perché passare davanti al Teatro Ariston, al Casinò di Sanremo, a Villa Nobel e a Villa delle Magnolie con uno sguardo più attento significa fare un viaggio nella storia e nella società del secolo scorso. E anche divertirsi a caccia di aneddoti.
Il Teatro Ariston
È forse il cine-teatro più fotografato d'Italia, perché il nome Ariston fa rima da decenni con il Festival di Sanremo. Eppure il festival della canzone italiana non è affatto nato qui, dove ha trovato casa solo dal 1977.
Il Teatro Ariston, che si affaccia su Corso Matteotti, è stato inaugurato, dopo varie vicissitudini, nel 1963 dalla famiglia Vacchino, che da tre generazioni scrive la storia del cinema a Sanremo, essendo proprietaria anche di altre sale cittadine.
La più bella non è, paradossalmente, l'Ariston, bensì il Cinema “Centrale”, edificato nel 1925: merita una visita la sala a croce latina, coperta da una cupola apribile che corona un soffitto dalle raffinate decorazioni firmate da Galileo Chini.
Del complesso fa anche parte il “Tabarin Florida”, sala minore ma un vero gioiellino in stile Liberty.
Casinò di Sanremo
La culla del Festival non fu il Teatro Ariston ma il Casinò di Sanremo. Qui, nel Salone delle feste, si svolse la prima edizione, il 29 gennaio 1951. E anche tutte le edizioni successive, fino al 1976.
Il Casinò di Sanremo si trova su corso Inglesi, a pochi passi dalla Passeggiata Imperatrice. Venne inaugurato il 14 gennaio 1905 con il nome di "Kursal" ed è un notevole esemoio di architettura Liberty, progettato dall'architetto francese Eugène Ferret.
Un selfie con Mike
Dal 2013 farsi un selfie con Mike Bongiorno è diventato uno dei riti più diffusi tra i turisti. Basta andare all'incrocio tra corso Matteotti e via Escoffier per "incontrare" il celebre presentatore che, tra il 1963 e il 1997, ha condotto ben 11 edizioni del Festival di Sanremo.
La statua è stata donata dalla Fondazione Mike Bongiorno alla città di Sanremo ed è stata inaugurata da Fabio Fazio il 15 febbraio del 2013.
Ogni anno, una canzone
Curiosi di scoprire quale canzone vinse il Festival di Sanremo nel vostro anno di nascita? Basta farsi una passeggiata lungo via Matteotti, la via principale di Sanremo su cui si affaccia anche il Teatro Ariston.
La pavimentazione è decorata da una serie di targhe in bronzo con i titoli dei brani vincitori del Festival della Canzone Italiana dal 1951 ad oggi, accompagnati dai nomi dei rispettivi interpreti.
La doppia Primavera
Sanremo vanta due statue quasi gemelle. La prima, la "Primavera", star indiscussa del Lungomare Imperatrice, è divenuta simbolo della città.
Quasi identica - e firmata dalla stessa mano artistica, quella dello scultore toscano Vincenzo Pasquali (visse a Sanremo dal 1915 alla morte, nel 1940) - la statua in stile Liberty su corso Augusto Mombello.
Viene definita la "sorella della Primavera" ma in realtà si tratta di un'altra figura femminile, "Ondina".
Tra le due sorelle, la prima è sicuramente la più famosa e fotografata, anche per la location: si trova sulla splendida Passeggiata Imperatrice, così chiamata in omaggio all’imperatrice di Russia Maria Alexandrovna (1824-1880) che soggiornò a Sanremo tra il 1874 e il 1875 e che donò alla città una somma destinata all'acquisto di una partita di palme per ornare l'allora corso di Ponente. Oggi, Lungomare Imperatrice.
La Chiesa Russa
Proprio all'inizio della Passeggiata Imperatrice si trova un altro segno della forte presenza russa a Sanremo fra fine Ottocento e inizio Novecento: la Chiesa Russa.
La zarina Maria Aleksandrovna, moglie di Alessandro II, non fu la sola a svernare a Sanremo: la città ligure diventò meta privilegiata dell'aristocrazia russa e ben presto si sentì la necessità di costruire un luogo di culto ortodosso.
La costruzione della chiesa di Cristo Salvatore iniziò nel 1912.
Una villa... da sultano
Non solo aristocrazia russa: Sanremo, nel suo periodo d'oro, fu buen retiro di teste coronate e diplomatici. Non tutti sanno che, addirittura, fu l'ultima residenza di Mehmet VI, trentaseiesimo e ultimo sultano dell'Impero ottomano, che qui morì in esilio il 16 maggio 1926.
La sua ultima casa fu Villa delle Magnolie (via delle Magnolie, 6): dopo anni di abbandono, è stata restaurata diversi anni fa e, attualmente, ospita una parte delle classi del Liceo "G.D Cassini".
Una villa... da Nobel
Altra casa che vanta un ospite illustre è Villa Nobel (corso Cavallotti 116): qui visse (e morì, il 10 dicembre 1896) Alfred Nobel, l'inventore della dinamite, che nel suo testamento istituì il lascito per i famosi Premi Nobel.
La villa, oggi di proprietà della Provincia di Imperia, è stata trasformata in un museo dedicato al chimico-filantropo svedese e in una location per eventi.
La città di Italo Calvino
"Della mia nascita d'oltremare conservo solo un complicato dato anagrafico (che nelle brevi note bio-bibliografiche sostituisco con quello più "vero": nato a Sanremo)": così Italo Calvino spiegava l'essere nato fisicamente a Cuba ma l'essere "venuto al mondo" e cresciuto a Sanremo, città natale paterna.
Il suo legame con la città ligure è vivido nelle pagine dei suoi libri, a cominciare dalla Villa Meridiana e dal suo lussureggiante giardino (dove Calvino ha vissuto coi genitori, fino ai vent'anni), che viene evocata in Eremita a Parigi e in altri scritti. Oggi ne resta solo una targa commemorativa.
Altro luogo chiave, il Regio Liceo “Gian Domenico Cassini” di Sanremo, uno dei più prestigiosi ed antichi d’Italia. Calvino vi entrò nel 1934. Tra i suoi compagni di classe, c'era Eugenio Scalfari.
Con il fondatore de “La Repubblica”, Calvino ricorda le lunghe chiacchierate sulle panchine della passeggiata Imperatrice, i film al Cinema Centrale o le nuotate allo stabilimento balneare Morgana, ritrovo dei giovani sanremesi.
Ne Il sentiero dei nidi di ragno, la "città vecchia" è la Pigna, che deve il nome alla sua forma: una collina su cui si accalcano case separate da strettissimi vicoli, i carruggi. Un labirinto di scale, passaggi segreti, archi e muri scrostati dalla salsedine. Dove il sole gioca a nascondino.
E il "sentiero dei nidi di ragno" rappresenta tutti quei sentieri dell'entroterra del Ponente Ligure, quei boschi alle spalle di Sanremo (tra cui il Parco di San Romolo) che furono teatro delle Resistenza partigiana cui Calvino stesso aderì.
Il percorso letterario su Calvino
Sanremo, in ogni suo scorcio, dal lusso del Casinò alla povertà dei carruggi (nella foto, uno scorcio della Pigna), evoca la presenza di Calvino e in città si può costruire un vero percorso di turismo letterario.
Nella Biblioteca Civica "Francesco Corradi" (via Carli, 1) vi sono alcuni pannelli che raccontano il rapporto tra lo scrittore e la città e che illustrano le tappe fondamentali del percorso.
La biblioteca, inoltre, ospita il grande Fondo Mario Calvino-Eva Mameli Calvino, donato alla città dai figli Italo e Floriano nel 1979: circa 1000 volumi monografici, 200 periodici, 10.000 opuscoli, numerose fotografie e un archivio dei fiori. Un tesoro inestimabile anche per gli studi di carattere agricolo sulla Liguria, raccolto negli anni dal padre di Calvino, Mario, noto agronomo e fondatore della Stazione Sperimentale di floricoltura di Sanremo.
La sardenaira, una pizza non-pizza
Il piatto tipico di Sanremo è una pizza. Ma guai a chiamarla pizza. Per i Sanremesi la sardenaira è unica e diversa da ogni altra "pizza".
Si tratta di una focaccia dal morbido impasto (qualcuno vi mette anche il latte) ricoperta da una sorta di sugo alla cipolla. Vi si aggiungono sopra acciughe, olive (rigorosamente Taggiasche) e abbondante aglio in camicia.
Con nomi diversi, è diffusa in tutto il Ponente Ligure e persino nella vicina Costa Azzurra, specialmente a Nizza.
La ricetta, antica di secoli e legata alla tradizione marinara, ha molte varianti: la sardenaira tradizionale di Sanremo, che ha ottenuto il marchio Denominazione Comunale di Origine nel 2012, nella sua versione "ufficiale" non contempla la cipolla.
Diffidare, comunque, dalle versioni "light" prive di aglio, che vengono sfornate per andare incontro ai gusti dei turisti.
Le spiagge di Sanremo
Dove fare un bagno a Sanremo? Le spiagge della città sono quasi tutte occupate dagli stabilimenti balneari. Quelli più gettonati sono quelli che si trovano lungo la Passeggiata Imperatrice, dalla vecchia stazione alla zona Foce.
Nei pressi del porto, si va allo storico stabilimento Morgana, che con la sua rotonda sul mare per anni ha animato la movida della città.
Più fuori mano, verso est, la spiaggia dei Tre Ponti è un grande classico dei Sanremesi.
Festival. Tutto il cibo che abbiamo cantato a Sanremo. Stefania Leo su L'Inkiesta il 27 Gennaio 2022.
Pizza, spaghetti, caffè, gelato e il famoso bicchiere di vino per “Felicità”: abbiamo fatto un po’ di archeologia della canzone italiana raccogliendo per voi tutto il cibo cantato sul palco più famoso d’Italia.
È di nuovo quel momento dell’anno. Dall’1 al 5 febbraio l’Italia si beccherà il suo settantaduesimo Festival di Sanremo. Che lo si ami o lo si odi, è innegabile che sarà tra i principali argomenti di conversazione della settimana. Sarà un’occasione per riunirsi – anche in forma ristretta – con altri fanatici dell’Ariston, intenti a ricordare quanto erano belle le canzoni di una volta, a chiedersi «ma che fine hanno fatto i Jalisse?» oppure a twittare commenti sagaci sulla cover di Emma che promette una versione da urlo (speriamo non di terrore) di “…Baby, one more time”. A quelle serate ci sarà sicuramente un divano, tanta allegria e spirito critico, e qualcosa da mangiare. Ma visto che Sanremo è la cartina al tornasole della cosiddetta Italia nazionalpopolare, volete che tra i versi delle canzoni non ci sia del cibo? Abbiamo fatto un po’ di archeologia della canzone italiana per voi.
Non sono tantissime le canzoni sanremesi che hanno messo in musica temi gastronomici. Si tratta piuttosto di citazioni di simboli, come la pizza, gli spaghetti o il caffè. Ad esempio, durante il Festival del 1964, presentato da Aurelio Ferro, il Quartetto Cetra cantò “Sole, pizza e amore”. Gli autori Giacobetti e Savona sintetizzarono in quelle tre parole un po’ tutto lo spirito di una nazione e del vivere all’italiana. Così, scrivendo all’amico emigrato in Germania, gli dicevano: «Caro Doll,/ come va la birreria di Dusseldorf, caro Doll?/ Come mai sempre chiuso in Kaiserstrasse te ne stai, come mai?/ Lascia tutto per favore, prendi l’auto in poche ore,/ arrivare qui potrai,/ troverai tanto sole, tanta pizza e tanto amore».
Rimanendo in tema italianità, non esiste brano più rappresentativo de “L’italiano”. Cantata dall’eterno secondo Toto Cutugno, nei versi si coglieva uno spaccato di cultura nazionale del tutto incontestabile, in cui non potevano mancare gli spaghetti cotti al punto giusto («Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente»), né ovviamente il caffè («Buongiorno Italia, col caffè ristretto»).
Anche se nel titolo è citato un frutto, di stereotipi si parla anche in “La terra dei cachi”. Elio e le storie tese la portarono sul palco dell’Ariston, nel 1996, mettendo insieme il caffè («Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffè»), la pasta («Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi») e la pizza («Una pizza in compagnia, una pizza da solo/ Un totale di due pizze e l’Italia è questa qua»).
Il caffè piace molto agli artisti che vanno a Sanremo. Sarà che sono costretti a berne a litri per sopravvivere a quella settimana intensa. Nel 1969, Riccardo del Turco si chiedeva «Cosa hai messo nel caffè», mentre nel 1981, in “Caffè nero bollente” Fiorella Mannoia cantava «Ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente». Nel brano “Nu juorno buono” (Sanremo 2014) Rocco Hunt spiegava che: «È nu juorno buono/ Stamattina mi ha svegliato il sole/ L’odore del caffè». Ma il vero coffee addicted è Alex Britti, che in “7000 caffè” si sfogava così: «7000 caffè,/ Li ho già presi perché/ Sono stanco di stare al volante/ E vorrei arrivare entro sera da te».
La pizza torna anche in “Yanez” di Davide Van De Sfroos. Piazzatosi al 4° posto nel 2011, cantava i “Pirati” della Riviera romagnola, dove si respirava «Uduu de frituura de pèss e de pizza de purtà via», odore di frittura di pesce e di pizza da asporto, e dove al tavolo non mancano mai «Stuzzichini, moscardini e una bibita de quatru culuur». Chi non ha ricordi di vacanza simili a questo, sta mentendo.
Presentata al Festival di Sanremo del 1961 da Wilma De Angelis, “Patatina” poneva ironicamente il focus sul nostro tubero preferito: «un tiepido raggio di sole, frugando nel verde dell’orto, trovò una cosina piccina così, patata, patatì, patatina come te».
Un altro pallino gastronomico del Festival è il pane, o meglio le sue briciole, come quelle cantate da Povia nella canzone “Vorrei avere il becco”, vincitrice del Sanremo 2006. La protuberanza gli serviva «Per accontentarmi delle briciole». In più: «Più o meno come fa un piccione/ Lo so che è brutto il paragone/ Però vivrei con l’emozione/ Di dare fiducia a chi mi tira il pane». Col suo becco, Povia deve aver mangiato quelle briciole che servivano a I Future, voci del brano “Bricole di pane”, arrivata seconda a Sanremo 1987, dietro Michele Zarrillo («Briciole di pane in un sentiero che sai/ prima non avevi visto mai»).
Sulle patatine e sul pane non può mancare il sale. A cantarlo, negli anni, sono in tanti. Claudio Villa e Dominico Modugno, co-interpreti di “Addio… Addio”, vincitrice del Sanremo 1962, gorgheggiavano: «Il nostro amore, acqua di mare, è diventata sale». Per Marco Carta in “La Forza mia” (vincitrice di Sanremo 2009) l’ingrediente arricchiva «un bacio ad acqua salata che ancora più sete di te mi dà». Se vi sembra troppo, possono sempre passarlo a Luca Barbarossa, che nel 2018 sul palco dell’Ariston presentava la bellissima “Passame er sale”, aggiungendo però che «er sale fa male».
C’è anche spazio per l’alimentazione plant based. Infatti, nel 1952, Nilla Pizzi cantava “Papaveri e Papere”, chiedendo «Papà, pappare i papaveri come si fa?». La risposta: «Non puoi tu pappare i papaveri. Che cosa ci vuoi far, così è la vita». È la seconda edizione di Sanremo e la cantante gareggia con ben tre canzoni: “Vola Colomba”, che arriva prima, “Papaveri e Papere”, seconda, “Una donna prega”, terza. Forse dietro questi successi c’erano «campi di grano che dirvi non so» e «insalata da beccare». Rimanendo in tema vegetale ma più vicino al fine dining, nel 1978 Rino Gaetano svelava che Gianna «aveva un fiuto eccezionale per il tartufo».
C’è anche un po’ di beverage. Nella sua “Soldi”, brano vincitore di Sanremo 2019, Mahmood cantava di chi «beve champagne sotto Ramadan». Ma, scavando un po’ nel passato, abbiamo scovato una perla risalente al primo Festival: “Al mercato di Pizzighettone”, interpretata dal Duo Fasano ft. Achille Tognani. I cantanti raccontavano di questo luogo e di un liquore «che i dolori fa scomparir/ Non per mille, non per cento, ma per poco io ve lo do/ È per tutti, per sani e malati, borghesi e soldati/ Vi posso giurar, la mia nonna lo volle assaggiare/ Si mise a gridare, “Mi voglio sposar”».
Parola intraducibile, proprio come la pizza, il gelato non poteva mancare nella nostra rassegna gastro-musicale. Scopriamo così nel 1989, un giovanissimo Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, in “La mia moto” cantava e chiedeva «Per me una birra media e per te un gelato». Nel 2018 Gianna Nannini presentava a Sanremo “Fenomenale”. Tra i versi, ce n’era uno che ancora oggi ci scatena un’immediata voglia di gelato e di amori appassionati: «Ballo in mutande, ingannerò l’attesa/ Di un nostro incontro con un gelato all’amarena/ Quello che ieri dalla mia schiena è soffiato via».
In “Non lo faccio più” Peppino Di Capri confessava di amare «Quei confettini alla frutta/ Che prima di dormire/ Ti mangi tu». Ma occhio a esagerare con quella roba perché «Nel mio pancino goloso/ Li sento andar su e giù/Non lo faccio più!». Tra i dessert non poteva mancare il babà, che come cantava Marisa Laurito «è una cosa seria». Ma nella sua filosofia, il dolce non era il solo a poter consolare. C’è «l’addore d’a pummarola/ Perché quel che mi tira su/ Songo ‘e zite con il ragù». Del resto, «La fortuna è fugace, si sa/ L’amor, l’amor, l’ammore viene e va/ Ma il maccherone resta/ Non c’è sta niente ‘a fa’». Come darle torto.
A Sanremo si parla anche di cibo che non c’è, come accadeva in “Piazza grande” di Lucio Dalla, cantata durante Sanremo 1972: «Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in Piazza Grande ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è». In “Un grande amore e niente più” (Sanremo 1988), Peppino Di Capri si disperava: «Io, chiedo da bere/ Da una fonte asciugata dal sole». La fame diventa politica in “Non è l’inferno”, brano vincitore Sanremo 2012 cantato da Emma: «Se tu che hai coscienza guidi e credi nel paese/ Dimmi cosa devo fare/ Per pagarmi da mangiare,/ Per pagarmi dove stare,/ Dimmi che cosa devo fare». Una delle opzioni potrebbe essere lavorare. Come sa bene Adriano Celentano, “Chi non lavora non fa l’amore”, ma nemmeno mangia. Il messaggio veniva cantato forte e chiaro nel 1970, quando Adriano Celentano sottolineava come, non lavorando, le cose potessero mettersi male: «A casa stanco ieri ritornai/ Mi son seduto, niente c’era in tavola/ Arrabbiata lei mi grida che ho scioperato due giorni su tre».
Insomma, il cibo è felicità, e noi italiani, da sempre, siamo bravissimi a raccontarla. Nel 1982, pur arrivano secondi, Al Bano e Romina Power hanno sintetizzato la ricetta della “Felicità” in un «bicchiere di vino con un panino». È successo a tutti, pur con questo pranzo apparentemente frugale, di sentire la voglia di urlare di felicità e, magari, di cantare in ogni fibra del corpo. Questa è la vostra settimana: sgolatevi con le cover, polemizzate sui concorrenti e sulle giacche di Amadeus. La felicità arriverà da sola.
Dario Salvatori per Dagospia il 26 gennaio 2022.
Morandi-Ranieri. La storia della canzone italiana a partire dagli anni Sessanta. Diciamo subito che hanno sempre votato comunista, almeno fino a che è esistito il Pci. Forse anche un po’ dopo. Entrambi di origini umilissime: a 13 anni Morandi vendeva gelati e mostaccioli nell’unico cinema di Monghidoro; Ranieri cantava nei ristoranti turistici al Pallonetto, Santa Lucia, come Gianni Rock.
Tante le similitudini, in assenza di talent. E allora perché rivali? Vox populi, l’Italia che tifa e si schiera, per un ciclista, una squadra, perché non un cantante, tanto più se canta bene, ha un sorriso che spacca e piace alle teenagers, alle mamme e dopo qualche anno addirittura alle nonne. Quest’anno Sanremo li vedrà schierati, molto motivati, sicuramente ben piazzati nella classifica provvisoria, fino a quando la notte di sabato, con i social sempre più organizzati, sconvolgerà la classifica.
All’inizio ci fu “Canzonissima”, programma televisivo del sabato sera, a partire dal 1956 (all’inizio “Le canzoni della fortuna”), dal 1958 “Canzonissima”, in grado di far sognare gli italiani due volte: con le canzoni più popolari pronte da cantare e con il miraggio di vincere la Lotteria di Capodanno. Nel 1964 Gianni Morandi vince a braccia alzate il Cantagiro, manifestazione itinerante, mutuata dal Giro d’Italia, con tanto di tappe giornaliere e l’obbligo contrattuale di entrare nella città ospitante a bordo di auto scoperte e consegnarsi direttamente alle follie dei fans che bloccano il traffico. Morandi vince con “In ginocchio da te”, la sua prima canzone a stampo melodico e ad ampio rilascio orchestrale.
Non c’è tempo di partecipare a “Canzonissima” 1964-’65 dove trionfa Claudio Villa con “’O sole mio”. Ma l’anno dopo stravince con “Non son degno di te”, della rodata coppia Migliacci-Zambrini (arrangiamenti equamente divisi fra i due futuri Premio Oscar, Ennio Morricone e Luis Bacalov). Si accende la rivalità con Claudio Villa, che si piazza solo terzo con “La canzone dell’amore”. I cantanti gareggiavano da settembre al 6 gennaio, una gara lunga, con autotreni carichi di cartoline postali (si vinceva con quelle) che attraversavano l’Italia. Le case discografiche erano ricche, con ampi margini di guadagno e dunque un investimento di qualche tonnellata di cartoline poteva starci. L’Italia che và, che spera, ride, canta, spende soldi e tifa.
Nell’estate del 1966 Gianni Morandi vince il suo secondo Cantagiro con “Notte di Ferragosto”, praticamente senza rivali. Arriva “Canzonissima” 1966-‘67 e torna la rivalità con il Reuccio. Quest’ultimo azzecca la canzone, “Granada”, un brano messicano del 1932 scritto da Augustin Lara, Morandi la sbaglia. “La fisarmonica”, la canzone che ha sempre odiato, anche perché fu costretto a cantarla nella serata finale con la morte del cuore. Era nata la sua prima figlia, Serena, che visse soltanto poche ore.
La rivalità fra i due cantanti si ripresenta nella “Canzonissima” 1968-’69 e stavolta la scelta sbagliata si capovolge: Morandi vince con “Scende la pioggia”, secondo Claudio Villa, che però cozza con “Povero cuore”, decisamente un brano trascurabile del suo repertorio.
Siamo alla “Canzonissima” 1969-’70. La rivalità fra i due cantanti si ripropone. Morandi vince la sua terza “Canzonissima” con “Ma chi se ne importa”, impostando il suo naturale agonismo sul cantante romano, ancora secondo con “Il sole caldo del mattino”. E’ evidente che il pubblico vuole da Villa i classici, italiani o napoletani che siano, poco gradisce i brani di nuovo conio. L’errore strategico del cantante emiliano è quello di non avvedersi del diciannovenne Massimo Ranieri, che nel 1967 aveva trionfato al Cantagiro, girone B, con “Pietà per chi ti ama” e nell’estate 1969 vincendo fra i big con “Rose rosse”. Si piazza al terzo posto con “Se bruciasse la città”, sicuramente la canzone migliore del podio. Sarà proprio lui a dargli filo da torcere.
La “Canzonissima” 1970-’71 decreta di fatto il passaggio di consegne. Massimo Ranieri, che ha 20 anni, riceve una canzone dal suo gruppo di lavoro, Bigazzi-Polito-Savio, “Vent’anni”, autobiografismo sfacciato; mentre Morandi porta in gara “Capriccio” (Migliacci-Lusini-Farina-Pintucci), un secondo posto da canto del cigno.
Per l’edizione 1971-1972 entrano in ballo le majors, la Rca e la Cgd (ex Cbs) e il gioco di squadra si fa duro. Vincitore del Festival di Sanremo 1971, con “Il cuore è uno zingaro”, per la Rca Nicola Di Bari sembra il cavallo giusto per contrastare Ranieri in gara con “Via del Conservatorio”. E’ infatti vince il cantante di Zapponeta, secondo posto per l’interprete napoletano. Anche se la Rca chiede e ottiene che Di Bari non entri in eliminatoria con Ranieri. Ma l’anno dopo, 1972-’73, Ranieri depone definitivamente Morandi vincendo la sua seconda “Canzonissima” con “Erba di casa mia”. Declinante Morandi anche se al secondo posto con “Il mondo cambierà”.
Da quel momento la gara tra i due sembra sospesa. Manco per niente. I due prediligono il ruolo di attore: Ranieri diretto da registi importanti, quali Steno, Giorgio Strehler, Giorgio De Lullo, Giuseppe Patroni Griffi, Mauro Bolognini; Morandi alle prese con un rilancio con le fiction e con la sua rinascita con “Canzoni stonate” (1981, Mogol e Aldo Donati gli autori).
Oggi, Morandi (77 anni), Massimo Ranieri (71 e prossimo padre) tornano in gara: Morandi ancora in fissa con Jovanotti con “Apri tutte le porte” (echi Tamla Motown, ritmica sostenuta, molto Sixty); Ranieri con un titolo che sembra strappato da una canzone sanremese degli anni Cinquanta, “Lettera al di à del mare”. In realtà carico di emotività e rimandi esistenziali, scritto da Fabio Ilacqua, l’autore di “Occidentali’s karma”.
Non credo che a nessuno dei due piaccia arrivare alle spalle dell’altro. Dunque una fiera contesa. Vedremo. Peccato che certe sfide non piacciano ai giovani artisti, per esempio Achille Lauro e Mahmood. Sono giovani, è vero, ma conoscono alla perfezione i veleni, il business e gli schieramenti di questo mestiere. Del resto, come diceva Ennio Flaiano: “In Italia non ci sarà mai la rivoluzione, perché ci conosciamo tutti”. Figuriamoci a Sanremo.
Sanremo, i vincitori: da Claudio Villa alla carneade Gilda fino ai Pooh. Ma ve li ricordate tutti? Redazione Spettacoli su Il Corriere della Sera l'1 febbraio 2022.
Dalla prima edizione del 1951 ai Maneskin l’anno scorso una carrellata sui trionfatori al Festival.
1951: Nilla Pizzi («Grazie dei fior») e 1952: Nilla Pizzi («Vola colomba»)
Sanremo è arrivato alla 71 edizione: l’hanno vinto cantanti celeberrimi e carneadi buoni per una stagione. Ma ve li ricordate tutti? Eccoli, dal primo all’ultimo. La prima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo nel 1951. Tre i cantanti in gara: Nilla Pizzi, che si aggiudica il primo premio con la canzone “Grazie dei fiori”, il celebre Achille Togliani e il Duo Fasano, 20 le canzoni in concorso. L’anno successivo vengono inviate alla commissione esaminatrice 300 inediti dalle case discografiche, ne vengono selezionate 20. Il concorso se lo aggiudica “Vola colomba”, ma la canzone di maggior successo sarà la seconda classificata “Papaveri e papere”, entrambe interpretate da Nilla Pizzi
1953: Carla Boni e Flo Sandon’s («Viale d’autunno»)
Nel 1953 il Festival vedrà trionfare “Viale d’autunno” interpretata da Carla Boni e Flo Sandon’s. La doppia esecuzione viene accompagnata da due orchestre, una più tradizionale guidata dal maestro Cinico Angelini e una più moderna diretta da Armando Trovajoli. Nella foto si riconoscono da destra: Carla Boni, Flo Sandon’s e il presentatore Nunzio Filogamo
1954: Giorgio Consolini («Tutte le mamme»)
Nel 1954 Giorgio Consolini interpreta “Tutte le mamme”, vincitrice del 4° Festival della Canzone
1955: Claudio Villa («Buongiorno tristezza»)
Claudio Villa con Maria Teresa Ruta, presentatrice del Festival. La canzone vincitrice nel 1955 è “Buongiorno tristezza” interpretata da Villa e da Tullio Pane
1956: Franca Raimondi («Aprite le finestre»)
Il Festival del 1956 è stato dedicato ai cantanti debuttanti e sarà proprio Franca Raimondi ad aggiudicarsi con “Aprite le finestre” il primo posto
1957: Claudio Villa («Corde della mia chitarra»)
Nel 1957 si torna alla doppia interpretazione e ai grandi nomi della musica leggera, vincerà “Corde della mia chitarra” cantata da Claudio Villa e da Nunzio Gallo, nella foto “ il Reuccio” circondato dalle ammiratrici
1958: Domenico Modugno («Nel blu dipinto di blu»)
L’ottava edizione del Festival vede il trionfo di “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno autore e interprete, in abbinamento con Johnny Dorelli
1959: Domenico Modugno-Johnny Dorelli («Piove-ciao ciao bambina»)
Nel 1959 l’abbinamento vincente Modugno-Johnny Dorelli replica il grande successo con “Piove (Ciao ciao bambina)”
1960: Tony Dallara e Renato Rascel («Romantica»)
“L’urlatore” Tony Dallara e il romantico Renato Rascel si aggiudicano il primo posto nel 1960 con “Romantica”
1961: Betty Curtis («Al di là»)
Luciano Taioli bacia Betty Curtis dopo la vittoria nel 1961 con “Al di là”
1962: Domenico Modugno e Claudio Villa ( «Addio...addio»)
1963: Tony Renis («Uno per tutte»)
Vincitore del Festival nel 1963 è Tony Renis con “Uno per tutte”, nella foto con le sue ammiratrici
1964: Gigliola Cinquetti («Non ho l’età»)
Una giovanissima Gigliola Cinquetti raggiunge il successo con “Non ho l’età”, 1964
1965: Bobby Solo («Se piangi, se ridi»)
Reduce del successo di “Una lacrima sul viso”, vince il Festival Bobby Solo con “Se piangi, se ridi”, 1965
1966: Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti («Dio, come ti amo»)
Domenico Modugno in abbinata con Gigliola Cinquetti torna a vincere il Festival con la canzone “Dio, come ti amo”, 1966. Celentano porterà al successo “Il ragazzo della via Gluck” e Caterina Caselli “Nessuno mi può giudicare”
1967: Claudio Villa-Iva Zanicchi («Non pensare a me»)
Il “Leone di Sanremo” se lo aggiudicano Claudio Villa e Iva Zanicchi con “Non pensare a me”, 1967; è l’ anno in cui Luigi Tenco si toglie la vita nell’albergo dove era ospite per il Festival dopo che la sua canzone “Ciao amore ciao”, fu esclusa dalla finale
1968: Sergio Endrigo e Roberto Carlos («Canzone per te»)
Il diciottesimo Festival vede protagonisti Sergio Endrigo e Roberto Carlos con “Canzone per te”. Ospite d’onore Louis Armstrong e prima edizione condotta da Pippo Baudo
1969: Bobby Solo e Iva Zanicchi («Zingara»)
Bobby Solo e Iva Zanicchi vincitori con “Zingara”, in gara la sola e unica volta Lucio Battisti con “Un’avventura”
19 di 71
1970: Adriano Celentano e Claudia Mori («Chi non lavora non fa l’amore»)
La coppia più bella del mondo, Adriano Celentano e Claudia Mori, vince con la canzone “Chi non lavora non fa l’amore”, 1970
1971: Nada e Nicola Di Bari («Il cuore è uno zingaro»
“Il cuore è uno zingaro” vince il Festival del 1971 cantata da Nada e da Nicola Di Bari
1972: Nicola Di Bari («I giorni dell’arcobaleno»)
Nicola di Bari vince la ventiduesima edizione con “I giorni dell’arcobaleno”
1973: Peppino di Capri («Un grande amore e niente più»)
Mike Bongiorno presenta Peppino di Capri, primo classificato con “Un grande amore e niente più”
1974: Iva Zanicchi («Ciao cara come stai?»)
Iva Zanicchi canta “Ciao cara come stai?” e vince il ventiquattresimo Festival
1975: Gilda («Ragazza del sud»)
La meteora Gilda vince nel 1975 con “Ragazza del Sud”
1976: Peppino di Capri («Non lo faccio più»)
Il ventiseiesimo festival vede in gara una divisione a squadre dei cantanti, vince Peppino di Capri con “Non lo faccio più”
1977: Homo Sapiens («Bella da morire»)
Il gruppo Homo Sapiens vince l’edizione del 1977 con la canzone “Bella da morire”. Il Festival, traslocato al Teatro Ariston, è per la prima volta trasmesso in televisione a colori
1978: Matia Bazar («...e dirsi ciao»)
I Matia Bazar vincono con la canzone “…e dirsi ciao”, 1978
1979: Mino Vergnaghi ( «Amare»)
“Amare”, cantata dall’outsider Mino Vergnaghi, vince senza molto clamore nel 1979
1980: Toto Cutugno («Solo noi»)
Nella trentesima edizione del Festival non ci fu l’orchestra i cantanti si esibirono su basi registrate. Vinse Toto Cutugno con “Solo noi”
1981: Alice («Per Elisa»)
Nel 1981 trionfa Alice con “Per Elisa”, torna al Festival come presentatrice Nilla Pizzi che affianca nella conduzione Eleonora Vallone e Claudio Cecchetto
1982: Riccardo Fogli («Storie di tutti i giorni»)
Vince l’edizione del 1982 Riccardo Fogli con “Storie di tutti i giorni”, Romina Power e Al Bano trionfano nelle vendite con “Felicità”. Il premio della critica viene assegnato a Mia Martini con “E non finisce mica il cielo”
1983: Tiziana Rivale («Sarà quel che sarà»)
Tiziana Rivale canta “Sarà quel che sarà” e vince il 33° Festival della Canzone italiana. Per la prima volta, il voto popolare viene collegato al concorso Totip
1984: Al Bano e Romina («Ci sarà»)
Pippo Baudo, nel 1984, torna a condurre il Festival che vede vincitori Al Bano e Romina Power con “Ci sarà”. Per la prima volta è prevista una gara dedicata agli artisti emergenti nella categoria “Nuove proposte” vinta da Eros Ramazzotti
1985: Ricchi e Poveri («Se m’innamoro»)
Vincono, dopo 15 anni di presenza al Festival, i Ricchi e Poveri con la canzone “Se m’innamoro”, 1985
1986: Eros Ramazzotti («Adesso tu)
Il trentaseiesimo Festival viene affidato a Loretta Goggi, prima conduttrice femmina, i cantanti riprendono a esibirsi dal vivo e vince il giovane Eros Ramazzotti con “Adesso tu”
1987: Morandi-Ruggeri-Tozzi («Si può dare di più»)
L’ edizione del Festival del 1987 viene interrotta da Pippo Baudo per dare l’annuncio della morte di Claudio Villa. Vincono Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi che cantano insieme “Si può dare di più”
1988: Massimo Ranieri («Perdere l’amore»)
Massimo Ranieri vince l’edizione del Festival di Sanremo del 1988 con “Perdere l’amore”
1989: Anna Oxa e Fausto Leali («Ti lascerò»)
Anna Oxa alla sua settima performance al teatro Ariston vince, in coppia con Fausto Leali, il trentanovesimo Festival con la canzone “Ti lascerò”
1990: Pooh («Uomini soli»)
Nel 1990 trionfano al Festival i Pooh con la canzone “Uomini soli”, è l’edizione del ritorno al passato con l’orchestra che accompagna nuovamente le esibizioni e con l’accoppiata artisti italiani e stranieri
1991: Riccardo Cocciante («Se stiamo insieme»)
Viene premiato Riccardo Cocciante con la canzone “Se stiamo insieme”, 1991
1992: Luca Barbarossa («Portami a ballare»)
1993: Enrico Ruggeri («Mistero»)
“Mistero” è il brano che porta alla vittoria per la seconda volta Enrico Ruggeri nel 1993
1994: Enrico Ruggeri («Passerà»)
Aleandro Baldi porterà alla vittoria del festival la canzone “Passerà”
1995: Giorgia («Come saprei»)
Il quarantacinquesimo Festival è quello dei record, Giorgia con “Come saprei” vince il primo posto, il Premio della Critica, il Premio radio/TV e il Premio autori
1996: Ron e Tosca («Vorrei incontrarti fra cent’anni»)
Vince l’edizione del 1996 il brano “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, cantato da Tosca e Ron
1997: Jalisse («Fiumi di parole»)
I Jalisse vincono con “Fiumi di parole” il Festival del 1997
1998: Annalisa Minetti («Senza te o con te»)
Annalisa Minetti vince con la canzone “Senza te o con te” entrambe le sezioni del Festival “Giovani” e “Campioni”
1999: Anna Oxa («Senza pietà»)
Anna Oxa trionfa al Festival con il brano “Senza pietà”
2000: Avion Travel («Sentimento»)
Nel 2000 sarà la Piccola Orchestra Avion Travel a vincere con “Sentimento”
2001: Elisa («Luce»)
Elisa vincitrice del cinquantunesimo Festival con “Luce”, coinvolge in un ballo scatenato la conduttrice Raffaella Carrà
2002: Matia Bazar («Messaggio d'amore»)
I Matia Bazar trionfano al Festival con “Messaggio d’amore” nel 2002
2003: Alexia («Per dire di no»)
Nel 2003 vince la categoria Campioni: Alexia con il brano “Per dire di no”, secondo classificato Alex Britti con “7000 caffè”, terzo arriva Sergio Cammariere con “Tutto quello che un uomo”
2004: Marco Masini («L’Uomo Volante»)
Simona Ventura presenta il vincitore del 54° Festival di Sanremo: Marco Masini, con il brano “L’uomo volante”
2005: Francesco Renga («Angelo»)
Vince il Festival del 2005 Francesco Renga che presenta “Angelo”
2006: Povia («Vorrei avere il becco»)
Il 2006 è l’anno di Povia con “Vorrei avere il becco”
2007: Simone Cristicchi («Ti regalerà una rosa»)
Pippo Baudo abbraccia il vincitore del 57° Festival di Sanremo Simone Cristicchi primo con il brano “ Ti regalerò una rosa”
2008: Giò di Tonno e Lola Ponce («Colpo di fulmine»)
Giò Di Tonno e Lola Ponce cantano “Colpo di Fulmine”, vincono il Festival del 2008
2009: Marco Carta («La forza mia»)
Il giovane Marco Carta trionfa con il brano “La forza mia”
2010: Valerio Scanu («Per tutte le volte che...»)
Valerio Scanu vince la categoria Artisti con la canzone “Per tutte le volte che…”
2011: Roberto Vecchioni («Chiamami ancora amore»)
Con “Chiamami ancora amore” Roberto Vecchioni vince il 61° Festival della Canzone italiana e riceve il premio dal presentatore Gianni Morandi
2012: Emma («Non è l’inferno»)
Emma portata in trionfo dai due presentatori Rocco Papaleo e Gianni Morandi, dopo aver vinto con il brano “Non è l’inferno”
2013: Marco Mengoni («L’essenziale)
Marco Mengoni canta “L’essenziale”: è il vincitore del 63° Festival di Sanremo
2014: Arisa («Controvento»)
Arisa trionfa con “Controvento” al Festival di Sanremo del 2014
2015: Il Volo, «Grande amore»
Il trio Il Volo vince la 65esima edizione del Festival di Sanremo con la canzone “Grande amore”
2016: Stadio («Un giorno mi dirai»)
Nel 2016 vincono un po’ a sorpresa gli Stadio con un «Giorno mi dirai»
2017: Gabbani («Occidentali’s Karma»)
Nel 2017, il trionfo di Gabbani «Occidentali’s Karma»
2018: Ermal Meta e Fabrizio Moro («Non mi avete fatto niente»)
Il 2018 è l’anno della coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro con «Non mi avete fatto niente»
2019: Mahmood («Soldi»)
Nel 2019, Mahmood sorprende tutti e si aggiudica il Festival con «Soldi»
2020: Diodato («Fai rumore»)
Diodato vince nel 2020 con «Fai rumore»
2021: Måneskin («Zitti e buoni»)
E l’anno scorso sono i Måneskin a iscrivere per la prima volta il rock nell’albo d’oro del Festival con «Zitti e buoni», prima tappa di un’incredibile scalata che li ha portati prima a vincere l’Eurovision e poi a conquistare l’America. Nel 2022 saranno ospiti alla prima serata: chi se lo aggiudicherà quest’anno?
Sanremo 2022, il passato e il presente: tutta la storia del festival. Rita Celi su La Repubblica il 25 Gennaio 2022.
Oltre sette decenni di musica, polemiche e fiori, dal debutto alla radio nel 1951 all'edizione del 2021, la prima senza pubblico.
Gli anni Cinquanta: le grandi voci
È il 29 gennaio 1951 quando dal salone delle feste del Casino di Sanremo Nunzio Filogamo dà il via alla prima edizione del Festival della canzone italiana (ma solo nel '52 aprirà con il suo consueto saluto "Miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate"). Per tutti gli anni 50 sono venti i brani in gara interpretati da tre, poi cinque, poi sempre più cantanti. Ecco quindi perché nelle prime edizioni Nilla Pizzi conquista primo e secondo posto (nel '52 anche il terzo), ma a vincere sono le canzoni. Tra i protagonisti del decennio ci sono Achille Togliani, Gino Latilla, Natalino Otto e Teddy Reno. Nel '55 il festival arriva in tv e il debuttante Claudio Villa vince con Buongiorno tristezza. L'anno successivo tra gli autori appare il nome di Domenico Modugno (la sua Musetto cantata da Gianni Marzocchi arriva ottava) ma nel '58 nessuno vuole la sua canzone. Modugno diventa così il primo cantautore del festival e le sue braccia spalancate infiammano il palco: Nel blu dipinto di blu entra nella storia della musica italiana, anche se da subito per tutti diventa Volare. Per lui il bis nel '59 con Piove, sempre in coppia con Johnny Dorelli.
"Non solo canzonette";: l'Italia del boom attraverso Sanremo
Da Modugno a Celentano, da Mina a Gigliola Cinquetti: le prime, seguitissime edizioni del Festival di Sanremo riflettono il percorso dell’Italia dal dopoguerra al boom, dalla povertà al benessere, da società contadina a moderna potenza industriale. "Non solo Canzonette", il libro di Leonardo Campus edito da Le Monnier racconta questo momento di passaggio della società italiana utilizzando una categoria di fonti storiche inconsueta e formidabile: le canzoni di Sanremo. Di seguito alcune foto storiche del Festival
1961: Adriano Celentano dà le spalle al pubblico all’inizio della sua interpretazione di Ventiquattromila baci. Ed è subito scandalo
Gli anni Sessanta: arrivano gli urlatori
Il 1960 si apre con Romantica di Renato Rascel affiancato da Tony Dallara ma in gara c'è anche Mina in coppia con Teddy Reno con Le mille bolle blu. Il 1961 è segnato da una flotta di debuttanti che cambia i connotati del festival: in una sola edizione salgono sul palco Adriano Celentano e Little Tony che arrivano secondi con 24mila baci, e poi tra gli altri Milva, Edoardo Vianello, Gino Paoli, Jimmy Fontana, e un giovane autore, Mogol, che arriva dritto in cima con Al di là cantata da Betty Curtis e Luciano Tajoli. Il 1964 è l'anno in cui i cantanti in gara vengono accoppiati con artisti stranieri, la sedicenne Gigliola Cinquetti vince con Non ho l'età, due anni dopo di nuovo al primo posto insieme a Modugno con Dio, come ti amo, seguita al secondo posto da un'altra giovane esordiente, Caterina Caselli che canta Nessuno mi può giudicare. Il 1967 è stravolto dal suicidio di Luigi Tenco, il '68 vede sul podio Sergio Endrigo con Roberto Carlos, Ornella Vanoni e Marisa Sannia, Celentano con Milva. Il decennio si chiude con Zingara cantata da Bobby Solo e Iva Zanicchi, Una giovanissima Nada si piazza al quinto posto e al nono arriva Lucio Battisti, in coppia con Wilson Pickett, ma per lui il festival rimane solo Un'avventura.
