Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

NOTA BENE

NESSUN EDITORE VUOL PUBBLICARE I  MIEI LIBRI, COMPRESO AMAZON, LULU E STREETLIB

SOSTIENI UNA VOCE VERAMENTE LIBERA CHE DELLA CRONACA, IN CONTRADDITTORIO, FA STORIA

NOTA BENE PER IL DIRITTO D'AUTORE

 

NOTA LEGALE: USO LEGITTIMO DI MATERIALE ALTRUI PER IL CONTRADDITTORIO

LA SOMMA, CON CAUSALE SOSTEGNO, VA VERSATA CON:

SCEGLI IL LIBRO

80x80 PRESENTAZIONE SU GOOGLE LIBRI

presidente@controtuttelemafie.it

workstation_office_chair_spinning_md_wht.gif (13581 bytes) Via Piave, 127, 74020 Avetrana (Ta)3289163996ne2.gif (8525 bytes)business_fax_machine_output_receiving_md_wht.gif (5668 bytes) 0999708396

INCHIESTE VIDEO YOUTUBE: CONTROTUTTELEMAFIE - MALAGIUSTIZIA  - TELEWEBITALIA

FACEBOOK: (personale) ANTONIO GIANGRANDE

(gruppi) ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE - TELE WEB ITALIA -

ABOLIZIONE DEI CONCORSI TRUCCATI E LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI

(pagine) GIANGRANDE LIBRI

WEB TV: TELE WEB ITALIA

108x36 NEWS: RASSEGNA STAMPA - CONTROVOCE - NOTIZIE VERE DAL POPOLO - NOTIZIE SENZA CENSURA

 

ANNO 2019

 

LO SPETTACOLO

 

E LO SPORT

 

SECONDA PARTE

 

 

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

 

  

ITALIA ALLO SPECCHIO IL DNA DEGLI ITALIANI

 

         

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2019, consequenziale a quello del 2018. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

INDICE PRIMA PARTE

LA POLITICA ED IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

IL PARLAMENTO EUROPEO HA 40 ANNI.

L'EURO HA 20 ANNI. CERCANDO L’ITALEXIT.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

INDICE PRIMA PARTE

LA POLITICA E L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

 

INDICE PRIMA PARTE

LA POLITICA E L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

INDICE PRIMA PARTE

LA POLITICA E GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

INDICE PRIMA PARTE

LA POLITICA ED I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

 

INDICE SECONDA PARTE

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

 

INDICE TERZA PARTE

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

INDICE QUARTA PARTE

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

INDICE QUARTA PARTE

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

INDICE QUINTA PARTE

LA SOCIETA’

 

PAURE ANTICHE: CADERE IN UN POZZO E CHI CI E' GIA' CADUTO.

STORIA DEI BOTTI DI CAPODANNO.

GLI ANNIVERSARI DEL 2019.

I MORTI FAMOSI.

A CHI CREDERE? LE PARTI UTILI/INUTILI DEL CORPO UMANO.

 

INDICE SESTA PARTE

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

INDICE SESTA PARTE

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

INDICE SETTIMA PARTE

CHI COMANDA IL MONDO:

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

INDICE SETTIMA PARTE

CHI COMANDA IL MONDO:

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

 

 

 

QUARTA PARTE

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

PRIMA PARTE

SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)

Scandali Stellari.

Demi Moore racconta: "Violentata a 15 anni".

Charlize Theron.

Brad Pitt e Angelina Jolie.

I Ritrovi delle Star.

Lorenzo Riva il super collezionista di Hollywood.

Benedetta Paravia.

Adelaide Manselli, ma tutti la conoscono con il nome di Anna Pannocchia.

Riconosciuti Figli d'arte. Camilli e gli altri.

Il maestro Riccardo Muti.

Plácido Domingo: l'highlander dell'opera.

Vittorio Grigolo: tenore rock.

Ezio Bosso ed “I Sani Cronici”.

Roberto Bolle ed i Ballerini.

L'inno più dissacrante dell'Italia cialtrona.

Canzoni stralunate.

Da Prince a Zucchero, le accuse di plagio più clamorose nella musica italiana.

Zucchero. Questa Italia non mi piace.

Nel nome di Mariele Ventre: gli eterni bambini dello Zecchino d’Oro.

I Tiromancino ed i Zampaglione.

Queste vuote teste di "Rap".

Chi decide cosa ascoltiamo?

Disco rotto. Meglio Live.

Ecco come funziona l'organizzazione dei concerti live in Italia.

Vercelli: sigilli a mille giostre in Italia autorizzate senza controlli in cambio di tangenti.

La storia non detta del Carnevale di Rio.

La Verità in tv è femmina. Roberta Petrelluzzi; Franca Leosini; Federica Sciarelli.

  I 30 anni di “Un giorno in pretura”.

“Tutta la verità” sui casi controversi. 

Blob Job di Marco Giusti.

La Claque non è Bue.

Se nei programmi passa quello che il pubblico vuole vedere.

La televisione si nutre del passato.

Televendita dell’arte.

Gli addetti stampa dello spettacolo: Enrico Lucherini.

Racconta Adriano Aragozzini.

Marracash.

Rino Barillari.

Giorgio Lotti.

Marcellino Radogna

Giovanni Ciacci.

Beppe Convertini.

Vieni avanti, Savoia: Emanuele Filiberto.

Gli influencer dello spettacolo & Company. Kim Kardashian, Chiara Biasi, Chiara Ferragni e Fedez, Giulia De Lellis, Greta Menchi, Valentina Pivati, Elisa Maino.

Maurizio Seymandi ed il telegattone.

I figli delle stelle.

Il bimbo di Benigni: Giorgio Cantarini.

Liam e Noel Gallagher. I fratelli coltelli degli Oasis.

Albertino.

Thegiornalisti.

I Cugini di Campagna.

Stefano De Martino.

Rocco Papaleo.

Rosanna Lambertucci.

Coez.

I Mogol.

Edoardo Bennato.

La vita normale del figlio di Bruce Springsteen.

Renato Zero.

Lino Capolicchio.

Non è la D'Urso.

Fuori la Ciccia. Vanessa Incontrada.

Andrea Delogu.

Michele Cucuzza.

Luca Sardella.

Amadeus ricorda gli anni bui.

Ilaria D’Amico.

Alessia Marcuzzi, un impensabile aneddoto.

Isola dei Famosi 2019: Riccardo Fogli e la verità sul tradimento.

Antonio Zequila: Er Mutanda.

Miriam Leone.

Dj Ringo.

Luca Argentero.

Camila Raznovich.

Selvaggia Lucarelli.

Barbara Chiappini.

Alba Parietti: “Alla camomilla dei buoni preferisco l’adrenalina dei cattivi”.

Lorella Cuccarini e Heather Parisi. Nemiche amatissime.

Viola Valentino.

Carolyn Smith.

Paola Ferrari.

Maurizio Costanzo e Maria De Filippi.

Maurizio Costanzo. Uno di Noi.

Pippo Baudo: «Non rimpiango niente (anzi, due cose)».

Smaila & Company. Le avventure dei Gatti di Vicolo Miracoli.

Enrico Vanzina.

I Montesano.

Lando Buzzanca.

Andrea Giordana.

Carlo Verdone.

Francesca Manzini.

La Super Simo.

Antonella Clerici, pop e imperfetta.

Fabio Volo.

Marisa Berenson.

Helmut Bergher: il diavolo.

Elisa Isoardi. 

Le Parodi e la cucina.

Mara Maionchi: “la starlette”.

Levante.

Il Watusso Edoardo Vianello.

Fabio Rovazzi contro i superficiali.

Tiziano Ferro e l'amore.

Ezio Greggio vs Vittorio Feltri.

Massimo Boldi.

Enrico Brignano.  

Stefano Accorsi.

Kasia Smutniak.

Francesca Barra.

Valeria Golino e le quote rosa.

Violante Placido.

Ornella Muti.

Silvio Berlusconi, la confessione di Carlo Freccero: "Perché devo tutto a lui".

Lucci tra Lele Mora e Emilio Fede.

Enrica Bonaccorti: "Perché mi hanno fatta fuori dalla tv”.

Gemma Galgani. Tina Cipollari. "Quanto prende al mese per fare la cafona".

L’irruenza di Magalli.

Caccia alla Volpe.

Nina Zilli.

Antonella Mosetti.

Art Attack Giovanni Muciaccia.

Antonio Lubrano: il difensore civico.

Manuela Blanchard: Manuela di Bim bum bam.

Simone Annicchiarico, l'astro nascente della tv scomparso.

Banfi e capelli.

Raffaella Carrà: "Se ho fatto delle cazzate è perché le avevo scelte io".

Marco Columbro: il templare.

Parla Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi.

Bertolino e il calcio per i bimbi delle favelas con la maglia dell’Inter.

Con Paolo Bonolis: addio “Libertà”.

Così diventai Carlo Conti.

Giorgio Panariello.

Parla Nek.

Ed Sheeran l'artista più ascoltato al mondo.

Alberto Camerini.

Marco Masini e la sfortuna.

L’ipocrisia su Mia Martini.

Loredana Bertè.

Grillo e Celentano. I Santoni della Tv. Ne parlano Michelle Hunziker, Antonio Ricci e Teo Teocoli.

Eros Ramazzotti.

Fiorello e il fastidio sui presunti compensi.

Rosalino Cellamare: detto Ron.

Parla il Pupo.

Sono Lory, non sono una santa.

Sabrina Paravicini: insultata perché malata.

Claudia Pandolfi. 

Sara Tommasi.

Piera Degli Esposti.

Justine Mattera ed i colpi di culo…

Valentina Ruggeri: “Così George Clooney mi ha scelto..” 

Dov’è la Vittoria (Risi)?

Le Donatella.

Viky Moore.

Sonia Eyes.

Franco Trentalance.

Davide Iovinella. Il calciatore porno.

Siffredi Family.

Amandha Fox a Pulsano.

Moana Conti.

Max Felicitas.

Valentine Demy.

LadyBlue – Angelica.

Veronica Rossi.

Sabrina Sabrok. Porno Satana.

Bridget the Midget - Cheryl Murphy: Porno sangue.

Malena. Filomena Mastromarino.

Valentina Nappi.

Carolina Abril.

Natalie Oliveros. Nome d'arte, Savanna Samson. Dal porno al Brunello.

Eva Henger.

Morena Capoccia.

Rossana Doll.

Omar Pedrini.

Ottavia Piccolo.

Miriana Trevisan.

Roberto Brunetti, “Er Patata”.

Tina Turner compie 80 anni.

Parla Stefania Casini.

Martina Smeraldi.

Milly D’Abbraccio.

Priscilla Salerno.

Giuseppe Povia.

Alanis Morissette.

Natalie Imbruglia.

Giordana Angi.

Piero Pelù.

Parla Giorgia.

Parla Luisa Corna.

Giorgio Mastrota.

Natalia Estrada senza rimpianti.

Parla Enrico Beruschi.

Parla Anna Maria Barbera.

Parla la cornuta Simona Izzo.

Parla il truffato Corrado Guzzanti.

Elena Santarelli e la guerra contro il tumore del figlio.

Si parla di Ambra Angiolini.

Francesco Renga.

Pamela Petrarolo.

Caterina Balivo.

Mara Venier.

Stella Manente. 

Che allegria, c'è Diaco.

Chi è Alessio Orsingher marito di Pierluigi Diaco.

Aldo Baglio confessa.

Franco Battiato: il ritorno del maestro.

Memo Remigi.

Quelli di Propaganda Live.

Milva ne fa 80.

Ornella Vanoni: ragazza irresistibile.

Peppino di Capri, 80 anni e non sentirli.

Gli ABBA: i giganti del Pop.

Rosalina Neri.

Giovanna Ralli.

Cucinotta: “51 anni di magia grazie a Massimo Troisi”.

Martina Colombari.

Paola Turci.

Sabrina Salerno.

Dramma per Valentina Persia. 

Si parla di Paola Barale.

Raz Degan.

Alena Seredova.

Eleonora Pedron.

La velina Mikaela Neaze Silva.

Lorena Bianchetti.

Bianca Guaccero.

Parla Rita Dalla Chiesa.

Ilary Blasi. Lady Totti.

Sylvie Lubamba riparte dalla moda.

Le Donatella tornano alla musica.

Ligabue tra Palco e realtà.

Le corna di Clizia Incorvaia a Francesco Sarcina.

Pippo Franco.

Christian De Sica.

Antonio Sorgentone.

Taylor Mega.

Giorgia Venturini.

Sara Manfuso.

 Hoara Borselli.

Gigi Marzullo.

Vittoria Hyde: front woman dei Vittoria and the Hyde Park.

Alfonso Signorini.

Edwige Fenech.

Tony Sperandeo.

Gli Iglesias.

Michelle Pfeiffer.

Jennifer Aniston.

Benji & Fede.

Romina Mondello. 

Daria Bignardi.

Federico Paciotti.

Giorgio Poi. 

Michele Bravi e quell’incidente mortale.

Domenico Diele.

Sabrina Ferilli.

Mariana Rodriguez.

Giusy Ferreri.

Elodie: "Sexy come Rihanna? Magari..."

Francesco Gabbani.

Ermal Meta: «Così ho scoperto l’Italia».

Magari Mika.

Magari Moro.

Meglio Mora.

Fabio Concato.

Niccolò Fabi.

SECONDA PARTE

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)

1999-2009-2019. Pamela Prati: ogni dieci anni annuncia un matrimonio.

Carlo Taormina: “Se sono un grande avvocato…lo devo a mia moglie!”. 

Il Matrimonio di Eva Grimaldi.

Ana Bettz, la cantante imprenditrice.

Gabriel Garko.

L’amore saffico delle Spice Girls.

I Porconi del Gangnam.

Corinne Clery.

Catherine Spaak. Quella sex symbol rivoluzionaria ed eterna.

Il Personaggio Platinette.

Guillermo Mariotto: “una gran mignotta”.

Malgioglio intervista Cristiano.

Comanda Vladimir Luxuria.

Asia Comanda, Morgan subisce.

Gianluca Grignani.

Benji e Fede bullizzati.

Diana Del Bufalo.

J-Ax insulta Matteo Salvini. 

Fermato per furto il cantante Marco Carta.

Gerry Scotti.

Caduta Libera, il campione Nicolò Scalfi.

Caduta Libera. Il Campione Christian Fregoni.

Caduta Libera: battuto il campione Gabriele.

Giuseppe Cruciani: “Le mie passioni? La radio e le donne”.

Abramo Orlandini il maggiordomo di Vittorio Sgarbi.

Pio e Amedeo. I filosofi trash della tv.

Simona Tagli.

Ramona Badescu.

Mauro Marin.

La Gatta morta Marina La Rosa.

Al Gf la figlia d’arte Serena Rutelli.

Martina Nasoni, vincitrice del GF 2019

I guai di Gianni Nazzaro.

Gigi D’Alessio.

Gérard Depardieu.

Franca Valeri: non mi annoio.

Parla Lina Wertmüller.

Giancarlo Giannini.

Franco Zeffirelli teme la morte.

Guai, amori e Oscar di Vittorio Cecchi Gori.

Luca Barbareschi e "La mafia dei froci".

Lucrezia Lante della Rovere.

Il J'Accuse di Roman Polanski parla molto di sé e della sua "persecuzione".

Umberto Orsini si racconta.

Pierfrancesco Favino e le donne.

Nicolas Vaporidis.

Giulio Scarpati, il medico in famiglia.

Pupi Avati.

Ferzan Ozpetek.

Maurizio Ferrini.

Ficarra e Picone.

Lizzo.

Mary Rider.

Rebecca Volpetti.

Gabriele Paolini.

Alex Britti.

Juliette Binoche.

Marta Flavi.

Le Rodriguez.

Mario Lavezzi.

Saverio Raimondo.

Gianna Nannini.

Creedence Clearwater Revival.

Red Hot Chili Peppers.

Andrea Scanzi.

Arturo Brachetti.

Roberto D’Agostino.

Mandy Jean Prince in arte Prince.

Luana Borgia.

Angela Gritti.

Francesca Conti Cortecchia.

Costantino Vitagliano.

Giuliano Fildigrano in arte Julius.

Maria Giovanna Ferrante diventata Mary Rider.

Viviana Bazzani.

La confessione di Ivana Spagna.

Monica Bellucci: «Non mi spaventa il corpo che cambia».

Giovanni Allevi.

Ronn Moss: il Ridge di “Beautiful”.

Keanu Reeves. Quello che non sapevate di lui.

Renzo Arbore.

Marisa Laurito ed i falli.

Sandra Milo ed il Fisco.

Claudia Gerini: ho detto tanti no.

Stefani Sandrelli apre il cuore.

Max Pezzali e gli 8-8-3.

Enrico Ruggeri.

Cesare Cremonini.

I Morandi.

Francesco Facchinetti: “Io, Jim Carrey e quel folle weekend…”. 

Daniele Bossari. 

Cristina Chiabotto.

Parla Gino Paoli.

Shel Shapiro.

Francis Ford Coppola: l’ultimo Re di Hollywood.

Essere Martin Scorsese.

Clint Eastwood.

Giorgio Tirabassi.

Quentin Tarantino.

Oliver Stone.

Parla Carla Signoris.

Parla Vasco.

Achille Lauro come l' armatore.

Salmo e i concerti sulla nave.

I Linea 77.

Una vita da Madonna.

Miles Davis.

Michael Stipe ed i Rem.

Elton John.

Lodovica Comello.

I Ricchi e Poveri.

Giorgio Moroder: Viva gli anni Ottanta!

Tatti Sanguineti. Patate, patacche e "fake".

Fonzie e la sua vita da dislessico.

Robert De Niro e la famiglia arcobaleno.

Al Pacino.

Jack Nicholson, il ghigno folle dell'antieroe di Hollywood.

Il segreto della longevità: Kirk e Anne Douglas.

Sofia Loren.

Gina Lollobrigida.

Claudia Cardinale.

Sharon Stone.

Olivia Newton-John: la guerriera.

Il 2 volte premio Oscar Jodie Foster.

Diane Keaton ed il suo funerale.

Buon compleanno Meryl Streep: l'attrice compie 70 anni.

Britney Spears, dramma senza fine.

Anna Mazzamauro.

Milena Vukotic: «Ero per tutti la Pina di Fantozzi.

Ilona Staller ed i suoi cimeli.

Barbara Bouchet.

Ludovica Frasca.

Angela Cavagna.

Paola Caruso: ci è o ci fa.

Debora Caprioglio.

Serena Grandi.

I Pentimenti di Claudia Koll.

Anna Falchi.

Tinto Brass, una grappa, un sigaro e i trastulli della provincia italiana.

Chi guida la Lamborghini?

Frankie Hi NRG.

Arisa

Annalisa

Emma Marrone.

Alessandra Amoroso.

I Boomdabash.

Antonella Ruggiero e la sua voce.

Marcella è Bella.

Rita Pavone.

Donatella Rettore.

Caterina Caselli: «Ho battuto il cancro, e sono tornata».

Gerardina Trovato.

Lo Stato Sociale.

Sara Wilma Milani.

I 50 anni di Jennifer Lopez.

Paolo Conte.

Lucio Dalla Genio senza tempo.

Bob Dylan: perché è il cantautore più influente del rock.

Nunzia De Girolamo: “Finalmente è esplosa la mia femminilità”.

Nathalie Caldonazzo.

Dilettatevi con Diletta.

Il produttore Valsecchi: «Con Zalone pescai il jolly. Ma che paura il messaggio di Riina».

Aida Yespica.

Loretta Goggi.

Danika Mori.

Alessandro Haber.

Tutto su Pedro Almodovar.

Antonio Banderas.

Brigitte Bardot: la prima vera animalista.

Delon, vittima di una cultura del linciaggio.

Il professor Jovanotti.

Pilar Fogliati.

Philippe Daverio.

Alberto Angela.

Giacobbo, misteri in tv e ossa rotte.

Federico Fazzuoli, storico conduttore di “Linea Verde”.

Daniela Martani.

Laura Chiatti.

Bella Hadid.

Patrizia De Black.

Massimo Giletti.

Claudio Cecchetto.

Maria Teresa Ruta.

Vinicio Capossela.

Marco Ferradini ed il suo Teorema.

Maddalena Corvaglia.

Lucia Sinigagliesi: la donna del del Guinness World Records.

Serena Enardu.

Gianluca Vacchi.

Alberto Dandolo.

Robbie Williams.

Bill Murray, l’outsider.

John Travolta.

Takagi & Ketra.

James Senese.

Paolo Brosio.

Giulia Calcaterra.

Guido Bagatta.

Claudio Lippi.

Trio Medusa.

Isabella Ferrari.

Giangiacomo Schiavi. Il regista che ha fondato la TV.

Milly Carlucci.

Lucia Bosé.

Mina.

Patty Pravo.

Serena Autieri.

I Bastards Sons of Dioniso.

Paolo Vallesi.

Stefano Zandri, in arte Den Harrow.

Ndg (acronimo del suo vero nome, Nicolò Di Girolamo).

Eleonora Giorgi.

Aiello.

William Shatner.

Gregoraci e Briatore.

Andrea Roncato.

Flavio Insinna: "Grazie a Fabrizio Frizzi sono un conduttore".

Stefania Nobile e Wanna Marchi.

Achille Bonito Oliva.

Da Vasco a Loren, storie (famose) dal carcere: quando attori e cantanti finiscono dietro le sbarre.

Amanda Lear: 80 anni d’arte tra Disco music, pittura e teatro.

Silvio Orlando.

Nina Moric.

Richard Gere.

Irina Shayk.

Paola Senatore.

Antonio Albanese Cetto La Qualunque.

I Ghini.

Alessandro Gassmann.

Silvio e Gabriele Muccino, fratelli-coltelli.

Mauro Pagani racconta Guccini.

Gianni Fantoni.

Emily Ratajkowski: "È difficile essere sexy".

Valentina Dallari.

Marco Mengoni.

I Negramaro.

Francesco Incandela.

Giulia Accardi, la modella curvy.

I Ristoratori Vip. Abbasso i cuochi d'artificio. Chef Rubio & compagni...

Oliviero Toscani.

Raoul Bova.

Malika Ayane.

Ricky Gianco.

Raf e D’Art.

Francesco Nuti.

Anna Galiena.

Claudio De Tommasi, vj storico.

Beatrice Venezi.

Susanna Torretta e il giallo della morte della contessa Vacca Agusta.

 

TERZA PARTE

 

SOLITO SANREMO. (Ho scritto un saggio dedicato)

La cupola dei conflitti d’interesse ignorati.

Claudio Bisio il comunista.

Al Bano nella lista nera di Kiev.

Toto Cutugno viene bandito in Ucraina.

Sanremo 2019: i cantanti che hanno vinto più volte il festival.

Michele Torpedine: il talent scout.

Festival di Sanremo: le 25 canzoni più belle di sempre.

Presentatori Sanremo: tutti i “condottieri” del Festival della Canzone Italiana.

Sanremo: tutte le vallette che hanno partecipato al Festival.

Aneddoti, curiosità e drammi, amori e scandali a Sanremo.

Johnny Dorelli: «Modugno arrivò secondo e mi prese a schiaffi al Festival.

I 12 big che non hanno mai partecipato al Festival di Sanremo.

La biellese Gilda, vinse un Festival (minore).

Guida minima ai conflitti d’interesse di Baglioni.

Mahmood. Il vincitore politicamente corretto.

Simone Cristicchi e la sua “Abbi cura di me”.

Sanremo, 30 fatti poco noti della serata finale.

Sanremo, il Festival dalla A alla Z.

Troppi compagnucci? Per la Rai si vive di "contiguità amicale".

Litigi e battute, Sanremo specchio d'Italia.

"Aiutini", code, bufale: tutto ciò che non vedete in tv.

Sanremo 2019, settant’anni di canzoni, non sempre lo specchio del Paese.

Sanremo solo a Sinistra.

Sanremo, Iva Zanicchi: "Ospite? Devi essere di sinistra".

Sandro Giacobbe: “Sanremo non ha voluto la mia canzone per Genova”.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO. (Ho scritto un saggio dedicato)

Gli italiani e lo sport? Ne parlano tanto... ma ne fanno poco.

Milano-Cortina, le olimpiadi ed il Movimento 5 cerchi.

Coni, i conti che non tornano.

Il Podista Fantozzi.

Great e quel record nazionale negato perché non ha cittadinanza.

Osvaldo ballerino, seconda vita: nel calcio ero solo un numero.

Berruti: «I miei inaspettati 80 anni Sono bi-bastone, non più bi-turbo».

Mi ritiro…e poi?

L'addio al campo. Paolo Silvio Mazzoleni.

Antonio Cassano.

Balotelli e le balotellate.

Roma. Edin Dzeko, Capitan passato e Capitan futuro.

Miralem Pjanic.

Messi è meglio di Cristiano Ronaldo.

Cristiano Ronaldo: il comunista.

Ronaldo (il Fenomeno).

Maradona nella casa del sonno.

Dino Zoff.

Albertosi. Nome ordinario, Enrico. Nome straordinario, Ricky.

Buffon: "Qui per aiutare dalla panca".

Gigi Riva.

Tardelli, dall’urlo al Mondiale: «Ho 65 anni, mi sento un ragazzino».

Non sa chi è Paolo Rossi?

Gianluca Pagliuca.

Claudio Marchisio saluta il mondo del calcio.

Samuel Eto'o lascia.

Genio e Sregolatezza: Paul Gascoigne.

Eric Cantona.

Zlatan Ibrahimovic: La Furia.

Maldini Family.

Fiorentina, ecco Ribery.

Gabriel Batistuta.

Icardi e le regole del Mobbing.

Sandro Mazzola.

Gianni Rivera.

Calcio Dotto (Emanuele).

Sandro Piccinini.

Che brutto il calcio moderno, ha tolto l’anima al pallone.

"Così ho fatto entrare Italia-Germania nel mito".

San Siro: la storia di un tempio del calcio (1926-2019).

Sla, ecco perché uccide i calciatori.

Davide Astori, la scoperta agghiacciante: tra il 1980 e il 2015 190 giovani atleti morti come lui.

Sport e demenza.

Beppe Marotta vs Fabio Paratici.

Pallonari. Figli di…

Il Calciomercato. Il Romanzo dell’Estate.

Calcio e business: ecco le plusvalenze delle squadre di Serie A.

Prestiti e panchine: così il calcio italiano brucia i suoi giovani talenti.

Calcio, quanto ci costa la sicurezza negli stadi.

Ladri di Sport e pure di Calcio.

Platini. Quei sospetti di corruzione sull’assegnazione al Qatar dei mondiali.

Quelli che…sono in fuorigioco.

Zdenek Zeman.

Non solo Allegri e Mihajlovic, guarda le sexy figlie dei mister.

Il Guerriero Mihajlovic.

Morta la bimba di Luis Enrique.

Silvio Baldini: l’anarchico.

Stiamo Allegri.

Giovanni Galeone.

Maurizio Sarri. Da bancario a banchiere.

Il Giramondo Stramaccioni.

Arrigo Sacchi: «Vendevo scarpe».

Antonio Conte e la stella in panchina.

Calcio: Ritiri ed Ammutinamenti.

Ancelotti 60.

Trapattoni ne fa 80.

Quando gli allenatori "marcano visita".

Quei grandi allenatori che a volte ritornano.

Calcio, da Simeone a Mazzone: quando l'esultanza degli allenatori è una provocazione.

Thohir lascia l'Inter con un capolavoro.

Palermo calcio, Zamparini ai domiciliari.

Razzismo: così il calcio italiano si sta ribellando.

Questo calcio "sessista" e la saggezza della Morace.

Violenza di genere: due pesi e due misure.

Il Calcio e l’ideologia.

Il marcio nascosto di Calciopoli.

Bruno Pizzul.

Ma Baggio è Baggio.

Il Calcetto è per vecchietti.

Roberto Mancini. Il Ct della Nazionale dei Record.

Gli Immortali del Calcio.

Francesca Schiavone ed il cancro.

Le Ombre sull'alpinismo.

Tania Cagnotto.

Valentino Rossi, i primi 40 anni del Dottore di Tavullia.

Formula Uno, Hamilton 6 volte campione del mondo.

La vita spericolata di Raikkonen.

Schumacher family.

Damiano Caruso e la mafia.

Vincenzo Nibali.

Mario Cipollini.

Saronni vs Moser.

La Maledizione del Tour.

Il Doping. Tutti dopati. Armostrog: anche senza si vince lo stesso.

L’affaire Marco Pantani.

Schwazer, una perizia dei Ris per provare la sua innocenza.

Marcello Fiasconaro il re degli 800.

Potenza della Fede.

Benedetta Pilato: non ho l’età.

Magnini si ribella dopo la squalifica.

Le memorie di Adriano Panatta.

Nicola Pietrangeli ed il funerale al Foro Italico.

Dino Meneghin.

Messner, il Re degli Ottomila a quota 75.

Messner…e gli altri.

La discesista Sofia Goggia.

Manfred Moelgg, le 300 gare del veterano dello sci.

Lorenzo Bernardi: Mister Secolo della pallavolo.

Chiude la palestra di Oliva. Salvava i bimbi dalla strada.

Ai Giochi 2020 la boxe data in appalto. La crisi nerissima dell’ex nobile arte.

Frankie Dettori.

Varenne va in pensione.

Gli Scacchi. Garry Kasparov.

I 70 anni del bigliardino.

 

 

 

 

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

SECONDA PARTE

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI. (Ho scritto un saggio dedicato)

·         1999-2009-2019. Pamela Prati: ogni dieci anni annuncia un matrimonio.

Scintille fra D'Agostino e la Prati: ​"Credere a te è come credere a Conte". La showgirl e il fondatore di Dagospia si confrontano sul caso Mark Caltagirone: Dago smonta la vicenda, la Prati ribatte colpo su colpo. Alessandro Zoppo, Lunedì 21/10/2019, su Il Giornale. Massimo Giletti riapre il caso Mark Caltagirone: Pamela Prati e Roberto D’Agostino sono protagonisti di un acceso faccia a faccia nella puntata di Non è l’Arena, andata in onda su La7 domenica 20 ottobre 2019. Ad un mese di distanza dalla sua ultima apparizione al programma, la Prati è in lacrime nel dichiarare subito la propria innocenza. “Io sono innocente – dice la showgirl –, non ho paura di vedere Roberto: anzi, lo voglio ringraziare perché mi ha salvato”. Il fondatore di Dagospia, il primo sito che con FanPage ha smascherato Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, traccia la sua linea in questa storia. “La storia di Pamela – spiega D’Agostino – è la spia di quella che è diventata la celebrità contemporanea, quella dei "morti di fama", di gente comune che scompare dopo l’effimero successo e non sa più come tornare di nuovo alla ribalta. La distinzione tra vita reale e reality scompare: si crea un personaggio e per mantenerlo si fa di tutto. Eliana Michelazzo nasce come una corteggiatrice di Uomini e Donne. Quando viene battuta, incontra la Perricciolo”. Da quell’incontro nasce il “sistema” che conduce al “Prati-gate”. “Sono vent’anni che fa questo impiccio – dichiara la Michelazzo riferendosi alla Petrricciolo in un’intervista esclusiva “rubata” dall’inviato Danilo Lupo –, solo che adesso le ha detto male”. Al ritorno in studio, di colpo, un blackout oscura La7: Non è l’Arena viene interrotto per diversi minuti. Tornato tutto alla normalità, arrivano l’avvocato Lina Caputo, la legale della Prati, e la psicoterapeuta Stefania Andreoli. “Prima nessuno indagava le fake news – prosegue D’Agostino –, come quando Lucherini annunciò la relazione tra Richard Burton e Florinda Bolkan, palesemente una fregnaccia”. “Oggi – aggiunge – le celebrità soffrono della sindrome da "Viale del tramonto", il lato buio della celebrità. Molti sono trafitti dalla celebrità, bisognerebbe fare una San Patrignano dei cerebrolesi”. “Quando trasmissioni e giornali hanno una storia bellissima come quella inventata da Pamela – rincara la dose Dago –, non vanno a controllare. Ormai c’è un meccanismo televisivo in cui uno propone un menù strappalacrime e viene invitato per dieci puntate”. “Io ho raccontato quello che stavo vivendo – ribatte la Prati –, la storia d’amore che vivevo sulla mia pelle”.

D’Agostino e Pamela Prati: “Tu giochi con le slot machine”. “Un tema che non viene spesso raccontato – dichiara D’Agostino – sono i problemi economici: il tuo ex manager ha detto che giochi con le slot machine. È stato pubblicato un documento secondo cui l’Agenzia delle Entrate ti ha chiesto 372mila euro”. “Sono entrata una volta con mia sorella in una sala Bingo – risponde la showgirl –, non è mica un reato. Io non gioco, non bevo e non mi drogo”. La sua legale specifica che all’Agenzia delle Entrate ha chiesto semplicemente la rottamazione di una cartella esattoriale: un problema risolto da tempo. Ma D’Agostino non è convinto. “Io la capisco – dice il giornalista –, Pamela ha utilizzato queste due ragazze per ritornare in pista”. Un’intervista ad Alessia Bausone, consigliere comunale di San Luca “adescata” da Caltagirone e poi querelata per diffamazione dalla Michelazzo, svela il meccanismo ideato dalle due agenti: una vera e propria trappola. “Ma Pamela – sostiene D’Agostino – aveva tutti i vantaggi ad essere complice di questa storia. Se uno crede per un anno a queste fregnacce bisogna portarlo da un dottore, ha qualche problema”. “Tu non l’hai vissuta la mia storia – replica la Prati –, stai dicendo delle cose che non sono vere. La sensibilità sai che cos’è D’Agostino?”. “Il tuo obiettivo – risponde Dago – era fare soldi con una storia inventata: miravi a tornare in televisione. Era un triangolo delle Bermude in cui loro due prendevano i soldi e lei era complice. Quando finisce la fama è così, tu facevi le inaugurazioni delle pizzerie”. “La storia di Pamela – la difende la dottoressa Andreoli – è paragonabile a quella di quelle donne che picchiate dai mariti si lasciano convincere a dichiarare di essere cadute per le scale”. D’Agostino accusa la Prati di non essere nuova ad inventare matrimoni: l’ha già fatto nel 1999 “con tale Bertolani” e nel 2009 con Daniel Sebastian Jabir. “Era diva e recidiva – tuona D’Agostino –, è un indotto che genera tanti soldi”. Dago cita inoltre un accordo di riservatezza firmato dalle tre “per evitare di sputtanarsi”. “Pamela – ribatte la Caputo – non ha commesso alcun reato e non ha guadagnato nulla”. “Allora – domanda D’Agostino – perché ha detto in televisione che si è sposata civilmente con Mark Caltagirone?”. “Non lo sai – gli risponde la Prati –, è perché ero manipolata”. “Uno crede in Pamela Prati – conclude Dago – come crede in Giuseppe Conte”.

Giuseppe Candela per Dagospia il 21 ottobre 2019. Il confronto tra Roberto D'Agostino e Pamela Prati manda in tilt pure La7! Salta il segnale per otto minuti che diventano dodici aggiungendo la pubblicità. A Non è l'Arena va in onda il Dago contro tutti perché la Prati si presenta in studio con il suo avvocato Lina Caputo e con la psicoterapeuta Stefania Andreoli che già un mese fa aveva realizzato il suo santino proprio da Giletti.  “Io sono innocente non ho paura di vedere Roberto: anzi, lo voglio ringraziare perché mi ha salvato”, dice la showgirl in apertura. D'Agostino parte da lontano per spiegare la bufala svelata da questo sito:  “La storia di Pamela è la spia di quella che è diventata la celebrità contemporanea, quella dei ‘morti di fama’, di gente comune che scompare dopo l’effimero successo e non sa più come tornare di nuovo alla ribalta. La distinzione tra vita reale e reality scompare: si crea un personaggio e per mantenerlo si fa di tutto. Eliana Michelazzo nasce come una corteggiatrice di Uomini e Donne. Quando viene battuta, incontra la Perricciolo”. Da quell’incontro nasce il sistema che porterà al Prati-gate. “Prima nessuno indagava sulle fake news, come quando Lucherini annunciò la relazione tra Richard Burton e Florinda Bolkan, palesemente una fregnaccia. Oggi le celebrità soffrono della sindrome da ‘Viale del tramonto’, il lato buio della celebrità. Molti sono trafitti dalla celebrità, bisognerebbe fare una San Patrignano dei ceLEbrolesi. Quando trasmissioni e giornali hanno una storia bellissima come quella inventata da Pamela non vanno a controllare. Ormai c’è un meccanismo televisivo in cui uno propone un menù strappalacrime e viene invitato per dieci puntate”, aggiunge Dago mentre la primadonna del Bagaglino prova a difendersi: “Io ho raccontato quello che stavo vivendo la storia d’amore che vivevo sulla mia pelle”. Dago sposta l'attenzione sugli argomenti più delicati: “Un tema che non viene spesso raccontato sono i problemi economici: il tuo ex manager ha detto che giochi con le slot machine, vai al Bingo. È stato pubblicato un documento secondo cui l’Agenzia delle Entrate ti ha chiesto 372mila euro”. Qualche giorno fa Diva e Donna l'aveva beccata al Bingo: “Sono entrata una volta con mia sorella in una sala Bingo, non è mica un reato. Io non gioco, non bevo e non mi drogo”. L'avvocato prova a sgonfiare l'argomento sottolineando che quasi tutti hanno problemi con il fisco ma viene fermata da Dago: "Ma parla per te." La Caputo insiste: "Non ha debiti di gioco. Ha avuto un debito per tasse con lo Stato, è stata chiesta la rottamazione. Non c'è più questo problema. E' stato risolto. Non c'è mai stato, invece, un problema con il Bingo". Dago non arretra: "Pamela ha utilizzato queste due ragazze per ritornare in pista. Aveva tutti i vantaggi ad essere complice di questa storia. Se uno crede per un anno a queste fregnacce bisogna portarlo da un dottore, ha qualche problema”. Il colpo finale citando Luigi Oliva, ex della Prati che proprio a questo sito aveva accennato ai problemi economici della showgirl: "Non è mai stato mio fidanzato, è disgustoso. Non ho mai usato nessuno. E' stato il contrario", ha replicato Pamela. “Tu non l’hai vissuta la mia storia, stai dicendo delle cose che non sono vere. La sensibilità sai che cos’è D’Agostino?”, urla l'attrice sarda ma Dago la incalza: “Il tuo obiettivo era fare soldi con una storia inventata: miravi a tornare in televisione. Era un triangolo delle Bermude in cui loro due prendevano i soldi e lei era complice. Quando finisce la fama è così, tu facevi le inaugurazioni delle pizzerie”.  Non la prima volta che inventa matrimoni, già nel 99 con Max Bertolani e nel 2009 con l'inesistente Juan Sebatian Jabir: "Era diva e recidiva, è un indotto che genera tanti soldi. Per evitare di sputtanarsi ha firmato con le due un accordo di riservatezza." La Caputo interviene: “Pamela non ha commesso alcun reato e non ha guadagnato nulla”, Dago chiede: “Allora perché ha detto in televisione che si è sposata civilmente con Mark Caltagirone? Lei ha usato queste due donne, lesbiche, per tornare in auge. Lei è complice, ovvio, se no la dovrebbero ricoverare”. “Non lo sai cosa ho passato, non sai cosa significa essere manipolati”. “Uno crede in Pamela Prati – conclude Dago – come crede in Giuseppe Conte”. Cosa sarebbe successo se Dagospia non avesse svelato la bufala? "Se non c'ero io a fare quell'inchiesta, la cosa finiva con un bel servizio a Verissimo, beccavano 30 - 40mila euro, prendevano un disgraziato che diceva di essere Mark Caltagirone, la foto con l'abito da sposa era già su Gente e sarebbe finito così. Come hanno fatto tante mezze calzette". Nel corso della serata Giletti e la Prati hanno attaccato Barbara D'Urso. La prima accennando al meccansimo delle domande concordate nella trasmissione di Canale 5 per poi aggiungere: "La D'Urso non mi ha messo in condizione di parlare. Lei aveva visto i miei messaggi. Ci ha fatto 10 puntate con il 22% di share. Le trasmissioni hanno fatto i soldi sulla mia pelle." Giletti ha attaccato la collega di Canale 5 che si vanta di essere sotto testata giornalistica senza fare un lavoro giornalistico:  "In quindici giorni, abbiamo trovato un documento di cui parleremo dopo. Se uno va a cercare la verità su un caso come questo... in quindici giorni avrebbe scoperto che le due soggette (Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, ndr) che hanno creato tutto questo sistema avevano dei precedenti di questo tipo. Invece di invitarle avrebbero dovuto dire, forse, qualcosa non torna. Perché se uno va sotto testata giornalistica e si vanta di essere testata giornalistica non fa il lavoro giornalistico ma sfrutta al massimo queste cose?! E' una domanda al quale, un giorno all'altro, dovrebbero rispondere. Ce l'ho chi non fa un lavoro non corretto. Non è stata solo lei." Poi sul finale il saluto: "Salutiamo anche noi Barbara D'Urso, ciao Barbara! La salutiamo a nome di tutti i fan", ricordando il cambio di programmazione di Non è la D'Urso alludendo ai bassi ascolti.

Daniela Secli per tv.fanpage.it il 22 ottobre 2019. Massimo Giletti ha ospitato nel programma "Non è l'arena", lo scontro tra Pamela Prati e Roberto D'Agostino. Nel corso della puntata è andato in onda un servizio che riguardava Eliana Michelazzo. L'ex agente di Pamela Prati è stata intercettata in treno da un inviato del programma di La7 che, munito di una telecamera nascosta, ne ha approfittato per attaccare bottone con lei e farsi dare la sua versione dei fatti sul caso Mark Caltagirone.

La furia di Eliana Michelazzo. Nel servizio andato in onda nel corso dello scontro tra Pamela Prati e Roberto D'Agostino, Eliana Michelazzo dà la colpa della fake news a Pamela Perricciolo. In un'intervista rilasciata a AdnKronos, la donna si è scagliata contro Massimo Giletti: "Trovo assurdo che Giletti, che si vanta sempre di essere in una testata giornalistica, mi abbia mandato un cronista con la telecamera nascosta facendomi seguire per tutto il viaggio da Bari a Roma, senza dirmi nulla. Io voglio sapere il nome e cognome di questa persona perché intendo adire a vie legali. Trovo assolutamente scorretto che un giornalista con la telecamera nascosta tenti di estorcermi informazioni seguendomi per quattro ore e fingendosi un mio fan. Tra l’altro a lui non ho raccontato niente di diverso da quello che ho sempre detto su Pamela Perricciolo".

Le conseguenze del Prati-gate e le ospitate. Eliana Michelazzo, quindi, si è sorpresa che le facciano la morale perché accetta di fare serate in giro per l'Italia sotto compenso. Dopo il Prati-Gate, i volti noti che si affidavano alla sua agenzia hanno preso le distanze e ora la Michelazzo deve trovare modi alternativi di guadagnare: "Io avevo una agenzia che guadagnava 300mila euro l’anno, sono andate via tutte le mie ragazze e ovviamente quando mi chiamano per lavorare io faccio le serate e le ospitate!".

Massimo Giletti non risponderebbe ai suoi messaggi. Infine, ha spiegato di aver cercato di contattare Massimo Giletti per chiedere la possibilità di replicare ma il conduttore non avrebbe mai risposto ai suoi messaggi: "Ho inviato un sms a Giletti chiedendogli di darmi la possibilità di replicare ma lui ha letto e neanche mi ha risposto". Infine, ha detto la sua su Pamela Prati. Avrebbe provato a mettersi in contatto anche con lei, trovando sempre un muro: "Sono andata sempre a parlare a nome di Pamela Prati che sapeva tutto, io l’ho sempre difesa per giustificare i suoi debiti, per parlare del suo matrimonio, per giustificare tutto quello che è successo e per difendere la sua buona fede e lei invece che fa? Va contro di me mettendomi sullo stesso piano della Perricciolo! […] Insieme avremmo potuto massacrare la Perricciolo ma lei ha scelto di proseguire con questa linea. Peggio per lei".

1999-2009-2019: OGNI DIECI ANNI LA PRATI ANNUNCIA UN MATRIMONIO. Giuseppe Candela e Alberto Dandolo per Dagospia il 16 aprile 2019. 1999-2009-2019: ogni dieci anni la Prati annuncia un matrimonio. Uno salta, uno finto, l'altro avvolto nel mistero. Il Segreto di Pamela, in attesa della resurrezione del meritato Telegatto, si arricchisce di nuovi dettagli. Come già accennato non si tratta della prima volta che la showgirl (per mancanza di show) annuncia le sue nozze. Lo aveva già fatto con un'intervista esclusiva nel 2009 al settimanale Diva e Donna, diretto ai tempi da Silvana Giacobini: "Mi sono sposata a Las Vegas, all'improvviso per tutti, forse anche per me. E' stato fantastico", aveva dichiarato. Il fortunato? L'argentino Daniel Sebastian (nome che ritorna) Jabir, imprenditore anche lui come Mark Caltagirone, che descriveva così: "Stiamo insieme da tempo ma a differenza di altri uomini lui non vuole apparire. E' un uomo molto schivo e mi piace anche per questo. Non è certo sensibile alle luci della ribalta: non gli appartengono e non vuole far parte del mondo dello spettacolo." Dunque Jabir, come il futuro marito Mark, non amava apparire, era un uomo schivo di cui non si trova traccia in rete, se non per le nozze finte con la primadonna del Bagaglino. Finte, dicevamo, per stessa ammissione della Prati a Candida Morvillo al Corriere della sera il 21 marzo scorso: "Quella era una fake news. Non mi sono mai sposata, mai, mai. Sono stata dall'avvocato per rimuovere questa cavolata da Internet. Ero stata consigliata male. A un certo punto, mi hanno detto: dì che ti sei sposata a Las Vegas. Sono stata ingenua, ma la prova che è falso è che per trent'anni non ho preso l'aereo: soffrivo di claustrofobia e di paura di volare, fobie peggiorate dopo la morte di mamma". In realtà non era una fake news circolata su internet ma una notizia comunicata proprio dalla Prati, con tanto di virgolettato, a un noto settimanale: "Lo ricordo chiaramente, io l'ho pubblicato e l'avrei ripubblicato nuovamente a una condizione: riportare con esattezza le parole dell'interessato/a. E' sempre stato un mio metodo, riportare una verità espressa da chi è interessato alla notizia in modo che se diceva la verità benissimo, se diceva una bugia si seppelliva da solo", dichiara Silvana Giacobini, ai tempi direttrice di Diva e Donna, a Dagospia. "Ed è avvenuto non raramente, io ho pubblicato affermazioni assolutamente aderenti al vero, espresse sul serio, che poi venivano smentite dai fatti e dal tempo. La brutta figura la fa chi lo dice non chi lo riporta. Se tutto fosse confermato si tratterebbe di un peccato reiterato", aggiunge la giornalista. Una smentita dieci anni dopo può provare qualche dispiacere: "A me dispiace per chi è costretto a inventare qualcosa per avere un riverbero mediatico. Si prende in giro prima se stessi e poi gli altri. Conosco Pamela come una donna bellissima e armonica, in tutti i sensi, e mi auguro per lei che questa non sia la fake news di cui si sta tanto parlando." Nel 2019 il mistero Mark Caltagirone, nel 2009 il finto matrimonio con Daniel Sebastian Jabir. Facciamo ancora un passo indietro per arrivare al 1999. La Prati elegantissima campeggia con Max Bertolani, lui sicuramente esistente, sulla copertina del settimanale Gente per annunciare le sue nozze: "Mi sposo". Copertina che risulta ancora disponibile su Ebay per un costo di 4,99 euro. Pochi mesi dopo sempre sullo stesso settimanale, diretto ai tempi da Sandro Mayer, avvertiva i lettori, questa volta in bikini: "Prima di sposarci dovremo fare la cresima". Insomma, l'impedimento come elemento fondante del racconto. Il matrimonio con Bertolani è stato celebrato? Neanche per sogno. Ricapitolando ogni dieci anni Pamela Prati, quando raggiunge cifra tonda, annuncia un matrimonio che poi non si realizza. "Mi viene in mente una battuta attribuita a Cicerone che stava a teatro e vedeva una bella donna di cui si diceva che avesse venticinque anni, lui disse: 'Deve essere vero, perché lo dice da dieci anni'", conclude la Giacobini. In attesa dell'arrivo all'altare di Mark Caltagirone, o di Pippo Franco travestito da Caltagirone, ci poniamo una domanda: quando Pamela compirà 70 anni chi sposerà nel 2029? Ah, saperlo…

Pamela Prati e le nozze del mistero: cosa è successo? Pubblicato giovedì, 18 aprile 2019 da Corriere.it. Il matrimonio da favola con un imprenditore (che avrebbe realizzato «oleodotti in Libia, ospedali e centri commerciali in Cina e Corsica» e sarebbe stato premiato in Albania come miglior imprenditore italiano), due bimbi in affido (Sebastian e Rebecca, «mi chiamano mamma e non c’è emozione più bella di sentire la pienezza di quella parola») e il futuro trasferimento all'estero, perché «la nostra televisione offre poco, non ci sono più i varietà. Gli applausi non mi mancheranno, ne ho avuti abbastanza. Io voglio fare solo la moglie e la mamma»: negli ultimi mesi Pamela Prati è tornata prepotentemente a far parlare di sé per l'annuncio delle sue nozze imminenti, di cui si sono occupati molti salotti televisivi - da «Domenica In» a «Vieni da me» fino a «Domenica Live» - e riviste come «Chi» e «Gente» (quest'ultima ha dedicato alla showgirl persino una copertina in abito da sposa).

Vieni da me, Pippo Franco e gli auguri tagliati a Pamela Prati: "L'ultima volta che l'ho vista...", scrive il 17 Aprile 2019 Libero Quotidiano. "No, non sono stato invitato". Pippo Franco, storico attore e capocomico del Bagaglino, interviene sul giallo dell'anno, il matrimonio di Pamela Prati. E rivela qualche succoso dettaglio. "Con Pamela c'ho lavorato tanti anni - spiega l'attore a Fanpage.it -, è una persona alla quale sono storicamente legato affettivamente e professionalmente". Tuttavia "non la vedo da tempo". Qualche settimana fa, quando la Prati è stata ospite di Vieni da me su Raiuno, gli autori hanno pensato bene di fargli registrare un saluto anche se l'attrice non l'aveva invitato alle nozze con il misterioso Mark Caltagirone. "Io l'ultima volta l'ho vista all'intervista dalla Balivo, mi hanno fatto fare anche gli auguri registrati in cui mandavo un bacio appassionato a questo suo futuro marito". Auguri poi tagliati dalla produzione, peraltro. "Del resto non so nulla, se non fosse vero, francamente non saprei cosa dire. Sono contento se è vero, se non è vero è un problema che riguarda lei e solo lei".

Pamela Prati. Dagoreport il 4 aprile 2019. Dopo il nostro articolo di ieri, sul profilo Instagram di Pamela Prati è apparsa una story con la foto della partecipazione di nozze tra lei e il suo Marco Caltagirone detto Mark, che annunciano il matrimonio insieme a Sebastian e Rebecca, i due bimbi di 11 e 6 anni che – sempre a detta della soubrette – hanno in affido. L'immagine è corredata dalla scritta ''Ci siamo quasi… alla faccia delle malelingue!! Fatevene una ragione", con sotto i tag di Caltagirone, della wedding planner e delle due vivaci agenti della showgirl, Eliana Michelozzo e Pamela Perricciolo, che da qualche mese la seguono come ombre e la portano in giro per eventi e serate. Non c'è dubbio che siamo delle malelingue, ma i dubbi restano sull'idilliaco ménage di cui ha parlato la Prati davanti ai milioni di telespettatori di Domenica In, Domenica Live, Vieni da me, ecc. Essendo così social, questo trio di ragazze che si fotografa, si tagga e si commenta a più non posso, dovrebbe stare un po' più attento a cosa si legge su Facebook. Da stamattina è improvvisamente irraggiungibile la pagina della ''Mark Caltagirone Holding'', la società di questo signore omonimo dei costruttori romani che avrebbe eseguito lavori in tutto il mondo, dal Giappone alla Libia, ma di cui non esiste traccia fotografica (né di lui né dei progetti faraonici), se non il bozzetto della scala di un appartamento. Sulla pagina c'era poco di rilevante: l'annuncio che era gestita dal ''figlio'' Sebastian, e le foto del servizio di Pamela Prati in abito da sposa apparso su ''Gente''. Resta però online (ed è stato da noi debitamente screenshottato) il profilo privato di Marco Caltagirone. Ed è qui che le cose non tornano. Scorrendo la bacheca – e si tratta del Marco Caltagirone giusto, visto che Pamela Prati lo ha taggato più volte, e la sua agente Pamela commenta le sue foto da anni –, questo invisibile 50enne aveva una relazione molto seria con Wanda Ferro, nota deputata calabrese di Fratelli d'Italia. Un amore così importante da tatuarsi le iniziali l'uno dell'altra (la W è una M al contrario, come giustamente commenta tal Igor Lazio…). Sullo stato di famiglia le cose però non sono chiarissime. Marco il 23 aprile 2016 annuncia su Facebook di essersi sposato, e proprio con l'onorevole Wanda, che nei commenti non nega, anzi conferma: ''Mark è una persona speciale''. Lui suggella l'amore: ''Mia per sempre! Qualcuno te doveva incatenare Ferro! Fortunato io". Non mancano i commenti di Pamela. Le cose sembrerebbero fatte e finite, anche perché nei mesi successivi la galleria di foto si riempie di messaggi d'amore e foto personali della signora Ferro in Caltagirone e del cane di lei, Oscar (con croce celtica al collo…). Il marito innamoratissimo ri-posta sulla propria bacheca tutte le apparizioni dell'onorevole, su giornali e tv. A maggio 2017 la foto profilo diventa una mano femminile con la fede al dito. Tutto chiaro. Senonché il 24 settembre 2017 si legge un altro annuncio: "Mi sposo". Ma come? Non erano già sposati? Stavolta a commentare non c'è Wanda, ma solo Pamela, con faccette dubbiose e la frase ''Che Dio metta la mano''. Seguono altre foto della fede, con incisa la scritta ''Oltre'' (come una delle sue società), di nuovo al dito di una mano femminile, senza però che si veda mai il resto del corpo. Se ci sono le fedi, c'è anche la cerimonia, ma possibile che un personaggio pubblico come l'onorevole Ferro – che ha migliaia di scatti nei suoi profili ufficiale e privato – nasconda il volto proprio nella pagina del marito? Come se non bastasse, in una Intervista del 1 ottobre 2017 al giornale online ''Il Gallo'', oltre a magnificare le sue gesta internazionali e l'importanza delle donne in azienda, Marco Caltagirone annuncia che la sua futura moglie è proprio ''la famosa politica calabrese''. “Non avrei mai pensato che a 50 anni e con i ritmi frenetici che abbiamo entrambi, avrei preso la decisione di vivere la mia vita in due, ma con lei ho trovato il giusto equilibrio e prima dell’amore viene la mia stima e la mia grande fiducia incondizionata in lei. Siamo stati fortunati mai creduto si potesse dividere tutto con una persona e invece sì. Abbiamo deciso di prendere in affido un figlio che è diventato la nostra più bella sfida". Quindi l'11enne Sebastian Caltagirone che ''gestisce la sua pagina Facebook'' e di cui ha parlato più volte una commossa Pamela Prati sarebbe stato preso in affido dalla coppia Caltagirone-Ferro, che a dicembre 2017 si tatuava le iniziali? Parrebbe strano, perché il 1 aprile 2018 Pamela Prati pubblica sul suo profilo Instagram una foto abbracciata con un uomo misterioso, che il 13 aprile si scopre essere proprio Mark Caltagirone, grazie alla dedica amorosa affiancata all'immancabile tag. Insomma nell'arco di quattro mesi lo sposatissimo Mark, con figlio appena preso in affido, molla la deputata, si fidanza con Pamela Prati e nel frattempo – non si sa attraverso quale processo di controllo dei servizi sociali – prende in affido un'altra bambina, la seienne Rebecca, ''che vuole fare la ballerina come me'', come dice Pamela in lacrime dalla Venier? La tempistica ci pare alquanto strana, anche perché le romantiche foto di Wanda Ferro restano tuttora in bella vista sul profilo di Mark-Marco, e invece non c'è traccia della Prati (comparsa solo sulla pagina ''Mark Caltagirone Holding'', che nel frattempo è finita offline). Per concludere, qualche domandina: il misterioso Mark Caltagirone esiste davvero? È stato fidanzato e poi sposato con la deputata di Fratelli d'Italia Wanda Ferro? Ha avuto in affido un bambino di 11 anni (al quale ha pure dato il cognome, cosa bizzarra visto che dovrebbe avvenire solo con l'adozione) e, pochi mesi dopo e con una diversa compagna, una bimba di 6? Se lui e Pamela Prati – come ha annunciato la soubrette a Domenica In – sono già sposati civilmente e attendono solo il rito religioso, perché non pubblicano il certificato di matrimonio invece delle partecipazioni? PS: Le due agenti Pamela ed Eliana rappresentano anche Milena Miconi, una che annuncia le nozze con lo storico fidanzato un anno sì e l'altro pure, così da avere un motivo per apparire su riviste e in trasmissioni tv a raccontare i dettagli amorosi. Coincidenza? Chi vivrà, vedrà. Attendiamo la diretta delle nozze. La Prati ha annunciato di aver venduto l'esclusiva a Canale5. Auguri!

Gentile direttore, in relazione a quanto pubblicato da Dagospia rispetto alle notizie sul matrimonio di Pamela Prati, tengo a precisare che non sono mai stata sposata con alcuno, come si può facilmente verificare, e che non ho mai conosciuto personalmente Marco Caltagirone, al quale mi legano esclusivamente alcuni scambi di battute scherzose su Facebook risalenti ad alcuni anni fa. On. Wanda Ferro.

Dagoreport il 5 aprile 2019. Dopo il nostro articolo di ieri, sul profilo Instagram di Pamela Prati è apparsa una story con la foto della partecipazione di nozze tra lei e il suo Marco Caltagirone detto Mark, che annunciano il matrimonio insieme a Sebastian e Rebecca, i due bimbi di 11 e 6 anni che – sempre a detta della soubrette – hanno in affido. L'immagine è corredata dalla scritta ''Ci siamo quasi… alla faccia delle malelingue!! Fatevene una ragione", con sotto i tag di Caltagirone, della wedding planner e delle due vivaci agenti della showgirl, Eliana Michelozzo e Pamela Perricciolo, che da qualche mese la seguono come ombre e la portano in giro per eventi e serate. Non c'è dubbio che siamo delle malelingue, ma i dubbi restano sull'idilliaco ménage di cui ha parlato la Prati davanti ai milioni di telespettatori di Domenica In, Domenica Live, Vieni da me, ecc. Essendo così social, questo trio di ragazze che si fotografa, si tagga e si commenta a più non posso, dovrebbe stare un po' più attento a cosa si legge su Facebook. Da stamattina è improvvisamente irraggiungibile la pagina della ''Mark Caltagirone Holding'', la società di questo signore omonimo dei costruttori romani che avrebbe eseguito lavori in tutto il mondo, dal Giappone alla Libia, ma di cui non esiste traccia fotografica (né di lui né dei progetti faraonici), se non il bozzetto della scala di un appartamento. Sulla pagina c'era poco di rilevante: l'annuncio che era gestita dal ''figlio'' Sebastian, e le foto del servizio di Pamela Prati in abito da sposa apparso su ''Gente''. Resta però online (ed è stato da noi debitamente screenshottato) il profilo privato di Marco Caltagirone. Ed è qui che le cose non tornano. Scorrendo la bacheca – e si tratta del Marco Caltagirone giusto, visto che Pamela Prati lo ha taggato più volte, e la sua agente Pamela commenta le sue foto da anni –, questo invisibile 50enne aveva una relazione molto seria con Wanda Ferro, nota deputata calabrese di Fratelli d'Italia. Un amore così importante da tatuarsi le iniziali l'uno dell'altra (la W è una M al contrario, come giustamente commenta tal Igor Lazio…). Sullo stato di famiglia le cose però non sono chiarissime. Marco il 23 aprile 2016 annuncia su Facebook di essersi sposato, e proprio con l'onorevole Wanda, che nei commenti non nega, anzi conferma: ''Mark è una persona speciale''. Lui suggella l'amore: ''Mia per sempre! Qualcuno te doveva incatenare Ferro! Fortunato io". Non mancano i commenti di Pamela. Le cose sembrerebbero fatte e finite, anche perché nei mesi successivi la galleria di foto si riempie di messaggi d'amore e foto personali della signora Ferro in Caltagirone e del cane di lei, Oscar (con croce celtica al collo…). Il marito innamoratissimo ri-posta sulla propria bacheca tutte le apparizioni dell'onorevole, su giornali e tv. A maggio 2017 la foto profilo diventa una mano femminile con la fede al dito. Tutto chiaro. Senonché il 24 settembre 2017 si legge un altro annuncio: "Mi sposo". Ma come? Non erano già sposati? Stavolta a commentare non c'è Wanda, ma solo Pamela, con faccette dubbiose e la frase ''Che Dio metta la mano''. Seguono altre foto della fede, con incisa la scritta ''Oltre'' (come una delle sue società), di nuovo al dito di una mano femminile, senza però che si veda mai il resto del corpo. Se ci sono le fedi, c'è anche la cerimonia, ma possibile che un personaggio pubblico come l'onorevole Ferro – che ha migliaia di scatti nei suoi profili ufficiale e privato – nasconda il volto proprio nella pagina del marito? Come se non bastasse, in una Intervista del 1 ottobre 2017 al giornale online ''Il Gallo'', oltre a magnificare le sue gesta internazionali e l'importanza delle donne in azienda, Marco Caltagirone annuncia che la sua futura moglie è proprio ''la famosa politica calabrese''. “Non avrei mai pensato che a 50 anni e con i ritmi frenetici che abbiamo entrambi, avrei preso la decisione di vivere la mia vita in due, ma con lei ho trovato il giusto equilibrio e prima dell’amore viene la mia stima e la mia grande fiducia incondizionata in lei. Siamo stati fortunati mai creduto si potesse dividere tutto con una persona e invece sì. Abbiamo deciso di prendere in affido un figlio che è diventato la nostra più bella sfida". Quindi l'11enne Sebastian Caltagirone che ''gestisce la sua pagina Facebook'' e di cui ha parlato più volte una commossa Pamela Prati sarebbe stato preso in affido dalla coppia Caltagirone-Ferro, che a dicembre 2017 si tatuava le iniziali? Parrebbe strano, perché il 1 aprile 2018 Pamela Prati pubblica sul suo profilo Instagram una foto abbracciata con un uomo misterioso, che il 13 aprile si scopre essere proprio Mark Caltagirone, grazie alla dedica amorosa affiancata all'immancabile tag. Insomma nell'arco di quattro mesi lo sposatissimo Mark, con figlio appena preso in affido, molla la deputata, si fidanza con Pamela Prati e nel frattempo – non si sa attraverso quale processo di controllo dei servizi sociali – prende in affido un'altra bambina, la seienne Rebecca, ''che vuole fare la ballerina come me'', come dice Pamela in lacrime dalla Venier? La tempistica ci pare alquanto strana, anche perché le romantiche foto di Wanda Ferro restano tuttora in bella vista sul profilo di Mark-Marco, e invece non c'è traccia della Prati (comparsa solo sulla pagina ''Mark Caltagirone Holding'', che nel frattempo è finita offline). Per concludere, qualche domandina: il misterioso Mark Caltagirone esiste davvero? È stato fidanzato e poi sposato con la deputata di Fratelli d'Italia Wanda Ferro? Ha avuto in affido un bambino di 11 anni (al quale ha pure dato il cognome, cosa bizzarra visto che dovrebbe avvenire solo con l'adozione) e, pochi mesi dopo e con una diversa compagna, una bimba di 6? Se lui e Pamela Prati – come ha annunciato la soubrette a Domenica In – sono già sposati civilmente e attendono solo il rito religioso, perché non pubblicano il certificato di matrimonio invece delle partecipazioni?

PS: Le due agenti Pamela ed Eliana rappresentano anche Milena Miconi, una che annuncia le nozze con lo storico fidanzato un anno sì e l'altro pure, così da avere un motivo per apparire su riviste e in trasmissioni tv a raccontare i dettagli amorosi. Coincidenza? Chi vivrà, vedrà. Attendiamo la diretta delle nozze. La Prati ha annunciato di aver venduto l'esclusiva a Canale5. Auguri!

DAGONEWS il 6 aprile 2019. Dopo la prima e la seconda puntata della soap Prati-Caltagirone, ieri sera si è aggiunta la terza, ovvero il messaggio a Dagospia dell'onorevole Wanda Ferro che svela di non aver mai visto di persona questo misterioso costruttore (ma non parente!) Marco Caltagirone, col quale si sarebbe scambiata giusto qualche messaggio simpatico su Facebook. Sulla base di questi messaggi il nostro Marco detto Mark per quanto è internescional e imprenditore giramondo, ha tappezzato il suo profilo di foto e video della deputata di Fratelli d'Italia (in pole position per la presidenza della regione Calabria, scrive Klaus Davi, mica pizza e fichi), e di post in cui sostiene chiaramente di essersi fidanzato e poi sposato con lei. Lo ribadisce pure in un'intervista a un giornale online (ottobre 2017), in cui racconta della loro vita insieme, dell'amore per i cani e del figlio 11enne in affido, Sebastian, che sarebbe anche colui che cura la sua pagina ufficiale ''Mark Caltagirone Holding'' (ora sparita da Facebook). Quindi ci troviamo davanti a un fan sfegatato, a un mitomane, o a qualcuno che ha provato ad avvicinare una potente donna politica per qualche secondo fine? A quanto ci risulta, l'onorevole Ferro sarebbe pronta ad adire le vie legali. Ma oggi Dagospia è in grado di svelare un quarto tassello di questo puzzle sempre più ingarbugliato e preoccupante. Da una ricerca nei registri del Comune di Roma risulta infatti che Pamela Prati (tre anni fa ha cambiato il nome e da Paola Pireddu ha adottato il suo nome d'arte) è tuttora nubile. Eppure domenica scorsa aveva rivelato a una stupita Mara Venier, nel corso dell'intervista a Domenica In, di essere già sposata civilmente, ma di essere indaffarata a organizzare la festa per il rito religioso, a maggio in un casale in Umbria. Quando Mara le chiede ''ma mi inviti al tuo matrimonio?'', convinta come tutti che queste molto strombazzate nozze non fossero ancora state celebrate, la showgirl si sfila la fede, gliela mostra e dice: ''Ci siamo già sposati''. Pamela Prati: ''Io e Marco ci siamo già sposati, manca solo il matrimonio in chiesa''. Il 24 gennaio a Caterina Balivo – in un'intervista altrettanto commossa a Vieni da me – aveva detto che le nozze erano ancora da celebrare. Quindi il matrimonio civile sarebbe avvenuto nei due mesi che separano le due apparizioni. Forse il rito non si è svolto in Italia? Forse bisogna ancora trascrivere la lieta novella? La burocrazia è lenta, si sa, e potrebbe non essere colpa dell'innamoratissima Pamela se il Comune di Roma non tiene il passo dei suoi sentimenti e delle sue ospitate tv. O forse qualcuno, dopo che Pamela ha raccontato di essere ''mamma di due bambini in affido'' si è chiesto come abbia fatto questa giovane (nel senso di recente) coppia ad aver avuto una bimba di 6 anni dopo pochi mesi di fidanzamento e senza essere sposati? Le norme sull'affido sono più ''semplici'' di quelle per l'adozione, ma se Marco Caltagirone a dicembre 2017 pubblicava foto del tatuaggio dedicato a Wanda Ferro, i servizi sociali  –che indagano a fondo le situazioni sentimentali di chi si rivolge a loro – solo sei mesi dopo possono davvero avergli affidato una bimba di 6 anni ("Rebecca, che vuole fare la ballerina") con una diversa compagna, oltre al suddetto Sebastian che già viveva con lui? Nell'intervista di dicembre a Barbara D'Urso, Pamela aveva specificato che i bimbi ''sono con noi nel periodo delle vacanze''. Quindi forse si tratta di bambini in affidamento ai servizi sociali che poi vengono aiutati e sostenuti dalla coppia Caltagirone-Prati per brevi periodi? Queste fattispecie esistono, e siamo sicuri che Pamelona saprà spiegare come funziona questo ménage di cui parla urbi et orbi. Anche perché i piani della coppia sono di trasferirsi all'estero (''Tra Francia e Stati Uniti'', ha detto a Domenica In) subito dopo le nozze religiose di maggio. Ma se si hanno due bimbi in affido, e così piccoli, non si può mica portarli all'estero, non potendo esercitare una piena patria potestà. La faccenda è complicata. Intanto le sue due ''sorelle'', quelle che lei chiama i suoi angeli custodi e sono più prosaicamente le agenti che da un anno controllano la sua immagine pubblica, le intraprendenti Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, continuano a essere taggate nelle sue scarne stories, che si limitano al video di un buffet di catering, presumibilmente nuziale, seguito da un anonimo disegnino amoroso con l'immancabile tag di Mark Caltagirone (tagga tagga, ma il profilo resta privato).

DAGONEWS l'8 aprile 2019. Siamo arrivati alla quarta puntata della saga Prati-Caltagirone. E oggi a scrivere il nuovo capitolo ci dà una grande mano tal Eliana Michelazzo, ex corteggiatrice di Uomini e Donne e attuale agente di Pamela Prati insieme alla socia Pamela Perricciolo. La Michelazzo è intervenuta poche ore fa in collegamento telefonico a Storie Italiane, programma di Rai1 condotto da Eleonora Daniele, per spiegare il mistero delle nozze tra la soubrette e l'imprenditore di fama globale (dice lei) Marco Caltagirone detto Mark. Solo che la vispa Eliana non ha spiegato granché, anzi ha alimentato nuove domande. Ecco cos'ha detto quando la Daniele le ha chiesto lumi su questa relazione e sul perché Pamela abbia detto a Domenica In di essere già sposata mentre dai registri dello stato civile del Comune di Roma (Dagospia ha verificato anche oggi: NUBILE) ciò non risulti: ''Il signor Marco non vuole apparire, lo ha detto da subito…Voi non potete parlare di una persona che – prima di tutto – non può replicare. Seconda cosa, se vuole scrivere un nome falso, se vuole scrivere quello che vuole, è libero di scrivere il suo nome, cognome, ma di far vedere la sua faccia, o no? Mi sembrate veramente dell' EFFE BI AIV (sic), state facendo indagini senza fondamenta (sic). Se è stata cancellata una pagina dove veniva gestita da un bambino, che ovviamente non deve essere messo in mezzo perché è un minore e quindi dovete stare solamente in silenzio. Dovete solamente accettare il fatto che la signora Prati tra poco si sposa e vedrete la persona con cui si sposa…ma che una persona si sposa con un fantasma?'' "Non può replicare", e perché? Basterebbe uno scarno comunicato stampa. ''Se vuole scrivere un nome falso''. Alt! Un nome falso? Forse dietro Marco Caltagirone si cela qualcuno con un cognome meno altisonante? La Daniele risponde subito: ''Qui non siamo l'FBI, i giornalisti fanno il loro lavoro. Noi non mettiamo in discussione la felicità di Pamela Prati, ragazza straordinaria. Qui si mette in discussione il fatto che lui esista o meno…'' In studio Roberto Alessi chiede: ''Come mai se non vuole apparire ha dei social con foto nascoste? Perché Pamela Prati gira da sei mesi per i programmi a parlare del loro amore? Possibile che si siano sposati senza che questo rito (pubblico) sia stato visto da qualcuno?'' E sul matrimonio con la deputata di Fratelli d'Italia Wanda Ferro? Eliana: ''Ma quelli erano giochi, risalenti al 2016, la signora ha pure smentito e di lei non voglio parlare. Con Pamela non ci sono giochi e siamo pronti al matrimonio, stiamo… a breve vedrete uno speciale sul matrimonio. Al momento non vuole farsi vedere, ovviamente, e ha delegato anche me per parlarne''. Quindi il bel Marco ha giocato a fare lo sposo su Facebook? E perché non dovremmo pensare che anche con la povera Pamela non si tratti di un gioco? Il sospetto ci pare legittimo. Sui due bambini, Sebastian (11 anni) e Rebecca (6 anni), che la coppia avrebbe preso in affido (lo ha detto Pamela in diverse occasioni), la sua manager precisa: ''I bambini non sono in Italia. In Italia queste cose vengono alla lunga, all'estero sono veloci. Perché i due hanno deciso di sposarsi? Perché così almeno i bambini potranno vivere anche in Italia. Fino a quando non saranno marito e moglie, sarà tutto quanto fuori all'estero''. Sorvoliamo sui pasticci giuridici: come farebbe la Prati, cittadina italiana, a prendere in affido due bambini stranieri? Forse li ha solo lui? Se Pamela ha preso il primo aereo due settimane fa per andare a fare l'addio al nubilato a Marsa Alam, quando avrebbe visto questi bimbi? Vivono davvero a Bonifacio, e magari è andata a trovarli in nave? Ma sul profilo di Marco Caltagirone lui si tagga a Roma o al massimo in Calabria, mai all'estero…In ogni caso la Michelazzo conferma che i due non si sono affatto sposati, e dunque Pamela a Domenica In ha mentito in diretta. Eleonora Daniele le chiede della sua situazione economica – che dovrebbe conoscere bene visto che non solo è la sua agente, ma lei e la Perricciolo l'hanno nominata ''direttore'' della loro agenzia Aicos Management – eppure la Michelazzo continua a parlare dei figli e ed evita la questione, affrontata invece dall'avvocato di Pamela Prati: ''Abbiamo querelato Luigi Oliva che ha violato la privacy della signora Prati. Non entro nemmeno nel merito della realtà o meno [del problema]''. Anche noi in questa sede non parleremo di soldi, e dei documenti che abbiamo a sostegno di quello che abbiamo scritto sulla situazione debitoria di Pamela Prati e sull'anello di fidanzamento che Luigi Oliva ha riavuto indietro solo dopo l'intervento degli avvocati. Qui restiamo sul punto più interessante: chi è questo Marco Caltagirone e perché non vuole farsi vedere pur mantenendo aperti vari profili Facebook in cui scrive molte cose, molto private.

