Denuncio al mondo ed ai posteri con
i miei libri
tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le
mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non
essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o
di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio
diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli
editori che ormai nessuno più legge.
Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.
I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.
Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."
L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.
L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.
Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.
Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).
Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.
Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.
Dr Antonio Giangrande
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L’ITALIA ALLO SPECCHIO
IL DNA DEGLI ITALIANI
ANNO 2022
LO SPETTACOLO
E LO SPORT
QUINTA PARTE
DI ANTONIO GIANGRANDE
L’APOTEOSI
DI UN POPOLO DIFETTATO
Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2022, consequenziale a quello del 2021. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.
Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.
IL GOVERNO
UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.
UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.
LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.
LA SOLITA ITALIOPOLI.
SOLITA LADRONIA.
SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.
SOLITA APPALTOPOLI.
SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.
ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.
SOLITO SPRECOPOLI.
SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.
L’AMMINISTRAZIONE
SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.
SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.
IL COGLIONAVIRUS.
SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.
L’ACCOGLIENZA
SOLITA ITALIA RAZZISTA.
SOLITI PROFUGHI E FOIBE.
SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.
GLI STATISTI
IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.
IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.
SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.
SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.
IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.
I PARTITI
SOLITI 5 STELLE… CADENTI.
SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.
SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.
IL SOLITO AMICO TERRORISTA.
1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.
LA GIUSTIZIA
SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.
LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.
LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.
SOLITO DELITTO DI PERUGIA.
SOLITA ABUSOPOLI.
SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.
SOLITA GIUSTIZIOPOLI.
SOLITA MANETTOPOLI.
SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.
I SOLITI MISTERI ITALIANI.
BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.
LA MAFIOSITA’
SOLITA MAFIOPOLI.
SOLITE MAFIE IN ITALIA.
SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.
SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.
SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.
LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.
SOLITA CASTOPOLI.
LA SOLITA MASSONERIOPOLI.
CONTRO TUTTE LE MAFIE.
LA CULTURA ED I MEDIA
LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.
SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.
SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.
SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.
SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
SOLITO SPETTACOLOPOLI.
SOLITO SANREMO.
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.
LA SOCIETA’
AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.
I MORTI FAMOSI.
ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.
MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?
L’AMBIENTE
LA SOLITA AGROFRODOPOLI.
SOLITO ANIMALOPOLI.
IL SOLITO TERREMOTO E…
IL SOLITO AMBIENTOPOLI.
IL TERRITORIO
SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.
SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.
SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.
SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.
SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.
SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.
SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.
SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.
SOLITA SIENA.
SOLITA SARDEGNA.
SOLITE MARCHE.
SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.
SOLITA ROMA ED IL LAZIO.
SOLITO ABRUZZO.
SOLITO MOLISE.
SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.
SOLITA BARI.
SOLITA FOGGIA.
SOLITA TARANTO.
SOLITA BRINDISI.
SOLITA LECCE.
SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.
SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.
SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.
LE RELIGIONI
SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.
FEMMINE E LGBTI
SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
INDICE PRIMA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Il Vintage.
Le prevendite.
I Televenditori.
I Balli.
Il Jazz.
La trap.
Il musical è nato a Napoli.
Morti di Fame.
Poppe al vento.
Il lato eccentrico (folle) dei Vip.
La Tecno ed i Rave.
Alias: i veri nomi.
Woodstock.
Hollywood.
Spettacolo mafioso.
Il menù dei vip.
Il Duo è meglio di Uno.
Non è la Rai.
Abel Ferrara.
Achille Lauro.
Adria Arjona.
Adriano Celentano.
Afef Jnifen.
Aida Yespica.
Alan Sorrenti.
Alba Parietti.
Al Bano Carrisi.
Al Pacino.
Alberto Radius.
Aldo, Giovanni e Giacomo.
Alec Baldwin.
Alessandra Amoroso.
Alessandra Celentano.
Alessandra Ferri.
Alessandra Mastronardi.
Alessandro Bergonzoni.
Alessandro Borghese.
Alessandro Cattelan.
Alessandro Gassman.
Alessandro Greco.
Alessandro Meluzzi.
Alessandro Preziosi.
Alessandro Esposito detto Alessandro Siani.
Alessio Boni.
Alessia Marcuzzi.
Alessia Merz.
Alessio Giannone: Pinuccio.
Alessandro Haber.
Alex Britti.
Alexia.
Alice.
Alfonso Signorini.
Alyson Borromeo.
Alyx Star.
Alvaro Vitali.
Amadeus.
Amanda Lear.
Ambra Angiolini.
Anastacia.
Andrea Bocelli.
Andrea Delogu.
Andrea Roncato e Gigi Sammarchi.
Andrea Sartoretti.
Andrea Zalone.
Andrée Ruth Shammah.
Angela Finocchiaro.
Angelina Jolie.
Angelina Mango.
Angelo Branduardi.
Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz.
Anna Falchi.
Anna Galiena.
Anna Maria Barbera.
Anna Mazzamauro.
Ana Mena.
Anna Netrebko.
Anne Hathaway.
Annibale Giannarelli.
Antonella Clerici.
Antonella Elia.
Antonella Ruggiero.
Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
Antonino Cannavacciuolo.
Antonio Banderas.
Antonio Capuano.
Antonio Cornacchione.
Antonio Vaglica.
Après La Classe.
Arisa.
Arnold Schwarzenegger.
Asia e Dario Argento.
INDICE SECONDA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Barbara Bouchet.
Barbara D'urso.
Barbra Streisand.
Beatrice Quinta.
Beatrice Rana.
Beatrice Segreti.
Beatrice Venezi.
Belen Rodriguez.
Bella Lexi.
Benedetta D'Anna.
Benedetta Porcaroli.
Benny Benassi.
Peppe Barra.
Beppe Caschetto.
Beppe Vessicchio.
Bianca Guaccero.
BigTittyGothEgg o GothEgg.
Billie Eilish.
Blanco.
Blake Blossom.
Bob Dylan.
Bono Vox.
Boomdabash.
Brad Pitt.
Brigitta Bulgari.
Britney Spears.
Bruce Springsteen.
Bruce Willis.
Bruno Barbieri.
Bruno Voglino.
Cameron Diaz.
Caparezza.
Carla Signoris.
Carlo Conti.
Carlo Freccero.
Carlo Verdone.
Carlos Santana.
Carmen Di Pietro.
Carmen Russo.
Carol Alt.
Carola Moccia, alias La Niña.
Carolina Crescentini.
Carolina Marconi.
Cate Blanchett.
Catherine Deneuve.
Catherine Zeta Jones.
Caterina Caselli.
Céline Dion.
Cesare Cremonini.
Cesare e Mia Bocci.
Chiara Francini.
Chloe Cherry.
Christian De Sica.
Christiane Filangieri.
Claudia Cardinale.
Claudia Gerini.
Claudia Pandolfi.
Claudio Amendola.
Claudio Baglioni.
Claudio Cecchetto.
Claudio Lippi.
Claudio Santamaria.
Claudio Simonetti.
Coez.
Coma Cose.
Corrado, Sabina e Caterina Guzzanti.
Corrado Tedeschi.
Costantino Della Gherardesca.
Cristiana Capotondi.
Cristiano De André.
Cristiano Donzelli.
Cristiano Malgioglio.
Cristina D'Avena.
Cristina Quaranta.
Dado.
Damion Dayski.
Dan Aykroyd.
Daniel Craig.
Daniela Ferolla.
Daniela Martani.
Daniele Bossari.
Daniele Quartapelle.
Daniele Silvestri.
Dargen D'Amico.
Dario Ballantini.
Dario Salvatori.
Dario Vergassola.
Davide Di Porto.
Davide Sanclimenti.
Diana Del Bufalo.
Dick Van Dyke.
Diego Abatantuono.
Diego Dalla Palma.
Diletta Leotta.
Diodato.
Dita von Teese.
Ditonellapiaga.
Dominique Sanda.
Don Backy.
Donatella Rettore.
Drusilla Foer.
Dua Lipa.
INDICE TERZA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Eden Ivy.
Edoardo Bennato.
Edoardo Leo.
Edoardo Vianello.
Eduardo De Crescenzo.
Edwige Fenech.
El Simba (Alex Simbala).
Elena Lietti.
Elena Sofia Ricci.
Elenoire Casalegno.
Elenoire Ferruzzi.
Eleonora Abbagnato.
Eleonora Giorgi.
Eleonora Pedron.
Elettra Lamborghini.
Elio e le Storie Tese.
Elio Germano.
Elisa Esposito.
Elisabetta Canalis.
Elisabetta Gregoraci.
Elodie.
Elton John.
Ema Stokholma.
Emanuela Fanelli.
Emanuela Folliero.
Emanuele Fasano.
Eminem.
Emma Marrone.
Emma Rose.
Emma Stone.
Emma Thompson.
Enrico Bertolino.
Enrica Bonaccorti.
Enrico Lucci.
Enrico Montesano.
Enrico Papi.
Enrico Ruggeri.
Enrico Vanzina.
Enzo Avitabile.
Enzo Braschi.
Enzo Garinei.
Enzo Ghinazzi in arte Pupo.
Enzo Iacchetti.
Erika Lust.
Ermal Meta.
Eros Ramazzotti.
Eugenio Finardi.
Eva Grimaldi.
Eva Henger.
Eva Robin’s, Eva Robins o Eva Robbins.
Fabio Concato.
Fabio Rovazzi.
Fabio Testi.
Fabri Fibra.
Fabrizio Corona.
Fabrizio Moro.
Fanny Ardant.
Fausto Brizzi.
Fausto Leali.
Federica Nargi e Alessandro Matri.
Federica Panicucci.
Ficarra e Picone.
Filippo Neviani: Nek.
Filippo Timi.
Filomena Mastromarino, in arte Malena.
Fiorella Mannoia.
Flavio Briatore.
Flavio Insinna.
Forest Whitaker.
Francesca Cipriani.
Francesca Dellera.
Francesca Fagnani.
Francesca Michielin.
Francesca Manzini.
Francesca Reggiani.
Francesco Facchinetti.
Francesco Gabbani.
Francesco Guccini.
Francesco Sarcina e le Vibrazioni.
Franco Maresco.
Franco Nero.
Franco Trentalance.
Francis Ford Coppola.
Frank Matano.
Frida Bollani.
INDICE QUARTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Gabriel Garko.
Gabriele Lavia.
Gabriele Salvatores.
Gabriele Sbattella.
Gabriele e Silvio Muccino.
Geena Davis.
Gegia.
Gene e Charlie Gnocchi.
Geppi Cucciari.
Gérard Depardieu.
Gerry Scotti.
Ghali.
Giancarlo Giannini.
Gianluca Cofone.
Gianluca Grignani.
Gianna Nannini.
Gianni Amelio.
Gianni Mazza.
Gianni Morandi.
Gianni Togni.
Gigi D’Agostino.
Gigi D’Alessio.
Gigi Marzullo.
Gigliola Cinquetti.
Gina Lollobrigida.
Gino Paoli.
Giorgia Palmas.
Giorgio Assumma.
Giorgio Lauro.
Giorgio Panariello.
Giovanna Mezzogiorno.
Giovanni Allevi.
Giovanni Damian, in arte Sangiovanni.
Giovanni Lindo Ferretti.
Giovanni Scialpi.
Giovanni Truppi.
Giovanni Veronesi.
Giulia Greco.
Giuliana De Sio.
Giulio Rapetti: Mogol.
Giuseppe Gibboni.
Giuseppe Tornatore.
Giusy Ferreri.
Gli Extraliscio.
Gli Stadio.
Guendalina Tavassi.
Guillermo Del Toro.
Guillermo Mariotto.
Guns N' Roses.
Gwen Adora.
Harrison Ford.
Hu.
I Baustelle.
I Cugini di Campagna.
I Depeche Mode.
I Ferragnez.
I Maneskin.
I Negramaro.
I Nomadi.
I Parodi.
I Pooh.
I Soliti Idioti. Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio.
Il Banco: Il Banco del Mutuo Soccorso.
Il Volo.
Ilary Blasi.
Ilona Staller: Cicciolina.
Irama.
Irene Grandi.
Irina Sanpiter.
Isabella Ferrari.
Isabella Ragonese.
Isabella Rossellini.
Iva Zanicchi.
Ivan Cattaneo.
Ivano Fossati.
Ivano Marescotti.
INDICE QUINTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
J-Ax.
Jacopo Tissi.
Jamie Lee Curtis.
Janet Jackson.
Jeff Goldblum.
Jenna Starr.
Jennifer Aniston.
Jennifer Lopez.
Jerry Calà.
Jessica Rizzo.
Jim Carrey.
Jo Squillo.
Joe Bastianich.
Jodie Foster.
Jon Bon Jovi.
John Landis.
John Travolta.
Johnny Depp.
Johnny Dorelli e Gloria Guida.
José Carreras.
Julia Ann.
Julia Roberts.
Julianne Moore.
Justin Bieber.
Kabir Bedi.
Kathy Valentine.
Katia Ricciarelli.
Kasia Smutniak.
Kate Moss.
Katia Noventa.
Kazumi.
Khadija Jaafari.
Kim Basinger.
Kim Rossi Stuart.
Kirk, Michael (e gli altri) Douglas.
Klaus Davi.
La Rappresentante di Lista.
Laetitia Casta.
Lando Buzzanca.
Laura Chiatti.
Laura Freddi.
Laura Morante.
Laura Pausini.
Le Donatella.
Lello Analfino.
Leonardo Pieraccioni e Laura Torrisi.
Levante.
Liberato è Gennaro Nocerino.
Ligabue.
Liya Silver.
Lila Love.
Liliana Fiorelli.
Liliana Cavani.
Lillo Pasquale Petrolo e Greg Claudio Gregori.
Linda Evangelista.
Lino Banfi.
Linus.
Lizzo.
Lo Stato Sociale.
Loredana Bertè.
Lorella Cuccarini.
Lorenzo Cherubini: Jovanotti.
Lorenzo Zurzolo.
Loretta Goggi.
Lory Del Santo.
Luca Abete.
Luca Argentero.
Luca Barbareschi.
Luca Carboni.
Luca e Paolo.
Luca Guadagnino.
Luca Imprudente detto Luchè.
Luca Pasquale Medici: Checco Zalone.
Luca Tommassini.
Luca Zingaretti.
Luce Caponegro in arte Selen.
Lucia Mascino.
Lucrezia Lante della Rovere.
Luigi “Gino” De Crescenzo: Pacifico.
Luigi Strangis.
Luisa Ranieri.
Maccio Capatonda.
Madonna Louise Veronica Ciccone: Madonna.
Mago Forest: Michele Foresta.
Mahmood.
Madame.
Mal.
Malcolm McDowell.
Malena…Milena Mastromarino.
Malika Ayane.
Manuel Agnelli.
Manuela Falorni. Nome d'arte Venere Bianca.
Mara Maionchi.
Mara Sattei.
Mara Venier.
Marcella Bella.
Marco Baldini.
Marco Bellavia.
Marco Castoldi: Morgan.
Marco Columbro.
Marco Giallini.
Marco Leonardi.
Marco Masini.
Marco Marzocca.
Marco Mengoni.
Marco Sasso è Lucrezia Borkia.
Margherita Buy e Caterina De Angelis.
Margherita Vicario.
Maria De Filippi.
Maria Giovanna Elmi.
Maria Grazia Cucinotta.
Marika Milani.
Marina La Rosa.
Marina Marfoglia.
Mario Luttazzo Fegiz.
Marilyn Manson.
Mary Jane.
Marracash.
Martina Colombari.
Massimo Bottura.
Massimo Ceccherini.
Massimo Lopez.
Massimo Ranieri.
Matilda De Angelis.
Matilde Gioli.
Maurizio Lastrico.
Maurizio Pisciottu: Salmo.
Maurizio Umberto Egidio Coruzzi detto Mauro, detto Platinette.
Mauro Pagani.
Max Felicitas.
Max Gazzè.
Max Giusti.
Max Pezzali.
Max Tortora.
Melanie Griffith.
Melissa Satta.
Memo Remigi.
Michael Bublé.
Michael J. Fox.
Michael Radford.
Michela Giraud.
Michelangelo Vood.
Michele Bravi.
Michele Placido.
Michelle Hunziker.
Mickey Rourke.
Miku Kojima, anzi Saki Shinkai.
Miguel Bosè.
Milena Vukotic.
Miley Cyrus.
Mimmo Locasciulli.
Mira Sorvino.
Miriam Dalmazio.
Monica Bellucci.
Monica Guerritore.
INDICE SESTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Nada.
Nancy Brilli.
Naomi De Crescenzo.
Natalia Estrada.
Natalie Portman.
Natasha Stefanenko.
Natassia Dreams.
Nathaly Caldonazzo.
Neri Parenti.
Nia Nacci.
Nicola Savino.
Nicola Vaporidis.
Nicolas Cage.
Nicole Kidman.
Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko.
Nicoletta Strambelli: Patty Pravo.
Niccolò Fabi.
Nina Moric.
Nino D'Angelo.
Nino Frassica.
Noemi.
Oasis.
Oliver Onions: Guido e Maurizio De Angelis.
Oliver Stone.
Olivia Rodrigo.
Olivia Wilde e Harry Styles.
Omar Pedrini.
Orietta Berti.
Orlando Bloom.
Ornella Muti.
Ornella Vanoni.
Pamela Anderson.
Pamela Prati.
Paola Barale.
Paola Cortellesi.
Paola e Chiara.
Paola Gassman e Ugo Pagliai.
Paola Quattrini.
Paola Turci.
Paolo Belli.
Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli.
Paolo Calabresi.
Paolo Conte.
Paolo Crepet.
Paolo Rossi.
Paolo Ruffini.
Paolo Sorrentino.
Patrizia Rossetti.
Patti Smith.
Penélope Cruz.
Peppino Di Capri.
Peter Dinklage.
Phil Collins.
Pier Luigi Pizzi.
Pierfrancesco Diliberto: Pif.
Pietro Diomede.
Pietro Valsecchi.
Pierfrancesco Favino.
Pierluigi Diaco.
Piero Chiambretti.
Pierò Pelù.
Pinguini Tattici Nucleari.
Pino Donaggio.
Pino Insegno.
Pio e Amedeo.
Pippo (Santonastaso).
Peter Gabriel.
Placido Domingo.
Priscilla Salerno.
Pupi Avati.
INDICE SETTIMA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Quentin Tarantino.
Raffaele Riefoli: Raf.
Ramona Chorleau.
Raoul Bova e Rocio Munoz Morales.
Raul Cremona.
Raphael Gualazzi.
Red Canzian.
Red Ronnie.
Reya Sunshine.
Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni.
Renato Zero.
Renzo Arbore.
Riccardo Chailly.
Riccardo Cocciante.
Riccardo Manera.
Riccardo Milani.
Riccardo Scamarcio.
Ricky Gianco.
Ricky Johnson.
Ricky Martin.
Ricky Portera.
Rihanna.
Ringo.
Rita Dalla Chiesa.
Rita Rusic.
Roberta Beta.
Roberto Bolle.
Roberto Da Crema.
Roberto De Simone.
Roberto Loreti, in arte e in musica Robertino.
Roberto Satti: Bobby Solo.
Roberto Vecchioni.
Robbie Williams.
Rocco Papaleo.
Rocco Siffredi.
Roman Polanski.
Romina Power.
Romy Indy.
Ron: Rosalino Cellamare.
Ron Moss.
Rosanna Lambertucci.
Rosanna Vaudetti.
Rosario Fiorello.
Giuseppe Beppe Fiorello.
Rowan Atkinson.
Russel Crowe.
Rkomi.
Sabina Ciuffini.
Sabrina Ferilli.
Sabrina Impacciatore.
Sabrina Salerno.
Sally D’Angelo.
Salvatore (Totò) Cascio.
Sandra Bullock.
Santi Francesi.
Sara Ricci.
Sara Tommasi.
Scarlett Johansson.
Sebastiano Vitale: Revman.
Selena Gomez.
Serena Dandini.
Serena Grandi.
Serena Rossi.
Sergio e Pietro Castellitto.
Sex Pistols.
Sfera Ebbasta.
Sharon Stone.
Shel Shapiro.
Silvia Salemi.
Silvio Orlando.
Silvio Soldini.
Simona Izzo.
Simona Ventura.
Sinead O’Connor.
Sonia Bergamasco.
Sonia Faccio: Lea di Leo.
Sonia Grey.
Sophia Loren.
Sophie Marceau.
Stefania Nobile e Wanna Marchi.
Stefania Rocca.
Stefania Sandrelli.
Stefano Accorsi e Fabio Volo.
Stefano Bollani.
Stefano De Martino.
Steve Copeland.
Steven Spielberg.
Stormy Daniels.
Sylvester Stallone.
Sylvie Renée Lubamba.
Tamara Baroni.
Tananai.
Teo Teocoli.
Teresa Saponangelo.
Tiberio Timperi.
Tim Burton.
Tina Cipollari.
Tina Turner.
Tinto Brass.
Tiziano Ferro.
Tom Cruise.
Tom Hanks.
Tommaso Paradiso e TheGiornalisti.
Tommaso Zanello alias Piotta.
Tommy Lee.
Toni Servillo.
Totò Cascio.
U2.
Umberto Smaila.
Umberto Tozzi.
Ultimo.
Uto Ughi.
Valentina Bellucci.
Valentina Cervi.
Valeria Bruni Tedeschi.
Valeria Graci.
Valeria Marini.
Valerio Mastandrea.
Valerio Scanu.
Vanessa Scalera.
Vasco Rossi.
Vera Gemma.
Veronica Pivetti.
Victoria Cabello.
Vincenzo Salemme.
Vinicio Marchioni.
Viola Davis.
Violet Myers.
Virginia Raffaele.
Vittoria Puccini.
Vittorio Brumotti.
Vittorio Cecchi Gori.
Vladimir Luxuria.
Woody Allen.
Yvonne Scio.
Zucchero.
INDICE OTTAVA PARTE
SOLITO SANREMO. (Ho scritto un saggio dedicato)
Solito pre Sanremo.
Terza Serata.
Quarta Serata.
Quinta Serata.
Chi ha vinto?
Simil Sanremo: L’Eurovision Song Contest (ESC)
INDICE NONA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Superman.
Il Body Building.
Quelli che...lo Yoga.
Wags e Fads.
Il Coni.
Gli Arbitri.
Quelli che …il Calcio I Parte.
INDICE DECIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
Quelli che …il Calcio II Parte.
INDICE UNDICESIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I Mondiali 2022.
I soldati di S-Ventura. Un manipolo di brocchi. Una squadra di Pippe.
INDICE DODICESIMA PARTE
SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)
I personal trainer.
Quelli che …La Pallacanestro.
Quelli che …La Pallavolo.
Quelli che..la Palla Ovale.
Quelli che...la Pallina da Golf.
Quelli che …il Subbuteo.
Quelli che…ti picchiano.
Quelli che…i Motori.
La Danza.
Quelli che …l’Atletica.
Quelli che…la bicicletta.
Quelli che …il Tennis.
Quelli che …la Scherma.
I Giochi olimpici invernali.
Quelli che …gli Sci.
Quelli che si danno …Dama e Scacchi.
Quelli che si danno …all’Ippica.
Il Doping.
LO SPETTACOLO E LO SPORT
QUINTA PARTE
SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)
Maria Francesca Troisi per mowmag.com il 10 dicembre 2022.
Un urlo per Gli Articolo 31, redivivi e per la prima volta in gara a Sanremo. Stile operazione nostalgia, nonché punto più basso della credibilità di J-Ax, se di credibilità possiamo ancora disquisire. Poco importa dei proclami di una vita (ultimo, solo sei mesi fa), in cui lo zio d'Italia sparava a zero: “Io a Sanremo? Mai. È una promessa che voglio mantenere per i fan”.
“E se prometto poi mantengo”, daje de Ambra, anzichenò. Una mossa giustificata da un freestyle discutibile, letteralmente la definizione di cringe. Del resto, era destino che finisse dentro un Ariston, leggi #LikeaBosch, la canzone per la lavatrice (e poi tutta la serie di elettrodomestici per cui ha realizzato il jingle).
Sì che fa ridere pensare ai brani degli anni d'oro, quando il Festival era l'anticristo. Come 2030, in cui la coppia tirata fuori dalla naftalina (e tornata sulle scene dopo qualche causa legale post scioglimento) immaginava un’Italia futura con ancora Baudo a presentare e persino Bossi vincere, oppure L’Italiano medio, in cui cantavano l'omologazione dello spettatore che si accontentava di un Fiorello televisivo.
Lo stesso Ciuri che presumibilmente li ospiterà in collegamento nella sua Viva Rai2, insieme al resto della compagnia. Allora via le idee, via le certezze, quasi a voler chiedere a Dj Jad che ha già messo piede nella Città dei Fiori (Sanremo 2010 con Fabrizio Moro e Jarabe de Palo) se ci crede per davvero a questo ritorno di fiamma o è solamente un'altra botta e via. A ogni modo niente effetto sorpresa, lo zio è una vita che racconta tutto e il contrario di tutto, esattamente come i politici. J-Ax come Salvini. E alloraaaa? Benvenuti al mio primo San - Remo (vi ricorda qualcosa?).
A proposito di ripensamenti, ricordiamo anche la storia con Fedez, l'ex nemico - amico. La sostanza è che i due, dopo una lite per questioni imprenditoriali (ex soci di Newtopia con l'altro esemplare Fabio Rovazzi), oggi si parlano di nuovo, ma assicura il 50enne - all'anagrafe Alessandro Aleotti - “musica insieme si può fare, ma una società no”. Allora vai di Love Mi, progetto benefico in Piazza Duomo, che quest'estate li ha visti abbracciati e solidali come ai vecchi tempi. Per inciso quei tempi di Comunisti col Rolex, quattro volte disco di platino e vendite ben superiori a quelle del rapper solitario. Come si cambia per non morire...
“Se fallisco faccio il muratore, mica Music Farm”. Tac! Per citare “Il milanese imbruttito”. No, non Music Farm, bensì coach delle prime edizioni di The Voice, vincendone pure una con (l’allora) Suor Cristina. E ancora direttore artistico per una squadra di concorrenti di Amici (insieme a Nek), e più recentemente anche capo del panel dei 100 giudici di All together now (tutte e quattro le stagioni). Lapalissiamo, meglio “l'odore dei soldi al mattino”, altro che napalm (come da film, Apocalypse Now). Coerenza rip.
Intanto che rappa con Jad: “Non siamo un monumento, siamo il piccione che ci caga sopra”. Sipario, sigla. Almeno per il Festival cambiate nome, meglio 41bis.
Dagospia il 17 novembre 2022. COMUNICATO STAMPA
Stasera a “Belve” J-Ax parla di un tentativo di suicidio, di Fedez, racconta un episodio drammatico della sua infanzia e si scontra con la Fagnani.
J- Ax dice alla Fagnani che la sinistra italiana è la più schifosa, e quando la Fagnani le chiede in che senso, J-Ax le parla dei poteri forti: “Una roba che potrebbe fare la sinistra italiana è ribellarsi ad alcune multinazionali che pagano le tasse in Irlanda”.
La Fagnani si inserisce per dire: “Ma senza andare sui massimi sistemi...” J-Ax ribatte: “Quando si parla di certe cose mi interrompono sempre.” Al che la Fagnani: “La interrompo per una questione di noia, non di poteri forti.”
J-Ax poi racconta un episodio inedito di quando in crisi per la droga è arrivato a pensare al suicidio: “L’ho pensato, ma non ho avuto il coraggio, sono arrivato sul punto di prendere il coltello ma non mi sono trafitto.”
E su Fedez quando la Fagnani le chiede in che senso sa essere cattivissimo. J-Ax risponde: “Nei momenti di rabbia ti augura cose che tu non augureresti mai.” E infine fa una dichiarazione drammatica: “Dai 6 ai 14 anni ho subito atti di bullismo, dai pestaggi a quelli psicologici: nel paesino di provincia in cui stavo dicevano che portavo sfiga.”
J-Ax compie 50 anni: «Dietro di me più fallimenti che scelte giuste, ma non cambierei nulla». Barbara Visentin su Il Corriere della Sera il 2 Agosto 2022.
Il rapper: «Sono un papà felice (un po’ ansioso) e mi sento realizzato. L’ultima birra l’ho bevuta al mio compleanno di quattro anni fa».
«Quando ero ragazzino uno di 30 anni già mi sembrava vecchio, a 50 era proprio un nonno». J-Ax il fare da ragazzino non l’ha perso, eppure la carta d’identità parla chiaro: Alessandro Aleotti, tra i primi in Italia a fare rap con gli Articolo 31, poi rinato come solista, nella data di nascita ha scritto 5 agosto 1972.
Le fanno effetto i 50 anni?
«A pensarci fa paura, ma per fortuna l’età è un numero. Un tempo davvero avevamo nonni 50enni, adesso il 50enne è un papà. Siamo la prima generazione ad aver ritardato così tanto tutto, ma io di testa non mi sento tanto diverso, forse una certa maturità l’ho raggiunta prima, magari ecco penso un po’ di più prima di agire e sono diventato meno impetuoso».
Dietro di sé cosa vede?
«Più errori e fallimenti che scelte giuste, ma per fortuna non vedo rimpianti. Ho raggiunto il culmine della realizzazione negli ultimi anni e considerato che cambiando ogni errore cambierei il risultato, non cambio nulla».
A che errori si riferisce?
«Scelte sbagliate, dischi sbagliati, esperimenti riusciti male, penso ad esempio a “Sorci verdi” (programma tv che ha condotto nel 2015, ndr.). Come rimpianto personale ho quello di aver perso tempo da giovane dietro dei cliché: droghine, ubriacarsi, fare festa. Evitandole magari avrei avuto più tempo per migliorarmi».
«Droghine» non è riferito alla cannabis, giusto?
«Quella la tiro fuori dal discorso, anche se ormai non fumo più da anni. La droga ponte che porta verso la cocaina è l’alcol, ti fa perdere la testa, fai delle scelte che da sobrio non faresti. Io sono per legalizzare la cannabis o per proibire l’alcol, fate voi».
Continua a non bere?
«Neanche una birra, l’ultima volta credo sia stata al mio compleanno di quattro anni fa. Vedo l’alcol come il padre di tutti i mali, ma come per tutte le cose, la moderazione e l’equilibrio sono la strada vincente».
La pace con Fedez, celebrata anche durante il concerto LoveMi a Milano, ha destato molto entusiasmo.
«La gente ci adora più adesso di prima. A noi il tempo ha dato modo di guardare con gli occhi dell’altro quel che era successo, cosa che in un momento di litigio non si riesce a fare. Poi io sono stato la prima persona, a parte sua moglie, che Fede ha visto dopo la diagnosi di tumore. Quindi siamo passati dal vederci come supervillain a parole di conforto e amicizia».
E nuovi brani insieme?
«Per ora non è in programma, ma non è precluso. Ognuno sta facendo le proprie cose, io sono felice del successo del mio podcast “Non aprite quella podcast” che penso replicherò, ma se prima la risposta era “mai” adesso è “boh”».
Con gli Articolo 31 faceva rap prima che l’Italia scoprisse il rap. Com’era?
«C’erano svantaggi e vantaggi. Eravamo di meno, ma l’Italia è refrattaria alle novità quindi era tutto molto difficile. Però c’era la forza di sentirci nel giusto».
Quando sente parlare di rapper che insultano il pubblico cosa pensa?
«Mi infastidisce che altri artisti debbano dire la loro, io mi faccio i palchi miei ed empatizzo con chi ha appena iniziato: è molto stressante, hai tutti gli occhi addosso. E le cose vengono amplificate, come è stato per Alessandra Amoroso quando ha preferito non firmare un autografo per non scontentare altre persone. Quel che è stato detto su di lei, persona estremamente alla mano, mica una trapper, è vergognoso».
I nuovi rapper si prendono troppo sul serio?
«Anche noi ci prendevamo sul serio, anche se amo l’ironia nella scrittura. C’era chi aveva l’impressione che fossimo dei “pirla colorati” come credo ci abbiano chiamati in un’intervista, ma c’è sempre stata anche roba non colorata. Parlavamo delle stesse cose di cui ora ci si stupisce, quell’immaginario di violenza di strada, misoginia latente che magari arriva solo dalla tipa che ti ha appena mollato e non è misoginia vera, è sempre stato così: non c’è cosa che la generazione precedente non abbia già detto, solo che ora il rap è popolare».
Riascoltando «2030» alcuni versi sembrano profetici. Manca solo «Ambra è il primo presidente donna».
«L’ho incontrata a San Siro da Max Pezzali e le ho detto di muoversi a entrare in politica. In quel pezzo del 1996 ho solo traslato in avanti quel che già accadeva. Però avevo intuito che la Lega, una volta avuto successo, avrebbe finito di prendersela con i meridionali, passando agli immigrati».
Come vive questa estate di campagna elettorale?
«Andrò a votare, ma sappiamo tutti cosa succederà anche se speriamo nel miracolo. La sinistra ha smesso di occuparsi della felicità delle persone, per certi versi è peggio della destra. Deve nascere una roba nuova perché se ho sempre pensato che Salvini sia un politico nel senso più dispregiativo, uno che al potere diventa moderato, ora invece andiamo incontro a qualcosa alla Trump, a guai seri».
In passato ha vissuto il bullismo. Cosa direbbe al sé di allora?
«Di fare ciò che ho imparato dopo: trasformare in energia positiva le vessazioni, che continuano ad arrivare anche da artista, con gli hater».
Avendo un figlio piccolo la spaventa l’idea degli hater?
«La mia generazione non aveva i social, ma moriva di eroina, problema più grosso di TikTok. Non ci sono caduto grazie all’educazione dei miei genitori, quindi meglio educare i figli e non dare la colpa al mondo esterno».
Suo figlio l’ha cambiata?
«Per fortuna penso di essere cambiato prima. Ora sono solo molto più in ansia. Ma quella te la tieni e basta».
Anticipazione da “Oggi” il 29 giugno 2022.
«Inizialmente ci trovavamo d’accordo anche dal lato imprenditoriale. Ma io, a un certo punto, ho capito che voglio fare l’artista e basta. Le nostre visioni sono diventate inconciliabili. Abbiamo litigato e c’è stata molta chiusura da parte di entrambi. Chi ha fatto il primo passo? Lui. Mi ha telefonato per propormi di partecipare al concerto di Milano ma io non gli ho risposto perché avevo bloccato il suo numero. Poi ci siamo finalmente parlati e chiariti. La vita insegna molto, quando ti mette di fronte a problemi seri».
Parola di J-Ax in un’intervista esclusiva (con foto di Oliviero Toscani), a OGGI, in edicola da domani.
«Il nostro riavvicinamento è avvenuto prima. Abbiamo fatto pace tre giorni prima della sua diagnosi», racconta. Definendo così la personalità dell’amico-collega: «Estrema. Può essere estroverso e timido, buonissimo o cattivissimo». Tornerete a fare società? «Impossibile. Ma possiamo ancora fare musica insieme benché diversissimi di carattere.
Arrivato vicino a 50 anni Alessandro Aleotti dice che «addosso non me li sento, a parte il fatto che devo mettere gli occhiali per leggere» e che pensava a quest’età «di essere morto. Per come era impostata la mia vita quando ne avevo 20…». E aggiunge: «Ho qualche macchia: un brutto film, dei dischi non riusciti, un programma. Nelle scelte di vita no: anche gli errori mi hanno portato a essere dove sono adesso e sono contento».
Inoltre parla del figlio Nicolas («È troppo cool per fare la baby dance, lui balla Michael Jackson», della moglie Elaina («Facile essere innamorati quando va tutto bene, più complesso stare insieme da 21 anni ed essere sposati da 15 come è il mio. Aggiungo che per uno che fa il mio mestiere, questi anni valgono il doppio)», e su una futura partecipazione a Sanremo dice: «Io? Mai. È una promessa che voglio mantenere per i fan».
Da leggo.it l'11 maggio 2022.
J-Ax a 360°. Il rapper si è raccontato nel podcast di Luca Casadei "One More Time". L'artista ha raccontato alti e bassi della sua carriera. Un passaggio importante è stata la prima fase del suo lavoro quando ha ricevuto porte in faccia. «Di sana pianta, un disco ad alto budget in cui credevano tutti, giornalisti, casa discografica, produttori. Una previsione di vendita di trecentomila copie, vende trentamila copie. La discografica mi disse: "Non vogliamo più sentir parlare di te". Mi mandano a fare i concerti nelle sagre di paese. Come ho vissuto quel momento? Iniziai a drogarmi come un pazzo, stetti malissimo. Mi drogavo per non pensarci troppo, cominci a dire: "Ho fatto un disco così bello, così scomodo, che il sistema non mi capisce e mi boicotta", le solite stron*ate che i falliti dicono di loro stessi per potersi guardare allo specchio».
Altro argomento molto chiacchierato è il rapporto con Fedez, interrotto bruscamente. «Con Fedez avevo innanzitutto un’affinità artistica. Io sono un artista, quindi la prima cosa che devi fare è toccarmi l'ego in qualche modo. Fedez mi ha detto e me l'ha provato di essere un grande fan dell'album "Domani smetto". Poi ci ha unito l’amore per il punk rock. Fedez mi sembrava e lo è, uno che voleva spaccare il sistema da dentro. Lui mi fece notare che dalla scrittura della canzone al video, facevamo tutto noi. Mi disse: "Finanziamoci da soli le nostre idee". E visto che ci pensavo da tempo, l'ho fatto. Ho provato a fare l’imprenditore con lui, però mi fa ca*are».
E di qui, l'allontanamento: «Pensavo di farcela, ma il pensiero di dovermi alzare e andare a fare la riunione per discutere un contratto che non è nemmeno mio, mi toglieva la serenità. Anche avere dipendenti. E se poi fallisco? Avevo paura per loro, non smetterò mai di vedere il mondo della musica e dello spettacolo, come un posto in cui da domani per qualsiasi stron*ata può finire tutto. Io voglio serenità, sono un paranoico che soffre d’ansia, la sera pensavo: "Quanti dipendenti ho?", invece Fedez diceva che a lui piaceva avere dei dipendenti. Ogni volta che assumevamo uno, mi dicevo: "Questo ha un'altra famiglia che si basa sul fatto che io e Fede andiamo bene o no". Questo è un limite mio e mi sono tolto…anche per altre ragioni, ma una era questa».
Una pagina importante della storia di J-Ax è stata sicuramente quella legata agli Articolo 31. Il cantante ha parlato di quando lui e Dj Jad decisero di prendere strade diverse. L'artista venne aspramente criticato dai colleghi e dai fan per aver messo fine agli Articolo 31: «Avevamo bisogno di prendere strade diverse, ma da lì in poi la scena rap ha iniziato a darmi del venduto. Tutti i rapper di quella generazione lì sono falliti. Riuscire a fare delle hit uscendo dal mio genere mi ha salvato la carriera».
E ancora, episodi simili sono avvenuti a The Voice. «Accettai perché mia moglie guardava la versione americana e mi piaceva. Il mio manager sparò una cifra alta pensando che rifiutassero, e invece accettarono. È stata una grande esperienza. Poi non fui d'accordo con delle scelte della produzione e me ne andai sbattendo la porta, ma col senno di poi li devo ringraziare perché fu indubbiamente una svolta nella mia carriera. Imparai che potevo commuovermi davanti a tutti e non avrebbero riso di me. Non c'è più il personaggio J-Ax. Sono sicuro della mia sessualità e anche se mi commuovo in tv, non me ne frega un caz**».
Valeria Crippa per il “Corriere della Sera” l'1 aprile 2022.
Un mese esatto vissuto sull'ottovolante emotivo. Dalla vetta di étoile del Bolshoi al precipizio dell'addio a Mosca e alla maggiore compagnia russa, fino alla rinascita professionale nel proprio «teatro madre», con la nomina, formalizzata ieri, a «primo ballerino ospite» del Balletto della Scala.
Finalmente Jacopo Tissi riesce a parlare dei giorni più difficili della sua vita in cui tutto si è ribaltato. Un saliscendi angoscioso cui neanche un fuoriclasse della danza come lui sembrava essere allenato e che ora ha il sapore di un lieto fine.
Il contratto concordato con il direttore del ballo Manuel Legris e il sovrintendente Dominique Meyer gli permetterà di danzare in diversi balletti della Scala a partire dalla stagione 2022-2023, ma sarà in scena già in alcune recite di Giselle in luglio. Il 27enne originario di Landriano, in provincia di Pavia, torna così a mettere radici nel teatro dove è nato: il diploma alla Scuola di Ballo, poi una stagione all'Opera di Vienna, quindi nel corpo di ballo scaligero sotto la direzione di Makhar Vaziev che l'aveva poi invitato al Bolshoi.
Proprio in tournée con il Bolshoi, Tissi era tornato alla Scala nel 2018 nella Bayadère di Grigorovich, ma con il Balletto della Scala aveva affrontato la versione Nureyev il 28 gennaio scorso, riscuotendo uno straordinario successo in coppia con Svetlana Zakharova.
Vedendo il bicchiere mezzo pieno, ha fatto appena in tempo a essere promosso étoile prima dello scoppio del conflitto. Come ha lasciato Mosca?
«È stato un susseguirsi rapido di eventi, l'atmosfera a Mosca è precipitata sotto i miei occhi, si respirava l'escalation della guerra anche in città. Seguivo le notizie che ricevevo dalla mia famiglia finché, intorno al 27 febbraio, la Farnesina ha invitato a rientrare gli italiani in territorio russo.
Tornare mi è costato tanto. Ho lasciato in pochi giorni il teatro, i maestri, i colleghi che hanno creduto in me e con cui, in cinque anni a Mosca, ho instaurato un forte legame professionale e personale. È stato molto triste e pesante. Qualcosa di prezioso si è rotto».
Ha temuto per la sua vita, per la sua carriera?
«Niente era più certo, all'improvviso. Vedendo cosa stava accadendo e la posizione assunta dall'Italia non riuscivo più a immaginarmi a Mosca. La mia è stata una decisione consapevole più che una fuga».
Ha postato sui social parole nette contro la guerra
«Voglio ribadire la mia distanza dalla violenza e da qualsiasi forma di aggressione. Credo nell'umanità, nella forza dell'arte, nella parte buona che c'è in ciascuno di noi».
Ancora ieri sul sito del Bolshoi, lei figurava come étoile del teatro. Mentre la russa Olga Smirnova, che ha troncato con il Bolshoi per ballare ad Amsterdam, è stata cancellata.
«Il Bolshoi mi ha dato tanto, mi ha fatto diventare l'artista che sono oggi. Questo distacco mi fa male. E temo che da questa situazione possano nascere odio e discriminazione anche nell'arte. Spero non si criminalizzi la cultura russa in generale».
Ha ballato l'ultima volta a Mosca il 3 marzo, in coppia con Svetlana Zakharova in lacrime: una diva che l'ha sempre sostenuta.
«Sono partito il 4 mattina da Mosca. Ho voluto ballare fino all'ultimo secondo: in Silentium con Zakharova le emozioni mi hanno sovrastato, ci penso ancora. Non l'ho ancora superato. Svetlana è rimasta lì, non so cosa farà. Avevo avvisato il direttore Vaziev e il mio maestro personale, hanno capito la mia scelta».
Lei è la stella di richiamo del gala benefico proUcraina «Pace for Peace», agli Arcimboldi di Milano il 7 aprile.
«Baryshnikov ha mandato un messaggio di unione e armonia: la danza è questo. Al galà danzerò un capolavoro russo Lo spettro della rosa, di Fokine, è la mia Russia».
È curioso: lei torna alla Scala nel 2023, nell'anno del ventennale della scomparsa di un altro grande transfuga russo, Rudolf Nureyev.
«Sì, è una coincidenza incredibile, dovrò affrontare un repertorio a me nuovo. Dobbiamo ancora definire con il direttore Legris il numero delle mie recite alla Scala».
A Mosca ballava quasi cento spettacoli all'anno.
«In questo mese in Italia non ho mai smesso di allenarmi . Certo, la scena mi manca, non vedo l'ora di danzare il 7. Intorno al mio impegno con la Scala costruirò il mio futuro in Europa. Riparto da Milano con una nuova vita. La Scala è casa mia, è sempre stata nel mio cuore».
Valentina Ariete per “la Stampa” il 10 ottobre 2022.
«I finali sono stronzi. Ma lo è anche Laurie Strode!»: basterebbe questa frase per raccontare il film Halloween Ends, 13esimo capitolo della saga horror creata da John Carpenter, nelle sale italiane dal 13 ottobre. Ma sarebbe un peccato: Jamie Lee Curtis, interprete di Laurie da 44 anni, ha dato spettacolo al New York Comic Con dove, presentata da Drew Barrimore, ha celebrato un viaggio professionale ormai inscindibile da quello personale. L'attrice ha tanta voglia di raccontarlo: «Penso che Laurie Strode sia la sorella, l'amica, figlia, nipote di tutti. Rappresenta l'innocenza, la gentilezza.
Quando incontra Michael Myers, che è l'incarnazione del male, cominci a fare il tifo per lei. A questo punto della mia vita non c'è più separazione: Laurie e Jamie sono la stessa cosa. Non avrei fatto nulla nella mia vita senza di lei: mi ha dato una carriera, una famiglia. Le devo tutto. So bene che, quando succederà - ho 64 anni, la matematica non è a mio favore - sul giornale ci saranno queste parole: muore l'attrice di Halloween. È un marchio indelebile».
È sempre stata come Laurie?
«Quando avevo 19 anni per niente: era soltanto un ruolo. Ero più simile al personaggio di Lynda: promiscua e irriverente. All'inizio mi ha attirato questo: non si vestiva come me, non avevamo niente in comune. Lei è quella che tiene il discorso di fine anno. Mi ha costretto a recitare. Halloween era il mio primo film: fingevo di sapere tutto ma non sapevo niente. John mi ha chiesto di renderla vulnerabile. Non sapevo nemmeno fare lo spelling della parola! All'epoca credevo fosse sinonimo di debole.
Poi, quando ho assistito a una delle prime proiezioni con il pubblico, alla scena girata con la steadycam, che all'epoca era uno strumento nuovo, in cui viene ripreso il mio punto di vista, poi si torna sulla casa, poi di nuovo su di me, una donna si alza e urla: non entrare, c'è un killer lì dentro! In quel momento anche tutti gli altri hanno cominciato a gridare. Tutto il pubblico ha condiviso quell'esperienza horror. È in quel momento che ho capito cosa volesse dire John: Laurie doveva essere vulnerabile in modo da potersi affezionare a lei e non volere che le venisse fatto del male. Sono 44 anni che vi preoccupate per me».
All'inizio di questo percorso che consigli le hanno dato i suoi genitori, Janeth Leigh e Tony Curtis?
«Mia madre ha capito presto che ero insicura: mi vestivo come le ragazze che mi sembravano più popolari, perché non sapevo chi fossi. A un certo punto mi ha detto: sii te stessa e basta. Sapeva che era quello di cui avevo bisogno. Mio padre invece, sarò onesta, non lo conoscevo bene.
Ma mi ha detto due cose importantissime per la mia carriera: di non farmi mai riprendere con una lente inferiore ai 50mm, perché non si viene bene. E aveva ragione. La seconda: ogni volta che firmi un contratto ci sono le parole "in perpetuity", che significa per sempre. Il tuo lavoro su quel set è dello studio per sempre. Un monito per ogni volta che scelgo un film. Evidentemente non l'ho ascoltato quando ho girato Virus».
Halloween Ends è l'ultima parte della trilogia firmata da David Gordon Green: come è stato scriverla insieme?
«David, che mi ha fatto conoscere Jake Gyllenhaal, di cui sono la madrina, ha sempre avuto le idee chiare: per lui Laurie non è mai riuscita a superare il trauma. A 17 anni si è salvata, gli amici sono morti, è tornata a scuola e nessuno ha riconosciuto il suo dolore. È diventata la freak, la sopravvissuta.
Per 40 anni ha saputo, senza che nessuno le credesse, che Michael Myers sarebbe tornato. David mi stava proponendo un film su una donna che decide di prendere il controllo della propria vita: ed è coinciso con la nascita dei movimenti #MeToo e #TimeSUp. È stato quasi preveggente. L'ha rifatto con Halloween Kills: mostriamo le persone che si ribellano alla polizia e alle forze dell'ordine. In contemporanea ci sono state le proteste per l'omicidio di George Floyd. Poi c'è stato Capitol Hill».
In Halloween Ends Laurie ce la farà finalmente a uccidere Michael?
«L'intera città di Haddonfield si rivolta proprio contro di lei, la cui vita è stata rovinata da Michael Myers. Mostriamo le conseguenze della violenza sulle persone, come trattiamo le vittime. Questi film sono molto più di urla e sangue: parlano di chi siamo. E Laurie Strode, nonostante tutto, è una che non si arrende mai: penso sia questo il suo messaggio. Non mollare mai. In questo film finalmente sorride. Non credo che l'abbiamo mai vista farlo. Lo fa per un secondo, prima che cada il sigillo sulla saga».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 25 gennaio 2022.
La cantante Janet Jackson ha raccontato che suo fratello Michael l’ha bullizzata a lungo per il suo peso, definendola un «maiale» quando erano bambini. La star, che è dimagrita e ingrassata più volte nel corso degli anni, ha parlato della crudeltà del fratello e della sua infanzia nella docuserie in quattro puntate di A&E.
«Ci sono stati momenti in cui Mike mi prendeva in giro e mi insultava. “Maiale, cavallo, troia, mucca”. Lui ne rideva e anche io ridevo, ma poi dentro c’era qualcosa che mi faceva male. Quando qualcuno ti dice che sei troppo pesante, ti colpisce».
Jackson ha raccontato che i suoi problemi di peso sono iniziati quando ha ottenuto il ruolo di Penny nella sitcom Good Times degli anni 70. Allora aveva 11 anni. «Sono una mangiatrice emotiva, quindi quando sono stressata o qualcosa mi dà davvero fastidio, il cibo mi conforta. Ho partecipato a Good Times a lì sono iniziati i miei problemi di peso e il modo in cui mi guardavo. Ho sviluppato in giovane età e ho iniziato ad avere un petto, e la produzione lo legava in modo che sembrassi piatta».
Jackson ha raccontato che lei e suo fratello, morto nel 2009 all'età di 50 anni, si sono allontanati man mano che crescevano. Quando è stato accusato per la prima volta di abusi sessuali su minori nel 1993, dal tredicenne Jordan Chandler, che ha affermato che il cantante lo aveva molestato nel suo ranch di Neverland in California, Jackson ha detto di essere stata devastata - e arrabbiata per il suo costo personale.
«È stato frustrante per me», ha detto. «Abbiamo le nostre vite separate e anche se è mio fratello, questo non ha nulla a che fare con me. Ma volevo essere lì per lui, supportarlo il più possibile».
La causa è stata risolta nel gennaio 1994 con un pagamento di 23 milioni di dollari ai Chandlers. «Michael ha finito per dare soldi alla famiglia. Voleva solo che finisse, ma così è sembrato che fosse colpevole», ha detto Jackson.
Ha detto che all'epoca stava per firmare un accordo con la Coca-Cola, in quello che sarebbe stato il più grande accordo di marca della sua carriera. Ma è stato fatto deragliare dalle accuse.
«Quando è uscito, la Coca-Cola ha detto: “No, grazie”. Colpevole per associazione. È così che lo chiamano, giusto?».
Lei e Michael in seguito hanno risposto alle accuse nel loro singolo Scream del 1995. «Era la sua canzone e io ero lì per supportarlo», ha detto.
Ma ha affermato di essere stata bloccata dalla sua squadra. «Sentivo che stavano cercando di renderlo molto competitivo tra noi due. Questo mi ha davvero ferito perché sentivo di essere lì a combattere con lui, non contro di lui. Volevo che tra me e lui fosse come ai vecchi tempi, ma non è stato così. I vecchi tempi erano passati da tempo».
Alcuni anni dopo la sua famiglia ha cercato di mettere in scena un intervento nella sua vita nella sua casa di Las Vegas, con i suoi fratelli di The Jackson 5, ma lui si è rifiutato di ascoltare.
«Non aveva molto da dire, era scostante. Ero davvero sconvolto.
«La mia famiglia ha noleggiato un jet privato e sono venuti per un intervento. Era un modo per avvicinarci di nuovo e lui non ce l'aveva». Ha raccontato che le divisioni erano iniziate decenni fa, quando ha pubblicato Thriller, nel 1982.
«Era Thriller, è allora che tutto ha iniziato a cambiare», ha detto. «Ricordo di aver amato davvero l'album Thriller, ma per la prima volta nella mia vita ho sentito che era diverso tra noi, stava accadendo un cambiamento. Quello è il momento in cui Mike e io abbiamo iniziato a prendere strade separate. Semplicemente non era così divertente come una volta».
Jackson, che ha avuto 10 successi arrivati al numero uno negli Stati Uniti e ha realizzato un totale di vendite record globali di 100 milioni, ha affermato che il suo nome di famiglia l'ha aiutata e ostacolata. «Sono grata perché mi ha aperto molte porte, avere quel nome», ha detto.
«E allo stesso tempo c'è una grande quantità di controllo che deriva dall'avere quel cognome, una certa aspettativa. Volevo la mia identità, non volevo che la gente prendesse questo corpo a causa del mio cognome».
Nel documentario ha discusso a lungo del suo padre prepotente e talvolta violento Joe, morto nel 2018 all'età di 89 anni. «Crescendo, non ho vissuto mio padre come avrei voluto. Non ho mai saputo di che umore fosse, se fosse di umore giocoso. Ma il modo in cui suonava non era nemmeno divertente. Mio padre a volte ci svegliava mettendoci dei fiammiferi tra le dita dei piedi e accendendoli».
· Jeff Goldblum.
Jeff Goldblum, i 70 anni dell’istrionico attore di “Jurassic Park” e “La Mosca”. Eva Cabras su Il Corriere della Sera il 22 Ottobre 2022
Dal talento musicale ai tre matrimoni, tutto sulla carriera e la vita privata dell’attore cult
Origini
Jeffrey Lynn Goldblum nasce il 22 ottobre 1952 a Pittsburgh, in Pennsylvania, da una famiglia ebraica. Ha una sorella e due fratelli, uno dei quali morto prematuramente nel 1972 per un’insufficienza renale a soli 23 anni.
Debutto
All’età di 18 anni Goldblum fa il suo debutto a Broadway nello spettacolo “I due gentiluomini di Verona” di William Shakespeare, prima di dedicarsi prevalentemente al cinema con registi del calibro di Robert Altman, Woody Allen, John Landis e David Cronenberg.
Gelosia sul set
Durante le riprese di “La Mosca” del 1986, Jeff ebbe diversi problemi con le scene intime tra John Getz e Geena Davis, che all’epoca era la sua fidanzata. All’attore fu chiesto addirittura di lasciare il set a causa di reazioni moleste.
Sbarcare il lunario
Al suo arrivo in California, Goldblum dovette trovarsi un lavoro per mantenersi tra un’audizione e l’altra. Per un periodo l’attore fu un rappresentante di matite che riforniva di cancelleria le prigioni del circondario.
Scuola di recitazione
Nel 1981, insieme a Robert Carnegie, Jeff Goldblum fondò la scuola di recitazione Playhouse West di Los Angeles, dove tenne personalmente alcuni corsi di preparazione per aspiranti attori. Tra gli alunni del suo corso compaiono anche Ashley Judd e Jim Carrey.
Relazioni
Goldblum ha all’attivo tre matrimoni e numerose relazioni che hanno riempito le pagine delle riviste di gossip. Dal 1980 al 1986 fu sposato con la collega Patricia Gaul, mentre nel 1987 convolò a nozze con Geena Davis, dalla quale divorzia dopo quattro anni. Negli anni ’90 frequenta la co-star di “Jurassic Park” Laura Dern, mentre nei primi ’00 è legato alla ballerina Catherine Wreford. Nel 2014 arriva il suo più recente sì, che lo sposa alla ginnasta Emilie Livingston, con la quale ha due figli nel 2015 e 2017.
Apparizioni televisive
Negli anni 2000, Goldblum compare in alcune fortunatissime sitcom e serie televisive, tra cui “Friends”, “Will & Grace” e “Glee”.
Uno show tutto suo
Dal 2019 Jeff ha una serie televisiva tutta per sé, ovvero “Il mondo secondo Jeff Goldblum”, docu-serie in cui esplora alcune delle sue più eclettiche passioni, dal gelato ai fuochi d’artificio, passando per i tatuaggi e i puzzle.
Musicista
Nel 2018 Goldblum debutta anche nel mondo della musica come pianista jazz nella band Mildred Snitzer Orchestra, che si esibisce regolarmente a Los Angeles.
Barbara Costa per Dagospia il 23 luglio 2022.
“It’s all about the Benjamins!”, dicono in America: tutto si fa per soldi, tanti soldi, e i Benjamins sono le banconote da 100 dollari, quelle con su Benjamin Franklin… troppo cinico? E che c’è di male? A chi la vogliamo raccontare? Perché non dovrebbe girare tutto intorno ai dollari? Porno compreso? E soprattutto il porno...
Mi fanno ridere, coloro che ogni tanto si alzano, puntano il dito, ammonendo che il porno dovrebbe munirsi di morale. E quale, di grazia? Di quale autorità, modello, religione? La mia no. La tua? Perché, è superiore? Chi lo stabilisce? Tu? E chi cavolo sei tu? Il porno non deve lanciare messaggi, di alcun tipo: il porno ha nella sua anima l’eccitare, ma pure dare disturbo a chi vanta moralità.
Il porno, almeno quello che tratto io, e cioè quello USA rinomato, e cioè quello che i soldi li fa e li fa girare, rispetta se stesso e le leggi, paga le tasse, e ha l’etica del denaro, e del guadagno. O c’è chi pensa che chi sta sui set, o su OnlyFans, ci sta con lo scopo di cambiare il mondo?! Ma il mondo, quando mai è cambiato??! Non è girato sempre intorno al profitto, al denaro, ai Benjamins…? E all’occasione in positivo.
Come nel caso di questa femmina qua, Jenna Starr, 33 anni e protagonista del video porno a tre il più visto su Brazzers negli ultimi mesi. Milioni di views cioè p*ppe, cioè soldi, Benjamins, che si pappa Brazzers, che si pappa Jenna. O credete che Jenna stia lì, a farsi il suo mazzo porno, per cosa, eliminare la fame nel mondo? Deve eliminare la sua, di fame, e i suoi, di problemi, e deve alimentare i suoi, di sfizi. Sicché, io, te, ognuno di noi, qualunque lavoro e reddito abbiamo, non viviamo per dannarci di balzelli e spendere quel che ci rimane in sfizi?
O figli, o alimenti per ex coniugi, dipende da come state messi…
Jenna Starr rappresenta il sogno americano odierno, che non è morto, chi mai lo ha ammazzato, semplicemente non è mai stato quello che Hollywood, e i media pelosi, nel '900 hanno venduto. Jenna è una che lavora da quando aveva 20 anni, cioè da quando ha preso e diploma e abilitazione in cosmetologia. Una estetista, che per un po’ ha girovagato da un datore di lavoro a un altro, mettendo da parte 11 mila dollari. Con questo gruzzolo Jenna si è rifatta il seno, e si è messa in proprio, aprendo un suo centro estetico.
Quel che si direbbe una brava ragazza, o no? Tenace e intraprendente, o no? Sicuro non è stata ad aspettare che i soldi si degnassero di infilarsi da soli nelle sue tasche… Poi Jenna si è sposata, poi Jenna ha divorziato, poi è arrivato il Covid e il suo centro estetico ha chiuso, così Jenna si è messa su OnlyFans per pagarsi affitto e cibo e bollette.
La riapertura post Covid non ha permesso a Jenna di recuperare i soldi persi dalla chiusura della sua impresa, e allora ha chiuso lei, tutto, per aprirsi e di più su OnlyFans che le dava e le dà reddito in crescendo. It’s all about the Benjamins!, specie oggi, che Jenna Starr ha ferma intenzione di lavorarci, nel porno, perlomeno per i prossimi 5 anni, cellulite sul c*lo compresa, poiché oltre misura arrapante per i p*pparoli.
Cosa ha di diverso fare l’estetista, o fare ogni altro lavoro, dal lavorare nel porno? Soltanto il giudizio degli altri. I Benjamins sono gli stessi, anzi, se ci sai fare nel porno non sono indifferenti. Cambia la percezione altrui, soprattutto se sei donna. Ma Jenna Starr, e tutte le altre che, testa sulle spalle e piedi per terra, scelgono il porno al posto di altri lavori, capiscono subito che del giudizio sociale devono fregarsene: “Chi mi giudica non paga i miei conti!”, ti risponde Jenna.
Chi ti giudica, chissà come li fa, i Benjamins… e come li spende, magari in – legittimo – consumo porno… Il porno serio, di serie A americano, se riesci ad arrivarci e a lavorarci, ti permette l’indipendenza economica, e mentale: le ragazze del porno oggi sono imprenditrici di se stesse, lavorano e non per modo di dire. Chi fa porno non lavora tutti i giorni, non ha orari fissi. Se carica su OnlyFans lavora quando lo decide, e in tempi e in modi mentre, se si esibisce sui set, è lì mai meno di 9 ore… I Benjamins li fa, ma deve faticare…
E dove sta esempio più pragmatico di donne – e uomini – che, col porno, conquistano emancipazione? Per noi del porno sono stantie ma peggio sono offensive le parole di Ninja Thyberg, la regista di "Pleasure", film che tratta il porno secondo una fiction – quindi non la realtà – e un punto di vista prettamente personale, nel suo caso frenato da grossi – femministi, patriarcali, paternalistici – (pre)giudizi: “Le attrici porno prevengono quasi tutte dal proletariato”. Ah. Come no.
Pertanto sarebbero delle poverette costrette per soldi. Delle sciagurate senza altra scelta. A parte che quasi tutto il mondo proviene dal proletariato, compresa la sottoscritta e vabbè…, si faccia un censimento tra le attrici e vediamo, quante sono le “poverine” proletarie che fanno porno per necessità! Moana Pozzi era figlia di un ingegnere, James Deen è figlio di due ingegneri NASA, Angela White ha laurea e dottorato, ma che senso ha elencarle??? Si è migliori per il solo fatto di aver avuto il c*lo di nascere nella ricchezza??? Jenna Starr proviene da una famiglia comunissima. Il suo percorso di vita ve l’ho raccontato. In cosa e dove e per quale motivo sarebbe una poveretta?