Gli anni Settanta: i cantautori
La prima edizione del nuovo decennio vede nelle prime tre posizioni Adriano Celentano con Claudia Mori, Nicola di Bari con i Ricchi e Poveri, Sergio Endrigo con Iva Zanicchi. Nel '71 i vincitori sono Nada e Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro e, al terzo posto, Lucio Dalla con 4/3/'43. Nel corso del decennio Mike Bongiorno è quasi il conduttore fisso e nel '77 è lui a celebrare la nuova sede al teatro Ariston insieme al debutto della tv a colori. Sono gli anni dei cantautori (Lucio Dalla torna nel '72 e arriva ottavo con Piazza Grande) . Quella del '78 è l'edizione condotta da Beppe Grillo, vincono i Matia Bazar con E dirsi ciao seguiti da due debuttanti: al secondo posto una giovanissima Anna Oxa e al terzo Rino Gaetano con Gianna. Ma i 70 sono gli anni dei gruppi, dai Camaleonti ai Pandemonium, Schola Cantorum, Giardino dei semplici e molti altri: nel '77 ai primi tre posti ci sono gli Homo Sapiens, i Collage e i Santo California.
Sanremo, da Conchita Wurst a Boy George: 30 anni di ospiti "pericolosi"
E' il festival italiano per antonomasia. Quello, che almeno una volta, calamitava l'attenzione delle famiglie davanti al piccolo schermo. Su quel palco si comprendevano gli umori di un Paese e talvolta si anticpavano le mode grazie anche gli ospiti stranieri. Sono tantissimi quelli che negli anni hanno calcato il palco dell'Ariston, scatenando talvolta discussioni e polemiche. E accade anche questa volta dopo l'annuncio della partecipazione di Conchita Wurst. Ma la drag queen austriaca non è certo la prima ad essere considerata "ingombrante" per il bon-ton dell'Ariston. Ricordiamo gli anni '80, quando sul palco di Sanremo arrivarono i Culture Club e un giovanissimo Boy George, oltre ai Queen e Bob Geldof. In tempi recenti, ha fatto discutere invece l'esibizione di Dita von Teese, la regina del burlesque che, coperta solo di diamanti (per un valore di 2,5 milioni di dollari) fu la regina del Festival nel 2010. Nelle foto che seguono, ecco alcuni degli ospiti "pericolosi" (ovviamente non tutti) che, tra polemiche e dibattiti, si sono esibiti a Sanremo degli ultimi 30 anni
1984, Queen
Gli anni Ottanta: musica e paillettes
Il decennio si apre con Roberto Benigni alla conduzione (insieme a Claudio Cecchetto e Olimpia Carlisi) e il famoso monologo in cui parla di 'Wojtylaccio'. Vince Toto Cutugno con Solo noi, al terzo posto arriva Pupo con Su di noi, seguito da Gianni Morandi con Mariù, brano scritto da Ron e De Gregori e arrangiato da Lucio Dalla. Il 1981 è l'anno di Maledetta primavera di Loretta Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Ancora di Edoardo De Crescenzo, ma a vincere è Alice con Per Elisa firmata Franco Battiato. L'anno successivo vince Felicità di Al Bano e Romina e in gara tra gli esordienti al festival ci sono anche Vasco Rossi (Vado al massimo), Zucchero (Una notte che vola via) e Mia Martini che vince il premio della critica con E non finisce mica il cielo scritta per lei da Ivano Fossati. Nell'84 torna Pippo Baudo, viene introdotta la sezione Nuove proposte dove vince Eros Ramazzotti con Terra promessa (e due anni dopo trionfa anche tra i Campioni con Adesso tu). L'edizione 1989 è quella condotta dai 'figli d'arte' (Danny Quinn, Paola Dominguin, Gianmarco Tognazzi e Rosita Celentano) ed è segnata dalle polemiche per gli interventi comici di Beppe Grillo e del trio Marchesini-Lopez-Solenghi. Debutta Jovanotti che arriva quinto con Vasco e il decennio si chiude con Raf, quindicesimo, con Cosa resterà degli anni Ottanta.
Sanremo, tutte le signore dell'Ariston
"Bastiamo io e Maria De Filippi". L'assenza della figura delle vallette a Sanremo è stata spiegata così da Carlo Conti, al timone del festival per il terzo anno consecutivo. In molti si sono mostrati perplessi di fronte all'eliminazione di questa figura storica dall'edizione 2017 dell'appuntamento musicale più atteso e discusso in Itala. Le hanno sempre chiamate vallette, ma nel corso degli anni sono diventate qualcosa di più. Accanto a storici conduttori del Festival di Sanremo come Mike Bongiorno, che ha presentato la manifestazione undici volte, o Pippo Baudo, che detiene il record con tredici edizioni, ci sono sempre state loro: le signore del teatro Ariston. Modelli di fascino e bellezza della loro epoca, da semplici e graziose comparse si sono col tempo trasformate in vere e proprio spalle fino a ottenere ruoli di co-conduzione. Gli esempi più recenti sono quelli di Antonella Clerici, Gabriella Carlucci e Luciana Littizzetto, ma non deve essere dimenticata nemmeno Gabriella Farinon, pioniera della conduzione al femminile. Ecco alcune delle più famose figure femminili che, dal 1951 ad oggi, hanno conquistato il palco dell'Ariston
Gli anni Novanta: debuttanti di successo
Nel 1990 si torna a cantare dal vivo con l'orchestra, vincono i Pooh con Uomini soli, Marco Masini debutta e vince tra le Novità con Disperato. L'anno seguente il duello è tra Riccardo Cocciante, che arriva primo, e Renato Zero al secondo posto tra le proteste del pubblico dell'Ariston, Masini al terzo accontenta tutti. Dal '92 torna Pippo Baudo, nel '93 Laura Pausini debutta e vince tra le Novità con La solitudine e nell'edizione successiva arriva terza tra i Campioni dopo Aleandro Baldi e Signor tenente di Giorgio Faletti. Tra i giovani debuttano Giorgia, che l'anno seguente trionfa tra i Big con Come saprei, e Andrea Bocelli che vince le Nuove proposte con Il mare calmo della sera e nel '95 arriva quarto con Con te partirò. Nel '96 Elio e le Storie Tese danno spettacolo con La terra dei cachi che arriva seconda tra Ron e Tosca che vincono con Vorrei incontrarti tra cent'anni e Giorgia. L'edizione del '97 è condotta da Mike Bongiorno con Piero Chiambretti e Valeria Marini ed è l'anno dei Jalisse che vincono con Fiumi di parole. Tra le Nuove proposte vincono Paola e Chiara con Amici come prima, seguite da Alex Baroni, Niccolò Fabi e, al quarto posto, uno sconosciuto Mikimix che si farà notare in seguito col nome di Caparezza. Il decennio si chiude con l'arrivo di Fabio Fazio e tre donne sul podio: Anna Oxa, Antonella Ruggiero e Mariella Nava. Daniele Silvestri vince il premio della critica con Aria. Tra i Giovani debutta Max Gazzè e vince Alex Britti con Oggi sono io.
Tutti i presentatori di Sanremo: da Nunzio Filogamo a Fazio-Littizzetto
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto sono stati i protagonisti del Festival di Sanremo negli ultimi due anni. Ma la storia di Sanremo, che è lunga 64 anni, ha visto di tutto e di più nel ruolo del "bravo presentatore". In tutte le sue possibili varianti: dalla monoconduzione alla Nunzio Filogamo degli albori del festival ("cari amici vicini e lontani...") fino alle improbabili conduzioni di gruppo dei figli d'arte del 1989. Dagli "untouchables" Bongiorno e Baudo agli innovatori Bonolis, Chiambretti e lo stesso Fazio con florilegio di partner femminili. Vi proponiamo un viaggio per immagini attraverso i presentatori di Sanremo, dal 1951 al 2014. Pronti ad aggiungere la foto di Carlo Conti all'album di famiglia...
Gli anni Duemila: si cambiano le regole
La prima edizione del nuovo millennio è segnata dalla vittoria degli Avion Travel e vede tra i campioni Irene Grandi che arriva seconda con La tua ragazza sempre di Vasco Rossi e Gaetano Curreri, Max Gazzè, Samuele Bersani con Replay, una canzone firmata da Lucio Dalla, Carmen Consoli e Subsonica. Nel 2001 Raffaella Carrà vede il trionfo dell'esordiente Elisa tra i campioni e i Gazosa tra i Giovani. Poi torna Pippo Baudo che viene strapazzato da Benigni che torna all'Ariston da superospite. Silvestri vince il premio della critica con Salirò mentre tra i giovani debutta e vince la quindicenne Anna Tatangelo. Nel 2005 il debuttante è Paolo Bonolis che cambia le regole, introduce nuove categorie dividendo la gara tra uomini, donne, gruppi, classic e giovani, e vince Francesco Renga con Angelo. Stesse categorie anche nell'edizione successiva presentata da Giorgio Panariello che vede anche la serata dei duetti (con Tiziano Ferro che accompagna Michele Zarrillo) e viene vinta da Povia con Vorrei avere il becco. Nel 2007 torna Pippo Baudo (insieme a Michelle Hunziker) che ripristina lo schema classico. Tra i Campioni vince Simone Cristicchi e tra i Giovani Fabrizio Moro. Il decennio si chiude con il ritorno di Paolo Bonolis, con la polemica per la canzone di Povia Luca era gay che arriva seconda e per l'arrivo sul palco dell'Ariston dei protagonisti dei talent: da Amici arriva Marco Carta, e vince. Nel 2009 sono i giovani a duettare con i big: tra gli autori che accompagnano i pupilli ci sono Lucio Dalla in coppia con Iskra, Pino Daniele suona la chitarra per Silvia Aprile, e Zucchero si esibisce con la figlia Irene. Tra le Proposte vince Arisa con Sincerità seguita da Malika Ayane con un brano scritto da Giuliano Sangiorgi, Come foglie.
Verso Sanremo: i vincitori del Festival ieri e oggi
Dal 1951 ad oggi il Festival di Sanremo è un'appuntamento imperdibile per chi ama la musica italiana. La manifestazione, che dal 1976 si svolge al teatro Ariston del comune rivierasco, ha cambiato più volte formula nel corso degli anni. Trasmesso in radio fino al 1954, il Festival è diventato, con lo sbarco in tv l'anno successivo, un evento mediatico capace di trasformare molti dei suoi vincitori in veri e propri "big" della canzone italiana. Non manca moltissimo al prossimo Sanremo, condotto da Carlo Conti con l'aiuto di Arisa ed Emma Marrone (due che il festival l'hanno vinto). In questa gallery vi proponiamo un "ripasso" particolare, mostrandovi come sono, oggi, coloro che hanno trionfato sul palco dell'Ariston in passato: dalla stessa Arisa, vincitrice dell'ultima edizione, a Iva Zanicchi, passando per Jalisse, Eros Ramazzotti e Homo Sapiens
Arisa, Controvento, Sanremo 2014
Gli anni Dieci: avanzano i Giovani
Il 2010 si apre con Antonella Clerici in un'edizione segnata dall'invasione di ex talent e le proteste per la classifica finale, quando anche gli orchestrali esprimono il proprio dissenso lanciando in aria gli spartiti. Vince Valerio Scanu, Marco Mengoni arriva terzo e al secondo posto si piazza l'insolito trio formato da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Roberto Vecchioni vince l'edizione 2011 condotta da Gianni Morandi che torna anche l'anno successivo quando sul podio salgono Emma, Arisa e Noemi. Il 2012 segna anche l'ultima apparizione in tv di Lucio Dalla che dirige l'orchestra per Pierdavide Carone in gara tra i big con Ninì. Nel 2013 torna Fabio Fazio con Luciana Littizzetto e di nuovo anche Elio e le Storie Tese che arrivano secondi con La canzone mononota dopo Marco Mengoni che trionfa con L'essenziale. Dopo un'altra edizione targata Fazio, nel triennio successivo arriva Carlo Conti: nel 2015 vince Il Volo, l'anno seguente tocca agli Stadio e tra le Nuove proposte spuntano Francesco Gabbani al primo posto con Amen (e l'edizione successiva vince tra i big con Occidentali's Karma), Ermal Meta (che vincerà nel 2018 insieme a Fabrizio Moro) e Mahmood che nel 2019 trionfa a Sanremo Giovani e poi tra i big con Soldi. Il biennio 2018-2019 è segnato dalla rivoluzione di Claudio Baglioni che riporta le canzoni (anche le sue) e gli artisti in primo piano.
Gli anni Venti: l'Ariston senza pubblico
Il 2020 si cambia formula con la coppia Amadeus-Fiorello: l'edizione che festeggia i 70 anni del Festival è un successo e un trionfo di ascolti (11 milioni 476 mila spettatori con il 60.06% di share per la serata finale), anche grazie alla clamorosa eliminazione di Bugo e Morgan dalla gara. La vittoria di Diodato chiude una lunga festa di musica, gag e assembramenti: dopo pochi giorni l'Italia è stravolta dall'arrivo del coronavirus, una pandemia che costringerà gli italiani in casa e colpirà duramente il settore dello spettacolo. Il 2021 si apre in piena emergenza Covid ma il Festival si farà, anche se con la platea vuota: così decide Amadeus che torna al timone affiancato da Fiorello. I due affrontano un'edizione anomala, senza pubblico e con gli applausi finti, ed è un successo (anche se gli ascolti della finale sono in calo rispetto all'edizione precedente: 10 milioni 715 mila spettatori con il 53.5% di share). La vittoria dei Maneskin sancisce lo strappo con il passato, è la vera rivoluzione sul palco dell'Ariston insieme alle esibizioni di Achille Lauro e anche l'inizio di una carriera sfolgorante per la band romana. Nella notte del 6 marzo cala il sipario del festival, pochi giorni dopo si entra in lockdown, gli italiani sono costretti in casa in attesa dei vaccini. Nell'aria rimane solo un po' di musica, lontana e "leggerissima" come quella cantata da Colapesce e Dimartino.
Quando il festival di Sanremo si ascoltava tra un bicchiere di vino e una tartina. Elisabetta Pagani su La Repubblica il 31 gennaio 2022.
Dal 1951 al 1976 la manifestazione si tenne al Casinò e nelle prime due edizioni, radiofoniche, il pubblico assisteva dal Salone delle feste, una sorta di café chantant. I cantanti? Mangiavano tutti insieme nei ristoranti degli alberghi
«Miei cari amici vicini e lontani, buonasera, ovunque voi siate». Basta una frase, questa, per ricreare l’atmosfera - vera o diventata tale a furia di ricostruirla - di quei lontani Festival di Sanremo dell’Italia del Dopoguerra.
Salone delle feste del Casinò di Sanremo, dove la manifestazione si tiene dall’esordio del 1951 fino al 1976, per poi spostarsi all’Ariston: sul palco si alternano pochi cantanti che interpretano decine di canzoni e nelle prime due edizioni la sala assomiglia a un café chantant in cui sono disposti tavolini con piattini, calici e vasi di rose e garofani (che torneranno utili per un mazzo di fortuna con cui omaggiare la vincitrice Nilla Pizzi).
Sanremo 2022, ricordo tutto del Festival perché alla fine non mi ricordo niente. Maurizio Crosetti su La Repubblica il 26 Gennaio 2022.
Ero bambino quando giurai solennemente: un giorno andrò al Festival di Sanremo e conoscerò Gianni Morandi.
Il Festival di Sanremo è bello perché quando passi in treno in qualche pezzo d'Italia notturna, magari proprio per andare a Sanremo, e le case scorrono all'improvviso in quei tratti veloci tra niente e niente, si capisce che tutti i televisori sono accesi per guardare il Festival e la luce che emettono pare l'aureola di un santo (San Remo?), o il pallido cristallo di un acquario dove i pesci muoiono giovani.
Se il Festival lo guardi sei pop, se non lo guardi sei snob, se lo conosci sei chic, se lo schifi sei nerd, se lo ami sei dark, se lo canticchi sei rock o sei tua nonna.
Il Festival puoi anche non guardarlo ma tanto lui guarda te, e a un bel momento tu smanetti sull'autoradio e parte una musichetta che sei sicuro di conoscere ma il titolo no, quello non lo ricordi proprio, e allora metti Shazam (però tieni le mani sul volante, perdio!) e scopri che è una hit dell'ultimo Sanremo che tu non avevi visto manco per niente, ma ce l'hai lo stesso nelle vene come il plasma e i leucociti che non hai mai visto, del resto chi cavolo l'ha mai visto un leucocita?
Il Festival è importante perché tiene compagnia agli anziani e ai malati, perché piace ai bambini anche se il mio povero papà non lo guardava mai.
Io il Festival lo scrivo maiuscolo come Papa, Juve, Presidente. Perché sì.
Il Festival è il gioco di ricordare chi lo vinse nel 1962 (il mio amico Ignazio lo sa, e pure chi arrivò secondo, lui del Festival sa tutto).
Il Festival è quella cosa che una volta lo vinsero i Jalisse e Tiziana Rivale, e io vorrei sapere come funziona quel nostro mistero chiamato cervello se dopo una bella razione di anni, e avendoci messo dentro un bel po' di romanzi e film e partite di pallone e persone e parole dette viste sentite sprecate, insomma vorrei capire perché diavolo ci sia ancora in quell'angolo del mio cervello, sotto il cassetto dei calzini, un motivetto che fa: "Sarà, sarà quel che saràaaa/del nostro amore che saràaaa/prendiamo oggi quel che dàaaa/e quel che avanza per domani basteràaaa". Perché lo ricordo? Che razza di persona sono?
Però secondo me Sanremo come città è sopravvalutata.
Del Festival è divertente quando su Internet mettono quella cosa che dice "titolo testo e significato della canzone Taldeitali" che magari poi è Pistolero di Elettra Lamborghini che purtroppo non è mai stata cantata a Sanremo.
Poi ci sono i servizi della tivù che secondo me mandavano in onda uguali tutti gli anni, cioè tutti gli anni sempre lo stesso, con le signore (zie? Mamme? Nonne?) dietro le transenne (prima della pestilenza) che parlavano dei cantanti e poi accennavano il ritornello. Ma chi le prende in giro non ha capito niente della vita.
Del Festival ricordo tutto perché alla fine non mi ricordo niente, e ricordo specialmente quelli che non ho visto, e tutte le volte che nella finale del sabato mi sono addormentato che era ancora venerdì.
Il Festival è Pippo, è Raffaella, ma è soprattutto quel momento in cui sul palco della premiazione chiamano uno che forse è il sindaco di Sanremo o l'assessore a qualcosa e non se lo fila nessuno.
Il Festival mi piace tantissimo quando dicono "dirige l'orchestra il maestro Vince Tempera".
Ma, soprattutto, Sanremo la amo perché vuol dire Milano-Sanremo, la corsa in bicicletta più stupida e dunque più bella del mondo, e che emozione la prima volta che la seguii da giornalista per Tuttosport e ci fermammo a mangiare a Ovada e poi tutti in macchina a capofitto sul Turchino e verso il mare e io vomitai anche l'anima dal finestrino.
A Sanremo ci andava Gianni tutti gli anni, ma per il Premio Tenco, e ogni pensiero di lui mi manca.
Il Festival quand'ero piccolo aveva un cugino che si chiamava Cantagiro, e una volta mamma e papà mi portarono a vedere il Cantagiro che passava tipo in corso Giulio Cesare a Torino e noi abitavamo lì dietro l'ospedale dov'era appena morta la nonna (l'aprirono, la chiusero, dissero che non c'era niente da fare, mamma gridò), e insomma io volevo vedere Gianni Morandi e però Gianni Morandi non passava mai, e i grandi prendevano in giro questo bambino che aspettava lì sullo stradone, e ogni macchina scoperta che passava con sopra un cantante come un astronauta di ritorno dalla Luna gridavano "vieni, Mauri, che c 'è Gianni Morandi!" e io allora correvo, mi sporgevo emozionato e c'era sempre un altro, che so, forse Nicola Di Bari o Peppino Gagliardi o anche meno (spero non Claudio Villa, che detestavo poco più dei balletti di Canzonissima), e io dico che non si prendono in giro, anzi in Cantagiro, i bambini che aspettano Gianni Morandi. Però ricordo che quel giorno solennemente giurai: un giorno andrò al Festival di Sanremo e conoscerò Gianni Morandi!
Tony Damascelli per "il Giornale" il 21 gennaio 2022.
Finalmente si comprende il ritornello: perché Sanremo è Sanremo. Annuncio al popolo italiano: il teatro Ariston sarà esaurito al limite della capienza (Sandro Ciotti), nessun distanziamento del pubblico in sala, duemila poltrone rosse e tutte occupate, obbligo di esibire abbonamento da mille e trecento euro ma soprattutto super green pass, controlli rigorosi agli ingressi, prima, durante e dopo, non è data notizia se sia obbligatorio l'uso della mascherina in corso di festival, canzoni e gag varie, nessun tampone per gli spettatori in sala, riassunto: la famosa rassegna canora si sottrae a regolamenti che invece incombono su altre strutture, edifici, cinematografi, teatri, palazzetti.
Ma si sa, il festival è l'evento assoluto, della Rai in particolare che ha previsto il noleggio di una Costa Toscana, in rada, sulla quale, è stato precisato, verrà allestito uno studio tecnico-regia mentre non è prevista la ristorazione, dunque la truppa televisiva vivrà una settimana non proprio di stenti ma corroborata da qualche solito privilegio. L'Ariston senza limitazioni è in controtendenza con gli stadi ci calcio aperti soltanto a 5.000 spettatori e tutti distanziati, almeno questo sta scritto.
Ma l'arte del compromesso o della furbata fa parte del sistema Italia, dunque il festival va salvato, Covid o non Covid che piaccia, inimmaginabile una inquadratura delle prime file con una poltrona occupata dal capo di Rai 1 e nessuno al suo fianco, né un congiunto (Conte Giuseppe dixit) né una delle tante belle figure dell'ente, la carrellata dei primi piani è doverosa, John Lennon invitò il pubblico in piccionaia a battere le mani e quello in platea a scuotere i gioielli.
Così sarà ancora Sanremo, con il suo passaporto diplomatico che gli permette di superare qualunque dogana, un lasciapassare da collezionisti, con un direttore artistico e presentatore che conta più presenze del monoscopio che fu e sta lanciando l'evento con uno slogan che comporta un errore grammaticale di italiano.
Ma questi sono asterischi cattivi di chi non vuole bene al festival e che non ne comprende l'importanza, sociale, economica, istituzionale. Potrei prevedere anche un saluto al nuovo capo dello Stato, dinanzi a quindici e più milioni di telespettatori, un'occasione unica, storica, con applauso e standing ovation. Sanremo non è divisivo, le sue proposte non sono inaccettabili, si prende tutto il pacco, senza guardarci dentro, che pure è meglio, il tronfio e trionfale annuncio di ieri, sull'Ariston aperto al cento per cento, è come se nulla sia accaduto e nulla possa ancora accadere. È lo spettacolo di chi vive un'altra vita e pensa soltanto che esista quella. Un festival asintomatico.
"Quella canzone è mia": scoppia il caso a Sanremo. Francesca Galici il 30 Gennaio 2022 su Il Giornale.
Prima lite pubblica per Sanremo 2022: Junior Cally accusa Highsnob di essersi impossessato del brano che porterà sul palco dell'Ariston.
Mancano pochi giorni all'inizio del festival di Sanremo e il clima al teatro Ariston sembra si stia già scaldando. Archiviata l'elezione del presidente della Repubblica, il Paese è pronto a immergersi a pieno nel clima sanremese. E cosa c'è di meglio di una lite per trascinare il Paese nel più nazionalpopolare degli eventi? Ecco, quindi, che a due giorni dallo start da parte di Amadeus, Junior Cally ha ben pensato di dare contro a Highsnob. Il primo non è in gara a Sanremo, il secondo sì, ma accusa il collega di avergli "rubato" la canzone, che sarebbe anche sua.
Junior Cally non ha fatto scrivere un comunicato al suo ufficio stampa e non ha fatto un post sui social per rivendicare ciò che afferma sia suo. Ha deciso di realizzare un "dissing" per l'occasione e di pubblicarlo su YouTube. Solo dopo, per dargli visibilità, ha pubblicato un estratto sui social. "Con che coraggio, hai portato a Sanremo un brano, frate, scritto da me. Sei un poveraccio", canta Junior Cally nel brano Caro Mike.
Parole al vetriolo contro Highsnob, accusato di essersi impossessato della canzone Abbi cura di te, che verrà portato sul palco del Festival insieme alla cantante Hu. "È giusto che sappiate, signori e signori: quel brano è pure mio. E non ha pagato neanche i produttori", prosegue Cally nel brano-invettiva contro l'ex amico Highsnob. Stando a quanto riporta l'Adkronos, i due avevano fatto delle session insieme per un progetto che poi non è mai nato perché i rapporti tra i due si erano interrotti per dissapori.
Questa la genesi della lite e della canzone contro Highsnob: "Ho il nostro brano sopra il cellulare. Posso farti male ma ne faccio a meno. Oggi ti salvo merda, ché non sono infame. Potrei pubblicarlo, metterti sul treno". La minaccia di Junior Cally al suo ex amico non è nemmeno troppo velata e la chiusura del brano non è da meno rispetto al resto della canzone: "Ora ti lascio. Non ho più appetito. Moscerino. Tu Sei un poverino. Goditi pure i minuti a Sanremo. Ti do l'occasione di sentirti vivo. Adesso vai, corri sul palco. Stavolta ti grazio. Con te ho finito. Basta che lo sai che dura 3 sere. Sanremo finisce. E ritorni un fallito".
Nel post pubblicato sui social, Junior Cally ha spiegato: "Caro Mike, a malincuore ho dovuto farlo. Potevo fare molto di peggio e assomigliare a te, ma no, non mi appartiene, il tuo male sei tu stesso e le tue scelte. Puoi raccontare balle a chi ti sta intorno, ma a me no. Adesso vai, corri sul palco".
Sanremo 2022 la rivoluzione della generazione Z. Gino Castaldo su La Repubblica il 24 Gennaio 2022.
Si chiamano Aka7even, Blanco, Ana Mena. Sono nati a cavallo del nuovo millennio e sono pronti a prendersi la scena.
Chiamiamoli Centellian, Digitarian, oppure meglio Generazione Z, anche se quella "z" ha uno sgradevole retrogusto vagamente apocalittico perché sembrerebbe indicare l'ultima possibile generazione della storia. Di lettere nell'alfabeto non ce ne sono più ma per esorcizzare le ansie "fin du monde" già si pensa a ricominciare con una generazione Alpha (i nati dopo il 2010) che ripartendo dall'inizio ci rispamierebbe ulteriori fosche previsioni sull'andamento del pianeta.
Rita Vecchio per leggo.it il 18 febbraio 2022.
«I numeri dello streaming parlano da soli. Basti pensare che in gara al Festival c’erano artisti con 280 platini (singoli con oltre 100mila copie vendute, ndr) e da prime posizioni in classifica». La voce è di Enzo Mazza, CEO di FIMI (Federazione dell’Industria Musicale Italiana). Cifre che crescono in modo esponenziale, con la generazione Z che ha ridisegnato i contorni di Sanremo con i suoi 72 anni di storia, e la musica in generale.
Un cambiamento la cui risposta arriva proprio dalle posizioni (in poche ore dalla proclamazione, Mahmood & Blanco, seguiti da Irama, La Rappresentante di Lista, sono in vetta alle Global internazionali). «In dieci anni gli artisti in top ten sono scesi come età media del 34% - sottolinea Mazza - e dal 2019 al 2021 l’età degli artisti in top ten è passata da 36,4 anni a 26,2. Il 95% dei giovani in Italia tra i 16-24 anni usa piattaforme audio streaming per 23 ore alla settimana, contro una media di 19».
Un vero e proprio cambio di scena, veicolato dal Festival?
«Le case discografiche hanno proposto una nuova generazione di artisti e Amadeus ha avuto l’intuito di sceglierli. Artisti che nonostante fossero in testa alle classifiche, si sono messi in gioco andando in gara. Artisti abituati alla competizione, attenti ai dischi di platino. Fino a pochi anni fa, questo non sarebbe accaduto. Il ricambio generazionale vale anche per l’approccio. Uno come Blanco? Non lo avremmo avuto tra i big. Ed essere in gara con un Morandi o un Ranieri è diventato un grande confronto».
Come si traduce in numeri?
«Grazie allo streaming sono cresciute notevolmente le vendite. Nel 2021, 479 album, e 302 artisti, hanno superato 10 milioni di copie vendute con un incremento del 40% rispetto a dieci anni fa. Nel 2011 erano appena 134 gli album e 105 artisti. Un segnale importante l’economia del mercato».
Oggi la musica è fast. E la qualità?
«Non è intaccata. Siamo in piena evoluzione globale. Le playlist hanno sostituito l’album, i fruitori di musica si aspettano novità ogni settimana. E TikTok è un’alternativa alla promozione radiofonica».
E lo streaming abbatte anche le barriere geografiche.
«Quando i Måneskin hanno vinto, in 24 ore erano in prima posizione in 32 paesi. Lo stream è una grande opportunità per la musica italiana».
Sanremo 2022, le canzoni: ecco le pagelle. Elisa fa venire i brividi (voto 8), Iva Zanicchi polverosa (voto 4,5). Andrea Laffranchi su Il Corriere della Sera il 14 Gennaio 2022.
I voti ai brani del Festival 2022 compilati dal nostro critico musicale, dopo averli preascoltati per voi.
Elisa, "O forse sei tu": voto 8
Ha il vestito per uccidere. Una ballad con pianoforte e archi a guidare una voce che fa venire i brividi. Restando in metafora cinematografica sotto il vestito c’è molto
Le Vibrazioni, “Tantissimo”: voto 6
Le Vibrazioni ammorbidiscono il rock con dosi di melodia pop, ma sono l’unica band, e nel suono di «Tantissimo» si sente
Emma, “Ogni volta è così”: voto 7
Torna a 10 anni dalla vittoria di «Non è l’inferno»: la produzione di «Ogni volta è così» pizzica, un crescendo musicale la invoglia a spingere con la voce, un racconto che cita la «Sei bellissima» della Berté
Irama, “Ovunque sarai”: voto 6,5
Irama cambia ancora, molla il reggaeton, sceglie una ballad classica e svuotata in cui si rivolge con intensità all’ultraterreno
Donatella Rettore e Ditonellapiaga, «Chimica»: voto 6,5
Incalza con gli anni 80 la «Chimica» di Ditonellapiaga e Donatella Rettore
La rappresentante di lista, “Ciao ciao”: voto 7,5
Fa bene guardare a quello che accade intorno: La rappresentante di lista fa «Ciao ciao» a crisi e visioni apocalittiche da fine del mondo con un disco-funk leggero
Giusy Ferreri, “Miele”: voto 5,5
«Miele» ha una chitarrina acustica e un ritmo che latineggiano malinconicamente, ma senza meta, in attesa che lui fugga da lei nel cuore della notte
Achille Lauro, “Domenica”: voto 6,5
Achille Lauro torna sul luogo del delitto: «Domenica» è una «Rolls Royce» in versione fischiettante da risveglio con brunch ma chissà che è successo la sera prima e chissà che farà l’Harlem Gospel Choir assente su disco
Iva Zanicchi, “Voglio amarti”: voto 4,5
Delude Iva Zanicchi: «Voglio amarti» ha un arrangiamento polveroso, per l’assolo di chitarra anni 80 ci vorrebbe Baudo a presentarla
Gianni Morandi, “Apri tutte le porte”: voto 6/7
Per Morandi ci sono ancora la firma di Jova e la leggerezza twist anni 60, ma rispetto a «L’allegria» della scorsa estate qui Gianni è a suo agio con la voce
Sangiovanni, «Farfalle»: voto 6
Nei singoli è stato l’anno di Sangiovanni, il più streammato con «Malibù», che resta a presidiare l’adolescenza (e l’estate) con «Farfalle»
Massimo Ranieri, “Lettera di là del mare”: voto 7,5
Racconta di quei viaggi che facevano «tremare» verso quell’America simbolo di «fortuna» e «libertà»: pianoforte e orchestra al servizio di un’interpretazione intensa. Non è cronaca, ma il passato può essere uno specchio del presente
Noemi, «Ti amo non lo so dire»: voto 5,5
Con «Ti amo non lo so dire», firma di Mahmood, sceglie un modo solare ma poco convincente per raccontare l’accettazione dei propri difetti
Ana Mena, “Duecentomila ore”: voto 4
Non c’è bisogno che il brano scritto da Rocco Hunt per Ana Mena duri, come da titolo, «Duecentomila ore» per essere una tortura unza unza con immancabile citazione di un cocktail (cuba libre questa volta)
Dargen D’Amico, “Dove si balla”: voto 7,5
Uno spiraglio di attualità, quella di un mondo di «mascherine» e vita sul «divano» con la sparizione della musica come aggregazione, è lo spunto ironico di Dargen D’Amico: farà muovere piedi e culo più di tutti gli altri con l’ irresistibile cassa dritta di «Dove si balla». La gara al meme virale sulla frase «Ciao zio Pino» è aperta
Michele Bravi, «Inverno dei fiori»: voto 5,5
Michele Bravi proietta la sua sensibilità emotiva nelle immagini di «Inverno dei fiori» ma la sua malinconica ricerca della felicità è troppo fragile
Fabrizio Moro, «Sei tu»: voto 6/7
La voce di Fabrizio Moro. settima volta in gara, trova nuovi equilibri senza esagerare con la rabbia in «Sei tu», ballad classica in cui non c’è nulla fuori posto
Mahmood e Blanco, «Brividi»: voto 7
Blanco è stato uno dei casi del 2021: qui viene con Mahmood, ma invece che ritrovarsi in un territorio urban scelgono «Brividi», una ballad pianoforte e archi che trova l’accento contemporaneo negli effetti sulle voci
Rkomi, “Insuperabile”: voto 7
Rkomi, album più venduto dell’anno con «Taxi Driver», cerca il consenso nazionalpopolare: ex rapper convertito alla musica suonata, con «Insuperabile» gioca con gli stereotipi rock: un riff, una batteria che fa pestare i piedi, fiamme e motori potenti
Giovanni Truppi, “Tuo padre, mia madre, Lucia”: voto 6,5
Giovanni Truppi è il panda a testimonianza del cantautorato: «Tuo padre, mia madre, Lucia» punta sull’intensità e sulla costruzione di un testo poetico
Aka 7even, “Perfetta così”: voto 7
Il ritmo e la metrica incalzante sono protagonisti di «Perfetta così» di Aka 7even, in arrivo da «Amici», un orecchio ai Coldplay seconda fase, e un testo sottile
Highsnob e Hu, “Abbi cura di te”: voto 5
«Abbi cura di te» di Highsnob e Hu, lui rapper con passato turbolento, lei voce nata nel mondo della pubblicità, è una di quelle canzoni che non si capisce da che parte prendere, originale però il punto di vista della storia malata, fra ansia e tagli sulle mani
Matteo Romano, «Virale»: voto 7
Tra le novità, arriva dai Giovani, la più fresca è Matteo Romano che applica le logiche dei social all’amore
Tananai, “Sesso occasionale”: voto 6
Tananai si è fatto beccare con un’altra ma si diverte in chiave dance
Yuman, “Ora e qui”: voto 6
Elegante, ma molto già sentito «Ora e qui», la soul ballad di Yuman
Tanto amore, zero Covid. Il "pagellone" di Sanremo. Paolo Giordano il 15 Gennaio 2022 su Il Giornale.
Abbiamo ascoltato i 25 brani in gara: spiccano Elisa, Rkomi e Fabrizio Moro. La classe di Morandi e Ranieri.
Per fortuna niente Covid, almeno qui. I brani in gara al Festival di Sanremo sono «Covid free», non c'è nessun riferimento alla pandemia salvo una (timida) in Ciao Ciao de La rappresentante di Lista. «E neanche le canzoni che abbiamo scartato affrontavano questo argomento» conferma Amadeus che ieri ha fatto ascoltare le 25 che si giocheranno il Festival dal 1 febbraio. Prima impressione generale: non c'è la stessa ondata di novità dello scorso anno, non c'è quella musica leggerissima (non solo quella di Colapesce e Dimartino) che nel 2021 ha portato il Festival in radio fino all'estate. Ci sono però almeno due o tre grandi pezzi e su tutti spicca quello di Elisa, O forse sei tu, che è «dressed to kill», costruito per vincere e convincere (voto: 9). Anche Rkomi stupisce con Insuperabile, il brano dall'attitudine più rock di tutte, con chitarrone in evidenza e batteria incalzante e obbligatoria citazione portafortuna di Taxi Driver (voto: 8). Piacerà molto. Anche Fabrizio Moro non sbaglia e in Sei tu ha una intensità clamorosa mescolata a un testo che è un film (voto: 8).
Il filo conduttore è comunque l'amore. In un Festival le cui coconduttrici sono state selezionate con il manuale Cencelli, neanche in gara ci sono provocazioni ma solo sporadiche parolacce, timide allusioni, nessun accenno evidente a temi divisivi come Lgbt oppure eutanasia e, figurarsi, manco un riferimento piccolo così alla politica. Amadeus li presenta uno per uno come se fosse sul palco dell'Ariston: cita il titolo, gli autori (Petrella e La Cava su tutti, poi Paolo Antonacci, Federica Abbate eccetera) e fa sintetica presentazione dell'artista. «Manca solo che dica dirige il maestro... e poi saremmo come sul palco», commenta qualcuno. Dopotutto questo sarà un Festival delicatissimo, praticamente concomitante con l'elezione del Presidente della Repubblica, e previsto nella fase più delicata dell'ondata Omicron: «Ci vuole leggerezza», fanno notare in tanti. E quindi calza a pennello il Dove si balla, il brano del maestoso e irriverente Dargen D'Amico che contiene il potenziale slogan di questa 72esima edizione: «Fottitene e balla». Gran bel pezzo che merita un 8 per intuizioni musicali e scelta testuale (compreso il già leggendario «Ciao Zio Pino!», che ricorda il surrealismo di Francesco Salvi). A proposito: sono almeno cinque i brani che potrebbero «riempire la pista», a conferma che cresce la voglia di ritmo e di allegria. Aka 7even, ad esempio, è incalzante con Perfetta così, che sconta un testo piuttosto anonimo ma compensa con il ritmo (voto: 6-). In quota «leggerezza» rientrano anche Sangiovanni, che con Farfalle è un post adolescente innamorato pazzo (voto: 7), la nuova proposta Tananai (Sesso occasionale è da 6) e Yuman, che potrebbe fare molto di più ma con Ora e qui rimane incatenato a formule prevedibili (voto 5/6).
In gara ci sono anche le conferme. Noemi si concentra sulla crescita artistica anche se il testo di Ti amo non lo so dire graffia molto poco, nonostante una parolaccia: stronza (voto 6/7). Emma è invece davvero Emma: complicata, potente, irrequieta. In Ogni volta è così ci sono dolori e speranze d'amore («Ogni volta è così, siamo sante o puttane») e fa venir voglia di riascoltarlo perché complesso e pieno di riflessi tra le parole (voto: 7, in gara sarà «diretta» da Francesca Michielin). Anche Le Vibrazioni si confermano. La canzone Tantissimo (voto 6,5) si apre con una chitarra che ha lo stesso suono di quella degli Ac/Dc e poi si apre in un bel pop rock con curiosi (e molto «sarcineschi») salti di rima:«Guarda che cosa ti è successo mentre salvavi quello che comunemente chiamiamo amore». Bravo Irama, che in Ovunque sarai trova il suo perfetto equilibrio (voto 7,5). Rimandati Highsnob e Hu che con Abbi cura di te al momento sono senza identikit preciso (voto: 5/6).
Come sempre in questo Festival ci sono corsi e ricorsi. Achille Lauro senza dubbio è un ricorso perché Domenica, che interpreta con la Harlem Gospel Choir, è sulla falsariga di Rolls Royce, gronda immagini forti come «Romanzo rosa no, piuttosto un porno» o ancora «M'ingoia come un boa», ma non ha lo stesso effetto shock del suo esordio al Festival. Ora siamo alla quarta volta consecutiva e il voto non va oltre il 6,5. E se Michele Bravi mette la sua voce al servizio di un testo complicato («Ma nell'ipotesi e nel dubbio di aver disimparato tutto») e con l'Inverno dei fiori non va oltre una timida primavera dei voti (6), c'è chi rimane salda sulla propria posizione come Giusy Ferreri che fa Miele della propria canzone a base di ritmi in levare e voce come sappiamo, insomma un pezzo da 7 anche se non è estate.
Tra una canzone e l'altra, Amadeus fa battute («A Telelombardia sono arrabbiati? Checco Zalone mi ha detto che se non mi prendono lì, mette una buona parola con TeleNorba»), lascia porte aperte a Maneskin e Fiorello e conferma che le serate del Festival finiranno più o meno quando si alzano i fornai.
Nel frattempo ci sono i grandi classici. Dopo Orietta Berti dell'altra edizione, arrivano i più o meno coetanei Iva Zanicchi con un'atmosfera da balera anni '70, una grande interpretazione vocale e persino un assolo di chitarra (Voglio amarti vale 6/7), Massimo Ranieri gigantesco in Lettera al di là del mare perché quando uno canta bene un bel pezzo merita 8. Diverso il discorso per Gianni Morandi, che è una sorpresa. Apri tutte le porte è un «northern soul» che riporta agli anni '60 con un gran testo di Jovanotti perfetto per questo tempo: Apri tutte le porte merita 8. Anche Ciao Ciao di Rappresentante di Lista funzionerà molto bene come possibile tormentone (voto: 7,5). Una sorpresa è Mahmood con Blanco, una ballata d'amore che andrà forte (voto a Brividi: 6,5). Chi delude, diciamola tutta è Ana Mena, che non va oltre il 5 con Duecentomila ore. E chi vincerà se arriverà ultimo è Giovanni Truppi, complicato e introverso: voto festivaliero 0, voto in assoluto 8. Infine menzione speciale per Ditonellapiaga con Rettore: Chimica è un gran pezzo che magari farà arrabbiare le suore per una citazione nel testo ma farà ballare tutti gli altri: voto 7,5. Paolo Giordano
Festival di Sanremo: Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Maria Chiara Giannetta, Lorena Cesarini e Drusilla Foer al fianco di Amadeus. Renato Franco su Il Corriere della Sera l'11 gennaio 2022.
Il conduttore ha annunciato al Tg1 le quattro donne (più un uomo) che lo affiancheranno nelle cinque serate del Festival.