Aggiorniamo i nostri lettori: da oggi è offline anche il profilo Facebook "Marco Caltagirone" nel quale si dichiarava sposato con l'onorevole Wanda Ferro e pubblicava (fino a dicembre 2017) le foto del loro amore, le fedi nuziali e i primi piani della deputata e del suo cagnolino Oscar. Come ci ha segnalato un lettore attento, esiste un altro Marco Caltagirone su Facebook, con una stella marina come foto profilo. Indovinate un po'? Anche questo è un profilo ''vero'', o quantomeno che appartiene all'uomo di cui stiamo parlando, perché a commentare c'è la solita Pamela Perricciolo, e stavolta pure la stessa Pamela Prati. Che ha un profilo privato con solo 5 amici: Marco Caltagirone appunto, le due agenti Eliana e Pamela, e poi Seba e Rebecca Caltagirone. Sì, i due bimbi in affidamento che Pamela ''vuole tenere lontano dai social a tutti i costi'' (così aveva detto a Domenica In). La piccola Rebecca, sei anni, avrebbe aperto il profilo lo scorso febbraio, e come foto c'è una ballerina. Non abbiamo intenzione di mettere i mezzo due minori, sono menzionati solo perché compaiono a tutto spiano nel profilo (apertissimo) di Marco Caltagirone, che per essere uno attento alla privacy non sembra molto bravo a gestire quella del social network più diffuso. Sotto alle sue foto commentano sempre le solite persone, alcune delle quali in comune con il vecchio profilo. Sì, perché quando ''muore'' il Marco Caltagirone sposato con Wanda Ferro (22 dicembre 2017 ultimo post - ora la pagina è sparita) nasce il Marco Caltagirone-stella marina (primo post: 27 dicembre 2017), che il 14 gennaio 2018, pochi giorno dopo, scrive: "Buongiorno!!! Da chi è sposato ma non lo sa", seguito da faccine tristi. Cosa avrà voluto dire? Non è stato lui che per i tre anni precedenti ha flirtato via Facebook con la deputata, fino ad arrivare a un matrimonio fittizio e solo via social? Eppure le persone che bazzicano questo profilo, da Pamela Perricciolo a Ivan Lazio, sono le stesse che commentavano gli status ''matrimoniali'' del ''Calta'', e lui in un'intervista aveva detto che stava per sposarsi con ''una importante donna politica calabrese''…A proposito della Perricciolo, il 16 gennaio 2018, Marco Caltagirone pubblica una foto di lei in compagnia di Martina Kelly Cappelletti, una ragazza di Arezzo già passata per Uomini e Donne ai tempi di Andrea Damante e presumibilmente nella scuderia delle due agenti, che chiama Seba Caltagirone ''il mio cuginetto''. Ora vi lasceremo con qualche indovinello, che sarà risolto nel prossimo capitolo. Come mai c'è sempre lo stesso gruppetto a interagire con questo turbinio di profili, tutti con legami più o meno forti con la Calabria, e in particolare con la destra calabrese? Chi è Silvia Sbrigoli, molto amica di Marco Caltagirone tanto da paparazzarlo (sempre senza volto!!) e dedicargli canzoni cantate nel locale di Pamela ed Eliana, e perché scrive ''Come hai fatto ad amare una che gioca con tuo figlio ancora non lo capisco'' e invita a votare ''chiunque ma non la Meloni con la sua lista con finte mamme''? Non c'era proprio l'onorevole Wanda Ferro nelle liste della Meloni?

E poi, come mai la URL del profilo di Marco Caltagirone (stella marina) è (...) ? La url di una pagina è unica e non cambia anche quando si cambia nome. Marco Caltagirone ha 54 anni come dice Pamela Prati o è del '56 e dunque ha 63 anni? O invece è un caso se ha quel numero alla fine? A proposito, come mai il profilo di Seba Caltagirone esce alla pagina (...)? Cosa vuol dire ''Gio Inolem''? Basta leggere al contrario: Gio Meloni, ovvero Giorgia Meloni… Davvero un bimbo di 10 anni apre un profilo con il nome di Giorgia Meloni al contrario e poi lo rinomina con il proprio nome? E infine: qual è il ruolo di Antonella Grippo, giornalista e ufficio stampa che cura la comunicazione sia di Marco Caltagirone che di Pamela ed Eliana, tanto da aver dedicato degli articoli (mooolto amichevoli) sul suo blog su ''il Giornale''? Quello su di lui, dal titolo ''Marco Caltagirone Imprenditore e gentiluomo'' è sparito improvvisamente lo scorso 2 aprile, ma grazie a Web Archive lo abbiamo ripescato. Dopo di che, Marco, lei è, indubitabilmente, un uomo  di suadente fascino. Tradotto: uno strafigo. Immagino che nelle relazioni pubbliche, oltre che nella dimensione privata, questa sia un’arma che non dismette..R) Dice che sono figo? Intanto mi piace sedurre. La mia vita privata è particolarmente discussa. Pensi che mi si sono attribuite spesso relazioni inesistenti. Persino, un love story con una principessa siriana. Bella, certo, bellissima. La cosa, ad ogni modo, è del tutto infondata, non è scoppiata la scintilla, nonostante la reciproca simpatia. In realtà ,oggi, posso dirmi innamorato. Di chi? Non glielo dico. Le suggerisco qualche indizio. Posso essere innamorato solo di una donna in grado di condividere le mie ansie, i miei percorsi. Una donna che sappia vivermi totalmente . L’idea che qualcuna possa starti a fianco, avendo consapevolezza che il tuo lavoro ti costringe ad erranze continue lungo il mondo ed a ritmi incalzanti, è meravigliosa. La complicità ed il rispetto dei reciproci ambiti sono imprescindibili in una storia d’amore. Io, poi, credo nella famiglia, nella solidità degli affetti. Se amo, amo. Detesto le mezze misure. Mi piacciono le uscite in mare aperto. La temerarietà sublime dell’amore.…ci mancava la principessa siriana. Alla prossima puntata.

Dagospia il 9 aprile 2019. Riceviamo e pubblichiamo: Gentile Direttore, smentisco categoricamente di aver mai svolto attività di portavoce per Marco Caltagirone holding o per le signore Perricciolo e Michelazzo. Sono solo stata contattata, tramite messaggeria Facebook, da tale Mark Caltagirone e, poi, rintracciata al telefono dal sedicente Caltagirone che mi offriva di svolgere per lui mansioni di ufficio stampa. Ho chiesto al medesimo di propormi, via mail, una bozza di contratto che non è mai arrivata. Dopo di che, lo stesso mi ha proposto, preliminarmente, di fargli un’intervista telefonica. Ho accettato e traendo spunto dal suo “profilo” Facebook, ho elaborato le domande e costruito il pezzo. Non ho mai incontrato questa persona, non ho mai sottoscritto alcun contratto. Anzi, dopo aver realizzato l’intervista, ho insistito per ottenere un incontro con il medesimo per capire se la proposta di lavoro fosse concreta. Ma non ho risolto alcunché. Nel dubbio che si trattasse di una cosa poco chiara e non sapendo con chi avessi realmente parlato al telefono per intervista, ho rimosso il pezzo in tempi non sospetti. Non esiste alcuna forma contrattuale da me sottoscritta e non sono mai intercorsi rapporti di lavoro con Caltagirone. Conosco Perricciolo e Michelazzo, ma non ho mai lavorato per loro. Antonella Grippo.

DAGONEWS il 10 aprile 2019. Oggi ci è arrivata una bomba direttamente dalla Calabria, terra natìa di Pamela Perricciolo (una delle due agenti di Pamela Prati, insieme a Eliana Michelazzo) e di Wanda Ferro, deputata di Fratelli d'Italia e papabile candidata per il centrodestra – e dunque al momento probabile vincitrice – alle prossime elezioni regionali. Come abbiamo scritto in passato, su uno dei profili Facebook di Marco Caltagirone si raccontava la storia d'amore tra lui e l'onorevole Ferro, culminata in un matrimonio social molto strombazzato ma senza prove tangibili, se non svariate foto di una mano femminile con la fede nuziale e i commenti di una compagnia di giro sempre uguale. Il profilo è stato aggiornato fino a dicembre 2017 (ora è stato rimosso), e l'onorevole Ferro ci ha scritto per smentire ogni contatto reale con il misterioso Caltagirone: ''Solo una chat scherzosa via Messenger, mai visto di persona''. Eppure lo stesso Caltagirone in un'intervista-soffietto aveva detto di essere in procinto di sposare un'importante politica calabrese, con cui aveva preso in affidamento un bambino. Ecco, il bambino. Fino a oggi non siamo mai andati davvero a fondo sul tema, perché probabilmente un minore di mezzo c'è davvero, ma si tratta di qualcuno che è stato spacciato per l'ormai famoso Sebastian Caltagirone, l'undicenne figlio di cotanto padre. Il profilo Facebook di Seba Caltagirone, infatti, era originariamente una pagina chiamata ''Gio Inolem'', ovvero Giorgia Meloni letto al contrario. Questo ''bimbo'' non solo commenta ampiamente su temi ''da grandi'' e legati al mondo della destra romana e calabrese, ma interagisce con una serie di personaggi che:

- o non l'hanno mai visto e pensano di avere a che fare con un bimbo sveglio seppur infelice e addirittura malato;

- o sono dei falsi profili manovrati sempre da uno stesso gruppetto di persone, creati unicamente per accreditare l'esistenza di questi personaggi da soap opera, mettere like alle pagine ''giuste'' e diffondere contenuti politici. Solo che questo trucchetto, guardando le URL (gli indirizzi che Facebook ti assegna la prima volta che ti iscrivi, e che non cambiano nel tempo), si scopre facilmente. Ivan Lazio, che recita da dipendente del ''presidente'' Caltagirone, originariamente si chiamava ''Resistenza Nera'', Stefano Codispoti, che commenta con Seba Caltagirone per incastrare Wanda Ferro, un tempo era ''Angel Davis''. E poi c'è ''Hellen Roma'', già ''Hellen Coppi''. Coppi??? Ci torneremo…

La tecnica, creare profili falsi per gonfiare le interazioni di politici e personaggi dello spettacolo, è diffusissima è certo questo lo scandalo. Il problema è nato quando questo baraccone ha iniziato a muoversi dietro all'amore mediatico tra Pamela Prati e Marco Caltagirone, spacciato a tv, giornali e agenzie per ottenere lauti cachet. I familiari di Pamela raccontano come nei primi mesi della relazione lei mostrasse a tutti il cellulare zeppo di messaggi vocali del tenebroso Mark, ma non si vedevano mai foto né si assisteva a telefonate in diretta. Ma quando tra gli amici storici si diffusero i primi sospetti, le sue agenti hanno troncato ogni contatto con la sua vita precedente: chi creava problemi è stato rimosso da Instagram, e su Facebook alla povera Pamela è stato concesso solo un profilo privato con 5 amici: Pamela Perricciolo, Eliana Michelazzo, e Marco, Sebastian e Rebecca Caltagirone, l'ultima arrivata, con una pagina creata a febbraio 2019. Ma come, la Prati a Domenica In ha detto ''Voglio assolutamente proteggere i miei figli, soprattutto dai social'', e a quella che avrebbe sei anni le apri un profilo Facebook? Potremmo perdere molto tempo a raccontarvi le interazioni social di ''Seba'' Caltagirone con il presunto padre e con Wanda Ferro, che viene chiamata ''signora'' e ''mamma'' nello stesso botta e risposta con il troll Stefano Codispoti. O analizzare il suo andare e venire tra Roma Nord e Bonifacio (Corsica-Francia), viaggi che smentiscono le dichiarazioni di Eliana Michelazzo a Storie Italiane (''i bambini sono all'estero e Pamela e Mark si sposano proprio per poterli far venire in Italia''). Non serve, perché oggi ci è arrivata questa testimonianza diretta, che conferma proprio questa intricatissima e geniale rete di falsi profili e manipolazioni via Facebook. Si tratta di qualcuno che è entrato in contatto diretto con i protagonisti della soap, che ha in mano delle chat che mettono i brividi e confermano quanto da noi scritto finora. Ecco l'email di Alessia Bausone, esponente del Pd calabrese: Gentilissima redazione, Seguendo la querelle mediatica sul caso del presunto matrimonio tra Pamela Prati e Mark Caltagirone da Voi sollevata, posso precisarvi quanto segue, in quanto di mia conoscenza diretta: Da giovane dirigente del Partito Democratico Della Calabria mi è capitato di confrontarmi più volte, nell'ambito della normale dialettica pubblica sui giornali locali, con l'onorevole Wanda Ferro, chiamata in causa in questa storia. Sono stata contattata su Messenger da un profilo dal nome "Marco Caltagirone" per due settimane a gennaio 2018 in maniera amichevole e cordiale, ma capii subito che l'unico fine fosse quello di screditare Wanda Ferro ai miei occhi, in quanto sua avversaria politica. Mi narrava della loro relazione, del figlio Sebastian Caltagirone preso in affido insieme e con un tumore alla laringe e del fatto che Wanda fosse una madre affidataria anaffettiva, affetta da dipendenze e che pensava solo alla carriera politica. Insomma, mi ha prospettato un quadro atto solo a sminuirla, presumo in vista delle imminenti elezioni politiche che l'avrebbero vista candidata. Successivamente, interagendo per il tramite di conoscenze comuni, ho scoperto la verità sull'inesistenza di Mark o Marco Caltagirone, personaggio creato a fini pubblicitari da Aicos Management e da Eliana Michelazzo, che a sua volta si inventò anni fa di essere la fidanzata di tale Simone Coppi, a suo dire parente del noto avvocato e professore Franco Coppi. Un meccanismo rodato quello di utilizzare cognomi noti per creare relazioni pubbliche sulle quali far marciare il gossip. C'è molto da dire in questa vicenda disdicevole, ma vorrei solidarizzare con l'on. Ferro di fronte a questi mezzucci di discredito politico vergognosi. Un cordiale saluto, Alessia Bausone

Ps: sulla questione Eliana Michelazzo/Simone Coppi (vi ricordate il profilo Hellen Coppi? Probabilmente creato all'epoca per accreditare l'esistenza del bel Simone, poi ri-nominato Hellen Roma per commentare sulla bacheca del fake Caltagirone), non serve neanche Dagospia. Bastano i molti fan di Uomini e Donne che non hanno mai creduto a quelle nozze lampo e a questo marito continuamente taggato su Instagram da Eliana (vi ricorda qualcosa questa tecnica?) con foto anonime, senza però apparire in nessuna immagine con lei. Eliana ad alcuni ha detto che è un magistrato sotto scorta, ad altri che fa un lavoro delicatissimo. Ma se fosse vero, Instagram manco lo aprirebbe, altro che profilo privato…Andate a leggere il commento su questo sito, risalente al 2010. Internet non dimentica. Siamo arrivati alla fine della soap opera? Il colpo di scena è sempre dietro l'angolo...

“Noi abbiamo preso in affidamento due bambini di 6 e 11 anni, che voglio tutelare dal gossip e dai social network” (Domenica Live, dicembre 2018) “Noi ci siamo già sposati” (Domenica In, Marzo 2019)

DAGONEWS l'11 aprile 2019. Ieri sera è andata in onda un’irresistibile pagina di televisione, e se ve la siete persa proviamo a raccontarvela qui. Mettetevi comodi. A Live! Non è la D’Urso erano ospiti le due agenti di Pamela Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, che invece di risolvere il mistero sulla vera identità del suo sposo Mark/Marco Caltagirone hanno buttato la palla in tribuna e rimandato di nuovo la questione, forse sperando di sopravvivere un giorno in più al castello che hanno costruito e che sta crollando sulle loro teste. “Mark Caltagirone apparirà. Ha un’esclusiva per un’intervista insieme a Pamela in un altro programma della rete”, che si scoprirà poi essere Verissimo, come Dago-rivelato ieri. [Avviso ai navigati: l’esclusiva è stata firmata giorni fa, prima che Dagospia facesse esplodere la soap opera, e riguarda solo il fantomatico matrimonio che si dovrebbe celebrare a maggio. La D’Urso ci tiene a specificarlo: “per rispetto e amicizia di Silvia Toffanin che ha un’esclusiva per il matrimonio, abbiamo deciso di non far venire qui Pamela, che apparirà solo in un’intervista registrata”. Eppure Gabriele Parpiglia, che è uno degli autori di punta di Verissimo, ha twittato ieri sera: “Quando una persona mi ha proposto la vicenda, ho fatto una domanda, poi ho detto testuali parole ‘È una sola’”. Quindi si smarca dal suo programma e dalla rete che ancora ieri sera difendeva la bontà di questa storia, visto che – a detta delle agenti – Canale5 ha impedito la partecipazione di Pamela in diretta per tutelare l'esclusiva?] Durante la trasmissione è successo di tutto, con Carmelita che ha apparecchiato un panel che si è rivelato un plotone di esecuzione per le due “sorelline” di Pamela: Mauro Coruzzi, Roberto Alessi, Veronica Maya, Giovanni Ciacci e soprattutto un Daniele Interrante che pareva Bob Woodward, ex tronista trasfigurato in cagnaccio del giornalismo che non ha mai mollato l’osso, non lasciando correre nessuna delle molte incongruenze snocciolate dalle agenti. “Farete vedere finalmente un documento che attesta l’esistenza di Mark Caltagirone?”, incalza Interrante, e la Petricciolo: “Io sono la manager della Prati, non di Caltagirone”. Poi si scoprirà che Pamela è stata nominata direttore della Aicos Management (ma Dagospia lo aveva già scritto in questo articolo) è che lei è “solo una povera dipendente”. Non ci metteremo a ripetere tutte le bufale dette finora, che trovate nelle varie puntate di questa meravigliosa soap opera degna di Teodosio Losito, pace all’anima sua. Ci basterà mettere in fila le nuove e strabilianti castronerie pronunciate dalle due, come quando Pamela Perricciolo esclama: “Non s’è mai vista una foto di questo signore, magari non esiste”. Con grande sprezzo del ridicolo, non stava parlando di Mark Caltagirone, bensì di Luigi Oliva, l’ex di Pamela Prati che ha contattato Dagospia e ci ha messo la pulce nell’orecchio sul nuovo amore della showgirl e su quanto questo sentimento travolgente sia legato alla sua (disastrosa) situazione debitoria. La foto di Luigi Oliva e Pamela Prati, scattata al compleanno di lui, l’abbiamo mostrata più volte, insieme a quella dell’anello di fidanzamento pubblicata dalla stessa Pamela con la didascalia “A volte i sogni si avverano”. Eccola. Volendo abbiamo anche i documenti firmati in cui lei è costretta a restituire l’anello dopo l’intervento degli avvocati (gesto poco signorile ma comprensibile, visto che si sono lasciati un mese dopo la consegna del gioiello, un monile di famiglia con valore affettivo oltre che economico), per non parlare dei documenti che attestano la situazione economica…Torniamo alla puntata. Nel programma si dimostra che, dalle visure camerali, la Mark Caltagirone Holding non esiste, ma Barbara D’Urso annuncia di aver ricevuto il video di un ragazzino che dice di essere Sebastian Caltagirone che le fa gli auguri per l’inizio del Grande Fratello, tenendo comunque a precisare: “Se fosse falso, sarebbe una cosa gravissima”. Sul perché i due figli in affido, Seba e Rebecca, hanno due profili Facebook, la Perricciolo prova a spiegare: “I minori non potrebbero stare su Facebook, anche i miei tre nipoti hanno dei social intestati a me per superare il requisito dei 18 anni imposto dal social network. Mi deve dire Dagospia come fa a dire che quel profilo è falso”. Ieri sera abbiamo dato molti elementi per dimostrare che quel profilo non appartiene a un minore, e che il ragazzino che appare nelle foto profilo non è affatto il famoso Seba Caltagirone. La Perricciolo ha di fatto ammesso che il profilo di Seba è intestato a qualcun altro, nella fattispecie qualcuno che gestiva dei profili attivi nel mondo della destra, visto che quella pagina un tempo si chiamava “Giorgia Meloni”. Mark Caltagirone nelle sue interviste-in-ginocchio si definisce “di educazione democristiana” e “lontanissimo dalle idee di Wanda Ferro” (di Fratelli d’Italia), dunque di sicuro non era sua la pagina dedicata alla Meloni…Alla durissima e precisa lettera della Bausone che accusa le due di aver creato il finto Mark Caltagirone a scopo di marketing e di pressione politica, la Perricciolo non riesce a rispondere, dicendo che non ne sa nulla perché “Lei è del Pd e io sono di destra da quando sono nata” (ecco, appunto), con la D’Urso che chiosa: “E chi se ne frega? Che c’entra?” Interviene Veronica Maya: “Perché non siete venute qui con l’estratto di matrimonio di Pamela Prati?”. “Non siamo obbligate a presentare documenti”. Roberto Alessi smaschera le bugie: “Cara Eliana Michelazzo, tu dici che i minori vanno tutelati? Barbara D’Urso ha ricevuto un video di questo Sebastian Caltagirone che parla in italiano, giusto? Ma tu mi hai detto (a Storie Italiane, ndDago) che questi bambini erano stati dati a una coppia non ancora sposata, che vive all’estero”. Pamela gesticola “no, no” mentre Alessi dice che non sono sposati, la Michelazzo non sa cosa dire. E Interrante implacabile: “Questo copione andava riletto, forse”. La Michelazzo è chiusa in un angolo, è arrivato il momento di giocarsi l’unico asso nella manica: “A breve ci sarà una esclusiva televisiva e vedrete il signor Marco”. Il pubblico esplode in un “Ooooh” liberatorio. Giovanni Ciacci, uomo di mondo e conoscitore di “Lucherinate”, non si lascia impressionare: “Sandra Milo nel 1990 mostrò un marito falso, non ci vuole niente a trovare un figurante. Noi siamo stati a un matrimonio, non diciamo il nome perché non è carino, dove il marito aveva affittato delle comparse a Cinecittà dicendo che erano i suoi figli, i suoi figli!” Le sorprese non sono finite: è il momento di Rosa Perrotta, cliente dell’agenzia Aicos e presente all’addio al nubilato della Prati in Egitto. Ovviamente tutti pensano sia lì a difendere Pamela e le sue socie, invece in un colpo di scena la soubrette prende le distanze da quella che chiama “la signora Prati”, una che non conosce bene, “con cui per caso sono andata in vacanza”. Lapidaria: “Neanche sapevo che era il suo addio al nubilato. Marco Caltagirone non so chi sia, sono stata invitata alle nozze ma non so perché”. Tiè. La Michelazzo prova a ricordarle la trama del fotoromanzo, ma la Perrotta che doveva ricoprire il ruolo di testimone compiacente si rivela una hostile witness, insistendo sul fatto che non sa nulla di questa storia. “Mi sono ritrovata una sera a fare un video per l’addio al nubilato di Pamela, ma io ero in vacanza con amiche, non è che mi aveva detto prima che quello era un addio al nubilato. Una signora di 60 anni ti dice che è innamorata, ti mostra foto di bambini, non è che ti metti là a dire ‘E’ tutto falso’”. Non risparmia un’altra bombetta a quelle che, da domani, difficilmente saranno ancora le sue agenti: “Se questa storia dovesse rivelarsi essere una farsa, credetemi, sono vittima come tutti gli altri”. Cioè, questa è partita con la Prati, è invitata al matrimonio, è amica e cliente delle due, e nonostante questo non ha alcuna idea di cosa stia succedendo e ci tiene a scaricarle dichiarandosi vittima prima ancora del verdetto finale? È tutto bellissimo. L’inviata del programma torna sulle nozze con Wanda Ferro, che ribadisce via sms: “Non ho mai conosciuto personalmente Marco Caltagirone”. La Perricciolo: “Si sono sposati per scherzo su Facebook, ma all’epoca lei non era deputata”. Embè? Che c’azzecca? Dai, preparatevi meglio la prossima volta. Sul fatto che la Prati abbia detto alla D’Urso e alla Venier “ci siamo già sposati, ecco la fede”, la Perricciolo si impappina: “Ha un carattere tutto suo, se dice che si sono scambiati le fedi, avranno fatto solo quello”, e Alessi giustamente le ricorda come la Prati abbia precisato – a domanda diretta della Venier – che si sono già sposati e l’unica cosa che manca è la cerimonia religiosa. Dunque il rito civile deve esserci stato. Cosa replica la Perricciolo? “Io ho sentito che ha detto “non ci siamo sposati”, mentendo spudoratamente (ecco il video, entrambe le agenti erano dietro le quinte durante l’intervista e sanno benissimo cos’ha detto): Pamela Prati: ''Io e Marco ci siamo già sposati, manca solo il matrimonio in chiesa''. La D’Urso a quel punto rivela: “Io da un anno sul mio telefono ricevo messaggi da un signore che si firma Marco Caltagirone, ma ora non specifico perché, magari ne parliamo in un’altra puntata. Ora vi farò vedere una lettera scritta da Marco Caltagirone al programma, non al mio cellulare”. Siamo all’apoteosi. Seguiteci perché arriva il bello. Questo Mark Caltagirone che non vuole farsi vedere (pur avendo tre profili Facebook), che scrive direttamente alla D’Urso sul cellulare e quindi potrebbe spiegarsi via sms, a un certo punto verga una email in cui dice che “La Prati” (ma si può chiamare così la donna della tua vita?) “non ha bisogno di questi mezzucci per tornare in televisione”, visto che “ha una carriera quarantennale”. (Sì, e debiti che ci vogliono due carriere per estinguerli, aggiungiamo noi. E per ripianarli non bastavano i ristopizza dove le due hanno trascinato la povera Pamela l'estate scorsa, facendole tenere in mano i menu come all'ultimo avanzo da reality, né IL CENTRO ESTETICO DI FORMELLO DOVE LE HANNO FATTO FESTEGGIARE IL COMPLEANNO. Ma non era una diva piena di offerte televisive?) Il tenebroso Mark da Catanzaro/Roma Nord si rivolge poi a Dagospia: “Non voglio apparire nei teatrini costruiti ad arte da qualche sito web per attaccare inutilmente le persone”. Giusto, lui vuole apparire solo nelle interviste farlocche ad Antonella Grippo, negli articoli-pompa in cui racconta i suoi invisibili oleodotti in Libia, nei servizi-fantasia in cui si strombazza che ha ricevuto il premio per il miglior imprenditore italiano in Albania…“Tutelerò sempre la mia privacy perché credo che apparire o meno sia una scelta personale”. Che bella frase, peccato che segua di pochi minuti l’annuncio che ha vendutoun’intervista esclusiva a Verissimo…Pronti per un’altra panzana? “Non sono i certificati a dire se un bambino può chiamarmi papà o meno”. Ma come! Certo che sì, se un bambino viene dato in affidamento sono solo i certificati a stabilire un rapporto affettivo…mica è il figlio di una compagna che ti chiama papà perché ti vuole bene. La Michelazzo questa parte di trama se l’è studiata male: a Storie Italiane aveva detto: “Pamela e Mark si sposano in Italia proprio per risolvere la questione dei minori e poterli portare nel nostro Paese”, contraddicendo questa pietosa letterina scritta last minute da uno degli sceneggiatori dell’avvincente feuilleton. “I figli sono di chi li ama e chi li cresce e i miei figli sono all’estero da sempre”. Aridanghete! Non le scrivete ‘ste cose se le avete già smentite. La trama vuole che nel 2017 Sebastian sia stato appena preso in affido da Wanda e Mark, mentre Rebecca appare per la prima volta nell’inverno 2018, con l’ingresso in scena di Pamela nel ruolo di “moglie e mamma”, come ripete lei tipo lavaggio del cervello. Quindi di sicuro non li ha cresciuti Mark, e “sono all’estero da sempre” non vuol dire niente, anche perché il finto profilo Facebook col nome di Seba Caltagirone non parla mai di sorelle, anzi si professa solo e abbandonato dalla mamma (attenti, quando la mamma era la Ferro e alle due faceva gioco attaccare la deputata che le aveva scaricate). Ragazze, la consistency è fondamentale in un buon plot! Sembrate quei figuranti nei film sul Medioevo con l’orologio digitale al polso. Il bel Mark chiude con una frase jolly per sgusciare dal cul de sac in cui si è infilata questa inarrestabile compagnia di giro: “Io e Pamela dopo questa volta non avremo più voglia di rispondere al nulla”. A parte l’esclusiva a Verissimo, ovviamente. Ma la frase serve per poter rilasciare, nei prossimi giorni, una dichiarazione che suoni più o meno così: “Stufi degli attacchi mediatici, abbiamo deciso di non parlare più e di rintanarci nella nostra casa di *******” (inserisci località esotica tra quelle tirate fuori finora tipo Bonifacio, Miami, New York), così da avere una ragione per tornare nelle nebbie del web in cui è stato concepito. Segue siparietto in cui alla Michelazzo si chiude la vena e inizia a dire “Stai zitta” a Veronica Maya, che con Interrante la liquida in due parole: “Non esiste qualcuno che va in tv da 40 anni e manda un agente a parlare al suo posto”. Beh, esiste se, in diretta, può dimenticarsi la sceneggiatura…Arriva il momento della fatidica intervista. La Prati conciata come Samara di “The Ring”, e con altrettanta carica inquietante, inizia a ripetere il copione dell’amore a prima vista, delle due metà che si incontrano, dell’unico respiro, già gustato in precedenti performance. Quando la cronista le chiede del matrimonio è costretta ad ammettere: “Non siamo sposati”. E allora? “Abbiamo fatto le promesse”. “No, guardi, neanche quelle risultano nei registri”. “Perché le abbiamo fatte all’estero”. Ah, l’estero, rifugio di tutte le bufale. Smontiamo pure questa. I due piccioncini hanno parlato di Francia e Stati Uniti come i due paesi in cui risiederanno dopo le sudate nozze, quindi ci limiteremo a questi. In effetti il povero Sebastian dice di vivere a Bonifacio (Corsica-Francia), parrebbe che stavolta le due abbiano fatto i compiti. Purtroppo basta conoscere qualche rudimento di diritto francese per sapere che il fidanzamento, le fiançailles, non hanno alcun valore legale in Francia, a differenza delle promesse che in Italia sono obbligatorie prima di un matrimonio. Oltralpe, come in America, le promesse non sono un passaggio formale di diritto civile. E soprattutto: anche se le avessero fatte in un paese che le contempla, a che servono delle promesse all’estero, se il matrimonio si celebrerà in Umbria? L’ennesima pezza che non copre manco un centimetro della voragine su cui ballano le tre grazie. “Marco non vuole apparire. Apparirà il giorno del matrimonio”. Vabbè. In lacrime: “Avere una famiglia è una cosa bellissima, se voi non ci credete è un vostro problema”. Dopo questo chiarimento che non chiarisce, si torna in studio. Roberto Alessi smonta un altro pezzo del personaggio Mark Caltagirone: “In un’intervista, quest’uomo privatissimo si vanta di essere stato premiato come miglior imprenditore italiano in Albania. Io conosco importanti costruttori e imprenditori albanesi, gli ho chiesto di Marco Caltagirone e non lo hanno mai sentito nominare, nessuno sa nulla”. Possibile che del prestigioso premio non ci sia una foto? Una traccia su un altro sito internet che non sia una delle interviste compiacenti rilasciate dallo stesso “Mark” al solo scopo di accreditare la propria esistenza? Quando Ciacci chiede “Ma il nome Mark Caltagirone è vero? Perché a me risulta sia un nome d’arte”. Pamela Perricciolo, che sostiene di conoscerlo da anni, che commenta i post di tutti i suoi numerosi profili almeno dal 2016, E CHE SI FA LE FOTO CON SEBA CALTAGIRONE (o forse un nipote che si spaccia per lui?), si stringe nelle spalle e si limita a rispondere: “Io so che si chiama Marco Caltagirone”. Ma come “io so che si chiama così”? Non esclude che sia un nome d’arte? E avrebbe dato il suo nome d’arte pure ai figli, che non sono neanche adottati ma in affidamento? Quei figli che non vogliono essere messi in mezzo ma che hanno profili apertissimi e leggibili da chiunque? Insomma, in attesa della fantomatica intervista doppia che Pamela e Mark (o chi per lui) rilasceranno a Verissimo, se mai avrà luogo, vi preannunciamo che la storia non si chiude qui. Dopo Wanda Ferro, Antonella Grippo e Alessia Bausone (e la stessa D’Urso!), ci sono altre persone che dicono di essere state contattate via Facebook da questo inafferrabile imprenditore giramondo, e ci hanno mandato le loro conversazioni. Ne vedrete delle belle…

Giuseppe Candela per Dagospia l'11 aprile 2019. Il Segreto di Pamela continua a regalare colpi di scena tra bufale, incongruenze e scivoloni. "A  breve ci sarà un'esclusiva televisiva e vedrete il signor Marco così vi mettete l'anima in pace", ha provato a rassicurare i presenti la manager Eliana Michelazzo a Live su Canale 5. "Esclusiva che noi rispettiamo, tanto è vero che questa sera Pamela non è in studio e ci ha fatto un'intervista registrata", ha spiegato Barbara D'Urso. E' l'altra manager Pamela Perricciolo a spingersi oltre: "E' la vostra rete, esclusiva firmata e controfirmata. Ci sarà? Certo, l'hanno firmata entrambi." Il programma in questione, come anticipato da Dagospia, è Verissimo, rotocalco condotto da Silvia Toffanin. Alt! La Perricciolo fa dunque sapere che non solo la Prati avrebbe firmato l'esclusiva ma che avrebbe fatto lo stesso anche Mark Caltagirone. Per dirla alla Lubrano la domanda sorge spontanea: la trasmissione e l'azienda di Cologno Monzese hanno dunque tra le mani i documenti reali del misterioso imprenditore futuro marito della Prati? Ci sono state delle firme da parte dei futuri sposi? La Perricciolo sostiene il vero? Domande che giriamo al gruppo di Verissimo in attesa di una risposta. Se quello che dice la Perricciolo fosse vero Canale 5 avrebbe potuto sgonfiare il caso mostrando già ieri sera i documenti del misterioso Mark e invece non lo ha fatto.  In ogni caso il momento della verità arriverà a breve: Caltagirone sarà costretto a firmare una liberatoria prima della messa in onda. "Pamela doveva essere qua, la rete ci ha detto che non poteva essere qua perché sia Pamela che il futuro marito hanno firmato un'esclusiva molto prima che la signora D'Urso ci chiamasse. E quindi la rete ha detto a Pamela tu puoi fare un registrato da fuori ma non puoi fare la presenza in studio", ha continuato la manager per ribadire il concetto.  Con la conduttrice che ha spiegato che l'esclusiva di Verissimo era legata al matrimonio (" Silvia Toffanin ha l'esclusiva per il matrimonio"), infatti stando alle nostre fonti non sarebbero previste ospitate della Prati e del misterioso Mark nei prossimi giorni ma bisognerà aspettare le nozze, vere o finte che siano. E' opportuno precisare che Verissimo avrebbe chiuso l'esclusiva legata alle nozze prima che Dagospia facesse esplodere la soap opera.  Il caso è comparso per la prima volta su questo sito il 3 aprile, tre giorni dopo l'intervista della Prati a Domenica In: "Mark lo vedrai al mio matrimonio", aveva detto Pamela. Se dunque Verissimo ha chiuso l'esclusiva prima che Dagospia arrivasse sul caso, vuol dire che l'accordo era precedente anche all'ospitata della showgirl a Domenica In. Perché la Prati non può presenziare in diretta nel talk show di Canale 5 se lo ha fatto undici giorni prima dalla Venier?

Dadospia il 12 aprile 2019. Riceviamo e pubblichiamo: Gentile Sig.ROBERTO D'AGOSTINO, Dopo aver visto la puntata relativa del programma Storie Italiane, trasmessa in data 8 aprile u.s., e del programma di canale 5 ''Live non è la D'urso'' mi sento di doverLe scrivere poche righe in merito a quanto accaduto. Sono stato contattato dai media in merito alla mia ex-relazione sentimentale con la signora Paola Pireddu in arte Pamela Prati, e solo dopo essere venuto a conoscenza che lei ha rinnegato la nostra relazione e addirittura la mia persona, ho ritenuto giusto far sapere a tutti la veridicità della nostra relazione a dimostrazione di questo, posso dire di aver aiutato la signora Prati anche economicamente e di ciò ho le prove delle quali se ne stanno occupando i miei legali. A fine novembre 2017, in occasione del suo compleanno, le ho dato come pegno d'amore un anello di famiglia di grande valore affettivo ed economico, e alla fine della nostra relazione – dopo circa un mese e mezzo – gliene ho chiesto la restituzione. Lei si è rifiutata, e solo dopo un anno e mezzo e con l'intervento degli avvocati me l'ha restituito. Quali sono state le mie colpe in tutto ciò? Di aver amato, di essere sempre stato presente anche economicamente nella convinzione che anche lei fosse veramente innamorata di me? Purtroppo non era così e oggi si è dimostrata la persona che veramente è, cioè un'attrice che sa recitare meglio nella vita che sul palco del Bagaglino. Dico questo perché la signora Prati praticamente mi ha usato per shopping, ristoranti, hotel e regali vari. Mi ha illuso a tal punto che ha trascorso addirittura le vacanze di Natale con me e la mia famiglia (lei, parenti ed amici a casa mia), progettando il futuro insieme. Quando mi sono reso conto, a gennaio 2018, della persona che avevo al fianco, ho aperto gli occhi e l'ho allontanata anche perché delle persone a lei vicine in quel momento, mi hanno riferito che mentre stava con me mi criticava. Da gennaio 2018 a giugno mi ha cercato continuamente anche tramite amici in comune, fingendosi ancora innamorata e addolorata per la fine della nostra relazione. In sintesi una persona che rinnega totalmente un amore ma lo ha solamente usato, secondo me non può essere considerata tale. Volevo inoltre rappresentarLe che, tutto quello che ho sostenuto corrisponde a verità, e qualora dovessi essere querelato per diffamazione, i miei legali saranno pronti a produrre le prove a dimostrazione di quello che ho affermato, procedendo in tutte le sedi Giudiziarie più opportune. Nell'occasione, Le invio migliori saluti. Luigi Oliva

DAGONOTA il 17 aprile 2019. Le foto che vedete sono state inviate a Dagospia da Alessia Bausone la settimana scorsa, allegate all'email in cui denunciava che Mark Caltagirone non era mai esistito, ma era un personaggio creato a fini pubblicitari da Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, le due agenti di Pamela Prati. Ecco cosa ci scriveva l'esponente del Pd calabrese: Sono stata contattata su Messenger da un profilo dal nome "Marco Caltagirone" per due settimane a gennaio 2018 in maniera amichevole e cordiale, ma capii subito che l'unico fine fosse quello di screditare Wanda Ferro ai miei occhi, in quanto sua avversaria politica. Mi narrava della loro relazione, del figlio Sebastian Caltagirone preso in affido insieme e con un tumore alla laringe e del fatto che Wanda fosse una madre affidataria anaffettiva, affetta da dipendenze e che pensava solo alla carriera politica. Insomma, mi ha prospettato un quadro atto solo a sminuirla, presumo in vista delle imminenti elezioni politiche che l'avrebbero vista candidata. Successivamente, interagendo per il tramite di conoscenze comuni, ho scoperto la verità sull'inesistenza di Mark o Marco Caltagirone, personaggio creato a fini pubblicitari da Aicos Management e da Eliana Michelazzo, che a sua volta si inventò anni fa di essere la fidanzata di tale Simone Coppi, a suo dire parente del noto avvocato e professore Franco Coppi. Un meccanismo rodato quello di utilizzare cognomi noti per creare relazioni pubbliche sulle quali far marciare il gossip. Proprio alla luce del fatto che si trattava di un profilo falso, quelle foto non le abbiamo pubblicate, perché probabilmente appartenevano a qualcuno che con questa storia non c'entra nulla. Oggi però tornano di attualità, perché Roberto Alessi nell'editoriale pubblicato nel numero di ''Novella 2000'' appena uscito dice che Pamela Perricciolo gli ha mostrato le foto del presunto Mark Caltagirone, definito ''un bell'uomo, biondino''. Mentre ''Fanpage'' nel suo articolo in cui si concentra sulle parentele della Perricciolo, dice che La Prati avrebbe mostrato agli amici una sola foto del futuro sposo, che però sembrerebbe essere tratta da un servizio posato di un modello straniero… nel corso delle ricerche effettuate dalla polizia postale dopo una serie di denunce, sia emerso che le immagini presenti, e poi rimosse, sul profilo Facebook di Rebecca Caltagirone – l’unico a essere ancora attivo mentre scriviamo questo articolo – appartengano in realtà a una bambina di 6 anni, figlia di un avvocato di Cagliari Ora, a noi non sembra che il soggetto delle foto ricevute da Alessia Bausone sia ''biondino'', né tantomeno un modello straniero in posa. Sembrano foto prese da qualche profilo social di un quarantenne moro/sale e pepe che si è scordato la protezione solare. Queste foto tornano di attualità anche perché nel comunicato stampa di ''Live - Non è la D'Urso'' che annuncia la puntata di stasera si parla di misteriose foto di Mark Caltagirone. In onda andrà anche l'intervista a Roberto D'Agostino che parlerà del caso Prati...E nei corridoi Mediaset mormorano che il settimanale ''Pomeriggio5'' in edicola da domani avrebbe in prima pagina le immagini di Pamela e Mark…ma con la faccia di lui pixellata!!! Il mistero ormai non è più un mistero: Mark Caltagirone non esiste, i suoi figli in affidamento neppure, e la bufala del trio Pamela-Pamela-Eliana è ormai svelata. Il vero spettacolo che ci tiene incollati alla poltrona è capire come ne usciranno le tre, che si stanno incartando tra malori della soubrette, Mark che sta a Toronto, no a Dubai, anzi a Bonifacio, e la famigerata esclusiva a ''Verissimo'', pagata (in anticipo?) 30mila euro…

Dall'articolo di Roberto Alessi per Novella 2000 il 17 aprile 2019. Viene perfino il dubbio che un uomo che non ha mai lasciato traccia dietro di sé, possa usare un nome d’arte, ed è magari per questo che non esiste di lui una foto, un documento. «A me risulta che si chiami proprio così», dice la Perricciolo, «vuoi vedere una sua foto?». «Certo», rispondo. Così, lei inizia a far scorrere le immagini sul suo IPhone. Vedo i bambini che Pamela Prati e Mark avrebbero avuto in affido fin prima delle nozze, Sebastian, 11 anni, è splendido, Rebecca, 6, da mangiare di baci. C’è Pamela, fotografata sempre sola, e c’è lui. È un bell’uomo, biondino, capello corto, sorriso accattivante e bianco splendente. «Girami la foto», le chiedo. «Non posso: lui è troppo riservato».

Dall'articolo di Stefania Rocco per "Fanpage.it" il 17 aprile 2019. Altro fatto fondamentale, questa volta applicabile solo al caso di Pamela Prati: l’unica firma di Mark Caltagirone mai apposta, e verificabile, è quella che appare sulla promessa di matrimonio tra la showgirl e il sedicente imprenditore, promessa registrata a Toronto, città nella quale la Perricciolo avrebbe altri parenti. La Prati avrebbe mostrato agli amici una sola foto del futuro sposo, che però sembrerebbe essere tratta da un servizio posato di un modello straniero. Nemmeno le stories che posta sul suo profilo Instagram corrispondono al vero. Quando la Prati scrive di essere a cena con Caltagirone è, in realtà, al tavolo con alcune amiche di agenzia, Perricciolo e Michelazzo comprese. La stessa Eliana utilizza il medesimo espediente per fingere di essere fuori insieme al "marito" Simone Coppi, che non esiste. Il professor Franco Coppi non ha alcun figlio che si chiama Simone. Pare inoltre che, nel corso delle ricerche effettuate dalla polizia postale dopo una serie di denunce, sia emerso che le immagini presenti, e poi rimosse, sul profilo Facebook di Rebecca Caltagirone – l’unico a essere ancora attivo mentre scriviamo questo articolo – appartengano in realtà a una bambina di 6 anni, figlia di un avvocato di Cagliari. Tali foto sarebbero state rubate e poi utilizzate per accreditare l’esistenza della seconda figlia affidata al sedicente Mark.

Dadospia il 17 aprile 2019. Riceviamo e pubblichiamo: Buongiorno, sono Daniele Cortis e sono il soggetto di cui avete pubblicato le fotografie quale papabile nuovo marito della sig.ra Pamela Prati. Ciò è assolutamente falso. Ho appreso tale assurdità per il tramite delle numerose telefonate che mi sono pervenute da parte di conoscenti che mi avvisavano e mi chiedevano lumi al riguardo. Io sono un avvocato cagliaritano che ha una propria famiglia e non ha mai conosciuto la sig.ra Pamela Prati. Trattandosi di un abuso, Vi invito a provvedere all'immediata rimozione delle mie fotografie dal Vostro sito e contestualmente scusarVi e spiegare che si è trattato di un errore o di uno scherzo di cattivo gusto. Del pari, Vi invito a formulare una proposta di risarcimento del danno per tutti i disagi che tale illegittima condotta mi sta creando. Sto comunque provvedendo a sporgere regolare denuncia presos la polizia postale e preannuncio che agirò in ogni sede per vedere tutelati i miei diritti ed i miei interessi davanti ad ogni competente sede.

PRATI-GATE! - NEL MATRIMONIO-BUFALA DELL'ANNO SALTA FUORI PURE LA 'NDRANGHETA! Stefania Rocco per "Fanpage.it" il 17 aprile 2019. L’indagine di Fanpage.it circa la figura di Mark Caltagirone, della sua holding e del matrimonio con Pamela Prati prosegue. Abbiamo appurato e verificato che il sedicente “avvocato Donato” che ci ha telefonato per discutere della querela mossa contro il signor Luigi Oliva e le testate che avevano riportato le sue dichiarazioni non esiste. C’è qualcuno, quindi, che ci contatta inventando di essere l’avvocato del signor Caltagirone spacciandosi una volta per l'avvocato Donato, un'altra volta per l'avvocato Della Rocca (vero avvocato di Pamela Prati) per spingerci a rimuovere un contenuto. Il numero dal quale parte la telefonata risulta nei database in uso a Pamela Perricciolo, agente di Pamela Prati e partner in affari di Eliana Michelazzo, titolare dell'agenzia d'eventi Aicos. La prima puntata della nostra inchiesta aveva portato alla luce questa menzogna crollata rapidamente in quanto lo stesso avvocato Della Rocca (quello vero) ha smentito di averci chiamato. Non solo, sovrapponendo le tracce audio tra la telefonata ricevuta e alcune ospitate televisive siamo riusciti a risalire alla voce che si cela dietro il sedicente avvocato… Ma andiamo con ordine. Da una fonte vicina all'agenzia apprendiamo che l’operazione “Mark Caltagirone”, e i profili social che intorno a esso gravitano, nasce già due anni fa. A farne le spese è una nota politica italiana, consigliere regionale laziale. Agganciata in un momento di vita particolarmente delicato, viene isolata e attorniata da quegli stessi personaggi che, tempo dopo, ritroveremo protagonisti di un’altra vicenda analoga, quella che vede nel ruolo di vittima Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia. La Ferro, in particolare, viene agganciata dal sedicente Mark Caltagirone dietro la promessa di un lavoro, per poi finire al centro di questa intricata vicenda, sempre nel ruolo di vittima. Perricciolo conosce la prima vittima nota di questa storia perché entrambe, fin da giovani, frequentano gli stessi ambienti politici. In particolare, la Aicos Management collabora alla realizzazione delle feste Atreju di Fratelli d'Italia, cui fa da intermediaria affinché vi partecipino personaggi noti nel mondo della televisione. Dietro i casi di Wanda Ferro, dell'altra nota esponente politica romana e di chissà quante altre donne c’è la stessa mano. Esistono una serie di profili fake che vengono utilizzati di volta in volta per avvalorare le identità dei soggetti in gioco, molti dei quali recuperabili tra le amicizie di un altro profilo, quello di Silvia Pasqual, anche questo falso, intorno al quale ruotano contatti. A questo gruppo di persone si aggiungerebbero, di volta in volta, uomini o donne ingaggiati nel ruolo di attori, al fine di rendere più credibile la narrazione. Questi ultimi agganciano le prede designate, facendosi scudo dietro cognomi altisonanti come quelli di Coppi e Caltagirone, dei quali si fingono parenti. Al centro delle vicende c’è la figura di un ragazzino, che esiste realmente e che racconta di essere malato, scatenando quel meccanismo di sudditanza psicologica che porta la vittima a elargire denaro. Non solo: come accade nel caso di Pamela Prati, il ragazzino in questione si rivolge alla vittima chiamandola “mamma”, raccontando la sua storia tragica (sostiene di essere orfano di madre) e dicendosi offeso qualora la vittima manifesti ritrosia di fronte a tali manifestazioni di affetto. È il modus operandi attraverso il quale la elargizione di denaro si articola. Pare inoltre che, nel corso delle ricerche effettuate dalla polizia postale dopo una serie di denunce, sia emerso che le immagini presenti, e poi rimosse, sul profilo Facebook di Rebecca Caltagirone – l’unico a essere ancora attivo mentre scriviamo questo articolo – appartengano in realtà a una bambina di 6 anni, figlia di un avvocato di Cagliari. Tali foto sarebbero state rubate e poi utilizzate per accreditare l’esistenza della seconda figlia affidata al sedicente Mark. Altro fatto fondamentale, questa volta applicabile solo al caso di Pamela Prati: l’unica firma di Mark Caltagirone mai apposta, e verificabile, è quella che appare sulla promessa di matrimonio tra la showgirl e il sedicente imprenditore, promessa registrata a Toronto, città nella quale la Perricciolo avrebbe altri parenti. La Prati avrebbe mostrato agli amici una sola foto del futuro sposo, che però sembrerebbe essere tratta da un servizio posato di un modello straniero. Nemmeno le stories che posta sul suo profilo Instagram corrispondono al vero. Quando la Prati scrive di essere a cena con Caltagirone è, in realtà, al tavolo con alcune amiche di agenzia, Perricciolo e Michelazzo comprese. La stessa Eliana utilizza il medesimo espediente per fingere di essere fuori insieme al "marito" Simone Coppi, che non esiste. Il professor Franco Coppi non ha alcun figlio che si chiama Simone. Indagando all’interno dei legami familiari di Pamela Perricciolo, scopriamo che è una zia affettuosa che si prende cura dei nipoti, affidatigli in considerazione dell’arresto del fratello e del padre, condannati nel gennaio 2018 per associazione a delinquere di stampo mafioso con la finalità di ricostruire la ‘ndrangheta nelle Marche. Proprio nelle Marche si recherebbe spesso la Prati per visitare la famiglia della Perricciolo. Il clan Perricciolo, alla cui testa c'è il fratello di Pamela, Salvatore, ha visto la condanna di Giuseppe Perricciolo (padre di Pamela) a 9 anni, sei mesi e quindici giorni di reclusione; pena più severa per il fratello dell'agente della Prati, Salvatore condannato a 15 anni di reclusione. Secondo il giudice il gruppo operava tra Ancona e Ascoli dedicandosi alle estorsioni ai locali, alle rapine, agli incendi, utilizzando armi ed esplosivi. Il processo è stato fondato sulle dichiarazioni del pentito Marco Schiavi, secondo il quale la banda avrebbe avuto nel suo raggio d’azione politici di primo piano e star dello spettacolo, che per altro hanno smentito le sue affermazioni. Salvatore Perricciolo è stato raggiunto, inoltre, da un'altra condanna a 4 anni per aver sparato e ferito due persone in un ristorante della zona. La stessa Pamela è a capo di una società che si chiama Dreaming srls, altra agenzia di intermediazione e spettacolo. Pamela Prati, pubblicamente definita “direttrice” dell’Aicos Management, non è legalmente coinvolta a nessun titolo nella gestione della società, né è una dipendente. Esiste esclusivamente una scrittura privata attraverso la quale viene nominata presidente dell'agenzia, ma che non risulta agli atti. Gli screen delle seguenti visure camerali dimostrano che Eliana Michelazzo è l'unica titolare della Aicos Management Group. Abbiamo appreso, inoltre, che le foto postate sul profilo Facebook della "Mark Caltagirone Holding" sono in realtà prese dalla vera Cementir Holding di Corso Francia a Roma, società realmente esistente e appartenente al gruppo Caltagirone. Anche qui si apre un'altra pagina ampia. Non esiste, diversamente da quanto lasciato intendere in precedenza, alcun legame tra Mark Caltagirone e la nota famiglia di costruttori, come suggerito sulla copertina del settimanale Gente che pubblica il servizio di Pamela Prati in abito da sposa e scrive: "Sposa Marco Caltagirone, della nota famiglia di costruttori romani". Altra figura inesistente è quella di Simone Coppi, presunto magistrato dell'antimafia marito di Eliana Michelazzo. L'ex corteggiatrice di Uomini e Donne, lo conferma il suo stato civile, è nubile e i Coppi non hanno nessun figlio che si chiama Simone. Resta da comprendere quale sia il ruolo di Pamela Prati all'interno di questa vicenda e chi si celi dietro gli attori che di volta in volta vengono ingaggiati per agganciare le vittime, generalmente donne. Fanpage.it ha sentito telefonicamente Pippo Franco, storico attore e capocomico del Bagaglino, che ha condiviso gioie e successi con Pamela Prati. Ai nostri microfoni, l'attore ha commentato i risvolti dell'indagine di Fanpage.it sul presunto matrimonio e sulla figura ambigua del presunto imprenditore Mark Caltagirone. “Non la vedo da tempo e non sono tra gli invitati al suo matrimonio. - spiega Pippo Franco - L’ultima volta l’ho vista all’intervista dalla Balivo, mi hanno fatto fare anche gli auguri registrati in cui mandavo un bacio appassionato a questo suo futuro marito. E del resto non so nulla, se non fosse vero, francamente non saprei cosa dire". 

Daniele Cortis su Facebook. Da Dagospia il 19 aprile 2019. Mai avrei pensato di dover scrivere sui social per smentire una notizia assurda e ridicola, in relazione ad una vicenda folle in cui mi sono trovato, mio malgrado ed a totale mia insaputa, coinvolto. Alle ore 19,45 di ieri sera ho ricevuto un messaggio da un amico collega che mi chiedeva se fossi al corrente che sul sito Dagospia fossero state pubblicate due mie fotografie (rubate da facebook), in quanto individuato come futuro marito di Pamela Prati. Immediatamente attivatomi, ho dovuto constatare che non si trattava di uno scherzo e che veramente le foto pubblicate dal sito fossero le mie e che dell’argomento si sarebbe parlato di lì a poco nel programma Live Non è la D’Urso di Canale 5. Non ho focalizzato neppure l’attenzione sui nomi dei protagonisti della vicenda, tanto la mia attenzione è stata rapita dalla presenza delle foto e dalla necessità urgente di smentire tutto e di evitare che questa assurda falsità divampasse più di quello che già era. Nel frattempo sono stato contattato da una infinità di amici e conoscenti che, girandomi gli screenshots delle videate del sito, mi chiedevano lumi sulla vicenda. Ho quindi in prima istanza inviato una mail alla redazione di Dagospia, smentendo qualsiasi collegamento tra me e quella vicenda, precisando che non ho mai conosciuto, né conosco la sig.ra Pamela Prati, nonché invitando alla rimozione immediata delle mie immagini dal sito e contestualmente avvertendo che avrei agito in ogni sede per la tutela dei miei diritti ed interessi. Ho chiuso la mail, dicendo che comunque restavo a disposizione anche al cellulare (di cui ovviamente inserivo il numero) per ogni chiarimento. La mia premura più grande era – in quel momento – bloccare l’emorragia e fare in modo che nel programma della sig.ra Barbara D’Urso non venissero mostrate le mie foto. Ho preso quindi contatto con il mio amico giornalista Pablo Trincia (tra le altre cose, una Iena … ), tramite il quale ho avuto la possibilità di sentire telefonicamente la giornalista Selvaggia Lucarelli, da subito dimostratasi gentilissima e disponibile a smascherare le folli bugie che stavano dietro alla vicenda. Selvaggia ha immediatamente pubblicato un post sui suoi canali social twitter e instagram, in cui avvisava tutti che le foto del sig. Caltagirone erano in realtà “foto rubate dell’avvocato cagliaritano Daniele Cortis”. Durante quei concitati momenti – si lo so, potrà far ridere, ma vi assicuro che ritrovarcisi in mezzo non è così semplice e piacevole - ho focalizzato l’attenzione sui nomi dei protagonisti della vicenda ed in particolare sul presunto (inesistente?) sig. Marco o Mark Caltagirone – futuro marito della sig.ra Prati – e sull’agente della predetta soubrette, tal sig.ra Pamela Perricciolo. Non erano nomi nuovi per me. Facendo mente locale, ho ricollegato e verificato sul mio cellulare che in data 6 giugno 2018 ho ricevuto un messaggio whatsapp da tale “Pamela della Dreaming srls, società di pubblicità”, la quale mi contattava nella mia qualità di Direttore Generale e legale rappresentante della Scuola Calcio Gigi Riva di Cagliari, cui un loro cliente – poi individuato nella persona di tale Marco Caltagirone, politico siciliano a capo di alcune associazioni - avrebbe voluto “dare la sua sponsorizzazione perché è una Holding che sta rientrando in Italia e vuole investire sui ragazzi”. Trattandosi di associazione sportiva non avvezza a ricevere contributi e sponsorizzazioni, mi sono reso disponibile al dialogo per capire cosa realmente proponessero. C’è stato quindi uno scambio di messaggi e telefonate, tutte vertenti sulla possibilità mia di andare a Roma da loro (da me negata) o viceversa la possibilità del sig. Caltagirone di venire a Cagliari a vedere il nostro centro sportivo e come lavoriamo con i ragazzi, per verificare con mano se fosse possibile darci una sponsorizzazione. Appuntamenti telefonici e non bruciati a più riprese, fino a quando al mio messaggio – era ottobre 2018 – che ormai credevo si trattasse di una burla, la sig.ra Pamela mi ha risposto che ero una persona insensibile perché il sig. Caltagirone era rimasto vittima di un brutto infarto e che quindi loro avessero altro a cui pensare. Auguri al sig. Caltagirone e rapporto, se così si può chiamare questo preliminare tentativo di truffa, chiuso così. Ecco, dalle verifiche fatte ieri, a parte sui nomi, è emerso che il numero da cui ho ricevuto messaggi e chiamate fa capo alla sig.ra Pernicciolo (con tanto di foto sul profilo whathapp che la ritrae, ora che ho collegato i visi) e che quindi l’aver pescato le mie foto non era poi così tanto casuale come pensavo all’inizio. Ma questo conta poco, o meglio conta di più il fatto che – nonostante Pablo Trincia e Selvaggia Lucarelli, che ringrazio pubblicamente, si siano prodigati per parlare con D’Agostino e, tramite lui, con la sig.ra D’Urso – quest’ultima abbia portato avanti due ore, diconsi due ore, di trasmissione sul nulla, con la didascalia sotto che avrebbero mostrato per la prima volta le foto mai viste del presunto Mark Caltagirone e poi comunque deciso di mostrarle agli ospiti ed al pubblico in studio, per poi mandare in onda a tutto schermo la mia fotografia seppur pixelata in volto. Nel frattempo Dagospia aveva pubblicato la smentita, con tanto di ulteriori mie foto e testo integrale della mia mail, compreso - follia assoluta – il mio numero di cellulare per intero, che da ieri sera continua a squillare ininterrottamente per via delle chiamate di tutte le testate giornalistiche televisive e non. A quanto ne so, stamattina anche Mattino 5 e Rai Uno hanno ripreso la notizia e hanno mostrato ancora, sempre pixelata, la mia fotografia. A parte le due ore della trasmissione della D’Urso di ieri sera e lo stupore nel pensare che tutti i giornali e le tv dedichino tempo, di questi tempi, alla vicenda della sig.ra Prati, il mio pensiero va a tutti coloro che, come me, incolpevoli ed inconsapevoli, vengono divorati dal tritacarne mediatico, senza – a volte – avere neppure il tempo, l’energia e le risorse per fronteggiare queste assurdità. Io, dal canto mio, farò tutto ciò che potrò per smascherare questa gente e tutelare la mia immagine … come diciamo noi avvocati … davanti ad ogni competente sede. Ritengo inutile specificare, qui, quali danni e disagi tutta questa vicenda stia comportando per il sottoscritto. Spero che queste mie righe siano sufficienti a chiarire una volta per tutte la questione, per lo meno per quel che mi riguarda. Pur ringraziando le testate giornalistiche e le trasmissioni televisive che mi hanno contattato per fornire la mia versione e smentire quindi l’assurda notizia, confermo che ho declinato e declinerò qualsiasi invito perché non intendo in alcun modo prendere parte a questo circo mediatico. Sono consapevole che questa querelle, per chi non la vive direttamente, potrebbe essere foriera di prese in giro e facili battute. Purtroppo però, fidatevi, è una cosa seria, tanto da costringermi ad invitare anche i miei amici più cari ad evitare di commentare alimentando il tutto invece che aiutarmi a spegnere “le luci”.

DAGONOTA - Ci scusiamo con l'avv. Cortis per aver lasciato il cellulare nel testo (solo per dieci minuti, poi ci siamo accorti dell'errore e l'abbiamo rimosso): per pubblicare il prima possibile la sua email, abbiamo copiato e incollato tutto il testo da un dispositivo mobile.

DAGONEWS il 19 aprile 2019. "Nel maggio 2018 un profilo Instagram che si chiama Caltagirone_Mark inizia a scrivermi dei messaggi, in un primo momento, carini. Mi ha iniziato a proporre delle cose lavorative abbastanza bizzarre a cifre improponibili: 'Ma con Nina allora ci stai ancora! Perché non organizzate una paparazzata al mare per esempio, ti faccio avere dei costumi così li mettete'", a parlare è Luigi Favoloso, ex compagno di Nina Moric, intervenuto nell'ultima puntata di Live-Non è la D'Urso. Il potente costruttore che riceve premi in Albania e costruisce oleodotti in Libia propone la sponsorizzazione di costumi da bagno? "Rispondo: 'Ciao caro, purtroppo non sono interessato, non abbiamo mai fatto questo genere di cose. Mi spiace.' Dopo il mio rifiuto per questa collaborazione mi scrive: 'Se vuoi sapere chi sono chiedi a Cosimo di Livello Alto. Lui mi conosce da anni, siamo amici, anche i nostri figli sono amici. Chiedi a lui'", aggiunge Favoloso che contatta tal Cosimo che spiega: "Non ci ho lavorato più però l'ho incontrato, sembrava un 55enne, un bell'uomo brizzolato (come l'avvocato cagliaritano che ha subito il furto delle sue foto social?), molto distinto un po' ambiguo, diceva delle cose poi cambiava versione. Il Caltagirone chattante racconta a Favoloso di essere amico di Eliana Michelazzo e di Angelo Sanzio, il Ken umano italiano però smentisce: "Non è un mio amico. Da lui ho soltanto ricevuto delle minacce molto velate via Whatsapp". L'ex della Moric chiede dunque un incontro ma qui i toni cambiano: "Mamma Luigi, quanto te la tiri! Io ti faccio il bonifico, che imprenditore sei? Sei un pezzo di merda", Favoloso si difende: "Se continui ti denuncio." Il profilo Caltagirone_Mark fornisce questa risposta che lascia pochi dubbi: "E chi denunci un profilo fake? Non sai nemmeno chi sono. Vai dalla polizia a denunciare Mark Caltagirone, è un nome di fantasia. Ti sto prendendo per il culo. Sveglia Luigi!". In studio la Michelazzo smentisce categoricamente che dietro l'account ci fosse la sua agenzia: "Angelo è andato via dall'agenzia e ora mi fa la guerra. Sono fintissime queste chat, stanno montando dei teatrini per uscire fuori. E' una grande falsità, stanno entrando tutti in questa storia. Si fanno pure gli alibi. Venisse qui, mi portasse i cellulari. Sono schifata, venga lui e l'altro amichetto suo, Sanzio. Che vergogna, stanno creando degli alibi. Stanno andando contro me e la mia socia. Stanno esagerando".

Giuseppe Candela per Dagospia il 19 aprile 2019. "Attenzione, c'è la data del matrimonio: l'8 maggio. Finalmente è uscita la data ufficiale quindi è tutto regolare Pamela Prati dice: 'Io mi  sposerò in questa data'", così Federica Panicucci ha aperto il talk dedicato al caso Prati-Caltagirone, in onda oggi a Mattino 5. La conduttrice comunica il giorno del nozze con tono sicuro e pronuncia le parole della showgirl come un virgolettato. "Data ufficiale", da chi sarebbe stata ufficializzata? Nel corso del dibattito l'8 maggio viene ripetuto più volte, e in effetti è stato accennato già il 17 aprile da Fanpage, ma non si forniscono precisazioni. A chi ha detto la Prati "Io mi sposerò in questa data"? Non a Verissimo, che domani, come Dago ha anticipato, ospiterà la primadonna del Bagaglino. Senza Mark Caltagirone, senza mostrare le sue foto, non aggiungendo dettagli sulle nozze e sul giorno in cui arriverà all'altare. Da segnalare che Mattino 5 e Verissimo sono due programmi sotto testata Videonews, perché uno comunica la data con certezza e l'altro, che detiene l'esclusiva, non ne fa cenno? Ah, saperlo…

Da Mediaset il 19 aprile 2019.  Le sue prossime nozze stanno occupando i maggiori talk show televisivi, giornali e siti web. A Verissimo, in esclusiva Pamela Prati parla per la prima volta di questo attesissimo matrimonio e dichiara: “Il matrimonio ci sarà a maggio. Sarà un matrimonio religioso, mi sposerò davanti a Dio perché sono molto cattolica. ”. Del suo misterioso futuro sposo, del quale non compaiono notizie o immagini, a Silvia Toffanin che le chiede perché non mostra nessuna foto di lui o di loro due insieme, che nulla avrebbero a che fare con l’esclusiva sulle nozze data al talk show dice: “Marco Caltagirone, non si chiama Mark, ha 54 anni, è riservatissimo e timido. Noi abbiamo scelto di mostrarci insieme solo a Verissimo, il giorno del matrimonio. Confermo che solo Verissimo entrerà al nostro matrimonio con le sue telecamere e lì finalmente conoscerete l’altra mia metà”. Sugli attacchi che sta subendo in queste settimane confida: “Perché avrei dovuto inventare una cosa del genere? Basta devono smetterla, davvero. Ci sono in Italia problemi molto più grandi e invece parlano di me. Dicono addirittura che sono stata stregata dalle mie due agenti, che l’ho fatto per soldi o per tornare in auge. Purtroppo – aggiunge – certe persone gioiscono più della tua infelicità che della tua gioia. Ci stanno rovinando questo bel momento”. Sulla sua sincerità dice: “Non c’è persona più vera di me. Le persone vere a volte non vengono capite. Mi hanno deluso questi finti amici che dicono nelle trasmissioni che mi vogliono bene e poi nessuno che mi ha mandato un messaggio chiedendomi come sto. Dopo tutto quello che è successo dovrò rivedere la lista degli invitati”. Per la situazione che è venuta a crearsi la show girl afferma di essersi rivolta ad un avvocato: “Io ho querelato tutti. Mi sono rivolta ad un avvocato notissimo perché sono situazioni in cui bisogna intervenire legalmente”. E a proposito di temi delicati dice: “Dei bambini non voglio parlare, perché ho paura che tutto ritorni contro di me”. Infine, su come viva tutta questa faccenda il futuro marito confida: “E’ provato come me, assolutamente“. E prosegue dicendo: “Dopo trent’anni di claustrofobia, senza prendere aerei e ascensori, grazie all’amore ora prendo l’aereo, il treno. Ecco l’amore che cosa fa. Dopo il matrimonio andremo a vivere all’estero ma non definitivamente, adesso che non ho più paura di volare vado e torno”.