Da tgcom24.mediaset.it il 10 novembre 2022.
"Ho cercato di rimanere incinta - ha detto l'attrice - è stato un percorso difficile per me, quello di avere un figlio... Ho fatto ricorso alla fecondazione in vitro, bevevo tè cinese, ho tentato di tutto. Avrei dato qualsiasi cosa se qualcuno mi avesse detto, 'Congela gli ovuli, fai un favore a te stessa'. E' che non ci pensi così eccomi qui oggi. La nave è partita".
Jennifer Aniston giura anche di non avere alcun rimpianto oggi: "In realtà mi senso sollevata perché non c'è più, 'Posso? Forse. Forse. Forse'. Non devo pensarci più". La Aniston respinge anche le accuse che le sono state fatte in passato, quella di essere stata egoista e di essere stata lasciata per non aver dato un figlio ai suoi precedenti mariti, Brad Pitt o Justin Theroux. "E' una bugia - ha replicato con fermezza - non ho nulla da nascondere a questo punto".
Per anni Jennifer Aniston è stata al centro del gossip proprio per le sue presunte gravidanze. Ogni volta che metteva su qualche chilo per i magazine americani era incinta. Una volta una rivista pubblicò persino una presunta ecografia delle due gemelle di cui sarebbe stata in attesa. Così l’attrice scrisse un editoriale molto duro nel 2016, pubblicato sull’Huffington Post. Anni dopo al "The Hollywood Reperter" ha confessato: "Prendevo tutto molto sul personale, le voci sulla gravidanza e l’ipotesi del ‘Oh, ha scelto la carriera al posto dei figli’. Ma nessuno aveva idea di cosa mi stesse succedendo personalmente, dal punto di vista medico, perché non posso... posso avere figli? Non sanno nulla, ed è stato davvero doloroso e semplicemente brutto... Quello che i tabloid e i media hanno fatto alla vita privata delle persone lo stanno facendo ora i social media alle persone normali. Anche se non vedo un tabloid da così tanto tempo. Sto ancora avendo due gemelli? Sarò la 'madre miracolosa' a 52 anni? Non so perché ci sia una vena così crudele nella società".
Da leggo.it il 23 novembre 2022.
Jennifer Lopez e Ben Affleck hanno fatto sognare tutto il mondo con la loro storia d'amore. I due si sono fidanzati per la prima volta nel 2002 e si sono lasciati due anni dopo, nel 2004, per poi ritrovarsi nel 2021 e convolare a nozze. Nel frattempo spunta un presunto ex di JLo che avrebbe fatto da esca per nascondere la relazione tra la cantante e l'attore. E che ora 'accusa' JLo.
La love story
La turbolenta, sempre esposta ai media e appassionata love story tra Jennifer Lopez e Ben Affleck, inizia nel 2002. La coppia è tra le più acclamate ad Hollywood tanto che quando due anni più tardi si separa, i fan restano molto delusi.
Ma com'è cominciata tra i due? In realtà nella prima fase della relazione, la cantante e l'attore desideravano rimanere in disparte e quindi hanno cercato in tutti i modi di nascondere la relazione. Jennifer ha utilizzato come "esca", il collega di set, Ralph Fiennes.
Ralph "esca" Fiennes
Proprio durante le riprese del film "Un amore a 5 stelle", scoppiava la passione tra i Bennifer, la coppia che però voleva rimanere segreta, doveva trovare dei modi per depistare i paparazzi. Così approfittò della bella intesa che si era creata con il suo co-protagonista, Ralph Fiennes, sul set del film.
«Una foto in particolare suscitò grande curiosità. I paparazzi ce l'avevano scattata in modo tale che sembrava che io e Jennifer ci stessimo baciando. In realtà lei era innamorata».
Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” il 26 luglio 2022.
Jennifer Lopez ha cambiato cognome ed è diventata Jennifer Affleck. Affleck come il consorte Ben. Lo ha scritto sulla licenza di matrimonio. Apriti cielo. La marea di indignazione è globale ed è ben interpretata dalle parole della scrittrice Jennifer Weiner sul New York Times : «Una donna che prende il cognome del marito mi sembra una sottomissione, un gesto per dire "Io appartengo a lui". In questo momento difficile per il femminismo in America, la scelta è particolarmente scoraggiante».
Jennifer Lopez ha 219milioni di follower , le sue canzoni, come Ain't your Mama , hanno su Spotify anche 400milioni di download, ovvero, J. Lo è un'icona globale, ha un'identità forte, è il marchio di sé stessa e questo, in parte, forse, spiega perché, per anni, invece, non ci siamo chiesti come facesse davvero di cognome Michelle Obama (LaVaughn Robinson, per la cronaca) o spiega perché nessuno si è troppo stupito quando Hillary Rodham si candidò alla primarie Dem come Hillary Clinton. Ivana Zelníková è morta Ivana Trump, nonostante la compresenza di una Melania Trump nata Knauss.
Non è questione di destra o sinistra, per quanto negli Usa uno possa scegliere letteralmente di assumere il cognome del consorte, cosa fatta da Jennifer e dall'80 percento delle spose americane, stando a una rilevazione di The Upshot del Nyt . Magari, Jennifer l'ha fatto in nome della tradizione, o per affetto o forse per comprare su Amazon senza che il suo indirizzo si notasse troppo in giro. Magari, è probabile, l'ha fatto perché, oggi, ti si nota di più se fai qualcosa di politicamente scorretto piuttosto che se fai tutto perbenino e conforme ai valori che avanzano.
Il tema non è solo americano. Noi abbiamo serenamente amato Donna Vittoria Leone o Franca Ciampi. In Regione Lombardia, sono attualmente assessore Letizia Moratti nata Brichetto Arnaboldi e Melania Rizzoli nata De Nichilo senza che nessuno gridi alle derive del patriarcato.
Problemi semmai ne ha avuti chi il cognome se l'è tenuto dopo il divorzio, come Daniela Santanchè nata Garnero, o Marina nata Punturieri che, bersagliata da cause dell'ex, rinunciò al Lante della Rovere solo sposando Ripa di Meana. Ora, l'ex Jennifer Lopez, nella sua newsletter, si è firmata Mrs. Jennifer Lynn Affleck (Lynn, almeno questo, è un nome di proprietà, il secondo) e contro di lei c'è stata una sollevazione senza concessioni al romanticismo.
In un altro momento storico, in un contesto diverso che non sia l'anticipo di Metaverso che sono i social, l'avremmo trovato un pensiero affettuoso verso un amore perso e ritrovato.
Ben, infatti, Premio Oscar per Argo e Good Will Hunting , doveva essere il marito numero tre di Jennifer, ma la lasciò due giorni prima del matrimonio. «Ben è stato il primo a spezzarmi il cuore», dirà lei. I due si sono poi sposati 18 anni dopo, il 16 luglio, a Las Vegas. Al mondo, è sembrato un amore romanticissimo, salvo l'inciampo anagrafico.
Che poi, la verità è che J. Lo resta J. Lo su tutti i suoi social, sulle copertine dei dischi e sui prodotti cosmetici che produce. C'è da scommettere che la crema rassodante J. Lo Body da 65 dollari non cambierà nome in Jennifer Affleck e non per risparmiare sulle vocali stampate sulla confezione.
Nello star system si può essere romantici ma non autolesionisti. L'unica per chiuderla lì e passare oltre, sarebbe che Ben si firmasse da qualche parte Ben Lopez. Basterebbe una story su Instagram e domani i più si dimenticheranno di quest' attentato alla parità di genere. In fondo, è la replica di quanto successo fra il 2004 e il 2014, quando lei prese il cognome del penultimo marito Marc Anthony: era diventata Jennifer Muñiz. Non se n'era accorto nessuno o non ci aveva dato peso nessuno.
Da repubblica.it il 25 luglio 2022.
Una settimana dopo il matrimonio in bianco con Cadillac rosa a Las Vegas, la decisione di Jennifer Lopez di prendere il cognome del neomarito Ben Affleck fa scattare la polemica negli Stati Uniti. In piena luna di miele a Parigi l'attrice, cantante e imprenditrice ha festeggiato oggi i suoi 53 anni, l'anello nuziale al dito, nella città più romantica del mondo. Dall'altra parte dell'oceano però la scelta di J.Lo di firmare la newsletter che arriva ai 219 milioni di seguaci con il nuovo epiteto Mrs. Jennifer Lynn Affleck ha fatto storcere il naso alle femministe.
In particolare la scrittrice americana Jennifer Weiner sul New York Times ha scritto che in un momento difficile per il femminismo in America la scelta di Jennifer Lopez è "particolarmente scoraggiante". Secondo Weiner il riferimento inevitabile è alla Gilead del Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood, la teocrazia distopica in cui le donne addette alla riproduzione come la protagonista June Osborne (Elisabeth Moss) prendevano il nome del Comandante a cui erano asservite: "OfFred" o "DiFred".
Negli Usa in realtà la maggioranza delle donne fa cosi: solo il 20%, secondo un'analisi del 2015 della rubrica del Times, The Upshot, continua a tenere il proprio cognome dopo il matrimonio. L'80% assume invece quello del marito, con un gesto che secondo la scrittrice affonda le radici nel sistema patriarcale e le leggi medievali in cui, per tutti gli effetti legali, una moglie perdeva qualsiasi identità individuale nel momento del matrimonio.
Negli Stati Uniti del resto, fino agli anni 70, almeno in alcuni Stati, le donne sposate dovevano usare il cognome del marito per votare, ottenere il passaporto o la carta di credito.
Intanto, incurante delle polemiche, J.Lo festeggia con il suo Ben: dopo l'arrivo su un jet privato, cena a Le Matignan vicino agli Champs-Élysées, due ore su una panchina di un parco ad amoreggiare come fidanzatini di Peynet, poi shopping nel Marais con i rispettivi figli e una tappa al Musee d'Orsay. Ma i gesti contano.
I nomi conferiscono identità. Per Rachael Robnett, psicologa dell'Università del Nevada, "la scelta di J.Lo riflette il maggior status e il potere degli uomini nelle relazioni e nella società". Immaginate per un attimo se Ben Affleck avesse scelto di chiamarsi Lopez: "La gente considera prendere il cognome del marito una simpatica tradizione", ha detto la Robnett: "Ma è in gioco il potere. E il potere conta".
Marzia Nicolini per vanityfair.it il 25 luglio 2022.
Per festeggiare i suoi 53 anni, JLo ha scelto due strade. Per prima cosa si è sposata, dicendo sì in una cappella di Las Vegas all'amore della sua vita, l'attore Ben Affleck. Poi, sensuale e tonica come non mai, ha posato senza veli per la nuova linea di cosmetici JLo Body.
Instancabile, perfezionista, immune al passare degli anni e - anzi - ogni giorno più bella e sexy, Jennifer Lopez non teme rivali in quanto a forma fisica. E così, dopo il successo dei prodotti di skincare viso a firma JLo Beauty, la cantante, ballerina e business woman del Bronx ha deciso di espandere il suo impero commerciale e mettere sul mercato dei lussuosi cosmetici con focus corpo.
Appassionatissima di fitness e danza, Jennifer Lopez è la perfetta dimostrazione di quanto sia importante prendersi cura ogni giorno della propria forma fisica. Per lei, infatti, volere è potere.
Ma oltre al lavoro muscolare, è noto che occorra anche dedicare tempo e risorse alla cura della pelle - specie dopo una certa età, quando la produzione di collagene ed elastina rallenta, portando ai primi problemi di lassità e perdita di tono.
Non a caso il primo prodotto a firma JLo Body prende il nome di FIRM + FLAUNT ed è un balsamo corpo rassodante, levigante e ricompattante, efficace anche contro le smagliature. Scommettiamo che diventerà a brevissimo un best seller? Già, perché tutto quel che tocca Jennifer Lopez diventa oro.
(ANSA il 18 luglio 2022) - Nozze in Cadillac per Jennifer Lopez e Ben Affleck: la cantante e attrice ha sposato il suo due volte fidanzato allo scoccare della mezzanotte tra sabato e domenica in una cappella "drive through" di Las Vegas. Lo ha confermato la stessa JLo dopo che indiscrezioni erano apparse sulla stampa tabloid.
"Dopo aver fatto la fila con altre quattro coppie per ottenere la licenza matrimoniale ce l'abbiamo fatta per un pelo", ha annunciato la Lopez sulla sua newsletter proclamando Las Vegas "la capitale mondiale dei matrimoni".
I figli di entrambe le star erano presenti alle nozze alla Little White Wedding Chapel rimasta aperta per qualche minuto in più oltre lo scoccare dei dodici rintocchi per permettere alla coppia "Bennifer" di scattare qualche foto sulla Cadillac rosa "evidentemente usata dal re in persona". La cappella è una meta obbligata per nozze di celebrità.
Fondata negli anni Cinquanta ha sposato oltre 800mila persone tra cui Frank Sinatra, Judy Garland, Mickey Rooney, Michael Jordan, Britney Spears, Bruce Willis e Demi Moore. Il re sarebbe Elvis Presley che in vita avrebbe posseduto svariate Cadillac rosa. La Lopez e Affleck si erano impegnati a sposarsi lo scorso settembre dopo un ritorno di fiamma della loro relazione sbocciata all'inizio degli anni 2000.
Jennifer Lopez e Ben Affleck, il matrimonio in Cadillac rosa a Las Vegas. La Repubblica il 18 Luglio 2022.
La cerimonia in auto alla Little White Wedding Chapel alla presenza dei figli. JLo: "La notte migliore della nostra vita"
Niente fasti e feste per le nozze di Jennifer Lopez e Ben Affleck. La coppia ha celebrato il matrimonio a Las Vegas su una Cadillac rosa allo scoccare della mezzanotte tra sabato 16 e domenica 17 luglio. La cantante e attrice ha sposato il suo due volte fidanzato nella famosa A little white wedding chapel, una cappella che vanta un 'tunnel dell'amore' drive-through. "Dopo aver fatto la fila con altre quattro coppie per ottenere la licenza matrimoniale ce l'abbiamo fatta per un pelo", ha scritto Lopez sulla sua newsletter proclamando Las Vegas "la capitale mondiale dei matrimoni".
I figli di entrambe le star erano presenti alle nozze nella cappella rimasta aperta per qualche minuto in più oltre lo scoccare dei dodici rintocchi per permettere alla coppia "Bennifer" di scattare qualche foto sulla Cadillac rosa "evidentemente usata dal re in persona".
Il "re" sarebbe Elvis Presley che in vita avrebbe posseduto svariate Cadillac rosa. "Se lo avessimo voluto, ci sarebbe costato extra, e comunque era già andato a lettò, ha scherzato la diva: imitatori del leggendario "re del rock and roll" celebrano di routine matrimoni nelle varie cappelle nuziali della mecca del gioco d'azzardo.
La cappella è una meta obbligata per nozze di celebrità. Fondata negli anni Cinquanta ha sposato oltre 800mila persone tra cui Frank Sinatra, Judy Garland, Mickey Rooney, Michael Jordan, Britney Spears (nel famoso matrimonio durato poche ore), Bruce Willis e Demi Moore. Il re sarebbe Elvis Presley che in vita avrebbe posseduto svariate Cadillac rosa.
Jennifer Lopez, 53 anni il prossimo 24 luglio e al quarto matrimonio, e il 49enne Affleck si erano impegnati a sposarsi lo scorso settembre dopo un ritorno di fiamma della loro relazione sbocciata per la prima volta all'inizio degli anni 2000. Una che aveva mandato in visibilio i fan della coppia, con gli scatti romantici dei due tra una vacanza in barca sulle coste italiane e il red carpet percorso mano nella mano alla Mostra del cinema di Venezia.
Sul sito web OntheJLo, l'attrice e cantante ha raccontato di essere volata a Las Vegas con Affleck sabato e di aver fatto la fila per una licenza di matrimonio insieme ad altre quattro coppie. "Avevano ragione quando dicevano, 'all you need is love' ('tutto quello di cui hai bisogno è amorè)", ha scritto. "Siamo così grati di averne in abbondanza: una nuova meravigliosa famiglia di cinque bambini fantastici e una vita che non abbiamo mai avuto più motivi per aspettarci".
Il parrucchiere Chris Appleton, ha condiviso su Instagram un video della star in abito da sposa, mentre si preparava per il matrimonio. La mattina dopo le nozze, la sposa ha inoltre condiviso un selfie a letto con indosso la sua nuova fede nuziale.
JLo, che ha definito la notte "la migliore della nostra vita", ha raccontato che un altoparlante Bluetooth ha riprodotto la marcia nuziale lungo il 'tunnel dell'amore' drive-through.
Indiscrezioni sulle nozze erano circolate dopo che i nomi di Lopez, che da ultimo ha recitato in Marry me e nel documentario Halftime di Netflix e di Affleck (premio Oscar per Argo nel 2013) erano apparsi sulla licenza matrimoniale emessa sabato dalla Contea di Clark in Nevada.
Le nozze, nella tradizione a stelle e strisce di indossare 'qualcosa di vecchio', hanno incluso "un abito da un vecchio film" per JLo e una giacca dall'armadio di Ben. "Ce l'abbiamo fatta, L'amore è bellissimo. L'amore è gentile, e ora si scopre che l'amore è paziente. Paziente per vent'anni", ha detto ancora lei, evocando una storia d'amore tormentata lungo gli ultimi due decenni.
Dopo aver recitato sul set di Gigli nel 2002 Jennifer e Ben si erano fidanzati una prima volta ma poi il matrimonio era stato cancellato "per l'eccessiva attenzione dei media". "Quando ci siamo trovati a dover reclutare tre diverse finte spose per deviare l'attenzione ci siamo resi conto che c'era qualcosa di sbagliato", avevano detto le due star annunciando nel 2004 la fine del fidanzamento. Poi ciascuno è andato per la sua strada: Affleck ha sposato Jennifer Garner nel 2005, con la quale condivide tre figli. Hanno divorziato nel 2018. JLo è stata sposata tre volte: con Ojani Noa dal 1997 al 1998, con Cris Judd dal 2001 al 2003 e dal 2004 al 2014 con il cantante Marc Anthony, con cui ha avuto due gemelli ora 14enni.
Irene Soave per il "Corriere Della Sera" il 22 giugno 2022.
L'equivalente italiano non sarebbe proprio «loro», meglio semmai «l*i» o «l e i»: il « they » inglese, riferito a una persona sola, indica che è di genere non binario. Non si riconosce, cioè, nei pronomi maschili (he/him) né in quelli femminili (she/her). Così, con «they», Jennifer Lopez si è riferita alla figlia Emme Maribel Muñiz, 14 anni, in un duetto sul palco del Blue Diamond Gala, indetto dalla squadra di baseball losangelina dei Dodgers.
« They », cioè «l*i», ha annunciato la superstar, «sono i miei partner di duetto preferiti [per praticità di coniugazione, noi trascriviamo lo stesso «loro», ndr ]. Chiedo sempre loro di cantare con me, ma non lo fanno quasi mai. Questa è un'occasione speciale.
Loro sono molto occupati e costosi. Ma valgono ogni centesimo», e sul palco, in tuta fuxia e microfono arcobaleno, si presenta Emme Maribel, una dei due gemelli avuti nel 2008 con il cantante Marc Anthony. «L'ultima volta che ci siamo esibite insieme era in uno stadio grande come questo», ha continuato mamma J.
Lo. Ed era il 2020; lo show era quello dell'intervallo del Superbowl, Emme Maribel non aveva ancora 12 anni e il suo aspetto era quello di una bambina che si identificava con una bambina: mossette, abitino bianco, chignon.
Da un anno invece le foto che circolano di Emme la ritraggono con abiti larghi e corti ricci neri. Insieme hanno cantato la hit Thousand Years di Christina Perri; l'evento, le cui foto J. Lo ha condiviso su Twitter, ha raccolto 3,6 milioni per beneficenza, e i video sono virali. Ma non solo per la musica.
La scelta di definirsi con pronomi non binari, in epoca di identità di genere fluida, è sempre meno rara: per il dizionario americano Merriam-Webster «they» era già la parola dell'anno nel 2019 (nel 2018: «giustizia». Nel 2017 post-meToo: «femminismo»). E i 334 linguisti che formano l'American Dialect Society avevano già definito «they» parola del 2015.
Del resto la « e », che consente di crearne gli equivalenti in lingua italiana, è comparsa in quasi tutti gli smartphone. Anche nello star system ci sono precedenti: la supermodella Emily Ratajkowski, a ottobre 2020, annunciò la sua gravidanza in un lungo articolo in prima persona su Vogue , in cui dichiarava che il genere del nascituro (alla nascita poi biologicamente maschio, registrato all'anagrafe come Sylvester Apollo) l'avrebbe dichiarato lui stesso solo quando avesse compiuto 18 anni. J Lo, 52 anni, è forse all'apice della carriera: il successo del documentario sulla sua vita Halftime su Netflix e il ritorno di fiamma con l'amatissimo ex Ben Affleck ripercorrono le tappe del suo sfolgorante passato. Al futuro ci pensa la figlia Emme, sostenuta dalla mamma e da generazioni di nuovi fan coetanei, non a disagio coi pronomi.
Jennifer Lopez e Ben Affleck, nel contratto prematrimoniale l'impegno a fare sesso almeno quattro volte a settimana. Redazione Spettacoli su Il Corriere della Sera il 28 Aprile 2022.
Le due star sono fidanzate dopo il ritorno di fiamma dell'estate scorsa.
Il ritorno di fiamma fra Jennifer Lopez e Ben Affleck convolerà in uno dei matrimoni più attesi del mondo dello spettacolo. Dopo l'annuncio di nozze imminenti (di cui però non si conosce ancora la data) fra la cantante e attrice e l'attore, ora circolano anche indiscrezioni sul loro contratto prematrimoniale che pare contenga una clausola molto dettagliata anche per quel che riguarda la loro vita intima: stando alle rivelazioni di «Esquire», J.Lo. avrebbe infatti chiesto (e ottenuto) che venga inserito nell'accordo anche l'impegno a fare sesso almeno quattro volte a settimana.
Il motivo della richiesta sarebbe quello di evitare infedeltà e cali del desiderio, garantendo a entrambi di mantenere viva la fiamma della passione, benché forse in modo non del tutto spontaneo. Per quanto la clausola possa apparire bizzarra, fa il paio con quanto aveva chiesto Lopez, 53 anni, nel primo contratto prematrimoniale stilato con Affleck, 49 anni: i due, già fidanzati fra il 2002 e il 2004, avrebbero dovuto sposarsi anche in quell'occasione, ma a quanto pare fra i motivi della rottura ci fu proprio un'altra richiesta della superstar, cioè quella di ottenere 5 milioni di dollari di risarcimento nel caso in cui Affleck l'avesse tradita.
Melissa Panarello per “la Stampa” il 30 aprile 2022.
Una donna diventa ricca perché ha idee geniali e ne sa una più del diavolo. È il caso di JLo, nata Jennifer Lopez, ragazza del Bronx che ha messo su un impero fra musica, cinema, cosmetici e chissà che altro. Dicevo, una diventa ricca perché sta tutto il giorno a capire come far funzionare le cose e quelle riescono: sempre.
Meno fortuna si è avuta con i matrimoni, anche se quello con Marc Anthony non sembra sia andato così male, certo hanno divorziato, ma sono apparsi fino alla fine sempre felici e anche ora che non stanno più insieme, sembrano aver conservato l'amicizia. Però una cosa è certa: più passa il tempo e meno hai voglia di veder naufragare amori e costosi matrimoni, dunque meglio premunirsi.
Quella con Ben Affleck è una storia d'amore eterna, iniziata decenni fa, finita misteriosamente qualche settimana dopo il fidanzamento ufficiale e risbocciata l'estate scorsa, quando i due a passeggio per Capri hanno reso noto di essersi di nuovo innamorati dando ancora una volta spettacolo con i loro corpi fantastici, che più invecchiano e più sono belli, e quell'aria di sesso che si portano dietro anche quando si scambiano castissimi baci.
Si dice che di una coppia riesci a capire subito se hanno l'aria di sapersi ancora rotolare fra le lenzuola insieme oppure no; ogni coppia ha un magnetismo erotico, a prescindere dalla bellezza naturalmente, che dipende solo da quell'odore tipico che ha addosso chi non rinuncia al sano piacere. Lopez e Affleck quell'odore ce l'hanno, e lo senti pure dalle foto patinate fatte per sembrare rubate e invece sono posatissime.
Ieri alcuni giornali hanno scritto che il loro accordo prematrimoniale, documento indispensabile ai ricchissimi che cercano di mantenere intatti i patrimoni, conterrebbe una clausola che riguarda la frequenza dei rapporti sessuali, oltre alla quale non si può scendere: minimo quattro a settimana. Vera o meno che sia, la cosa ha fatto sorridere molti, però è serissima: è la base un buon matrimonio. JLo è una che le cose le sa e quello che sa è che un matrimonio senza sesso è la tomba dell'amore e si va in perdita con tutto, con la dignità prima di tutto e infine proprio con i soldi.
Chissà quante fatiche ci saremmo risparmiate, quanti matrimoni avremmo salvato, a fare come lei. Se avessimo messo in chiaro sin da subito che per meno di tre volte a settimana non ci saremmo mai degnate di raggiungere l'altare oppure che con assillanti richieste di farlo due o tre volte al giorno avremmo potuto fare domanda di divorzio per direttissima, avremmo ancora la fede al dito, la casa di proprietà, i soldi da parte per le vacanze? Non mi sono mai sposata, non saprei, ma ho amiche, conoscenti, leggo storie penose.
I matrimoni funzionano quando si fa molto sesso o quando non si fa per niente ma non si chiede conto all'altro di quel che fa fuori. In ogni caso, i partner devono essere sessualmente appagati, che lo facciano insieme o in separata sede. Chi è infelice sessualmente, è infelice in tutto, non riesce neanche a riempire la ciotola di croccantini del cane, non sa più vestirsi, cammina male, dorme male e in poco tempo perde ogni attrattiva pure per altri potenziali amanti. Chi non lavora non fa l'amore? No: chi non fa l'amore (e vuole farlo -ci sono le persone che hanno scelto liberamente una vita senza sesso) non riesce a fare un bel niente. Il sesso fa splendere.
Oppure sei un illuminato, mediti dalle 4 di mattina, fai una dieta crudista vegana, sei un vero asceta e allora il sesso non ti serve e riesci a splendere comunque. Ma se hai scelto una vita con il sesso e non lo fai, è un colpo al cuore, ti fa sentire brutto, non amato, non voluto, e ti rende odiosa l'altra persona.
Chissà perché, però, ho dato per scontato che sia stata lei a voler inserire l'accordo sul sesso. E se lo avesse fatto lui? Se fosse stato Affleck a chiedere una quantità dignitosa di sesso in cambio di imperitura fedeltà all'impegno preso? Le cose cambierebbero nella percezione, ma non nella sostanza.
Cambierebbe il modo in cui si legge questa notizia perché se a chiederlo è una donna, siamo felici della sua presa di posizione, della sua determinazione a non volere vivere con un uomo che non la guarda e non la tocca più; se a chiederlo è un uomo ci appare come gretto, uno che pensa sempre a quella cosa lì, uno per cui l'amore non conta niente ma gli interessa solo quante volte a settimana si va a letto insieme.
Una donna che fa una cosa considerata fino a qualche decennio fa «da uomo» è ammirevole, un uomo che fa una cosa «da uomo» è da condannare. Certo è che avere il diritto al godimento vale per le femmine e per i maschi, e alle donne da poco è stato consentito dirlo ad alta voce: prima non stava bene.
Per questo ho tutta l'impressione che sia stata una pensata di lei e non di lui: perché va di moda l'empowerment femminile e grandi sono invece le disgrazie che cadono sulla testa dei maschi che si permettono di esprimere ad alta voce desideri primitivi come quello di voler giacere spesso e volentieri con la propria amata. E tutto sono Jennifer Lopez e Ben Affleck, fuorché fuori moda.
Graziella Melina per “il Messaggero” il 30 aprile 2022.
Per evitare le infedeltà e mantenere nel tempo un buon rapporto di coppia, programmare a tavolino la vita intima è del tutto controproducente. Secondo Marco Inghilleri, psicoterapeuta, sessuologo e vicepresidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale (Sises), «formalizzare una condizione che non è formalizzabile è impossibile; il matrimonio dovrebbe essere un punto di arrivo di un innamoramento».
Partiamo da qualche punto fermo. Cosa fare per un buon rapporto di coppia?
«Bisogna rimanere fedeli a se stessi sulla base dei nostri bisogni, ovvero alla scelta che abbiamo fatto. Generalmente, gli esseri umani si scelgono perché l'altro nella realtà delle cose è la risposta ad un bisogno, ad una aspettativa».
Quindi, stabilire le regole dell'intimità, con giorni fissi a settimana, e sottoscriverle in un contratto, oltre che bizzarro è inutile?
«Chi lo fa, sta cercando una certezza in una situazione che è umana e proprio perché tale non può essere formalizzata. Sta cercando una rassicurazione in termini contrattuali. Insomma, vuole l'impossibile. Non dimentichiamo che la forma contrattualistica nasce dal fatto che la nostra società è performativa. Le problematiche della sessualità, infatti, sono dovute proprio alla tendenza diffusa a misurare la sessualità, che invece non è misurabile, in termini di performance».
In generale, nella vita di coppia esistono parametri di riferimento, anche a seconda dell'età, oppure un numero di prestazioni standard?
«No, bisogna sapere adattare la storia della coppia ad esigenze di volta in volta più diverse. Cioè, si inizia con tutta una serie di presupposti legati all'innamoramento, ma poi dopo 5 anni, anche per una questione di carattere biologico, il desiderio cala. Entriamo in crisi però solo quando sostanzialmente cerchiamo di parametrare la relazione attuale con i presupposti iniziali».
E quindi che si fa?
«Occorre avere la capacità di trasformare la sessualità da una dimensione erotica ad una di tipo affettivo, ad una manifestazione cioè di amore. In genere, nel rapporto di coppia si parte con la malsana aspettativa di sentirsi amati, ma poi col tempo bisogna riuscire a imparare che amare è più importante di essere amati».
E può bastare per evitare le infedeltà di coppia?
«Innanzitutto, ci permetterebbe di uscire dalla dimensione commerciale del do ut des, che richiede la contrattualità; e poi anche da un ricatto paradossale, cioè ti amo solo se fai quello che io ti dico. Invece, l'amore di per sé è un atto gratuito».
Ma quali sono i segnali di una vita intima non più soddisfacente?
«La problematica sessuale, in assenza di una componente organica, è sempre la testimonianza di una qualche forma di malessere personale o relazionale. Non si può scorporare il rapporto sessuale da una propria organizzazione identitaria. Noi non siamo macchine, siamo esseri umani».
· Jerry Calà.
Jerry Calà, le corna a Mara Venier? "Cosa ho combinato", fuori tutta la verità. Francesca D'Angelo su Libero Quotidiano l'8 agosto 2022sa ho combinato", fuori tutta la verità
A 71 anni, di cui 50 di «libidine, doppia libidine» (ovvero di carriera), Jerry Calà è più scatenato che mai: lo scorso giugno ha lanciato il cd di canzoni Professione Entertainer, da mesi sta girando l'Italia con lo show 50 annidi libidine, che ripercorre la carriera dell'artista ma anche la storia della musica italiana, dopodiché a febbraio inizierà le riprese del suo nuovo film.cor
Dopo tutto questo tempo, non si è ancora stancato del mondo dello spettacolo?
«Uè, lei mi vuole mandare in pensione?».
Non sia mai.
«È il pubblico che non vuole mollarmi! In questi ultimi mesi ho fatto più concerti io, in giro per l'Italia, che i cantanti "veri". Ma lo sa che ai miei spettacoli arrivano anche un sacco di giovani? All'inizio li guardavo e pensavo: "Boh, ora a questi che gli racconto?"».
Appunto: che gli racconta?
«La verità è che sono preparatissimi: conoscono a memoria tutte le battute dei miei film, che continuano a essere programmati alla grande dai canali tv, sia lineari che digitali. Inoltre le nuove generazioni conoscono a menadito la musica di quei tempi, come Io vagabondo, Ho in mente te...».
Come se lo spiega?
«Sono canzoni senza tempo, che sono rimaste attaccate alla cultura e alla tradizione italiana. Non so quanti brani di oggi dureranno altrettanto a lungo... Nel mio show ripercorro i successi degli anni 70, 80 e 90: il mio è un "teatro canzonetta". Dico davvero, infatti chiamerò così il mio prossimo spettacolo. Obiettivo: nobilitare la canzonetta».
Invece cos' è rimasto dell'epoca della "libidine", ossia dei film alla Vanzina e della leggerezza disimpegnata delle sue commedie?
«Direi che è rimasto tutto. Basta guardare i palinsesti tv: film come Sapore di mare, Vacanze di Natale o Bomber sono ancora in onda, mietendo nuovi fan tra i bambini. Addirittura sono nati canali che basano la loro intera programmazione sulle nostre pellicole: penso a Cine34 o a CineComico di Mediaset Infinity».
E dire che all'epoca erano considerati titoli di serie B.
«No, dai! I B-movie erano ben altre commedie: quelle più pecorecce, che andavano di moda prima che arrivassimo noi. Però sicuramente i nostri lavori erano considerati commerciali e si erano inventati anche dei nomi, come il termine cinepanettone, per sminuirli. Alla fine, però, il tempo ci ha dato ragione: siamo ancora qui».
Film così sarebbero ancora possibili?
«No. E qui sta il paradosso: il pubblico continua ad amare il politicamente scorretto dei film Anni 80 che però nessun produttore si sognerebbe più di realizzare. Storie del genere sarebbero subito messe all'indice».
Lei è stato il re degli Anni 70 e 80. Da uno a dieci, quanto se l'è goduta?
«Mi sono divertito davvero parecchio! Soprattutto nei primi film, quando il successo non era ancora arrivato: sparavo battute a raffica, senza preoccupazioni, perché sapevo di non avere nulla da perdere».
Ha dichiarato che senza Mara Venier si sarebbe montato la testa.
«Lei mi ha decisamente tenuto con i piedi per terra! Quando ero all'apice del successo, i miei film erano primi e secondi al boxoffice: io avevo più o meno 30 anni, quindi sarebbe bastato un attimo per perdermi. Mara all'epoca era la mia compagna e mi ha aiutato molto».
Cosa le diceva esattamente?
«Ora mi chiede troppo: mica mi ricordo le frasi precise! Però lei frequentava l'ambiente dello spettacolo da più anni e soprattutto faceva un cinema diverso dal mio. Quindi conobbi artisti importanti e capii che, sì, io avevo successo ma c'era gente anche molto più brava di me».
Si dice che lei non fosse esattamente fedelissimo...
«Quella lì è una leggenda che Mara ama raccontare! Però sicuramente non ero uno stinco di santo: qualche marachella l'ho combinata».
Anche per questo il suo secondo matrimonio è arrivato tardi, ossia nel 2002?
«Diciamo che è stato un insieme di cose. Mi ero stancato del mio girovagare sentimentale e mi sentivo predisposto a trovare una compagna stabile. In quel momento ho incontrato Bettina: una donna che non c'entrava nulla con lo spettacolo, il che mi piaceva molto. Ed è stato subito amore».
Negli Anni 90 la sua carriera si è rallentata: cos' è successo?
«Credo che la ragione sia legata alla mia scelta di sganciarmi dal gruppo Boldi&Vacanze di Natale, per capirci. Avevo voglia di sperimentare nuovi mondi, non solo i film delle feste. Mi sono quindi cimentato con il mio primo (e unico purtroppo) ruolo drammatico nel film Diario di un vizio, poi ho lavorato con Pupi Avati, mi sono aperto alla regia... Umanamente è stata quindi una scelta che mi ha regalato molte soddisfazioni, ma forse commercialmente meno. Sono infatti uscito da un carrozzone che macinava miliardi di lire».
Se potesse tornare indietro, rifarebbe la stessa scelta?
«Non so se prenderei la medesima decisione. Però sono ragionamenti che lasciano il tempo che trovano, anche perché le cose vanno come devono andare. Probabilmente la mia strada doveva essere quella».
La critica aveva apprezzato la sua svolta drammatica. Come mai non ha proseguito su questa scia?
«Io l'avrei fatto volentieri ma non sono mica un produttore cinematografico! Battuta a parte, non ci sono state altre offerte di quel tipo».
Ha pagato il prezzo dei troppi cinepanettoni?
«In parte, forse, ha pesato lo stereotipo. Però bisogna anche ammettere che il film prese molti premi ma incassò poco. Il che era un problema: all'epoca potevi fare il più bel film del mondo ma se cannavi al box office eri finito. Non ti chiamavano più. Oggiè diverso: si perdonano i bassi incassi anche perché ci sono altre fruizioni, come per esempio i passaggi streaming».
Se le proponessero adesso un ruolo drammatico, accetterebbe?
«Certo! Se la storia merita, accetterei al volo. Però la vedo dura: il cinema è ancora fatto da una compagnia di giro molto chiusa. I registi chiamano sempre i soliti attori: bravissimi, per carità! Però sono sempre gli stessi. All'estero è diverso: non c'è questo provincialismo e prendono anche volti con storie artistiche diverse».
Intravede un erede di Jerry Calà?
«Mio figlio».
Non mi cada nel nepotismo, la prego.
«Scherzo, dai! Onestamente non trovo un mio erede. Se però parliamo di simile idea di comicità, allora mi rivedo un po' in Paolo Ruffini (accento a parte)».
Quali comici la fanno più ridere?
«Ficarra e Picone. La loro serie tv Incastrati è fantastica! Hanno trovato una propria chiave comica davvero efficace e divertente».
Pensavo mi dicesse Pio e Amedeo.
«Anche loro sono bravi: ho riso molto con Emigratis. Inoltre sono gli unici che vorrebbero essere ancora politicamente scorretti».
A febbraio torna sul set per girare un nuovo film: di cosa si tratta?
«No, la prego! Sono scaramantico! Svelerò il titolo solo al primo giorno di riprese. Posso però dirle che sarà un film molto originale, ambientato a Napoli».
Jessica Rizzo: "Quel por*** fatto in casa, come ci hanno scoperti": la scabrosa confessione della regina dell'hard. Libero Quotidiano il 16 aprile 2022.
Era la regina dell'hard casalingo, Jessica Rizzo. Oggi a 57 anni la pioniera del genere ha abbandonato l'attività a luci rosse in prima persona per trasformarsi in manager del settore, facendo o la testimonial di un club privé per single, coppie e scambisti, il celebre "multisala" Atlantis. Intervistata da La Stampa, ricorda i suoi esordi avventurosi, ancora lontani dal business degli anni successivi.
"Veniamo da una realtà piccola come Fabriano - ricorda a proposito della passione condivisa col marito -, e all'inizio facevamo i nostri filmati con maschere e parrucche per renderci irriconoscibili, ma quando la nostra identità venne a galla sollevando scandalo, decidemmo di mostrarci per quello che eravamo". E così nacque un genere, il "por***o fatto in casa": dal 1991 al 2006 ha realizzato ben 250 film. Nella sua biografia Nata Bene (D Editore), racconta come il sesso davanti alla macchina da presa sia stato una sorta di terapia di coppia. Un modo per allontanare le crisi: "Io e mio marito siamo stati i primi a trattare la trasgressione delle coppie, penso che essere leali e sinceri faccia durare un'unione tutta la vita. Se tutto viene fatto alla luce del sole non cominciano i tradimenti". Uno degli scotti da pagare, la rinuncia ad avere figli: "Per motivi di lavoro non avevo tempo e non puoi lasciare un figlio da solo. Non sai neanche come può prendere un lavoro come il mio, avrebbe significato in una mia scelta personale, così ho lasciato perdere".
Dalle cassette registrate in casa e fatte girare con fermoposta tra gli appassionati, la Rizzo è poi passata al cinema a distribuzione professionale, e lì lo scandalo è approdato nella sua Fabriano, nelle Marche. In compenso, è approdata direttamente nella "Hollywood" a luci rosse, diventando lei stessa editrice e produttrice. "Il nostro era un genere realistico, che mostrava buone performance erotiche così come le défaillance dei protagonisti dei video. Mi piace far eccitare le persone, così come il fatto che mi guardino con un certo sguardo, ma poi faccio cose normali: vado a fare la spesa, mi piace mangiare, dormire le mie sette-otto ore a notte, mi piacciono le comodità, e non ho mai fatto sport, se non le passeggiate a primavera".
Franco Giubilei per Lo Specchio – La Stampa il 16 aprile 2022.
Nel vasto mondo della pornografia, la carriera di Jessica Rizzo è di quelle che hanno segnato l'evoluzione casalinga del genere, perché è stata proprio lei, insieme al marito Marco, a fare del sesso amatoriale una categoria di successo in Italia.
«Veniamo da una realtà piccola come Fabriano, e all'inizio facevamo i nostri filmati con maschere e parrucche per renderci irriconoscibili, ma quando la nostra identità venne a galla sollevando scandalo, decidemmo di mostrarci per quello che eravamo», racconta l'ex pornoattrice. L'hard casereccio made in Italy aveva visto la luce, di lì a poco sarebbe diventato una replica credibile e molto meno patinata dei film a luci rosse professionali.
Oggi Jessica Rizzo, 57 anni il prossimo aprile e studi di ragioneria in gioventù, guarda alla sua carriera nel porno con la partecipazione divertita che ne animava le performance vietate ai minorenni.
Due anni fa è diventata testimonial di Atlantis, «Club privé multisala» e multiofferta, dove la clientela, in coppia o in solitario, accorre in cerca di emozioni al buio nelle dark room - stanze oscure, appunto - dove può capitarvi chiunque, si può osservare gli altri far sesso, dedicarsi agli scambi oppure nelle serate a tema per single. C'è continuità nella vita professionale di questa ragazza di provincia che si inventò pornostar nella propria camera da letto in compagnia e collaborazione col marito.
Eugenia, questo il suo vero nome, dal 1991 ha realizzato 250 film hard per mollare il set quindici anni più tardi, ma l'idea del sesso clandestino organizzato, che a inizio attività si era espresso nelle produzioni casalinghe, resiste nel suo mestiere attuale di manager di privé: «Io e mio marito siamo stati i primi a trattare la trasgressione delle coppie, penso che essere leali e sinceri faccia durare un'unione tutta la vita. Se tutto viene fatto alla luce del sole non cominciano i tradimenti».
Un paio di mesi fa è uscita la biografia di Jessica Rizzo, titolo Nata bene, D Editore, in cui racconta come la fantasia esibizionistica di riprendersi con una videocamera abbia illuminato la nuova via all'hard privato. Quanto alla sua dimensione più personale la donna, rimasta accanto alla stessa persona per tutta la vita, racconta che dedica molto del suo tempo libero «agli animali, soprattutto ai cagnolini. Ne ho salvati una quarantina, dalla strada e dal canile, e a casa mia a Roma ne ho cinque. Tre di loro dormono sul mio letto. Non potrei farne a meno».
Non ha mai avuto figli perché «per motivi di lavoro non avevo tempo e non puoi lasciare un figlio da solo. Non sai neanche come può prendere un lavoro come il mio, avrebbe significato in una mia scelta personale, così ho lasciato perdere».
Quando ha intrapreso l'attività di pornoattrice, all'età di 26 anni, eravamo ancora in era predigitale e le videocassette viaggiavano con fermoposta grazie agli annunci sulle riviste incellophanate della sezione a luci rosse delle edicole: «Poi a Firenze conobbi un regista di film amatoriali, girati anonimamente con le mascherine, ma la gente ci riconobbe e a Fabriano scoppiò uno scandalo pazzesco, così abbiamo deciso di toglierci maschere e parrucche».
Il passo successivo portò la Rizzo nella Hollywood delle produzioni contrassegnate a tripla X, col regista di Gola profonda Gerard Damiano. La Rizzo fondò anche una casa editrice che pubblicava una quindicina di testate, a questo punto la trasformazione in imprenditori hard della performer e del marito era compiuta. Il successo di una formula basata sull'eccitazione di chi guarda dal buco della serratura i vicini che fanno sesso raggiunse dimensioni tali da superare, in fatto di vendita, le performance ben più atletiche delle star del porno:
«Il nostro era un genere realistico, che mostrava buone performance erotiche così come le défaillance dei protagonisti dei video. Jessica ammette di sentirsi come Jeckill e Hyde: «Mi piace far eccitare le persone, così come il fatto che mi guardino con un certo sguardo, ma poi faccio cose normali: vado a fare la spesa, mi piace mangiare, dormire le mie sette-otto ore a notte, mi piacciono le comodità, e non ho mai fatto sport, se non le passeggiate a primavera».
Andrea Carugati per "la Stampa" il 18 gennaio 2022.
«Non ho paura di invecchiare, però voglio farlo con grazia, comprando un sacco di maglie con il collo alto, o una bella gorgiera come quella che usa il Joker. L'unica cosa di cui ho paura è la luce in verticale sopra la testa. Essere nudo in piena luce dopo una certa età è come la criptonite per Superman, tutto grida rughe! Vecchiaia! Per il resto tutto bene, grazie». Ecco Jim Carrey, sempre a cavallo tra il serio e il faceto.
Complesso interprete di personaggi comici accompagnati da un'ombra di tristezza e di personaggi tragici accompagnati da un guizzo di allegria. Una carriera sfavillante quella «dell'uomo di gomma», 60 anni oggi, che ha toccato il picco del successo con The Truman Show, per cui ha vinto anche un Golden Globe e che ha rallentato, per sua esplicita scelta, solo nell'ultimo decennio.
L'ultimo ruolo di rilievo al cinema risale infatti a otto anni fa, con il sequel di Scemo e più Scemo, ma non sarà l'ultimo, anzi, in arrivo c'è anche il sequel di Ace Ventura, il film che lo ha lanciato nel firmamento hollywoodiano. Una carriera, la sua, iniziata sui palchi dei piccoli teatri, come comico «in piedi»'. Una strada indicatagli dal padre, con cui lavorava in fabbrica, in Canada, e che come lui aveva una mimica facciale straordinaria e un umorismo innato cui l'attore non ha mai fatto mistero di essersi ispirato.
«Di fatto i personaggi che interpreto sono un'imitazione di mio padre. Un uomo infinitamente gioioso, incredibilmente divertente. Era quasi un cartone animato. Tutto quello che ho fatto in commedia deriva da lui. L'ho amato tanto. Quando si è depresso profondamente ho cercato di aiutarlo facendolo ridere. Lo facevo ridere così tanto da fargli sputare la dentiera. Da quel momento in poi ha cominciato a sognare attraverso di me e per me, e lentamente si è ripreso».
La depressione, altro aspetto ereditato dal padre. «Ne ho sofferto per anni, sono sempre stato onesto al riguardo. Ora non è più la mia compagna costante come è stata in passato, per tanto tempo. Ora quando piove, piove. La differenza è che la pioggia non resta abbastanza da permettere di immergermi e annegare, come invece accadeva prima. Ho imparato a tirare fuori quello che avevo dentro.
Per anni curavo la mia depressione con gli psicofarmaci e per un po' è andata bene, poi un giorno ho capito che stavo solo rimandando il momento della resa dei conti. Prima o poi avrei pagato un prezzo. I medicinali mi facevano sentire bene, ma non mi permettevano di guardarmi dentro, di capire la ragione della mia rabbia. Ero profondamente arrabbiato e frustrato e se tu non dai voce a questi sentimenti, se li reprimi o li sopisci con le medicine, un giorno scoppi.
Ha presente quei poveracci che entrano in una scuola armati fino ai denti e sparano a tutti? È perché hanno represso la loro rabbia e sono scoppiati. Credo che la cosa più importante sia insegnare alla gente ad esprimersi. Insegnare che un uomo può piangere senza che venga considerato un debole. Devi piangere, altrimenti ti ammali».
È dalle difficoltà e dal dramma che nasce la commedia, si usa dire. E Jim Carrey non fa eccezione alla regola del clown triste. Anni fa, quando era ancora un ragazzo, la sua famiglia fu investita da una crisi economica profonda, perse tutto e i Carrey per un periodo andarono a vivere in un caravan, furono costretti ad accettare i lavori più disparati. Jim lasciò la scuola e trovò un lavoro come addetto alle pulizie. Nacque così la sua rabbia. Jim ce l'aveva con tutti. Si salvavano la famiglia e l'amore per la commedia.
«La vita era davvero dura in quel periodo e per cercare di renderla più semplice mi ero fissato un magnifico obbiettivo da perseguire. Diventare una star, conoscere altre celebrità, essere un attore ricercato. Ricordo che mi ero dato cinque anni di tempo per riuscirci. Ne avevo sedici». A poco più di venti aveva già una decina di progetti alle spalle, tra cui Le ragazze della terra sono facili. A venticinque il grande successo, planetario, con Ace Ventura, l'acchiappa animali, di cui ora, con Amazon, sta realizzando il terzo episodio della saga.
Obbiettivo realizzato: anche se con la solita ombra al seguito. Un rapporto con la fama molto conflittuale. Seppur protagonista di film di successo, da The Mask, a Scemo e più Scemo, da Il Grinch a Una settimana da Dio, a quel ragazzino determinato e forgiato nelle difficoltà non è mai riuscito di venire preso seriamente, di essere considerato un attore a tutto tondo, capace anche di ruoli drammatici. Come quelli interpretati in The Majestic, o in Se mi lasci ti cancello, ma soprattutto nell'indimenticabile ritratto di Andy Kaufman, Man on the Moon, snobbato dagli Oscar, come accaduto anche per The Truman Show.
«Non sono i premi che fanno l'attore, ma riceverli fa piacere. Per vincere bisogna giocare a un certo gioco, rendersi disponibili a dinamiche promozionali. Non sono mai stato capace di giocare a quel gioco. L'umorismo e la commedia sono state una medicina per me quando stavo crescendo e a pensarci oggi, tutto sommato, non ho sofferto molto per la percezione che il pubblico ha di me. La cosa importante è che non ho mai avuto il dubbio sulla mia capacità di essere una persona autentica, che è poi tutto ciò che conta nella vita».
Arte e tristezza Dolore e umorismo spesso vanno a braccetto: «Non c'è arte senza tristezza, non c'è arte senza disperazione. La disperazione è come una vagina per il nascituro, come il percorso che un feto fa per venire al mondo, è un tratto di vita necessario e inevitabile. La disperazione può essere devastante se la ignori, se ci bevi sopra, se ti droghi, se ci mangi sopra, se la nascondi dietro a una maschera. Ma se ti permetti di viverla, di viverne le sensazioni, di accettarla, si possono scoprire delle cose bellissime».
Per qualche anno, un po' per curarsi, un po' per ritrovarsi, un po' per processare il lutto dovuto al suicidio della ex fidanzata, Jim Carrey si è isolato, mantenendo aperto il contatto con il mondo attraverso i suoi social, seguitissimi, e si è dedicato alla pittura.
«L'artista era la mia mamma. Quel lato l'ho preso da lei. Mi ricordo che a volte si alzava di notte per fare bellissimi murali sulle pareti delle stanze. Era l'unico spazio nella sua vita dove trovava pace. Per i primi cinquant' anni della mia vita ho fatto il minatore. Ho semplicemente scavato e approfittato del talento dei miei genitori. Poi una notte sono diventato un artista. Ed è stato come tornare ad avere mia madre al fianco. Ora sono felice ed è tutto quello che voglio».
E a 60 anni questo artista con cui si vocifera sia molto difficile lavorare, è tornato ad essere protagonista in una Hollywood che suo malgrado non può prescindere da un talento così raro.
Daniele Priori per “Libero quotidiano” il 25 novembre 2022.
«Mi piace dire: non solo 25 novembre (oggi è la giornata contro la violenza sulle donne ndr).
La mia storia è iniziata con le Candeggina gang, gruppo di ragazzine ribelli, sbiancanti che negli anni 80 hanno fatto la rivoluzione. Lanciammo da allora la campagna "Tampax gratis". Dopo 42 anni sono molto felice del fatto che hanno abbassato le tasse su quel prodotto».
Jo Squillo era ed è rimasta quella ragazza terribile. Anche ora nel ruolo che si è ricavata come madrina di una associazione impegnata nella tutela delle donne vittime di violenza che si chiama Wall of dolls, il muro delle bambole, attiva in sei città: Milano, Roma, Brescia, Genova, Trieste, Venezia, Portogruaro e presto in arrivo anche in Emilia Romagna.
«Mi piace definirmi un'artivista. Uso la musica, l'arte e la luce che ne deriva per dare voce a chi non ha voce e per dire Non sei sola, come cantiamo nel nuovo singolo delle "Bambole di pezza"».
Wall of dolls è un'esperienza che viene da una tradizione lontana. Perché questa scelta?
«È una tradizione indiana. Ogni volta che una donna veniva violata lì si usava appendere una bambola sul portone per non dimenticare. Non ci si può voltare dall'altra parte di fronte a una brutalità che ci riporta al tempo dei barbari.
Dobbiamo capire come fare a non parlare soltanto ma ad agire. Per questo sono molto orgogliosa che il Senato abbia appena approvato l'istituzione di una commissione bicamerale sul femminicidio. Un traguardo importante dopo tanti anni che ne parliamo e sollecitiamo la politica a intervenire.
«Quando è nata Wall of dolls?».
Sono tanti anni, da quando nel 2015 abbiamo fondato Wall of dolls che, assieme alla presidente Francesca Carolloe alla collaborazione della senatrice Giusy Versace, portiamo avanti iniziative per unire il mondo dell'assistenza, delle associazioni e delle istituzioni. Il muro è presente in molte città e stimola a realizzare progetti importanti affinché si possa essere davvero utili sui territori, portando documentari nelle scuole per sensibilizzare ragazzi, restando vicine ai figli delle vittime: ci sono 2mila orfani lasciati soli dalle istituzioni che in molti casi fanno fatica a mantenersi.
Li abbiamo portati a vedere il mare. Sono sorella di tante donne che si sono salvate per un pelo come Maria Antonietta Rositani, Pinky, Valentina Pitzalis, Lucia Annibali. Donne che portano ancora addosso le loro ferite. Nel mondo della moda, di cui pure mi occupo, abbiamo coinvolto anche aziende importanti come Miroglio che ha donato 5mila abiti. Li abbiamo distribuiti sul territorio a associazioni e centri antiviolenza per dare un'identità nuova di giustizia e rinascita a donne che spesso fanno fatica a guardare in alto, oltre questo dolore».
Trent' anni fa a Sanremo con Sabrina Salerno cantava «Siamo donne. Oltre le gambe c'è di più». Cosa intendeva?
«Sono grata alla vita. Ho scritto oltre 150 canzoni ma questa rimane come emblema di tante generazioni femminili. Un pezzo che racconta quanto siamo diverse, di come dobbiamo poter scegliere di essere ciò che vogliamo. Sanremo è stata la mia seconda vita, una ribellione più pop, destinata non solo alla nicchia punk alla quale mi ero rivolta negli anni '80.
Nel '91 sono andata a presentare un progetto che sembrerebbe semplice. Scelsi Sabrina Salerno. Lei allora era famosissima in tutto il mondo e fu straordinaria ad accettare questa proposta di unione femminile. Fu bellissimo. Da un giorno all'altro ci ritrovammo ad andare in giro scortate per l'effetto dirompente che ebbe quella canzone, nonostante la Rai ci avesse relegato a tarda notte».
Gli anni '90 furono anni di liberazione vera. Molto più di adesso, non trova?
«Certamente. Arrivavamo dagli anni '80 che servirono ad aprire le menti. Abbiamo illustrato una vita diversa. Nel 1991 anche il grande pubblico ne ha colto i primi segnali. Come Candeggina gang partecipammo davvero a tanti eventi.
Non sai a quanti uomini abbiamo abbassato la vista (sorride). Ci siamo presentate senza avere paura della nostra forza anche femminile. Senza rinnegarla. Spesso in quegli anni e ancora oggisi tende a dover giustificare tutto ciò che è femminile. Quasi vergognandosi della propria sessualità. Noi donne siamo l'unica maggioranza a essere trattata da minoranza».
Oggi ci sarebbe spazio per un'altra Cicciolina in parlamento?
«Penso proprio di no. Allora c'era quel genio di Pannella che aveva la cultura e la capacità di essere visionario. L'utopia al potere è quella visione che indirizza alcuni intellettuali. Ora c'è un appiattimento umano che ci porta ad essere incapaci di visualizzare il futuro. Accade nella politica ma anche nella musica e nell'arte, ovunque».
Negli anni '80 lei ha cantato brani con titoli come Skizzo Skizzo o Violentami. Oggi nella società del politically correct, sarà d'accordo, sarebbero improponibili...
«Ci sono persone che ancora non hanno capito e forse non lo capiranno mai. Lì si cantava la debolezza di un uomo che non sapeva fare altro che violentare una donna. Il punk era così: dirompente, dissacrante. Una lezione di vita e una visione artistica che sento ancora dentro di me.
Il politically correct è stato anche usato per mettere a tacere un po' di dissenso. La correttezza dei valori non ha nulla a che vedere col moralismo. Oggi si è moralisti su tutto, salvo poi essere nella vita completamente diversi».
Di recente l'abbiamo vista sul palco di Tale e Quale con Alessandra Mussolini. Secondo lei l'ex onorevole è davvero cambiata o è ancora quella di «meglio fascista che frocio»?
«Io penso si sia redenta e son orgogliosa di averla trasformata in una piccola femminista. Questo è il potere della musica che trasforma le persone. Ho avuto anche il piacere di conoscere sua zia Sofia Loren che è una delle persone più sensibili e divertenti dello star system. Penso Alessandra abbia intrapreso ormai il percorso artistico, non più politico».
Insomma se tornasse a Sanremo e incontrasse Beatrice Venezi come la saluterebbe? Al maschile o al femminile?
«No. Il problema Sanremo non si pone. Amadeus non mi vuole. Me lo ha detto...».
Va bene, immaginando allora che si trovi a Palazzo Chigi a presentare la sua associazione, saluterebbe il premier o la premier?
«Io direi di abolire l'articolo determinativo. (sorride). Guardi, queste in realtà sono questioni che stimolano riflessioni anche giuste. In realtà però preferisco pensare che in primo luogo una persona sia una persona. Come donna, ovviamente, credo sia anche utile interrogarci sul potere femminile che dobbiamo adoperare puntando però più sulla "sorellanza" e senza il bisogno di chiamarci donne con le palle».
Joe Bastianich: «Ho provato l'ayahuasca, mi ha aperto un mondo. Droga? No, è filosofia». Marisa Fumagalli su Il Corriere della Sera l'1 Ottobre 2022.
Musicista, ristoratore, conoscitore di vini, uomo-tv a Masterchef e alle Iene , è «produttivo», come dice lui, in tutto ciò che fa. Anche viaggiando per effetto della sostanza «che sblocca la mente, non è una droga, è una filosofia millenaria»
Joe Bastianich... chi? Scherzi a parte, da dove si comincia un’intervista a un uomo dalle molteplici vite? «Produttivo» a tutto campo, come si definisce nel corso di questo incontro.
Dunque, senza contare gli inizi (laureato al Boston College in Filosofia e scienze politiche e quindi assunto dalla banca Merrill Lynch), l’italo-americano Joe è conosciuto soprattutto come restaurant man che, sulle orme dell’attività di famiglia - ristoratori emigranti di origini istriane -, negli anni ha inaugurato più di venti ristoranti in tutto il mondo e ha fondato la Cantina Bastianich a Cividale del Friuli. «Sono appassionato di vino, m’intendo anche di cucina, ma» avverte «non sono uno chef. La cuoca è mia madre Lidia».
L’altra passione di Joe , 53 anni, è la musica. Vero è che il grande pubblico lo ha conosciuto e apprezzato soprattutto vedendolo in tv, nei panni del temuto giudice di Masterchef ed anche in quelli più sciolti al tavolo di Italia’s Got Talent . Di recente Joe è stato protagonista per Sky Arte di Good Morning Italia, racconto musicale ed enogastronomico lungo il Bel Paese.
L’inarrestabile successo popolare di Joe ha raggiunto la vetta quando ha indossato il completo di Iena nel programma di Davide Parenti. Da inviato ha raccontato l’emergenza dei profughi di guerra in Ucraina, il mondo delle criptovalute e, protagonista di un avvincente viaggio in Perù, ha fatto boom con la formidabile scoperta dell’ayahuasca. Trattasi di un decotto psichedelico a base di diverse piante amazzoniche. «A me ha aperto un altro mondo», dice.
Bastianich, che estate è stata la sua?
«Musicale, per lo più. In tour per l’Italia da nord a sud con la band La Terza Classe. Da giugno a settembre. Canto e suono la chitarra. Il nostro è un concerto carico di gioia e coinvolgimento. Mix di spettacolare Bluegrass (genere musicale tipicamente statunitense ndr ) e di mediterranea solarità. Inoltre, mi sto concentrando sull’apertura di altri ristoranti in Italia e nel mondo. Stati Uniti, soprattutto. È recente la riapertura di Orsone, taverna, ristorante, B&B sui vigneti di famiglia a Cividale del Friuli. Sto preparando anche un nuovo libro sul vino italiano, che uscirà per Mondadori. Del resto, io sono un tipo produttivo...».
Joe instancabile, eclettico e produttivo. Ma, al sodo: una cifra sul giro di affari dell’impero Bastianich?
«Ci crede che non lo so nemmeno io? Faccio e disfo talmente tante cose, moltiplico le mie attività in Italia e nel mondo che mi è difficile quantificare».
Stati Uniti e Italia. Dal suo punto di vista, il meglio e il peggio dell’uno e dell’altro Paese.
«La società statunitense è efficiente e ottimista. Si possono fare tante cose senza gli intoppi della burocrazia. Per il resto, la qualità della vita è oggettivamente scarsa. L’Italia va al contrario: si vive bene, ma se devi organizzare qualsiasi cosa, trovi vari ostacoli che rallentano i tuoi progetti. Inoltre, l’ottimismo scarseggia, regna la gelosia fra chi è in pista nella medesima attività».