Cinque donne (una en travesti), una per ogni sera, ogni volta una protagonista diversa. È questa la scelta di Amadeus per il Festival di Sanremo in programma dall’1 al 5 febbraio. Il nome che fa più rumore è quello di Ornella Muti, l’attrice che è uscita dagli schermi dei cinema per entrare nell’immaginario collettivo degli italiani lavorando per Monicelli e Risi, per Verdone e Scola, per Francesca Archibugi e Paolo Virzì. A lei tocca l’apertura del Festival (martedì), mentre il giorno dopo sul palco dell’Ariston salirà Lorena Cesarini che si è fatta conoscere grazie a Suburra; nella terza serata tocca a Drusilla Foer, il personaggio web pensato, ideato e inventato da Gianluca Gori, il suo alter ego. Maria Chiara Giannetta — esplosa grazie alla fiction di Rai1 Blanca dove interpreta un’intuitiva profiler non vedente — è la protagonista della quarta giornata. La chiusura è con un’altra attrice tanto nazionale quanto popolare come Sabrina Ferilli cha fa dell’ironia il tratto più vivo della sua intelligenza.
Scelte che rispondono a criteri equilibrati e anche politicamente corretti: le due star che non hanno bisogno di presentazioni, l’attrice di origini africane (Cesarini, nata a Dakar da papà italiano), la prima conduzione en travesti (Foer), l’attrice del momento (Giannetta). Il cast di Sanremo insomma prende quasi la forma definitiva. Pochi giorni fa Amadeus aveva annunciato la presenza (per una sera) di Checco Zalone, oggettivamente un grande colpo perché l’uomo d’oro del cinema italiano — oltre 16o milioni di euro incassati con gli ultimi tre film (Sole a catinelle, Quo vado? e Tolo Tolo) — non si concede facilmente (anche nell’ultima reunion di Zelig aveva dato buca). Rimane invece il dubbio Fiorello, che dopo il doppio Festival a fianco del conduttore non ha ancora sciolto la riserva, ma è difficile immaginare che possa disertare del tutto il palco. Un’incursione, almeno per una serata, sembra probabile.
Pronto da tempo anche il cast musicale, 25 i cantanti in gara con un mix che cerca di accontentare tutti i gusti e allargarsi il più possibile ai diversi tipi di pubblico: ci sono i grandi nomi pop che fanno classifica; i cantanti storici richiesti dal pubblico di Rai1; i fenomeni dello streaming che cercano visibilità nazionalpopolare; gli sconosciuti che servono a far numero.
Dopo le polemiche dell’anno scorso con l’ipotesi poi affondata, sembra tornare in auge la nave da crociera sponsorizzata attraccata nelle acque di fronte a Sanremo (da capire come e se entrerà nella diretta delle serate): maestra di cerimonie Orietta Berti che a quasi 80 anni sta vivendo la sua terza o quarta giovinezza (ormai abbiamo perso il conto). Non ci sarà — ed è la terza volta — Jovanotti, che nonostante l’amicizia che lo dovrebbe legare al conduttore ha fatto sapere di saltare anche in quest’occasione l’appuntamento: «Io devo fare l’autore di Morandi (che è tra i cantanti in gara, ndr), sono concentrato su questo e non ho la testa. Sarò a casa. Magari mi prendo un alberghetto a 30 chilometri da lì e ci vediamo con Morandi come clandestini all’alba». Insomma con amici così, Amadeus non ha bisogno di nemici.
Da corriere.it il 14 gennaio 2022.
«Non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due)?». Con queste parole, il senatore della Lega Simone Pillon si è espresso contro la scelta di Amadeus di avere Drusilla Foer, nome d’arte di Gianluca Gori, tra le cinque co-conduttrici del Festival.
Un attacco su cui in molti avrebbero scommesso, arrivato come consueto attraverso i social, su cui il politico ha scritto: «Com’era ampiamente prevedibile, al festival di Sanremo sempre più LGBT è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori.
Una domanda: ma sempre in rispetto delle quote, non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due), e magari di ispirazione conservatrice? Sarebbe un bel segnale, se non altro a tutela delle specie a rischio estinzione televisiva».
I consensi
Un lamento che sembra essere isolato, in confronto poi alla valanga di consensi per la scelta, piuttosto inaspettata, di avere sul palco dell’Ariston l’attrice, sceneggiatrice e cantante che 165mila persone seguono sui social.
Il personaggio en travesti? Nuovo cavallo di battaglia della sinistra. Francesca Galici il 17 Gennaio 2022 su Il Giornale.
Il personaggio en travesti di Drusilla Foer sarà al festival di Sanremo: ma perché in Italia si sente sempre l'esigenza di rivendicare qualcosa?
L'Italia in queste ore freme per due importanti appuntamenti che, agli occhi dell'opinione pubblica popolare hanno lo stesso peso: l'elezione del presidente della Repubblica e il festival di Sanremo. Le due scadenze saranno quasi coincidenti, soprattutto se da Montecitorio le operazioni verranno tirate per le lunghe. C'è già chi immagina che sarà Amadeus dal palco del teatro Ariston di Sanremo ad annunciare il successore di Sergio Mattarella, magari con tanto di mazzo di fiori. Un cross-over impossibile, o forse no, che agita i sogni degli appassionati della kermesse canora più nota d'Italia, che quest'anno vedrà sul palco la prima valletta en travesti della sua storia, Drusilla Foer.
Specifichiamo, la prima sul palco del teatro Ariston, perché di personaggi en travesti in tv ce ne sono tanti ma, soprattutto, ce ne sono stati moltissimi anche in passato. Vi dice nulla il nome di Emma Coriandoli? Dai su, la signora Coriandoli... Ecco. Erano gli anni Ottanta e l'Italia di quel periodo non aveva bisogno di lotte e rivendicazioni, di parlare di muri abbattuti per godersi la simpatia di Maurizio Ferrini nei panni caricaturiali della casalinga degli anni 80 su Rai1 a Domenica In.
Quel personaggio, a tratti svampito ma profondo, divenne quasi un'icona di quegli anni senza che ci fossero rivendicazioni politiche, esultanze e imposizioni. Era normale vedere la signora Coriandoli fare promozione negli spot, come quello Fiat o Amadori. Era normale guardarla ogni sera dietro il bancone di Striscia la notizia su Canale5 nelle sue prime edizioni, fino al 1994, anche al fianco e in contrapposizione con Alba Parietti.
Che dire, poi, della signora Leonida, altro personaggio en travesti di straordinario impatto mediatico, presentato da Leo Gullotta al Bagaglino negli anni Ottanta. Un personaggio entrato nell'immaginario collettivo senza forzature, semplicemente perché piaceva e faceva divertire. Ed erano gli anni Ottanta, quelli della prima Repubblica e della Dc. Ora, il personaggio en travesti di Drusilla Foer è diventato l'ariete per perorare la causa del ddl Zan, una bandierina da sventolare per gridare all'Italia che si affaccia nella modernità.
Cosa è accaduto al nostro Paese negli ultimi 30 anni? Nulla da togliere a Gianluca Gori, che la interpreta, ma perché ora la presenza di Drusilla Foer deve diventare un manifesto? Perché ci dev'essere sempre qualcuno che rivendica qualcosa? Drusilla Foer è una novità per la televisione italiana? No, è un già visto, di qualità, ma pur sempre già visto. Quindi perché tutto questo clamore? Alla fine, a dare la percezione di straordinario a qualcosa che, invece, è già ordinario, sono gli stessi che dicono di voler abbattere i muri e che con il loro atteggiamento contribuiscono a sollevarli. Francesca Galici
Sanremo da cinema Amadeus scatena il politically correct. Laura Rio il 12 Gennaio 2022 su Il Giornale.
Da Ornella Muti all'"inclusiva" Drusilla Foer: le 5 partner che saliranno sul palco. Cinque attrici. Giovani e meno giovani. Di cinema e di fiction. Icone ed emergenti. Saranno le protagoniste femminili di Sanremo, una per sera. Così Amadeus ha deciso e annunciato ieri sera al Tg1. E sono, in ordine di serata, a partire da martedì primo febbraio: Ornella Muti, che non ha bisogno di presentazioni; Lorena Cesarini, giovane attrice diventata famosa per la serie Suburra («Una ragazza brillante che porterà energia», dice il conduttore); Drusilla Foer, un personaggio ideato e interpretato da Gianluca Gori; Maria Chiara Giannetta, protagonista di Blanca, rivelazione di questa stagione tv e per la finale di sabato Sabrina Ferilli, che pure tutti conoscono. Il mondo dei social ha subito acclamato la scelta di Drusilla Foer come una «rivoluzione», parlando di «messaggio di inclusività»; c'è chi ha addirittura scritto su Twitter: «Non abbiamo avuto il Ddl Zan ma almeno abbiamo Drusilla Foer a Sanremo»...
Insomma Amadeus non ha pescato le «sue» donne in tutti i campi lavorativi, come l'anno scorso, ma ha puntato tutto sul mondo della «finzione», dell'immaginazione. E ne ha tanto bisogno per affrontare un altro Festival in trincea. Se l'anno scorso si era calato l'elmetto e - nonostante tanti dubbi e paure - si era portato a casa un'edizione vittoriosa, non pensava di ritrovarsi anche quest'anno nella stessa situazione, non si immaginava un altro picco della pandemia proprio nei giorni della kermesse. E, così, per sorridere e far sorridere gli italiani, oltre alle cinque «bellezze» del cinema, ha imbarcato nell'avventura anche Checco Zalone. Nella speranza che, all'ultimo minuto, si aggiunga anche il sodale di sempre, l'amico che l'ha salvato negli ultimi due anni, e cioè Fiorello. Grande ospite musicale sarà invece Cesare Cremonini.
Capitolo Checco Zalone è proprio quel che ci vuole per risollevare gli animi: se veramente Sanremo sarà spettrale o quasi spettrale come lo scorso anno, lui saprà spazzare via un po' di tristezza e preoccupazione. Non per nulla ha fatto furore con il fantastico brano Vacinada. Campione di risate e del politicamente scorretto, grande osservatore dei vizi e delle debolezze degli italiani, su quel palco incarnerà il peggio e il meglio dell'italianità e gli italiani ne rideranno con lui. Perché lui prende in giro, si prende in giro e soprattutto non si schiera politicamente. Ma è riuscito subito a far arrabbiare qualcuno (il direttore di Telelombardia) con quello sketch al Tg1 insieme ad Amadeus di sabato scorso che sanciva l'accordo per lo sbarco all'Ariston («Dopo la mia partecipazione non lavorerai più... al massimo a TeleLombardia»). Un annuncio da maestro di marketing arrivato proprio il giorno prima della messa in onda televisiva di Tolo, Tolo che, infatti, ha fatto buoni ascolti su Canale 5.
Capitolo Fiorello Ancora non ha sciolto le riserve sulla sua presenza. O, piuttosto, non vuole che si sappia. Vuole giocarci sopra, come fa sempre. Amadeus ha detto che «Fiore non mi dice mai quello che vuol fare, decide all'ultimo, se vuole venire le porte ovviamente sono spalancate». Probabile che non ci sia nella serata in cui parteciperà Zalone: due campioni della risata sarebbero troppi, però è proprio difficile pensare che Fiore abbandoni il suo amico in questa situazione. Un qualche forma di presenza la troverà. Del resto, il suo tour teatrale non prevede date nella settimana festivaliera.
Capitolo sicurezza In attesa di sapere se la Regione Liguria passerà in zona arancione o addirittura rossa, in Rai stanno mettendo a punto i protocolli per evitare per quanto possibile i contagi. Le misure sono simili a quelle dello scorso anno con l'aggiunta del super green pass per gli addetti ai lavori. Tamponi frequenti, obbligo di mascherina Ffp2, accessi e percorsi diversificati per cast, artisti, orchestrali, tetti di affollamento. Allo stato attuale, la capienza del teatro è considerata piena e i biglietti, salvo contrordini, saranno messi in vendita nei prossimi giorni. Se uno dei cantanti in gara risulterà positivo, non verrà eliminato, ma verranno mandate in onda le immagini delle prove. Nella città ligure non ci saranno concerti o manifestazioni all'aperto. Ancora non si è deciso invece sulla nave della Costa Crociere ormeggiata al largo.
Le associazioni commerciali sanremesi avevano chiesto il rinvio della kermesse per garantire maggiore afflusso di turisti (e maggiori guadagni), ma non se ne parla proprio. E Rai Pubblicità sta cercando più di un partner per sostituire lo sponsor unico Tim che si è defilato. Laura Rio
Candida Morvillo per il "Corriere della Sera" l'1 febbraio 2022.
«Ho preparato la valigia degli anziani: prima di tutto, col sacchetto delle medicine. Sono talmente emozionata e con tracce di terrore che mi dico che non sto andando a Sanremo, ma a teatro in compagnia di un signore gentile e che devo solo cambiarmi spesso ed essere bellina».
Qualcuno, vedendola condurre il festival con Amadeus giovedì, si chiederà «Drusilla chi?» e qualcuno invece, quella sera, guarderà il festival solo per lei. Drusilla Foer è diventata un fenomeno web per i video virali in cui è un'anziana e ricca vedova fiorentina, irresistibile per perfidia e sagacia. È considerata un'icona di stile, riempie i teatri cantando e raccontandosi. Il tour di Eleganzissima che riprende il 9 febbraio è già quasi tutto sold out.
Il primo a notarla fu Ferzan Ozpetek che la volle nel film Magnifica presenza. Drusilla sarebbe l'alter ego dell'attore Gianluca Gori, che lei ha condannato a una vita anonima, avendo scelto di raccontarsi, anche nelle interviste, solo come Drusilla, figlia di un diplomatico, infanzia a Cuba, gioventù a New York vendendo abiti usati a Andy Warhol e Bruce Springsteen («sì, passavano Freddie Mercury, Loredana Berté, ci si vedeva in giro, si mangiava pane e olio nel mio magazzinaccio, ma era meno interessante di quanto s' immagini»).
Che farà all'Ariston?
«Cercherò di divertirmi, poi mi agiterò, poi mi passerà. Annuncerò i cantanti. Adorerò dire "dirige Beppe Vessicchio". Purtroppo, non si usa più leggere la sintesi della canzone: "Una ragazza si trova nel vortice conflittuale della vita, ma ne uscirà con l'amore". Canterò se proprio è necessario e molto criticherò Amadeus, lo stuzzicherò».
Lui che le ha chiesto di fare?
«Mi ha solo chiesto "ti va di venire?". Chiaro che, alla mia età, con un piede nella bara, ho detto subito sì. Poi, è stato lui a domandarmi cosa mi andava di fare. In teatro, le persone che mi guardano ridono, piangono... Spero di non essere responsabile io della bipolarità del mio pubblico, ma la mia comicità è un po' una spremuta delle mie parti riflessive, sagaci, snob, seduttive. Gli ho raccontato questo, si è divertito e così faremo, condividendo il senso della mia presenza a Sanremo».
E qual è questo senso?
«So di essere un personaggio poco tranquillizzante. Ho avuto a che fare coi diritti Lgbtq, con la meritocrazia per le donne, il bullismo: fra queste cosine che mi piastrellano come mattonelle del bagno, se qualcuno trova uno spunto di riflessione, se posso essere portabandiera di qualcosa, sono contenta».
Il senatore leghista Simone Pillon ha detto che era meglio invitare un padre di famiglia.
«Era una bella idea anche mettere un nonno, una zia, ma il proprio pensiero non può essere sostitutivo del pensiero di un altro. Mi aspettavo la polemica. Ricordo negli anni '70 Leopoldo Mastelloni, Paolo Poli Incasellare ciò che vediamo ci dà la sensazione di avere tutto sotto controllo. Se fossi stata una drag queen sarebbe stato più semplice: finché si vede un'estremizzazione, riusciamo a prendere le distanze, mentre per certe persone un'interpretazione è meno comprensibile. Ma io tendo a pensare che un artista prima lo si ascolta, poi si esprime un'opinione».
Lei ama dire parolacce, riuscirà a non dirle all'Ariston?
«Non credo. "Che pae" si può dire a Sanremo?».
Temo neanche sul «Corriere».
«Starò attenta, il festival deve essere un luogo di esempio. Sì, forse mi ha convinta: non ne dirò».
Che rapporti ha con Gianluca Gori, l'attore che l'ha creata?
«Ma la presunzione di questo qua! Vabbè. Non ci amiamo del tutto. Ci sono momenti di sovrapposizione pacifica e di conflitto. Lui è anche civile, perbene, ma pesante, pignolo: uno che non le consiglio di frequentare».
Lei ha dichiarato di aver avuto due mariti. Ora è libera, impegnata?
«Ho chiuso bottega, ma ho dato moltissimo: sentimenti, amore, sesso, mi sono divertita. Provo ancora a sedurre, ma come esercizio di stile».
Con Amadeus ci proverà?
«A me i bruttacchioli sono sempre piaciuti, amo il nasone. E di un uomo mi seducono gentilezza, cortesia, galanteria. Quindi mi ha in pugno».
Da diva del palcoscenico immagino non tema la scalinata dell'Ariston, o sì?
«Se casco, mi raccatteranno. Se non casco, sarò sublime».
L'attrice sul palco dell'Ariston. Chi è Drusilla Foer, alter ego di Gianluca Gori che condurrà Sanremo con Amadeus. Redazione su Il Riformista il 12 Gennaio 2022.
Cinque donne per cinque serate. Sono Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli le co-conduttrici di Amadeus nel Festival di Sanremo che si aprirà sul palco del teatro Ariston dall’1 al 5 febbraio prossimo.
I nomi sono stati ufficializzati dal conduttore della kermesse musicale martedì sera, in collegamento in diretta col Tg1.
Amadeus ha annunciato i nomi delle cinque co-conduttrici seguendo l’ordine delle serate: martedì 1 febbraio ci sarà Ornella Muti, “icona del cinema italiano, con più di 90 film con i più grandi registi”; mercoledì 2 febbraio Lorena Cesarini, “una giovane attrice che ha avuto grande successo con Suburra, una ragazza brillante che porterà la sua energia sul palco dell’Ariston”; giovedì 3 febbraio Drusilla Foer, “un’attrice di cinema, teatro, cantante, star dei social, frequentatrice di jet set, pungente e ironica”; venerdì 4 febbraio Maria Chiara Giannetta, “la protagonista di Blanca, vera rivelazione di questa stagione tv”; quindi il gran finale di sabato 5 febbraio con Sabrina Ferilli, “una delle attrici più amate dal pubblico italiano, una donna che unisce bellezza, talento e simpatia”.
Chi è Drusilla Foer
Il nome ‘meno noto’ al grande pubblico televisivo tra le cinque co-conduttrici è sicuramente quello di Drusilla Foer, scelta da Amadeus per la serata di giovedì 3 febbraio. Il vero nome all’anagrafe di Drusilla è Gianluca Gori, fotografo toscano che ha reso questo suo personaggio popolare in particolare sul web.
Definita sui giornali “Nobildonna”, ironicamente preferisce farsi chiamare “anziana soubrette”. Dopo che il suo personaggio ha spopolato sul web, anche sostenendo cause social di grande importanza, Drusilla è approdata al cinema e in tv: ha recitato nel film “Magnifica Presenza” di Ferzan Ozpetek, è stata giudice a Strafactor, lo speciale di XFactor, ha preso parte al Maurizio Costanzo Show ed è ospite fissa nel salotto di CR-La Repubblica delle Donne.
Altri dettagli sulla sua vita privata emergono da una intervista concessa a Libero nel 2017. Già all’epoca il sogno era quello di poter partecipare al Festival di Sanremo: “Farei volentieri la valletta a Sanremo, adorerei, ma forse sono troppo alta, 1 e 85”, diceva con ironia.
Sempre in una intervista ha raccontato la scelta di dare vita al personaggio di Drussila, il suo alter ego: “Quando ho scoperto un personaggio così chiaro, così libero, ho pensato che tutti dovessero conoscerla e ho spinto la signora a farsi più visibile”.
Un nome scelto, racconta Gori-Drusilla, dopo una notte di amore in America a bordo di un battello chiamato appunto Drusilla: “Il battello è diventato monumento storico, una sorta di pezzo d’antiquariato, come me insomma”, ha raccontato ancora a Libero nel 2017.
Dal profilo di Alberto Dandolo su Instagram il 13 gennaio 2022.
Ornella Muti e Sabrina Ferilli sono due scelte impeccabili e geniali per aprire e chiudere il Festival di Sanremo. Due icone vere, simbolo di italianità.
Come è intelligente far salire sul palco dell'Ariston anche due attrici giovani e amate da pubblici diversi come Maria Chiara Giannetta e Lorena Cesarini. Trovo invece un filino infelice, seppur mediaticamente efficace, scegliere come personaggio di rottura Drusilla Foer.
Una "signora" dall' aura radical chic che per lavoro fa l'alto borghese progressista e irriverente. Perché non fare allora una cosa più coraggiosa e davvero "eversiva" ? Ossia portare sul palco una una signora con la S maiuscola, una transessuale dei carruggi di Genova che ha vissuto e vive la vita nei suoi angoli più spigolosi e reali? Una di quelle meravigliose e drammatiche creature cantare dall' immenso Fabrizio De André.
Simonetta Sciandivasci per “La Stampa” il 13 gennaio 2022.
Siamo un paese che presta attenzione al chi e non al cosa. Ascoltiamo le cariche, le figure, i titoli e naturalmente i generi. Le persone sempre dopo, il più delle volte in ritardo, oppure mai. Ed è per questo che Drusilla Foer a Sanremo è una notizia che fa scrivere a qualche giornale «c'è un travestito tra le vallette di Amadeus» e dire a Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, che «al festival si collezionano figurine per inculcare la teoria gender».
E così si scaldano i progressisti, che nella sua scelta vedono la rottura di un tabù - Luxuria ha detto: «arriverà una bel messaggio di inclusività» - oppure un tentativo di prevenire le accuse di rappresentazione stereotipata della femminilità. Nella sua appassionante inconcludenza, quest' attorcigliata polemica trascura il dettaglio che la smonta e declassa: Drusilla Foer non esiste.
È un personaggio di fantasia come Rossella O' Hara, una maschera come Pierrot: non c'è niente di vero, in lei, se non l'attore che se l'è inventata e la interpreta, Gianluca Gori. E quindi stiamo facendo il processo alle intenzioni di un fatto artistico, proprio noi che vogliamo l'arte libera. E quindi, soprattutto, stiamo non vedendo che la presenza di Drusilla Foer sul palco di un festival di canzoni non fa alcuna rivoluzione: se mai, del festival garantisce la vocazione principale. L'intrattenimento. Dopotutto, di sè dice: «Tendo a qualificarmi come un'anziana soubrette».
«L'artista vince quando ha il coraggio di provocare e spaccare il pubblico», dice alla Stampa Piero Chiambretti, che Drusilla è stato il primo a portarla in tv, nella prima edizione della Repubblica delle donne, il programma che Rete4 gli affidò nel 2018, quando tentò di diventare una Rai3 con il senso del frisson.
La vedemmo in quel programma ed era chi sarà anche all'Ariston: un'aristocratica che vorrebbe essere altezzosa ma non ci riesce, una snob mancata, una mitomane che si disinnesca da sé - ieri al TG1, ripresa come sempre al telefono, diceva che cadrà di certo dalle scale, e lo diceva muovendosi con la flessuosità da Totò e la timidezza maliziosa da Charlot che l'hanno resa virale su YouTube.
La provocazione alla quale pensa Chiambretti non è il travestitismo, ma il doppio: il fatto appunto che Drusilla Foer non esiste ma c'è, balla, canta, guadagna, ha scritto anche un libro sulla sua vita, spassoso e arguto, Tu non conosci la vergogna (Mondadori), dove racconta la sua vita tra Cuba, New York, Siena, le navi, e altre vite inventate oltre la sua, quella dei genitori, dei nonni, della tata e scrive che è importante fare molto sesso, incluso quello occasionale, perché «è sempre un'occasione».
A Sanremo con lei arriva il doppio, una figura che divide perché non si sa dove inizia e dove finisce, quando recita e quando no, quali parti siano in debito e quali in credito: non si capisce se Drusilla inizia dove finisce Gianluca, o viceversa. E non si sa se riferirsi a lei al maschile o al femminile non perché sia transessuale o perché sia doppia: è un doppio. Questo è teatro, non c'entra con il travestitismo.
«Spesso gli chiedo, ridendo, se non soffre di uno sdoppiamento della personalità», dice alla Stampa Nunzia De Girolamo, che Foer l'ha voluta nel suo Ciao, maschio!, su Raiuno, dopo essersene innamorata subito, a cena con anche l'autrice del programma, Annalisa Montaldo. A quella cena, Drusilla era Gianluca, vestito come sempre con un lupetto a mezzo collo, come uno chansonnier, e disse a De Girolamo: «Lei piace tanto alla mia mamma». E così chiusero gli affari e principiarono l'amicizia. La scissione tra Gori e Foer l'ha sempre notata anche Chiambretti: «La prima volta che entrai nel suo camerino, pensai di aver sbagliato stanza.
Mi ritrovai davanti a un bellissimo, elegantissimo ragazzo di campagna toscano, interessante e colto. La seconda volta che lo vidi era Drusilla e sembrava Wanda Osiris, con valigette, guanti e piedi da alpino dentro scarpe lustratissime. Sono felice di aver scommesso su di lei dopo averla vista al teatro Colosseo, a Torino, e aver vinto i dubbi degli addetti ai lavori, terrorizzati che il pubblico non capisse chi fosse: cosa fosse».
E allora è a questo che gli italiani si spera siano pronti: a godersi uno spettacolo che non c'entra con l'anagrafe di chi lo fa, ma con la sua vita, che nel caso di un artista è la sua arte, quella cosa che fa mangiare patatine e gin tonic, il menù preferito di Gianluca e pure di Drusilla: su questo concordano, l'ha detto lui a un party dell'ultimo Salone del Libro, fumando una sigaretta in un cortile dove non si poteva, ammaliando il portiere con un siparietto delizioso per non farsi cacciare via.
Sanremo, Morandi ha rischiato la squalifica: cosa è successo. Novella Toloni il 4 Gennaio 2022 su Il Giornale. Nelle scorse ore il video della canzone è stato pubblicato per sbaglio su Facebook. Lo scorso anno la stessa cosa era successa a Fedez, ma il regolamento vieta la diffusione del brano prima dell'inizio del Festival. A un mese esatto dall'inizio del festival di Sanremo si apre il primo caso dell'edizione, che vede protagonista Gianni Morandi. Il suo inedito - Apri tutte le porte - è finito per sbaglio sui social network e il cantautore bolognese ha rischiato l'esclusione dalla kermesse canora.
Secondo quanto riportato dal sito All Music Italia un video contenente gran parte del brano, scritto da Jovanotti per Gianni Morandi, sarebbe stato pubblicato nelle scorse ore sulla pagina Facebook del cantante. A segnalarlo al portale di musica sono stati i lettori e i numerosi cinguettii comparsi su Twitter, che hanno scatenato la polemica. "Secondo quanto ci viene riportato questa mattina - riporta AMI - presto sulla pagina Facebook dell'artista sarebbe apparso un video backstage in cui era possibile ascoltare gran parte della canzone. Dopo circa una mezz'ora il video in questione sarebbe stato eliminato dal profilo di Morandi".
Nelle decine di segnalazioni si parla di un video di tredici minuti (poi rimosso) nel quale compariva Gianni Morandi insieme al produttore musicale dj Mousse T. Nel filmato i due avrebbero parlato di come è nata la canzone insieme a Jovanotti. Il tutto mentre in sottofondo si poteva sentire il brano per intero. Secondo quanto previsto dal regolamento della 72esima edizione del Festival - in programma dall'1 al 5 febbraio - pubblicato sul sito della Rai il 14 dicembre scorso, però, diffondere la canzone prima dell'inizio di Sanremo rappresenta una violazione.
Ecco i 22 big in gara a Sanremo. Non mancano le sorprese...
"Tutti gli aventi diritto a qualsiasi titolo - si legge nel regolamento - sulle canzoni (autori, Artisti, Case discografiche, compositori, editori, etc.) si obbligano a non eseguire o far eseguire, diffondere, utilizzare e/o sfruttare direttamente e/o indirettamente le canzoni partecipanti a Sanremo 2022 – in tutto o in parte – su qualsiasi rete di comunicazione elettronica e/o con qualsiasi mezzo e/o supporto, in qualsiasi forma e/o modo e/o tecnologia (e così, esemplificativamente ma non esaustivamente: per radio, televisione, telefonia, via internet, etc.) sino alla loro prima esecuzione nel corso di Sanremo 2022".
Un episodio simile era avvenuto anche lo scorso anno con protagonisti Fedez e Francesca Michielin. Il video delle prove del rapper era stato caricato nelle storie del suo profilo Instagram prima senza audio, poi con audio, svelando alcuni secondi della canzone ai milioni di follower di Fedez. In quell'occasione Amadeus decise di non applicare il regolamento, spiegando che la durata del video non rivelava la musicalità della canzone, mantenendo invariata la caratteristica di novità richiesta dal regolamento.
Visto il clamore suscitato dal caso Amadeus ha subito affrontato la polemica, mettendo a tacere le voci su una possibile esclusione di Gianni Morandi dal Festival. "La direzione artistica in accordo con Rai1 - si legge in una nota ufficiale - non ritiene di dover escludere la suddetta canzone perché si è trattato di un puro inconveniente tecnico, dovuto alla necessità di Morandi di portare un tutore alla mano destra che ha subito diversi interventi a seguito dell'incidente occorsogli alcuni mesi fa. L'impedimento al movimento della mano ha determinato l'errore per cui Morandi ha messo in rete il back stage che stava vedendo privatamente. Morandi non è mai ricorso a social media manager per la gestione del suo profilo Facebook e ha quindi commesso l'errore tecnico sopra menzionato. Restano quindi in gara la canzone e l'artista Morandi". Morandi, che gestisce personalmente i suoi profili social, avrebbe dunque pubblicato involontariamente il video, utilizzando la mano ancora invalidata dall'incidente di cui è stato vittima quasi un anno fa.
Sanremo, il Codacons denuncia la Rai: "Non squalificare Morandi è un illecito". Novella Toloni il 5 Gennaio 2022 su Il Giornale. L'associazione dei consumatori ha presentato un esposto in Procura e una diffida in commissione Vigilanza Rai dopo la mancata squalifica di Gianni Morandi. È durissima la presa di posizione del Codacons contro la Rai, rea di non avere squalificato Gianni Morandi dopo che il cantautore ha pubblicato per sbaglio sul web un estratto della sua canzone Apri tutte le porte. L'associazione dei consumatori ha presentato in giornata una diffida alla Commissione di Vigilanza Rai e un esposto alle procure di Imperia e Roma in cui si chiede di intervenire per "grave violazione del regolamento del Festival di Sanremo".
Le richieste del Codacons sono chiare e pesanti: apertura di un procedimento istruttorio contro la Rai (per valutare se ci siano illeciti penali) e la squalifica immediata di Gianni Morandi. "In assenza di interventi, il Codacons ricorrerà al Tar chiedendo la sospensione di Sanremo 2022", si legge nella nota ufficiale dell'ente trasmessa alla stampa. Il tutto a meno di un mese dall'inizio del festival di Sanremo.
Il caso si è aperto pochi giorni fa, quando Morandi ha condiviso per sbaglio - sulla sua pagina Facebook- un video di tredici minuti nel quale era ascoltabile gran parte del suo brano per Sanremo. La direzione artistica del Festival, in accordo con la Rai, non ha riscontrato però una violazione al regolamento, chiudendo il caso come un incidente. "Si è trattato di un puro inconveniente tecnico, dovuto alla necessità di Morandi di portare un tutore alla mano destra che ha subito diversi interventi a seguito dell'incidente occorsogli alcuni mesi fa. L'impedimento al movimento della mano ha determinato l'errore per cui Morandi ha messo in rete il back stage, che stava vedendo privatamente". Il cantautore si è scusato pubblicamente sui social network, ma questo non ha placato l'ira del Codacons che è passato al contrattacco.
Per il Codacons la Rai non avrebbe agito regolarmente "salvando" Gianni Morandi dalla squalifica, creando un precedente pericoloso in termini di par condicio. In una nota ufficiale l'associazione, citando il regolamento del festival di Sanremo ha chiarito: "La canzone di Gianni Morandi è stata ascoltata dopo la pubblicazione del brano sia sul web che sui social network, situazione che si pone in netto contrasto con il regolamento della kermesse che vieta categoricamente che le canzoni in gara siano pubblicate prima dell'esecuzione all'Ariston. La decisione della Rai di non escludere Morandi dalla gara nonostante la sua canzone non sia più inedita non solo potrebbe realizzare possibili illeciti (dall'omissione e abuso di atti d'ufficio fino alla truffa), ma annullerebbe la par condicio tra i cantanti in gara, violando gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo e il Codice etico Rai, ponendo il cantante in una situazione di evidente vantaggio rispetto agli altri artisti in gara, con ripercussioni sul fronte del televoto e delle scommesse".
Il Codacons ha sottolineato "l'incapacità della Rai di ottenere il pieno rispetto del regolamento" suggerendo la necessità di "modificare le regole della kermesse, prevedendo la possibilità per ogni artista di pubblicare sui propri social un estratto del brano che porteranno in gara, prima dell'esibizione all'Ariston". Per questo ha invitato i cantanti in gara a un'azione di gruppo, spingendoli a pubblicare sui propri social "30 secondi della canzone in gara, non potendo la Rai squalificarli per non creare disparità con Morandi e con gli altri artisti graziati negli anni precedenti". Chiaro il riferimento a quanto successo lo scorso anno con Fedez e Francesca Michielin anche loro mantenuti in gara nonostante il video delle prove fosse stato caricato su Instagram.
Oltre alla squalifica di Morandi, con l'esposto alle procure della Repubblica di Imperia e Roma il Codacons chiede l'apertura di una indagine che accerti se la decisione della Rai di mantenere in gara l'artista possa configurare ipotesi penalmente rilevanti, soprattutto per ciò che concerne il televoto e le scommesse legate a Sanremo 2022.
Novella Toloni. Toscana Doc, 40 anni, cresco con il mito di "Piccole Donne" e del personaggio di Jo, inguaribile scrittrice devota a carta, penna e macchina da scrivere. Amo cucinare, viaggiare e non smetterò mai di sfogliare riviste perché amo le pagine che scorrono tra le dita. Appassionata di social media, curiosa per natura, il mio motto è "Vivi e lascia vivere", perché non c’è niente di più bello delle cose frivole e leggere che distolgono l’attenzione dai problemi
· Prima Serata.
Sanremo: prima serata, 10,9 milioni e 54.7%. (ANSA il 2 febbraio 2022) - Sono stati 10 milioni 911 mila, pari al 54.7% di share, i telespettatori che hanno seguito in media ieri su Rai1 la prima serata del festival di Sanremo 2022. L'anno scorso l'ascolto medio della prima parte era stato di 8 milioni 363 mila spettatori pari al 46.6%. La prima parte della prima serata del festival ha avuto il 54.5% con 13 milioni 805 mila spettatori, la seconda il 55.4% con 6 milioni 412 mila. Nel 2021 la prima parte della prima serata del festival aveva fatto segnare 11 milioni 176 mila spettatori con il 46.4%, la seconda 4 milioni 212 mila con il 47.8%.
Sanremo, il confronto tra i dati di ascolto delle prime serate dal 2010 ad oggi. Il Quotidiano del Sud il 4 Febbraio 2022.
2010 Antonella Clerici 10.717.000
2011 Gianni Morandi 14.175.000
2012 Gianni Morandi 14.378.000
2013 Fabio Fazio 14.196.000
2014 Fabio Fazio 10.938.000
2015 Carlo Conti 13.210.000
2016 Carlo Conti 11.134.000
2017 Carlo Conti 11.374.000
2018 Claudio Baglioni 11.603.000
2019 Claudio Baglioni 10.860.000
2020 Amadeus 10.058.000
2021 Amadeus 8.363.000
2022 Amadeus 10.911.000
Riccardo Pirrone, Pubblicitario & Social Media strategist, per ilsole24ore.com il 3 febbraio 2022.
Sanremo costa. Il presentatore costa: Amadeus guadagnerà circa 600 mila euro (dicono). Le presentatrici costano: solo Ornella Muti prenderà 25 mila euro. I tecnici e le maestranze costano, i truccatori costano. I cantanti percepiscono 48 mila euro l'uno come rimborso spese. Il teatro Ariston costa, gli alberghi costano, pensate che solo il comune di Sanremo riceve 5 milioni di euro. Per non parlare dei super ospiti: tra Laura Pausini e i Maneskin, alla Rai partiranno circa 150 mila euro. Il costo complessivo di Sanremo 2022 supererà di poco i 17,3 milioni di euro.
Vi starete chiedendo se vale la pena di spendere tutti questi soldi per vedere Achille Lauro farsi il battesimo in Tv. Tranquilli, me lo sono chiesto anche io.
Partiamo dal fatto che la Rai, come diceva Mahmood, pensa solo ai soldi, anche perché ha un debito di 523 milioni di euro e un costo del personale di circa 800 milioni l'anno. Ma questa è un'altra storia. Per mantenersi in vita, il servizio pubblico deve farsi due conti. La Rai, com'è noto, guadagna soprattutto dal canone, un terzo delle entrate invece arriva dalle pubblicità ed è qui che il Festival le canta a tutti.
Sanremo incide per il 5% sugli introiti pubblicitari, nel 2021 ha portato nelle casse Rai ben 38 milioni di euro grazie agli investimenti dei brand durante la kermesse. Insomma il doppio rispetto alle spese. Sanremo offre agli sponsor una vetrina televisiva immensa e da pochi anni anche uno spazio web e social enorme grazie a Rai Play eYouTube (nel 2021 oltre 30 milioni di interazioni online e 72 milioni di visualizzazioni web).
La prima serata del festival di Sanremo andata in onda martedì 1° febbraio è stata seguita da 10.911.000 spettatori e ha raggiunto il 54% di share. Uno share così alto non si vedeva da 17 anni. Visti i risultati, Rai pubblicità ha fatto bene ad alzare il tariffario del 15%: a oggi, uno spot standard da 30 secondi può arrivare a costare fino a 370.380 euro per singolo passaggio e una telepromozione con Amadeus che balla male costa 440 mila euro.
Grazie al cielo, Tim dopo 4 anni di “scivola scivola” è scivolata via e si è portata con sé Mina, il ballerino con il cappello e 8,5 milioni di euro di investimento pubblicitario. Per non rischiare di scivolare ancora, il nuovo main sponsor, Eni, ha cercato di rendere tutta l'edizione sostenibile realizzando un green carpet con erba vera, che fa sembrare tutti i cantanti dei pastorelli vestiti strani.
E invece è scivolata dentro al greenwashing. Gli adepti di Greta Thunberg, i ragazzi di Fridays for Future Italia, fanno sapere che sono solo #ParoleParoleParole, mentre nella realtà dei fatti Eni continuerà a puntare principalmente su combustibili fossili come il gas e il petrolio.
Tutti i brand oggi vogliono suonare per forza sostenibili. Le vetture ufficiali di Sanremo saranno le super green Suzuki Hybrid. Lavazza fornirà al Festival le prime capsule di caffè realizzate a zero impatto di Co2, sarà ormeggiata nel mare di fronte alla città la Costa Toscana, la nuova“nave green” della compagnia, alimentata a gas naturale liquefatto. Sbagliatissimi invece i testimonial di Costa Crociere, Orietta Berti e Fabio Rovazzi, che mi fanno pensare a una nave piena di signore anziane e ragazzini con i baffi. Brividi. E non intendo quelli di Mahmood e Blanco. Sky WiFi, invece, non avendo Sanremo, ha sponsorizzato il FantaSanremo, gridato persino da Gianni Morandi a fine esibizione. Mi è sembrata l'unica scelta sostenibile.
Questi brand hanno investito molto per rendere possibile il festival e lo stipendio di Amadeus, ma avranno fatto la scelta giusta? Dipende. A volte è meglio stare zitti e buoni. La Tv e nello specifico Sanremo ha un pubblico spurio, composto da donne, uomini, giovani e meno giovani. Hanno interessi diversi e possibilità di spesa diverse.
Quindi, tutti quei brand che offrono un prodotto/servizio trasversale, che può interessare a un target disomogeneo, hanno fatto bene a puntare su Sanremo. Per tutti gli altri brand che hanno dei target specifici è meglio puntare sul digital e sui social, dove il pubblico si può selezionare e si può parlare solo con chi è davvero interessato al nostro prodotto, magari con una comunicazione promozionale, ma anche emozionale. Insomma, l'importante è investire su Sanremo con uno spot che spacchi, che emozioni. Non dico che diventi un tormentone, ma almeno che non sia come la canzone di Ana Mena.
Sanremo 2022, irruzione al Festival: "Volevano salire sul palco", paura a teatro. Chi entra a pochi minuti dal via. Libero Quotidiano il 03 febbraio 2022.
Paura al Festival di Sanremo: un gruppo di attivisti di Greenpeace ha fatto irruzione all'interno del teatro Ariston a pochi minuti dall'inizio dello show di Rai 1. I manifestanti avevano intenzione di salire sul palco per farsi sentire da tutti. La loro, quindi, voleva essere un'azione dimostrativa, bloccata però sul nascere.
Prima dell'intervento della polizia, gli attivisti sono riusciti a imbrattare l'ingresso del teatro. Alla fine, però, l'intervento delle forze dell'ordine ha impedito che loro arrivassero sul palco di Sanremo. A quel punto sarebbe stato più difficile bloccarli. Gli agenti ne hanno fermati 9 in totale. Tutti, poi, sono stati portati in commissariato.
I manifestanti di Greenpeace avevano già annunciato la loro protesta prima di entrare in azione. Il loro obiettivo? Denunciare Eni (uno dei principali sponsor della kermesse) che - a loro dire - avrebbe messo in piedi un'operazione di greenwashing. Secondo loro, infatti, "il colosso del gas e del petrolio sta sfruttando la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde alla realtà".
Achille Lauro e l’auto-battesimo a Sanremo 2022: la polemica e le critiche. Alice Scaglioni su Il Corriere della Sera l'1 Febbraio 2022.
Alla sua quarta volta consecutiva sul palco dell’Ariston, Achille Lauro ha stupito ancora, auto-battezzandosi durante l’esibizione. Non poteva non stupire ancora, per la sua quarta volta consecutiva sul palco dell’Ariston (tre in gara, una come ospite). A torso nudo, vestito dei suoi tatuaggi, Achille Lauro ha aperto la serata inaugurale della 72esima edizione del Festival di Sanremo. Accompagnato dall’Harlem Gospel Choir, si è esibito sulle note della sua Domenica e sul finale si è auto-battezzato, bagnandosi il viso con dell’acqua fatta cadere da una conchiglietta.
Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, aveva chiesto «responsabilità» alla Rai e ad Amadeus per questo Festival di Sanremo. E Lauro non se lo è fatto dire due volte. Il gesto è stato spiegato con un video su Instagram, proprio come con i quadri dell’edizione scorsa: il battesimo per l’inizio, il primo istante. Ma non è servito (ovviamente) e la polemica e i social si sono subito scaldati.
Su Twitter Achille Lauro è in trending topic, con oltre 25 mila tweet: battute, elogi, il pubblico e i fan applaudono al performer. Ma sul social è intervenuto anche Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia, che ha cinguettato contro il cantante: «Achille Lauro profana il sacramento del battesimo mentre il coro gospel canta “AlleluXX”. Ma che bravo! Quelli che chiedono il rispetto e la tolleranza. Pagato con il canone! Vergogna!».
Achille Lauro profana il sacramento del battesimo mentre il coro gospel canta? AlleluXX?. Ma che bravo! Quelli che chiedono il rispetto e la tolleranza. Pagato con il canone! Vergogna!