PAMELA PRATI - IL GIALLO DELLE NOZZE. Dall'articolo di Roberto Alessi per ''Novella 2000'' in edicola oggi 17 aprile 2019. (…) Ora, però, tutto questo mistero su Caltagirone mi preoccupa. Sono preoccupato per Pamela. Sono preoccupato perché sono uscite molte notizie, pubblicate recentemente sul sito di Roberto D’Agostino, Dagospia, in cui si mette in dubbio l’esistenza stessa di Marco Caltagirone. Pamela dice di averlo già sposato in Comune (lo ha confermato in tv da Mara Venier, mostrando la vera). Lui è stato presentato come imprenditore, come uno che a 19 anni ha lasciato Roma, la sua città, alla volta degli Stati Uniti, per laurearsi (forse in Ingegneria) a New York. Nel frattempo ha costruito oleodotti in Africa, megacostruzioni in America, Canada e Albania, ha vinto perfino un premio come Miglior imprenditore dell’anno a Tirana. Possibile che un uomo di 54 anni, così di successo, un uomo pubblico, a capo della Mark Caltagirone Holding (di cui però non si trova nessuna visura camerale), che vince premi nel mondo, non appaia mai? Aveva un profilo Facebook, ma senza immagini sue. Ha un account Instagram dove si vede solo da dietro. Il mistero si ingrossa al punto che Roberto d’Agostino ha dedicato alla questione ben cinque articoli in una settimana. «Mark esiste, io lo amo, ho le sue foto, lui non vuole apparire, è riservato, e fino alle nozze siamo obbligati a non farci vedere insieme, abbiamo firmato un’esclusiva con Verissimo di Silvia Toffanin», mi dice Pamela Prati. Io credo a Pamela, non posso non crederle e non darle fiducia: siamo amici da quarant’anni. Quaranta! Me lo ribadisce anche Pierfrancesco Pingitore, il patron, regista, autore, creatore del Bagaglino, col quale Pamela ha costruito una carriera solida di showgirl («Mi ha invitato al matrimonio», mi dice lui). Dico a Pamela: «Mark deve uscire allo scoperto, basta una foto di voi due insieme, lo deve fare se ti ama, sei in una situazione troppo delicata, ti attaccano, chi se ne frega dell’esclusiva, non viene certo rovinata da un selfie, anzi, aumenta l’interesse». Ho perfino scritto un messaggio a Mark per convincerlo a uscire allo scoperto, lo pubblico in questo spazio, glielo farà avere Pamela (lei mi dice che a quest’ora dovrebbe averlo letto). Ma niente. Intanto, ho parlato prima da Eleonora Daniele a Storie Italiane con Eliana Michelazzo (ex corteggiatrice di Uomini e Donne), poi da Barbara d’Urso con Pamela Perricciolo. Chi sono? Le due agenti di Pamela, che lavorano per l’Agenzia Aicos che si occupa di personaggi come Rosa Perrotta e, pare, Milena Miconi. Non sono solo agenti, ma anche colleghe della Prati, visto che Pamela Perricciolo mi dice: «Io sono una dipendente, Eliana è la presidente mentre Pamela è il direttore della Aicos». Pamela Perricciolo aggiunge anche: «Prima di conoscere Pamela, l’Agenzia ha lavorato per un evento di Mark Caltagirone. Un uomo per bene, bello, brillante, che conosco bene». Pamela dice che lo conosce da almeno cinque anni e che lui a Reggio Calabria stava con una signora. Viene perfino il dubbio che un uomo che non ha mai lasciato traccia dietro di sé, possa usare un nome d’arte, ed è magari per questo che non esiste di lui una foto, un documento. «A me risulta che si chiami proprio così», dice la Perricciolo, «vuoi vedere una sua foto?». «Certo», rispondo. Così, lei inizia a far scorrere le immagini sul suo IPhone. Vedo i bambini che Pamela Prati e Mark avrebbero avuto in affido fin prima delle nozze, Sebastian, 11 anni, è splendido, Rebecca, 6, da mangiare di baci. C’è Pamela, fotografata sempre sola, e c’è lui. È un bell’uomo, biondino, capello corto, sorriso accattivante e bianco splendente. «Girami la foto», le chiedo. «Non posso: lui è troppo riservato». Nel frattempo (e il sito di Roberto d’Agostino lo riporta) due donne politiche, entrambe calabresi, si sono smarcate da questa faccenda: una è di Forza Italia, il suo nome in un primo tempo era stato accostato a quello di Caltagirone (si diceva che si fossero persino sposati e che avessero in affido il più grande dei due bambini, ma lei ha tenuto a sottolineare: «Mai visto e conosciuto», nonostante qualche battuta sui social). L’altra politica, questa volta del Pd, ha fatto capire che la Perricciolo, una delle due agenti, è solita organizzare “sole” di questo tipo. E Perricciolo, davanti alla d’Urso, in tv, la butta in politica: «Lei è di sinistra, io di destra da sempre». E che vuol dire? Che la sinistra attacca la destra a colpi di annunciati, presunti (qui è tutto presunto) o finti matrimoni? Intanto Pamela (Prati, questa volta) mi parla al telefono dei suoi figli, è tenerissima. Ma com’è possibile che abbia avuto un duplice affido da non sposata? O meglio è sposata: «In Comune», come ha detto da Mara Venier. Ma a Eliana, l’altra agente, scappa da dire che non è sposata. Perché? Essere sposati in Comune vuol dire essere sposati, lo ha confermato la stessa Prati, ripeto, a Domenica in. «No», mi dice Eliana, «sai com’è Pamela, l’ha detto, ma si trattava solo della promessa di nozze». Sarà. E Perricciolo mi fa vedere il documento, la cosiddetta promessa di nozze, su cui, su una scheda prestampata in italiano, appare scritto, a mano in una grafia perfetta e uguale, sia per Pamela sia per Caltagirone, nomi, cognomi, date. Così scopro che Caltagirone (che si firma Marco Caltagirone, che quindi dovrebbe essere il suo vero nome) dice di essere nato a Cattolica (allora non è di Roma?). Mi viene in mente che a giustificare il fatto che Dagospia abbia pubblicato lo stato civile di Pamela (nubile!), ci sia un matrimonio celebrato in un Comune all’estero. Un’ultima considerazione sui due bambini, Sebastian e Rebecca («Mi chiama mamma e vuole fare la ballerina», dice la Prati). Barbara d’Urso ha ricevuto un video in cui Sebastian, bellissimo, parla  in un italiano perfetto. Come può essere affidato a Mark che vive all’estero, tra la Francia e Miami? «In questo momento è a Toronto», mi dice la Perricciolo, «il bambino parla italiano perché ha sempre avuto una tata calabrese, ma i bimbi sono stranieri». Insomma a ogni notizia nasce un dubbio, a ogni dubbio le due agenti danno una spiegazione che si contraddice con una notizia precedente. Si aggiungono altri dubbi. Un casino. (…)

Da ''Oggi'' in edicola domani il 17 aprile 2019. L’annuncio delle nozze di Pamela Prati, a 60 anni, nelle ultime tre settimane è diventato un vero e proprio giallo che tiene banco in tv e sui giornali. E mentre da più parti si insinua che sia tutta una messa in scena e che Marco Caltagirone, il futuro sposo, non esista nemmeno, una delle agenti della Prati, Pamela Perricciolo, parla con OGGI e ingarbuglia ancora di più la situazione, lanciando strani messaggi: «La Prati non si alza dal letto da tre giorni e da una settimana non mangia. Sta male perché voleva la favola e le insinuazioni di Dagospia le hanno rovinato tutto. Se Pamela non la smette di fare così, mi stufo pure io». Ma non è tutto. Alle domande di OGGI corrispondono altrettante stranezze. La Prati ha più volte dichiarato che Caltagirone vivrebbe in America, la Perricciolo, invece, dice «che sta negli Emirati Arabi». E perché Mark non esce allo scoperto? «Se Marco non vuole apparire nessuno può obbligarlo, lo vedrete il giorno delle nozze». Perché la Prati non è tornata in studio da Barbara d’Urso, in diretta, a difendersi e ha preferito un’intervista registrata? «Perché è vincolata dall’esclusiva di Verissimo. E poi sai quanto hanno pagato quell’intervista? Dieci volte la quotazione che aveva la Prati prima di questo casino», rivela. E mentre Verissimo conferma l’esclusiva delle nozze, Oggi è in grado di svelare che la cifra concordata sarebbe di 30 mila euro. Il mistero continua, e paga (bene). 

La soap delle nozze tra Pamela Prati e il costruttore fantasma. L’annuncio in tv. La love story. Pubblicato giovedì, 11 aprile 2019 da Candida Morvillo su Corriere.it. Prima gli aggiornamenti, poi il riepilogo: ieri, Pamela Prati, scossa per le accuse sul «marito fantasma», ha avuto un malore. Niente di grave, ma dal suo management spiegano al Corriere che era distrutta, affranta, arrabbiata: non può credere che, dopo 40 anni di carriera, sia sospettata di essersi inventata un promesso sposo per farsi pubblicità. Sintesi delle puntate precedenti: a gennaio, Pamela, 60 anni, annuncia che sposerà tale Mark Caltagirone, 54, nato a Roma, non imparentato coi Caltagirone costruttori ed editori, ma costruttore anche lui, che vive a Miami e ha realizzato oleodotti in Libia e ospedali e centri commerciali in Cina e Corsica. Uomo riservatissimo, dice lei. Il punto è che, online, non c’è traccia ufficiale della sua Mark Caltagirone Holding, salvo un profilo Facebook assai scarno e ormai chiuso. Il profilo Instagram personale, invece, è stato aperto a marzo 2018, più o meno in concomitanza col colpo di fulmine, e nelle foto lui non si vede mai in viso. In tv e giornali, Pamela racconta di un amore travolgente, di due bambini già presi in affido temporaneo, di una villa che l’aspetta a Miami, ma si rifiuta di mostrare foto dell’amato. Al che, Dagospia inizia a parlare di «marito fantasma». Altri siti riprendono i sospetti. Mercoledì, Barbara D’Urso, nel suo Live su Canale 5, ci costruisce su la metà di una prima serata. Ci si chiede se Pamela non si sia inventata il fidanzato per recuperare visibilità sul viale del tramonto. E così questo diventa un giallo paradigmatico dell’era digitale. Forse una gigantesca fake news, forse la storia paradossale di un uomo che non vuole apparire e perciò è accusato di non esistere e di una donna che, invece, appare troppo e perciò è accusata d’inventarsi un uomo che non c’è, pur di non sparire. Manca il reato, ma il processo è ugualmente kafkiano. La prova regina, ovvero l’uomo in carne e ossa, si rifiuta di palesarsi. Pamela minaccia querele, fa sapere al Corriere che non ha intenzione di esibire documenti né prove, ma che la prova saranno le nozze previste entro un mese in Umbria e riprese da Verissimo. Dal programma Mediaset, confermano che l’esclusiva c’è, anche se ancora aspettano la data delle nozze. Intanto, in tv e sui giornali, si dibattono gli indizi. La holding di Caltagirone non ha un sito né indirizzi rintracciabili, nessun dipendente figura su Linkedin, nessun appalto o progetto è su Internet. Inoltre, a che titolo Pamela e Mark hanno in affido per le vacanze, a Miami, due bimbi, Sebastian e Rebecca, che però vivono in Francia? E perché Sebastian, a giudicare da Instagram, parla italiano e tifa Lazio? Perché era lui, un undicenne, l’amministratore del profilo Facebook della holding di «papà Mark»? Perché Mark, su Instagram, pur vivendo e lavorando all’estero, ha solo followers italiani e segue solo italiani? Nel giallo non poteva mancare la politica. Il 23 aprile 2016, Mark Caltagirone (che dunque già a quella data esisteva, in persona o in Avatar) scriveva su Facebook di essersi sposato. Sotto il post, compariva un commento con cuoricino dell’attuale deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro. Lui le rispondeva: «Mia per sempre, qualcuno ti doveva incatenare». Come se la sposa fosse lei. Peccato che, dimentico di quel post, il 2 ottobre 2017, lo stesso Mark rilasciava un’intervista a Rtm web, annunciando investimenti in Puglia e a Tokyo e prossime nozze con «una nota politica calabrese». Lì, l’imprenditore che tanto tiene alla privacy si diceva sorpreso d’essersi innamorato a 50 anni, raccontava che con la fidanzata avevano un bimbo in affido e volevano costruire un canile. Riservatezza a parte, uno potrebbe pensare: ha rilasciato un’intervista, ergo esiste. Ma non era un’intervista. Patrizia Quaranta, che col papà gestisce Rtm, spiega: «Non l’abbiamo mai visto né sentito, abbiamo solo pubblicato il comunicato stampa». Che lei non ha più. Per la cronaca, Wanda Ferro ha scritto a Dagospia assicurando che non ha mai conosciuto Caltagirone e non è mai stata sposata. Ieri, sull’Instagram di Pamela è comparso il video in cui i titolari dell’Atelier Dei Sogni Signa spiegano che l’abito di nozze «sarà romantico». Non sarà una prova, ma almeno i preparativi procedono.

Francesco Canino per Panorama il 13 aprile 2019.  Un po' "scene da un matrimonio", un po' Catfish all'italiana. Le future nozze di Pamela Prati sono ormai a tutti gli effetti un feuilleton golosissimo che tiene banco da giorni sui social e nei programmi di intrattenimento, con la storica soubrette del Bagaglino impegnata ad annunciare a reti unificate il matrimonio con il misterioso imprenditore Marco Caltagirone. Del "marito fantasma", come lo ha ribattezzato Dagospia, non c'è traccia sul web (e non solo) anche se, piccolo colpo di scena, Panorama.it è in possesso delle foto dell'uomo. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla vicenda, dai figli in affido agli inattesi risvolti politici. "È il momento più felice della mia vita. Ci siamo conosciuti a una cena", ha raccontato Pamela Prati nella sua ultima apparizione televisiva, un'intervista registrata a Live-Non è la D'Urso, durante il quale sono scese in campo a difenderla le sue due agenti, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo. Le quali, va detto, più che chiarire la situazione, l'hanno strategicamente complicata a colpi di "nel bene o nel male, purché se ne parli".  Perché passano le settimane ma del futuro marito, Marco Caltagirone, costruttore romano 54enne (per nulla imparentato con la potente famiglia Caltagirone, costruttori ed editori romani), non c'è traccia. Di lui si sa solo che vivrebbe tra l'Italia e Miami e che avrebbe realizzato oleodotti in Libia, ospedali e centri commerciali in Cina e in Corsica. "Se una persona non vuole comparire, perché deve farlo?", ha risposto seccata la Prati che poche settimane fa, a Domenica In, aveva annunciato di essersi già sposata, salvo poi ritrattare chez Barbara D'Urso: "La promessa è stata fatta all'estero e presto ci saranno le nozze". Il "Prati Gate" è un gioco di incongruenze e non detti che monta di giorno in giorno, con colpi di scena tendenza Il bello delle donne e cinquanta sfumature di "lucherinata" (le "bufale d’autore" inventate dal mitologico press agent Enrico Lucherini) sfuggita di mano. In attesa del lieto fine, con tanto di esclusiva venduta a Verissimo, a dominare per ora sono i dubbi e le versioni contrastanti, che neppure le due agenti della Prati, Eliana Michelazzo (ex estetista ed ex corteggiatrice di Uomini e Donne) e Pamela Perricciolo (ex titolare di un negozio di scarpe a Chiaravalle, in Calabria), hanno sciolto fino in fondo. A cominciare dallo strano caso dei profili social di Marco Caltagirone: la pagina Facebook Mark Caltagirone Holding è misteriosamente sparita, il profilo personale invece è attivo ma l'imprenditore è così riservato che del suo viso non c'è traccia. E proprio da questo profilo sono stati inviati su Messenger due scatti che Alessia Bausone, dirigente regionale del Pd, giurista e dottoranda di ricerca in Teoria del diritto e ordine giuridico ed economico europeo all'Università "Magna Grecia" di Catanzaro"), ha mostrato a Panorama e che, nel rispetto della legge sulla Privacy non pubblichiamo. Nelle foto si vede un affascinante 50enne, brizzolato e abbronzato, dentatura perfetta e occhiali a specchio che ne celano lo sguardo. Se questo signore sia effettivamente Caltagirone è difficile dirlo perché affidandosi ad una semplice ricerca d'immagini su Google, in stile Catfish-False idendità (il docu-reality americano, diventato un piccolo cult), non emerge nulla. "Sono stata contattata su Facebook da tale Marco Caltagirone a gennaio 2018", spiega la Bausone a Panorama. E qui la storia si complica, con tanto di intreccio politico locale perché, stando all'attivista politica, "l'obiettivo di Caltagirone era quello di screditare Wanda Ferro", oggi deputata di Fratelli d'Italia, all'epoca in procinto di essere candidata alla Elezioni Politiche. E sempre da questo profilo è emersa la relazione tra Caltagirone e la Ferro, con tanto di matrimonio datato 23 aprile 2016, poi prontamente smentito dalla stessa Ferro, via Dagospia: "Tengo a precisare che non sono mai stata sposata con alcuno, come si può facilmente verificare, e che non ho mai conosciuto personalmente Marco Caltagirone, al quale mi legano esclusivamente alcuni scambi di battute scherzose su Facebook risalenti ad alcuni anni fa". Ma il mistero s'infittisce.

La storia dei due figli in affido. La contorta vicenda - raccontata a capitoli a Domenica Live dalla D'Urso, poi da Caterina Balivo a Vieni da me e ancora dalla Venier a Domenica In e approfondita anche da Eleonora Daniele a Storie Italiane) - si ingarbuglia ancora di più dopo che la Prati ha rivelato di aver preso in affido temporaneo due bambini - Sebastian, 12 anni, e Rebecca, 6 - che però vivrebbero all'estero. "Non sono in Italia. In Italia queste cose vengono alla lunga, all’estero sono veloci", ha precisato la showgirl. E qui rientra in gioco la Bausone, che rivela: "Caltagirone mi parlò via Facebook del figlio Sebastian, che soffriva di una brutta malattia e per questo lo stava facendo curare a Miami. Ma poi, attraverso comuni amici, ho scoperto che questo Mark o Marco Caltagirone non è mai esistito e dunque anche le foto che mi sono state inviate sarebbero solo un clamoroso fake. La cosa che più m'indigna di tutta questa storia è l'uso strumentale che è stato fatto dei minori", attacca la politica, che rivela di essere a conoscenza di dettagli ancora più circostanziati sulla Perricciolo. Quali, non si sa. Di certo c'è che Caltagirone parla spesso di Sebastian nel suo profilo Facebook - ancora visibile - ma l'ennesima stranezza scatta facendo un'altra semplice ricerca, sempre via Google. Digitando l'indirizzo mail segnalato sulla pagina Instagram dell'imprenditore, si arriva prima alla Mark Caltagirone holding (non più disponibile), poi al profilo di un giornalista milanese che nulla a che vedere con il futuro marito della Prati. Perché?

Il malore della Prati e l'esclusiva delle nozze. Come se non bastasse, la trama s'infittisce per via dell'articolo "Marco Caltagirone-Imprenditore e galantuomo", un'intervista pubblicata sul un blog de Il giornale, a firma Antonella Grippo, che prima viene accreditata come ufficio stampa di Caltagirone poi specifica: "Non ho mai incontrato questa persona, non ho mai sottoscritto alcun contratto". L'intervista sparisce, lei prende le distanze dal duo Michelazzo-Perricciolo, ma sul web ne resta traccia e i dubbi aumentano. "Il matrimonio ci sarà, basta illazioni: vedrete presto Mark", sbottano le due agenti della Prati, che minacciano querele (anche all'ex fidanzato della Prati, Luigi Oliva) e rivelano che la showgirl ha accusato un malore causato dallo stress. "Ma quale malore, qualche sera fa stava benissimo e ha parlato al telefono con una mia amica", replica la Bausone. Di certo c'è che la Prati dopo quarant'anni di carriera gode di una ritrovata visibilità mediatica e ora tocca aspettare l'esclusiva delle nozze a Verissimo: "Le immagini del grande giorno saranno commentate in studio dalla protagonista nel corso di una lunga intervista", precisano da Mediaset. I preparativi procedono e mentre l'atelier conferma di avere già preparato l'abito per la sposa, sui social l'ironia si moltiplica con un prevedibile effetto valanga. "Voi lo sapete che non ci sarà nessun matrimonio?", azzardano in molti. Il lieto fine, insomma, è ancora tutto da scrivere. La verità sul caso Prati, pure.

Selvaggia Lucarelli per il “Fatto quotidiano” il 14 aprile 2019. "Esistono storie che non esistono", diceva Maccio Capatonda qualche anno fa nell' incipit di un suo famoso trailer. Sembrava una battuta, poi è arrivata la storia del matrimonio di Pamela Prati e abbiamo capito che Maccio aveva ragione. Premetto che per capire qualcosa della vicenda bisogna aver dormito almeno otto ore, non aver consumato alcol negli ultimi due anni e avere il QI di Carlo Rubbia. C'è gente che ha provato a trovare il capo e la coda della storia ma ha rinunciato chiedendo un cubo di Rubik per dedicarsi a imprese più facili. Io stessa, nel tentativo di comprendere questa vicenda, sono stata avvinta da una serie di dubbi indicibili, tra cui - alla fine - quello sull' esistenza della stessa Pamela Prati. Una donna identica dal 1987 e taglia 38 a 60 anni suonati non può esistere davvero, mi sono detta. Ho dovuto chiedere conferma della sua esistenza a Martufello. Che ha confermato. E nella vita si può dubitare di chiunque, ma di Martufello, Papa Francesco e Alberto Angela mai. Cercherò quindi di ricostruire la surreale vicenda perché in effetti è la prima gag dell' ex star del Bagaglino che fa davvero ridere. Dopo che avevamo perso le tracce di lei da un po', a febbraio Pamela Prati annuncia nel programma radio Un giorno da pecora che si sposerà. Ha da poco compiuto 60 anni e tu guarda, proprio a 60 anni, quando ormai aveva perso ogni speranza di incontrare l'uomo giusto, a una festa si è imbattuta in Mark Caltagirone. Che non è uno dei Sopranos né la nuova linea di abbigliamento di Fabrizio Corona, ma un 53enne milionario, laureato, che ha costruito oleodotti in Libia, nonché ospedali e centri commerciali in Corsica e Cina. Il grande business dei centri commerciali in Corsica che ha lo stesso numero di abitanti di Bari, certo. Ma non è finita qui. Nel suo personale 50 sfumature di grigio riscritto da Pingitore, Mr Grey non è solo milionario, bellissimo, generoso, pronto a sposarla e a portarla con lui nelle sue ville sparse per il mondo preferendo Pamelona a tutte le ventenni in circolazione già scartate da Briatore, ma ha anche prole. Quindi Pamela racconta che hanno due bambini in affido e che si chiamano Rebecca e Sebastian. Dice commossa: "Sebastian ha 11 anni. Ora, c' è anche Rebecca, di sei. Mangia che dio la benedica, è ballerina come me, mi somiglia, ha i miei stessi occhi, i miei stessi capelli. Lui è un principino biondo, con gli occhi azzurri, vuole fare l' astronauta. Mi chiamano mamma e non c' è emozione più bella di sentire la pienezza di quella parola". E certo. Vedi il caso. Una bambina in affido uguale a lei, con i suoi occhi e i suoi capelli, un eccezionale caso di "dna volatile", roba che se lo sanno i difensori di Bossetti fanno scrivere la richiesta di revisione del processo a Pamela Prati. Il bambino biondo con gli occhi azzurri che vuole fare l'astronauta poi è ancora più credibile. Capisco che Pamela è del '58 ma qualcuno le spieghi che oggi a 11 anni i bambini vogliono fare i calciatori o gli influencer e che più che andare sulla luna vogliono andare nelle tendenze di Youtube. Fatto sta che ci cascano in tanti. Quel Menealo in curriculum avrebbe dovuto suggerire almeno un po' di prudenza (una che canta "Menealo un movimento nuevo che todo al mondo io insegnerò" è capace di tutto) e invece niente, neppure mezzo dubbio. Pamela va a Domenica in, dalla D' Urso, si fa intervistare da Chi, dal Corriere, da Vanity Fair, vende l' esclusiva a Verissimo, prova l' abito da sposa e dice "Bacio la fede e piango", "Mi sono già sposata", "Voglio vivermi la famiglia che ho sempre desiderato", "Non ho guardato la ricchezza materiale, ma la sua anima", "Ci siamo amati in altre vite" e in effetti potrebbe anche essere perché chissà quante altre vite si potrebbe essere inventata, a 'sto punto. Poi però i dubbi arrivano. Dagospia inizia a insinuare che qualcosa non torni finché non pubblica un' email anonima che riassume incongruenze e stranezze. I profili social di Mark Caltagirone non contengono alcuna sua fotografia, ma solo immagini di luoghi da sogno. Il profilo sarebbe stato creato dall' agenzia Aicos Management che è di Pamela Prati e di altre due socie. Il profilo di Mr Grey Mark Caltagirone interagisce "con falsi profili manovrati sempre da uno stesso gruppetto di persone, creati unicamente per accreditare l' esistenza di questi personaggi da soap opera". Il suo ex fidanzato Luigi Oliva racconta che in realtà Pamela è piena di debiti e le stavano per pignorare casa, allora lei replica che lo querelerà per violazione della privacy, poi nega di essersi già sposata ma giura di aver fatto solo la promessa e a chi le chiede perché lui non si mostri mai e non esista una sola foto che lo ritragga mentre mangia una pizza o beve un mojito in spiaggia, lei risponde che lui è geloso della sua privacy, non ama mostrarsi. E certo, del resto uno schivo si sposa Pamela Prati, mica un' impiegata Decathlon. Insomma, il dubbio che gira è che i problemi con le banche, Pamela, li sistemi vendendo falsi scoop. E voglio dire, in fondo sarebbe pure più nobile vendere una finta vita privata che quella vera, a ben pensarci. Solo che qui sembra trattarsi più di una vita provata, molto provata, ma andiamo avanti. Al mistero si aggiunge un altro mistero. Dal profilo Facebook di Mark Caltagirone risulta che lo stesso, nel 2017, si sia sposato con la deputata di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro. Lei, del resto, gli metteva cuoricini, commentava qua e là, i due parevano essersi tatuati l'uno l'iniziale dell' altra. Contattata per capirci qualcosa, la Ferro fa la vaga: "Mai conosciuto Caltagirone, ci scambiavamo qualche messaggio simpatico su Facebook". Torniamo così all'inizio: esistono storie che non esistono. Viviamo in un momento storico in cui dal nulla è possibile inventare qualunque cosa, ma quel qualunque cosa non può durare più di qualche giorno senza essere passato ai raggi X e smentito. Viene fuori che nel 2009 la Prati aveva già avuto un fake matrimonio con l' argentino Sebastian Jabir (Sebastian, lo stesso nome del suo bambino in affido, vedi il caso). Un matrimonio che Pamela ha spiegato così: "Non mi sono mai sposata. Ero stata consigliata male. A un certo punto, mi hanno detto: di' che ti sei sposata a Las Vegas". E lei ha obbedito, insomma. Fortuna che non le hanno ordinato "Di' che sei un membro di al Qaeda" altrimenti oggi dovremmo andare a riprendercela a Guantanamo. Insomma, alla fine della storia possiamo trarre tre conclusioni: a) esiste una foto del buco nero, non esiste una foto di Mark Caltagirone b) se i mariti te li inventi e non ci scazzi tutti i giorni per i figli e le bollette a 60 anni resti giovane come Pamela Prati c) ora è arrivato il momento di scoprire se le fidanzate di Gabriel Garko sono mai esistite.

IL CASTELLO DI BUGIE STA CROLLANDO. Valerio Palmieri per ''Chi'' 24 aprile 2019. Non c’è solo Pamela Prati e il mistero del suo matrimonio con Mark Caltagirone nell’elenco delle vittime illustri di amori virtuali, costruiti ad arte fra profili social fasulli, foto di modelli stranieri spacciati per manager innamorati, cognomi altisonanti, storie tristi di parenti malati e bambini senza famiglia. E, in mezzo, sempre pochi gradi di separazione da Pamela Perricciolo e Eliana Michelazzo, le manager della Prati, titolari dell’agenzia Aicos. Quella che vi raccontiamo è la storia di un noto volto televisivo che, quando sono emersi i primi dubbi sull’esistenza di Mark Caltagirone e si è fatto avanti il sospetto che il matrimonio della Prati fosse stato creato ad arte per ingannare giornali, tv e forse la stessa showgirl, è saltato sulla sedia. Perché ha ripensato a ciò che era accaduto nel 2010. La persona, di cui non sveliamo l’identità, ma è famosissima, era stata agganciata su Facebook da un giovane medico che si era presentato come Lorenzo Coppi, figlio dell’avvocato Coppi. Da notare che Eliana Michelazzo risultava sposata con Simone Coppi, figlio dell’avvocato Coppi, prima che si scoprisse che è nubile e che Coppi non ha un figlio di nome Simone. Ma torniamo all’altro Coppi, Lorenzo, che aggancia la vittima su Facebook presentandosi come un ragazzo sui 35-40 anni, biondo, fisicato e con un cuore enorme. Nonostante viva a Roma, in un bellissimo attico con un imponente acquario dietro il letto, vola ad Haiti in missione per aiutare i bambini colpiti dal terremoto. Per questo si fa vivo solo con foto e messaggi. Racconta la sua storia triste, dice di aver perso la mamma in un incidente e di essere rimasto solo al mondo (il padre è molto impegnato). Così, dopo lunghe chiacchierate diurne e notturne con la vittima, dichiara di essersi innamorato perdutamente di lei. Il volto televisivo è solitamente diffidente ma, di fronte a un mix irresistibile di bellezza e sensibilità, perde la testa. Vorrebbe partire e lasciare tutto per raggiungere Lorenzo ad Haiti, ma lui frena perché il luogo non è sicuro. È a quel punto che il nostro personaggio viene contattato da Pamela Perricciolo, che si presenta su Facebook come manager di alcuni personaggi televisivi e amica intima di Lorenzo Coppi. Dice che Lorenzo è timido, ma è molto innamorato. Il volto televisivo è sempre più colpito, vorrebbe vedere di persona il ragazzo e decide di spedirgli un regalo importante. Per consegnarlo si rivolge all’autista di una collega che vive a Roma, affinché si accerti che Coppi abiti veramente all’indirizzo che aveva svelato durante la chat. L’autista fa una piccola ricerca e scopre che nel palazzo non abita alcun Lorenzo Coppi. Il nostro personaggio non dà molto peso a questo mistero, ma insiste con Lorenzo per sentire almeno la sua voce. Lui, alla fine, cede, e fissa un appuntamento telefonico di lì a pochi giorni. La sera stabilita, dopo un’attesa interminabile, Coppi chiama da un numero anonimo. Si mostra subito molto intraprendente, entrando in intimità con la vittima. Che, a parte l’atteggiamento meno romantico di Lorenzo rispetto alle chat, viene insospettita da un dettaglio: ha una voce da donna. Così, in un lampo di lucidità, prova a fare una veloce verifica: digita, da un altro telefono, il numero di Pamela Perricciolo che, però, in quel momento, risulta occupato. Allora chiude la telefonata con Lorenzo e chiama di nuovo la Perricciolo . Il telefono è libero, Pamela risponde. E la sua voce è precisa identica a quella di Lorenzo. Dopo l’amara scoperta il nostro volto famoso sparisce dai radar e cerca di riprendersi dalla delusione. Ritroverà la Perricciolo solamente alcuni anni dopo, coinvolta in questa storia di bugie, tradimenti e inganni. E penserà: ''Anche io sono stata Pamela Prati''. Poteva capitare a tutti.

Valerio Palmieri per ''Chi'' 24 aprile 2019. Le nozze di Pamela Prati si celebreranno a breve anche se lo sposo, Mark Caltagirone, non esiste. Non esiste per come è stato rappresentato finora, ovvero il ricco e affascinante costruttore che fa affari in Libia e che avrebbe conosciuto Pamela a una cena un anno fa. A sollevare i primi dubbi sull’esistenza di Caltagirone (un cognome evocativo, ma che nulla ha a che fare con la famiglia di costruttori romani) e a evidenziare le contraddizioni di questa storia è stato il sito Dagospia dopo che la Prati, lo scorso 31 marzo, è andata come ospite a Domenica in da Mara Venier. L’epilogo, che vi sveliamo dopo aver parlato con persone molto vicine ai protagonisti della vicenda, è ancora più sorprendente. Perché, nell’ottica di onorare la ricca esclusiva strappata a Verissimo (30 mila euro), le persone che hanno mosso i fili di questa storia, nonostante sia chiaro a molti che si tratti di una possibile messinscena, hanno studiato un piano di salvataggio. Si tratta di portare all’altare un uomo che interpreti Mark Caltagirone per girare il video delle nozze, che si svolgeranno in una tenuta superblindata in Umbria, per poi mandare la Prati dalla Toffanin a commentarle. A meno che, altro colpo di scena, lo sposo non si presenti perché travolto dalla pressione mediatica o da qualche incidente dell’ultimo momento. Finora i tentativi di dare un volto al misterioso Caltagirone sono andati a vuoto: c’è chi dice sia un brizzolato cinquantenne, ma il titolare dell’immagine che stava per essere diffusa ha già fatto sapere di non essere lui; chi dice sia biondo, chi ancora un modello straniero. Fatto sta che Pamela Prati custodisce sul telefonino la foto di un ipotetico Mark Caltagirone che mostra ad amici e ai vari soggetti coinvolti nell’organizzazione delle nozze. La showgirl insiste nel dire che sia tutto vero, lo ha appena ribadito a Verissimo, che si sposerà, che Mark esiste e che chi lo mette in dubbio lo fa solo per cattiveria. Le cose sono due: o è complice di chi ha organizzato questo raggiro mediatico, o è vittima. La Prati, infatti, potrebbe aver creduto all’esistenza di Mark Caltagirone e dei due figli presi in affido, che comunicavano con lei attraverso messaggi, chat su Facebook, foto e disegni, creati ad arte. E, anche se di fatto non ha mai visto Mark, almeno il Mark che è stato raccontato, si è fatta prendere la mano e ha svelato, nella famosa intervista alla Venier, di essere andata in vacanza con Caltagirone e con i figli, di averlo già sposato in Comune, di essere pronta per una nuova vita. «Vedi l’amore che cosa fa fare? È successo il miracolo», ha detto Pamela a Mara, «mia madre mi ha mandato il mio amore, mi ha mandato mio marito. Mi ha dato quello che io volevo, la mia famiglia. Non mi è stato regalato niente, la vita ci ha messo tanto». Parole struggenti per chi conosce la storia della Prati, costretta a vivere in collegio per nove anni dopo la separazione dei genitori e per i problemi economici della madre, ed era bello pensare che la vita l’avesse ricompensata. «Abbiamo due bambini in affido, Rebecca e Sebastian. Mara, io sono mamma...ti rendi conto? È una cosa bellissima. Con l’amore dei miei figli, di mio marito e delle mie migliori amiche, sono riuscita a superare la paura dell’aereo». Tutto molto bello, se non fosse che sembra anche molto fantasioso. E la Venier, che è talmente abile nell’esplorare l’animo umano da farne emergere le contraddizioni, è sembrata perplessa. Dagospia, poco dopo, ha cominciato a indagare e a scoprire che non c’erano le pubblicazioni di matrimonio, che non c’era stato il matrimonio in Comune, che i profili di Caltagirone e dei figli erano falsi e che il finto Caltagirone in passato aveva agganciato con modalità analoghe una deputata di Fratelli d’Italia che, poi, ha ammesso di non averlo mai visto. Nel box che trovate sulle prossime pagine leggerete anche l’incredibile storia di un volto noto televisivo che ha già avuto a che fare in passato con la manager della Prati per una vicenda simile. La “favola” di Pamela Prati con Mark Caltagirone inizia alla fine del 2018 quando, in occasione dei suoi 60 anni, la showgirl annuncia proprio a “Chi” di essere innamorata e di aver preso in affido due figli con il suo compagno, Marco Caltagirone. È in questo periodo che entrano in scena le figure chiave dell’agenzia Aicos Management, Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, che si occupano fra gli altri di Pamela Prati. Le ragazze si stringono intorno alla showgirl e iniziano a gestire con lei il “pacchetto” delle nozze. Dopo una copertina in abito da sposa (ma senza lo sposo), Pamela viene invitata in diversi programmi televisivi fino a che non va dalla Venier e mostra involontariamente le prime crepe della storia. Dopo che Dagospia ha sollevato il velo, giornali e trasmissioni televisive fanno a gara per svelare il bluff. Pamela e le sue manager, intanto, continuano i preparativi. Dopo le prove per il vestito si rivolgono per il rinfresco a una rinomata chef, ma poi cambiano idea e regione perché, probabilmente, attratte da un’offerta migliore. La Prati si mostra indignata e ferita verso chi solleva sospetti sul suo matrimonio, mentre le sue manager vanno in tv a difenderla, anche se ogni loro affermazione accresce i dubbi. Come quella che Caltagirone si troverebbe in Libia, uno dei posti più pericolosi al mondo visto che è in atto una guerra civile. La Prati è stata avvisata da alcuni amici intimi dei rischi di questa vicenda e della possibilità che sia stata manipolata. Ma la showgirl si mostra sfuggente, e c’è chi dice che non possa liberarsi tanto facilmente da questo intreccio. Di certo l’intera vicenda, con i suoi contorni da spy story, ha attirato molte più attenzioni di quanto non avrebbe fatto se il matrimonio fosse vero. E anche su questo dovremmo porci qualche domanda.

Giuseppe Candela per Dagospia 24 aprile 2019. "Moglie e mamma", la soap dell'anno con Pamela Prati, continua a regalare colpi di scena. Una storia, ripetono molti, che nemmeno Losito e Tarallo avrebbero mai potuto inventare. Il tempo di finire la frase e chi spunta fuori? Proprio Manuelona Arcuri! L'attrice è la protagonista della nuova puntata con un ruolo da guest star. Il mistero delle nozze non chiama in causa solo la showgirl sarda ma anche la sua agente Eliana Michelazzo. Anche lei vanterebbe nel curriculum un matrimonio fantasma con tale Simone Coppi, cognome altisonante, che ritorna come per Caltagirone, ma nessuna parentela con il noto avvocato. Dopo la partecipazione a Uomini e Donne diversi siti annunciavano le nozze dell'ex corteggiatrice con tanto di data: il 20 dicembre 2009, con i fan del date show di Maria De Filippi che non credevano affatto alle nozze lampo. "Ciao a tutti da oggi è ufficiale sono sposata con Simone, abbiamo fatto la promessa, poi il 21 dicembre faremo la cerimonia in chiesa. Spero che siete felici per noi … baci", scriveva la Michelazzo su Facebook, come riporta il sito MondoReality. Nel suo forum venivano pubblicate anche le foto con l'abito da sposa. I due sono arrivati all'altare? Il "marito" viene spesso taggato con foto anonime e mai appaiono insieme. La promessa, le foto del vestito, chi vi ricorda? La domanda ritorna: cosa c'entra Manuelona Arcuri? Proprio in quegli anni il misterioso Simone Coppi veniva presentato da decine di siti come ex fidanzato dell'attrice (è sufficiente googlare per accorgersi dell'associazione). Chi aveva trasmesso questa informazione e serviva forse per accreditarne il nome e la reale esistenza? "Io non so chi sia questo signore, non l’ho mai visto", dichiara Manuela Arcuri a Dagospia smentendo qualsiasi tipo di relazione con Simone Coppi. L'attrice, ora impegnata come concorrente a Ballando con le stelle, aggiunge dettagli interessanti: "Anni fa Pamela (Perricciolo, ndr), la socia di Eliana, mi parlava di lui perché voleva presentarmelo. Non solo, mi fece parlare al telefono con una persona ma sinceramente credo sia un personaggio completamente inventato", conclude l'attrice. La Arcuri dunque non ha mai avuto una relazione con Simone Coppi, non lo ha mai conosciuto di persona ma, cosa ancora più strana, la Perricciolo ci teneva a presentarglielo. Senza riuscirci, pare. Ha rimediato subito facendo sposare Coppi con la sua amica Eliana. Meglio di Uomini e Donne. La soap continua...

Da Oggi 24 aprile 2019.  In un’intervista esclusiva a OGGI, in edicola da domani l’ex soubrette di «Buona Domenica» Sara Varone racconta un’esperienza surreale dai contorni simili a quella della star del Bagaglino Pamela Prati, il cui annunciato matrimonio si è tinto di giallo. A unire le vicende, anche le due manager della Prati, Pamela Perricciolo (di cui la Varone era diventata amica) ed Eliana Michelazzo. Racconta la Varone: «Per alcuni mesi ho avuto una relazione affettiva con una persona che non è mai esistita. Esisteva invece un suo profilo Facebook, ed esisteva l’immagine di un ragazzo bellissimo capace di scrivermi tante parole che riuscivano ad aver presa sul mio cuore». La Michelazzo le disse che lui era tale David Lorenzo Coppi, nipote del noto avvocato Franco Coppi. «Ogni volta però che tentavo di incontrarlo, Pamela ed Eliana mi dicevano che creavo grossi conflitti in famiglia. Che David e suo padre, un importante magistrato, litigavano perché lui era insofferente a tutte le norme cautelari che doveva osservare per la sua sicurezza». E contatti telefonici? «No, perché dicevano che poteva essere intercettato… Ma un certo punto mi sono ribellata, gli ho scritto che volevo incontrarlo a tutti costi, altrimenti sarebbe finito tutto. Ed è successo l’inferno». L’ex soubrette rivela a OGGI la sua fragilità di quei momenti: «Non riuscivo più a frequentare altri che loro, uscivo solo con loro e mi sono ritrovata dentro una cosa più grande di me senza nemmeno rendermene conto». Fino alle confidenze con un amico e alla scoperta dell’inesistenza del presunto David Lorenzo Coppi. «Diedi a Pamela una somma di denaro. Poi ho cambiato numero e non ho più voluto avere niente a che fare con loro», dice a OGGI Sara Varone.

Comunicato stampa del “Maurizio Costanzo show” il 30 aprile 2019. “L’aitante giovane che aveva conquistato il mio cuore si chiamava Lorenzo Coppi. Anche io sono stato “Pamela Prati”. Diceva di vivere e lavorare ad Haiti. Io mi sono lasciato andare. Ho abbandonato le mie difese. In un secondo momento, quando ero disposto a raggiungerlo, lo volevo vedere, sul mio Facebook arriva il messaggio di tale Donna Pamela….che oggi è la manager della Prati. Cerco Lorenzo e lei mi fa parlare con lui ma era una voce da donna. Ci sono cascato anche io. E lo dico a malincuore”. Alfonso Signorini

PRATI DI BUFALE. Giuseppe Candela per Dagospia il 3 maggio 2019. "Non l'avrei mai fatta così questa balla, a che serve a lei?", così Enrico Lucherini commenta il caso Prati-Caltagirone al Maurizio Costanzo Show mentre il padrone di casa sentenzia: "Ci sono i pettegolezzi, ci sono i gossip e poi ci sono pure le stronzate. E questa lo è". Alfonso Signorini, come anticipato nei giorni scorsi, rivela di essere stato vittima delle agenti della showgirl sarda: "Io vi devo dire una cosa, lo rivelo a te (Maurizio, ndr) per la prima volta. L'ho fatto su questo numero di Chi per interposta persona perché ti confesso un po' mi vergognavo. Pamela Prati sono stata anch'io", dichiara il giornalista. Il direttore di Chi entra nel racconto:  "E' il 2009 (nell'articolo del settimanale si parla del 2010,ndr) quando vengo contattato sul mio profilo Facebook da un tale che si chiamava Lorenzo Coppi. Bello come il sole, atletico, biondo, stupendo. Mi contatta dicendo di essere un mio fan e comincia a instaurarsi un rapporto via chat. Lui medico in servizio ad Haiti per una missione umanitaria, voleva assolutamente conoscermi meglio. Non mi reputo un cretino ma ho lasciato andare tutte le mie difese e ho instaurato con questa persona un rapporto più profondo. Gli ho detto 'vengo ad Haiti', ero pazzo e succube di questa persona. Mi diceva di non andare perché non era una zona sicura ma che mi avrebbe chiamato lui quando era a Roma per incontrarci." Qui entra in gioco Pamela Perricciolo: "Nel frattempo vengo contattato sempre su Facebook da quella che si presentava come la sua migliore amica, si chiamava Donna Pamela, l'attuale manager di Pamela Prati. E' una storia inquietante perché l'ho vissuta sulla mia pelle e non mi reputo un cretino ma hanno fregato pure me. L'altra agente Eliana Michelazzo si dice sposata con Simone Coppi quindi il nome Coppi ritorna. A questo punto comincio a prendere contatti con questa Donna Pamela che era il mio trait d'union con Lorenzo Coppi, questo signore che non è mai esistito, diceva essere il nipote del famoso avvocato. A un certo punto metto alle strette lei e il fantomatico Lorenzo Coppi dicendo 'Io ti voglio vedere', era arrivato in Italia ma mi diceva che non potevamo vederci per ragioni di sicurezza perché lo zio era sotto tutela con la scorta." Poi la scoperta: "A quel punto ho detto di sentirci almeno al telefono, mi chiama e ho capito benissimo che era la voce di una donna. Ho capito che era tutta una truffa e ho lasciato perdere. Per essere chiari e senza ombra di smentite ho ancora su Facebook tutte le chat sia con la signora Pamela sia con Lorenzo Coppi." Costanzo chiede: "Queste non le ha fermate nessuno?", Signorini replica: "Sono molto abili. Ho sentito Pamela Prati in questi giorni e l’ho anche messa in guardia. Non ho ancora capito se ci è o ci fa, se è vittima o carnefice. Non nego che l’8 maggio si sposerà. Un prestanome che si faccia chiamare Marco Caltagirone lo troverà facilmente, basta pagare. Controllate i documenti.”

Anticipazione stampa dell'articolo di Alberto Dandolo per OGGI il 30 aprile 2019. Angelo Sanzio, noto come “il Ken umano italiano”, ex concorrente del Grande Fratello, racconta a OGGI, in edicola da domani, i suoi difficili rapporti con Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, manager della showgirl sarda Pamela Prati, il cui annunciato matrimonio con il misterioso Mark Caltagirone è diventato un giallo. «Amici in comune mi avevano consigliato di affidarmi a loro durante il periodo del Grande Fratello ma soprattutto per la gestione di serate e ospitate dopo il reality… Sa qual è la cosa più assurda? Mi costringevano a pagare i loro biglietti del treno per Milano ogni volta che ero ospite nelle trasmissioni Mediaset». A un certo punto (Pamela Perricciolo, ndr) mi chiese se avevo la possibilità di procurarle una sim non tracciabile. Motivò questa richiesta dicendomi che le serviva per “colpire” una nota parlamentare che le aveva creato, a suo dire, problemi… Mi promise 100 mila euro, una cifra importante e inverosimile che rifiutai perché si trattava di qualcosa di poco trasparente», racconta. E sulla vicenda Prati-Caltagirone dice: «Eliana Michelazzo organizzava serate a Roma in un ristorante. In quelle occasioni ho spesso incontrato Pamela Prati. Lei mi raccontò di questa sua storia con Mark. La Perricciolo mi mostrò qualche sera dopo la foto di un diamante a forma di cuore che Caltagirone voleva regalare alla futura sposa. Mi chiesero di cercarlo dicendo che al momento del pagamento, circa 200 mila euro, se ne sarebbe occupato Mark. Poi non se ne fece più nulla… Io Mark non l’ho mai visto, mai, in un anno e mezzo non è mai capitato di incontrarlo o sentirlo… Solo dopo la mia decisione di lasciare l’agenzia Aicos, si è fatto vivo prima attraverso Instagram e con toni abbastanza accesi. Diceva di essere in Siria… e mi specificò che era pronto a pagare anche tre avvocati per tutelare Pamela e la società Aicos che la showgirl dice di dirigere». Ma si era mai parlato di nozze?

QUESTO MATRIMONIO S’HA DA POSTICIPARE. Fabiano Minacchi per Bitchyf l'1 maggio 2019.  A distanza di una settimana dalla data delle nozze (fissate per mercoledì 8 maggio), posso darvi in esclusiva la notizia che Pamela Prati ha deciso di posticipare l’evento, è ufficiale. Di quanto non mi è dato saperlo, ma la mia fonte ha parlato di circa una settimana. Il matrimonio dell’anno (macché dico dell’anno, del secolo) si sarebbe dovuto tenere a Villa Pazzi al Parugiano, una location esclusiva a Montemurlo, in provincia di Prato, ma qualcosa sembrerebbe essere andato storto dato lo slittamento di una settimana. Pamela Prati e la sua manager Pamela Perricciolo (senza Mark Caltagirone) sono arrivate in quel di Prato la scorsa settimana in piena notte per stipulare in gran segreto (e lontani da occhi indiscreti) gli ultimi accordi con le varie attività pratesi che avrebbero dovuto prender parte alla cerimonia come catering, decorazioni e sicurezza. Anche l’abito da sposa Pamela Prati se lo è fatto fare in Toscana, più precisamente a Signa, in provincia di Firenze, da un noto atelier che in passato ha già vestito alcuni personaggi famosi di Uomini e Donne nel giorno del loro matrimonio come Cristian Galella e Tara Gabrieletto ed Eugenio Colombo e Francesca Del Taglia. Sembrerebbe anche (il condizionale è d’obbligo) che questo atelier in passato abbia stipulato degli accordi commerciali con alcune spose per la promozione dei propri abiti, ma non so se effettivamente lo abbiano fatto anche con Pamela Prati. Questo matrimonio fra Pamela Prati e Mark Caltagirone a Prato, s’ha da fa?

QUANTI MARK CALTAGIRONE (NON) ESISTONO? Selvaggia Lucarelli per “il Fatto Quotidiano” l'1 maggio 2019. E fu così che anche Alfonso Signorini ammise "JesuisPamelaPrati". Anche lui, direttore di una testata di gossip, sgamato 55enne capace di fiutare inciuci e amorazzi altrui, è cascato nella trappola delle agenti di Pamela Prati, e ha ammesso di essersi innamorato di un uomo inesistente. Cosa che a quanto pare è accaduta anche a Manuela Arcuri, a Sara Varone e chissà a quanti altri. Ha confessato di essersi fatto fregare, insomma, da qualcuno che su Facebook si era costruito un' identità maschile fascinosa e inesistente. Ci sarebbe da riderci su, ma a questo punto, mettendo insieme i pezzi del puzzle, la vicenda comincia a sembrare un fenomeno 2.0 i cui contorni sarebbero quelli di una vera truffa sentimentale. Qualcosa che potremmo chiamare Ghost lover scam: la truffa del fidanzato fantasma. Perché sì, la storia del finto marito di Pamela Prati, inizialmente è sembrata solo un divertente teatrino messo in piedi per racimolare copertine e cachet, ma con il sopraggiungere di nuove testimonianze, ha preso un' altra direzione, una direzione in cui io stessa mi sono imbattuta circa un anno fa. Partiamo dall' inizio. A febbraio Pamela Prati annuncia che a 60 anni sposerà un uomo meraviglioso incontrato da poco, tale Mark Caltagirone. Poco dopo si scoprirà che tale Mark non esiste, se non su Facebook, e che dietro il suo profilo ci sarebbero le agenti della Prati Eliana Michelozzo e Pamela Perricciolo. Le due, legate da un rapporto molto stretto, negli anni avrebbero gestito anche altri falsi profili maschili quali "Simone Coppi" e "Lorenzo Coppi" con cui corteggiavano alcuni personaggi noti tra cui appunto Alfonso Signorini. I profili fantasma sono irresistibili: Lorenzo Coppi, come raccontato da Signorini, è un biondo filantropo che vive ad Haiti. Simone Coppi, come descritto da Sara Varone, è il figlio di un importante avvocato. Mark Caltagirone un ricco imprenditore. E così via. Tutti fascinosi, romantici, ma imprendibili. Capaci di mille attenzioni, di promesse d' amore eterno ma con una cartucciera carica di scuse ogni volta che gli si chiedeva un incontro dal vivo. Ma come si fa a cascarci? Va bene una settimana, ma poi si capisce che qualcosa non va, no? E invece, da quello che ho scoperto, il Ghost lover scam è un fenomeno in cui inciampano anche persone sveglie, sgamate e per un periodo di tempo che arriva anche ad anni di "relazione". E non solo. L' aspetto interessante è che i predatori, coloro che costruiscono questi profili maschili, sono quasi sempre donne, e nella quasi totalità dei casi lesbiche o bisessuali. Alcune conducono normali vite da donne sposate, e sul web vivono una realtà alternativa; altre giocano a sedurre ragazze che mai accetterebbero il loro corteggiamento. Non ci sono fini economici o tentativi di truffare l' altra persona (il Romance scam, fenomeno descritto anche dalla Bbc), anzi. E le prede descrivono questi rapporti col ghost lover come vere e proprie relazioni sentimentali, in cui l' aspetto romantico prevale su quello erotico. Mi sono imbattuta in diversi casi che si somigliano tutti. Il più clamoroso coinvolge almeno una decina di ragazze, tutte cadute nella rete di tale Jolen. Questo Jolen, dal 2015 in poi, contatta una serie di ragazze su Facebook. Si presenta con un profilo che ha già varie amicizie in comune con le sue "vittime": ragazze molto carine, over 30, e con vari problemi personali, chi con un fratellino o un papà morto da poco, chi con separazioni in corso. Jolen le corteggia, inizia delle relazioni, parla al telefono con tutte più volte al giorno e di notte, fa promesse, litiga e si riappacifica per gelosia, promette matrimonio e figli, manda regali anche costosi, parla con i parenti delle ragazze, compresi eventuali figli. Quando è il momento di incontrarle, però, inventa sempre una scusa: muore un parente, ha un problema lavorativo e così via. Con alcune la storia dura mesi, con altre anche due anni. Finché un giorno non fa un bonifico a una delle sue fidanzate, e quella va a vedere l' intestatario del conto. Scopre che si tratta di A., una donna, sposata, che vive in Basilicata. E anche il cellulare da cui la chiama è intestato a lei. Parlo a lungo al telefono con A., mi dirà che ha un rapporto irrisolto col sesso femminile, che riusciva a modificare la sua voce, poi che Jolen non era lei, copriva qualcun altro. I suoi amici più stretti confermano che Jolen sia lei. Da questa storia, le ragazze sono uscite traumatizzate e incredule. La storia di Chiara è simile. Sta attraversando un periodo difficile, la contatta su fb tale Lucio che si presenta come un ragazzo siciliano che lavora a Milano per Unicredit. Inizia una relazione sentimentale via chat e telefono che dura mesi, lui contatta anche le amiche di lei, le fa trovare delle sorprese con il loro aiuto (fiori, regali), ma quando è il momento di vedersi, gli muore sempre un parente. Alla fine Chiara scoprirà che il numero di telefono da cui Lucio la chiama è intestato a tale Francesca B., e che le foto di Lucio sono rubate dal profilo di un modello brasiliano. Donatella invece si imbatte su fb in "Alessandro" nel 2010. "Per me fu facile innamorarmi di lui. Era bellissimo, mi attraeva mentalmente, era colto, sensibile, sapeva cosa dire a una donna. Per 4 mesi abbiamo parlato al telefono giorno e notte, aveva una voce maschile. Poi per caso ho scoperto che si chiamava Carmen. Superato il trauma, le ho chiesto di incontrarci, avevo bisogno di sapere con certezza che 'lui' fosse una donna. Lei ha accettato: sapeva tutto quello che ci eravamo dette in mesi di intimità, Alessandro era lei. Era lesbica, ho scoperto che aveva fatto lo stesso con tante ragazze". In un altro caso, le ragazze coinvolte sono alcune decine e qui il protagonista è tale "Harry", fratello di tale Victoria che però in alcuni casi si chiamava Francesca o Shuela, a seconda della ragazza che abbordava via social. Le vittime non solo si innamoravano di Harry, ma stringevano una forte amicizia con sua sorella e varie amiche, peccato che dietro ogni profilo si nascondesse la stessa persona, nello specifico tale Francesca C. D., sposata, di mezza età. Ma c' è anche la storia (incredibile) di Serena che ha una relazione sentimentale di mesi con un ragazzo e poi scopre che a parlare con lei era sempre e solo la sorella di quel ragazzo. "Non so quanti alberghi, quanti voli prenotati, quanti regali, quanti bonifici ho fatto Tu dirai: ma entravi nella vita delle ragazze, spesso con dei problemi Mi sentivo importante, realizzavo i loro sogni", mi ha spiegato una di queste predatrici. Già. Fatto sta che il giochino del "Ghost lover scam" si lascia dietro parecchie vittime. E non tutte poi vendono l' esclusiva della fregatura a "Verissimo".

Niccolò Maggesi per Novella 2000 l'1 maggio 2019. Dopo le maldicenze che hanno provato a tingere di giallo la notizia delle sue nozze, Pamela Prati è ufficialmente passata al contrattacco. Mentre ancora fa le spese dei pettegolezzi sull’esistenza del futuro marito, l’imprenditore Marco Caltagirone, la showgirl ha infatti assunto Carlo Taormina per curare i suoi interessi. L’avvocato è uno dei professionisti più in vista del suo settore, noto specialmente per aver già difeso personaggi parecchio discussi della cronaca e della politica. Quando Novella 2000 lo ha raggiunto Taormina si trovava nel momento più delicato della sua preparazione, vale a dire l’esame delle carte. Ma cosa può dirci a proposito di quelle denunce alle quali Pamela Prati ha minacciato di fare ricorso per tutelare la propria immagine?

“Intravedo due filoni: uno penale e uno civilistico, più inerente alla mera tutela della privacy”.

Ma arriveranno davvero le querele, gli ha domandato Gisella Desiderato sul nuovo numero di Novella 2000 in uscita mercoledì 1 maggio 2019?

“In questi giorni partiranno azioni legali“.

È il commento secco di Taormina, che preferendo legittimamente non esporsi sulle scelte personali e sul matrimonio di Pamela Prati con il compagno Marco Caltagirone, non esclude esistano gli estremi per parlare di diffamazione contro la sua assistita.

“Ho individuato situazioni in cui si è andati oltre il segno della semplice violazione della privacy, altre in cui si rientra nella mera violazione della privacy, per cui ci possono essere azioni civili che puntano al risarcimento, azioni davanti al Garante della Privacy per chiedere l’interdizione di certi comportamenti. Possono essere fatte tante cose, vedremo…”.

Tra coloro che potrebbero essere colpiti dalle azioni legali di Pamela Prati c’è Fanpage. Il portale di informazione e gossip è fra coloro che più di tutti ha registrato presunte incongruenze sull’identità dell’imprenditore che sposerà la showgirl. In un caso del genere si può parlare di denuncia per diffamazione o di calunnia?

“(Fanpage.it) ha pubblicato delle cose, che sono sotto la mia particolare attenzione. Questo è un ragionamento che farò quando stenderò gli atti, non ora”.

Infine, Novella 2000 ha anche chiesto a Taormina se, lasciate per un attimo da parte le grane legali, non si sia mai imbattuto in Caltagirone. L’avvocato, come a proposito delle denunce di cui Pamela Prati aveva accennato in un’intervista a Verissimo, ha però proseguito sulla strada della reticenza…

“Conosco Pamela Prati da trent’anni perché ero un affezionato del Bagaglino e amico del regista Pier Francesco Pingitore. Certo che Pamela è rimasta bella, anzi forse è più bella di prima, nonostante l’età sia trascorsa per tutti. È una donna interessante…”

Fortunato Marco Caltagirone.

“Ehh…”

Pamela Prati news: data e location del matrimonio. Secondo le news che è in grado di anticiparvi Novella 2000, il matrimonio di Pamela Prati si celebrerà in data mercoledì 8 maggio e verrà immortalato dai soli obiettivi delle telecamere di Verissimo. Da tempo infatti è noto che la showgirl avrebbe preso accordi con la trasmissione di Canale 5 per un racconto esclusivo della cerimonia. Le immagini si potranno dunque vedere in TV soltanto il sabato successivo, vale a dire l’11 maggio 2019 dalle ore 15 circa. La data del matrimonio di Pamela Prati ha trovato conferma anche nelle parole di Cristiano Malgioglio, cui la lega un’amicizia di lungo corso. Il celebre paroliere, attualmente opinionista del Grande Fratello condotto da Barbara d’Urso, ha dichiarato di aver ricevuto l’invito alle nozze per telefono. Mistero invece sulla location, che qualcuno sostiene tuttavia potrebbe essere nella campagna umbra. Anche Malgioglio ha riferito di non aver ricevuto informazioni chiare sul luogo delle nozze, ma di sapere genericamente che queste si terranno “fuori”. Se poi dovrà preparare le valigie per una trasferta da Roma oppure all’estero, lo scopriremo solo nei prossimi giorni. Forse!

Pamela Prati, la telefonata del misterioso marito: «Ci sposiamo tra una settimana». Storia di un matrimonio surreale. Pubblicato giovedì, 02 maggio 2019 su Corriere.it. «Io sono molto stranito da tutta questa situazione»: non ha ancora mostrato il suo volto ma almeno ha fatto sentire per la prima volta, finalmente, la sua voce. Una persona, che si è annunciata come Marco Caltagirone, è intervenuta telefonicamente in diretta a «Live – Non è la D’Urso» (anche se, come ha precisato la conduttrice, non sono stati mostrati documenti a conferma dell’identità). «Dovremmo sposarci tra una settimana», ha annunciato lo sfuggente fidanzato di Pamela Prati, confermando quindi la data che finora era trapelata (8 maggio) e le nozze religiose. «Sono molto contrariato per quello che sta succedendo perché stiamo soffrendo tutti e soprattutto Pamela – ha aggiunto – non è bello tutto ciò. Non mi va di apparire e in questo momento non posso apparire perché ho un contratto di esclusiva». Di tutto il resto se ne parlerà in futuro, «in trasmissione da te, se per te va bene». Tra pochi giorni quindi, dopo insinuazioni e incertezze, ogni dubbio legato al matrimonio più atteso dell’anno sarà sciolto, e il tanto atteso sogno di felicità della showgirl dovrebbe diventare realtà. Ma come è cominciata l’avvincente soap che da mesi tiene banco sui giornali di gossip e nei salotti televisivi? Forse è meglio partire dall’inizio, ovvero il grande annuncio.

QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE. Giuseppe Candela per Dagospia il 5 maggio 2019. Cresce l'attesa per la puntata finale di "Moglie e mamma", la soap dell'anno dedicata alle (finte) nozze di Pamela Prati e Mark Caltagirone previste il prossimo 8 maggio. Ci saranno e chi salirà sull'altare per pronunciare il fatidico sì con la showgirl sarda? Il sito BitchyF pochi minuti fa ha annunciato l'annullamento del matrimonio: "colpa" della pressione mediatica, da un mese dopo lo scoop di Dagospia siti e programmi tv si sono fiondati sull'affaire nozze. La manager Eliana Michelazzo a Non è la D'Urso aveva parlato dei problemi cardiaci dei futuri sposi, in precedenza il Corriere della sera aveva riportato di un malore della Pireddu (suo vero nome) e anche la Perricciolo a Oggi si era soffermata sulle condizioni di salute della primadonna del Bagaglino. Il capitolo finale prevede dunque l'addio all'altare per motivi di salute e per l'incapacità di gestire la pressione? “Curatevi la cattiveria. Trovo vergognoso che tutti vogliano essere protagonisti della mia storia parlando a vanvera e fingendosi amici”, ha scritto ieri la Prati su Instagram. Fonti beninformate da Mediaset fanno sapere a Dagospia di non ricevuto al momento comunicazioni ufficiali. Non hanno conferme per l'8 maggio ma nemmeno ufficialità su slittamenti della data o cancellazione definitiva del matrimonio. Verissimo, programma che detiene l'esclusiva delle nozze Prati-Caltagirone, avrebbe invitato la showgirl per sabato 11 maggio e sarebbe in attesa di una risposta. Invito, dunque, per fare chiarezza sul caso lasciando alla protagonista la comunicazione definitva. Mercoledì scorso Mark Caltagirone (o chi gli prestava la voce) ha telefonato in diretta a Live-Non è la D'Urso, abbiamo scoperto che aveva tentato già un intervento a Verissimo durante l'intervista alla futura moglie di qualche settimana fa. Il programma però aveva fermato tutto perché in assenza di documenti non poteva garantire sull'identità della persona dall'altra parte della cornetta. Le nozze, come immaginabile, non si celebreranno. Si studia una via d'uscita, la soap continua...

Fabiano Minacci per Bitchyf.it. Mancherebbero cinque giorni al matrimonio dell’anno fra Pamela Prati e Mark Caltagirone e nonostante vi abbia dato in esclusiva la notizia della posticipazione delle nozze (confermata nel backstage di Live Non è La d’Urso anche da Manuela Villa), il promesso sposo ha confermato la data in diretta da Barbara d’Urso. Data che si sta avvicinando e che vedrà finalmente Pamela Prati con l’abito bianco insieme al suo amato Mark Caltagirone ed i due figli in affido, Sebastian e Rebecca. Al momento però la showgirl avrebbe impostato la privacy sul suo profilo Instagram ed avrebbe sbottato sulle Stories contro i suoi “falsi amici”: “Curatevi la cattiveria. Trovo vergognoso che tutti vogliano essere protagonisti della mia storia parlando a vanvera e fingendosi amici”. E se ha usato parole forti contro i suoi falsi amici, è stata dolce con le sue due manager, Eliana e Pamela. “Eliana Michelazzo e donna Pamela due grandi donne. Vi voglio bene”.

Pamela Prati e Mark Caltagirone, matrimonio posticipato? Ecco cosa ha scritto FanPage: “Dietro le quinte ci sarebbero stati veri e propri attimi di panico subito dopo la fine del blocco dedicato a Pamela Prati. Tra le persone che erano presenti a difesa di Eliana Michelazzo, c’era molta inquietudine. Su tutti, Georgette Polizzi è apparsa tra le più tese. Proprio la stylist sarebbe disperata perché vorrebbe scappare a gambe levate dalla Aicos, che tuttora la rappresenta come agenzia. Anche Milena Miconi a fine trasmissione si è scagliata contro Eliana: “Non mi devi mettere più in mezzo a ste storie, per favore”, le avrebbe detto. Poi il colpo di scena: Manuela Villa, dietro le quinte, riceve una telefonata – non sappiamo da chi – e rivela: “Il matrimonio di Pamela Prati è spostato a data da destinarsi”.  Ancora un coup de théâtre prima che che a questa lunga e triste storia si metta la parola “fine”.”

Gabriella Sassone per Dagospia il 4 maggio 2019. Finora ad oggi gli amici veri (e forse unici) di Pamela Prati non hanno voluto parlare. Gli amici e colleghi che con lei hanno condiviso per anni le tavole del Bagaglino – Salone Margherita, dove è stata a lungo la primadonna. Nessuno ha voluto dire la sua sul giallo mediatico che sta infiammando siti, giornali e tv. Grazie allo scoop di Dagospia che ha smascherato per primo questa farsa (nella quale si intravedono anche diversi reati): il matrimonio stra annunciato della bella showgirl sarda sessantenne con un uomo che non esiste: “Fantomas” Mark Caltagirone. Come mai chi la conosce bene non ha mai detto niente? A partire dal regista del Bagaglino, grandissimo amico e pigmalione di Pamela, Pierfrancesco Pingitore, che mi ha personalmente risposto di “non sapere nulla di questa storia”.  E se poche ore fa il sito Bitchyf lancia lo scoop dell’annullamento delle nozze per “troppa pressione mediatica e perche Pamela ha dei problemi cardiaci”, cosa che la sottoscritta pensava dall’inizio di questo affaire, finalmente uno che la Prati la conosce bene entra a gamba tesa nella vicenda. Per difendere Pamelona. Si tratta di Mario Zamma, il bravissimo imitatore del Bagaglino. Ieri sera sul suo Facebook ha scritto un post durissimo e con vari errori grammaticali, causati forse dalla fretta. Mario pensa che Pamela stia male, molto male, pensa che sia stata ingannata e se la prende anche con i programmi tv che hanno continuato a inzuppare il biscottino su questa storia. Maurizio Costanzo compreso. Invece di oscurarla, come sarebbe stato più giusto fare. Anche perchè ogni gioco è bello quando dura poco. E questo è durato fin troppo. Sperando che non finisca in tragedia. Ecco quello che ha scritto Mario Zamma: (Dalla bacheca facebook di Mario Zamma) Per diverso tempo non ho detto nulla. Ora voglio dire la mia su questa vicenda di Pamela, premesso che non so realmente come stanno le cose e mi dispiace non saperlo visto che sono suo amico da più di trent'anni ho provato più volte a sentirla ma non mi risponde. Riproverò e andrò anche sotto casa se servirà. Però, come suo amico che le vuole bene, mi sono fatto una idea…Credo che Pamela stia male, tanto male, come tanti di noi. E anche se fosse, e anche se lei in qualche modo si sia fatta abbindolare da qualche truffatrice, persone malvagie può essere?, ha fatto una stronzata una grande stronzata e allora? La vogliamo distruggere per questo? È sempre una persona e un Essere Umano e un essere umano può sbagliare? o No!!! La verità è che viste come stanno le cose non possa più fare un passo indietro credo. Credo posso anche dire che è Indifendibile e Sti gran cazzi io la voglio Difendere. La Cosa più brutta e orrenda è che in questa vicenda nessuno o pochissimi che ho visto si stiano realmente preoccupando di come sta lei. La verità è che in questo il carosello mediatico voi media ci azzuppate solo il pane zozzoni e aizzate le platee con queste miserie umane. Fate Schifo...Mia Martini l"hanno fatta morire dicendo cose assurde su di lei. Ho visto ieri sera Il Costanzo Show nel parlare di lei tutti a deriderla una persona una vera signora del nostro mondo sicuramente molto meno colpevole di tante altre. Mi dovrei preoccupare del fatto che uno sta male e non della stronzata di cui stiamo parlando i(Noi del nostro Prezioso mondo intendo) Mi meraviglio di Lei Dottore Costanzo che qualche settimana fa a difeso pubblicamente a spadatratta Corona ..e mi ero meravigliato perché lei lo avesse difeso e perché mai poi ho pensato d'altronde una possibilità la si deve dare anzi la si dovrebbe dare. Perché lei non ha usato la stessa sensibilità, mi sono molto dispiaciuto. Bei tempi quando lei nella sua preziosa trasmissione ospitava gente del calibro di Falcone e Borsellino...Vedere quei servi giullari che ieri sera solo per farsi belli hanno dato i il peggio di loro ..Sicuro che nessuno di noi non abbia uno scheletro nell'"Armadio ...Diffidate dei moralisti.

PAMELA ED ELIANA MI HANNO ROVINATO. Gabriele Parpiglia per ''Chi'' il 7 maggio 2019. Ho collaborato con Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo per un anno intero. L’anno più brutto della mia vita». Emanuele Trimarchi ha conosciuto la popolarità in tv a “Uomini e donne”. Quando è uscito dal programma in coppia con l’ex miss Anna Munafò, i fan erano in delirio per i due: serate in discoteca, pubblicità, sponsor, eccetera. Piacevano. Poi la storia finisce, ma Emanuele era già lontano dall’amore e rinchiuso nel cerchio tra donna Pamela ed Eliana.

Domanda. Che cosa ha significato lavorare per le due agenti di Pamela Prati?

Risposta. «Perdere un anno di carriera, occasioni, vivere in una stanza senza porte e finestre perché loro prendono in mano la tua vita e la frantumano».

D. In che senso?

R. «Diventano “la tua famiglia”. Decidono chi devi frequentare, come ti devi vestire, ti rendono non rintracciabile, sei una marionetta. Io non potevo usare nemmeno il telefono. Ti fanno cambiare numero di continuo. Loro sono la paura».

D. Ripeto: in che senso?

R. «Io ero giovane, mi sono affidato a loro per inesperienza ed ero convinto che fosse giusto così. Non ragionavo più con il mio cervello. Loro ti “catturano”, ti manipolano psicologicamente. Prima prendono la tua fiducia. Io ero il loro “nipotino”. Ma allo stesso tempo la frase successiva era: “Devi fare come diciamo noi”».

D. Che cosa le hanno fatto fare contro il suo volere?

R. «Non volevano che uscissi di casa, che facessi foto con i fan, mi hanno imposto la giacca e il taglio di capelli, non volevano la storia con Anna e infatti alla fine ci hanno fatto lasciare. Lo sa come è andata?».

D. No, dica.

R. «Mi hanno fatto leggere alcune conversazioni, via Facebook, tra Anna e Danny Coppi, cugino di Simone Coppi, magistrato, nonché marito di Eliana. Ovviamente non esistevano né Danny, né Simone. Ma io quando ho letto le chat tra Anna e Danny ci sono cascato. Credevo anche a Simone Coppi: era un magistrato dell’antimafia che mi minacciava se non facevo quello che  dicevano Eliana e Pamela. Ho tutte le chat. Mi diceva che ero seguito e intercettato. In un anno ho perso 12 chili e ho anche pensato al suicidio. E intanto Eliana mi ripeteva: “Anna sente Danny, il cugino di mio marito”. Mi mostrava le conversazioni e rideva».

D. Perché non ha denunciato questo clima di oppressione? Perché non è fuggito?

R. «Perché avevo paura di Pamela e non mi faccia aggiungere altro».

D. Guadagnava soldi con loro?

R. «Mi davano 500 euro a serata. Io venivo dal cantiere, dove guadagnavo 40 euro al giorno spaccandomi la schiena. Per me era oro colato... quando me li davano. Poi ho scoperto che mi “vendevano” a 3.500 euro. Faccia i conti lei. Ma dei soldi poco mi importa. Oggi sono vivo e aspettavo questo momento da anni. Dicevo tra me e me: ma quando le “acchiappano”? Dimenticavo: per indossare un certo modello di braccialetti mi davano 100 euro al mese. Quando mi sono rifiutato, Eliana ha chiamato mia madre e le ha detto: “Quel bamboccio di tuo figlio…” (lacrime, ndr). Mi fermo qui».

D. Quando e come ne è uscito?

R. «Quando sono stato sputtanato pubblicamente. Io ho mandato un video dal mio cellulare a Pamela. Poco dopo quel video, in cui deridevo Anna e me ne pento, era sul web. Ho perso dignità, lavori, tutto, ho perso tutto. Quando ho chiesto spiegazioni, sono stato ancora volta preso in giro in malo modo. Peccato che il video fosse stato inviato ad Anna dalla stessa Pamela. Me lo ha detto Anna. Quel giorno, in cui volevo davvero morire, sono riuscito a bloccarle sul telefono, le ho bloccate sui social; mi sono rinchiuso in casa e ho iniziato a ricostruire il puzzle. Ho stampato tutto: messaggi, contratti, conversazioni fake e le ho consegnate al mio avvocato. Da quel momento non le ho più sentite. Potevo denunciarle alle forze dell’ordine, ho sbagliato».

D. Lei che ha conosciuto il “sistema”, che cosa ne pensa del “caso Pamela Prati”?

R. «Pamela è entrata nella “setta” come ho fatto io, lasciandosi andare in totale fiducia. Oggi è vittima di quel mondo “irreale” che ha massacrato anche me. Mi auguro che ne esca il prima possibile».