Bastianich imprenditore della ristorazione, esperienza fondamentale del suo percorso. Com’è andata?
«È andata che sono nato in una famigli di migranti. Con fatica, i miei hanno aperto il loro ristorante. Crescendo in quell’ambiente ho imparato molte cose - il lavoro, il risparmio - e ne ho fatto tesoro. Poi ho avuto la fortuna di vivere la gloria della ristorazione mediatica. Fondamentale marcia in più per l’attività. E ora, dopo trentacinque anni di ristorazione, posso permettermi, con il supporto dei miei soci, di dedicarmi ad altro e alle mie passioni. Compresa quella del vino che, con la musica, resta un punto fermo».
Le sue preferenze vitivinicole?
«Decisamente sono un bianchista. Non solo per i vini che bevo ma anche per quelli che produco, ricercando l’alta qualità e infondendo il mio tocco personale. Cito, per esempio, il Vespa bianco Bastianich dei Colli Orientali del Friuli. Altri vini? Oltre a quelli delle mia azienda, mi intriga la Malvasia Istriana».
Come giudice di Masterchef, nel valutare i concorrenti, come si differenzia un ristoratore da uno chef?
«Il grande chef è pignolo, attento agli ingredienti, a ogni dettaglio del piatto. Punta alla perfezione. Ovvio che sia così. Io vado oltre al pizzico di sale che manca, la mia valutazione sul piatto è globale».
Parliamo di vita privata. Lei ha una moglie, Deanna Damiano, e tre figli. Quasi ex moglie, stando ai «si dice». È finito anche nella cronaca rosa. Paparazzato con altre donne. Che c’è di vero?
«Mah! La vita è complessa, non tutto può sempre filare liscio. Eppure, mi creda, pur nella frenesia delle mie attività e delle tentazioni, l’importanza della famiglia è un punto fermo».
Insomma, non si sbilancia. Dica, in poche parole, chi è Joe Bastianich.
«Sono ambizioso, curioso, a volte insicuro».
La sua esperienza come Iena. Ha visto l’Ucraina in guerra, che cosa l’ha colpita di più?
«L’impatto con i profughi in partenza, le madri con bimbi in braccio, gli occhi smarriti... Anch’io sono figlio di profughi . I miei lasciarono l’Istria. Altri tempi, altro contesto, eppure non ho potuto fare a meno di pensarci».
Ha fatto scalpore il suo viaggio in Perù, dove ha provato l’ayahuasca, bevanda con effetti allucinogeni. Che in lei, a quanto pare, ha lasciato il segno. Ci spieghi meglio.
«Non si tratta solo di una sostanza, piuttosto di una filosofia, un modo di pensare. È un aiuto alle persone a viaggiare nella mente. Medicina millenaria che sblocca la mente, che fa affiorare le cose nascoste: la creatività, le emozioni. Ti apre un mondo. Attraverso l’ayahuasca ho capito meglio chi sono. Intendiamoci, è un’esperienza molto forte, non è per tutti. È stata percepita come una droga, ma non è così».
A proposito di droga (quella vera,) lei come è messo?
«Niente eroina, né cocaina o altre sostanze. Non c’entrano con Joe Bastianich».
E la politica?
«Non ho votato in Italia, sono cittadino americano. Ciò detto, la politica, come il calcio, non mi interessa».
È stato scritto che lei non farebbe entrare Silvio Berlusconi in un suo ristorante.
«Male interpretato. Non condivido le idee di Berlusconi. Comunque, dopo averlo conosciuto, l’ho trovato pure un tipo simpatico. E a proposito del ristorante, trattasi di un locale pubblico. Quindi, purché si rispettino i dipendenti, chiunque può entrare».
A 53 anni oggi si è nell’età di mezzo. Il suo bilancio provvisorio?
«Poiché il tempo è limitato, cerco di essere il più possibile produttivo. Devo sostenere il corpo e la mente per fare ogni cosa al meglio. Sempre teso verso il massimo risultato».
Per mantenersi in forma pratica yoga. Si considera un bell’uomo?
«Sono stato un bambino grassottello e ciò non ha giovato. Il senso di inadeguatezza mi ha accompagnato per un tratto della vita. Poi mi sono ripreso. Sì, mi alleno ogni giorno. Più che l’estetica, però, mi interessa essere performante, per fare al meglio quello che devo».
Autentici estimatori e adulatori: da quale delle due categorie di persone si sente circondato?
«Sinceramente, accetto tutti. Certo, da parte di chi mi sta vicino, dai miei collaboratori, tengo molto alla stima. Se penso al vasto pubblico, invece, non vado per il sottile. Gli applausi aiutano».
Nella sua vita al galoppo, fra le molteplici attività, le è mai capitato di sentirsi sconfitto?
«Fallire fa parte del gioco. Non si può vincere sempre, e il successo non è mai definitivo. Bisogna saper perdere e poi avere il coraggio e la forza di tornare sulla cresta dell’onda».
Progetti futuri?
«Parecchi. Soprattutto nell’ambito del giornalismo e della tv. Ma sono ancora in fase di definizione».
Francesca D'Angelo per “Libero Quotidiano” il 23 aprile 2022.
E meno male che è antipatico altrimenti, di questo passo, Joe Bastianich andrebbe in onda direttamente a rete unificate. L'ex chef di Masterchef è infatti richiestissimo, manco fosse Alessandro Cattelan (di certo, comunque, se la passa meglio).
Il nostro è infatti in onda su Italia1 come inviato de Le iene, dove passa dal raccontare la guerra a farsi viaggi allucinogeni con l'Ayahuasca; ha appena lanciato il podcast Wine Heroes e, da martedì alle ore 20.40, girerà per l'Italia in Good morning Italia, il nuovo programma di Sky Arte prodotto da Ballandi per la valorizzazione del marchio collettivo Io sono Friuli Venezia Giulia. Al centro, il racconto enogastronomico a ritmo di (buona) musica.
Le manca solo di entrare in politica e gareggiare a Sanremo.
«Politica anche no, grazie. Al massimo, se proprio proprio non sapessi più cosa inventarmi per vivere, mi candiderei a sindaco di Milano: effettivamente potrei dare una mano. Quanto a Sanremo, forse un giorno».
Ci ha già provato a presentare un brano ad Amadeus?
«Eccome, e pure prima, più di una volta. A Sanremo sono stato già come ospite e come giurato, è stato bellissimo, ma è chiaro che il grande sogno è gareggiare. Fosse per me ci andrei subito».
Ma?
«Ho proposto dei brani, uno anche in italiano, ma niente, zero: non mi vogliono bene! (ride, ndr). Pazienza, non si può avere tutto nella vita».
Si vocifera però di un possibile late show con lei alla conduzione: quanto c'è di vero?
«Ci stiamo lavorando. È una mia ambizione: sulla scorta dell'esperienza che sto maturando a Le Iene mi piacerebbe cimentarmi un po' più seriamente con il giornalismo, senza per questo dimenticare la mia passione per la musica».
A proposito, ha smaltito gli effetti psichedelici dell'Ayahuasca?
«Sì, sì. Ma non è una droga: io ne ho usate parecchie e questa è una medicina. Si tratta di un decotto, che si mangia, e ti aiuta ad aprire la mente, ad accedere a nuove parti di te».
Insomma, dai: è una droga.
«Fa meno male dell'alcol, mi creda. E non è una droga, posso garantirglielo perché io ne ho usate parecchie. Ho 53 anni e negli anni 80 e 90 ho sperimentato diversi tipi di droghe. La ganja fa parte della mia vita e alcune droghe continuano a fare parte del mio benessere».
È favorevole alla legalizzazione della cannabis?
«Assolutamente sì. In America è già così e succederà presto anche nel resto del mondo: la cannabis è una medicina naturale che può aiutare molte persone».
A Le Iene si è anche occupato della guerra in Ucraina. Approva il "Fuck Putin" dei Maneskin?
«Il punk che vive in me apprezza molto l'entusiasmo con cui i Maneskin mandano a fanculo la gente».
È stata insomma una sintesi efficace?
«Il tema della guerra è complesso. Putin è ovviamente super negative: sta facendo male a moltissime persone. Allo stesso tempo però non approvo fino in fondo l'imperialismo democratico americano, secondo il quale bisogna impostare le democrazie dei Paesi stranieri a immagine e somiglianza di quella Usa. Io sono più per il "vivi e lascia vivere". Nel mio piccolo cerco poi di fare la differenza».
In che modo?
«A Le Iene abbiamo provato a dare una narrazione più equilibrata della guerra, mettendo l'accento sulla crisi umanitaria. Vedere i profughi che affrontavano il gelo dell'inverno senza una coperta o una tenda mi ha colpito profondamente perché ai miei genitori è successa la stessa cosa, nell'esodo verso l'America dopo la Seconda Guerra mondiale. Inoltre sto lavorando con la Regione per ospitare dei profughi nelle mie tenute in Friuli Venezia Giulia».
Cosa pensa di chi nega la guerra?
«Per me i negazionisti sono come i terrapiattisti. Punto».
Passiamo a Good morning Italia: il programma è anche un modo per raccontare il Paese in ripresa. Chi ha pagato il prezzo più alto della pandemia, la musica o la ristorazione?
«Credo la musica. I ristoratori hanno la resistenza iscritta nel loro dna e, bene o male, si sono inventati qualcosa, mettendo per esempio i tavoli fuori. La musica era invece ferma».
A lei com' è andata? Mi riferisco ai suoi locali: hanno accusato il colpo della pandemia?
«Purtroppo sì. Durante la pandemia ho dovuto chiuderne alcuni. Ora la difficoltà è trovare personale e anche, a causa della guerra, le materie prime. In termini di incassi, il giro di business è calato del 35%. Credo che torneremo alla normalità nel 2025».
È ancora in contatto con il suo ex socio Bartali, condannato per molestie?
«No. Abbiamo comprato le sue quote societarie e, una volta chiusa la causa, abbiamo tagliato i rapporti. Non ci sentiamo più».
Con il ristorante American Barbeque ha inoltre portato la cucina americana in Italia e tra i piatti forti c'è Mac&cheese, la pasta stracotta e stracondita. Non mi vorrà fare credere che gli italiani hanno abboccato?
«Eccome, è il secondo piatto più richiesto di tutto il menu. Lei l'ha mai mangiato? No? E allora, cosa stiamo qui a parlare...».
Ma sia sincero: se qualcuno a Masterchef avesse fatto la pasta stracotta, lei non gli avrebbe lanciato dietro il piatto?
«Certo che sì, ma sono due cose diverse: a Masterchef bisogna cucinare italiano, da me l'ambizione è far apprezzare il cibo americano agli italiani».
A proposito, a Masterchef ci tornerebbe mai?
«Se mi invitano, perché no?»
Senta, qui gira voce che lei è diventato tenero... Possibile?
«In realtà lo sono sempre stato».
Riprovi, grazie.
«Davvero, è la gente che mi ha percepito male».
Guardi che non deve mica vergognarsi. Pure a me danno sempre della giornalista stronza.
«Facciamo allora gli stronzi insieme: andiamo a mangiare la pasta stracotta e parliamo male di tutti quelli che passano... Ci sta?».
· Jodie Foster.
Jodie Foster compie 60 anni: gli esordi, «Taxi Driver», il coming out, 8 segreti. Arianna Ascione su Il Corriere della Sera il 19 Novembre 2022.
La star de «Il silenzio degli innocenti», «Anna and the King» e «Panic Room» è nata a Los Angeles il 19 novembre 1962
L’esordio a 3 anni in uno spot
«Una mia regola? Reinventarsi, sempre. Nella vita e nel cinema». Jodie Foster, che proprio oggi festeggia i suoi 60 anni (è nata a Los Angeles il 19 novembre 1962), ha una lunga e variegata carriera alle spalle. Dopo aver esordito nel mondo dello spettacolo a soli tre anni in alcuni spot pubblicitari (il più famoso, quello per la crema solare Coppertone) si è dimostrata fin da subito una bambina prodigio. A sei anni debutta in una sitcom, «Mayberry R.F.D.», e nei primi anni Settanta grazie alla madre - che all'epoca oltre a lavorare come produttrice le faceva da manager - firma un contratto con la Disney. Ma queste non sono le uniche curiosità su di lei.
Sua sorella le ha fatto da controfigura in «Taxi Driver»
La prima svolta alla sua carriera risale al 1974: Martin Scorsese le offre una parte in «Alice non abita più qui». Due anni dopo il regista la richiama per «Taxi Driver». Jodie Foster, allora tredicenne, recita al fianco di Robert De Niro nei panni di Iris, una prostituta minorenne. Per questo ruolo otterrà la sua prima candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista e un BAFTA (sempre come miglior attrice non protagonista). Durante le riprese, per volere della madre, l’attrice è stata seguita da uno psichiatra e, per evitarle traumi, è stata sostituita nelle scene più crude dalla sorella ventunenne Connie.
«Guerre stellari», l’occasione mancata
Forse non tutti sanno che Jodie Foster fu presa in considerazione per il ruolo della Principessa Leila Organa in «Guerre stellari», ma al tempo era ancora vincolata alla Disney. Il ruolo andò poi a Carrie Fisher.
La consacrazione con «Il silenzio degli innocenti»
«Taxi Driver», ma anche «Anna and the King», «Nell», «Panic Room»: nel curriculum artistico di Jodie Foster compaiono numerose pellicole importanti che l’hanno resa una star internazionale. La consacrazione è arrivata nel 1991, quando ha interpretato l'agente dell'F.B.I. Clarice Starling ne «Il silenzio degli innocenti» di Jonathan Demme, per cui ha ottenuto il suo secondo Oscar come migliore attrice (il primo lo aveva vinto nel 1989 per il film «Sotto accusa»). Nella pellicola ha recitato accanto ad Anthony Hopkins che, come ha successivamente rivelato, con la sua interpretazione l’ha terrorizzata. «Ero pietrificata - ha raccontato anni fa al Graham Norton Show -. Ero così spaventata dalla sua interpretazione di Hannibal Lecter che l’ho evitato durante tutte le riprese».
L’esordio alla regia
Nel 1991 Jodie Foster esordisce alla regia con «Il mio piccolo genio», film di cui è anche co-protagonista. Nell’ultimo decennio ha diretto alcuni episodi di popolari serie tv («House of Cards - Gli intrighi del potere», «Orange Is the New Black», «Black Mirror») e il film «Money Monster - L'altra faccia del denaro» con Julia Roberts e George Clooney (2016). «Ho avuto tanti padri cinematografici, quello che mi è mancato sono stati esempi di donne al comando nel nostro mondo - ha dichiarato nel 2021 al Festival di Cannes, dove le è stata consegnata la Palma d’oro alla carriera -. Da ragazza se c’era una donna sul set era la truccatrice a parte le attrici. Ho imparato a non aver paura di essere forte, di prendere decisioni. E oggi sono consapevole della responsabilità di essere io un modello».
Vittima di stalking
Ai tempi di «Taxi Driver» Jodie Foster fu vittima di stalking: John Hinckley Jr., un suo fan poco più che ventenne, ossessionato da lei arrivò a perseguitarla anche all'università di Yale (in quel periodo Foster si era presa un periodo sabbatico per portare avanti i suoi studi). Il 30 marzo 1981 Hinckley sparò al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, ferendo gravemente quattro persone (tra cui lo stesso Reagan), fuori dal Washington Hilton Hotel. Subito arrestato e processato dichiarò di aver voluto attirare l'attenzione dell’attrice, che in seguito a questo episodio rimase profondamente turbata e arrivò a pensare di lasciare per sempre il mondo del cinema.
Il coming out
Da sempre estremamente riservata sulla sua vita privata Jodie Foster ha fatto coming out pubblicamente nel 2013, durante la cerimonia di consegna dei Golden Globes: «Ho fatto coming out nell'era della pietra - ha detto l’attrice, premiata con un Golden Globe alla carriera - se sei stata un personaggio pubblico da prima di imparare a camminare, allora forse il tuo valore più grande è la privacy».
Il matrimonio
L’attrice ha vissuto una lunga storia d’amore, dal 1993 al 2007, con la produttrice Cydney Bernard, conosciuta sul set del film «Sommersby» (1993). Nel 1998 e nel 2001 Jodie e Cydney sono diventate mamme di due figli: Charles Bernard Foster e Kit Bernard Foster. Successivamente, nel 2014, Foster si è sposata con la sua nuova compagna, la fotografa Alexandra Hedison (in passato legata alla conduttrice tv Ellen DeGeneres).
Jon Bon Jovi compie 60 anni: il provino per «Footloose», le origini italiane, il matrimonio che dura da 33 anni, 10 segreti su di lui. Arianna Ascione su Il Corriere della Sera il 2 marzo 2022.
Con la sua band il cantautore originario del New Jersey (è nato a Perth Amboy il 2 marzo 1962) ha venduto oltre 130 milioni di dischi in tutto il mondo
Le origini italiane
«Adesso sento di non dover dimostrare più nulla». E può ben dirlo Jon Bon Jovi alla luce degli oltre 130 milioni di dischi venduti in tutto il mondo con la sua band, con cui ha scritto e inciso hit scala classifiche come «You Give Love a Bad Name», «Livin' on a Prayer», «Wanted Dead or Alive», «Keep the Faith», «Always» e «It's My Life». Il cantautore, originario del New Jersey, il 2 marzo taglia un importante traguardo: compie infatti 60 anni. Nato nel 1962 a Perth Amboy (John Francis Bongiovi Jr. all’anagrafe) è figlio di un barbiere, John Francis Bongiovi Sr., e di una ex coniglietta di Playboy diventata fiorista, Carol Sharkey. La famiglia Bongiovi ha origini siciliane: il bisnonno paterno è nato a Sciacca, la bisnonna paterna a Cianciana.
Quando ha fondato la sua prima band (e i Bon Jovi)
Jon Bon Jovi ha fondato la sua prima band a tredici anni con alcuni amici: si chiamavano Starz (poi Raze) e sono riusciti a tenere un solo concerto perché esisteva già un gruppo con lo stesso nome. La fondazione dei Bon Jovi invece risale ai primi anni Ottanta: nel 1983 una radio locale del New Jersey promosse un concorso, insieme alla St. John's University, per gruppi rock senza contratto discografico. Jon partecipò con il brano «Runaway» (scritto anni prima), registrato con alcuni amici musicisti, e vinse. Il pezzo diventò il successo dell'estate e Jon decise così di dar vita ad una vera e propria band. Conosceva già David Bryan, futuro tastierista, fin dai tempi della scuola. Fu lui a coinvolgere nel progetto il bassista Alec John Such e il batterista Tico Torres. Il chitarrista Richie Sambora infine fu reclutato (al posto di Dave Sabo che entrerà a fare parte degli Skid Row) dopo un concerto del suo gruppo in un locale, notato da Jon e Alec.
Il provino per «Footloose»
Forse non tutti sanno che in quegli stessi anni John partecipò ad un provino per il film «Footloose» (1984): fu scelto per il ruolo di protagonista dalla Paramount, che aveva intenzione di cambiare la sceneggiatura, ma dopo averci pensato un po’ su decise di declinare la parte, che andò a Kevin Bacon.
Le esperienza come attore
Anche se non ha recitato in «Footloose» Bon Jovi ha comunque lavorato come attore in alcuni film e serie tv, da «Ally McBeal» a «Sex and the City». Il suo ultimo impegno davanti alla macchina da presa è «Capodanno a New York» di Garry Marshall (2011) con un cast di superstar (Halle Berry, Jessica Biel, Hilary Swank, Katherine Heigl, Robert De Niro e molti altri).
La bufala sulla sua morte
Il 19 dicembre 2011 Bon Jovi fu vittima di una death hoax, ovvero iniziò a circolare la falsa notizia della sua morte, poi smentita. «È stato surreale vedere le notizie alla tv, la gente che urlava, mia figlia che diceva "babbo, dicono che sei morto" - ha poi raccontato l’artista al Corriere -. Ho dovuto fare una foto con la data, come si fa per i sequestri».
Le opere della Jon Bon Jovi Soul Foundation
Nel 2006 l’artista ha dato vita alla Jon Bon Jovi Soul Foundation, un’organizzazione no-profit che si occupa di offrire casa e cibo ai senzatetto e ai più bisognosi. Tramite la fondazione nel 2011 ha inaugurato il suo primo ristorante a offerta libera, il JBJ Soul Kitchen, in cui i meno abbienti possono pagare il conto con qualche ora di volontariato (oggi i locali della catena sono due). E nel 2012 ha donato un milione di dollari per la ricostruzione degli edifici distrutti dal passaggio dell’uragano Sandy.
Il matrimonio con Dorothea (che dura da 33 anni)
Mentre frequentava la Sayreville War Memorial High School di Parlin, in New Jersey, Jon conobbe Dorothea Hurley, che sarebbe diventata sua moglie qualche anno più tardi. La coppia convolò a nozze in gran segreto a Las Vegas, durante una tappa del New Jersey Tour. Dall’unione sono nati quattro figli: Stephanie Rose (1993), Jesse James Louis (1995), Jacob Hurley (2002) e Romeo Jon (2004).
La passione per il football
Da sempre appassionato di football (è un grande fan dei New York Giants) Bon Jovi ha fondato nel 2004, insieme a Richie Sambora, la squadra dei Philadelphia Soul, vincitori del titolo AFL-Arena Football League nel 2008.
Ha cantato per Obama e Biden
Il 18 gennaio 2009 Bon Jovi (che ha spesso sostenuto attivamente molti politici democratici) ha partecipato al concerto per l'insediamento del presidente Barack Obama cantando «A Change is Gonna Come» in duetto con Bettye LaVette. Si è esibito anche il 20 gennaio 2021 alla festa di insediamento del presidente Joe Biden insieme ai Kings of Suburbia, con cui ha eseguito una cover della canzone dei Beatles «Here Comes the Sun».
Tre lauree ad honorem
Oltre ad aver conquistato importanti riconoscimenti da solo e con la band (dal Golden Globe per la miglior canzone nel 1990 all’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2018) Bon Jovi può vantare ben tre lauree ad honorem: è Doctor in Humanities (2001, Monmouth University del New Jersey), Doctor of Letters (2015, Rutgers University) e Doctor of Music (2019, University of Pennsylvania).
Laura Rio per “il Giornale” l'8 agosto 2022.
Per la milionesima volta John Landis assiste alla proiezione del suo capolavoro. Non può esserci lui se non ci sono i Blues Brothers. Stavolta l'occasione è il Magna Graecia Film Festival, che si è chiuso ieri sera al porto di Catanzaro Lido. Per il regista di alcune tra le pellicole più celebri della storia del cinema è stata l'occasione per conoscere la Calabria dove non era mai stato. Da presidente della giuria ha premiato come miglior film internazionale Princess of the row di Van Maximilian Carlson, menzione speciale all'attrice Seidi Haarla, protagonista di Scompartimento N.6 di Juho Kuosmanen.
Mister Landis, non è ancora stanco che sotto il suo nome compaia la scritta «il regista di Blues Brothers»?
«No. Dipende dalla prospettiva. Io mi sento molto fortunato del fatto che i miei film continuino ad essere apprezzati dopo così tanti anni. E poi la gente continua a vedere anche Animal House, Una poltrona per due e gli altri che ho girato».
Se fosse costretto a scegliere uno dei suoi film da lasciare nei libri di cinema quale sarebbe?
«È impossibile fare una classifica dei miei film. Sono tutti come dei figli. Sulla base di quali elementi si può decidere che uno è migliore dell'altro? Come si fa a dire se un film di Hitchcock è più bello di uno di Fellini?».
È John Landis che ha creato John Belushi o viceversa?
«Nessuno dei due. Belushi e Dan Aykroyd avevano già ideato i personaggi di Jake ed Elwood. Il nucleo del film era già stato portato in giro da loro nei club di Toronto, Chicago e New York. E poi io conoscevo bene John perché avevo già girato con lui Animal House. Ricordo che Dan era talmente devoto al messaggio di questo film che la battuta siamo in missione per conto di Dio l'ho inserita per prendere in giro questo suo trasporto».
E avevano già ideato il mitico look dark.
«Sì, con quei cappelli, quegli occhiali e le cravatte. Ma quando girammo il film, quello stile non era sufficiente, dovevano creare un nuovo look, così con mia moglie Deborah (Nadoolman) che ha realizzato i costumi, decidemmo che avrebbero indossato i Ray-Ban Wayfarer. Lei andò in giro per i negozi a scovarli perché erano fuori produzione e sul set ne avevano dieci paia per John (che li perdeva sempre) e dieci per Dan».
L'ultimo suo film, «Ladri di cadavere», risale a dodici anni fa. Perché non ne ha più girati?
«Perché in questi anni non ho mai trovato un progetto che fosse veramente interessante. I film che piace fare a me non piacciono agli Studios americani e quelli che loro vogliono realizzare li trovo orribili. Ormai si fanno solo pellicole sui supereroi o saghe da branding. E visto che fare un film richiede un impegno di almeno un anno non sono disposto a lavorare a qualcosa che non mi interessa veramente. Anche perché il successo mi consente di non dover lavorare per forza».
Pensa che oggi film come i suoi non possano essere più proposti anche perché a Hollywood vige il politicamente corretto?
«Il problema non è questo. Ma il fatto che gli Studios o quello che ne resta non sono più disposti a rischiare, ormai sono diventati banche e case di distribuzione. E puntano soltanto ad un prodotto estremamente sicuro dal punto di vista degli incassi. La pandemia ha aggravato la situazione perché la chiusura dei cinema ha colpito un settore già in crisi».
Ma lei dovrebbe aiutare il cinema sfornando un altro dei suoi capolavori.
«Bisognerebbe dirlo a loro».
È vero che ha in mente di fare il sequel di «Un lupo mannaro americano a Londra»?
«Se ne è parlato, ma vedremo. Una cosa non è reale finché non si concretizza».
E ci potrà mai essere una serie tv sui Blues Brothers?
«Assolutamente no».
Lei ha lavorato con due grandi artisti. Qual è stata la differenza nei suoi rapporti con Belushi e Michael Jackson?
«Sono persone molto diverse tra loro. Ho amato enormemente entrambe. John è diventato dipendente dalla droga che poi lo ha ucciso, cosa per cui sono ancora molto arrabbiato. Era un attore dalla formazione classica e sarebbe stato in grado di fare qualsiasi cosa. Jackson era una persona cara ma piena di stranezze. Era doloroso vedere le sue automutilazioni».
Cosa si ricorda di quando girò il video di «Thriller»?
«Mi chiese all'improvviso di farne la regia. Ma io non volevo realizzare un video rock ed è per questo che gli proposi di fare un cortometraggio, tanto è vero che dura quindici minuti. Fu molto semplice lavorare con lui dal momento che faceva tutto ciò che gli chiedevo senza batter ciglio. Incredibile».
Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa” l'8 agosto 2022.
Diventare regista di culto e continuare a comportarsi come se non avesse alcun merito, come se film venerati, che hanno segnato intere generazioni e che ancora adesso non mostrano segni del tempo, fossero frutto di felici casualità, del talento degli attori, del momento storico in cui sono stati concepiti. Dire che John Landis, il regista di The Blues Brothers, Un lupo mannaro americano a Londra, Una poltrona per due, è una persona semplice, priva di qualunque accenno di presunzione, non rende bene l'idea.
Quale consiglio darebbe ai ragazzi che vogliono diventare registi?
«A differenza di altri mestieri, il medico, il dentista, l'idraulico, questo non è un lavoro che si può imparare andando a scuola e poi facendo apprendistato. Per diventare registi c'è bisogno di qualcuno che tiri fuori i soldi per realizzare un film. La novità positiva di questi ultimi 10 anni è che si può girare in tanti modi, fare film con il computer e il telefonino, tutti possono provarci».
Per il cinema, con la crisi delle sale, non è un momento facile. Come andrà a finire?
«Non credo che il cinema abbia problemi, penso che ad averli sia il mondo degli affari, il business che gli ruota intorno. In giro ci sono un sacco di buoni film e di registi talentuosi, ma il mercato attraversa una fase caotica e, se perfino una piattaforma come Netflix ha avuto difficoltà negli ultimi mesi, vuol dire che c'è qualcosa che non va nel sistema dei finanziamenti». […]
Che cosa le piace ricordare di The Blues Brothers?
«Fu un successo inatteso, dovuto in grandissima parte alla musica. In quel periodo andava di moda soprattutto la disco, gli Abba e i Bee Gees, furono John Belushi e Dan Aykroyd, all'epoca grandi star, a voler concentrare l'attenzione sul rythm and blues che adoravano, era la musica di artisti straordinari come Ray Charles e Aretha Franklyn. Fu una scelta inusuale, abbiamo fatto un film folle, ma la colonna sonora è fantastica, e poi qualcosa deve aver catturato l'immaginazione del pubblico».
È l'era del "politically correct", anche a Hollywood. L'Academy ha stilato un decalogo di norme per i film aspiranti agli Oscar. In un clima così avrebbe avuto difficoltà a girare alcuni dei suoi titoli?
«In realtà nei miei film non c'è niente che non risponda alle regole del "politically correct", qualcuno avrebbe da ridire su questo, ma sarebbe una polemica stupida. Penso a Animal House, ambientato nel '62, che quindi ne riflette il clima sociale nei confronti della liberazione sessuale, scherzi e situazioni si riferiscono a quel periodo, sarebbero del tutto fuori luogo in un altro momento. Godard diceva che tutti i film sono politici, la verità è che tutto è politica e che i film hanno una certa autonomia, possono contenere messaggi che qualcuno coglie e altri no. Quanto alle regole, in Usa il razzismo non è finito e i film devono riflettere la realtà».
John Travolta ricorda 'Grease': "Mi ha dato la vita, è iniziato tutto da lì". Silvia Bizio su La Repubblica il 16 maggio 2022
L'attore al festival per presentare 'Gotti' in cui interpreta il boss mafioso di Little Italy e per i 40 anni del cult con Olivia Newton-John: "A 18 anni vidi il musical a Broadway e la mia passione segreta fu quella di interpretare Danny. L'ho fatto al cinema, ed è stata la mia gioia più bella"
John Travolta è la vera star quest'anno sulla Croisette. L'attore è a Cannes per presentare Gotti, il film diretto da Kevin Connolly in cui interpreta il boss mafioso di New York della Little Italy anni 70 e 80 (morto in prigione di cancro a 61 anni nel 2002) e per il 40esimo anniversario di Grease, il musical che ha interpretato con Olivia Newton-John e che ha presentato in versione restaurata in un'affollatissima proiezione sulla spiaggia.
Cannes, come in Pulp Fiction: John Travolta scatenato al concerto di 50 Cent
Non solo, Variety lo ha scelto per il suo primo "Icon Award", premio che gli è stato consegnato durante una grande festa all'Hotel du Cap, con ospiti intrattenuti dal rapper 50 Cent e un video in cui viene celebrato da Barbra Streisand, Oprah Winfrey e Robert De Niro. L'attore e provetto pilota, 64 anni, è arrivato in Costa Azzurra guidando uno dei suoi tre aerei accompagnato dalla famiglia, la moglie Kelly Preston (anche lei nel film, nel ruolo della signora Gotti) e i due figli Ella, 18 anni, e Ben, 7 anni. Lo incontriamo al Carlton Hotel sulla Croisette.John Travolta con la moglie Kelly Preston e i figli Ella e Benjamin (afp)Mr. Travolta, lei ha lavorato per sei anni per realizzare questo film. Cosa l'affascinava tanto di John Gotti?
"Come attore, mi attirava il fatto che Gotti fosse stato un personaggio molto ambiguo e complesso. Si comportava in maniera interessante: c'era la famiglia da una parte e il crimine dall'altra. Una figura divertente, un po' comica, non dico alla Soprano, una serie che mi dicono sia ispirata molto a Gotti, pur non avendo il carisma di James Gandolfini, ma quasi". John Travolta con la moglie Kelly Preston e John A. Gotti (afp)Che ricerche ha compiuto?
"Tantissime. Ho parlato con il figlio John Gotti jr., che è qui a Cannes con noi, con la vedova Victoria e con molte persone che lo conoscevano personalmente. Ho chiesto a tutti: perché gli volevate bene, non era un mafioso? E loro mi rispondevano: è vero, ma Gotti ci ha anche protetti, e ci dava sempre una mano se andavamo in rosso. Certo, Gotti era un gangster, ma uno di quelli per cui tanti fecero il tifo. Gotti svolse perfino attività umanitarie, a modo suo. E la gente credeva in lui".
Anche lei anche svolge lavoro umanitario. Senza la mafia di mezzo.
"Certo, sto parlando di Gotti come attore, come sua maschera, e non voglio difenderlo o giustificarlo. Ma un attore deve sempre provare una 'simpatia' per il personaggio che è chiamato a interpretare. Io come persona, oltre che come celebrità, voglio battermi per i diritti umani e civili, per la giustizia nel mondo".
'Grease', il 40esimo anniversario del musical
È qui a Cannes anche per il 40esimo anniversario di Grease, da lei interpretato accanto a Olivia Newton-John nel 1978, subito dopo La febbre del sabato sera. Un ricordo?
"Ricordi? Un milione. Quando avevo 18 anni vidi quel musical a Broadway e rimasi fulminato. L'anno dopo mi feci avanti e venni ingaggiato dalla stessa compagnia a teatro: non interpretai il ruolo di protagonista, ma una semplice spalla. La mia passione segreta era sempre stata quella di interpretare Danny in Grease. Non avvenne a Broadway ma al cinema. Non posso lamentarmi. Quel musical mi ha dato la vita, davvero. La mia carriera è iniziata da lì, Grease è stata la mia gioia più bella".
Quindi lei è un amante dei classici di Hollywood?
"Certo, è così che sono nato come attore. Il mago di Oz, Yankee Doodle Dandy (Ribalta di gloria) e film così. Sono uno vecchia maniera. Lo ero allora, a vent'anni, e lo sono ancora adesso".
Gotti era anche un damerino, cui piaceva vestirsi con abiti di sartoria. Sembra un tratto che vi accomuna.
"Non lo nego, mi piace vestirmi bene e sono un maniaco delle buone maniere, soprattutto a tavola. È un tratto che ho ereditato da mia madre. Anche se non avevamo molti soldi, ha impartito a me e ai miei fratelli e sorelle modi principeschi. 'Voi non avete niente da invidiare ai reali di Windsor' ci diceva. E io sono venuto su così: tengo molto all'etichetta, sia l'uniforme quando piloto i miei aerei - mia moglie Kelly ogni tanto mi costringe a vestirmi da pilota perché dice che sono molto affascinante - che tutto ciò che indossiamo o facciamo. A me piace la classe. Lo confesso, sono un fanatico della moda e soprattutto dello stile italiano. Le mie origini italiane non mentono, e le sento sempre più forti, anche con i miei figli, man mano che passano gli anni".
A cosa deve il suo enorme successo?
"Alla fortuna, come si dice sempre. Ma diciamo anche che sono tenace per natura, e che riesco a ignorare le interferenze. Sono diventato famoso con due film girati uno dopo l'altro, La febbre del sabato sera e Grease. E ora con Gotti è la quadratura del cerchio. Nel mio prossimo film reciterò in Italia accanto a mia figlia Ella in Poison Rose. Potrei essere più felice?".
Martina Volonté per cinematographe.it il 14 aprile 2022.
Durante il processo per diffamazione che Johnny Depp ha avviato contro la sua ex moglie, sono emersi degli inquietanti messaggi che Depp ha mandato a un suo amico e vicino di casa, Isaac Baruch.
Gli sms sono stati utilizzati dall’avvocato di Amber Heard durante il terzo giorno del processo giudiziario, che si sta svolgendo in Virginia. Nei messaggi Depp ha scritto che sperava che Amber Heard fosse un «cadavere in decomposizione».
I messaggi risalgono al 2016. Nel testo si legge che Depp sperava che il «cadavere in decomposizione di Heard si stesse decomponendo nel fottuto bagagliaio di una Honda Civic». Depp ha anche scritto: «Quella stronza ha rovinato una vita così fottutamente bella che abbiamo avuto per un po’».
Più tardi durante il processo Baruch si è visibilmente commosso quando ha affrontato quelle che ha definito «accuse fraudolente» mosse da Heard contro Depp. «Non è giusto. Non è giusto quello che ha fatto e quello che è successo a così tante persone che ne sono rimaste colpite», ha detto Baruch, esprimendo la sua rabbia per le «foto fasulle scattate» della faccia contusa di Heard, pubblicate sui tabloid e di come l’attrice abbia «inscenato tutto per estorcere e ricattare» Depp. «Non ho mai assistito a qualsiasi tipo di accusa mossa contro di lui».
Messaggi di testo di natura simile tra Depp e l’attore Paul Bettany erano stati precedentemente condivisi durante la causa per diffamazione di Depp contro il quotidiano britannico The Sun, nel 2020.
L’attore ha citato in giudizio l’editore per l’uso del termine «picchiatrice di moglie» in un pezzo incentrato sulle accuse di Heard. In tribunale i messaggi hanno rivelato che Depp ha inviato un messaggio a Bettany dicendo di aver annegato e bruciato la sua ex moglie, scrivendo: «Dopo fotterò il cadavere bruciato per assicurarmi che sia morta». Ha perso la causa.
Bettany è incluso nell’elenco dei testimoni di Depp per il suo processo per diffamazione, iniziato lunedì 11 aprile. Depp ha citato in giudizio l’ex moglie per 50 milioni di dollari per il suo editoriale del 2018 pubblicato sul Washington Post che raccontava le sue esperienze come sopravvissuta ad abusi domestici.
Sebbene non abbia mai menzionato Depp per nome, gli avvocati dell’attore hanno affermato che i riferimenti di Heard al loro cliente erano palesi, aggiungendo che l’editoriale ha danneggiato la carriera e la reputazione di Depp.
L’ex coppia si è incontrata sul set del film del 2011 The Rum Diary e si è sposata nel 2015. Heard ha chiesto il divorzio da Depp nel 2016, ottenendo un ordine restrittivo per violenza domestica contro l’attore e accusandolo di averla abusata fisicamente e verbalmente, mentre era sotto l’effetto di droghe e alcol. Depp ha negato tutte le accuse di abuso.
Da evereye.it il 15 aprile 2022.
Il processo ad Amber Heard per le accuse di diffamazione mosse da Johnny Depp è ormai entrato nel vivo: da giorni in tribunale si assiste all'avvicendarsi di testimoni di entrambe le parti, tra cui anche la terapista dell'ormai ex-coppia, che ha parlato di violenze e abusi reciproci nel corso della tormentata relazione tra le due star.
Dopo la straziante deposizione della sorella di Johnny Depp, infatti, la corte ha ascoltato la testimonianza registrata nei mesi scorsi dalla dottoressa Laurel Avis Anderson: quest'ultima ha raccontato le tormentate sedute di terapia effettuate tra l'ottobre e il dicembre del 2015, durante le quali più di una volta sia Depp che Heard minacciarono di andar via.
Secondo Anderson, abusi e violenze erano all'ordine del giorno, ma avvenivano in maniera reciproca: la terapista ha però escluso che Depp abbia assunto comportamenti violenti con le sue precedenti partner. «Penso che in qualche modo riuscisse a controllarsi. Con Ms. Heard, invece, era costantemente su di giri. Avevano dato il via a quella che io vedevo come una situazione di abusi reciproci» sono state le sue parole.
Secondo Anderson, inoltre, tra i due c'erano enormi problemi di comunicazione, con Heard stessa che ribadiva di non volere il divorzio, ma di desiderare di volere il divorzio: «Lei sapeva che la loro situazione non era salutare». Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi: al di fuori dell'aula, intanto, i fan di Johnny Depp si sono accampati per manifestare il proprio sostegno all'attore.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 15 aprile 2022.
L'ex assistente personale di Amber Heard ha testimoniato al processo per diffamazione contro l’attrice e ha detto di non aver mai visto tagli o lividi su Heard negli anni in cui ha lavorato per lei. In una deposizione video pre-registrata, Kate James ha spiegato alla corte di essere stata assunta da Heard nel 2012 come sua assistente personale e di aver lavorato con lei fino al 2015.
Interrogata dagli avvocati di Depp, James ha parlato di come Heard si sarebbe fatta prendere da una «furia cieca» con lei durante i frequenti episodi di abusi. Ha raccontato che uno dei suoi lavori era procurarsi due copie delle riviste che pubblicavano foto o notizie su Heard e conservarle in garage perché non voleva che Depp le vedesse. Una volta Heard «si arrabbiò molto» perché erano in giro.
James ha detto: «È diventata assolutamente una furia. Urlava, urlava, maltrattandomi. Rabbia cieca».
James ha ricordato come la Heard le avrebbe «urlato al telefono» e l'avrebbe sottoposta a «una raffica di messaggi di testo offensivi giorno e notte». Ha detto: «Nel cuore della notte, tra le 2 e le 4 del mattino, iniziava a delirare. Tutto incoerente, senza senso, solo qualcuno contro cui scagliarsi. Nessuna ragione apparente».
Alla domanda se avesse mai visto o saputo di ferite, tagli, lividi, gonfiore o arrossamento sul viso di Heard, James ha detto: «No». Ha detto che «non» ha mai visto Heard con gli occhi neri o ciuffi di capelli strappati dalla testa.
Quando poi James è passata dal lavoro part-time al lavoro a tempo pieno, ha negoziato il suo stipendio con Heard, che ha perso la calma. James ha detto: «Si è alzata di scatto dalla sedia, ha messo la faccia a 2 centimetri dalla mia, dicendomi come osavo chiedere lo stipendio che stavo chiedendo. Sentiva che questo le dava il diritto di sputarmi in faccia», aggiungendo che i 50.000 dollari che aveva chiesto erano la metà del suo solito stipendio.
Un tuttofare che ha assistito all'intera faccenda ne è rimasto «mortificato», ha detto James.
Secondo James, Heard era cattiva con sua sorella Whitney e la trattava «come un cane che prendi a calci». La stessa madre di Heard era «terrorizzata» da lei perché abusava anche di lei.
Tra i farmaci da prescrizione che Heard ha preso c'era il sonnifero Provigil, ma James ha affermato che gli effetti collaterali hanno reso Heard «maniacale». «Era come se avesse preso una sorta di anfetamina. Si muoveva molto velocemente, era iperorganizzata, iperattiva, solo molto, molto iper».
James ha affermato che Heard le ha detto che aveva preso funghi, ecstasy e cocaina e che questo l'ha lasciata "disorientata" e l'ha fatta bere pesantemente. Quando la Heard era ubriaca, «diventava sempre più bellicosa e violenta», ha detto James.
James ha affermato che le insicurezze di Heard sulla sua relazione erano dovute al fatto che «non le piaceva essere lontana dalla presenza fisica di Johnny». James ha detto anche che a Heard non piaceva il gruppo con cui Depp usciva. «Mi ha detto che non le piaceva uscire con i suoi amici perché era noioso ed erano tutti vecchi che suonavano la chitarra e non era interessante per lei».
Alla domanda sulla sua impressione su Depp, James ha detto che era «pacifico, quasi timido, molto silenzioso» e lo ha definito un «gentiluomo del sud totale». Non l'ha mai visto perdere la calma ed era «sempre completamente passivo». Era solita chiacchierare con lui, ma James ha detto che "si fermava immediatamente quando Amber mi la vedeva parlare con lui perché me l’avrebbe fatta pagare».
James poi è stata interrogata da Benjamin Rottenborn, uno degli avvocati di Heard. Ha detto che il lavoro con Heard «non era proprio del mio calibro» perché ha lavorato con «celebrità di alto profilo» e non aveva mai sentito parlare di lei prima.
Quando le è stato chiesto quando si è accorta per la prima volta che c’era qualcosa che «non era giusto nella relazione» tra Heard e Depp, James ha detto: «Non ricordo quando è iniziata. Di solito si lamentava e piangeva a causa delle sue insicurezze all'interno della relazione. Era molto, molto insicura per la maggior parte del tempo e mi chiamava piangendo».
Alla domanda se Heard le avesse mai detto che Depp l'aveva picchiata, James ha detto di no. James ha detto che non ha mai visto danni nemmeno all'appartamento di Depp.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 13 aprile 2022.
La sorella di Johnny Depp ha testimoniato nel processo per diffamazione che si sta svolgendo in Virginia e che vede l'attore accusare l'ex moglie Amber Heard di diffamazione per un articolo che lei ha pubblicato sul Washington Post in cui lo accusava di molestie domestiche.
Christi Dembrowski, 61 anni, ha raccontato alla giuria della loro educazione a Lexington, nel Kentucky, della madre "irrequieta" Betty Sue e del padre "pacifico" John Christopher Depp. «Nostro padre era un uomo gentile, paziente, affettuoso. Nostra madre era l'opposto, molto nervosa, ansiosa, arrabbiata», ha detto, aggiungendo che i loro genitori erano «due personalità completamente diverse».
Depp a volte guardava a terra mentre sua sorella parlava. Sembrava essere profondamente commosso mentre lei raccontava la loro infanzia. Betty Sue e John Depp hanno poi divorziato nel 1978, quando Johnny aveva 15 anni e Christi 18. Betty è morta di cancro nel 2016 all'età di 81 anni. Depp si è tatuato il nome di sua madre nel 1988. John "Jack" Depp è stato assente per gran parte della sua infanzia. È ancora vivo.
Alla domanda se ci sono state occasioni in cui Heard non è stato gentile con Depp, Dembrowski ha detto che ce n'era una che «è rimasta davvero con me». Erano nell'ufficio di Depp e Christian Dior aveva chiamato dicendo che erano interessati a lavorare con lui. «Johnny ha detto ad Amber che erano interessati a lui. La sua reazione è stata di incredulità e una sorta di disgusto: "gli ha detto perché Dior dovrebbe voler fare affari con te? Loro si occupano di classe e stile e tu non hai stile". È stato offensivo. Lo ha insultato. Ho sentito insulti più volte in realtà».
Alla domanda su cosa avesse detto Heard sull'aspetto fisico di Depp, Dembrowski ha detto che lo ha chiamato «un uomo vecchio e grasso». Dembrowski ha ammesso di lavorare ancora a stretto contatto con suo fratello e in passato è stata definita il suo «manager personale».
«Tua madre si arrabbiava con tuo padre?» ha chiesto l’avvocato di Depp. «Sì», ha risposto Dembrowski. «Come?». «La mamma urlava, gli urlava contro, lo picchiava, lo insultava, quel genere di cose» ha detto Dembrowski.
«Tuo padre ha picchiato tua madre?». «No, papà non ha mai reagito quando la mamma lo ha picchiato o gli ha urlato contro» ha detto Dembrowski. «Fondamentalmente la lasciava urlare. Ha trattato mia madre sempre in modo da mantenere la pace».
«Tua madre come ha trattato te e i tuoi fratelli e sorelle?» ha chiesto l’avvocato. «Allo stesso modo in cui ha trattato papà. Urlava, picchiava, lanciava cose, ci insultava. Ognuno di noi aveva il proprio set di nomi. Alcuni non li vorrei ripetere. Il mio nome era Violetta. Violet era la madre di mio padre e mia madre odiava la madre di mio padre», ha detto.
«Tua madre aveva un nome speciale per Johnny?». «Ne aveva, alcuni da non ripetere», ha detto Dembrowski. «”Un occhio” era il suo preferito. Perché quando era piccolo i dottori pensavano che avesse un occhio pigro, e gli hanno applicato una benda sull'occhio buono per rafforzare l'altro occhio». «Johnny reagiva?». «Quei nomi erano solo uno stile di vita. Ci siamo abituati», ha detto Dembrowski.
«Tua madre si è arrabbiata con te? Fisicamente?». «Sì, ma ero molto tranquilla, molto timida, ho imparato presto a fare un passo indietro. Stare lontano dai guai», ha detto Dembrowski. «Ci picchiava, lanciava oggetti, andava a staccare un ramo da un albero, e ci colpiva con quello. Uno bello e verde. Altrimenti si sarebbe spezzato».
Dembrowski ha aggiunto che sua madre si arrabbiava con Johnny e picchiava anche lui. «E Johnny reagiva quando sua madre lo picchiava?», ha chiesto Chew. «Era un tipico ragazzino, quando veniva ferito piangeva. Per la maggior del tempo voleva solo allontanarsene», ha detto Dembrowski, aggiungendo che non Depp ha mai reagito a sua madre. «Quando era più grande, se lei colpiva o lanciava cose, lui se ne andava nella sua stanza».
Dembrowski ha detto alla giuria che ogni volta che viaggiavano prenotava una camera d'albergo in più per Depp e Heard.
«Quando erano in viaggio volevo assicurarmi che ci fosse una stanza in più perché non era insolito che litigassero». «Nella sua vita ho visto ripetersi le cose. Da bambini, quando iniziavano le discussioni, la nostra prima reazione era andare a nasconderci e allontanarci. Ho riconosciuto quello che per me era un modello della mia infanzia. Volevo assicurarmi che ci fosse un posto dove potesse fare proprio questo».
Quando Dembrowski ha saputo che Depp stava per sposare Heard, ha detto alla giuria di essersi sentita «spaventata». «Ero devastata. Ho cercato di convincerlo ad aspettare ancora un po' e a non correre». Dembrowski ha detto che la squadra di Depp voleva che Heard firmasse un contratto prematrimoniale per "proteggere i suoi figli", ma lei non lo ha fatto: si sono sposati senza.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 13 aprile 2022.
Gli avvocati di Amber Heard hanno affermato che Johnny Depp l'ha penetrata con una bottiglia di alcol in Australia nel 2015.
Martedì, l'avvocato di Heard, Elaine Bredehoft, ha detto alla giuria nel processo per diffamazione da 100 milioni di dollari di Depp: «L'ha bloccata contro il bar. Le ha scagliato addosso bottiglie e bottiglie. L'ha trascinata a terra sui vetri rotti. L'ha presa a pugni. L'ha presa a calci. Le ha detto che l'avrebbe uccisa, e la odiava. L'ha picchiata. E poi, l’ha penetrata con una bottiglia di liquore».
Mentre l'avvocato parlava, Depp scuoteva la testa come per dire: «No».
Il portavoce di Depp ha negato con veemenza: «Queste affermazioni fittizie non sono mai state fatte all'inizio delle accuse di Amber nel 2016, e sono emerse vantaggiosamente solo anni dopo, una volta che è stata citata in giudizio per diffamazione dopo aver sostenuto nel suo editoriale che era una vittima di "violenza sessuale"».
«Le parole sono fondamentali in un caso di diffamazione e, convenientemente, questa accusa è arrivata solo dopo. Questo segue lo schema delle sue affermazioni elaborate ed erronee che hanno continuato a cambiare ed evolversi nel tempo ai fini dello shock hollywoodiano in cui Amber ha dominato e che ha utilizzato per sfruttare un serio movimento sociale».
Gli avvocati di Depp hanno raccontato come una «profondamente turbata» Amber Heard abbia fatto di tutto per inseguire e corteggiare l'attore, prima di capovolgere la sceneggiatura e rimproverarlo continuamente.
L'avvocato di Depp, Camille Vasquez, ha dichiarato in apertura: «La signorina Heard è una persona profondamente turbata che manipola le persone intorno a lei».
Vasquez ha descritto come si sono incontrati per la prima volta nel 2009 sul set del film The Rum Diary. «Lo ha inseguito, lo ha corteggiato», ha detto Vasquez. «Ha fatto di tutto per conquistarlo interpretando la ragazza affettuosa e ha funzionato: si è innamorato perdutamente di lei».
«Ricorreva alla violenza fisica, gli lanciava oggetti, lo picchiava, gli diceva che era un codardo, non era abbastanza uomo perché non sarebbe rimasto a combattere con lei».
Ma la squadra di Heard ha raccontato una storia molto diversa. L'avvocato Elaine Charlson Bredehoft ha detto alla giuria che Depp è pieno di rabbia ed è «come un demone».
«Vedeva sua moglie Amber come sua madre e sua sorella che odia», ha detto Bredehoft, aggiungendo che la sua rabbia era «alimentata dall'alcol e dalle droghe». Vasquez ha detto che gli amici di Depp hanno visto «bandiere rosse dappertutto» e nel tempo «la vera signorina Heard ha iniziato a emergere».
«Lo rimproverava, gli urlava contro, lui cercava di placarla... ma succedeva sempre di nuovo».
Vasquez ha continuato: «Ha affrontato la signorina Heard nello stesso modo in cui faceva da bambino con la madre, ha cercato di scappare ma il suo tentativo di andarsene ha fatto infuriare la signorina Heard. La signorina Heard ha confuso la violenza e la rabbia con la passione», secondo Vasquez.
«Si scusava con gesti poetici come se la violenza dimostrasse quanto feroce e travolgente fosse il suo amore per lui». Vasquez ha detto: "Quando il signor Depp e la signorina Heard hanno viaggiato insieme, la sua squadra doveva prenotare una stanza in più per lui, per avere un posto dove andare quando la signorina Heard si infuriava».
Vasquez ha detto che il consulente matrimoniale dell'ex coppia avrebbe descritto Heard come «l'aggressore» nella relazione.
Eleonora D'Amore per fanpage.it il 13 aprile 2022.
Johnny Depp e Amber Heard tornano in tribunale per una causa da almeno 50 milioni di dollari. Partito in Virginia il processo per diffamazione della star di Hollywood contro l'ex moglie dopo un editoriale scritto da lei stessa nel 2018 per il Washington Post in cui parlava di violenza domestica e abusi. Gli avvocati di Johnny Depp, Ben Chew e Camille Vasquez, oggi hanno accusato Amber Heard di aver inventato suddetti racconti per agevolare la propria carriera.
Questo perché l'articolo in questione sarebbe stato pubblicato poco prima dell'uscita di "Aquaman", in cui la Heard recitava, e l'avrebbe aiutata a posizionare se stessa come eroina delle donne.
Si è presentata come il volto del movimento #MeToo, la rappresentante virtuosa di donne innocenti in tutto il mondo, donne che hanno veramente subito abusi", ha detto Vasquez, "Le prove dimostreranno che era tutta una bugia".
Vasquez ha aggiunto che l'attrice era una "manipolatrice", che si era preparata alla "performance della sua vita" sul banco dei testimoni.
"Questo processo è il riscatto da un'accusa falsa"
Depp ha citato in giudizio la Heard per 50 milioni di dollari, sostenendo, a sua volta, di essere lui la vittima di questo piano machiavellico che gli ha demolito la carriera. L'avvocato Chew ha sostenuto, infatti, che le accuse di Heard hanno causato gravi danni al percorso professionale di Depp perché ad Hollywood nessuno vorrebbe affrontare l'onta che deriverebbe dall'assumere un attore accusato di violenza domestica. "Le prove dimostreranno che le false accuse della signora Heard hanno avuto un impatto significativo sulla famiglia del signor Depp e sulla sua capacità di lavorare nella professione che amava", ha concluso Chew, "In definitiva, questo processo riguarda il riscatto dal nome del signor Depp di un'accusa terribile e falsa".
Amber Heard ha richiesto 100 milioni di dollari
Il processo dovrebbe durare circa sei settimane, poiché ai giurati verrà chiesto di selezionare una montagna di prove documentali e testimonianze contrastanti per decidere chi sta dicendo la verità. Heard ha accusato Depp di numerosi casi di aggressione, comprese le volte in cui, a suo dire, l'avrebbe afferrata per il collo, lanciata contro un muro e presa a pugni, arrivando al tentativo di soffocarla. La donna ha rilanciato con la richiesta di 100 milioni di dollari a Depp, sostenendo che il suo avvocato l'avrebbe anche diffamata, accusandola di aver messo su una bufala mediatica ai danni del divo.
Depp ha perso una causa nel 2020 contro il quotidiano The Sun nel Regno Unito, quando il giudice ritenne che le accuse della Heard fossero "sostanzialmente vere" e che quindi il giornale non lo diffamava quando lo descriveva come un "picchiatore di mogli".
Johnny Depp accusato dalla Heard: "Abusi sessuali". Redazione su Il Giornale il 14 aprile 2022.
Non solo violenza domestica, ma anche abusi sessuali. È l'ultimo capitolo della guerra senza esclusione di colpi che si sta combattendo in Tribunale tra Johnny Depp e Amber Heard. Le nuove accuse sono emerse nel corso del processo per diffamazione intentato dall'attore contro l'ex moglie.
Secondo i legali della star di Aquaman, Depp l'avrebbe penetrata con una bottiglia di liquore dopo averla tenuta in ostaggio per tre giorni mentre erano in Australia nel 2015. Altri abusi sessuali sarebbero avvenuti nello stesso anno anche alle Bahamas. Ascoltando l'avvocato della Heard mentre descriveva le violenze, Depp scuoteva la testa per negare le accuse, poi respinte anche dai suoi difensori. «Nessuna donna ha mai accusato l'attore di essere stato violento», hanno detto. Gli avvocati dell'ex moglie hanno colpito duro contro il divo di Hollywood ritenuto responsabile di continui «abusi verbali, emotivi, fisici e sessuali». Comportamenti che sarebbero stati innescati da «dall'abuso di droghe e alcol». In aula è stata ascoltata una registrazione in cui Depp si rivolgeva alla Heard con queste parole: «Pensavo di poter mettere via il mostro per sempre». Invece, secondo l'ex moglie, le violenze domestiche non si sono mai fermate. Di questo l'attrice ha parlato in un editoriale sul Washington Post nel 2018. Per il contenuto di questo articolo Depp le ha fatto causa per 50 milioni di dollari sostenendo di avergli rovinato la carriera e di avergli procurato un danno economico. Anche se nell'articolo non veniva mai fatto il nome dell'attore, dopo la sua pubblicazione la Disney lo scaricò per il ruolo del capitano Jack Sparrow nel film campione di incassi «Pirati dei Caraibi». In aula è emerso anche il tema della gelosia di Depp e della sua ossessione per il miliardario Elon Musk, con il quale l'attrice ebbe una relazione dopo di lui. Sul banco dei testimoni si è seduta la sorella della star, che ha ricordato di aver sentito la Heard insultare il marito accusandolo di essere «vecchio e grasso». Ha parlato anche delle violenze sul fratello da parte della loro madre.
Johnny Depp fa causa ad Amber Heard per 50 milioni. Quando lei disse: "Dior ti ha cercato ma loro hanno a che fare con la classe e lo stile e tu no". Giovanni Gagliardi su La Repubblica il 13 Aprile 2022.
Gli avvocati della ex moglie hanno detto che mostreranno le prove di aggressioni fisiche e sessuali. Il racconto di Christi Dembrowski, la sorella dell'attore sulle violenze subite da bambini da parte della madre, e la commozione dell'ex Pirata dei Caraibi.
È iniziato a Fairfax, in Virginia, il processo contro Amber Heard, accusata di diffamazione dall'ex marito Johnny Depp che chiede 50 milioni di dollari di risarcimento. E, come era prevedibile, con la sfilata dei testimoni, sono cominciati anche a "volare gli stracci".
Johnny Depp e Amber Heard in tribunale, al via il processo per diffamazione contro l'attrice
Il divo hollywoodiano si è presentato in aula con indosso un abito blu e cravatta bianca. Capelli raccolti e giacca grigia per la ex moglie.
La testimonianza della sorella di Johnny Depp
La prima a essere chiamata sul banco dei testimoni è stata la sorella dell'attore, Christi Dembrowski. La donna ha raccontato di come la ex moglie maltrattasse il fratello e delle violenze della loro madre inflitte da bambini, in risposta alle accuse della ex moglie e dei suoi legali contro Depp.
Botta e risposta fra avvocati
Durante la prima udienza, infatti, gli avvocati di Amber Heard hanno detto che le prove dimostreranno le ripetute aggressioni fisiche e sessuali da parte di Depp nei confronti della ex moglie e hanno fornito dettagli estremamente scioccanti.
Mentre l'avvocato parlava, Depp scuoteva la testa come per dire: "No". Il portavoce della star ha negato decisamente le accuse: "Queste affermazioni fittizie non sono mai state fatte all'inizio delle accuse di Amber nel 2016 e sono emerse solo anni dopo, una volta che è stata citata in giudizio per diffamazione dopo aver sostenuto nel suo editoriale che era una vittima di 'violenza sessuale'", ha detto riferendosi all'articolo scritto dall'attrice per il Washington Post nel 2018, in cui si definiva una "figura pubblica che rappresenta l'abuso domestico''. Articolo che è al centro dell'attuale controversia.
Nel testo, non veniva mai fatto il nome di Depp tuttavia quattro giorni dopo la Disney lo scaricò per il ruolo del capitano Jack Sparrow nel franchise multimiliardario dei Pirati dei Caraibi. Stessa cosa avvenuta poi con la Warner Bros. che gli tolse il ruolo di Grindelwald in Animali fantastici 3.
Gli avvocati dell'attrice avevano cercato di far giudicare il caso in California, dove entrambi risiedono. Ma un giudice ha stabilito che Depp aveva il diritto di portare la causa in Virginia perché i server del Washington Post per la sua edizione online si trovano nella contea: secondo i legali dell'ex Pirata dei Caraibi, in Virginia le leggi sarebbero più favorevoli al loro caso.
"Depp deriso dalla moglie"
Christi Dembrowski, 61 anni, ha descritto la relazione instabile dell'ex coppia, dicendo che era "devastata" quando suo fratello che ha tre anni meno di lei decise di sposare l'attrice. "Ho cercato di convincerlo ad aspettare", ha aggiunto, spiegando che litigavano spesso e che lei lo derideva.
Quando Depp disse alla moglie che Dior era interessato a una campagna con lui, era "incredula e un po' disgustata", ha affermato la donna. "Perché Dior dovrebbe voler fare affari con te? Hanno a che fare con la classe e lo stile e tu non hai stile", avrebbe detto Heard.
Dembrowski, che ha aiutato a gestire la carriera di suo fratello, ha detto che quando la coppia viaggiava insieme, lei prenotava una camera d'albergo in più per Depp, da usare nel caso lui e la moglie avessero litigato.
Il contratto prematrimoniale
Inoltre, sempre secondo Dembrowski, l'attrice di Aquaman avrebbe rifiutato di firmare un contratto prematrimoniale. Una affermazione in netto contrasto con quelle degli avvocati difensori di Heard secondo cui era stato Depp a decidere di rinunciare a un accordo prematrimoniale.