Lo stesso Fiorello , nel suo primo intervento sul palco dell’Ariston, ha voluto commentare il gesto con una battuta: «Chissà cosa dirà l’Osservatore romano della sua performance».
Ma Achille Lauro non è nuovo a esibizioni che fanno discutere: nella scorsa edizione del Festival uno dei suoi «quadri» era stato oggetto delle critiche del vescovo Suetta, che si era scagliato anche contro Fiorello. «Una sconcezza», l’aveva definito. L’accusa? Sempre quella: offesa al mondo cattolico e blasfemia. In una delle performance infatti lo showman che accompagnava il cantante si era presentato con la testa cinta di una corona di spine, in un richiamo a Cristo.
Achille Lauro ormai è un veterano dell’Ariston. «Le quattro edizioni sono state come i sacramenti - raccontava ad Andrea Laffranchi su Corriere -. La prima volta con “Rolls Royce” è stato il battesimo. Con “Me ne frego” l’eucaristia. L’anno scorso la confessione. E questa sarà la confermazione». Non si è smentito, al sacro non rinuncia. «Fuori dal palco sono credente, ma qui faranno spettacolo con un ruolo da protagonisti».
Dal foulard di Achille Lauro alla cappa di Elisa, primi dettagli di stile da Sanremo. Primo green carpet e primi look per i protagonisti di Sanremo 2022. Molto ammirati Achille Lauro in total look Gucci, Elisa in Valentino e Mahmood in Balenciaga. Anna Lupini su La Repubblica l'1 febbraio 2022.
Elisa, in bianco avorio, appare come una visione sul green carpet di Sarnemo. Il rito della passerella ritorna dopo la sospensione dello scorso anno, e i primi dettagli sui look fanno sperare in una grande edizione, almeno dal punto di vista dello stile.
La cantante indossa un abito Valentino couture in crêpe avorio disegnato per lei dal Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli; mantella Valentino e guanti Valentino Garavani. I guanti in particolare sono l'accessorio tornato prepotentemente in auge sulle passerelle.
Enigmatico e affascinante come sempre, con capelli platino cortissimi, Achille Lauro in Gucci è una visione anni 70. Per il Green Carpet, Achille Lauro ha scelto un tuxedo in velluto nero con giacca a due bottoni, blusa in tulle nero con dettaglio foulard, pantaloni flare, booties in pelle nera. Make-up Gucci Beauty.
Mahmood e Blanco, una delle coppie più attese sul palco, non deludono quanto a look.
Mahmood ha uno stile sofisticato e genderless, curato dalla stylist Susanna Ausoni che per la prima apparizione ha scelto una felpa Balenciaga, con giacca oversize e gonna lunga con borchie, visto nella collezione estate 22 del marchio.
Aka 7even ha indossato un completo bespoke sartoriale giacca e pantalone color cammello in lana tracciabile e sostenibile e stivale nero ispirati alla collezione Womenswear Autunno 2021 di Stella McCartney abbinati a un cappotto nero oversize in lana tracciabile e sostenibile della collezione Womenswear Inverno 2021 di Stella McCartney.
Emma, in occasione del Green Carpet, ha indossato un cappotto a doppiopetto bianco con revers a lancia, camicia in seta color crema, pantaloni flare ghiaccio, sandali con platform a tacco alto in pelle stampa pitone naturale. A completare il look, anelli della collezione Gucci Link to Love in oro giallo e rosa 18kt con pietre e diamanti. Make-up Gucci Beauty.
Divertente e sognante il look de La Rappresentante di Lista Veronica indossa un abito in spugna bianca con drappeggio sul davanti e strass incastonati in oro all over applicati a mano, della collezione Moschino Primavera/Estate 2015. Completano il look una maxi stola cipria in eco-fur e un turbante in spugna bianca. Dario indossa un pigiama in seta bianca abbinato ad una eco pelliccia oversize color ghiaccio.
Noemi indosserà Alberta Ferretti a Sanremo: una selezione di abiti speciali scelti per le sue performances sul palco dell’Ariston, oltre che in occasione del red carpet che anticipa la kermesse musicale. “È sempre un piacere collaborare con artisti musicali di talento come Noemi. - ha detto la stilista - Mi piace molto la sua energia e la sua musica. Abbiamo fatto una scelta di abiti senza tempo in puro stile Alberta Ferretti che esaltano la fisicità di Noemi e valorizzano la sua presenza sul palco”
I vestiti di Sanremo 2022 e i voti ai look: Achille Lauro a petto nudo (8), Ornella Muti sensuale con gli occhiali ( 7/8). Maria Teresa Veneziani su Il Corriere della Sera l'1 Febbraio 2022.
Ora è chiaro: Sanremo 2022 punta sul sex appeal maschile: trasparenze, smoking a pelle e bagliori. Il teatro dell’Ariston è una passerella potente e inclusiva.
Achille Lauro punk romantico, voto 8
Ma quali smoking, Achille Lauro continua la sua metamorfosi e apre la 72ma edizione del Festival di Sanremo 2022 a torso nudo e jeans seconda pelle. Si fa un battesimo in diretta e la sua sottrazione conquista il web («L’Italia è una Repubblica fondata su Achille Lauro nudo sul palco di #Sanremo»). E c’è chi arriva a paragonarlo al David... Punk romantico (Gucci e gioielli Bulgari: anelli e orecchino) voto 8
Amadeus, esordio sicuro, voto 7
Sarà un Sanremo improntato alla gioia, aveva annunciato Amadeus. E tutti vogliono brillare anche lui, assicura Gai Mattiolo, al quale il presentatore è legatissimo visto che ormai da sette anni sfoggia sempre le sue creazioni: «Ho preparato venti smoking, tra i quali sceglierà poi i dieci da indossare nelle cinque serate in base all’umore del momento». E’ l’anno dei colori, ma Amadeus va sul sicuro e sceglie lo smoking nero percorso da cristalli (20 ore di ricami). E brilla anche il papillon. Voto 7
Ornella Muti, sensualona con gli occhiali, voto 7/8
Ornella Muti, 66 anni portati da (quasi) teenager, scatena un caso politico dichiarandosi a favore della liberalizzazione della cannabis, ma poi sul palco torna a giocare quella carta della seduzione che negli anni ‘70 l’ha resa la più desiderata d’Italia. E già che c’è fa anche sapere di avere chiesto la cittadinanza russa, origini della madre. Scende le scale con l’abito nude tempestato di brillanti di Francesco Scognamiglio che enfatizza le curve. Della serie, si riaccendano i riflettori, la Russia può attendere. Peccato per gli occhiali da prof. Voto 7/8
Noemi delicata e vibrante, voto 9
«Scusatela è scesa dall’Olimpo», commentano su Twitter. Noemi è eterea e vibrante allo stesso tempo. Bellissima in Alberta Ferretti. Tocco brillante il bracciale (Bulgari), voto 9
Gianni Morandi, un po’ rigido 6--
Gianni Morandi sfoggia un completo con giacca in seta jacquard e disegno cravatteria con dettagli in velluto. L’eleganza è fuori discussione, ma l’aspetto è un po’ ingessato. Voto 6--
Fiorello, booster comico, voto 7
Fiorello è un ciclone, elegantissimo: entra mascherato, camicia glitterata. «Sono la vostra terza dose. Sono il booster dell’intrattenimento». E mi chiedo: «Che voto darà l’«Osservatore Romano» ad Achille Lauro?». Voto 7
Yuman, scatola, volto 4
Il 27enne romano Yuman in gara con «Ora e qui» è stato promosso tra i big dopo aver vinto lo scorso dicembre Sanremo Giovani. Ma sul look a scatola di Sanremo 2022 non si può che bocciarlo. Voto 4
La Rappresentante di lista: coniglietta in frac, voto 7
Veronica Lucchesi si presenta sul palco in versione coniglietta insieme con Dario Mangiaracina. Indossano entrambi frac Moschino by Jeremy Scott e spaccano con il brano in gara: «Ciao Ciao». Ironia al potere, ovvero eleganza allegra. Voto 7
Michele Bravi, Tarzan al party, voto 5
Michele Bravi pirata o Tarzan vestito da sera? Gli uomini si sono davvero liberati dal punto di vista stilistico, ma il risultato qualche volta lascia perplessi. Voto 5
Måneskin, la tuta a pelle, voto 9
Volete capire in che direzione va la moda maschile e femminile? Ecco il nuovo spirito del tempo incarnato perfettamente dai Måneskin, la band dei record. La tuta, la pelle, il revers sul petto nudo (tutto Gucci by Alessandro Michele). Lui con il top, lei con la camicia aperta, stessi pantaloni oppure no. Poco importa. Conta l’intenzione. La forza, l’energia. Voto 9
Blanco nude look e Mahmood in top, voto 7
Con Blanco, pseudonimo di Riccardo Fabbriconi, e Mahmood, all’anagrafe Alessandro Mahmoud, ora abbiamo una certezza: la tendenza tra gli uomini è il nude look. O in alternativa, sotto il blazer puoi sempre indossare un top bianco tagliato sopra il seno (Mahmood). Voto alla coppia 7
Matteo Berrettini, velluto sensuale, voto 8
Abbiamo anche chiaro che Sanremo 2022 punta sul sex appeal maschile. Il campione della racchetta Matteo Berrettini in smoking di velluto e papillon (tutto Boss) non fa rimpiangere i consueti pantaloncini, voto 8
Ana Mena Rojas, pin up in rosso (voto 5)
La cantante Ana Mena Rojas sembra aver scambiato Sanremo per il Grande Fratello Vip. Voto 5
Ornella Muti, spacco o azzardo? Voto 7
Ornella Muti cambia abito e osa. Il secondo vestito scultura (in materiali ecosostenibili, assicura lo stilista Francesco Scognamiglio) ha il bustier in neoprene ricamato e uno spacco infinito al limite dell’azzardo e dell’inciampo. Occhiali, orecchini, collana, un po’ troppo. Voto 7
Måneskin, eleganza gentile: voto 10
Semplimente pazzeschi. I Måneskin si esibiscono sul palco che nel marzo scorso li ha visti vincitori con il nuovo brano Coraline, struggente. Sono tutti in completo impeccabile e tocco romantico sul blazer: un fiore delicato in tessuto omaggio a Sanremo. E Damiano si emoziona. Voto 10
Dargen D’Amico bomboniera, N.C.
Dargen D’Amico, completo rosa, camicia rossa, occhiali futuristici, scarpe da skater. Voto: N.C. In compenso si è guadagnato il secondo posto della prima classifica.
Giusy Ferreri e gli oblò, voto 5/6
Giusy Ferreri, scende le scale con l’abito con spacco pieno e oblò. Le asimmetrie sono sempre pericolose. Voto 5/6--
Orietta Berti è Ufo Robot
Orietta Berti e Fabio Rovazzi dalla nave crociera Toscana presentano l’esibizione di Colapesce Dimartino. Orietta come ti sei vestita? chiede Amadeus. «Con rose e spine», risponde pronta la Regina della stile libero. Per i fan dei social Orietta è già Ufo Robot: «Si trasforma in un razzo missile, con circuiti di mille valvole»...
Rkomi, centauro, voto 6/7
Rkomi è in gara con «Insuperabile». Per entrare meglio nella parte si presenta vestito (da Etro) come ad una gara motociclistica. Voto 6/7
Massimo Ranieri con bottone dorato, voto 5/6
Massimo Ranieri sfoggia un completo scuro d’ordinanza. Ma il bottone dorato? Voto 5/6
Federico Rocca per vanityfair.it il 2 febbraio 2022.
Pronti, partenza, via! Il Festival di Sanremo edizione numero 72 taglia i nastri di partenza. In diretta, ecco tutti i look di conduttori, cantanti, ospiti, star (e meno star) sul palco dell'Ariston. E i nostri (in)sindacabili voti.
Tra gli highlights della serata, in ordine sparso: tanta pelle nera, dal total look di Rkomi all'half look di Achille Lauro, che a petto (e che petto) nudo si autobattezza sul palco; il petto velato di Blanco che fa coppia con un trendissimo Mahmood; Noemi Fiordipesco che sulle nuance di rosa se la gioca con Dargen D'Amico; gli smoking fuori misura di La Rappresentante di Lista e quello superchic di Matteo Berrettini, il bis di mise da diva divissima di Ornella Muti e quello di look coordinatissimi dei Maneskin… e molto, molto altro.
Amadeus in Gai Mattiolo
Sbrilluccico di (prima) sera, bel Festival si spera.
Voto: 7
Achille Lauro in Gucci
Lo stilista è il suo istruttore di acquagym.
Voto: 6 1/2 (non di più perché sono verde d’invidia per la remise en forme)
Ornella Muti in Francesco Scognamiglio
Quindi alle dee può mancare anche qualche diottria…
Voto: 7/8
Yuman
Un doppiopetto che è peggio di una raccomandata di Equitalia.
Voto: 5
Noemi in Alberta Ferretti
Ti vedo diversa. Più bella.
Voto: 8 1/2
Gianni Morandi in Giorgio Armani
Fatti mandare da Re Giorgio a prendere un 8.
Voto: 8
Fiorello in Giorgio Armani
Fiorello non abbisogna di effetti speciali. Li genera lui medesimo from inside.
Voto: 7+
La rappresentante di Lista in Moschino
Reference: Fantozzi e Filini a cena dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare. Amiamo.
Voto: 7
Michele Bravi in Roberto Cavalli
Michele, siediti qui un attimo vicino a me che dobbiamo parlare…
Voto: 5/6
I Maneskin in Gucci
Anche loro in raso nero. Yuman (vedi sotto, per i più distratti) ha fatto tendenza.
Voto: 7
Blanco in Valentino e Mahmood in Prada
Come caschi, caschi bene.
Voto: 9
Massimo Ranieri in Versace
Poco sforzo, il giusto sfarzo.
Voto: 6/7
Matteo Berrettini in Boss
6-0, 6-0, 6-0.
Voto: 9
Ana Mena in Emporio Armani
I cuissardes andrebbero fermati alla frontiera di Mentone.
Voto: 5 ½
Rkomi in Etro
Canta: Edward Mani di Forbice!
Voto: 6 ½
I Maneskin in Gucci
Dai, due fiori a Sanremo è sempre una bella idea.
Voto: 7
Ornella Muti in Francesco Scognamiglio
E adesso tutti Muti!
Voto: 7½
Dargen D’Amico in Alessandro Vigilante
La quota rosa.
Voto: 5
Claudio Gioè
Uno smoking ogni tanto, così per ricordarci che esistono pure quelli.
Voto: 7
Meduza in Moschino con Hozier
Toda joia.
Voto: 6 +++
Giusy Ferreri in Philipp Plein
Giusy mia, noi ti si ama. Ma come t'è venuto in mente?!
Voto: 5
Raoul Bova
Nei panni di Don Massimo. A sto punto, almeno in quelli di San Francesco.
Sanremo, Day 1. I cabbasisi di Achille Lauro, l’un sacco bello di Coletta e la terza dose di Fiorello. L'Inkiesta il 2 Febbraio 2022.
Prima serata che parte trash e poi viene trascinata dal duo comico composto dal direttore di Raiuno e da quello che porta idee e fa ridere
Se posso darvi un consiglio: cercate di tenervi per voi i vostri pareri, a trent’anni; altrimenti fate la mia fine: passate i cinquanta a scusarvene. Passate i cinquanta ad assistere a dimostrazioni di quanto non capivate niente di niente.
Per dire: ieri sera, a un’ora non tarda della prima serata del festival di Sanremo 2022, è salito sul palco l’innominato. L’innominato, di cui per rispetto della letteratura ma soprattutto perché mi vergogno della me trentenne non faremo il nome, è senza discussioni il più bravo in Italia a salire su un palco e, solo essendoci, cambiare l’umore della platea. Naturalmente a trent’anni mi faceva schifo. Ma chi è questo che arriva e porta i guizzi, porta le idee, porta la voglia di vivere e lo scazzo a volte nella stessa battuta, ma che vuole, ma che noia. Mi scuso per la me trentenne. A sua discolpa: era trentenne.
«Io sono la vostra terza dose», dice l’innominato, che sta in effetti su quel palco per il terzo Sanremo, sebbene per una sera sola, mentre Amadeus Tramaglino si accarezza soddisfatto i capponi.
A proposito di gente che s’accarezza i capponi: una mezz’ora prima, il festival s’era aperto con una delle esibizioni più trash ch’io ricordi. Non nello slittamento semantico con cui viene usata la parola in Italia, quello di «volgare» (magari: la volgarità almeno è un carattere). Nel senso tecnico: emulazione fallita di modello alto.
Non ho niente contro il trash, mi piace Las Vegas più di Venezia. Però qualcuno dovrà dire ad Achille Lauro che sono esistiti Billy Idol, Iggy Pop, persino Jim Morrison, che per carità puoi salire a torso nudo e pantaloni di pelle, accarezzarti lascivo i cabbasisi mentre fai la copia della tua stessa canzone di tre anni fa, rovesciarti l’acquasantiera addosso con la voluttà con cui Madonna mescolava un pompino e un Cristo nero trentatré anni fa (pure l’Harlem Gospel Choir ti sei portato: una specie di Postalmarket delle idee derivative); però, piccino, tutto questo non puoi farlo con l’aria di chi stia inventando qualcosa. (Magari sono io che proietto, eh, aiutata dalle interviste in cui Achille Lauro parla di sé stesso come «uno che divide», corrente albapariettista).
E Coletta?, diranno i miei piccoli lettori, memori di come l’anno scorso il direttore di Rai 1 fosse stato l’eroe del Sanremo mattutino, quella conferenza stampa in cui sembrava un incrocio tra il personaggio di Giovanna Ralli in C’eravamo tanto amati, quella che non poteva mangiare idrocarburi, e quello di Ingrid Bergman in Assassinio sull’Orient Express, alla quale Poirot diceva «Non pronuncia bene parole come “vestaglia” ma capisce “emolumento”».
Quest’anno Coletta è anche star del serale (ma non quanto avrei voluto, poi ci torniamo), ma la mattina è sempre il suo regno. Elenco non esaustivo di solo ieri mattina.
A proposito di Amadeus e dell’innominato: «Questo linguaggio che si dicono l’uno con l’altro, Freud direbbe il famoso motto di spirito, tu non sai in realtà bene qual è il fil rouge tra i due, la gavetta, le estati insieme, ma c’è questo motto di spirito che non è dato ontologicamente all’occhio» (chissà cosa pensa voglia dire «ontologicamente»). «Ci sarà finalmente questa terza parete che potrà percepire il gioco dei detti, dei non detti» (temo intendesse la quarta: l’esame di storia dello spettacolo glielo facciamo dare nella prossima sessione).
Ai giornalisti: «Vorrei che le vostre penne si connaturasse [sì, singolare] a questo sentimento di letizia». «Prendiamoci questa quota di sorrisi di cui nutrirsi».
Le mie uscite preferite però sono quando l’aspirante citatore di Freud si lascia andare ai raddoppi consonantici e agli strascinamenti vocalici di Isabella De Bernardi, la stupenda fidanzata di Verdone in Un sacco bello. Io Stefano Coletta lo amo sempre, amo i suoi «errore metodologggico» e i suoi «ce ne sono alcune che balleremo perché anche il nostro corpo è stato intrappolato in una prigggionia di movimento»; ma specialmente lo amo quando dice «proprio», che pronuncia non esattamente come Carmelo Bene.
I testi delle canzoni in concorso? «Ho ritrovato pròpo il senso della vita». Le coconduttrici? «Cinque donne importanti, ognuna con il pròpo portato». La filosofia spicciola? «Vorrei che dietro la consapevolezza di ognuno di noi ci fosse pròpo una volontà di ognuno di noi».
C’è stato un momento, qualche settimana fa, tra un’indiscrezione sanremese e un’altra (le indiscrezioni sanremesi sono come i fidanzati dei vent’anni: certezze per due giorni, che al terzo diventano «non viene più, è in America e con la pandemia non gli va di tornare»), c’è stato un momento in cui ho visto una cosa che in tv si vede pochissimo: un’idea.
Era fatta così. L’innominato, dicevano, non si decideva, faccio solo una puntata, no le faccio tutte, no non vengo. Finché, l’idea. Ci mettiamo io e Coletta in prima fila, dice, e commentiamo la serata, tipo Muppets. Il tizio che me l’ha raccontato credeva fosse caduta la linea, ma era solo che non stavo respirando, immobile come quando hai paura di svegliarti da un sogno troppo bello. E infatti poi non è successo, chissà perché.
L’innominato sa riconoscere un altro grande uomo di spettacolo, quando lo incontra. E infatti ieri è entrato, con un termometro, l’ha posato sulla fronte di Coletta, «c’hai 35, dovresti essere morto», e poi gli ha fatto mettere la mascherina con le labbra rosse e baciare Amadeus. L’innominato lo sa, che Coletta è una grande risorsa per il festival, per la Rai, per il paese. Innominato, non è che puoi fermarti in riviera? Ti teniamo due posti in prima fila. Per favore?
I VOTI. Sanremo 2022, prima serata: le pagelle di Selvaggia Lucarelli. SELVAGGIA LUCARELLI su Il Domani il 02 febbraio 2022.
Arrivo a petto nudo che non l’ha mai fatto nessuno. Mi battezzo da solo così porto la blasfemia su un palco. Gli sono cresciute le spalle perché l’ego era già alla sua espansione massima. Achille Lauro merita un 4.
Loro sono riusciti a insegnare ad Achille Lauro ad essere moderni senza battesimi, cresime, stimmate e crocifissioni. Magari portando al festival una bellissima canzone e cantandola pure bene: Mahmood e Blanco meritano un 10.
Le pagelle di Selvaggia Lucarelli ai personaggi del Festival di Sanremo. Artisti, conduttori e ospiti.
ACHILLE LAURO
Gli sono cresciute le spalle perché l’ego era già alla sua espansione massima. Io in fondo lo ammiro perché sembra sempre uno caduto sul pianeta terra dentro un uovo alieno che pensa dunque di fare tutto lui per la prima volta. Arrivo a petto nudo che non l’ha mai fatto nessuno. Mi battezzo da solo così porto la blasfemia su un palco. Porto un coro gospel che è proprio un guizzo inedito. E il bello è che pensava fosse inedita pure la sua Rolls Royce e quindi l’ha ricantata, cambiandole il titolo. Voto 4
NOEMI
Lei è un fenomeno e meriterebbe qualcosa di diverso dal processo di normalizzazione verso il quale sembra avviata a Sanremo. La sua canzone fa un po’ l’effetto che faceva l’abito su di lei: rischia di confondersi con con la musica di sottofondo, ottenendo l’effetto nude look: resta solo la voce. Voto 6-
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GIANNI MORANDI
Interessante che con una mano fasciata canti “Apri tutte le porte”, insinuando il dubbio che per farlo abbia usato le nocche. Tornando seri, la canzone è giusta, la giacca anche e, soprattutto, riesce miracolosamente a scampare l’effetto boomer. Voto 8
MASSIMO RANIERI
Non è riuscito a scampare l’effetto boomer, appunto. Voto 5
MICHEL BRAVI
Scartato ingiustamente dal Festival lo scorso anno, si è riscattato con una canzone originale e aggraziata, come lui. Voto 9
ANA MENA
Non si sa come ma sembrando un po’ Jlo, un po’ la Lamborghini, un po’ Lola Ponce alla fine canta e ti viene in mente Soleil del Gf. La canzone è molto bella. Se sei in birreria a Ferragosto a Tenerife. Ubriaco. Voto 2
MAHMOOD E BLANCO
Ovvero come insegnare ad Achille Lauro ad essere moderni senza battesimi, cresime, stimmate e crocifissioni. Magari portando al festival una bellissima canzone e cantandola pure bene. Quando il vero talento è meglio della finta trasgressione. Voto 10
FIORELLO
Questa cosa che tutti gli anni se la tira e si fa desiderare che manco il papa in visita in Siria è francamente insopportabile. Tanto più che le battute su allungamento del pene, “ti saluta stocazz..” e i baci con mascherina sono trovate più bollite della canzone di Giusy Ferreri. È perfino riuscito a salire sul palco mentre c’era Berrettini e a sembrare lui il sesto tennista al mondo, il conduttore di Sanremo, Ornella Muti e la violinista mora. Dice che si sente Mattarella al secondo mandato ma sembra più Salvini che cerca di fare e disfare tutto lui, non azzeccandone una. Voto 4
Qui tutti gli articoli su Sanremo 2022
MANESKIN
Sono passati da Fallon e il Saturday Night Live ad Amadeus che li va a prendere in golf cart col cappellino “driver”. Sono passati da aprire il concerto dei Rolling Stones ad arrivare prima della performance di Dargen D’Amico. Eppure hanno sempre sorriso, modestia e gentilezza. Se li invitassero ad una puntata di Linea Verde in uno speciale sulla transumanza abruzzese loro, per educazione, accetterebbero. Li amiamo anche per questo. Voto 10
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
Sempre interessanti, ma meglio nel 2021. Quest’anno sembrano più una lista civica: c’è dentro un po’ di tutto ma alla fine non sai di che colore sia il miscuglio. Voto 6 e mezzo.
ORNELLA MUTI
Una presenza scoppiettante. Legge (male) il nome dei cantanti, non fiata per tutta la serata, arriva il suo momento e in un soporifero susseguirsi su schermo di volti noti del cinema con cui ha lavorato deve sostenere un ruolo d’avanguardia: elogiare gli attori, tutti uomini, con cui ha recitato in varie pellicole. Le donne, nei suoi film, evidentemente al massimo reggevano la giraffa. Voto 1
SELVAGGIA LUCARELLI
Selvaggia Lucarelli è una giornalista, speaker radiofonica e scrittrice. Ha pubblicato cinque libri con Rizzoli, tra cui l’ultimo intitolato “Crepacuore”. Nel 2021 è uscito “Proprio a me", il suo podcast sulle dipendenze affettive, scaricato da un milione di persone. Ogni tanto va anche in tv.
I CANTANTI AL FESTIVAL. Mahmood e Blanco a Sanremo con la loro canzone “Brividi”, ecco il testo su Il Domani il 31 gennaio 2022
Il vincitore di Sanremo 2019 Mahmood torna in gara con Blanco, rapper dall’esordio d’oro. Entrambi sono reduci da milioni di ascolti su Spotify e collaborazioni con i più noti artisti della scena contemporanea
Il vincitore di Sanremo 2019 Mahmood torna in gara con Blanco, rapper dall’esordio d’oro. Insieme canteranno Brividi.
Entrambi sono reduci da milioni di ascolti su Spotify e collaborazioni con i più noti artisti della scena contemporanea.
LA STORIA
Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, è nato a Milano nel 1992 da madre italiana e padre egiziano. Nella sua storia artistica è stato autore per Elodie, Michele Bravi – che quest’anno sfiderà sul palco dell’Ariston -, Marco Mengoni, e ha firmato ritornelli per Fabri Fibra (Luna), Gué Pequeno (Doppio Whisky) e Marracash (Non sono Marra). Appassionato di musica pop, urban e R&B, studia canto, pianoforte e solfeggio.
Nel 2016 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nella sezione Giovani con il brano Dimentica, classificandosi quarto. Nel dicembre del 2018 partecipa a Sanremo Giovani con Gioventù Bruciata (certificata disco d’oro), aggiudicandosi il primo posto, e guadagnandosi l’accesso alla gara dei big: nel 2019 arriverà così a vincere con il brano Soldi. Diventa così il primo artista in assoluto a vincere sia nella categoria Giovani che in quella Big nello stesso anno.
Blanco, all'anagrafe Riccardo Fabbriconi, a giugno 2020 pubblica il suo singolo d'esordio Belladonna (adieu), a cui seguono Notti in Bianco e Ladro di Fiori, certificato Oro. A ottobre dello stesso anno viene selezionato per Radar Italia, il programma globale di Spotify (per la prima volta in Italia) nato per supportare i migliori talenti della scena musicale emergente del nostro paese.
Segue la collaborazione con i rapper Mace e Salmo ne La canzone nostra, che ha dominato per sette settimane la classifica Fimi/GfK.
A febbraio 2021 esce Paraocchi, seguito dalla collaborazione con Madame nel brano Tutti muoiono. Con Blu Celeste, il suo album d'esordio, Blanco è diventato il più giovane artista italiano ad essersi posizionato per 18 settimane al primo posto della classifica Fimi/GfK dei singoli più venduti e il secondo artista del 2021 più ascoltato su Spotify.
BRIVIDI
Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto sei cambiato,
Non vedo più la luce nei tuoi occhi
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai non scappare da qui
Non lasciarmi così
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Dimmi che non ho ragione
Vivo dentro una prigione
Provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un ti amo ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui,
Su una bici di diamanti, uno fra tanti.
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via,
Accetterei pure una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
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La Rappresentante di Lista a Sanremo con la canzone “Ciao ciao”, ecco il testo. su Il Domani il 31 gennaio 2022
Nel 2021 avevano gareggiato con Amare. Il duo approdato all’etichetta di Mogol è nato a Palermo e ama essere musicalmente trasversale. Nel loro curriculum una canzone usata nella serie “The New Pope” di Paolo Sorrentino
La Rappresentante di Lista torna a Sanremo. La “queer pop band” come ama definirsi per la sua versatilità musicale, nel 2021 era approdata al festival con la canzone Amare, una brano che invitava ad attaccarsi con passione alla vita nonostante la pandemia. Adesso il duo porta in gara la sua nuova canzone: Ciao ciao.
Qui puoi leggere tutti gli articoli di Domani su Sanremo 2022
IL PROGETTO ARTISTICO
Il progetto nasce nel 2011 dall’incontro tra la cantante Veronica Lucchesi e il polistrumentista Dario Mangiaracina. Prendono in prestito dai dibattiti sull’identità sessuale il termine “queer” (strambo, oltre il genere, trasversale). Il cantautore Giorgio Canali, qualche tempo dopo, li definirà “obliqui”.
Il primo album de Lrdl che verrà pubblicato nel 2014 dall’etichetta bolognese Garrincha Dischi. Da Palermo parte il primo tour del duo e (Per la) Via di Casa viene candidato alle Targhe Tenco come miglior disco d’esordio.
A dicembre del 2015 esce Bu Bu Sad (candidato alle Targhe Tenco come miglior disco dell’anno). Poi la scrittura e la creazione di Go Go Diva. A gennaio 2020 il brano Questo corpo, estratto dal disco Go Go Diva, è stato inserito all’interno della colonna sonora della serie TV “The New Pope”, creata e diretta da Paolo Sorrentino, sequel della fortunatissima “The Young Pope” sempre a firma del regista Premio Oscar.
A febbraio 2020 Lrdl sale sul palco del Teatro Ariston di Sanremo al fianco di Rancore e Dardust, nella serata dei duetti, esibendosi nel brano “Luce” di Elisa, poi l’ingresso nell’etichetta di Mogol, il paroliere di Lucio Battisti, e nel 2021 il ritorno a Sanremo, questa volta in gara con Amare, e il nuovo album, My Mamma, contaminato dalla creatività di quello che inizia a prendere la forma di un vero e proprio collettivo artistico.
CIAO CIAO
Come stai bambina?
Dove vai stasera?
Che paura intorno…
È la fine del mondo.
Sopra la rovina sono una regina,
Mammamma…
Ma non so cosa salvare.
Sono a pezzi, già mi manchi
Occhi dolci, cuori infranti.
Che spavento,
Come il vento,
Questa terra sparirà.
Nel silenzio della crisi generale
Ti saluto con amore
Con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao
Con i piedi, con i piedi, con i piedi
Ciao ciao
E con la testa, con il petto, con il cuore
Ciao ciao
E con le gambe, con il culo, coi miei occhi
Ciao!
Questa è l’ora della fine,
Romperemo tutte le vetrine.
Tocca a noi, non lo senti, come un’onda arriverà.
Me lo sento esploderà, esploderà!
La fine del mondo è una giostra perfetta.
Mi scoppia nel cuore la voglia di festa.
La fine del mondo, che dolce disdetta.
Mi vien da star male, mi scoppia la testa!
Con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao
E con i piedi, con i piedi, con i piedi
Ciao ciao
E con le gambe, con il culo, coi miei occhi
Ciao ciao
E con la testa, con il petto, con il cuore
Buonanotte, bonne nuit
E bonne nuit e ciao ciao.
Buonanotte, è la fine, ti saluto,
Ciao ciao
Buonanotte, bonne nuit
E bonne nuit e ciao ciao
Ciao ciao
Ciao ciao
Mentre mangio cioccolata in un locale,
Mi travolge una vertigine sociale.
Mentre leggo uno stupido giornale,
In città è scoppiata la guerra mondiale.
E con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao
E con i piedi, con i piedi, con i piedi
Ciao ciao
Con le mani, con le mani, con le mani
Ciao ciao
Con i piedi, con i piedi, con i piedi
Ciao ciao
E con la testa, con il petto, con il cuore
Ciao ciao
E con le gambe, con il culo, coi miei occhi
Ciao
Sanremo, Amadeus esalta Fiorello: «Il Mattarella dell'intrattenimento». SAVERIO ALBANESE su Il Quotidiano del Sud il 2 Febbraio 2022.
È iniziato con uno sketch come consuetudine pieno di ironia il primo ingresso dello showman Fiorello, tornato sul palco dell’Ariston insieme ad Amadeus per il 72esimo Festival di Sanremo.
Il conduttore e direttore artistico trova la missiva dello showman sul palco, piena zeppa di messaggi in codice, alcuni dei quali non possono essere nemmeno letti.
Nella lettera Fiorello indugia sull’essere stato costretto a tornare anche quest’anno, nonostante abbia provato fino all’ultimo a evitarlo: «Voglia di stare qui stasera zero». Dopo la presentazione lo showman siciliano arriva sul palco direttamente dall’esterno del teatro, in stile Matrix, con una maschera nera glitterata, occhiali da sole neri e mantello, con in mano ha un rilevatore di temperatura, accompagnato dal refrain di San Martino, sua celebre canzone.
«Ecco a voi il Mattarella dell’intrattenimento – annuncia Amadeus – il mio ex amico Rosario Fiorello». «Quest’anno ti avrei visto volentieri da casa, ma tu hai voluto farmi venire – ha esordito Fiorello – che poi saluta il pubblico in sala: «Buonasera a tutti!» dice con sottofondo musicale, e subito dopo: «Quanto mi siete mancati! Sono la vostra terza dose, sono il booster».
Poi ha continuato a scherzare con il pubblico: «Mi tamponano tutti i giorni, io sarei dovuto stare a casa con il plaid sulle gambe, ma perché a Sanremo tamponano così tanto?». Un accenno ironico al voto della sala stampa: «Quanto avrà dato il giornalista dell’Osservatore Romano ad Achille Lauro?». «La prima volta – dice Ama – sono venuto per amicizia, la seconda volta per confermare l’amicizia, la terza per romperla l’amicizia. La prossima volta ci dobbiamo vedere al funerale. Tanto se nostro Signore fa l’appello tu sei con la A».
E poi prosegue: «Lui ride, fa l’amico – aggiunge Amadeus – ma è il male assoluto, mi ha stalkerizzato ai limiti del bullismo. Poi ogni volta che ha una cosa da dire va al Tg1, ormai la gente penserà che è un virologo». Per la prossima edizione aggiunge «non vi fidate di lui quando dice che non lo vuole fare» dice ai vertici Rai «ma ce l’ho io il nome per il direttore artistico: il generale Figliuolo».
Fiore è un fiume in piena con il giusto mix di simpatia e ironia: «Lui per farmi venire ha fatto di tutto, una volta in una giornata freddissima, c’era suo figlio sotto casa mia con un cartello con scritto ‘Non abbandonare papà’. Che poi dice che mi fa venire qui perché gli porto fortuna. Ma che sono un portafortuna io?», ha concluso.
Inevitabile un passaggio anche sulla rielezione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Gli hanno scombinato i piani, lui l’anno prossimo voleva fare The Voice Senior, ma niente». Poi chiede a tutto il pubblico di intonare un coro per il presidente della Repubblica. Fiorello ironizza anche sul Presidente del Consiglio dei Ministri: «A Draghi sarebbe piaciuto fare il presidente della Repubblica, aveva già preparato il discorso di fine anno a banche unificate».
Quindi ricorda un intervento dello scorso anno, in cui parlava di chi avrebbe condotto questo Festival, augurandogli andasse malissimo. Quindi propone la rottura dell’anatema facendo quello che aveva fatto lui anni fa: baciare il direttore di Rai1. Al tempo era Fabrizio Del Noce, oggi è Stefano Coletta.
Un bacio propiziatorio e con le mascherine anche se con tanto di labbra rosse sulle punte: è quello che Fiorello in qualche modo impone – la minaccia è ‘altrimenti il Festival andrà malissimo, peggio del Festival della canzone cristiana che si sta svolgendo qui vicino!’ – ad Amadeus e al direttore di Rai1, Stefano Coletta sul palco dell’Ariston. Il modello storico di riferimento è alla famosa fotografia del ‘kiss in time square’.
Il rituale si chiude infine con un medley di canzoni notoriamente tristi, cantate su una base gioviale. Un intervento che riporta alle atmosfere di due anni fa e sveglia l’Ariston.
Sanremo in pillole: pagelle e cattivi pensieri (prima serata). PARIDE LEPORACE su Il Quotidiano del Sud il 2 Febbraio 2022.
In ordine di classifica a partire dal vertice. Mamhood e Blanco voci bianche che spaccano con una canzone da brividi che con merito va in pool position. Sono da 9. Seguiti a ruota da La Rappresentante di Lista, tecnocabaret un po’ dada e “con le gambe e con il culo” si guadagnano il mio 8. Sul podio anche Dargen D’Amico con un “Cuore matto” che adopera bene la dance e sa far festa. Merita 7 e mezzo.
Dietro la vecchia guardia da “Canzonissima” un po’ maltrattata dalla giuria specialistica. Gianni Morandi si ricorda la lezione di Morricone suo primo arrangiatore e la contamina con Jovanotti proponendo una bella canzone sussurrata con un filo di emozione. Gioca anche al Fantasanremo. Come non dargli 8. Un gradino sotto Massimo Ranieri con un pezzo da teatro che ricorda “partono i bastimenti”. La voce c’è. Anche per lui 8 come Morandi. Cresceranno andando avanti. A centro classifica Noemi. Da risentire. Non mi è sembrata alla sua altezza. Voto 6. Michele Bravi lo dimentichi subito tranne il look alla mani da forbice. Voto 5. Rkomi troppo atteso e troppo confuso. Anche lui 5. Achille Lauro mescola ancora sacro e profano, fa Iggy Pop con il Gospel, resta un innovatore. I colleghi della sala stampa si saranno stufati ma per me è ancora da 8. Giusy Ferreri si è incartata nell’esibizione e prende un 6-. Di Yuman ne potevamo fare a meno e anche di Ana Mena con la fisarmonica. Senza voto per non troppo infierire.
AMADEUS– Buona conduzione, sta entrando nella storia del Festival. Dovrebbe accorciare ma gli sfugge la misura causa spot. Inizia da 7 ma sarà un crescendo. La signora in giallo in prima fila forse si poteva evitare.
FIORELLO– Resta un fuoriclasse da terza dose. Ne sbaglia poche. Battute molto godibili. Con Ama ha avuto la capacità di dissacrare Tenco cantando canzoni ossimore tristi con ritmo allegro. Il pubblico ritrovato ha galvanizzato l’ex intrattenitore da villaggio turistico e l’Ariston diventa curva sud. Voto 8. Lo rivedremo?
ORNELLA MUTI– Bella e affascinante, voce roca tra Maria De Filippi e Tom Waits, anticonvenzionale non solo per le canne ma anche per gli occhiali da vista. Regala anche alberi. Purtroppo deludente nel commento al grande cinema che ha incontrato. Un dignitoso 6 e mezzo.
MANESKIN– Mandano ancor di più fuori di testa. Strepitosi per look, esecuzione, e carisma. Le lacrime di Damiano dopo “Coraline” incorniciano una ballata struggente. Il suggello ad un ritorno sul palco dove tutto è iniziato. E’ ancora tutto molto rock. Un 10 da leggenda.
BERRETTINI– Dice dieci parole, carrambata di famiglia con Fiorello. Sarà bello, sarà bravo nel tennis ma non ho capito che ci stava a fare. Aridatece Ibra. Voto 5 a chi l’ha chiamato.
MEDUZA– A tarda ora il ritmo dell’elettronica da discoteca anima l’Ariston. Divertenti e capaci. Al contrario del tennista una buona operazione di visibilità per italiani che trionfano in tutti i club mondiali. 8 e mezzo legittimo e dichiarato.
BATTIATO– Il maestro non si vota. 5 a chi ha confinato a tarda notte l’omaggio ad un gigante della musica. Ci si continua a chiedere se è previsto un omaggio anche alla Carrà. Credo che faccia parte del gioco.
GIOE’– Malriuscita promozione della fiction Rai Makari. Purtroppo 4 ad un attore che stimo.
BOVA E FRASSICA– La promozione dell’epigono di don Matteo è invece salvata dal nonsense di Frassica. Bova pesce lesso e monocorde. Tutto quasi sufficiente.
BERTI E ROVAZZI SU NAVE– Nonostante Colapesce e Dimartino, il set sulla pubblicitaria Concordia mi sembra da rivedere. Neanche il vestito di Orietta mette allegria, Rovazzi assente. Molto Capodanno alla Fantozzi. Sono ritornate le crociere.
PUBBLICO– C’è voglia di vivere in mezzo alla pandemia. Spettatori scatenati anche in settori di solito mummificati. Un dieci che fa sperare.
Vincenzo Russolillo, l'inventore di Casa Sanremo e dell'Hospitality del festival. Il promoter lucano da 15 anni è il patron della gemella dell'Ariston. PARIDE LEPORACE su Il Quotidiano del Sud l'1 Febbraio 2022.
Vincenzo Russolillo, un promoter con i fiocchi. Originario di Lagonegro, in Basilicata, una sede operativa a Salerno insieme a quella centrale di Roma.
Dal 2001 il suo Consorzio Gruppo Eventi gestisce celebri manifestazioni di spettacolo. Miss Italia, David di Donatello, concerti. Difficile tracciare una mappa completa di un imprenditore meridionale di successo. Il suo fiore all’occhiello è Casa Sanremo, il contenitore gemello del Teatro Ariston, che dal 2007 accompagna il Festival come campo base di addetti ai lavori e curiosi da Festival.
Siamo riusciti ad intervistarlo nel giorno dell’inaugurazione.
Vincenzo, spieghiamo ai non addetti ai lavori che non frequentano il festival cosa è Casa Sanremo, una idea geniale nata 15 anni fa..
“Casa Sanremo è un contenitore di eventi e ormai da 15 anni rappresenta l’area hospitality del Festival. All’interno della Casa, per tutta la settimana dedicata alla canzone italiana, avvengono incontri culturali, show case di artisti, conferenze stampa e programmi tv. Inoltre, dal 2020, si è andato consolidando un rapporto sinergico con Rai Pubblicità che ci ha portato, proprio in quell’anno, a produrre uno degli eventi più significativi degli ultimi decenni, ovvero “Tra palco e città”. Per la prima volta, infatti, il Festival, considerato universalmente “di tutti”, lo è diventato davvero, soprattutto di chi vive Sanremo in quei giorni. Un mega-palco nella piazza che idealmente lega il Teatro Ariston a Casa Sanremo, collegato da un lungo Red Carpet che gli artisti hanno attraversato per andare a esibirsi. È stata un’esperienza straordinaria, in tutte le accezioni del termine, che speriamo di poter riproporre di nuovo il prossimo anno”.