Gabriele Parpiglia per ''Chi'' il 7 maggio 2019. Questa è la cronaca del matrimonio più misterioso degli ultimi tempi, quello tra Pamela Prati e Mark Caltagirone. Talmente misterioso che lo stesso sposo sembra non esistere.  Ma lasciamo parlare i fatti. Pamela Prati, direttrice dell’agenzia Aicos Management, organizza la cerimonia nuziale (che, fin dall’inizio, mostra qualche crepa) con le sue due socie Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo,  La località prescelta è Villa Pazzi al Parugiano, nel comune di Montemurlo, provincia di Prato. La realizzazione dell’evento è affidata alla wedding planner Consuelo Di Figlia, l’allestimento floreale a Elena Mazzetti, l’abito viene commissionato allo stilista Andrea Guarnieri. In una recente intervista  Eliana  Michelazzo dichiara che i responsabili del luogo scelto per le nozze  avrebbero restituito al promesso sposo il suo assegno perché coinvolti in un battage pubblicitario totalmente negativo per la loro struttura. Affermazione smentita seccamente dai titolari, come leggerete qui di seguito. Intanto il matrimonio tra Pamela e Mark è saltato. A Mediaset (la trasmissione Verissimo avrebbe dovuto trasmettere le nozze in esclusiva) è arrivato un certificato medico. In attesa di altri e clamorosi sviluppi, “Chi” ha visitato la location del matrimonio e ha parlato con lo stilista di Pamela, la fiorista e la wedding planner. E, come leggerete, ne ha scoperte delle belle...

Marzia Rosati, proprietaria della location Villa Pazzi al Parugiano: «Ero con mio marito. Ricordo tutto con precisione. Quel weekend volevamo andare a Forte dei Marmi. Poi mia figlia Azzurra, che era in Cina, mi ha chiamato per dirmi che sarebbe arrivata un’ospite importante. L’ospite, insieme con la wedding planner Consuelo Di Figlia che ha fatto da ponte e la sua agente, si è presentata da noi intorno alle 20. Era Pamela Prati. Chi parlava, però, era sempre la sua agente, che poi ho riconosciuto guardando la tv: Eliana Michelazzo. È stata lei a chiedermi di recintare la struttura perché Pamela aveva fretta di sposarsi e ci sarebbero state le telecamere. Io invece rispondevo: ma quanti ospiti sarete? Quante stanze vi servono? Insomma, chiedevo banalmente che cosa servisse per il matrimonio. Le risposte erano vaghe. Eliana mi diceva che ci sarebbero state un centinaio di persone, Pamela invece 50. La storia non combaciava. E ancora: prenotano solo tre stanze. Una per Pamela da occupare la notte precedente alle nozze, una per lo sposo che non è mai stato citato, una per Eliana e suo marito. Stop. A loro non interessava nemmeno vedere il posto. Avevano solo fretta. La Prati? Mi è sembrata una bambina. Dal suo cellulare mi ha mostrato l’abito da sposa. Non saprei cosa dire. Di certo c’è che nessuno ci ha pagato. Col passare dei giorni abbiamo lavorato per rendere la struttura idonea alle nozze (come documentato dalle foto di “Chi”, ndr). Poi, guardando la tv e leggendo i giornali, abbiamo sentito puzza di bruciato. Pamela, con la sua squadra, l’ho vista solo quella sera. Chi ha intrattenuto i rapporti con noi è stata Consuelo, la wedding planner. Fino a quando a mia figlia è stato comunicato, sabato 4 maggio, che le nozze erano state rinviate. Noi oggi non vogliamo nessun soldo da questi signori. Un matrimonio così: mai visto in anni e anni di lavoro! Siamo brava gente e lavoratori onesti. Meglio rimanerne fuori a costo di rimetterci. E pensare che stavo facendo rientrare mia figlia dalla Cina per queste nozze. Abbiamo almeno risparmiato i soldi del biglietto. Che brutta storia...».

Elena Mazzetti, incaricata degli allestimenti floreali: «Io sono stata convocata per tutti gli allestimenti floreali. Purtroppo non c’è nessun contratto scritto con Pamela o Eliana. Il mio contatto è sempre stata la wedding planner Consuelo Di Figlia, una persona seria secondo me: lei ha coordinato tutto e mi ha commissionato tutto. So che in questo momento sta molto male per la situazione,  anche perché noi abbiamo lavorato. Ed è un lavoro saltato che definisco “grosso” (parliamo di una cifra che si aggira intorno ai 32 mila euro, ndr). Ho saputo che il matrimonio era stato annullato sabato 4 maggio nel primo pomeriggio. Adesso non so più che cosa dire. Preferisco prendere tempo. La situazione è assurda. Io ho visto Pamela ed Eliana una volta. Poi lo scambio di mail e messaggi l’ho avuto con la wedding planner. Davvero, è una storia che fa spavento. So che Consuelo Di Figlia in questo momento è nel panico. Non voglio difendere nessuno, ma è una brutta situazione. Bisogna uscirne fuori, perché noi siamo lavoratori seri e con questa storia così ingarbugliata non c’entriamo proprio niente».

Dialogo tra il giornalista di “Chi” e la wedding planner Consuelo Di Figlia: 2 maggio - ore 16.30

Domanda. Buonasera, è lei la wedding planner del matrimonio di Pamela Prati?

Risposta. «Assolutamente no!».

Telefono chiuso. Passano alcune ore e la richiamiamo.

D. Consuelo, mi scusi se insisto: sappiamo che lei sta organizzando il matrimonio della Prati. Può dire la verità? Ci sono persone che hanno lavorato per questa cerimonia.

R. «Le notizie su queste nozze le apprendo dalla tv. Io non sto organizzando nessun matrimonio. Ripeto: non lo sto organizzando. So che è a Prato, ma io non me ne sto occupando. Non avete un’altra wedding planner da chiamare? Io non sto organizzando nulla. Non sto seguendo il matrimonio della Prati. Io non ho nessun contatto. La villa la conosco, ma non ho altre indicazioni. Forse non è nemmeno quella la villa. Al momento non ho notizie».

D. Ce lo assicura?

R. «Sono stata contattata, ok. Mi hanno chiamato, anzi, mi ha chiamato un’agente di Pamela, Eliana Michelazzo. Ma non so niente. Non ho contratto. Poi ci sono altre persone a fare da tramite. Sono in stand by. Non so che dire».

4 maggio - ore 15.51: il matrimonio è appena saltato. Sul cellulare del giornalista di “Chi” arriva il seguente messaggio della wedding planner Consuelo Di Figlia: «Ci sentiamo appena puoi? (con emoticon che sorride, ndr). Fino ad adesso non potevo dire nulla,  ma naturalmente so tutti i dettagli che avevamo progettato. Mi stanno tartassando».

Le chiediamo le prove, dopo che lei al telefono ci conferma che Eliana Michelazzo le ha comunicato che il matrimonio è saltato, e Consuelo risponde così: «Ho messaggi, mail e parte della telefonata di lei (Eliana, ndr) di oggi. Poi tutta la chat con l’agente».

Poco dopo proviamo a chiamare Consuelo, ma prima manda una nota audio dicendo che sta guidando per andare a Bologna. Poi manda un altro sms per dire che sta guardando un’esibizione di  pattinaggio sul ghiaccio con alcune persone. A quel punto fa perdere definitivamente le sue tracce e non risponde più al telefono.

Andrea Guarnieri, lo stilista che ha disegnato l’abito da sposa di Pamela Prati: «Il lavoro da parte della signora Pamela Prati e della sua agente Eliana Michelazzo mi è stato commissionato a fine febbraio. Lei, Pamela, è stata sempre entusiasta. Chiariamo: ha fatto la copertina di un settimanale con un mio abito e non con quello ufficiale (avrà commissionato l’abito soltanto per realizzare  il servizio fotografico, ndr?). Mi ha chiesto anche delle modifiche da fare al vestito a suo piacimento. Il costo? Non lo dico, ma non è una prima linea, diciamo, non lo è assolutamente. A differenza degli altri, però, io i soldi li ho presi perché altrimenti non avrei mosso un dito e Pamela, ripeto, sembrava felice durante le due, tre prove che ha fatto. Oggi che è arrivata la disdetta delle nozze, l’abito è in magazzino. Me lo ha comunicato la stessa Pamela Prati al telefono. Mi ha detto: “Volevo dirtelo io perché mi sembrava giusto. Il matrimonio è rinviato”. Io le ho risposto che mi dispiaceva e che avevo bisogno di conoscere la nuova data perché, nel caso passasse troppo tempo, bisogna fare degli accorgimenti dal punto di vista sartoriale. Mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere. Vedremo. L’abito è qui, fermo. Io, comunque, i soldi li ho presi (e, prima di salutarci, si lascia scappare che il costo è superiore ai duemila euro, ndr)».

L’assurda vicenda delle nozze di Pamela Prati: ora il matrimonio è rinviato. Pubblicato martedì, 7 maggio 2019 da Corriere.it. Con la sua telefonata a «Live – Non è la D’Urso», che a molti ha fatto tornare in mente la celebre chiamata fantozziana con «l’accento svedese», Marco Caltagirone – promesso/presunto fidanzato di Pamela Prati – ha solo peggiorato le cose. Prima di tutto perché il giallo sulla sua identità non è stato affatto chiarito (nè in trasmissione nè nei giorni successivi sono stati mostrati documenti ufficiali e di fatto chiunque avrebbe potuto spacciarsi per lui). Secondo: al di là di questo fondamentale dettaglio – l’esistenza dello sposo – anche il matrimonio è rimasto avvolto nel mistero tra location fantasma e prenotazioni annullate all’ultimo momento per la troppa attenzione mediatica. Senza contare che curiosamente, in tutto questo tempo, non è mai comparso mezzo invitato a confermare pubblicamente la sua partecipazione alle nozze dell’anno. Per cui l’epilogo, annunciato dalla rivista Oggi (che sarà in edicola da giovedì 9 maggio), non deve aver sorpreso nessuno: «Il matrimonio è rinviato a data da destinarsi», ha confermato in un’intervista l’agente della showgirl Pamela Perricciolo, «si farà più in là, ma la data non è ancora stata fissata». Prati al momento starebbe molto male («ha perso non so quanti chili, ha bisogno di riposare») e Marco, che «si trovava all’estero», starebbe tornando in Italia «per starle accanto». Almeno per il momento insomma si può scrivere la parola fine sulla tormentata vicenda, e chi si fosse perso le ultime tappe può ancora rinfrescarsi la memoria partendo proprio dalla chiamata dell’imprenditore in diretta da Barbara D’Urso.

Da Donnaglamour.it il 7 maggio 2019. In queste ultime ore si stanno rincorrendo, sul web, diversi rumors secondo cui Luigi Oliva starebbe rivedendo Pamela Prati, sua ex compagna. Il noto imprenditore bresciano, d’origine napoletane, contattato dalla nostra redazione, ha deciso però di smentire le voci riguardo questo ritorno di fiamma. La storia d’amore tra Luigi e Pamela, conosciutisi per caso, poteva essere l’inizio di una favola, ma purtroppo il lieto fine non è mai giunto. Luigi Oliva e Pamela Prati non si stanno rivedendo. A dirlo, a gran voce, è stato proprio l’ex compagno della soubrette de Il Bagaglino, che dopo le diverse indiscrezioni uscite sui diversi siti, ha deciso di dire la sua. «La mia storia con Pamela Prati è finita più di un anno fa. Non ci siamo più visti, né sentiti precisamente da giugno 2018. Non capisco chi abbia messo in giro una notizia del genere. Io non ho più contatti con la Prati e non voglio essere buttato in mezzo proprio adesso. Sono uscito da questa situazione anni fa e va bene così. A lei auguro il meglio e nonostante tutto se mi cerca e ha bisogno io ci sarò sempre per lei». Lapidarie le parole di Luigi Oliva che oggi pensa solo a curare i suoi interessi professionali e si occupa della sua bambina, l’amore più grande della sua vita. Un uomo, Luigi, che crede fermamente nel sacro vincolo del matrimonio. Lui, altamente credente, come dimostrano anche alcune foto che pubblica su Instagram, nella Prati purtroppo non ha ritrovato quegli stessi valori con cui è cresciuto. La storia d’amore tra Luigi e Pamela Prati, è iniziata per caso. Nell’estate 2017 entrambi si trovavano a Capri per una vacanza. L’ex soubrette de Il Bagaglino ha notato subito l’imprenditore, più giovane di lei di diversi anni, rimanendone colpita e affascinata. Negli otto mesi di successiva relazione, inoltre, Luigi ha deciso di compiere un gesto importante regalando alla Prati un anello. «Non le ha mai chiesto di sposarla – ha proseguito Oliva – avevamo parlato solo di convivenza». L’anello è giunto il giorno del compleanno di Pamela, come gesto d’amore, quel cimelio di famiglia per lui aveva un valore inestimabile ed è anche per questo che ha chiesto che gli fosse restituito.

Pamela Prati e le nozze immaginarie: qualcuno però ci ha lavorato veramente (e non è stato pagato). Pubblicato giovedì, 09 maggio 2019 da Corriere.it. Il matrimonio saltato di Pamela Prati e Marco Caltagirone non è più un giallo, è diventato un vero e proprio reality surreale: rinviare le nozze «a data da destinarsi» infatti non è servito a spegnere i riflettori sui due promessi sposi e tutto il resto della brigata (le due agenti Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo). Anche perché, va detto, sono proprio i diretti interessati ad alimentare il chiacchiericcio: nel giorno in cui sarebbe dovuta diventare «mamma e moglie» la showgirl ha pubblicato un video su Instagram in cui si intravede un uomo (o meglio, le sue mani e il suo mento) alla guida. A «Live – Non è la D’Urso» invece è stato mostrato uno scatto rubato realizzato da un paparazzo sotto casa della showgirl, in cui si vede la futura signora Caltagirone insieme ad un uomo – non è chiaro se si tratti della stessa persona ripresa in auto – ovviamente immortalato di spalle e con un cappellino in testa. Ormai però, dopo aver collezionato non solo fidanzati di cui ancora non è stata provata l’esistenza ma anche persone, quelle sì concrete e reali, che hanno raccontato alla rivista Chi di aver lavorato al matrimonio e di non essere ancora state pagate, oltre a personaggi televisivi che hanno denunciato di essere stati raggirati in passato dalla coppia di agenti (Alfonso Signorini e Sara Varone), ci vorrà ben altro che una foto sfocata per dare ancora credito al sogno d’amore di Pamela. Che sabato, è stato annunciato, sarà di nuovo ospite a «Verissimo»: presumibilmente si parlerà delle nozze rimandate, ma non si potrà non ricordare come si è arrivati a questo punto.

Fabiano Minacci per bitchyf il 10 maggio 2019. Bomba dalla registrazione di Verissimo. Pamela Prati poco fa si è presentata alla corte di Silvia Toffanin per giustificare il matrimonio annullato (come vi avevo svelato in anteprima sabato scorso). La conduttrice non ha creduto alle parole di Pamelona, che ha abbandonato lo studio per chiamare Mark Caltagirone, ma non è più tornata. Riccardo Signoretti ha svelato quello che vedremo sabato pomeriggio. Con una scenata simile prevedo picchi di share oltre il 30%. Si sta registrando in questi minuti la puntata di Verissimo con ospite Pamela Prati insieme con la manager-agente Eliana Michelazzo. Andrà in onda sabato ma posso anticipare i contenuti dello scontro tra la Prati e la padrona di casa. La conduttrice Silvia Toffanin sbrocca: «Mi sento presa in giro. Io come Barbara d’Urso. Vorrei crederti con tutta me stessa ma è impossibile, non posso nemmeno credere all’esistenza di Mark Caltagirone».

– Mark Caltagirone, promesso sposo della Prati, ha rifiutato di partecipare a Verissimo perché non voleva firmare la liberatoria/contratto. Pare abbia detto che è talmente ricco da non volere compensi e pertanto non intende firmare alcun documento.

– La Toffanin chiede a Pamela Prati di farle vedere una foto di Caltagirone sul telefonino, ma l’attrice si rifiuta.

– Pamela Prati: «L’unico sbaglio che ho fatto è venire in Tv a parlarne. Se ne sta facendo un caso di Stato. Basta col dire che Marco non esiste! Esiste eccome. Ma non sono io che devo obbligarlo ad apparire in Tv».

– Toffanin: «Ci hanno proposto di avere Caltagirone di spalle. Oppure in videochiamata con Skype. Ma dove siamo? A Dallas? A Beautiful?»

– Toffanin: «Vorrei crederti ma è impossibile. Non posso credere all’esistenza di Marco. Abbiamo il numero di telefono? Chiamiamolo».

– Chiamato al telefono dalla redazione, Mark Caltagirone non risponde.

– Pamela Prati: «Gli telefono io». Esce dallo studio sostenendo di andare a chiamare Caltagirone.

– Eliana Michelazzo: «Giuro che Mark esiste. Io dello loro storia non voglio sape’ gnente».

Toffanin: «Pamela è andata via. Stiamo degenerando”.

Verissimo, Pamela Prati shock: "Mi hanno minacciata con l'acido". Scintille in studio durante l'intervista (in onda sabato 11 maggio) con Silvia Toffanin, che sbotta: "È tutto una barzelletta che non fa neanche più ridere". Francesco Canino il 10 maggio 2019 su Panorama. "È tutto una barzelletta che non fa neanche più ridere". Forse involontariamente ma Silvia Toffanin ha sintetizzato al meglio il finale triste della vicenda che da settimane invade senza sosta i talk televisivi e i social network, ovvero il matrimonio (poi saltato) tra Pamela Prati e l'imprenditore Marco Caltagirone (di cui non c'è traccia). L'ennesimo colpo di scena, forse il sipario definitivo su questa malinconica storia, andrà in onda sabato 11 maggio a Verissimo durante un faccia a faccia che si annuncia esplosivo.

Pamela Prati shock a Verissimo: "Mi hanno minacciata con l'acido". Partiamo dal fondo dell'intervista a Silvia Toffanin in cui Pamela Prati racconterà la (sua) verità sulle nozze dell'8 maggio saltate a causa della troppa pressione mediatica. Perché, dopo un'intervista serrata e a tratti molto difficile, la soubrette ha aggiunto un nuovo inquietante dettaglio rivelando di essere stata minacciata con l'acido. "Mi hanno fatto trovare l’acido fuori dalla porta di casa con un biglietto orrendo. Ma è tutto nelle mani di chi di dovere. Si sta esagerando", è sbottata la showgirl sarda. Ma chi e perché sarebbe dovuto arrivare a tanto? Stando alle anticipazioni ufficiali fornite da Mediaset, l’agente Eliana Michelazzo, presente tra il pubblico in studio, ha aggiunto in lacrime: “Abbiamo paura adesso. Siamo state aggredite, con l’acido, con un biglietto di minacce con scritto "Al matrimonio ci arrivate a metà"". Sarà dunque ora la magistratura a dover indagare. 

Silvia Toffanin attacca la Prati (che abbandona lo studio). Tra incongruenze e nuove versioni, l'intervista è stata un continuo botta e risposta con tanto di particolari inediti. La conduttrice del talk di Canale 5 ha infatti aggiunto un dettaglio emerso durante le trattative per portare il presunto futuro marito in trasmissione: dopo la richiesta, la risposta dell’entourage stata che Caltagirone, essendo molto ricco, non voleva firmare nessun documento e che "al massimo ci proponevano che poteva venire girato di spalle". La Prati ha però replicato: "Questa cosa non la so e non so chi l’abbia riferita sinceramente. A me non interessa, sono i media che stanno parlando e gettando fango su di me. Non ho guadagnato niente, sono stata strumentalizzata". Poi, convinta ad andare a prendere una foto e provare a chiamare al telefono Marco - già protagonista di una surreale chiamata a Live-Non è la D'Urso - e Pamela Prati se ne va dallo studio, scatenando la reazione di Silvia Toffanin che ha afferma: "È tutto una barzelletta che non fa neanche più ridere".

L'identità di Caltagirone e le nozze saltate. Dopo circa mezz’ora la showgirl è poi tornata sui suoi passi, rientrando in studio e decidendo di mostrare solo a Silvia Toffanin la foto di Marco Caltagirone: "È un uomo di 54 anni e l’unico motivo per cui non si mostra è per una questione di riservatezza. In questo momento non c’è un’atmosfera delle migliori tra di noi. Io non ce la faccio più, perché scrivono delle cose non belle, ma è la loro versione", aggiunge lasciando intende una possibile crisi. Quanto alle nozze previste per l'8 maggio, che Verissimo avrebbe dovuto seguire in esclusiva con le sue telecamere, la Toffanin rivela che la redazione non ha mai ricevuto conferma esatta da parte del gruppo di Pamela Prati di una data e una località precisa. "Avevamo cambiato location. Ci hanno detto di no all’ultimo per tutto quello che avevano sentito. Poi abbiamo trovato un’altra location in Toscana a Prato, e doveva essere l’8 maggio", ha precisato la Prati. Che ha poi smentito i problemi economici: "Non ho nessun problema economico. Dove sta il guadagno in questa storia? Adesso basta. Mi sposerò, ma lo farò in maniera privata, visto quello che è successo. E da oggi, quello che farò saranno solo fatti miei". Crederle però è sempre più difficile.

Silvia Toffanin a Pamela Prati: "Vorrei crederti ma non posso" e lei: "Mi hanno minacciato con l’acido". Redazione Tvzap 10 maggio 2019. Durante la registrazione dell’intervista per Verissimo la showgirl, chiamata a chiarire i dettagli sulle nozze rimandate, abbandona lo studio salvo tornare dopo 20 minuti. “Mi sento presa in giro. Vorrei crederti ma è impossibile, non posso credere all’esistenza di Mark Caltagirone”: così Silvia Toffanin avrebbe detto a Pamela Prati durante le registrazioni del programma Verissimo negli studi Mediaset, alterata dal fatto che la showgirl ex Bagaglino non volesse mostrarle alcuna foto del futuro marito. Proprio dopo un tentativo andato a vuoto di chiamare telefonicamente Mark Caltagirone, la Prati ha poi preso la drastica decisione di abbandonare lo studio lasciando la stessa Toffanin sconcertata: “Stiamo degenerando!” e ancora “È tutto una barzelletta che non fa neanche più ridere” ha detto la conduttrice. Ma dopo 20 minuti Pamela è tornata con le presunte foto dell’uomo e con dichiarazioni a dir poco choc.

Silvia Toffanin attacca Pamela Prati: “Mi sento presa in giro”. Lo ha anticipato Riccardo Signoretti, il direttore di Nuovo, attraverso la sua pagina ufficiale di Facebook. “Si sta registrando in questi minuti la puntata di Verissimo con ospite Pamela Prati insieme con la manager-agente Eliana Michelazzo. Andrà in onda sabato ma posso anticipare i contenuti dello scontro tra la Prati e la padrona di casa”, ha scritto il giornalista verso le 16.00 di giovedì 9 maggio. Stando a quanto scrive Signoretti, la conduttrice del rotocalco di Canale 5, Silvia Toffanin, si sarebbe sfogata con Pamela Prati con queste parole: “Mi sento presa in giro. Io come Barbara d’Urso. Vorrei crederti con tutta me stessa ma è impossibile, non posso nemmeno credere all’esistenza di Mark Caltagirone”.

Pamela Prati abbandona lo studio di Verissimo. Come ha ricostruito Signoretti in base alle informazioni in suo possesso: “Mark Caltagirone, promesso sposo della Prati, ha rifiutato di partecipare a Verissimo perché non voleva firmare la liberatoria/contratto. Pare abbia detto che è talmente ricco da non volere compensi e pertanto non intende firmare alcun documento. La Toffanin chiede a Pamela Prati di farle vedere una foto di Caltagirone sul telefonino, ma l’attrice si rifiuta. La Prati avrebbe detto: ‘L’unico sbaglio che ho fatto è venire in Tv a parlarne. Se ne sta facendo un caso di Stato. Basta col dire che Marco non esiste! Esiste eccome. Ma non sono io che devo obbligarlo ad apparire in Tv’. A quel punto la Toffanin avrebbe risposto: ‘Ci hanno proposto di avere Caltagirone di spalle. Oppure in videochiamata con Skype. Ma dove siamo? A Dallas? A Beautiful?’. Poi la conduttrice avrebbe detto alla Prati: ‘Vorrei crederti ma è impossibile. Non posso credere all’esistenza di Marco. Abbiamo il numero di telefono? Chiamiamolo’. Chiamato al telefono dalla redazione, Mark Caltagirone non risponde, quindi Pamela Prati si fa avanti: ‘Gli telefono io’. E poi esce dallo studio sostenendo di andare a chiamare Caltagirone. Quindi l’agente della Prati, Eliana Michelazzo, dice: ‘Giuro che Mark esiste. Io dello loro storia non voglio sape’ gnente’. Rimane in studio solo Silvia Toffanin che sbotta: ‘Pamela è andata via. Stiamo degenerando'”.

Pamela Prati torna in studia e rivela: “Mi hanno minacciata con l’acido”. Lasciato lo studio con la scusa di andare a cercare una foto del suo promesso sposo Mark Caltagirone sul telefonino, prosegue Signoretti in un nuovo post sui social, Pamela Prati torna in studio dopo 20 minuti mostrando alla Toffanin una foto della sua dolce metà, ma la conduttrice continua a essere scettica: “Io ti auguro con tutto il mio cuore che l’uomo nella foto sia Marco. Potrebbe anche essere il cugino di Eliana (Michelazzo, agente della Prati)”. Ma Pamela ribatte: “Ti potrebbero dire che sono falsi anche i documenti. Si sta facendo un caso incredibile. Ma non si può mettere alla gogna un personaggio”. La Prati conferma che il matrimonio, prima o poi, ci sarà: “Io però mi guarderò bene dal dirlo!” e parlando dell’abito da sposa si mette a piangere: “Sognavo questo giorno fin da piccola”. La Toffanin azzarda: “Perché ci siamo ridotti a…” e Pamela si inalbera: “Ridotti? Ma ridotti che cosa?? È tutta cattiveria. Gigi Sabani venne massacrato”. A versare lacrime è anche la sua agente Eliana Michelazzo, agente della Prati, si mette a piangere, e poi rivela: “Siamo state aggredite, ci hanno tirato l’acido sotto casa“. E parla di un biglietto di minacce con scritto: ‘Al matrimonio ci arrivate a metà’. La Prati: “Siamo addirittura alle aggressioni. Ho trovato fuori casa l’acido e un biglietto orrendo. Ma alla fine io che cosa ho fatto?”. Quindi Silvia Toffanin domanda: “Non è che all’inizio avete costruito tutto e poi la situazione vi è sfuggita di mano?”, ma la sua ospite si arrabbia: “Ma che cosa dici? Ti prego… Non è la gente che mi attacca, sono certi siti”. La Michelazzo dà la sua spiegazione: “Se tu, Pamy, non avessi avuto un’agenzia di management, non sarebbe successo tutto questo”.

Giuseppe Candela per Dagospia il 18 maggio 2019. "Dopo aver raccontato la verità sto meglio, per me è una grande rivincita. Spero che altri possano trovare il coraggio di fare lo stesso, molti continuano ad avere paura", a parlare è Emanuele Trimarchi che lo scorso 7 maggio al settimanale Chi aveva svelato di essere vittima del duo Perricciolo-Michelazzo. L'ex corteggiatore di Uomini e Donne aveva conosciuto la popolarità dopo l'uscita dal date show di Canale 5 e grazie alla relazione con la tronista Anna Munafò. "Raccontarlo è come riviverlo, per colpa loro sono caduto in depressione. Avevo solo ventidue anni, ero inesperto e mi sono fidato. Quando mi chiamavano tremavo come una foglia. Ti uccidono, ti levano l'anima", spiega Trimarchi che a Dagospia fornisce nuove rivelazioni. Le finte aggressioni come metodo: "Mandai un video a Pamela Perricciolo dove deridevo Anna Munafò, ero arrabbiato perché mi facevano leggere conversazioni di lei con Danny Coppi, cugino di Simone Coppi. Entrambi inesistenti ma servivano per farci lasciare. Pamela girò questo video ad Anna e dopo un paio di giorni uscì sul web, ero furioso e chiesi spiegazioni. Pamela mi disse che era stata aggredita di notte nel garage di casa sua e che le avevano rubato la chiavetta usb che conteneva questo filmato poi diffuso in rete. Questa finta aggressione l'ha anche denunciata, lei si rende conto?". In queste storie spesso ritornano anche i problemi di salute: "Dicevano che la Perricciolo aveva un tumore e andava a fare delle cure a Pavia. Era una strategia precisa per intenerire chi è dall'altra parte, un modo per tenerti sempre legato. Di questo tumore poi non ne hanno più parlato", aggiunge l'ex della Munafò. Il clima di terrore era perenne e lo ha accompagnato durante la loro collaborazione: "Dovevo fare quello che dicevano loro altrimenti mi avrebbero rovinato l'immagine e una futura carriera. Mi convocavano a casa a qualsiasi orario anche di notte per una semplice foto con una fan, si inventavano cose che non avevo fatto o mi dicevano che non dovevo andare in palestra perché non dovevo farmi vedere in giro. Vivevo con una tensione perenne, ero obbligato ad avere determinati atteggiamenti." Un metodo rafforzato, secondo Trimarchi, avvicinando i familiari: "Il magistrato Simone Coppi (il finto marito di Eliana Michelazzo, ndr) mi scriveva messaggi su Facebook per intimorirmi, scriveva anche al compagno di mia madre. Cercavano di coinvolgere tutta la famiglia per crearsi uno scudo e per farsi forza. E' un metodo che si ripete, sempre la stessa strategia." Dopo la sua intervista pubblicata dal settimanale Chi ha ricevuto una telefonata sospetta: "Era una voce romana e mi diceva: 'Chi è il karma? Ho una consegna per te, c'è una canna da pesca'. Il senso non l'ho capito ma dopo che era esploso tutto il caso avevo inviato un messaggio a Eliana in cui le dicevo il karma esiste."

Da Il Fatto Quotidiano il 18 maggio 2019. “Mark Caltagirone ha avuto un infarto”. È la rivelazione choc fatta in diretta a Storie Italiane da Federica Benincà, l’ex corteggiatrice di “Uomini e Donne” che ha raccontato nel corso dell’ultima puntata della trasmissione di Rai 1 la sua esperienza con l’Aicos Management, l’agenzia guidata dalle due manager di Pamela Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, che ora ha lasciato. La Benincà ha raccontato in particolare un episodio accaduto qualche mese fa, quando ancora non era scoppiato il caso del matrimonio poi annullato tra l’ex star del Bagaglino e l’ormai fantomatico fidanzato Mark Caltagirone. “Andiamo con ordine – ha raccontato l’ex corteggiatrice – . In primis io credevo che Mark esistesse. Poi durante la Fashion Week a Milano (che si è svolta dal 17 al 23 settembre 2018, ndr) Eliana ha avuto un attacco di panico, pianti, svenimento. Noi eravamo tutti preoccupati per lei. Le chiediamo che cosa fosse successo e ci dice che un caro amico di suo marito Simone Coppi (che, per inciso, non ho mai visto nonostante più volte le avessi chiesto della sua esistenza) aveva avuto un infarto. Questa persona era Mark Caltagirone, il compagno di Pamela Prati. E mi ha detto che la Prati doveva volare a Parigi per stargli accanto. Ci credevo, ci credevamo tutte. Continuamente ci mostravano video di Pamela che prendeva treni e aerei. La stessa Prati, una sera a cena, mi ha fatto vedere i braccialettini che i figli di Mark le avrebbero regalato, i loro disegni che le dedicavano. Scioccante. Era tutto un bluff“. “Quando sono cominciati i primi dubbi?”, le ha chiesto la conduttrice Eleonora Daniele. “Il primo campanello di allarme sono state le rivelazioni di Alfonso Signorini che ha detto di essere stato raggirato da una delle due agenti, che gli avevano fatto conoscere in chat un uomo che si è rivelato inesistente. Ecco – ha spiegato la Benincà -, dopo le parole di Signorini ho messo da parte il cuore e ho cominciato a cercare i riscontri oggettivi di questa storia. Ho chiesto ad Eliana spiegazioni sull’identità di Mark Caltagirone. ‘Ma esiste?’ Le chiedevo. E lei mi ha sempre assicurato che l’unica certezza era proprio l’esistenza di Mark. Anzi, Eliana mi disse: ‘Quando la verità verrà fuori mi dovranno delle scuse e brinderemo con lo champagne’. Ma poi su tanti aspetti le versioni cambiavano continuamente”, ha concluso l’ex corteggiatrice.

Pamela Prati e la moda di abbandonare gli studi durante la diretta. Ora tocca alla D’Urso. Tutte le tappe del matrimonio immaginario. Pubblicato giovedì, 16 maggio 2019 da Chiara Maffioletti su Corriere.it. «Sono venuta qui solo per salutare, per educazione perché tu hai insistito, ma non voglio rispondere a nessuna domanda». A «Live - Non è la D’Urso» è andato in scena l’atteso rendez-vous tra Pamela Prati e Barbara D’Urso. Dopo aver affrontato Silvia Toffanin la showgirl è scesa nell’arena per lei più difficile, visto che proprio a «Domenica Live» aveva annunciato per la prima volta le nozze (poi saltate) con Mark/Marco Caltagirone ed è facile immaginare quanto la padrona di casa abbia atteso questo confronto dopo che la situazione è precipitata - già la scorsa settimana ma soprattutto a «Verissimo» -. L’inizio non è stato dei più rassicuranti, visto che l’ex star del Bagaglino ha subito messo in atto la strategia di cui sta diventando campionessa olimpica: l’abbandono dello studio. Almeno Carmelita non ha dovuto attendere mezz’ora per il suo ritorno come la sua collega Silvia: l’intervistata infatti è tornata alla sua postazione dopo pochi minuti. «Mi stai facendo un processo», ha accusato lasciando trasparire una certa insofferenza, «se ci credete bene, se non ci credete è un problema vostro». I tentativi della conduttrice di riuscire ad ottenere risposte credibili ai tanti dubbi che ancora oggi affollano la vicenda – e che ogni giorno che passa sembrano aumentare sempre più – sono stati vani in quanto Pamela ha sviato ogni argomento (dall’esistenza del fidanzato al famigerato premio in Albania, di cui non ha mai chiesto conto perché «non sono cose mie»). Su un punto però sia la padrona di casa che l’ospite si sono trovate d’accordo: perché Mark/Marco Caltagirone non mostra una sua foto, perché «non difende la sua donna»? «Infatti lo dovrebbe fare» ha detto la showgirl quasi con amarezza prima di salutare il pubblico e andarsene nuovamente. Poche parole che lasciano intravedere una verità che Pamela ancora non vuole svelare, una realtà che potrebbe essere ben diversa da quella che sabato scorso a «Verissimo» difendeva a spada tratta.

Barbara Costa per Dagospia il 17 maggio 2019. Mollate un attimo la soap dell’anno, smettete di cercare Mark Caltagirone, e correte sui siti porno: trovate l’insuperabile Pamela Prati tutta nuda, avvinghiata a donne e a uomini, in sequenze erotiche memorabili. Ve lo dico subito, non sono video porno-porno, cioè qui non vi sollazzate con atti sessuali completi, non simulati, penetrazioni reali: qui siamo al margine, al confine dell’erotico spinto, perché il porno-salto Pamela Prati non l’ha mai fatto: da ragazza disse sì all’erotico e no al porno vero, anche quando il porno in Italia, negli anni '80, era una roba seria, deprecabile per i benpensanti, ma un’industria attiva, con fatturati a sei zeri. Pamela Prati, con quel corpo superbo e tutto naturale che Madre Natura le ha regalato, nei film erotici che ha girato, mostra ogni centimetro della sua pelle, esibisce il suo magnifico seno, natiche e pube non depilato (altri tempi!), e si sdraia e si gira languida tra calde lenzuola, bacia e tocca corpi femminili eccitanti come il suo, entusiasmando spettatori allupati al di là dello schermo. Sempre doppiata, e in un’occasione sotto pseudonimo di Pamela Fields (Prati in inglese, che inventiva!), la giovane Pamela Prati estasia non poco: nuda, davanti alle telecamere, risplende come poche. Pamela Prati non va celebrata per le sue caltagironate matrimoniali, ma per la sua quarantennale carriera televisiva e per il suo percorso cinematografico, fatto di pochi ma scottanti film, il cui primo è "La moglie in bianco…l’amante al pepe", con Lino Banfi, dove Pamela è una salace igienista dentale che deve accendere i sensi di un marito gay per farsi ingravidare e così ottenere la ricca eredità: Pamela qui in più scene si mostra nuda, e basta. Dopo aver eccitato Renato Pozzetto con uno spogliarello purtroppo non integrale in "È arrivato mio fratello", Pamela alza gli ormoni in "Riflessi di luce", film che narra la storia di uomini e donne ricchissimi che, chiusi in una villa, si danno al sesso sfrenato. Pamela è una di loro, e la vedi in scene lesbo-soft belle spinte con l’attrice Loredana Romito. Nel 1989 la Prati è la rossa protagonista di "Io, Gilda", omaggio poco riuscito al celebre film con Rita Hayworth: qui Pamela è la donna del boss finita nei guai per la sua esuberanza, e vi spoilero che alla fine viene salvata dalla di lui socia lesbica, interpretata dalla pornostar Valentine Demy, qui ancora col nome di Marisa Parra (è proprio la sua presenza a far circolare il porno-gossip che di questo film sia stata realizzata anche una versione "proibita", hardcore, ma in verità Parra/Demy entra nel porno cinque anni dopo). Diamo a Pamela quel che è di Pamela: in questi film è il suo corpo che "recita", la sua bellezza non è un fake, è davvero "Una donna da guardare" nel film omonimo, nella cui locandina è descritta come “la preferita dagli italiani, mai così bella, in una conturbante interpretazione” (elogi poi stampati su quasi ogni film erotico con Pamela Prati uscito in dvd). In "Una donna da guardare", il corpo della Prati è desiderio e ossessione d’un impotente. Pamela Prati è esaltata a sex-symbol in "Carmen Proibita", ma questa è la porno-soddisfazione postata in rete da utenti che ne hanno comprato una copia: “Da piangere, utile solo a mostrare le grazie della disinibita e prosperosa protagonista”; “terrificante, uno dei film erotici più brutti che mi sia capitato di vedere”; “qui Pamela di proibito ha poco e niente!”. Ha detto Pamela Prati a "Vero": “Il primo provino, quello per "Playboy", l’ho fatto per soldi e con le lacrime agli occhi”. Ma sono state proprio quelle foto (insieme al piccante servizio senza veli per "Penthouse" del 1983) a farla sbocciare, e a immortalarla accoccolata tra le gambe di Adriano Celentano sulla copertina del disco "Un po’ artista un po’ no": “Fu così che, senza aver fatto ancora niente di concreto”, ha rivelato Pamela, “di colpo diventai la donna che gli italiani sognavano. Quotidiani, settimanali: tutti a parlare di me!”. Non è che adesso ci diranno che dalla Libia Mark Caltagirone ha scoperto il passato "sexy" di Pamela e per questo non la sposa più?

AHO, MO' SE SVEJANO TUTTI.  Sara Sirtori per iodonna.it il 20 maggio 2019. Ora che questa soap opera farsa sembra essere giunta alla conclusione, abbiamo deciso di raccontare quello che è capitato a noi alcuni mesi fa. Stiamo parlando dell’affaire che coinvolge Pamela Prati e il suo presunto matrimonio con Marco Caltagirone. Attraverso un comunicato stampa, Mediaset ha fatto sapere che nella puntata di mercoledì prossimo di Live – Non è la D’Urso andrà in onda un’intervista a Eliana Michelazzo, una delle agenti della soubrette, dove l’ex corteggiatrice di Uomini e Donne confessa di aver mentito per tutto questo tempo sull’esistenza dell’imprenditore romano, scaricando tutta la responsabilità su Pamela Perricciolo, l’altra socia dell’agenzia Aicos, che gestisce (o gestiva) diversi personaggi del mondo dello spettacolo. Prima che Pamela Prati annunciasse attraverso un noto settimanale la sua storia d’amore che durava da 8 mesi con un uomo che corrispondeva al nome di Marco Caltagirone, noi di iODonna siamo inciampati in una storia che, allora, aveva dell’incredibile. Per i 60 anni dell’ex signora del Bagaglino, il 26 novembre 2018 abbiamo pensato di augurarle buon compleanno attraverso un articolo che ripercorreva la sua carriera, la sua (sfortunata per sua stessa ammissione) vita sentimentale e una gallery fotografica con immagini storiche e immagini più recenti che la ritraevano in diversi momenti della sua vita e rendevano omaggio alla sua carriera. Poche ore dopo la pubblicazione, una telefonata  della festeggiata contestava l’articolo e ne chiedeva immediata rettifica. Di cosa esattamente, non sappiamo ancora oggi: non c’erano scritte falsità, erano dati oggettivi o racconti fatti dalla stessa Prati su giornali e tv negli anni. Presi alla sprovvista dai contenuti della chiamata («credevo telefonasse per ringraziarci del pensiero», dice la nostra direttrice Danda Santini), abbiamo cercato di capire quale fosse il problema. Dopo aver fornito diverse versioni, che qui tralasciamo, la signora Prati ci dice che due giorni dopo sarebbe uscito un servizio in esclusiva su un settimanale dove presentava il nuovo fidanzato, tale Mark o Marco – sinceramente non ricordiamo – Caltagirone e che quindi non voleva si ricordassero le sue vicende sentimentali passate. Parso chiaro che i nostri auguri di buon compleanno non erano graditi, li abbiamo gentilmente ritirati. Incuriositi, però, da una spiegazione che non ci convinceva, abbiamo iniziato a fare qualche domanda, soprattutto alla luce del fatto che nel famoso servizio citato da Pamela Prati non comparivano foto, ma solo le sue parole che raccontavano anche dell’affido di due minori. Le risposte che abbiamo ottenuto erano surreali. «Marco Caltagirone non esiste, è tutta una copertura, qui a Roma lo sanno tutti», ci dice la nostra prima fonte, che, però, non vuole approfondire. Sempre più curiosi continuiamo a far domande. «Non esiste lui, non esistono i bambini. Nell’ambiente (dello spettacolo, ndr) lo sanno tutti, non è un segreto. Lei cerca di tornare in tv e di guadagnarci qualcosa», ci svela una seconda fonte in cambio dell’anonimato. La rivelazione, in realtà, prosegue, toccando anche argomenti che riguardano la sfera più privata della vita della Prati e delle sue due agenti, come la non esistenza di Simone Coppi, fidanzato – marito di Eliana Michelazzo (lo ammetterà lei stessa nell’intervista da Barbara D’Urso di mercoledì 22 maggio) o i legami con la ‘ndrangheta di Pamela Perricciolo (che sono stati svelati dal sito Fanpage.it il 16 aprile 2019).

Parla l’ex fidanzato (vero). Nel frattempo Pamela Prati aveva continuato a rilasciare interviste dove, addirittura, annunciava il matrimonio con Caltagirone e la volontà di andare a vivere all’estero. Ma come poteva, ci chiedevamo, con due bambini in affido? Nessuno, però, voleva fornirci delle prove concrete di queste affermazioni. Poco convinti di questa specie di romanzo d’appendice, pensavamo che alla base ci fosse un piccola bugia per permette a una gloria della televisione passata di tornare per un po’ in auge. Certo non immaginavamo il castello di menzogne scoperchiato quando l’ex fidanzato della Prati – vero, stavolta – ha fornito a Dagospia le prove necessarie per iniziare il racconto della soap opera che ha tenuto banco in alcune trasmissioni tv per gli ultimi due mesi. È il 3 aprile 2019, cioè 4 mesi dopo la telefonata alla nostra redazione, che il sito di Roberto D’Agostino riporta le parole di Luigi Oliva, compagno di Pamela Prati tra il 2017 e il 2018: «Mi ha usato come bancomat» per uscire dalle sue difficoltà economiche, spiega l’imprenditore, mostrando le carte che verificano la sua storia. Una volta rotto il muro di omertà, la diga si è spalancata. In effetti, il puzzle di affermazioni della soubrette non combacia mai perfettamente se si mettono insieme tutte le ospitate fatte sui media. Il matrimonio viene annunciato (sul settimanale Gente), anzi è già stato celebrato (Domenica In), invece no, sarà l’8 maggio (Verissimo). I bambini sono in affido, ma vivono all’estero, forse in Corsica, però li vogliono portare a vivere con loro a Miami. Li vogliono proteggere, ma il più grande (11 anni) chiacchiera su Facebook come fosse un adulto. Più si va avanti, più la trama sembra sfuggire dalle mani di chi la sta recitando. Dell’impresa di Mark o Marco Caltagirone non si trova traccia da nessuna parte, né in Italia né all’estero. In tutto ciò, poi, il promesso sposo non è mai mostrato. Dopo mesi di totale anonimato, la domanda sorge spontanea: se nessuno l’ha visto, siamo sicuri che esista? Il trio Prati-Michelazzo-Perricciolo inizia a far girare tra gli addetti ai lavori delle foto di diversi uomini spacciandoli per Caltagirone. Quelle che riesce a ottenere Dagospia, vengono pubblicate e, sorpresa, appartengono a un avvocato cagliaritano, totalmente estraneo alla faccenda e giustamente molto arrabbiato.

Non è solo una storia di matrimoni. Fino a questo momento ci si poteva fare una triste risata. Ma gli sviluppi del Prati-gate vanno oltre un matrimonio rinviato, un’esclusiva saltata o il tardivo tentativo di resuscitare una carriera. Si parla di truffe, furti d’identità e di persone che hanno lavorato e che non sono state pagate (come hanno svelato Oggi e Chi). Il sistema che emerge è quello di ricatti (lo ha raccontato Sara Varone a Oggi), imbrogli a vittime eccellenti (Alfonso Signorini, direttore di Chi, lo ha raccontato al Maurizio Costanzo Show, Sergio e Manuela Arcuri a Dagospia) e minacce (lo sostiene Emanuele Trimarchi sulle pagine di Chi e a Dagospia). E questo forse spiega perché se tutti sapevano nessuno ha mai detto niente prima. Ora, stando al comunicato stampa rilasciato domenica 19 maggio da Mediaset, Eliana Michelazzo è pronta ad ammettere le bugie e chiede di entrare nella Casa del Grande Fratello. Tralasciando di commentare l’ultima affermazione, sembra che l’affaire Prati sia giunto alla conclusione. Ma non tutte le domande hanno trovato risposta. Perché prima di concentrarsi esclusivamente sull’aspetto sentimentale-matrimoniale della vicenda, Dagospia aveva iniziato la sua indagine, proseguita anche da Fanpage, dall’aspetto politico. Che forse è il più interessante. Pare che la prima “vittima” del duo Michelazzo-Perricciolo (la Prati non era ancora nell’orbita Aicos), sia stata un’esponente calabra di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro. E che anche una politica laziale del Pd sia finita nella loro rete. Cosa questo significhi, però, non è chiaro: nessuno vuole parlare. E poi, le pagine Facebook a nome di uno dei presunti minori in affido a Caltagirone sono state create la prima volta usando il nome di Giorgia Meloni (sicuramente è estranea a tutta questa brutta faccenda) al contrario. Così come continuano a spuntare riferimenti e legami con la vita politica calabra. Tornando a iODonna, ci siamo chiesti il perché di quella telefonata di novembre, ma col senno di poi possiamo solo fare congetture. Forse il nostro pezzo, per quanto innocuo, sfuggiva al controllo di chi ha inventato questa storia, che, ricordiamolo, era alle primissime battute. Forse chi credeva di poter dirigere la soap opera voleva avere pieno controllo di quello che usciva sui media. O, forse, ricordare che già in passato Pamela Prati aveva confessato di aver millantato degli amori, avrebbe potuto rovinare l’inizio di una travolgente e altrettanto finta storia d’amore.

Eliana Michelazzo e Pamela Prati, hanno scoperto una cosa: "Dieci anni fa...", un altro terremoto. Libero Quotidiano il 21 Maggio 2019. Il matrimonio “pacco” di Pamele Prati lo aveva già portato in scena la sua manager Eliana Michelazzo ben 10 anni fa. A dimostrarlo è il giornalista Carlo Mondonico, conduttore di Spoiler su Radio Lattemiele, che - come si legge su Dagospia - ha scovato alcune interviste e un video. Il fattaccio era avvenuto nel 2009, esattamente dieci anni orsono. Eliana aveva annunciato di aver sposato l'inesistente fidanzato Simone Coppi. A provarlo alcune interviste scovate dal giornalista Carlo Mondonico, nelle quali la Michelazzo affermava: "Simone fa un lavoro di responsabilità a causa del quale preferisce non apparire sui giornali. Da settimane sono letteralmente presa di mira dai maligni per questa storia… Però se può zittire la gente, mi sono tatuata il suo nome sul braccio" (fonte Visto). Il giornalista ha scovato in rete anche un video nel quale Eliana Michelazzo cerca di mettere a tacere le voci di tutti quelli che non credono all'esistenza del suo fidanzato Simone Coppi e a riprova mostra anche un tatuaggio col suo nome. "Ciao ragazzi, vi devo dare una notizia", si sente in un video su Youtube, "oggi ho deciso di chiudere il forum (...) Quindi, visto che mi sono sposata e mi voglio creare una famiglia, non mi interessano più tutte le altre cose, ma solo vivere la mia vita. Ho anche visto che qualcuno ha anche dubitato della mia storia, del mio matrimonio, di tutte le cose che ho fatto e che ho detto fino a oggi. Invece questo video è per dirvi che è tutto vero. Sono sempre io che mi collego, non ci sono altre persone. Nessuno mi ha detto niente e faccio di testa mia, proprio perché per ogni tipo di programma e di ogni situazione, la gente crea troppe chiacchiere". Peccato che, pochi giorni fa, la donna abbia ammesso di essere stata "vittima" di un "fidanzato fantasma". Insomma, una storia che sembra non placarsi, più incredibile di ogni immaginazione più malata. 

Giuseppe Candela per Dagospia il 21 maggio 2019. Ma i parenti di Pamela Prati dove sono? Perché nessuno interviene e prova ad aiutarla? Sono queste le domande che in molti si pongono da quando Dagospia con la sua inchiesta ha svelato che Mark Caltagirone e i figli in affido Sebastian e Rebecca non esistono. Abbiamo contattato Maria Pireddu, sorella della showgirl sarda, per provare a riportare anche le parole di persone vicine alla primadonna del Bagaglino. "Non ho nulla da dire e non capisco come fa ad avere il mio telefono", il tono come immaginabile è di chiusura.

La situazione per sua sorella si complica, lei che idea si è fatta?

"Mia sorella si è presentata in televisione, a un certo punto non ha trovato nulla più da dire. Siete stati i primi a fare queste indagini ma annunciare un matrimonio non vuol dire seminare zizzanie un po' ovunque. Mia sorella non sta bene e l'avete tartassata paurosamente."

Abbiamo fatto solo il nostro lavoro. Un marito che non esiste, figli che non esistono. Oltre agli altri aspetti che sono venuti fuori in questa storia, non le sembra grave?

"Come fate voi a dire che non esiste?"

Lei ha visto Mark Caltagirone?

"Io cosa c'entro?"

Lei non è la sorella?

"Si, sono la sorella".

E non ha mai visto il futuro marito di sua sorella?

"Ci sono anche momenti in cui non vedo mia sorella se proprio la vogliamo dire tutta, non ho motivo di continuare a parlare con lei non avendo altro da dire."

Siete in buoni rapporti?

"Non ho altro da dire, la ringrazio. Io sono Maria, non sono Pamela."

Quindi lei non parla con sua sorella?

"Non ho altro da dire, la ringrazio."

Pamela Prati, il marito inesistente, l’agente che vuole rifugiarsi al GF: le farsa delle nozze immaginarie alle battute finali. Pubblicato martedì, 21 maggio 2019 da Corriere.it. A volte, per la soluzione dei misteri più intricati, basta solo attendere: il clamoroso autogol di Eliana Michelazzo, che sabato 18 maggio ha pubblicato un suo selfie su Instagram utilizzando il falso profilo marckcaltagirone, e il successivo (e goffo) tentativo di insabbiamento – sul suo account è apparso uno screenshot corredato da «Schifo! Questa è la mia foto non ti permettere» -, è stato il soffio di vento (inatteso, ma mica poi tanto) che ha fatto crollare un castello di carte sempre più instabile. L’agente, messa alle strette in un’intervista registrata in esclusiva per «Live – Non è la D’Urso» (che sarà trasmessa nella puntata di mercoledì 22 maggio), ha confessato che, come molti già pensavano, l’imprenditore e fidanzato di Pamela Prati Mark/Marco Caltagirone non esiste: «In tv ho mentito, non ho mai incontrato Mark Caltagirone, l’ho visto solo in un video di pochi secondi in cui lui è in auto con la mia socia Pamela Perricciolo. La voce di quell’uomo è diversa da quella della telefonata avvenuta nel programma ‘Live’. A questo punto credo non esista». Eliana ha poi rivelato in lacrime: «Io sono stata la prima vittima di questo sistema. Da 10 anni ho un fidanzato fantasma, Simone Coppi, solo ora ho aperto gli occhi: mi mandava foto, messaggi, un anello, mi sono tatuata il suo nome. Adesso, ascoltando le storie delle altre vittime, ho capito la verità: non esiste. Preferirei non sapere chi si nasconde dietro quelle false identità». Al termine dello sfogo Michelazzo ha detto di aver paura e di non voler avere in questo momento contatti con nessuno: «Dovrei andare all’estero o in un posto isolato dal mondo come un convento o la casa del Grande Fratello». Ma la ventilata ipotesi GF è stata poi nettamente smentita da Mediaset, che con un messaggio lapidario ha dichiarato di non aver mai preso in considerazione il suo ingresso nella casa più spiata d’Italia. Eliana sarebbe dovuta andare ospite già durante la puntata di lunedì sera, per scoprire l’esito della sua richiesta, ma come ha spiegato Barbara in diretta l’agente dopo aver vuotato il sacco sarebbe molto provata (sottolineando poi che la casa del «Grande Fratello» non è un rifugio per chi scappa e che anche lei ha scoperto di avere un fidanzato fantasma, con lo stesso cognome del fantasma inseguito da Alfonso Signorini, Sara Varone e gli altri, ovvero Coppi). Intanto in ogni caso in queste ore dovrà prepararsi psicologicamente alla nuova ospitata in programma a «Live – Non è la D’Urso», e a cascata anche la sua socia Pamela Perricciolo e la sposa mancata Pamela Prati dovranno fare i conti con i giudici più temuti da chi fa parte del mondo dello spettacolo: il pubblico. Lo stesso pubblico che, da «Verissimo» a «Live – Non è la D’Urso» passando per «Domenica In», «Storie Italiane» e tutti gli altri programmi che hanno ospitato tutti i protagonisti di questa farsa fin dall’annuncio del matrimonio avvenuto ormai mesi fa, in questo momento si sentirà evidentemente preso in giro.

IL COMUNICATO DELL’AVVOCATO DI PAMELA PRATI (Dagospia il 22 maggio 2019). Con la presente nota si informa che, la scrivente Avv. Irene della Rocca, in qualità di legale di fiducia della Sig.ra Pamela Prati, ha provveduto a risolvere il contratto tra la stessa e l'agenzia Aicos Management Group di Michelazzo Eliana. Il rapporto si intende risolto anche in merito alla carica onorifica di direttrice della stessa Aicos Management assunto dalla Sig.ra Prati. Per quanto premesso, da oggi in avanti, la mia assistita non ha più nulla a che fare con la società Aicos Management Group di Michelazzo Eliana.

Valeria Morini per Fanpage il 22 maggio 2019.  Pamela Prati ha ufficialmente lasciato la Aicos Management Group, la società di Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo. I primi sentori del divorzio dalle sue agenti si erano avvertiti ieri, quanto il link alla pagina Instagram della Aicos era sparito dalla "bio" del suo profilo. Ora, l'ufficialità giunge attraverso un comunicato dell'avvocato Irene della Rocca, legale della showgirl. Si interrompono del tutto i rapporti con l'agenzia, anche in merito alla carica meramente onorifica della stessa Prati nella società. Il caso del presunto matrimonio con il misterioso Mark Caltagirone sembra dunque vicino alle battute finali. Con la presente nota si informa che, la scrivente Avv. Irene della Rocca, in qualità di legale di fiducia della Sig.ra Pamela Prati, ha provveduto a risolvere il contratto tra la stessa e l’agenzia Aicos Management Group di Michelazzo Eliana. Il rapporto si intende risolto anche in merito alla carica onorifica di direttrice della stessa Aicos Management assunto dalla Sig. ra Prati. Per quanto premesso, da oggi in avanti, la mia assistita non ha più nulla a che fare con la società Aicos Management Group di Michelazzo Eliana.

Roma 21 Maggio 2019 Avv. Irene Della Rocca. Arriva una nuova versione di Pamela Prati? L'incontro tra la Prati e il suo legale e la conseguente decisione di lasciare l'agenzia potrebbe avere come conseguenza una nuova presa di posizione da parte della showgirl sarda. Dato il clamore sollevato dal matrimonio mancato con lo sposo "fantasma" Mark Caltagirone e l'incoerenza delle versioni fornite finora, la Prati, smarcandosi definitivamente dalle due manager, potrebbe raccontare una nuova verità, facendo luce una volta per tutte su questa storia. E fornendo finalmente le prove dell'esistenza (o meno) del fantomatico Caltagirone.

La confessione di Eliana Michelazzo. Intanto, a fare marcia indietro su quanto detto finora ci ha già pensato Eliana Michelazzo, che ha ammesso di non aver mai incontrato il misterioso Mark: "A questo punto credo non esista". Non è tutto: Eliana si è detta lei stessa una vittima del "sistema", sostenendo di avere a sua volta un fidanzato fantasma da dieci anni, da lei mai incontrato (l'intervista andrà in onda domani a Live – Non è la D'Urso). Va precisato, tuttavia, che nel 2009 la stessa Michelazzo, ex di Uomini e Donne, giurava di aver sposato tal Simone Coppi, rispondendo a chi già allora insinuava dubbi su una possibile "macchinazione".

Valeria DI Corrado e Augusto Parboni per “il Tempo” il 22 maggio 2019. Finte nozze, minacce con l' acido e tanti veleni. Pamela Prati ieri è andata al commissariato di Ponte Milvio per denunciare il ritrovamento di una bottiglia di acido fuori dalla sua abitazione. Era stata la stessa soubrette a rivelarlo nella puntata di «Verissimo» andata in onda l'11 maggio su Canale 5: «Mi hanno fatto trovare l' acido fuori dalla porta di casa con un biglietto orrendo. Ma è tutto nelle mani di chi di dovere. Si sta esagerando». Una delle sue due agenti, Eliana Michelazzo, presente tra il pubblico in studio, ha aggiunto in lacrime: «Abbiamo paura adesso. Siamo state aggredite, con l' acido, con un biglietto di minacce con scritto "Al matrimonio ci arrivate a metà"». Ieri in commissariato andata anche l' altra agente della Prati, Pamela Perricciolo, per denunciare una presunta aggressione: sarebbe stata ferita con dell' acido a un avambraccio. Anche su questo gli investigatori dovranno fare le dovute verifiche, per capire se si tratti di minacce fondate o dell' ennesima puntata di quella che ormai è diventata una saga tragicomica. La vicenda, infatti, prende le mosse dalle presunte nozze tra la Prati e l' imprenditore Marco Caltagirone (di cui nessuno ha informazioni) che si sarebbero dovute celebrare l’8 maggio, ma che sarebbero saltate - secondo quanto sostenuto dalla showgirl sarda - per la forte pressione mediatica. Era infatti circolata la voce che si trattasse di un matrimonio finto. E l' agente Michelazzo lo ha confessato nella puntata «Live -Non è la d' Urso» che sarà trasmessa stasera: «In tv ho mentito, non ho mai incontrato Mark Caltagirone, l' ho visto solo in un video di pochi secondi in cui lui è in auto con la mia socia Pamela Perricciolo. La voce di quell' uomo è diversa da quella della telefonata avvenuta nel programma "Live". A questo punto credo non esista». Le presunte bugie cominciano quindi a venire a galla, tanto che ieri l' avvocato Irene della Rocca, legale della Prati, ha annunciato che la sua assistita «ha provveduto a risolvere il contra» con l' agenzia Aicos Manage mente Group di Eliana Michelazzo, di cui la stessa soubrette era direttrice.

Giuseppe Candela per Dagospia il 22 maggio 2019. Come Dagospia ha svelato da tempo Mark Caltagirone e i due figli in affido di Pamela Prati non esistono. Non è mai esistito nemmeno Simone Coppi, il marito fantasma di Eliana Michelazzo, come ha confessato lei stessa a Live-Non è la D'Urso. Più volte abbiamo parlato dei profili finti dei protagonisti di questa storia, aggiungendo anche figure secondarie come Silvia Sbrigoli, sulla cui pagina Facebook comparivano le foto dell'influencer Flora Pellino (a sua insaputa) e i video della showgirl Pamela Camassa. Un meccanismo rodato, studiato, curato nei minimi dettagli. Tasselli aggiunti quotidianamente per rendere credibile una famiglia immaginaria. Proviamo oggi a segnalare alcuni profili social finti della famiglia Coppi usati in questi anni, alcuni risultano ancora online ma svuotati, altri sono stati disattivati. "Simone Eliana" veniva usato dal marito fantasma della manager, descritto come un famoso magistrato. Come foto profilo un pesce e all'interno solo immagini della Michelazzo: "Non si comanda al cuore, il cuore batte talmente forte che mi dà gioia! Ti amo", scrive la "Signora Coppi S" con la foto profilo di Eliana. Il misterioso marito con l'account Simone Eliana risponde così: "Sai la cosa strana? E' che dopo quattro anni io con te ancora mi emoziono." La Signora Coppi S continua con le sue dichiarazioni d'amore allo sposo inesistente: "A me piace averti accanto e sapere che sei mio. Sorrido sola di gioia. Ti amo"  e poi ancora "Mio mio mio. Ti amo". Ricordiamo che Simone Coppi era stato "proposto" anche a Manuela Arcuri, Lorenzo David Coppi (non più disponibile sui social) chattava invece con Sara Varone e Alfonso Signorini. Continuando l'albero genealogico fake ci soffermiamo sulla figura di Danny Coppi, che si presentava come il cugino di Simone. Come ha svelato Emanuele Trimarchi, corteggiatore di Uomini e Donne, questa figura ha causato la sua rottura con la tronista Anna Munafò. Danny Coppi usava due profili "Diabolik Dan" e "Danny Da", tra le vittime c'è anche anche una giovane politica romana che milita in un partito di destra. Danny diceva di avere un bambino a cui era morta la mamma suicida, tra i suoi tanti lavori collaborava anche con una clinica in Svizzera dove certi vip – elencati con nomi e cognomi e dovizia di particolari e di operazioni chirurgiche – andavano a ritoccarsi. "Hellen Coppi" era invece la sorella di Simone, per un periodo si chiamava anche "Hellen Roma". Commentava il finto profilo di Mark Caltagirone e rilanciava le sue interviste bufala. "Igor Lazio" era invece il fratello del marito di Eliana, lavorava con il promesso sposo, anzi ''l'omesso sposo'' della Prati. Va con lui in Giappone, lo ringrazia per la collaborazione, la Michelazzo commenta e augura buon viaggio. Postava foto delle due manager al Casanova, invitava i suoi amici alle serate organizzate dalle due e scriveva post di questo tipo: "Sarò la tua ombra ti farò rimpiangere tante cose signora". Parole riferite a una certa politica, dello stesso partito di destra, che per un periodo era stata molto vicina alle due agenti. Il profilo di Igor a volte era online con il nome "Resistenza Nera", era molto tifoso della Lazio e cresceva un nipotino di nome Vincent dopo la morte di suo fratello. Concludiamo con "Silvia Pasqual", sostenevano fosse la moglie di un cugino di Simone Coppi. Eliana la spacciava come la sua cuginetta: "Buon compleanno cuginetta bella bella, ti voglio un mondo di bene", scriveva con il profilo Signora Coppi S. Nei diversi profili compaiono foto che non siamo in grado di identificare ma che quasi sicuramente appartengono a utenti che hanno subito un furto di immagini. L'avvocato Coppi, quello vero, denuncerà le due signore?

L'INDIFENDIBILE. Ungiornodapecora.it e Dagospia il 23 maggio 2019. Carlo Taormina, avvocato di Pamela Prati fino a ieri, a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, oggi ha raccontato il suo punto di vista sulla delicata vicenda del matrimonio, vero o presunto, della showgirl con Mark Caltagirone. “Ho rinunciato al mio mandato perché vedo tanta confusione, tante chiacchiere e supposizioni, cose intricate e non sempre chiare”. Lei che idea si è fatto di questa vicenda? “All'inizio Pamela Perricciolo mi rappresentava le cose con una certa serietà”. Avrà chiesto alla Prati e alle sue manager se esistesse davvero Mark Caltagirone...”Più volte. E la risposta è sempre stata positiva. Ma io non ho mai visto nemmeno una foto, non l'ho mai visto e conosciuto, e l'evoluzione dei fatti ha dimostrato che questo signore probabilmente è una fantasia”. A suo avviso la Prati ha creduto, almeno per un periodo, che Mark Caltagirone esistesse?  “La prima volta che è stata da me – ha spiegato a Un Giorno da Pecora – era molto preoccupata, anche perché aveva un'esclusiva con 'Verissimo'. Io ho visto anche il contratto e posso dire che era tutta cosa vera. Poi però l'ho trovata progressivamente in difficoltà”. Secondo lei la Prati è più complice o più vittima? “Complice è una parola grossa e non lo posso dire. La ragione della mia rinunzia è che la cosa era diventata una tale gazzarra non adeguata alla presenza di un avvocato”. Perché tutto questo sarebbe stato organizzato? “So che periodicamente queste cose accadevano, anche negli anni passati e tanti personaggi importanti sono caduti nella stessa trappola”. E' una truffa, dunque, secondo lei? “Io ho rappresentato alla Prati di stare attenta, perché la truffa non c'è soltanto quando prendi i soldi ma anche quando hai quando una qualsiasi utilità. Ad esempio, ho fatto presente che il contratto in esclusiva con 'Verissimo' era un'utilità”. Ha visto l'intervista alla Michelazzo ieri da Barbara D'Urso? “A me è sembrata molto poco convincente, penso che una presa in giro non possa durare dieci anni”. Come sta emotivamente Pamela Prati? “Assolutamente serena e tranquilla, fino ad un certo punto. Poi credo che abbia avvertito qualcosa che non andava e si sia comportata di conseguenza”.

Pamela Prati ammette: «Mark Caltagirone non esiste». Pubblicato venerdì, 24 maggio 2019 da Renato Franco su Corriere.it. Alla fine Pamela Prati si è arresa. Mark Caltagirone viaggia sulle stesse renne di Babbo Natale: non esiste. La showgirl senza marito e pure senza show ha confessato quello che sembrava chiaro a tutti: il marito era una finzione, sceneggiatura da soap, extension di una vita affettiva creata a tavolino. Sabato a Verissimo Pamela Prati farà le sue prime ammissioni, già raccolte però da Dagospia: l’ex musa di Pippo Franco dice di essere stata plagiata dalle due agenti (Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo), ammette che Mark Caltagirone non esiste, che non l’ha mai visto e neanche mai sentito al telefono. Come pensava di sposarlo?, chiede Silvia Toffanin: «Lo avrei incontrato il giorno delle nozze». A una prima lettura una risposta che sembra uscita dal format di «Matrimonio a prima vista», pare assurdo che una persona possa davvero comportarsi così, credere a un castello tanto immaginario quanto fragile. Ma poi viene fuori un quadro di solitudine desolante, la vita in una torre d’avorio senza finestre. Pamela Prati chiarisce però di non avere debiti, dunque non l’ha fatto per soldi (anche se le ultime ospitate non le ha fatte sicuramente gratis). La confessione di Pamela Prati arriva dopo le prime ammissioni di Eliana Michelazzo, questa volta a Live - Non è la D’Urso: «Mark Caltagirone non esiste. Secondo me lei sa che non esiste, perché non ha foto insieme a lui, e si è fatta la foto paparazzata quella notte e c’era Pamela Perricciolo con lei. Perché mente? Non lo so».

Francesco Fredella per ''Nuovo'' il 23 maggio 2019. Soldi, auto di lusso, cene e regali. Emergono le verità nascoste di Pamela Prati. Dettagli che solo chi ha conosciuto bene l’ex primadonna del Bagaglino può rivelare. A parlare è il suo ex manager, Settimio Colangelo. «Per tre anni ho fatto da agente a Pamela. Sono stato l’unico di cui molte produzioni tv si fidavano quando la proponevo. Credevo che fosse un’amica, ma ha si è approfittata di me», dice a Nuovo. Intanto anche il giallo delle nozze col fantomatico Marco Caltagirone (che non ha mai voluto mostrare il proprio volto) è al capolinea: il presunto manager avrebbe comunicato la fine della storia con la Prati. Ma persino sulla veridicità di questo annuncio ci sono dubbi. Un vecchio amico di lei come Cristiano Malgioglio è stupito: «Pamela è buona. Perché non esce da questo incubo? Non capisco cosa sia accaduto». Colangelo rincara la dose. Settimio, che cosa pensi della storia del matrimonio di Pamela e Caltagirone?

«Se davvero fosse tutto falso, sarebbe un peccato. Lei ha giurato anche a Silvia Toffanin che è tutto vero!»

Dove l’hai conosciuta?

«A Monopoli per l’inaugurazione di una sala bingo. Ero con Maurizio Mattioli, un altro ospite di quella sera».

Bingo? Ti risulta che alla Prati piaccia giocare?

«Posso dirvi che di sera la lasciavo in una strada di Roma che mi indicava dicendo che lì vivevano le sorelle. Poi ho scoperto che lì c’era il bingo».

Quando sei diventato suo agente?

«Dopo poche settimane dal momento in cui l’ho conosciuta me l’ha chiesto lei».

Eravate amici?

«Sì. Lei ha trovato in me una persona che era anche un amico: passavamo il tempo insieme a Roma, nei migliori ristoranti. E con me una donna non ha mai pagato».

Stava già con Luigi Oliva?

«No. Aveva appena lasciato un altro ex e stava malissimo».

Non la senti da molto? Lei ha lasciato te?

«No. Sono stato io a interrompere il rapporto di lavoro».

In che senso Pamela si approfittava di te?

«Viaggiava solo in auto, niente treni o aerei: e io pagavo. Mi sono reso conto che faceva pagare a me anche i viaggi personali».

Quanto ti è costato?

«Ho speso migliaia di euro. A Natale 2017 le avevo mandato un’auto e lei disse: “O me la cambi o non vado all’evento a Bari».

Ti ha ringraziato?

«Mai. E io la credevo un’amica».

Da oggi.it il 23 maggio 2019. La (ex) agente della soubrette vuota tutto (ma proprio tutto) il sacco. In una lunga e dettagliata intervista al settimanale Oggi in edicola. Che mostra anche l’ultimo mistero: quella foto del promesso sposo sul telefonino…Eliana Michelazzo, una delle due agenti di Pamela Prati, vuota finalmente il sacco. In una lunga e dettagliatissima intervista al settimanale Oggi in edicola. Che, inoltre, pubblica anche (e finalmente!) la foto che la Prati aveva mostrato a Siulvia Toffanin durante Verissimo, dicendo che Mark Caltagirone era proprio quello. E invece…

“CALTAGIRONE NON ESISTE: HO MENTITO” – «Mark Caltagirone, Marck, Marco… Non esiste se non nella fantasia di qualcuno: io ho mentito quando ho detto di averlo incontrato. Quello che ho visto una sola volta di persona, e poi altre volte in video o in foto, non è l’uomo di cui si parla. Quello che la Prati avrebbe dovuto sposare. Lo confesso e chiedo di essere aiutata da un medico perché sono fuori di me e la mia vita è andata in pezzi. Ho realizzato di essere una vittima io per prima e sto vivendo un incubo. Capisco che a questo punto sia impossibile credermi, ma è tutto vero. Io sono stata raggirata. Anche e soprattutto dalla Prati». Sono parole di Eliana Michelazzo, l’ormai ex agente di Pamela Prati, confidate al settimanale Oggi in edicola.

“NEMMENO MIO MARITO ESISTE…” – Eliana Michelazzo vuota tutto il sacco con il settimanale Oggi: «Sono 10 anni che mi considero sposata con un uomo. Un uomo che ho amato follemente. La vede questa fede? Io mi considero la moglie di Simone Coppi. Ho fatto persino sesso con lui, via social. Ho capito ora che non esiste. Pamela Perricciolo mi ha presentato questo ragazzo bellissimo via Facebook, dicendomi che era un suo amico d’infanzia. Mi ha raccontato la sua storia, che negli anni si è via via strutturata, aggiungendo dettagli così verosimili e arricchendosi di componenti familiari con cui interagivo quotidianamente. Era tutto intenso, struggente e così reale che io sono entrata in quella realtà. Ciecamente, senza mai dubitare. Solo quello che ho sentito dire a Manuela Arcuri e Sara Varone mi ha aperto gli occhi, ma ora credo di aver bisogno di uno psichiatra per capire come sia stato possibile. Non posso aver davvero buttato dieci anni della mia vita dietro a un fantasma. Ho persino il suo nome tatuato sul braccio».