I "non ricordo" di Christi Dembrowski
Durante il controinterrogatorio, gli avvocati di Heard hanno chiesto alla donna chiarimenti sull'uso di droghe da parte di suo fratello, presentandole messaggi che lei stessa gli aveva inviato nel febbraio 2014 e nei quali lo esortava a "smettere di bere", "smettere con la cocaina" e "con le pillole".
Dembrowski ha detto che non riusciva a ricordare il contesto e non ha confermato che stava dicendo a suo fratello di smettere con la cocaina nel messaggio. "Probabilmente non stavo scherzando - ha detto - ma forse stavo ripetendo quello che qualcos'altro mi suggeriva di scrivere".
Una madre irritabile e violenta
I legali di Depp hanno chiesto a Dembrowski di parlare della loro educazione e della loro madre, che lei aveva definito "irritabile, nervosa" e spesso "arrabbiata" in un modo che si trasformava in violenza. Betty Sue Palmer, questo il nome della donna, picchiava spesso suo marito e i suoi figli, ha detto la sorella dell'attore. Depp non ha mai reagito e ha sempre cercato di "mantenere la pace", ha aggiunto.
La promessa: "Mai come lei"
E anni dopo, i due fratelli si sono detti che non avrebbero mai trattato le proprie famiglie allo stesso modo. "Dato che eravamo più grandi, abbiamo deciso che una volta che avessimo avuto la nostra casa, non avremmo mai rifatto qualcosa di simile".
La commozione di Depp
Durante la deposizione di sua sorella, Depp è stato visto assumere un'espressione grave, e più volte si è voltato per trattenere le lacrime. E in altri momenti del racconto ha chiuso gli occhi o ha reclinato la testa guardandosi in grembo.
Il processo dovrebbe durare più di un mese e includere, oltre alla testimonianza di Heard e Depp, anche una serie di altri nomi di alto profilo, tra cui l'imprenditore Elon Musk, con cui l'attrice è stata fidanzata, e l'attore James Franco.
Il precedente
Depp ha deciso di trascinare la ex moglie alla sbarra nonostante abbia perso un'altra causa per diffamazione nel Regno Unito, in quel caso però l'imputato era il tabloid The Sun il quale aveva definito l'attore una persona che picchia la moglie. La stessa, inoltre, tempo fa, aveva chiesto a un giudice di respingere la causa contro di lei ma la richiesta è stata negata e Depp ha potuto portarla avanti arrivando in tribunale.
Come scrive Hollywood Reporter il processo potrebbe rivelarsi un'occasione per vendicare se stesso in quella che lui ha definito una truffa da parte dell'ex moglie che gli sta costando il boicottaggio da parte di Hollywood.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 19 aprile 2022.
Prosegue il processo per diffamazione intentato da Johnny Depp all’ex moglie Amber Heard per l’articolo uscito sul Washington Post nel 2018 in cui la donna sosteneva di essere vittima di abusi domestici. Ieri sul banco dei testimonia è salita l’ex guardia di sicurezza di Depp, Sean Bett, che ha mostrato alla giuria le foto dell’attore dopo le aggressioni dell’ex moglie.
Brett ha raccontato che il primo incidente è avvenuto nel marzo 2015: nella foto si vede l’attore con «zigomi» e «palpebre gonfi». «Depp ne aveva bisogno come prova nel caso in cui la signorina Heard avesse cercato di fare accuse nei suoi confronti».
Il secondo incidente risale al dicembre 2015, quando «hanno litigato e lei lo ha graffiato». «Aveva dei graffi intorno alla zona del naso su uno dei lati del viso e sulla zona delle guance». Alla corte sono state mostrate quindi tre foto, in cui si vedono le lacerazioni sul lato sinistro e destro del naso, un graffio sulla fronte e uno sul mento.
Bett ha affermato che il 21 aprile 2016, in occasione del 30esimo compleanno di Heard, c'è stato un altro litigio perché Depp era in ritardo. Secondo Bett, quando Depp è arrivato, Heard gli ha lanciato un'occhiataccia, si potrebbe dire che era sconvolta dal fatto che fosse in ritardo.
Ad un certo punto hanno avuto «un’altra discussione, lei lo ha colpito in faccia», ha detto Bett, ma il giudice Penney Azcarate ha ordinato che la testimonianza fosse cancellata dal verbale perché resa per sentito dire.
Durante la sua testimonianza, Bett ha confessato la sua ammirazione per la capacità del suo capo di reggere l’alcol. Dopo alcuni drink, «va in modalità Jack Sparrow. È molto simpatico sia che beva o non beva. L'ho visto leggermente ubriaco. Maneggia l'alcol molto meglio di me».
Bett ha ricordato un incidente intorno al 2012 o 2013 quando Heard fece commenti denigratori sugli uomini a un’amica.
Ha detto che mentre la portava in giro, Heard ha detto a un’amica: «Tutti gli uomini sono idioti, non dovresti fidarti di quel ragazzo». Heard si è poi rivolta a Bett e gli ha detto: "Scusa Sean, non tu, non intendevo quello".
Bett ha descritto come Depp e Heard siano passati dall'essere «una coppia amorevole, quasi liceale, storditi l'uno verso l'altro» a litigare tutto il tempo.
Una volta mentre guidava Heard al suo attico dopo una lite con Depp, Bett le disse: «Non può continuare, vi ucciderete a vicenda o andremo in prigione». Heard ha detto: «Lo amo, non lo perderò».
Bett ha detto che la relazione tra Heard e Depp si è trasformata in «costanti litigi». Bett ha detto di essere stato presente quella notte del maggio 2016 in cui c’è stato lo scontro finale tra Depp e Heard nel loro attico prima del divorzio.
Bett e Jerry Judge, un ex dipendente della Depp, hanno sentito le «urla e grida provenire dalla signorina Heard» mentre aspettavano fuori.
Bett ha detto che lui e Judge sono corsi dentro e Heard aveva uno «sguardo di sorpresa» sul suo viso. Ha detto: «Ha urlato che questa è l'ultima volta che mi fai questo. Depp l’ha guardata e ha detto di che diavolo stai parlando?».
«Judge ha picchiettato Depp sul braccio e ha detto capo, andiamocene. Siamo usciti dalla porta principale». Alla domanda se Heard avesse ferite o arrossamenti sul viso, Bett ha detto di no.
Meno di una settimana dopo, Heard ha chiesto il divorzio da Depp e un ordine restrittivo che includeva una foto del suo viso con un livido che, secondo lei, le aveva procurato Depp tirandole addosso un cellulare.
Da fanpage.it il 20 aprile 2022.
Nella giornata di martedì 19 aprile 2022, Johnny Depp ha rilasciato la sua testimonianza nel processo per diffamazione contro Amber Heard. L'attore, come riportato dal Daily Mail, è stato interrogato dai suoi legali, in attesa della giornata di domani, 20 aprile, quando sarà chiamato a rispondere alle domande che gli rivolgeranno gli avvocati della controparte.
Il divo ha confermato quanto già rivelato da sua sorella, ovvero gli abusi subiti da piccolo da sua madre, che nei confronti dei figli avrebbe adottato dei comportamenti violenti. «In casa nostra non avevamo nessun tipo di protezione, dovevamo solo essere fuori dal perimetro d'attacco. Quando si arrabbiava chi le prendeva, solitamente, ero io» così parla Johnny Depp del rapporto con sua madre, Betty Sue Palmer, che si rivolgeva in malo modo ai suoi figli, completamente bullizzati e vessati dalla sua presenza.
La sua adolescenza, quindi, sarebbe stata scandita da continui abusi psicologici e fisici che, nel tempo, hanno anche avuto delle ripercussioni: «Il dolore fisico si impara ad accettarlo, ma è l'abuso emotivo che è lacerante» ha affermato l'attore. Non solo il rapporto con la madre, ma al centro del racconto compare anche il suo legame con il padre, una persona gentile e sempre composta: «Non l'ho mai visto perdere le staffe contro di lei, ha preso a pugni un muro, ma mia madre non l'ha mai toccata» dichiara l'attore, che ha raccontato lo shock subito quando l'uomo, improvvisamente, decise di lasciare casa, gettando sua moglie in una forte depressione.
«Mi disse che ero diventato un uomo, ma queste parole non mi piacquero. Mia madre cadde in una depressione devastante, ha provato anche a suicidarsi, ha inghiottito delle pillole, ricordo i miei zii e i paramedici nel salotto e lei con la bava alla bocca».
Dopo aver parlato del suo passato, Depp è poi passato a riferire quanto è accaduto con sua moglie Amber Heard, sposata nel 2015. Il divo, quindi, ha parlato di «atti criminali atroci e inquietanti» di cui la donna lo avrebbe accusato ma che non corrispondono alla realtà dei fatti.
«Durante la relazione ci sono state discussioni, ma non sono mai arrivato al punto di colpire la signorina Heard, né ho mai colpito nessuna donna in vita mia»: così il divo si difende dalle accuse rivoltegli dalla ex moglie, ribadendo quello che è il suo principale obiettivo: «La verità è l'unica cosa che mi interessa». Dichiarazioni che si contrappongono a quelle degli avvocati della Heard che hanno descritto Depp come un uomo capace di compiere attivi violenti e dipendente da alcol e droghe.
Prima di ascoltare Depp, era stato chiamato a testimoniare Keenan Wyatt, un amico e tecnico del suono con cui l'attore ha lavorato in diverse occasioni, e che era uno dei presenti su un volo da Boston a Los Angeles del 2014, dove Amber Heard dichiara di essere stata maltrattata dal suo compagno. Il teste ha confutato quanto dichiarato dagli avvocati dell'attrice, dicendo che era lei ad avere un tono piuttosto brusco anche nei suoi confronti: «Non ho mai visto Johnny essere violento nei confronti di nessuno».
"Sembrava il Vesuvio...". Così Johnny Depp si è mozzato un dito. Francesca Galici il 20 Aprile 2022 su Il Giornale.
Johnny Depp è tornato a deporre in tribunale nella causa per diffamazione intentata contro la sua ex moglie, alla quale ha chiesto un risarcimento di 50 milioni di dollari.
Prosegue il processo che vede Amber Heard imputata per diffamazione verso il suo ex marito Johnny Depp, che è tornato a deporre in aula per riferire ai giudici la sua testimonianza sulla vita familiare, molto movimentata, dell'ex coppia. Durante la sua deposizione, l'attore ha accusato la sua ex moglie di aver usato violenza contro di lui e di avergli procurato ferite fisiche importanti durante un litigio. Non una novità l'accusa di violenza nelle varie deposizioni effettuate dall'uno e dall'altro. Tutto è partito quando lei, nel 2018, accusò il protagonista di Pirati dei Caraibi di violenza domestica, scrivendolo nero su bianco in un articolo di opinione sul Washington Post. Quell'articolo, stando all'attore e alla sua difesa, avrebbe arrecato un grave danno alla sua reputazione, tanto da richiedere un risarcimento di 50milioni di dollari.
Durante la sua ultima presenza davanti ai giudici, Jhonny Depp ha riferito di un particolare episodio che si è verificato durante il periodo della loro relazione. Depp ha riferito ai giudici di essere stato vicino a un crollo nervoso dopo essersi mozzato un dito con una bottiglia di vodka durante un violento alterco con Amber Heard. "Il dito sembrava come un Vesuvio in eruzione", ha raccontato a proposito dell'incidente che, stando ai suoi ricordi sarebbe avvenuto in Australia nel 2015. Il sangue usciva talmente copioso dalla ferita sul suo dito, che lui avrebbe deciso di lasciare scritti "piccoli ricordi delle menzogne di Amber" in lettere di sangue sulle pareti della casa dove la coppia allora si trovava.
Una scena dai contorni horror, se non splatter, rivelata ai giudici Fairfax, in Virginia, dove è in corso il processo. Nel maggio 2016 la Heard ha chiesto il divorzio affermando che l'allora marito era stato violento con lei. Si sono susseguite accuse da una parte e dall'altra, interviste e testimonianze di chi la coppia l'ha conosciuta bene nel corso degli ultimi anni, fino ad arrivare a quest'ultimo capitolo della saga. Gli avvocati di Amber hanno ritratto Depp come un partner violento e spesso preda dell'alcol e della droga, mentre il team di lui ha descritto la versione di lei come un "falso" e una strategia calcolata per rovinargli la reputazione.
Johnny Depp si è sempre difeso dall'accusa di aver usato violenza contro la sua ex moglie e l'ha ribadito anche nel corso dell'ultima deposizione: "Non ho mai picchiato Amber in quel modo, né ho mai picchiato una donna in vita mia". Johnny Depp ha sottolineato di aver intrapreso la strada legale perché "il mio scopo è la verità". Gli ultimi anni non sono stati facili per Johnny Depp: "Sono stati sei anni difficili, in cui un giorno sei Cenerentola e in un microsecondo diventi il Gobbo di Notre Dame".
Dagotraduzione dal Daily Mail il 21 aprile 2022.
Chiamato a testimoniare nel processo per diffamazione all’ex moglie Amber Heard, Johnny Depp ha confessato di non aver mai visto il film “Pirati dei Caraibi”. L’attore, 58 anni, che oggi tornerà in tribunale per affrontare gli avvocati dell’ex moglie, ha detto alla corte che «crede che il film sia andato abbastanza bene» riferendosi al primo capitolo della saga, La maledizione della Prima Luna, che ha incassato 654 milioni di dollari.
Ieri in tribunale gi è stato chiesto come è cambiata la sua vita dopo il film. «Il capitano Jack Sparrow può fare cose che io non potrei mai fare. Poteva dire cose che io non potrei mai dire. Per me è stato un modo per portare un personaggio al limite e correre un rischio nel farlo».
«Ma ho pensato che se fosse andata a buon fine, Sparrow avrebbe potuto essere un personaggio amato dai bambini di cinque anni come da quelli di 45 anni, 65 anni e 85 -anni nello stesso modo in cui lo è Bugs Bunny».
Alla domanda sulla sua prima reazione alla sceneggiatura, l'attore ha detto: «Pensavo che avesse tutti i tratti distintivi di un film Disney, vale a dire una sorta di prevedibile struttura in tre atti. Il personaggio del Capitano Jack era più simile a un tipo da spavaldo che si dondola a torso nudo e diventava l'eroe».
«Avevo idee abbastanza diverse sul personaggio, quindi ho incorporato i miei appunti nel personaggio e ho dato vita a quel personaggio. Con grande dispiacere della Disney, inizialmente». Ha aggiunto: «Non l'ho visto. Ma credo che il film sia andato abbastanza bene, a quanto pare, e loro volevano andare avanti, fare di più e io stavo per farlo».
«Non è che tu diventi quella persona, ma se conosci quel personaggio nella misura in cui lo conoscevo io, perché non era quello che gli sceneggiatori hanno scritto, quindi non erano davvero in grado di scrivere per lui... Una volta che conosci il personaggio meglio degli sceneggiatori, è allora che devi essere fedele al personaggio e aggiungere le tue parole».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 21 aprile 2022.
Ieri, durante il processo per diffamazione che vede Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard, la giuria ha ascoltato alcune registrazioni audio realizzate dall’attore di discussioni tra la coppia. In una delle clip trasmesse, Heard dice a Depp: «Non ti ho preso a pugni. Mi dispiace di non averti colpito in faccia con un vero schiaffo. Ti stavo picchiando, non ti stavo prendendo a pugni». Depp le risponde: «Non mi dire come ci si sente a essere presi a pugni». E lei: «Hai partecipato a molti combattimenti, sei in giro da molto tempo. Non sei stato preso a pugni. Sei stato colpito. Scusa se ti ho colpito così, non ti ho preso a pugni. Non ti ho fregato. Ti stavo colpendo, cazzo. Non so quale fosse il reale movimento della mia mano. Stai bene. Non ti ho fatto male, non ti ho preso a pugni, ti stavo picchiando. Sei un fottuto bambino! Cresci Johnny!». A quel punto lui le fa notare che ha iniziato un combattimento fisico. «Ho iniziato un combattimento fisico» ammette lei. «Ne sono uscito», dice lui. «Sei ammirevole».
In un’altra registrazione, lei lo definisce un «cazzo di merda». Gli dice: «Perché non vai a farti fottere. Vai a succhiarti il cazzo. Vecchio pezzo di merda avaro». E poi, riferendosi al figlio di Depp, Jack: «Spero che il patrigno di Jack gli insegni di più sull’essere un uomo».
Ecco gli incidenti affrontati durante il processo.
Incidente della porta del bagno. Sul banco dei testimoni, Depp ha raccontato che una volta, nell’attico di Los Angeles in cui viveva con l’ex moglie, era andato in bagno. «È venuta a bussare alla porta. Non ho risposto. Ero sotto la doccia, non volevo più avere a che fare con quel sarcastico umiliante aggressivo violento vomito tossico». «Continuava a bussare, finalmente sono uscito dalla doccia, ho aperto la porta del bagno più o meno così (mostra uno spazio ristretto con le mani, ndr) in modo da poter avere una buona presa sulla porta nel caso avesse cercato di irrompere. Avevo ragione, lo ha fatto. Ha spinto tutto il suo peso sulla porta cercando di entrare, e io resistevo, non volevo. Quando la porta si è quasi chiusa, ha iniziato a urlare per il dolore “oh le dita dei piedi”. Ho pensato che il suo piede fosse rimasto incastrato sotto la porta. Pensavo fosse ferita, mi sono inginocchiato per dare un’occhiata e lei mi ha mi ha dato una botta in testa con la porta del bagno».
«Sono rimasto completamente sbalordito da una mossa così corrosiva e orribile, quindi mi sono alzato. A questo punto la porta era aperta e ho detto: "Che cazzo era quello?". La prossima successiva è stata il botto, mi ha colpito alla mascella».
Incidente del naso rotto. Nel raccontare un altro incidente, Depp si è alzato in piedi e ha simulato lo scontro in cui lei sostiene di essersi rotta il naso. «Stavo andando nel mio ufficio. Improvvisamente vengo picchiato da dietro. L’istinto primordiale è quello di chinarsi e coprirsi. Mi sono avvicinato proteggendo il volto, ma le sue braccia oscillavano selvaggiamente. Ho alzato e sono riuscita a tenerla abbracciandola per impedirle di colpirmi di più».
A quel punto Heard lo ha accusato di averle rotto il naso con una testata. «Benissimo Johnny, mi hai rotto il naso». Depp ha negato di averle dato una testata e ha detto che si trattava solo di «un contatto accidentale». Lei gli ha mostrato un fazzoletto insanguinato, ma quando lo ha controllato nella spazzatura, si è accorto che si trattava «di smalto per unghie».
Incidente dell’isola. Mentre era alle Bahamas con la figlia Lily-Rose, Depp ha raccontato che l’ec moglie gli ha lanciato una lattina in testa. «La discussione si è intensificata e lei ha sempplicemente allungato la mano, afferrato una lattina di acquaragia, e me l’ha lanciata in faccia. Mi ha colpito proprio alla fronte e all’attaccatura del naso. Fa male».
Incidente dei 30 anni di Amber Heard. Al 30esimo compleanno di Amber Heard, Depp si è presentato alla cena nel loro attico con quasi due ore di ritardo perché trattenuto dai suoi contabili che gli stavano rivelando lo stato delle sue finanze, che ha definito uno «shock».
«Era stata prelevata una somma di denato piuttosto importante, era scomparsa, e dopo aver lavorato per 30 anni nel settore sono rimasto scioccato dal fatto di sapere dove mi trovavo finanziariamente». Depp ha raccontato di aver pensato di vendere alcune delle sue case per sistemare i sui conti.
Durante la cena era stato «freddo» nei confronti di Heard e più tardi si è messo a letto. «La signorina Heard è entrata nella camere mentre ero sdraiato su un lato del letto a leggere. Stava ancora snocciolando tutti i torti che le avevo fatto quel giorno particolare, quanto ero inaffidabile, una persona orribile. Non mi sono impegnato verbalmente, niente. Non ha avuto una sollecitazione da parte mia, si è alzata dal letto, gli ha girato intorno e ha iniziato a colpirmi in faccia, alla testa, al collo, qualsiasi cosa riuscisse a colpire».
«Mi sono alzato dal letto, l’ho presa per le spalle, l’ho fatta sedere e le ho detto che me ne andavo, e per favore di non provare a fermarmi. Lei si è alzata dal letto e mi ha guardato mentre ero sulla soglia della camera. Le ho detto: “Cosa vuoi fare, colpirmi ancora? Vai vanti, colpiscimi. Bam (mima i movimenti). Ne vorresti un altro? Bam. Bene, ora hai finito”. L’ho presa per le spalle, l’ho accompagnata al letto, le ho detto di non seguirmi e me ne sono andato». Erano le 4.30 del mattino.
Cacca nel letto. Depp voleva torna indietro e raccogliere alcune delle sue cose mentre Heard era via per alcuni giorni, ma la sua guardia di sicurezza Sean Bett gli ha detto di non farlo. «Ho ricevuto alcune notizie che erano assurde, grottesche e crudeli. Mi è stata mostrata una foto su quale fosse il problema. Bett mi ha mostrato una fotografia sul suo telefono».
«Era una fotografia del nostro letto e dalla mia parte c’era materia fecale umana, quindi ho capito perché non era un buon momento per andare lì. Inizialmente ho riso. Era così fuori, così bizzarro e grottesco che potevo solo ridere».
Poi il 21 maggio 2016, l’ultima volta che ha visto Heard prima del divorzio, le ha parlato della «questione fecale». «Ha cercato di incolpare i cani. I cani sono Yorkies, pesano circa 2 kg l’uno. Ho vissuto con quei cani per molti anni e anche Hilda Vargas, è una donna che è stata con me per oltre 30 anni, è stata lei a fare la foto, conosceva i cani e sapeva quanto me che non proveniva dai cani».
Riunione finale. Depp ha raccontato che Heard ha inventato affermazioni secondo cui lui l'aveva picchiata. «Stavo camminando verso la cucina per uscire e poi all'improvviso Rocky Pennington (l'amico di Heard) è corso nell'attico e ha iniziato a urlare, lasciala stare Johnny».
«Ero vicino al frigorifero, ero a 5 metri di distanza. Era ancora seduta sul divano. È stato allora che sono inziate le urla». «Sono a 5 metri di distanza. Ha Rocky lì. ''Smettila di picchiarmi Johnny, sta urlando con la sua migliore voce sconvolta. Smettila di picchiarmi”. A quel punto la squadra di sicurezza di Depp, Jerry Judge e Sean Bett, sono entrati nella stanza.
«(Heard) dice che è l'ultima volta che mi colpirai, l'ultima volta che me lo farai». E Depp: «Sono a una buona distanza di 5 metri». Depp ha detto che dopo che Heard ha presentato istanza di ordine restrittivo per violenza domestica nel maggio 2016, ha dovuto raccontare la storia ai suoi figli.
Ha detto: «Ho dovuto avvisarli che potevano venire fuori alcune cose brutte che sicuramente mi avrebbero messo nella posizione di un alcolista violento condito da droghe. E volevo avvisarli prima che venissero avvicinati con la copertina della rivista People a scuola da altri bambini. Volevo essere in grado di spiegare loro che questo sarebbe stato visibile e sarebbe stato ovunque e mi sono scusato con loro per quello che stava succedendo».
Matteo Persivale per il “Corriere della Sera” il 21 aprile 2022.
«Oggi, per la prima volta, ho la possibilità di parlare». Johnny Depp è seduto in un'aula di tribunale di Fairfax, Virginia, e parla lentamente in un lungo monologo di oltre un'ora, un'intervista-confessione, la prima in 37 anni di carriera perché era sempre stato notoriamente avaro di informazioni su di sé e la sua famiglia.
È un documento straordinario la deposizione di Depp - trasmessa in diretta dalle tv americane e disponibile integralmente su YouTube - davanti alla corte civile americana per la sua causa - diffamazione - all'ex moglie Amber Heard, attrice e modella, con la quale è stato sposato dal 2015 al 2017 e che negli anni lo ha ripetutamente accusato di abusi domestici e diffuso video che lo ritraggono ubriaco e aggressivo. Nel 2018 Heard ha pubblicato un editoriale sul Washington Post definendosi vittima di «abusi sessuali», senza citare mai per nome l'attore, ma l'articolo è comunque alla base dell'attuale procedimento (Depp ha già perso una causa per diffamazione al tabloid The Sun nel Regno Unito).
Depp chiede 50 milioni di dollari come risarcimento danni, l'ex moglie ha risposto con un'altra causa nella quale ne chiede 100.
I famosi capelli lunghi e neri raccolti dietro la nuca in una coda di cavallo, la giacca scura e la camicia scura e la cravatta sgargiante unico tocco di colore, il bel viso un po' gonfio per la vita vissuta per decenni a tutto volume, Depp ha cominciato a parlare. La famosa voce baritonale, il tono monocorde: rievocando senza filtri storie inedite, con franchezza sconcertante. Ecco l'infanzia nel natio Kentucky che pare uscita da una pièce di Tennessee Williams: il mite padre John e la terribile madre Betty Sue che si faceva beffe dello strabismo di Johnny («Mi chiamava orbo, occhiotorto, rideva della benda che dovevo portare sull'occhio sano per allenare quello malato: avevo cinque anni, tuttora sono legalmente cieco dall'occhio sinistro»). Le botte: «Ma quello era semplicemente dolore fisico, impari a subire. Ma quello che distruggeva me, mia sorella, mio fratello, erano gli abusi psicologici».
Le bugie di Betty Sue che inventa marachelle di Johnny mai commesse e lo fa frustare, a cinghiate, dal padre («Ricordo la cintura di cuoio chiaro: anni dopo scoprì che gli dicevo la verità, ero innocente, e mi chiese scusa: è un brav' uomo»), i problemi scolastici, il padre esasperato che lascia Betty Sue («La sua roba era sparita dagli armadi, andai a cercarlo al lavoro pensando che Betty Sue avesse buttato via tutto ma lui mi disse che se n'era andato, non ce la faceva più, e adesso l'uomo di casa ero io. Capii che non avevo il potere di convincerla a cambiare»).
Betty Sue che comincia a trascinare i figli in giro per l'America («Non riusciva a stare ferma in un posto, le scottava la terra sotto i piedi»), Johnny che lascia la scuola e diventa, contro ogni pronostico, attore.
Ma perché ha fatto causa alla ex moglie a sette anni dalla fine della loro storia? «Perché mi è sembrato diabolico che i miei figli (Lily Rose e Jack, avuti entrambi da Vanessa Paradis, ndr), che allora andavano ancora a scuola, si ritrovassero a fare i conti con gente che gli sventolava davanti la copertina della rivista People dove si diceva che ero un violento. Andava sempre peggio. Era mio dovere liberare i miei figli da questa vicenda orrida e falsa: il mio obiettivo è la verità. Non voglio che la gente pensi che sono un falso, che ho mentito: ho detto la verità. Prima sei Cenerentola e poi in una frazione di secondo diventi Quasimodo (il gobbo di Notre Dame, ndr ). L'onestà è il mio orgoglio, la verità l'unica cosa che mi interessa. La verità è la mia ossessione». Depp sostiene che le accuse di Heard sono false, «non l'ho mai picchiata, non ho mai picchiato una donna in vita mia. Questo processo è imbarazzante? No, sto facendo la cosa giusta».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 22 aprile 2022.
Durante il processo che vede Johnny Depp accusare Amber Heard di diffamazione, gli avvocati della donna hanno mostrato alla giuria un video in cui si vede l’attore distruggere due armadietti mentre è ubriaco. Mentre veniva trasmesso il filmato, la Heard sembrava vicina alle lacrime e tremava.
Nel video si sente Depp: «Motherf****! Figlio di puttana!» mentre prende a pugni un muro. Heard chiede: «Cosa è successo?» mentre si sente il rumore di oggetti lanciati e distrutti. Heard dice: «Tutto quello che ho fatto è stato chiedere scusa. Ti è successo qualcosa? Non credo. Hai bevuto tutta questa cosa stamattina? Stai distruggendo merda».
L’avvocato di Heard, Rottenborn ha detto in tribunale: «Questo è a casa tua a West Hollywood. Sei tu nel video. Sei stato violento?». Depp ha detto sul banco dei testimoni: «Chiaramente stavo passando un brutto momento. Non so per cosa, ma essere registrato illegalmente dall'altro si adatta perfettamente a quanto successo con il resto delle fotografie e delle registrazioni su nastro. Ha cercato di nascondermelo e alla fine ha riso e sorriso. Quella era la parte più interessante».
Depp ammette: «Ho aggredito un paio di armadietti ma non ho toccato la signorina Heard». «Potresti essere stato ubriaco?» chiede Rottenborn. «È una possibilità», ha risposto Depp. «Ti sei versato una mega pinta di vino rosso?» chiede Rottenborn. «Una mega pinta? Mi sono versato un grande bicchiere di vino. Ho pensato che fosse necessario», ha detto Depp. E Rottenborn: «Sei più grande di Amber, fisicamente?». «Non lo direi», ha detto Depp.
«Gli standard del gentiluomo del sud non sono nella tua mente in questo momento particolare?» chiede Rottenborn. E Depp: «Ho avuto esperienze in cui a volte uno si allontana dal controllo completo sulle proprie emozioni».
«Non ho cercato di intimidire la signorina Heard. Perché stava filmando? Se era spaventata a morte, perché non se ne è andata?» ha detto Depp. La giuria ha sentito un audio profondamente inquietante di un incidente tra Depp e Heard in cui la stava implorando di ferirlo con un coltello.
Mentre la clip veniva riprodotta, Depp si è asciugato gli occhi con la mano e ha preso un fazzoletto. Heard sembrava essere sull'orlo delle lacrime e in lotta con le sue emozioni.
Nella registrazione Depp e Heard parlano a bassa voce. Depp dice: «Vuoi tagliarmi da qualche parte?». Heard dice: «Solo non tagliarti la pelle, per favore non farlo. Perché dovrei farlo? Per favore, non tagliarti». Depp risponde: «Ho bisogno di te. Tagliami». Si sente bussare alla porta e una governante dice: «Pulizia» - sembra che siano in una stanza d'albergo. Depp le dice di andarsene, aggiungendo: «No grazie, c'è lo sperma sui cuscini».
Depp dice a Heard di «tagliarmi», aggiungendo che Elliot Spitzer, l'ex governatore di New York, «avrebbe risposto». Depp dice: «Mi odi fottutamente». Heard dice: «Metti giù il coltello! Metti giù quel fottuto coltello. Non farlo Johnny». Depp dice che vuole guardare Heard e che il dolore «andrà via». Heard gli dice: «Il coltello è opaco, sarebbe la cosa peggiore del mondo. Troppo doloroso, noioso e sporco».
La corte ha ascoltato altre registrazioni di discussioni tra Depp e Heard. In una Depp dice: «Divento irrazionale quando fai film, divento geloso e fottutamente pazzo e strano e litighiamo molto di più». In un'altra registrazione Depp dice: «Ti ho dato una testata sulla fottuta fronte. Quella non rompe il naso».
In precedenza alla corte è stata mostrata una foto del marzo 2013 in cui si vedeva un bicchiere di whisky su un tavolo e alcune righe bianche di polvere. Depp ha descritto il suo consumo di alcol e droghe giovedì, dicendo: «Ero caduto dal carro mentre stavo facendo Lone Ranger», aggiungendo che «ogni giorno che tornavo a casa c'era un bicchiere di whisky ad aspettarmi».
L'avvocato di Heard, Benjamin Rottenborn, ha chiesto a Depp: «Berresti whisky la mattina?». Depp ha risposto in modo irriverente: «Non c'è l'happy hour in qualsiasi momento?» suscitando risate in tribunale. Rottenborn ha chiesto se le linee bianche fossero cocaina e Depp ha detto che sembrava esserlo.
Rottenborn ha poi parlato dell'amicizia di Depp con l'attore britannico Paul Bettany. Rottenborn ha detto: «Paul Bettany è un buon amico con cui hai fatto uso di droghe?». Depp ha risposto: «Questa è una domanda strana». Depp ha poi ammesso di aver bevuto alcolici, sniffato cocaina con lui e preso pillole insieme.
Depp e Bettany sono amici da anni e hanno recitato insieme nel film di fantascienza del 2014 Transcendence e di nuovo nella commedia d'azione Mortdecai nel 2015. Rottenborn ha letto i testi che Depp ha inviato a Bettany l'11 giugno 2013. Uno di loro diceva: «Bruciamo Amber!!!». Rottenborn ha detto: «Non ti sei fermato. Il testo successivo dice: ''Affoghiamola prima di bruciarla!!!'' Ho letto bene?». Depp ha detto: «Sì».
Rottenborn ha detto: «Vorrei scusarmi con la corte e la giuria per alcune delle parole che userò». Ha letto il messaggio successivo che Depp ha inviato a Bettany che diceva: «In seguito scoperò il suo cadavere bruciato per assicurarmi che sia morta». Rottenborn ha detto: «L'hai scritto sulla donna che in seguito sarebbe diventata tua moglie». Depp ha detto: «Sì».
Rottenborn ha letto un messaggio che Depp ha inviato al cantante Elton John nel 2012 ringraziandolo per il suo sostegno nella sua lotta con la droga. Il messaggio diceva: «Sarei stato inghiottito dal mostro se non fosse stato per te, è un fatto semplice?».
Depp ha detto: «Elton era un caro amico che è stato sobrio per 40 anni, abbiamo avuto discussioni e voleva che mi pulissi, sobrio, quindi in realtà ha mandato un tizio chiamato Charlie Dunnett che ha lavorato con Elton per anni e anni…».
Processo a Johnny Depp, azienda di cosmetici smentisce Amber Heard. Marco Alborghetti il 24/04/2022 su Notizie.it.
Nel processo per diffamazione nei confronti di Amber Heard spunta la testimonianza a sorpresa di un'azienda di cosmetici che smentisce l'attrice.
Durante il processo per diffamazione voluto da Johnny Depp nei confronti dell’ex moglie Amber Heard, l’azienda di cosmetici Milani ha pubblicato un video che smentirebbe la testimonianza dell’attrice.
A Fairfax, in Virginia continua da giorni il processo per diffamazione voluto da Johnny Depp nei confronti dell’ex moglie Amber Heard, e spunta un retroscena su un’azienda di cosmetici che potrebbe cambiare le sorti del processo.
Il team di avvocati dell’attrice ha presentato in aula un kit di trucchi dell’azienda Milani che l’attrice avrebbe usato negli anni del matrimonio con Depp per coprire i lividi delle ripetute violenze domestiche.
Su Tik Tok però l’azienda di cosmetici ha pubblicato un video di 15 secondi in cui dimostra come il trucco in questione utilizzato dall’attrice sia stato rilasciato sul mercato dopo il divorzio della coppia.
La data non corrisponde
Nello specifico, le violenze subite da Amber Heard risalgono al periodo tra il 2014 e il 2016, ma come dimostra il video, il rilascio del trucco risale al 2017, un anno dopo il divorzio.
Una prova che di fatto mette in dubbio la testimonianza dell’attrice. Ricordiamo che nel caso la giuria ritenesse colpevole Johnny Depp, l’attore sarebbe costretto a scontare anni di pena in carcere, ma nel caso fosse prosciolto da ogni accusa, l’ex moglie e il Washington Post che nel 2018 pubblicò le presunte frasi diffamatori dovranno risarcire l’attore per una cifra che si aggira intorno ai 50 milioni di dollari.
Da affaritaliani.it il 26 aprile 2022.
Clamoroso colpo di scena nel processo tra Johnny Depp e Amber Heard. Come se non bastassero le reciproche accuse di violenza, abusi e crudeltà coniugale, spunta anche un video su TikTok ad agitare le acque della causa che sta catalizzando l'interesse di tutto il mondo.
Amber Heard aveva infatti riferito di coprire i lividi sul viso dovuti alle presunte violenze del suo ex marito usando uno specifico fondotinta correttore. A smentirla ha provveduto la stessa azienda produttrice, la Milani, che – appunto con un video su TikTok – ha spiegato che quella specifica linea di cosmetici è stata lanciata nel dicembre 2017, ovvero dopo i fatti denunciati dall'attrice.
Un bel colpo per Johnny Depp, che in questo processo si sta giocando moltissimo, se non tutto. Lui ha denunciato Amber Heard per diffamazione, chiedendole 50 milioni di dollari, mentre lei lo ha controdenunciato raddoppiando la posta, ovvero chiedendone 100.
Soprattutto, però, l'ex Pirata dei Caraibi si sta giocando l'immagine e la carriera, che rischiano di venire irrimediabilmente compromesse da un processo nel quale è uscito veramente di tutto. Verrebbe da citare il famoso “sangue e merda” col quale Rino Formica descriveva la politica, anche perché nell'aula del tribunale si è parlato proprio di questo!
La smentita nei confronti di Amber Heard è un altro punto importante messo a segno da Johnny Depp, che in questo processo integralmente trasmesso dalla tv americana (e su YouTube si trova praticamente tutto), sta sfruttando le sue doti di mattatore. Sono molto eloquenti le parole di Paula Todd, avvocato e docente di giornalismo all'Università di York: «Depp sta letteralmente fornendo una lezione di recitazione ogni volta che sale sul pulpito per deporre», ha detto alla Cbc, aggiungendo che le riprese del processo stanno danno una «massicca amplificazione tecnologica» alla vicenda.
Ricco e famoso, Depp in questa vicenda ha pubblicamente rivelato dei lati nascosti: la sua infanzia molto difficile e la sua sofferenza per come la Heard, dopo un grande amore, sia diventata davvero la sua peggior nemica. Tra i due, è proprio lui che sta uscendo da questo palcoscenico come la vittima, incoraggiando diversi uomini a parlare pubblicamente di vicenda analoghe subite nella propria vita domestica: c'è infatti chi tifa per Johnny Depp, sostenendo che la sua vittoria potrebbe comportare un cambiamento culturale, rispetto a una realtà nella quale queste cause finiscono sempre col dare ragione alle donne.
Certamente sono le donne a subire più frequentemente le conseguenze drammatiche della violenza coniugale, ma caso per caso è necessario l'effettivo svolgimento dei fatti e questa intricata vicenda tra Johnny Depp e Amber Heard sembra davvero molto lontana dalla pagina conclusiva.
Da fanpage.it il 26 aprile 2022.
È il processo dell'anno e da due giorni non si parla d'altro, anche perché c'è proprio lui sotto i riflettori. Nel secondo giorno di testimonianza, Johnny Depp introduce nuovi elementi nella causa per diffamazione da 50 milioni di dollari contro Amber Heard, la sua ex moglie. Il centro della questione sono le accuse di violenza domestica fatte da Amber Heard, e pubblicate sul Washington Post, che hanno avuto un impatto devastante sulla carriera dell'attore.
Johnny Depp mette in fila tutte le accuse, spiegando di aver visto crollare più di 50 anni di carriera: «Dopo le accuse, che hanno fatto il giro del mondo, la gente ha creduto che io fossi una minaccia, un ubriacone alimentato dalla cocaina che picchiava le donne. Dopo accuse di questo tipo, la mia carriera è finita».
Nella sua difesa, Johnny Depp sostiene che ormai l'esito della sentenza non importa perché «dal momento che quelle accuse si sono trasformate in un foraggio per i media, io ho perso. Ho perso e porterò quelle accuse addosso per tutto il resto della mia vita».
Il momento più importante della giornata di ieri è stato rappresentato dalla fotografia che la difesa di Johnny Depp ha mostrato ai giurati: il dito parzialmente mozzato dell'attore. Mentre la coppia era in Australia, con Johnny Depp impegnato con le riprese dell'ultimo Pirati dei Caraibi, Amber Heard lanciò una bottiglia di vodka contro l'attore, causandogli la parziale recisione della punta del dito. Johnny Depp ha sempre raccontato di essersi tagliato in una porta.
«Il sangue zampillava e io penso di essere entrato in una specie, non lo so dire, una specie di esaurimento nervoso. Niente aveva senso per me. Ho mentito a tutti perché non volevo si sapesse che era stata proprio la signora Heard a lanciarmi una bottiglia di vodka addosso e tagliarmi il dito. Non volevo metterla nei guai».
Il punto principale del conflitto tra i due è sempre stato in riferimento ai problemi d'alcolismo dell'attore. Spiega Johnny Depp: «È sempre stata piuttosto brutale nel dirmi che dovevo smettere di bere. Diceva che ero un debole, un disastro completo. Un alcolizzato che sa solo rovinare le cose». E da questi conflitti, si degenerava: «Il suo bisogno di conflitto e violenza esplodeva dal nulla. Ho imparato ad affrontarlo come affrontavo le cose da bambino, ritirandomi».
Amber Heard avrebbe poi dichiarato che Johnny Depp l'ha picchiata perché deriso dopo il tatuaggio "Winona Forever", cambiato successivamente in "Wino Forever". Depp ha smentito:
«Non è mai successo. Perché dovrei offendermi così tanto per qualcuno che prende in giro un mio tatuaggio? Questa accusa non ha nessun senso. La violenza non l'ho mai reputata necessaria».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 26 aprile 2022.
Prosegue in Virginia il processo per diffamazione tra Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard. L’attore ha chiesto 50 milioni di dollari di risarcimento alla donna per averlo diffamato per aver sostenuto nel 2018 in un articolo per il Washington Post di essere vittima di abusi domestici. Heard ha contro attaccato chiedendo all’ex marito 100 milioni di dollari per averla definita una «bugiarda».
Ieri la corte ha ascoltato un audio registrato durante un incontro tra Depp e Heard avvenuto due mesi dopo la richiesta di divorzio, nel luglio del 2016. Nella registrazione si sente l’attore chiedere a Heard di tagliarlo con un coltello: «Hai preso tutto, vuoi il mio sangue, prendilo».
A quel punto la reputazione di Depp era stata distrutta dalle affermazioni di Heard secondo cui era fisicamente violento con lei, e grazie a un livido esibito durante un’udienza in un tribunale di Los Angeles aveva ottenuto un ordine restrittivo contro di lui.
Depp ha detto alla corte di aver ripetutamente chiesto a Heard di tagliarlo perché il suo sangue «era l'unica cosa che non aveva». La corte ha anche ascoltato una conversazione telefonica in lacrime tra Depp e Heard dopo il divorzio in cui lei lo ha sfidato per le sue affermazioni di averlo picchiato. Heard dice: «Dì al mondo che, Johnny Depp, un uomo, è vittima di violenza domestica e guarda quante persone ti crederanno o si schiereranno con te».
La corte ha già ascoltato la registrazione inquietante dell'incidente in cui Depp dice ripetutamente a Heard di tagliarlo, dicendo a bassa voce: «Mi odi fottutamente».
Alla domanda di uno dei suoi avvocati sull'incontro a San Francisco, Depp ha detto che «non è andato particolarmente bene». Ha detto: «Ero piuttosto confuso che mi avesse convocato a quel punto perché tutte le notizie riguardavano il fatto che avrei presumibilmente fatto tutte queste cose orribili».
«L'ho incontrata nella speranza che ritrattasse le sue bugie. In nessun modo era pronta a farlo. Non riuscivo a capire perché ero lì. Mi era stato tolto tutto. I miei figli non potevano sottrarsi al fatto che tutto questo era crollato».
Alla domanda sul perché stesse minacciando di farsi del male, Depp ha detto: «Pensavo che la signorina Heard mi avesse portato a San Francisco, era chiaro, con false pretese. Non so cosa stesse cercando. Avevo un coltello in tasca. Ho tirato fuori il coltello e ho detto qui, tagliami».
«L'unica risposta era qui, tagliami, è tutto quello che mi resta da darti. Non c'era alcuna minaccia per Miss Heard, si trattava di versare il mio sangue, era l'unica cosa che non aveva».
Da ansa.it il 27 aprile 2022.
Amber Heard mostrerebbe sintomi di un disturbo border line della personalità che comporta «uno sforzo estremo per essere al centro dell'attenzione», precedente alla sua unione con l'attore Johnny Depp che ora lo accusa, in un tribunale della Virginia, di avergli rovinato la carriera con false accuse di violenza domestica.
Lo ha detto una psicologa forense, Shannon Curry, al processo, secondo quanto riportato dall'agenzia Pa. Secondo Curry, la Heard soffriva di disturbo borderline di personalità e disturbo istrionico di personalità, che possono comportare «tattiche di manipolazione per cercare di soddisfare i propri bisogni».
Non soffrirebbe invece, come da lei affermato, di disturbo da stress post traumatico (PTSD) dovuto alla sua relazione con Johnny Depp. Sentita al processo, la Curry è stata accusata dagli avvocati di Amber Heard di potenziale pregiudizio, per essere stata assunta da Johnny Depp, accusa respinta dalla consulente.
Da leggo.it il 27 aprile 2022.
Il processo che vede contrapposti Jhonny Depp e la sua ex moglie Amber Heard si arricchisce, ogni giorno di più di nuovi dettagli. I legali dell'attrice hanno diffuso i messaggi che Depp ha mandato al suo amico e collega Paul Bettany che lasciano tutti senza parole. «Amber Heard va bruciata viva», aveva scritto Depp.
Messaggi da far accapponare la pelle. Parole pesanti come macigni in ottica del processo, ma che non smuovono Jhonny Depp dalla sua versione. La stella di Hollywood, infatti ha ribadito: «Sono io la vera vittima di violenza domestica». Spiegando poi la genesi di quelle parole, l’attore ha spiegato: «Mi sentivo vicino a Paul - ha spiegato - perché credevo di condividere lo stesso senso dell’umorismo, un po’ surreale. Quella era una citazione dai Monty Python».
Dopo la rivelazione fatta dai legali della sua ex moglie, Jhonny Depp non ha tardato a scusarsi per le parole emerse. Perché i messaggi non si sono certo fermati lì. «Bruciamo Amber - proseguono - magari affoghiamola prima di bruciarla. Dopo mi fott**ò il suo cadavere per assicurarmi che sia morta». Concetti surreali detti per scherzo, secondo quanto dichiarato dall'attore, ma comunque clamorosamente violenti.
Depp si è, dunque, scusato per i toni ma ha continuato a spiegare che erano messaggi privati: «Dato che sono testi privati, bisogna contestualizzare. È importante sapere che nulla di tutto ciò è stato mai inteso e concepito per essere realizzato. Sì, mi vergogno di averlo diffuso nel mondo come se fosse un burro di arachidi, ma va contestualizzato. Ad esempio, quando parlo di bruciare la signora Heard, lì cito direttamente i Monty Phyton e lo sketch sul rogo delle streghe. È un film che guardavamo tutti quando avevamo 10 anni. È solo umorismo surreale».
L’attore inoltre ha spiegato che Amber Heard disprezzava Bettany: «Soffriva del fatto che eravamo diventati così amici, lo vedeva come una minaccia». Motivazioni che non sembrano comunque giustificare affermazioni del genere. Anche se il «Pirata dei Caraibi» più amato al mondo continua a negare ogni forma di violenza sull'ex moglie e, addirittura, dichiara di essere lui la vittima di violenza domestica.
Da tg24.sky.it il 28 aprile 2022.
Amber Heard è uscita con Elon Musk mentre cercava di riconciliarsi con Johnny Depp nel 2016. Ad affermarlo è Christian Carino, agente della Creative Artists Agency che in passato ha rappresentato la ex coppia. Carino ha deposto nel decimo giorno del processo per diffamazione da 50 milioni di dollari di Depp contro la sua ex moglie. L’agente è famoso anche per essere stato fidanzato con Lady Gaga tra il 2017 e il 2019.
Come riporta il Guardian, Carino ha affermato che Heard aveva «trascorso del tempo» con Musk, il tycoon di Tesla e il proprietario dell'azienda aerospaziale SpaceX, mentre cercava di far risorgere la sua relazione con Depp. I fatti sarebbero avvenuti due mesi dopo che Heard aveva denunciato la violenza domestica contro Depp e la coppia si era separata.
Durante la testimonianza sono stati letti sms scambiati da Heard con Carino nel 2017 in cui l'attrice si dice triste per aver rotto con Musk. «Non eri innamorata e mi hai detto migliaia di volte che stavi solo riempiendo uno spazio», ha scritto Carino a Heard su Musk nel 2017. «Odio quando le cose diventano pubbliche», scrive lei. Carino risponde: «Se non ti piace che la tua vita personale sia sulla stampa, non uscire con uomini famosi. Potresti fermare la cosa se smettessi di uscire con persone super famose».
Musk, che potrebbe essere chiamato a deporre nei prossimi giorni, è stato tirato in ballo negli atti processuali in cui si insinua un rapporto a tre tra l'attrice, il miliardario e Cara Delevingne nel 2016, quando Depp era a Los Angeles per girare un film.
L'agente ha anche testimoniato di non aver mai visto Depp abusare di Heard o di aver visto ferite su di lei, ma che le accuse contro di lui hanno influenzato negativamente la sua carriera. «Le persone non vogliono sapere che qualcuno che ammirano è sotto processo», ha detto Carino.
Secondo la sua testimonianza, riportata dal Guardian, fu lui a far in modo che Heard incontrasse Depp a casa di un amico a San Francisco, nonostante l'ordine restrittivo temporaneo dell’attrice contro Depp. La coppia separata, ha detto Carino, parlò per ore «a pochi centimetri di distanza» nel patio prima di spostarsi in un hotel, dove iniziò una discussione. Heard, sei giorni dopo, ha chiesto un ordine restrittivo contro Depp accusandolo di violenza domestica contro di lei quella notte.
Da ansa.it il 29 aprile 2022.
A dispetto delle attese del pubblico, né Elon Musk né l'attore James Franco dovrebbero testimoniare nel processo per diffamazione intentato da Johnny Depp all'ex moglie Amber Heard. Lo riporta il "New York Post".
Musk ha avuto una relazione con la Heard e Depp era convinto che lei fosse andata a letto con Franco. Amber dovrebbe invece deporre la prossima settimana e l'interrogatorio dovrebbe durare vari giorni. Sia Musk che Franco erano sulla lista dei testimoni di Amber diffusa all'inizio del processo, ma l'avvocato del boss di Tesla, Alex Spiro, ha detto che il suo cliente non si farà sentire dalla giuria del tribunale di Fairfax in Virginia, e lo stesso hanno indicato fonti vicine a Franco.
L'attore era stato coinvolto nel caso durante la querela sporta da Depp contro il "Sun" sulla base di un articolo in cui il tabloid britannico lo aveva definito «uno che picchia le mogli» facendo leva sulle accuse della Heard. Musk avrebbe avuto una relazione con la Heard per circa un anno dopo che il matrimonio con Depp era esploso nel 2016.
Da leggo.it il 29 aprile 2022.
Un fine carriera da incubo per l'attore Johnny Depp, accusato di violenza domestica dall'ex Amber Heard. E ora sul caso interviene anche la testimonianza di Christian Carino, ex agente dell’attore, che ha depositato nel corso del processo che si sta svolgendo in Virginia tra i due ex coniugi dallo scorso 11 aprile. A riportarlo è il magazine americano Variety.
Le accuse di abuso sono costate all’attore l’allontanamento da parte di Disney che ha fatto marcia indietro rispetto alla star dei “Pirati dei Caraibi”. Secondo Carino, che ha rappresentato sia Depp che Heard pur non avendo più rapporti con entrambi, le accuse di abuso nei confronti dell’attore non sarebbero mai state discusse apertamente nell’ambito di Disney.
Ma la scelta di prendere le distanze da lui è stata inevitabile e scontata. Dopo l'ultimo film uscito nel 2017, Depp era stato contattato dalla Disney per prendere parte alla sceneggiatura del sesto film, ma poi è cambiato tutto. «Ho dato vita a quel personaggio, ci ho messo tutto quello che era mio. Ho creduto nel personaggio fino all'ultimo» ha dichiarato l'attore in aula.
Dunque, rimane il dubbio su quando l’azienda ha deciso di escludere Depp dall’eventuale sesto capitolo della saga dei pirati. Secondo i suoi avvocati, sarebbe stato informato della decisione pochi giorni dopo la pubblicazione dell’editoriale di Amber Heard nel 2018 sul Washington Post, nel quale parlava dei presunti abusi domestici.
«Dopo due anni che in tutto il mondo si parlava di me come di un uomo che picchia la moglie, sono sicuro che la Disney stesse cercando di tagliare i ponti per mettersi al sicuro. Il movimento Me Too era in piena attività in quel momento», ha dichiarato Depp. Ma, secondo gli avvocati di Heard, la decisione di Disney sarebbe arrivata ben prima.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 29 aprile 2022.
La guardia del corpo di Johnny Depp, che ha testimoniato ieri al processo per diffamazione in corso in Virginia, ha detto di aver notato ferite e segni sul viso dell'attore mentre il suo matrimonio con Amber Heard diventava sempre più instabile.
Malcolm Connolly ha preso posizione contro l’ex moglie di Depp, dicendo alla corte di aver visto il suo cliente passare dall'essere felice ad essere «tranquillo» mentre Heard diventava più «dominante» ed «esigente».
Testimoniando a distanza dal Regno Unito, Connolly, che ha iniziato a lavorare come sicurezza personale privata di Depp nel 2006, ha detto: «All'inizio [era] tutto amorevole. Tutto era fantastico. Era iniziato il periodo della luna di miele, e sì, è stato bello».
«E' stato bello vedere Johnny di nuovo felice. Amber era adorabile, affascinante - come di solito è - e buona come l'oro». Ma Connolly, che si identifica come un "ufficiale di protezione", ha detto che poi le cose «hanno iniziato a cambiare» tra i due coniugi, che hanno iniziato a litigare più spesso.
«Amber ha iniziato a cambiare. Ha iniziato a diventare un po' più esuberante, esigente. Ho potuto vedere che Amber voleva indossare i pantaloni in questa relazione. Era abbastanza ovvio», ha detto. La guardia del corpo ha aggiunto che Heard «poteva diventare gelida perché le era caduto il cappello» e nel tempo ha assistito a Depp «diventare più tranquillo» mentre Amber «iniziava a diventare scontrosa».
Connolly ha ammesso di non aver mai visto alcuna violenza fisica tra i due, ma ha testimoniato che sentiva Depp e Heard litigare frequentemente. «Riuscivo a sentire Amber urlare. Riuscivo a sentire urla e grida», ha detto, aggiungendo che poteva «per lo più» sentire le urla di Heard e che la coppia litigava «il più delle volte».
E sebbene non abbia mai assistito a violenze, la guardia di sicurezza ha detto alla corte che ha iniziato a notare graffi e ferite sul viso di Depp, mentre non ha mai visto alcun segno su Heard. «Quello che ho notato subito è che la maggior parte di questi segni si stava verificando sul lato sinistro della sua faccia (di Depp)», ha detto Connolly.
«C’erano dei graffi sul suo collo. Forse un labbro grasso nell'angolo, un livido nell'orbita dell'occhio. Stava diventando più regolare. Non ogni settimana, ma stava sicuramente accadendo», ha aggiunto.
Alla giuria è stata quindi mostrata una foto scattata da Connolly durante la luna di miele di Depp e Heard nel 2013. Depp, in posa insieme alla sua ex moglie e ad altre tre persone, sembrava avere ferite visibili e «gonfiore» sul viso.
Quando gli è stato chiesto di descrivere la foto, Connolly ha indicato il «gonfiore sul lato sinistro» del naso di Depp e «sotto il suo occhio sinistro». Alla domanda su cosa pensava fosse successo, la guardia del corpo ha detto: «O ha sbattuto contro una porta, o una porta ha sbattuto contro di lui», provocando una risata dall'aula.
Giovedì, i giurati hanno anche ascoltato brevemente il manager aziendale di Depp, Ed White, che ha affermato di essere intervenuto nel 2016 per risolvere le difficoltà finanziarie di Depp, comprese le tasse non pagate e una stretta di cassa.
Quando ha incolpato Heard per un conto eccessivo che comprendeva più bottiglie da 500 dollari di vino spagnolo Vega Sicilia, gli avvocati di Heard hanno risposto con una raffica di domande sugli eccessi di spesa di Depp, inclusa la spesa di milioni di dollari per sparare le ceneri del giornalista Hunter S. Thompson da un cannone.
La corte ha ascoltato anche una testimonianza che rivelava che Elon Musk ha coperto quasi la metà della donazione dell'ex fidanzata Amber Heard all'American Civil Liberties Union (ACLU) dopo che si era impegnata a donare parte del suo accordo di divorzio multimilionario in beneficenza.
Finora l'attrice ha pagato solo 1,3 milioni di dollari dei 3,5 milioni di dollari che aveva promesso all'ACLU quasi sei anni fa, con i soldi di Musk che ne hanno ricavato una grossa fetta.
Cosa sta succedendo tra i due divi di Hollywood che si accusano a vicenda. Perché Johnny Depp e Amber Heard sono a processo, l’attore: “Indipendentemente dall’esito ho già perso tutto”. Elena Del Mastro su Il Riformista il 29 Aprile 2022.
Probabilmente passerà alla storia come uno dei processi più mediatici e seguiti di sempre. Non solo perché i protagonisti sono due star di Hollywood, l’attore Johnny Depp, 58 anni, e la ex moglie, l’attrice Amber Heard, 36 anni, ma anche perché è seguitissimo da tutti i media anche con dirette sui social. La questione tra i due è complicata e in più occasioni sono finiti davanti al giudice. Cosa sta succedendo? Il 12 aprile nel tribunale di Fairfax, in Virginia, è cominciato il processo per le accuse di diffamazione rivolte dall’attore Johnny Depp alla ex moglie, l’attrice Amber Heard, con una richiesta di risarcimento di 50 milioni di dollari.
La vicenda inizia anni fa e ha visto spesso i media spostare la loro simpatia per l’uno o per l’altro. Da quando hanno divorziato nel 2016, Heard ha infatti testimoniato in diverse occasioni di aver subito violenze da Depp quando stavano insieme, cosa che Depp ha sempre negato, ribattendo di essere lui la vittima di abusi domestici tra i due. Nonostante si tratti di un processo per diffamazione, infatti, quello che la giuria dovrà decidere è se le violenze sono di fatto mai avvenute, e da parte di chi. Per farlo, si stanno ripercorrendo i trascorsi della coppia dal 2012 al divorzio.
Ed è così che è iniziato l’ultimo processo in cui si susseguono deposizioni di nomi famosi e rivelazioni inquietanti sulla vita di coppia dei due. Le udienze andranno avanti ancora per un mese. Nella sua deposizione Depp ha detto: “Non ho mai picchiato Amber Heard. Ci sono stati litigi e cose del genere, ma non sono mai arrivato al punto di colpire Miss Heard in alcun modo. Nè ho mai picchiato nessuna donna in vita mia. Ho sentito la mia responsabilità di difendere non solo me stesso, ma anche i miei figli, volevo ripulire i miei figli da questa cosa orribile che dovevano leggere sul loro padre che non era vera”.
E ancora: “Mi ha ucciso il fatto che tutte queste persone che avevo incontrato nel corso degli anni hanno pensato che fossi un imbroglione. È strano quando un giorno sei Cenerentola, per così dire, e poi in 0,6 secondi sei Quasimodo. Non me lo meritavo. Sono orgoglioso dell’onestà e della verità. La verità è l’unica cosa che mi interessa, le bugie non ti porteranno da nessuna parte. […] Indipendentemente dall’esito di questo processo, ho già perso. Ho perso quando sono state fatte queste accuse, perché rimarranno con me per sempre. La mia vita è rovinata per sempre”.
Il travagliato rapporto tra Johnny Depp e Amber Heard
Amber Heard e Johnny Depp si erano conosciuti nel 2009, quando lei aveva 23 anni e lui 45, sul set del film The Rum Diary – Cronache di una passione: si erano messi insieme nel 2012 e si erano sposati tre anni dopo, nel 2015. A maggio del 2016, appena 15 mesi dopo, Heard aveva chiesto il divorzio e un ordine restrittivo nei confronti di Depp, presentandosi davanti al tribunale di Los Angeles (dove i due vivevano) con una contusione al viso che, disse, le era stata provocata da un colpo del marito con un iPhone.
Pochi giorni dopo, la rivista People aveva pubblicato in copertina una foto di Heard con il volto segnato da lividi e ferite, che stando alle parole dell’attrice era stata scattata a dicembre dell’anno prima durante quello che lei descrisse come un grave episodio in cui “aveva seriamente temuto per la propria vita”.
Amber Heard accusa di violenze Johnny Depp
L’attrice accusò il marito di averla picchiata in più occasioni. Lui negò tutto. Prima dell’inizio del processo vero e proprio, Heard ottenne un ordine restrittivo temporaneo per l’ex marito, ma decise di non chiedere anche il pagamento temporaneo degli alimenti, una forma di sostegno economico previsto in alcuni casi durante i processi di divorzio. Lo fece in risposta ai media che l’accusavano di aver accusato l’ex solo per guadagnare soldi.
Si susseguirono le dichiarazioni pubblicate dai siti di gossip come TMZ che riportò le testimonianze di due ufficiali di polizia che dissero di aver risposto alla chiamata di Heard la sera in cui lei sosteneva di essere stata aggredita con l’iPhone e di essere intervenuti, ma di non aver visto nessun segno di violenza sul suo volto. Successivamente TMZ pubblicò un video in cui Heard riprendeva Depp visibilmente nervoso e apparentemente ubriaco mentre sbatteva le ante dei mobili, rompeva un bicchiere e reagiva con violenza quando scopriva di essere ripreso, sostenendo però che il video fosse stato pesantemente modificato dalla stessa Heard e che comunque in quella occasione aveva colpito il mobile, non la donna.
Lo stesso sito pubblicò anche le foto di quello che sosteneva fosse il dito di Depp amputato in parte dopo una lite a marzo del 2015, mentre la coppia era in Australia: raccontò che dopo essersi ferito l’attore aveva usato il sangue e della vernice blu per scrivere su uno specchio varie cose, tra cui il nome dell’attore con cui, secondo lui, Heard l’aveva tradito (Billy Bob Thornton). Un altro sito pubblicò la telefonata dell’assistente di Depp che si scusava a nome dell’attore per averla picchiata. Lei rispondeva che succedeva sempre.
Il divorzio tra Johnny Depp e Amber Heard
Prima che il processo cominciasse, a metà agosto del 2016, Heard e Depp trovarono un accordo di divorzio: Heard ritirò le accuse di violenza e la richiesta di ordinanza restrittiva con la clausola che non avrebbe più potuto ripresentarle, e ottenne 7 milioni di dollari da Depp. Heard avrebbe donato i soldi dell’accordo in beneficenza, cosa che fece davvero. Tra i destinatari anche un’associazione che si occupa di violenza contro le donne.