La pandemia crea grandi problemi organizzativi e logistici ad una manifestazione come la Tua? Come vi siete organizzati quest’anno per la seconda edizione con il virus?
“Be’ sì, come a tutti gli eventi. Più sono grandi e complessi, più aumentano le difficoltà legate alla pandemia. Io, con la mia squadra di lavoro, ho però inteso non fermarmi. Né lo scorso anno né questo. Certo, abbiamo dovuto rinunciare al grande numero di presenze al quale eravamo abituati, ma abbiamo cercato di trasformare in opportunità la situazione e abbiamo trasformato Casa Sanremo in un vero e proprio hub digitale, con studi televisivi che mandano in streaming contenuti diversi in tutti i momenti della giornata, attraverso Casa Sanremo TV”.
Ci sarà la possibilità di offrire musica live?
“In piccolissima parte e garantendo la sicurezza e il rispetto rigoroso delle norme anti-covid, sì. Sono previsti dei momenti live che man mano comunicheremo attraverso i nostri social e il sito”.
Quanti collaboratori hai con la pandemia e quanti ne avevi nelle edizioni normali?
“Siamo passati da circa 1000 collaboratori pre pandemia a 150 post pandemia. Questo la dice lunga sul danno che, purtroppo, il Covid ha inflitto a questo settore. Quelle cifre non sono, appunto, solo numeri, ma persone, intere famiglie in difficoltà. La mia azienda è solo una delle tante che ha dovuto ridurre esponenzialmente i collaboratori negli eventi. È ancora un momento difficile e pagheremo uno scotto altissimo anche quando tutto questo sarà finito perché moltissimi professionisti bravi hanno dovuto reinventarsi per sopravvivere e non li ritroveremo più al ritorno della normalità. Avremo bisogno di un cambio generazionale che prenda in eredità quella professionalità persa e non sarà affatto semplice”.
Come hai avuto l’intuizione di “Casa Sanremo” nel 2009? Un meridionale che arriva in Liguria e riesce a creare un grande successo commerciale e mediatico.
“Frequentando Sanremo durante la settimana del Festival ho sempre notato la mancanza di un luogo che facesse da collettore per addetti ai lavori, artisti e per chi, a vario titolo, segue il Festival. Una sorta di racconto unico, diciamo così. Da questo nasce l’idea, prima condivisa con il grande amico Pepi Morgia che mi piace sempre ricordare perché, probabilmente, senza di lui non sarebbe nata Casa Sanremo e poi con Mauro Marino. Insomma, l’intuizione si è effettivamente rivelata giusta considerato che siamo ancora qua”.
Ho letto che quest’anno i tuoi molti amici in gara ti doneranno un loro capo di abbigliamento per un’asta benefica. A favore di chi?
“Sì, si chiama #unregaloperlamusica. L’idea è quella di chiedere agli artisti in gara un capo di abbigliamento o un accessorio, possibilmente indossato duramente l’esibizione all’Ariston, e donarlo per un’asta di beneficenza a favore di un’associazione o organizzazione che possa sostenere il mondo dei professionisti dello spettacolo, ovvero quelle persone che, dietro le quinte e senza mai apparire, fanno in modo che gli eventi si realizzino”.
Tra le numerose iniziative quest’anno apri un concorso dedicato alle serie tv, con un presidente di giuria come lo scrittore Maurizio de Giovanni
“Sì, è un onore per me averlo “in squadra”. Gli avevamo proposto di diventare il Presidente di Giuria di Writers, il nostro consueto concorso letterario che permette a molti scrittori emergenti di avere una vetrina durante una delle settimane più attenzionate dell’anno dal punto di vista mediatico e da un colloquio con lui è venuta fuori l’idea di dedicare una sezione alla nuova scrittura creativa, legata proprio alla serialità e alla trasposizione delle opere letterarie in prodotti televisivi di grande successo. Proprio come è capitato con i suoi libri. Da Il Commissario Ricciardi a I Bastardi di Pizzofalcone, a Mina Settembre e, tra un po’, anche con la serie di Sara, un altro suo personaggio. Credo sia un record per uno scrittore di serie (gialle nel suo caso) avere tante trasposizioni televisive. Siamo molto felici di averlo a bordo”.
Il più bel ricordo di Casa Sanremo?
“È una domanda difficile alla quale rispondere. Farei torto a tanti, troppi ricordi che mi legano a doppia mandata a questo evento. È come chiedermi a quale dei miei due figli rivolgo più amore. L’amore è amore. Casa Sanremo è il mio amore professionale. Ricordo e ricorderò tutto con la stessa intensità. Gioie e dolore, indistintamente”.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
Sanremo 2022. Fiorello “Sono la vostra terza dose” ed il Teatro Ariston si accende! Il Corriere del Giorno l'1 Febbraio 2022
Nella gag di Fiorello anche le fake news sul vaccino. “E’ il vaccino… Il microchip, i poteri forti… Non sono io, è il grafene… E’ Draghi… Non sono io…”, dice Fiorello agitando il braccio in maniera incontrollata. “E’ il vaccino… il microchip… il grafene”, dice elencando tutte le fake news associate alla vaccinazione contro il Covid.
Sanremo 2022, al via la 72esima edizione del Festival della canzone italiana. “Bentornati! Bentornati!” dice Amadeus visibilmente commosso, salutando il pubblico del teatro Ariston. E lo confessa lui stesso: “Forse sarà per l’età, sto per compiere 60 anni… ma la presenza del pubblico mi commuove: ci siete mancati tantissimo!“.
Ornella Muti co-conduttrice della prima serata “una meravigliosa attrice, una donna fantastica: per me è un grande onore iniziare il Festival di Sanremo con Ornella Muti” come la presenta Amadeus, a meno di un’ora dal via, nel corso del Tg1.
Il gruppo dei Maneskin che lo scorso anno ha trionfato con Zitti e buoni, conquistando un successo internazionale, è tornato sul palco dell’Ariston per riproporre il brano che li ha portati alla vittoria nel 2021. Amadeus in versione autista è andato a prendere il gruppo guidando una sorta di golf car. I quattro artisti hanno scelto outfit total black glam rock, confermando il sodalizio artistico con Gucci, brand disegnato da Alessandro Michele e indossato dalla band nelle occasioni internazionali più prestigiose degli ultimi mesi.
I Maneskin hanno entusiasmato e fatto ballare il pubblico riproponendo Zitti e buoni, il brano che li ha fatti diventare un vero e proprio fenomeno internazionale. “Che emozione è tornare qui?” ha chiesto Amadeus. “A noi sembra l’altroieri – ha spiegato Damiano, il frontman del gruppo – è bellissimo, e questa accoglienza meravigliosa lo rende ancora più speciale”. Immancabile il post su Instagram della band, ad immortalare la serata. “One year later, same exact feelings” (un anno dopo, le stesse sensazioni” hanno scritto sul social.
Ornella Muti ha fatto il suo ingresso sul palco dell’Ariston in abito lungo fasciato, dorato con piccoli intarsi di seta rosa pallido. “Il Sanremo che ricordo con più affetto è quello che ci fece vedere mio papà, che ci ha lasciato presto: Gigliola Cinquetti cantava ‘Non ho l’età’ e lui ci diceva di fare quello che diceva lei nel testo” il ricordo sanremese che l’attrice romana affida ad Amadeus.
Fiorello irrompe sul palco dell’Ariston e accende il Festival. “Mi siete mancati. Qui, per la terza volta: sono la vostra terza dose, sono il booster dell’intrattenimento”. “Mi stai rovinando la vita”, dice Fiorello rivolgendosi ad Amadeus. “3 giorni, mi hanno tamponato 8-9 volte tutti i giorni. Avrei dovuto essere a casa col plaid a guardarti. Qui c’è da fare un tampone in continuazione, infilano e ravanano… Mi hanno tirato giù una parte della materia cerebrale… La prima volta sono venuto per amicizia. La seconda volta sono venuto per confermare l’amicizia, questa volta vengo per rompere l’amicizia. La prossima volta ci dobbiamo vedere al funerale: chi se ne va prima, va a trovare l’altro. Se Nostro Signore fa l’appello, tu sei alla A…”.
“Quest’uomo non è un amico, è il male assoluto: gli dici un segreto e lui va al Tg1 a dirlo. Sta sempre al Tg1, sembra un virologo…. Il prossimo anno non ti azzardare: non credetegli quando dice che non farà il quarto Sanremo. Vertici Rai, non glielo chiedete. Il direttore artistico del prossimo anno, posso dare un consiglio? Il generale Figliuolo… dal teatro AstraZeneca… prima cantano gli over 80. Io domani me ne vado, se cominci a dirmi di tornare, io vengo la terza-quarta serata e ti percuoto…”.
Nella gag di Fiorello anche le fake news sul vaccino. “E’ il vaccino… Il microchip, i poteri forti… Non sono io, è il grafene… E’ Draghi… Non sono io…”, dice Fiorello agitando il braccio in maniera incontrollata. “E’ il vaccino… il microchip… il grafene”, dice elencando tutte le fake news associate alla vaccinazione contro il Covid.
Non mancano i riferimenti al voto per il Quirinale. Il presidente Mattarella, “lui voleva fare ‘The Voice Senior, questa è la verità!”, mentre il premier Draghi al contrario ambiva a salire sul Colle: “Aveva già pronto il discorso di fine anno a… banche unificate”, dice Fiorello.
LA GARA. L’ordine di uscita dei 12 artisti della prima serata vede in sequenza: Yuman, Noemi, Gianni Morandi, La Rappresentante di Lista, Michele Bravi, Massimo Ranieri, Mahmood & Blanco, Ana Mena, Rkomi, Dargen D’Amico e Giusy Ferreri. Achille Lauro indossando solo dei pantaloni di latex nero, a torso nudo, tatuaggi in bella vista e scalzo, è il primo cantante a dare il via alla gara di Sanremo per intonare ‘Domenica‘ insieme all’Harlem Gospel Choir e sul finale inscena un autobattesimo facendosi cadere dell’acqua da una grande conchiglia sul volto.
Quando Gianni Morandi scende la scalinata del teatro Ariston correndo, accolto dal pubblico con un lungo applauso, un autentica ovazione che lo fa commuovere, dopo 50 anni dal suo esordio a Sanremo.
Mahmood e Blanco già in testa, ecco la prima classifica di Sanremo. Il Tempo il 02 febbraio 2022.
Mahmood e Blanco guidano la classifica provvisoria di Sanremo 2022. Con la loro "Brividi" si sono piazzati in testa alle preferenze della sala stampa. Sul podio ci sono anche La Rappresentante di Lista al secondo posto e Dargen D'Amico al terzo. Poi seguono Gianni Morandi (4), Massimo Ranieri (5), Noemi (6), Michele Bravi (7), Rkomi (8), Achille Lauro (9), Giusy Ferreri (10), Yuman (11) e Ana Mena (12).
Ecco, dunque, la prima classifica provvisoria del Festival di Sanremo 2022. Dopo la prima serata i cantanti hanno mostrato i loro primi punti di forza e debolezza. Ma il cammino verso la finale di sabato 5 febbraio è ancora lungo e ci sarà tempo per risalire le posizioni perse alla prima uscita sul palco del Teatro Ariston. Intanto l'appuntamento è fissato per la seconda serata che vedrà l'esibizione degli altri 13 cantanti in gara.
Sanremo 2022, la prima serata e quella paura della normalità. Beatrice Dondi su La Repubblica il 2 Febbraio 2022.
Tra il ciclone Maneskin, la solida conduzione di Amadeus e l’imbarazzo di Ornella Muti lo spettacolo va, come la barca. Anche se tornare a godere della leggerezza si fa una certa fatica.
Ci vorrebbe una donna, ma non una donna giusto per dire, ci vorrebbe una donna di forte personalità, di alto profilo, una donna in grado di ricoprire il suo ruolo, una donna capace, in gamba, tipo una donna come se fosse un uomo. E se non si trova pazienza, chiamiamo Ornella Muti che è famosa e a conoscono tutti. Così dopo romanzo Quirinale tocca alla telenovela Sanremo mettere in scena sempre la solita solfa della donna a caso, confidando nel fatto che a furia di fare tentativi a caso prima o poi qualcosa di buono possa uscirne. Magari la prossima volta.
Così la piccola star paralizzata dal terrore, aggrappata al gobbo neanche fosse il cellulare di Casellati, si impegna a non smettere di respirare fino al momento in cui viene interrogata sugli uomini, tutti morti, con cui ha recitato nei novantanove film della sua carriera. Ma dura poco, e Amadeus prova a non lasciarsi contagiare dal virus della paralisi. Tira dritto, dall'inizio alla fine, come i bravi presentatori, e quest'anno è bravo sul serio, senza la stampella Fiorello che lo costringe all'unico siparietto trascurabile, quell'inutile bacio forzato col direttore Coletta.
Per il resto ha le redini ben strette e lo spettacolo va, come la barca di Orietta, anche se quest'anno sta sulla nave nel nulla. E questo senso di lontananza resta un po' nell'aria, quasi che fosse troppo rilassarsi davanti alla leggerezza del festival, che ricomincia tra i tamponi. E fa una certa impressione vedere l'Ariston pieno zeppo, con la stolida platea in abito da sera e mascherina che fa finta di impazzire per gli inutili Medusa, dimenandosi come in gioco aperitivo di prima serata. Così il sacro rituale si svolge con dovizia guardinga, avanti e indietro tra le generazioni sparse, che riportano in scena i grandissimi vecchi e qualche volta regalano l'emozione dei nuovi di zecca. Anche quel filo di noia alla fine va bene, perché sembra un rientro nel quotidiano perduto, tanto qualche brivido non si nega a nessuno, figuriamoci a Sanremo, tra la sontuosità dei Maneskin, il battesimo di Achille Lauro vestito di tatuaggi e il brivido dei “Brividi” di Mamhood e Blanco.
E perfino la scaletta viene rispettata, con aria sospetta, come se il fatto che tutto sia andato liscio faccia un po' strano, perché in fondo, nonostante l’enfasi dell’attesa, l’euforia del telegiornale, l’entusiasmo inusitato, è ancora difficile lasciarsi andare davvero. Come se fossimo in un tempo normale che ancora normale non è.
Estratto dell'articolo di Silvia Fumarola per la Repubblica il 2 febbraio 2022.
Su il sipario, finalmente. Con Fiorello che prende in giro l'amico di una vita e dice di sentirsi come il presidente Mattarella («Neanche lui voleva tornare»), i Måneskin che infiammano il teatro. Il Festival «della gioia» può iniziare. C'era quasi da emozionarsi con Amadeus, commosso, e gli spettatori tornati all'Ariston che lo applaudono. «Ci siete mancati tantissimo: bentornati». Meno male che c'è Achille Lauro, sempre sobrio, pantaloni di nappa neri, torso nudo tatuato, piedi scalzi - Billy Idol de noantri - che canta Domenica e si autobattezza, a ricordarci che il festivalone è un grande show in cui si mescola tutto, lo spettacolo e il ricordo affettuoso di Tito Stagno.
(...). Gianni Morandi è emozionatissimo, dopo 22 anni torna in gara con Apri tutte le porte scritta da Jovanotti; anche l'eterno rivale Massimo Ranieri lo è, porta Lettera al di là del mare . Bellissimo il duetto di Mahmood e Blanco, con Brividi e l'abbraccio. È la serata dell'amico ritrovato Fiorello, che entra dalla platea misurando la temperatura a tutti, direttore di Rai 1 Stefano Coletta compreso: «Ha 35: è morto?».
«Quanto mi siete mancati. Sono qui per la terza volta», esordisce, «sono il booster dell'intrattenimento. La prima volta sono venuto per amicizia, la seconda per confermarla, stavolta invece per romperla. Sai quando ci rivediamo io e te? Al funerale, il primo che se ne va l'altro lo va a trovare. Tanto se nostro Signore fa l'appello, tu arrivi prima con la A». Poi si rivolge al pubblico: «Non gli credete se dice che non farà la quarta edizione. Io un direttore artistico ce l'ho: il generale Figliuolo. Certo lui farà cantare prima gli over 80, poi gli over 70, poi i 60, e via via tutti gli altri». Confessa di sentirsi un po' come il presidente Sergio Mattarella: «Anche lui non voleva fare un altro mandato, si era preparato i suoi piani, voleva partecipare a The voice senior.
Un applauso per il nostro presidente, evviva». Tutto il pubblico scandisce il nome del presidente della Repubblica. Poi ironizza su Draghi: «Ci voleva andare al Quirinale, aveva già preparato il discorso di fine anno a banche unificate». Con la gag del braccio che parte - lo alza, dice che gli fa male - prende in giro i complottisti no vax. «Attenzione, è il vaccino, sono i poteri forti, è il grafene...». Poi la gag propiziatoria: «Nel 2004 baciai il direttore di Rai 1 Del Noce, tu per annullare l'anatema dello scorso anno, che un altro festival sarebbe andato male, devi baciare il direttore di Rai 1». Gli fa mettere la mascherina con una bocca rossa e la fa indossare anche a Coletta: mimano il bacio nella famosa foto del marinaio a Times Square. (...)
Sanremo 2022, gli ascolti della prima serata. Quasi 11 milioni, Amadeus supera se stesso. La Repubblica il 2 febbraio 2022.
Più spettatori davanti alla televisione rispetto allo scorso anno in piena pandemia e con l'Ariston vuoto, ma anche rispetto alla prima edizione firmata da direttore artistico.
La prima serata del festival di Sanremo fa 10.911.000 spettatori e il 54% di share. Lo scorso anno, quello della pandemia più dura, dell'Ariston vuoto, dei palloncini in platea, l'ascolto medio della prima parte era stato di 8 milioni 363 mila spettatori pari al 46.6%, mentre la seconda 10 milioni e 417 mila con il 45,0%. Un buon risultato quindi per Amadeus e il suo festival della rinascita che batte i suoi ascolti precedenti, infatti per la serata inaugurale del 2020 la media era stata del 52.2 % con 10 milioni e 58mila spettatori.
Sanremo 2022, nella prima serata vincono Mahmood e Blanco. Grandi ritorni: Fiorello, i Maneskin, il pubblico. Carlo Moretti su La Repubblica l'1 febbraio 2022.
Festival al via, si chiude con la prima classifica provvisoria. Amadeus si commuove guardando gli spettatori in sala. Incursione dell'amico showman, poi la band che riconquista il palco a un anno dalla vittoria. Con i Meduza a sorpresa sul palco anche Hozier.
Il Festival è partito. Prima serata della 72esima edizione, Amadeus torna in scena e si commuove rivedendo il pubblico. In gara dodici dei venticinque Big, apre la gara Achille Lauro, Ornella Muti madrina della serata. Fiorello c'è, ci sono tanti ospiti. A votare saranno soltanto i giornalisti della sala stampa. Tra gli ospiti più attesi, i Maneskin, vincitori del Festival dello scorso anno.
I testi "Domenica" di Achille Lauro • "Ora e qui" di Yuman • "Ti amo non lo so dire" di Noemi •"Apri tutte le porte" di Morandi • "Ciao ciao" di La rappresentante di lista • "Inverno dei fiori" di Michele Bravi • "Lettera al di là del mare" di Massimo Ranieri • "Brividi" di Mahmood e Blanco
Mahmood e Blanco in testa alla classifica provvisoria
Vincono Mahmood e Blanco con Brividi. Il voto della sala stampa, un voto per testata di giornali, radio e tv e siti accreditati al Festival premia al secondo posto La rappresentante di lista con Ciao ciao e piazza sul podio Dargen D'amico con Dove si balla. Questo il resto della classifica della prima serata:
4. Gianni Morandi - Apri tutte le porte
5. Massimo Ranieri - Lettera di là del mare
6. Noemi - Ti amo non lo so dire
7. Michele Bravi - Inverno dei fiori
8. Rkomi - Insuperabile
9. Achille Lauro - Domenica
10. Giusy Ferreri - Miele
11. Yuman - Ora e qui
12. Ana Mena - Duecentomila ore
L'omaggio a Franco Battiato
Si riparte con l'omaggio a Franco Battiato, scomparso il 18 maggio dello scorso anno, l'orchestra suona La cura. Amadeus dice "ci è sembrato giusto ricordarlo così con l'orchestra che ha intonato parte della Cura" ma sbaglia la data della scomparsa del cantautore siciliano e dice 28 maggio. Poi mentre il sindaco di Sanremo premia Amadeus con il premio della città, Fiorello scherza: "Sindaco ma quando la rifacciamo la strada per arrivare a Sanremo? La gente passa la quarantena in coda". Poi loda Amadeus: "Hai fatto un cast bellissimo: ci sono insieme Morandi e Aka7even, l'Highlander e il Pokemon".
Giusy Ferreri e poi la dance dei Meduza
(ansa)L'ultima a esibirsi dei 12 artisti in gara nella prima serata è Giusy Ferreri con Miele. Poi arriva il trio dei Meduza, e Amadeus invita tutti gli spettatori dell'Ariston ad alzarsi in piedi e a ballare. Sulle note di Piece of your heart si scatenano anche i maestri dell'orchestra. A sorpresa per Tell it to my heart li raggiunge sul palco anche il cantautore irlandese Hozier, voce potente passata dalle atmosfere acustiche a uno dei successi mondiali del trio milanese.
Orietta, la rosa e le spine
Vestita con un guizzo carnevalesco come un petalo di rosa rossa con grosse spine, Orietta Berti chiede il collegamento dalla Costa Toscana, la nave ormeggiata di fronte alla costa sanremese, e invita sullo speciale palco marittimo Colapesce e Dimartino per la loro Musica leggerissima. Primo dei collegamenti che ogni sera proporranno successi e artisti sanremesi dalle scorse edizioni.
All'Ariston si balla
(ansa)Entra Dargen D'amico e si rivolge ironicamente ad Amadeus: "Sei stato un po' perfido a mettermi dopo i Maneskin". E Amadeus: "Ma ora l'ascolto è altissimo". "Ah, allora vediamo" ribatte Dargen D'Amico vestito rosa, camicia rossa e occhiali a specchio. Canta Dove si balla, un pezzo dance che offre lo spunto ad Amadeus per lanciare un appello e una speranza: "Speriamo di tornare presto a ballare nelle discoteche, luoghi di grande aggregazione".
Le lacrime di Damiano
Cambio d'abito per i Maneskin che tornano per la gotica Coraline e Damiano sul finale si emoziona fino alle lacrime mentre il pubblico li saluta con una standing ovation.
La corsa di Rkomi
Divisa rock in pelle per Rkomi che con Insuperabile staboilisce una similitudine tra un rapporto d'amore complicato e una fuoriserie lanciata a tutta velocità e alla fine ingovernabile.
I "Brividi" con Mahmood e Blanco
Bello il duetto tra Mahmood e Blanco su Brividi, entrando Amadeus calpesta involontariamente il mantello di Blanco e glielo fa cadere. I due intrecciano le voci in modo perfetto. Uno dei pezzi più belli della serata, grande melodia che l'orchestra sostiene con un arrangiamento d'archi di grande atmosfera.
Fiorello e il sogno da tennista
Arrivo sul palco Matteo Berrettini, reduce dagli Open in Australia. Amadeus rivela la passione di Fiorello per il tennis, lo chiama sul palco per incontrare il campione, sesto nella classifica mondiale. Piccola carrambata: lo showman saluta Luca Berrettini, il padre di Matteo, seduto in platea con la moglie e il fratello del campione e rivela di averlo conosciuto 35 anni quando faceva l'istruttore di tennis nei villaggi turistici. Poi invita tutti i ragazzi a praticare il tennis, "uno sport oggi alla portata di tutti, mentre quando ero giovane io mio padre mi disse che se avessi voluto fare il tennis avremmo dovuto smettere di mangiare".
Fiorello e la presa in giro dei complottisti No Vax: "Il braccio va da solo! È il microchip!"
Massimo Ranieri, un lungo viaggio "di là dal mare"
Massimo Ranieri torna all'Ariston in gara dopo 25 anni: Lettera di là dal mare parla di un viaggio lungo e straziante, quello dei migranti in cerca di una vita migliore lontano dalla disperazione e dalla fame, e segna la settima volta dell'artista al Festival, la più importante nel 1988 quando vinse con Perdere l'amore.
Amadeus guida la golf car per l'arrivo dei Maneskin all'Ariston
"L'anno scorso ho invitato un gruppo rock, ed è successo qualcosa di clamoroso e meritatissimo per 12 mesi che li ha portati sul tetto del mondo". Così Amadeus ha presentato i Maneskin primi ospiti musicali della serata, all'Ariston a un anno dalla vittoria dell'edizione 2021. Gag con la band: il conduttore e direttore artistico ha ricordato di aver fatto la promessa di andare a prenderli ovunque fossero, pur di averli ospiti al Festival nella prima serata. Così Amadeus indossa il cappotto e il cappello con la scritta "Driver", esce dall'Ariston e a bordo di una golf car elettrica preleva i quattro per portarli in teatro. Un'esibizione trascinante che si conclude con Victoria, Thomas e Damiano che suonano sdraiati sul palco.
Fiorello incalza Amadeus da dietro le quinte. Manda un tecnico sul palco con alcuni fogli e chiede ad Amadeus di leggerli: "Sono il tuo ex amico, quello che quest'anno voleva seguirti dalla televisione. Ora leggi il gobbo". Amadeus declama la presentazione per "Il Mattarella dell'intrattenimento, il mio ex amico Rosario Tindaro Fiorello". Fiorello, mascherina glitterata, entra dall'ingresso principale dell'Ariston, attraversa la sala prendendo la temperatura a tutti, direttore di Rai1 Coletta in prima fila, compreso.
"Buonanotte, me ne vado, buonanotte, quanto mi siete mancati. Qui per la terza volta, sono il booster dell'intrattenimento". Poi zittisce Amadeus: "Zitto, non parlare, avrei dovuto essere a casa con il plaid. Ma quanto tamponano a Sanremo? Ràvanano, mi hanno tolto parte della materia cerebrale...". Incalza Amadeus: "La prima volta sono venuto per amicizia, la seconda per confermarla, questa volta invece per romperla. Sai quando ci rivediamo io e te? Al funerale, il primo che se ne va l'altro lo va a trovare. Tanto se nostro signore fa l'appello, tu arrivi prima con la A".
Parla al pubblico: "Non gli credete se dice che non farà la quarta edizione. Io comunque ce l'ho un nome per farla: il generale Figliuolo. Certo lui farà cantare prima gli over 80, poi gli over 70, poi gli over 60 e via via tutti gli altri". Poi agita il braccio, non riesce a controllarlo, ironizza sui complottisti, parla al microchip che gli sarebbe stato iniettato con il vaccino, dice che gli fa male: "Attenzione, è il vaccino, sono i poteri forti, è il grafene...".
"Costretto" a esibirsi al Festival, confessa di sentirsi un po' come Mattarella, "anche lui non voleva fare un altro mandato, si era preparato i suoi piani, voleva partecipare a The voice senior". Quindi Fiorello convince il pubblico a intonare in coro il nome di Mattarella. La gag più divertente: per alzare l'asticella della gioia tra il pubblico invita tutti a ballare sulle note di canzoni tristi, e propone brani come Quando sei disperato, Com'è triste Venezia, Canzone Triste o Perdere l'amore.
(agf)Noemi torna al Festival per la settima volta, la seconda di fila dopo l'esperienza della scorsa edizione con Glicine. Canta Ti amo non lo so dire, un brano scritto (anche) da Mahmood, anche lui in gara in questa 72esima edizione. "Nel pezzo canto quanto è difficile risettare i rapporti dopo un cambiamento, la cosa bella è che alla fine forse ci riusciremo a dire 'Ti amo', che è la cosa più coraggiosa che si possa dire a qualcuno".
Dopo Achille Lauro è la volta di Yuman, artista che si è aggiudicato un posto tra i big in gara grazie alla vittoria di Sanremo Giovani. Yuri Santos, così all'anagrafe, 26 anni, mamma romana e papà capoverdiano, canta Ora e qui, un brano scritto insieme a Tommaso Di Giulio, altro cantautore del circuito indie, già autore anche per artisti del calibro di Max Gazzè.
Amadeus apre la serata accogliendo sul palco il primo dei cantanti in gara, Achille Lauro con Domenica. Il cantante romano si è presentato a petto nudo sfoggiando il fisico palestrato e coperto di tatuaggi. Sul finale, sull'Halleluja dell'Harlem gospel Choir che lo ha accompagnato nell'esecuzione, Lauro si è inginocchiato e a simulato un auto-battesimo, versandosi sulla testa dell'acqua raccolta in un vaso.
Sanremo 2022, Achille Lauro e il battesimo del festival che fa impazzire il pubblico
Emozionato anche Gianni Morandi, tornato sul palco a dieci anni dalla edizione in cui il festival l'ha presentato, per cantare Apri tutte le porte scritta per lui da Jovanotti. Dopo il brano ha urlato "Fantasanremo".
Ornella Muti a Sanremo: il ricordo va al papà
"Il Sanremo che ricordo con più affetto è quello che ci fece vedere mio papà, che ci ha lasciato presto: Gigliola Cinquetti cantava Non ho l'età e lui ci diceva di fare quello che diceva lei nel testo". È il ricordo sanremese che Ornella Muti affida ad Amadeus sul palco del teatro Ariston.
"Sara che sto per compiere sessant'anni, o forse sono davvero felice di rivedere il pubblico": un commosso Amadeus, accolto dagli applausi dell'Ariston, ha aperto la 72esima edizione del festival si Sanremo.
Fiorello contro i complottisti No Vax: "Il braccio va da solo! È il microchip!". La Repubblica il 2 febbraio 2022.
Un monologo pieno di ironia sui due anni di pandemia, quello di Fiorello: entra all'Ariston, con look da 007 armato della pistola-termoscanner, sale al palco e saluta il pubblico: "Quanto mi siete mancati, sono qui per la terza volta: sono la vostra terza dose, il booster dell'intrattenimento", dice lo showman che, tra una gag e l'altra, ha lancaito una stoccata verso i complottisti no vax. All'improvviso ha finto che il braccio che si muovesse da solo: "È il vaccino! È il microchop, non sono io, è il grafene, sono i poteri forti", ha detto citando le più inflazionate teorie No vax.
Fiorello saluta Sanremo: "La mia avventura finisce qui". La Repubblica il 2 febbraio 2022.
Lo showman si congeda al termine della prima serata e sembra non raccogliere la richiesta di proseguire. "L'anno scorso è stato un po' pesantuccio, tornare e trovare la platea piena mi ha emozionato moltissimo".
"Vi saluto, la mia avventura finisce qui". Mentre il pubblico in platea intona un coro di "nooooo", Fiorello lascia presagire che la sua presenza a Sanremo si esaurisca con la prima serata e si congeda dal terzo Festival di Sanremo condotto dall'amico Amadeus, a cui consegna il trofeo del Comune di Sanremo. "Difficilmente vengo premiato: meravigliosi questi tre anni, non li dimenticherò mai", ha detto il conduttore. E Fiorello: "Neanche io...".
Poi il comico regala un altro momento di grande divertimento, tra l'imitazione di un pitbull e la trasformazione di una mamma siciliana che richiama il figlio dalla finestra sulla base di uno dei più famosi riff hard rock, Back in black degli AC/DC.
Fiorello e l'imitazione di un pitbull (ansa)"L'anno scorso è stato un po' pesantuccio, tornare qui e trovare la platea piena mi ha emozionato moltissimo", ha detto Fiorello. Che non è sembrato volere raccogliere l'appello a restare, neanche quando Amadeus gli ha consegnato un appello delle maestranze Rai. "Ho da fare, ho il mio spettacolo teatrale", ha detto.
E ha poi augurato un buon proseguimento ad Amadeus e al pubblico: "Sarà un grande festival e domani sarà una puntata strepitosa con Checco Zalone", ha detto, prima di affiancare Amadeus e Ornella Muti nella lettura della classifica parziale che ha chiuso la serata.
ANTONIO BRAVETTI per la Stampa il 2 febbraio 2022.
Altro che federazioni di centrodestra o alleanze da rifondare sotto il vessillo di Giorgia Meloni. La sfida all'O.K. Corral tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio? Può attendere anche quella. Archiviato il Quirinale, per la politica non c'è nulla di meglio del festival di Sanremo. Un riflesso pavloviano che ogni anno, all'aprirsi del sipario del Teatro Ariston, fa scattare la vis polemica di leader e peones.
Saviano vuol parlare di Falcone e Borsellino? Al deputato parte automatico il comunicato, meglio del martelletto sul ginocchio. Impossibile resistere alla polemica. Il partito di Giorgia Meloni chiede addirittura «l'esclusione» di Saviano dal Festival.
«La sua presenza per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso- s' inalbera Federico Mollicone, deputato di Fdi e membro della commissione di Vigilanza Rai, che annuncia un'interrogazione - Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista». Replica dei 5 stelle: «Scioccante che si veda una minaccia in uno scrittore e giornalista che ha saputo raccontare a tutti gli italiani la realtà e l'orrore delle mafie». Pari e patta? Neanche per sogno.
Antonio Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio, si domanda: «Perché dare voce a Saviano? Io avrei preferito che a parlarne fosse il presidente Mattarella». Che giovedì, giorno di Saviano, ha già un impegno: deve giurare in Parlamento. C'è un'interrogazione parlamentare pronta anche per Ornella Muti, rea di aver sponsorizzato la cannabis. Per dire: mentre Pd e Leu ne presentano una alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese sulle manganellate agli studenti, c'è chi ne prepara una sull'attrice. Il peccato? Ostentare, insieme alla figlia Naike, una collana decorata con foglie di cannabis.
L'interrogazione porta la firma di Mollicone. Sempre lui, in trance agonistica: «Depositerò oggi stesso un quesito in commissione di Vigilanza Rai» contro «il lancio di messaggi impropri che possano riguardare la cannabis e l'uso di sostanze stupefacenti che possano fuorviare il pubblico». Meglio di due interrogazioni in un giorno c'è solo il test anti-droga per conduttori e musicisti. «Chiedo ai vertici Rai se non ritengano necessario sottoporre all'esame tossicologico i conduttori e gli artisti che si esibiranno».
Sex, drugs & Mollicone. A settembre, val la pena sottolineare, Ornella Muti e figlia hanno lanciato una no profit, Ornella Muti Hemp Club, che commercia prodotti a base di cannabis. Viene il dubbio che forse si tratti di pubblicità. Ma per Matteo Salvini l'argomento è serio, il gioiello a forma di cannabis è pericolosissimo: «La droga è morte, e sempre e comunque la combatterò», grida sui social. In teoria negli stessi minuti in cui sbotta su Facebook, il segretario della Lega è impegnato, a Milano, in un importante consiglio federale. Deve convincere i suoi, e gli alleati, a dar vita a una federazione di centrodestra. Non un'impresa facile.
Ma vuoi mettere? Lo sanno tutti: tira più una foglia di cannabis che una polemica con Toti o «i governatori del nord-est», altra categoria dello spirito che, nei giorni di Sanremo, potrebbe benissimo essere il nome di una boy band. A Maurizio Gasparri, invece, non gliela si fa: «L'attrice va esclusa da Sanremo subito, soprattutto per il possibile uso a scopo commerciale del Festival».
Poi, con eleganza, aggiunge: «Siccome siamo garantisti non estendiamo le polemiche nei confronti di sua sorella Claudia, coinvolta in una maxiretata relativa a sostanze stupefacenti». Dall'interrogazione all'esposto. «Monitorerò con attenzione e sono pronto a un esposto se Muti promuove la cannabis in diretta. Lo farei per i minori» annuncia l'ex parlamentare Carlo Giovanardi, quello del cuscino rosso di Federico Aldovrandi («Mica è sangue») e di Stefano Cucchi «morto per droga».
Neanche il governo tace. Muti «stimola una discussione meno bacchettona e meno bigotta», si sbilancia il ministro Andrea Orlando. «Grazie Ornella Muti», dice il radicale Riccardo Magi. Enrico Aimi, senatore di Fi, prova col calembour: «Dalla Muti parole 'stupefacenti'», con tanto di apici, magari qualcuno non cogliesse il gioco di parole. Intanto si fa sera, tutti davanti alla tv.
Luca Dondoni per "la Stampa" l'1 febbraio 2022.
«I Måneskin? Non capitava una cosa così dai tempi di Modugno. Mi auguro che il vincitore del Festival di quest' anno abbia lo stesso successo mondiale». Amadeus è felice come una Pasqua di poter aprire il Festival con i quattro ragazzi romani che dopo l'Ariston non ne hanno sbagliata una, dalla vittoria all'Eurovision Song Contest i alla trasferta americana. «Sono tanta roba - ammette -, c'è qualcosa di forte, sono bravissimi a gestirsi. Però la musica italiana può tranquillamente avere successo in tutto il mondo e lo auguro ai vincitori di quest' anno». E dunque Sanremo può essere grata ai Måneskin, sebbene la kermesse sia famosa in tutto il mondo e sia uno degli eventi televisivi che molti Paesi ci invidiano, bisogna ammettere che la band ne ha amplificato enormemente la nomea.
La gratitudine, naturalmente, è reciproca: il festival di Sanremo ha acceso il motore del successo dei Måneskin e loro ringraziano fermando per 48 ore la macchina che li sta portando in giro per il mondo ed è ora parcheggiata in Riviera. «Sarà una grandissima emozione tornare - hanno detto -. Vogliamo ringraziare tantissimo Amadeus per aver creduto nel nostro pezzo: è stato il punto di svolta perché è da lì che abbiamo avuto queste grandissime opportunità».
Victoria (basso), Damiano (voce), Thomas (chitarra) ed Ethan (batteria), sono arrivati domenica sera e subito Amadeus li ha accolti con una gag a favore di telecamere. Appena entrati in albergo infatti, i quattro ragazzi invece di trovarsi di fronte il portiere hanno visto spuntare il direttore artistico del Festival che si è detto felice di poter dare loro le chiavi delle camere. Il conduttore per prima cosa ha chiesto il green pass, e tra sorrisi e battute c'è stato anche un grande abbraccio che ha dimostrato quanto l'affetto e la riconoscenza siano reciproche.
Damiano è stato immortalato nei dintorni del teatro con una felpa che ribadisce le loro posizioni: «No homophobia, No transphobia, No sexism, No violence, No abuse of power». La band si ferma a Sanremo solo per lo show di stasera, dove non può mancare la Zitti e buoni, che li ha resi famosi e dove vestiranno il loro glam rock con abiti Gucci. Poi si riparte: l'agenda del gruppo è davvero impressionante.
Domani a Roma, giusto per dare la possibilità ai familiari di rivedere i loro figli - si tratta in fondo di quattro ventenni da poco usciti dal liceo dove si sono incontrati - ma già domenica saliranno su un volo per Londra dove l'8 sera sono attesi su palco della O2 Arena per lo show di consegna dei famosi e prestigiosi Brit Awards. Nominati in due categorie, «Best International Group» e «Best International song» con la loro I Wanna Be Your Slave, i Måneskin sono tra i favoriti per la vittoria. Mentre il «Loud kids on tour '22» e il tour italiano nei Palasport è stato posticipato (le nuove date saranno pubblicate il 1° marzo), ad aprile li attende il Festival di Coachella.
Ilaria Ravarino per “il Messaggero” l'1 febbraio 2022.
Chi può, metta il volume al massimo. Perché se c'è una serata da ballare, sia pure nel salotto di casa, è questa. Sarà il rock dei superospiti Maneskin e l'electro-house dei Meduza ad aprire stasera alle 20.45 su Rai1 la 72esima edizione del Festival di Sanremo, il terzo della direzione Amadeus e il secondo dell'era Covid, con i suoi primi 12 cantanti in gara: Gianni Morandi (Apri tutte le porte), Massimo Ranieri (Lettera di là dal mare), Noemi (Ti amo non lo dire), La Rappresentante di Lista (Ciao ciao), Yuman (Ora e qui), Giusy Ferreri (Miele), Dargen D'Amico (Dove si balla), Achille Lauro (Domenica), Rkomi (Insuperabile), Mahmood e Blanco (Brividi), Michele Bravi (Inverno dei fiori) e Ana Mena (Duecentomila ore).
Un festival «della gioia» a priori, con il pubblico tornato a riempire il teatro Ariston, i fan ad assediare il tappeto verde, i bookmaker a dare i numeri (favoriti Elisa e la coppia Mahmood - Blanco) e una raccolta pubblicitaria che supererà, secondo la Rai, i 38 milioni di euro.
«L'anno scorso è stato come andare al ristorante e trovare solo dieci tavoli. Mancava la festa, l'allegria. Tanti italiani hanno dovuto vedere il festival da soli: è stato tristissimo» ha detto ieri Amadeus, ringraziando «l'eroico» Fiorello, sul palco stasera e poi chissà, «che fino alla settimana scorsa non pensavo venisse. Avevo fatto preparare una sagoma per sostituirlo».
Del Covid, che ieri ha colpito altri due addetti ai lavori, non si ha molta voglia di parlare: il cosiddetto piano B, per sostituire Amadeus con un altro conduttore in caso di contagio, «esiste ma non su carta - ha spiegato il direttore di Rai1 Stefano Coletta - preferiamo reagire sul momento in caso di emergenza».
E Amadeus minimizza: «Se mi ammalo? Non ci voglio pensare. In caso resterete qui 10 giorni con me». Quanto ai vaccini per gli artisti, varranno le regole applicate nei teatri a livello nazionale, e cioè, ha precisato Coletta, «l'essere non vaccinato non può pregiudicarne la presenza in gara».
Ad aprire le danze, nel vero senso della parola, sarà la prima delle cinque co-conduttrici di Amadeus, la 66enne Ornella Muti, a Sanremo con un look ecologico e vestiti in fibra naturale, un peplo nero e un tulle color carne, scelti dalla figlia Naike Rivelli. «Muti è una donna iconica - ha detto di lei Amadeus - l'ho voluta perché rappresenta il cinema italiano e può dire molto di sé».
Quello dell'attrice sarà uno stile decisamente verde erba, in linea con il suo impegno per la legalizzazione della cannabis: un tema - oggetto di un referendum, sulla cui ammissibilità si pronuncerà il prossimo 15 febbraio la Corte Costituzionale - che Muti potrebbe affrontare oggi, durante un evento in città, fuori dall'ufficialità del festival. E che già ieri serviva la polemica su un piatto d'argento: «Non vorremmo che il festival diventasse il megafono dell'antiproibizionismo», è stato il commento di Fratelli d'Italia, allertati dalle foto pubblicate su Instagram dalla figlia.
Sempre stasera sul palco dell'Ariston arriverà, dopo l'Australian Open e la sconfitta contro Rafael Nadal, il tennista romano Matteo Berrettini, a coprire la casella sportiva ricorrente nei festival di Amadeus. La durata dell'evento sarà come sempre fiume («Non finiremo prima dell'una e mezzo»), e consentirà ad Amadeus di portare sul palco i protagonisti di tutte le fiction Rai, presenti e future.
Si comincia stasera con Nino Frassica, in divisa da carabiniere insieme a Raoul Bova, in toga per promuovere la tredicesima stagione di Don Matteo in partenza a marzo. Assente giustificato il veterano della serie Terence Hill, in questi giorni negli Stati Uniti: «Ma nella nuova stagione lui ci sarà - ha detto Frassica - farà quattro puntate e il personaggio di Raoul (Don Massimo, ndr) sei. Ma la storia è sempre quella: c'è la canonica e c'è la provincia, con il mio personaggio che all'inizio fa qualche resistenza, ma poi piano piano si lascia conquistare dal nuovo prete».