“LA (FINTA) AGGRESSIONE CON L’ACIDO” – Eliana Michelazzo parla anche della presunta aggressione con l’acido subita, a suo dire, da Pamela Perricciolo: «Si è inventata tutto, questo ora l’ho capito. Ha detto alla mia assistente che io l’avevo medicata e che le avevo fatto una fasciatura, quando io non ho mai fatto nulla del genere: il giorno dopo aveva una benda, mentre gli inquirenti hanno dimostrato che non era acido. Fra i suoi colleghi giornalisti c’è chi ha a sua volta un’agenzia. Con la scusa di aiutare le mie ex clienti, me le ha portate via, promettendo loro di farle lavorare in tv, perché fa l’autore, perché è ammanicato con i produttori. Un vero schifo. Poi quella che fa gli impicci sarei io. Qui il più pulito c’ha la rogna».

QUELLA FOTO MOSTRATA ALLA TOFFANIN – Non solo. Quando Pamela Prati, durante la puntata di Verissimo di sabato 11 maggio, ha mostrato a Silvia Toffanin, sul telefonino, la foto del presunto Mark Caltagirone, la conduttrice ha detto: «Per me questo potrebbe essere anche il cugino della tua agente». La verità è un’altra: è una persona che non c’entra assolutamente nulla, e che nulla sapeva fino a quando Oggi non ha recuperato quella foto (che è pubblicata sul numero in edicola) e l’ha contattato. Si chiama Marco Di Carlo e fa il manager nel mondo dello spettacolo.

Ecco cosa ci ha riferito: «Ho appreso da voi che la mia fotografia è stata carpita e utilizzata per accostarmi alla signora Pamela Prati in relazione alla vicenda del matrimonio con tale Mark Caltagirone. Atteso che questa immagine che mi raffigura anche insieme con una delle mie figlie è stata utilizzata senza la mia autorizzazione, non so neanche in che modo appresa dai soggetti che l’hanno usata, ho già dato mandato al mio legale, Avv. Roberto Pugnaghi di Milano, per le più opportune azioni legali a mia tutela. Autorizzo in tal senso a riportare le mie parole e la mia fotografia col mio reale nominativo».

Mattia Buonocore per Davide Maggio il 26 maggio 2019. “Solo in questi giorni ho capito che Mark non esiste”. Questa la confessione sconcertante (e curiosa) di Pamela Prati sull’identità del suo futuro sposo Mark Caltagirone. In una lunga intervista, in onda domani a Verissimo, Pamela chiude finalmente il cerchio della vicenda che ha tenuto banco negli ultimi mesi su giornali, web e tv e racconta: 

“L’ultima volta che sono venuta qui a Verissimo ero ancora convinta che esistesse, poi, solo negli ultimi giorni ho visto delle foto che mi hanno mandato, che non appartenevano a lui. In realtà erano di un’altra persona, un agente (dello spettacolo ndr). Ora ho paura, perché non so chi ci sia dietro a questa situazione. Sono spaventatissima”.

Molto affranta e visibilmente provata, Pamela racconta per la prima volta come tutta questa storia abbia avuto inizio: “A marzo del 2018, in un momento di grande fragilità, sono andata a Roma nel ristorante di Pamela ed Eliana che conoscevo di vista. Dopo un paio di serate in questo ristorante Pamela Perricciolo mi disse che sarei stata perfetta per questo Mark Caltagirone, un imprenditore che aveva appena lasciato la fidanzata. Mi fa vedere una foto di un bell’uomo. Poi -prosegue- il 21 marzo del 2018 Mark inizia a seguirmi su Instagram. Allora io gli mando un messaggio con scritto ‘Buona Primavera’, lui mi risponde e da lì inizia tutto”. Incalzata dalle domande di Silvia Toffanin, la showgirl sarda confida: “Dopo qualche mese abbiamo iniziato a scambiarci parole dolci d’amore, flirtavamo. Mi diceva che mi amava. Nessun video sexy, ci siamo scambiati qualche foto intima. Ma non ho mai sentito la sua voce perché diceva che in Siria non prendeva bene il telefono. Ogni volta che chiedevo di vederlo c’era sempre qualche problema di salute, o di lavoro, un dramma. Non per questo però pensavo non esistesse. Mi manca anche adesso, mi mancano i suoi messaggi”.

E prosegue così: “Se sono arrivata al punto di volerlo sposare pensa come mi sono innamorata di lui. Mi è stata servita su un piatto d’argento la favola che ho sempre voluto, in un momento in cui ero molto fragile. Avevo bisogno di questo amore per stare in vita. Lui diceva che ero la donna della sua vita e che l’avrei incontrato il giorno delle nozze”. A Silvia, che le chiede se si senta più truffata o finita in una sorta di setta, risponde: “Non so, sono dentro ad una situazione che non capisco. Mi hanno isolato dal mondo. Con la scusa che lui era gelosissimo mi hanno allontanata dalla mia famiglia, dai miei amici. Ho cambiato numero di telefono. Uscivo solo con Pamela e Eliana perché erano amiche di Mark e per il resto me ne stavo in casa. Mi controllavano anche il telefono. Come si fa a raggirare così una persona?“.

E alla domanda se è stata plagiata risponde: “I dubbi non ti vengono quando sei plagiata. Il fatto che i giornali dicessero che ero plagiata era la cosa che le irritava di più, tanto che Eliana mi ha chiesto di dire in un video che non lo ero.Una cosa bruttissima e mi vergogno di questa cosa”.

Su chi ci sia dietro i messaggi di Mark, Pamela dice: “Io credo che ci sia una cosa perversa. Nel mio caso penso ci siano Donna Pamela ed Eliana e che forse sono d’accordo anche in questa confessione di Eliana. È una mia supposizione, perché ho visto il bene che si vogliono”.

E proprio sull’intervista rilasciata a "Live – Non è la D’Urso" da Eliana Michelazzo, Pamela confida: “Non le credo. Come mai se hai vissuto tu per prima per 10 anni la stessa cosa e sei una vittima, non mi metti in guardia? Non mi dici di svegliarmi?”.

Quando è scoppiato tutto il clamore mediatico, Pamela afferma che le due ex agenti la rassicuravano: “Mi dicevano di andare avanti perché il mio amore era più forte di tutto e io credevo loro. La voce che ha chiamato Barbara D’Urso però non so di chi sia, considerato che la voce di Mark io non l’ho mai sentita”.

La cosa più umiliante sopportata in questi mesi? “Aver dovuto mentire alla mia famiglia e la paura di essere derisa”. E sul bambino, Sebastian, Pamela dichiara: “L’ho conosciuto in un bar. Lo aveva portato Donna Pamela, dicendo che era il figlio che avrei preso in affido. La bambina invece non l’ho mai vista”.

E proprio su Donna Pamela, la Prati racconta: “L’ho sentita quattro giorni fa e mi ha detto che mi vuole bene. Sul suo malore (appreso durante l’intervista dal sito Dagospia, ndr) penso che sia terribile. Umanamente mi spiace se una persona sta male, ma non so se andrò all’ospedale”. Pamela ribadisce di non avere problemi economici, di aver organizzato a tutti gli effetti il matrimonio, di non giocare d’azzardo, di non avere quindi debiti di gioco e della veridicità dell’attacco con l’acido: “Stavo dormendo, ho sentito dei rumori e ho aperto la porta. Fuori c’era una bottiglia con un biglietto pieno di minacce. Ho subito chiamato la polizia”.

La Prati chiede infine a Silvia Toffanin se ora le creda e la conduttrice di Verissimo risponde: “Pamela tu devi riprendere in mano la tua vita. Ti vorrei credere con tutto il cuore, ma mi hai raccontato così tante bugie, che ora devi lasciarmi il beneficio del dubbio”.

DAGONEWS il 27 maggio 2019. Dopo le confessioni, tra qualche ammissione e molte bugie, di Pamela Prati ed Eliana Michelazzo è il turno di Pamela Perricciolo. La manager vuota il sacco e per la prima volta si confessa in una lunghissima intervista realizzata da Selvaggia Lucarelli, in edicola domani su Il Fatto Quotidiano.  Dagospia anticipa alcuni stralci della conversazione che apre nuovi scenari sul caso dell'anno: “Tutte e tre abbiamo delle responsabilità in questa storia, la password dell’account di Mark Caltagirone la ha Pamela Prati, Simone Coppi è un fake inventato tanti anni fa, gestito anche dalla Michelazzo". La Perricciolo si spinge oltre rivelando alla Lucarelli l'esistenza di un accordo: "Noi tre avevamo firmato da un legale un accordo di riservatezza, quindi tutte abbiamo interesse a tacere, no?”. La manager fa anche riferimenti ai problemi economici della showgirl sarda: "E' stato un gioco, non ci sono colpe legali, io ho deciso di dire la verità ma le altre due non lo faranno mai. Eliana prende 7000 euro a puntata dalla D'Urso, io non voglio nè soldi nè la tv. Pamela ha dei debiti, il cachet di Domenica in le è stato pignorato".

Selvaggia Lucarelli per ''il Fatto Quotidiano'' il 28 maggio 2019. "Tutte e tre abbiamo delle responsabilità in questa storia, la password dell' account di Mark Caltagirone ce l' ha Pamela". Il cerchio magico s' è spezzato. Le ex amiche Pamela Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, sono ormai l'una contro l'altra. L'unica delle tre che, dopo una chiacchierata di quasi due ore, tra dichiarazioni surreali ed evidenti assurdità, ha deciso di ammettere che "nessuna è innocente" è proprio colei che è accusata più o meno velatamente di essere la mente del più kafkiano evento di costume dell' era 2.0: Pamela Perricciolo, agente della Prati, detta anche "Donna Pamela". Sarebbe lei, secondo la Michelazzo, ad averla plagiata e convinta di avere un marito inesistente da 10 anni (Simone Coppi). Ma davvero Donna Pamela è il carnefice e le altre due sono vittime? E perché è l' unica che non parla, mentre le altre sono ospiti di salotti tv, ben pagate? "Io, Pamela Prati ed Eliana Michelazzo il primo aprile abbiamo firmato un accordo che ci vincola a non divulgare nulla di quello che ciascuna di noi sa della vita privata delle altre, perché avremmo firmato se non avessimo avuto tutte interesse a farlo?", mi racconta Pamela Perricciolo al telefono. Le altre due però raccontano in tv di essere vittime di plagio. Eliana ti avrebbe denunciata. Eliana va dalla D'Urso per 7.000 euro a puntata. La società Aicos è intestata a Eliana, la Jaguar è intestata a Eliana, la casa in cui vivevamo insieme e la Mini pure. Che plagio è?

Parla di plagio psicologico. "Il documento di riservatezza tra noi tre l'ha proposto Eliana col suo studio legale", strano che sia una vittima ma chieda alle altre di tacere. Cosa dovevate nascondere con quell'accordo? Eliana ha debiti con tante persone, anche Pamela e non vuole si sappia. A Verissimo ha giurato di non averne. Il cachet per l'ospitata di Domenica in le è stato pignorato dal fisco. E quello di Verissimo? I produttori le hanno detto che con gli avvocati dovevano decidere se Mediaset fosse parte offesa per truffa. Le hanno congelato il cachet, 40.000 euro. Non so se ha risolto. Prende 1.200 euro al mese di pensione. Ma che storia è questa di Mark Caltagirone? Una storia mal gestita da tutte e tre. Poi Pamela ed Eliana in tv si sono volute accusare tra di loro. Ora abbiamo zero credibilità tutte e tre.

Perché tu non vai in tv a difenderti?

"Secondo me volevano farmi fuori perché Eliana se la rigirano come vogliono. Le avevano promesso 5 ospitate da Barbara D' Urso più l' ingresso al Grande Fratello, poi Pier Silvio Berlusconi per fortuna si è opposto e hanno chiamato Vladimir Luxuria al suo posto".

La telefonata di Mark Caltagirone dalla D' Urso?

"Quella telefonata di non so chi è stata fatta passare su un telefono che ha fatto da ponte a un altro telefono e poi in vivavoce su un altro telefono."

Perché?

"Per mantenere il mistero."

E quando Pamela Prati ha interrotto l' intervista dicendo di andare a chiamare Mark al telefono?

"È andata in bagno a chiamare me. Mi diceva: "Che devo fare? È una trappola, Eliana si è venduta"."

Tu e Eliana state insieme?

"Mio padre mi ha detto: se sei lesbica dillo, ne uscite meglio. Non è così, però."

Simone Coppi come nasce?

"Io e i miei amici abbiamo creato quei profili di Lorenzo e Simone Coppi ai tempi dell' università. Quando Eliana è uscita da Uomini e donne aveva problemi, le diedi il contatto di un amico che si chiamava Simone. Da lì ha iniziato a scriversi con un Simone reale. Poi è venuta a entrambe l' idea di dire ai giornali che sposava questo Simone Coppi, un personaggio inventato, perché non voleva diventare tronista. Ma quanti casini. Cinque anni fa un onorevole di Fratelli d' Italia, Chiara Colosimo, ha conosciuto tale Dany sulla mia bacheca Facebook, questo le ha sottratto 1.600 euro e lei ha fatto un esposto anche contro me e Eliana."

Ma sei tu Mark?

"No. C' è un Marco che veniva al mio ristorante, forse era lui."

E Pamela come entra in contatto con questo Marco?

"Tramite Facebook."

Pamela Prati ha detto di avere paura di te.

"Sono io che ho paura di lei, a Verissimo non l' ho riconosciuta."

Alfonso Signorini ha detto che è stato corteggiato via social da questo Simone Coppi.

"L' ho querelato. Ha detto che lo chiamavo con una voce camuffata, spero possa dimostrarlo."

Manuela Arcuri?

"Lei è stata coinvolta come testimone in un processo che riguarda mio fratello, roba di 'ndrangheta. Si è scambiata in tutto cinque messaggi con questo Simone Coppi da cui dice di essere stata illusa."

Come lo sai?

"Ho le chat."

Come fai ad averle?

"Sono entrata nel profilo di Simone Coppi, profilo in cui Eliana entra dalla mattina alla sera. La Arcuri, la Varone, Signorini: tutte cose del 2009. Non ci sono reati, ma sarebbero comunque prescritti."

Sai che tutto quello che mi dici non regge? Mark Caltagirone non esiste.

"Pamela Parti raccontava anche a me che Caltagirone esisteva: ho suoi messaggi in cui mi dice che è sul divano accanto a lei."

Chi aveva le password del profilo Mark Caltagirone?

"Pamela Prati."

Forse è il momento di dire la verità.

"Come ne devo uscire? Cosa dico? Che lo abbiamo inventato noi tre?"

Io penso che tu ed Eliana gestivate qualche profilo fake, vi divertivate a giocare con identità false. Poi quando avete incrociato Pamela Prati la cosa vi sia sfuggita di mano.

"Secondo te dovrei dire questo?"

Sì.

"Però pensa che figura di merda."

Con queste bugie fai una figura di merda doppia.

"Io per fortuna me ne sto andando a Zanzibar. Apro un resort."

Non volevate far male a nessuno, non avete chiesto soldi. Ditelo.

"Io non ho bisogno di soldi."

È andata come dico io?

"Sì, però un Marco al ristorante è venuto."

Hai creato il personaggio dell' anno.

"In effetti sì, c'è il gusto del gelato Caltagirone, le magliette, all' autogrill le signore mi offrono il caffè, mi chiedono se la Prati si sposa."

Pamela è una vittima?

"Non lo so con chi chattava, diceva bugie anche a me sul fatto che incontrava questo Mark. Poi io lo sapevo che Pamela era consapevole, il profilo di Mark lo gestiva lei, la password di Mark le ha Pamela. A un certo punto ha visto che poteva guadagnare e non si è più fermata."

Ammettete le vostre responsabilità e basta.

"Io ne parlo con gli avvocati e dirò la verità. Farò un comunicato a Dagospia, ai giornali, io dico che abbiamo cazzeggiato con le password, ma le altre non lo diranno mai."

È la verità?

"Più o meno. È stato tutto un gioco, tanto che abbiamo firmato quel documento per non confessarlo. Inutile ora andare in tv a fare le vittime."

Io l' ho detto a Eliana: ma tu pensi di ripulirti?

"Eliana però qualche disagio lo mostra."

Se qualcuno vuole il bene di Eliana, non la inviti più in tv.

"Io non ci vado. Ho chiesto tramite l' avvocato di non crearmi più stati d' ansia con puntate su di me, ho allegato il certificato medico."

Ti senti più libera dopo aver detto queste cose?

''HO PAURA CHE ESCANO I VIDEO DEL SESSO VIRTUALE CON SIMONE''. Valerio Palmieri per ''Chi'' il 29 maggio 2019. Nel film Rashomon di Akira Kurosawa quattro testimoni raccontano la propria versione dello stesso episodio, l’omicidio di un samurai, in maniera così convincente che non si comprende chi stia mentendo. Nel caso di Pamela Prati, invece, i testimoni sono talmente sospetti che non si capisce chi dica la verità e sembrano tutti colpevoli. Così, quando chiamiamo Eliana Michelazzo, una delle due ex manager della Prati, la prima domanda è: «Sei veramente Eliana Michelazzo?». Eliana, titolare dell’agenzia Aicos, per dieci anni ha creduto di essere sposata con un magistrato che non esiste, Simone Coppi, e ha organizzato il matrimonio fantasma fra Pamela Prati e l’altrettanto evanescente Mark Caltagirone. Dietro a questa finzione ci sarebbe, a suo dire, la sua socia, Pamela Perricciolo, che si è finta Coppi. E che, secondo Dagospia che ha sollevato il caso, sarebbe innamorata di Eliana.

Domanda. Che rapporto c’è stato fra lei e la Perricciolo?

Risposta. «Ci siamo conosciute nel 2009, dopo che ero uscita da Uomini e donne. All’inizio si occupava delle mie serate e mi faceva tenerezza perché era in sovrappeso e questa cosa la turbava, così sentivo di doverla proteggere. È lei che mi ha presentato mio marito, Simone Coppi. Lui era molto geloso e mi disse che dovevo stare sempre con Pamela, così è venuta a vivere a casa mia. Anch’io ero gelosa di lui perché mi aveva detto che era stato con Manuela Arcuri, e per questo litigavamo spesso, sempre via social network».

D. Ha mai pensato che Pamela si fosse innamorata di lei?

R. «Non si è mai dichiarata lesbica, mi disse che era stata fidanzata con Igor, il fratello di Simone Coppi e, quando le chiedevo perché non si fidanzasse, mi diceva: “Non ho più uomini né fantasia”. Con me è sempre stata affettuosa, mai morbosa. Avevamo ognuna la propria stanza».

D. Non ha mai sospettato che dietro a Simone Coppi ci fosse lei? Ha mai chattato con Simone mentre Pamela era presente?

R. «No, quando ci scrivevamo lei usciva dalla stanza perché diceva che il suo telefono serviva a creare il campo, Simone era in una località segreta non coperta».

D. E lei ci ha creduto?

R. «Per dieci anni ho creduto a tutto, poi ho avuto i dubbi».

D. Eravate socie alla Aicos.

R. «Pamela discuteva spesso con i nostri assistiti e io dovevo cercare di tamponare. Aveva modi bruschi e diceva frasi tipo “chiamo mio padre e ti faccio vedere io”, alludendo alle accuse di presunti legami con la criminalità organizzata del genitore. Le persone erano spaventate e io le difendevo, ma poi mi arrivava il messaggio di Simone, mio marito, che mi diceva: “Fai schifo, vergognati, non devi litigare con Pamela”. Ho vissuto con il senso di colpa».

D. Quando ha capito che Pamela era Simone Coppi?

R. «Ci ho messo un po’ ma poi tutto mi è stato chiaro. A volte i messaggi di Simone mi arrivavano dal numero di Pamela, sempre perché il suo telefono faceva da ponte. Era troppo anche per un’illusa come me».

D. Perché Pamela avrebbe agganciato persone più o meno famose con false identità?

R. «Penso ci fosse un discorso economico. Mi dicono che abbia chiesto soldi ad alcune persone e anche Sara Varone ha detto di aver pagato per uscire dopo essere stata agganciata da un altro Coppi. E poi sospetto che Pamela, facendo credere a tutti che fossi sposata con un potente magistrato, chiedesse continui favori».

D. Ha paura che esca qualche suo video sconveniente?

R. «Ho paura che escano video del sesso virtuale con Simone».

D. Perché a Live-Non è la D’Urso ha pianto quando qualcuno ha nominato Coppi?

R. «Pamela mi aveva detto che non si poteva parlare di Simone in trasmissione altrimenti la magistratura lo avrebbe punito, quindi avevo il terrore di rovinare tutto».

D. Arriviamo a Pamela Prati.

R. «La conoscevo di vista, poi io e la Perricciolo abbiamo aperto un ristorante e la Prati veniva a cena da noi, così si è stabilito un rapporto più intimo. Quando ho saputo che Pamela le ha presentato Mark Caltagirone mi sono arrabbiata: “Ma non stava con Wanda Ferro e dovevano prendere un bambino in affido?”».

D. Pamela Prati ha una situazione economica critica?

R. «Sì, sapevo della sua situazione economica anche se ho sempre dichiarato che non aveva problemi, l’ho difesa perché è una donna, ha 60 anni, ed è brutto parlare di debiti».

D. Credeva alla storia del matrimonio?

R. «La Prati mi disse che lei e Mark avevano deciso di sposarsi per dare una famiglia ai bambini che stavano per prendere in affido. E penso che anche lei ci credesse perché parlava con questi bambini, anche se poi ho scoperto che Rebecca non esisteva ed era la figlia di un agente dello spettacolo, Sebastian l’ho visto in un bar dove lo ha portato la Perricciolo».

D. Ha organizzato le nozze.

R. «Siamo andate insieme a vedere un ristorante a Caserta, ma alla Prati non piaceva e quindi lei e la Perricciolo sono andate in Umbria. La mia socia mi disse che aveva lasciato un acconto di 15 mila euro, 10 li aveva messi Caltagirone e 5 lei, così le ho fatto un bonifico. Ma, quando il proprietario della tenuta si è tirato indietro, ho scoperto che non era stato dato nessun assegno».

D. Ha detto di non stare bene, si farà seguire da qualcuno?

R. «Vado a farmi visitare dallo psichiatra Alessandro Meluzzi. Credo di avere uno sdoppiamento mentale perché la sera mi manca il messaggio di Simone Coppi, la sua buonanotte».

D. La Prati è stata sincera a Verissimo?

R. «No, non doveva mettermi sullo stesso piano della Perricciolo perché io l’ho sempre protetta, non lo ho mai impedito nulla, al massimo era l’altra Pamela che le impediva di fare delle cose e lei si lamentava. Ha detto che avrei dovuto metterla in guardia, ma io mi scrivevo con Caltagirone e lo avevo visto in un video, per me esisteva. Ma c’è una cosa che non mi torna».

D. Quale?

R. «L’ultima volta che siamo andate insieme a Verissimo e la Prati è uscita dallo studio ero convinta che stesse andando a prendere il telefono per mostrare alla Toffanin le foto che aveva scattato la sera prima con Caltagirone, quando furono “paparazzati” dalla Perricciolo. Invece mi dissero che si era chiusa in camerino e che era al telefono. Dopo venti minuti, Pamela è uscita dal camerino senza cellulare.

“Dov’è il telefono? Devi far vedere la foto di Mark alla Toffanin”. Quando è tornata in studio, però, ha mostrato una foto vecchia, che poi abbiamo scoperto appartenere a Marco Di Carlo, un manager dello spettacolo. “Ma perché non le hai fatto vedere le foto di ieri?”: “Non ci avevo pensato”».

D. Pensa che sia stata tutta una finzione?

R. «Quando Pamela doveva sposarsi e ha cominciato a tirarsi indietro l’ho implorata di fare il matrimonio perché questa cosa ci avrebbe salvato, mentre lei diceva: “Litigo tutti i giorni con Mark perché lui mi offende per il mio ex”. I bambini scrivevano a me, era una situazione assurda».

D. Quanto avete guadagnato con il finto matrimonio della Prati?

R. «Ho perso solo soldi, non ho guadagnato un euro. Ho stornato tutte le fatture di Mediaset relative al matrimonio perché ci ho messo la faccia, ho rinunciato sia ai soldi di Verissimo che di Live-Non è la d’Urso, ci ho rimesso le spese».

D. Avete persino denunciato un’aggressione con l’acido ai danni della Perricciolo.

R. «Una sera ero a casa a vedere la tv quando ho sentito suonare l’antifurto della mia macchina. Ho chiamato Pamela che stava tornando, per dirle che avevo paura, poi l’ho sentita urlare dalla strada: “Mi hanno buttato l’acido!”. Ho chiamato la polizia e sono scesa. Lei ha detto ai poliziotti che erano arrivati due ragazzi a lanciare questa sostanza, ma gli specialisti hanno escluso che fosse acido».

D. Quando ha denunciato la Perricciolo?

R. «Scoprii che aveva mostrato a una nostra collaboratrice una foto del suo polso fasciato dicendo che l’avevo medicata dopo l’aggressione con l’acido. Non era vero, non si era fatta niente, era l’ennesima bugia. Penso che sia stata un’attrice e che ci sia lei dietro a tutto».

D. Come ha reagito?

R. «Ha minacciato gesti estremi, ha detto che si voleva ammazzare e che aveva preso una boccetta di goccine, la sera che Fanpag escrisse dei problemi della sua famiglia è collassata e ha chiamato l’ambulanza».

D. È vero che controllavate tutti i movimenti della Prati?

R. «La Prati stava a casa sua e diceva che si sentiva con Mark, ero io quella controllata, ero io quella a casa con Donna Pamela».

D. Vive ancora con la Perricciolo?

R. «L’ho mandata via, ho dato le chiavi di casa ai suoi genitori per portare via le sue cose e ho fatto denuncia perché si sono presi anche cose mie come un orologio prezioso e i regali che avevo messo via per Simone Coppi».

D. Ha denunciato altri?

R. «Chi ha fatto gossip su di noi, chi ha scritto falsità per distruggermi. Io sono affondata, sono andati via tutti dalla mia agenzia, c’erano 20 persone e sono rimaste in due, ho chiuso la pagina Instagram dell’agenzia e gli sponsor si sono ritirati quando hanno sentito parlare di truffa. Ho perso 100 mila euro e c’è chi ancora mi vuole devastare».

D. Lo sa che quello che ha creduto essere Simone Coppi in realtà esiste, si chiama Stephan Weiler, ed era all’oscuro di tutto?

R. «Lo vorrei incontrare, sono stata innamorata per dieci anni della sua immagine, voglio conoscerlo giusto per capire come è fatto, perché mio marito è alto 1,95 ed è bellissimo, ha 43 anni».

D. Ancora dice “mio marito”?

R. «No, scusi, il mio ex marito virtuale».

Il "finto" figlio adottivo di Pamela Prati costretto a fingere un tumore alla gola. Una verità inquietante si cela dietro i "finti" bambini presi in affido da Pamela Prati. Secondo le rivelazioni della madre, suo figlio era convinto di fare un provino per una fiction. Roberta Damiata, Giovedì 30/05/2019, su Il Giornale. Rivelazione shock a “Live non è la D’Urso” dove si parla ancora del "Prati Gate". Questa sera ancora più sconcertanti, perché viene alla luce l’identità di Sebastian Caltagirone il finto figlio adottivo di Pamela Prati e dell’inesistente Mark Caltagirone. La vicenda ha quasi dell’incredibile, sia per la modalità con cui è stata creata, sia per le conseguenze che hanno lasciato il pubblico e gli opinionisti senza parole. Dopo la puntata di “Live non è la D’Urso” di qualche settimana fa in cui Barbara D’Urso dichiarava di aver ricevuto un videomessaggio sul suo telefonino di un certo Sebastian Caltagirone. Una mamma di cui non è stata resa nota l’identità scrive a Barbara. Dice di aver capito che suo figlio è Sebastian Caltagirone e di averlo scoperto proprio grazie alla trasmissione. Questa signora, che lavora in un negozio di parrucchiera, scrive che conosceva una persona che aveva un’agenzia di spettacolo, visto che era una cliente del negozio. Dopo qualche anno riceve un messaggio di questa persona che le chiede di far partecipare suo figlio ad un casting tramite video selfie per diventare il protagonista di una fiction. Dopo un po’ di insistenza alla fine la mamma accetta di far fare questi provini. Per quasi due anni questa persona chiede in continuo video selfie a suo figlio, fino a che un giorno sempre questa persona che si viene poi a scoprire essere Pamela Perricciolo dice alla mamma di portare il figlio alla prova costume ma in realtà lo porta da Pamela Prati che è in un bar con Eliana Michelazzo e Milena Miconi ed il marito spacciandolo per il figlio di Mark Caltagirone. Al bambino viene detto di non rivelare nulla ai genitori perché quella doveva essere una sorpresa fino a che la mamma guardando la trasmissione della D’Urso ricostruisce il puzzle e scopre che quel bambino di cui si parla è proprio suo figlio, che per tutto il tempo ha creduto di partecipare ad un provino. La cosa passa in mano all’avvocato della famiglia che contatta la trasmissione per chiarire ogni punto. Vengono fuori particolari assurdi come il fatto che il bambino registra un messaggio di “in bocca al lupo” a Barbara D’Urso, oppure messaggi in cui con la voce rotta dal pianto dice di avere un tumore alla gola. Quest’ultimo particolare lascia tutti interdetti e si profilano storie davvero inquietanti dietro tutta questa intricata e tristissima vicenda.

Pamela Prati a «Chi l’ha visto?» per parlare di truffe romantiche. E scoppia la polemica. Pubblicato martedì, 28 maggio 2019 da Corriere.it. Sarà ospite di «Chi l’ha visto?» per parlare di «truffe romantiche». Ed è subito polemica. Al centro ancora una volta Pamela Prati, ovvero la donna di cui tutti parlano nelle scorse settimane, del finto matrimonio con l’inesistente Mark Caltagirone. E la sua presenza in studio, alla vigilia della messa in onda della trasmissione, è già al centro del dibattito. La trasmissione di Rai3, su Twitter e poi sul sito, specifica che nella puntata di mercoledì si parlerà di «truffe romantiche», ovvero di donne che cadono nelle trappole intessute online attraverso falsi profili, uomini inesistenti, o ancora «identità rubate», con lo scopo di estorcere denaro alla vittime. Donne truffate e ingannate. «Per salvare queste donne e questi uomini di cui nessuno parla è importante non lasciarli soli» si legge sul sito della trasmissione. E ancora: «Con Federica Sciarelli sarà ospite in studio in diretta Pamela Prati (che naturalmente ha dato la sua disponibilità a titolo gratuito)». Non si chiarisce in che veste interverrà la Prati, ma appena la notizia aveva cominciato a circolare erano iniziate le polemiche. Tanto che il direttore di Rai3 Stefano Coletta aveva precisato che la partecipazione della showgirl sarebbe stata a titolo gratuito. Polemico anche l’intervento di Michele Anzaldi (Partito Democratico), segretario della commissione di Vigilanza Rai che scrive: «La Raitre di Angelo Guglielmi, la Raitre che ha inventato “Mi manda Lubrano”, non merita di finire coinvolta nella truffa del caso Pamela Prati. La scelta di invitarla a “Chi l’ha visto”, un marchio storico della terza Rete, lascia allibiti». E ancora: «Federica Sciarelli è una delle giornaliste migliori che ha la Rai, quindi mi appello alla sua professionalità e al buonsenso affinché la trasmissione e i telespettatori vengano tutelati. Questa scelta trash lascia tanti, troppi dubbi».

Giuseppe Candela per Il Fatto Quotidiano il 28 maggio 2019. Pamela Prati sarà ospite domani sera a “Chi l’ha visto?”, la notizia anticipata da Dagospia arriva come un fulmine a ciel sereno tra una marea di dubbi e interrogativi. La showgirl sarda non chiederà a Federica Sciarelli di aiutarla nella ricerca dell’inesistente Mark Caltagirone ma parteciperà a un blocco della trasmissione di Rai3 dedicata alle truffe online. In contemporanea su Canale 5 a Non è la D’Urso presenzierà, come accennato da Tvblog, la sua ex manager, ora accusatrice, Eliana Michelazzo. Una notizia, dicevamo, che ha suscitato molti dubbi perché, come è noto, la primadonna del Bagaglino ha ammesso di aver inventato un finto marito e due figli in affido, oltre ad altre bufale su cui ancora non è stata fatta chiarezza. Bugie che ha raccontato a Domenica In e Vieni da me, con la successiva interrogazione dell’esponente del Pd Michele Anzaldi per conoscere i compensi destinati alla signora Prati. Circa tremila euro per realizzare l’intervista con Mara Venier, cifra che secondo Pamela Perricciolo sarebbe già stata pignorata. Cosa c’entra Pamela Prati con la trasmissione simbolo del servizio pubblico? Stefano Coletta, direttore di Rai3, al FattoQuotidiano.it assicura che la showgirl non percepirà un cachet: “Pamela Prati non sarà pagata, a Chi l’ha visto? nessuno riceve compenso. Siamo una trasmissione di servizio pubblico e per etica scegliamo di non retribuire nessuno”. Il dirigente della terza rete spiega che la trasmissione condotta da Federica Sciarelli si occupa da tempo dell’argomento: “‘Chi l’ha visto?’ si è occupato delle truffe romantiche per primo, già due anni fa abbiamo raccontato di tantissime donne vittime di questo meccanismo. Il programma fa un lavoro di documentazione molto preciso, domani sera riproporrà una serie di donne ingannate che hanno pagato in alcuni casi con la vita, in altri con tanti soldi. Queste storie vengono fuori quando c’è un personaggio noto in qualche modo coinvolto, su queste storie si costruiscono soap ma in realtà ci sono vite distrutte.” L’invito assicura Coletta non sarebbe legato a logiche auditel: “Il calo di ascolto della scorsa settimana non è stato dovuto alla presenza della Prati a Non è la D’Urso, mercoledì Rai3 ha avuto le tribune elettorali in prima serata. Il programma non è dunque cominciato alla sua solita ora.”

Chi l'ha visto?, scoppia il caos per l'ospitata di Pamela Prati. La showgirl sarà in studio da Federica Sciarelli nella puntata del programma di Rai 3 in onda mercoledì 29 maggio. La Commissione di Vigilanza Rai pronta a intervenire. Francesco Canino su Panorama il 28 maggio 2019. Sembra una boutade ma non lo è: Pamela Prati sarà ospite a Chi l'ha visto?, il programma cult di Rai 3. Non per trovare il misterioso Mark Caltagirone - visto che ormai è acclarato che non è mai esistito, ammesso che qualcuno abbia mai creduto alla sua esistenza - ma per parlare con Federica Sciarelli di truffe romantiche. Una scelta che a molti è parsa surreale e che ha scatenato molte polemiche (anche politiche). 

Chi l'ha visto?, scoppia il caos per l'ospitata di Pamela Prati. Dunque per parlare di "truffe romantiche" anche l'ultra regimental Chi l'ha visto? si affida all'effetto Prati-gate, la storia del matrimonio con l'invisibile Mark Caltagirone. A forza di aspettare Godot, la soubrette alla fine ha ceduto rivelando a Verissimo che l'uomo non esiste e che lei è rimasta vittima di un raggiro social ad opera delle sue ex agenti, Eliana Michelazzo e Pamela Perriciolo. Le tre continuano a rimbalzarsi la palla avvelenata delle responsabilità, in tanti dubitano della versione (piena di incongruenze) fornita dalla Prati a Silvia Toffanin ma nonostante questo la Sciarelli l'ha arruolata nella puntata di mercoledì 29 maggio che di certo la aiuterà sul piano degli ascolti (il programma per altro se la cava bene comunque). "I criminali senza cuore che si nascondono dietro ai profili trappola continuano a mietere vittime, nonostante il programma abbia anche portato in televisione l'uomo, vittima anche lui, le cui immagini su internet sono tra le più usate dai truffatori per fare innamorare le loro prede. Per salvare queste donne e questi uomini di cui nessuno parla è importante non lasciarli soli. Con Federica Sciarelli sarà ospite in studio in diretta Pamela Prati (che naturalmente ha dato la sua disponibilità a titolo gratuito)", spiega la trasmissione attraverso il suo sito ufficiale.

Il cachet della Prati. Proprio attorno all'opportunità che la Rai paghi Pamela Prati per l'ospitata a Rai 3 è scoppiata la polemica più accesa, anche sui social, tanto che è intervenuto anche il direttore di rete, Stefano Coletta, precisando: "Non sarà pagata, a Chi l’ha visto? nessuno riceve compenso. Siamo una trasmissione di servizio pubblico e per etica scegliamo di non retribuire nessuno", ha detto a Il Fatto Quotidiano. "Non può essere pagata perché è pignorata dall'Agenzia delle entrate", ha rilanciato malizioso Dagospia, il sito che ha fatto scoppiare e ha alimentato settimana dopo settimana il Prati-gate. Sulla questione compensi è intervenuta anche Pamela Perricciolo che, intervistata da Selvaggia Lucarelli ha rivelato: "I produttori le hanno detto che con gli avvocati dovevano decidere se Mediaset fosse parte offesa per truffa. Le hanno congelato il cachet, 40.000 euro. Non so se ha risolto. Prende 1.200 euro al mese di pensione".

La Commissione di Vigilia Rai all'attacco. Tornando a Chi l'ha visto?, la puntata deve ancora andare in onda ma l'onorevole del Pd Michele Anzaldi è già pronto a presentare un'interrogazione parlamentare dopo quella dello scorso aprile, dalla quale è emerso che Pamela Prati ha ricevuto un compenso di 3 mila euro per l'ospitata a Domenica In, da Mara Venier. "Presenterò un’altra interrogazione: non capisco perché la Rai deve scadere nel trash e mi stupisco che Federica Sciarelli, una professionista assoluta, presti il fianco a questa vicenda squallida", spiega Anzaldi a Panorama.it. "Se si voleva una testimonianza viva e controversa sul tema delle truffe sentimentali, si poteva chiamare chiunque invece di scegliere la Prati solo per inseguire gli ascolti". "Se sarà il caso, in Vigilanza cercheremo di capire i dettagli di questa ospitata, ad esempio se verrà rilasciato un rimborso spese per la partecipazione, al netto del cachet gratuito precisato da Coletta", aggiunge a Panorama.it il segretario della Commissione di Vigilanza Rai, l'onorevole leghista Massimiliano Capitanio. Che spiega: "Se un programma come Chi l'ha visto? sceglie di analizzare questo caso, diventato un 'fenomeno' popolare, è indispensabile che lo faccia senza versare alcun cachet visto che sembra si tratti di una gigantesca trovata pubblicitaria sfuggita di mano".

SCIARELLI A BRANDELLI. Beatrice Dondi per L'Espresso il 31 maggio 2019. Come un Canale 5 qualunque, anche Rai Tre ha impugnato il cucchiaio di legno per raschiare il barile dell'inutile. Il caso Pamela Prati, quello che ha privato la televisione tutta del suo ultimo briciolo di senso è approdato in pompa magna nella trasmissione di Federica Sciarelli moltiplicando, se possibile, la sua assurdità. E no, non è stato un'operazione gradevole. Quando è stata annunciata l'ospitata della soubrettina del Bagaglino in una puntata dedicata alle truffe amorose il brusio di malcontento si è acceso in un attimo, al punto che il direttore di rete Stefano Coletta ha dovuto precisare che la signora Prati sarebbe intervenuta a titolo gratuito. Perché "Chi l'ha visto" è un programma storico che si è guadagnato la stima del pubblico nei decenni in senso letterale e si sa che il tradimento quando colpisce un legame consolidato fa molto più male. La triste vicenda del matrimonio di Pamela Prati ha occupato lo schermo per settimane. Giocando su un personaggio a cui non si è neanche chiesto il requisito minimo: quello di esistere. Così la Sciarelli ha messo le mani avanti nell'anteprima, chiedendo di non criticare prima di aver visto, prima di aver capito dove sarebbero andati a parare. Poi ha annunciato con voce determinata la presenza in studio di Pamela Prati ma per tutta la sera l'ha tenuta lì, impettita e silente, con l'occhio lucido, l'aria tirata, la faccia sofferta. Come una pura e dichiaratissima esca. In modo da tenere incollati al piccolo schermo tutti coloro che delle donne vittime delle truffe online non gliene importava rigorosamente nulla perché il momento circense più atteso era ingessato nel tailleur pantalone e nei capelli neri della signora del Bagaglino. Che non ha neppure aperto bocca. E per quasi tre lunghissime ore il programma è andato avanti per la sua strada accarezzando la Prati con inquadrature sfuggenti, facendo sì che mentre si raccontavano le storie terribili di Caterina che si è tolta la vita, di Sofia che è stata massacrata di botte e altri orrori senza fine il sentimento comunque fosse unicamente quello dell'impazienza. Impazienza per sapere cosa avesse da dire la sposa mancata dell'uomo inesistente. E impazienza per essere costretti, da buoni guardoni, a saltellare con il telecomando su Barbara D'Urso. Che in onda con il suo Live stava al contrario portando avanti una sorta di inchiesta alla Sciarelli, sturando il lavandino dell'innominabile con nuovi dettagli sull'affaire, sempre più disgustoso di Mark Caltagirone e compagnia fantasma. Alla fine in un'apoteosi di assenze, la serata con Federica Sciarelli ha deluso tre volte. Perché chi voleva la Prati si è sentito truffato in una puntata sulle tragiche illusioni. Perché ha messo nero su bianco che per parlare di donne devastate bisogna sventolare un interesse altro, come se gli spettatori fossero dei bambini che non vogliono mangiare le verdure e per fregarli le devi mascherare nelle polpette. E perché, ultimo ma non ultimo, da Rai Tre il camouflage per coprire l'acne è davvero difficile da mandare giù.

IL “FAKE WEDDING” DI PAMELA PRATI FA INCAZZARE ALDO GRASSO (MA IL ''CORRIERE'' E' STATO IL PRIMO A DARGLI CREDITO!! E SUL SITO C'E' UN ARTICOLO AL GIORNO): “PERCHÉ MEDIASET E RAI HANNO DATO TANTO SPAZIO A QUESTA OPERAZIONE DI CIARPAME, DI DILETTAZIONE PIETOSA? Aldo Grasso per il “Corriere della sera” il 21 maggio 2019. Il brodo di coltura è sempre quello: se non è Maria è Barbara, se non è Barbara è Maria. L'evento televisivo più chiacchierato è una bufala, una fake news, il trionfo del trash più squallido: le finte nozze tra Pamela Prati e l' inesistente Mark Caltagirone. Perché Mediaset e Rai (il cosiddetto servizio pubblico) hanno dato così tanto spazio a questa operazione di ciarpame, di dilettazione pietosa? Perché in nome dell'ascolto si commettono ancora così tanti delitti estetici? Perché i giornali hanno fatta da cassa di risonanza? Una certa Eliana Michelazzo, agente della soubrette sarda, ex corteggiatrice di «Uomini e donne», ha rilasciato un'intervista, già registrata, a «Live-Non è la d'Urso». Nell' intervista si dice quello che tutti già sapevano: non ha mai incontrato di persona Mark Caltagirone (perché non esiste). Quante ore di trasmissione sono state fatte su questa colossale panzana? Quanti personaggi sono intervenuti a strappare il loro quarto d'ora di visibilità? Una certa Federica Benincà è stata ospite di Eleonora Daniele nel programma mattutino di Rai1 «Storie Italiane». La ragazza ha rivelato che Mark Caltagirone non esiste. L'ex corteggiatrice di «Uomini e donne» ha detto che per ben due anni ha lavorato con Aicos Management (ovvero la spietata agenzia di Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo) e non ci sono mai stati problemi fino a quando non è scoppiato il caso Pamela Prati: «La stessa Prati, una sera a cena, mi ha fatto vedere i braccialettini che i figli di Mark le avrebbero regalato, i loro disegni che le dedicavano. Scioccante. Era tutto un bluff». Da tempo non si vedeva in tv un tale clima di resa morale all'universo sottoculturale, una specie di celebrazione della bufala come «liberazione della parola delle donne»: è il vuoto del cuore che si specchia nel vuoto della mente. Poi non lamentiamoci se veniamo governati dalle fake news, se un mondo di creduloni determina il nostro destino politico.

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera” il 2 giugno 2019. Quando un tema funziona in tv, tutti cercano di accodarvisi nella quotidiana caccia agli ascolti: ma non sempre il gioco riesce bene. È quanto accaduto mercoledì sera, con Pamela Prati riprodotta e «parlata» contemporaneamente su Rai3 e Canale 5: da un lato Federica Sciarelli portava a Chi l' ha visto? una muta Pamela a fare da «testimonial» a un' inchiesta sulle truffe online ai danni delle donne, dall' altro lato c' era Barbara d' Urso con un' altra puntata di Pratiful attovagliata a Live. Non è la d' Urso. I dati del giorno dopo sulla «Prati bifronte» insegnano qualcosa dei meccanismi della tv. Chi l' ha visto? , che pure resta uno dei programmi più seguiti della rete, accetta di delegittimarsi un po' pensando di raccogliere parte dell' ascolto eroso negli ultimi anni. Ma il risultato (2.133.000 spettatori, 9,9% di share) è in linea, se non un po' più basso, rispetto alla media della trasmissione (10,1%). Insomma la Prati «da servizio pubblico» non porta ascolti alla Rete, e fa deviare parecchio dall' idea di fondo del programma (che risale alla mitica Rai3 di Angelo Guglielmi). Decisamente più riuscita l' operazione chiacchiericcio attorno a un caso ormai più che risolto e chiarito (il presunto Mark Caltagirone non esiste, e tutta la storia è una gigantesca bufala): non importa che la realtà sia svanita del tutto da questa vicenda, perché 3.184.000 persone seguono Live , il 19% della platea tv (ovvero qualche punto sopra la media di rete). In quest' affare di donne (anche l' ascolto di Live è al 70% femminile), il tentativo di contendersi il pubblico femminile va decisamente a vantaggio di Barbara più che di Federica: è lì che il miscuglio di chiacchiere improbabili su un caso vero solo perché è in tv incontra il suo pubblico di riferimento, è lì che «Pratiful» è fiorito rigogliosamente.

DAGO REPLICA AD ALDO GRASSO.

Liberoquotidiano.it il 2 giugno 2019.  - "Barbara D’Urso ha dedicato ore di trasmissione al degrado di questo racconto", "una conduttrice senza remore", "il punto più basso della televisione italiana. Aldo Grasso se la prende con Barbara d'Urso (solo lei, mah) per il caso di Pamela Prati e del finto marito Mark Caltagirone, personaggio inventato ma utile per fare parlare di sé. Il critico televisivo del Corriere della sera se la prende con la televisione brutta e cattiva che racconta questo giallo che ha ipnotizzato l'Italia. Per lui si tratta di apoteosi della trash tv.

Roberto D’Agostino per Vanity Fair il 2 giugno 2019. Fin da bambini giochiamo a essere invisibili, spesso abbiamo amici invisibili: sono passaggi fondamentali per lo sviluppo psichico. Poi da adulti il vero mistero del mondo diventa il visibile, non l’invisibile. Ma non per Pamela Prati, soubrette sessantenne in declino di popolarità, che ha saputo unire l’invisibile e l’inesistente e intascare qualche dovizioso compenso. E solo coloro che possono vedere l’invisibile, possono compiere l’impossibile, come annunciare in ogni media di sposarsi con una persona mai vista. La saga del suo “omesso sposo”, l’inesistente Mark Caltagirone, scoperchiata da Dagospia, tiene banco da un mese e mezzo, incendiando di chiacchiere e balle, le trasmissioni popolari e la stampa di ogni tipo. Ormai è una figura iconica che è entrata anche nella politica. “Che fine ha fatto Mark Caltagirone? Ha fatto la fine di Zingaretti, non esiste. E' come il Pd...". Così scherza Alessandro Di Battista. E il segretario del Pd risponde citandolo a ''Pomeriggio 5'' per attaccare i pentaleghisti: "Il governo è come Mark Caltagirone, in realtà non c'è perché non fa niente. non c'è nei problemi della vita della persone''. L’”omesso sposo” inventato da Pamela Prati, in combutta con le socie ed ex amiche Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo, appartiene ormai allo zeitgeist, allo spirito del tempo, come a suo tempo l’arboriano e inesistente “Cacao Meravigliao”. Fino al punto che una casa di produzioni di sex toys, Mysecretcase, nella sua pubblicità ha sbattuto uno svettante dildo color fucsia aggiungendo come headline: “Pamela, questo è reale. Basta mariti fantasma”. Il motore del “caso Caltagirone”, straricco di fake, dette dalle nostre parti fregnacce, è stata la Rete, tra un post su Whatsapp e un video su Facebook e una “storia” su Instagram. L’enorme successo di Internet in qualsiasi stato del mondo e classe sociale, dai poveri ai ricchi, ha origine dalla sua capacità di creare un mondo parallelo a quello reale. Questa copia digitale del mondo chiamata Web ci dà la possibilità di creare una vita parallela attraverso i social, ridefinendo concetti come quelli di realtà e verità (dalle fake news alla postverità), ma soprattutto ha aumentato lo spaesamento e l’impossibilità di distinguere la sfera reality e da quella reale. Esiste solo ciò che viene inventato e postato. Io sono la mia fiction. La differenza è che oggi non siamo protagonisti del ‘’Grande Fratello’’, come avremmo potuto immaginare leggendo ‘’1984’’ o ‘’La fattoria degli animali’’, ma ne siamo registi e autori. Già nel 1963 Andy Warhol affermava: “A chi interessa la verità? Ecco a cosa serve il mondo dello spettacolo. A dimostrare che non conta chi sei, ma chi il pubblico pensa che tu sia”. A dimostrazione della tesi, aggiungeva: “Non so dove l’artificio finisce e inizia la realtà”. Internet ha cancellato il mondo reale e ci ha lasciato il mondo reality, in cui nulla è serio, tutto è permesso? “Non c’è dubbio che ci sia un mondo invisibile’’, ironizzava Woody Allen. ‘’Il problema è, quanto dista dal centro storico e qual è l’orario di chiusura?’’

Dagonews il 30 maggio 2019. - Il bimbo di 10 anni usato per impersonare l'inesistente Sebastian Caltagirone, di cui ha parlato l'avvocato della famiglia ieri sera a Live - Non è la D'Urso, non è stato usato solo per mandare foto e video a Barbara D'Urso, Pamela Prati e Wanda Ferro (tra gli altri). Ora che ilfattoquotidiano.it ha pubblicato la foto con la Ferro, Dagospia ha potuto verificare che si tratta dello stesso bambino le cui foto apparivano sul profilo di "Seba Caltagirone". Noi le avevamo screenshottate quasi due mesi fa, quando il profilo di ''Seba'' era aperto e pieno di post e commenti. Ovviamente, visto che c'erano queste immagini, non abbiamo mai trattato la questione in maniera approfondita, temendo che dietro ci potesse essere davvero un bimbo plagiato e sfruttato dal trio criminale. Quando Milena Miconi ha detto in tv di aver visto Sebastian dal vivo, abbiamo chiesto alla showgirl se lo riconosceva nelle foto che avevamo salvato. Ci disse di sì, e quindi non siamo andati avanti, per non coinvolgere minori inconsapevoli né le loro famiglie. Oggi che sappiamo la verità e sappiamo che il bimbo e la famiglia si sono tutelati legalmente, crediamo che sia molto importante parlare del ''sistema Sebastian'', un ingranaggio chiave della soap opera costruita dalle due agenti (e in seguito pure dalla Prati). Sebastian sulla sua bacheca scambiava decine di messaggi con Donna Pamela Perricciolo, Pamela Prati (che lo chiamava ''figlio mio''), con l'inesistente Silvia Sbrigoli, e faceva capire ai suoi molti amici social di essere malato, di avere un padre miliardario, di vivere a Bonifacio (Corsica), anche se molto spesso si trovava a Roma e come massima aspirazione aveva quella di andare al ''Casanova'', il ristorante gestito dalle due agenti. Era un tifoso sfegatato della Lazio, tanto da farsi fare una video-dedica da Anna Falchi su commissione della ''zia'' Perricciolo. Era fondamentale per accreditare l'esistenza, il potere e la ricchezza del finto Mark. Sebastian parlava dei continui viaggi di lavoro del padre giramondo, di voli in elicottero, persino di udienze private da Papa Bergoglio (dopo il monsignore che doveva sposare Pamela e Mark, poteva mancare il Pontefice?). Ma, e qui si arriva all'abisso, il bimbo veniva trasformato in arma impropria quando occorreva colpire chi finiva sul lato oscuro del pianeta Perricciolo. Sul profilo, disattivato dopo i primi articoli di Dagospia, c'erano tre foto in cui si vedeva in volto: una con Donna Pamela, una da solo con la didascalia ''Forza Lazio'' e un'altra in cui parla di una donna che lo ha ferito. Col suo italiano artificialmente sgrammaticato nei commenti manda messaggi pesantissimi a Wanda Ferro, senza menzionarla, proprio mentre il rapporto tra la deputata di Fratelli d'Italia e le due agenti si era deteriorato, tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.

Da quando abbiamo iniziato a parlare del caso, in molti si chiedono ''A che serviva tutto questo?''. La risposta non è semplice, ma si può riassumere così: ricatti, pressioni, raccolta di informazioni sensibili, truffe varie e pure estorsioni. Immaginate la scena: dopo due anni di amore social tra Mark Caltagirone e Wanda Ferro, suggellato con una dichiarazione di nozze su Facebook e tante immagini di fedi (sempre le fedi! Chissà se le avevano comprate all'ingrosso), di colpo i protagonisti della messinscena cambiano registro. Il piccolo e malato Sebastian, Hellen Roma (che si chiamava Hellen Coppi quando serviva ad accreditare l'esistenza del marito di Eliana), Igor Lazio (già Igor Coppi, cugino di Simone, ex fidanzato di Pamela Perricciolo e ora dipendente di Mark Caltagirone), Silvia Sbrigoli (avatar creato con le foto di Flora Pellino e i video di Pamela Camassa) e tanti altri personaggi veri e inventati, come un esercito di robot che ricevono un ordine dalla Nave Madre (Pamela Perricciolo), si rivoltano all'unisono contro la Ferro, rea di aver voltato le spalle al duo malefico. Mentre le loro bacheche si tappezzavano di messaggi indiretti alla ''madre traditrice'', alla ''politica infida'', Mark Caltagirone scriveva in privato ad Alessia Bausone, politica del Pd calabrese, vergando una charachter assassination contro la Ferro, candidata per le imminenti elezioni politiche di marzo 2018. In quei messaggi la Ferro veniva descritta come una madre degenere che abbandona il bambino in affido malato di tumore a un povero padre single, più un'altra serie di dettagli personali (inventati pure quelli) che qui non scriveremo, ma servivano a distruggerla sul piano umano e politico. Perché tutto ciò? Perché per rovinare qualcuno, la via più rapida è confidarsi con il suo miglior nemico. La Perricciolo, che manovrava il profilo di Mark (la Prati ancora non era entrata in gioco), sperava che fornendo alla Bausone informazioni compromettenti sulla rivale di Fratelli d'Italia, quelle chicche di fango sarebbero diventate saporito gossip nel mondo politico calabrese. In fondo, chiunque andava sul profilo di Mark poteva trovare tracce inequivocabili del suo amore, corrisposto, per la Ferro. Perché dubitare di un uomo sì ferito, ma tanto altruista e innamorato? Invece la Bausone ha annusato la fregatura, salvato quelle immagini e aspettato di vedere cosa sarebbe successo, per poi scrivere a Dagospia, e bisogna darle atto di essere stata la prima che ha messo la faccia e fatto nomi e cognomi per svelare il marcio che si nascondeva dietro questi falsi profili. Prima di Wanda Ferro, la stessa procedura era stata testata con Chiara Colosimo, anche lei di Fratelli d'Italia. Eliana e Pamela portavano i loro ''vip'' alle serate di Atreju, la festa che ogni anni il partito della Meloni organizza a Roma, non a caso Sebastian Caltagirone un tempo si chiamava Gio Inolem, ovvero Meloni al contrario, probabilmente quando ancora era un profilo ''dormiente'' che serviva a creare traffico sulle pagine dei politici. Le due conoscevano bene quel mondo e potevano individuare facilmente vittime da colpire. La Perricciolo ha raccontato alla Lucarelli sul ''Fatto'' che l'onorevole Colosimo ''ha conosciuto tale Dany sulla mia bacheca Facebook, questo le ha sottratto 1.600 euro e lei ha fatto un esposto anche contro me e Eliana.'' Chi si nasconde dietro Dany, a questo punto, lo sanno pure i sassi, è lo stesso meccanismo usato con Sara Varone, Emanuele Trimarchi, Manuela Arcuri, Alfonso Signorini, stavolta declinato sul piano politico. Avere in mano persone ricattabili, che magari hanno inviato frasi, video, o informazioni ''sensibili'', garantiva alle due agenti potere, favori e benefici economici. Figuriamoci poi se si aggiungono le minacce di mettere in mezzo la temibile famiglia Perricciolo, il marito magistrato di Eliana, e lo zio penalista di grido. Una ''combo'' imparabile a cui nessuno poteva rispondere. Per questo nessuno (fino a poco fa) ha sporto denuncia.

PS: Se la dolce Eliana – ormai in modalità Anna Magnani che si butta a terra e chiagne dopo aver fottuto (virtualmente, sia chiaro!) – ha scoperto solo in questi giorni che il suo Simone Coppi non esiste, non si è chiesta come mai i membri della sua famiglia adorata avessero di colpo cambiato nome a partire dal 2017? Eppure lei commentava i post di Igor Lazio, già Coppi, quando questi partiva per il Giappone agli ordini del prode Mark Caltagirone... Interagiva con Hellen anche quando – con scarsa fantasia – da Coppi si trasforma in Roma.

Giuseppe Candela perilfattoquotidiano.it il 30 maggio 2019. L’affaire Prati-Caltagirone, con la complicità del duo Perricciolo-Michelazzo, ha superato ormai da tempo i confini del gossip, coinvolgendo, seppur in modo diverso, direttori di giornali e politici. E’ il caso di Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia. Il 23 aprile 2016 Mark Caltagirone, sposo inesistente della primadonna del Bagaglino, sul suo profilo Facebook comunicava ai suoi amici di essersi sposato proprio con la parlamentare calabrese. Sui social erano apparse le immagini delle iniziali tatuate da entrambi, in altri scatti la parlamentare appariva con Pamela Perricciolo: “Tengo a precisare che non sono mai stata sposata con alcuno, come si può facilmente verificare, e che non ho mai conosciuto personalmente Marco Caltagirone, al quale mi legano esclusivamente alcuni scambi di battute scherzose su Facebook risalenti ad alcuni anni fa”, aveva scritto l’onorevole a Dagospia. L’esponente del partito di Giorgia Meloni in queste settimane ha scelto di non commentare nuovamente il caso, ieri durante Non è la D’Urso è stata tirata in ballo da Eliana Michelazzo, ex manager della showgirl sarda: “Wanda Ferro ha detto che non ha fatto nulla e lei ha la fotografia con il finto Sebastian, l’ho vista dal cellulare della Perricciolo. Tre anni fa questo bambino ha fatto la fotografia all’aeroporto o da qualche parte. Wanda Ferro invece di negare dovrebbe dire la verità, è un’altra che mente”, ha attaccato l’ex corteggiatrice di Uomini e Donne. Come rivelato da Dagospia i bambini in affido a Pamela Prati erano infatti inesistenti, un minore (vero) è però stato usato per due incontri pubblici, foto e note vocali. La vera mamma del finto Sebastian Caltagirone è intervenuta nel programma di Barbara D’Urso, scegliendo di non apparire per non rendere visibile suo figlio, ma annunciando: “Agiremo per vie legali, ora mi è crollato il mondo addosso“. Il minore pensava di recitare in una fiction, dove interpretava proprio il ruolo di Sebastian, italo-spagnolo, colpito da un tumore alla gola e affidato a un imprenditore. La foto di cui parla la Michelazzo esiste e IlFattoQuotidiano.it la mostra, non rendendo visibile ovviamente il minore. Si vede proprio la parlamentare Wanda Ferro in compagnia del finto Sebastian Caltagirone alla stazione Termini di Roma. L’avvocato della famiglia del bambino aveva spiegato in diretta: “La prima volta il bambino è stata accompagnato dal papà, seguiva con la sua macchina l’auto in cui suo figlio era con la Perricciolo.Sono andati alla stazione Termini, sono entrati a girare una scena ma al padre non l’hanno fatto entrare. Il bambino mi ha detto: ‘Io dovevo accompagnare mamma al vagone, le dovevo chiedere di prendere le valigie e lei mi doveva dire ‘No amore mio sono pesanti le porto io’, dovevo essere triste perché mamma partiva’. Lui non mi ha detto che fosse Pamela Prati, qui si tratta di una attrice (?) riccia che il papà non ha mai visto. Alla fine l’attrice voleva salutare il papà del bambino ma la Perricciolo non lo ha permesso.” Le parole del legale sembrano confermare la modalità e il luogo dell’incontro, oltre alla descrizione dell’onorevole di Fratelli d’Italia che ha appunto i capelli ricci. La Ferro sapeva che il bambino in questione non era Sebastian Caltagirone? E quando ha scoperto che un bambino è stato usato dalla Perricciolo? “Sono stata chiamata in causa in una storia che tutti hanno compreso essere un coacervo di falsità e menzogne”, spiega la parlamentare contattata dal FattoQuotidiano.it per poi aggiungere: “Ho sempre pensato che i magistrati avessero cose più serie e importanti di cui occuparsi, ma nel momento in cui sono emersi scenari gravi e inquietanti ho affidato la questione ai miei legali che hanno già da tempo presentato le denunce del caso. Essendo in corso indagini, anche su mia iniziativa, non ritengo opportuno rendere dichiarazioni pubbliche”.

Da “TeleLombardia” il 30 maggio 2019. Di seguito uno stralcio delle dichiarazioni dell’avvocato Carlo Taormina, ex legale di Pamela Prati sul caso Mark Caltagirone. La versione integrale sarà in onda questa sera nel corso della trasmissione “Iceberg Lombardia” in onda su Telelombardia a partire dalle 20.30. “Se mi sono sentito preso in giro? No, assolutamente. Chiunque viene in studio da me prima di essere creduto passa da determinati approfondimenti. Questa è un’industria quella della creazione di matrimoni finti, con vantaggio mediatico ed economico. Qui almeno la cosa è scoppiata e se c’è un esposto finalmente si potrà sventare una possibile truffa. Io non sono stato mai invitato al matrimonio della Prati. Avevo anche chiesto a Pamela Prati di farmi chiamare da Mark Caltagirone e a questa domanda non c'era stata risposta, nemmeno a mia precisa richiesta mi è stata mostrata alcuna fotografia. La Prati non poteva non essere a conoscenza che si trattava di una situazione uguale a tante altre, compresa la vicenda della Miconi. Loro volevano che io andassi da Barbara D'Urso a testimoniare che Mark Caltagirone esisteva. Fu Pamela Prati a chiedermi questa cosa. Io ho detto di no, non sono caduto nella loro trappola. Sarei risultato una pedina della truffa complessiva. E’ stata proprio Pamela Prati a chiedermi di andare ospite dalla D’Urso, avrebbe gradito che fossi andato con le due agenti, la Michelazzo e la Perricciolo. Ho tenuto il gioco fino a quando ho avuto la prova in mano che fosse una farsa. E cosi ho rimesso il mandato. Due tre mesi fa sono venute nel mio studio. La Prati capì subito che non si poteva scherzare. È arrivata con la sua agente. La Prati voleva dettare la linea difensiva. Intendeva dirmi come mi sarei dovuto comportare. A me è sembrata sempre molto lucida e determinata, impossibile prefigurare la circonvenzione di incapace. Pamela Prati ha sempre capito le cose come stavano, inizialmente era convinta di quello che stava facendo con le agenti, ma successivamente non lo so. Da una parte non mi convinceva più l’intesa tra le tre. Mi stavano prendendo in giro. Perché ho rimesso il mandato? Quello che mi veniva riferito lo avevo ritenuto veritiero, poi ho riflettuto e ho detto a Pamela Prati che dietro poteva esserci una strumentalizzazione, le due agenti erano molto legate. Ho messo in guardia Pamela e le ho detto che se avesse avuto l’utilità dell’esclusiva del suo matrimonio, senza che il matrimonio esistesse realmente, sarebbe stata una truffa consumata. Sono venute da me tutte e tre un mese prima del matrimonio, da una parte le stava stretta l’esclusiva con “Verissimo” dall’altra parte le dava fastidio che dalla D’Urso si portasse avanti la storia del matrimonio con le dichiarazioni dei suoi ex. Per quanto riguarda l’aggressione con l’acido, Pamela Perricciolo e Pamela Prati sono venute da me in studio, la Michelazzo non era voluta salire e quel giorno non l’ho vista. La Perricciolo mi si è presenta con un braccio fasciato, la Prati mi parlava di un candelotto davanti la porta di casa sua, sembrava spaventata e credere all’episodio successo alla Perricciolo. Ma io francamente tutto ho potuto pensare tranne che fosse stata aggredita con l’acido. La Perricciolo stava facendo un’azione non condivisibile. Pamela Prati mi ha pregato che non lasciassi il caso, che rimanessi, mi ha detto che la faccenda aveva bisogno di un professionista di spessore. Ma io ho lasciato il caso. Condizioni economiche Prati? Non ho parlato di soldi con la Prati, perché avevo capito che c’era un giro di denaro che non mi avrebbe fatto pentire”.

PRATI DISERBATI. Sebastiano Cascone per Gossipblog il 31 maggio 2019.  Marco Di Carlo, oggi, è intervenuto, a 'Storie Italiane', per raccontare gli ultimi risvolti (giudiziari) del Pratigate. Stamattina, il manager dello spettacolo ha deciso di denunciare la vicenda per tutelare se stesso e la propria figlioletta nelle sedi competenti: Di Carlo: "La denuncia nasce da dieci giorni di segnalazioni. Sono andato, oggi, in Procura a Roma. Ho esposto la denuncia. C'è un magistrato che la sta seguendo. Volevo tutelare la mia immagine e quella di mia figlia. Ho scoperto che, sabato scorso, è stato utilizzata, da una delle tre protagoniste, attraverso delle Stories su Instagram, come se fosse in una fantomatica chat di Mark Caltagirone. Ho dovuto velocizzare il procedimento". Marco Di Carlo, a Storie italiane, smentisce di essere Mark Caltagirone e promette una denuncia per l'uso improprio di una foto con la figlia. Di Carlo: "Ora sono arrabbiato perché dopo ormai essere palese il fatto che sia un fake, non capisco perché venga ancora utilizzata. C'è una diffida a non utilizzare più questa immagine e legarla a questa vicenda". Di Carlo: "Non riesco a capire il profitto nell'utilizzare questa foto con me e mia figlia. Lei è un'ottima ballerina". Di Carlo: "Non si inventano della storie per avere un ingaggio televisivo". La denuncia arriva dopo dieci giorni di segnalazioni e di problemi miei che sono nati attorno all'utilizzo delle immagine mie e della mia famiglia. Stamattina ho deciso di andare in Procura a Roma sapendo che c'era un procedimento aperto e quindi e quindi ho sporto denuncia. Non so in che termini posso parlarne perché c'è un magistrato che sta seguendo la vicenda. Ho dovuto fare questa denuncia per tutelare la mia immagine e quella di mia figlia ma anche perché, purtroppo, sabato scorso è stata ancora utilizzata la mia immagine sui social dalle protagoniste di questo caso. Ha continuato ad utilizzare, attraverso delle stories su Instagram, e ha ripubblicato l'immagine di mia figlia come se fosse all'interno di una chat con il fantomatico Mark Caltagirone: c'ero ancora io con mia figlia, quella foto di noi in macchina. Ho dovuto velocizzare tutto il procedimento e con il mio avvocato abbiamo deciso stamattina...Una persona della vostra redazione mi ha avvisato dicendomi che sulle stories di Eliana Michelazzo c'era ancora la mia immagine con mia figlia, tra l'altro neanche coperta, e poi mi sono arrivate una cinquantina di segnalazioni da persone che conosco e altre non conosco che mi informavano che ero sui social di questa persona.

Pamela Prati, la verità di Pamela Perricciolo: "Abbiamo fatto questa cavolata in tre usando profili falsi". Libero Quotidiano il 4 Giugno 2019. Il caso sul matrimonio di Pamela Prati potrebbe essere arrivato a una svolta. È l'agente Pamela Perricciolo - in un'intervista rilasciata a Fanpage.it - a rivelare dettagli clamorosi con tanto di chat allegate, in cui conversa con Eliana Michelazzo. "Avevo detto a Pamela Prati che c'era un uomo che ha frequentato il mio ristorante e che mi chiedeva spesso di lei. Mi diceva di chiamarsi Marco e di non vivere in Italia. Verso fine marzo, Pamela mi dice di avere cominciato a scambiarsi messaggi con questo uomo - rivela la Perricciolo -. A oggi nemmeno io posso dire se si chiamasse Caltagirone, ma proprio da quel momento Pamela ha cominciato a raccontare di avere conosciuto questo imprenditore che lavorava all'estero. Da qui la situazione ci è sfuggita di mano".  Ma Mark Caltagirone esiste o no? "Non esiste, questo è chiaro" puntualizza Donna Pamela, che però è parecchio confusa sull'identità dell'uomo. "Il matrimonio non c'è stato perché questo uomo non c’era […] Pamela Prati ha sempre saputo che non ci sarebbe stato questo matrimonio". E Simone Coppi? Nemmeno lui esisterebbe: "Eliana aveva iniziato a sentirsi con una persona. Lo incontrò a Fontana di Trevi. In quel periodo ebbe qualche problema, dire che fosse sposata serviva a far capire che non era da sola. All'inizio non era consapevole del fatto che Simone non esistesse ma dopo l'ha capito. È partito tutto per proteggerla e poi non siamo più tornate indietro, era una situazione di comodo". "Abbiamo fatto questa grandissima cavolata in tre. In agenzia disponiamo di tanti profili falsi, impossibile dire chi di noi li abbia utilizzati. Creai questi profili molti anni fa insieme ad alcuni amici. Ci sono serviti negli anni per avvicinare persone, crearci una rete intorno e anche per gioco". La Perricciolo poi chiarisce il furto d'identità del bambino fatto passare per Sebastian Caltagirone. "Questo ragazzino era un iscritto dell'agenzia Aicos. Abbiamo fatto la cosa tremenda di farlo passare come figlio di Mark Caltagirone. Pensavamo di uscirne e, invece, ci siamo sotterrate. C'è un contratto e i genitori sapevano che avrebbe dovuto interpretare un ruolo e chiamarsi in un certo modo. Come agenzia non sono tenuta a comunicare il film o il progetto. Al posto della madre, non avrei lasciato andare mio figlio con un'estranea". "Eliana e Pamela dicono che non conoscevano il bambino ma quando sono entrata nel bar dov'era organizzata la merenda, la Prati ha fatto finta di essere da sempre sua madre. Era la prima volta che lo vedeva ma non lo ha detto, ha finto che ci fossero stati altri incontri e chi era presente può testimoniarlo". La Perricciolo racconta che "la Michelazzo avrebbe voluto far cadere tutta la colpa alla Prati", ma lei ha rifiutato. "La sera in cui Eliana ha raccontato che era tutta colpa mia a Live- Non è la D'Urso ho scritto a un autore. Non sapevo cosa stava accadendo perché non riuscivo a mettermi in contatto con lei, non mi rispondeva al telefono. All'ennesima chiamata, al suo telefono risponde una donna e mi dice che una ragazza molto agitata aveva gettato il cellulare nel parcheggio". E la colpa di chi è? "La colpa è anche di chi in Mediaset o in Rai non aveva capito fin dall'inizio che il matrimonio non ci sarebbe stato". 