Ma quello era solo l’inizio. Nel 2018, i due tornarono in tribunale, questa volta a Londra, perché Depp aveva denunciato per diffamazione il giornale The Sun, dopo la pubblicazione di un articolo in cui veniva definito “picchiatore di sua moglie”. La legge britannica prevede che chi è accusato di diffamazione (in questo caso il giornale) dimostri la veridicità di quello che ha detto: per questo Heard fu chiamata in tribunale a testimoniare e questa volta raccontò nuovi episodi di violenza. Emersero anche alcuni messaggi in cui Depp scriveva ad amici cose violente e a tratti deliranti contro di lei, per esempio: “affoghiamola prima di bruciarla!!! Dopo mi scoperò il suo cadavere bruciato per assicurarmi che sia morta”. Ha poi detto che era un riferimento a una battuta dei Monty Python.
In quella occasione Depp ne disse di tutti i colori contro la ex dicendo che era una “sociopatica”. Raccontò che la vittima delle violenze in realtà era proprio lui. Disse che era stata lei a tagliargli il dito durante quella famosa lite e che lei, o qualcuno mandato da lei, gli aveva defecato nel letto. Queste storie sono riemerse nel processo in corso in Virginia. Il Processo a Londra terminò con la vittoria del Sun: il giudice stabilì che in più occasioni Depp aveva messo in pericolo l’ex moglie. Depp provò a chiedere un appello e non lo ottenne, ma nel frattempo si era messo in moto un nuovo processo. Nel 2019 infatti Depp aveva fatto causa a Heard per 50 milioni di dollari, accusandola di averlo diffamato all’interno di un suo articolo d’opinione uscito sul Washington Post nel 2018.
Nell’articolo l’attrice non citava espressamente Depp ma diceva di aver subito abusi sin da giovane e raccontava come la società e le istituzioni proteggano gli uomini quando una donna li denuncia. Disse anche che la sua carriera aveva avuto importanti ripercussioni negative: era stata sostituita in un film in cui era stata ingaggiata e anche per una campagna pubblicitaria.
Gli avvocati di Depp dichiararono che anche se non c’era un riferimento esplicito all’attore, era chiaro che stesse parlando di lui. Ce le accuse nei confronti dell’attore erano false e che invece era proprio la sua carriera ad essere stata gravemente danneggiata. Pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, Disney aveva deciso di non procedere con la produzione del sesto film della saga dei Pirati dei Caraibi, di cui Depp era protagonista dal 2003.
In risposta, Heard presentò in tribunale un atto contenente un elenco degli abusi subiti da parte dell’ex marito con maggiori dettagli rispetto a quelli già emersi e chiese al giudice di archiviare la causa per diffamazione. Il tribunale però non archiviò la causa e nell’agosto del 2020 Heard rispose citando a sua volta in giudizio Depp e chiedendo 100 milioni di dollari di danni per averla diffamata attraverso le dichiarazioni del suo precedente avvocato, che aveva detto alla stampa che i suoi racconti di abusi erano tutti parte di una truffa.
L’ago della bilancia social
La cosa particolarmente interessante è che i fan dei due si sono schierati nettamente sulla vicenda. Sui social. L’hashtag #JusticeForJohnnyDepp, cioè “giustizia per Johnny Depp”, ha già raggiunto 5 miliardi di visualizzazioni su TikTok, mentre il corrispettivo per Amber Heard è ad appena 21 milioni.
Elena Del Mastro. Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
Depp-Heard, il processo per diffamazione da 100 milioni di dollari. GIULIA MERLO su Il Domani il 27 aprile 2022
Dopo il divorzio da Amber Heard e le accuse di violenza domestica, l’ex divo dei Pirati dei Caraibi Johnny Depp porta l’ex moglie in tribunale per riabilitare la sua immagine. Durante le udienze, viste da milioni di spettatori, va in scena il reality show di una relazione tossica
Il loro è stato un matrimonio breve e fotografatissimo: il bad boy più pagato Hollywood, il pirata dei Caraibi Johnny Depp con Amber Heard, attrice di serie televisive e 23 anni meno di lui.
La loro relazione è durata dal 2012 al 2016, il matrimonio appena 15 mesi, celebrato nella villa di lui e poi nella sua isola privata alle Bahamas.
In pieno Metoo, la favola si infrange nel peggiore e più mediatico dei modi.
Nel 2016 Hard ottiene un’ordinanza restrittiva contro il marito dopo essersi presentata in aula con il viso tumefatto, sostenendo che Depp le avesse tirato addosso un cellulare. L’attore ha sempre negato le accuse, sostenendo invece che quella notte ad essere stata violenta fosse lei.
Nel 2017 il divorzio viene finalizzato e di fatto finisce anche la carriera di Depp: canceled, come si dice negli Stati Uniti.
Pochi mesi dopo, infatti Heard scrive un editoriale sul Washington Post in cui sottintende di aver subito violenze fisiche nel corso del matrimonio definendosi «un pesonaggio pubblico che rappresenta la violenza domestica», anche se nell’articolo Depp non viene mai citato.
Il taboloid inglese The Sun lo definisce un «picchiatore di mogli», la cosa finisce in tribunale per diffamazione ma Depp perde, in quello che diventa il primo tempo della sua battaglia per convincere l’opinione pubblica che le accuse a suo carico siano infondate.
Progressivamente, intanto, la sua carriera inizia a frenare: salta il suo contratto con la Warner Bros per il film della saga di Harry Potter, Animali fantastici 3, e Netflix cancella dalla piattaforma statunitense tutti i suoi film e viene espulso anche dal franchise Disney sui Pirati dei Caraibi.
Lui, però, si è sempre detto innocente e ha rifiutato ogni accusa della Heard, sostenuto dalla ex moglie Vanessa Paradis e dalla figlia Lily Rose, che hanno testimoniato in suo favore nel corso del processo inglese.
Oggi, a distanza di cinque anni dal divorzio, è in corso un processo per diffamazione intentato da Depp nei confronti di Heard per un risarcimento del danno da 100 milioni di dollari.
Depp sostiene che la violenta nella coppia fosse la Heard e che le sue accuse nei suio confronti abbiano prodotto la rescissione del suo contratto con la Disney per tutti i futuri progetti.
Amber Heard ha controaccusato Depp chiedendo a sua volta 50 milioni di dollari, perchè lui le avrebbe scatenato contro una campagna online che ha prodotto la fine del suo contratto con due case cosmetiche.
Ora il mondo dei media occidentali è sintonizzato su Fairfax County, in Virginia, dove il processo Depp versus Heard sta riempiendo le pagine dei tabloid e dei giornali di gossip.
ACCUSE E CONTROACCUSE
Come tutti i processi pubblici che riguardano personaggi famosi, il clima in udienza è infuocato: il processo, iniziato il 12 aprile a causa di uno slittamento di quasi due anni dovuto al Covid, dovrebbe durare circa 6 settimane prima delle requisitorie finali.
Secondo Amber Heard, l’ex marito sarebbe stato violento sia fisicamente che verbalmente con lei durante tutta la loro relazione e ha indicato alcuni episodi in cui la avrebbe presa per i capelli e sbattuta a terra.
Depp, invece, sostiene che dei due quella violenta sia sempre stata lei e di non aver mai fatto del male a una donna.
Nella denuncia, si legge che le accuse di abuso sostenute da Heard sarebbero una «menzogna ben architettata» che è costata a Depp la carriera.
Molte delle cose fino ad ora ascoltate nel processo non sono nuove perchè facevano parte anche del processo inglese perso da Depp contro il The Sun, tuttavia i dettagli occupano di nuovo le prime pagine dei giornali, con colpi di scena inaspettati.
BOTTIGLIE E PUGNI SULLE PARETI
Nel corso del processo, a cui non ha ancora testimoniato Amber Heard, è stata ripercorsa la vita e la carriera di Depp.
In particolare, la sorella ha raccontato di come la loro infanzia fosse trascorsa in un clima di violenza domestica: «Mia madre lo picchiava, ma lui non ha mai reagito nemmento quando è diventato più grande».
Depp è stato al centro di un duro contro interrogatorio da parte dell’avvocato dell’ex moglie, che gli ha chiesto del suo abuso di alcool e droghe: «Se qualcuno aveva un problema con il mio abuso di alcol, in qualsiasi momento della mia vita, quello ero io. L'unica persona di cui ho mai abusato è me stesso».
Gli avvocati hanno anche mostrato alla giuria un video registrato da Amber Head in cui si vede Depp, evidentemente ubriaco, che sbatte contro i mobili della cucina: «Ho preso di mira il mobile della cucina, non ho toccato la signora Heard», ha risposto lui, dicendo che se lei era così spaventata non capiva come potesse stare lì a filmarlo di nascosto.
Tra audio e video in cui i due litigano e si accusano ( in uno si sente Heard che si scusa, dicendo «Non ti ho preso a pugni, ti stavo colpendo ma non ti stavo prendendo a pugni»).
Un episodio è tornato al centro del processo, a sostegno della tesi di Depp: dopo la festa per il 30 anni di Heard, i due hanno avuto una nuova lite. Secondo il racconto di Depp, «la signorina Heard è entrata nella camere mentre ero sdraiato su un lato del letto a leggere. Stava ancora snocciolando tutti i torti che le avevo fatto quel giorno, quanto ero inaffidabile, che ero una persona orribile. Io non ho mosso un dito e non ho detto una parola, ma lei mi è venuta addosso e ha iniziato a colpirmi in faccia, alla testa, al collo, qualsiasi cosa riuscisse a colpire». Dopo le botte, lei gli avrebbe lanciato una bottiglia rotta e questa gli è finita sulla mano, quasi amputandogli un dito.
In aula è stata sentita anche la psicologa forense Shannon Curry, assoldata dai difensori di Depp, che ha ritenuto di poter diagnosticare a Heard un disturbo borderline di personalità dopo aver studiato gli atti processuali e un colloquio di 12 ore con la donna.
Il disturbo, secondo la dottoressa, potrebbe comportare «manipolazione per cercare di soddisfare i propri bisogni» e «chi ne soffre può agire in maniera violenta sia fisicamente che psicologicamente. Ed è spesso incline ad abusare dei suoi partner». Inoltre, ha sostenuto che la donna non abbia davvero sofferto di disturbo post-traumatico da stress dopo la fine della relazione con Depp.
IL FONDOTINTA
Altra questione che sembrerebbe sconfessare la versione di Heard. Nel corso delle udienze, l’avvocato dell’attrice ha raccontato che la donna ha sempre portato con sè durante a relazione con Depp un fondotinta per corpire i segni delle botte. Addirittura, è entrato nello specifico dicendo che si trattava di un kit all-in-one della Milani: la compagnia, però, è intervenuta sui social per smentire la versione, mostrando che il lancio di quel particolare tipo di fondotinta è avvenuto nel 2017. Quindi un anno dopo i presunti abusi, che sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2016.
Per ora, nel corso del processo, ha avuto spazio la posizione di Depp e Heard non è ancora stata ascoltata in aula, ma la versione potrebbe velocemente capovolgersi nei racconti di lei.
I SOCIAL
Intanto, il processo è diventato uno degli eventi più seguiti soprattutto su twitter. I sostenitori di Depp hanno lanciato l’hashtag #JusticeforJohnny.
I video delle udienze, invece, sono stati caricati su Youtube e contano decine di milioni di visualizzazioni, soprattutto quelli con le testimonianze di Depp. Nelle prossime settimane, poi, verranno ascoltati come testimoni molti vip, da James Franco a Elon Musk, che sarebbe stato amante di Heard nei primi mesi del matrimonio.
In risultato è quello di un processo senza esclusione di colpi e di domande, con video in aula che raccontano del clima tossico della relazione e della brutalità dei litigi e delle discussioni.
Difficile dire come finirà, proprio perchè manca ancora la posizione di Heard. Tuttavia, il processo si è già trasformato in un grande reality show, in cui è difficile immaginare come uno dei due possa uscire vincitore, se non sul piano economico.
GIULIA MERLO. Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
Feci sul letto, minacce, un dito reciso: il processo show Depp-Heard. Francesca Galici il 30 Aprile 2022 su Il Giornale.
I due ex coniugi in aula si scambiano accuse reciproche in relazione agli anni trascorsi insieme ma l'opinione pubblica al momento dà ragione a Depp.
Il processo scaturito dalla denuncia per diffamazione di Johnny Depp nei confronti di Amber Heard regala sempre più colpi di scena. Le udienze in tribunale sono seguitissime sui social e su Youtube e le notizie sul web sono molto lette, non solo dai fan della coppia. Il pubblico si è appassionato a questa vicenda che, di volta in volta, regala colpi di scena e apre scenari impensabili e inimmaginabili, che nemmeno la fantasia del più capace sceneggiatore saprebbe inserire nella sua trama con così rapida sequenza.
Tutto nasce da un articolo scritto da Amber Heard sul Washington Post nel quale, senza mai fare il suo nome, lei ha accusato di violenze domestiche Johnny Depp per il periodo durante il quale lui è stato suo marito. Quell'articolo, secondo i legali dell'attore, gli avrebbe irrimediabilmente danneggiato la carriera e così lui ha deciso di chiederle un risarcimento milionario, per il quale i due si trovano in queste settimane a discutere nel tribunale di Fairfax, in Virginia, dove si prevede che la causa durerà in tutto 6 settimane. La conclusione è prevista tra la fine di maggio e i primi di giugno.
In aula volano accuse pesantissime tra i due coniugi, che ovviamente respingono a vicenda. Johnny Depp ha accusato Amber Heard per un profondo taglio a un dito, con conseguente perdita di un pezzo di carne che è stato poi ricucito, dopo che lei gli avrebbe lanciato una bottiglia di vodka durante una lite. "Sembrava il Vesuvio", ha detto l'attore in tribunale riferendosi alla copiosa fuoriuscita di sangue. E poi ancora ci sono le accuse di percosse mosse dall'attrice, che avrebbe prodotto anche materiale fotografico che, però, stando a Johnny Depp sarebbe solo frutto di un abile make-up scenico. Ma l'attrice ha le prove (incontrovertibili) dell'abuso di alcol e droghe da parte del divo di Hollywood, tra cui un video in cui è evidente lo stato alterato della star de I pirati dei Caraibi.
Ma non solo, perché la difesa di Amber Heard ha prodotto anche un messaggio audio in cui Johnny Depp si cimentava in minacce violente nei confronti dell'allora moglie durante una conversazione con l'amico Paul Bettany. Oltre agli insulti, l'attore parlava di voler bruciare viva la Heard: per quelle parole l'attore si è scusato, parlando di un ipotetico "umorismo surreale". Ma la violenza abbonda da entrambe le parti, perché anche Johnny Depp ha prodotto del materiale audio, in cui l'attrice ammette di averlo picchiato. Ma non solo, perché i legali di Depp sarebbero in possesso di documenti che proverebbero un episodio durante il quale Amber Heard avrebbe defecato sul loro letto come ripicca a seguito di un litigio. Episodio bollato dall'attrice come "brutto scherzo finito male". Al momento, l'opinione pubblica sembra propendere in favore della versione di Johnny Depp ma il processo è ancora lungo.
Johnny Depp e Amber Heard, cinque momenti chiave del processo per diffamazione fra i due attori. Barbara Visentin su Il Corriere della Sera il 30 aprile 2022.
Le deposizioni in tribunale nelle ultime settimane stanno prendendo la piega di una fiction, tra «materia fecale» sul letto e accuse reciproche.
Se fosse la sceneggiatura di un film o di una serie tv, forse sarebbe considerata troppo grottesca per essere reale: il processo per diffamazione che vede coinvolti gli attori Johnny Depp e Amber Heard nelle ultime settimane sta calamitando l’attenzione di un pubblico sempre più vasto, seguitissimo su YouTube e dagli articoli dei giornali, come si trattasse proprio di una fiction a puntate. Invece in ballo ci sono l’onore e le sorti delle due superstar, ex coniugi ora alle prese con una maxi causa, tra odio, rancori e accuse reciproche che ogni tanto, stiamo vedendo in questi giorni, vanno oltre l’immaginazione.
Cosa sappiamo del processo Depp-Heard
Il Pirata dei Caraibi Depp, 58 anni, nel 2019 ha chiesto un risarcimento per diffamazione di 50 milioni di dollari alla ex moglie Heard, 36 anni, sostenendo che un articolo da lei scritto e pubblicato sul «Washington Post» l’anno precedente, in cui lo accusava (seppur non nominandolo) di violenze domestiche, gli avrebbe danneggiato irreparabilmente la carriera. E così dal 12 aprile i due siedono nell’aula del tribunale di Fairfax, in Virginia, per un processo della durata prevista di sei settimane.
Il dito mozzato di Depp
Depp e Heard si accusano reciprocamente di violenze fisiche ed entrambi respingono al mittente le accuse dell’altro. Tra i primi episodi rievocati dall’attore durante la sua testimonianza in tribunale (Heard non ha ancora testimoniato, ma dovrebbe farlo la prossima settimana) c’è una lite del 2015 al termine della quale ne sarebbe uscito con un dito mozzato a causa di una bottiglia di vodka lanciata da lei: il dito sanguinava copiosamente, «sembrava il Vesuvio», e un lembo di carne è stato recuperato e avvolto in un fazzoletto per riattaccarlo, ha raccontato Depp, fornendo anche prove fotografiche dell’incidente.
Il video di Depp ubriaco
Heard, ai tempi del divorzio, aveva mostrato le sue foto con il volto tumefatto, ma Depp sostiene si trattasse di finzione realizzata con un’abile opera di make up. L’ex Jack Sparrow nega di aver mai picchiato la ex moglie, pur ammettendo che la loro relazione era molto turbolenta e costellata di litigi. Lato suo c’è da aggiungere anche l’abuso di alcol e droghe, come mostrato in un video prodotto durante il processo in cui l’attore, visibilmente alterato, sbatte i mobili della cucina e si versa un grande bicchiere di vino, prima di infuriarsi quando si accorge che la moglie lo sta riprendendo.
«Amber va bruciata viva»
I legali di Heard, in queste prime fasi del processo, hanno inoltre reso pubblici dei messaggi inviati da Depp all’amico attore Paul Bettany in cui lui insultava pesantemente la moglie, parlando anche di volerla bruciare viva. L’attore si è scusato per i toni, ma ha negato che si trattasse di intenzioni realistiche: «È solo umorismo surreale», ha detto.
La «materia fecale» sul letto
Sul fronte di Heard, invece, sono stati fatti sentire durante il processo dei file audio in cui è lei ad ammettere di averlo picchiato. Ma l’episodio più grottesco finora emerso da un processo che ha già scatenato decine di meme è quello che vedrebbe l’attrice colpevole di aver defecato sul loro letto, infuriata perché il marito era arrivato in ritardo alla sua festa di compleanno e se n’era poi andato dopo il litigio che ne era seguito. Il giorno seguente, ha spiegato Depp, una delle sue guardie del corpo aveva trovato della «materia fecale» sul suo lato del letto. Heard si è inizialmente giustificata dicendo che erano stati i loro due cani a compiere il misfatto, ma Depp ha puntualizzato: «Sono due piccoli Yorkes, raccolgo i loro escrementi e so bene come sono fatti. Non era roba loro». L’attrice ha allora ammesso la sua responsabilità dicendo che si è trattato di «un brutto scherzo finito male».
Le domande sul pene di Depp
Altro momento che ha scatenato ilarità in aula è stata la deposizione di un’altra guardia del corpo dell’attore, a cui è stato chiesto conto di un presunto episodio, risalente al 2015, in cui Depp avrebbe urinato in casa: «Il signor Depp, quando lei l’ha visto, stava tentando di urinare in casa?», ha chiesto l’avvocato di Heard Malcom Connelly. «No», ha risposto la guardia del corpo. «Ma aveva il pene di fuori, non è vero?», ha incalzato l’avvocato. «Credo che mi ricorderei di aver visto il pene del signor Depp», ha replicato la guardia del corpo, provocando risate generali, inclusa quella dello stesso attore.
Il disturbo borderline di Heard
In tribunale è intervenuta anche una psicologa (assunta da Depp): Shannon Curry durante il suo intervento nei giorni scorsi ha sostenuto che Heard soffrirebbe di «disordine borderline della personalità e disturbo istrionico». Sarebbe giunta a queste conclusioni dopo averla esaminata per 12 ore, aggiungendo anche che l’attrice non soffrirebbe di sindrome post traumatica da stress a causa di Depp, come da lei dichiarato. Deposizioni che hanno fatto subito discutere, a cui sono seguite quelle del portiere di un palazzo dove la coppia ha vissuto, secondo cui Depp non si è mai comportato in modo violento.
Franco e Musk non testimonieranno
Le prime settimane del processo sembrano aver spostato l’opinione pubblica in favore di Depp, con tanto di hashtag in sua difesa e petizioni per rimuovere l’attrice dal cast di «Aquaman 2» (con già oltre 2 milioni di firme su Change.org). Un disequilibrio abbastanza fisiologico, visto che finora è stato lui a testimoniare e mancano ancora le parole dirette di lei. Quale sarà la piega che prenderà il processo è dunque presto per dirlo, ma quel che sta emergendo finora mostra perlomeno i comportamenti sopra le righe di entrambi e molti segni di una relazione malsana. Tra i testimoni più attesi non deporranno invece né James Franco né Elon Musk: entrambi erano sulla lista di Amber diffusa all’inizio del processo, ma hanno fatto sapere che non ci saranno.
Dalle dita mozzate agli abusi sessuali: i lati più oscuri (e violenti) del processo Depp-Heard. Erika Pomella il 2 Maggio 2022 su Il Giornale.
Johnny Depp e Amber Heard si stanno fronteggiando in tribunale per la causa di diffamazione: il processo, che è trasmesso in streaming come un vero e proprio evento, sta facendo emergere lati tenebrosi di una relazione malata.
In questi giorni Johnny Depp e Amber Heard si stanno fronteggiando in tribunale nella contea di Fairfax, in Virginia. Il processo più mediatico degli ultimi anni, iniziato ad aprile, andrà avanti probabilmente per numerose settimane e cercherà di far luce sulla relazione sempre più tossica e morbosa tra i due artisti di Hollywood.
Tutto è dovuto alla causa per diffamazione che Johnny Depp ha mosso contro l'ex moglie Amber Heard, rea di averlo definito un uomo violento e abusivo all'interno di un editoriale pubblicato sul The Washington Post. L'attore, che è stato licenziato dalla saga di Pirati dei Caraibi e da Animali Fantastici - I segreti di Silente, ha chiesto un risarcimento di 50 milioni di dollari e in questi giorni sta cercando di dimostrare in aula di non aver mai toccato Amber Heard e di essere stato invece lui vittima degli scatti d'ira della compagna.
Johnny Depp e Amber Heard: gli antefatti
Johnny Depp e Amber Heard si sono conosciuti sul set del film The rum diary - Cronache di una passione, arrivato al cinema nel 2011. L'anno successivo i due formalizzano la loro relazione e cominciano a uscire insieme: per Johnny Depp significa lasciare la compagna Vanessa Paradis, madre dei suoi due figli. Per due anni, come riporta NBC News, la Heard e Johnny Depp continuano a frequentarsi, finché nel 2014 i due si fidanzano ufficialmente. Le nozze hanno luogo nel 2015: una cerimonia privata con gli amici più stretti a testimoniare.
La relazione tra i due, tuttavia, non naviga verso il proverbiale lieto fine. Nel 2016, infatti, Amber Heard annuncia di voler chiedere il divorzio e, con esso, un ordine restrittivo contro il marito che, secondo NBC News, definisce "verbalmente e fisicamente abusivo". Amber Heard diffonde a mezzo stampa immagini che la ritraggono con alcuni lividi sul viso, causati da un iphone che Johnny Depp le avrebbe lanciato contro nel mezzo di una discussione. Nella stessa dichiarazione Amber Heard spiegò di vivere "con la paura che Johnny torni nella nostra casa senza farsi annunciare per terrorizzarmi, fisicamente ed emotivamente". Quando esplode il caso, i media e gran parte della rete decidono di mettersi dalla parte di Amber Heard: Johnny Depp è in tournée con la sua band, i The Hollywood Vampire, e nel frattempo sta elaborando il lutto per la perdita della madre. Nonostante questo l'attore dichiara più e più volte di non aver mai usato violenza contro la moglie.
Sul finire dell'estate i due trovano finalmente un accordo per il divorzio. La storia sembra finire con l'accordo secondo il quale Johnny Depp deve pagare 7 milioni di dollari ad Amber Heard. Somma che l'attrice dichiara di voler devolvere in beneficenza. La storia sembra finita, ma in realtà si tratta solo della punta dell'iceberg. Nel dicembre del 2018 Amber Heard scrive un editoriale per il The Washington Post in cui si legge: "Due anni fa sono diventata un personaggio pubblico che rappresenta l'abuso domestico [...] Ho avuto la possibilità di vedere, in tempo reale, come le istituzioni proteggono gli uomini accusati di abuso. Immaginate un uomo potente come una nave, come il Titanic. Quella nave è una grande impresa. Quando sbatte contro l'iceberg ci sono moltissime persone a bordo che cercano disperatamente di tappare i buchi. Non perché credono o sono interessati alla nave, ma solo perché il loro stesso destino dipende da quell'impresa." A quel punto Johnny Depp decide di denunciarla per diffamazione e, proprio in questi giorni, si sta dibattendo a riguardo.
Una storia di abusi: la testimonianza della sorella di Johnny Depp
Non è la prima volta che Johnny Depp e Amber Heard si affrontano in una sala di tribunale. I due, infatti, si erano già fronteggiati quando Johnny Depp fece causa, nel Regno Unito, contro il The Sun che, riportando le accuse di Amber Heard, si era macchiato, secondo l'interprete di Jack Sparrow, di diffamazione. In quel caso Johnny Depp era uscito sconfitto dalla querelle legale che aveva dato ragione al The Sun. Questa volta, però, Johnny Depp è più che mai determinato a dimostrare che Amber Heard ha mentito nel ritrarlo come "un picchiatore di moglie" e, per farlo, ha chiamato alla sbarra alcune persone che hanno potuto testimoniare la sua indole tutt'altro che violenta.
Tra le varie testimonianze registrate in Virginia c'è stata Christi Dembrowski, sorella maggiore dell'attore, che ha parlato di come la madre di Johnny Depp, Betty Sue Palmer, fosse violenta e abusiva nei confronti dei figli. Come viene raccontato anche da People, la Dembrowski ha raccontato di come lei e Johnny Depp fossero soliti scappare e nascondersi quando la madre diventava violenta nei confronti del padre, che era solito non reagire. "Ci avrebbe picchiato", ha detto la donna, "Ci avrebbe lanciato contro degli oggetti". Poi ha continuato, raccontando: "Niente di quanto accadeva in casa nostra sembrava giusto. Così, man mano che crescevamo, io e Johnny abbiamo deciso che una volta che ce ne saremmo andati, una volta che avremmo avuto una casa nostra, non avremmo mai permesso che qualcosa di simile accadesse ai nostri figli. Noi saremmo stati differenti."
Quando le è stato chiesto se Depp avesse mai risposto o reagito agli abusi e alle umiliazioni della madre - che aveva per lui nomignoli mortificanti - la Dembrowski ha risposto: "No, mai. Era il genere di bambino che si spaventava facilmente e finiva col mettersi a piangere." Nel corso della stessa testimonianza, la sorella di Johnny Depp ha detto alla giuria che Amber Heard era solita chiamare l'ex marito "vecchio grasso". L'intento sembrava quello di umiliarlo, riportando a galla anche gli abusi della madre. Durante la testimonianza della donna, Johnny Depp si è mostrato apertamente commosso e scosso.
Amber Heard sta mentendo? Il caso Milani
La posizione di Amber Heard nel corso di queste prime settimane di processo - in cui si deve ancora udire la sua testimonianza - è peggiorata a seguito di tre eventi principali. La prima è stata la testimonianza della sua ex assistente che ha confermato quanto aveva già detto in passato: ossia che la Heard era un capo abusivo e che, per tutto il tempo in cui aveva lavorato con lei, non aveva mai visto lividi o segni di violenza sul volto dell'attrice. Il secondo elemento che ha minato la credibilità dell'attrice è stata la condivisione di vecchi file audio in cui Amber Heard non solo ammette di essere vittima di scatti d'ira e di aver colpito ripetutamente il compagno, ma deride la volontà di Johnny Depp di denunciare gli abusi. In quell'audio, infatti, si sente Amber Heard ridere e poi dire: "Va, dì loro 'Io, Johnny Depp, un uomo, sono vittima di violenza'. Vediamo in quanti saranno dalla tua parte". Tuttavia il vero punto debole della strategia di Amber Heard, finora, è stato quello legato alla Milani Cosmetics. Durante l'arringa iniziale, infatti, uno degli avvocati di Amber Heard ha mostrato una palette della casa di cosmetici asserendo che l'attrice aveva usato quello specifico make-up per coprire i segni di violenza dal 2014 al 2016, periodo in cui era al fianco di Johnny Depp. Pochi giorni dopo questa affermazione, però, è stata la Milani stessa a postare un video online in cui dimostra che quella specifica palette non è stata messa sul mercato prima del 2017, dimostrando così il fatto che Amber Heard e/o il suo team legale avrebbero mentito su quel particolare dettaglio. D'altra parte Johnny Depp aveva già accusato Amber Heard di aver mentito e falsificato le prove, al punto da usare dello smalto rosso al posto del sangue.
Infine la credibilità dell'attrice è stata messa sotto accusa anche quando il team legale di Johnny Depp, secondo Rolling Stones, ha dimostrato che la Heard non aveva devoluto in beneficenza i sette milioni di dollari che aveva annunciato di aver donato al Children's Hospital di Los Angeles e al American Civil Liberties Union
"Come pensa abbia avuto il ruolo di Aquaman?"
Molte sono state le accuse mosse da Amber Heard contro Johnny Depp: oltre alla violenza fisica e verbale, secondo Rolling Stones Amber Heard avrebbe accusato l'ex marito di violenza sessuale. L'accusa è stata mossa nell'arringa iniziale dell'avvocato dell'attrice: secondo quanto riportato, Depp era ubriaco e completamente fuori controllo quando ha attaccato Amber Heard, cercando di forzarla ad avere un rapporto sessuale, quando il loro matrimonio era già a un passo dalla fine. A quel punto l'avvocato di Johnny Depp si è chiesto come mai questa accusa non sia mai stata resa pubblica prima e secondo lui "quando Amber Heard ha compreso la gravità di quanto aveva affermato è andata nel panico e ha cominciato a parlare di violenza sessuale."
Un'altra accusa mossa contro Johnny Depp è quella di non aver mai tenuto alla carriera di Amber Heard e, anzi, di averla quasi ostacolata nella riuscita della sua ambizione a sfondare a Hollywood come attrice. Un'accusa che Johnny Depp ha rispedito al mittente con una risposta che è diventata già virale: "Come pensa abbia avuto il ruolo di Mera in Aquaman?" Lasciando così intendere che sono stati proprio i rapporti di Johnny Depp con Warner Bros a permettere alla Heard di entrare nel cast dei film della DC Comics. Ruolo che, secondo quanto riportato dal Daily Mail in queste ore, è stato ridotto ad appena dieci minuti sul grande schermo, anche a causa di una petizione online che chiede a gran voce che l'attrice venga rimossa dalla sua posizione, proprio come accaduto a Depp per la saga di Animali Fantastici.
Feci, violenza e sangue: gli abusi di una coppia distrutta
Il processo tra Johnny Depp e Amber Heard è destinato a durare ancora a lungo e l'esito non è così facile da indovinare. Negli ultimi giorni, infatti, l'ago della bilancia sembra puntare verso Johnny Depp, ma è anche vero che Amber Heard non ha ancora dato la sua versione della storia. Sicuramente la sua credibilità è stata messa in discussione, anche grazie a una perizia psicologica condivisa in aula secondo cui l'attrice, stando a quanto scritto da Vanity Fair, soffrirebbe di un disturbo borderline della personalità. Un disturbo che, secondo la specialista forense Shannon Curry chiamata a parlare in aula, porterebbe chi ne soffre ad avere scoppi d'ira e di violenza, sia fisica che verbale. Oltre che a una certa volubilità umorale.
Quello che invece è certo è che, nel corso del matrimonio lampo tra i due divi, che è durato appena quindici mesi, entrambi hanno dato il peggio di sé. Johnny Depp fronteggiando le sue dipendenze tra droghe e alcol, distruggendo mobili e diventando sempre più difficile da gestire, come appare in un video condiviso dai legali di Amber Heard. Nel video si vede Johnny Depp versarsi del vino, imprecare ripetutamente e colpire violentemente i mobili della cucina della casa a West Hollywood dove la coppia viveva quando era ancora sposata. Per i legali della Heard mostrare il video significava mostrare alla giuria tanto il carattere violento dell'attore quanto il suo essere del tutto dipendente dall'alcol. Secondo Insider, però, il video incriminato si è risolto a favore di Johnny Depp, perché dimostrerebbe che anche in preda ai fiumi dell'alcol o alla rabbia, non ha mai colpito la moglie. "Sì, ho assalito un paio di armadietti", ha commentato con sarcasmo, prima di alzare dei dubbi sul fatto che Amber Heard si sentisse intimidita dal suo scatto d'ira. L'attore ha infatti detto: "Non stavo cercando di intimidire Mrs. Heard. Se era intimidita, perché mi stava riprendendo? Se era spaventata a morte, perché non se ne è andata?"
Finora, però, non è mai stato dimostrato che abbia picchiato veramente la compagna. Al contrario Amber Heard avrebbe defecato sul letto del marito, gli avrebbe lanciato contro una bottiglia d'alcol che ha mozzato un dito di Johnny Depp e ha dimostrato una tendenza all'umiliazione, al punto da deridere Depp anche per essere stato scelto da Dior come simbolo di bellezza ed eleganza. Infine è diventato virale un video in cui Amber Heard cambia repentinamente espressione, passando da un sorrisetto divertito a un'aria triste e abbattuta che le ha fatto cadere addosso moltissime critiche e accuse di falsità.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 2 maggio 2022.
Amber Heard ha licenziato il suo team di pubbliche relazioni ed è passata a una nuova azienda dopo una settimana di «titoli cattivi» durante il processo per diffamazione in cui sta affrontando il suo ex marito Johnny Depp.
La Heard era rappresentata da Precision Strategies, ma ha improvvisamente abbandonato l’azienda a favore della società di consulenza Shane Communications con sede a Los Angeles. La sua speranza è di ricevere una copertura più favorevole, soprattutto questa settimana, in cui sarà lei a salire sul banco dei testimoni. Non le piacciono i brutti titoli» ha detto una fonte al New York Post. Un'altra fonte ha detto al giornale che Heard, 36 anni, è «frustrata dal fatto che la sua storia non venga raccontata in modo efficace».
Da rollingstone.it il 2 maggio 2022. Traduzione e stesura di Gianmarco Aimi.
Il processo per diffamazione da 50 milioni di dollari intentato da Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard si è trasformato in una serie a puntate che, finora, è di gran lunga più coinvolgente di tante altre che possiamo trovare sulle piattaforme streaming.
In particolare quando l’attore è stato chiamato sul banco dei testimoni a ripercorrere non solo il loro rapporto di coppia, ma anche la sua intera esistenza dall’infanzia agli esordi al cinema, fino al successo planetario ottenuto con film campioni di incassi.
Ma c’è un altro aspetto particolarmente interessante: probabilmente in nessun altro modo si sarebbe riusciti a scavare così a fondo nella sua vita. Infatti, basta scorrere tra i commenti dei video delle deposizioni per capire che le persone si stanno appassionando più al suo passato che alla questioni inerenti al processo.
Un utente su YouTube ha ben sintetizzato questo approccio: «Non sembra nemmeno un caso giudiziario. Questa è una delle più grandi interviste a Johnny Depp di tutti i tempi». E siccome non aveva tutti i torti, abbiamo provato a trascrivere le sue testimonianze come se fossero effettivamente parte di un’intervista immaginaria. Il risultato potrebbe davvero essere la «più grande intervista di tutti i tempi» all’attore americano.
Johnny, come ti senti in questo momento nel quale stai rivelando al mondo molti aspetti della tua vita privata?
Non posso dire di essere imbarazzato, perché so che sto facendo la cosa giusta.
Partiamo dal principio, dalla tua infanzia. Che educazione hai avuto da piccolo?
Ho avuto una infanzia molto “interessante”. Che pensavo fosse normale fino a una certa età. Sono nato in Kentucky, poi ci siamo trasferiti e spostati ancora varie volte quando ero un bambino, e in quel periodo ero sempre solo con mia madre e i miei fratelli. Dovevamo muoverci costantemente e non è mai stato particolarmente piacevole. Ci siamo trasferiti nel Sud della Florida quando avevo circa sette-otto anni, e poi di nuovo in altri posti perché mia madre era piuttosto imprevedibile.
Che madre è stata per voi?
Aveva la capacità di essere crudele con chiunque. Con me, con le mie sorelle Christy e Debbie e con mio fratello Danny. Così come con mio padre. Essenzialmente poteva diventare piuttosto violenta e altrettanto crudele.
Metteva in pratica degli abusi fisici, per esempio dovevi aspettarti che un portacenere ti venisse lanciato per colpirti in testa o di essere picchiato con una scarpa con il tacco, o un telefono, o qualsiasi altra cosa avesse a portata di mano.
Non proprio una madre modello…
Anche per questo in casa nostra non c’erano mai esposti oggetti, per sicurezza. L’unica cosa che si poteva fare davvero era cercare di rimanere fuori dalla sua “linea di tiro”. Ho iniziato a imparare presto a osservarla, e sapevo intuire quando era arrabbiata e avrebbe potuto arrivarmi in testa qualcosa.
Hai parlato di crudeltà, ma fino a che punto si è spinta?
Ci sono varie categorie di violenza fisica e abusi. Lei era costante e sapeva che eravamo tutti scioccati e pronti a proteggerci da eventuali lanci di oggetti.
Ma non sapevi mai cosa sarebbe successo. Gli abusi fisici erano costanti, ma ci sottoponeva anche ad abusi verbali come insulti, bullismo, prese in giro su qualsiasi nostro difetto. Mio fratello portava gli occhiali e quindi era diventato il “quattrocchi”, in più aveva i denti storti e quindi mia madre lo definiva “denti di cervo”. Un gioco psicologico orribile.
In generale che persone erano i tuoi genitori, compreso tuo padre?
In generale molto raffinati. Ma mia madre era originaria del Kentucky orientale, che è dove cresci in baracche dove la gente urla invece di parlare. E infatti fin da piccolo sentivo mia mamma urlare in modo violento a mia sorella. Imparavi da subito a sopportare il dolore. In più anch’io sono nato con una caratteristica piuttosto rara e strana.
Uno dei miei occhi è normalmente sferico, mentre l’altro ha una forma più conica e quindi il mio cervello si è abituato a vedere di più con l’occhio “buono”, il destro. Lo hanno scoperto quando avevo tre-quattro anni. Il sinistro è un occhio più pigro e mia madre mi prendeva in giro per questo, come per qualsiasi cosa potesse umiliarmi. Per un periodo, da bambino, ho anche indossato una benda sull’occhio destro per rafforzare quello pigro. Ma alla fine non ho recuperato molto, e ancora oggi sono legalmente cieco dall’occhio sinistro.
Hai parlato di abusi fisici. Di che tipo?
L’abuso verbale e psicologico che metteva in atto era quasi peggio delle percosse. Quello fisico era solo dolore, perché impari a sopportarlo. Quello psicologico ed emotivo invece ci ha fatto a pezzi.
Che persona era tuo padre?
Un uomo molto gentile, lui è ancora vivo. È tranquillo. Molto timido. Non è una persona conflittuale in alcun modo. E quando mia madre se la prendeva con noi, è sempre rimasto sorprendentemente calmo. Mentre lei inveiva cose orribili verso di noi, lui stava a guardare nonostante ci infondesse dolore. Lui ingoiava. Non c’è mai stato un momento in cui l’ho visto perdere il controllo e aggredirla o picchiarla, così come risponderle male. Solo un paio di volte non si è trattenuto. Aveva gli occhi che zampillavano di rabbia e che fissavano il vuoto, si vedeva che avrebbe voluto prendere a pugni il muro, infatti una volta lo ha fatto e si è frantumato una mano perché era di cemento. Ma comunque non ha mai toccato mia madre e non ha mai litigato con lei. È sempre rimasto un gentiluomo. Ricordo che io, bambino di cinque anni, pensavo tra me e me: perché non la lascia? Era in grado di mantenere una certa compostezza. È un brav’uomo.
Quante volte ha preso a pugni il muro?
Non ho contato quei momenti, ma penso di averlo visto colpire il muro almeno due, tre volte al massimo. Una volta in particolare, quando si è rotto la mano.
Tuo padre ha mai abusato di te e dei tuoi fratelli?
No, mio padre non è un uomo violento. Anche se allo stesso tempo era in una certa misura alla mercé di mia madre. Ricordo quando tornavo a casa da scuola e avevo una brutta pagella o mi ero messo nei guai e lei gli diceva: “John, portalo fuori e prendi la cintura!”. Lui mi portava in garage e non dimenticherò mai questa cintura bianca in pelle spessa degli anni ’70 con la quale mi infliggeva le punizioni. Ma è interessante una volta che continuavo a dirgli che non avevo fatto niente. Glielo giuravo che non era vero, quello che diceva mamma. Lui mi ha punito, ma molto tempo dopo ha scoperto che avevo detto la verità ed è venuto da me e si è scusato per avermi picchiato con la cintura. Ma mia madre non lo faceva apposta, era stata cresciuta così e io non avevo il potere di cambiare quello che aveva dentro.
Com’è finita la relazione fra i tuoi genitori?
Quando mio padre se ne è andato e l’ha lasciata avevo 15 anni e avevo già lasciato la scuola, ero un musicista e suonavo nei club. Una mattina è andato al lavoro come ogni giorno, ma ha fatto le valigie, le ha caricate in auto e non è più tornato. Ore dopo, mia madre è rientrata a casa, erano circa le 3:30 del pomeriggio. Sulla soglia della porta si è guardata semplicemente attorno come se avesse sentito qualcosa. Le ho detto cosa c’era che non andasse e lei ha risposto soltanto: “Tuo padre se n’è andato”. E io: “Sì, l’ho visto andare al lavoro stamattina”. Ma lei ha ribattuto: “No no, se n’è andato…”. Poi è corsa nella loro camera da letto, ha guardato nell’armadio e nell’appendiabiti le sue cose erano sparite. L’ho vista piuttosto sconvolta.
E tu come hai reagito?
Ho preso l’auto e sono andato sul suo posto di lavoro. Mi sono seduto di fronte a lui e gli ho detto: “Sembra che qualcuno abbia rubato tutti i tuoi vestiti dall’armadio”. E lui ha risposto: “Sì sì, è finita… non ce la faccio più. Ora tu sei l’uomo… sei l’uomo di casa”. Non ho provato una bella sensazione in quel momento.
E poi com’è andata?
Mia madre è diventata molto molto ombrosa ed è caduta in una depressione profonda. Un pomeriggio mi sono svegliato, sono andato in soggiorno e l’ho vista barcollare, era debole e si muoveva come al rallentatore (Johnny si alza e mima la scena, proprio come in uno dei suoi film, ndr). Ho subito capito che era successo qualcosa di terribile, aveva della bava che le usciva dalla bocca. E mentre stavo per chiamare mio zio, la porta si è spalancata e due paramedici sono entrati, l’hanno messa su una barella e trasportata in ospedale per una lavanda gastrica. Aveva preso moltissime pillole per cercare di suicidarsi. Quando è uscita era molto cambiata, la depressione era così profonda che la costringeva a vivere sempre sul divano, era molto dimagrita e sembrava più piccola del suo metro e ottanta.
Tu come hai reagito a quella situazione?
In quel momento ho pensato che mio padre avesse avuto un modo codardo di comportarsi. Ero sconvolto. Ma ho cambiato idea su quel periodo quando, dopo alcuni anni, ho parlato con mio padre.
Come mai?
Gli ho chiesto cosa fosse realmente successo, ormai ero più grande. Mi ha raccontato la storia… (Johnny si commuove, non riesce a proseguire nel racconto e passano alcuni minuti prima che riesca a riprendersi, ndr)
Se è un problema, possiamo passare oltre.
Ok ok… Sono stato molto deluso da lui perché credevo che la fuga fosse stata subdola e codarda. Quel giorno non è stato facile, perché mi aveva salutato per andare al lavoro come se niente fosse. Ma dopo fortunatamente ho capito la verità.
Cos’hai imparato da queste esperienze della tua infanzia?
Che mi sbagliavo sulle mie prime impressioni sulla fuga di mio padre dalla famiglia, e di molto. Una delle migliori lezioni che credo di avere imparato l’ho capita quando Vanessa (Paradis, sua ex compagna, ndr) è rimasta incinta. Sapevo esattamente come crescere i bambini, cioè fare l’opposto di quello che hanno fatto i miei genitori. Non ho mai alzato la voce con loro, non ho mai urlato parolacce, non gli ho mai detto un “no” brusco. Gli ho sempre spiegato le ripercussioni delle mie decisioni.
Passiamo alla tua carriera a Hollywood. Come sei finito nel primo film?
Ci sono finito per caso. Ero un musicista a Los Angeles con la mia band, avevo vent’anni. Poi però sono successe alcune cose. La band si è sciolta e quindi mi ero messo a compilare domande di lavoro per negozi di videocassette o di abbigliamento.
Ma Nicolas Cage, che era un amico e attore allora meno conosciuto di oggi, mi ha detto: “Perché non incontri il mio agente? Penso tu sia un attore, potresti farcela”. In quel momento avrei fatto qualsiasi cosa per pagare l’affitto. Ci sono andato, mi ha dato un copione che avrei dovuto leggere al casting di A Nightmare on Elm Street (da noi poi titolato Nightmare – Dal profondo della notte, ndr), e alla fine il regista (Wes Craven, ndr) in qualche modo mi ha preso.
Ma prima di allora non avevo avuto alcun desiderio di fare l’attore, ero solo un musicista. Il fatto che ci fossero persone intenzionate a pagarmi, peraltro una somma che non avevo mai visto in vita mia, 1.200 dollari a settimana, mi ha fatto continuare. Poi ho fatto un altro paio di film stupidi, ma nella mia mente ero ancora un musicista e questo lavoro serviva solo per l’affitto. All’improvviso, però, mi sono trovato avviato su quella strada e da un film sono passato a un altro, fino a una serie tv molto nota, 21 Jump Street (in Italia I quattro della scuola di polizia, ndr). Avevo 22 anni.
Che attore eri allora?
All’inizio ero estraneo a questo mondo, non avevo nessuna grande ambizione. Sono sempre stato abbastanza timido e introverso. Poi è avvenuta una metamorfosi molto strana, sono passato dall’essere uno dei quattro di una band, che si battevano insieme per ottenere un contratto discografico, a provare la sensazione di essere al ristorante con la gente che sussurrava indicandomi. Ero a disagio, molto, non mi piaceva. Anche prima non ho mai voluto essere il cantante della band, avere tutta l’attenzione su di me. E invece, all’improvviso, ero da solo a fare i conti con questo tipo di notorietà. Non credo ci sia un modo per abituarcisi. Non lo so, io non ci sono ancora abituato.
Quando ti sei appassionato alla recitazione?
Quando ho capito che era quella la strada che stavo percorrendo. E quando qualsiasi tentativo di tornare alla musica sarebbe stato inutile. Dopo la notorietà ricevuta da quella prima serie tv, ho realizzato nella mia mente e nel cuore che non ci sarebbe stato un ritorno alla musica. Il successo che avevo ottenuto non volevo usarlo per influenzare la carriera musicale. Ho troppo rispetto per la musica. E così ho assecondato chi mi voleva far diventare un teen idol. In seguito ho iniziato a studiare con vari insegnanti, ho letto libri per conoscere la tecnica. È fantastico studiare, ma ti rendi conto che l’unico modo per imparare è farlo. Però mi sono allenato e ho fatto del mio meglio per elaborare il mio personale approccio verso i vari personaggi.
Su quali personaggi per primi hai portato il tuo personale approccio alla recitazione?
Il primo film in cui mi sono sentito davvero bene e nel quale sapevo cosa fare è quello con la regia di Oliver Stone del 1986 (Platoon, ndr).
In seguito, come sei stato scelto per la saga Pirati dei Caraibi?
Sono passati molti anni… La Disney nel 2004 mi aveva offerto un altro film, Hidalgo, su un uomo a cavallo nel deserto. Ho letto la sceneggiatura e non pensavo facesse per me. Ma ho voluto incontrarli ed è uscita un’altra proposta. In quel periodo mia figlia aveva circa tre anni, non guardavo altro che cartoni animati e film di animazione insieme a lei. Quando ho ricevuto la nuova sceneggiatura, nella mia mente è scattato qualcosa per unire il personaggio con le esperienze di quel periodo. Come Willy il Coyote che prende il masso in testa ma ne esce solo con una benda in testa. In pratica ho incorporato quei parametri tipici dei cartoon nel capitano Jack Sparrow. Ho cercato di arrivare a controllare la “sospensione dell’incredulità” sia sulle sue parole che nei suoi movimenti. Infatti era così ridicolo, riusciva a farla sempre franca e come in un cartone animato poteva fare cose che nessun uomo normale può fare. È stato un modo per allargare le possibilità del personaggio.
La tua versione è piaciuta subito alla Disney?
No, mi sono preso il rischio, ma se fosse andato bene sentivo di essere su una buona strada per creare un personaggio accettato sia da bambini di cinque anni che da persone più adulte, dai 45 agli 85 anni.
La precedente sceneggiatura com’era?
Aveva tutti i segni distintivi di un film Disney, una struttura prevedibile in tre atti e il capitano era più simile a un tipo spavaldo a petto nudo, una sorta di eroe. Avevamo idee molto diverse, quindi ho incorporato quelle caratteristiche dei cartoni e ho dato vita a quel personaggio, in seguito con grande piacere anche di Disney.
In che modo apporti le modifiche ai tuoi personaggi di solito?
Nella preparazione ho sempre avuto lo stesso approccio. Cerco una storia passata sulla quale basarmi. Per Edward mani di forbice ho preso spunto da un cane che avevo in quel periodo e dai bambini di mia sorella. Ho pensato che lui avrebbe visto il mondo con innocenza, senza sapere il significato di certe cose. Un bambino innocente, puro, che sperimenta qualcosa per la prima volta. Così come ho detto, con il capitano Jack Sparrow mi sono ispirato ai cartoni animati. Insomma, è come fare una zuppa. Prendi degli ingredienti e li mischi insieme. Nel suo caso, essendo uno che ha vissuto sulle navi molto tempo, mi sono convinto che forse il suo cervello poteva essere stato un po’ intaccato dal sole, così usavo le gambe come se fosse sempre in mare, e quindi a terra non poteva mai essere stabile, mai stare fermo.
Alla fine come valuti Pirati dei Caraibi?
Non ho visto il film… (sorride sornione, ndr) So che è andato molto bene. E volevo continuare a fare meglio. C’è una grande libertà, se conosci bene il personaggio, infatti non era come lo avevano scritto gli sceneggiatori, quindi devi essergli fedele e aggiungere cose tue. Credevo in quel personaggio con tutto il cuore, anche se all’inizio la Disney era un po’ sconvolta.
Com’è cambiata la tua vita dopo quei film di così grande successo?
Anche se esistevo al cinema già da molti anni, dopo è stato tutto completamente diverso. Io e la mia famiglia nella casa di Los Angeles ci siamo ritrovati persone che cercavano di scavalcare o sfondare il cancello per entrare, alcune addirittura vestite da Jack Sparrow… Da quel momento ho dovuto ingaggiare più personale per la sicurezza, ero preoccupato per i miei figli. È stato allora che, da un solo ragazzo della security, sono diventati diversi. Volevo assicurare l’incolumità dei miei figli a casa, a scuola, a Disneyland, in un centro commerciale… ero seguito da orde di paparazzi. Certo, ho provato lavori peggiori, non posso lamentarmi, ma sì, dopo quei film mi sono reso conto che l’anonimato era ormai completamente perso. È strano affrontare una condizione simile, quando capisci che non potrai più andare al ristorante o a bere un caffè senza che si trasformi in qualcos’altro. Ma è accettabile un po’ di sacrificio e non posso lamentarmi. Non ne ho il diritto. E poi ti permette di pensare in modo creativo su come portare i figli al parco o a vedere un film. Tutto diventa una missione strategica da pianificare, e questo è accaduto soltanto dopo Pirati dei Caraibi.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 3 maggio 2022.
Johnny Depp avrebbe dovuto guadagnare 22,5 milioni di dollari per il suo ruolo nella sesta puntata di Pirati dei Caraibi prima di essere eliminato dal film a seguito di accuse di violenza domestica. L'agente dell'attore, Jack Whigham, ha testimoniato lunedì nel processo per diffamazione di Depp contro l'ex moglie Amber Heard, dicendo alla corte che l'editoriale del 2018 dell'attrice è stato «catastrofico» per la sua carriera. Whigham ha osservato che l’articolo di Heard, pubblicato sul Washington Post nel dicembre 2018, era «piuttosto scioccante perché era la prima volta che sentivo un'accusa di abuso sessuale».
Depp, 58 anni, ha citato in giudizio Heard per 50 milioni di dollari: sostiene che l’ex moglie lo ha diffamato scrivendo il famigerato articolo per il Washington Post in cui si descriveva come sopravvissuta ad abusi domestici e che le sue accuse hanno distrutto la sua carriera. Anche se l'articolo non menzionava Depp per nome, i suoi avvocati affermano che era chiaro che Heard, 36 anni, si riferiva all’attore.
L’agente di Depp, Whigham ha descritto l'impatto negativo e il danno che l’articolo ha avuto sulla reputazione di Depp a Hollywood. «Per quanto riguarda Johnny, è stato catastrofico perché proveniva da un resoconto in prima persona, non da un giornalista, non da qualcuno che osservava, era da qualcuno che diceva “mi è successo”», ha detto l'agente.
Nei due anni successivi alla pubblicazione dell'editoriale, tra dicembre 2018 e ottobre 2020, Depp non è apparso in nessun film, ha detto Whigham alla corte. Ha detto anche che l'attore aveva ottenuto un contratto da 22,5 milioni di dollari con la Disney per riprendere il ruolo del Capitano Jack Sparrow in Pirati dei Caraibi 6, ma che nel 2019 è venuto a sapere che lo studio non lo avrebbe scelto per la nuova puntata.
La Disney ha infatti deciso di andare in una «direzione diversa», ha detto Whigham, e stava cercando di sviluppare un "progetto Pirates" per l'attrice Margot Robbie. Il film deve ancora essere realizzato.
Whigham ha notato che anche quando Depp è stato scelto per il dramma indipendente Minimata, dopo l'uscita dell'articolo il film ha avuto difficoltà. Whigham ha detto: «L'editoriale è uscito a dicembre proprio mentre stavamo partendo per le vacanze di Natale. Minimata avrebbe dovuto iniziare (le riprese) a gennaio. È stato molto, molto difficile tenere insieme Minimata».
«Il finanziamento è diventato traballante, il compenso di Johnny è sceso per salvare il film», ha aggiunto l'agente. Whigham ha detto che dopo l'editoriale «è stato impossibile procurargli un film in studio su cui lavorare».
Durante la testimonianza di Whigham, la corte ha sentito parlare di quanto Depp ha guadagnato per altri film. Per City of Lies, il film del 2018 sulle indagini sulla morte dei rapper Biggie Smalls e Tupac Shakur, Depp ha guadagnato 8 milioni di dollari. Depp è stato pagato 10 milioni di dollari per il film del 2017 Murder on the Orient Express.
Per Animali fantastici 2 - I crimini di Grindelwald, lo spin-off dei film di Harry Potter uscito nel 2018 e interpretato da Depp nel ruolo principale di Gellert Grindelwald, è stato pagato 13,5 milioni di dollari.
Depp ha guadagnato 3,5 milioni di dollari per la commedia drammatica del 2018 The Professor e 1 milione di dollari per Waiting for the Barbarians, l'adattamento del 2019 del romanzo di JM Coetzee. E ancora, 3 milioni di dollari per Minimata, uscito nel 2020, ha detto Whigham alla corte.
Quindi tra il 2017 e il 2020 Depp ha guadagnato un totale di 38 milioni di dollari. Durante il controinterrogatorio, l'avvocato di Heard, Elaine Bredehoft, ha messo in dubbio le affermazioni di Whigham secondo cui il lucroso contratto tra Depp e Disney per il nuovo film era un affare fatto.
«Hai una spiegazione del perché non c'è nemmeno un pezzo di carta... niente che suggerisca che il signor Depp era stato assunto in Pirates 6 come Jack Sparrow?» lei chiese.
Whigham risponde: «Abbiamo lavorato su molti accordi in cui non c’era un contratto, era un accordo verbale».
A dare credibilità alla testimonianza di Whigham è stato poi Richard Marks, avvocato ed esperto dell’industria dell’intrattenimento. «L'editoriale ha danneggiato il signor Depp, ha creato una situazione di annullamento se vuoi, ha danneggiato la sua reputazione e la sua capacità di trovare lavoro nell'industria di Hollywood».
Da vanityfair.it il 3 maggio 2022.
Decisamente non è un periodo facile per il cinquantottenne Johnny Depp. Proprio in questi giorni il divo sta affrontando in Virginia il processo per diffamazione da lui intentato contro l'ex moglie Amber Heard, 36, per un editoriale sul Washington Post in cui lei l'accusava, senza mai citarlo direttamente, di violenza e abusi domestici. Entrambi gli attori nel processo in corso rinnegano il ruolo di carnefice, entrambi scaricano ogni colpa sull'altro.
Ma ora un'altra ex di Depp, Jennifer Grey, diventata famosa grazie al ruolo di Frances “Baby” Houseman in Dirty dancing, ha deciso di raccontare quanto sia difficile avere una relazione con il divo. Non in tribunale, bensì nel suo libro di memorie, in uscita il 3 maggio, Out of the corner. L'attrice ebbe una breve storia con Depp alla fine degli anni Ottanta. Dopo il primo incontro i due iniziarono a frequentarsi regolarmente e l'attore, dopo due sole settimane, le aveva già chiesto di sposarlo.
Ma via via che la relazione andava avanti - si legge nel libro - il rapporto tra i due diventava sempre più complicato: «All'inizio Johnny era così bello, divertente, dolce». All'epoca il divo «faceva il pendolare ogni settimana avanti e indietro da Vancouver». Ma a un certo punto cominciò «sempre più regolarmente a mettersi nei guai: risse nei bar, scaramucce con la polizia. Iniziò a perdere i suoi voli per tornare a Los Angeles dopo aver dormito troppo e, quando tornava a casa, si mostrava geloso e paranoico per quello che “avevo combinato” mentre lui non c’era».
Grey decise di interrompere la relazione a pochi giorni dal 29esimo compleanno di Depp, dopo l'ennesima «sparizione» ingiustificata di lui: era partito senza dire dove stesse andando, non si era fatto sentire per giorni e non aveva cercato in alcun modo di mettersi in contatto con la fidanzata. A far naufragare la relazione, insomma, sarebbero stati i «lati oscuri» di Depp.
Lati oscuri che sono al centro del nuovo processo intentato dal divo contro l'ex moglie Amber Heard. Anche la loro è stata una storia breve. Il matrimonio è durato appena un anno (dal 2015 al 2016). Ma udienza dopo udienza, Johnny e Amber continuano a rivelare al mondo un legame da incubo fatto di violenze, sangue, droghe, alcol e degrado. Comunque andrà a finire, il divorzio tra Johnny Depp e Amber Heard, che è iniziato il 12 aprile e andrà avanti probabilmente per un altro mese, sarà ricordato come uno dei peggiori della storia.
Con conseguenze probabilmente irreparabili per l'immagine di entrambi. Il Web chiede che lei sia tagliata fuori dal cast di Aquaman 2, lui nei mesi scorsi ha già perso il ruolo di Jack Sparrow nella saga di Pirati dei Caraibi ed è stato cancellato da Animali Fantastici 3. E ora, a gettare nuove ombre sul divo, arriva il memoir dell'ex fidanzata Jennifer Grey.
Depp contro Heard, il giudice rifiuta archiviazione del caso. Continua lo scontro tra la coppia hollywoodiana. La Repubblica il 3 Maggio 2022.
La giudice al processo per diffamazione di Johnny Depp contro l'ex moglie Amber Heard ha respinto la richiesta degli avvocati di lei per l'archiviazione del caso.
Penny Azcarate ha detto che sono state presentate finora prove sufficienti per permettere al procedimento di andare avanti. La richiesta dei legali di Amber era una quasi formalità una volta conclusa la fase del processo in cui il querelante presenta le sue prove.
Il processo è in corso a Fairfax, in Virginia, alle porte di Washington. Depp chiede 50 milioni di dollari di danni sulla scorta di un articolo di opinione sul Washington Post a firma di Heard in cui l'attrice si è presentata come vittima di violenza domestica.
Dopo le polemiche contro il sistema Hollywood, che secondo l'attore lo avrebbe "boicottato", Johnny Depp tornerà sul set, in Francia, per interpretare re Luigi XV di Borbone, detto il Beneamato, al fianco dell'attrice e regista Maïwenn che dirigerà anche. ll nuovo film in costume, Jeanne Du Barry, sarà lanciato per le prevendite al mercato di Cannes a metà maggio. Si tratta della storia di Jeanne Bécu, una donna nata in povertà salita nei ranghi della corte di re Luigi XV dopo essere diventata la sua amante. Tra i protagonisti ci saranno anche Louis Garrel, Pierre Richard e Noemie Lvovsky. La data di inizio riprese non è ancora stata resa nota.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 4 maggio 2022.
Amber Heard è sembrata vicina alle lacrime ieri durante la testimonianza della dottoressa Dawn Hughes, psicologa clinica e forense ed esperta di violenza domestica, che ha fatto la sua deposizione davanti al giudice e alla corte chiamati a decidere sulla causa per diffamazione intentata da Johnny Depp all’ex moglie.