Una passerella, quella della fiction Rai, che se da un lato dimentica di celebrare il recente successo di Serena Rossi ne La sposa (6 milioni e 925.000 telespettatori domenica), ripesca in zona Cesarini il siciliano Claudio Gioè, protagonista della fiction Makari in arrivo il 7, annunciato solo ieri all'Ariston.
Falsa la notizia, rimbalzata ieri ovunque dopo la pubblicazione sui social della parrocchia di Capurso (paese d'origine di Checco Zalone) secondo cui l'attore pugliese si sarebbe esibito mercoledì insieme a un gruppo di compaesani: «Per lui c'è un po' di agitazione, con la responsabilità della prima volta all'Ariston - ha commentato Amadeus - ma Checco è un artista che si mangia il palco. Sarà una grande emozione».
E se il conduttore ha benedetto ieri l'esibizione di Cesare Cremonini, pronto per cantare giovedì con un possibile omaggio a Lucio Dalla a dieci anni dalla scomparsa, restano ancora in attesa di conferma i nomi quasi certi di Marco Mengoni - da poco al sessantesimo Disco di platino della carriera, con l'album Materia (Terra) - e Alessandro Cattelan, ieri ancora a Milano, probabile conduttore dell'Eurovision Song Contest con Laura Pausini («L'Eurovision? Me lo guardo da casa, io non so le lingue», il commento di Amadeus). Chiusa in un nulla di fatto la polemica tra il rapper Junior Cally e Highsnob, definita ufficialmente da Rai «infondata e diffamatoria», il festival può dunque cominciare.
Con una sola nota stonata nell'inno alla gioia generale: «Mancano gli ospiti internazionali - ha ammesso Amadeus - Per averli servono accordi mesi prima, da conciliare con le tournèe e con la pandemia. Ci abbiamo provato, ma è impossibile».
La "manologa" di Morandi. Paolo Giordano il 2 Febbraio 2022 su Il Giornale.
I Maneskin hanno conquistato l'Ariston. Voci sospette su Fiorello e apprensione per la mano di Morandi.
ZITTI E MUTI
Ieri sera i Maneskin hanno vinto di nuovo il Festival di Sanremo. Mentre Ornella Muti l’ha perso. Fascinosa è fascinosa, per carità. E’ parte della storia del nostro cinema e nessuno lo può negare. Ma la conduttrice no. Neanche coconduttrice. E neanche co e basta. Non ha il passo, è troppo pacata, sinuosa, notturna. Va bene per i David di Donatello, non per l’Ariston di Amadeus. Come mettere un centometrista alla maratona di New York o, meglio, come mettere un maratoneta nello show più in diretta della tv italiana. Muti e rassegnati.
TRE STILISTI E UNA STAR
Stasera sul palco di Sanremo verrà definitivamente annunciato il trio di conduttori dell’Eurovision Song Contest in onda questa primavera da Torino. Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, proprio lui. In fondo era prevedibile e ampiamente previsto. Ciò che forse non si conosce è il dietro le quinte. Ossia le interminabili discussioni tra i loro stilisti per concordare gli abiti di scena per la foto ufficiale. Questo colore no, quell’abito sì, l’altro forse. Una lotta continua. Se le premesse sono queste.
LA RAPPRESENTANTE FA CIAO CIAO
Durante l’esibizione del duo più infotografabile del Festival (cambiano sempre look), la sala stampa ha applaudito battendo le mani come si faceva con Soldi di Mahmood. Buon segno. Immediatamente dopo la Sisal li ha messi in testa alla lista dei favoriti della prima serata. Buonissimo segno. Ieri sera la Sala Stampa li ha messi al secondo posto. Buonissimissimo segno. I successi partono così. Senza che nessuno se li aspetti.
M’AMA NON M’AMA
A soìfogliare le voci che girano intorno a Fiorello si diventa matti. Tutti dicono tutto. E spesso dicono il contrario di ciò che avevano appena detto. Di certo Fiorello è amatissimo dentro il Festival come lo è fuori dal Festival. Però gira voce che non sia molto amato dagli addetti ai lavori. Per carità, nessuno sgarbo subito. Ma Fiorello è così incontenibile da diventare spesso una “minaccia” per chi costruisce un grande show sul filo dei secondi. Esagera. Si dilunga. Improvvisa. E fa deragliare la scaletta. Mandando fuori tempo il programma e fuori di testa gli autori.
LA MANO DI GIANNI
L’infortunio alla mano è di quasi un anno fa ma non è ancora dietro le spalle. Chi ha visto la mano infortunata di Gianni Morandi rimane ancora senza parole per la profondità delle ferite e la diffusione delle cicatrici. L’ha proprio scampata bella ma non può ancora dimenticare. Al mattino qui a Sanremo i suoi appuntamenti fissi sono due. Al mattino presto va a correre sul lungomare. E poi arriva la sua “manologa”, un fisioterapista specializzata che cura il recupero post traumatico. La mano di Gianni è nelle sue manie, ammettiamolo, tutti tifiamo per lei. Paolo Giordano
Lacrime, no vax e pugni chiusi: ma le star di Sanremo sono i Maneskin. Francesca Galici il 2 Febbraio 2022 su Il Giornale.
Amadeus sul palco con Ornella Muti per la prima puntata del Festival. Fiorello attacca i no vax, mentre i Maneskin infiammano l'Ariston. Mahmood e Blanco in cima alla classifica provvisoria.
Con Amadeus emozionato ha preso il via la 72esima edizione del festival di Sanremo. Il mattatore della serata è stato Fiorello ma la standing ovation è stata per i Maneskin, tornati all'Ariston a 11 mesi dal trionfo che ha segnato l'inizio della loro marcia trionfale. La prima serata si è chiusa con il primo posto di Mahmood e Blanco, il secondo de La rappresentante di lista e il terzo di Dargen D'Amico.
All'Ariston come co-conduttrice, per la prima puntata, Amadeus ha chiamato Ornella Muti. Prima serata ricca di emozioni e di colpi di scena per una kermesse che cerca di ritrovare la normalità persa con la pandemia. Protocolli Covid serratissimi per il Festival, che quest'anno introduce la novità della nave da crociera in rada davanti alla costa, dove la mattatrice Orietta Berti intratterrà gli ospiti insieme a Fabio Rovazzi in costante collegamento con il palco principale. È il Sanremo del ritorno del pubblico in studio dopo un anno di assenza. "Bentornati", dice il conduttore alla platea dove tutti (o quasi) indossano la mascherina.
Torso nudo per Achille Lauro sul palco dell'Ariston
Pronti via, Amadeus non perde tempo e subito dopo i ringraziamenti per lo staff lancia il primo cantante in gara. Achille Lauro torna a stupire il teatro Ariston di Sanremo presentandosi sul palco a petto nudo, con i tatuaggi in vista. Pantaloni in lattex nero, al termine della canzone, su sottofondo del coro gospel che intona "alleluia", Achille Lauro ha messo in scena un autobattesimo facendosi cadere dell'acqua da una grande conchiglia sul volto. Ed è polemica.
Gianni Morandi torna all'Ariston
Con il tutore alla mano bruciata, Gianni Morandi ha fatto il suo ritorno sul palco di Sanremo con un brano scritto da Jovanotti. Dopo aver condotto un'edizione del Festival 10 anni fa, il cantante emiliano è tornato in gara dopo 22 anni di assenza dalla gara. Web impazzito su Gianni Morandi che si congeda dalla prima serata gridando "Fanta Sanremo'", competizione alla quale probabilmente il cantante partecipa.
L'"ex" amico Fiorello
"Voglia di stare qui... Zero": è con questa presentazione che Amadeus ha presentato il suo "ex" amico Fiorello. La presenza dello showman siciliano sul palco dell'Ariston è stata in forse fino alla fine, ma poi si è presentato, con tanto di termometro in mano e mascherina, entrando al teatro Ariston dall'ingresso principale.
"Sono la vostra terza dose", ha esordito Fiorello, scherzando sulla sua terza presenza a Sanremo con Amadeus. Diversi i riferimenti di Fiorello all'ultimo periodo pandemico. Secondo lo showman siciliano, il prossimo direttore artistico di Sanremo sarà il generale Figliuolo, che ordinerà la lista d'uscita dei cantanti in base all'età: "Over 70, over 60, over 50...".
Gag anche contro i no vax da parte di Fiorello, che scherza su microchip e grafene dopo la somministrazione del vaccino. Non sono mancati cenni da parte di Fiorello anche a Mario Draghi e a Sergio Mattarella. "Sono un po' il tuo Mattarella, neanche lui voleva, non ci pensava proprio. Sai cosa voleva fare lui? The Voice senior", ha scherzato Fiorello.
Il "pugno" de La rappresentante di Lista
Sul palco dell'Ariston sale anche la propaganda comunista con La Rappresentante di lista. I cantanti del gruppo, al termine della gara, hanno sollevato il pugno chiuso, simbolo del comunismo militante.
Il ritorno "a casa" dei Maneskin
Dopo l'anno strepitoso vissuto conquistando successi in tutto il mondo, i Maneskin sono tornati al festival di Sanremo. Ovazione del pubblico per le strade della cittadina ligure e al teatro Ariston per la band romana, che ha fatto scatenare il pubblico. Applausi a scena aperta e tutti in piedi per i Maneskin dopo l'esibizione di Zitti e buoni, canzone che li ha portati sul tetto d'Europa un anno fa.
Alla seconda uscita, i Maneskin hanno portato sul palco una versione inedita di Coraline. Al termine dell'esibizione, davanti agli applausi del pubblico, il frontman Damiano non ha trattenuto l'emozione.
Ranieri a Sanremo dopo 5 anni
La vecchia scuola della musica di Sanremo è tornata sul palco con Massimo Ranieri, di nuovo in gara dopo 25 anni. Indimenticabile la sua partecipazione nel 1988 con Perdere l'amore.
Berrettini a Sanremo dopo gli Australian open
"Non ho la racchetta e non mi sento a mio agio", ha esordito Matteo Berrettini dopo aver sceso le scale del teatro Ariston. Il numero uno del tennis azzurro, sesto nella classifica mondiale, ha scherzato con il conduttore e con Fiorello, che ha rivelato di aver lavorato nei villaggi turistici insieme al padre.
Si balla al teatro Ariston
È polemica sul web per il momento discoteca del teatro Ariston. Durante l'esibizione dei Meduza, su invito di Amadeus, il pubblico si è alzato in piedi per ballare al ritmo della musica elettronica del gruppo internazionale: "Ballate pure, con le mascherine". Tra le critiche più diffuse contro il conduttore c'è soprattutto il fatto che i locali da ballo non riapriranno prima del 10 febbraio.
Il silenzio di Ornella Muti
Dopo le polemiche di giornata sulle dichiarazioni di Ornella Muti sulla cannabis, arrivata sul palco del teatro l'Ariston, l'attrice non ha fatto cenno a quanto accaduto. Il monologo sulla natura non è piaciuto al pubblico a casa, che si aspettava qualcosa di più dopo il polverone sollevato in conferenza stampa.
Francesca Galici. Giornalista per lavoro e per passione. Sono una sarda trapiantata in Lombardia. Amo il silenzio.
Coraline dei Maneskin, testo e significato. Asia Angaroni l'01/02/2022 su Notizie.it.
Coraline dei Maneskin, la canzone intensa e struggente presente nell'album "Teatro d'ira – Vol 1", ha un significato profondo e un testo da scoprire.
I Maneskin a Sanremo 2022 cantano Coraline: Damiano si commuove e il pubblico regala una stending ovetion. Qual è il testo e quale il significato della canzone.
Coraline dei Maneskin, il testo della canzone
Ma dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline Coraline
Coraline bella come il sole
Guerriera dal cuore zelante
Capelli come rose rosse
Preziosi quei fili di rame amore portali da me
Se senti campane cantare
Vedrai Coraline che piange
Che prende il dolore degli altri
E poi lo porta dentro lei
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline
Però lei sa la verità
Non è per tutti andare avanti
Con il cuore che è diviso in due metà
È freddo già
È una bambina però sente
Come un peso e prima o poi si spezzerà
La gente dirà: “Non vale niente”
Non riesce neanche a uscire da una misera porta
Ma un giorno, una volta lei ci riuscirà
E ho detto a Coraline che può crescere
Prendere le sue cose e poi partire
Ma sente un mostro che la tiene in gabbia
Che le ricopre la strada di mine
E ho detto a Coraline che può crescere
Prendere le sue cose e poi partire
Ma Coraline non vuole mangiare no
Sì Coraline vorrebbe sparire
E Coraline piange
Coraline ha l’ansia
Coraline vuole il mare ma ha paura dell’acqua
E forse il mare è dentro di lei
E ogni parola è un’ascia
Un taglio sulla schiena
Come una zattera che naviga
In un fiume in piena
E forse il fiume è dentro di lei, di lei
Sarò il fuoco ed il freddo
Riparo d’inverno
Sarò ciò che respiri
Capirò cosa hai dentro
E sarò l’acqua da bere
Il significato del bene
Sarò anche un soldato
O la luce di sera
E in cambio non chiedo niente
Soltanto un sorriso
Ogni tua piccola lacrima è oceano sopra al mio viso
E in cambio non chiedo niente
Solo un po’ di tempo
Sarò vessillo, scudo
O la tua spada d’argento e
E Coraline piange
Coraline ha l’ansia
Coraline vuole il mare
Ma ha paura dell’acqua
E forse il mare è dentro di lei
E ogni parola è un’ascia
Un taglio sulla schiena
Come una zattera che naviga
In un fiume in piena
E forse il fiume è dentro di lei, di lei
E dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline
Coraline, bella come il sole
Ha perso il frutto del suo ventre
Non ha conosciuto l’amore
Ma un padre che di padre è niente
Le han detto in città c’è un castello
Con mura talmente potenti
Che se ci vai a vivere dentro
Non potrà colpirti più niente
Non potrà colpirti più niente
Coraline dei Maneskin, il significato
“Coraline” fa parte dell’album “Teatro d’ira – Vol 1”, lo stesso che contiene il brano “Zitti e buoni”: è una delle canzoni più intense e struggenti della band romana, ospite nella prima serata di Sanremo 2022.
La canzone racconta una favola sull’adolescenza, che si conclude senza un lieto fine.
Luca Dondoni per “La Stampa” il 2 febbraio 2022.
Amadeus gliel'aveva promesso l'anno scorso dopo la vittoria con Zitti e Buoni: «La prossima volta che venite qua vi vengo a prendere». E ieri in diretta si è messo il cappello da autista e li ha caricati sul go kart, tutti in nero, glitter e stelle sui capezzoli compresi, per portarseli sul palco dell'Ariston a cantare, naturalmente, Zitti e buoni.
Per poi salutare con la ballata Coraline e scoppiare in lacrime: Damiano non trattiene l'emozione, Amadeus con la tenerezza e l'orgoglio di un padre gli prende la testa tra le mani.
Cosa provate ragazzi a tornare dove tutto è incominciato?
«È sempre bello tornare a casa. Anzi per noi è vitale, ci fa rimanere con i piedi ancorati a terra. Sanremo è casa: siamo arrivati un anno fa senza alcuna aspettativa, ma da quel momento in poi è cambiato tutto, improvvisamente.
È passato un anno, abbiamo fatto il giro del mondo e siamo di nuovo qui a festeggiare tutto quello che ci è successo, sullo stesso palco di un anno fa, con il pubblico di Sanremo e con Amadeus, il primo a credere in noi. Senza di lui tutto questo non sarebbe successo».
Cosa vi ha colpito di più dell'esperienza americana?
«È un posto incredibile, tutto va veloce e per noi lo è stato ancora di più. Quando arrivavamo nei posti dove ci siamo esibiti eravamo sempre "gli Italiani" e ne siamo orgogliosi. Ritrovarci sul palco degli American Music Awards accanto a Bruno Mars, Olivia Rodrigo, Coldplay, ricevere un invito dai Grammy e dopo solo pochi mesi ritrovarci sul palco del Saturday Night Live è stato incredibile e velocissimo.
Gli Stati Uniti sono il paese delle opportunità, come si dice di solito e forse è vero. Lo è per noi, in questo momento ce ne sta dando tante, non vogliamo perderne nemmeno una e stiamo lavorando tutti i giorni per questo».
Un aneddoto vissuto durante questo giro del mondo?
«Un sacco di incontri inaspettati e bellissimi. Dai consigli di Ed Sheeran davanti ad una birra, al pranzo con Chris Martin, alla serata con Beck in giro per Los Angeles e un sacco di altre cose che però è meglio non raccontare (scherziamo! )».
Sarete ai più importanti festival internazionali, poi le date in Italia e i concerti evento all'Arena di Verona e al Circo Massimo. Come vi sentite all'idea di un nuovo tour?
«Diciamo subito che siamo amareggiati e dispiaciuti per aver dovuto spostare le date italiane ed europee. Il live è il momento di vera unione con i fan e il nostro modo preferito di esprimerci.
Per fortuna abbiamo l'occasione di suonare ai festival quest' estate e siamo fortunati e felici di poterlo fare con il nostro team tecnico che ci accompagna sempre e ci ha seguito quest' anno in giro per il mondo. Il 9 luglio poi sarà una grandissima festa per noi, torneremo a suonare a Roma, a casa, in un posto bellissimo, il più bello del mondo».
Dove andrete domani?
«Casa a Roma dai nostri genitori e un ultimo impegno a Londra per i Brit Awards, per i quali siamo candidati in due categorie (International Group e International Song con I Wanna Be Your Slave, ndr). Tornati in Italia ci concentreremo sulla scrittura dei nuovi brani, useremo il tempo forzatamente lontano dai live per scrivere»
Sanremo 2022, la terza dose di Amadeus ha effetti sconvolgenti: share, cifre da matti (e caroselli in Rai). Libero Quotidiano il 02 febbraio 2022.
Ascolti record per la "terza volta" di Amadeus alla conduzione del Festival di Sanremo. La media di 10 milioni e 911 mila spettatori, pari al 54.7 per cento di share, raccolta dalla prima serata della kermesse migliora anche la performance del 2020, quando il debutto del primo festival targato Amadeus aveva fatto segnare 10 milioni 58 mila spettatori, pari al 52.2 per cento di share. La prima parte della prima serata del festival di due anni fa aveva avuto 12 milioni 480 mila spettatori con il 51.2 per cento di share, la seconda 5 milioni 697 mila con il 56.2 per cento.
L'hashtag #sanremo2022 è stata menzionata in rete 1.4 milioni di volte in meno di 24 ore dall'inizio della prima serata, secondo l'analisi della rete prodotta da Identità Digitale per Adnkronos. Il sentiment è positivo per il 25 per cento e solo il 13 per cento è negativo. I cantanti più citati sulla rete sul teatro dell'Ariston sono i Maneskin, Mahmood, Blanco, Achille Lauro, Amadeus e Fiorello.
Un pubblico giovanissimo che ha fatto volare le tendenze anche di twitter portando i Maneskin al top influencer della serata con un engagment dei loro tweet di 165K, al secondo posto Michele Bravi che ha coinvolto oltre 46 mila persone su twitter e Noemi che ha alzato il coro della rete per la sua esibizione e l'abito indossato per la serata.
Sanremo 2022, Mahmood e Blanco sbronzi dopo la prima serata: "Mi stavo cag***...". Intervista surreale. Libero Quotidiano il 02 febbraio 2022.
Cala il sipario sulla prima serata del Festival di Sanremo 2022 e in testa alla classifica c'è uno che la kermesse dell'Ariston la ha già vinta, ossia Mahmood, che questa volta si è presentato in coppia insieme a Blanco.
E a tarda sera, ecco che i due vengono intercettati dalle telecamere di Corriere.it. Peccato che con discreta approssimazione abbiano alzato un po' il gomito per celebrare questo primo successo (assolutamente legittimo, anzi... corretto). E lo confermano i due diretti interessati. Come state? "Bene bene molto bene", spiega Mahmood con fare un poco strano. "Ve lo aspettavate?", "No no...". "Questa complicità...".
Ed ecco che a questo punto Mahmood, ridanciano, confessa: "Eh, come dire in parole semplici... rido perché ho brindato un po'", ammette. "Lui invece ha giocato alla Playstation?". E Blanco: "Sì, ho giocato alla Playstation, me la sono sciallata, diciamo".
L'intervistatore ricorda: "Davanti al pubblico finalmente...". "Quello sì eh, davanti al pubblico, una grandissima emozione. Prima di salire avevamo il mood oratorio... felicioni, come fossimo due bambini. È stato bello", replica Blanco con frase un poco avventurosa. "Io mi stavo un attimino cag*** all'inizio. Quindi ho...", conclude Mahmood. Buonanotte...
Sanremo 2022, il "vaffa" di Fiorello: "Come Mattarella, voglia di stare qui zero". "Ci vediamo al funerale".
Libero Quotidiano l'01 febbraio 2022.
Non ha sciolto le riserve fino all’ultimo, ma alla fine Fiorello sul palco del teatro Ariston ci è salito davvero per il terzo anno consecutivo. E come sempre ha dato spettacolo, improvvisando un siparietto con Amadeus, che innanzitutto è stato costretto a presentare l’ingresso al Festival di Sanremo dell’amico in una maniera piuttosto bizzarra.
“Voglia di stare qui stasera, zero - ha letto il conduttore sul gobbo - lui è il Mattarella dell’intrattenimento, un ex amico, è Rosario Fiorello”. Lo showman non ha sceso le scale, ma ha fatto la sua comparsa tra il pubblico, misurando la temperatura a caso. Poi è salito sul palco e ha subito zittito Amadeus, che ha provato a dire “siamo felici che tu sia qui”. “Non parlare”, gli ha intimato Fiorello, che ha poi fatto una battuta sulla prima esibizione di Achille Lauro: “Sono curioso di sapere che voto gli ha dato l’Osservatorio Romano. Achille, la devi finire, per colpa tua ho avuto le guardie svizzere che mi seguivano l’anno scorso”.
“La prima volta sono venuto per amicizia - ha spiegato Fiorello - la seconda per confermare l’amicizia, la terza per romperla. La prossima volta ci vediamo direttamente al funerale”. E sull’ipotesi di fare anche un quarto Sanremo: “No, il prossimo direttore artistico deve essere il generale Figliuolo. Darebbe di sicuro priorità prima agli over 80…”.
Fabrizio Biasin per Libero Quotidiano il 2 febbraio 2022.
Oggi sapremo. Come "cosa", sapremo come sono andati gli ascolti no? Come "chissenefrega", sono la cosa più importante da quando Sanremo è Sanremo! Soprattutto quelli della prima serata. Ecco, diciamo pure che non abbiamo la minima idea di come possa essere andata, ma di sicuro... è andata. La "prima" della 72esima edizione, che poi è la terza griffata Amadeus, ha zigzagato tra canzoni più o meno belle, ospiti più o meno brillanti, ammennicoli vari e, non poteva andare altrimenti, "lei e lui".
Lei è la prima co-conduttrice dell'ambaradan, Ornella Muti, finita al centro delle- si fa per dire- polemiche per una questione di "droghe leggere libere" che lei ha liquidato in conferenza con- va detto - lucidità invidiabile: «Non giro certo per i Festival fumando canne... Io sono per la cannabis terapeutica, non per la canna ludica». La protagonista di capolavori come "Stasera a casa di Alice" (oh, a noi è piaciuto quello...) e vero idolo della Grande Madre Russia (i figli di Putin la amano) scende le scale dell'Ariston alle 21.05 e sembra parecchio a suo agio (nel 2022 non si può dire perché è un attimo che ti danno del sessista ma, oh, è sempre una gran bella donna).
Un paio di impicci tecnici le tolgono la voce, il pubblico si fa sentire («non sentiamoooo!»), Ama ordina di sistemare i microfoni («altrimenti cosa l'ho fatta venire a fare la gente fino a qua...»), Ornella tiene botta e chiede di sentire il ritornello di "Non ho l'età". Insomma, se la cava con la semplicità che è sempre un bel modo per portare a casa la pagnotta. Ma c'è pure un "lui" da celebrare, questa volta molto più abituato a siffatto palco, se è vero come è vero che, anche questa volta, ha scelto di non lasciare solo il "fratello" Amadeus. E uno dice «sì ma al terzo anno filato chissà che barba Fiorello, farà il solito gioco aperitivo da Villaggio Turistico, le solite gag, ormai lo conosciamo».
IL DIVERTIMENTO È SERVITO E infatti è così, Rosario fa Rosario, ma a differenza dell'eroica edizione 2021, quella senza pubblico, questa volta l'ex Karaoke può esaltarsi con le signore e i signori della platea e ne trae vantaggio a tonnellate. La gag è servita: Amadeus fa da spalla e legge dei fogli scritti a mano dal siculo, butta dentro la storica gag «sai chi ti saluta tantissimo» (e il coro: «StocaSSoooo!»), quindi arriva lui, Rosario dalla Trinacria sulle note di "Fra Martino", prova la febbre a tutti, Amadeus dice «è il Mattarella dell'intrattenimento!» e il pubblico è in visibilio, praticamente a costo zero. «Sono qui per la terza volta, sono la terza dose, sono il booster dell'intrattenimento!». Osanna. «Sono qui per rompere l'amicizia con te. Per convincermi a venire qui hai mandato persino tuo figlio Josè a dirmi "non lasciare solo papà!" Vergogna!».
Cazzeggia con l'amico di una vita, butta dentro il coro per il Presidente rieletto («Maaat-tarellaaaa!»), trattasi di risate facili («non credete ad Amadeus quando dice che il quarto non lo farà! L'anno prossimo chiamate il Generale Figliuolo al posto suo!»), ma ben assortite. E in fondo l'Italia dopo due anni di rotture di maroni, pandemie, crisi, tamponi, elezioni presidenziali grottesche, aveva bisogno di questa roba qua. Risate facili. E del bacio "mascherato" tra il direttore di Rai1 e Ama.
La classifica e le votazioni della prima serata del 72esimo festival della canzone. Sanremo, la classifica della prima serata: in pole Mahmood e Blanco con “Brividi”. Elena Del Mastro su Il Riformista il 2 Febbraio 2022.
La prima serata del 72esimo Festival di Sanremo si è conclusa con la prima classifica parziale dei primi 12 artisti in gara. Con il voto della sola sala stampa, e solo sui primi 12 artisti in gara (gli altri 13 gareggeranno nella seconda serata), è in testa il duo Mahmood e Blanco con ‘Brividi’, seguiti da La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Noemi, Michele Bravi, Rkomi, Achille Lauro, Giusy Ferreri, Yuman, ultima provvisoriamente Ana Mena.
Sanremo, la classifica della prima serata
1) Mahmood e Blanco
2) La rappresentante di lista
3) Dargen D’Amico
4) Gianni Morandi
5) Massimo Ranieri
6) Noemi
7) Michele Bravi
8) Rkomi
9) Achille Lauro
10) Giusy Ferreri
11) Yuman
12) Ana Mena
Il 72esimo Festival di Sanremo è iniziato martedì 1 febbraio e durerà fino a sabato 5 febbraio. Saranno 25 gli artisti in gara per 25 canzoni inedite. La votazione vedrà il debutto di un nuovo sistema integrato, durante le prime due serate, con tre giurie autonome di giornalisti accreditati: carta stampata, Radio e Tv, Web.
Nella quarta e nella quinta serata voteranno come unica componente la Giuria della Sala Stampa, Tv, Radio e Web. Poi interverranno il Televoto e la Giuria “Demoscopica 1000”. La Giuria “Demoscopica 1000” sarà composta da mille componenti selezionati “secondo selezionati con criteri specifici, che voteranno attraverso un’applicazione ad essi dedicata”.
Come funzionano le votazioni di Sanremo 2022
Durante le prime due serate si esibiranno 12 o 13 artisti in gara e voteranno i giornalisti divisi per l’occasione in tre componenti diverse e autonome, tutte con il peso di un terzo sul risultato complessivo delle votazioni. A fine serata ci sarà una prima classifica delle canzoni eseguite. Durante la terza serata gli artisti in gara si esibiranno nelle loro canzoni e voteranno il pubblico tramite il televoto e la giuria Demoscopica 1000, entrambi con un peso del 50% sul risultato complessivo delle votazioni. La media delle percentuali di voto complessive determinerà una nuova classifica generale.
Durante la quarta serata il voto sarà articolato al 34% del risultato sul Televoto, 33% giuria della Sala Stampa unita, 33% Demoscopica 1000. La nuova classifica generale sarà definita sulla base delle percentuali di voto complessive ottenute dagli artisti nella serata con quelle ottenute nelle serate precedenti. Alla serata finale voterà solo il pubblico tramite il Televoto. Le prime tre canzoni classificate saranno riproposte e le votazioni precedenti azzerate. Peserà il pubblico con il televoto al 34%, la Sala stampa al 33%, la Demoscopica 1000 al 33%.
Saranno conferiti, oltre alla canzone e all’artista vincitori del Festival, l’Interpretazione della Cover più votata, il Premio al Miglior Testo, il Premio alla Migliore Composizione Musicale, il Premio della Critica. L’Artista vincitore del 72° Festival della Canzone Italiana parteciperà, in rappresentanza dell’Italia, all’edizione 2022 dell’Eurovision Song Contest, su richiesta di RAI.
Sanremo, il programma della seconda serata
Seconda serata, mercoledì 2 febbraio, della alla 72esima edizione del Festival di Sanremo. Partirà, alle 20:40 sul palco dell’Ariston e in diretta su RaiUno. Per la terza volta consecutiva il direttore artistico e conduttore dell’evento è Amadeus. 25 gli artisti big in gara.
Si esibiranno 13 cantanti in gara dopo i primi 12 di ieri. Amadeus sarà accompagnato alla conduzione dall’attrice Lorena Cesarini. Gli ospiti saranno la cantante Laura Pausini e il comico e attore Checco Zalone. Dovrebbe essere confermata la presenza anche di Fiorello. Dalla nave, in collegamento Ermal Meta. La scaletta dei cantanti in gara, per ordine alfabetico in attesa dell’ufficializzazione dell’ordine. Gli artisti big che si esibiranno nella gara con le loro canzoni inedite saranno i seguenti:
Aka 7ven – Perfetta così
Ditonellapiaga con Rettore – Chimica
Elisa – O forse sei tu
Emma – Ogni volta è così
Fabrizio Moro – Sei tu
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia
Highsnob e Hu – Abbi cura di te
Irama – Ovunque sarai
Iva Zanicchi – Voglio amarti
Le Vibrazioni – Tantissimo
Matteo Romano – Virale
Sangiovanni – Farfalle
Tananai – Sesso Occasionale
Elena Del Mastro. Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
La rubrica sulla 72esima edizione della kermesse. Quiz Sanremo, prima serata del Festival: si piange forte, dove ci porta la Papamobile di Amadeus? Antonio Lamorte su Il Riformista il 2 Febbraio 2022.
E “io non guardo Sanremo, perché è una merda” e ci mancherebbe. E pazienza per tutti quelli che vedono lo stato del Paese in cinque giorni di Festivàl, per le rime cuore-amore ormai estinte, per la “Città dei Fiori”, per la “kermesse” lemma altrimenti inesistente, per chi si spende a scrivere tweet divertenti o intelligenti. Quelli che “io non guardo Sanremo” non saranno neanche mossi a compassione dalle lacrime di Amadeus e di Damiano dei Maneskin.
Quelli lì, i franchi tiratori del Festivàl, non si smuovono ma a Sanremo non interessa: perché Sanremo aspira, insiste a farsi metafora del Paese, compendio della Penisola, anche di quella parte che si ostina o non si sforza nemmeno per ignorarlo. La kermesse persiste a fornire rappresentanza: una Balena Bianca. E tutti i complimenti per il cast “ben assortito” tra giovani e vecchi, il ricambio generazionale che manca al Paese e che qualcuno vede in Amadeus che va a prendere i Maneskin in golf cart, il maschio virile e patriarcale fatto a pezzi dai maschi sul palco. Sarà. È intanto canzoni che oggi arrivano da domani saranno ovunque o quasi, e uno show che si rinnova per non cambiare mai, e un finale sempre a sorpresa almeno negli ultimi anni.
È lo stesso Paese che per la seconda volta consecutiva, senza precedenti, ha costretto il Presidente della Repubblica in carica a restare per un altro mandato. L’Amater, la terza dose di Amadeus da conduttore e direttore artistico, altro segno di continuità, era stato annunciato come l’evento della gioia. Si è pianto soprattutto, e forse pure dalla gioia, per cominciare. Le canzoni, in qualche modo, faranno anche quelle piangere da qui alla fine. “Festival di Sanremo”, come genialmente realizzava Gianni Mura, resta pur sempre l’anagramma di “Rime Sfonda Stivale”. Questa è una rubrica.
Quiz Sanremo 2022
Amadeus ha pianto per:
a. Il pubblico greenpassato e di nuovo all’Ariston
b. L’operazione di chirurgia plastica al pene
c. Quelle due battute in inglese con l’Harlem Gospel Choir
d. Per le maledizioni dei Jalisse (esclusi dalla gara)
L'”imprevedibilità”, parole di Amadeus, di Achille Lauro è:
a. Assolutamente disarmante
b. Vera: se da quattro anni non vedi la tv e non apri i social
c. Provata: non ha baciato alcun uomo in diretta su Rai1
d. Un altro risultato della cancel culture
Fiorello per il Festival di Sanremo è:
a. Indispensabile
b. Il kingmaker
c. Lo zio ubriaco al pranzo di Natale
d. L’animatore capo del villaggio
Massimo Ranieri, noi non perdiamo l’amore ma lei, prima della fine del Festival:
a. Faccia gli addominali sul palco
b. Faccia gli addominali sul palco
c. Faccia gli addominali sul palco
d. Faccia gli addominali sul palco mentre canta Perdere l’amore
L’indie (La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico) a Sanremo rappresenta:
a. La quota acqua gym
b. Diversamente giovani vestiti coloratissimi
c. “Ma chi è questo?”
d. Quello che è stata la rubrica di Mastella nella maratona Mentana
Trova l’intruso:
a. Michele Bravi per il suo look si è ispirato Edward Mani di Forbice
b. Gianni Morandi canta una canzone che sembra una sigla dei cartoni animati scritta da Jovanotti
c. Rkomi ha una vaga fissazione per le automobili
d. Il Partito Repubblicano di Salvini non è un sogno ma una solida realtà
Ornella Muti, promossa per:
a. Il padre che le faceva ascoltare Non ho l’età come una regola da seguire
b. I ricordi del grande cinema
c. Il promemoria: “a che ora finisce? Abbiamo sonno”
d. La legalizzazione della marijuana
La papamobile (un golf-cart in realtà) che Amadeus ha usato per andare a prendere i Maneskin è stata:
a. Il momento Pippo Baudo (“l’ho inventato io”) di Amadeus
b. La voglia di ripartire, insieme, del Paese
c. Il siparietto più trash del Festivàl, di già (l’arrivo in motocicletta di Raoul “Don Massimo” Bova ha riaperto subito la partita)
d. Una citazione di “Cado dalle nubi di Checco Zalone”
Sì, va bene tutto, ma IL momento saliente è stato:
a. La platea a ballare in piedi (e preghiamo per le discoteche)
b. Gli opposti, il nero e il bianco, dei favoriti Mahmood e Blanco, occhi negli occhi
c. I Maneskin che hanno incendiato le cariatidi in sala
d. Le rose e le spine dell’abito di Orietta Berti
RISULTATI! (corrispondono alla maggioranza delle risposte date alle domande):
a. L’artista big primo in classifica vincerà il Festival – e quindi Mahmood e Blanco
b. Piangerai anche tu, prima o poi: stiamo a cocci
c. Sanremo è una merda
d. Desideri che Amadeus avesse dirottato la papamobile (o come si chiama) e via, con dietro un inseguimento alla OJ Simpson, il sequestro delle star più star – un colpo di scena vero, ispirato soltanto dalle canzoni, queste canzonette: grottesca e gioconda forma del tempo
Antonio Lamorte. Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.
La prima polemica della 72esima edizione della kermesse. Ornella Muti e la marijuana, la polemica sulla cannabis a Sanremo: “Non rollo nel backstage”. Antonio Lamorte su Il Riformista l'1 Febbraio 2022.
Ornella Muti ha scatenato un piccolo caso a Sanremo: il primo caso dell’edizione, sulla marijuana. L’attrice sarà la madrina della prima serata della del Festival. La kermesse al via stasera, fino a sabato 5 febbraio, vedrà in gara 25 artisti big, niente categoria giovani, una serata cover e tante sorprese. Gli ospiti di stasera saranno Fiorello, i Måneskin, Matteo Berrettini, Raoul Bova, Nino Frassica, Claudio Gioè e i Meduza. “Sono molto emozionata e anche onorata … Certo, un po’ di paura ce l’ho!”, ha detto l’attrice – 50 anni di cinema alle spalle, debuttante al Festival – in conferenza stampa.
Il caso era iniziato con una fotografia: Muti e la figlia Naike Rivelli, in posa, con due collanine con dei ciondoli a forma di foglie di marijuana. Le due sostengono la legalizzazione della cannabis e sono attive con un’associazione che ha come obiettivo quello di “fornire supporto ai malati e dar vita a iniziative di green economy”. Mamma e figlia lo scorso settembre avevano lanciato una nuova linea di prodotti realizzati con la cannabis. Un vero e proprio impegno politico insomma. È bastata quella foto a far esplodere il primo caso.
I deputati di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali hanno denunciato: “Riconosciamo in Ornella Muti una grande icona del cinema italiano, ma riteniamo improprio il sostegno alla liberalizzazione della cannabis espresso in un post da parte della co-conduttrice di Sanremo – hanno dichiarato – non vorremo che Sanremo possa diventare il megafono delle posizione del fronte della cannabis libera e del referendum. Tanto più di fronte ai recenti fatti di cronaca che vedono coinvolta la sorella di Ornella Muti, Claudia, in una maxiretata per smercio di sostanze stupefacenti. La riteniamo un’esternazione impropria. L’uso della cannabis in Italia è illegale, se non per uso terapeutico”. E puntuale è arrivato anche il tweet del segretario della Lega Matteo Salvini: “La droga è morte, e sempre e comunque la combatterò. Onore ai ragazzi e alle ragazze che, a San Patrignano e in tutta Italia, lottano per la vita e per la libertà dalle dipendenze”. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha chiesto l’espulsione dal Festival dell’attrice.
Muti ha quindi risposto in conferenza stampa: “Quando parlo di cannabis mi riferisco a quella legale. Non giro nel backstage rollando canne”, ha detto l’attrice. “Spingo l’aspetto terapeutico della cannabis, non spingo assolutamente l’aspetto ludico della canna. Mi curo omeopaticamente ed è una mia scelta, che grazie a Dio non è vietata ma ci sono testi e persone più giuste di me per parlare di questi temi, dell’uso della cannabis per i bambini epilettici, per le persone malate: non è che un bambino debba fumare una canna, la cannabis è una pianta che dà oli, estratti, è una scelta del paziente se usarla o no”.
Ha parlato anche della sua esperienza personale – “Mia mamma ha avuto anni difficili prima di morire e non sono riuscita a darle la cannabis terapeutica, ho dovuto rimpinzarla di psicofarmaci che annebbiavano la coscienza, l’ho persa senza poterle dire ciao perché non mi riconosceva più. Ognuno deve fare quello che si sente, io mi sento bene così, mi spiace che venga confuso, tutto qua” – e sul referendum sulla cannabis legale – “La questione del referendum è una cosa più complicata per me da gestire anche se penso che oggi legalizzare la cannabis forse sarebbe la cosa migliore visto che girano droghe più pesanti e pericolose. È come il bere, beviamo tutti, ma poi ci sono ragazzini che vanno in coma etilico. Bisogna stare attenti, vedere legalizzando cosa succede”.
Sull’ammissibilità del referendum sulla Cannabis legale (che prevede la depenalizzazione per la coltivazione e l’uso personale) si esprimerà la Corte Costituzione il prossimo 15 febbraio. La co-conduttrice della serata inaugurale ha ricevuto un mazzo di cannabis mandatole dal Comitato Promotore Referendum Cannabis. A consegnarglielo Antonella Soldo di Meglio Legale, co-promotore del Referendum Cannabis Legale insieme all’Associazione Luca Coscioni, che questa estate, in una sola settimana ha raccolto oltre 600.000 firme. Radicali che hanno risposto alle accuse di Gasparri. A lanciare segnali sulla questione anche il cantante in gara Dargen D’Amico: che ha calcato il carpet con le foglie di marijuana stampate sui calzini.
Antonio Lamorte. Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.
Da adnkronos.com l'1 febbraio 2022.
"Sono emozionata, spaventata e felice: spero di far bene quello che devo fare...". Queste le prime parole di Ornella Muti, ospite d'onore a Sanremo 2022 nella prima serata del Festival, durante la conferenza stampa dal Casinò di Sanremo, al fianco del conduttore Amadeus.
L'attrice torna quindi sulla polemica a tema marijuana dopo le foto con la figlia Naike pubblicate ieri su Instagram. "Non giro certo per i Festival fumando canne..."., risponde piccata sulle immagini con la medaglietta con il simbolo della marijuana. "Io sono per la cannabis terapeutica, non per la canna ludica - tiene a specificare -.
Difendo il diritto delle persone di dire 'io mi voglio curare così, io mi sento bene così'. Mi dispiace che venga confuso, tutto qua".
Quanto alle polemiche sollevate da alcune parti politiche, ultima Fdi, "la cannabis per scopo terapeutico è già legale, non è tema di alcun referendum. La cannabis viene associata alla canna e mi dispiace per questa polemica".
Da leggo.it l'1 febbraio 2022.
Due collanine con dei ciondoli a forma di foglie di marijuana e la prima polemica politica del festival di Sanremo è servita. Ci ha pensato Ornella Muti a porgere su un vassoio d'argento, sui social, lo spunto per far gridare allo scandalo gli antiproibizionisti. Con una foto postata sul profilo Instagram, dove l'attrice, che è la coconduttrice scelta da Amadeus per la prima serata del festival, appare in bigodini in una pausa delle prove al Teatro Ariston con accanto la figlia Naike Rivelli.
Entrambe indossano una collanina con le foglie di erba messe volutamente in evidenza. E se ne accorgono subito i deputati di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali. «Riconosciamo in Ornella Muti un'autorevole artista e grande icona del cinema italiano ma riteniamo improprio il sostegno alla liberalizzazione della cannabis espresso in un post da parte della co-conduttrice di Sanremo», affermano i due parlamentari.
«Non vorremmo che il Festival di Sanremo possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum», aggiungono. «Tanto più di fronte ai recenti fatti di cronaca che vedono coinvolta la sorella di Ornella Muti, Claudia, in una maxiretata per smercio di sostanze stupefacenti. Manteniamo certo un atteggiamento garantista ma la riteniamo un'esternazione impropria. Ricordiamo che l'uso della cannabis in Italia è illegale, se non per uso terapeutico», concludono.
Sanremo preso di mira dalla Lega: interrogazione a Fuortes (Rai). VANESSA RICCIARDI su Il Domani il 02 febbraio 2022.