ELIANA MICHELAZZO, SFOGO NOTTURNO E DETTAGLI TORBIDI. Da Libero Quotidiano il 4 giugno 2019. Finisce a stracci in faccia l'amicizia tra Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo. Le due ex manager di Pamela Prati, coinvolte pesantemente nello scandalo Mark Caltagirone, si sfoga di notte su Instagram contro "l'altra" Pamela, da cui secondo Dagospia era unita da un rapporto sentimentale più profondo di un'amicizia, lavando i panni sporchi in pubblico: "Oltre che parli sei pure ladra e sai quanto ho pianto per Simone, i regali te li potevi risparmiare. Ho passato 10 Natali sola senza la mia famiglia vera. Ah sì, ora dici che i profili li hai aperti all'università! Vergogna, ti sei presa gioco di me! Per fortuna che la legge fa le sue indagini. Fatti un esame di coscienza, tutto risale a te". Il riferimento è all'altro "fidanzato fantasma" Simone Coppi, con cui la Michelazzo sarebbe stata virtualmente sposata per anni proprio come la Prati con Caltagirone. Dietro questo raggiro ci sarebbe, secondo Eliana, proprio la Perricciolo. Pamela si è difesa sul Fatto Quotidiano sostenendo che anche la Michelazzo conosceva la verità e che ha retto il gioco per questioni mediatiche. Sempre nella notte però la Michelazzo ha rincarato la dose contro l'ex amica, rivelando altri dettagli molto intimi: "Hai minacciato tante volte di morire con le gocce!". Mettendomi terrore... Dicendo che non uscivi più di casa... Pensi che ti avrei scritto muori? Non pensi che ti avrei aiutata messaggiando tranquilla? La scena del messaggio fa ridere... a breve lo pubblico".

Filippo Ceccarelli Doppio Zero il 4 giugno 2019. Si perdoni qui l'approccio smaccatamente autobiografico, tanto più deprecabile quanto più in voga e scontato al tempo dell'ego; ma debbo confessare che anche stavolta sono stato ispirato da questo frammento di Elemire Zolla: “Da un'epoca si travalica in un'altra quando le idee, i sentimenti, le immagini ossessive o consolatrici più diffuse incominciano ad appassire (...) Che cosa sta per sostituirsi, in tali momenti, agli antichi dei, alle vecchie costumanze? Per saperlo – così suona l'impegnativo incoraggiamento – bisognerà visitare i luoghi meno raccomandabili, gente che si sarebbe tentati di scartare come prossima alla follia”. Appunto. Sempre per non mettere le mani avanti, aggiungo un minimo sindacale d'imbarazzo nell'esordire su Doppiozero recando in dono la vicenda di Pamelona Prati, già starlette ultrasessantenne del Bagaglino televisivo, che esclusa dai circuiti del glamour, e aggravata da ulteriori tristi problematiche, come si dice a proposito di fragilità psicologiche e faccende economiche, per rientrare nel giro ha voluto e/o dovuto inventarsi un matrimonio fasullo con una persona, Mark Caltagirone, quello da cui qui si cercherebbe scampo, ma che non esiste proprio. Però in fondo sì. Tale scelta pseudo-nuziale le ha comportato in effetti una mole considerevole di articoli, copertine, esclusive, interviste e comparsate nelle reti televisive, specie Mediaset. Ma dopo che il giochetto è stato scoperto da Dagospia, anche dolori, malori, lacrime, confessioni e rotture, tutto vissuto adeguatamente coram populo, là dove la rete e i social network s'incrociano con la tv in un mefitico, enigmatico interscambio.

Oleodotti, figli e infarti: il mondo di Mark. L'idea di base, temeraria come un esperimento sociale, è che questo inedito interscambio abbia prodotto qualcosa, uno spazio grigiastro, una comunità mezza vera e mezza falsa, una dimensione che non esiste, ma ha effetti sulla realtà. Proprio ciò che vanno cercando i politici di questo tempo e in prospettiva il potere. Ciò che colpisce e atterrisce – ma per fortuna fa anche un po' ridere – è la meticolosa cura con cui, a partire dai cognomi, vedi la dinastia editorial-palazzinara dei Caltagirone, vengono costruiti i personaggi inesistenti destinati a interagire con quelli veri. Il mondo di Mark, ma anche il modo in cui la sua non-esistenza è venuta scandalosamente allo scoperto, consente in effetti di osservare il laboratorio nel quale prendono vita creature che sono e insieme appaiono un po' facsimili, un po' fantasmi, un po' prototipi, un po' ologrammi, comunque dotati di vita propria. Dai loro falsi profili social si dipartono per entrare a far parte della vita, alla conquista dei cervelli altrui, tra normalità ed emotività, tran tran e colpi di scena, secondo un modulo per cui ogni scambio che ottengono con la gente reale (foto, like, faccette, commenti, chat con terzi) diventa una prova della loro esistenza. Anche se non si vede, il Mark di Pamela è bello, vive fra l'Italia, la Costa Azzurra e l'America, possedendo una magnifica villa a Miami. Anche se non è parente dei veri Caltagirone, è nello stesso giro, costruisce centri commerciali in Cina e oleodotti in Libia. Ha ottenuto riconoscimenti in Albania. È ovviamente pieno di soldi, regala costosi braccialetti, in un empito racconta di aver baciato l'imminente anello nuziale, come Salvini il crocifisso del rosario, scrive altre romantiche e appassionate dichiarazioni. È un modello d'innamorato. Sempre sui social e sulle “indiscrezioni” fatte filtrare dopo i primi sospetti le finte nozze, ovviamente celebrate da un cardinale di Santa Romana Chiesa, vengono accreditate con finte partecipazioni, finte liste d'invitati, finti contratti con finti wedding planner, finti tulipani pervenuti dall'Olanda, finta cerimonia di addio al nubilato tenutasi in Egitto, ma forse era una Spa nei pressi di Formello. Con Pamelona, Mark aveva già – e qui la cosa presentava margini d'ambiguità – figli in affidamento: numero due orfanelli italo-spagnoli, ciascuno dotato di autonomo profilo Facebook con congrua dotazione di foto fasulle e veritieri interscambi. Uno dei bambini è Sebastian, ama il calcio, è laziale, “un principino biondo” secondo un'idealtipica descrizione di passaggio. Mentre la bambina si chiama Rebecca e vuole fare la ballerina; ripresa dall'alto in tutù, risulterà poi la figliola di un avvocato sardo, a tratti spacciato – come del resto un altro signore presente in ottenebrato video con un berrettino rosso – come il vero Mark Caltagirone. Che in altri profili, attenzione, nel frattempo si era sdoppiato in “Marc” e triplicato in “Marck” Caltagirone e appariva in foto, ora rubate, ora pixelate, ora pubblicate senza che si vedesse il volto, anche se poi si è scoperto che il torso, fasciato da un abito grigio, apparteneva a Gianni Sperti, che non c'entra nulla, pur risultando celebratissimo coprotagonista del programma “Uomini e donne” di Maria De Filippi. E insomma. A un dato momento, sulla spinta meritoria di Dagospia, si comincia dunque a rinfacciare a Pamela che il suo sposo non esiste. E infatti: perché non si fa vedere? Perché nel frattempo, risponde lei addolorata, ha avuto un infarto. E così anche la malattia, con il suo sinistro gravame, entra nella storia, dove tutto tocca il cuore e al tempo stesso ogni certezza si arrampica sui vetri, rinviando la verità a data da destinarsi con finta riprovazione e spontaneo, generale sollievo degli addetti ai lavori.

Da Pirandello a Lele Mora. Debbo ahimè proseguire con l'ego, per assumermi la responsabilità di un punto di partenza dal quale ora che sono in pensione, libero cioè dalle incombenze della cronaca militante, ha preso il via il mio smodato lavoro di voyeur pedinatore e osservatore ficcanaso. Anche in questo caso provo a tenerla alta e a riscattare l'imminente caduta chiedendo se queste folate d'irrealtà, questi prolungati cortocircuiti tra verosimile e bugiarderia non facciano squillare campanellini più propriamente artistici: a parte la figura di Elena Ferrante, che di recente ha anche firmato l'appello a favore dell'insegnamento della storia, mi è venuto in testa Pirandello e l'inconciliabilità dei punti di vista in “La signora Frola e il suo genero Ponza”; come pure qualche spunto di impostura borgesiana tipo l'inverosimile Tom Castro; per non dire i personaggi immaginari, ma fin troppo impressivi, di diversi film, dall'illusoria diva di “S1mOne” all'invisibile gangster Keyser Söze di “I soliti sospetti”. Per tenerla bassa, d'altra parte, portando in giro il mio “Invano: il potere in Italia da De Gasperi a questi qua” (Feltrinelli), mi capita di presentarmi come un giornalista politico la cui parabola professionale ha fatto in tempo a delinearsi “da Aldo Moro a Lele Mora”. Le implicazioni di quest'ultimo nella rotolata giù per la china della vita pubblica nazionale emersero nella torbida stagione del tardo-berlusconismo, per via del ruolo esercitato all'interno dei grandi scandali sessuali. Ma per chi avesse avuto la perversa passione di agganciare le vicende del potere con le delizie della cronaca rosa e giudiziaria, già nel 2007, dalle parti dell'affaire Vallettopoli, fu possibile seguire le res gestae di Lele Mora riscontrandovi quanto bastava a intuire, oltre a una certa puzza di bruciato foriera di prossimi e sicuri incendi, un indispensabile salto di fantasia nel suo ufficio di agente di spettacolo, mercante di umane ambizioni, demiurgico burattinaio, abilissimo a spedire chiunque in tv (e talune sciagurate, purtroppo per lui e per loro, nelle feste del bunga bunga). Tuttora il suo personaggio mostra una sua impudente grandezza, figlia del tempo e dei suoi tratti equamente distribuiti fra il gossip, il corporeo e il religioso, per cui durante la reclusione perse qualcosa come 40 chili, così come ebbe una potente e forse anche comprensibile crocca mistica. L'anno scorso, richiesto alla radio di esplicitare il proprio coinvolgimento nel rapporto con Fabrizio Corona, se l'è cavata dichiarandosi orgogliosamente cittadino di “Bombolandia”. Di recente è stato pizzicato in un campo rom che trafficava con una partita di champagne di sospetta derivazione. Ma prima che ci si perda definitivamente, l'impressione è che le avventure di Mark e Pamela nel cyber-spazio non sarebbero potute avvenire senza il magistero primigenio di Mora cui si può almeno in parte far risalire l'incrocio non solo fra gossip e potere, ma anche di quanto accade nei pressi del binomio, fra il cielo e la terra dei famosi, e quindi on line, dentro la rete, ma anche in prossimità del piccolo schermo.

Caccia, pesca e dopamina. Il punto è che il modello di Lele, quel suo costruire personaggi per darli in pasto alla tv secondo parti prestabilite, non solo ha fatto scuola, come scrivono i giornalisti, ma si è pure evoluto là dove nell'ultimo e acceleratissimo decennio la tecnologia della persuasione ha anch'essa fatto – per usare un'altra tipica espressione – passi da gigante. Con il che si è lieti di annunciare, con il consueto scrupolo degno di miglior causa, che l'idea delle finte nozze di Pamelona con l'inopinato Mark Caltagirone è il frutto di una nuova generazione di agenti di spettacolo che potrebbero idealmente definirsi le “nipotine” di Mora. Si tratta di due giovani donne, a nome Eliana Michelazzo e Pamela Pericciolo, già “corteggiatrici” di “Uomini e donne”, passate convenientemente dall'altra parte del broadcasting alla guida di un'agenzia battezzata “Aicos Management”. Con le adeguate credenziali e a un prezzo che (ancora) non è dato sapere la coppia Aicos, che sarebbe la marca delle evolute sigarette a freddo, si è messa a disposizione della Prati con la piena e sperimentata consapevolezza che la partita dell'oggi – e oggi è già domani – si gioca tutta sull'antico rapporto fra predatori e allocchi, come pure su quello che la natura stabilisce tra pescatori e pescato. Sono in effetti i social media campi venatori e di pesca per eccellenza, densi come appaiono a occhio nudo di solitudini e vanità da solleticare, e quindi di richiami, lusinghe, gabbie, trappole, esche e reti a strascico. Un giornalista esperto, fra i primi in Italia a indagare con brio e intelligenza sui meccanismi psicologici della Rete, Gianluca Nicoletti, ha spiegato bene che alcuni sentimenti comuni sono provocati dalla deprivazione sensoriale, uno stato indotto in chi condivide un ambiente artefatto e costruito dal pc. Chi passa ore e ore in quella realtà immersiva si procura, in altre parole, effetti simili a quelli che stimola la dopamina, fondamentale neurotrasmettitore dell'umore e dell'emotività. Ogni volta che si riceve un "Mi piace", o un retweet, o un complimento, un'attenzione, una foto dedicata, l'organismo rilascia una piccola scarica di dopamina, con il risultato che alla lunga si crea un fenomeno di dipendenza. “Così il nostro bisogno di social-gratificazione cresce nel tempo – conclude Nicoletti – esattamente come accade a un cocainomane, o come convenzionalmente accade in una fascinazione amorosa”. Che tanto più in pubblico vive di trasporti, rimbalzi, gelosie, amnesie, ambiguità e tradimenti.

La centralità di Barbara D'Urso. La Gazzetta Ufficiale dei dibattiti social è costituita da quei rotocalchi che in un tempo ormai abbastanza lontano si liquidavano “da parrucchieri”. Non saprei dire quando esattamente siano entrati nelle mazzette dei giornalisti politici (i più scrupolosi). Ma a occhio e croce direi che anche in questo caso è accaduto all'apice dell'età berlusconiana, a partire dalla sua seconda vittoria alle politiche del 2001, quando Sua Emittenza, il Signore di Arcore, una volta assurto a Palazzo Chigi ha sentito la necessità di imporre un modello estetico di comando regale, affidandolo a quel genere di dispositivi di consacrazione mediatica. Come avviene nelle dinastie titolate, i vari “Chi”, “Novella 2000”, “Eva 3000”, “Diva e donna” e “Dipiù” ci hanno dato dentro con i berlusconidi, arrivando spassosamente anche molto in là, tipo l'intervista al cugino prete del Cavaliere, parroco a Lomazzo, provincia di Como, pure raffigurato con oggetti sacri. Nel frattempo il gossip (vulgo: pettegolezzo) andava configurandosi come un indispensabile specchio entro cui prendeva luogo e corpo una specie di nuova, composita ma in fondo omogenea aristocrazia fatta di Vip dello spettacolo, dello sport e della politica e sorvegliata dai medesimi rotocalchi e dai primi siti gossipivori con modalità che – vedi l'indiscreto Dagospia con i suoi vistosi Cafonal – ricordavano un po' il sistema carcerario del Panopticon. Come succede non di rado ai giornalisti, temo di essere insieme pedante e impreciso. Per quanto possa fare schifo, questo vivere in pubblico e sotto il fuoco dei media offrendosi ai dardi della più varia malevolenza rispondeva comunque all'annullamento dei confini tra la sfera pubblica e quella privata. E se la “vetrinizzazione sociale”, come definita da valenti studiosi come Vanni Codeluppi, si affermava senza trovare ostacoli, e se il concetto di gossip diveniva oggetto di seri studi politologici, è pure vero che in molti ambiti, fra cui quello del potere, l'antico contegno e anzi direi la vergogna stessa andava a farsi benedire. Per cui si spiega come al giorno d'oggi Barbara D'Urso, che nella storia di Mark Caltagirone ha inzuppato il pane a più non posso, si è naturalmente sostituita a Bruno Vespa nel ruolo mediatico-cerimoniale del potere; e nelle interviste che vanno in onda a “Domenica live” ecco che i leader, i presidenti e i ministri dell'alleanza nazional-populista le danno del tu (“Senti, Barbara...”), benevolmente ricambiati, e dopo si fanno anche la foto abbracciati in vita, e al momento dello scatto, soffusa di lux perpetua, lei guarda in camera piegando le labbra in una specie di bacio di legittimazione. Amen. 

Fantasmi truffaldini. Ha proclamato Barbara D'Urso in una delle tante trasmissione dedicate alla saga: “Ci sono tante donne che sono fidanzate con persone che non esistono”. E ancora: “Ho tante amiche che sono convinte di avere un fidanzato solo perché ci parlano su Facebook”. E può anche darsi. Da anni la rete ha aggravato il peso dell'intimità e al tempo stesso dilatato a dismisura le possibilità di condivisione. In un'atmosfera euforica e sdolcinata, ma anche dolorosa e talvolta non priva di un retrogusto cospirativo  – ah, l'eredità del melodramma! – il regime del trash ha ben concimato il terreno per la fioritura di fake che sui social e sulle piattaforme di dating operano a mezza via tra la menzogna social e la vera truffa sentimentale; per cui in effetti molte poverette ammettono di aver avuto palpitazioni e intrattenuto relazioni – pure con scambio di porno domestico – con persone che nel migliore dei casi operano alla tastiera sotto mentite spoglie (richiestissimi gli uomini in uniforme militare). L'equivalente dei raggiri economici, tipo l'ex ministro del Tesoro dello stato africano che ha messo da parte un ricco tesoro, ma siccome non può attingervi, ha incaricato un intermediario, di norma un parente prossimo, di spillare qualche centinaio di euro a qualche gonzo per sbloccarlo – donde il bengodi, la cuccagna e l'eldorado. Da quel che è dato capire, il principale bacino d'utenza nell'ambito della manipolazione sentimentale, il nucleo incandescente di questa umanità di predoni e predati, sembra comunque composto da un certo numero di morti e morte “di fama”, come con sprezzante efficacia li ha designati Dagospia: aspiranti e reduci del Grande Fratello, naufraghi e renitenti alla leva delle isole dei famosi, corteggiatrici e tronisti dei programmi di Maria De Filippi, detta “la Sanguinaria”, e altri ambiziosi cercatori di fortuna provenienti dalle discoteche, scuole di ballo, palestre, centri estetici, di benessere e di ricostruzione delle unghie, compagnie di biker e – attenzione! – gruppi politici sparsi e lampeggianti per l'Italia profonda della periferia. Ognuno di essi con i suoi spregiudicati agenti 2.0 ai quali si affianca un milieu fatto di blogger raccattati, improbabili influencer, social media manager di serie C1, spin doctor pizza & fichi, ma che di sicuro sono in grado di inventarsi profili e sanno benissimo come nutrirli di balle per aumentarne l'attività e generare vere e proprie comitive che possono sempre servire, allargandosi e attivandosi per esempio in vista di momenti caldi ed elezioni. A riprova dell'accelerata contiguità o forse ormai dell'avvenuta osmosi tra vita vissuta, gossip, ricerca di popolarità, perdita di tempo e post-militanza politica all'ombra dei social. 

E Silvia Sbrigoli prometteva le “Zigulì”. Forse è perché alla fine uno si illude di aver capito e al tempo stesso brancola nel buio. Ma certo, pur con le peggiori intenzioni, sono rimasto sorpreso quando ho preso atto che una certa Silvia Sbrigoli prometteva le caramelle “Zigulì” a Sebastian Caltagirone. E che c'era un altro tipo, Ivan Lazio, che si dava da fare intorno al futuro e brizzolato meta-sposo di Pamelona; o quando mi sono reso conto che pronubo un tale Stefano Codispoti, la vicenda aveva preso una strana piega calabrese. S'era in effetti materializzata da quelle parti, luogo d'origine dell'agente Perricciolo, una deputata di Fratelli d'Italia che veniva indicata come la precedente fidanzata dell'inesistente Mark, con evidenze di sintomatica uniformità. Così come aveva preso a tambureggiare contro di lei una esponente del Pd, pure calabrese, non si capiva se in nome della trasparenza, della verità o di che altro. In ogni caso, per ovvie ragioni, la prudenza nel giudizio era sorella della diffidenza, per cui mi appariva tutto vero, nel senso che ogni post lasciava una reale traccia in rete, ma nel contempo anche tutto falso; o meglio, fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni. Più esattamente: la sarabanda in espansione sembrava riassumere tenendoli insieme, come ha scritto Andrea Minuz sul Foglio del sabato, brandelli di palinsesto, oltre che idee e sotto-idee televisive: “Chi l'ha visto?” (che poi ha dedicato una puntata a Mark), “Mi manda Lubrano”, “C'è posta per te”. A tutte le ore, siti e televisioni presentavano impossibili trame, inutili colpi di scena, assurde peripezie e vacui inghippi annegandoli in un mare magnum di chiacchiere con la partecipazione di “analisti” per lo più sconosciuti, ma di bella presenza ed elementare linguaggio, Giovanni Ciacci, Georgette Polizzi...Con temerario rimando storico aggiungerei che la quantità e qualità di bizzarri testimoni ricordava un po' il circo che quasi settant'anni orsono si trascinò appresso, nei memoriali per la stampa e dentro le aule giudiziarie, il caso Montesi: l'ex soubrette Giobbengiò, la scrittrice Caramello, “Giovanna la Rossa”, una misteriosa signora soprannominata “la Dromedaria” e il preteso agente del Cominform Piero Pierotti. Ma a parziale compensazione comparivano nella saga caltagironesca anche due cani, a nome Oscar e Benito, entrambi tuttavia enigmaticamente recanti in foto una medaglietta con la croce celtica.

Epifania della famiglia Coppi e di Giò Inolem. Debbo ripetermi, lo so bene. I processi di reciproco accreditamento social si moltiplicavano con ritmi inusitati gonfiandosi e sollecitando reazioni in un gioco di scambi, specchi, rifrazioni e rimbalzelli sempre più arduo da seguire, anche perché a getto continuo confluivano novità hard: potenziali aggressioni con l'acido, per dire, e relative azioni legali (l'avvocato di Cagliari presentava denuncia perché fatto passare come Mark Caltagirone). A un dato momento, con lieto sgomento, ho realizzato che con sfacciata precisione e ribalda sicurezza le due agenti avevano da tempo dato vita e immesso in rete un intero nucleo parentale inesistente il cui cognome, Coppi, evocava un grande ciclista, ma soprattutto un celebre avvocato. Ben 10 (dieci) anni era durata la relazione che la Michelazzo sosteneva di aver avuto con tale Simone Coppi, incontrato, no, anzi visto in realtà una sola volta, a Fontana di Trevi, anche se la certificazione del legame era delegata alla foto di un tatuaggio, con tanto di date e svolazzi grafico-epidermici. Oltre a Simone, che esercitava la professione di magistrato e come tale aveva avuto a che ridire con un ex corteggiatore tradito dalla fidanzata, esisteva molto in teoria anche Davide Lorenzo Coppi, di cui si veniva a sapere che possedeva un imponente acquario di pesci tropicali a capo del letto e che era impegnato a sostenere come volontario i bambini di Haiti colpiti dal terremoto. Quindi c'era anche il cugino Danny Coppi, presumibilmente Daniele; e dulcis in fundo Hellen, pure Coppi e presumibilmente niente. In tale grazioso contesto apparve l'ennesimo fake, dal nome invero piuttosto sbrigativo di Giò Inolem. Non ci voleva molto a capire che se il nome poteva essere un'abbreviazione di Giorgia, il cognome era indubitabilmente Meloni alla rovescia. E qui, come si dice all'estenuato pubblico, mi avvierei alla conclusione.

Verso la minoranza assoluta. Posto che quasi certamente Giorgia Meloni nemmeno lo sa, debbo confessare di aver guardato ogni volta con sospetto al numero mostruoso e sempre crescente di follower che gli odierni politici vantano su Facebook, Twitter e Instagram. È uno scetticismo antico e ben radicato che di sicuro ha a che fare, oltre che con le debolezze umane, con l'anagrafe professionale: l'eccessiva proliferazione del tesseramento dei partiti nella Prima Repubblica e la smodata sopravvalutazione dei dati nei sondaggi preelettorali nella Seconda. Per cui mi pare di poter concludere che nella Terza, questa di oggi, è del tutto inverosimile che Salvini, Di Maio, Zingaretti, Meloni e compagnia cantante abbiano milioni e milioni e milioni e milioni di seguaci, moltissimi dei quali intervengono quasi sempre a loro sostegno. Neanche a farlo apposta, proprio nelle settimane dell'affare Caltagirone sono cominciate a venire fuori le prime spontanee e timide verifiche sulla reale entità della partecipazione alla vita di questi politici perennemente on line. Sono calcoli ancora imperfetti, a campione e artigianali, seppure di buon senso, ma tempo verrà per più puntuali e scientifiche rilevazioni. Da quel poco che si capisce, gli odierni campioni dei social hanno di gran lunga oltrepassato l'improntitudine dei signori delle tessere democristiani (che comunque se le pagavano) e la spudoratezza demoscopica di Berlusconi, che si gloriava di percentuali pazzesche, per cui era quasi inutile fare le elezioni e votare (d'altra parte il Cavaliere era anche il proprietario di agenzie di raccolta dati, quando non acquistava a caro prezzo quei cialtroneschi numeri a suo vantaggio). E insomma, per farla breve: il sospetto è che oltre il 65 per cento dei follower, comprendendo nella categoria le simpatiche figure dei troll e degli haters, sono fasulli – e tanto più fasulli in quanto non costano nulla. Si dice a Roma, a proposito di chi si fa bello: quattrini e santità, metà della metà. A occhio, la perfida rima trova conferma e sviluppo nella tecnologia della rete. Sempre in singolare coincidenza con le vicissitudini di Pamelona e le sue agenti (con cui ha litigato) si è potuto leggere che on line esistono e funzionano da tempo, attraverso calcoli neurali, dei veri e propri generatori di figure perfettamente realistiche, ma immaginarie. Cioè uno fa click e viene fuori un volto, ma perfetto – posso garantire che l'esperienza vale la pena. C'è anche da dire che a scanso di equivoci, chi ha inventato e messo a punto il modello ha avuto la simpatica idea di intitolare il sito: “This person does not exist”. Più facile, rapido e meno costoso della clonazione. Ho pensato dunque: con questo sistema, da Mark in poi, la conquista del 51, ma forse anche del 101 per cento è a portata di mano. Poi, con più calma, mi è venuto il dubbio che anche in quel caso ci si potrà consolare – guarda te! – con Machiavelli: “Perché si trova questo nell'ordine delle cose, che mai non si cerca fuggire uno inconveniente che non si incorra in uno altro”.

LA VERITÀ DI TRE BUGIARDE. Da Il Fatto Quotidiano il 5 giugno 2019.  “Pamela Prati ha sempre saputo che non ci sarebbe stato questo matrimonio”. Parole di Pamela Perricciolo che si confessa nella lunga (e attesa) intervista rilasciata a Fanpage.it (per la quale, specifica la giornalista, non è stato ricevuto alcun compenso). Perricciolo racconta di come l’imprenditore Mark Caltagirone, padre di due presunti figli in affido, non sia mai esistito e svelando la sua verità a proposito del profilo di Simone Coppi e delle altre decine di profili fake utilizzati nel corso degli anni. Nell’intervista la Perricciolo fornisce le prove che dimostrano che la socia Eliana Michelazzo sapeva la verità circa queste identità fittizie e aggiunge che Pamela Prati era d’accordo con loro per spingere la finta esistenza di Caltagirone e il suo matrimonio. La Perricciolo sostiene che un “Marco” esistesse davvero all’inizio e afferma che fu lei stessa a parlare di quest’uomo a Pamela Prati: “Avevo detto a Pamela Prati che c’era un uomo che ha frequentato il mio ristorante e che mi chiedeva spesso di lei. Mi diceva di chiamarsi Marco e di non vivere in Italia. Verso fine marzo, Pamela mi dice di avere cominciato a scambiarsi messaggi con questo uomo. A oggi nemmeno io posso dire si chiamasse Caltagirone, ma proprio da quel momento Pamela ha cominciato a raccontare di avere conosciuto questo imprenditore che lavorava all’estero. Da qui la situazione ci è sfuggita di mano” per poi chiarire: “Il matrimonio non c’è stato perché questo uomo non c’era”. E i profili intestati ai familiari di Simone Coppi, fidanzato inesistente di Eliana Michelazzo? Falsi, secondo Perricciolo, nati anni fa e gestiti da lei stessa e da alcuni amici dei quali preferisce non fare il nome. Chiarisce che il “magistrato Simone” non esiste e che Eliana Michelazzo, dopo avere conosciuto un certo Simone nel 2009, abbia portato avanti con lei questa bugia per un fatto di comodo: “Eliana aveva iniziato a sentirsi con una persona. Lo incontrò a Fontana di Trevi. In quel periodo ebbe qualche problema, dire che fosse sposata serviva a far capire che non era da sola. All’inizio (delle chat social, ndr) non era consapevole del fatto che Simone non esistesse ma dopo l’ha capito. È partito tutto per proteggerla e poi non siamo più tornate indietro, era una situazione di comodo”. Perricciolo affronta anche la questione legata all’identità del bambino spacciato per Sebastian Caltagirone. “Questo ragazzino era un iscritto dell’agenzia Aicos. Abbiamo fatto la cosa tremenda di farlo passare come figlio di Mark Caltagirone. Pensavamo di uscirne e, invece, ci siamo sotterrate” . “La colpa è nostra al 50% – dichiara la Perricciolo – Il resto è di chi ci ha invitato in tv e fatto andare avanti in questa situazione. […] Se non fossimo servite a fare audience, ci avrebbero fermate e denunciate per truffa. Noi non ci abbiamo guadagnato, a parte Eliana Michelazzo ultimamente. Chi ci ha guadagnato davvero da questa storia sono i programmi. Nessuno sapeva con certezza che il matrimonio non ci sarebbe stato, ma se continui a invitarmi fai il mio gioco”.

Da bitchyf.it il 5 giugno 2019.  Dopo aver visto e sentito i suoi screen e l’audio che Pamella Perricciolo ha reso pubblici, ieri notte Eliana Michelazzo è sbottata. La proprietaria della Aicos Management ha pubblicato diverse storie su Instagram, nelle quali accusa la sua ex socia di moltissime cose, addirittura di un’aggressione ad una certa Pamela De Lapa. “Tu parli di Barbara d’Urso e delle persone che lavorano a Mediaset. Io mi sono sempre comportata bene, mentre tu mi dicevi ‘non andare perché ti mettono in mezzo’. A me sembra che abbiano tutelato la situazione, anzi, io avevo dei paletti che mi mettevate tu, Marco e Pamela. Io ho vocali di un uomo che mi dice ‘senza contratto non entri in puntata’. Ti ho denunciato e continuerò a denunciarti all’infinito. […] Io ho persone che hanno fotografie tue che vai nelle sale giochi. E sai quali soldi giocavi? I miei, di Eliana, che mi facevo un mazzo così. quelli che ti davo io. Devi curarti, perché la tua mente è diabolica. Ricordati queste parole. Ah e Pamela De Lapa? Non ce la ricordiamo? Le ho salvato la vita perché l’hai presa per il collo. Hai chiesto soldi a gente, hai fatto contratti falsi. Io spero che la magistratura dia subito un verso a tutto. Ricordati che io ho tante cose tue dove calunni la gente e mandi video on line e fai finta di essere stata aggredita. Quindi non scherziamo Pamela, perché se vuoi la guerra, la guerra ci sarà. Vuoi metterti contro tutte le persone che hai soggiogato? Non ti conviene. Ti conviene rimanere in quella casetta, quella casina in mezzo alle montagne che sai bene tu. Quella casa lontana ci dovresti stare tanto. Inutile che vai in giro con l’avvocato. Dopo tutti i reati che hai fatto. Sei una criminale, sei una criminale vergognati.” Tutto questo è meglio di una soap opera messicana. Quando pensi di aver visto il peggio del peggio, arriva l’ennesimo colpo di scena che ti spiazza.

Paolo Federici per Chi il 5 giugno 2019. I veri fan di Pamela Prati, quando scendono a Olbia, non girano a destra verso la scintillante Costa Smeralda e i suoi ombrelloni affittati al costo di un trilocale: vanno verso l’interno. Dopo chilometri di prati e montagne brulle e bellissime, in cui si incrociano tante greggi quante persone, arrivano nel centro più grande del Logudoro: Ozieri. La Sardegna più vera e antica, dove la gente passeggia nell’immancabile via Umberto, chiacchierando senza fretta tra case dell’800 restaurate senza sfarzo. La storia di Pamela Prati comincia qui, in questo paese di 10mila abitanti, dove nasce nel 1958. «Pamela? Ma che Pamela! Paola, Paola Pireddu», esclama il primo ozierese con cui parliamo, Luigi, più conosciuto come Gigi Polemica. «Paola aveva già una bellissima presenza anche da ragazza, ma noi, i suoi coetanei, la vedevamo come inarrivabile: sembrava già predestinata al successo», attacca. Dietro suo consiglio ci dirigiamo all’Antico Caffè Svizzero, dove Pamela/Paola andava con le sorelle a fare le pulizie per racimolare qualche soldo. Il pub è gestito da Salvatore Falchi e da suo fratello, che però scuote la testa: «Noi siamo più piccoli, non c’eravamo quando Pamela e le sue sorelle ogni tanto venivano a lavorare da mio padre Domenico». Al bar Italia di via Roma due avventori, che però ci tengono a restare anonimi, ricordano che «quando filava con Mirco, il suo ragazzo di allora, era molto riservata. Non è mai, ma proprio mai stata chiacchierata, qui a Ozieri. La loro era una famiglia umile, con tanti fratelli, ma molto dignitosa», racconta quello che dice di chiamarsi Vincenzo B. «Però...», e qui fa una pausa, guarda il suo compagno di tavolo ed esplode in una risata: «Però quando se n’era già andata e le sue foto sono uscite su Playboy, la madre e il padrino si sono precipitati a comprare tutte le riviste presenti nelle edicole del paese. Noi siamo dovuti andare fino a Chilivani per riuscire a trovarlo, perché a Ozieri non c’era più una copia che fosse una». Poi, all’improvviso: «Ah, eccolo, quello è Lorenzo, uno dei suoi fratelli. Ma ormai per tutti è Pamelo», dice indicando un passante che si affretta. Poco più in là, al bar Nazionale («Che nell’800 era quello frequentato dai proprietari terrieri: venivano qui con il loro vino, se lo facevano mettere in fresco e poi bevevano quello, così non dovevano pagare», ricorda l’attuale proprietario), scambiamo quattro chiacchiere con Antonio Farina, (ex) macellaio della futura attrice: «Da noi, dai “Fratelli Farina Carni Sarde di Qualità”, venivano tutti, e anche Pamela: era bellissima. Ed era tra le prime a usare le minigonne in pelle. Quando usciva mi si svuotava la macelleria!», ricorda. «Sì, e tu davi sempre ossa e polpa perché Pamela crescesse bene», aggiunge Giuseppe Mantia, per gli amici “Minosse”, forse con un pizzico di malizia. Pamela Prati, comunque, è rimasta nella memoria di tutti anche dopo che se n’è andata. Vittorio Zicchittu era il proiezionista del cinema discoteca De Candia: un piede nel mondo dello spettacolo ce l’aveva anche lui, insomma. «Quando uscì il suo primo film – forse era La moglie in bianco.... l’amante al pepe – qui c’era la fila in strada di gente che voleva vederla: l’avremo tenuto in cartellone per un mese, più della Febbre del sabato sera», rivanga nel passato.  «Ma Pamela veniva spesso anche prima, di persona, al De Candia. A Ozieri non c’era tantissimo da fare, il cinema era una delle poche attrazioni». «E poi si andava alla “valle del pomice”», aggiunge Luigi. «La chiamavano così sia per la pietra che la costituiva, sia perché ci andavano le coppiette. Ci andavamo tutti, erano cose innocenti: si usciva dalla discoteca e si andava lì, dopo avere ballato i lenti. E ci andavano anche Pamela e Mirco». «Comunque, Pamela era bella, anche se rispetto alle sue sorelle sembrava il brutto anatroccolo», si intromette Minosse. «Il padre, Paolo Cantara, quello che le ha lasciate, aveva tre “concubine”», spettegola. Paolo Cantara abbandonò la madre, vedova di guerra con già due figli, al suo destino senza nemmeno averla sposata. «In paese lo chiamavano Piscittu Murtu, “Pescetto morto”, per antifrasi (la figura retorica in cui si usa un termine per dire il contrario, ndr): era un po’ il Rocco Siffredi di Ozieri. E ha fatto solo figlie bellissime», aggiunge Vittorio Zicchittu. «Aveva dei geni eccezionali: d’altronde, arrivavano dalla nonna, Ginedda Bedda, Ginetta la Bella», precisa Farina. E Minosse calca la mano: «Cantara, il padre, era uno di quelli che “nella vigna dello zio, quando non c’è lui ci sono io”...Poi Pamela/Paola ha iniziato a raccontare in giro che suo papà era di origini spagnole, che era un ballerino di flamenco...». Antonio Farina lo conosceva abbastanza bene: «Un giorno eravamo andati insieme a caccia al cinghiale», ride, «e parlammo proprio di questo. Io avevo saputo questa cosa e gli dico “Ma dai, Piscittu, allora sei esperto di flamenco?” e la sua unica risposta fu “Ma che, manco conosco il tango...”». «Però era “esperto” di campagne...», non si trattiene Minosse, che ha già iniziato i brindisi con cui festeggerà, stasera, i 45 anni di matrimonio con “la Vincenza”. Il padre spagnolo e ballerino di flamenco: ma perché Pamela doveva inventarsi qualcosa di palesemente improbabile? «Perché suonava esotico, perché era una bella fantasia. Intanto, però, Piscittu Murtu era diventato Piscittu Muerto. “Muerto”, non “Murtu” alla sarda, in onore delle sue fantomatiche origini iberiche», sorride Gigi Polemica, mentre arranchiamo sudando in salita, verso la vecchia casa di Pamela. «Ecco», dice indicandoci una fonte, «questa è la fontana dove Pamela andava ad abbeverare la brocca». E poco più su, ci mostra un balcone: «E quella era casa sua», spiega. Scattiamo qualche foto sotto il sole che finalmente è diventato estivo, quando si affaccia l’attuale inquilina. «State fotografando casa mia? E perché?», ci chiede. Ma è quasi una domanda retorica. E quando le confermiamo che è per un pezzo su Pamela Prati, ci urla dall’alto: «Noi siamo ozieresi, e tifiamo tutti Pamela Prati». Ed è la verità: tra risate e qualche malizia, tutti quelli che abbiamo incontrato le vogliono e le hanno voluto bene. «Peccato, quando se ne è andata a Civitavecchia ha iniziato a cambiare», si lamenta qualcuno. «Una volta l’ho incrociata in aeroporto ma ha finto di non vedermi, non ha nemmeno alzato al testa. Peccato. Ma comunque è nata qui da noi, siamo di famiglia». E Vittorio Zicchittu aggiunge una nota d’attualità: «Anche il sindaco l’aveva detto: se venivano a Ozieri lei e coso... come si chiamava?... Caltagireddu, la sposavamo qui, nella nostra chiesa».

Giuseppe Candela per Dagospia il 6 giugno 2019. "Voglio dire che non ci sono vittime e carnefici. Uno può stare seduto qua, ammettere quello che ha fatto e non alzarsi e andare via perché è troppo facile. Io chiedo perdono e spero lo facciano anche le altre", si conclude così la lunga intervista di Pamela Perricciolo a Live-Non è la D'Urso. Mediaset non si fida dell'ex manager della Prati e punta sulla registrata considerando anche le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi a Fanpage: "Chi di Mediaset e Rai non aveva capito che il matrimonio ci sarebbe stato? Verissimo ha bloccato subito i pagamenti alla Prati, non pensi che si sia voluto fare un po' troppa polvere e troppe puntate su questa storia? La colpa è al 50% nostra e al 50% di chi ci ha invitato e ci ha fatto andare avanti. Se io fossi stata un vertice e mi fossi sentito preso in giro, se non ti servivamo per fare audience io ti chiamavo e ti dicevo: 'Mi hai preso in giro, questa è una bella denuncia per truffa, arrivederci e grazie." Dichiarazioni non citate in puntata, assente anche una replica dall'azienda. La Perricciolo presenzia gratis nel contenitore di Barbara D'Urso e riesce nell'impresa di non dire praticamente niente di credibile, offrendo con una serie di bufale piene zeppe di contraddizioni. Le tre protagoniste della storia sembrano disposte a concedere il 10% di verità per poter far passare il 90% delle loro bugie. Tutto serve per incolpare le altre due e a rafforzare la propria posizione di vittima. È una gara a salvarsi il culo, inutilmente. "Peggio di un serial killer", commenta ironica la Perricciolo dopo aver visto un servizio che sintetizzava le accuse nei suoi confronti: "Sedermi qua e dire ‘Sono innocente' sarebbe una presa per il culo, come dire che la colpa è solo mia. Siamo state in tre, ci siamo sedute in tre, nessuno aveva una pistola puntata alla tempia. Quando la Prati si è seduta davanti a te (il 2 dicembre 2018, ndr) non c'eravamo noi a dire cosa dire e cosa non dire. Ho fatto le mie indagini e Mark Caltagirone non esiste. Come ho detto a Fanpage.it, ho conosciuto una persona nel mio ristorante che mi chiedeva sempre di Pamela Prati. L'avrò visto 4 volte, non chiedo il cognome alle persone'' Diceva di chiamarsi Marco, su Facebook era Marco Calta, ma non vado a chiedere i documenti. Piano piano, poi, su Facebook è diventato Marco Caltagirone". Tutto ciò ovviamente è falsissimo, visto che la Perricciolo almeno dal 2016 scriveva sui profili Facebook di Mark Caltagirone quando il finto imprenditore serviva ad abbindolare Wanda Ferro. Poi la conoscenza con Pamela Prati: "Pamela un giorno è venuta da noi e ha detto che lei aveva scritto a questa persona perché vedeva che ci commentava sui social. Dopo un paio di sere, ci ha detto che ci stava insieme. È nato così tutto quanto. Prima ha detto ‘Ci sto insieme' e poi ‘Mi sposo'. Quando ci ha firmato il mandato che si sposava, noi eravamo convinti che stesse con Mark Caltagirone. Pamela Prati vittima? Neanche l'esorcista riesce a plagiare Pamela Prati, non è plagiabile". Il numero dell'inesistente imprenditore risulta intestato a Pamela Perricciolo: "Il numero che ha telefonato in diretta era intestato alla Dreaming Management che è mia, il numero con cui si sentiva Pamela Prati, quello che Mark Caltagirone scriveva su whatsapp, non è intestato a me. Io ho avuto anche un pagamento in contanti da questa persona al mio ristorante. Gli ho dato io una scheda della Dreaming perché gli serviva un numero italiano. Io l'ho visto, com'è? Brizzolato. Io non posso dire ‘Ci siamo inventati tutto' perché l'inizio non ce lo siamo inventati. Noi siamo caduti in una situazione in cui non sapevamo uscirne quando Pamela Prati ci ha detto che questa persona non si presentava". L'ex manager replica alle accuse che le sono state rivolte da Manuela Arcuri, Sara Varone e Alfonso Signorini scaricando la responsabilità su altri (misteriosi e non identificati):  "Stimo il direttore Alfonso Signorini ma io all'epoca non mi chiamavo nemmeno Donna Pamela. Si sarà sentito con qualcuno ma quando io l'ho chiamato non l'ho fatto per avallare l'ipotesi di Lorenzo Coppi ma solo per fare un'ospitata con un personaggio e ci serviva il numero di telefono. Lui mi disse che si sentiva su Facebook con Lorenzo. Io non vedevo nulla, all'università avevamo aperto dieci profili''. Piccolo appunto: la Perricciolo ha 42 anni. Dieci anni fa, quando nacque Simone Coppi, ne aveva 32. Era ancora all'università? Immaginatevi la scena: questa ragazza 8 anni fuori corso che ridacchia sui banchi dell'ateneo (quale?) coi suoi amici senza volto, mentre creano falsi profili ''di cui ho tuttora la password''. Quindi mentre per 10 lunghi anni uno dei suoi fantomatici amici turlupinava la sua migliore amica nonché convivente, una ''sorella'' così amata da tatuarsi ''sisters'', invece di entrare in questi profili a vedere chi e come truffasse l'adorata Eliana, lei ha lasciato correre? Ci deludi Pamela, è troppo ridicola come spiegazione. La sua improbabile difesa prosegue: ''Sara Varone se n'è ricordata dopo nove anni di parlare? Io non ho querelato Sara ma il giornale che ha riportato cose pesanti, come dire che ho preso soldi. Loro non hanno le prove che fossi io, è venuto fuori tutto dopo il caso di Pamela Prati. Manuela Arcuri? Per cinque messaggi non può dire di essersi sentita con una persona. Erano usciti molti giornali in cui la definivano ex di Simone Coppi, poteva smentire dieci anni fa. Le password di quei profili creati all'università le avevamo in dieci. Non sono stata assolutamente io a scrivere a nessuno di loro". Dopo due mesi dall'esplosione di Pratiful Barbara D'Urso rivela, questa volta senza accenni en passant, i suoi contatti con Mark Caltagirone: "Stavo facendo il ‘Grande Fratello' e ricevo un messaggio da uno sconosciuto che come foto ha un cane uguale al tuo. Mi dice: “Salve signora D'Urso, verranno delle persone a parlare con lei perché sono Mark Caltagirone, vivo in Giappone e voglio investire molti soldi nei suoi programmi perché l'ammiro”. Non rispondo. Poi un giorno, una persona che lavora con me, mi dice che vede due persone sedute nei miei posti riservati al ‘Grande Fratello' ed eravate voi due che volevate conoscermi. Io non avevo tempo. Dopo un po' di tempo venite nel mio camerino e parlate di Mark Caltagirone. Mi dite che siete le agenti di Mark Caltagirone. Io vi invito a parlare con Publitalia. Voi mi dite che Mark è bello, single e mi mostrate una foto. Il giorno dopo mi informo con Publitalia per passargli la palla e loro mi dicono: "Mai sentito nominare Mark Caltagirone, né Eliana e Pamela". Io già non mi fidavo e ho lasciato perdere tutto. Da questo profilo, con il numero intestato a te, mi arrivavano messaggi: ‘Buon Natale', ‘Buon grande fratello' e io non ho mai risposto. Dopo l'intervista fatta a Pamela Prati, Caltagirone mi scrive: ‘Grazie per la delicatezza con cui ha parlato dei miei bambini, lei è spettacolare'. Ho risposto con un fiorellino. La domanda è: questo signore che non esiste e l'utenza è intestata a te, tu hai detto di avergli dato la scheda, chi è questo qui?". Sull'ex socia ha dichiarato: "Ho denunciato Eliana anche se la mia non è stata paparazzata come la sua. Lei sapeva che non esisteva Simone Coppi, cinque anni fa è stata denunciata per un fatto analogo a questo. La polizia ci ha sequestrato il cellulare e ci ha detto che avevamo fatto conoscere Danny Coppi a una donna. Lei lo sapeva che Simone Coppi non esisteva. Sentirla dire “Ho paura di Pamela Perricciolo” mi fa ridere. Abbiamo abitato insieme per anni, i miei nipoti la chiamano zia, mi sono tatuata “Sisters” perché per me era una sorella. Non c'è mai stata una relazione tra noi due. Mi ha fatto male che abbia detto di aver denunciato i miei genitori che non c'entravano niente in questa storia". La esclude però dalle responsabilità delle nozze e ammette di aver messo in scena la finta paparazzata di Pamela Prati con l'uomo dal cappellino rosso, consegnata a Sorge: "Io credevo che questo 8 maggio sarebbe arrivato, ho preso quasi una denuncia da un catering. Eliana non c'entra proprio niente in questo matrimonio. Noi pensavamo che questo matrimonio si dovesse celebrare davvero. Con tutte le pressioni dei giornalisti un giorno ho detto a Pamela Prati: ‘Cosa dobbiamo fare?'. Lei pensava che se fosse uscita qualche fotografia, avrebbero pensato ‘Sì esiste'. Io quello della foto non lo conosco, è un amico di Pamela Prati. Ci sono alcune cose che abbiamo fatto insieme tutte e tre. Io e Pamela avevamo capito che dovevamo darci un taglio con le ospitate televisive ma Eliana diceva che bisognava continuare perché 'non so come uscirne'''. La Perricciolo ha negato di aver "usato" il finto Sebastian Caltagirone senza informare la famiglia: "La mamma sapeva che il figlio avrebbe interpretato Sebastian Caltagirone, c'era un compenso elevato. Ha chiesto lei di iscrivere il bambino all'agenzia. Questa signora l'ho vista qualche volta, non eravamo affatto amiche. L'avvocato della famiglia del bambino, tra l'altro, è un mio compagno di scuola, andremo a vedere anche questa cosa. Io, Pamela ed Eliana eravamo a cena a casa mia e Pamela Prati ha detto che Sebastian aveva mandato a te un video tramite Mark. Non è vero, però, che il bambino ha fatto messaggi vocali fingendo di avere un tumore. Io mi sono prestata a questa cosa orrenda perché ci serviva un bambino per uscirne. Pamela Prati sapeva". A fine intervista Barbara D'Urso ha letto una mail contenente nuove accuse: "Circa otto anni fa abbiamo conosciuto la Perricciolo e la Michelazzo durante un torneo di burraco. Andando avanti con la frequentazione, arriviamo al 2013 anno in cui tu saresti stata fidanzata con un cugino di Eliana. Si spacciavano per tue agenti, quando passava un tram con impressa la tua foto, si inginocchiavano dicendo: ‘Ave, zia Barbara'. Così, chiesero alla mia compagna di investire 7500 euro, suddivise in tre tranche in un fondo gestito da te e con sede a Capo Verde. La Perricciolo si presenta pochi mesi dopo con 600 euro in contanti a titolo di interessi maturati. Dopo numerose e varie richieste nel 2015 ci hanno dato poco più di 3000 euro, poi il silenzio assoluto, fino a quando la mia compagna ha messo alle strette Pamela. Li aveva spesi lei, la Perricciolo ha ammesso che il fondo non è mai esistito. Come lei stessa ha ammesso, ci deve restituire ancora 3400 euro. Ci ha confidato anche che Simone Coppi non esisteva". La Perricciolo ammette i rapporti con queste persone e nega di aver messo in mezzo la D'Urso.

Michele Serra per “la Repubblica” il 7 giugno 2019. Se, come me, avete seguito poco o per nulla il caso di Pamela Prati e del suo sposo immaginario, Mark Caltagirone, fate un passo indietro. Recuperate indizi. Riascoltate le interviste. Analizzate le dichiarazioni. Tuffatevi in quell' entusiasmante gorgo di acque reflue che è la tivù pop, con il suo vasto indotto di blogger pop e giornalisti pop. Perché, di qui in poi, il caso Prati non è più una trascurabile farsa. È un grande giallo nazionale. E lo è ufficialmente. È sceso in campo, infatti, l'avvocato Taormina. Non si capisce bene in quale veste (legale della Prati? accusatore della Prati? vero marito della Prati? parte lesa? spalla di Barbara d'Urso, con la quale si danno del tu come gli alpini?), ma con il piglio grave e determinato che gli conosciamo da sempre. Da Tangentopoli a Cogne, non c'è mistero italiano del quale quest'uomo formidabile non possieda la chiave. Ha sempre saputo chi sono i veri colpevoli, e se ha mancato di dircelo è solo perché doveva trasferirsi urgentemente in un altro studio televisivo. Ora, grazie a Taormina, noi sappiamo che questa storia del marito immaginario di Pamela Prati non va presa sottogamba, come avevo fatto distrattamente io e sicuramente anche voi. Mentre la D'Urso, che è donna di mondo, impostava il suo bel volto nella modalità "clamorosa rivelazione", l'avvocato, preso il suo giusto tempo teatrale, ha denunciato l'esistenza di «una organizzazione che parte da lontano e coinvolge molta gente dello spettacolo. Chi governa questa situazione è chiaramente una mente criminale». Il pubblico è ammutolito. E noi, che credevamo fosse solo una scemenza, abbiamo sentito il classico brivido nella schiena.

Barbara Costa per Dagospia il 10 giugno 2019. Cosa hanno in comune Mark Caltagirone, Richard Gere, Kabir Bedi, Walter Chiari, e Franco Causio? Semplice, sono stati tutti innamorati di Pamela Prati! Oddio, innamorati, chi davvero chi per fake, perché quando la fonte della notizia è Pamela Prati, il distacco tra verità e panzana è labile. Allora, gli amori veri o presunti di Pamela Prati, andiamo con ordine: Pamela dà il primo bacio a 12 anni, al coetaneo Mario: “Mi sfiorò le labbra e io ero terrorizzata: avevo paura di essere rimasta incinta!” [sic], lo dice Pamela a "TV Sorrisi e Canzoni", dove racconta che Mario era un suo compagno di scuola, alle medie, mentre al liceo stava con Mirco, ma il liceo, Mirco, e un promettente futuro nella scherma (“mi avevano selezionato per le Olimpiadi”, addirittura!) vengono abbandonati per Roma e un impiego da commessa. 

È il 1980, e a Pamela succede di tutto: si compra un paio di scarpe e “le getto nel Tevere come rito porta fortuna”, e infatti un giorno Anita Ekberg entra nel negozio dove la Prati lavora, la nota e la segnala. Pamela diventa modella, quelli di "Playboy Italia" la nominano subito Playmate dell’anno e da cotanto status le fanno scegliere con chi posare tra gli artisti più famosi della penisola: Pamela sceglie Adriano Celentano, e quello con Celentano è un flirt che “né io né lui abbiamo mai smentito”, ma la storia non c’è, anche se lui durante il servizio fotografico “tentava di baciarmi”, e “mi ha dedicato "Manifesto", una canzone dell’album dove io sono con lui in copertina”. Niente flirt, Pamela al tempo è fidanzata con un certo Alessandro, che quando la vede in posa tra le gambe di Celentano, le mette le corna con la di lei migliore amica. Ma Pamela non ha tempo di affliggersi, c’è Kabir Bedi è pazzo di lei, le manda 500 rose rosse, e… basta. Pamela fa un provino a teatro e incontra Walter Chiari che ha 34 anni più di lei, e Pamela si innamora “della sua cultura, delle sue parole”, va in vacanza in Giamaica e Walter Chiari la raggiunge, “gli piacevo sicuramente”, ma niente, non copulano.

Arriva il 1982, Pamela dice di aver vinto il titolo di Miss Universo, peccato non abbia partecipato al concorso, e nemmeno a Miss Italia, ma tant’è, l’Italia del calcio è campione del mondo, e Pamela conosce “Franco Causio, appena passato dalla Juventus all’Inter” – ma Causio nel 1982 è un giocatore dell’Udinese, approda all’Inter nel 1984 – comunque vanno “a vivere insieme, in un residence”. Un idillio spezzato, secondo Pamela, da mister Ilario Castagner, che si mette in mezzo e impone a Causio di “scegliere tra me e il calcio: lui sceglie il calcio, e tempo dopo mi dice che ha sbagliato, che ero io la donna giusta per lui”.

Perché piangere per Causio quando c’è Sandy Marton, cantante che firma la hit dell’estate 1984, e che ovviamente si innamora di Pamela, poi l’anno dopo la Prati vive la favola di Pretty Woman prima che diventi un film e, guarda un po’, pure con lo stesso protagonista! Richard Gere è a Roma, e si imbatte in Pamela Prati: “Chiacchieriamo a lungo e dopo una settimana mi arriva un mazzo di fiori con questo biglietto: "Alla Venere italiana che vorrei invitare a cena". Ceniamo nel suo albergo, mangiamo spaghetti: per lui divento Miss Spaghetti! Ci baciamo e quella notte resto con lui, e anche il giorno, e la notte seguenti”. Stanno insieme a Roma 3 mesi, in giro con la 500 di lei – nota bene: Pamela Prati non ha mai preso la patente – poi lui deve tornare a Hollywood, le chiede di seguirlo, ma lei ha la fobia dell’aereo, e quindi si lasciano. Dopo Richard Gere, Pamela conosce Pier Francesco Pingitore, il suo pigmalione, e anche “il mio amore, ma platonico: la studentessa che si innamora del suo professore!”. Con Pingitore arriva il successo, col Bagaglino, e in tv. Arrivano altri amori, uno segreto durato 6 anni, con “un uomo di 15 anni più grande di me, potentissimo nel mondo dello spettacolo, il suo nome non lo farò mai”, che però le chiede di mollare la tv per fare la donna di casa. Pamela lo lascia, e dopo un flirt inesistente con Antonio Di Pietro (“mai conosciuto, l’ho visto solo una sera al Bagaglino”), c’è il giocatore di football Max Bertolani, e la Prati annuncia tutta contenta su "Gente" di volerlo sposare, ma prima “devo fare la cresima”. Non si sposano più, e Pamela vive un’altra storia d’amore con un uomo misterioso, uno per cui “sono diventata anoressica, non mangiavo, né dormivo: io volevo un figlio, lui no, e poi un figlio l’ha fatto con un’altra!”. Un delirio d’amore da cui la salva “Adam, un modello americano, il mio angelo”.

Con Adam non dura ma rimangono amici, e Pamela muore dalla voglia di essere moglie e mamma: dopo una corte estenuante, si fidanza con Ciro Quaranta, che sui giornali è un artista, poi un poliziotto, ma pure personal trainer. Con Ciro dura 5 anni, “lui ha rischiato la vita per me”, dichiara Pamela a "Chi", però poi Ciro “mi ha tradito psicologicamente”, lamenta la Prati, che sta sempre col medesimo rimpianto: non essere una moglie e una madre. Finalmente i paparazzi la beccano in moto con un uomo, che si scopre essere tale David (o Daniel) Sebastian Jabir, finto marito della Prati per 2 anni. Infatti lei prima dichiara a "Diva e Donna" che lo ha sposato a Las Vegas, poi in tv e al "Corriere della Sera" dice che non è vero, che è una fake news – nota bene: detta e inventata da lei – e va pure precisato che in rete non si trova traccia di questo Jabir, ma Pamela prima di smentire le nozze si è difesa così: “Jabir non vuole apparire, è una persona riservata, che vuole rimanere lontano dai riflettori”. Vi ricorda qualcosa?

Dopo Jabir, e dopo due storie serie, con Francesco Cordova, un ragazzo napoletano con cui Pamela dice di stare per ben 8 anni, e Luigi Oliva, che è ricorso agli avvocati per riavere indietro da Pamela quanto dovuto, ecco l’uomo giusto, l’amore "vero", si chiama Mark Caltagirone, e il resto lo sapete. Però forse non sapete che Pamela ha dichiarato su varie testate, tra cui "Repubblica", che lei ha rubato il posto a Pamela Anderson per un famoso spot pubblicitario, che lei era stata scelta come Bond Girl in uno 007 con Roger Moore, che lei ha amato un gay, che lei non ha mai avuto una storia lesbo, però “vedendo Madonna ci ho fatto in pensierino”, e soprattutto che lei non è “un personaggio che vuole apparire a tutti i costi”, macché, come ha detto a "DavideMaggio.it", lei è “come Robert De Niro: preferisco essere!”.

E a proposito di De Niro, pure lui si è invaghito della Prati, come no, l’ha rivelato Pamela a "Oggi": “De Niro mi ha fatto una corte serrata: è un gran signore. Si sa, le vere star si distinguono anche per i modi impeccabili”.

Giuseppe Candela per Dagospia l'11 giugno 2019. Allora è un vizio! Il duo Perricciolo-Michelazzo organizzava più matrimoni di Enzo Miccio! Andiamo con ordine. Il 23 aprile 2016 Mark Caltagirone, sposo inesistente di Pamela Prati, annunciava sul suo profilo Facebook di essersi sposato con Wanda Ferro, parlamentare di Fratelli d'Italia. Proprio sui social erano apparse le immagini dei tatuaggi con le iniziali di entrambi e altri scatti della politica calabrese in compagnia del duo terribile Pamela-Eliana. Il 5 aprile 2019 la deputata smentiva le avvenute nozze a Dagospia: "Tengo a precisare che non sono mai stata sposata con alcuno, come si può facilmente verificare, e che non ho mai conosciuto personalmente Marco Caltagirone, al quale mi legano esclusivamente alcuni scambi di battute scherzose su Facebook risalenti ad alcuni anni fa”. Il matrimonio, per omesso di sposo, non è stato ovviamente celebrato ma era previsto. Dagospia aggiunge infatti questo tassello che conferma, ancora una volta, il metodo usato dalle due manager. La Michelazzo in una diretta Instagram qualche giorno fa, rivolgendosi all'ex collega Perricciolo, aveva dichiarato: "Ora cerchi di difendere Wanda Ferro, pensi ti faccia lavorare? Eh no, perché Wanda Ferro è venuta a Roma, è stata con noi e ha parlato di Marco. Ha parlato davanti a uno stilista dell'abito del matrimonio, anche lei si doveva sposare. Anche lei ha visto il bambino, mi hai fatto vedere la fotografia insieme." Il matrimonio della Ferro con Caltagirone, anche in questo casa senza nessun incontro reale, era realmente previsto? "Dall'inizio ho difeso Wanda Ferro per lo shitstorming politico dei profili Fake della famiglia allargata Caltagirone-Coppi che voleva inficiarle la campagna elettorale e di conseguenza l'elezione al Parlamento nei primi mesi dello scorso anno. C'è da dire che nella vulgata della "Catanzaro bene" tutti o quasi sono a conoscenza del fatto che lei nel 2016 avrebbe dovuto sposarsi con Caltagirone", dichiara Alessia Bausone a Dagospia. L'esponente del Pd calabrese lo scorso 10 aprile si era esposta pubblicamente affermando l'inesistenza di Mark Caltagirone, inventato per fini di marketing e pressione politica. Questa volta aggiunge ulteriori dettagli: "Addirittura mi risulta che Wanda a Roma nel maggio del 2016 all'Hotel The Duke, scortata da Michelazzo e Perricciolo, si incontrò con un noto stilista per chiedergli di farle l'abito da sposa. Gli disse che si doveva sposare in Toscana e che non essendo più una ragazzina avrebbe preferito una cerimonia molto intima. Un canovaccio simile al matrimonio di Pamela Prati, in effetti, sul quale ci si aspetta più di una spiegazione, tenuto conto che è documentato che la Ferro passò con le due agenti Aicos l'estate del 2016". In effetti sui social delle protagoniste di questa storia compaiono diversi scatti insieme risalenti proprio al periodo in questione, il trio fa tappa anche nell'Argentario. L'abito da sposa, l'incontro con lo stilista, la cerimonia in Toscana: lo stesso meccanismo usato con Pamela Prati. L’esponente del partito di Giorgia Meloni era stata tirato in ballo dalla Michelazzo anche durante Live-Non è la D'Urso: “Wanda Ferro ha detto che non ha fatto nulla e lei ha la fotografia con il finto Sebastian, l’ho vista dal cellulare della Perricciolo. Tre anni fa questo bambino ha fatto la fotografia all’aeroporto o da qualche parte. Wanda Ferro invece di negare dovrebbe dire la verità, è un’altra che mente”, aveva detto l’ex corteggiatrice di Uomini e Donne. La foto della Ferro con il finto Sebastian Caltagirone alla stazione Termini di Roma era stata mostrata dal FattoQuotidiano.it: “Sono stata chiamata in causa in una storia che tutti hanno compreso essere un coacervo di falsità e menzogne. Ho sempre pensato che i magistrati avessero cose più serie e importanti di cui occuparsi, ma nel momento in cui sono emersi scenari gravi e inquietanti ho affidato la questione ai miei legali che hanno già da tempo presentato le denunce del caso. Essendo in corso indagini, anche su mia iniziativa, non ritengo opportuno rendere dichiarazioni pubbliche”, aveva dichiarato la parlamentare allo stesso sito.

Barbara D'Urso vuota il sacco: ecco cosa c'è dietro al forfait di Pamela Prati. Annunciata con un comunicato di Mediaset la presenza di Pamela Prati a "Live non è la D'Urso", la showgirl dà invece forfait a poche ore dalla messa in onda, ma Barbara D'Urso racconta una verità choc su questa sua decisione. Roberta Damiata, Giovedì 13/06/2019, su Il giornale. “Poiché ho un rapporto molto trasparente con chi mi segue ho deciso di raccontarvi tutto...veramente tutto” con queste parole seguite da un lungo discorso, Barbara D'Urso ha raccontato per filo e per segno, cosa c'è stato dietro al forfait di Pamela Prati che sarebbe dovuta essere ospite a ‘Live non è la D’Urso’, annunciata da un comunicato di Mediaset, per chiarire alcuni punti oscuri nell’ormai intricatissima vicenda di Mark Caltagirone. Invece a poche ore dalla messa in onda la showgirl ha deciso di non partecipare più. Barbara ha parlato a cuore aperto ai suoi telespettatori spiegando che un paio di giorni prima il produttore della trasmissione aveva ricevuto la richiesta degli avvocati di Pamela Prati, per poter replicare alle precedenti accuse mosse da Pamela Perricciolo sua ex agente, ospite di “Live non è la D’Urso” la scorsa settimana. L’apparizione doveva essere a titolo completamente gratuito, come messo ben in chiaro sia dal produttore che dalla D’Urso stessa, “Visto che - ha specificato -Pamela Prati ha sempre dichiarato di non voler lucrare su questa vicenda”. Unica richiesta da parte della Prati, quella di incontrare prima la conduttrice per parlare e raccontare delle cose. Così succede e martedì sera, Barbara D’Urso, la vede durante le prove. Una lunga chiacchierata e l’appuntamento per il giorno dopo. Si arriva quindi al giorno della messa in onda e gli avvocati della Prati cominciano a mandare delle richieste ben precise lontane dagli accordi presi il giorno prima. Pamela pretende con un documento scritto di conoscere tutte le domande che la D’Urso le farà e inoltre chiede che la conduttrice sia assolutamente dalla sua parte e che alla fine dell’intervista si alzi e la abbracci. “Nonostante questa cosa non mi sia piaciuta - continua la D’Urso - era comunque facilmente superabile, anche perché a me lei non doveva dare nessuna spiegazione e io in questa vicenda, nonostante le sue acclarate bugie che mi hanno fatto arrabbiare, sono voluta rimanere assolutamente neutra. Io volevo che lei spiegasse a voi cosa è successo veramente". Arriva poi la rivelazione shock. "Nel tardo pomeriggio arriva un messaggio al nostro produttore dall'avvocato di Pamela Prati - prosegue la D'Urso - che diceva che stava portando Pamela in aeroporto e che non sarebbe venuta in studio se non le avessimo garantito una cifra molto alta, decine di migliaia di euro. Non voglio parlare di ricatto perché è una brutta parola, ma dire 'se non ci date questa cifra lei non scende dalla macchina’. Abbiamo risposto: ‘ok che non scenda dalla macchina’. Non ho nulla contro Pamela Prati, ma ho un rapporto di fiducia con voi e vi dovevo delle spiegazioni. Io non intendo prendere in giro nessuno, è giusto che sappiate come sono andate avanti le cose". Una rivelazione, seguita da un lungo applauso, che ha fatto rimanere il pubblico a bocca aperta e che getta altra luce su questa vicenda che sembra non avere più fine.

FERMI TUTTI! DAGONOTA il 14 Giugno 2019. A quanto risulta a Dagospia, Pamela Prati questa mattina ha revocato il mandato all'avvocato Irene della Rocca, che l'aveva accompagnata a Milano e che ieri pomeriggio ha inviato al produttore di ''Live - Non è la D'Urso'' il famigerato messaggio con la richiesta di un cachet esorbitante, all'insaputa della showgirl e senza la sua autorizzazione. La Prati, con l'altro legale che la segue da qualche giorno, l'avvocato Lina Caputo, ha sempre chiarito che la sua eventuale partecipazione (e quella dell'avvocato Caputo) sarebbe stata a titolo gratuito, e che era interessata a mostrare privatamente alla D'Urso i messaggi, gli audio e i video che l'avevano convinta dell'esistenza di Mark Caltagirone ma che non intendeva sottoporsi di nuovo alla diretta tv, tanto da inviare un messaggio direttamente a Barbara D'Urso in cui precisava che la ragione era puramente personale, non economica.

Giuseppe Candela per Dagospia il 14 Giugno 2019. Come anticipato da Alberto Dandolo su Dagospia Pamela Prati, annunciata nel pomeriggio con un comunicato stampa, non ha partecipato alla serata di Live-Non è la D'Urso. Quanto accaduto viene raccontato al pubblico solo alle 23.44 quando la conduttrice lancia una clip, al rientro in studio sulle note di Menealo aspetta inutilmente il suo ingresso. Carmelita, come la chiamano i suoi fan, si siede sul divano e inizia un monologo: "Un paio di giorni fa gli avvocati di Pamela Prati ci hanno scritto, chiedendo giustamente la possibilità di replicare, per dire la sua verità. Io ero molto felice di questo, replicare è un sacrosanto diritto. Ero felice di dare spazio a Pamela per replicare a voi (i telespettatori, ndr). Perché c'erano dei dubbi ossia questi!". Parte così un filmato che ripropone le incongruenze, ormai note del caso Mark Caltagirone: "Voleva essere qui per spiegarvi, ha posto una condizione: incontrarmi e farmi vedere, prima, alcuni messaggi. Io ero d'accordo, ho sempre difeso Pamela. Ieri alle 21:30 è arrivata Pamela Prati, insieme ai suoi due avvocati. Con tranquillità, mi ha fatto vedere delle cose, fatto sentire dei messaggi, abbiamo chiacchierato per un'ora e mezza. Avevamo concordato tutto per l'intervista. Avrei messo Pamela Prati qui, su questo divano. Lei era stata chiara e anche io ero stata chiara. Era tutto a titolo gratuito anche se un artista ha tutto il diritto di chiedere un cachet. Pamela ha sempre detto di non voler lucrare: da stamattina, sono iniziate ad arrivare varie richieste come una dichiarazione scritta da parte mia riguardante le domande, il fatto che io avrei dovuto stare dalla sua parte e addirittura abbracciarla. A me non è piaciuto, per me era importante che si chiarisse con voi, non con me." Poi l'affondo della D'Urso sul finale: "Nel tardo pomeriggio arriva un messaggio, che io ho letto, al produttore di questo programma, dall'avvocato di Pamela Prati, che diceva che aveva prelevato Pamela Prati dall'albergo per portarla all'aeroporto invece di portarla qui e che non sarebbe scesa dalla macchina se non l'avessimo garantito una cifra. Una cifra molto molto alta: decine e decine di migliaia di euro. A quel punto, tutti abbiamo ritenuto che non fosse più il caso. Abbiamo detto ok, può non scendere dalla macchina." Prima di lanciare la pubblicità finge di intervistare Mark Caltagirone. Stando alle nostre informazioni queste condizioni non sarebbero state poste a Verissimo, sia su incontri preliminari e nemmeno su domande o abbracci imposti. La scorsa settimana Pamela Perricciolo aveva presenziato gratis, per quel riguarda Eliana Michelazzo non è stato mai precisato nulla. Fanpage aveva mostrato mail fornite dalla Perricciolo che parlavano di un compenso di 7 mila euro a puntata per l'ex corteggiatrice di Uomini e Donne. Nel corso della serata Non è la D'Urso trasmette per pochi minuti una docufiction ultratrash per fare il punto sull'intricatissimo caso: un prodotto recitato peggio delle fiction Ares che sembra diretto da Lory Del Santo durante una pausa da The Lady. Gli ospiti hanno potuto assistere al filmato da un comodissimo drive in creato per l'occasione. La Michelazzo ha intanto incontrato per la prima volta nell'ascensore Stephan Weiler, il modello svizzero a cui erano state rubate le foto, poi usate per il finto profilo di Simone Coppi, il marito inesistente dell'ex manager di Pamela Prati. "Scusa se ho messo le tue foto ma ho creduto realmente. Oddio, mi sento male. Mi era stato detto che eri in stato di protezione e che non potevi vedermi, ti ho amato follemente, mi scrivevi tante cose belle, ho fatto anche sesso virtuale con te, ci sono video e foto. Mi vergogno. E' difficile spiegarti tutto, ho creduto veramente che tu esistessi. Non so cosa pensi". Lui replica stupito: "Per me, è proprio una situazione spiacevole. Forse anche tu sei una vittima ma sono successe cose inaccettabili. Come è possibile che per dieci anni hai creduto in questa relazione?", la Michelazzo ripete il copione parlando di "malattia mentale" e aggiungendo "ho creduto realmente in questo amore fino in fondo. Ho anche un tatuaggio e un tatuaggio è per sempre." Finisce l'incontro e la ragazza in lacrime si apparta in un salottino non rientrando più in studio: "Mi vergogno, sto realizzando ogni giorno che non è normale. Per favore togliete le telecamere." Manuela Arcuri a Dagospia aveva rivelato di essere stata presa in giro da Pamela Perricciolo, racconto che aveva confermato anche a Storie Italiane e che ora ha rafforzato nel corso della sua ospitata a Non è la D'Urso: "Circa dieci anni fa avevo dei contatti di lavoro con Pamela Perricciolo, una volta mi portò anche in Calabria dove mi mostrò la villa di Simone Coppi. Pamela mi mostrò le foto di questo bellissimo ragazzo, mi propose di presentarmelo. Alla fine ci siamo scambiati i numeri con questo ragazzo fantasma. Abbiamo iniziato a parlare, volevo vederlo ma mi ha dato diverse buche e allora ho chiuso. Con questo Simone io ci ho anche parlato al telefono. Siamo stati presi tutti in giro. All'epoca ci rimasi male perché lei si era presa gioca di me. Mi ero entusiasmata per questo ragazzo,avevo preparato anche una torta per il nostro primo incontro, era Pamela che gestiva la situazione, mi diceva lei quando chiamarlo. Quando è uscito questo caso ho risposto a Dagospia proprio per smascherare tutto". Per interpretare il ruolo di Sebastian Caltagirone era stato usato un bambino, un minore a cui le due manager facevano fingere un tumore alla gola. La vera mamma del finto figlio in affido è intervenuta, senza rendersi visibile, in trasmissione: "Nel 2013, Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, mi chiesero di fare un book per mio figlio. Nel dicembre 2016, mi contattò Pamela Perricciolo e mi chiese un video-selfie di mio figlio forse per una fiction o un programma. Mio figlio seguiva un copione che Pamela mandava e mio figlio doveva riprodurre sottoforma di nota vocale o video. A volte doveva dire "Ciao mamma" o parlare con la voce rotta per un problema alla gola o con voce molto triste. Doveva tossire e dire che gli faceva male la gola. Conobbi Eliana nella stessa circostanza in cui conobbi la Perricciolo. Eliana vide mio figlio prima della famosa merenda con Pamela Prati. Non ho mai percepito soldi per questa cosa." Ricordiamo che il bambino fu portato in un bar per incontrare Pamela Prati e compare in una foto alla stazione Termini con la parlamentare Wanda Ferro. La mamma coinvolge anche la Michelazzo, che da giorni cerca di "ripulirsi" mediaticamente, lei in studio prova a difendersi: "Non lo riconobbi il bambino, lo vidi solo da piccolino." Suscitando la reazione piccata dell'avvocato Taormina presente in puntata: "Lei resta in molteplici ambiguità. Lei dovrebbe fare chiarezza su una cosa: quanto guadagnavate? Perché quest'ira di Dio di cose sono al limite dell'inenarrabilità. Queste cose si fanno solo per un tornaconto. Qual era? ".