La dottoressa Hughes ha detto che le donne iniziano relazioni violente per le giuste ragioni, ma lentamente il loro partner si trasforma. La dottoressa ha delineato casi orribili in cui afferma che Heard le ha parlato della violenza sessuale commessa su di lei da Depp.
Ha detto che quando Depp «era ubriaco, l'ha lanciata (Heard) sul letto, le ha strappato la camicia da notte e ha cercato di fare sesso con lei». «L'ha costretta a fargli sesso orale perché era arrabbiato. Questi non erano momenti amorosi, questi erano momenti dominanti».
In un'altra occasione, ha «eseguito una perquisizione in una cavità», ha detto la dottoressa Hughes. Ha detto che «stava cercando droghe», aggiungendo che Depp pensava che fosse «accettabile strapparle la camicia da notte e infilarle le dita nella vagina in cerca di cocaina». Un'altra volta Depp ha messo le dita nella vagina di Heard e l'ha «spostata violentemente in giro».
Secondo la psicologa Hughes Johnny Depp la spingeva, la soffocava e la prendeva a calci nella schiena.Heard ha sofferto «per lo più lividi», tagli e «dolore vaginale» a causa di alcune aggressioni sessuali. Heard ha detto di aver perso conoscenza due volte dopo i litigi con Depp, in Australia e nel dicembre 2015.
Hughes ha poi raccontato che Depp «non voleva che la moglie mostrasse nudità» o facesse vedere il seno durante le riprese, non voleva che recitasse con certe persone per via della sua «invidia ossessiva». Considerava l'ambizione di Heard come «qualcosa di negativo» e «la sminuiva insistentemente», dicendole che «non aveva bisogno di mostrare le sue tette e il suo culo».
Secondo Hughes Depp avrebbe chiamato «quasi tutti gli attori» con cui Heard ha lavorato dicendo loro: «Ho gli occhi laggiù, ho gli occhi sul set». «Ha cercato di controllare ciò che indossava. Le diceva spesso che “nessuna mia donna si veste da puttana”».
Una volta, prima di un’audizione, Depp ha chiesto a Heard: «Uscirai con quelle tette e culo?». Così lei ha dovuto indossare «jeans da mamma» in modo da non sembrare «provocante». Heard ha ppoi subito numerose «accuse di infedeltà». Tutto ciò ha avuto un effetto «drastico» su Heard e l’attrice ha perso i ruoli perché era difficile per lei fare un'audizione.
Il dottor Hughes ha raccontato che durante un viaggio in aereo privato da Boston a Los Angeles nel 2014, Depp è andato su tutte le furie perché Heard stava girando con James Franco in quel momento. «Lei (Heard) sale sull'aereo, (Depp) inizia a parlare di James Franco, facendo molti commenti sprezzanti, tipo “spero che ti sia divertita con le tue scappatelle”. C'è stata una discussione e quando si è alzata per andarsene, lui le ha dato un calcio nella schiena e lei è andata avanti»·
Per la dottoressa Hughes è come «risucchiare l'ossigeno dalla stanza: prima che tu te ne accorga stai soffocando». Inoltre molte vittime provano vergogna per l'abuso che ha un «effetto aggravante» su di loro.
La dottoressa Hughes ha detto alla corte di aver condotto una valutazione forense di Heard coinvolgendo l'esame di documenti nel caso e testando e intervistando la stessa Heard per 22 ore di persona e due volte su Zoom. Inoltre, ha parlato con i medici di Heard e con la sua defunta madre. La dottoressa Hughes ha detto che la sua conclusione è stata che il resoconto di Heard era «coerente su ciò che sappiamo sulla violenza del partner intimo».
Nel caso della Heard il suo abuso è stato caratterizzato da: violenza fisica, aggressione psicologica, violenza sessuale, controllo coercitivo e «comportamenti di sorveglianza». La dottoressa Hughes ha detto di aver diagnosticato a Heard un disturbo da stress post-traumatico e la causa era «la violenza intima del partner da parte del signor Depp».
La testimonianza è stata resa dopo che gli avvocati di Heard hanno chiesto al giudice di archiviare il caso, ma il magistrato ha respinto la richiesta.
La prima deposizione di Amber Heard nel processo contro Johnny Depp. Redazione online su Il Corriere della Sera il 5 maggio 2022.
L’attrice depone al processo: «Mi ha cambiato la vita», «Non dimenticherò mai la prima volta che mi ha picchiata. Mi ha cambiato la vita».
«Non dimenticherò mai la prima volta che mi ha picchiata. Mi ha cambiato la vita. All’inizio ho riso, pensavo che scherzasse»: così Amber Heard ha descritto quello che a suo dire sarebbe stato il primo episodio di violenza dell’attuale ex marito Johnny Depp che le sta facendo causa per diffamazione.
«Mi aveva preso a schiaffi senza una ragione mentre avevamo una conversazione normale, seduti sul divano» e «c’era un barattolo di cocaina vicino», ha detto la Heard nel primo giorno della sua deposizione nell’aula di Fairfax in Virginia. Mortificato e singhiozzando Johnny poi si sarebbe scusato: «Non lo farò più, diceva: pensavo di aver messo a bada questo mostro».
La testimonianza si è chiusa per la serata dopo che la Heard ha raccontato di un turbolento viaggio in barca alle Bahamas con i due figli di Johnny Depp. L’attore era nervoso e di frequente ubriaco anche perché era sul punto di vendere il suo yacht alla scrittrice J. K. Rowling. La figlia Lily-Rose era a sua volta turbata per le intemperanze paterne e Depp aveva dato la colpa a Amber, ha testimoniato l’attrice, che a suo dire avrebbe fatto la spia con i due ragazzi.
La Heard ha detto che in quell’occasione Depp minacciò di ucciderla: «Mi prese per il collo e restò così per un minuto dicendo che avrebbe potuto ammazzarmi e che ero un imbarazzo per lui». Amber poi lasciò lo yacht in elicottero con la figlia di Johnny in lacrime. Questo racconto ha provocato la reazione più forte da parte di Depp in tutta la giornata: quando l’avvocato di Amber ha mostrato alla corte sms che lui aveva mandato a lei dopo la partenza, l’attore ha scosso la testa e detto «wow».
Estratto da repubblica.it il 5 maggio 2022.
[…] «Sono qui perché il mio ex marito mi ha fatto causa. Non ho parole per descrivere quanto è orribile», ha detto l'attrice. «Faccio fatica a trovare le parole per descrivere quanto questo sia doloroso. È orribile per me stare qui per settimane e rivivere tutto», ha detto la star di Aquaman la cui deposizione dovrebbe durare parecchi giorni.
«Eravamo innamorati» ha raccontato rispondendo alle domande del suo team legale. Amber Heard ha aggiunto, trattenendo le lacrime, che stare con Depp «era una assoluta magia». «Sentivo che quell'uomo mi conosceva, mi vedeva, come nessuno prima di lui», ha sottolineato l'attrice parlando del viaggio fatto con il compagno per promuovere nel 2011 il film The rum diary in cui avevano recitato entrambi.
«Quando ero con Johnny mi sentivo la persona più meravigliosa del mondo. Mi faceva sentire vista. Mi faceva sentire come se valessi un milione di dollari», ha proseguito Heard, precisando d'altra parte che la relazione era in quella fase ancora segreta perchè l'attore non aveva ancora ufficialmente rotto con Vanessa Paradis, la madre dei suoi due figli. […]
Dall’Ansa.it il 5 maggio 2022.
«Non dimenticherò mai la prima volta che mi ha picchiata. Mi ha cambiato la vita. All'inizio ho riso, pensavo che scherzasse». Così Amber Heard ha descritto quello che a suo dire sarebbe stato il primo episodio di violenza dell'attuale ex marito Johnny Depp che le sta facendo causa per diffamazione. «Mi aveva preso a schiaffi senza una ragione mentre avevamo una conversazione normale, seduti sul divano» e «c'era un barattolo di cocaina vicino», ha detto la Heard nel primo giorno della sua deposizione nell'aula di Fairfax in Virginia. Mortificato e singhiozzando Johnny poi si sarebbe scusato: «"Non lo farò più", diceva: "Pensavo di aver messo a bada questo mostro"».
La testimonianza si è chiusa per la serata dopo che la Heard ha raccontato di un turbolento viaggio in barca alle Bahamas con i due figli di Johnny Depp. L'attore era nervoso e di frequente ubriaco anche perché era sul punto di vendere il suo yacht alla scrittrice J. K. Rowling. La figlia Lily-Rose era a sua volta turbata per le intemperanze paterne e Depp aveva dato la colpa a Amber, ha testimoniato l'attrice, che a suo dire avrebbe fatto la spia con i due ragazzi.
La Heard ha detto che in quell'occasione Depp minacciò di ucciderla: «Mi prese per il collo e restò così per un minuto dicendo che avrebbe potuto ammazzarmi e che ero un imbarazzo per lui». Amber poi lasciò lo yacht in elicottero con la figlia di Johnny in lacrime. Questo racconto ha provocato la reazione più forte da parte di Depp in tutta la giornata: quando l'avvocato di Amber ha mostrato alla corte sms che lui aveva mandato a lei dopo la partenza, l'attore ha scosso la testa e detto «wow».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 5 maggio 2022.
Durante la sua testimonianza al processo per diffamazione in corso in Virginia, Amber Heard ha raccontato due episodi di violenza già in parte anticipati dai testimoni nelle scorse settimane: quello in cui, a suo dire, Johnny Depp le avrebbe infilato le dita nella vagina in cerca di cocaina, e un altro in cui l’attore avrebbe tenuto il suo cane fuori dal finestrino in un accesso di rabbia.
Nel maggio del 2013, Heard e Johnny Depp erano in vacanza in roulotte a Hicksville, in California, vicino Joshua Tree. Una notte erano seduti intorno a un falò, e una donna vicina a Heard, sotto l’effetto dell’MDMA, aveva poggiato la testa sulla spalla dell’attrice. «Johnny si è arrabbiato. Pensavamo stesse scherzando. La donna gli ha detto ridacchiando: “Ehi amico, cosa stai facendo?”. E lui: “pensi di toccare la mia fottuta ragazza? Quella è la mia fottuta ragazza”».
«Lei ha iniziato a piangere e ha alzato la mano. Johnny l’ha afferrata per il polso, l’ha attorcigliato e l’ha tirata a sé. Poi le ha detto: “Sai quanti chili di pressione ci vogliono per rompere un polso umano?”. Lei piangeva». A quel punto Heard è intervenuta e ha riportato Depp nella roulotte. «Johnny mi ha detto che non sono stata onesta sulla mia relazione con quella donna».
Quando la coppia è tornata nella roulotte, poi, lui ha continuato ad accusarla di mentire. «Ha iniziato a distruggere le cose. Ha preso qualcosa sul tavolo e l’ha gettato contro l’armadietto di vetro». «Urlava contro di me, alla fine sono tornata nella zona della camera da letto e lui mi ha seguita. Stava cercando qualcosa. Sono andata in bagno e quando sono uscita mi ha chiesto dov’era e da quanto tempo lo stavo nascondendo». «Mi ha detto: “sai di cosa sto parlando, cazzo, sii onesta con me. Dove la stai nascondendo?”». Poi «ha iniziato ad accarezzarmi, mi ha strappato il vestito. Mi ha afferrato il seno, mi ha toccato le cosce, mi ha strappato le mutande e ha iniziato a cercare nella cavità. Ha detto che stava cercando la sua cocaina, la sua coca».
Mentre piangeva, Heard ha ricordato: «Mi ha infilato le dita dentro. Sono rimasta semplicemente lì, a fissare quella luce, non sapevo cosa fare. Ha girato le dita».
Heard ha poi raccontato che a marzo del 2013 Depp era «davvero pazzo» e che lui la accusava di avere altre relazioni. Un giorno Heard aveva dovuto chiamare la sorella di Johnny, Christi, per farlo uscire di casa. Ma una volta in macchina le cose avevano preso brutta piega.
«Aveva il finestrino abbassato. Ad un certo punto ha iniziato a ululare fuori dal finestrino e ha afferrato Boo il suo cane, un Yorkie leggermente più grosso. Lo prende e lo tiene fuori dal finestrino dell'auto in movimento. Ulula come un animale mentre tiene il cane fuori dalla finestra.
«Tutti in macchina si sono bloccati. Nessuno ha fatto niente. Anch'io ero combattuta su cosa avrei dovuto fare. Non volevo fare niente che gli facesse lasciare andare il cane. Nessuno ha fatto niente. Alla fine gli ho rimesso le braccia nel veicolo e ho riportato il cane sul sedile».
Dagotraduzione dal Daily Mail il 5 maggio 2022.
Erin Falati, infermiera personale di Amber Heard, ha testimoniato al processo per diffamazione tra Johnny Depp e l’ex moglie. Interrogata da uno degli avvocati di Depp, ha parlato dei suoi appunti sul trattamento seguito da Heard dal loro primo incontro nell’agosto del 2014.
Nei suoi appunti, l’infermiera scrive che Heard «riporta una storia di abuso di sostanze, inclusa una dipendenza da cocaina e liquori». «Heard non fuma, ma riferisce di bere “1-3 bicchieri di vino rosso al giorno”», aveva scritto la donna.
Ancora dagli appunti: «Ha una storia familiare di abuso di sostanze, sia la madre che il padre sono diventati dipendenti da stimolanti. La cliente ammette una storia di ansia, disturbo alimentare, disturbo da deficit di attenzione, disturbo bipolare, problemi di codipendenza e insonnia occasionale».
«Il cliente si identifica come bisessuale ed era sposato con una partner femminile prima della relazione attuale». Gli appunti aggiungono che Heard aveva «sperimentato di recente una maggiore agitazione e ha avuto diversi scoppi di rabbia. Il suo umore è stato instabile».
Alla domanda su cosa significasse "labile", Falati ha detto: «La labilità emotiva è quando le emozioni ruotano su un pendolo, vedi qualcuno triste e passa rapidamente alla felicità estrema, è come un pendolo».
Falati ha spiegato, sempre partendo dai suoi appunti: «La cliente ha espresso preoccupazione per il marito e il dottor Kipper (il medico personale di Depp) è nervosa per il fatto di essere sola mentre il marito lavora (sul set di un film a Londra) e ha affermato di avere difficoltà ad affrontare i sentimenti di insicurezza e gelosia quando non è in presenza del marito».
In una nota del 29 agosto 2014, Falati ha detto che durante la cena Heard ha parlato della sua «confusione» perché pensava che Depp volesse che «eliminasse la carriera di attrice» e rimanesse a casa. Alla domanda se avesse mai avuto l'impressione che Depp volesse che Heard smettesse di recitare, Falati ha detto: «Non ricordo che fosse un sentimento».
Nelle note mediche di Falati del 2 settembre 2014, ha scritto che Heard ha riportato «difficoltà con problemi di gelosia e ansia per la fama del fidanzato e la capacità di interagire spesso con le donne». Falati ha detto alla corte di aver ricordato un «senso generale di gelosia e problemi di ansia emersi nel corso degli anni».
Falati ha poi parlato di un episodio del 2015, quando aveva trovato Heard con il labbro sanguinante dopo una discussione con Depp. «Heard ha affermato che si trattava di una ferita subita in una discussione tra lei e il marito. Ha detto che la sua testa era contusa e che aveva perso ciocche di capelli durante l’alterco».
Falati infine ha parlato della partecipazione di Heard al Festival di Coachella nel 2016, durante il quale «la cliente ha ammesso di aver fatto uso di droghe illecite e ha affermato di aver ingerito funghi allucinogeni e MDMA contemporaneamente e di essere stata “sballata per almeno 24 ore di fila”».
Il racconto dell'orrore dell'attrice. Amber Heard racconta le violenze nel processo con Johnny Depp: “Mi ispezionò con le dita per cercare la droga”. Elena Del Mastro su Il Riformista il 5 Maggio 2022.
“Non dimenticherò mai la prima volta che mi ha picchiata. Mi ha cambiato la vita. All’inizio ho riso, pensavo che scherzasse”. Con queste parole è iniziata la deposizione di Amber Heard, 36 anni, nel tribunale di Fairfax in Virginia nel processo intentato dall’ex marito Johnny Depp, 58 anni, che l’accusa di diffamazione, con una richiesta di indennizzo di 50 milioni di dollari. Sembra un brutto film quello che tra le lacrime ha raccontato ai giudici. Dopo tre settimane di deposizioni, tra cui quella di Depp, per la prima volta tocca a lei parlare. Sin dalle prime luci del mattino la folla di fan di entrambi gli attori hollywoodiani era già in fila per accaparrarsi i posti in tribunale e seguire da vicino le deposizioni. Una cosa è certa: da questo processo le carriere di uno dei due o di entrambi usciranno distrutte.
Herad ha raccontato ai giudici quella prima volta che sarebbe stata picchiata dall’attore. Mi aveva preso a schiaffi senza una ragione mentre avevamo una conversazione normale, seduti sul divano. Al terzo schiaffo mi ha fatto perdere l’equilibrio. Ho riso perché non sapevo che altro fare. Pensavo fosse uno scherzo. E lui mi ha detto: ‘Pensi di essere una stronza divertente?'”. “Sapevo che era sbagliato e dovevo lasciarlo – ha detto – Questo è ciò che mi ha spezzato il cuore. Non volevo abbandonarlo”.
L’attrice ha raccontato che quella lite era sfociata per via del tatuaggio sbiadito di Depp che aveva fatto per la ex, Winona Rider. “Wino Forever”, si leggeva sul braccio dell’ex marito. E alle domande di lei Depp avrebbe perso le staffe.
Il racconto dell’attrice è ricco di dettagli come quel “barattolo di cocaina vicino, sul tavolo”, a cui sarebbe seguito il sentimento di Depp, che avrebbe detto: “Non lo farò più, diceva: pensavo di aver messo a bada questo mostro”. Heard ha raccontato di aver provato a credere che lui le stesse dicendo la verità e che non l’avrebbe più picchiata ma che in cuor suo sapeva che l’unica soluzione era lasciarlo. “Sapevo che non potevo semplicemente perdonarlo — ha proseguito —, giusto, perché questo significa che accadrà di nuovo. Avevo il cuore spezzato”.
“Volevo credergli, quindi ho scelto di farlo. Era l’amore della mia vita, ma a un certo punto il Johnny che amavo era sotto tutte queste cose orribili”, ha detto. Poi l’attrice ha descritto quando era stata aggredita sessualmente da Depp che cercava la droga: “Mi ha strappato la parte sopra del vestito, poi la biancheria intima e ha continuato ‘cercando nella cavità’. Diceva di cercare la sua cocaina. Come avrei potuto nasconderla? Non aveva senso che stesse insinuando questo. Ha infilato iniziato a girare le dita dentro di me. Ricordo di aver pensato che Johnny avrebbe cambiato idea: quella sera sono andata a dormire e il giorno dopo sembrava che tutto fosse tornato alla normalità. Non ricordo di avere avuto più alcuna conversazione con lui sull’accaduto. Tutti ridevano e si divertivano e io mi sentivo così sola perché nessuno sapeva che cosa fosse successo”.
Mentre l’ex moglie raccontava, Depp ha seguito tutto seduto in aula, guardando verso il vuoto. Poi il racconto del viaggio dell’orrore alle Bahamas con i figli di Depp. L’attore pare fosse nervoso e di frequente ubriaco anche perché era sul punto di vendere il suo yacht alla scrittrice J. K. Rowling. La figlia Lily-Rose era a sua volta turbata per le intemperanze paterne e Depp avrebbe incolpato di questo la Heard, rea di avergli messo i figli contro parlando di lui in modo negativo. L’attrice di Aquaman ha dichiarato che in quell’occasione Depp riempiva di frequente tazze di caffè con l’alcol, per nascondere la sua dipendenza ai figli, e durante l’ennesima lite minacciò di ucciderla: “In pochi secondi mi rendo conto che ha spostato l’attenzione su di me, mi sembrava molto arrabbiato. Ha chiesto a Lily-Rose di andarsene e lei se n’è andata piangendo, in preda a un attacco di panico. Iniziò ad ad accusarmi di averlo chiamato ubriacone davanti ai suoi figli. Mi prese per il collo e restò così per un minuto dicendo che avrebbe potuto ammazzarmi e che ero un imbarazzo per lui”.
Elena Del Mastro. Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
Estratto da un articolo di Stefano Citati per il Fatto Quotidiano il 6 maggio 2022.
Il pirata mite veste completi da narco-boss di Calì, la regina-“merdosa” risponde con castigati corredi business-style che sottolineano l’algida bellezza affranta. Combattono in un’aula dalle linee squadrate e colori tenui. Il “defamation trial” si svolge in Virginia, a Fairfax: le armi sono parole taglienti, dettagliate relazioni di psicologi, avvocati con parcelle milionarie, registrazioni audio e video, e sterco. […]
Lui sui social vince qualche milione di like a zero, per ora, con scuorno dell’onda del #metoo, lei galleggia ancora nelle procelle del processo che la vedono sulla difensiva, dunque tanto più agguerita. La posta in gioco sono la reputazione, la dignità e decine di milioni di dollari, o quel che resterà, pagate le parcelle di avvocati e team di pr. Depp contro Heard rappresenta il lato ludico-voyeutiristico del legal drama all’americana. Un format che si nutre di classici l’Oltreoceano con schiere di giurati da tastiera che sfornano meme feroci e gadgettistica improbabile e fantasiosa come la Barbie-Heard avvolta nella pupù apparsa sui social con lo slogan “fecal attraction”.
Mercoledì sera è toccato per la prima volta ad Amber prendere la parola. […] «Quando è in buona, Johnny è incredibile, ma il Johnny sotto oppiacei, e il Johnny sotto quaalude (un simil-barbiturico) è molto diverso dal Johnny sotto Adderall (farmaco per la concentrazione) e cocaina: e io avevo imparato quale Johnny mi trovavo davanti…».
Estratto da un articolo di Matteo Persivale per il Corriere della Sera il 6 maggio 2022.
«Mi ha tirato addosso una bottiglia, e mi ha mancata, per fortuna. Poi però si è avvicinato con la bottiglia rotta e me l’ha puntata al collo… c’era vetro sul pavimento, dappertutto… mi nascondo dietro il bancone del bar e sento vetri che si spaccano dappertutto… poi ha finito le cose da tirarmi addosso perché non ho più sentito vetri scoppiare contro il muro… alla fine mi ha strappato la sottoveste, ero nuda… mi gridava contro, diceva che mi odiava, che gli avevo rovinato la vita… gridava cose come ti uccido... Non ho mai avuto tanta paura in vita mia».
Amber Heard parla lentamente, tra le lacrime, schiarendosi la voce tra una frase e l’altra, raccontando la sua versione. Ieri è stato il quindicesimo giorno del processo che sta mostrando al mondo, in diretta tv e in streaming via internet, le scene da un matrimonio hollywoodiano, tutto quello che normalmente viene celato al pubblico ma che in questo processo per diffamazione, Johnny Depp contro l’ex moglie Amber che negli anni lo ha ripetutamente accusato di abusi domestici, e ha diffuso video che lo ritraggono ubriaco e aggressivo […].
Le prime due settimane del processo civile davanti alla corte di Fairfax, in Virginia, sono state quelle del lunghissimo monologo di Depp, che ha dipinto Heard come una bugiarda interessata solo ai suoi soldi.
Adesso tocca a lei. Sono state due settimane molto negative per la sua immagine: Depp ha mostrato la foto del suo letto nel quale lei aveva collocato delle feci; la donazione in beneficenza milionaria che Heard aveva promesso non è mai stata versata, e molto altro. Un disastro di comunicazione che ha indotto Heard a licenziare con effetto immediato i suoi consulenti di comunicazione, la famosa (e costosissima) Precision Strategies fondata dalla ex direttrice della campagna elettorale di Barack Obama. Heard ora si affida a Shane Communications, altra potenza, ma è molto inusuale cambiare consulenti a metà processo, chiaro segnale di difficoltà. Su Twitter, l’hashtag #AmberHeardIsALiar che le dà della bugiarda è stato utilizzato in più di 31.000 tweet, eclissando l’hashtag #IStandWithAmberHeard che la difende e che ne ha poco più di 21.000. Su TikTok, l’hashtag #JusticeForJohnnyDepp è salito alla cifra di oltre 7,6 miliardi di visualizzazioni. Anche l’hashtag #JusticeForAmberHeard ha 26,5 milioni di visualizzazioni.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 6 maggio 2022.
Attimi di tensione al processo per diffamazione in corso in Virginia tra Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard: terminata la prima parte della sua deposizione, l’attrice è scesa dal banco dei testimoni mentre Johnny Depp si è alzato e si è diretta verso di lei.
L’attrice ha subito fatto un passo indietro ed è sembrata terrorizzata, mentre gli agenti del tribunale si sono immediatamente girati verso Depp e lo avvertito di stare lontano. A quel punto l’attore si è voltato dall’altra parte, ha alzato le spalle e ha sorriso.
Heard è stata condotta al lato della stanza dai funzionari del tribunale prima che Depp entrasse dalla porta sul retro per una sigaretta durante la pausa di 15 minuti. L'ex coppia ha per lo più evitato il contatto visivo durante il processo. Durante la testimonianza di Heard, Depp è stato visto curvo su un taccuino dove scriveva appunti e scarabocchiava.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 6 maggio 2022.
Amber Heard è scoppiata a piangere sul banco dei testimoni quando ha ricordato come l’ex marito, Johnny Depp, l’ha aggredita sessualmente con una bottiglia di liquore.
La presunta aggressione è avvenuta nel marzo del 2015 in Australia, nella casa in cui vivevano durante le riprese di Pirati dei Caraibi 5. Si tratta dello stesso episodio in cui Depp ha denunciato di aver quasi perso il dito perché Heard gli avrebbe lanciato una bottiglia di liquore. Heard ha testimoniato di non aver assistito al taglio della punta del dito di Depp.
Sul banco dei testimoni, singhiozzando, Heard ha raccontato che Depp era su di giri perché aveva preso 8-10 pillole di MDMA. Aveva iniziato ad accusarla di andare a letto con Eddie Redmayne (la sua co-protagonista in The Danish Girl), e di tradirlo. Poi ha chiamato il suo agente, e altre persone, «urlando contro di loro. Aveva la sensazione che le persone gli avessero rubato dei soldi».
Poi sono scesi al piano di sotto. «Mi ha sbattuta contro il muro, vicino all’angolo cottura. Mi ha sbattuto contro i frigoriferi, l’ho spinto via. Mi chiamava “puttana, troia, culo grasso”. Mi stringeva il collo. È diventato brutto. Ha detto che tutti lo avevano messo in guardia contro di me, che non piacevo a nessuno». A quel punto Depp l’ha lanciata dall’altra parte della stanza.
«Sono atterrata su un tavolo da gioco. Si è messo sopra di me sul tavolo da gioco e mi ha preso a pugni in faccia. Abbiamo lottato. Poi ha preso una bottiglia, io glie’ho sfilata e l’ho rotta a terra tra di noi. Questo lo ha fatto infuriare. Ha iniziato a urlare. Mi ha buttata a terra. Quando mi sono rialzata da terra aveva una bottiglia in mano, me l’ha lanciata, mi ha mancato. Aveva una bottiglia rotta in mano, mi ha detto che mi avrebbe tagliato la faccia».
Heard ha raccontato poi di essersi trascinata nell’area bar, l’unica che offriva una via d’uscita. «Ricordo che i miei piedi scivolavano sulle piastrelle mentre lui mi sbatteva dal muro al piano di lavoro. Aveva la mia camicia da notte e me l'ha strappata dal petto».
«Ha i miei seni in mano, la mia camicia da notte si è completamente tolta, mi è stata strappata via, ero nuda. Mi urla contro, mi odia fottutamente, gli ho rovinato la vita. Ancora ed ancora. Comincia a prendere a pugni il muro vicino alla mia testa, tenendomi per il collo».
«Ad un certo punto è sopra di me, urlandomi “ti odio fottutamente, mi hai rovinato la vita del cazzo”». «Lo guardo negli occhi e non lo vedo più. Non era lui, era nero. Non sono mai stata tanto spaventata in vita mia. Mi stava guardando. Stavo cercando di mettermi in contatto con lui, per dirgli in qualche modo che ero io».
«La mia testa sbatteva contro la parte posteriore del bar e non riuscivo a respirare. Ricordo di aver cercato di alzarmi per dirgli che mi stava davvero facendo del male. Non riuscivo a respirare. Non riuscivo a mettermi in contatto con lui. Non riuscivo ad alzarmi».
L’attrice si è dovuta interrompere, perché sopraffatta dall'emozione sul palco. «La cosa successiva che ricordo era che ero piegata all'indietro sul bar, stavo fissando la luce blu. La mia schiena era sul piano di lavoro. Pensavo mi stesse prendendo a pugni. Ho sentito questa pressione sul mio osso pubico e potevo sentire il suo braccio che si muoveva. Sembrava che mi stesse prendendo a pugni. Potevo solo sentire questa pressione».
«Non ricordo cosa ho detto, ricordo solo di essere stata immobile, di non volermi muovere. Ricordo di essermi guardata intorno per la stanza, di aver guardato tutte le bottiglie rotte, i vetri rotti e ricordo che non volevo muovermi perché non sapevo se era rotta, non sapevo se la bottiglia che avevo dentro di me era rotta».
«Non riuscivo a sentirlo, non sentivo dolore, non sentivo niente. Ho visto così tanti vetri rotti che non sapevo se fosse rotto o meno e ricordo di aver pensato per favore fa che non sia rotto. Non so come sia finita. Non so come sono scesa dal piano di lavoro».
«Ricordo solo di essere stata in bagno. Ricordo i conati di vomito, il suono che faceva la mia voce. Ho perso il controllo della mia vescica. Ricordo che avevo solo conati di vomito, c'era sangue sul pavimento».
Quando poi si è svegliata il giorno dopo, ha trovato la casa distrutta. Depp non aveva dormito, c’era un pene gigante disegnato su un dipinto, un tavolo ribaltato, vetri rotti ovunque, scritte col sangue. Lui «aveva la mano avvolta negli stracci, l’ha scoperta e me l’ha fatta vedere: “guarda cosa mi hai fatto”». Poi si «è tolto il pene dai pantaloni e ha fatto pipì contro il muro di casa». Heard ha poi mostrato le foto scattate il giorno seguente alla casa.
Il team di Depp ha affermato che le storie di abusi dell'attrice si sono evolute con «dettagli nuovi e convenienti» e hanno in programma di esporre le sue bugie durante un controinterrogatorio.
Da corriere.it il 6 maggio 2022.
«Johnny sotto l’effetto di speed è diverso del Johnny sotto oppiacei, che è diverso da quando ha preso Adderall e cocaina, e diverso dal Johnny del quaaludes. Imparai a fare attenzione alle diverse versioni di lui». Un uomo dalle molte personalità a seconda del tipo di droga che prendeva, sospettoso e accecato dalla gelosia al punto da diventare violento: questo il ritratto di Johnny Depp tracciato dalla ex moglie Amber Heard al processo per diffamazione in corso a Fairfax in Virginia.
Geloso perché pensava che la allora compagna avesse flirtato con una donna al Gala del Met, Depp l’avrebbe picchiata al ritorno in albergo. Geloso anche di James Franco: sospettando una loro relazione sul set di «The Adderall Diary», la schiaffeggiò e umiliò durante un volo da Boston a Los Angeles. «Pensai a quel punto che dovevo lasciarlo», ha detto Heard.
«Pensavo che mi avesse rotto il naso»
Nel 2014, appena fidanzati, Johnny e Amber erano andati mano nella mano al gala del Met, lui in cravatta bianca e ghette, lei in abito dorato da sirena e un diamante da centomila dollari al dito. La coppia era sfilata sorridente sotto i flash dei fotografi, ma tutt’altra scena attendeva lei al ritorno in albergo. «Litigammo. Mi prese per il collo, tirò contro una bottiglia che spaccò un lampadario e mi colpì in faccia con forza. Pensavo che mi avesse rotto il naso». Heard ha attribuito le violenze di Depp al suo abuso di alcol e di droga che gli cambiavano la personalità.
La gelosia nei confronti di Franco fu la scintilla per un’altra scenata: «Mi diede della sgualdrina per aver girato scene d’amore. Durante un volo da Boston a Los Angeles mi umiliò davanti agli altri a bordo. Nessuno disse nulla. Nessuno alzò un dito anche dopo che mi aveva preso a calci con lo stivale». Depp poi si chiuse in bagno e perse i sensi.
In quel periodo Amber aveva cominciato a documentare il comportamento del partner «perché Johnny», ha spiegato, «quando tornava in sé, non ricordava più nulla». Una di queste registrazioni, fatta proprio su quel volo, è stata fatta ascoltare in corte: si sente Depp che «ulula come un animale».
Fu allora che Amber «cercò in sé la forza di lasciarlo». Tornata da sola a New York si iscrisse a Al-Anon, un gruppo di sostegno per persone i cui cari hanno problemi di dipendenze. Depp venne a cercarla per scusarsi: «Lo ripresi con me a condizione che sarebbe andato in clinica a disintossicarsi».
Marzia Nicolini per Vanity Fair il 7 maggio 2022.
Per chi ancora non lo sapesse, Johnny Depp e Amber Heard sono in tribunale dopo che l'attore di Hollywood ha fatto causa all'ex moglie per diffamazione, a seguito di un editoriale del Washington Post apparso nel 2018, nel quale l'attrice raccontava degli abusi domestici subiti.
Il processo, decisamente mediatico, ha avuto inizio l’11 aprile scorso (il 9 aprile Amber Heard ha annunciato sulla sua pagina Instagram che sarebbe rimasta offline per la durata del processo). Alcuni spezzoni delle testimonianze rilasciate dai due attori sono circolate in rete, in particolare su YouTube, TikTok e Instagram. I commenti lasciati dai follower dei vari canali social sono per la stragrande maggioranza pro Johnny Depp. Si va dal «Free Johhny» al «Giustizia per Johnny Depp».
Ma i follower non si stanno limitando a queste frasi. Moltissimi utenti, infatti, si stanno accanendo contro Amber Heard, in un crescendo di astio allarmante. «Non riesco proprio a capire come una persona possa mentire spudoratamente a questo livello, specialmente in un'aula di tribunale, distruggendo la vita di una persona innocente solo e soltanto per il proprio tornaconto. Ha un che di disumano», scrive un utente YouTube. E un altro aggiunge: «Una bugia dopo l'altra. Il modo in cui viene ancora sostenuta dalle persone è disgustoso. Non ha mai avuto prove, al contrario di Johnny. Ma per il fatto che ha pianto sembra che la vittima sia lei».
Secondo gli esperti che stanno seguendo il caso da vicino è troppo facile affidarsi a questi commenti pro Johnny Depp. Se nessuno di noi può ergersi a giudice in questa vicenda, vero è che dalla corrispondenza intercorsa tra Depp e Heard, ma anche tra l'attore e i suoi amici e familiari, emerge il ritratto di un uomo alle prese con serie dipendenze da alcol e droghe, da lui stesse riconosciute. Per il resto, aspettiamo che il processo si concluda prima di sparare a zero contro Amber Heard.
Da axios.com il 17 maggio 2022.
Il processo per diffamazione tra gli attori ed ex coniugi Johnny Depp e Amber Heard ha rapidamente attirato più attenzione online di notizie ben più importanti e pressanti per il Paese, tra cui la decisione della Corte Suprema trapelata e la guerra della Russia in Ucraina.
Mentre l'America è appesa all’imminente verdetto della Corte Suprema sull'aborto, molti altri occhi sono puntati sugli sviluppi del processo Depp-Heard.
Secondo i dati esclusivi di NewsWhip, gli articoli sul processo, iniziato il 12 aprile, hanno generato più interazioni totali sui social media (like, commenti, condivisioni) rispetto alla copertura dell'aborto e della Corte Suprema o dell'inflazione.
In termini di articoli, il processo ha superato tutti gli altri principali argomenti di attualità.
Secondo i dati di Google Trends, nell'ultimo mese le ricerche sul motore di ricerca di Amber Heard sono state il doppio di quelle su Elon Musk. Ci sono state quasi quattro volte più ricerche per il suo nome che per l'aborto o la Corte Suprema.
Il processo si basa su una causa per diffamazione che Depp ha intentato contro la Heard, dopo che quest'ultima ha scritto un articolo sul Washington Post sugli abusi domestici che, secondo Depp, avrebbe danneggiato irrimediabilmente la sua carriera. Anche la Heard ha presentato una controdenuncia.
Ognuno dei due accusa l'altro di maltrattamenti domestici, con accuse pesanti che sono state lanciate in entrambe le direzioni.
I canali di intrattenimento stanno trattando l'evento come fosse il loro Super Bowl.
"Per noi è un record assoluto", ha dichiarato Rachel Stockman, presidente del network Law&Crime. La media giornaliera di spettatori sull'applicazione Law&Crime è 50 volte superiore a quella precedente al processo. Solo sul canale YouTube di Law&Crime c'è circa un milione di spettatori all'ora del processo.
Una semplice ricerca su Google per "A che ora inizia il processo ad Amber e Johnny" produce decine di risultati da parte di testate di alto livello su come e quando guardare il processo, un trucco di coinvolgimento del traffico che le testate giornalistiche usano di solito per i grandi eventi, come appunto il Super Bowl. Secondo i dati di SimilarWeb, alcuni dei maggiori siti di notizie sull'intrattenimento stanno registrando un massiccio aumento del traffico in seguito al processo.
I siti web di People, Us e New York Post hanno registrato un aumento del traffico rispetto all'anno precedente, rispettivamente del 9%, 16% e 22% per il mese di aprile.
Il processo è diventato virale sui social media, grazie alle telecamere del tribunale che hanno ripreso ogni momento per il pubblico, trasformandolo in meme e clip virali online.
Decine di fotomontaggi e meme stanno guadagnando una grande popolarità online, come il meme virale della faccia piangente di Amber Heard che ha invaso TikTok, Snapchat e altri social, e le clip di Johnny Depp che passa scarabocchi al suo avvocato in tribunale.
Il quadro generale: I drammi giudiziari, soprattutto quelli che vedono protagoniste le celebrità, sono da tempo un punto fermo dell'appetito mediatico americano, ma questo si distingue come il primo grande processo a diventare virale nell'era di TikTok.
"Il consumo del pubblico è cambiato per processi come questo", ha detto Stockman, riferendosi a quanto fossero diversi i numeri anche solo un anno fa durante la copertura del processo a Derek Chauvin da parte del network Law&Crime lo scorso giugno.
Per questo processo stiamo registrando un numero di spettatori 10-15 volte superiore rispetto al solito su tutte le piattaforme, ma soprattutto su YouTube". ... Stiamo vedendo un pubblico sempre più numeroso su Twitch".
Tra le righe: Molti dei filmati più virali prendono in giro la Heard, mettendo in risalto lo spin mediatico a favore di Depp.
L'hashtag #giustiziaperjohnnydepp ha superato i 10 miliardi di visualizzazioni, secondo Wired, mentre l'hashtag #justiceforamberheard ne ha 39 milioni.
Sì, ma: Sebbene molti dei contenuti virali siano intesi come divertenti, le sopravvissute agli abusi domestici e alle aggressioni non ridono. Alcuni dicono che il volume esaustivo di meme, clip e battute condivise online sul processo ha aggravato il loro trauma. TikTok afferma di aver rimosso i video che violano le sue politiche denigrando le vittime di tragedie violente.
La conclusione è che: I social media sono il proprio tribunale dell'opinione pubblica, anche se le prove non corrispondono ai meme.
Da ansa.it il 17 maggio 2022.
Soltanto Johnny Depp pensa che nell'op-ed (l’editoriale) del 2018 sul Washington Post la sua ex moglie parlasse di lui. Lo ha detto, al processo per diffamazione in corso a Fairfax, Virginia, Amber Heard da cui la star di “Pirata dei Caraibi” vuole 50 milioni di dollari di danni. L'attrice, che è al centro del controinterrogatorio dei legali di Depp, ha detto anche che Johnny, negli ultimi tempi del loro matrimonio, soffriva di allucinazioni durante i loro alterchi. «Parlava con persone che non erano nella stanza. Era spaventoso. Non sono sicura se era arrabbiato con me o se era convinto che il tizio che diceva di avere visto con me era nella stanza», ha detto Amber, alludendo alla gelosia dell'allora consorte.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 17 maggio 2022.
Amber Heard ha finalmente ammesso di non aver versato, come promesso, i 3,5 milioni di dollari all’Aclu. Durante la sua testimonianza di ieri, l’attrice ha spiegato che ad impedirle di effettuare il versamento è stata proprio la causa intenta dall’ex marito per 50 milioni di dollari. Fino ad oggi Heard aveva sempre garantito, anche sotto giuramento, di aver donato l’intera somma promessa.
«Intendo onorare pienamente tutti i miei impegni. Mi piacerebbe che Johnny smettesse di farmi causa, così potrei» ha detto l’attrice alla corte. Terence Dougherty, Chief Operating Officer e General Counsel dell'ACLU, aveva già testimoniato che finora Heard o chi per lei aveva donato 1,3 milioni di dollari.
Di quei soldi, Heard ha contribuito con 350.000 direttamente a dicembre 2018 e da allora non ha più pagato. 100.000 dollari sono stati pagati da Depp e altri 350.000 dollari provenivano da un fondo di Fidelity, una società di investimento. Un altro pagamento di 500.000 dollari proveniva da un conto presso la società di investimento Vanguard, che Dougherty ha affermato di «credere fosse un fondo istituito da Elon Musk».
L'avvocato di Heard, Elaine Bredehoft, ha chiesto perché Heard ha accettato un accordo di 7 milioni di dollari da Depp. «Non mi importava dei soldi. Mi è stato detto che se non avessi acconsentito a un numero che poteva essere ribaltato, non ci saremmo mai accordati. Ho preso molto meno di quello che offrivano e di quello a cui avevo diritto».
Heard ha detto che ha donato i soldi in beneficenza perché «non è mai stata interessata ai soldi di Johnny». «Volevo solo la mia sicurezza e il mio futuro e lui l'ha compromesso... Volevo che mi lasciasse in pace. Lo dico dal 2016».
Heard ha anche raccontato come ha incontrato il suo ex fidanzato Elon Musk: il 2 maggio 2016 lei e Depp erano stati invitati al Met Gala dallo stilista Ralph Lauren ma Depp non si era presentato, così Heard era andata al gala da sola. Heard ha detto di aver incontrato un uomo di nome "Elon" che in seguito ha capito essere il miliardario di Tesla Elon Musk.
Ha detto: «Non l'ho riconosciuto fino a quando non abbiamo iniziato a parlare. Mi aveva ricordato che ci eravamo già incontrati una volta. Abbiamo parlato sul tappeto rosso in fila d'attesa. Sembrava un vero gentiluomo». Heard ha detto che in seguito è diventata amica di Musk. Ha iniziato a frequentare il fondatore di Tesla subito dopo e nell'agosto dell'anno successivo si erano lasciati.
Ha poi testimoniato sui metodi che ha utilizzato per coprire i suoi lividi, «nessuna donna vuole andare in giro con un livido», per questo bisogna «ghiacciarlo subito per ridurre il gonfiore». «È molto gestibile se lo ghiacci, anche l’arnica è un ottimo rimedio. Se vuoi coprire un livido, metti prima il fondotinta, il correttore, inoltre ho usato un kit per il trucco teatrale che ho chiamato il mio kit per i lividi», kit che in seguito ha mostrato alla giuria.
Infine, interrogata dal suo avvocato sull’episodio della cacca nel lato del letto di Johnny Depp dopo una discussione il giorno del suo trentesimo compleanno, Heard ha detto che il colpevole è stato sicuramente uno dei cani di Johnny che «aveva problemi di controllo intestinale». Ha raccontato che il cane era sul letto mentre lei faceva le valigie per andare al Coachella e probabilmente è stato quello il momento in cui l’animale ne ha approfittato e si è liberato. Ha negato di aver orchestrato uno scherzo per l’ex marito.
Deborah Ameri per oggi.it il 18 maggio 2022.
Un altro doloroso giorno sul banco dei testimoni per Amber Heard. E un altro giorno di retroscena che raccontano di una coppia disfunzionale, destinata ad autodistruggersi.
I legali di Johnny Depp (che ha citato la ex per diffamazione) hanno terminato il controinterrogatorio dell’attrice accusandola di aver picchiato una sua ex nel 2009 e di aver tradito Depp con James Franco.
Camilla Vasquez, legale dell’attore, ha ricordato in aula l’arresto di Amber Heard nel 2009. L’attrice avrebbe assalito l’allora fidanzata Tasya van Ree, colpendola su un braccio e poi strappandole di dosso una collana. Dopo l’arresto però le accuse caddero, probabilmente van Ree non sporse denuncia. Heard ha negato con forza l’accaduto, perdendo un po’ della sua compostezza.
L’AMICO INCOLPA LUI – Tillett Wright, amico della coppia, è apparso via video e ha testimoniato che l’abuso di alcol e droghe trasformava Depp in un essere «misogino e crudele». Depp gli aveva anche confessato che le sue dipendenze gli avevano già causato problemi nelle precedenti relazioni ma che a lui non piaceva la vita da sobrio. «Adesso siamo sposati, posso darle un pugno in faccia e nessuno può fare niente», gli avrebbe riferito dopo il matrimonio con l’attrice.
LA VISITA DI JAMES FRANCO – La sera del 22 maggio 2016 l’attore James Franco va a trovare Heard. Il giorno prima Depp avrebbe scagliato contro l’ex moglie un cellulare, colpendola in faccia. Lei aveva risposto cambiando tutte le serrature della loro residenza.
L’accusa sostiene che Franco e Heard avessero una relazione, ma l’attrice ha spiegato che Franco era un amico, lei aveva bisogno di sostegno, non sapeva a chi rivolgersi e Franco, che abitava a due passi, era andato a offrirle appoggio morale. Depp ne era gelosissimo fin dall’inizio. Come, del resto, era geloso di chiunque si avvicinasse alla moglie.
IL DIARIO – Lo chiamano “love journal”, è un diario dove sia Amber che Johnny si scrivevano a vicenda. Contiene messaggi d’amore, di scuse, di passione. Purtroppo, sono state mostrate solo le note dell’attrice. In una scrive: «Ho visto in te la vera amicizia e il vero rispetto ma vorrei lo stesso farti a pezzi, divorarti e assaporarti». In altre note lo definisce un “marito amorevole” e chiede scusa per avergli fatto del male.
Dagotraduzione dal Daily Mail il 19 maggio 2022.
Il processo tra Johnny Depp e Amber Heard ha fatto nascere una nuova star: l’avvocato Camille Vasquez, 37 anni, che negli ultimi due giorni si è occupata di contro interrogare Amber Heard. Il legale di Depp ha conquistato un enorme seguito online, e i fan hanno alimentato le voci che tra i due sia in corso una storia d’amore. Ieri, mentre usciva dal tribunale, una giornalista di TMZ le ha chiesto a bruciapelo: «Stai uscendo con Johnny Depp? Se ne parla online. Puoi mettere le cose in chiaro, sì o no?». In tutta risposta, Vasquez ha ridacchiato.
I fan di Depp stanno elogiando l'avvocato per il suo lavoro in difesa dell'attore, twittando foto di sé stessi che indossano magliette e meme "I heart Camille Vasquez" che la ritraggono come il dio nordico del tuono e il personaggio Marvel Thor.
Stanno persino preparando dei TikTok su canzoni pop romantiche in cui i due si scambiano sguardi, si tengono per mano e parlano da vicino.
I due erano tutti sorridenti quando sono entrati nel tribunale del circuito della contea di Fairfax mercoledì, un giorno dopo essere stati fotografati mentre si abbracciavano in una foto ampiamente condivisa sui social media.
Ma chi è Camille Vasquez? Nata nel luglio del 1984 da due emigrati colombiani, Leonel e Marillia Vasquez, si è laureata alla University of Southern California in Arte, comunicazione e scienze politiche nel 2006. Ha frequentato la Southwestern Law School di Los Angeles dal 2007 al 2010 e ha lavorato in uno studio legale prima di entrare a far parte del suo studio attuale, Brown Rudnick LLP, come associata. Non ha profili pubblici sui social media.
Johnny Depp e Amber Heard: al processo la versione dell’attrice, tra smentite, gli ex e Kate Moss. Redazione online su Il Corriere della Sera il 19 Maggio 2022.
Riprende l’udienza. È Heard che racconta la sua versione della storia tra qualche bugia, testimoni e ricostruzioni non sempre chiare
A Fairfax, in Virginia, è ricominciato uno dei processi più seguiti degli ultimi tempi, quello per diffamazione intentato da Johnny Depp , 58 anni, contro la ex moglie Amber Heard , 36.
Ora è l’attrice a raccontare la versione della storia in un controinterrogatorio che aggiunge altri particolari scioccanti di una relazione dai tratti violenti e tossici , che, atterrata sul banco della Corte, è diventata di dominio pubblico.
Video, audio e dichiarazioni ci hanno fatto conoscere dettagli sconvolgenti di questo matrimonio– presunti atti di violenza fisica da entrambe le parti, droga, ripicche inimmaginabili, come feci umane sul letto –, trasformando una tragedia personale in uno spettacolo da seguire su Youtube, su Tik Tok, e perché no, con l’ultimo meme arrivato via messaggio.
Questioni di beneficienza
Nella sua deposizione, Heard ammette di aver mentito. Aveva raccontato più volte di aver donato i sette milioni ottenuti dal divorzio con Depp all’ACLU, un’organizzazione non governativa che si batte per i diritti civili, e al Children Hospital di Los Angeles. Alla domanda insistente dell’avvocato dell’attore, la Heard ha ceduto, dicendo che, in effetti, non era vero. Non l’ha fatto, dice, perché l’ex marito l’ha citato in giudizio per 50 milioni di dollari nel marzo del 2019: «Intendo onorare tutti i miei impegni. Mi piacerebbe che Depp smettesse di farmi causa, così posso farlo».
Amici-amori
Heard ha chiamato a testimoniare l’attore James Franco che Depp accusa di essere stato un amante. Lei smentisce definendolo «solo un amico», un vicino di casa. Heard ha chiamato a testimoniare anche Elon Musk, con cui aveva avuto una breve relazione. Nessuno dei due sembrerebbe aver accettato l’invito.
Sulla questione «amore o amicizia?» con Franco, durante l’interrogatorio è stato fatto vedere un video di una telecamera di sicurezza dell’ascensore di casa Depp-Heard, la sera prima che lei chiedesse il divorzio, in cui si vede l’attore appoggiare la testa sulla spalla della Heard, prima di entrare nell’attico. Lei dice che l’amicizia con Franco sarebbe stata un’ossessione per Depp che pensava ci fosse una storia tra i due. Dice: «Era mio amico. E viveva nella porta accanto, letteralmente nella porta accanto. E io, francamente, avevo esaurito la mia rete di supporto con i miei soliti amici ed ero felice di accogliere quanta più amicizia possibile in quel momento».
La ex Kate Moss
Un’affermazione di Amber Heard potrebbe portare sul banco dei testimoni anche la top model Kate Moss, ex fidanzata di Johnny Depp degli anni ‘90. L’attrice dice di ricordare che qualcuno le ha detto che in passato Depp avrebbe spinto un’ex ragazza, «credo fosse Kate Moss, l’avrebbe spinta giù per le scale».
Un’affermazione che potrebbe diventare un autogol per la Heard. Infatti, gioiscono gli avvocati di Depp che vorrebbero chiamare la top model sul banco dei testimoni, sapendo che i due hanno sono rimasti in buoni rapporti.
La sorella
Ha testimoniato anche la sorella di Amber Heard, Whitney Henriquez. Ha detto diverse cose, tutte molto pesanti. Racconta di aver fatto uso svariate volte di cocaina con Depp. Poi, prosegue affermando che per difenderla dal marito che era andato verso di lei con fare minaccio, Heard l’avrebbe preso a schiaffi e lui l’avrebbe afferrata per i capelli.
Quel fazzoletto in aula
In ultimo, molti spettatori del processo hanno notato una cosa bizzarra durante la deposizione di Amber Heard. Si vede l’attrice portare al naso un fazzoletto, aprirlo e con un dito chiudersi una narice. Poi, sembrerebbe aspirare con l’altra qualcosa dentro il fazzoletto.
Che cosa stesse facendo non lo può sapere nessuno, ma in molti hanno pensato si trattasse di droga. Anche se il buon senso fa pensare che sarebbe molto strano sniffare in un’aula di tribunale.
Matteo Furina per lascimmiapensa.com il 20 maggio 2022.
Durante l’ultima sessione del processo per diffamazione che si sta tenendo tra Johnny Depp ed Amber Heard è stata ascoltata Ellen Barkin, ex fidanzata dell’attore di Pirati dei Caraibi. L’attrice che ha recitato in film come The Big Easy. Brivido seducente, Johnny il bello e Ocean’s Thirteen, ha detto di aver incontrato Depp nel 1990 e la loro amicizia platonica si è trasformata presto in una breve relazione sessuale, che tuttavia non le ha lasciato un bel ricordo.
Parlando in una deposizione preregistrata, girata nel 2019, la Barkin ha detto: "È un uomo geloso, opprimente. Dove vai? Con chi vai? Che cosa hai fatto ieri sera? Avevo un graffio sulla schiena una volta che lo ha fatto arrabbiare molto, perché ha insistito sul fatto che provenisse da un mio rapporto sessuale con una persona che non era lui".
La Barkin, che è apparsa al fianco di Johnny Depp in Paura e delirio a Las Vegas, ha aggiunto di averlo visto in situazioni “fuori controllo” ed era ubriaco “molto spesso”. Beveva sempre o fumava una canna – ha detto - Ha anche raccontato di un’occasione nella quale l’attore le ha lanciato una bottiglia di vino contro durante un litigio.
Un racconto molto simile è arrivato anche da un’altra ex fidanzata di Johnny Depp, Jennifer Grey. L’attrice di Dirty Dancing infatti, nel suo libro di memorie Out of the Corner, ha parlato della relazione con la star di Pirati dei Caraibi, spiegando come non fosse stata proprio idilliaca.
Johnny faceva il pendolare ogni settimana avanti e indietro da Vancouver, ma aveva cominciato sempre più regolarmente a mettersi nei guai: risse nei bar, scaramucce con la polizia. Aveva iniziato a perdere i suoi voli per tornare a Los Angeles dopo aver dormito troppo o, quando tornava a casa, diventava geloso e paranoico per quello che avevo combinato mentre lui non c’era. Ho attribuito il suo cattivo umore e la sua infelicità al fatto che si sentiva frustrato e impotente dal fatto di non poter uscire dalla serie TV 21 Jump Street
Dal corriere.it il 20 maggio 2022.
A Fairfax, in Virginia, è ricominciato uno dei processi più seguiti degli ultimi tempi, quello per diffamazione intentato da Johnny Depp, 58 anni, contro la ex moglie Amber Heard, 36.
Ora è l’attrice a raccontare la versione della storia in un controinterrogatorio che aggiunge altri particolari scioccanti di una relazione dai tratti violenti e tossici, che, atterrata sul banco della Corte, è diventata di dominio pubblico.
Video, audio e dichiarazioni ci hanno fatto conoscere dettagli sconvolgenti di questo matrimonio – presunti atti di violenza fisica da entrambe le parti, droga, ripicche inimmaginabili, come feci umane sul letto –, trasformando una tragedia personale in uno spettacolo da seguire su Youtube, su Tik Tok, e perché no, con l’ultimo meme arrivato via messaggio.
Questioni di beneficienza
Nella sua deposizione, Heard ammette di aver mentito. Aveva raccontato più volte di aver donato i sette milioni ottenuti dal divorzio con Depp all’ACLU, un’organizzazione non governativa che si batte per i diritti civili, e al Children Hospital di Los Angeles. Alla domanda insistente dell’avvocato dell’attore, la Heard ha ceduto, dicendo che, in effetti, non era vero. Non l’ha fatto, dice, perché l’ex marito l’ha citato in giudizio per 50 milioni di dollari nel marzo del 2019: «Intendo onorare tutti i miei impegni. Mi piacerebbe che Depp smettesse di farmi causa, così posso farlo».
Amici-amori
Heard ha chiamato a testimoniare l’attore James Franco che Depp accusa di essere stato un amante. Lei smentisce definendolo «solo un amico», un vicino di casa. Heard ha chiamato a testimoniare anche Elon Musk, con cui aveva avuto una breve relazione. Nessuno dei due sembrerebbe aver accettato l’invito.
Sulla questione «amore o amicizia?» con Franco, durante l’interrogatorio è stato fatto vedere un video di una telecamera di sicurezza dell’ascensore di casa Depp-Heard, la sera prima che lei chiedesse il divorzio, in cui si vede l’attore appoggiare la testa sulla spalla della Heard, prima di entrare nell’attico.
Lei dice che l’amicizia con Franco sarebbe stata un’ossessione per Depp che pensava ci fosse una storia tra i due. Dice: «Era mio amico. E viveva nella porta accanto, letteralmente nella porta accanto. E io, francamente, avevo esaurito la mia rete di supporto con i miei soliti amici ed ero felice di accogliere quanta più amicizia possibile in quel momento».
La ex Kate Moss
Un’affermazione di Amber Heard potrebbe portare sul banco dei testimoni anche la top model Kate Moss, ex fidanzata di Johnny Depp degli anni ‘90. L’attrice dice di ricordare che qualcuno le ha detto che in passato Depp avrebbe spinto un’ex ragazza, «credo fosse Kate Moss, l’avrebbe spinta giù per le scale».
Un’affermazione che potrebbe diventare un autogol per la Heard. Infatti, gioiscono gli avvocati di Depp che vorrebbero chiamare la top model sul banco dei testimoni, sapendo che i due hanno sono rimasti in buoni rapporti.
La sorella
Ha testimoniato anche la sorella di Amber Heard, Whitney Henriquez. Ha detto diverse cose, tutte molto pesanti. Racconta di aver fatto uso svariate volte di cocaina con Depp. Poi, prosegue affermando che per difenderla dal marito che era andato verso di lei con fare minaccio, Heard l’avrebbe preso a schiaffi e lui l’avrebbe afferrata per i capelli.
Quel fazzoletto in aula
In ultimo, molti spettatori del processo hanno notato una cosa bizzarra durante la deposizione di Amber Heard. Si vede l’attrice portare al naso un fazzoletto, aprirlo e con un dito chiudersi una narice. Poi, sembrerebbe aspirare con l’altra qualcosa dentro il fazzoletto.
Che cosa stesse facendo non lo può sapere nessuno, ma in molti hanno pensato si trattasse di droga. Anche se il buon senso fa pensare che sarebbe molto strano sniffare in un’aula di tribunale.
Matteo Persivale per il “Corriere della Sera” il 21 maggio 2022.
«Johnny Depp contro Amber Heard» non verrà ricordato soltanto come un processo per diffamazione ma come un grande film, uno dei più grandi della carriera di Depp, un successo globale gigantesco: la diretta in streaming su YouTube, gli «highlights» come per le partite di calcio che in un quarto d'ora sintetizzano la giornata, una quantità di interazioni sui social media che ha cancellato la guerra in Ucraina, l'inflazione-record, il Covid, l'aborto che presto tornerà illegale negli Usa, la difficoltosa scalata a Twitter di Elon Musk, i guai di Joe Biden.
Toccherà a politologi, massmediologi e sociologi decifrare la differenza enorme tra l'engagement del processo Depp-Heard e le altre drammatiche vicende dell'attualità: resta un fatto, è difficile non restare ipnotizzati dal dibattimento che per una volta mostra la realtà dietro la spessa cortina di ottime e abbondanti agenzie di pubbliche relazioni che gestiscono l'immagine dei divi di Hollywood: «Depp contro Heard» conferma tutto quello (di male) che milioni di persone hanno sospettato sullo star system (c'è anche la docuserie: «Johnny Depp contro Amber Heard - Il processo», adesso su Discovery+ solo per gli abbonati, da mercoledì 25 maggio in prima serata sul canale Nove).
Nel 2018 Heard aveva pubblicato un editoriale sul Washington Post definendosi vittima di «abusi sessuali».
Lui ha fatto causa, chiede 50 milioni di dollari come risarcimento danni, l'ex moglie ha risposto con un'altra causa nella quale ne pretende 100.
È lo show degli avvocati: la star è la 36enne avvocata di Depp, Camille Vasquez dell'ottimo (e costosissimo, sui mille dollari l'ora) studio Brown Rudnick di Los Angeles, che ha più volte messo nell'angolo Heard, facendola cadere in contraddizione e minando la pietra angolare del processo, cioè la fiducia della giuria nelle sue accuse.
Vasquez con tono freddamente clinico ha passato giorni di contro-interrogatorio seminando dubbi sulla credibilità dell'attrice, e accusandola di essersi inventata non soltanto i racconti delle percosse ma anche di aver falsificato le fotografie usate come prova.
Qualche esempio di Vasquez (i social le attribuiscono una relazione con Depp in base alla foto del loro abbraccio in aula, lei interrogata fuori dall'aula non ha risposto) in azione: Heard dice che una volta lui le ruppe il naso, le spaccò il labbro e le fece gli occhi neri. Vasquez le mostra fotografie e immagini della sua ospitata a un popolare talk show, 24 ore dopo. «Non vedo ferite, può indicarle alla giuria?», sibila. Heard arranca, e spiega che ha ottimi truccatori. C'è una foto di un tavolo dove Depp avrebbe sniffato cocaina. «Non vedo la cocaina».
Heard cade nella trappola: «Con tutto il rispetto, non so se sa come funziona. Quando sniffi cocaina ti entra nel naso». «Vedo anche un applicatore di assorbenti interni. Appartiene al signor Depp?», ribatte Vasquez senza pietà. Heard peggiora la situazione: «Serve per sniffare, credo che mia sorella gli abbia insegnato a usarlo».
Vasquez: «Il portacenere è pulito. Mr Depp è un forte fumatore». E ancora: «Perché ha scattato le foto e le ha subito mandate a un suo amico?... Nel 2018 ha promesso i 7 milioni di dollari ricevuti per il divorzio a due associazioni benefiche. Li ha versati?». «Non ancora». E così via, creando un film parallelo a quello di Depp aggressore, quello di Heard «Gone Girl» che fabbrica prove a carico del marito, con il sangue dal naso delle fotografie che in realtà è smalto per unghie rosso sangue.