Per i leghisti il festival si sarebbe macchiato di oltraggio alla religione cattolica, «ideologia comunista» e ammiccamento alle droghe. Già il giorno prima il segretario Salvini se l’era presa con Ornella Muti, la conduttrice che ha affiancato Amadeus nella prima serata
Matteo Salvini ha cominciato con un post contro la conduttrice della prima serata di Sanremo, Ornella Muti, e il giorno dopo la Lega ha deciso di rilanciare la crociata contro Sanremo annunciando un’interrogazione in commissione di vigilanza Rai all’indirizzo all’amministratore delegato Carlo Fuortes. Per loro c’è di mezzo l’oltraggio alla religione cattolica, l’«ideologia comunista» e l’ammiccamento alle droghe: «Rappresentare l'Italia attraverso un oltraggio alla religione cattolica, con il pugno chiuso dell'ideologia comunista o con pericolosi ammiccamenti alla liberalizzazione delle droghe è offensivo nei confronti della stragrande maggioranza degli italiani».
I PASSAGGI
I riferimenti sono alla prima serata del Festival. Il gruppo La Rappresentante di lista ha infatti chiuso l’esibizione con il pugno alzato: «Si è confusa l'espressione artistica con la sua più grottesca caricatura» prosegue il comunicato Lega. Il rapper Achille Lauro invece ha inscenato un “autobattesimo” dopo aver cantato il suo brano Domenica con un gruppo gospel.
E ancora il caso Muti. La presentatrice infatti ha difeso l’uso della cannabis terapeutica durante la conferenza stampa di Sanremo e pubblicato un post con un ciondolo con una foglia di marijuana: «Anche un tema delicato come l'uso terapeutico della cannabis –dicono i parlamentari - è stato piegato a favore di chi vorrebbe far circolare liberamente qualsiasi droga, per di più illudendo qualcuno sulla possibilità di pericolose auto-terapie fuori dalle prescrizioni mediche».
Il segretario della Lega ha dettato la linea con un post su Instagram facendo i complimenti a Fiorello e lamentandosi dei «saluti comunisti», «battesimi a petto nudo» e «spot alle droghe».
Per i leghisti bisogna fare chiarezza: «La prossima settimana l'amministratore delegato Fuortes dovrà rispondere a queste e altre domande: «Il successo di pubblico del Festival non si può comprare prostituendo la sua natura». Questa mattina infatti è stato reso noto che il programma condotto e diretto da Amadeus ha toccato il 54 per cento di share, con oltre dieci milioni di spettatori.
VANESSA RICCIARDI. Giornalista di Domani. Nasce a Patti in provincia di Messina nel 1988. Dopo la formazione umanistica tra Pisa e Roma e la gavetta giornalistica nella capitale, si specializza in politica, energia e ambiente lavorando per Staffetta Quotidiana, la più antica testata di settore.
La guerra in Rai non si placa. Ornella Muti crocifissa per un ciondolo di marijuana, polemiche inutili a Sanremo. Marco Zonetti su Il Riformista il 2 Febbraio 2022.
Sanremo 2022 non è ancora iniziato e già infuriano le polemiche, scoppiate tutte assieme dopo una settimana mediatica dedicata all’altra kermesse – quella quirinalizia. In primis la foto pubblicata su Instagram da Ornella Muti, co-conduttrice della prima serata a fianco di Amadeus. Foto nella quale sfoggia un ciondolo con l’effigie della cannabis. Subito è insorto Fratelli d’Italia con l’on. Federico Mollicone che ha annunciato un quesito in Vigilanza Rai invitando chi di dovere all’Ariston a richiedere «il certificato tossicologico a chi salirà sul palco». L’attrice si è schermita dichiarando di spingere «l’aspetto terapeutico della cannabis» ma non quello “ludico”, specificando che: «addirittura pensano che io giri per il backstage donando canne».
L’autodifesa non ha convinto Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha annunciato interrogazione in Vigilanza. Muti «parla di cose che non conosce dicendo autentiche castronerie». E il senatore aggiunge: «I dirigenti della Rai riservino Sanremo per le canzoni, non per far dire assurdità a ruota libera da chi, inoltre, è promotrice dell’attività della “Ornella Muti hemp club” che si occupa di uso terapeutico della cannabis… L’attrice va esclusa da Sanremo subito, soprattutto per questo possibile uso a scopo commerciale del Festival». Sia Gasparri sia Mollicone hanno ricordato la «maxiretata per smercio di stupefacenti» che ha visto l’arresto della sorella della Muti, Claudia Rivelli.
Michele Anzaldi (Iv), Segretario della Vigilanza, ha invece parlato al Riformista di «inutile polemica» su una vicenda in fase di risoluzione dopo il successo della raccolta firme per il referendum per la legalizzazione della cannabis, in attesa della decisione della Corte Costituzionale prevista il 15 febbraio sulla data della consultazione. «Se la foto della Muti serve a far parlare di droga, ben venga. Per la prima volta il Festival di Sanremo avrà prodotto qualcosa di buono».
Oliviero Toscani ha dichiarato all’Adnkronos che si tratta della «polemica tipica di chi è peccatore e vede solo peccati degli altri». Puntualizzando che il crocefisso lo «scandalizza di più del ciondolo a forma di foglia di marijuana. La croce mi ha sempre fatto molta impressione». Sempre all’Adnkronos, Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, agenzia nazionale di Croce Rossa Italia per le dipendenze patologiche, ha commentato: «Quella di Ornella Muti è una mossa studiata, una vecchia attrice che così ritorna a far parlare di sé e ad andare sui giornali… Non credo che la gente inizierà a fumare marijuana perché vede il ciondolo. Dobbiamo vedere queste cose con tolleranza, non dargli un’importanza che non hanno». Ma le polemiche non fiscono qui. Il tweet del direttore di Rai1 Stefano Coletta, secondo cui la Muti è «una donna che oltre la bellezza ha anche una bellissima testa» ha invece suscitato l’ironia, fra gli altri, di Annalisa Cuzzocrea che ha commentato: «Ma tu pensa che cosa rara».
Restando in odore di sessismo, la deputata dem Chiara Gribaudo ha deplorato invece l’assenza di donne nella conferenza stampa del Festival. «E niente, nonostante il protocollo no women, no panel, ecco come viene raffigurato il più grande evento della Rai. In conferenza stampa tutti uomini. Ma com’è possibile? Poi però tutti indignati della politica eh mi raccomando». Chiosa finale che palesa la ferita ancora aperta dell’accusa di “sconfitta della politica” per il Mattarella bis. E fa discutere la presenza di Roberto Saviano all’Ariston per parlare della strage di Capaci. Presenza che, per l’on. Mollicone di Fdi, è «un oltraggio al tema stesso». Il Commissario in Vigilanza annuncia quesito all’Ad e alla Presidente Rai e specifica: «Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista».
Poteva mancare in questa rapsodia una polemica sui vaccini? Il direttore di Rai1 ha precisato che per i cantanti in gara non esiste obbligo di vaccino e che la selezione degli artisti non può discriminare tra vaccinati e no vax, in quanto «dati sensibili che la Rai non può chiedere». Il tutto il 1 febbraio, quando scatta l’obbligo vaccinale per gli over 50 e il green pass rafforzato è obbligatorio per l’accesso a spettacoli aperti al pubblico in locali d’intrattenimento dal vivo e in altri locali con capienza al 100% (ovvero l’Ariston durante il Festival). Inutile dire che i no green pass stanno facendo fuoco e fiamme.
Ps: In pieno fermento per Sanremo, il direttore della Tgr Casarin, d’accordo con l’Ad Rai Fuortes, ha comunicato che resta valido il piano editoriale illustrato il 13 gennaio 2022. Piano bocciato dai giornalisti della testata (in polemica soprattutto con il taglio all’edizione notturna) e che verrà senz’altro ribocciato. Da Viale Mazzini ci dicono che la decisione di Casarin nasca per sfregio ai sindacati e in parte al Cda Rai. Incurante delle canzonette, la guerra continua. Marco Zonetti
ANTONIO BRAVETTI per la Stampa il 2 febbraio 2022.
Altro che federazioni di centrodestra o alleanze da rifondare sotto il vessillo di Giorgia Meloni. La sfida all'O.K. Corral tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio? Può attendere anche quella. Archiviato il Quirinale, per la politica non c'è nulla di meglio del festival di Sanremo. Un riflesso pavloviano che ogni anno, all'aprirsi del sipario del Teatro Ariston, fa scattare la vis polemica di leader e peones.
Saviano vuol parlare di Falcone e Borsellino? Al deputato parte automatico il comunicato, meglio del martelletto sul ginocchio. Impossibile resistere alla polemica. Il partito di Giorgia Meloni chiede addirittura «l'esclusione» di Saviano dal Festival.
«La sua presenza per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso- s' inalbera Federico Mollicone, deputato di Fdi e membro della commissione di Vigilanza Rai, che annuncia un'interrogazione - Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista». Replica dei 5 stelle: «Scioccante che si veda una minaccia in uno scrittore e giornalista che ha saputo raccontare a tutti gli italiani la realtà e l'orrore delle mafie». Pari e patta? Neanche per sogno.
Antonio Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio, si domanda: «Perché dare voce a Saviano? Io avrei preferito che a parlarne fosse il presidente Mattarella». Che giovedì, giorno di Saviano, ha già un impegno: deve giurare in Parlamento. C'è un'interrogazione parlamentare pronta anche per Ornella Muti, rea di aver sponsorizzato la cannabis. Per dire: mentre Pd e Leu ne presentano una alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese sulle manganellate agli studenti, c'è chi ne prepara una sull'attrice. Il peccato? Ostentare, insieme alla figlia Naike, una collana decorata con foglie di cannabis.
L'interrogazione porta la firma di Mollicone. Sempre lui, in trance agonistica: «Depositerò oggi stesso un quesito in commissione di Vigilanza Rai» contro «il lancio di messaggi impropri che possano riguardare la cannabis e l'uso di sostanze stupefacenti che possano fuorviare il pubblico». Meglio di due interrogazioni in un giorno c'è solo il test anti-droga per conduttori e musicisti. «Chiedo ai vertici Rai se non ritengano necessario sottoporre all'esame tossicologico i conduttori e gli artisti che si esibiranno».
Sex, drugs & Mollicone. A settembre, val la pena sottolineare, Ornella Muti e figlia hanno lanciato una no profit, Ornella Muti Hemp Club, che commercia prodotti a base di cannabis. Viene il dubbio che forse si tratti di pubblicità. Ma per Matteo Salvini l'argomento è serio, il gioiello a forma di cannabis è pericolosissimo: «La droga è morte, e sempre e comunque la combatterò», grida sui social. In teoria negli stessi minuti in cui sbotta su Facebook, il segretario della Lega è impegnato, a Milano, in un importante consiglio federale. Deve convincere i suoi, e gli alleati, a dar vita a una federazione di centrodestra. Non un'impresa facile.
Ma vuoi mettere? Lo sanno tutti: tira più una foglia di cannabis che una polemica con Toti o «i governatori del nord-est», altra categoria dello spirito che, nei giorni di Sanremo, potrebbe benissimo essere il nome di una boy band. A Maurizio Gasparri, invece, non gliela si fa: «L'attrice va esclusa da Sanremo subito, soprattutto per il possibile uso a scopo commerciale del Festival».
Poi, con eleganza, aggiunge: «Siccome siamo garantisti non estendiamo le polemiche nei confronti di sua sorella Claudia, coinvolta in una maxiretata relativa a sostanze stupefacenti». Dall'interrogazione all'esposto. «Monitorerò con attenzione e sono pronto a un esposto se Muti promuove la cannabis in diretta. Lo farei per i minori» annuncia l'ex parlamentare Carlo Giovanardi, quello del cuscino rosso di Federico Aldovrandi («Mica è sangue») e di Stefano Cucchi «morto per droga».
Neanche il governo tace. Muti «stimola una discussione meno bacchettona e meno bigotta», si sbilancia il ministro Andrea Orlando. «Grazie Ornella Muti», dice il radicale Riccardo Magi. Enrico Aimi, senatore di Fi, prova col calembour: «Dalla Muti parole 'stupefacenti'», con tanto di apici, magari qualcuno non cogliesse il gioco di parole. Intanto si fa sera, tutti davanti alla tv.
Federica Macagnone e Francesco Persili per Dagospia l'1 febbraio 2022.
ARIDATECE BUKOWSKI – Il delirio di Emis Killa su Twitter: “Voglio morire ubriaco per vomitare davanti alle porte dell’Ariston. La cosa più brutta delle persone, è tutta la saccenza e la spocchia che mettono nell’esprimere sprezzo su personalità vincenti di ogni ambito. Il 99% di questi vive nella mediocrità (e non si parla di soldi), non ha gusto per abbinare due calzini ma parla”. Il gran finale: “Bukowski in confronto a me era affabile”
LA NONNA PIU’GNOCCA D’ITALIA – Ornella Muti show in conferenza stampa. Parla di cannabis terapeutica (“Sciocco riferirsi alla canne”) e replica al teatro di Pordenone che chiede il cachet di Sanremo come risarcimento (“Si diede malata ma era da Putin”). “Avranno la risposta che devono avere ma non certo da me. La cittadinanza russa? Mi è stata offerta ma non ho ancora deciso. La canzone del cuore di Sanremo? Ne vorrei parlare questa sera…”
DELL’ELMI DI SCIPIO – “Maria Giovanna, ti sei rincoglionita?”, Iva Zanicchi a “Storie italiane” dà vita a un gustoso siparietto con Maria Giovanna Elmi che giustamente le ricorda: “Quando io ho presentato nel ’77 hanno vinto gli Homo Sapiens. “Iva, non mi confondere”. L’aquila di Ligonchio si arrende: “Tesoro, hai ragione”
MARRON(E) GLACE’ – Durante le prove un tecnico annuncia il “Maestro Michielin” ed Emma lo fredda: “Maestra!”. Il femminismo è questione di vocali? La Marrone meglio della Boldrinova e della Murgia.
SE NON KOBRA, QUANDO? Rettore a “Storie italiane” sibillina su Achille Lauro: "Sembra un ragazzino cresciuto. C'ha una testina piccola piccola ed è lungo, lungo, lungo". Non è un pitone, ma un gustoso boccone etc…
IO PENSO POSITIVO – Il direttore di Rai1 Stefano Coletta: “Abbiamo bisogno di positività”. Intanto il sottosegretario Sileri tranquillizza Amadeus: “Se asintomatico può stare sul palco e condurre Sanremo”
RE E REGINE – Avvisate i Maneskin! Loredana Bertè rivendica di aver cantato il primo pezzo rock al Festival nel 1986. Il brano, Re, fu scritto da Mango. Lei salì sul palco con il pancione finto. “Per molti è stato un errore, ma per me no. Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata ma è ancora più forte! Solo Sting mi capì e mi disse passando: "Wow that’ s amazing!" Invece la casa discografica mi strappò addirittura il contratto discografico…”
TI MANDO UN VOCALE DI DIECI MINUTI – Roberto Saviano ha mandato ad Amadeus un vocale con il monologo (sulla rivoluzione civile di Falcone e Borsellino) che porterà all’Ariston giovedì sera. In conferenza stampa il conduttore assicura che il vocale durava comunque meno di 10 minuti. Saviano puntualizza: “Interverrò a titolo gratuito”
CANTA, PREGA…AMA! Canna-gate, filosofia gender e il bikini della Santissima Trinità esibito sui social da Victoria dei Maneskin. Meno male che il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, tra i più duri oppositori della legge Zan, aveva chiesto ad Amadeus, alla Rai e agli artisti di “evitare di essere amplificatori di mode e ideologie”. La risposta del conduttore del festival non è tardata ad arrivare: "Io sono molto credente, ma dobbiamo essere consapevoli di lasciare la libertà agli artisti di esprimersi"
NOI SIAMO ANCORA QUA - Marinella Venegoni vintage. Ecco cosa scriveva la giornalista su “Stampa Sera” 40 anni fa. “Il personaggio più interessante della serata è stato sicuramente Vasco Rossi. C’entra con questo Festival come i cavoli a merenda, interpreta un personaggio scanzonato, beffardo, irriverente”.
Giuseppe Candela da Sanremo per Dagospia l'1 febbraio 2022.
Ventisei milioni di follower e un potere mediatico non indifferente. L'imprenditrice digitale Chiara Ferragni è da tempo corteggiata dal piccolo schermo da cui si tiene parecchio lontana, forse per evitare di bruciarsi. Gira voce che la moglie di Fedez abbia fornito due gentili ma netti no alla Rai che l'avrebbe voluta sul palco dell'Ariston ma anche, in alternativa, alla conduzione dell'Eurovision 2022. E la Ferragni costa parecchio, cifre che oggi solo le piattaforme possono permettersi.
Scorretto, anzi scorrettissimo. Il fenomeno Checco Zalone salirà domani per la prima volta nella sua carriera sul palco dell'Ariston. Dopo i tanti no degli anni scorsi ha ceduto alle lusinghe di Amadeus. Cosa farà? Un monologo legato all'attualità e lancerà una nuova canzone. Di cosa si tratta? Gira voce che il brano in questione dovrebbe occuparsi di pandemia. Alla Zalone style.
"Apri tutte le porte" è il titolo del brano cantato da Morandi e scritto da Jovanotti. L'artista di Cortona le porte invece le ha chiuse per ben tre volte al Festival dell'amico Amadeus. Rumors, chiacchiericci, è quasi fatta e per tre volte ha deciso di non salire sul palco come ospite. Gira voce che il direttore artistico, al netto delle dichiarazioni di rito, non avrebbe fatto i salti di gioia.
Brutta esperienza per Giovanni Pietro Damian: per tutti Sangiovanni. Nei giorni scorsi il cantante di Amici, reduce dal tormentone Malibù, prima di recarsi alle prove si è sottoposto, come da prassi, a un tampone rapido che ha fornito esito positivo. Per il cantante e il suo staff ore di panico e preoccupazione: il molecolare dopo ore è risultato negativo. Si era trattato di un falso allarme.
I vertici Rai sbarcano in Riviera per l'evento più importante della tv. È arrivata a Sanremo nelle scorse ore la presidente Marinella Soldi, un sostegno in vista del grande debutto. Nei prossimi giorni arriverà in Liguria, molto probabilmente per la finale, anche l'amministratore delegato Carlo Fuortes.
La pandemia concede una piccola tregua? Il trash esplode prepotente a Sanremo! Al Victory Morgana Bay, noto locale della città, questa sera per una serata dedicata al Festival ospiterà personaggi del calibro di Alex Belli, Adua Del Vesco, Paola Caruso, Gilles Rocca e tanti altri tronisti e habituè dei reality. Guest star della serata cipollino Massimo Boldi.
Torna il pubblico al teatro Ariston per la gioia del padrone di casa della kermesse. Quanto spendono gli spettatori per assistere alle serate? Per le prime quattro serate per un posto in platea servono 180 euro, si scende a 100 per la galleria. Costi che salgono per la finale: in platea si arriva 660 euro e 320 euro per la galleria. Con possibilità di abbonamento: 672 euro per le cinque serate viste dall'alto della galleria mentre per la platea bisogna sborsare 1.290 euro.
Gianni Morandi torna al Festival in gara, una notizia non di poco conta. L'artista di Monghidoro sfiderà nella gara dei big anche suo nipote Paolo Antonacci, figlio di Biagio Antonacci e Marianna Morandi. Paolo non è un cantante ma un autore e ha firmato il brano di Tananai dal titolo Sesso occasionale.
Altro che vita da nababbi! Amadeus e Fiorello, hanno scelto di soggiornare per il terzo anno consecutivo all'Hotel Globo. L'albergo sanremese ha dalla sua solo tre stelle ma con un grande e utilissimo pregio: è adiacente al Teatro Ariston, a circa 50 metri. Un passaggio veloce tra prove ed hotel comodo e senza troppe rotture.
Vi ricordate della bombastica Sylvie Lubamba? La showgirl per mancanza di show fuori al Teatro Ariston si è dimenata per diversi minuti per convincere gli addetti alla sicurezza a farla passare per poter fingere un passaggio sul red carpet (ora green per ragioni di sponsor). Alla fine l'ha spuntata e con un paparazzo già pronto lo scatto è stato portato a casa.
1) Quale nome della musica, non proprio irrilevante, ha il braccino corto. Dicono che per il Festival ha chiesto ai suoi collaboratori di lavorare gratis o solo con un rimborso spese. Di chi stiamo parlando?
2) Lei deve salire suo palco dell'Ariston ma tutti sono preoccupati per quello che combina una persona al suo fianco a dir poco svalvolata. Sorvegliata a vista dall'organizzazione per evitare altri casini. Chi è?
Da Ansa il 2 febbraio 2022.
"Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L'Osservatore è L'Osservatore". Così il direttore Andrea Monda. "Volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all'immaginario cattolico.
Niente di nuovo. Non c'è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta".
Dagospia il 2 febbraio 2022. Da Un Giorno da Pecora.
“Fiumi di legnate, fiumi di legnate tra noi, prima o poi ti daremo Amadeus”: a canticchiare ironicamente sulle battute fatte ieri da Fiorello ad Amadeus riguardo l'assenza dei Jalisse a Sanremo, è stato proprio il duo composto dai cantanti Fabio Ricci ed Alessandra Drusian, che oggi a Un Giorno da Pecora, su Radio1, sono stati allo scherzo e hanno intonato il loro brano più celebre in versione 'aggiornata'. “Noi in realtà siamo buoni e vogliamo bene al Festival, siamo felici del grande successo che ha avuto la puntata di ieri.
Noi non eravamo lì ma ci siamo 'virtualmente', pazienza”. Ieri avete seguito la prima serata del Festival? “Si, tutta. Il pezzo che ci è piaciuto di più è stato quello di Mahmood e Blanco, un pezzo stupendo, loro sembravano cantassero insieme da sempre”. Magari tornerete l'anno prossimo. “Noi siamo artisti e non vogliamo sostituirci ad altri colleghi. Abbiamo sempre detto che se ci sono 25 cantanti noi potevamo essere i 26esimi. Ma non c'è problema – hanno concluso scherzando i due a Un Giorno da Pecora -, abbiamo già pronti 25 pezzi per i prossimi 25 anni...”
Federica Macagnone e Francesco Persili per Dagospia il 2 febbraio 2022.
CANTA, BACIA…AMA – Del siparietto al bacio tra Coletta e Amadeus si parla anche durante la conferenza stampa. Il direttore di Rai assicura che non c’era nulla di preparato: “Mi avevano avvisato che Fiorello mi avrebbe coinvolto. Lui sa che amo il karaoke, pensavo di dover cantare…”. Amadeus salta i preliminari e va dritto al punto: “E comunque il direttore bacia bene”
UN FESTIVAL GRANDE GROSSO E...VERDONE – Fonti di ispirazioni verdoniane per i cantanti del Festival. Dargen è vestito come il Manuel Fantoni di Borotalco (rosa su rosa fa chic). E Achille Lauro che fa scivolare la mano sulla patta ricorda Christian De Sica-Tony Brando in Compagni di scuola: “Collant, collant mi fanno diventare pazzo i tuoi collant”.
La performance del cantante che si autobattezza sul palco accende Riccardo Fogli (“Se avessi il fisico di Achille Lauro, andrei a cantare in mutande”) e scatena il cattolicone Mario Adinolfi che sui social va giù piatto: “Una volta Sanremo era lo specchio del Paese. Ora pare un manicomio dove sono tutti omosessuali o “fluidi” e vanno in giro mezzi nudi e coi capelli pitturati”. E con ste bocce de fori! Don Alfio docet.
CANALIS AL PESTO – L’ex velina finisce nella bufera per lo spot per Sanremo che promuove la Regione Liguria. “Perché lei e non Sabrina Salerno?”, si chiedono sui social rimarcando le origini sarde di una “sassarese che vive in America”. Sui social si scatena una gazzarra contro la Canalis (“Lei che dice la mia Liguria. Allora facciamo anche Sabrina Ferilli che fa ‘il mio Sudtirol’ e Gigi D’Alessio ‘la mia pianura padana’?”). Il governatore ligure Toti chiarisce: “Elisabetta Canalis è la prima dei tanti testimonial famosi che ci racconteranno le emozioni della loro vacanza in Liguria”
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera" il 2 febbraio 2022.
C'è la commozione dei sopravvissuti nell'applauso che apre la serata, c'è una verità incontrovertibile: non c'è spettacolo senza pubblico. Sanremo è sempre un passo più avanti del Paese: al Mattarella bis oppone l'Amadeus tris.
Stavamo per correre il rischio di una sovrapposizione tra il Quirinale e il Festival, poi per fortuna l'indole che ci spinge a scegliere sempre l'eterno ritorno dell'uguale ha fatto il suo corso.
Gli scatoloni del trasloco hanno avuto la stessa forza scaramantica del «vi deve andare malissimo», l'anatema lanciato lo scorso anno da Fiorello. Partenza sprint con il simil gospel di Achille Lauro per rompere il ghiaccio e dar modo a Ornella Muti di schiarirsi la voce (a volte al cinema è stata doppiata).
Ma quando arriva Fiorello? Gianni Morandi potrebbe fare anche il Capo dello Stato. Intanto noi, però, non abbiamo più il coraggio di attingere al repertorio delle metafore sanremesi, specie quelle che tiravano sul sociologico.
Ormai Sanremo è sempre più la festa patronale della Rai (Amadeus ha iniziato ringraziando l'azienda e la presidente Marinella Soldi, presente in sala), la celebrazione degli sponsor e degli ascolti allietata dalle canzoni. È diventato un format, molto annunciato, molto svelato e, quest' anno, molto attento a non dispiacere ai più suscettibili fra i correttisti.
Ma quando arriva Fiorello? Ormai X Factor ha fatto scuola, le scenografie sono giochi di luce, allegorie avveniristiche, dinamismo sintattico (servirebbe anche una regia, magari), ma alla prima pausa arriva lui, termometro in mano: «Sono il vostro booster».
In realtà, Fiorello è prima di tutto una grande lezione di ritmo, un cambio di marcia, un'esplosione di gioia qualunque cosa dica, anche le ironie sui no vax. Gli basta poco poi, come ai veri artisti: cambiare le canzoni tristi in modo allegro (come fa Salvini).
Amadeus ha il grande pregio di conoscere i suoi limiti: sa che senza Fiorello il festival sarebbe stato un'altra cosa. Sanremo è anche la sfida pop alla pandemia, una settimana per cercare un diversivo alla conta quotidiana dei contagiati, dei morti e dei «moriremo tutti», alle risse dei talk, al neo-divismo dei virologi. Per questo Amadeus non ha fatto altro che inneggiare alla leggerezza (per fortuna senza citare Calvino, come fanno quelli che dicono di aver fatto il classico) investendo il Festival di una missione sociale: svagare, sbinariare, radunare attorno ai social anche i più insospettabili, in distribuzione anagrafica estesa. Si conferma l'impressione che il Festival sia diventato ancor più che in passato una summa di largo e stretto (non alto e basso), un porto franco dove mainstream e nicchia si toccano sempre di più, a livello musicale, di immaginari, di personaggi. Cioè i Måneskin. Prima o poi vedremo Matteo Berrettini in una fiction Rai, sicuro.
Da “liberoquotidiano.it” il 2 febbraio 2022.
Sotto a chi tocca con la polemica. E così dopo Ornella Muti, nel mirino ci finisce Achille Lauro. Stiamo ovviamente parlando del Festival di Sanremo 2022, aperto proprio da Lauro con la canzone Domenica: sul palco dell'Ariston a petto nudo, ecco che nelle battute finali dell'esibizione Lauro De Marinis, questo il vero nome dell'artista, si è auto-battezzato.
Apriti cielo. Ad intuire che sarebbe scoppiato un putiferio, per primo, era stato Fiorello, che nel corso del suo irresistibile show aveva affermato: "Chissà cosa dirà l'Osservatore romano della sua performance". Già, quell'acqua fatta cadere sul volto dalla conchiglietta fa discutere. Ecco infatti che apre il fuoco, in mattinata, il cardinale Gianfranco Ravasi, il tutto in una serie di tweet pesantissimi: "II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio.
Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso". Insomma, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura non cita direttamente Achille Lauro, ma ogni riferimento non è affatto casuale. Da par sua, Ravasi si schiera con Massimo Ranieri, rilanciando una strofa della sua canzone: "Questo mare troppo grande per non tremare", cinguetta Ravasi.
Ma contro Achille Lauro si scaglia anche Lucio Malan, senatore di Fratelli d'Italia. Gli affondi, va da sé, viaggiano sempre su Twitter: "Achille Lauro profana il sacramento del battesimo mentre il coro gospel canta AlleluXX. Ma che bravo! Quelli che chiedono il rispetto e la tolleranza. Pagato con il canone! Vergogna!", si scatena Malan. E risuonano nell'aria le parole di monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che prima dell'inizio del Festival aveva richiamato Amadeus e la Rai alla "responsabilità".
Forse, l'auto-battesimo di Achille Lauro non è piaciuto neppure a lui. Non è la prima volta che De Marinis finisce nel mirino per quanto fatto a Sanremo: fece polemica anche uno dei suoi "quadri", definito "una sconcezza dal vescovo Suetta. L'accusa era sempre la stessa: offese al mondo cattolico e blasfemia. Achille Lauro, infatti, si era presentato sul palco dell'Ariston con una corona di spine. E fu subito caos...
Morgan sferza Lauro: "Un atto senza senso". Luca Sablone il 7 Febbraio 2022 su Il Giornale.
Morgan interviene sul gesto di Achille Lauro, che si è auto-battezzato sul palco di Sanremo: "Non bisogna dargli importanza, non mi stupisce e non mi scandalizza. Provocare è molto diverso".
Torso nudo, tatuaggi in mostra, pantaloni neri attillati e in ginocchio: così Achille Lauro si è auto-battezzato sul palco del Festival di Sanremo al termine di "Domenica", il brano con cui ha gareggiato e che è stato interpretato insieme all'Harlem Gosperl Choir. Il web si è diviso tra chi ha esplicitato apprezzamenti per la sua performance e chi invece lo ha accusato di blasfemia. Morgan non ha dubbi: non ha difeso a spada tratta la sua esibizione, ma allo stesso tempo ha invitato a non dare eccessiva importanza agli atti - spesso provocatori - che il cantante veronese compie davanti al pubblico.
Morgan, intervenuto a Non è l'arena su La7, ha voluto ridimensionare quanto accaduto: "Il battesimo così, fatto da soli, non ha un senso. Per cui non è un battesimo, mica uno se lo fa da solo. Ora faccio la confessione e mi auto-confesso? Ci vuole il ministro di Dio per farlo...". Proprio per questo motivo ha sollecitato tutti a "non dare importanza" al gesto del cantante veronese: "A me non stupisce, non mi scandalizza. Non è questa una provocazione". Morgan ritiene infatti che il concetto di provocazione sia molto diverso e che significhi portare fuori la voce per dire qualcosa di forte ma sensato. "Questo è un atto senza senso, non mi fa né caldo né freddo", ha fatto notare.
Gli ha fatto eco Luca Telese, che ha sottolineato come il battesimo non sia un rito esclusivamente cattolico. Detto ciò, ha sostenuto che "questa è la provocazione gratuita". A suo giudizio si è trattato solo di una messa in scena per apparire e per far parlare di sé, e non a caso sul suo profilo Twitter qualche giorno fa l'aveva bollata come una "puttanata para-battesimale".
A prendere le difese di Achille Lauro è stato Massimo Giletti, che lo reputa un artista "innovativo e interessante". Anche Vladimir Luxuria in studio ha ricordato che poi il cantante ha spiegato il motivo di quel gesto sul palco: si trattava del giorno in cui la mamma compieva il 61esimo anno di età e le ha voluto fare un omaggio in stile stravagante. Una versione che però ha innescato la reazione di Telese: "È una puttanata pure questa, non mettere in mezzo la madre". Ironicamente Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha dichiarato che magari le avrebbe potuto regalare un mazzo di fiori: "Era gratis, non pagava neanche, riciclava...".
Luca Sablone. Classe 2000, nato a Chieti. Fieramente abruzzese nel sangue e nei fatti. Estrema passione per il calcio, prima giocato e poi raccontato: sono passato dai guantoni da portiere alla tastiera del computer. Diplomato in informatica "per caso", aspirante giornalista per natura. Provo a raccontare tutto nei
«Achille Lauro? Niente di nuovo: nulla è più trasgressivo del Vangelo». Il direttore del quotidiano cattolico L'Osservatore entra nella polemica sull'auto-battesimo messo in scena da Lauro al Festival: «Non ci sono più i trasgressori di una volta...» Il Dubbio il 2 febbraio 2022.
«Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi Perché Sanremo è Sanremo, L’ Osservatore è L’ Osservatore». Così il direttore del quotidiano cattolico Andrea Monda entra nelle polemiche sanremesi per la performance di Lauro, che nella prima serata del Festival ha messo in scena una sorta di auto-battesimo sul finale del suo brano Domenica.
«Volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficile dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta», replica Monda.
Ma c’è da dire che non tutti nel mondo cattolico l’hanno presa con la stessa ironia. A cominciare dal vescovo di Sanremo che si è scagliato contro l’artista e la Rai stessa, che a suo dire, non «può permettere» che vengano «profanati segni sacri». «Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso – scrive mons. Antonio Suetta sul sito della diocesi riferendosi all’esibizione di Lauro -. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante. Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo».
Da parte sua, Amadeus, pur «rispettando il parere del vescovo», non ne condivide il giudizio. «Anche io sono molto credente – dice il conduttore – ma da cattolico non sono stato affatto turbato». «Non credo che abbia voluto mancare di rispetto – aggiunge Amadeus – Un artista deve agire liberamente, se no – avverte il conduttore e direttore artistico – i giovani si allontanano, non solo da Sanremo ma anche dalla Chiesa…».
Ciclone Achille Lauro: l’ Osservatore Romano lo irride, i Papaboys lo difendono. Legnate da FdI. Angelica Orlandi il 02 febbraio 2022 su Il Secolo d'Italia.
“Per il battesimo, come per altri sacramenti, 360 milioni di Cristiani sono perseguitati nel mondo: uccisi, incarcerati senza processo, privati dei più elementari diritti umani. Questa è la tragedia oggetto di dileggio da parte di Achille Lauro a Sanremo. Siamo oltre l’indecenza. Ancora una volta i menestrelli del nulla attaccano tutto ciò che odiano: fede, identità e valori. La consolazione è che la penosa esibizione non entrerà nella Storia, ma sprofonderà nella cronaca del già visto e già vissuto di personaggi in cerca d’autore”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro. Un attacco non certo solitario. Fratelli d’Italia, associazioni, cattolici e alte autorità vaticane hanno biasimato la performance di Achille Lauro. Quel gesto a simulare il battesimo è stato “troppo violento”, come ha dichiarato pure un uomo aduso ai gesti eclatanti in tanti festival come Pippo Baudo.
Fazzolari: “Sarebbe stato crocifisso, se avesse offeso un’altra religione”
Tornando alla politica, molto duro e calzante il giudizio di Giambattista Fazzolari: ” Se Achille Lauro invece della religione cristiana avesse irriso una qualsiasi altra religione; il mondo arcobaleno, o le ong immigrasioniste; o il variegato mondo del politicamente corretto, sarebbe stato crocifisso dai grandi media. Ma è solo un burattino del sistema”. “A giudicare l’aspetto musicale di Achille Lauro ci penseranno la giuria e il pubblico. Ma la performance di Lauro non solo è blasfema e offensiva della sensibilità di milioni di credenti, senza nessun bigottismo; ma è una retroguardia da vintage anni ’70″. Lo dichiara il commissario di Vigilanza Rai, deputato FdI Federico Mollicone. Non è bigottismo: “Ricordo che nel contratto di servizio è espressamente previsto nei principi generali che la Tv pubblica deve essere rispettosa dell’identità religiosa e delle diversità”. Per cui l’esibizione di Lauro ha violato il Contratto di Servizio e ha perfino portato il vescovo di Ventimiglia a emanare un comunicato di dura accusa, a cui va la nostra solidarietà”.
I Papaboys: “Achille Lauro non si tocca”
Il mondo è bello perché vario: non ti aspetteresti che a difendere Achille Lauro ci si siano messi i Papaboys. “Achille Lauro non si tocca. Il satanismo è altro”, esordisce con l’Adnkronos Daniele Venturi, leader del gruppo. “Lauro – argomenta- è più evangelizzatore dei preti di oggi. E’ l’unico che parla con un pubblico giovanissimo”. Contenti loro, che aggiungono: “Tantissimi quindicenni di periferia da ieri sera sanno che esiste una cosa che si chiama battesimo. In tanti non sapevano che cosa fosse fino a ieri: o perché non vanno al catechismo o perché non hanno mai avuto il primo annuncio. Achille Lauro è più evangelizzatore dei nostri preti di oggi”. E se la prendono con i Maneskin. Dice Venturi che il vero satanismo di Sanremo arriva da altri. Il riferimento è ad una foto della musicista dei Maneskin, postata alcuni giorni fa, con la scritta in inglese ‘padre’, ‘figlio’ e ‘spirito santo’ nelle parti intime: “E la cosa peggiore – osserva Venturi – è che ha un milione di like. Questo è satanismo puro”.
L’Osservatore Romano: “Per essere trasgressivo, si è rifatto all’immaginario cattolico”
Arriva poi la saggezza dell’Osservatore Romano, che in punta di piedi si limita ad osservare che: “volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo”. E precisa: “Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta”, commenta il quotidiano d’Oltretevere.
Daniela Seclì per fanpage.it il 2 febbraio 2022.
Don Fabrizio Gatta, ex conduttore Rai e ora vice parroco a Sanremo, ha detto la sua sulla prima serata del Festival e sulla scelta di Achille Lauro di inscenare il suo battesimo sul palco dell'Ariston.
Legato ad Amadeus da una lunga amicizia, lo ha rimproverato bonariamente per non aver vigilato. La sua opinione è in linea con l'indignazione espressa dal Vescovo di Sanremo, Monsignor Suetta. Ecco cosa ha dichiarato Don Fabrizio Gatta a Fanpage.it.
Achille Lauro è stato aspramente criticato, dopo avere inscenato il suo battesimo sul palco dell'Ariston. Qual è la tua impressione a riguardo?
Ieri, guardandolo, pensavo si stesse lavando i capelli in diretta e che in sottofondo ci fosse la canzone Rolls Royce del 2019. La canzone è identica, ha cambiato solo il titolo, l'ha chiamata Domenica.
A parte le battute, se Achille Lauro si fosse presentato vestito e non avesse fatto quella messinscena di cattivo gusto, oggi parleremmo soltanto di quanto la sua canzone sia una copia di Rolls Royce.
È rimasto a tre anni fa, anche nelle provocazioni è vecchio. Non dice niente di nuovo, il suo è conformismo.
A me dispiace, è un coniglio che fa il leone con i simboli del cattolicesimo.
Porta delle provocazioni fini a se stesse, che non fanno riflettere, non hanno alcun obiettivo, se non quello di far parlare di lui.
Ieri la sala stampa lo ha relegato in fondo alla classifica. Di che cosa vogliamo parlare, valore musicale zero.
È anche ignorante sui sacramenti, non ci si può battezzare da soli. È triste parlare oggi di Achille Lauro che ha un brano penoso e che ormai ruota attorno a se stesso. A me dispiace, poi magari è un ragazzo che starà cercando Dio. Da amico tiro le orecchie anche ad Amadeus.
Lo ritieni responsabile di quanto andato in onda?
Quando si ha la responsabilità della direzione artistica di un programma del genere, non si possono avallare ancora una volta le buffonate di Lauro.
Capisco che non si possa censurare, anche perché io per primo sono contro ogni tipo di censura, ma da direttore artistico puoi consigliare, dirgli: "Achille, evitiamo cadute di stile quest'anno".
Vedendo la buffonata che è stata messa in scena ieri, sono rimasto profondamente deluso e anche un po' sconsolato con Amadeus. Gli direi: "La prossima volta vigila o ti mando le Guardie svizzere" (ride, ndr).
Hai avuto modo di sentire Amadeus in mattinata, magari per commentare il successo negli ascolti?
No, immagino che non lo sentirò. Ieri ha finito che erano quasi le due. Stamattina ha la conferenza stampa. Ci siamo visti l'ultima volta due domeniche fa, quando è venuto ad assistere alla Messa.
So che tra voi c'è una bella amicizia.
Tra colleghi non sempre scorre buon sangue, ma con lui c'è sempre stata grande intesa, così come l'avevo con Fabrizio Frizzi.
Persone che si rispettano, si vogliono bene e magari sono accomunate dalla stessa fede, si guardano con un occhio dolce, di relazione. C'era una dimensione affettuosissima con Frizzi e c'è anche una profondità con Amadeus.
Hai già una canzone preferita tra le dodici che abbiamo ascoltato nel corso della prima serata del Festival di Sanremo?
Mi sono piaciuti Gianni Morandi e Massimo Ranieri. Hanno una sacralità musicale, che non possiamo mischiare con la volgarità di Lauro.
Ranieri ha cantato una preghiera profonda, meravigliosa, che si rivolge a tutti i disperati, ai migranti.
E noi ci troviamo a parlare di Achille Lauro che si tocca i genitali. Poi il brano di Morandi è meraviglioso.
Davvero splendido. Gianni è il simbolo di una generazione che non si arrende, che attraverso le ferite della vita, fa passare anche la grazia dello Spirito Santo. Evviva Morandi, evviva Ranieri e abbasso Achille Lauro.
II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso. — Gianfranco Ravasi 2 Febbraio 2022
Da Ansa il 2 febbraio 2022.
Il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, critica l'esibizione di Achille Lauro che "ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante".
"Ho ritenuto doveroso -dice-denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga".
Da Ansa il 2 febbraio 2022.
"Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!". Lo dice in un tweet don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, e attualmente sacerdote a Racalmuto (Agrigento), parlando della esibizione del cantante e del gesto dell'auto-battesimo.
Lo scorso anno il vescovo aveva criticato Lauro per la sua canzone. All'Ansa ha aggiunto: "Basta pagare il canone Rai. Non possiamo, infatti, trovarci di fronte a un canone obbligatorio sulla bolletta della luce, per poi essere offesi a domicilio e questo sarebbe servizio pubblico?".
Pugno chiuso a Sanremo, si ribella anche l'Associazione Partigiani. Il Tempo il 02 febbraio 2022.
La Rappresentante di Lista fa il pugno chiuso sul palco dell'Ariston. E si ribella anche l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. «Il pugno chiuso è un gesto storico, l’occasione mi sembra sprecata. Il pugno chiuso ha un significato storico-politico, quindi ha un significato per il momento in cui è giusto usarlo, comunicare in quel modo lì. Ma collocato in una sede come Sanremo mi sembra fuori posto». A dirlo all’AdnKronos è Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’Anpi, partigiano e politico, commentando il pugno chiuso esibito sul palco dell’Ariston dal duo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista.
«Poi, certo - aggiunge - ognuno fa come gli pare, se vogliono salutare in quel modo lì, sono liberi, non è vietato, non è un’usurpazione, ma ogni cosa ha il suo posto, non è un’occasione politica, e in un’occasione come Sanremo io lascerei perdere, quel saluto non lo farei mai».
I comunisti tornano alla carica per un "pugno chiuso" a Sanremo. Massimo Balsamo il 2 Febbraio 2022 su Il Giornale.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Prc, torna sulla polemica legata al gesto de La Rappresentante di Lista al festival di Sanremo 2022.
Non si placano le polemiche sul web per il pugno chiuso de La Rappresentante di Lista a Sanremo 2022, ma il duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina può contare sul sostegno del Partito della Rifondazione Comunista. Un plauso, infatti, è arrivato dal segretario nazionale Acerbo, tranchant sulle critiche ricevute dagli artisti queer pop.