DAGONEWS il 17 giugno 2019. ''La mia reputazione è rovinata, proprio mentre stavo faticosamente cercando di proteggerla''. Questo si legge nell'esposto che Pamela Prati ha depositato presso l'Ordine degli Avvocati di Catanzaro, contro la sua ex legale Irene Della Rocca. La showigirl racconta come l'avvocato avesse ''personali aspirazioni televisive ed economiche'' che l'hanno spinta a compiere l'ormai famigerata richiesta (60mila euro) alla produzione di Live-Non è la D'Urso per partecipare alla puntata dello scorso mercoledì, all'insaputa della Prati e con l'altro e attuale avvocato (Lina Caputo) che aveva già lasciato Milano. ''Le ripercussioni sulla mia immagine, dopo che Barbara D'Urso ha raccontato in diretta che i miei legali (in realtà solo la Della Rocca) avevano fatto questa richiesta economica, sono state pesantissime e gravissime. Quel gesto andava contro tutto quello che avevo sempre predicato e contro l'operato dell'avvocato Caputo, che aveva mandato una lettera di diffida da me firmata in cui si specificava che la mia eventuale partecipazione (all'ultima puntata, non a quella) sarebbe stata a titolo gratuito. Non biasimo la D'Urso, non biasimo il pubblico, ma sono rimasta colpita dalla totale assenza di decoro professionale dell'Avv. Della Rocca''. Secondo la Prati, la Della Rocca in questi mesi invece di difendere i suoi interessi è stata più interessata ad apparire in varie trasmissioni televisive, a comportarsi come un'agente e non come legale. E quando siti come Dagospia hanno raccontato la vera dinamica del ''fattaccio'' dello scorso mercoledì, si è premurata di mandare fantasiose precisazioni a Fanpage e a questo sito, in cui parlava di messaggi misteriosamente partiti dal suo cellulare, e altrettanto misteriosamente cancellati, e nelle stesse precisazioni ammetteva però che la richiesta di denaro l'aveva fatta, sebbene a titolo di ''risarcimento danni'' (ovviamente un'aberrazione giuridica: non si è mai visto un avvocato che chiede un risarcimento danni via sms a un produttore televisivo a poche ore dalla messa in onda di una trasmissione)

Dagospia il 14 giugno 2019. Riceviamo e pubblichiamo da Irene della Rocca, già avvocato di Pamela Prati:

1. Non ho mai mandato richieste di alcun cachet per la signora orari alla trasmissione live non è la D'Urso, ma una richiesta di risarcimento danni, a causa delle varie diffide inviate alla trasmissione in passato;

2. Non è MAI stata prevista e/o concordata con me la presenza mia alla trasmissione, infatti la stessa produzione già dal giorno precedente sapeva che sarei partita alle 16 al massimo; non ho il dono dell'ubiquità quindi mai sarei stata presente alla trasmissione, di cui perlatro non condivido i toni tout court e nella quale ho specificato anche verbalmente al produttore Spazzini che non era mia intenzione essere presente in una trasmissione non particolarmente adatta ad un professionista, secondo me, ovviamente;

3. Io non ho MAI richiesto il diritto di replica, perché, conoscendo la fragilità emotiva della mia cliente sapevo che non avrebbe avuto facilità ad andare in video, e questo è confermato anche dalle molteplici mail scambiate ieri con la redazione e produzione del programma, ma chiaramente, essendo stata richiesta dalla signora Prati, tramite un altro legale, la partecipazione stessa non poteva che essere a titolo gratuito;

4. Nessuno ha portato via la signora Prati da Milano contro la sua volontà, anzi per la verità al momento in cui sono salita in macchina per andare in aeroporto, la signora è entrata anche lei a sorpresa, come ho spiegato in una mail alla redazione, alla produzione ed ai legali rti, mail che però è stata completamente omessa nella spiegazione degli autori, peraltro, per quanto a mia conoscenza, alla signora non è stato pagato neppure il biglietto di ritorno a Roma;

5. La signora Prati è stata seduta accanto a me tutto il giorno e mi sorprende che non sapesse della richiesta di risarcimento danni, ma forse davanti ad accuse infondate che la hanno vista di nuovo ingiustamente denigrata davanti al pubblico, non ha saputo avere la lucidità di cercare la verità, che d'altronde avrebbe dovuto ben conoscere, perché troppo spesso nel mondo di oggi quello che dice una persona dietro uno schermo diventa vero anche se non lo è. E solo in questi tempi di disgregazione della società si dà importanza sempre di più all'apparenza che alla sostanza, arrivando a far esistere quello che non c'è;

6. Solo per amore di completezza martedì sera avevo rinunciato al mandato per la vicenda live, proprio perché la linea di difesa deve essere unica, oppure condivisa quando si è in più difensori e ritenevo la mia linea completamente antitetica a quella della collega, ma, non volendo mettere in difficoltà la Cliente, avevo rinunciato io al mandato, con preghiera della signora di continuare ad assisterla perché conosco lo sviluppo dei fatti;

7. Ritengo di aver svolto il mio mandato con correttezza e professionalità, a prescindere dalle strumentalizzazioni fatte da live e da chi soffia nelle orecchie della signora Prati, alla quale auguro di poter dimostrare al più presto quale sia la verità, magari suggerendole di decidere da sola per il futuro, senza troppi suggeritori, e senza fuggire le responsabilità, se e quando ce ne siano. Avv. Irene della Rocca

Patrocinante in Cassazione.

Dagospia il 14 giugno 2019. Dall'intervista a Irene Della Rocca pubblicata da Fanpage.it (…) Abbiamo richiesto specificamente di vedere il messaggio che la D'Urso ha raccontato sia stato mandato dall'avvocato a uno dei produttori del programma ma l'avvocato Della Rocca, pur confermando di avere lei stessa visto quel messaggio mandato dal suo telefono, sostiene di non averlo mai inviato e di non riuscire a recuperarlo nel flusso della conversazione, come se fosse stato cancellato. Non sa spiegarsi da chi. Lo scambio si interrompe alle 16 circa, ribadendo l'eventuale disponibilità della Prati a prendere parte all'ultima puntata della stagione.

L'ex avvocato della Prati è stato tirato in ballo in alcune note vocali di Pamela Perricciolo ("Taormina ha parlato con Coppi, si sta smuovendo qualcosa per Simone"): "L'Italia ti dovrebbe essere grata per aver scoperto questo verminaio. Non voglio fare piaggerie ma ci vorrebbe una standing ovation per Barbara D'Urso. E' un verminaio. Due sono le cose: o siamo in presenza di persone da sottoporre a perizia psichiatrica oppure si tratta di un fatto gravissimo di criminalità sul quale io mi auguro intervenga l'autorità giudiziaria. Io conosco Alfonso Signorini, ha un'intelligenza raffinatissima. Com'è possibile che un personaggio della sua portata sia stato uno dei segmenti di questa vicenda che si porta avanti tanti cadaveri. Evidentemente, è un'organizzazione potente. I bambini? Non mi sono mai messo in collegamento con nessuno, mai fatto nessuna mossa. Siamo sull'esilarante. Anche con me, la Prati parlò del bambino. E' una cosa di una gravità incredibile. La Michelazzo ha avuto la consapevolezza di non salire da me a parlare di queste cose e la ringrazio per questo. Non è gossip, è criminalità." "Ha fatto estorsione, ha chiesto soldi a questa persona Chiara. Non posso dire il cognome mi ha diffidato, con Danny Coppi lei si è sentita un anno e mezzo", il il riferimento senza citazione è a Chiara Colosimo, consigliere regionale nel Lazio. La Perricciolo aveva svelato al Fatto che entrambe erano state denunciate, la conduttrice quindi ricorda alla Michelazzo che cinque anni fa aveva scoperto dai Carabinieri che Simone Coppi non esisteva. La risposta è nonsense: "E' stato chiamato con un altro nome, io ho creduto che c'erano dei soprannomi che mettevano loro." Manuela Villa colpisce duro: "Tu cinque anni fa hai scoperto l'estorsione e stavi a casa con una che fa estorsione?", a cui la manager risponde così "A me ha detto che li aveva ridati, quello che diceva per me era oro colato."

Martina Kelly Cappelletti, ex corteggiatrice di Uomini e Donne, ha raccontato la sua esperienza da finta nipote dell'omesso sposo: "Eliana e Pamela le ho conosciute nel 2015 perché avevo una amica che lavorava con loro e faceva parte dell'agenzia. Quando eravamo a Roma spesso ero invitata, a fine 2017 vengo ricontattata solo dalla Perricciolo che mi propone di partecipare a un reality che sarebbe andato in un onda su Sky. Era ancora in fase di definizione, mi era stato proposto a fine 2017 e doveva andare in onda a settembre 2018. In cosa consisteva?  Quattro famiglie avevano all'interno sia parenti veri e sia finti, in questo reality avrei dovuto fare la parente finta e avrei avuto otto mesi di tempo per conoscere Mark e Sebastian in modo da risultare una vera parente. Sono stata affascinata da questo bambino che era solo e malato, io lo sentivo tutte le settimane tramite Facebook mi scriveva dal profilo Sebastian Caltagirone, diceva che faceva la chemio". L'avvocato della famiglia del finto bambino la interrompe per chiederle se lo ha mai visto in qualche video o foto: "No, sono stata invitata a conoscerla soltanto negli ultimi due mesi, anche a fine maggio e mi sono rifiutata." In realtà come Dagospia ha dimostrato sul profilo di Sebastian Caltagirone comparivano tre foto con il bambino, se si scrivevano su Facebook la ragazza non poteva non aver visto le foto del minore. La D'Urso le chiede conferme anche sulla malattia inventata, smentita invece dalla Perricciolo: "Sì, aveva un tumore alla gola, era isolato in Corsica. A Marco era stato tolto questo bambino perché lui si era separato dalla mamma, una parlamentare francese."

Valerio Palmieri per ''Spy'' il 14 giugno 2019.  Il “metodo Caltagirone”, ovvero l’invenzione di un ricco spasimante da utilizzare per agganciare personaggi dello spettacolo e far credere loro di essere fidanzati o sposati, con l’aggiunta in alcuni casi di un bambino in affido o orfano, è una pratica che la società Aicos, fondata da Pamela Perricciolo, cui si è aggiunta Eliana Michelazzo, svolgeva da tempo, ben prima del caso di Pamela Prati. Per l’esattezza dal 2004, quando nasce la Aicos, in Calabria, dalla Perricciolo e da una donna (non è la Michelazzo) che risulta la prima intestataria della società. Già allora, pur non esistendo ancora in Italia Facebook, a questa donna viene presentato, telefonicamente e via mail, un prestante surfista di nome Andrea Ginevra. Il ragazzo parla con accento calabrese, anche se il volto, si scoprirà anni dopo, è quello di un modello svizzero, Stephan Weiler. Lo stesso, per intenderci, a cui è stata rubata l’immagine per costruire il profilo di Simone Coppi, il marito immaginario di Eliana Michelazzo. Un’altra curiosa coincidenza è che il cognome del finto surfista, Ginevra, sarebbe lo stesso delle zie della Perricciolo. La donna, vittima del raggiro, che ha scoperto l’inganno solo adesso, vanterebbe anche crediti importanti nei confronti di Donna Pamela (Perricciolo). La Michelazzo, dicevamo, entra in gioco più avanti. Siamo nel 2009 quando l’ex corteggiatrice di Uomini e donne annuncia il matrimonio con il magistrato Simone Coppi, che scoprirà, a suo dire solo dieci anni più tardi, non essere mai esistito. Eppure Eliana, questa è la seconda clamorosa rivelazione di “Spy”, sapeva già almeno dal 2015 che la famiglia Coppi era un’invenzione. Lo sapeva perché lei e la Perricciolo erano state indagate per truffa, insieme con un terzo soggetto (un modello svedese, ignaro di tutto, a cui era stata sottratta l’immagine), ai danni di una parlamentare calabrese (che non è Wanda Ferro, la deputata che ha “preceduto” Pamela Prati come “vittima” di Mark Caltagirone). Gli indagati avrebbero indotto la vittima, con l’inganno, a consegnare 4.500 euro. La Michelazzo e la Perricciolo, secondo la denuncia, avrebbero stretto amicizia con la vittima, che aveva affidato alla Aicos la realizzazione di eventi nell’ambito della sua attività politica, e le due socie avrebbero presentato alla donna il modello svedese attraverso Facebook sotto le false generalità di Denny Coppi, giovane e facoltoso imprenditore, nipote dell’avvocato Coppi. A seguito della denuncia, in cui viene chiarito che Denny Coppi non esiste, viene perquisita l’abitazione di Eliana e di Pamela e vengono sequestrati telefoni cellulari, schede telefoniche e un documento (falso) del matrimonio fra Simone Coppi e Eliana Michelazzo. In quell’occasione la Michelazzo apprende, quindi, che Denny Coppi non esiste e che il suo matrimonio si basa su documenti sospetti. La truffa, secondo la denuncia, segue un copione che oggi è noto: Denny Coppi fa credere alla vittima di essere vedovo e padre di un bambino di sette-otto anni, tale Riccardo Coppi, con il quale veniva messa in contatto sia telefonicamente sia di persona, grazie alla Perricciolo. La vittima, così recita la denuncia, sarebbe stata convinta ad avviare le procedure per l’affidamento del piccolo e a pagare 4.500 euro per la sua assicurazione scolastica. I soldi sarebbero stati consegnati nelle mani della Perricciolo a settembre del 2014. Confrontando le immagini del 2015 con quelle del 2019, che abbiamo visto, il piccolo Riccardo Coppi somiglia tantissimo al bambino che è stato spacciato nell’ultimo anno per Sebastian Caltagirone, figlio di Marco Caltagirone. E arriviamo al ragazzo cui è stata sottratta l’identità: si tratta di un modello svedese, sposato, bellissimo, con quattro fratelli, anche loro modelli, ignaro di tutto (nella denuncia ci sarebbe il suo nome, ma nessun recapito). Nella finzione si chiama Denny Coppi, è vedovo, ma poi si sarebbe sposato con la cognata, tale Ada Da Russell, che ha il volto di una modella romana che abita a 50 metri da casa di Eliana e Pamela (anche lei totalmente estranea ai fatti). Il volto del modello è stato utilizzato anche per creare l’identità di Lorenzo David Coppi, l’uomo che ha ingannato Sara Varone. Lo schema, a questo punto, è chiaro. Viene presa l’immagine di una persona reale, possibilmente straniera (nei casi appena citati uno svizzero e uno svedese), di bell’aspetto e con una famiglia numerosa dalla quale attingere altri profili da spacciare per parenti (ecco come è stato costruito il finto albero genealogico dei Coppi). A questo volto viene abbinato un profilo con un cognome importante che evochi ricchezza e benessere. Con questa nuova identità vengono contattati personaggi famosi, che sono, appunto, le vittime del raggiro. Per intenerire le vittime e aggiungere un elemento di realtà viene tirato in ballo un bambino, Riccardo Coppi o Sebastian Caltagirone. Il bambino diventa l’arma del ricatto: in un caso ha perso la mamma, nell’altro è malato. Un altro elemento di veridicità sono i documenti falsi, come quelli sequestrati nella perquisizione dell’abitazione di Eliana e Pamela. Alle vittime, infine, viene chiesto di tatuarsi l’iniziale del loro spasimante. Il segno indelebile di una crudele truffa. Ora, alla denuncia del 2015 contro Eliana e Pamela, se ne sono aggiunte altre recenti, prima fra tutte quella della mamma del bambino utilizzato a sua insaputa e a insaputa dei genitori per truffare le vittime dei raggiri. In questa storia, che dalla cronaca rosa sta passando a quella giudiziaria, è giunta l’ora di mettere i colpevoli di fronte alle proprie responsabilità.

Se il caso Mark Caltagirone è una macchina per fare ascolti. Pubblicato giovedì, 13 giugno 2019  da Aldo Grasso su Corriere.it. «Live - Non è la d’Urso» è una miniera d’oro per Publitalia che ne ha chiesto il prolungamento, questa la notizia. È lecito domandarsi, senza falsi moralismi, a che prezzo la d’Urso è diventata una miniera d’oro? La d’Urso (una per tutte e per tutti) è molto brava a fare ascolti. Li ha fatti con la storia incredibile di Pamela Prati, una storia di bugiardi, di personaggi inventati, dell’inesistente Mark Caltagirone smascherato subito da Roberto D’Agostino. Perché questa vicenda, pur sapendo che era tutta una montatura, è andata avanti per così tanto tempo e ancora continua? Perché fa ascolti e gli ascolti sono la sola ragione di vita di una tv commerciale. Ma una tv, per quanto commerciale (si tratta pur sempre di Canale 5, con un passato non indifferente), gioca sul simbolico e sull’immaginario: può rischiosamente alimentarsi solo di ciarpame (stiamo parlando anche di debiti di gioco, di coinvolgimento di minori, di una valanga di menzogne), di uno spericolato caso di catfishing, di mondi farlocchi che da internet si trasferiscono sulla tv generalista, di resa morale? In giro ci sono bravi presentatori, ma se di fronte all’obiettivo diottenerefacili ascolti agisci al di fuori di ogni etica, di ogni responsabilità, allora hai gioco facile e diventi una miniera d’oro (qualche analogia con «La Bestia» di Salvini?). Etica è parola troppo importante per questo caso? Forse sì, ma se osserviamo il contesto in cui questo caso è scoppiato allora ci accorgiamo dell’insorgere di una cultura utilitaristica che irride ogni ostacolo, ogni barriera valoriale, ogni decenza: per raggiungere uno scopo, la scappatoia diventa lecita e soprattutto si diffonde un senso di impunità grazie al quale la regola (anche solo di buon gusto) è un ostacolo da aggirare. E siamo invasi dal mondo dei social dove spesso la finzione è ben più credibile della realtà. Il sottobosco diventa bosco, il ritegno sfrontatezza. Ci aspetta un domani dursocentrico.

Da Libero Quotidiano il 3 giugno 2019.  L'avvocato Carlo Taormina chiarisce il suo ruolo nel cosiddetto "Prati-gate": "L'evento che mi fece dubitare fu la presunta aggressione con l'acido nei confronti di Pamela Perricciolo". Taormina, ingaggiato dalla showgirl Pamela Prati per "tutelare la sua immagine", parla a Mattino Cinque: "Mi sono reso conto che c'era qualcosa di losco, anche se un po' in ritardo. Dopo la "violenza" la Perricciolo [EDIT]si presentò con un braccio fasciato che mi insospettì, avendo anche esperienza in quel campo. Da lì me ne tirai fuori". Poi svela un retroscena: "Sarei dovuto andare a prendere le difese di Pamela Prati da Barbara d'Urso, ma accompagnato dalle sue agenti e non da lei in persona". L'avvocato si riferisce a Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, entrambe coinvolte nello scandalo.

Claudia Cabrini per Gossipblog il 3 giugno 2019. Arriva tramite Instagram la replica di Pamela Prati in riferimento al caso Taormina. Stiamo parlando delle dichiarazioni rilasciate dall'avvocato Carlo Taormina nel corso di una sua lunga intervista alla trasmissione in onda sul canale TeleLombardia Iceberg Lombardia. L'avvocato, infatti, già nelle scorse settimane aveva espresso la sua volontà di difendere la showgirl a proposito della truffa Mark Caltagirone, cambiando tuttavia repentinamente idea nel momento in cui, racconta, la Prati gli avrebbe avanzato una proposta particolare: quella di mentire a nome suo, testimoniando che Mark Caltagirone esistesse davvero: "Loro volevano che io andassi da Barbara D'Urso a testimoniare che Mark Caltagirone esisteva. Fu Pamela Prati a chiedermi questa cosa. Io ho detto di no, non sono caduto nella loro trappola. Sarei risultato una pedina della truffa complessiva. […] È stata proprio Pamela Prati a chiedermi di andare ospite dalla D’Urso, avrebbe gradito che fossi andato con le due agenti, la Michelazzo e la Perricciolo. Ho tenuto il gioco fino a quando ho avuto la prova in mano che fosse una farsa. E cosi ho rimesso il mandato". Nel pomeriggio, Pamela Prati ha risposto pubblicando una Instagram Story sul suo profilo ufficiale, specificando di non aver mai chiesto nulla di specifico all'avvocato Carlo Taormina, ma che al contrario sarà proprio contro di lui che ora dovrà prendere provvedimenti legali: "Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dall'avvocato Taormina voglio specificare che io non gli ho mai chiesto di garantire per me l'esistenza di Marco Caltagirone. Gli avevo solo chiesto di accompagnarmi in trasmissione per tutelare la mia posizione da buon avvocato quale pensavo che fosse. Devo ricredermi. Anche la sua posizione verrà valutata nelle opportune sedi".

Pamela Prati, l'avvocato Taormina la denuncia: "Chi pensa di intimidire?". Dalla padella alla brace. Libero Quotidiano il 7 Giugno 2019. Le cose vanno di male in peggio per Pamela Prati. Nelle scorse settimane la showgirl aveva attaccato l'avvocato Carlo Taormina per non aver voluto presenziare in suo favore nelle trasmissioni di cui era ospite dichiarando: "Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Taormina voglio specificare che io non gli ho mai chiesto di garantire per me l’esistenza di Mark Caltagirone. Gli avevo solo chiesto di accompagnarmi in trasmissione per tutelare la mia posizione da buon avvocato quale pensavo che fosse. Devo ricredermi. Anche la sua posizione verrà valutata nelle opportune sedi". Ieri sera è arrivata la risposta da parte dell'avvocato che ospite del programma Iceberg di Marco Oliva ha affermato perentorio: "Ma lei pensa che io possa essere intimidito? Nel momento in cui Pamela Prati mi dice che valuta se prendere iniziative o altro nei miei confronti, ma che vuole? Mi vuole bloccare? Ha sbagliato strada". L'avvocato ha poi aggiunto: "Ho chiesto di accertare cosa c’è dietro questa vicenda, perché secondo me è un fatto di associazione criminale. Non so chi è il carnefice e chi è la vittima, questo non lo so. Sono portato a credere che qualcuno sia vittima e  altro sia carnefice. Mi sono rivolto all’autorità giudiziaria affinché provveda a capire che cosa c’è e soprattutto che tuteli la mia persona da queste che potrebbero essere delle vere e proprie intimidazioni. Ho presentato un esposto alla Procura di Roma". Fallimentare dunque l'idea della Prati di ricorrere a degli avvocati per difendere la sua posizione, qualora sia stata plagiata pare proprio sia arrivata l'ora di dimostrarlo prima di cacciarsi in ulteriori guai.

Giuseppe Candela per Dagospia il 6 settembre 2019. Il caso Prati-Caltagirone svelato da Dagospia lo scorso aprile si è rivelato un fenomeno senza precedenti, capace di catalizzare per oltre tre mesi l'interesse di tutto il sistema mediatico. I riflettori si sono spenti, non totalmente, con l'arrivo del caldo e la chiusura dei programmi televisivi. Pamela Prati ha rilasciato interviste in cui annunciava di ripartire da Paola Pireddu (suo vero nome), ha partecipato ad eventi, è stata immortalata in piscina, ha concesso parole al miele a Maurizio Costanzo. A settembre la tv si riaccende: l'ex trio Prati-Michelazzo-Perricciolo tornerà al centro della scena? Il sito Tvblog nei giorni scorsi ha fatto il nome di Pamela come opinionista della nuova edizione del Grande Fratello Vip aggiungendo poi che sarebbe già "stata in qualche modo 'catturata' da un'altra trasmissione di Mediaset." Al di là delle volontà di chi si occupa del reality, o della stessa showgirl, la sua presenza non è prevista al momento come concorrente (di nuovo) o opinionista. Sarebbe utile mediaticamente per trainare il programma condotto da Alfonso Signorini ma creerebbe nuove polemiche che si vogliono evitare. Nessuno in Mediaset immagina la morte artistica della Prati dopo lo scandalo ma non c'è la volontà di concedere occasioni che non siano strettamente giornalistiche dopo aver, in maniera più o meno consapevole, preso in giro telespettatori e conduttori (che pure hanno beneficiato di molti punti di share). Ricordando, inoltre, che le protagoniste di questo caso non sono mai state denunciate dall'azienda di Cologno Monzese. Era circolata nei mesi scorsi l'ipotesi Amici Vip (diventato intanto Amici Celebrities) ma stando alle nostre fonti così non sarà. Il riferimento al programma che ha "catturato" la Prati è Verissimo, dove la scorsa primavera la Pireddu ha partecipato per ben tre volte. I soliti beninformati raccontano che la primadonna del Bagaglino quest'estate, dopo la mancata ospitata a Live-Non è la D'Urso, aveva chiesto spazio per un diritto di replica finale. Disposta a partecipare anche gratis ma la trasmissione del sabato pomeriggio non poteva riaprire i battenti solo per lei. "Tutto rinviato a settembre", si erano detti. Settembre è arrivato e le trattative tra le parti sono riprese. Subito però si sarebbero arenate per un problema di cachet, si parla di una richiesta economica molto importante, la Toffanin avrebbe risposto "no grazie". La Prati vuole Verissimo, Verissimo vuole la Prati ma gratis o al massimo concedendo un rimborso spese. Per ora, dunque, la trattativa è in una fase di stallo. Aggiungiamo che al momento non sarebbero ipotizzabili ospitate di Pamela Prati nei programmi Rai, era stata fatta una eccezione per Chi l'ha visto? dove però non aveva aperto bocca e aveva partecipato senza percepire un compenso. L'ospitata a Domenica In (e Vieni da me) aveva portato il caso in Vigilanza Rai. Discorso diverso per Live-Non è la D'Urso che deve proprio al caso Prati-Caltagirone il successo della sua prima edizione. Andrà in onda nella più difficile collocazione domenicale dal 15 settembre e tornerà sull'argomento ma senza la Pireddu. Rivedremo sicuramente Eliana Michelazzo, rappresentata dalla Barnum di Massimiliano Caroletti che molti artisti propone nei salotti di Carmelita. L'ex corteggiatrice di Uomini e Donne quest'estate ha concesso interviste a destra e a manca, ha annunciato un libro e un film sulla storia che l'ha vista protagonista, ha sponsorizzato prodotti sui social e collezionato numerose serate in giro. Ha anche ufficializzato la relazione, vera o finta che sia, con l'esistente Daniele Bartolomeo che potrebbe presentare al pubblico di Canale 5 nelle prossime settimane. Inutile dire che la Michelazzo sogna una partecipazione nei reality, ci aveva già provato subito con il Grande Fratello ma fu bloccata dai vertici Mediaset. Il no per la Prati si estenderà, come immaginabile, a Eliana Michelazzo e se volesse anche a Pamela Perricciolo. Quest'ultima aveva svelato che la finta moglie del finto Simone Coppi percepiva 7 mila euro a puntata per presenziare a Live-Non è la D'Urso ma la stessa Michelazzo ha confessato di recente di avere grandi problemi economici, che le avevano bloccato i pagamenti delle fatture e che era partita per Ibiza ''con 200 euro''. Potrà dunque accettare di andare gratis in tv? Se l'azienda non è disposta a pagare la Prati a Verissimo come potrebbe concederle un cachet? E Pamela Perricciolo? Secondo il sito Fanpage è stata avvistata a Cologno Monzese lo scorso 4 settembre, potrebbe essere tra gli ospiti al debutto di Live-Non è la D'Urso e alla conduttrice avrebbe fornito prove che inguaierebbero la finta signora Coppi. Intanto Donna Pamela è tornata attiva sui social. Anche lei si è concessa qualche serata nelle discoteche nelle Marche, scattandosi foto con la sua sosia (non Fedez, anche se il taglio è lo stesso) che aveva interpretato il suo ruolo nella minifiction di Live-Non è la D'Urso. Tale Paola Vitucci è entrata a far parte della sua agenzia. Avete capito bene. Se l'Aicos è fuorigioco, la Perricciolo prova a rilanciarsi con la Dreaming Management: "Felice dei contratti che abbiamo chiuso in questo periodo. Avanti tutta", scrive sul suo profilo Instagram. Nel profilo dell'agenzia compaiono molti bambini, per la serie il lupo perde il pelo ma non il vizio. In arrivo un confronto con Eliana dalla D'Urso? Le denunce rendono l'incontro più complicato, discorso diverso per le singole ospitate. La telenovela continua....

Pamela Prati a Non è l’Arena: “Sono una vittima, ho mentito per amore”. Ospite di Giletti al talk di La7, la showgirl fornisce la sua versione dei fatti sul caso Mark Caltagirone: “Ho creduto ciecamente in questa favola e ho commesso degli errori – dice – ma sono innocente”. Alessandro Zoppo ,Lunedì 23/09/2019, su Il Giornale. Pamela Prati è stata ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena nella prima puntata della nuova stagione del talk di La7, andata in onda domenica 22 settembre 2019. La showgirl, dopo la recente intervista a Oggi, è tornata a parlare del caso Mark Caltagirone e di quella che Giletti ha definito “la più grande fake news dell’anno”. “Ho creduto ciecamente in questa favola – esordisce la Prati – e sono innocente. Sono stata una vittima, e non sono l’unica”. La soubrette cita i casi di Alfonso Signorini e Manuela Arcuri, che hanno subito lo stesso trattamento ad opera delle stesse agenti. Giletti ripercorre tutta la vicenda, dal primo incontro di Pamela con Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo in un ristorante di Roma nel marzo del 2018 all’intervista a Chi del maggio 2019 in cui la Prati annuncia le nozze con l’imprenditore Mark Caltagirone. Dopo le rivelazioni di Dagospia e FanPage, emerge la verità: è tutto falso. La Prati è complice o vittima? “L’ho scoperto all’ultimo che lui non esisteva – dichiara la Prati – e ho difeso una famiglia che credevo di avere. Sono stata invitata a quel ristorante. Mi hanno parlato di Mark Caltagirone, mi hanno detto che si era appena separato e che aveva preso in affido un bambino, ed era bello e dolce. Che a lui io piacevo, era venuto tante volte a vedermi al Bagaglino. Ho pensato subito facesse parte di questa famosa famiglia. Gli ho mandato un messaggio io la prima volta, gli ho scritto: ‘Buona primavera’”. “Piano piano – racconta la showgirl – abbiamo iniziato a messaggiare e ci siamo piaciuti. Lui mi raccontava della delusione avuta dalla sua ex compagna: non credeva più nell’amore e scriversi con me lo stava rendendo felice”. I dubbi sono iniziati quando non riusciva a parlare con lui o riceveva soltanto messaggi vocali. Caltagirone diceva di essere sempre in posti come la Siria e la Libia, con continui problemi di linea o comunicazione: le foto che mandava alla Prati erano in realtà quelle di Marco Di Carlo, rubate sui suoi profili social. Giletti mostra persino la chat hot tra i due. “Ti sei toccata”, scriveva lui. “Sì, mi sono toccata. Perché tu mi fai impazzire”, rispondeva lei.

Pamela Prati: “Hanno colpito tutti i miei punti deboli”. “Io non ho costruito tutto questo, lo hanno costruito per me – ribadisce la Prati –. Hanno colpito tutti i miei punti deboli con crudeltà. E se pensiamo che sia stato fatto da delle donne, fa ancora più male. Ho fatto degli sbagli: ho mentito per amore”. “Mi arrivavano tantissimi suoi messaggi – rivela la showgirl – ma non so con chi stavo dall’altra parte del telefono. Adesso mi rendo conto di quello che mi stavano facendo. Oggi non mi riconosco”. La psicoterapeuta Stefania Andreoli definisce Caltagirone un caso di “catfish”, ovvero gli adescatori sentimentali di Internet con una falsa identità. “Uscivo da una grande storia d’amore – dice la Prati –, hanno toccato un mio punto debole. Ma io non ero complice di nessuno: sono stata incosciente, ingenua e stupida, ma sono stata raggirata”. Quando Giletti la incalza sulle copertine delle riviste e le apparizioni televisive, la Prati rimanda al mittente le critiche. “Hanno speculato loro su di me – dice la soubrette –, l’hanno fatto per apparire, per invidia e gelosia. Io non ci ho guadagnato e non mi importa che si parli di me in questo modo: ero molto famosa prima di questa vicenda”. “Se avessi architettato tutto questo – si rivolge poi a Nunzia De Girolamo, ospite del talk – come avrei potuto mandare dei video di me nuda a qualcuno che non conosco? Per due passaggi in televisione butto via la mia carriera? Si chiamano truffe d’amore”. Nella sua ricostruzione, Giletti sottolinea la presa in giro dei due bambini, “Sebastian” e “Rebecca”, messi in mezzo in questa storia come figli dati in affido della Prati per fare leva sul suo bisogno di maternità. Poi mostra le interviste a Wanda Ferro, la deputata di Fratelli d’Italia coinvolta nel sistema dei finti matrimoni, e all’uomo che ha accettato di essere Caltagirone per fare delle foto insieme a Pamela fingendo di essere lui. “Ho difeso un marito e dei figli ipotetici – ribadisce la showgirl –. Ho mentito per loro. Le foto non le volevo fare. Un giorno ho incontrato veramente Sebastian Caltagirone. Me lo sono trovato davanti. Non sapevo nulla, e ci ho creduto. Quello che mi è successo è una tragedia. È stato un ricatto psicologico. Sono stata fragile: mi hanno manipolato. Io stavo sempre e solo con loro. Sono stata una cretina a non rendermi conto di quello che mi stava succedendo, ma non permetto che si metta in dubbio la mia buona fede”.

Simona Ventura prende le difese di Pamela Prati. Nel corso della puntata, è apparsa anche Simona Ventura con un’intervista in cui si è pronunciata sulla vicenda che ha visto protagonista la sua amica Pamela. La conduttrice ne prende le difese. “C’è un sistema – dichiara la Ventura – per cui ci sono delle vere e proprie organizzazioni che sanno incunearsi quando tu sei più debole. Avevano contattato anche me perché volevano fare dei post su Instagram, però mi era sembrato strano perché proprio in quel periodo mi ero lasciata con il mio compagno. Sarà stato un caso? Non lo so”. “Alle amiche – aggiunge la presentatrice – bisogna dire la verità. Io penso che Pamela si debba circondare di donne che amano le donne perché ci sono anche tante donne che odiano le donne ed è veramente una disdetta incontrarle nel proprio cammino”.

·         Carlo Taormina: “Se sono un grande avvocato…lo devo a mia moglie!”. 

Carlo Taormina: “Se sono un grande avvocato…lo devo a mia moglie!”. Marco Lomonaco il 19/09/2018 su Il Giornale Off. Carlo Taormina, avvocato di Pamela Prati fino a poco fa, a “Un Giorno da Pecora”, su Rai Radio1, ha raccontato il suo punto di vista sulla delicata vicenda del matrimonio, vero o presunto, della showgirl con Mark Caltagirone (Pamela Prati a “Verissimo” ha ammesso che Mark Caltagirone non è mai esistito, aggiungendo di aver paura perché non sa chi ci sia dietro a quella che ormai sembra diventata una vera e propria soap opera all’italiana, fonte AdnKronos). “Ho rinunciato al mio mandato perché vedo tanta confusione, tante chiacchiere e supposizioni, cose intricate e non sempre chiare”. E se lo dice lui. Vi proponiamo la bella intervista che il grande avvocato concesse al nostro Marco Lomonaco il 19 settembre 2018, scoprendo quanto sia attualissima …(Redazione). Carlo Taormina, 77 anni, avvocato di fama nazionale, docente universitario, per anni facente parte della “tavola rotonda” del Cav».

Professore, se dovesse cercare tra gli innumerevoli casi che ha affrontato nella sua carriera, saprebbe indicarcene uno che l’ha particolarmente impegnata?

«Trovarne uno così su due piedi è complicato, avendo io affrontato nella mia carriera moltissimi casi, anche molto impegnativi. Dovendone però indicare uno in particolare, posso dire che la vicenda di Cogne è stata certamente importante non solo per la mia attività professionale, ma anche perché ha rappresentato nel nostro paese un’autentica svolta metodologica nell’affrontare casi di questo tipo. Come sa il contraddittorio si è svolto anche e soprattutto nell’arena televisiva, ed è stata per me e per tutti coloro che hanno seguito la vicenda una dura prova. Il contraddittorio mediatico e quello giudiziario si sono infatti incrociati, andando anche a influenzarsi a vicenda; il dispendio di energie da parte mia fu molto grande, ma mi permise di spingermi verso una sperimentazione di tecniche che altrimenti forse non avrei mai utilizzato. Il risultato finale del processo è stato, nei limiti del possibile, apprezzabile, dato che la mamma di Samuele non ha subito una pena così pesante come si poteva prefigurare inizialmente».

Lei continua a difendere Annamaria Franzoni?

«No, io non difendo lei. Difendo la sua innocenza. Ci sono state incongruenze nella costruzione dell’accusa e a mio avviso errori dal punto di vista della presentazione delle prove; è stata una débâcle giudiziaria in un certo senso. Come dicevo, un processo di innovazione metodologica che, mi perdoni l’arroganza, non molti forse sarebbero stati in grado di affrontare».

Come vede questa intesa Lega – 5 Stelle al governo del paese? [l’intervista è stata fatta il 19 settembre 2018, n.d.r.]

«Faccio una premessa. Mi piace molto Salvini e sono perfino pronto ad offrire lui il nome che coniai anni fa come sintesi delle destre italiane. Il nome di Lega Italia, qualora il segretario voglia cambiare nome al partito, potrebbe essere il nominativo che fa al caso suo. Per quanto riguarda il governo quindi, le posso dire che ne sono soddisfatto, essendo espressione di ciò che il popolo ha voluto e indicato per il paese alle urne. Penso inoltre che questa compagine di governo possa andare verso il completamento della legislatura, fermo restando ovviamente che Salvini non si lasci ingolosire dai sondaggi e non scelga di far cadere il tutto per puntare alla premiership».

Un suo commento su questa vicenda di Salvini indagato [l’intervista è stata fatta il 19 settembre 2018, n.d.r.].

«Il procuratore Patronaggio è stato già contestato dal Tribunale di Palermo, il quale ha messo in dubbio e fatto vacillare alcune imputazioni di reato nei confronti del Ministro dell’Interno. Inoltre tutta questa situazione è caratterizzata a mio giudizio da una volontà di mettersi in mostra assolutamente inadeguata da parte dello stesso procuratore di Agrigento. Ancora penso a quella sceneggiata sulla Diciotti dove è voluto salire a bordo per verificare le condizioni dei migranti, situazione che per altro era già sotto il pieno controllo del Viminale: non ho capito a cosa servisse quella visita se non a mettersi in luce ed esibirsi sulla scena nazionale. Credo quindi che abbia formulato imputazioni sbagliate, oltre ad aver agito in modo approssimativo e incoerente».

Spostiamoci a sinistra. Il consenso come lei ben sa va e viene: per Renzi c’è possibilità che ritorni?

«Non credo proprio! E’ un uomo arrogante e pieno di sé e il corso degli eventi ha voluto che cadesse dallo scranno più alto del governo. Francamente non credo che nel suo caso gli italiani acconsentiranno a fornirgli una seconda possibilità.

Lei che ha avuto una carriera brillante, che immagino costellata di episodi significativi, ci vuole raccontare un episodio OFF che le ha permesso di svoltare e in qualche modo le ha cambiato la vita. Qualcosa che non ha mai raccontato a nessuno. Il mio episodio OFF è stato l’incontro con mia moglie: nessuno come lei ha saputo aiutarmi a dare una priorità agli obiettivi della mia vita, ad identificarli e a perseguirli con successo. Mai avrei mai pensato di diventare un grande avvocato. Non ho mai raccontato quanto lei sia stata importante in questo senso».

E un altro incontro significativo della sua vita qual è stato?

«L’altro incontro che mi ha stravolto la vita, consentendomi di fare esperienze umane e professionali straordinarie, è stato quello con Silvio Berlusconi. Una persona del quale ho sempre apprezzato la moralità, la generosità, il coraggio e la capacità di migliorare le persone che ha accanto. Il Presidente, dal nostro incontro, mi è stato vicino per anni, accompagnandomi in tanti momenti importanti della mia vita. Ora posso dirle questo: nonostante io ne sia lontano ormai da anni, ancora continuo a riconoscerne il grande fascino e le grandi capacità».

·         Il matrimonio di Eva Grimaldi.

Roma, Eva Grimaldi e Imma Battaglia si sono sposate. Pubblicato lunedì, 20 maggio 2019 da Corriere.it. Imma Battaglia e Eva Grimaldi si sono sposate. Domenica 19 maggio hanno detto sì nel resort dello chef Antonello Colonna, a Labico, poco fuori Roma. Erano state loro stesse ad annunciare le nozze (ma non la data) e l’intenzione poi di adottare un bambino. Dopo sette anni di relazione, per il giorno più importante della loro vita, l’attrice e l’attivista Lgbt si sono affidate all’organizzazione di Enzo Miccio, il wedding planner dei vip. Testimoni delle spose l’attore Gabriel Garko, ex compagno della Grimaldi, e Vladimir Luxuria. Eva Grimaldi, poche ore prima del fatidico sì, ha dedicato un romantico post alla sua futura sposa: «Probabilmente a quest’ora il mondo dorme ancora, ed io vorrei fargli sentire ciò che ho nel cuore. Imma, ti amo! Sei la persona che ho scelto, quella che, tra poche ore, sarà mia “Moglie”. E non mi importa se sarà dura, difficile, se dovremo combattere contro ignoranza e odio. Non mi importa perché, in fondo, come mi hai insegnato tu, l’Amore vincerà sempre su tutto. A tra poco, amore mio. #LePromesseSpose». Tanti i commenti di auguri, anche da parte di personaggi del mondo dello spettacolo: tra loro la cantante Syria, Paola Perego e Rita Dalla Chiesa.

Eva Grimaldi: “Che imbarazzo davanti al maestro Fellini...” Gustavo Marco Cipolla il 31/08/2019 su Il Giornale Off. Ha ancora il calco di alginato sul viso Eva Grimaldi quando viene raggiunta per raccontarsi. L’attrice dal 13 settembre sarà tra i concorrenti della prossima edizione di “Tale e quale show”, il programma di Rai 1 sulle imitazioni canore condotto da Carlo Conti. E sogna già di interpretare le grandi dive della musica italiana. Ma tra prove, costumi e paillettes, Eva non dimentica  l’amore per l’attivista Lgbtqi Imma Battaglia, suggellato da un’unione civile lo scorso maggio. Tanti gli aneddoti della sua carriera, come quella volta in cui il maestro Federico Fellini, con il quale ha lavorato, le mise le mani nel reggiseno imbottito tirando fuori un calzino.

Ci si sente come una pioniera che ha scalato una vetta che nessuno aveva mai raggiunto.

«In fin dei conti, io e Imma Battaglia siamo le prime due donne “personaggi pubblici” ad essersi unite civilmente. Un’esperienza che ancora oggi resta un atto politico che aiuta chi ha difficoltà a comprendere il sentimento tra persone dello stesso sesso. Non c’è nulla di sbagliato nell’Amore».

Imma è stata attaccata sui social per il look “maschile” sfoggiato all’unione dell’anno. L’ha difesa?

«Imma si difende da sola, sempre. Il suo stesso nome è un biglietto da visita che la racconta in tutta la sua essenza. Imma Battaglia nomen omen, ed io la amo (e la stimo) anche per questo. Enzo Miccio ne ha preso le difese e ha fatto bene, il suo abito era magnifico e ogni tanto le chiedo di indossarlo per me, ma non lo fa mai! Speriamo lo indossi più spesso perché è di un’irresistibile eleganza».

Ricorda un episodio OFF, buffo e divertente, degli inizi della sua carriera da attrice?

«Ne ho moltissimi e sono legata ad ogni ricordo per un motivo diverso. Però, devo dire che sorrido sempre tanto ricordando quella volta in cui ho bluffato di fronte al maestro Federico Fellini, che mi aveva accolta per “Intervista”, uno dei suoi ultimi film. Mi sono presentata all’appuntamento con il reggiseno imbottito di qualsiasi cosa e, mentre parlavamo, lui mi ha guardato negli occhi e con un dito ha tirato fuori un calzino dal mio petto. Un momento che non dimenticherò mai e su cui continuo a ridere di gusto senza dimenticare la grande opportunità che ho avuto».

Nel film “Mutande pazze” di Roberto D’Agostino seduce nel retrobottega di un bar un giovane Raoul Bova. Solo “Tu, io e le rose” o un pensierino hot sull’ex nuotatore le è scappato?

«Come non può scapparti un pensierino su uno come Raoul Bova. Se lo ha fatto Madonna, posso averlo fatto anche io. (sorride, ndr.)

“L’Isola dei famosi”: può un reality cambiare un artista e il suo approccio alla vita? Nel suo caso sembra sia stato un percorso formativo…

«Per me c’è un “prima” e un “dopo” Isola. Più che un percorso formativo è stato un vero e proprio spartiacque per il mio percorso di vita. Non avevo programmato nulla, ma prima della partenza avevo preventivamente parlato con la mia famiglia, rivelando il mio rapporto con Imma che durava ormai da anni. Se un reality può cambiare la vita di qualcuno? Direi di sì. L’Isola mi ha insegnato a vivere nel pieno delle nostre forze, invece di sopravvivere come un naufrago in balia delle onde».

Da quando ha scelto di vivere l’Amore con Imma Battaglia è diventata attivista e combattente per i diritti Lgbtqi anche lei o lo è sempre stata? Oggi è proud?

«Devo dire la verità, sono sempre stata circondata da vere e proprie gay family che negli anni si sono moltiplicate. Quando ho conosciuto Imma, nove anni fa, ho da subito partecipato alla sua vita di piazza, scendendo in strada ad ogni occasione. Se sono proud? Sì! Sono proud fino all’osso, orgogliosa di noi, dei colori che rappresentiamo, della bellezza e della forza che si ritrovano nelle differenze.

Con Gabriel Garko, suo ex ma anche testimone di nozze, è in ottimi rapporti. È possibile rimanere amici dopo una lunga relazione?

«È possibile se si è intelligenti e si riconosce il bene per una persona, oltre i propri rancori. L’affetto che sentiamo deve superare l’amore che proviamo per il nostro partner. L’amicizia è un valore superiore e non va mai tradito».

Lei è una persona molto diretta. Una sua collega attrice che proprio non sopporta e una che, invece, è stata un modello per la sua professione?

«Si, sono molto diretta, è per questo che se ho qualcosa da dire la dico sempre vis à vis, ma mai tramite i media. Credo sia una questione di rispetto, da mantenere anche durante il più aspro dei confronti. Di modelli ne ho avuti tanti, ma tengo sempre come faro mamma Elvira, una donna che ha vissuto ogni momento da protagonista sul palcoscenico della vita».

Prossimamente la vedremo in tivù tra i concorrenti di “Tale e quale show” su Rai 1. C’è un personaggio che le piacerebbe interpretare-imitare e cosa dobbiamo aspettarci da Eva in questo nuovo progetto televisivo?

«Sinceramente non so ancora bene cosa aspettarmi. Sono consapevole che dovrò studiare e lavorare moltissimo, perché lo sto facendo già da tempo. Anche solo superare il provino è stata una vera e propria impresa! Mi piacerebbe interpretare grandi dive della musica italiana, sperando che i giudici siano clementi, vista la mia formazione d’attrice e non da cantante. Ma ce la metterò tutta e i miei bassi sono un biglietto da visita che non tutti possono presentare. Staremo a vedere!»

·         Ana Bettz, la cantante imprenditrice.

Ana Bettz, la cantante imprenditrice fermata su una Rolls Royce con 300 mila euro contanti. Pubblicato venerdì, 17 maggio 2019 da Annalisa Grandi su Corriere.it. Il suo nome d’arte è Ana Bettz. All’anagrafe Anna Bettozzi, 59 anni, imprenditrice e cantante sarda, vedova del petroliere Sergio Di Cesare, nonché cantante, è stata fermata dagli agenti della Guardia di Finanza a Ventimiglia a bordo di una Rolls Royce. Aveva con sé 300 mila euro in contanti. Le Fiamme Gialle a quanto si è appreso avevano seguito l’auto sin dalla partenza: oltre ai 300 mila euro trovati a bordo, ne sarebbero stati trovati un altro milione e 700 mila in un luogo che non è stato svelato. La donna, imprenditrice e cantante, è ora indagata per riciclaggio dalla Procura di Imperia che vuole fare luce sulla provenienza di quel denaro. L’operazione è coperta dal massimo riserbo. Anna Bettozzi, nata a Porto Rotondo, come vicino di casa in Sardegna aveva Silvio Berlusconi, e per la prima parte della sua carriera si era dedicata al settore immobiliare: all’epoca, come racconta «Il Secolo XIX» aveva i capelli neri e pubblicizzava «Le case firmate». Poi, la svolta: Anna si dà al mondo della musica e dello spettacolo, nome d’arte Ana Bettz, capelli biondi e balli scatenati nei suoi video. Per citarne uno, «Ecstasy», primo singolo del 1997, realizzato dal produttore dei videoclip di Madonna e Michael Jackson. Nel 2011 è stata anche presenza fissa a «Quelli che il calcio». Un nome noto, insomma. Vedova del petroliere Sergio Di Cesare, nel 1999 insieme al marito era stata sequestrata per una notte nella villa in cui i due vivevano, al Quarto Miglio, a Roma. I rapinatori avevano portato via soldi e oggetti preziosi per un valore totale di circa 100 milioni delle vecchie lire.

Musica dance, balli scatenati  e i milioni nascosti nella Rolls: le tre vite di Anna Bettozzi. Pubblicato venerdì, 17 maggio 2019 da Candida Morvillo su Corriere.it. È stata fermata su una Rolls Royce con autista, a Ventimiglia, a un passo dalla frontiera con la Francia. Fra la luxury car e i lunghi capelli biondissimi era impossibile non notarla, ma è probabile che gli agenti della Guardia di finanza la stessero già seguendo. Sono andati come a colpo sicuro, le hanno praticamente smontato l’auto, finché non hanno trovato a bordo trecentomila euro in contanti, seguiti da un milione 700 mila euro — cash anche quelli — poi sequestrati in un’abitazione di cui non hanno reso noti i dettagli. Anna Bettozzi, 59 anni portati come fossero trenta, vedova del petroliere Sergio Di Cesare, è stata denunciata a piede libero dalla Procura d’Imperia con l’accusa di riciclaggio. Sarda di origine, per anni, ha animato feste in stile «Grande Bellezza» nella sua villa romana sull’Appio-Pignatelli e in quella di Porto Rotondo, dove poteva fare capolino Silvio Berlusconi, innamorato dei cedri del giardino e della musica della padrona di casa. Per uno sfolgorante decennio, infatti, Anna Bettozzi si era trasformata in Ana Bettz, interpretando brani dance con tanto di balli sensuali e scatenati, e coreografie firmate anche da Luca Tommassini, l’italiano che ha ballato con Madonna. Era a Madonna che Anna s’ispirava. Nei panni (pochi) di pop star, spopolava sulle terrazze romane, sui Cafonal di Dagospia, era acclamata al Gay Village, e la si può ancora ammirare anche su YouTube. Il primo brano, Ecstasy, è del 1997, poi sono arrivati Black and White, Femme, Move On. La dance era il passatempo di una donna molto ricca, molto bella e che non voleva annoiarsi. E l’aveva portata, nel 2011, in tv a Quelli che il calcio..., con Simona Ventura che la definiva «un cult». In una prima vita, era stata un’immobiliarista celebre a Roma per pubblicizzare l’attività esibendo la sua faccia su maxi manifesti con la scritta «Le case firmate». Aveva ancora i capelli neri, indossava severi tailleur. Aveva sposato in seconde nozze Di Cesare, umbro di Monteleone di Spoleto, fondatore nel 1968 della Europetroli, membro storico di Assopetroli, architetto, cavaliere di Malta, e più volte ricevuto da Papa Wojtyla. Il primo approdo della coppia nella cronaca di genere non mondano risale al 1999: erano stati rapinati nella loro villa romana, sei ore nelle mani dei banditi, che avevano poi portato via contanti e gioielli per 100 milioni di lire. Poi, nel 2015 lui era finito ai domiciliari in via preventiva per un’inchiesta su contrabbando di gasolio ed evasione fiscale. Di Cesare è mancato nell’agosto scorso. Del piccolo impero petrolifero resta la Max Petroli, poi diventata Made Petrol, amministrata dalla figlia 25enne Virginia. Società destinataria, nel 2017, stando al sito staffettaonline.com di una di quelle lettere di avvertimento che l’Agenzia delle Entrate invia a chi sembra in affari con presunti evasori. L’inchiesta sulla vedova è coperta dal massimo riserbo. Bisogna capire da dove arrivano i soldi. Gli avvocati di Bettozzi, Cesare Placanica e Ilario D’Apolito, hanno ribadito «quanto già dichiarato nell’immediatezza in ordine alla assoluta liceità della somma sequestrata proveniente da un lascito del defunto marito, che è stato uno dei più importanti imprenditori italiani nel petrolifero». Lunedì si presenteranno dai pm di Imperia per chiarire. Dovranno spiegare, a questo punto, dove, come, quando e perché il defunto avrebbe conservato cash due milioni di euro.

Gianni Barbacetto per ''il Fatto Quotidiano'' il 18 maggio 2019. Lele Mora è preoccupato: come agente di spettacolo e come petroliere. Sì, anche come petroliere. Il motivo della sua preoccupazione? Un' operazione della Guardia di finanza di Imperia, che ieri ha fermato alla frontiera di Ventimiglia una Rolls Royce e ha sequestrato 2 milioni di euro in contanti. Sull' auto viaggiava Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, bionda, cantante, ballerina, amica di Lele Mora che un tempo l' aveva nella sua scuderia di artisti. Oggi Ana Bettz è più che altro donna d' affari e di petrolio. Perché ha sposato il petroliere Sergio Di Cesare, di cui è diventata vedova, erede e continuatrice d' imprese commerciali e finanziarie. Le Fiamme gialle sono andate a colpo sicuro: seguivano la sua Rolls Royce e quando l' hanno bloccata al confine tra Italia e Francia hanno trovato nella vettura, senza troppo cercare, 300 mila euro in contanti. Contemporaneamente hanno sequestrato un altro milione e 700 mila euro in un luogo che i magistrati della Procura di Imperia, che indagano per riciclaggio, hanno mantenuto segreto. Ora l' inchiesta dovrà svelare da dove vengono quei soldi, quali erano i meccanismi del riciclaggio e chi ne era coinvolto. Nata a Porto Rotondo, in Sardegna, 59 anni fa, Anna Bettozzi aveva i capelli nerissimi quando faceva pubblicità per un' agenzia che vendeva "case firmate" in Sardegna. Poi diventa bionda, si trasforma in Ana Bettz e nel 1997 incide in California il suo primo singolo, Ecstasy, con un video realizzato dal produttore dei videoclip di Madonna e Michael Jackson. Nel 1999, Anna e Sergio subiscono nella loro villa di Roma, al Quarto Miglio, un sequestro-lampo che dura una notte e si conclude all' alba con i rapinatori che se ne vanno portando via soldi e oggetti preziosi per circa 100 milioni di lire. Nel 2011 è ospite a Quelli che il calcio, dove lancia il suo ultimo brano, Move On, e il suo ultimo album, The One. Una carriera musicale non indimenticabile. Ma negli affari va anche peggio. Nel 2015 suo marito viene arrestato per contrabbando di prodotti petroliferi ed evasione delle accise. Nell' agosto 2018, Di Cesare muore e Anna assume la guida di fatto delle sue società. Due mesi dopo, partecipa alla fiera "Oil&Nonoil", a Verona, con un grande stand dell' azienda Max Petroli Italia. Due le presenze nello stand che non passano inosservate: una Ferrari "edizione limitata" e un Lele Mora in versione petroliere. Sì, perché la Max Petroli è controllata dalla figlia di Di Cesare, Virginia, 25 anni, ma a "curarne l' immagine" è l' ex agente delle star, già condannato per bancarotta e per bunga-bunga. Intervistato in quell'occasione, Lele Mora spiega perché si trova in quello stand: "È un modo come un altro per stare vicino a un' amica, Ana Bettz. Del resto, io di petrolio so tutto: da parecchi anni faccio affari con tante società importanti con la Somo", la società petrolifera dello Stato iracheno. "Affari commerciali. Lavoro con il Kurdistan, col crude oil. Ed ero anche molto amico di Chavez: la Pdvsa venezuelana era una società magnifica. So che la Max Petroli è chiacchierata, ma adesso Sergio è mancato e ha lasciato tutto alla moglie che sta pagando tutti i debiti". Ecco dunque l' uomo che è stato condannato per aver portato ad Arcore le ragazze del bunga-bunga risorto nei panni del petroliere di successo. Anche in queste vesti, Lele Mora ora ha da preoccuparsi per il blitz della Rolls Royce.

·         Gabriel Garko.

La gaffe hot delle Mara Venier: il lato B in faccia a Gabriel Garko. Gabriel Garko diventa protagonista di un siparietto hot a Domenica In, nel corso dell'intervista concessa a Mara Venier. Serena Granato, Martedì 08/10/2019, su Il Giornale. Nella nuova puntata di Domenica In non sono mancati i momenti esilaranti, come quello avvenuto nel corso dell'intervista che ha visto protagonista Gabriel Garko. "Pensavo volessi venirmi in braccio", esordisce Garko visibilmente sorpreso dinanzi a Mara Venier, che intanto gli dà le spalle per mettere a posto la sua poltrona al centro dello studio, prima di procedere con l'intervista. La Venier sposta la sua poltrona bianca, ma sembra non accorgersi che sta dando il lato B in faccia all'attore di fiction Mediaset di successo. "Mara, Mara!" esclama Garko, che poi si rivolge al pubblico in studio alludendo maliziosamente alla conduttrice: "Ma lei non si è accorta di cosa ha fatto?!". "Che ho fatto? ...Ti ho messo il sedere in faccia?!" domanda quindi la padrona di casa al bel Gabriel, dopo essersi finalmente seduta. "...Ma non fa nulla", prova a ironizzare Garko, che poi esplode in una risata contagiosa. "L'ho fatto?" domanda ancora la Venier. E alla fine arriva il verdetto del pubblico, al grido di: "Sì!". Il siparietto hot tra la "zia d'Italia" e l'attore de Il peccato e la vergogna in questione si è registrato nella nuova puntata di Domenica In, andata in onda lo scorso 6 ottobre, su Rai 1. E in occasione del nuovo appuntamento tv del format domenicale, Garko ha voluto rispondere agli incessanti gossip che lo vedrebbero felicemente sposato e/o protagonista di una relazione omosessuale con l'ex gieffino Gabriele Rossi. Nell'intervista concessa a Mara Venier, Gabriel si è, infatti, detto innamortato e geloso in amore, senza però rivelare l'identità della sua dolce metà: "Io non faccio del male a nessuno, il non dire le cose private della mia vita non nuoce a nessuno. Amo essere criticato sull’aspetto professionale, ma non voglio essere giudicato, ma su una scelta all’interno delle mura di casa mia".

Gabriel Garko: "Basta chiedere con chi vado a letto". In attesa dell'uscita della sua biografia, Gabriel Garko mette un punto e lo fa rilasciando un'intervista al settimanale "Chi", dove chiede, anzi sogna, che la gente non le chieda più della sua sessualità. Roberta Damiata, Giovedì 21/11/2019, su Il Giornale. “Sarà un’utopia, ma sogno un mondo dove non ci sia bisogno di raccontare quello che succede nella camera da letto. Dobbiamo superare le barriere, le etichette, i cliché e tutte queste maledette definizioni, lasciando a tutti la libertà di esprimersi come e quando vorranno. Non riesco più a tollerare chi punta il dito, chi giudica, chi vuole dare un nome a tutto e a tutti. E non voglio più sentire parlare di normalità“. Con queste parole, Gabriel Garko, idolo di migliaia di donne, protagonista di film di piece teatrali, ha voluto mettere un punto su una cosa che per tutta la vita lo ha perseguitato, ed ora per lui è diventata un peso insopportabile da portare avanti. Tra poco darà alle stampe un libro: “Andata e Ritorno”, una autobiografia dove senza troppi ricami si racconta, racconta la sua vita, le sue esperienze e il grande peso, appunto, di dover per forza raccontare la sua sessualità. "Per molto tempo ho dipinto la mia vita con colori che non ho mai gradito. -racconta - E la violenza più grande è stata quella di averlo fatto consapevolmente. Il mio era diventato un vero e proprio lavoro. Oggi non lo voglio più fare”. ha raccontato ad Alessio Poeta il giornalista che ha raccolto le sue parole. Il suo libro è stata quasi per lui una lunga seduta psicologica, in cui lui ha messo un punto per ricominciare la sua vita in maniera diversa. “Vivere la propria identità di genere con naturalezza, senza sentire pressioni sociali rispetto a un’eventuale dichiarazione di orientamento sessuale, è una svolta rispetto al passato“ dice in proposito la psicologa Ilaria Squaiello, che analizzando le sue parole ne ha tratto il succo più profondo. Tra i tanti racconti, anche qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato, una quasi violenza quando aveva solo 17 anni da parte di un uomo sposato: "Un uomo normale, agli occhi della società. Eppure, come vede, anche nelle famiglie più canoniche può succedere di tutto. In passato non l’avrei mai dichiarato perché avrebbe significato voler far parlare a tutti i costi di me e io, mi creda, non ho mai cavalcato le notizie per farmi pubblicità” ha raccontato al giornalista. Una scelta quella di parlare non per raccontare, quanto per chiedere agli altri di stare zitti, in fondo la camera da letto è una zona intima e privata e tale deve rimanere, quello che importa sono le persone e Garko sta dimostrando di essere davvero una grande persona.

Gabriel Garko: "Avevo 17 anni quando un uomo sposato cercò di abusare di me". Gabriel Garko si racconta al settimanale Chi in una lunga intervista, nella quale rivela di quella volta che a 17 anni, un uomo sposato e con figli tentò di abusare di lui. Francesca Galici, Mercoledì 20/11/2019, su Il Giornale. Da qualche tempo, Gabriel Garko è tornato a imperversare in tv. Sono diverse le interviste che il bellissimo attore dagli occhi di ghiaccio sta rilasciando nei salotti più importanti della televisione italiana. Non mancano nemmeno le interviste ai principali rotocalchi di gossip, come quella rilasciata al settimanale Chi, dove racconta alcuni spaccati inimmaginabili della sua vita. È in uscita con il suo primo libro “Andata e ritorno”, un vero viaggio di scoperta nella sua vita, raccontata senza filtri. Durante la chiacchierata con il giornalista di Chi, l'attore spiega di aver sentito il bisogno di scrivere questo volume, che non è altro che un'autobiografia che spalanca le porte della sua vita, soprattutto negli aspetti più intimi e privati. È proprio tra le pagine di questo volume, che Garko svela un episodio oscuro della sua esistenza, accaduto quando non era che un adolescente. Nel libro racconta di quando un uomo sposato e con figli tentò di abusare di lui. Gabriel Garko aveva 17 anni e questa persona era molto più grande di lui. “Da quella sera iniziai a fumare. Provai schifo, ma non ne parlai con nessuno, tanto meno con i miei”, rivela adesso l'uomo, che ha inserito questo episodio nel suo libro in una sorta di flusso di coscienza involontario. Per tanti anni, infatti, Garko ha come rimosso quest'accaduto, che è tornato prepotentemente a galla mentre si apriva ad altri ricordi. “Marco era un uomo "normale" agli occhi della società. Eppure, come vede, anche nelle famiglie più canoniche può succedere di tutto”, dice Gabriel al giornalista. Non è l'unico episodio che l'attore racconta nel suo libro dove, tra le altre cose, trovano spazio anche la morte del suo cane Bacco e l'incidente che lo vide, suo malgrado protagonista a Sanremo. Era il 2016 e l'attore era co-conduttore con Carlo Conti e alloggiava in una villetta della città ligure, quando a causa di una fuga di gas ci fu un'esplosione. Gabriel Garko riportò solo alcune ferite, per fortuna non lievi, ma in quell'incendio morì la donna che occupava il piano inferiore. “Ci sono capitoli che, oggi, non riesco nemmeno a leggere”, dice l'attore riferendosi a quelli dedicati a questi due accadimenti che non è ancora riuscito a metabolizzare nonostante l'analisi. Gabriel Garko ha voluto scrivere questo libro per trasmettere il senso di senso di libertà che, con fatica, è riuscito a raggiungere: “Per molto tempo ho dipinto la mia vita con colori che non ho mai gradito – spiega Garko – La violenza più grande è stata quella di averlo fatto consapevolmente. Oggi non lo voglio più fare.”

Da gay.it  il 20 novembre 2019. A breve in libreria con la sua autobiografia, Andata e Ritorno, Gabriel Garko troneggia sulla copertina dell’ultimo numero di Chi. All’interno della rivista una ricca intervista firmata Alessio Poeta in cui il divo delle fiction torna a parlare della propria vita privata, lasciando intendere non poco. Tra le righe, infatti, è lampante il bisogno di Garko di scaricare un peso, evidentemente troppo a lungo sopportato. Per molto tempo ho dipinto la mia vita con colori che non ho mai gradito. E la violenza più grande è stata quella di averlo fatto consapevolmente. Il mio era diventato un vero e proprio lavoro. Oggo non lo voglio più fare. Parole forti, che proseguono nel corso dell’intervista. “Sarà un’utopia, ma sogno un mondo dove non ci sia bisogno di raccontare quello che succede nella camera da letto. Dobbiamo superare le barriere, le etichette, i cliché e tutte queste maledette definizioni, lasciando a tutti la libertà di esprimersi come e quando vorranno. Non riesco più a tollerare chi punta il dito, chi giudica, chi vuole dare un nome a tutto e a tutti. E non voglio più sentire parlare di normalità“. Se non è un coming out, poco ci manca, per un attore che nel 2001, come dimenticarlo, interpretò un omosessuale malato di AIDS ne Le Fate Ignoranti. Accettai, oltre che per il piacere di lavorare con Ferzan, anche per una forma di lotta contro i pregiudizi dettati dal bigottismo. Era il 2001 e a volte ho come l’impressione che non sia cambiato nulla. A sorpresa, poi, una rivelazione. A 17 anni Garko venne quasi abusato da un uomo sposato. Era un uomo normale, agli occhi della società. Eppure, come vede, anche nelle famiglie più canoniche può succedere di tutto. In passato non l’avrei mai dichiarato perché avrebbe significato voler far parlare a tutti i costi di me e io, mi creda, non ho mai cavalcato le notizie per farmi pubblicità. Tra le pagine del settimanale Chi anche due box. Uno della psicologa Ilaria Squaiella, che sottolinea come all’interno dell’autobiografia Garko si sia tolto ‘la maschera’ (“vivere la propria identità di genere con naturalezza, senza sentire pressioni sociali rispetto a un’eventuale dichiarazione di orientamento sessuale, è una svolta rispetto al passato“). Il secondo è firmato Alfonso Signorini, direttore della rivista, che applaudendo Gabriel e torna a demonizzare il coming out pubblico (“provincialismo che non ci fa onore“, lo definisce), con la solita insostenibile frase "avete mai visto un etero conquistare copertine o interviste perché ammette di essere etero?". Quel che è certo, è che a 47 anni Gabriel parrebbe aver trovato la tanto agognata ‘serenità’ privata e sentimentale.

Da spetteguless.it  il 20 novembre 2019. Nel difendere quanto detto da Gabriel Garko nel corso dell’ultima intervista sul settimanale Chi, da oggi in edicola (“Per molto tempo ho dipinto la mia vita con colori che non ho mai gradito. E la violenza più grande è stata quella di averlo fatto consapevolmente. Il mio era diventato un vero e proprio lavoro. Oggo non lo voglio più fare. Sarà un’utopia, ma sogno un mondo dove non ci sia bisogno di raccontare quello che succede nella camera da letto. Dobbiamo superare le barriere, le etichette, i cliché e tutte queste maledette definizioni, lasciando a tutti la libertà di esprimersi come e quando vorranno. Non riesco più a tollerare chi punta il dito, chi giudica, chi vuole dare un nome a tutto e a tutti. E non voglio più sentire parlare di normalità“), Alfonso Signorini è così tornato a sbandierare una di quelle frasi che al sottoscritto fanno venire i peli ritti. Perché nel 2020 dobbiamo ancora star qui a spiegare l’importanza di un coming out, pubblico o privato che sia, e soprattutto l’evidente  differenza con chi è etero, e in quanto tale ‘normale’ agli occhi di quella società fondata sul monolite dell’eterosessualità. E’ straordinario, poi, come uomini di spettacolo dalle età più differenti (Mengoni, Mahmood, ora Signorini) continuino a dipingere un’Italia più aperta, cambiata a tal punto da non dover rivendicare il proprio orientamento sessuale. Quella presunta, condivisa e tanto chiacchierata ‘fluidità’ che a conti fatti, visto il bollettino omofobo ormai quasi quotidiano a cui ci siamo tristemente abituati, parrebbe proprio non esistere. Tranne che agli occhi di costoro.

Gabriel Garko denuncia: "Si spacciano per me sui social chiedendo soldi". L’attore ha denunciato pubblicamente sui social alcuni profili falsi che, spacciandosi per lui, hanno cercato di truffare suoi fan con richieste di denaro. Novella Toloni, Giovedì 10/10/2019, su Il Giornale. "Qualcuno si spaccia per me sui social chiedendo soldi in prestito", è la denuncia fatta pubblicamente, sul suo profilo Instagram, dall'attore Gabriel Garko. L'attore ha ricevuto negli ultimi giorni una serie di segnalazioni da parte di utenti, che lo mettevano in guardia da alcuni profili fake che operavano a suo nome chiedendo addirittura denaro. A spiegarlo è stato lui stesso attraverso una nota ufficiale pubblicata nelle scorse ore sul suo account Instagram: "Buongiorno a tutti, sono stato informato da diverse persone che c'è qualcuno che si spaccia per me, addirittura chiedendo soldi in prestito. Vorrei informarvi che, oltre a questo profilo che gestisco personalmente, io non ne uso altri.... chiunque decidesse di rispondere ad altri profili con il mio nome, oltre che a questo, è libero di farlo sapendo che dietro non ci sono io. Uno di questi che farò bloccare è GabrielGarko_official.1, quel .1 è di troppo". L'attore, che recentemente ha smentito di essersi sposato in gran segreto, ha fatto appello all'intelligenza dei suoi follower, spiegando di essere passato alle vie di fatto. Gabriel Garko ha segnalato il profilo fake alle autorità competenti chiedendo il blocco dell'account falso. Attraverso questo profilo, ignoti avrebbero infatti chiesto soldi ai follower che,credendo di parlare con il vero Gabriel Garko, potrebbero essere caduti nella trappola dei truffatori. L'attore si è così pubblicamente dissociato da ogni altro profilo con il suo nome, sottolineando l'unicità del suo account che, ha ammesso, gestisce in prima persona. Gabriel Garko non il primo personaggio famoso il cui nome viene sfruttato per aprire account falsi. La pratica è comune ma anche illegale. Se il falso profilo viene creato allo scopo di appropriarsi dell’identità altrui e ingannare e truffare terzi si tratta infatti di reato e può comportare anche l'arresto e la detenzione.