Non c'è partita con gli avvocati di Heard - Benjamin Rottenborn, Adam Nadelhaft e Elaine Bredehoft - che hanno fatto una serie impressionante di gaffes, la più famosa quella di Nadelhaft che si rende conto che una sua domanda gli si ritorcerà contro e fa un'obiezione a se stesso, lasciando allibita la povera giudice Penney Azcarate seppellita di solito dalle obiezioni a raffica del team di Depp, bravissimo a spezzare il ritmo del dibattimento quando le cose buttano male (Bredehoft almeno sa fare una buona imitazione del tono di voce baritonale di Depp, che ha fatto sorridere perfino l'attore).
Da rivistastudio.com il 23 maggio 2022.
Anche se non è ancora finito, è già entrato nella storia della cultura pop. Iniziato il 12 aprile a Fairfax, in Virginia, il processo Depp vs Heard scaturito dalla denuncia di diffamazione fatta da Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard sta quasi per finire. L’attore e l’attrice si accusano a vicenda di essere stati fisicamente violentati durante il loro matrimonio, durato dal 2015 al 2017.
Anche se sembra che l’intero popolo di TikTok si sia schierato dalla parte dell’attore, generando una miriade di trend ispirati alle dichiarazioni di Heard (tanto che in molti stanno iniziando a contestare questo atteggiamento, facendo coincidere l’evento con la fine dell’era #metoo o sottolineando come il processo abbia aperto “le porte dell’inferno“), siamo ancora lontani dal sapere la verità. Forse.
L’ultima notizia su uno dei processi più mediatici della storia riguarda la presenza di Kate Moss: l’attrice parlerà mercoledì 25 maggio. Secondo quanto riportato dal New York Post, Moss potrà testimoniare grazie a un passo falso di Heard, che ha parlato dopo Depp. In una sua testimonianza ha affermato: «Ricordavo informazioni che avevo sentito, ricordavo che aveva spinto una sua ex ragazza, credo fosse Kate Moss, giù per le scale».
Quanto l’attrice ha citato la modella, Benjamin Chew, l’avvocato di Depp, ha fatto un gesto come per dire «evvai!». Visto che l’ha citata, ora Kate Moss (48 anni) può essere chiamata a testimoniare, e Depp è certo che starà dalla sua parte, come ha sempre affermato pubblicamente.
Johnny Depp, la difesa di Courtney Love: «Nel 1995 mi ha salvato la vita dopo un’overdose». Simona Marchetti su Il Corriere della Sera il 23 maggio 2022.
Il processo per diffamazione dell’attore contro l’ex moglie Amber Heard è entrato nell’ultima settimana di dibattimento e la vedova di Kurt Cobain ha voluto prendere posizione. Anche Eva Green si è schierata su Instagram con la star de «I Pirati dei Caraibi».
Non si è presentata sul banco dei testimoni, ma Courtney Love ha voluto comunque dire la sua sul processo Depp-Heard, che è entrato nell’ultima settimana di dibattimento (le argomentazioni conclusive sono attese per il 27 maggio). Attraverso una serie di video pubblicati su YouTube, la cantante ha infatti raccontato di quella volta in cui la star de «I Pirati dei Caraibi» le salvò la vita quand’era andata in overdose all’esterno del Viper Room, l’iconico locale sul Sunset Strip di Hollywood di cui Depp era co-proprietario e che negli anni ’90 era un punto di riferimento per le celebrità. «Non voglio davvero esprimere giudizi pubblicamente - ha esordito la 57enne Love nel primo filmato - . Voglio solo dirvi che Johnny mi ha fatto la rianimazione cardio polmonare nel 1995, quando sono andata in overdose fuori dal Viper Room».
Già nel 2006, in un’intervista al «Guardian», la cantante aveva parlato di quest’episodio, accaduto un anno dopo il suicidio del marito Kurt Cobain, che aveva sposato nel 1992 e da cui aveva avuto una figlia - Frances Bean - che all’epoca aveva appena 3 anni. E proprio la bambina è stata oggetto delle premurose attenzioni di Depp che nel corso degli anni ha cercato di aiutarla a trovare un equilibrio fra la prematura scomparsa del leggendario frontman dei Nirvana e la dura battaglia della madre contro la dipendenza. «Quando ero strafatta e Frances era alle prese con tutti quegli assistenti sociali, Johnny le ha mandato una lettera di quattro pagine, che lei non mi ha mai fatto vedere», ha continuato la Love nella sua confessione social. Non bastasse, l’attore ha anche invitato spesso Frances alle prime dei suoi film.
«Mandava la sua limousine a prendere mia figlia a scuola, per portare lei e le sue amiche a vedere “I Pirati dei Caraibi” - ha raccontato sempre la cantante -. Lo ha fatto un sacco di volte e alle prime dei film le faceva riservare una poltrona con il suo nome sopra. Io non ho mai visto quei film, ma Frances li adorava. Quando aveva 13 anni, mi ha detto “Mamma, lui mi ha salvato la vita. E lo ha poi detto di nuovo». Pur schierandosi dalla parte di Depp nel processo di diffamazione contro l’ex moglie, la Love ha però ammesso di provare empatia per Amber Heard, pur auspicando che alla fine la giustizia faccia il suo corso. «Sono stata la donna più odiata d’America. Sono stata la donna più odiata del mondo prima di Tik Tok…Ho molta empatia per come deve sentirsi Amber. F*** amico, puoi immaginarti (come sia) essere lei?».
Quella della vedova di Cobain non è però la sola voce che in queste ore si è levata a favore di Depp. Anche l’attrice Eva Green - che ha lavorato con l’attore in «Dark Shadows» - ha voluto dire la sua e lo ha fatto con un post pubblico su Instagram. «Non ho dubbi sul fatto che Johnny riuscirà ad emergere con il suo buon nome e che il suo cuore meraviglioso sarà rivelato al mondo - ha scritto la Green a corredo di una foto insieme l’attore - e la vita sarà migliore di quanto non sia mai stata per lui e la sua famiglia».
Dagospia il 24 maggio 2022. Il post è apparso per la prima volta sul New York Times.
………..
In un altro spettacolo vergognoso, la verità non ha importanza per i fan rabbiosi di Johnny Depp. I fan di Depp assomigliano ai fan di Trump nella loro cieca lealtà e volontà di mettere da parte fatti brutti sul loro eroe. Depp è rinchiuso in una tremenda resa dei conti con l'ex moglie Amber Heard in un'aula di tribunale in un sobborgo di Washington, un processo che un insider mi ha descritto come "processo di O. J. sotto cocaina".
Come i fan di Trump, i fan di Depp si comportano come se fossero in una setta. Liquidano le affermazioni di Heard sulla violenza domestica una bufala e fanno il tifo per l'avvocato di Depp Camille Vasquez, in una sorta di Colosseo online, ogni volta che fa una domanda difficile su Heard.
Heard si è aggiunta all'atmosfera del circo quando ha licenziato il suo rispettato studio di pubbliche relazioni e ha assunto un guru delle pierre che è stato lui stesso accusato di comportamenti sessuali inappropriati.
Heard e Depp hanno condiviso le storie più umilianti e disgustose di una relazione in cui hanno chiaramente tirato fuori il peggio l'uno dall'altro. Qualunque cosa decida la giuria, un uomo che una volta era il Re del Cool ora sembra un guscio abrasivo e lavato di se stesso.
Ha incolpato l'editoriale di Heard sul Washington Post, in cui ha affermato di essere stata vittima di abusi domestici senza nominare Depp, per aver danneggiato la sua carriera di pirata. Ma la Disney aveva già spento i riflettori dopo un incidente del 2015 quando Heard ha falsificato i documenti per contrabbandare i loro Yorkshire terrier in Australia, dove era stato girato il quinto capitolo del franchise "Pirati dei Caraibi", e poi, quando è stato catturato, ha rimandato i cuccioli in California su un aereo privato. La Disney era anche arrabbiata per l'incidente in cui una parte del dito di Depp è stata tagliata durante una lite coniugale e le riprese hanno ritardato.
Circondato da adulatori, Depp si è illuso che il suo uso di alcol e droghe non stessero sconvolgendo la sua carriera, le sue relazioni e la sua vita. Contrariamente alla sua immagine disinvolta, era arrabbiato e geloso, hanno testimoniato coloro che lo conoscevano. Il suo ex business manager ha testimoniato che la star stava buttando via soldi, spendendo $ 300.000 al mese per il personale e migliaia al mese per farmaci da prescrizione.
Bruce Witkin, un ex amico di Depp, ha descritto il velo di finzione che lo circonda. "Le persone sul libro paga non diranno molto", ha detto. "Ci proveranno, ma non vogliono perdere il lavoro".
In tutto il mondo, i fatti privati sono di gran moda. La verità non ha importanza.
Dagotraduzione dal “Daily Mail” il 24 maggio 2022.
Prosegue il processo tra Johnny Depp e Amber Heard in Virginia. Ieri sul banco dei testimoni è salito il dottor Roger Moore, esperto del team legale di Heard. Il dottore è stato chiamato a relazionare sull'incidente in cui Johnny Depp ha perso un pezzo di dito. L'attore sostiene di essersi tagliato perché l'ex moglie gli ha tirato una bottiglia di vodka, lei al contrario dice che si è ferito da solo con un telefono.
Secondo il dottor Moore l'idea che il dito di Depp sia stato tagliato via con una bottiglia «non è compatibile» con le prove per il tipo di lesione descritto. Il dottor Moore ha spiegato che non c'erano ferite sul dorso del dito, né sul dorso della mano.
Il dottor Moore ha poi riferito che non sembrava che l'infortunio fosse accaduto mentre Depp aveva la mano distesa: «In quella posizione, se la bottiglia avesse colpito il dito, avrebbe colpito l'unghia e l'unghia non si sarebbe ferita. Questo non è coerente con quel tipo di infortunio».
Alla giuria sono state mostrate foto grafiche del dito ferito di Depp e raggi X che, secondo il dottor Moore, mostravano molteplici minuscoli frammenti di osso nella punta e una "frattura comminuta" (con molti frammenti) associata a una lesione da schiacciamento. Tali lesioni da schiacciamento potrebbero essere causate da un dito intrappolato in una porta scorrevole o nella portiera di un'auto.
Alla domanda se la descrizione di Depp dell'incidente fosse compatibile con le prove fotografiche, il dottor Moore ha spiegato di no.
Depp ha affermato che la bottiglia «è esplosa» dopo aver colpito la sua mano, ma l'assenza di ferite da vetro sulla sua mano suggerisce che non sia andata così. Il dottor Moore ha aggiunto: «Questa ferita non sembra essere una lacerazione da vetro».
L'avvocato di Depp, Camille Vasquez, ha quindi controinterrogato il dottor Moore; Vasquez ha chiesto al dottor Moore: «Non puoi determinare quale oggetto ha causato la ferita al suo dito?». Il dottor Moore ha detto: «Non riesco a determinare quale oggetto sia stato. Posso dire con sicurezza che il meccanismo descritto della bottiglia non era compatibile...».
Vasquez ha mostrato le foto della giuria dell'area del bar della proprietà che Depp e Heard hanno affittato in Australia, dove è avvenuta la rissa. Hanno mostrato una bottiglia di vodka rotta e un fazzoletto insanguinato con gocce di sangue intorno. Il dottor Moore ha convenuto di non aver considerato le foto come parte della sua analisi.
È stato poi il turno del Dr. David Spiegel, un esperto di scienze comportamentali, che ha testimoniato sull'uso di droghe e alcol e sulla violenza di un partner intimo. Ha detto che Depp ha mostrato un «disturbo da uso di sostanze».
Secondo Spiegel, l'abuso di alcol e cocaina di Johnny Depp ha influenzato la sua capacità di attenzione e memoria al punto che l'attore ha bisogno che le sue battute gli vengano suggerite con l’auricolare. Il dottor Spiegel ha dichiarato di aver richiesto un colloquio con Depp due volte, ma entrambe le volte gli è stato negato.
Intanto, la modella Kate Moss testimonierà mercoledì prossimo, in collegamento video. Moss è stata chiamata in causa dalla stessa Heard e quindi la sua deposizione è stata giudicata ammissibile. L’attrice ha avuto una relazione con Depp tra il 1994 e il 1997.
Processo Depp contro Heard, attesa la testimonianza di Kate Moss. Chiara Barison su Il Corriere della Sera il 24 Maggio 2022.
L’ex top model si collegherà in videoconferenza mercoledì 25 maggio. Heard l’ha menzionata due volte nel corso delle sue deposizioni: «L’ha spinta giù dalle scale».
Il processo per diffamazione intentato da Depp contro Heard è giunto alle battute finali. E’ iniziata l’ultima settimana di dibattimento: ora è il momento delle testimonianze. Le premesse non escludono ulteriori colpi di scena. Infatti domani, 25 maggio, è attesa la deposizione di Kate Moss.
L’ex modella britannica si collegherà in videoconferenza all’aula del tribunale di Fairfax, in Virginia, per chiarire la sua versione dei fatti. La sua chiamata in causa è giustificata dalla relazione che Moss ha avuto con Johnny Deep tra il 1994 e il 1997, tanto che Heard l’ha menzionata due volte nel corso delle sue deposizioni. Alcune fonti hanno rivelato a People che Kate Moss testimonierà a favore dell’attore. L’averla tirata in ballo, quindi, potrebbe essere controproducente per l’ex moglie.
La prima volta che Kate Moss è comparsa nei verbali del processo è stato nel 2020. Heard sosteneva di aver sentito delle voci secondo cui Depp avrebbe spinto giù dalle scale la donna nel periodo in cui stavano insieme. Il suo nome è stato fatto di nuovo dall’attrice statunitense all’inizio di maggio a proposito di una lite avvenuta con il marito in presenza della sorella di lei, Whitney Henriquez. L’attrice ha raccontato che Henriquez «si è messa in mezzo per cercare di fermare» la furia di Johnny. La donna si trovava «in cima alle scale e dava le spalle alla rampa - ha continuato Heard - questo mi ha fatto pensare all’incidente di Kate Moss, ancora fresco nella mia mente».
Con questo racconto Heard ha tentato di spiegare il motivo di un’ aggressione risalente al 2015 ai danni dell’ex marito. Per evitare la temuta caduta dalle scale della sorella, l’attrice ha colpito in faccia Depp «per la prima volta». «Dall’inizio della nostra relazione non avevo mai sferrato un colpo», aveva aggiunto. La sorella di Heard ha confermato l’alterco sul banco dei testimoni, dichiarando che Depp l’avrebbe colpita per poi continuare a sfogarsi sulla moglie «colpendola ripetutamente».
Se è vero che sulla caduta dalle scale di Kate Moss non ci sono certezze, è noto invece che il 13 settembre 1994 Depp venne arrestato con l’accusa di aver devastato l’hotel di New York in cui alloggiava proprio con la modella. La polizia aveva dichiarato di essersi trovata di fronte un Johnny Depp in «stato di alterazione», forse da droga o alcol, e Moss illesa. All’epoca, il giudice aveva fatto cadere le imputazioni e l’attore aveva risarcito l’hotel per i danni causati.
Non ha deposto in udienza ma ha deciso di esprimersi a favore di Johnny Depp la cantautrice americana Courtney Love. «Johnny mi ha fatto la rianimazione cardio polmonare nel 1995, quando sono andata in overdose fuori dal Viper Room», ha detto in un video pubblicato su YouTube. Love ha però dimostrato di comprendere lo stato d’animo di Amber Heard in questo momento: «Sono stata la donna più odiata del mondo prima di Tik Tok…Ho molta empatia per come deve sentirsi Amber. Puoi immaginarti (come sia) essere lei?».
Chiara Barison per il corriere.it il 25 maggio 2022.
«Non mi ha mai spinto giù dalle scale». La testimonianza che tutti stavano aspettando è arrivata: Kate Moss oggi ha difeso Johnny Depp. È apparsa nel tribunale di Fairfax, Virginia, in videocollegamento dalla contea di Gloucestershire con una camicia accollata e una giacca nera. In poche parole ha definitivamente smentito l'accusa di Amber Heard.
Dopo il giuramento, Moss sembra reagire tranquilla di fronte alle domande preliminari sulla sua relazione con l'attore americano poste da Ben Chow, uno degli avvocati di Depp. L'errore sull'anno in cui è iniziato il loro fidanzamento tradisce forse un po' di emozione. «Siamo stati insieme dal 1993», esordisce, ma si corregge subito «dal 1994 al 1998».
Ricorda poi la caduta che ha dato adito ai pettegolezzi sulla presunta violenza di Depp nei suoi confronti. All'epoca della loro relazione, Moss e Depp si trovavano in vacanza in Jamaica quando «durante un temporale sono scivolata dalle scale e ho battuto la schiena», ha ricordato la modella. Depp, che era già uscito, è tornato indietro sentendo le grida di dolore. «Johnny è corso ad aiutarmi, mi ha portato in camera e fatto vedere da un medico», ha concluso.
Giampiero De Chiara per “Libero quotidiano” il 25 maggio 2022.
In un bel film, ormai di trenta anni fa, "I Protagonisti" di Robert Altman, il protagonista, (un capo sceneggiatore e produttore di una grande compagnia hollywoodiana), spiega ad uno dei suoi collaboratori che gli bastano soltanto 25 parole per capire se un soggetto propostogli può diventare un film.
Alla luce di quello che sta emergendo nel processo che vede Johnny Depp accusare l'ex moglie, l'attrice Amber Heard, di diffamazione per un articolo pubblicato nel 2018 sul Washington Post, sembra che ne bastino anche meno di 25 per creare, da questa surreale storia giudiziaria, un film di successo. Lei lo accusa di violenze domestiche e lui per questo le ha chiesto 50 milioni di dollari in cambio.
Su questa disfida giudiziaria, sentimentale (lei sui social ha dichiarato alla vigilia del dibattimento di «aver provato sempre amore per lui...») e umana, è facile ricordare commedie grottesche come La guerra dei Roses di Danny De Vito, con Michael Douglas e Kathleen Turner, e quel piccolo gioiello dei fratelli Coen Primati sposo poi ti rovino (terribile traduzione italiana del più adatto Intolerable Cruelty) con un fascinoso George Clooney e la bellissima Catherine Zeta Jones.
Qualche produttore hollywoodiano starà già prendendo appunti e avrà mandato qualcuno a seguire il processo. Il film, infatti, sembra già bello e pronto: basta leggere le cronache giudiziarie per scoprire le più tragiche miserie umane che si creano quando una coppia si lascia in malo modo, per di più quando si tratta di due dividi Hollywood.
Storie che è vero sfiorano il ridicolo, ma anche la disperazione umana, l'abbandono, il male di vivere e la depressione di chi è arrivato in cima al mondo e non sa più cosa fare, se non scendere desolatamente sempre più giù.
La figura chiave, chi la fa da padrone, è proprio Johnny Depp che, secondo molti addetti ai lavori, sta interpretando il ruolo migliore della sua lunga e proficua carriera cinematografica o perlomeno degli ultimi suoi traballanti anni lavorativi. Nelle pieghe di questo resoconto a metà tra il ridicolo e l'osceno (dita nella vagina per cercare coicaina, penetrazioni tramite bottiglie di liquore), ecco spuntare anche una sorta di lieto fine, posticcio.
Già perché l'ultimo dei tanti colpi di scena è la presunta love story tra il protagonista di Edward mani di forbice e il suo avvocato Camille Vasquez. Figlia di due emigrati colombiani, 37 anni, la donna è associata nello studio legale che si occupa di Depp ed è stata lei che ha contro-interrogato Amber Heard. Le sue domande, il suo eloquio, la sua fermezza sono piaciute molto.
I fan dell'attore hanno iniziato a credere e a far girare le voci che tra i due sia in corso una storia d'amore. Soltanto pettegolezzi da tabloid. Ma quando, mercoledì scorso 18 maggio, il legale è uscita dal tribunale, una giornalista di TMZ (il sito Usa specializzato in gossip) le ha chiesto: «Stai uscendo con Johnny Depp? Se ne parla online. Puoi mettere le cose in chiaro, sì o no?».
La Vasquez, già da consumata attrice come lo sono tutti gli avvocati di questi mega-processi mediatici, non ha proferito parola. Ha soltanto ridacchiato. Lasciando così la possibilità di poter immaginare e interpretare a chiunque abbia voglia di appassionarsi a questo racconto.
Una storia che è una vera e propria telenovela. Tutto parte da quella lettera pubblicata dal Washington Post nel 2018. Una lettera che ha causato all'attore gravi ripercussioni alla sua carriera. Di contro poi Amber Heard ha chiesto 100 milioni di dollari all'ex consorte.
Ma nonostante ci siano in ballo così tanti soldi la donna ha continuato a mandare messaggi di pacificazione, se non di amore: «Speriamo che quando questo caso si concluda, io possa voltare pagina e anche Johnny. Ho sempre conservato amore per Johnny e mi provoca grande dolore dover vivere i dettagli della nostra vita comune di fronte al mondo». È chiaro che sia tutta una strategia concordata con i suoi avvocati, ma tutto fa brodo per appassionati e mass media.
Rolling Stone, il celebre magazine Usa, ha evidenziato come il processo, «si è trasformato in una serie a puntate che, finora, è di gran lunga più coinvolgente di tante altre che possiamo trovare sulle piattaforme streaming». E questo nuovo legal drama è così appassionante, «perché in nessun altro modo si sarebbe riusciti a scavare così a fondo nella vita di Johnny Depp», scrive sempre Rolling Stone.
Il giornale mette in risalto anche il momento chiave, quello in cui il racconto dell'attore sfiora vette introspettive, mai immaginate. È quando l'interprete di Jack Sparrow (il capitano della saga cinematografica dei Pirati dei Caraibi), viene chiamato «sul banco dei testimoni a ripercorrere il suo rapporto di coppia, ma anche la sua intera esistenza dall'infanzia agli esordi al cinema, fino al successo planetario».
Ne esce così un ritratto cupo, triste, di loser che però trova il riscatto diventando un divo, per poi tornare triste e depresso a combattere col suo "buio nell'anima". Picchiato dalla madre, abbandonato dal padre, appare sul banco dei testimoni un Depp imbolsito (ma chiunque vorrebbe arrivare a 58 anni nelle sue condizioni fisiche) con la mano che, nei momenti più intimi, passa tra i capelli ancora fluenti, con la voce che cambia intonazione, a seconda degli episodi ricordati e con gli occhiali da sole che a volte indossa per mascherare la sua evidente commozione. Una prova sicuramente da grande attore. Una "interpretazione" che ha ricordato quella di un altro grande attore.
Un amico di Depp, ma anche il suo mentore e un artista che è fonte di ispirazione ancora per tutti quelli che decidono di fare questo mestiere: Marlon Brando. Viene così alla mente quando la star di Ultimo tango a Parigi fu testimone nel processo (primi anni 90) che vedeva suo figlio Christian accusato, e poi condannato per omicidio, di aver ucciso il fidanzato della sorella. Marlon Brando ne uscì come un padre assente, terribile e pieno di dolore. Brando non si riprese più da quell'episodio. E Depp rischia più o meno la stessa cosa: che questo processo sia la sua ultima grande interpretazione.
Dagotraduzione dal Dailymail il 25 maggio 2022.
La più iconica storia d'amore degli anni Novanta, quella tra la top model Kate Moss e la star di Hollywood Johnny Depp, tornerà sotto i riflettori oggi, quando lei testimonierà per lui in collegamento video con il tribunale di Fairfax, in Virginia, nella causa di diffamazione intentata dall’attore nei confronti dell’ex moglie Amber Heard.
Un tentativo disperato dell’ex “Pirata dei Caraibi” per cercare di ripulire la propria reputazione infangata dalle accuse di essere stato un partner violento e un picchiatore di donne, così come emerso dal precedente processo celebrato a Londra. Questo è un processo mediatico, una guerra a colpi di rivelazioni e gossip sulla vita della star di Hollywood che sta avvincendo il mondo.
Kate Moss al contrario delle attrici Vanessa Paradis e Winona Ryder non era tra le ex di Depp che avevano rilasciato dichiarazioni contro di lui nel caso di Londra. Ma visto che la Heard la scorsa settimana ha riferito che Depp una volta avrebbe spinto giù dalle scale Kate Moss quando erano insieme, il team legale di Depp ha colto al balzo l'opportunità di chiamarla per fare una confutazione.
C’è grande attesa per la testimonianza di Kate Moss. Lei e Depp sono stati una coppia leggendaria: una potente combinazione di bellezza e freddezza. A unirli, oltre all’attrazione irresistibile, la poesia, i narcotici e l'alcol.
Quando si sono incontrati, lui aveva 31 anni, lei 20. La loro storia iniziò al Cafe Tabac nell'East Village di New York nel febbraio 1994, quando Depp e Moss furono presentati da un giornalista amico comune.
La modella ha raccontato in seguito di quell’incontro: «Ho saputo da quel momento che saremmo stati insieme. . . Ci siamo semplicemente seduti e abbiamo detto sciocchezze, e da quel momento non volevamo separarci più».
Maureen Callahan, autrice del libro “Champagne Supernovas”, ha scritto dell'incontro: «Hanno bevuto qualcosa, della coca cola e poi sono andati in una stanza d'albergo, dove si sono rintanati fino al giorno successivo a causa di una tempesta di neve».
Nel corso della loro storia d'amore durata quattro anni, restano celebri le pazzie delle due star: lui che regala a lei una collana di diamanti che però aveva nascosto tra le natiche, le stanze d’albergo distrutte durante le loro notti di eccessi, quella volta che fecero il bagno riempiendo la vasca con 36 bottiglie di champagne. I voli a bordo di un jet privato, dall'hotel Ritz a Parigi allo Chateau Marmont e al Viper Room, il night club che lui possedeva a Los Angeles.
Ispirata da Depp, Kate iniziò ad amare il look vintage che contribuì a renderla un’icona. Racconta Maureen Callahan: «Kate e Johnny erano la coppia più chic e drogata dai tempi di Keith Richards e Anita Pallenberg — l'epitome del cool nella cultura Trainspotting; ma Kate era spesso nervosa con Johnny, temeva i suoi umori».
Una fonte, che era con Kate il giorno del suo 21esimo compleanno, ricorda la storia d'amore in modo diverso. «Lei era semplicemente molto dolcemente e completamente innamorata di lui. Non riusciva a smettere di parlare di Johnny e di quanto fosse meraviglioso per lei, di come si prendeva cura di lei, la proteggeva e la istruiva».
La leggenda narra che Depp l'avrebbe incontrata a Parigi, portandola in una suite da 18.000 sterline a notte al Ritz, anche se aveva il suo appartamento in città. Faceva tutto parte della sua cultura di "gentiluomo del sud" che sapeva come trattare una signora. Fecero l'amore in ognuna delle 63 camere da letto dello Chateau Marmont.
Moss in seguito ha raccontato: «Non c'è nessuno che sia mai stato davvero in grado di prendersi cura di me. Johnny l'ha fatto per un po'. Ho creduto a quello che ha detto».
Moss sperava che si sarebbero sposati. . . ma proprio a quel punto, era il 1998, lui la scaricò. L’attore fa poi l’incontro della sua vita, con l’attrice francese Vanessa Paradis. E nel giro di tre mesi la coppia aspetta un figlio. Kate per sua stessa ammissione, pianse «per anni». E c’è chi pensa che si amino ancora.
Dagonews da dailymail.co.uk il 26 maggio 2022.
Al processo per diffamazione di Johnny Depp è stata mostrata una foto dell'attore con un segno sotto l'occhio il giorno prima che Amber Heard lo avrebbe preso a pugni durante la loro luna di miele del 2015.
Depp ha protestato dicendo che sarebbe stata una "luce laterale" a creare un effetto visivo, ma l'avvocato di amber heard ha puntualizzato che le foto - che mostrano Depp con in braccio un bambino - non sono state scattate di lato: "Qualunque segno sia, scottatura solare, ombra, avevi lo stesso segno prima di salire sul treno". Depp ha risposto: "È piuttosto difficile scottarsi sul treno".
Alla corte è stata mostrata un'altra copia della foto di Depp a bordo dell'Orient Express pubblicata su Facebook. Depp afferma: "Sembra che gli occhi siano stati photoshoppati". Alla giuria è stata mostrata una foto di Depp e Heard in posa con lo staff dell'Orient Express. Depp ha detto che ha mostrato il suo occhio "un po' sporgente". All'attore è stato chiesto se l'immagine fosse stata Photoshoppata come affermato da Heard. Lui ha risposto: "Ci sono troppe persone coinvolte nello scatto".
Dagotraduzione dal Daily mail il 26 maggio 2022.
Johnny Depp ha aperto il suo cuore sul banco dei testimoni descrivendo che cosa ha significato per lui ascoltare la testimonianza della sua ex Amber Heard, che punta il dito su di lui accusandolo di essere un uomo violento che l’ha abusata.
"È stato insano, pazzesco ascoltare queste accuse atroci di violenza, violenza sessuale di cui lei mi ha accusato".
"Non credo che a nessuno piaccia doversi aprire e dire la verità, ma ci sono momenti in cui farlo è semplicemente necessario perché la situazione è sfuggita al controllo.
'È stato orribile. Ridicolo, umiliante, brutale oltre ogni immaginazione, crudele e tutto falso.'
Depp ha continuato dicendo che nessun essere umano è perfetto, ma ha insistito: "Non ho mai commesso abusi sessuali, fisici, tutte queste storie assurde e oltraggiose su di me, con cui convivo da sei anni, aspettando di far emergere la verità.
"Quindi non è facile per nessuno di noi, lo so, ma qualunque cosa accada ho detto la verità e ho parlato di quello che ho dovuto sopportare per sei anni".
Quando la corte ha interrotto l’udienza per il pranzo, il giudice Penney Azcarate ha scherzato con Depp: "Non rompere nulla mentre esci", buttandola sul ridere.
Nella sua testimonianza precedente, Depp ha ricordato l'incidente con Kate Moss in cui è scivolata giù per le scale durante una vacanza in Giamaica. Kate Moss che ha testimoniato questa mattina collegandosi da remoto con l’aula, ha affermato che Depp non l'ha mai spinta giù per le scale, come aveva affermato Heard sul banco dei testimoni.
'Come ha testimoniato Kate Moss, molti molti anni fa, quello che è accaduto è esattamente quello che ha detto. Ricordo di aver parlato con Miss Heard proprio di quell'incidente a causa della pioggia battente perché pioveva molto forte il giorno in cui Kate è scivolata", ha detto Depp. "Le ho ricordato la storia."
'La signorina Heard ha preso la storia e l'ha trasformata in un brutto incidente tutto nella sua mente. Non c'è mai stato un momento in cui ho spinto Kate giù da una rampa di scale, eppure lei l’ha detto per tre volte.'
L'avvocato di Heard Benjamin Rottenborn ha sottolineato che Heard ha semplicemente detto di aver sentito questa "voce".
"Cos'è una voce?" ha replicato Depp: "Semplicemente eravamo in Giamaica, avevo lasciato il nostro bungalow circa tre minuti prima di lei, ero fuori e la pioggia inizia a scendere come se fosse un monsone.
Ricordo di aver visto Kate uscire dalla porta e c'erano tre scalette di legno, è caduta battendo la schiena. Era ferita, piangeva. Sono corso verso di lei e l'ho afferrata per assicurarmi che stesse bene.
«Ecco fatto, questa è tutta la storia ", ha detto Depp.
Anche questa volta è stato fatto riferimento al film Aquaman, in cui ha recitato Amber Heard. Lei nelle scorse settimane si era lamentata perché il suo ruolo era stato ridimensionato a causa delle accuse da parte di Depp. Walter Hamada, il presidente della DC Films per la Warner Bros., ha al contrario testimoniato che, ciò era avvenuto non a causa della cattiva pubblicità provocata dai problemi con l’ex marito, ma per la poca chimica che aveva con il suo collega Jason Momoa.
In aula Johnny Depp ha spiegato di aver aiutato Amber ad ottenere il ruolo: “Mi ha chiesto se potevo parlare con loro [i produttori]. Avevo un contratto per più film con la Warner Bros., quindi eravamo in affari insieme, quindi conoscevo queste persone. Ho fatto una telefonata e ho parlato con tre dirigenti Warner di alto livello: Kevin Tsujihara, Sue Kroll, Greg Silverman. Posso solo dire che alla fine ha ottenuto la parte nel film. Ho frenato le loro preoccupazioni in una certo senso”.
Gli avvocati dell’attrice hanno chiesto al divo se avesse provato a far licenziare la sua ex, dopo la loro separazione, mostrando un messaggio che lui aveva inviato alla sorella e nel quale diceva: “Voglio che venga rimpiazzata nel film di WB”.
Lui ha detto:
“Onestamente, mi sono sentito responsabile di essere andato da quelle persone e di aver dipinto un quadro così bello. Ho sentito che era mia responsabilità spiegare la verità alla Warner Bros. su ciò che avrebbero dovuto affrontare in futuro, ovvero due franchise che avrebbero causato problemi l’uno all’altro, soprattutto perché … qualsiasi notizia, qualsiasi organo di stampa, tutte le notizie che sono uscite su di me in quel momento mi hanno trasformato in, sai, io ero Charles Manson; ero la cosa peggiore al mondo e loro continuavano ad arrivare, era come un fuoco continuo”.
Assia Neumann Dayan per “la Stampa” il 26 maggio 2022.
«Garbo talks» è stata la frase scelta per pubblicizzare il primo film sonoro di Greta Garbo: sebbene fosse l'attrice più famosa al mondo, nessuno l'aveva mai sentita parlare. La sua prima battuta fu: «Dammi un whisky, ginger ale a parte, e non essere tirchio amico». Ieri è arrivato il momento di uno strillo aggiornato, per quello che si profila essere un caso Bebawi senza il morto, «Moss talks»: Kate Moss parla, nessuno si era mai accorto avesse una voce.
Moss è stata chiamata a testimoniare nel processo Depp vs Heard, che riassumo brevemente per chi fosse stato in vacanza su Marte: Johnny Depp fa causa all'ex moglie Amber Heard per diffamazione, avendo lei pubblicato un editoriale sul Washington Post nel 2018 in cui si definiva vittima di abusi domestici. Lui quantifica il danno in 50 milioni di dollari, lei controdenuncia chiedendo il doppio della cifra, sostenendo che la sua luminosa carriera è stata distrutta, carriera la cui miglior prova attoriale è stata affidata alle testimonianze in tribunale, dicono i maligni.
Le udienze tenute fino ad oggi fanno sembrare «La guerra dei Roses» un film per bambini: viene fuori che gli assegni milionari che Heard diceva di aver donato in beneficenza non siano mai stati dati né al Children's Hospital Los Angeles né all'American Civil Liberties Union, che lui era spesso strafatto e che avrebbe abusato di lei in modi orrendi, si sono avvicendate perizie psichiatriche ed è stato detto di tutto, fino a che Heard fa un passo falso: cita Kate Moss.
Ci si aspettava quasi che da un momento all'altro si mettesse a urlare: «You can't handle the truth». Heard durante la testimonianza del 5 maggio dice che era stata costretta a prendere a schiaffi il marito perché aveva paura che buttasse giù dalle scale sua sorella, e proprio in quel momento si sarebbe ricordata di quelle voci che giravano su Depp che spinge giù dalle scale Kate Moss durante una vacanza in Giamaica.
Quando Heard nomina Moss, l'avvocato di Depp non trattiene l'entusiasmo, la rete impazzisce e seziona in meme ogni singolo frame. Ieri la top model è apparsa in videocollegamento in aula: un po' Lana Turner, un po' Rebecca-la prima moglie, con una voce che non è all'altezza degli zigomi, ma con gli zigomi ancora all'altezza del suo passato.
Per l'occasione, Heard sfoggia l'acconciatura di Kim Novak in Vertigo e sceglie di puntare tutto sul gloss illuminante per gli zigomi: a margine, si è anche molto favoleggiato sul fatto che Heard riproducesse gli outfit dell'ex marito. Moss racconta dell'episodio giamaicano e mette fine ai pettegolezzi: pioveva forte, lei era scivolata, si era fatta male alla schiena, urlava, lui l'aveva soccorsa, nessuna spinta, nessun tentato omicidio, nessuna scala a chioccola di hitchcockiana memoria.
«Non mi ha mai spinto, preso a calci o buttato giù dalle scale», dice lei. Heard ha fissa l'espressione Margo Channing, Depp guarda il monitor con la testa bassa, e non capisco perché la regia di questo processo non sia stata affidata a Scorsese o a De Palma.
La cosa più interessante è la domanda dell'avvocato di Depp, che è il grande non detto: «Come mai ha deciso di testimoniare oggi?». Gli avvocati di Heard fanno un'obiezione da manuale, e noi non sapremo mai perché Moss è lì. Io e tutta la mia generazione abbiamo sperato che lei dicesse che era lì perché lo amava ancora, e noi finalmente ci saremmo sentiti ancora giovani e belli.
Ieri Depp ha testimoniato nuovamente, dichiarando che avrebbe aiutato l'ex moglie a ottenere la parte in Aquaman contrariamente a quanto sostiene lei, cioè che ce l'aveva fatta da sola. La partita si è spostata sul merito, e non c'è niente che ammazzi di più la reputazione della raccomandazione familiare.
Da tg24.sky.it il 27 maggio 2022.
L'attrice ha pianto sul banco dei testimoni a Fairfax, in Virginia, dove oggi si è chiusa la fase dedicata alle deposizioni. "Voglio solo ritrovare la mia voce", ha detto prima di essere incalzata dai legali dell'ex marito.
È scoppiata in lacrime nell’aula di tribunale che ospita il processo in cui è accusata per diffamazione dall’ex marito Johnny Depp. Il pianto di Amber Heard sul banco dei testimoni è stato il momento più intenso dell’ultimo giorno dedicato alle deposizioni nel caso che vede opposti i due divi di Hollywood e le loro accuse reciproche.
«Come cittadina americana ho diritto a raccontare la mia storia – ha detto Heard -. L'unica cosa che voglio è riavere la mia voce». Depp chiede 50 milioni di dollari come risarcimento per i danni che a suo dire la sua carriera avrebbe subito da un editoriale pubblicato nel 2018 dal Washington Post a firma dell’ex moglie. Nell’articolo Heard si autodefiniva personaggio pubblico che rappresentava le vittime di violenza domestica.
Un articolo che, secondo l’attrice, avrebbe procurato non pochi problemi anche a lei: «Ogni giorno sono molestata, umiliata, minacciata. Anche fuori da questa corte. C'è gente che mi vuole uccidere e me lo dice tutti i giorni. Gente che vuole mettere la mia bambina nel microonde e me lo fa sapere», ha aggiunto a proposito della figlia, Oonagh Paige, nata in aprile attraverso una madre surrogata.
«Johnny mi minacciò, mi promise che avrei pensato a lui ogni giorno», ha aggiunto l'attrice, prima di essere fermata da un’obiezione dei legali di Depp, che intanto sogghignava e scherzava con il suo team di avvocati.
«Le tue menzogne sono state messe davanti agli occhi del mondo», l'ha attaccata Camille Vasquez, avvocata di Johnny Depp che i fan dell’attore vorrebbero sua nuova partner sentimentale. «Se tu dicessi la verità, sapresti rispondere», ha proseguito implacabile Camille, dopo che Heard non aveva saputo riconoscere una foto di vino versato che sarebbe stata scattata nel 2016 nell'attico di Depp dopo una lite tra i due.
Dagotraduzione da Dailymail il 27 maggio 2022.
Nelle battute finali della causa di diffamazione intentata da Johnny Depp nei confronti dell’ex Amber Heard che l’aveva etichettato come un violento, tutta l’attenzione è sulla grande rivelazione di questo processo, l’avvocato difensore di Depp: la giovane e brillante Camille Vasquez, che è riuscita a gettare ombre e creare dubbi sulle dichiarazioni dell’ex de Il Pirata dei Caraibi”.
Vasquez, ha iniziato la sua arringa finale etichettando Amber Heard come "abusatrice".
«C'è un aggressore in quest'aula ma non è il signor Depp. C'è una vittima di abusi in questa corte, ma non è la signorina Heard", ha detto Vasquez. "La signorina Heard è in effetti l'abusante e il signor Depp è l'abusato."
Vasquez ha citato i resoconti degli esperti che hanno diagnosticato a Heard un disturbo borderline di personalità e ha definito l'attrice una "persona profondamente turbata" che è "disperatamente alla ricerca di attenzione e approvazione".
Sono passati sei anni dal giorno in cui Amber Heard ha presentato un ordine restrittivo contro Depp, che a detta di Vasquez, "ha rovinato" la vita dell'attore.
"Il 27 maggio 2016 la signorina Heard è entrata in un tribunale di Los Angeles, in California, per ottenere un ordine restrittivo nei confronti del signor Depp dichiarando di essere una sopravvissuta alle violenze domestiche".
Continua l’arringa di Vasquez:
“Oggi, il 27 maggio 2022, esattamente sei anni dopo, chiediamo di restituire al signor Depp la sua vita dicendo al mondo che lui non è il molestatore che Miss Heard ha dipinto e di ritenere Miss Heard responsabile delle sue bugie."
"Sei anni fa la signorina Heard ha presentato una falsa denuncia di violenza domestica contro il marito con cui stava da un anno e tre mesi. Era una messa in scena: ha anche avvertito i paparazzi.
"Sapevano dove si sarebbe fermata" per farsi fotografare il suo livido, ha detto Vasquez.
"Le foto hanno catturato proprio ciò che lei voleva: l'immagine di una donna maltrattata. Il livido sul suo viso è apparso sei giorni dopo aver visto il signor Depp. Era una bugia, lei lo sapeva, il signor Depp lo sapeva e molti testimoni che l'hanno vista quella settimana lo sapevano. Il mondo ha visto solo ciò che lei voleva che gli altri vedessero”.
Alla corte è stata mostrata la copertina di People Magazine che mostrava la faccia contusa di Heard.
"Due anni dopo, nelle interviste per promuovere il ruolo più importante della sua carriera - la signorina Heard si è presentata come un personaggio pubblico che rappresenta la violenza domestica", ha detto.
Vasquez ha dichiarato anche che le accuse di Heard sono "non plausibili, un vero atto di crudeltà per le vere vittime di abusi".
Quale sarà il verdetto?
Matteo Persivale per il “Corriere della Sera – Sette” il 27 maggio 2022.
I dialoghi fanno impressione: «Si è versato una maxipinta di vino», «sei solo un avanzo di night, una ex spogliarellista alla canna del gas», «lui se ne girava per la casa con l’affare sempre di fuori», «bevevo whisky di mattina perché l’happy hour è a tutte le ore», «affoghiamola prima di bruciarla!!!... Dopo, mi fotterò il suo cadavere carbonizzato per assicurarmi che sia morta».
Le prove a carico incutono paura: le registrazioni audio surrettizie sempre gracchianti e disturbatissime, i filmati col cellulare occultato nel tinello della villona di lusso, lo specchio schizzato di sangue, le gigantesche “piste” di cocaina tipo quelle Al Pacino in Scarface ma vere, le fotografie del divo con la barbetta unta e i capelli neri lunghi steso sulla barella come un Cristo del Mantegna – non morto ma soltanto ubriaco, coperto di sangue solo perché si è mozzato un dito con una bottiglia di vodka nel suo personale, autoinflitto Golgota che gli è costato la reputazione, la carriera, i contratti (cancellati) da
decine di milioni di dollari.
«Johnny Depp contro Amber Heard» camuffato da processo civile titilla gli istinti più bassi di chi sospettava, sì, che Hollywood fosse la Babilonia del nostro tempo ma sperava che almeno le trame dei suoi scandali fossero opera degli sceneggiatori da Oscar, non di quelli presi in prestito dalle soap opera e dai film horror di serie Z.
Depp contro (anzi «versus» come latineggiano gli americani) Heard rassicura però chi ha sempre avuto una visione apocalittica della celebrità, del denaro, dell’America. Consola gli intellettuali sedotti (e per questo afflitti da sensi di colpa) dallo show quotidiano in diretta (anzi «live») via TikTok, Twitter, Facebook, YouTube, Instagram perché questa estasi del trash conferma almeno che Wittgenstein aveva ragione: «La logica riempie il mondo, i limiti del mondo sono anche i suoi limiti».
I limiti della logica sono risultati evidenti dal primo giorno del processo, dalla prima udienza davanti alla corte civile dello Stato della Virginia per la causa – diffamazione – intentata da Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard, attrice e modella con la quale è stato sposato dal 2015 al 2017 e che negli anni successivi lo ha ripetutamente accusato di abusi domestici e diffuso video che lo ritraggono ubriaco e iracondo.
Nel 2018 Heard aveva pubblicato un editoriale sul Washington Post definendosi vittima di «abusi sessuali», senza citare mai per nome l’attore, ma era impossibile non riconoscerlo: l’articolo è alla base dell’attuale procedimento. Depp chiede 50 milioni di dollari come risarcimento danni, l’ex moglie ha risposto con un’altra causa nella quale ne vuole 100.
La carriera di lui, 59 anni a giugno, è ormai ampiamente deragliata, niente più Pirati dei Caraibi (verrà rimpiazzato nei prossimi film da una donna, Margot Robbie), niente più Animali fantastici di J. K. Rowling (al suo posto ora c’è il family man Mads Mikkelsen), e quando sia la Disney sia la Warner ti scaricano la situazione appare al capolinea.
Malconsigliato, ha peggiorato le cose intentando causa per diffamazione al tabloid The Sun nel Regno Unito che l’aveva definito un picchiatore di donne, perdendo male e finendo pure sculacciato verbalmente dal giudice.
Adesso il processo in Virginia grazie a una serie di decisioni sensate da parte di Depp (ha scelto avvocati ottimi) e di errori di lei (ha scelto avvocati pessimi) si è trasformato in uno show cruento ma dall’enorme successo di pubblico.
I social media sempre ansiosi di scrivere male di qualcuno si sono avventati sulla vicenda, «Team Johnny» contro «Team Amber». Lui pareva indifendibile ma nei primi giorni di deposizione ha parlato della sua infanzia e gioventù disastrata: a lungo, con franchezza, senza fare sconti a nessuno, neanche a sé stesso, per la prima volta nella sua vita pubblica.
Lei che partiva come l’eroina femminista delle donne maltrattate si è contraddetta su particolari importanti, ha dovuto ammettere che la donazione in beneficenza dei milioni ottenuti da lui per il divorzio non è stata fatta, e le immagini del talamo nuziale nel quale lei per sfregio al marito collocò delle feci restano indimenticabili per chi ha avuto la sfortuna di vederle.
Si è così scatenata l’analisi minuto per minuto del processo in mondovisione digitale via social: le osservazioni degli esperti di linguaggio del corpo, le teorie cospiratorie, il tifo da stadio fuori dal tribunale.
Ogni singolo fotogramma analizzato in modo maniacale, tipo le immagini dell’attentato a Kennedy a Dallas: un teatro dell’assurdo nel quale anche Heard che si soffia il naso davanti al giudice viene accusata, con abbondanza di replay, di non essersi soffiata il naso ma di aver inalato qualcosa, da un oggettino celato nel fazzoletto bianco.
Heard ha licenziato con effetto immediato (ormai era tardi) i suoi consulenti di comunicazione, la famosa (e costosissima) Precision Strategies fondata dalla ex direttrice della campagna elettorale di Barack Obama. Ora si affida a Shane Communications, altra potenza del settore. Fuori dal tribunale, il circo dei fan con cartelloni e trombette.
Su Twitter, l’hashtag #AmberHeardIsALiar che le dà della bugiarda è stato utilizzato in più di 31.000 tweet, eclissando l’hashtag #IStandWithAmberHeard che la difende e che ne ha poco più di 21.000.
C’è anche il doc in due parti Johnny Depp contro Amber Heard – Il processo, trasmesso inizialmente su Discovery+ solo per abbonati, ma mercoledì scorso andato in chiaro in prima serata sul canale Nove.
La prima sorpresa è stata la confessione di Depp: «Oggi, per la prima volta, ho la possibilità di parlare». Un monologo di ore, il primo in 37 anni di carriera perché era sempre stato notoriamente avaro di informazioni su di sé e la sua famiglia: l’infanzia nel natìo Kentucky che pare uscita da una piéce di Tennessee Williams con il padre mite e imbelle, e la terribile madre che si faceva beffe dello strabismo di Johnny («Mi chiamava orbo, occhiotorto, rideva della benda che dovevo portare sull’occhio sano per allenare quello malato: avevo cinque anni, tuttora sono legalmente cieco dall’occhio sinistro»). Le botte: «Ma quello era semplicemente dolore fisico, impari a subire».
«Siamo in quest’aula perchè mi è sembrato diabolico che i miei figli (Lily Rose e Jack, avuti entrambi da Vanessa Paradis; ndr), che allora andavano ancora a scuola, si ritrovassero a fare i conti con gente che gli sventolava davanti la copertina della rivista People dove si diceva che ero un violento... Non l’ho mai picchiata, non ho mai picchiato una donna in vita mia. Questo processo è imbarazzante? No, sto facendo la cosa giusta».
Di imbarazzante, almeno per il sistema hollywoodiano, c’è l’assoluta trasparenza, una dose non abituale di verità: la parata senza fine di “assistenti personali”, autisti, tuttofare, galoppini. Coloro che avrebbero in realtà una sola mansione, al di là delle etichette: evitare che il loro principale finisca ripetutamente nei guai.
La sofisticata infrastruttura di pubbliche relazioni del complesso sistema – vecchio come Hollywood – che ha industrializzato la celebrità da oltre un secolo dipinge noti beoni come modelli di temperanza, fornicatori seriali come mariti modello, overdosi improvvise e quasi letali vengono derubricate a ricoveri «per disidratazione», dipendenze all’ultimo stadio risolte in remote e esclusivissime cliniche nel deserto dell’Arizona. Lo stesso sistema che occulta diffusissime bi e omosessualità dietro paraventi benissimo realizzati con dovizia di apparenze etero, donne dello schermo, «matrimoni bostoniani».
Si tratta degli ottimi (e ottimamente retribuiti: gli orari sono pessimi e lo stress elevato) professionisti che fanno sì che il gossip resti per l’appunto gossip, e che si prodigavano perché al massimo i segreti finissero in un romanzo della compianta Jackie Collins.
Invece Johnny Depp, uomo-azienda da due miliardi e mezzo di dollari fatti incassare al botteghino in una carriera piena sì di kolossal ma anche di tanti piccoli film indipendenti (di Gilliam, Kusturica...), si è sempre esposto alle intemperie della celebrità senza protezioni, accompagnandosi ogni volta a donne famose (Kate Moss, Winona Ryder, Sherilyn Fenn, Vanessa Paradis) che in qualche modo l’hanno sempre protetto.
Fino alla giovane semisconosciuta Amber Heard, al divorzio infernale, alla gogna legal-mediatica del tribunale di Fairfax, Virginia, ad alto tasso di verità.
Il "gioco perverso" di Amber Heard: in tribunale veste come Johnny Depp. Anna Lupini su La Repubblica il 27 Maggio 2022.
Stessa cravatta, stesso colore di tailleur, stessa acconciatura. Durante il processo più seguito dell'anno, l'attrice avrebbe indossato in aula abiti ispirati a quelli vestiti dall'ex marito il giorno precedente. Secondo gli osservatori social sarebbe "un gioco perverso" messo in scena per umiliarlo. Ecco perché.
Aleggia un ulteriore sospetto sulla testa di Amber Heard, accusata dal tribunale mondiale dei social di copiare quasi ogni giorno gli abiti indossati in aula Johnny Depp, mentre prosegue il processo per diffamazione da 100 milioni di dollari dell'attore contro la sua ex moglie. Heard, 35 anni, e Depp, 58 - che sono stati sposati dal 2015 al 2016 - si stanno affrontando in tribunale in un crescendo di accuse durissime, senza esclusione di colpi. Alla fine del processo si dovrà stabilire se il memoriale dell'attrice del 2018 pubblicato sul Washington Post, in cui accusava l'attore di abusi domestici, fosse diffamatorio nei riguardi di Johnny Depp, che ha respinto ogni accusa e chiesto almeno 50 milioni di dollari di danni e 350 milioni di risarcimento.
Ovviamente, non poteva sfuggire ciò che le due star hanno indossato ogni giorno in tribunale, e così molti osservatori in tutto il mondo hanno notato che l'attrice indosserebbe di proposito abiti simili a quelli che vestiva il suo ex marito il giorno precedente, mettendo in scena un perverso gioco di specchi.
I fatti che supportano questa tesi, ampiamente discussa su Twitter e Tik Tok, sono i seguenti:
Il primo giorno del processo - l'11 aprile - Depp indossava una cravatta di Gucci, con un calabrone. Due giorni dopo - il 13 aprile - Heard sfoggiava una cravatta molto simile. Difficile credere che potesse trattarsi di una coincidenza.
E così, giorno dopo giorni, ecco spuntare i parallelismi: anche l'abito grigio che Depp ha indossato per il primo giorno del processo l'11 aprile, è stato replicato da Heard il 12 aprile.
L'imitazione non si limiterebbe agli abiti, ma riguarderebbe anche l'hair look: il 18 aprile, Depp si è presentato in tribunale con i capelli raccolti in una coda di cavallo, e il giorno successivo, il 19 aprile, Heard aveva le sue lunghe ciocche acconciate in modo simile.
Su Twitter i commenti sono fortemente critici verso Amber, definita "una donna con la testa malata", "spaventosa e manipolatrice" e addirittura "disgustosa". "Amber Heard che copia tutti gli abiti di Johnny Depp è un continuo tentativo di tormentare la sua vittima", ha scritto un'altra persona. "Non pensavo potesse essere più vile."
Anche su TikTok i video che mettono a confronto i look hanno milioni di visualizzazioni.
Ma c'è di più. E non riguarda soltanto l'abbigliamento e i look, diventati terreno di scontro tra i due ex. La sorella dell'attore, Christi Dembrowski, ha testimoniato in tribunale di aver sentito Amber insultare Depp per il suo senso dello stile. "Johnny ha detto ad Amber che aveva appena avuto un incontro con Dior e che erano interessati a lui - ha raccontato - La sua reazione è stata di incredulità e disgusto e ha detto: 'Dior, perché Dior dovrebbe voler fare affari con te? Riguardano la classe e riguardano lo stile e tu non hai stile'". Questo comportamento di Amber dunque, secondo gli osservatori, sarebbe una forma di pubblico dileggio. Certo, la scelta del look difficilmente potrà trasformarsi in un capo di accusa, ma questo comportamento aiuta a delineare la personalità di Amber Heard. D'altro canto, come diceva Oscar Wilde: "solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze".
Dal Daily Mail il 31 maggio 2022.
Johnny Depp è salito sul palco della Royal Albert Hall di Londra accanto al chitarrista Jeff Black. Depp ha ricevuto una standing ovation dal pubblico presente, con il cantante britannico Tom Jones tra coloro che hanno assistito alla performance. Depp è stato visto lasciare il locale stringendo in mano una borsa contenente un barattolo etichettato "Purple Unicorn" - una rara varietà di marijuana ha lo stesso nome. Dopo lo spettacolo, la star di Hollywood ha incontrato i fan fuori dal locale, posando per le foto e firmando autografi.
Depp è stato fotografato mentre saliva i gradini del 100 Queen's Gate Hotel London, dove le suite costano fino a £ 2.390 a notte. Non è chiaro se Depp starà lì durante la sua visita a Londra. La sua apparizione arriva mentre i giurati che deliberano sulle accuse di diffamazione in duello di Depp e Heard dopo non essere riusciti a raggiungere una risoluzione nel processo ampiamente seguito di sei settimane. La giuria di sette persone ha deliberato per circa due ore venerdì prima di aggiornarsi per il fine settimana festivo del Memorial Day degli Stati Uniti.
Il caso di diffamazione da 100 milioni di dollari tra Johnny Depp e Amber Heard è così complicato che il foglio del verdetto contiene 42 domande a cui la giuria deve rispondere prima di emettere un verdetto. Il documento è stato rilasciato dal tribunale di Fairfax, in Virginia , e mostra che ci sono 24 domande per le affermazioni di Depp e 18 per quelle di Heard.
Depp vuole $ 50 milioni da Heard per averlo presumibilmente diffamato con un editoriale sul Washington Post nel 2018 in cui affermava che era una sopravvissuta ad abusi domestici.
Heard ha controcitato per $ 100 milioni sostenendo che l'avvocato di Depp l'ha diffamata sostenendo che le sue accuse erano una "bufala di abuso"
I giurati riprenderanno le deliberazioni martedì, con un verdetto imminente nei prossimi giorni.
Johnny Depp dimentica il processo contro Amber Heard e vola in Europa: rischia di saltare il verdetto. Il Tempo il 31 maggio 2022.
A sorpresa, nel bel mezzo di un processo tra i più tossici che gli Usa ricordino, Johnny Depp è volato OltreAtlantico e si è esibito a sorpresa domenica sera a Sheffield insieme al chitarrista rock, Jeff Beck. Secondo il Telegraph, la star ha intrapreso un tour musicale nel Regno Unito e potrebbe non essere presente, martedì, quando si riunirà di nuovo la giuria del processo per diffamazione contro la ex moglie Amber Heard che nel 2018, in un articolo del Washington Post, lo aveva accusato (pur senza mai citarlo) di violenza domestica; e potrebbe rendere nota la sentenza. Ma Johnny Depp sembra non aver voluto attendere in Usa il verdetto (rischia di dover pagare una ’bolletta' milionaria perché lui ha chiesto danni per 50 milioni di dollari ma lei ha replicato chiedendogliene il doppio).
L’attore, che era un musicista prima di cominciare a recitare, domenica sera ha lasciato di stucco e deliziato gli spettatori e pare che abbia intenzione di unirsi al chitarrista britannico per il resto dei suoi concerti nel Regno Unito. A Sheffield ha suonato un pezzo del 2020 registrato con Beck, Isolation, un remake della canzone di John Lennon, oltre a cover di What’s Going On di Marvin Gaye e Little Wing di Jimi Hendrix. Secondo il quotidiano britannico, la Royal Albert Hall di Londra, dove Beck suonerà due volte questa settimana, ha scelto di rafforzare le misure di sicurezza dopo aver appreso che Depp sarà presente a entrambi gli spettacoli. Si temono infatti tensioni o magari proteste legati alla presenza della star.
Il processo è stato un evento mediatico: entrambi ne sono usciti a pezzi nel raccontare (loro e i testimoni) una vita fatta di confusione, abbandono agli eccessi e degrado. Ma ha acceso un interesse planetario: le udienze hanno raccolto per tutte le sei settimane folle di fan (e detrattori) all’esterno del tribunale a Fairfax, in Virginia: decine di persone in attesa d’intravedere i due protagonisti (a volte, entrando o in uscita, Depp si affacciava dal finestrino dell’auto) o magari di essere tanto fortunati da ottenere uno dei 100 ’pass' per entrare nell’aula e sedersi ad ascoltare gli imbarazzanti racconti di liti furiose o episodi incresciosi. Ma è su Internet che la battaglia legale ha fatto furore, tutta a vantaggio di Depp. L’hashtag più popolare, #JusticeforJohnnyDepp, ha ricevuto più di 15 miliardi di visualizzazioni su TikTok. Mentre quello ’gemello' ma legato alla moglie, #JusticeforAmberHeard, solo 51 milioni di visualizzazioni. Heard ha detto anche in tribunale di aver ricevuto insulti e «migliaia» minacce di morte.
Depp-Heard, rinviato il verdetto finale del processo. Chiara Barison su Il Corriere della Sera il 31 Maggio 2022.
Dopo 9 ore di camera di consiglio la giuria ha deciso di rinviare la discussione della causa per diffamazione a domani.
I sette membri della giuria sono stati in camera di consiglio più di nove ore ma del verdetto della causa Depp contro Heard ancora non c’è traccia: la discussione proseguirà domani 1° giugno a partire dalle 9 del mattino in Virginia (nel primo pomeriggio in Italia). Secondo gli esperti, la decisione dovrebbe arrivare entro giovedì 2 giugno.
Il processo per diffamazione intentato da Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard si è concluso venerdì 27 maggio, ma l’elaborazione del verdetto sembra complicata. La giuria nominata per la causa più seguita dell’anno è composta da 5 uomini e 2 donne. Gli uomini sono suddivisi in quattro di origini asiatiche under 40 e uno bianco di circa 60 anni. Le due donne invece hanno tra i 20 e i 50 anni. Le identità di tutti i giurati resteranno segrete fino a un anno dalla fine del processo. Infatti, nonostante tutte le udienze siano trasmesse in diretta streaming, nessuna delle due telecamere presenti in aula è stata mai puntata sulla giuria proprio per garantirne l’anonimato.
La giudice Penney Azcarate è uscita per comunicare agli avvocati delle parti presenti in aula la prima domanda della giuria, alle prese con la compilazione un lungo questionario. La diffamazione per cui ha agito il protagonista de I pirati dei caraibi è in tutto l’editoriale o solo nel titolo? I legali, dopo una breve consultazione hanno risposto che la denuncia si riferisce solo al titolo dell’articolo pubblicato nel 2018 sul Washington Post (I spoke up against sexual violence and faced our culture’s wrath. That has to chang, Mi sono fatta avanti contro la violenza sessuale e ho affrontato l’ira della nostra cultura. Tutto questo deve cambiare).
Negli Stati Uniti, per agevolare i membri della giuria nell’elaborare la propria decisione viene loro fornito un questionario in cui è stato specificato che, affinché sussista la diffamazione, «deve essere provata in modo chiaro e convincente che ogni dichiarazione sia stata pubblicata: a) nella consapevolezza che fosse falsa; o b) nonostante la forte consapevolezza che l’affermazione potesse essere falsa.