“Non possiamo che apprezzare”, ha esordito Maurizio Acerbo ai microfoni di Adnkronos. Il leader del Prc ha sottolineato di non aver mai smesso di salutare con il pugno chiuso e quello de La Rappresentante di Lista è “un gesto che è entrato in milioni di case”. Il politico ha ricordato che tanti esponenti di sinistra, da Sanders e Corbyn, continuano a salutare in questo modo, a differenza dei politici italiani, a partire dal segretario dem Enrico Letta.
“Anche Nelson Mandela quando uscì dal carcere salutò col pugno chiuso il suo popolo in festa”, ha messo in risalto Acerbo. Polemiche sterili e inutili, a suo avviso, per un gesto che non è legato unicamente a socialismo e comunismo: il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ha evidenziato che si tratta in primis di“un saluto antifascista che si diffuse in tutto il mondo durante la guerra di Spagna come saluto delle Brigate Internazionali che combattevano in difesa della Repubblica contro Hitler e Mussolini”.
Solidarietà totale, dunque, a La Rappresentante di Lista, anche se il dibattito sulla rete non cenna a sopirsi: c’è anche chi non legge il pugno chiuso come simbolo di lotta e vicinanza tra gli oppressi. Complimentandosi con Fiorello per la sua performance Matteo Salvini ha lanciato la stoccata: "Fra polemiche, spot alle droghe, saluti comunisti e “battesimi” a petto nudo, l’unica certezza è lui: unico, semplice, inimitabile Fiorello".
Massimo Balsamo. Nato nel Torinese diversi anni fa. Collaboro con giornali cartacei e online: mi occupo di cinema, ma anche di politica e di cronaca. Ho lavorato a vari progetti nel mondo della comunicazione e ho scritto il libro "Cinema - Riflessioni e proiezioni". Vietato criticare in mia presenza The Office, Camera
Sanremo, “La Rappresentante di Lista” alza il pugno chiuso e si fa criticare pure dall’Anpi. Eleonora Guerra mercoledì 2 Febbraio 2022 su Il Secolo d'Italia.
L’unico che sembra averla presa con favore è il segretario del Partito della Rifondazione comunista – Sinistra europea, Maurizio Acerbo. Per il resto, il duo “La Rappresentante di Lista”, che ha concluso la propria esibizione a Sanremo alzando il pugno chiuso, ha raccolto critiche trasversali, riuscendo nell’impresa di mettere d’accordo, per esempio, l’Anpi e Marcello Veneziani.
Il segretario del Prc entusiasta: li paragona a Mandela
«Noi che non abbiamo mai smesso di salutare così non possiamo che apprezzare», ha detto Acerbo, per il quale «la vera sinistra, da Sanders a Corbyn, saluta a pugno chiuso, Letta no». «Anche Nelson Mandela quando uscì dal carcere salutò col pugno chiuso il suo popolo in festa», ha aggiunto il leader del Prc, aggiungendo che «il pugno chiuso non è solo simbolo di socialismo e comunismo. È in primo luogo un saluto antifascista».
Pure l’Anpi critica “La Rappresentante di Lista”
Perfino l’Anpi, però, ha criticato la scelta del duo di concludere la sua Ciao Ciao in quel modo. «Il pugno chiuso è un gesto storico, l’occasione mi sembra sprecata. Il pugno chiuso ha un significato storico-politico, quindi ha un significato per il momento in cui è giusto usarlo, comunicare in quel modo lì. Ma collocato in una sede come Sanremo mi sembra fuori posto», ha detto il presidente emerito dell’Anpi, Carlo Smuraglia. «Poi, certo – ha aggiunto – ognuno fa come gli pare, se vogliono salutare in quel modo lì, sono liberi, non è vietato, non è un’usurpazione. Ma ogni cosa ha il suo posto, non è un’occasione politica, e in un’occasione come Sanremo io lascerei perdere, quel saluto non lo farei mai».
Veneziani: «Al “minchiometro” di Sanremo mancava solo quello»
Insomma, con quel gesto, oltre a ottenere il risultato di guadagnare posizioni nei trend di Twitter, i due de “La Rappresentante di Lista” hanno ottenuto anche l’inedito effetto di far trovare dalla stessa parte, almeno sul fatto di criticarli, chi proprio non s’è mai trovato in sintonia. «Sanremo è il “minchiometro” nazionale, è il luogo in cui c’è la rassegna delle minchiate, ci sono tutte quelle previste, politicamente corrette, ma proprio tutte. Mancava solo quella, era giusto che si aggiungesse», ha detto all’Adnkronos Marcello Veneziani. «Ormai tutto è possibile. Non so – ha proseguito – quale sia peggio tra Saviano, Speranza, Sanremo, alla solita tirata sui gay, sui neri e quella del pugno chiuso, che rientra in questa specie di carnevale permanente che viviamo e che si chiama politicamente corretto, che comprende ai suoi estremi anche i nostalgici del pugno chiuso». «Reperti archeologici da tutelare», ha chiosato Veneziani.
L’ironia di Buttafuoco sul conformismo del duo
Anche Pietrangelo Buttafuoco, poi, utilizzando l’ironia, ha ridicolizzato la trovata. «Sto lavorando e qui accanto a me ho il busto di Stalin, mi conforta. Mi auguro – ha detto – che il loro pugno chiuso sia ortodosso alla linea Stalin, in direzione dell’acciaio, quella del “padre dei popoli”». «Se invece sono di sinistra è preoccupante, sarebbe solo un esercizio di conformismo», ha aggiunto il giornalista, rincarando la dose: «Se sono solo di sinistra è triste, fanno una certificazione di fedeltà al conformismo».
CHE RACCHETTATA! Il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Roncone mena duro su Matteo Berrettini, il tennista gentiluomo che dice di essere italiano e paga le tasse a Montecarlo. Mica come noi italiani scemi che le paghiamo qui. Evitate di commentare che è invidia: io invidio Bob Woodward, Lorenzo Pellegrini o Don Winslow”, che nel suo romanzo “Non farmi male” ha omaggiato con una citazione: “Nessuno sa come ha fatto lo scimpanzé a prendere la pistola”.
ALLARME ROSSO - “Comunque non vorrei dire ma il termometro di Fiorello ha segnato rosso, non potrebbe entrare all’Ariston”, scrive la Lucarelli durante la gag dello showman. Diversi utenti sui social sottolineano come l’indicatore possa diventare rosso “anche quando non riesce a leggere la temperatura" oppure “se lo avvicini agli occhiali". In questo caso si trattava probabilmente di un riflesso degli schermi.
FINCHE L’ORIETTA VA – Meno male che c’è la Berti. Nel giorno in cui tutti si improvvisano critici musicali e azzardano pagelloni sulla prima serata, Oriettona dice che gli so piaciuti tutti perché dalla nave dove ha seguito il festival non si sentiva una mazza: "Achille Lauro? Mi è piaciuto perché non ho capito una parola"
NEXT STOP, SANGIOVANNI – La profezia di Enrico Silvestrin, attore ed ex vj di MTV, a “Storie Italiane”: “Sangiovanni è il nome forte, potrebbe essere l’equivalente dei Maneskin lo scorso anno”
LA GAG-ATA DI MAHMOOD E BLANCO Dopo Fiorello con i bigodini, Massimo Ranieri in pigiama e infradito, Blanco si nasconde seminudo in un carrello del cibo che Mahmood porta in giro per l’albergo. Una gag che ricorda quella di Josè Altafini che si nascose nudo nell’armadietto di Liedholm. Il Barone quando lo vide non fece un plissè: “Guarda che questo non è il tuo armadio. Il tuo armadio è l’altro”
AL DI LA’ DEL BENE E DEL MARE – L’endorsement di Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, per il brano di Massimo Ranieri. Su Twitter il cardinale pubblica stralci del suo pezzo sanremese: “Questo mare/ Troppo grande per non tremare…”
LA PRIMA VOLTA DI CHECCO Questa sera non ci sarà Fiorello ma arriverà per la prima volta al Festival Checco Zalone che a “Oggi è un altro giorno” ha incrociato il direttore di Rai 1 Coletta: “Mi paga uno che mi porta i vestiti la prossima volta?”
Michele Monina per tag43.it il 2 febbraio 2022.
È cominciato il Festival della Canzone italiana numero 72. Il terzo targato Amadeus. Amadeus che, conscio che ripetere «Questo sarà il Festival della rinascita e della ripartenza» avrebbe scatenato legittime accuse di essere uno che in fondo ce la tira dietro, ha tenuto più volte a ripetere, nei giorni e le ore precedenti l’inizio della kermesse canora più famosa d’Italia che l’edizione del 2022 sarebbe stata «l’edizione della gioia».
L’edizione della gioia. Strana scelta di parole, a partire dai look messi in scena, praticamente una lunga carrellata di total black, sempre che si possa definire total anche il torso nudo di Achille Lauro, impegnato da anni a cercare di stupire andando a pescare nel repertorio altrui, quest’anno in quello di Iggy Pop e di San Giovanni Battista, uniche eccezioni al nero il rosa lieve di Noemi e quello un po’ più acceso di Dargen D’Amico.
Per continuare con le canzoni portate in gara, si segnalano un paio di guizzi: il già citato Dargen D’Amico, a cantare sì di ripartenza con la sua Dove si balla, con lo stesso atteggiamento di chi canta le osterie al quinto litro di vino, e La Rappresentante di Lista, portatori sanissimi di un funkettone in salsa queer che a sua volta prova a raccontare l’oggi in mezzo a un filotto di canzoni d’amore.
E per finire alle gag di Fiorello, sempre e costantemente nel déjà-vu di quando faceva l’animatore turistico, con il punto più alto quando, per giocare su canzoni tristissime qui riproposte su musiche allegre ha tirato in ballo anche Luigi Tenco, che giusto 55 anni fa in riviera ci si è ammazzato, vedi tu le risate. Discorsi a parte meriterebbero Gianni Morandi, in una cover non dichiarata di Sono tremendo di Rocky Roberts e Ana Mena, cantante spagnola di tormentoni estivi che abbandona il reggaeton per sposare la neomelodica, della serie a volte è possibile toccare un fondo più fondo del fondo.
In mezzo Amadeus che prima si prende gioco di noi, infilando una dietro l’altra le prime quattro canzoni, salvo poi iniziare a chiamare dentro ospiti a caso, lasciando che la gara si dilati. L’ultimo passaggio è quello di Miele di Giusy Ferreri, chiamata a cantare circa un’ora dopo il concorrente precedente. Strepitoso lo scambio di battute col presentatore. Lui a chiedere: «La tua bambina ti starà vedendo»; lei che risponde: «A quest’ora credo sia a dormire».
Dormire, del resto, è dove vorremmo essere stati noi, devastati da esibizioni discutibili come quelle di Rkomi, a presentare in gara una versione italiana di Personal Jesus di Gahan e Martin, vestito come un mashup tra Batman e un motociclista, seppur nel brano dice di guidare una coupé, con addirittura Massimo Ranieri che è riuscito nell’impresa di cantare male, stasera, come a voler ammantare di tristezza quella che alla fin fine si è dimostrata una menzogna bella e buona.
Perché se è vero che nessuno si è azzardato di parlare di ripartenza, a parte il sindaco di Sanremo, poco avvezzo alle telecamere, vedere l’Ariston ballare sulle note dei superospiti Meduza, quelli che davvero sono campioni di vendite in giro per il mondo alla faccia dei Maneskin, 2 mila persone a muoversi a ritmo mentre tutte le discoteche sono chiuse da agosto 2020, vedi tu le risate, anche parlare di gioia ci è sembrato davvero fuori luogo.
Mestizia, forse, malinconia, anche, struggimento, pure, immane rompimento di palle, pure, ma gioia proprio no. Dire #maiunagioia, a questo punto, farebbe di me un bimbominkia, almeno potrei dire di essere un fan di Blanco o di uno dei tanti ragazzini in gara quest’anno, senza per questo risultare un boomer che prova a fingersi giovane.
Ma forse, a dirla tutta, aveva proprio ragione Franco Califano, uno che non ha mai escluso il ritorno, un po’ come il Fiorello che dopo aver giurato di non tornare quest’anno si è piazzato sul palco e non voleva saperne di scendere, costringendoci tutti a fare notte. Aveva ragione Califano quando ormai una vita fa, quando la musica era ancora musica, cantava: «Tutto il resto è noia, no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia, maledetta noia».
Marco Giusti per Dagospia il 2 febbraio 2022.
Devo dire che ieri sera, di fronte a un Sanremo fotocopia (con pubblico) dell’anno scorso, con presenze femminili quasi inesistenti, a parte le venerande Muti-Berti, a favore di esplosioni di tossicità maschile gay o simil gay alla “The Power of the Dog” sparsi ovunque, dopo aver retto per tre ore, a mezzanotte in punto non ho resistito.
Sti cazzi. Ho cambiato canale. E mi sono visto la prima puntata della potente serie coreana “Noi non siamo più vivi” su Netflix, con il virus che ti fa diventare zombie che circola tra i ragazzini di una scuola modello dove tutti indossano la divisa bianca e verde.
Curiosamente si alternano scene lente da soap da teenager, amorazzi, bullismo, con grandi momenti splatter di irruzioni zombesche nelle classi, nel refettorio, in palestra, sui campi. E’ come se la fiction, cioè la situazione teen, fosse invasa dalla realtà, il virus, o la paura del virus, come accade col Covid in tutto il mondo.
Il tutto in un’esplosione di collettività esibita, e ormai bollata come altamente pericolosa, che da due anni non frequentiamo più. Sull’ultimo morso e l’aspirante suicida che si ferma perché dalle finestre vede volare i suoi compagni di classe, sono tornato a Sanremo per vedere quello che mi ero perso. Brividi.
Sono in testa Mahmood e Blanco con un duetto d’amore tra maschi che ben si lega al bacio Coletta-Amadeus, alle lacrime di Damiano e a tutti i numeri di femminilità esibita da maschi. Come se le donne facessero parte del secolo scorso. Come Nilla Pizzi.
Marco Molendini per Dagospia il 2 febbraio 2022.
Il Daniele Piombi del ventunesimo secolo, argonauta della banalità, cerimoniere della canzone che non c’è (ma che importa), giocoliere dell’aggettivo scontato, che in mancanza di quid si appoggia al lucicchio delle sue giacche e al sostegno dell’amico che il quid ce l’ha, c’è l’ha fatta di nuovo, al terzo tentativo.
Ce l’ha fatta a radunare undici milioni di guardoni festivalieri e, a questo punto, nulla impedisce che ce la possa fare per il quarto, quinto e così via. Il fatto è che Amadeus è perfetto per Sanremo, è come l’acqua che scivola sul vetro e lascia trasparire il miracolo che non c’è.
Il Festivalone è un mistero e l’unica soluzione per spiegarlo aveva provato a darla un’antica sigla (a proposito, quella nuova è davvero brutta) che cantava “perché Sanremo è Sanremo”. E lí si chiude. Poi si può stare a chiacchierare sulla singola edizione, sulla singola serata. Ma che altro si può dire su una maratona insensata che si autodefinisce Festival della canzone e dura quattro ore e mezza a sera, quando va bene (270 minuti), con lo scopo dichiarato di far ascoltare, come è successo ieri sera, 12 nuove canzoni, una ogni 22 minuti? Che devono fare quei 12 cantanti se non inventarsi qualcosa per farsi notare?
Le canzoni sono quello che sono, riff banali, piccole invenzioni, grandi furti, molte nenie (stile dominante dell’italian song), vecchie glorie, nuove glorie sconosciute ai più (anche se Daniele Amadeus Piombi lancia imperturbabile cataloghi di dischi d’oro, di platino, di diamante conquistati), aspiranti glorie che si sentono grandi glorie. Così si vestono, si travestono, sì tatuano, si riempiono di orecchini e kajal, giocano sulle trasparenze, sulle scollature, sulle parrucche. Insomma, fanmo ammuina.
Cosa resta da dire? Fanno tenerezza il ragazzo Morandi che fa il Jovanotto, Ranieri che dopo aver perduto l’amore perde per strada l’intonazione, Achille Lauro che si sente Jim Morrison, si tocca il pacco e si autobattezza per dare peso a una canzone che non c’è, Michele Bravi che sembra arruolato dalla Famiglia Addams, la coppia (già data per vincitrice) Mahmood-Blanco, Al Bano e Romina dei tempi nostri e del sesso fluido, che si cantano “Ho sognato di volare con te su una bici di diamanti”, eccetera, eccetera. Per fortuna sul palco ha svolazzato Fiorello, tornato per la terza volta consecutiva, ma con una bella differenza: stavolta è libero e leggero, è solo ospite volontario che fa quello che vuole, viene quando vuole, punge e scappa, promette di non tornare, ma forse torna.
E in questa situazione Fiorello dà il meglio del suo notevole talento da intrattenitore e dà una mano robusta all’amico sperduto fra piccoli viaggi sul trenino e il difficile compito di spalleggiare una first lady imbalsamata (ma che cosa le è accaduto ai denti?) e incapace di un guizzo. A proposito di guizzi mancati e di povertà lessicale, esemplare il loro dialogo sui partner dell’attrice: a proposito, e Celentano?. E così il Festival è andato, mettendo sul piatto anche la gloria raccolta coi Maneskin, ma soprattutto confermando di essere luogo fuori dal mondo e dalla realtà. E forse per questo piace o quanto meno spinge a guardarlo, è la stesa sensazione di irresistibile attrazione di quando si guarda il vuoto, non c’è nulla da guardare ma non si può fare a meno di guardarlo.
Spettatori record: "È la voglia di ripresa". Laura Rio il 3 Febbraio 2022 su Il Giornale.
Share storico del 54,7 per cento e boom nella partecipazione dei giovani.
«Questo Festival è vissuto dalla gente come una festa di fine pandemia, quasi come un segnale di liberazione. Anche se non siamo ancora fuori dal pericolo». Giorgio Simonelli, esperto di tv, docente di Teoria e tecnica del giornalismo alla Cattolica di Milano, spiega così i motivi del grande successo di ascolti della prima serata del Festival di quest'anno. Un risultato storico, il più alto in termini di share degli ultimi 17 anni, superiore a quello dello scorso anno e anche a quello già ottimo del 2019, il primo dell'accoppiata Amadeus/Fiorello. In media gli spettatori sono stati 10 milioni 911 mila, pari al 54,7 per cento.
A prima vista sembra strano che abbia ottenuto più seguito del 2020, quando la gente era costretta a restare in casa. «Le persone anche ora non escono molto, sono ancora prudenti, cinema e teatri restano vuoti - continua Simonelli - Però hanno voglia di allegria e spensieratezza e vedono in Sanremo la celebrazione collettiva della ripartenza. Proprio come ha fatto Fiorello nello sketch sulle canzoni tristi trasformate in allegre». Molto ha fatto anche la visione della platea piena, simbolo della ripresa in contrasto con l'immagine glaciale delle poltroncine vuote dello scorso anno. «Infatti nel 2020 c'era un clima di depressione, la gente era infastidita nel vedere la festa in tv quando fuori c'era la desolazione».
I vertici Rai (direttore del primo canale Stefano Coletta in testa) esultano per la forte partecipazione dei giovani, aumentati del 44 per cento rispetto alla scorsa edizione. Basta un dato: tra i 15-24 anni si è raggiunto il 78 per cento di share. Merito certamente della presenza in gara di giovani cantanti come Aka 7even e Rkomi e del ritorno trionfale dei Maneskin, ma anche del ritmo dello spettacolo e dell'esuberante performance di Fiorello. «È certamente un festival ringiovanito, i ragazzi hanno trovato un momento di incontro che può sostituire la discoteca o il bar. Certo non è facile, dopo, tenerli ancorati alla tv di Stato perché Sanremo è un evento unico, e i ragazzi mica guardano le fiction. Ma la strada è segnata». Il direttore di Raiuno ha sottolineato il fatto che il Festival parla a tutti, in maniera trasversale. «Vero, c'era chi aspettava di ascoltare Blanco e chi aspettava Ranieri, un pubblico dai 10 agli 80 anni. Inoltre lo spettacolo aveva molto più ritmo, è passato pochissimo tempo, per esempio, tra l'incipit e il primo cantante in gara». Ora si vedrà se manterrà questi dati di ascolto. «Chi ben comincia... è a metà dell'opera. E poi Amadeus si è aggiudicato i due più grandi campioni della risata, Fiorello e Checco Zalone». Laura Rio
· Seconda Serata.
(ANSA il 3 febbraio 2022) - La seconda serata del Festival di Sanremo (dalle 21.29 alle 24.50) ha raccolto in media su Rai1 11 milioni 320 mila telespettatori pari al 55.8%. L'anno scorso la seconda serata del festival aveva avuto in media 7 milioni 585 mila spettatori con il 42.1%. La prima parte della seconda serata /21.29-23.33) ha raccolto 13 milioni 572 mila telespettatori pari al 55.3%, la seconda (23.38-24.50) 7 milioni 307 mila con il 57.4%. Nel 2021 la prima parte della seconda serata era stata seguita da 10 milioni 113 mila persone con il 41.2%, la seconda da 3 milioni 966 mila con il 45.7%
Da Ansa il 2 febbraio 2022.
Tuona il sindacato dei locali da ballo contro l'appello rivolto da Amadeus al pubblico dell'Ariston, nella serata inaugurale del festival di Sanremo, ad alzarsi e a ballare. "Il mondo della televisione non riesce ad avere rispetto per le nostre attività", dice il presidente del Silb-Fipe Emilia-Romagna, Gianni Indino, che già aveva duramente criticato il Capodanno di Mediaset.
"Per noi è inaccettabile in un momento come questo, in cui è stata appena prorogata la chiusura di discoteche e sale da ballo per altri dieci giorni, dopo che le attività sono chiuse per decreto da due anni e si trovano sull'orlo della chiusura definitiva per i problemi economici che ne sono derivati". Una frase, quella pronunciata dal palco di Sanremo, che ha fatto storcere il naso agli imprenditori del settore.
"Mi auguro — prosegue Indino — che l'intenzione di Amadeus fosse quella di riabilitare il ballo dal palco più importante d'Italia, e me lo conferma l'appello fatto poco prima in favore della riapertura delle discoteche come luoghi di grande aggregazione". L'effetto però, conclude il presidente, "è stato quello di mettere l'ennesimo dito nella piaga di un comparto in grave crisi".
Dopo il Covid Beppe Vessicchio non è al Teatro Ariston per Sanremo 2022. "Ci sarò", aveva scritto qualche giorno fa annunciando di essersi negativizzato, ma non ha potuto salire sul palco per dirigere l'orchestra per Le Vibrazioni. La Repubblica il 02 febbraio 2022.
Quando è arrivato il momento dell'esibizione delle Vibrazioni i social si sono animati: "Finalmente Beppe Vessicchio!". Invece sul palco del Teatro Ariston per dirigere l'orchestra non c'era il Maestro volto familiare del Festival di Sanremo. La scorsa settimana aveva annunciato di essersi contagiato e diceva di sperare di negativizzarsi in tempo per salire sul palco. Fino a domenica scorsa, quando aveva annunciato "Ci sarò", finalmente negativo al test del Covid 19. Ma non è bastato ad arrivare in forma alla serata di mercoledì 2 febbraio e quindi ha dovuto cedere il podio.
A dirigere l'orchestra per il brano Tantissimo (tra i coautori della canzone anche Roberto Casalino, già collaboratore di Tiziano Ferro e firma per Emma, Francesca Michielin, Fedez tra i tanti) c'era invece Simone Bertolotti, che era sul podio anche due anni fa per il famoso duetto di Morgan e Bugo Sincero, di cui era anche coautore.
Prima di salire sul palco Le Vibrazioni hanno postato sui social un'immagine della batteria vuota, dedicando la serata a Stefano D'Orazio dei Pooh, scomparso nel 2020: "Un uomo questa sera salirà con noi sul palco dell’Ariston, e ci salirà anche tutte le altre sere; quell’uomo è Stefano D’Orazio, che ha battuto incessantemente il tempo per oltre 50 anni, rendendo grande assieme alla sua band la storia della musica italiana".
Striscia la notizia, Fiorello con la febbre a Sanremo 2022? "Guardate il termoscanner", caso clamoroso all'Ariston. Libero Quotidiano il 03 febbraio 2022.
Qualche telespettatore di Striscia la notizia con l'occhio lungo ha notato un dettaglio piuttosto imbarazzante nell'ingresso di Fiorello al Festival di Sanremo, per la prima puntata della kermesse. Amadeus introduce l'ospite d'onore (e di fatto co-conduttore aggiunto per una sera), e "Fiore" si presenta con occhiali da sole, mascherina e giubbotto di pelle neri e termoscanner in mano, da "agente segreto anti-Covid". Ma qualcosa non torna.
"Appena posiziona il termometro sulla sua fronte, diventa rosso, come se avesse la febbre!", sottolinea il conduttore Roberto Lipari, tornato a Striscia insieme a Sergio Friscia per sostituire Enzo Iacchetti, positivo al Covid, ed Ezio Greggio fermato anche lui ai box per motivi precauzionali. Ma il giallo si ingrossa, perché quando Fiorello inizia a passare il termoscanner sulla fronte degli spettatori seduti nella platea del teatro Ariston, il sensore fa accendere ora la luce verde, ora la luce rossa.
"Sia Fiorello sia uno spettatore avrebbero la febbre. Non sappiamo se il rosso è dato da un malfunzionamento dello scanner o da altri problemi. E se invece il termoscanner fosse perfetto? Allora Fiorello e lo spettatore non dovevano essere lì". D'altronde, lo stesso showman sul palco aveva scherzato: "Io sarei dovuto restare a casa con il plaid sulle gambe". Per fortuna, conclude Lipari, "Fiorello ci ha contagiato. Con la sua simpatia".
Dagospia il 2 febbraio 2022. Dal profilo Facebook di Marco Molendini
Sanremo repubblica libera? Tutti sono obbligati al Green Pass tranne chi canta a Sanremo. Ma chi ha autorizzato la Rai?
Da adnkronos.com il 2 febbraio 2022.
Nessun obbligo di vaccino per i cantanti in gara al Festival di Sanremo 2022, a meno che ovviamente non abbiano più di 50 anni e ricadano dunque nell'obbligo di legge previsto dal Governo. "La Rai segue le leggi nazionali - spiega Stefano Coletta, direttore di Rai1, dalla sala stampa del Casinò di Sanremo -.
Come il teatro Ariston si collega alle norme generali previste per i teatri, con la piena capienza, il super green pass e le mascherine Ffp2, così vale la regola che sotto i 50 anni non c'è un obbligo di vaccino. La selezione degli artisti sul palco non può essere dirimente distinguendo vaccinati e no vax: si tratta di dati sensibili, che la Rai non può chiedere
Checco Zalone a Sanremo: fiaba Lgbtq con trans brasiliane, brano rap sul «poco ricco» e la parodia dei virologi. Maria Volpe su Il Corriere della Sera il 02 febbraio 2022.
Il comico pugliese attesissimo ha preso in giro Amadeus, ha raccontato una favola ambientata in Calabria, ha cantato un rap e ha vestito i panni del dott Oronzo Carrisi.
Amadeus aveva avvisato: «È arrivato il momento del comico più irriverente. Non so cosa dirà e farà Checco Zalone. Potrebbe essere la mia ultima serata» alludendo al fatto che il comico pugliese è imprevedibile, provocatorio, «scorretto». E Zalone in un crescendo (il terzo e ultimo intervento è senz’altro il più convincente) diverte il Teatro dell’Ariston. Amadeus Lo chiama alle 21.35, nel corso della seconda serata del Festival. Ma lui non arriva. È seduto in galleria «Volevi un altro Bugo, non ti accontenti mai». «Volevo partire da quassù perchè io amo il popolino».
Arriva sul palco «È commovente , questo palco ti strega - dice fingendo commozione - qui tutti piangono. Mi sento un Maneskin. Io vengo da un piccolo paese, da Capurzo. Mi chiedo: Mi merito tutto questo? Poi vedo te e Amadeus e dico “si”, me lo merito. Grazie a nome di tutti gli italiani perché ci fai sentire tutti geni. Prende di mira il conduttore: «L’ho conosciuto in questi tre giorni, pensavo fosse incapace invece ha ritmo, la scelta nelle canzoni. Bella l’idea di Ornella Muti doppiata da Maria De Filippi. Brave anche le altre conduttrici che ti ha imposto Giovanna (la moglie). Però manca la scema». E ancora «massacra» Ama riferendosi a una sua battuta infelice dell’anno scorso dove disse che una donna stava un passo indietro dall’uomo famoso. «Amadeus un giorno capirai il tuo maschilismo, i tempi sono cambiati. Qui c’è una nuova generazione che vuole l’amore universale. Per questo voglio proporvi una storia lgbtq». Ed è una vera rilettura della favola di Cenerentola in chiave lgbtq
«Una fiaba narrata in Calabria così anche al sud sono contenti e possiamo dire terroni». E così, accompagnato da Amadeus, voce narrante al leggio, racconta la sua storia lgbtq ambientata in Calabria: protagonista è Oreste, trans brasiliano che viene invitato al ballo a corte. È colpo di fulmine con il principe, ma il re omofobo non vuole: peccato però che il sovrano sia un «cliente affezionato» di Oreste. «Stiamo facendo servizio pubblico», graffia Zalone. Rilegge Mia Martini con «Che ipocrisia nell’universo» e conclude con l’ennesimo doppio senso: «Se ci sono denunce, querele interrogazioni parlamentari, il foro di competenza è di Amadeus».
Ecco il secondo round. Il comico pugliese si presenta come un trapper un poco più in là negli anni e a rivelarlo è già il nome scelto: Ràgadi; con evidenti sofferenze, sin dalla seduta al pianoforte su un cuscino a ciambella. Dunque Checco Zalone lancia dal palco dell’Ariston la sua canzone tra il rap e il trash dal titolo «Poco ricco», perché il protagonista del brano non era povero e neanche disagiato, semmai «poco agiato»... «Con questo brano, vincerò io il Festival», assicura ad Amadeus. «Non sono nato povero, sono poco ricco», rappa. È il disagio di chi «ha la Playstation 2 quando già c’era la tre», o «vede le insegne di Prada, ma sente una voce amara che dice Zara», «compra i croccantini per il cane Bracco da Cracco», ha «la madre devastata perché in casa ha una sola filippina», e «un padre eccezionale che va a puttane dentro il Bosco verticale» e pensa «il duomo lo compro io, si può sfrattare Dio».
Terzo round, il più divertente . Zalone veste i panni del virologo, dottor Oronzo Carrisi,cugino di Al Bano. Amadeus lo intervista «Tutti i virologi hanno un agente e il mio agente è stato chiaro: non voglio parlare di Al Bano mio cugino. Lui mi ha oscurato tutta la vita. Invece oggi a Ciellino, Al Bano è il cugino di Oronzo. Prima a Ciellino il virologo stava sotto il podologo, ma oggi c’è stato il riscatto. Lo dico a tutti quelli che intraprendono carriere difficili. Prima o poi Fabio Fazio chiama anche voi. Dovete crederci, io stavo per abbandonare la virologia poi mi è cambiata la vita.» Oronzo al collo porta il primo tampone di Ciellino San Marco. Confida che Al Bano lo ha chiamato quando aveva il Covid «ma io non gli ho risposto, lui non mi ha cagato per 50 anni, chiamasse Burioni». Amadeus gli chiede se è d’accordo con altri virologi e lui dice: «Impossibile. Unica cosa su cui siamo d’accordo tutti e che non abbiamo capito un caz.. e che sta pacchia sta per finire. Ma anche per te Amadeus. La gente ora uscirà alle otto, mica sta a vedere quella caz.. che fai tu ». E conclude amaro: «Nessuno pensa a noi virologi adesso se finisce la pandemia». E via il brano (testi di tutti i virologi che abbiamo conosciuto in questi due anni). Titolo: «Pandemia ora che vai via»
Checco Zalone, pseudonimo di Luca Pasquale Medici, 44 anni, è un comico davvero poliedrico: showman, attore, cabarettista, imitatore, cantautore, musicista, sceneggiatore e regista. I cinque film che ha girato hanno incassato complessivamente 220 milioni di euro e 4 di questi compaiono nella lista dei 10 film con maggiori incassi in Italia. Sposato con Mariangela, ha una figlia, Gaia. Ha fatto una lunga gavetta: Telenorba, Zelig di Bari, Zelig Off e infine Zelig Circus. Si comincia a parlare di lui quando nell’estate del 2006, prima dell’inizio del Mondiale di Germania, dedica alla Nazionale italiana di calcio la canzone «Siamo una squadra fortissimi». Il pezzo, trasmesso quasi per scherzo, riscuote un grande successo di pubblico, decisamente inaspettato. Continua con vari programmi tv, fino al suo primo film Cado dalle nubi , che è un successo strepitoso e Viene candidato ai David di Donatello 2010 per la miglior canzone. L’anno dopo nuovo film, Che bella giornata , altro grande successo. Proseguono i suoi lavori sul grande schermo, sempre seguitissimi, nel 2013 con Sole a catinelle, nel 2016 Quo vado?, nel 2020 Tolo Tolo. Quello che fin dall’inizio ha reso unico Checco Zalone è stato il suo modo provocatorio di fare umorismo, il suo politically un-correct, la voglia di rompere gli schemi tradizionali e il falso buonismo. Specie all’inizio la sua comicità è stata divisiva e ha suscitato polemiche, ma alla fine la sua capacità di ridere di ogni cosa è stata travolgente. E ha convinto tutti.
Lorena Cesarini a Sanremo con il monologo sul razzismo: «Ho scoperto di non essere italiana come tutti gli altri». Barbara Visentin su Il Corriere della Sera il 02 febbraio 2022.
L'attrice ha parlato delle offese ricevute sui social e ha poi letto un estratto del libro «Il razzismo spiegato a mia figlia» di Tahar Ben Jelloun.
Sono bastati pochi minuti per Lorena Cesarini e poi subito, senza esitazioni, il suo formidabile monologo ha ammutolito e commosso tutto l'Ariston. L'attrice, 34 anni, co-conduttrice della seconda serata del Festival di Sanremo, ha esordito presentandosi: «Sono nata a Dakar e sono cresciuta a Roma, mia mamma è senegalese e mio papà è italiano. Ho una laurea in storia contemporanea, ho lavorato all'Archivio di Stato e poi ho iniziato a recitare, è diventato il mio lavoro. Sono un'attrice». Un percorso tranquillo, ha raccontato, in cui si è inserito come un fulmine l'invito di Amadeus al Festival.
Oltre alla gioia, è arrivata però anche una scoperta ben più amara: «A 34 anni scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, io resto nera. Fino ad oggi a scuola, all'università, al lavoro, sul tram anche, nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmelo. Invece appena Amadeus dà questa notizia certe persone hanno sentito proprio questa urgenza. Evidentemente per alcuni il colore della mia pelle è un problema, al punto che hanno voluto dirlo a tutti. Vi leggo alcune frasi che sono uscite sui social. La prima: "non se lo merita l’hanno chiamata lì perché è nera". "È arrivata l’extracomunitaria" (che brutta parola). "Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e annaffiare i fiori"».
Cesarini si commuove, ma va avanti decisa. Dal pubblico dell'Arison le gridano: «Sei italiana». E lei risponde: «Sì, e ne sono anche molto fiera». Per poi procedere a raccontare le sue reazioni ai commenti degli hater: «Lavare le scale è un lavoro come tanti e non c’è nulla di svilente. Però ovviamente un pochino all’inizio, lo ammetto, ci sono rimasta male perché non ci ero abituata. Mi sono arrabbiata, poi mi è passata. Ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché alcuni sentono la necessità di pubblicare certi post? Perché alcuni si indignano per la mia presenza? Perché c’è della gente che ha un problema con il mio colore della pelle? Io ora non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace. Sono una che legge e che si informa, cerco di chiedermi perché».
A quel punto l'attrice ha preso un libro: «Il razzismo spiegato a mia figlia» dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun e ne ha letto di passaggi. Perché, ha concluso, «la cosa più importante è chiedersi perché, per andare verso la libertà da frasi fatte, giudizi precostituiti, insulti, giudizi sul tram».
Pagelle Sanremo 2022 seconda serata. I voti a canzoni, cantanti e ospiti. Renato Franco e Andrea Laffranchi su Il Corriere della Sera il 02 febbraio 2022.
SANGIOVANNI - FARFALLE Voto 6,5
Arriva da Amici, «Malibu» è stato il singolo più streammato del 2021 su tutte le piattaforme e con questa mossa cerca il dominio totale sul target teen. Il ritornello portato a Sanremo 2022 funziona, perfetto per le condivisioni social, ma la strofa ha bisogno di tempo. L’arroganza nella musica non è un peccato, ma anche mostrarsi semplici non lo è. Un «più» per lui.
GIOVANNI TRUPPI - TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA Voto 6,5
C’è un eccesso di fashion nel mondo della canzone. Si ha la sensazione che conti di più un cambio d’abito che una bella idea musicale. Allora o sei Achille Lauro o meglio presentarsi con una canottiera nera. Se hai un testo come questo l’attenzione se la prendono le parole.
LE VIBRAZIONI Voto 6
Se Truppi è il panda del cantautorato, qui c’è il panda delle rockband. Il suono di un gruppo è qualcosa che va oltre una hit. L’omaggio sulla batteria a Stefano D’Orazio è un gesto sensibile
Checco Zalone Voto 8
Il principe che si innamora del trans che «calzava il 48», il rapper da discount che pensa solo al «cash», il virologo cugino di Al Bano: Checco Zalone non ne sbaglia una, ogni esibizione è da applausi. Come la battuta finale quando Amadeus lo richiama sul palco: «Ah così, senza cachet aggiuntivo?»
EMMA Voto 7
Usa il palco come se fosse il palco e non uno studio televisivo. Esibizione a tutto female empowerment: il testo che aggiorna il «Sei bellissima» della sua mamma rock Loredana, la direzione affidata a Francesca Michielin.
Amiche geniali Voto 4,5
Le «amiche geniali» Gaia Girace e Margherita Mazzucco durano come un gatto in tangenziale. Trenta secondi di marchetta pro fiction, presentazione di Fabrizio Moro e ciao e arrivederci. Quando troveranno il modo di inserire in modo decente la promozione di RaiFiction sarà sempre troppo tardi
Amadeus Voto 7
Non che nella prima serata sembrasse teso, ma la forza dell’Auditel regala serenità. Amadeus è un treno, riesce a schivare anche le polemiche. A chi lo accusava di aver usato Ornella come valletta Muta replica: «Da 3 anni, ormai, invito alcune signore sul palco, che sono libere di fare ciò che vogliono. Io chiedo di dirmi cosa piacerebbe loro fare sul palco, portando un momento che ritengono giusto. Non sono io a dover suggerire cosa fare». Insomma: se non fanno niente è colpa loro...
MATTEO ROMAN0 Voto 7
Sei un esordiente e non puoi sbagliare perché la prima impressione è quella che conta. Soprattutto quando ti guardano 11 milioni di persone. Concentrati sull’esibizione a rischio di sembrare ingessato e lasciati andare quando sei dentro al pezzo. Ha fatto tutto
Lorena Cesarini Voto 5,5
Tema del monologo: il razzismo. Ragionamento: ineccepibile. Svolgimento: zoppicante. Con l’aggravante che fa l’attrice e la sua interpretazione è stata ansiogena. Basta rivedersi Rula Jebreal (un pugno nello stomaco) o Elodie (commovente e trascinante) per capire la (grossa) differenza
IVA ZANICCHI Voto 4
Non è che le si chiede di fare la chica mala della trap. C’è gia Orietta Berti che dopo «Mille», poverina, si è fatta trascinare nel gorgo di un inutile giovanilismo. Iva spacca, graffia, appoggia la voce sul sentimento giusto. Peccato perché una voce così si merita una canzone senza tutta quella polvere sopra
Orietta Berti Voto 4
Orietta Berti insite e si veste in stile «Via col vento». Domani è un altro giorno e purtroppo ci toccherà un altro vestito agghiacciante (certo speriamo non finisca nella rete come Irama)
DITONELLAPIAGA E RETTORE Voto 7
Drin, anzi Chi-chi-chi-chi-chimica, suona la sveglia in una serata monotona. Travolgente, peccato che non si possa andare domani a ballarla
ELISA Voto 8,5
Potrebbe cantare anche l’elenco telefonico… per quanti artisti lo abbiamo sentito dire? Anche ieri sera con Elisa. Solo che «O forse sei tu» non è l’elenco del telefono ma un brano che ha tutto al posto giusto. Eleganza, dolcezza, misura, e quando si apre il ritornello si liberano sostanze positive nel corpo. Vince lei o Mahmood e Blanco?
FABRIZIO MORO Voto 6
Non grida e non tira fuori la rabbia come in una scazzottata a San Basilio. E’ un complimento. La ballad non prende troppi rischi e sta dove non ci sono rischi ma nemmeno scintille
TANANAI Voto 3
Intonazione occasionale come il sesso della canzone
IRAMA Voto 7
Non è qui che si giudicano i look, per sua fortuna. Una ballad dove si lavora per sottrazione e l’unica aggiunta è quella dell’autotune. Il contrasto ci sta
AKA 7EVEN Voto 5,5
Se non sapessi l’italiano sarebbe oltre la sufficienza. Il testo non è un punto debole, è un buco nero
Arisa e Malika Voto 4,5
Il contest tra le due canzoni orrende in gara per rappresentare l’inno di Milano-Cortina è un momento che rientra nella categoria dell’inutile. L’idea originale poteva essere quella di lasciare aperte le votazioni fino all’inizio dei giochi. Quattro anni, il tempo necessario per dimenticarle
HIGHSNOB e HU Voto 4
E qui verrebbe da chiedere ad Amadeus: ma proprio 25 dovevano essere?
Sanremo Day 2. Amadeus Forlani e l’arte di Checco Zalone di farci ridere delle cose che ci stanno a cuore. Guia Soncini su L'Inkiesta il 3 Febbraio 2022.
Il conduttore fa il Cencelli delle vallette e sfora con il monologo dolente della coconduttrice. Ma per fortuna c’è il comico che prende in giro tutti: sceme, intellettuali, virologi e rapper poco ricchi
LaPresse
«Vi ricordate quando potevano uscire alla televisione le sceme?»: Checco Zalone arriva alle nove e trentotto, quando la scaletta è saltata. Il monologo dolente se lo conosci non riesci comunque a evitarlo, se lo conosci non solo ti uccide ma nel farlo sfora pure.
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Il monologo dolente che ha fatto slittare una pubblicità e restringere il blocco successivo, che finisce con quello che tecnicamente si chiama «tassativo», il blocco pubblicitario che deve finire per forza entro le dieci. Insomma qualcosa tocca tagliare, e quindi Emma canterà dopo (se è una donna a far slittare nella scaletta una donna, è comunque sessismo e patriarcato?).
Zalone entra e fa un numero favolosamente novecentesco in cui prende in giro gli intellettuali che vanno coi trans («sai la gente colta è la prima che si volta»), nel festival che mette in quota erudita un uomo travestito da donna chiamandolo «coconduttrice». Non sto spiegando quale fosse stato il monologo dolente a chi ieri sera fosse svenuto dalla noia, lo so. È che prima devo parlare del naturale erede di Forlani, cioè Amadeus.
Riepiloghiamo. Prima Amadeus fa il Cencelli delle vallette (che abbiamo iniziato a chiamare coconduttrici, tipo gli operatori ecologici): la nera, la travestita, le ancora belle ma mica ventenni ché il postmodernismo poi ti cazzia.
La p