Dopo che la giuria avrà preso la sua decisione, la giudice ha concesso alle parti in causa un’ora di tempo per raggiungere il tribunale di Fairfax, in Virginia. Fonti vicine a Depp hanno dichiarato che l’attore non sarebbe stato presente se la lettura del verdetto fosse avvenuta oggi siccome si trova ancora in Inghilterra, dove si è esibito al concerto di Jeff Beck. Secondo quanto riferiscono i media statunitensi, a differenza delle ultime sette settimane, i fan di Depp in attesa davanti al tribunale erano solo una trentina. Qualcuno indossava anche il cappello di Jack Sparrow.
Johnny Depp e il dito mozzato: accuse ad Amber Heard nell'ultimo giorno di deposizione. Giovanni Gagliardi su La Repubblica il 26 aprile 2022.
L'attore in aula ha rievocato l'episodio del 2015. Un testimone racconta la scena "horror" e di come abbia ritrovato il pezzetto di carne fra vetri e sangue. Il rammarico del divo: per colpa della mia ex non ho potuto dare l'addio adeguato a
La punta di un dito mozzata avvolta in un asciugamano di carta spiegazzato. Odore di alcol denaturato per tutta la casa. Vetri rotti, strisce di sangue sul tappeto e sulle pareti: questa la scena 'horror' che si presentò nel 2015 a Ben King, il gestore di una casa in Australia, teatro di una delle più cruenti battaglie coniugali tra Johnny Depp e Amber Heard. L'uomo, un cittadino britannico che amministra anche una casa di Depp a Londra, ha deposto nel tribunale di Fairfax in Virginia nel quarto e ultimo giorno dell'interrogatorio dell'attore che accusa l'ex moglie di avergli rovinato la carriera.
La casa - ha raccontato King che era stato chiamato sul posto dopo la lite - era in condizioni disastrose, con danni stimati sull'ordine dei 50mila dollari: mobili danneggiati, una scala di marmo sbrecciata, "nulla era intatto". L'attrice "singhiozzava istericamente". Secondo la versione di lui, lei gli aveva tirato addosso una bottiglia di vodka provocandogli la perdita della punta di un dito. Amber sostiene invece che Johnny si sarebbe ferito da solo, sbattendo un telefono contro una parete.
In qualunque modo siano andate le cose, mentre il medico personale di Depp, David Kipper, "rovistava nella spazzatura" in cucina, King avrebbe trovato il pezzetto di carne mozzato in un asciugamano di carta intriso di sangue nei pressi di un mobile bar e lo avrebbe messo in una busta di plastica per portarlo in ospedale. Il frammento è stato poi riattaccato chirurgicamente.
Depp, che chiede all'ex moglie 50 milioni di dollari, afferma che Amber gli ha distrutto la carriera scrivendo un articolo sul Washington Post in cui, senza nominarlo esplicitamente, la donna afferma di esser stata vittima di violenza domestica.
Testimoniando ieri, l'attore ha detto di aver appreso da una intervista di un executive della Disney uscita due giorni dopo l'articolo di Amber, che non sarebbe tornato a recitare in un potenziale sesto film del franchise Pirati dei Caraibi. Stessa cosa avvenuta poi con la Warner Bros. che gli tolse il ruolo di Grindelwald in Animali fantastici 3.
L'attore ha aggiunto che avrebbe voluto girare un ultimo film vestendo i panni del capitano Jack Sparrow, da lui interpretato, per dare al personaggio "l'addio che meritava".
Johnny Depp vince contro Amber Heard: è stato diffamato dalla ex. Risarcimento da 10,4 milioni di dollari. "Mi è stata restituita la vita". Giovanni Gagliardi su La Repubblica l'1 giugno 2022.
La star di Aquaman: "Delusa oltre ogni aspettativa". La giuria riconosce l'attacco della ex moglie attraverso il Washington Post. Ma anche l'attore dovrà pagare due milioni per lo stesso reato.
Vittoria su (quasi) tutta la linea. La corte di Fairfax in Virginia ha dato ragione a Johnny Depp: la ex moglie Amber Heard lo ha diffamato e dovrà pagargli 15 milioni di dollari di danni. È una vittoria schiacciante quella ottenuta dall'ex 'Pirata dei Caraibi' che però, a sua volta, è stato riconosciuto colpevole di aver diffamato la ex moglie.
I primi commenti di Johnny e Amber
"Sei anni fa la mia vita, quella dei miei figli, delle persone a me care e quelle che per anni mi sono state vicine e hanno creduto in me, sono cambiate per sempre. In un battito di ciglia. Sei anni dopo la giuria mi ha ridato la vita", ha scritto la star 58enne su Instagram.
"Fin dall'inizio - ha aggiunto Depp - l'obiettivo di questo caso è stato rivelare la verità, indipendentemente dall'esito. Svelare la verità era qualcosa che dovevo ai miei figli e a tutti coloro che sono rimasti al mio fianco. Ora - conclude - mi sento in pace sapendo di averlo fatto".
Di tutt'altro umore, comprensibilmente, l'attrice: "La delusione che provo oggi supera qualsiasi parola", ha detto Amber Heard dopo il verdetto. "Avevo portato una montagna di prove, ma non sono state abbastanza per resistere alla sproporzionato potere e influenza del mio ex marito", ha affermato osservando che il verdetto rappresenta "un ritorno all'epoca in cui una donna che avesse osato parlare contro la violenza domestica veniva pubblicamente umiliata".
La sentenza milionaria
La giuria ha stabilito il risarcimento che Amber dovrà pagare all'ex marito: 15 milioni di dollari. Una cifra inferiore ai 50 milioni chiesti dall'attore, ma pur sempre gigantesca e più del doppio degli alimenti ricevuti al momento del divorzio. Dei 15 milioni che deve pagare Heard, 10 sono a titolo di risarcimento danni e 5 sono danni "punitivi".
Secondo quanto prevede la legge della Virginia, però, i danni punitivi vengono ridotti a 350mila dollari. Questo significa che Depp otterrà poco più di 10 milioni di dollari (10,4).
Anche l'attore dovrà però risarcire Amber Heard, seppure in misura minore di quanto toccherà a lei. I giurati hanno assegnato infatti alla donna un compenso di 2 milioni di dollari, per quando l'avvocato dell'ex marito ha definito "un imbroglio" le sue accuse. In breve, nella complicata vicenda giudiziaria, la giuria ha stabilito che i due ex coniugi si sono diffamati a vicenda. Dunque, a conti fatti, a Depp andranno 8 milioni e 350mila euro.
La gioia degli avvocati
I fan di Johnny Depp che si erano radunati davanti al tribunale in attesa di conoscere il verdetto hanno accolto con applausi gli avvocati che hanno difeso l'attore. "Il verdetto di oggi conferma ciò che avevamo affermato sin dall'inizio, ovvero che le affermazioni contro Johnny Depp sono diffamatorie e non supportate da alcuna prova. Siamo grati, così grati alla giuria per la loro attenta deliberazione, al giudice e al personale del tribunale", ha detto Camille Vasquez, che ha difeso l'attore insieme a Ben Chew.
Il team legale dell'ex 'Pirata' è stato "veramente onorato" di difendere l'attore, ha aggiunto Chew, "contento che il processo sia stato apprezzato da chi è a favore della verità e della giustizia".
Sei settimane di processo
Il verdetto è stato raggiunto dai sette membri della giuria, dopo sei settimane di processo e 13 ore di deliberazioni in camera di consiglio. L'attrice di Aquaman ha accolto a capo chino la lettura della sentenza. Johnny è ancora in Gran Bretagna e poco prima della lettura del giudizio a lui favorevole era stato fotografato in un pub di Newcastle.
L'articolo diffamatorio
Amber e Johnny, si erano conosciuti nel 2011 sul set di The Rum diary. Il matrimonio venne celebrato nel 2015 nella loro casa di Los Angeles. Decisero poi di sposarsi nuovamente alle Bahamas, ma l'unione naufragò l'anno dopo, quando lei ottenne un'ingiunzione della magistratura per evitare che l'ex marito, accusato di violenze domestiche, le si potesse avvicinare.
Al centro della causa che si è conclusa oggi, c'era un articolo firmato da Amber due anni dopo, sul Washington Post intitolato: "Ho parlato contro la violenza sessuale e dovuto far fronte all'ira della nostra cultura. Questo deve cambiare". Senza mai nominare l'ex marito, l'attrice si era definita "una figura pubblica che rappresenta la violenza domestica".
Cinema, Johnny Depp contro la 'cancel culture': "È fuori controllo, nessuno è al sicuro"
Depp, però, si era sentito chiamato in causa e aveva querelato la ex chiedendo 50 milioni di dollari come danni. Amber aveva rilanciato con una controquerela da 100 milioni di dollari, quando un avvocato del suo ex aveva definito le sue accuse "un imbroglio".
Le accuse del Sun
Sempre nel 2018, sul tabloid britannico Sun, Depp venne inoltre descritto come un "uomo che picchia la moglie". La definizione fu al centro di una nuova causa.
Le foto shock
Durante il processo, tra le altre cose, Amber Heard e i suoi legali mostrarono una foto con la "colazione" di Depp: quattro strisce di cocaina già pronte, tagliuzzate con la carta di credito. Una pinta di whisky e Red Bull. La scatolina di metallo per le droghe. Poi un'altra istantanea scattata dall'attrice, in cui Johnny sembra collassato a terra, apparentemente dopo un cocktail di sostanze stupefacenti e super alcolici. Insomma, secondo Heard, Depp era "un uomo spesso totalmente fuori controllo".
La sconfitta
La causa si chiuse il 2 novembre del 2020, con una sentenza a favore del giornale e, quindi, totalmente sfavorevole a Depp. Nelle ore subito dopo la sentenza sui social era diventato trending topic l'ashtag #JusticeForJohnnyDepp.
L'ex moglie non aveva voluto commentare la sentenza ma, come riportava il Daily Mail, aveva organizzato una festa con parenti e amici con palloncini, gadget e un’enorme bottiglia di champagne gonfiabile.
Il licenziamento da 'Animali fantastici'
L'attore provò a fare appello, ma la richiesta fu negata. Nello stesso periodo fu rimosso dal cast della saga Animali Fantastici. Al suo posto venne scelto Mads Mikkelsen.
L'esultanza dei fan
Il processo che si è svolto in Virginia, ad altissimo contenuto mediatico, è stato il primo dell'era TikTok e ha visto i social nettamente schierati a favore di Depp. È stato anche uno dei più clamorosi in una corte civile dell'epoca #MeToo.
All'esterno del tribunale, ad attendere la sentenza, si era radunata anche una piccola folla, nulla rispetto alle giornate "calde" del processo, con tanto di cartelloni decorati con cuoricini e scritte "Giustizia per Johnny".
(ansa)C'è stato anche un colpo di scena finale, quando la giudice Penny Azcarate ha rimandato la giuria in camera di consiglio, perché non aveva assegnato una cifra compensatoria della diffamazione.
"Il meglio deve ancora venire e un nuovo capitolo è finalmente iniziato", ha scritto Depp in un comunicato che conclude con una citazione di Seneca: "Veritas numquam perit. La verità non muore mai".
"Diffamato dall'ex moglie". A Johnny Depp 15 milioni. Valeria Robecco su Il Giornale l'1 giugno 2022.
Amber Heard è responsabile di diffamazione nei confronti dell'ex marito Johnny Depp. Dopo sei settimane di processo nel tribunale di Fairfax in Virginia dove i due attori si sono affrontati a colpi di dichiarazioni, registrazioni audio e video, sms e foto, Depp ha vinto la causa multimilionaria negli Usa. La giuria ha raggiunto - in circa 13 ore di camera di consiglio - un verdetto sulla doppia causa di diffamazione in sede civile, quella di Depp contro l'ex moglie per avergli rovinato la carriera con un articolo sul Washington Post del 2018 in cui lei, due anni dopo il divorzio, aveva detto di essere stata una vittima di violenza domestica, e la contro-denuncia della Heard, dopo che un avvocato dell'ex marito, Adam Waldman, aveva definito «una invenzione» le sue accuse. Depp aveva chiesto 50 milioni di dollari di danni, la Heard invece ne voleva 100: la giuria ha deciso che lui dovrà ottenere dall'ex moglie 15 milioni di dollari (10 per risarcimento danni e 5 come danni punitivi). Come consolazione lei ha ottenuto due milioni di risarcimento danni e nessun danno punitivo.
A prescindere dal verdetto finale, comunque, Depp aveva già vinto sul fronte dell'opinione pubblica, raccogliendo un esercito di sostenitori e almeno in base alle interazioni sui social, è stato di gran lunga in vantaggio per tutta la durata del processo. L'hashtag #JusticeForJohnnyDepp ha iniziato a fare tendenza con oltre 40mila tweet, e quattro milioni e mezzo di persone hanno firmato una petizione per chiedere di rimuovere completamente la Heard da Aquaman. «Qualunque cosa accada, JD ha vinto nella corte dell'opinione pubblica e quella era la cosa più importante per lui», ha scritto un suo fan. Depp non era presente alla lettura del verdetto perché si trova ancora in Gran Bretagna, dove ieri l'altro ha suonato con Jeff Beck alla Royal Albert Hall di Londra (e ha invitato l'ex Kate Moss ad applaudirlo). «A causa di impegni di lavoro presi prima del processo fisicamente non sarà in aula, ma si collegherà per guardare l'esito dal Regno Unito», ha spiegato una fonte vicina all'attore, che poco prima del verdetto è stato fotografato in un pub di Newcastle. Imbracciando la chitarra e salendo sul palco di tre concerti dell'amico (il primo a Sheffield e gli altri due a Londra), Depp è tornato alle origini mentre a Cannes sono state presentate anticipazioni del suo nuovo film francese Jeanne du Barry in cui ha la parte di Luigi XV.
Heard invece ha ascoltato in aula a Fairfax la decisione della giuria e poco prima del verdetto un suo portavoce ha commentato l'assenza dell'ex marito dicendo: «Dimostra quali sono le sue priorità. Johnny suona la chitarra in Gran Bretagna mentre Amber aspetta un verdetto in Virginia. Depp porta in tournée il suo cinismo e la sua mancanza di serietà». Heard in questo periodo si è ritirata nella sua «casa santuario» nel deserto della California con la figlia di un anno Oonagh Paige, mentre l'anno prossimo tornerà sul grande schermo per il sequel di Aquaman (sia pure con una parte ridotta e questo al processo è stato usato dai suoi avvocati per dimostrare che Johnny le ha rovinato la carriera), oltre ad avere in cantiere altri due film: Run Away With Me e In the Fire. La giuria - cinque uomini e due donne, la cui identità resterà segreta per un anno alla luce dell'attenzione spasmodica dei media come richiesto dalla giudice Penney Azcarate - è tornata in un primo momento in camera di consiglio perché i giurati non avevano assegnato una cifra compensatoria della diffamazione.
Lo sfogo di Depp dopo la vittoria: cosa ha scritto su Instagram. Francesca Galici su Il Giornale l'1 giugno 2022.
Johnny Depp non era in aula quando il giudice ha letto la decisione della corte nel processo contro la sua ex moglie, Amber Heard. In realtà, Johnny Depp non è nemmeno negli Stati Uniti. Il popolare attore, infatti, si trova nel Regno Unito per motivi di lavoro ed è da lì che ha pubblicato un post sui social, un lungo scritto al quale ha affidato le sensazioni degli ultimi sei anni di vita, da quando la sua ex moglie ha pubblicato l'articolo che, a detta del tribunale di di Fairfax, in Virginia, è stato diffamatorio nei confronti dell'attore.
"Sei anni fa, la mia vita, la vita dei miei figli, la vita delle persone a me più vicine e anche la vita delle persone che per molti, molti anni mi hanno sostenuto e creduto, è cambiata per sempre. Tutto in un batter d'occhio. Accuse false e molto gravi mi sono state rivolte tramite i media, il che ha innescato una raffica d'odio nei miei confronti, anche se non sono mai state mosse accuse contro di me", scrive Johnny Depp in quella che è una vera e propria lettera, uno sfogo doloroso che cela in sé il sollievo di aver dalla propria la ragione della giustizia.
"Tutto questo aveva già fatto il giro del mondo due volte in un nanosecondo e ha avuto un impatto devastante sulla mia vita e sulla mia carriera", ha aggiunto l'attore di Pirati dei Caraibi. Ora, però, scrive Depp, "la giuria mi ha restituito la mia vita. Sono veramente umiliato. La mia decisione di portare avanti questo caso, conoscendo molto bene l'altezza degli ostacoli legali che avrei dovuto affrontare, e l'inevitabile spettacolo mondiale della mia vita, è stata presa dopo aver riflettuto a lungo".
L'obiettivo dichiarato da Johnny Depp è sempre stato uno: "Rivelare la verità, indipendentemente dall'esito. Dire la verità era qualcosa che dovevo ai miei figli". Tantissime le dimostrazioni d'affetto nei suoi confronti durante le sei settimane di dibattimento e oggi Johnny Depp ringrazia tutti, anche i giudici e la corte che ha lavorato al suo caso. In quella lettera, poi, aggiunge: "Spero che la mia ricerca della verità abbia aiutato gli altri, uomini o donne, che si sono trovati nella mia situazione". In chiusura, quello che sembra un grido di liberazione: "Il meglio deve ancora venire e un nuovo capitolo è finalmente iniziato. Veritas numquam perit, la verità non muore mai".
Johnny Depp ha vinto la battaglia legale contro Amber Heard. Il Domani l'01 giugno 2022
La giuria ha espresso il suo parere, dopo essersi riunita in camera di consiglio a Fairfax, in Virginia, per circa 12 ore di deliberazioni. Johnny Depp non era presente in aula al momento del verdetto
Amber Heard dovrà pagare 15 milioni di dollari per risarcimento danni all’ex marito Johnny Depp: è una cifra inferiore ai 50 milioni chiesti dall’attore ma è pur sempre più del doppio degli alimenti ricevuti al momento del divorzio. È finita così la battaglia legale tra i due. La giuria ha espresso il suo parere, dopo essersi riunita in camera di consiglio a Fairfax, in Virginia, per circa 12 ore di deliberazioni.
Depp non era presente in aula alla lettura del verdetto perché si trova ancora nel Regno Unito dove soltanto ieri, martedì 31 maggio, ha suonato insieme a Jeff Beck alla Royal Albert Hall di Londra. Lo ha confermato, prima dela sentenza, una fonte vicina all’attore.
Un’assenza, quella di Depp, che ha subito suscitato la reazione dell’entourage di Heard. Un suo portavoce ha commentato: «La sua assenza dimostra quali sono le sue priorità. Johnny suona la chitarra in Gran Bretagna mentre Amber aspetta il verdetto in Virginia. Depp porta in tournée il suo cinismo e la sua mancanza di serietà».
In mattinata, la giuria composta da sette giudici, cinque uomini e due donne, aveva aggiornato i lavori perché non aveva trovato l’unanimità. L’intero processo è durato sei settimane e dal punto di vista mediatico l’attenzione è stata altissima, soprattutto per le testimonianze dei due personaggi.
LA RELAZIONE E LE ACCUSE
La relazione tra Depp e Heard è andata in scena dal 2012 al 2016, il loro matrimonio solo 15 mesi. Nel 2017 arriva l’ufficialità del divorzio, dopo che nel 2016 Heard aveva ottenuto un’ordinanza restrittiva contro l’ex marito dopo essersi presentata in aula con il viso tumefatto, sostenendo che Depp le avesse tirato addosso un cellulare. L’attore ha sempre negato le accuse, sostenendo invece che quella notte ad essere stata violenta fosse lei.
Dopo qualche mese la donna aveva anche pubblicato un editoriale sul Washington Post in cui sottintendeva di aver subito violenze domestiche. Accuse che colpiscono Depp e la sua fama, di fatto frenando la sua carriera.
Ma l’attore si è sempre definito innocente, accusando invece l’ex moglie di violenze e intentando un processo per diffamazione ai danni di Heard, per il quale richiedeva un risarcimento da 50 milioni di dollari a causa della perdita di progetti di lavoro importanti. Heard, come risposta, aveva contro richiesto un indennizzo da 100 milioni di dollari.
Johnny Depp, "ad ogni costo": vince in tribunale e spenna Amber Heard, 15 milioni di risarcimento. Libero Quotidiano l'02 giugno 2022.
Amber Heard ha diffamato Johnny Depp e per questo dovrà pagare un totale di 15 milioni di dollari, 10 come compensazione dei danni e 5 per i danni veri e propri. Anche Depp ha però diffamato l'ex moglie e le dovrà 2 milioni di dollari.
Dopo tanta attesa, mediatica e non solo, si è chiuso il processo Depp-Heard con la decisione dei 7 giurati della Corte di Fairfax, Virginia. Alla lettura della sentenza, slittata di circa mezz'ora perché mancava sul documento ufficiale la parte relativa alla quantificazione dei danni, era assente l'attore: occhi bassi e pianto trattenuto a stento per l'attrice che invece ha assistito al verdetto.
La complicata vicenda giudiziaria si chiude così con una sentenza che sembrerebbe premiare Depp e che invece ricostruisce il quadro di un rapporto difficile con i due ex coniugi che si sono diffamati a vicenda.
Deep aveva citato l'ex moglie in tribunale, chiedendo 50 milioni di dollari di danni, dopo un articolo da lei scritto nel 2018 sul Washington Post nel quale si autodefiniva come una "figura pubblica vittima di violenza domestica". Sebbene Depp non venisse citato esplicitamente nell'articolo, l'attore sostenne di avere subito un grave danno alla sua carriera. Heard a sua volta controdenunciò l'ex marito per diffamazione, con una richiesta di risarcimento di 100 milioni di dollari, dopo una dichiarazione fatta dal legale di Depp riguardo alle accuse di abusi.
"La delusione che sento oggi va al di là di ogni parola. Ho il cuore spezzato dal fatto che la montagna di prove non è bastata davanti allo spropositato potere e influenza del mio ex marito", ha scritto in una nota pubblicata sul suo account Twitter Amber Heard.
"Sono ancora più delusa - si legge ancora - da cosa significhi questo verdetto per le altre donne. È una battuta d'arresto. Porta indietro l'orologio a un tempo in cui una donna che parlava apertamente poteva essere umiliata pubblicamente". Secondo l'attrice inoltre, il verdetto "respinge l'idea che la violenza contro le donne debba essere presa sul serio".
Toni diversi quelli di Depp. "Sei anni fa la mia vita, quella dei miei figli, delle persone a me care e quelle che per anni mi sono state vicine e hanno creduto in me, sono cambiate per sempre. In un battito di ciglia". "Sei anni dopo la giuria mi ha ridato la vita", ha scritto in un post su Instagram.
"Fin dall'inizio - scrive l'attore - l'obiettivo di questo caso è stato rivelare la verità, indipendentemente dall'esito. Svelare la verità era qualcosa che dovevo ai miei figli e a tutti coloro che sono rimasti al mio fianco. Ora - conclude - mi sento in pace sapendo di averlo fatto".
Dagotraduzione dal Daily Mail il 2 giugno 2022.
Amber Heard potrebbe perdere tutto: carriera e soldi. La condanna del tribunale di Fairfax, in Virginia, la lascia con un debito di 8,35 milioni di dollari da versare all’ex marito Johnny Depp.
Secondo gli esperti «a Hollywood non c’è modo di tornare indietro per Heard», e l’attrice, dopo le sei settimane di processo, è stata definita «troppo icky (schifosa) per uno studio». Come farà a pagare Depp?
Durante il processo Heard ha fatto sapere di essere stata gravemente danneggiata dal processo, confessando che la citazione in giudizio di Depp le ha impedito di versare i 7 milioni di dollari promessi a enti di beneficenza.
L’attrice adesso si trova ad affrontare una serie di problemi: la sua carriera è congelata (una petizione online che chiede la sua cancellazione dal film Aquaman2 ha ottenuto 4,5 milioni di firme), le sue finanze, almeno a quanto detto durante il processo, sono in rosso, e l’enorme solidarietà ricevuta da Depp potrebbe spingere le aziende e i marchi a evitarla.
Per onorare i suoi debiti, potrebbe essere costretta a vendere i suoi beni, tra cui un rifugio rurale da 570.000 dollari nella Yucca Valley e una Range Rover che ha ottenuto dal divorzio con Depp. La domanda principale, però, resta: come farà Heard a coprire l'enorme conto dei danni, da pagare entro 30 anni?
Secondo l'avvocato Sandra Spurgeon dello Spurgeon Law Group a Lexington, nel Kentucky, Depp potrebbe rinunciare o negoziare un importo minore.
Ma se lui la costringesse a pagare l'intero conto, Heard potrebbe appellare la sentenza sui danni. Anche se un ricorso con un nuovo giudice potrebbe finire a suo favore, dovrà comunque pagare l'intero importo mentre il ricorso è in sospeso, il che potrebbe costringerla a dichiarare bancarotta.
Una terza opzione, secondo la collaboratrice legale di CBS News Jessica Levinson, è pignorare i suoi futuri guadagni: una parte dei suoi cachet per film o programmi potrebbe finire nelle casse di Depp fino a quando il debito non sarà stato coperto.
Silvia Morosi per il corriere.it il 2 giugno 2022.
Il verdetto è arrivato, dopo settimane di attesa e tre lunghi giorni di deliberazione. Nel maxi processo per diffamazione che ha visto protagonisti Johnny Depp e Amber Heard, la giuria del tribunale di Fairfax, in Virginia, ha condannato l’attrice 36enne al risarcimento: in tutto, Heard dovrà pagare 10,4 milioni di dollari all’ex marito (contro i 50 milioni che quest’ultimo le aveva chiesto per un articolo da lei scritto nel 2018 sul Washington Post nel quale si autodefiniva come una «figura pubblica vittima di violenza domestica»).
«La giuria mi ha ridato la vita. Sono davvero onorato», ha detto in tono trionfante Depp dopo il verdetto, seguito in un pub di Newcastle. «La delusione che provo oggi supera qualsiasi parola», il commento affidato ai social da Heard, presente in aula. «Avevo portato una montagna di prove, ma non sono state abbastanza per resistere alla sproporzionato potere e influenza del mio ex marito». L'attrice - ha dichiarato al New York Times il portavoce Alafair Hall - ha ora intenzione di ricorre in appello contro la sentenza che l'ha condannata.
Querela e contro-querela
Amber e Johnny si erano conosciuti nel 2011 sul set di The Rum Diary: la loro unione del 2015 era naufragata nel 2016 quando lei aveva chiesto il divorzio ottenendo anche un'ingiunzione della magistratura per evitare che l'ex marito le si avvicinasse. E all'accusa di diffamazione da parte di Depp, Heard aveva risposto con una contro-querela: l'avvocato di lui, Adam Waldman, aveva definito «un imbroglio» le sue accuse.
Un processo «omicidio-suicidio»
Il processo che si è appena chiuso - che ha messo in secondo piano il tema delle violenze, dando spazio "solo" al tema della diffamazione - non ha giovato alla carriera di nessuno dei due attori coinvolti. Se da un lato Depp ha sempre sperato che la vittoria finale potesse aiutarlo a ripristinare la sua reputazione, «entrambi lavoreranno di nuovo, ma ci vorrà del tempo perché un grande studio di produzione torni a scommettere su di loro dopo i dettagli emersi sul loro breve matrimonio in un processo seguito da milioni di persone», spiega l’ex avvocato dello spettacolo Matthew Belloni su Puck, come riporta l’Ap.
«Un bagaglio personale che si è rivelato troppo sgradevole per la carriera di entrambi». Non è un caso quindi se Eric Rose, esperto di comunicazione e gestione delle crisi a Los Angeles, ha definito il processo un «classico omicidio-suicidio», in termini di danni a entrambe le carriere.
In attesa del verdetto, l’opinione pubblica si era già divisa e schierata: come riporta un lungo editoriale pubblicato su Variety, la carriera di Depp «era in declino ben prima che uscisse l’editoriale di Heard». Opinione condivisa in aula anche da Tracey Jacobs, l’ex agente di Depp: «La sua stella si era già offuscata», ha ricordato parlando dell'allontanamento dai franchise di Pirati dei Caraibi e Animali Fantastici determinati dalle sue dipendenze (ammesse in passato) e dalle difficoltà nel lavorare con lui.
L’opinione pubblica contro Heard
Cosa succederà, invece, alla carriera di Heard? L’attrice sarà impegnata nei prossimi anni in Run away with me e In the fire, e l ’anno prossimo tornerà sul grande schermo per il sequel di Aquaman (con una parte ridotta, argomento utilizzato al processo dai suoi avvocati per dimostrare come Depp le abbia rovinato la carriera).
E, come se non bastasse, una petizione lanciata su Change.org dai fan di Depp per fare pressione su Dc Comics e Warner Bros ha addirittura chiesto di escluderla dal film, arrivando a superare l’obiettivo di 4,5 milioni di firme. Gli stessi fan che, nei giorni del processo, si sono radunati fuori dall’aula di tribunale per sostenere l’attore e «guardare con divertimento, come ai tempi del Medioevo, una donna fatta a pezzi in pubblico» (qui la spiegazione del fenomeno sociale del «trainwreck»), ha osservato sul New York Times Jessica Bennett nell'articolo «Perché nessuno ha vinto nel processo?».
In passato l'attrice aveva denunciato: «Ho dovuto lottare duramente perché mi tenessero nel film, non volevano farmi tornare. E comunque, alla fine, il mio ruolo è stato fortemente ridimensionato. Mi era stata data una sceneggiatura, poi sostituita da versioni successive nelle quali diverse scene d’azione che coinvolgevano il mio personaggio erano state eliminate. In pratica, hanno tagliato tantissimo del mio ruolo».
«Il bisogno di sorellanza»
Sono tanti anche i nomi del mondo dello spettacolo che hanno supportato l’attore, come il musicista Ryan Adams - a sua volta accusato e poi scagionato da diverse accuse di molestia sessuale - che ha commentato il post con cui Depp ha accolto il verdetto con un cuore e una fiamma.
Meno, invece, i supporter che si sono espressi a favore di Heard, come la comica Amy Schumer: «Ogni donna che sceglie di comportarsi come un normale essere umano deve sapere che le armi dello status quo la tratteranno come fosse una sporca barzelletta… Avrà bisogno di sorellanza», ha scritto su Instagram, riportando una celebre frase della scrittrice e giornalista femminista Gloria Steinem.
Perché, non è l'unica a sostenerlo, il verdetto potrebbe riportare indietro, di decenni, i risultati raggiunti e convincere molte donne a non denunciare le violenze subite per non incorrere in pericolose (e costose) cause di diffamazione.
Dal processo Depp-Amber una lezione anche per i giudici italiani. GIUSEPPE SALVAGGIULO su La Stampa su Il Corriere della Sera il 2 giugno 2022.
Fairfax è una città di 25mila abitanti scarsi in Virginia, Usa. Penney S. Azcarate, un passato da marine nella prima guerra del golfo, è giudice della corte distrettuale di Fairfax, diventata famosa per il processo hollywoodiano tra gli ex coniugi Johnny Depp e Amber Heard. Lei accusava lui di maltrattamenti; lui accusava lei di diffamazione. Indipendentemente dall’esito (ha vinto lui 15-2 milioni di dollari di risarcimento, milione più milione meno), il processo è stato per sei settimane un evento mediatico negli Stati Uniti e di rimbalzo in tutto il mondo. Il merito (o la colpa) è della giudice Azcarate. Rompendo la tradizione americana restrittiva sulla narrazione televisiva dei processi (nel nostro immaginario ci sono i disegni degli imputati nell’aula, raramente le immagini come nel caso O.J. Simpson), ha consentito la trasmissione in diretta streaming delle udienze. Sebbene il prodotto non fosse tecnicamente sofisticato (due telecamere della corte in aula, niente effetti speciali), la vicenda ha rapidamente coinvolto e polarizzato l’opinione pubblica grazie a ingredienti degni di una sceneggiatura di Netflix. Il periodico Variety, che ha monitorato gli ascolti, ha riscontrato un crescente interesse. L’ultima udienza è stata seguita da 1,2 milioni di persone, il doppio della prima. Nelle sei settimane di udienze, in tempo reale frammenti di testimonianze e arringhe venivano viralizzate sui social network. Da YouTube a TikTok, i video hanno invaso la mediasfera. Inevitabilmente, la proiezione mediatica ha cambiato anche le strategie processuali. I team legali hanno ingaggiato spin doctor per orientare l’opinione pubblica in favore del proprio cliente, confidando che ciò potesse alla lunga influenzare, anche inconsciamente, la giuria. Il caso ha riacceso il dibattito sul processo mediatico. Michele Dauber, docente alla facoltà di legge di Stanford, ha obiettato: «Permettere la messa in onda di un processo è la decisione peggiore a cui si possa pensare in un contesto di violenza domestica e abusi sessuali». Gli avvocati hanno dato battaglia in aula con diverse strategie. Heard Elaine Bredehoft, avvocato di Amber, ha provato a fermare le trasmissioni; al contrario Ben Chew, avvocato di Depp, era favorevole, argomentando che era stata la donna a mediatizzare il caso, con un articolo su un giornale da cui era scaturita la querela (per la verità, in quell’articolo Depp era evocato ma non nominato). La corte ha scelto di consentire la più ampia conoscenza della vicenda da parte dell’opinione pubblica, anche per evitare che la stampa ricorresse a metodi spregiudicati per procurarsi gli atti processuali. Nei mesi scorsi, il tribunale di Bologna aveva consentito la trasmissione su YouTube del processo sulla strage del 2 agosto 1980. Ma sono eccezioni: in Italia la pubblicità dei processi è garantita solo da Radio Radicale. Eppure qualcosa si muove. Con la stessa motivazione della giudice della Virginia, e per coincidenza proprio nel giorno della sentenza della corte di Fairfax, a un continente di distanza il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha emesso un provvedimento organizzativo in materia di comunicazione giudiziaria che segna una svolta nello stantio dibattito scaturito dall’approvazione, sei mesi fa, della riforma Cartabia rubricata, non del tutto propriamente, alla voce «presunzione di innocenza». La circolare Cantone applica la riforma smarcandosi da automatismi e rigidità proibizionistici. Contestualizza la preoccupazione della Cartabia di salvaguardare dignità, reputazione e riservatezza delle persone coinvolte in vicende giudiziarie in una lettura sistematica del regime di segretezza e pubblicità delle informazioni di fonte giudiziaria. E traduce in prassi un principio già affermato sia dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, che dal procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani. Entrambi, infatti, «si sono espressi ritenendo configurabile un legittimo interesse dei giornalisti a ottenere copie di atti processuali non più coperti da segreto, sia pure utilizzando necessarie cautele a tutela dei terzi interessati». Analoghe aperture «al corretto esercizio del diritto di cronaca» erano venute, sia pure prima della riforma del 2021, dai procuratori di Napoli Giovanni Melillo (ora procuratore nazionale antimafia) e di Potenza Francesco Curcio. Ora Cantone, combinando alcuni articoli del codice di procedura penale, istituzionalizza la facoltà (non il diritto automatico) per i giornalisti di accedere ad atti giudiziari non più segreti come ordinanze cautelari, decreti di perquisizione e sequestro. Stabilisce criteri «per l’esercizio del diritto/dovere di informazione», impone «la specificazione delle ragioni che rendono necessaria la conoscenza diretta dell’atto processuale», fissa limiti «ricavabili da altre norme dell’ordinamento, nonché dal codice della privacy». «In particolare a titolo esemplificativo – scrive Cantone – l’ostensione dell’atto non deve interferire con le indagini in corso, non deve ledere i diritti dei soggetti coinvolti nel procedimento o di terzi, non deve comportare comunicazione di dati sensibili o di notizie o immagini potenzialmente lesive della dignità e riservatezza delle vittime e delle persone offese dei reati, a maggior ragione se si tratta di minori». Più in generale, la disponibilità di informazioni giudiziarie non rappresenta per il giornalista una «licenza di uccidere». Restano ferme tutte le norme sui limiti del diritto di cronaca. Ma il metodo Cantone sposta la linea del fronte da monte (accesso alle informazioni) a valle (uso che se ne fa). Si tratta di uno spostamento copernicano: da un’impostazione blindata sulla proibizione a una fondata sulla responsabilità professionale, giudiziariamente filtrata e deontologicamente sorvegliata. Non mancheranno proteste (gli avvocati hanno già sollevato timori auspicando «massima oculatezza», e lo stesso Cantone ne dà conto nel suo provvedimento) né difficoltà applicative. Tempi, modi, discrezionalità delle autorizzazioni di un procuratore ai giornalisti dovranno essere valutati con attenzione. Certo vietare – non solo in questo campo - è più facile. Ma anche ipocrita, perché consente di salvare la coscienza collettiva facendo finta di non vedere il mercato parallelo che inesorabilmente si sviluppa all’ombra di norme draconiane e impettiti gendarmi, in una notte in cui tutte le notizie sono nere. Le scelte della giudice Azcarate e del procuratore Cantone sono rischiose. Gli argomenti controvertibili. Gli esiti non scontati. La comunicazione non è un pranzo di gala. Ma negare la conoscenza delle vicende giudiziarie all’opinione pubblica in ossequio a un cieco proibizionismo non è gratis. I processi segreti sono tipici dei regimi totalitari, quelli pubblici delle democrazie.
Johnny Depp e Amber Heard, un processo-reality tra droga, lusso e volgarità: l’altro volto di Hollywood. Matteo Persivale su il Corriere della Sera l'1 giugno 2022.
Scene da un matrimonio, il film per la tv di Ingmar Bergman del 1973, quasi mezzo secolo dopo rappresenta ancora il sommo esempio del modo in cui l’arte può raccontare la disgregazione di un amore attraverso il sublime. Le scene dal matrimonio Depp-Heard, in diretta tv e in streaming su YouTube, Facebook, Twitter, TikTok («trial by TikTok», processo via TikTok l’ha ribattezzato la solitamente pacata Bbc) per sei settimane dal tribunale della Virginia nel quale ieri sera è stato pronunciato il verdetto dei sette giurati, purtroppo non avevano niente di bergmaniano, niente di sublime, solo l’oceano di volgarità delle reciproche accuse di violenza, l’abuso di droga e alcol, i messaggini irriferibili, il duello dei periti da 600 dollari l’ora (quelli a buon mercato) o 1.000 dollari (quelli più costosi). Le interazioni sui social media hanno cancellato la guerra in Ucraina, l’inflazione-record, il Covid, l’aborto che presto tornerà illegale negli Usa, la scalata a Twitter di Elon Musk: Depp contro Heard 24 ore su 24, con il canale dedicato alla diretta, Law & Crime, ha polverizzato un record che a nessuno sembrava possibile, superando il miliardo di clic su dirette, siti internet e quotidiani, serotini riassunti della giornata di dibattimento. Per sei settimane il mondo ha potuto guardare in diretta il reality show — più freak show da circo di una volta che reality, in effetti — di tutto quello che avevamo sempre sospettato su Hollywood nei momenti di pessimismo: soldi, droga, alcol, aerei privati, alberghi di lusso, sganassoni, e un’infinita sfilata di galoppini, «assistenti», avventizi, parrucchieri, truccatrici, portieri, cascherini, la variegata fauna di coloro che circondano le «celebrities» creando — quando funziona, cioè non in questo caso — un cordone sanitario che li distacca e li protegge dal mondo esterno. Lei: «Si è versato una maxipinta di vino». Lui: «Sei solo un avanzo di night, una ex spogliarellista alla canna del gas». Lei: «Se ne girava per la casa con l’affare sempre di fuori». Lui: «Bevevo whisky di mattina perché l’happy hour è a tutte le ore». Lui, nei messaggini a un amico: «Affoghiamola prima di bruciarla!!!...». Il portiere che nega di aver visto Heard ferita, ma lo fa collegato in remoto, dalla sua auto, fumando una grossa sigaretta elettronica che riempie di una fitta nebbia l’abitacolo. Gli unici sono stati quelli della lunga confessione di Depp sulla sua infanzia e gioventù, argomenti dai quali si era sempre tenuto lontanissimo in 37 anni di carriera hollywoodiana. L’infanzia nel natio Kentucky come una pièce di Tennessee Williams: il padre debole e la madre mostruosa che si faceva beffe dello strabismo di Johnny («Mi chiamava orbo, occhiotorto, rideva della benda che dovevo portare sull’occhio sano per allenare quello malato: avevo cinque anni»), le botte, le cinghiate («Ricordo la cintura di cuoio chiaro»), il padre che abbandona i figli e la rassegnazione di Johnny («Capii che non avevo il potere di convincerla a cambiare»). E poi la parata di esperti, i periti di parte. L’esperto di «big data» che ammette di non saper determinare con precisione la cosa per la quale è stato chiamato (da Heard). L’ex agente di Depp che tra un sorso e l’altro d’un beverone a base di caffè liquida la fine della sua carriera da star con «aveva debiti, arrivava in ritardo, ma non tocca più a me venderlo». L’esperto mandato da Heard che spiega «guadagnò 1 milione per Aquaman, 2 milioni per Aquaman 2, la sua stella era in ascesa», poi però l’esperto mandato da Depp affonda la tesi, «se il suo momento da “è nata una stella” era nel 2018, perché subito dopo venne pagata solo 200 mila dollari a episodio per un telefilm?». Il linguaggio brutale di Hollywood del box office e del potere temporale che da esso deriva, almeno fino a una causa civile di sei settimane, lei e lui con gli sguardi che sprizzano odio e disprezzo, una causa con un vincitore e due sconfitti, strana la vita delle star di Hollywood anche in questo caso.
Perché Johnny Depp ha vinto. E perché Amber Heard avrebbe perso comunque. Tommaso Pellizzari su Il Corriere della Sera il 3 Giugno 2022.
I sette giurati del tribunale di Fairfax, in Virginia, hanno deciso: le accuse di violenze domestiche di cui l’attrice scrisse sul «Washington Post», riferendosi senza nominarlo all’allora marito, sono diffamatorie. E per questo dovrà pagare 10 milioni di dollari di risarcimento danni. Matteo Persivale racconta come si è arrivati a questa sentenza. Mentre Chiara Severgnini spiega perché il web aveva stabilito molto prima la colpevolezza di lei
Sì, quanto affermato da Amber Heard era falso. Sì, aveva un’implicazione diffamatoria nei confronti di Johnny Depp. Sì, l’implicazione diffamatoria è stata progettata da Amber Heard. E sì, Johnny Depp ha dimostrato con prove chiare e convincenti che la signora Heard ha agito con vera malizia. Rispondendo alle domande della giudice Penney Azcarate, i sette giurati del tribunale di Fairfax, in Virginia, hanno deciso: le accuse di violenze domestiche di cui Amber Heard scrisse in un articolo sul Washington Post, riferendosi senza nominarlo all’allora marito Johnny Depp, sono diffamatorie. E per questo dovrà pagare 10 milioni di dollari per risarcimento dei danni. Matteo Persivale ci spiegherà in questo episodio del podcast «Corriere Daily» come si è arrivati a questa sentenza, dopo un processo che un bel pezzo di mondo si è fermato a guardare. Mentre Chiara Severgnini ci dirà perché Amber Heard avrebbe perso anche se avesse vinto.
FullscreenDepp-Heard, perché Amber ha perso? (nel processo più pazzo del mondo). Matteo Persivale su Il Corriere della Sera il 2 Giugno 2022.
I lividi, le foto senza data, i video (e Kate Moss): così l’avvocata di Depp ha messo in crisi Heard.
La nave pirata di Johnny Depp — avvocati di lusso, periti da mille dollari l’ora, Kate Moss testimone a sorpresa come nei vecchi telefilm di Perry Mason, la bizzarra sfilata di deposizioni raccolte tra assistenti, ex agenti, portieri delle ottime e abbondanti dimore hollywoodiane — è arrivata in porto contro ogni pronostico della vigilia, dopo le sei settimane di navigazione attraverso il processo più pazzo del mondo (il New York Post ieri in prima pagina lo definiva così, «bonkers») in diretta streaming che ha ipnotizzato i social media.
La causa
Ma come ha fatto Depp a vincere una causa per diffamazione che la maggior parte degli esperti considerava difficilissima? La Costituzione americana riserva alla libertà di parola un ruolo straordinariamente importante: sui personaggi pubblici si può dire e scrivere di tutto o quasi grazie alla sentenza della Corte Suprema «New York Times Co. v. Sullivan» (1964). I personaggi pubblici come Depp sono considerati legittimo bersaglio a meno che le critiche siano state fatte con «actual malice», con dolo effettivo, mentendo sapendo di mentire per recare danno, ostacolo difficilissimo da superare per gli avvocati. Ma una delle prime cose che insegnano nelle facoltà di Legge dei Paesi come l’America nei quali vige la tradizione della common law è il principio falsus in uno, falsus in omnibus : il testimone che mente su qualcosa non è più credibile. Ecco allora che la strategia del Team Depp, semplice e rischiosa, è stata quella di seminare dubbi sulla credibilità dell’ex moglie Amber Heard, e perfino sulla sua buona fede. E i sette giurati hanno deciso che Heard ha agito con «actual malice», «dolo effettivo», nei confronti di Depp, calunniandolo.
I legali
Il dibattimento sarà studiato nelle facoltà di Legge come ai suoi tempi lo fu quello di O.J. Simpson: gli avvocati di Depp, capitanati da Camille Vasquez, hanno fatto ammettere sotto giuramento a Heard che la donazione in beneficenza di 7 milioni di dollari (ricevuti da Depp al momento del divorzio) promessa non è mai avvenuta. E l’attrice, molto irritata, si è impelagata in una discussione sul significato letterale di «promettere» che non le ha giovato. Altri momenti decisivi: le bugie inutili. Heard che prima nega il suo coinvolgimento poi ammette che i video delle sue liti con Depp girati di nascosto non sono stati mandati «personalmente» da lei al sito scandalistico Tmz ma solo lei e i suoi avvocati avevano i video. Heard che insiste di non aver avvisato i paparazzi di una sua apparizione in tribunale con un livido sul viso.
La giuria
Perché sabotare così la propria credibilità? Mistero. Così, quando la giuria ha visto prove spiacevoli come i metadati spariti dalle fotografie digitali dei presunti lividi lasciati da Depp sul suo volto (il sospetto è che fosse uno stratagemma per non far vedere che le foto erano state alterate), la conclusione è stata: Heard mente sulle cose piccole. E su quelle grandi? Era davvero l’unico dubbio da non suscitare nella giuria, che aveva peraltro già visto l’orribile foto delle feci da lei lasciate nel letto di Depp (sosteneva che fossero dello Yorkshire, del peso di 2 kg). Che dire dell’ospitata a un famoso talk show, dove apparve in ottima forma, meno di 24 ore dopo che, secondo lei, Depp l’aveva pestata a sangue lasciandole occhi neri e naso sanguinante? I testimoni che hanno giurato di non aver mai visto lividi o segni di percosse sul suo volto? E così via, in una serie di vittorie per Depp culminata con la testimone a sorpresa Kate Moss che la scorsa settimana ha smentito Heard («Non mi ha mai picchiata e non mi spinse mai giù dalle scale»), l’ultima mossa vincente degli avvocati dell’attore. Ieri la foto di Moss — che è andata a trovare Depp nel backstage del suo concerto alla Royal Albert Hall lunedì sera — era in prima pagina del Daily Mail: «È stata lei a salvare Johnny?».
M. Per. per il “Corriere della Sera” il 3 giugno 2022.
Tarana Burke, co-fondatrice del mo-vimento #MeToo, ha dichiarato dopo l'annuncio della sentenza del processo Depp-Heard: «Il modo in cui #MeToo è stato cooptato e manipolato durante il processo "Johnny Depp contro Amber Heard" è una catastrofe tossica e una delle più gravi diffamazioni del movimento che abbiamo mai visto.
Nelle ultime sei settimane ci siamo trovate di fronte a vere e proprie prese in giro del tema degli abusi, della vergogna e della colpa. Innumerevoli titoli che proclamano la morte di #MeToo. Notizie piene di click bait e, come conseguenza, le sopravvissute coperte di ridicolo.
Quello che non abbiamo visto, però, sono titoli e conversazioni che chiedono, cosa dobbiamo fare per evitare che qualcun'altra debba dire #MeToo? Quello che abbiamo sperimentato nel processo Depp-Heard è un caso di studio su come i movimenti sociali e politici vengano usati in modo improprio, e usati come armi contro le persone che dovrebbero proteggere.
Ma c'è una cosa più grande di questa sentenza, di questo processo, e di questa giuria: c'è un movimento composto da milioni di sopravvissute che lottano per la loro dignità e il loro diritto a chiedere giustizia.
E c'è un Paese che deve ancora fare i conti con il motivo per cui è così concentrato sul dolore e sull'angoscia della violenza, piuttosto che sui modi per risolverla. #MeToo è il più grande riconoscimento di sempre, da parte dei sopravvissuti, di quanto la violenza sessuale sia pervasiva.
Da quando l'hashtag è diventato virale, molte cose si sono spostate verso narrazioni sfumate sulla sopravvivenza e sull'impatto diffuso e a lungo termine della violenza sessuale».
Elaine Bredehoft, avvocata del team di Amber Heard, ha detto alla Nbc che per colpa delle riprese tv del processo diffuse dai social media l'aula di tribunale è diventata «uno zoo» e che il verdetto ha mandato «un messaggio orribile» (su TikTok hashtag come #JusticeforJohnny et similia sono stati visti 19,8 miliardi di volte, mentre i video di #JusticeforAmberHeard sono stati visti 81 milioni di volte, ndr).
«Come poteva la giuria sfuggire all'influenza dei social? - ha aggiunto Bredehoft - Tornavano a casa tutte le sere. Hanno famiglia. Le famiglie sono sui social. Abbiamo avuto una pausa di dieci giorni nel mezzo del processo. Non è possibile che non possano esserne stati influenzati.
È come il Colosseo nell'antica Roma, ero contraria alla presenza delle telecamere nell'aula del tribunale, l'ho fatto mettere agli atti per la natura delicata di questo procedimento. Ma le telecamere hanno trasformato tutto in uno zoo». Bredehoft ha anche detto che farà appello.
Amber Heard "fregata dalla sorella", il giudice sotto anonimato rivela: perché ha vinto Johnny Depp. Libero Quotidiano il 04 giugno 2022.
Su Tik Tok si è palesato, protetto dall'anonimato, un uomo che dichiara essere uno dei sette giudici che hanno deliberato sul caso più seguito negli ultimi tempi, quello tra gli attori Jonny Depp e Amber Heard. Il presunto giudice nel video da ragione alla star di Pirati dei Caraibi affermando che la Heard, all'interno della coppia, sarebbe la vera manipolatrice.
"Voglio rimanere anonimo, ma voglio condividere alcune considerazioni riguardo il processo”, afferma il giudice misterioso. Dopo essersi complimentato con la legale di Depp, l'ormai famosissima Camille Vasquez con la quale si pensa l'attore abbia intrapreso una relazione, ha criticato la sorella di Heard, Whitney. Quest'ultima ha testimoniato in suo favore ma: "Sembrava che stesse appoggiando Amber per costrizione, che fosse stata manipolata da lei. Sembrava che non volesse neppure essere lì". Secondo il giudice infatti Whitney non avrebbe detto la verità poiché costretta dalla sorella a proteggerla.
L'anonimo ha poi dichiarato che, secondo lui, anche mentre l'attrice testimoniava le sue dichiarazioni contro Depp erano tutte una farsa: "Tutto sembrava così finto, come quando cercava di guardarmi negli occhi, facendomi sentire a disagio, tanto che ho smesso di guardarla, quando rispondeva”. Il giudice ha poi aggiunto: “Ho continuato ad ascoltarla e sembrava che stesse mentendo a tutto spiano". Un utente di Tik Tok gli ha poi domandato se le sue teorie fossero basate anche sulla sua esperienza personale e lui ha risposto sì: “Lei mi ricordava una mia ex, quando mi manipolava”.
Dagotraduzione da Daily Mail
Ora spunta un uomo che afferma di essere uno dei sette giurati che hanno espresso il verdetto nel processo più famoso degli ultimi tempi, quello della star Johnny Depp contro l’ex moglie Amber Heard, vinto clamorosamente dell’ex “Pirata dei Caraibi.
E svela le motivazioni che hanno spinto la giuria popolare a condannare la Heard. Secondo l’uomo che ha pubblicato un video su TikTok dicendo però di voler rimanere anonimo, i giurati durante il processo hanno avuto la sensazione che Heard fosse inaffidabile e “istigatrice” delle violenze coniugali e che trovavano Depp molto più credibile.
È difficile stabilire se l’uomo sia davvero uno dei giurati del processo, visto che i nomi dei giurati sono stati sigillati per un anno dalla fine del processo, ma i membri della giuria possono farsi avanti volontariamente e parlare delle proprie esperienze.
“Qual è stato il momento in cui hai pensato: se sta mentendo su questo, sta mentendo su tutto?”, ha chiesto un utente di TikTok.
L’uomo ha risposto: “Direi, il fatto della donazione in beneficenza”.
Heard infatti aveva promesso di donare metà della somma corrispostale da Depp nell’accordo di divorzio, 7 milioni di dollari, all'ACLU, ma Terence Dougherty, direttore operativo e consigliere generale dell'ACLU, nella sua testimonianza ha detto che ciò non è mai avvenuto.
Quando è stata interrogata sulla bugia, la Heard ha affermato di aver usato la parola "donato" e "promesso" come sinonimi, un commento che, secondo l’anonimo giurato, sarebbe stato accolto con incredulità dagli avvocati di Depp.
L'utente di TikTok ha quindi elogiato l'avvocato di Depp, Camille Vasquez - dicendo che "ha fatto un ottimo lavoro" - ed è stato critico nei confronti della sorella di Heard, Whitney, che ha testimoniato per Amber.
"Sembrava sostenere sua sorella per obbligo", ha detto il presunto giurato.
"Non sembrava che volesse essere lì."
Alla domanda se la giuria "odiasse" Heard, il giurato ha risposto: "Non la odiava, ma la maggior parte di giurati non provavano empatia".
I giurati, a Fairfax, in Virginia, hanno trascorso sei settimane ad ascoltare le prove e poi 12 ore a valutarle prima di emettere il verdetto finale mercoledì pomeriggio, che ha dato ragione a Depp.
"Oggi è stato il mio ultimo giorno in cui sono stato giurato nel processo Amber Heard-Johnny Depp", ha iniziato il giurato, nella sua prima clip di TikTok.
"E vorrei rimanere anonimo, ma ho pensato di dare un'idea dei miei pensieri sul processo."
L’uomo ha detto che non era particolarmente informato sull'attrice texana, 36 anni, né su Depp, 58, prima dell'inizio del processo.
"Non seguo molto la cultura pop, quindi non ero davvero un fan di Johnny Depp o Amber Heard, quindi sento di poter essere stato piuttosto imparziale sull'intera faccenda", ha detto.
"Ma fin dall'inizio, quando Amber Heard stava testimoniando, tutto sembrava così fuori luogo dal modo in cui continuava a guardarmi negli occhi, e mi ha messo estremamente a disagio, al punto che non l'ho più guardata, quando lei rispondeva.
"Mi limitavo ad ascoltare attentamente, e tutto ciò che stava dicendo mi sembravano cazzate".
Il presunto giurato ha detto che, dopo la fine del processo, è andato su TikTok e "mi sbalordisce come ogni singola persona sembrava commentare quanto fosse strano" il suo sguardo.
"Questa era la mia sensazione istintiva", ha detto.
“Amber Heard. Che pazza”.
Un utente di TikTok ha commentato: “Mi sono sentito male per voi ragazzi”.
Lui ha risposto: "Non potevo nemmeno più guardarla".
In un secondo video, gli è stato chiesto come si sentiva riguardo all'avvocato di Heard, Elaine Bredehoft, "che sostanzialmente ha accusato tutti voi giurati di non rispettare le regole?".
Il giurato ha risposto: “Sto cercando di guardarla con empatia e comprensione”.
«Non sono sicuro che voi ragazzi abbiate notato quanto Amber Heard stesse manipolando Johnny Depp”. “Non avrebbe mai potuto ammettere di essersi sbagliata”.
“Da come gli parlava nelle registrazioni: lei non ha mai ammesso di aver fatto qualcosa”.
“E lo ha portato al processo”.
L’uomo poi ha continuato: “Sembra che noi esseri umani portiamo naturalmente nella tomba le nostre verità personali quando non possiamo ammettere di avere torto”.
“Quindi sento che è ciò che la sua squadra sta faceno ora, è una campagna diffamatoria, per non ammettere di essere colpevoli. Perché se dovessero solo nascondersi e accettare il verdetto, in un certo senso agli occhi del pubblico potrebbe essere visto come un'ammissione di colpa”.
“Quindi penso che questo sia solo il loro modo di cercare di farsi strada con le unghie e con i denti nel tentativo di salvare la dignità, in qualche modo, per Amber Heard."
Un utente di TikTok ha chiesto anche se è ha agito per esperienza personale.
"Sì, mi ha ricordato una mia relazione, come il mio ex partner era solito tentare di manipolare", ha detto.
"Mi sono fidato del mio istinto."
Gli è stato poi chiesto in dettaglio come gli altri quattro uomini e due donne hanno deciso l'importo del risarcimento.
Depp ha fatto causa per 50 milioni di dollari di mancati guadagni in seguito alla pubblicazione di un articolo sul Washington Post scritto da Amber Heard sulla loro relazione (anche se Depp non era mai nominato) che avrebbe danneggiato la sua carriera;
Heard ha contro-citato in giudizio Depp per 100 milioni. La giuria ha assegnato a Depp 15 milioni di dollari - 10 milioni di risarcimento danni e 5 milioni per la sanzione per diffamazione.
Secondo lo statuto della Virginia, i danni punitivi di Depp sono limitati a $ 350.000, per un totale di poco più di 10 milioni di dollari.
Heard ha ricevuto 2 milioni di dollari risarcimento danni. "Amber Heard ha ricevuto due milioni di dollari in questo caso per un paio di ragioni diverse", ha spiegato il giurato.
"Se ricordi, in questo processo ha anche citato in giudizio Johnny Depp per diffamazione, a causa delle dichiarazioni degli avvocati di Johnny. Che stavano affermando che Amber avrebbe messo a soqquadro l'appartamento per farlo sembrare molto peggio agli occhi della polizia”.
Alla domanda sul motivo per cui non hanno assegnato a Depp l'intero importo di 50 milioni di dollari, ha risposto: "L’importo è irrealistico e non tutti i giurati hanno concordato sugli importi. E’ stata trovata una via di mezzo”. In ogni caso, il presunto giurato ha voluto rimarcare che quasi tutti sentivano che Depp fosse più credibile.
Johnny Depp e Camilla Vasquez? "Prima del processo...": voci piccanti sulla star e il suo avvocato. Libero Quotidiano il 03 giugno 2022
Il caso diventato virale su TikTok e che ha tenuto incollate alla televisione milioni di persone è quello tra i due attori Jonny Depp e l'ex moglie Amber Heard. La coppia finita in tribunale a causa di un matrimonio pieno di orrori e di scheletri nell'armadio, ha visto la vittoria della star di Pirati dei Caraibi sull'attrice di Aquaman. Merito anche dei nove legali che hanno sostenuto e difeso Depp nelle sette settimane di udienza. Una fra tutte, però, si è distinta: Camille Vasquez.
In meno di venti minuti dall'inizio del processo tutti parlavano di lei, avvocatessa specializzata in cause per diffamazione, ha letteralmente distrutto Amber Heard e il suo tentativo di mettere in cattiva luce Depp. Il suo controinterrogatorio è stato di vitale importanza tanto da diventare virale nelle dirette televisive attirando tutta Hollywood a sé. Proprio grazie a questa popolarità si sarebbe anche iniziato a pensare a una liaison tra Camille e Depp. Secondo le indiscrezioni potrebbe essere nato un rapporto di intimità tra i due durante la preparazione del processo. E, in effetti, la confidenza tra i due in aula è ai massimi livelli...
Quando venne chiesto a Camille se il rapporto con il suo cliente fosse andato oltre la professione, a onor del vero, lei ha drasticamente smentito ogni voce bollandole come prive di ogni fondamento e buonsenso. Secondo quanto ha affermato si tratterebbe quindi solo ed esclusivamente di 'lavoro'. Se così fosse, però, non si potrebbe sicuramente biasimare Depp in quanto la Vasquez vanta una bellezza disarmante oltre che un astuzia fuori dal comune. Chissà se ci saranno altri sviluppi su questo nuovo e piccante 'caso'.
Il processo Depp è stato uno show? Sì, ma da noi la gogna arriva prima dell’aula. A chi si indigna per l'esposizione mediatica della vicenda americana, bisogna ricordare che in Italia l’esposizione delle bestie in gabbia avviene quasi esclusivamente prima del dibattimento. Nella fase nella quale dovrebbe invece imporsi la più assoluta segretezza degli atti. Gian Domenico Caiazza su Il Dubbio il 3 giugno 2022.
Dunque un banale processo per diffamazione sarebbe, numeri alla mano, il processo del secolo. L’hashtag che inneggiava alle ragioni del bel tenebroso è stato cliccato, dicono, un miliardo e 200mila volte. I video delle udienze non hanno rivali in termini di visualizzazioni sulla rete. Media di tutto il mondo, per conseguenza, hanno dato alla vicenda ed al suo esito il massimo rilievo.
È del tutto ovvio che la notorietà planetaria dei protagonisti da un lato, e la strettissima privatezza delle tematiche trattate dall’altro, abbiano costituito la miscela esplosiva che ha fatto deflagrare questa formidabile, morbosa attenzione della pubblica opinione. Piaccia o meno, nulla può funzionare meglio, in termini di attenzione mediatica, che consentire di guardare dal buco della serratura la vita privata di un idolo.
Quello su cui però sarebbe utile – e forse doveroso – soffermarsi, è come tutto ciò possa conciliarsi con un processo, e dunque con la serenità ed equità del suo svolgimento e della sua decisione. Il tema è annoso, e ci interroga su una questione cruciale: quali siano, o meglio quali debbano essere in una società democratica i limiti di esposizione mediatica di un processo. Ma una riflessione si impone. Questo che da più parti è stato definito “uno zoo”, era un dibattimento, cioè una fase procedimentale fatta di udienze pubbliche, dove la prova si forma davanti al giudice che ne governa le regole, ed alla giuria popolare che pronuncerà la sentenza. Un processo civile (cioè destinato a concludersi con sanzioni risarcitorie, non con pene detentive), ma per il resto del tutto assimilabile ad un processo penale.