Gabriel Garko: “Quella scena di nudo con Tinto Brass..” Tommaso Martinelli il 24/08/2019 su Il Giornale Off. Da anni è considerato uno dei sex-symbol più desiderati dello spettacolo italiano. Per Gabriel Garko, però, la bellezza è stata tutt’altro che un vantaggio per la sua carriera. Premiato alle Giornate del Cinema Lucano 2019, l’attore di origini torinesi si racconta a OFF.

Gabriel, quando hai capito di voler fare l’attore?

«Da sempre, sin da bambino, anche se, essendo molto timido, non riuscivo mai a trovare il coraggio per partecipare neanche alle recite scolastiche. Nonostante questo, però, sono sempre stato un appassionato di cinema, che per me rappresentava evasione allo stato puro. Seguivo gli attori sul grande schermo, sognando di poter entrare anche io, prima o poi, nel mondo della recitazione. Per questo, non appena mi si è presentata l’opportunità di diventare un attore, ho deciso di lavorare sodo su me stesso e di studiare il più possibile per poter migliorare e crescere».

Ultimamente ti si vede meno, sia sul piccolo che sul grande schermo...

«Ho voluto prendermi una pausa, perché sentivo l’esigenza di un cambiamento. In questo periodo sono in ballo per alcuni progetti, di cui è ancora prematuro parlare, ma spero possano mostrare al pubblico il frutto di questa mia evoluzione».

Da anni vieni considerato uno degli attori più belli. E’ stato un vantaggio per il tuo lavoro d’attore?

«Non sempre, anzi, visto che in talune occasioni ha rappresentato un vero e proprio limite. Certo, all’inizio mi ha aiutato molto. Ma oggi non posso non considerare anche tutte quelle volte che magari non ho ottenuto una parte perché considerato “troppo bello”. Oggi vivo la bellezza con naturalezza, normalità. Mi sento un uomo più maturo, sicuramente più attento al suo percorso interiore che a tutto il resto…»

T’imbruttiresti per esigenze di copione?

«Sì, senza ombra di dubbio. D’altra parte, in passato, mi è già capitato. Quando ho preso parte al film Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek, per poter interpretare un uomo malato in fin di vita, ho dovuto perdere 15 kg. E per farlo, in tempi brevi, non ho praticamente toccato cibo per tre settimane. E’ stata dura ma ne è valsa la pena, di conseguenza sarei pronto a ripetere tutto anche domani».

Tanti complimenti ma anche qualche critica, specialmente per alcune tue scelte professionali…

«Ho smesso di temere il giudizio degli altri, quando si tratta di critiche gratuite. In passato, infatti, mi è capitato di ricevere critiche per film o fiction che magari il giornalista di turno non aveva neanche visto».

Cosa pensi delle unioni civili?

«Sono a favore, assolutamente. Perché sono fermamente convinto che ognuno debba essere libero di amare chi gli pare».

Ci racconti un episodio OFF della tua carriera?

«E’ legata a “Senso 45”, un film diretto da Tinto Brass, in cui c’erano diverse scene di nudo integrale. In particolare, ne ricordo una in cui correvo a rallentatore dove le parti intime erano ben in vista. Eppure, provai più imbarazzo alla prima del film che sul set. Non a caso, subito dopo la prima proiezione, aspettai che tutti lasciassero la sala per alzarmi per ultimo e andarmene».

·         L’amore saffico delle Spice Girls.

Mel B: "Che imbarazzo spiegare il sesso a mia figlia". La Spice Girls, avvilita da come sia facile per i minori accedere a materiale pornografico facendosi un'idea irrealistica sul sesso, ha deciso di essere chiara sul tema parlando esplicitamente con la figlia maggiore. Sandra Rondini, Mercoledì 06/11/2019, su Il Giornale. “Non voglio che le mie figlie pensino di doversi comportare nella vita come se fossero sul set di un film porno dove tutto è finzione ed estremo. Voglio che siano felici nella loro intimità. Per questo ho deciso di essere esplicita con loro sull'argomento, ma in vita mia non ricordo momento più imbarazzante di quando ho dovuto affrontare il discorso ‘sesso’ con la mia figlia più grande, cercando le parole giuste per farle capire come stanno davvero le cose”. Parole di Melanie Brown, nota al mondo come Mel B, che in una intervista al Daily Mail ha ammesso di ricordare ancora con una certa ansia il momento in cui, due anni fa, prese da parte la figlia Phoenix, allora 16enne, per parlare con lei apertamente di sesso sicuro e contraccettivi. “Phoenix è rimasta spiazzata. Mi ha guardata ammutolita e la sua reazione mi ha paralizzata. Dopo l'esordio in quarta ho un po' frenato perchè mi sono resa conto che forse a nessuna delle sue amiche i genitori avevano mai fatto un discorso tanto esplicito quanto il mio. Però, anche se è stato imbarazzante, sono stata contenta di averlo fatto e lo consiglio a tutte le mamme". E ancora: "Personalmente sento di averle detto tutto quello che serviva per metterla in guardia dalle intenzioni e manipolazioni che i ragazzi della sua età talvolta mettono in atto pur di riuscire a strappare un ‘sì’ a una ragazza”, ha raccontato la cantante che si è detta molto “infastidita da come sia facile per i giovanissimi di oggi riuscire ad accedere a materiale pornografico che è ormai ovunque grazie al web e ai social" perchè "toglie tutta la magia della prima volta, creando aspettative altissime in ragazzini che credono di dover emulare le prestazioni di pornodivi, chiaramente finte" e si fanno "un’idea malsana e irreale sul sesso”. Per questo Mel B due anni fa ha deciso di essere molto chiara con la figlia: “Abbiamo parlato di tutto, dai metodi contraccettivi a come usare bene un preservativo per evitare gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili. Diciamo che l’ho un po’ terrorizzata, ma quel tanto che è bastato, spero, per aprirle gli occhi sull'argomento”, ha ricordato la popstar che ha avuto Phoenix dal primo marito Jimmy Gulzar. Mel B ha altre due bambine, Angel, 12 anni, avuta dalla relazione con l’attore Eddie Murphy, e Madison, 8 anni, nata dal matrimonio con Stephen Belafonte da cui ha divorziato 2 anni fa.

GERI HALLIWELL E MEL B. Da Tgcom24 il 10 aprile 2019. A poche settimane dalla partenza del tour delle Spice Girls, Mel B è un fiume in piena. Dopo aver rivelato il flirt saffico con la compagna di band Geri (negato dalla diretta interessata), ora in un nuovo estratto della sua autobiografia (pubblicata nel 2002) racconta le notti folli passate insieme. "Guidavamo con le tette di fuori in autostrada, per ridere, nelle prime ore del mattino" rivela in "Catch A Fire: The Autobiography". Da quanto racconta Mel, lei e Geri si comportavano come una coppia a tutti gli effetti. "A volte io e Geri stavamo a letto il sabato pomeriggio, ci svegliavamo intorno alle due del mattino e passavamo la notte al Ministry Of Sound ( un nightclub di Londra). Di solito guidavamo in autostrada con le tette di fuori, per ridere. E' stato divertentissimo finché non abbiamo notato un tizio che si è affiancato a noi con un ghigno maniaco sulla faccia", scrive nell'autobiografia. L'episodio non pose però fine alle loro scorribande in topless: "Ci spaventammo molto, fu davvero inquietante. Per quanto ne sapevamo poteva essere un maniaco armato di ascia. Geri cambiò corsia e riuscimmo a seminarlo, ma non smettemmo comunque di guidare con le tette di fuori".

"Soffro di un deficit di attenzione". La rivelazione di Mel B che scuote le Spice Girls. Oltre ai problemi alla vista Mel B ammette di soffrire di un deficit di attenzione e di altri disturbi comportamentali, lo rivela a un podcast britannico. Carlo Lanna, Venerdì 26/07/2019 su Il Giornale. È un oceano di problemi la vita di Mel B, una delle componenti delle Spice Girls. L’artista oltre ad avere gravi danni alla vista, in una recente intervista ha affermato di soffrire anche di un deficit di attenzione e di iperattività. La rivelazione che scuote ancora una volta la vita della gilr band, arriva proprio da Mel B durante una recente intervista rilasciata a "Positivity Podcast" di Paul Meckenna, riportata poi da Foxlife. A 44 anni Mel B deve quindi fronteggiare altri problemi di salute, ma ammette che ha tutto sotto controllo. "Non solo ho un deficit di attenzione, combatto anche con la disprassia. L’esercizio fisico mi aiuta a meditare e liberare l’ansia – afferma la cantante -. Mi aiuta a stare concentrata e riesco a farlo per più di un’ora al giorno. Soffro di ansia ma cerco di stare tranquilla e di non lasciarmi prendere dal panico". La disprassia è un disturbo che riguarda il movimento e la coordinazione, che può avere ripercussioni anche le linguaggio. Nell’intervista Mel B afferma che la vita di campagna è stata un’ottima cura. "A volte mi siedo sul portico e guardo le pecore per sei ore. Mi nutro con il ritmo della natura – spiega -. So che a volte intimidisco le persone perché sono rumorosa e troppo sfacciata ma sono anche umile e grata per tutto quello che ho e che sono. Sto cercando di vivere nel migliore dei modi". Le recenti dichiarazioni vanno a confermare alcuni rumor che sono trapelati in rete in cui hanno visto Mel B comprare casa in Regno Unito dopo che per 15 anni è vissuta in America, a Los Angeles.

Geri tradisce ancora le Spice Girls? Fan furiosi contro di lei. Dopo le scuse di Wembley, nella serata finale del Reunion Tour, quando si era detta dispiaciuta per aver lasciato le Spice Girls ed essere stata la causa dello scioglimento del gruppo, secondo il "Sun" Geri avrebbe cambiato idea e starebbe per abbandonare ancora, e questa volta per sempre, la band. Sandra Rondini, Mercoledì 03/07/2019, su Il Giornale. Nessun nuovo tour per le Spice Girls e ancora una volta per colpa di Geri Halliwell che già nel 1998 lasciò la band, decretandone la fine. Il gruppo si sciolse e lei tentò la carriera da solista prima di ritirarsi dalle scene per sposarsi con il team manager di Formula 1 Christian Horner e trasformarsi da bomba sexy in sofisticata lady inglese. A Wembley, poche settimane fa, in occasione dell’ultimo concerto del “Reunion Tour” Geri si era scusata per avere lasciato la band. A testa china e con voce commossa aveva preso il microfono, a sorpresa, per togliersi dal cuore un grande peso. “Mi dispiace davvero tanto di essermene andata! Ero solo una ragazzina viziata. È bello essere di nuovo con le ragazze che amo!” aveva detto, facendo esplodere in un boato di gioia i migliaia di fan accorsi a rivedere sul palco le loro eroine. Geri era tornata e, nonostante l’assenza di Posh Spice, la leggenda poteva ricominciare. Mel B aveva così annunciato a “Good Morning Britain” un nuovo tour, questa volta in Australia, per il prossimo febbraio, precisando che molto probabilmente anche questa volta Victoria Beckham avrebbe dato forfait, senza prevedere però un’altra assenza eccellente, quella di Geri, che sembra essersi rimangiata le scuse di Wembley. Secondo il tabloid inglese “The Sun” Ginger Spice ancora una volta starebbe per far deragliare tutti i piani delle Spice Girls, in particolare quelli di un ipotetico e grandioso tour mondiale perché Geri Horner è pronta a lasciare di nuovo. Dopo la tournée di 13 date nel Regno Unito del mese scorso, la popstar 46enne sarebbe riluttante all’idea di andare in tour per il mondo. Una fonte vicina al gruppo ha dichiarato: "Tutte le altre ragazze vogliono portare il loro “Spice World Show” a livello internazionale. Si sono divertite moltissimo e sanno che c'è una grande richiesta da parte dei loro fan al di fuori del Regno Unito. Anche Geri ha adorato il tour, ma è stato molto difficile per lei, tanto che guarda alle tre serate finali sold out al Wembley Stadium di Londra come al finale perfetto della sua carriera. Il punto è che Geri non vuole stare lontana a lungo dai suoi figli, per lei non ne vale la pena, ha altre priorità”. E nemmeno la prospettiva di guadagni da capogiro sembra poterle far cambiare idea. Si ritiene, infatti, che Emma Bunton, 43, Mel C, 45, Mel B, 44 e Geri abbiano guadagnato 10 milioni di sterline ciascuna dalla loro reunion di sole 13 date nel Regno Unito. Se facessero più date e questa volta all’estero dove hanno milioni di fan, i loro guadagni potrebbero essere stratosferici. I rumor del “Sun” hanno già messo in subbuglio i social dei fan che nei loro post mescolano la rabbia contro Geri alla tristezza di veder nuovamente conclusa la parabola artistica delle Spice. Fino a ieri tutti sognavano un favoloso tour mondiale e un nuovo disco e adesso tutto sembra andare in frantumi.

Victoria Beckham risponde a Mel B: "Spice Girls? No grazie! Scelgo la famiglia e la moda". Tutto finito tra Victoria Beckham e le Spice Girls. La stilista intende dedicarsi solo alla sua famiglia e alla sua carriera nella moda. Sandra Rondini Sabato 06/07/2019 su Il Giornale. "Dire di no richiede coraggio e a me ne è servito molto per decidere di non andare in tour con le Spice Girls e passare per l’unica che diceva: 'Sapete, non mi va proprio di farlo perché le cose non sono più come un tempo' ”. Parola di Victoria Beckham che attraverso “Vogue Germany”, in cui posa nuda in copertina, strategicamente coperta da una giacca, ha voluto rispondere alle polemiche innescate da Mel B durante una puntata di “Good Morning Britain”. In quella occasione, intercettando il malumore dei fan che si aspettavano che Victoria facesse, come promesso, una apparizione almeno a Londra, con marito e figli, per seguire il concerto finale di Wembley, Mel B aveva detto di non conoscere i motivi per cui la Beckham sembrava quasi voler prendere le distanze dalla band di cui un tempo faceva parte. “Mi dispiace che non abbia mai trovato il tempo di fare un salto almeno per salutarci durante il tour. Sarebbe stato bello vederla almeno l’ultima sera a Londra, non dico sul palco, ma almeno tra il pubblico. Non so perché si comporti così, ma ormai siamo tutte adulte e non ci resta che rispettare la sua scelta", aveva dichiarato una Melanie Brown visibilmente costernata davanti alle telecamere del talk show inglese. A quasi un mese di distanza, Victoria Beckham ha deciso di affidare al più patinato dei magazine di moda, Vogue, la sua risposta a Mel B e lo ha fatto attraverso un’intervista esclusiva e uno shooting mozzafiato in cui posa in splendida forma, abbronzata e senza trucco, dall’alto dei suoi 45 anni, di cui 20 passati al fianco del marito David con cui ha appena festeggiato a Versailles l’anniversario di nozze. “Preferisco concentrarmi sulla mia famiglia e sulla mia azienda di moda”, ha spiegato l'ex popstar che dal 2005 è una delle stiliste di punta della fashion week newyorchese. Tutto finito quindi con le Spice Girls. Capitolo chiuso. Victoria non intende più proporsi nelle vesti di cantante e guarda al suo futuro esclusivamente come moglie, madre e imprenditrice. Adesso tocca ai fan della band del “girl power” farsene una ragione, anche se al momento hanno ben altro a cui pensare dopo l'annuncio shock di Geri Halliwell di voler abbandonare, di nuovo, la band, nemmeno un mese dopo essersi scusata in lacrime a Wembley per aver lasciato le Spice nel 1998, decretandone la fine artistica.

Victoria Beckham in tv: "Dopo 20 anni con David la nostra intesa sessuale non si è mai spenta". Intervistata in occasione dei 20 anni di matrimonio col marito David Beckham, la stilista si è detta fortunata ad aver incontrato la sua anima gemella che è anche un marito meraviglioso e il migliore dei padri e ha rivelato che sotto le lenzuola fanno ancora scintille. Sandra Rondini, Sabato 19/10/2019, su Il Giornale. Come riporta il Daily Mail, ospite dello show televisivo The View, Victoria Beckham ha detto di sentirsi molto fortunata ad aver trovato la sua anima gemella. Sposata con David Beckham da 20 anni, di lui ha detto che “ è un marito meraviglioso” e ha persino scherzato sulla loro vita sessuale. La conduttrice dello show, Joy Behar, dopo averle ricordato che David è stato più volte eletto come l'uomo più sexy del mondo, scherzando le ha chiesto: “Qual è la cosa che più ti attrae in lui?”. Victoria per nulla imbarazzata ha risposto: “Sai, è ovvio che David sia incredibilmente bello ma soprattutto è il più meraviglioso dei mariti e un padre fantastico. Una vera ispirazione per tutti noi, lavora sempre sodo, dà se stesso in tutto ciò che fa e io sono fortunata ad averlo come anima gemella”. Chiedendo poi a Victoria quali siano le basi su cui poggia una relazione solida come la loro, dato che, secondo lei “devi essere amico di qualcuno dopo molti anni insieme, perché il sesso, eh …", Victoria ha ribattuto: "Cara mia, di questo non ti devi proprio preoccupare!”, strappando l’applauso del pubblico. Non è la prima volta che Victoria si ritrova a parlare del suo matrimonio, accennando anche a questioni molto intime. Già nel 2010 confidò ad Hello! che “per mantenere viva la nostra relazione, con David ci diamo appuntamento come due neo innamorati ogni mercoledì sera e poi ci piace guardare insieme la televisione. Adoriamo “Keeping Up With The Kardashians”. Siamo anime gemelle”.

Victoria Beckham racconta: «A scuola ero vittima di bullismo». Pubblicato mercoledì, 18 settembre 2019 su Corriere.it da Simona Marchetti. L’ex Spice Girls ha confessato le sue difficoltà in un’intervista e ha detto che insegna alla figlia Harper a essere gentile con le altre ragazze . A 45 anni Victoria Beckham ha finalmente acquisito quella sicurezza nel proprio corpo che le era invece mancata ai tempi della scuola elementare, quando veniva sistematicamente bullizzata, anche a causa del suo aspetto fisico. «A quei tempi ero una bambina di otto anni magra e con le trecce, la faccia giallastra e uno spazio fra i denti in cui ci passava un pisello - racconta l'ex Spice Girls, ora stilista, in un'intervista a Glamour UK sul numero-collezione Autunno/Inverno - . Era davvero orribile e non mi sono mai ambientata». Da quell’esperienza così negativa la Beckham ne è comunque uscita rafforzata («ora ho la pelle più spessa», ammette) e questo le ha permesso di condividere quanto vissuto con la figlia minore Harper, che guarda caso adesso ha proprio la stessa età che aveva lei allora. «A scuola sono stata vittima di bullismo sia mentale che fisico - continua la Posh - e posso quindi usare queste mie esperienze per parlarne con Harper e per spiegarle che le ragazze dovrebbero essere sempre gentili con le altre ragazze». In un'altra parte dell'intervista la Beckham ha poi affrontato la questione relativa alle sue abitudini alimentari, per le quali in passato è stata spesso criticata, vista la magrezza eccessiva. «Quando hai dei figli, devi mettere molte cose in prospettiva - spiega infatti la moglie dell'ex campione del Manchester United - perché ti rendi conto che loro notano tutto. Di conseguenza, non mi siederei mai a tavola con i miei figli senza mangiare o saltando il pasto, perché hanno bisogno di vedere che la loro mamma si alimenta in modo sano».

·         I Porconi del Gangnam.

I PORCONI DEL GANGNAM. Paolo Salom per il “Corriere della sera” il 26 giugno 2019. Oppa Gangnam style! Ricordate il tormentone ritmato dai curiosi saltelli di Psy, il più noto tra i divi del K-Pop, la musica che dalla Corea del Sud ha tracimato conquistando milioni di giovani nel mondo? Ora, Gangnam è il quartiere più elegante di Seul, dove vivono i belli, ricchi e famosi: un po' la Beverly Hills d' Asia, insomma. E la canzone di Psy (tre miliardi di visualizzazioni su YouTube) ha contribuito a farlo conoscere nel mondo come luogo trendy ed esclusivo, dove i giovani possono incontrare i loro divi preferiti nei locali e nei night club che non chiudono mai: luci, musica, grattacieli e soldi tanti soldi. Forse troppi: nelle ultime settimane la polizia, racconta la Bbc in un lungo servizio, ha portato alla luce una realtà che fa a pugni con l' immagine dorata dell' alcova dei Vip sudcoreani: stupri, droga, traffici di minorenni costrette a prostituirsi. Uno scandalo senza precedenti che ha fatto tremare la Seul che conta. A partire da Seungri, al secolo Lee Seung-hyun, componente della boy band Bigbang, tra i più celebri del K-Pop: accusato di aver fornito prostitute ai suoi contatti, ha deciso di lasciare il mondo dello spettacolo: «Sono innocente e voglio difendermi». Un altro a cadere è Yang Hyun-suk, il capo della produzione della major YG Entertainment, l' uomo dietro al successo di Gangnam Style. Accusato di traffico di droga, si è dimesso «per meglio contrastare queste falsità». Altro che Harvey Weinstein: gli investigatori hanno interrogato almeno 4 mila persone e l' inchiesta sembra, al momento, aver grattato soltanto la superficie di un malcostume con ramificazioni nella criminalità organizzata. Secondo l' inchiesta della Bbc , tutto è partito da un sentimento di impunità che permetteva a molte stelle del K-Pop di comportarsi senza freni inibitori, tanto da scambiarsi online i video delle loro (porno) bravate e vantarsi nelle chat di voler violentare questa o quella ragazza. Uno dopo l' altro si sono trovati a dover evitare i flash dei fotografi e le domande dei cronisti mentre venivano convocati dalla polizia per rispondere dei reati di cui erano via via imputati, dal consumo di droga allo stupro. Abituati ad attraversare folle di fan adoranti, molti di loro hanno mostrato imbarazzo al punto di riuscire soltanto a balbettare scuse ridicole. Ma l' operazione a Gangnam ha anche rivelato un mondo oscuro e pericoloso che si celava (e forse si cela ancora) dietro ai neon che rendono ogni notte simile al giorno. Uomini ricchi e potenti che non esitavano a «ordinare» ragazze (anche minorenni) per i loro miseri giochi erotici. Spesso con l' aiuto di droga e anestetici: c' era chi voleva al proprio tavolo una ragazza in stato di semi incoscienza, una «zombie», com' era definita in gergo, perché così funzionava il divertimento. A questo punto, il ritornello di Psy sembra davvero un' aberrazione.

·         Corinne Clery.

Corinne Clery: “Quel provino dentro lo sgabuzzino…”. Edoardo Sylos Labini il 19/07/2019 su Il Giornale Off. La stupenda Corinne Clery ospite da Pierluigi Diaco a “Io e te”, si sbottona e anche parecchio sulla sua vita privata. Tra gli aneddoti confessati al giornalista, quello riguardante la corte spietata di Warren Beaty: «Voleva uscire con me. Mi dava il tormento. Io ero in albergo a Los Angeles, lui viveva lì. Mi chiamava di notte in camera e io mi arrabbiavo – e ancora – Mi invitò a prendere un drink e ci andai. Finché si parla di lavoro accetto, ma io ero innamorata del mio secondo marito, non volevo storielle», poi però confessa, scherzosamente «gli dissi che amavo mio marito, ma ora non rifarei quell’errore, è un uomo incredibile. Sono anni che sono pentita». A proposito di aneddoti, Corinne Clery ne aveva raccontati parecchi anche a Edoardo Sylos Labini nella nostra intervista diventata CULT. Buona lettura!

Corinne ci racconti un episodio OFF dell’inizio della tua carriera, un aneddoto particolare degli anni della gavetta?

«Ho un aneddoto buffo e imbarazzante! Al mio primo provino per “Histoire d’O” andai a Parigi dopo due mesi di suppliche da parte della produzione, volevo comprare delle scarpe nuove, tanto mi pagavano tutto… Ho pensato vado, faccio dieci minuti di provino, mi compro le scarpe, sto un weekend a Parigi, è tutto meraviglioso… non avevo la minima intenzione al mondo di fare quel film! Invece quel provino è durato tutto il giorno, non mi facevano più andar via! Alle 7 di sera suonano alla porta dello studio, tutti hanno un lampo di genio, ricordano l’appuntamento e mi chiudono nello sgabuzzino, perché entrava il Signor Carlo Ponti con una signorina sconosciuta – Dalila Di Lazzaro – per farle firmare il contratto. E invece non l’hanno voluto firmare, io sono rimasta mezz’ora nello sgabuzzino a sentire tutto, anche molto imbarazzata perché non avevo intenzione di fare il film, ma non mi volevo far vedere. Quando sono uscita ho detto che mi dispiaceva molto ma non lo volevo fare, hanno passato il weekend a convincermi, poi l’ho fatto! Avevo 25 anni e un figlio di 6 anni e mezzo! Sono precoce in tutto, io!»

Un’altra grande esperienza è stata quattro anni dopo, nel 1979, con Roger Moore sul set di “007 Moonraker – Operazione spazio”…

«Anche quello non lo volevo fare! Mi chiamò addirittura il signor Albert Broccoli, che chiese il mio numero diretto alla mia agenzia, perché nessuno gli aveva mai detto di no, voleva convincermi. Gli dissi che non volevo essere un numero ‘x’ di James Bond Girl, lui rispose che la protagonista era Lois Chiles e che io sarei stata la seconda protagonista. Gli risposi che ero stanca perché avevo appena finito un film, lui insistette e alla fine gli dissi, per ridere, che se mi avesse invitata a pranzo a Parigi in un ristorante divino, il Premier, dove andavo sempre con mio papà, avrei accettato. Alla fine mi invitò e accettai di fare il film, lui rideva come un matto. Mi hanno talmente amata che poi ho fatto pubblicità per un anno in giro per il mondo con loro».

Com’era Roger Moore? Che rapporto avevi con lui?

«Fantastico, era un amore, un signore. Aveva una moglie italiana meravigliosa che si chiama Luisa, aveva un figlio di una decina d’anni, stavamo spesso insieme in giro per il mondo a New York, a Los Angeles, ho fatto tutte le prime del mondo, metà con lui e metà con Richard Kiel.

Corinne, dai un consiglio alle attrici: qual è il segreto per sedurre il pubblico maschile su un set?

«Ti giuro che non lo so, sono la persona meno adatta! Un giorno chiesi a mio padre di sedersi tranquillo e gli dissi che avrei fatto Histoire d’O, un film che forse non gli sarebbe piaciuto molto… lui mi disse: “Histoire d’O? E l’hanno chiesto a te? Ma tu non fai film sexy!”. Gli risposi che lo sapevo e che non capivo come mai [me l’avessero proposto], perché io non mi vedevo così, e nemmeno la mia famiglia…»

Quando hai fatto il film, tuo figlio come l’ha presa?

«Era piccolino, è venuto anche a trovarmi sul set se c’erano delle scene carine, c’era anche mia madre a Parigi. Il set era una grande famiglia molto carina, infatti Just Jaeckin, il regista, è ancora oggi un mio grande amico. Non c’era tutto il morboso che si vede nel film, tutti i primi piani e le scene si facevano in quattro, io, l’operatore, il regista e il cameraman. Nessuno sbirciava, il grosso era in primi piani, oppure in piani lunghi o in piani sequenza. Scene di sesso non ce ne sono, oppure sono quelle che si possono immaginare. Non era poi così difficile, in fondo ero sempre nuda da ragazza, da noi a Saint Tropez andavo in spiaggia nuda anche con mia mamma, perché in Francia c’è un’altra mentalità, non c’è la morbosità. Oggi mi copro – anche se potrei ancora permettermi di spogliarmi – però per dignità e per eleganza quando gli altri si spogliano io mi copro, già da tanti anni…»

In Italia quando un uomo ha una compagna di 20-30 anni più giovane di lui non fa scalpore, mentre se una donna ha un compagno di 20 o 30 anni fa scalpore. Siamo ancora un Paese maschilista?

«Non è maschilismo, non sono gli uomini che pensano così, sono piuttosto le donne borghesi, che hanno paura e che continuano a fare le mamme casalinghe – e non c’è niente di male, per carità – ma non hanno la mente aperta, non è colpa loro; in tutto il resto del mondo, anche in Spagna, che una volta era il Paese più cattolico del mondo, sono molto più avanti rispetto alle coppie omosessuali e alle coppie formate da persone con grande differenza d’età. In Italia c’è ancora una mentalità molto antica, sarebbe giusto cambiarla ma è difficile cambiare le radici. Vivo qui da 40 anni e non cambia nulla, la borghesia, il bigottismo, la Chiesa che dice che va tutto bene ma non è così, perché sono loro per primi a fare ‘le peggio cose’, come si dice a Roma…»

Che cosa deve fare una donna affascinante come te per mantenersi sempre appetibile per l’uomo? Qualche tempo fa, dopo tre anni di fidanzamento, hai lasciato Angelo Constabile, un ragazzo che aveva 28 anni meno di te…

«Io non mi sveglio la mattina per conquistare, non guardo mai un uomo, non mi filo mai nessuno, ho altre cose per la testa, sono loro che filano me! Sono sempre stata sposata o fidanzata, con storie lunghe, uscivo da un bruttissimo lutto e non ci pensavo per niente, ancora meno pensavo a uno così giovane, perché avevo chiuso con le tante storie che avevo avuto con persone giovani. Sono sempre loro che mi cercano e stanno ricominciando, sono disperata! Ora ho un corteggiatore giovane molto assiduo, gli ho detto che non è possibile, ma loro non capisce il perché… negli altri Paesi non è così! Intanto a 36-37 anni sei un uomo, non sei poi così giovane; se sei un uomo intelligente sei come tutti gli altri uomini, con il vantaggio che non hai tutte le turbe mentali e vivi la vita con entusiasmo, con voglia. Spesso questi ‘giovani uomini’ non si trovano bene con le ragazze più giovani che vogliono fare carriera e trascurano gli uomini, oppure non sono colte, o sono viziate… me ne raccontano di cotte e di crude, io sono allibita! Non sto mai con persone che fanno il mio stesso lavoro, quindi non c’è interesse, a parte il mio ultimo compagno, che forse avrebbe voluto farlo ma non l’ho aiutato perché non è il mio mestiere. Con donne più grandi come me gli uomini giovani stanno sereni, si divertono: io sono piena di vita, di interessi, sono buffa e divertente, cucino e faccio la spesa poi la sera metto i tacchi e il rossetto, sono quattro persone nella stessa giornata, non ti annoi, mi arrabbio e poi rido, ho tante cose da fare e giro il mondo, è divertente».

È sempre l’uomo che deve offrire alla donna, come dice la vecchia scuola italiana?

«Io al massimo gli pago un caffè, se uno non ha grandi mezzi si sta a casa e va benissimo. Oggi il mondo è cambiato, se si decide di fare una cosa insieme, come un viaggio, si divide a metà. C’è sempre modo di venirsi incontro… gli uomini con me si divertono sicuramente, non sono ancora proprio da scartare, ma io non li guardo! Vorrei avere un uomo più grande, ma non mi guardano, guardano le ragazze!»

Nel 1977 hai fatto “Kleinhoff Hotel”, un film con Lizzani, che purtroppo poi ci ha lasciati così… Che differenza vedi tra i maestri di ieri e quelli di oggi in Italia, se ne vedi qualcuno?

«Ci sono dei registi di commedie che mi piacciono molto, come Fausto Brizzi e Carlo Verdone, mi piaceva Dino Risi e mi piace suo figlio Marco. Sono tre o quattro, è finita l’epoca in cui ogni regista che usciva aveva una storia da raccontare, si inventava uno stile… oggi prendono dei canaloni, amore numero uno, due… Sono tutti uguali, non me li ricordo, non lasciano tracce, ma non è colpa loro, è colpa della nostra società che non dà e non suggerisce niente, non dà emozioni e quindi non vengono fuori emozioni. Se non conosci e non vivi emozioni come fai a inventartele? Mi auguro che questa mostruosa crisi che ci ha colpito, in cui tutti stanno soffrendo senza limiti, serva a qualcosa; si dice che dopo aver toccato il fondo esce il sole… Per esempio mi è dispiaciuto moltissimo non vedere l’ultimo film di Barbareschi, perché non c’era più… L’ho incontrato in RAI e mi ha detto che non c’è niente da fare, se tratti un argomento complicato e scomodo, come la denuncia che faceva nel suo film sulla mafia nel settore dell’alimentazione, la gente non vuole sentirne parlare perché deve pensare troppo, gliel’hanno smontato in due o tre minuti. Questa è la cultura che ormai ha la gioventù italiana, non gliene frega niente di andare a vedere Woody Allen, preferisce “Sole a catinelle”…»

·         Catherine Spaak. Quella sex symbol rivoluzionaria ed eterna.

Catherine Spaak. Quella sex symbol rivoluzionaria ed eterna, scrive Bruno Giurato il 02/04/2019 su Il Giornale. L’inizio vi potrà sembrare un po’ strano eppure io me la ricordo in quel film di Dario Argento del 1971, era il gatto a nove code e lei sembrava una bond girl mentre guidava la sua auto sportiva, una Porche 356. Era solo un ruolo “minore”, non era certo la protagonista in assoluto del giallo argentiano, eppure fin da quella giovane età “bucò lo schermo”. Naturalmente avrebbe legato il suo nome anche ad altre pellicole di registri celebri diventando una presenza ricorrente nella commedia all’italiana (L’armata Brancaleone, Adulterio all’italiana, La matriarca, Certo, certissimo, anzi… probabile) e da ultimo l’avviamo vista sbarcare all’Isola Dei Famosi nell’edizione del 2015. Oggi è il suo 74esimo compleanno e a noi piace festeggiarla con l’intervista che il nostro Bruno Giurato le fece qualche anno fa. (Emanuele Beluffi). Catherine Spaak, un’icona del cinema italiano e internazionale. L’attrice francese (italiana di adozione) nata il 3 aprile 1945, ha attraversato gli schermi, le copertine, l’immaginario, imponendo un nuovo modello di sex symbol “introversa” (non certo la pin up curvosa). Attrice, cantante, conduttrice televisiva, scrittrice. A suo agio nella commedia, come nelle parti più “serie”. Capace di far parlare di sé anche in assenza, vedi la sua partecipazione saltata all’Isola dei famosi, di esprimersi in modo “scomodo” e di rivendicare se stessa senza false timidezze, né birignao. Ecco l’intervista OFF alla Spaak, realizzata qualche mese fa.

Ci racconta un episodio OFF dell’inizio della sua carriera, un aneddoto particolare degli anni della gavetta?

«Ricordo il primo giorno della lavorazione de “L’uomo dei cinque palloni” di Marco Ferreri, all’ultimo piano di un grattacielo altissimo in centro a Milano: sono arrivata lì con il mio copione e il regista l’ha buttato fuori dalla finestra. Poi ha radunato tutta la troupe, con Marcello Mastroianni che mi faceva dei cenni per rassicurarmi, e abbiamo dovuto dire tutti in coro: “Angelo, bell’angelo, vieni qui da me”, e la risposta di Marco Ferreri è stata: “Non posso, perché il diavolo mi tenta”. Poi abbiamo cominciato a girare. È stato molto strano, soprattutto perché avevo diciassette anni e su un set con Ferreri e Mastroianni non sapevo come comportarsi».

Lei è diventata famosa anche grazie all’incontro con Sophia Loren. Com’è avvenuto?

«Mio padre aveva scritto una sceneggiatura per un film di Alberto Lattuada. Fu lui, dopo avermi vista la prima volta da bambina, a capire che sarei stata un’attrice: diceva sempre che avrebbe aspettato che crescessi. E una volta, per caso, all’uscita della scuola andai con mio padre sul set de “Il buco”, di Jacques Becker, e girai una scena per sostituire una ragazzina, in cui dovevo parlare con un detenuto in una prigione. Dopo di che mandarono una troupe televisiva a scuola per intervistarmi, la signora Loren mi vide e mi fece fare un provino con Lattuada, che cercava la protagonista femminile per “Dolci inganni”. Andai a Roma, feci il provino, e poi il film».

E poi ci furono altri film, come “Il sorpasso” e “Voglia matta”, e lei è diventata il simbolo di una nuova donna, emancipata e autonoma…

«Corrispondevo a una nuova tipologia femminile: non più la maggiorata, la donna abbondante, la mamma mediterranea, ma una donna più inquietante, con meno femminilità ma con una testa pensante, possibilmente colta e capace di prendere in mano la sua vita».

… Una figura senz’altro affascinante, ma anche spaesante per la platea maschile dell’epoca…

«Sicuramente anticipava l’emancipazione femminile, che era già avvenuta in Francia».

Com’era, invece, l’universo maschile italiano di quei tempi?

«Pensavo erroneamente che il mondo del cinema e dell’arte fosse al di fuori di pregiudizi e luoghi comuni, invece era ancora fortemente maschilista».

Per esempio, come fu il rapporto con Vittorio Gassman e Mario Monicelli durante la lavorazione de “L’armata Brancaleone”?

«Monicelli, come Gassman e altri componenti della troupe, era un grande misogino. Vittorio era molto aggressivo e cercava continuamente di mettermi in imbarazzo, il che era facilissimo, e faceva ridere tutti quanti. È stata un’esperienza tremenda».

Invece chi è il regista che ha apprezzato di più?

«Non saprei, ho girato più di centoventi film, tutti con registi importanti che mi hanno dato tantissimo, nonostante i loro caratteri magari discutibili. Mi ritengo molto fortunata ad aver fatto parte di un periodo storico tanto importante del cinema italiano».

Crede che la commedia all’italiana sia morta con quel periodo storico?

«Il film comico è basato sul costume, e il costume con il passare degli anni cambia. Quindi anche il cinema cambia, ed è difficile che qualcosa che faceva ridere negli anni ’60 faccia ancora ridere. Esistono i film cult, ovviamente, per esempio “Amici miei” e “Febbre da cavallo”: non posso prendere un taxi a Roma senza che il conducente sappia a memoria tutte le battute di quel film. Mentre giravamo, con Steno e Gigi Proietti, non potevamo immaginare che “Febbre da cavallo” sarebbe diventato quello che è diventato per il pubblico italiano».

Lei è una donna piuttosto riservata, secondo alcuni un po’ altera…

«Quello è il classico malinteso per cui se non si danno pacche sulle spalle e non cosi dicono parolacce si è alteri, freddi o snob…»

Ma come ci si sente a essere una delle donne più desiderate del cinema italiano?

«Mi fa sorridere, perché la vita è fatta di cose più concrete».

Ha sempre amato scrivere, come mai?

«Ho scritto per tredici anni sul Corriere della Sera e su praticamente tutte le riviste femminili. Come mai? A lei perché piace fare il giornalista? La trovo una cosa abbastanza normale, non siamo più nel seicento, quando le pittrici venivano considerate pazze e possibilmente rinchiuse».

La donna di oggi ha ancora bisogno di liberarsi dal punto di vista sociale e culturale?

«Ci sono ancora dei pregiudizi e dei tabù. Penso che siano gli uomini a dover lavorare su loro stessi».

Ha sempre tenuto molto alla crescita personale attraverso la meditazione. Com’è stato il suo percorso in questo senso?

«La mia è stata un’avventura spirituale soprattutto di consapevolezza, che ho cercato di raggiungere con ogni mezzo possibile: letture, concorsi, meditazione, introspezione…»

È stato un tipo di percorso religioso o laico?

«La meditazione è una pratica orientale, ma il mio è stato soprattutto un percorso laico.

Ha lavorato in televisione per anni e con un grandissimo successo, prima a Forum e poi ad Harem. Tornerebbe a lavorare in TV?

«Mi piacerebbe, vorrei riprendere Harem facendo dei cambiamenti adeguati alla situazione attuale. Ma non penso che i dirigenti RAI sarebbero interessati».

Si è sposata con un uomo più giovane. Gli uomini da sempre hanno compagne più giovani, quando la situazione è invertita invece si parla subito di toy boy… Come si giudica dal punto di vista sentimentale?

«Penso che ognuno dovrebbe essere se stesso senza dare troppo ascolto a ciò che dice la gente. Io l’ho fatto, e penso di aver fatto bene».

·         Il Personaggio Platinette.

Da dilei.it l'11 dicembre 2019.  Platinette, alias Mauro Coruzzi,  ha postato sul suo account Instagram una foto che documenta il suo incredibile dimagrimento, ottenuto in questi ultimi mesi grazie a un regime alimentare severo e a tantissima forza di volontà. E ha scritto un messaggio che potrebbe valere da incoraggiamento e sprono per tutti quelli che pensano di non avere la stessa forza e determinazione al cambiamento. Darsi per vinti significa restare sdraiati per tutta una vita: non c’è nulla di più noioso del non tentare nemmeno di rialzarsi. A settembre intervistato da Vanity Fair aveva detto: “Mi prendo una pausa dalla tv per guarire.  In questi anni ho avuto un rumore sordo dentro di me, un difficile male da combattere che è una patologia vera: il mangiare compulsivo. E adesso il male va estirpato“. “Devo iniziare a lavorare su di me e mettere pace tra me e il mondo. Ho iniziato a farlo con un regime alimentare molto severo e con una prova di forza per capire se sono in grado di rimpossessarmi della mia vita”. E a quanto pare, Mauro ce l’ha fatto. Si è rialzato, ha preso in mano la sua vita e si è rimesso in cammino. Più leggero, fisicamente ma soprattutto psicologicamente, di prima.

Azzurra Barbuto per “Libero quotidiano” il 18 settembre 2019. Fonte di consolazione e anche di angoscia, per coloro che ne sono dipendenti il cibo smette di essere un piacere e diventa un subdolo strumento di autodistruzione. Lo sa bene Mauro Coruzzi, in arte Platinette, 64 anni, che da decenni combatte una insostenibile guerra contro carboidrati, zuccheri e lipidi, da cui esce quasi sempre sconfitto. «Sono l'equivalente di un tossico davanti alla dose», ha rivelato più volte la drag queen più famosa d' Italia, spiegando pure di soffrire di attacchi di fame nervosa soprattutto durante la notte, allorché le angosce che si covano dentro diventano mostri giganti a cui si dà in pasto qualsiasi cosa, pur di farli tacere e non esserne divorati. Quella che attanaglia Platinette è una voracità che sorge nella mente più che nello stomaco. Ingurgitare pietanze succulenti altro non è che un disperato quanto vano tentativo di riempire vertiginosi vuoti, che brontolano dai recessi dell'anima. È lì che abitano paure, sensi di colpa, rimpianti, insicurezze, laceranti dolori, sottaciute verità e malinconie. Allora si mangia, anzi si ingurgita di tutto, per un attimo di sollievo, che subito dopo lascia il posto ad una cupa disperazione. È in questo modo che si accumulano i chilogrammi di troppo e si diventa grassi, enormi, pesanti proprio come quelle emozioni che si cerca di ignorare. Ingombranti. Come Platinette, la quale ha annunciato il ritiro dalle scene, dai salotti televisivi, al fine di affrontare i suoi demoni. «Mangio compulsivamente, anche quando non ne ho realmente bisogno. Negli ultimi mesi è stato più difficile, sono arrivato a trascinare una gamba. Adesso il male che porto dentro di me deve essere estirpato. Dopo 45 anni di lavoro e di carriera, devo rimettere a posto le mie fondamenta, poi magari ci rivediamo», ha dichiarato durante la prima puntata del programma di Raiuno Italia Sì, diretto da Marco Liorni, format al quale Platinette ha preso parte la scorsa stagione. Si tratta dunque di un "arrivederci" e non di un "addio". Coruzzi riconosce che la priorità in questo momento è quella di lavorare su se stesso, pure perché queste problematiche alimentari hanno una peculiarità: se non le affronti a muso duro e le debelli, piano piano ti ammazzano. Platinette, dotata di un' intelligenza brillante, ha sempre scherzato riguardo la sua mole. Allorché le fu proposto di partecipare all' Isola dei Famosi affermò: «Se come gli altri concorrenti mi buttassi in acqua dall' elicottero per raggiungere l' isola a nuoto, scatenerei uno tsunami». L'ironia è un mezzo per vincere l'imbarazzo, mascherare la propria sensibilità, sdrammatizzare la propria condizione. Questo ora non basta più. Secondo Marco, è tempo di affrontare il disagio una volta per tutte, di darsi delle regole alimentari e di rispettarle, portando a galla quei motivi che lo inducono a rifugiarsi nel consumo di montagne di dolci e salati. Inizia la ricerca di un equilibrio perfetto, non quello dettato dall' ago della bilancia, bensì quello tra il dare ed il ricevere. Forse è quando questo meccanismo è inceppato o sballato che si precipita nella trappola mortale della bulimia. Platinette, che con la sua allegria ed i suoi colori vivaci ci mancherà non poco nel periodo della sua assenza dalla scena, dovrà compiere un avventuroso viaggio all' interno di se stessa, giungendo fino a quel sé bambino, che Marco ha voluto proteggere avvolgendolo in spessi strati di grasso affinché nessuno potesse fargli del male. Quel bimbo nato e cresciuto in un famiglia poverissima, il quale pativa la lontananza emotiva di un babbo che, avendo vissuto le atrocità del campo di concentramento durante il secondo conflitto mondiale, aveva difficoltà a relazionarsi con il figlio, a cui non insegnò mai a giocare a pallone né ad andare in bicicletta, lasciando i contatti tra i due congelati fin quasi alla morte. «Ci siamo abbracciati soltanto alla fine della sua vita«, raccontò Marco a proposito di suo padre. La madre, invece, lo amò persino troppo quel pargoletto. Ossia senza misura, senza limiti, senza controllo. In maniera smodata. Marco, non farci attendere troppo a lungo il tuo ritorno. A noi piaci così come sei, sia coperto da troppo trucco che senza maschere.

Giancarlo Dotto per “Diva & donna” il 4 ottobre 2019. “Pronto, eccomi, sono tutto tuo!”. Altro che grassone depresso che si guarda e si schifa allo specchio, Maurizio Coruzzi, Mauro per tutti noi, alias Platinette, è più che mai Platinette di questi tempi, nella sua versione più smaniosa, creativa, persino morigerata. Che canta e fa ginnastica, mezz’ora la mattina e mezz’ora la sera, schizzando affannata e allegra nel resto della giornata da una tastiera a una radio e uno studio televisivo. Più che mai beata del ritrovato feeling con Maria de Filippi, al fianco dell’amica Ornella Vanoni, una con cui ancora oggi andrebbe a spaccare le vetrine di Milano. La radiosa Platinette di queste ore, sì con qualche aiutino sparso, farmaci e carezze, ha preso a calci il potenziale suicida Mauro di ieri, lo stesso che annunciava allo sbigottito Marco Liorni: “Mi spiace tanto, ma quest’anno non potrò essere dei vostri, ho un brutto male, devo combatterlo”. Il “brutto male” è la bulimia, il programma disertato è “Italia sì” su Raiuno, seconda edizione. Sembrava una dichiarazione di resa, era in realtà un inizio. L’ennesimo nella vita spericolata e molto turbata di Maurizio Mauro in arte Platinette.

“Non ce la potevo fare. Otto mesi di quella spola tra Milano Roma, tutte le settimane. L’ho detto a Liorni: a 64 anni devo prima rimettere a posto le mie fondamenta, poi magari ci rivedremo”.

Ospite fissa invece da Maria de Filippi nel suo nuovo programma “Amici Celebrities”, dove sembri al top del tuo benessere psicofisico.

“Con Maria, come con Maurizio, vado a ruota libera. Loro due hanno una meravigliosa assenza di pregiudizi. Mi sento libero di non mentire, di essere me stesso fino in fondo. E poi, la musica per me è ossigeno puro”.

Tu e la Vanoni gomito a gomito, una coppia esilarante tra avanspettacolo e cabaret futurista.

“Siamo due vecchie rimbambite. In realtà, la Vanoni è stata una sorpresa. Una delle poche star con un pensiero. Chirurgica nei giudizi, con un’inaspettata severità. Stiamo parlando di una donna che ha fatto 85 anni in questi giorni”.

Anagramma combinato di Maurizio, tuo nome all’anagrafe, e Platinette: “Alimentate ozi turpi”.

“Magnifico! Premonitore. In effetti, di ozi turpi si tratta per quanto mi riguarda”.

Dimmi del “brutto male”.

“Si crede che i mangiatori compulsivi siano dei gaudenti. Falso. La bulimia, sottolineo, è una patologia. Non è gola. Parliamo di un male di natura irrisolvibile. La sai la storia di quella donna americana?”

Ricordamela.

“Quasi 300 chili. Non c’è stato verso nemmeno di operarla. Continuava a mangiare poco prima dell’intervento. Aiutata dal marito e dalle figlie. Sai cos’è? Questa si stava ammazzando”.

Il film di Marco Ferreri “La grande abbuffata” racconta bene questo darsi la morte mangiando fino a scoppiare.

“Lì c’è un aspetto ludico. Il cibo come espressione di una depravazione corale. Il bulimico è un ammalato solitario. Mangi tanto, in solitudine, nascondi le tracce del tuo vizio. Non puoi andare fuori e farti vedere”.

Mangi qualunque cosa famelicamente.

“La velocità del mangiatore compulsivo precede l’impulso del cervello. Il concetto è: prima magno, poi, forse, smetto, ma solo quando davvero non ci sta più niente in corpo”.

Ti metti mai le dita in gola per liberarti del troppo cibo?

“Neanche morta. Mi fa senso. Io mi riempio il più possibile per trovare quell’attimo di pace in cui non avere più l’ossessione del cibo. Il pensiero fisso. L’attimo che precede il pensiero di che cosa mangerai dopo”.

Ti fai aiutare da qualcuno?

“Un bravo psichiatra mi dà una mano con i farmaci. L’analisi alla mia età lascia il tempo che trova. L’ho fatta decine di volte. So bene cosa ha scatenato il mio problema. Voglio solo uscire chimicamente da questo stato di autopunizione”.

Conseguenze smodate di quel delirio chiamato amore?

“Conseguenze del rifiuto successivo al mio primo grande innamoramento.  Lui che mi butta fuori dal suo Maggiolino in corsa. Diciotto anni io e diciotto lui”.

Intendi dire che ti butta fuori dalla macchina in corsa alla lettera?

“Alla lettera. Eravamo al Lido di Classe, sopra Milano Marittima. Abbiamo una discussione. Questo apre la portiera e mi scaraventa in un fosso urlandomi: “Io non sarò mai come te!”. Voleva dire: non sarò mai un frocio come te”.

Una specie di nazista…

“Ma no, solo uno che aveva paura di sé e di quello che rappresentavo per lui. Un ragazzo fragile”.

L’hai più incontrato?

“Abita ancora oggi a cinquanta metri da me, ma non mi parla. Eravamo compagni di classe. Finita questa storia, secondo lui mai cominciata, quello stronzo mi umilia regalandomi un libro di Andrè Gide sull’omosessualità. Era il suo testamento regalo”. 

Mai desiderato di vendicarti?

“Era bello come il sole, intelligente, ambizioso  ma incattivito con la vita. Finì a fare il boscaiolo in Canada. Ingrassato come un otre, tornò ancora più incazzato. Oggi vive in solitudine a Parma nelle casette popolari di Mussolini”.

Parte tutto da qui, da quel corpo rifiutato e scaraventato dalla macchina in corsa.

“Parte da questa vacanza insieme in cui affrontiamo anche le prime esperienze di sesso. Fu la prima volta che ingrassai smodatamente. Quasi cinquanta chili ”.

Capita a tutti di sentirsi rifiutati, senza per questo avere una reazione abnorme.

“In realtà non è lui l’origine. Lui s’è trovato in mezzo a questo turbine della mia vita. Io e lui stavamo con due ragazze amiche che non sapevano della nostra storia e mai l’avrebbero immaginato”.

Eri un eterosessuale che stava scoprendo la sua omosessualità?

“Ho avuto in tutto un paio di fidanzatine scolastiche. L’ultima è un ex tecnico di radiologia da poco in pensione. Rimase incinta di me. Eravamo due ragazzini. Un dramma”.

Cosa vi siete inventati?

“Non c’era ancora la legge sull’aborto. Mi rivolsi alla radicale Adele Faccio, che ci salvò. Ci suggerì una clinica a Firenze. Era l’anno della maturità. A seguire, lei cominciò ad avanzare pretese di coppia”.

E tu?

“Io scopro l’altro mio mondo. Svelo le carte. Lei viene a vedermi una sera con le amiche in un locale dove debuttavo come Platinette, che allora si chiamava Oscar Selvaggia. Avevo il garofanino verde e  presentavo il mio spettacolino: “Olè olè, inizia il défilé”.

E lei, la tua ex?

“Rideva come una  bestia. Abbiamo continuato per un po’ a sentirci. Poi si sposa con un medico, hanno un figlio e un anno a Natale mi fa: “Perdonami, dobbiamo finirla qui, mio marito non apprezza che ci sentiamo”.

Dovevi essere cancellata dalla loro vita.

“Non voleva ombre. Proposi a Maria di combinare un incontro con la mia ex fidanzata per una puntata di “C’è Posta per te”. Maria era gasatissima. Ci abbiamo provato, ma non c’è stato verso di raggiungerla, né di parlarci”...

L’eventuale paternità sarebbe stata un argine alle tue pulsioni autodistruttive?

“Non credo. Ho sempre guardato con invidia e diffidenza le coppie con figli e cani. Sarei stato un bravo padre e anche un bravo soldato, ma avrei dovuto rinunciare a me stesso. Il peso della responsabilità mi avrebbe snaturato”.

Raccontami la scena. Torni a casa, reduce dal tuo circo, i tuoi stordimenti, le gratificazioni, entri in casa da solo e…?

“Scatta una forma di sopportazione. Il vuoto per me, piuttosto che il nulla, è una compagnia. È meglio avere un ossessione che non avere neanche quella. Che essere un lobotomizzato”.

In pratica?

“Mi cucino mezzo chilo di pasta con una tonnellata di salsa e mi faccio un litro di Coca-Cola”.

Una persona in casa con cui darsi reciproco sostegno?

“Non ho una storia da anni. Non amo la vita in comune. Le nozze dello stesso sesso mi fanno senso, mi sembrano una triste parodia delle coppie etero. Il mio vuoto è l’occasione per generare creatività. Creare oggi è la mia compagnia”.

Che esclude il resto?

“Certo non favorisce i rapporti, allontana gli intenzionati. Ma poi, dimmi, a chi cavolo posso piacere oggi? Solo a degli psicopatici”.

L’ultimo…

“Un chirurgo estetico di Parma. Un pezzo d’uomo di 2 metri. Aveva una doppia vita. La famiglia a casa e con me a Courmayeur in hotel lussuosi. Io, signora borghese anni ’70, con il set di perle. Gli piacevano i ciccioni. Sposò una nefrologa più grassa di me. È diventato lui stesso più grasso di me”.

Altre storie?

“Quella antecedente al chirurgo con un giornalista di Torino, un pezzo grosso della Stampa che firmava con tanto di foto. Ha sposato una mia amica, anche lei cicciona”.

E adesso?

“Con la mia rimessa in forma, la vita è tornata a piacermi. Mi basta la compagnia del creare, del fare e me ne sbatto un po’ del lavoro”.

Testimonianze di affetto?

“Tantissime. Quella di Patty Pravo la più apprezzata. Fu la mia prima intervista da praticante giornalista. Da allora si è creato questo legame. Affinità e problemi comuni. Mi ha consigliato come affrontare il mio male”.

Dillo anche a noi.

“Una specie di rituale magico. Un mantra che ti si pianta nella testa. Mauro mangia a causa del troppo amore. Nicoletta mi ha consigliato: scrivi una lettera a tua madre. “Sei stata troppo con me”. Vai fuori, all’aperto, all’aria, bruci quella lettera e finalmente farai pace con questo ricordo”.

L’hai fatto?

“Ancora no”.

Somigli sempre di più a Paolo Mieli.

“Dici? Penso di somigliare di più a Lindsay Kemp. La stessa testa pelata, lo stesso trucco”.

Platinette e la malattia del mangiare compulsivo: «Difficile da estirpare». Pubblicato martedì, 17 settembre 2019 da Corriere.it. «In questi anni ho avuto dentro di me un rumore sordo, un male difficile da combattere che andava estirpato: il mangiare compulsivo senza averne bisogno». Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha raccontato al pubblico del programma ItaliaSì su Rai1 le sue condizioni di salute. «Dovevo lavorare su di me e mettere pace tra me e il mondo, sto seguendo un regime alimentare molto severo e cerco di reimpossessarmi della mia vita». Che cos’è il «mangiare compulsivo»? «Si tratta del Binge Eating Disorder (Bed), definito in passato come disturbo da alimentazione incontrollata o da alimentazione compulsiva - chiarisce Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra, responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano (e autore del forum sui disturbi alimentari di Corriere Salute) -. Chi ne soffre spesso sembra gioviale, allegro con quei chili in più che ci fanno pensare a persone amanti del buon cibo, più che sofferenti. In realtà il Bed è una malattia, riconosciuta dalla comunità scientifica solo da pochi anni (nel 2013 questo comportamento è stato ufficialmente classificato dall’Apa, l’Associazione psichiatrica americana, come un disturbo del comportamento alimentare)».

Platinette: «Basta cibo, questa è mancanza d’amore, devo curarmi». Pubblicato mercoledì, 18 settembre 2019 su Corriere.it da Candida Morvillo. Mauro Coruzzi e la dieta dopo anni di abbuffate compulsive: «Evito il tempo libero per non dirmi che mi manca l’affetto». Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha annunciato da Marco Liorni, su Raiuno, che quest’anno non andrà a Italia sì! perché deve curarsi da «una patologia vera: il mangiare compulsivo».

Mauro, che succede?

«Che a 64 anni non posso più rimandare l’appuntamento con me stesso. Ormai, per scendere la scala di quello studio, mi poggiavo al corrimano, claudicante come se avessi sulle spalle un altro uomo di cento chili. Nell’ultima puntata, a giugno, ho colto l’apprensione nello sguardo di Rita dalla Chiesa, che era lì, e ho provato vergogna. Così, ho avviato un percorso e ho capito che per guarire non devo essere bulimico di lavoro».

Che c’entra la bulimia da lavoro?

«Ho un programma quotidiano su Rtl 102.5, due rubriche su Di Piùe Di Più Tv, e non posso fare Milano-Roma tutti i sabato, cenare male in treno, poi morire di domenica e resuscitare il lunedì, per 38 settimane di seguito. Parteciperò, invece, a un’altra trasmissione, molto più breve, di cui non posso ancora dire. La verità è che la fame di lavoro serve a nascondere a me stesso il fatto che a casa non c’è nessuno che mi aspetti. Evito il tempo libero per non dirmi che mi manca un affetto».

Da quando è così?

«Da quando il primo fidanzato, che come me aveva anche una ragazza, mi scaraventò dal Maggiolino urlando: io non sono come te. Era l’estate della maturità, misi 50 chili. Da lì, ragazzino, iniziai con la radio a Parma, ho fatto l’autore radio e tv, ho creato Platinette, sono arrivati il cinema da Francesco Nuti a Ozpetek, la musica e un Festival di Sanremo. Ieri ho ricevuto un messaggio da Patty Pravo, fu a lei che feci la prima intervista nel ‘75: 45 anni di amicizia, mi sono commosso».

Perché si è commosso?

«Ero giovane, ero suo fan e mi ritrovo a casa sua, emozionatissimo... E poi l’ho rivista tanto, siamo stati insieme in America... Nel messaggio mi fa: ho saputo del tuo problema, chiamami che vorrei darti dei consigli. Ho pianto come un cretino. Ho pianto perché ho l’orgoglio di aver frequentato i miti della mia gioventù, perché ho fatto uno spot con Mina e mi tremavano le gambe. Sono amico di sua figlia Benedetta e Mina che mi racconta come fa la torta fritta col salame è un ricordo di risate memorabili. Però, poi, vai a casa, senti di non valere niente, abbracci il cuscino, di notte ti fai mezzo chilo di pasta con mezzo chilo di salsa e un litro di cola. Il risultato è che sei sempre più grasso e che amore trovi così grasso?».

Lei che amori ha trovato?

«Da anni, non ho una storia. Ho la paranoia di non piacere, del “vengono con me perché sono famoso”. E ne ho altre. Il chirurgo, quattro anni insieme, amava i grassi e io: se dimagrisco, non mi vuoi più e il resto che sono non conta? In realtà, non potevo credere di stare con un bell’uomo. Dopo si è sposato con una donna. Grassa. Tutti quelli che vengono con me sono ufficialmente etero».

Lo amava?

«“Amore” non so che voglia dire. Amavo le sue sette telefonate affettuose al giorno, ma ero talmente impaurito che finisse che mi facevo la corazza e pensavo: gli piacciono ciccioni per rimarcare quanto è bello lui. Ci siamo lasciati male, ma, dopo, mi ha salvato la vita. A Modena, stavo per fare un bypass intestinale, un intervento ormai in disuso per via di complicazioni anche mortali. Mi ha detto: sei scemo. E io sono scappato di notte dall’ospedale».

Altri tentativi falliti?

«Nel 2015 misi il palloncino gastrico per preparare Ballando con le stelle. Poi ho ripreso il vizio come il tossico che ci ricasca. Un anno dopo ero i 175 chili di prima e ne ho messi altri, non so quanti. Ora dalla nutrizionista mi faccio dire solo se ho perso».

E quanto ha perso?

«Da fine luglio, 25 chili. E ho perso il gusto dell’abbuffata. Sono rimasto a Milano tutta l’estate, solo come una bestia, a fare i conti con me stesso, a dirmi che dovevo seguire regole precise, come la cena entro le 21: cose incompatibili col tanto lavoro. Ho iniziato con la dieta liquida, ora ne seguo una solida, personalizzata, e vedo una psichiatra».

E ha capito dove nasce la fame d’amore?

«Da una madre molto affettuosa, venuta dalla fame della guerra, che a me bimbo, magrino magrino, diceva: mangia, mangia. Il suo amore era talmente incondizionato che non mi ha chiesto mai se ero gay o cosa: trovava dei collant nascosti, li lavava e li metteva nel cassetto con i calzini senza dire né A né B. Con lei, non ho mai sentito il giudizio, però l’amore assoluto che ho sentito è diventato il killer di ogni altro amore. In cuor mio, ho sempre fatto confronti fra lei e i tre uomini importanti che ho avuto: il chirurgo, un giornalista, un cantante».

Adesso, come sta?

«Come in una guerra che non ho la sicurezza di vincere. E allora non guardo troppo lontano, ma solo a questa prima battaglia per garantirmi 5 o 6 anni di vita decente».

Addio di Platinette alla tv: "Devo combattere il male". Mauro Coruzzi rivela di avere da anni un disturbo dentro di sé: il mangiare compulsivo, che intende combattere. Per questo, almeno per il momento, si allontanerà dagli schermi. Francesca Bernasconi, Martedì 17/09/2019 su Il Giornale. "Mi chiamo Mauro Coruzzi e voglio spiegarvi cosa mi sta succedendo". Così, Platinette annuncia di voler rendere noti i motivi che l'hanno spinto a lasciare Italia Sì, il programma di Rai1, e il mondo della tv. Nella prima puntata di quest'anno, il conduttore rivela che in tutti questi anni (45 festeggiati quest'anno) di carriera radio-televisiva si era annidiato dentro di lui "un rumore sordo, un difficile male da combattere". Infatti, quella che ha colpito Platinette è una "patologia vera": si tratta del magiare compulsivo, un bisogno che emerge anche quando in realtà il corpo non ne ha bisogno. Poi rivela: "L'ultimo anno trascorso a Italia Sì è stato difficile. Le ultime puntate dell'anno scorso trascinavo una gamba e non volevo farmi vedere da nessuno". E per la discrezione e il rispetto che hanno dimostrato nei suoi confronti, Mauro Coruzzi ci tiene a ringraziare Elena Santarelli e Rita Dalla Chiesa, le sua "amiche che hanno compreso e rispettato la mia privacy". Il "male", come lo chiama lui, "andava estirpato" e, per questo, Mauro ha decisio, alla fine della scorsa stagione, di iniziare un percorso su di sé: "L'ho fatto con un regime alimentare molto severo, ma al tempo stesso una prova di forza perché dovevo capire se potevo impossessarmi della mia vita". Ma questo percorso, spiega commosso il conduttore radio-televisivo, non gli permetterà più di accettare lunghi incarichi di lavoro. Infine, l'addio alla tv, che in realtà assomiglia di più ad un arrivederci: "Prima mettiamo a posto le fondamenta, poi magari ci rivediamo".

IL PERSONAGGIO PLATINETTE. DA I LUNATICI RADIO2 del 3 aprile 2019. Maurizio Coruzzi, in arte Platinette, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino. Coruzzi ha parlato del suo rapporto con la notte: "Ho un rapporto problematico con la notte, è il momento della verifica di quanto riesco a resistere alla tentazione del frigorifero. Purtroppo la mia pratica, essendo masochista di sicura fama, è stata quella in questi giorni di avere una mappatura completa di chi può portarmi del cibo a casa fino alle cinque della mattina. Potrei scriverci una guida per i famelici e bulimici della notte. Fra un po' scoppierà l'ennesimo buco nella cintura, ma pazienza. Ho imparato questa pratica qualche anno fa negli Stati Uniti, dove è di rigore mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Lì mi sono accorto quanto è bello di notte poter perfezionare il proprio vizio andando al di là del possibile. Dal cinese al filippino, che ho scoperto di recente. Tra un po' mi verranno gli occhi a mandorla. Gli orientali sono più puntuali, uno dei problemi del bulimico di notte è che non può aspettare, altrimenti sclera. E' come un tossico. O hai la dose di calorie o sono guai seri. Magari non puntano molto sulla qualità, ma hanno capito che prima arrivano e più guadagnano". Platinette, poi, ha parlato ancora di cibo e di obesità: "E' giusto che tanti ci dicano di andarci cauti con l'esagerazione alimentare. E' troppo evidente, chiunque sia razionale capisce che si sta facendo del male. Penso a grandi amici obesi che ho incrociato nella vita. Penso a Maurizio Costanzo. Su tanti fronti è una persona con un grande imprinting, ma poi davanti a un bignè sembra veramente all'ultimo stadio dell'eroina di una volta. C'è un modo di osteggiare gli obesi perché rappresentano dal punto di vista della sanità un peso consistente, e in effetti sulla sanità pesiamo tantissimo. Ma l'approccio se fosse corretto dovrebbe essere più psicanalitico che da nutrizionista. Non riesco a pensar male di chi combatte l'obesità, è un male di questa società". Sulla nascita del personaggio Platinette: "E' nata quando sono andato a vedere un gruppo, a Parma. In un circolo di quelli un po' peccaminosi. Recitavano la difficoltà di essere omosessuali in Siberia. Morale della favola, la sera dopo sono tornato e già lavoravo con loro. Il primo nome d'arte è stato Oscar Selvaggia. Poi in fondo a una valigia trovammo una parrucca patinata sporca, che sembrava un topo morto. L'abbiamo messa in lavatrice e su consiglio di una nostra amica cantante molto famosa cambiammo nome d'arte e scegliemmo Platinette. In onore di una pornostar che negli anni 70 cambiava nome a seconda della parrucca che si metteva. Quando indossava la parrucca rossa era miss Pomodoro, quando metteva la parrucca bionda era Platinette". Sull'omofobia:  "Realtà o ipocrisia? Né l'una nè l'altra. Non è che qualcuno ogni notte punta ad ammazzare gay, lesbiche e omosessuali: C'è qualche cretino, quello sì. Ci sono sempre stati i cretini. Non vorrei che il paradosso fosse scambiato per verità, preferivo altri tempi, quando c'era quel tipo di borghesia che ammetteva tutto e non diceva niente. Mi sembrava che proprio in quel tipo di società borghese, dove chiunque faceva ciò che voleva, ma almeno la facciata era rispettata, in fondo ci fossero più libertà di quante ce ne sono oggi. Non vedo quale sia la necessità di anteporre alle altre qualifiche quella di omosessuale. Io prima di ogni altra cosa sono italiano, di sesso maschile".

GAY, IL NUOVO CONFORMISMO. Maurizio Caverzan per La Verità l'11 settembre 2019. Nella sede di Rtl 102.5 a Cologno monzese fervono i preparativi per il trasferimento a Villasimius in Sardegna da dove l’emittente trasmetterà fino a fine agosto. «Io invece, mi trasferisco a casa mia a Parma», confida ironico Mauro Coruzzi, in arte Platinette. «Devo rimettermi in sesto per poter dare una mano a una persona cara che ha bisogno di me». Il tempo a disposizione non è molto, alle 17 incombe Password, il programma che conduce con Nicoletta De Ponti. Pochi convenevoli e si parte.

Dalla mise, l’intervista è a Mauro Coruzzi.

«Se per lei ha importanza… è un conformismo anche questo».

Mauro sta chiedendo più spazio?

«No. Credo sia un work in progress, come direbbero quelli che parlano bene. Non amo seguire regole neanche nell’abbigliamento o altre che indicano qualche segretario di partito o a qualche televisivo. Neanche a scuola le seguivo».

Coruzzi frequenta la radio e Platinette, più telegenica, la tv?

«No. Platinette è un riciclaggio di me stesso e di modelli altrui, da Mae West a Mina, splendida ragazza madre nell’Italia dei Sessanta. Cerco il difforme, non il conforme. Platinette è una travestita, ma se la trova certe notti nella bassa padana non la riconosce. Mauro è un ragazzo obeso, con una testa che lavora più del corpo e tanta voglia di migliorare il suo aspetto».

Tra i due c’è intesa?

«Una felice collaborazione, come quella che ci fu tra Mara Carfagna e Alessandra Mussolini quando fecero la legge contro l’omofobia. La dobbiamo a loro, non agli illuminati di sinistra, tipo Franco Grillini dell’Arci o Vladimir Luxuria, che ha approfittato dell’anno in Parlamento per rifarsi le tette. Personalmente ho speso un patrimonio in questa battaglia, solo la tessera radicale costava 600 euro. Ma c’era Marco Pannella…».

Marco Pannella.

«Quando andò ad Arcore ebbi un orgasmo. Speravo nella fusione tra la sua creatività e lo spirito liberale di Berlusconi. Non trovo che il sistema delle cooperative abbia migliorato la convivenza civile. Purtroppo, l’avvicinamento tra i due non ha avuto seguito. E il mio spirito liberale e libertario è rimasto orfano pur avendo i genitori».

Ricominciamo da quelli veri.

«Contadini inurbati da Langhirano a Parma, sperando in un miglioramento. Mia madre era operaia in una fabbrica di conserve di pomodoro, mio padre muratore. Non conoscevano l’italiano, la sera guardavano Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi per imparare qualcosa».

Infanzia e adolescenza in povertà.

«Avevo intuito che la cosiddetta cultura, senza la k degli anni Settanta, poteva essere d’aiuto. Alle magistrali ero un inguaribile secchione che però partecipava alle occupazioni, al Movimento studentesco e tutto il resto. Studiavo perché mi piaceva, e mi piace tuttora».

Amici?

«Amori in classe, nella scuola, come tutti».

Non se omosessuali.

«Non solo omosessuali».

Figure importanti di quegli anni?

«Una professoressa d’italiano, tale Irma Traversa Coscia, donna fantastica, unghie curatissime e cervello fulminante. Le chiesi cosa potevo presentare di difforme alla maturità. Scegliemmo Alberto Moravia che avevo conosciuto attraverso Il conformista del parmense Bernardo Bertolucci. Non pago, aggiunsi L’uomo che si gioca il cielo a dadi, una canzone di Roberto Vecchioni».

Garzone di fruttivendolo, poi giornalista: cosa c’è in mezzo?

«Volevo dei soldi per i cavoli miei. Finii le medie facendo consegne della spesa per un verduraio, come i rider di oggi. Guadagnavo 500 lire ogni sabato che spendevo in cinema pizza e Coca cola. Come regalo per la terza media, anziché il Ciao chiesi a mia madre, complice con il figlio frocio come da copione, di andare al concerto di Mina a Parma. Fu un’apparizione, era il 1968».

La sua svolta?

«L’inizio di una devozione. Poi il destino generoso me la fece incontrare ancora. Nel 1981 eravamo nel suo ufficio per fondare il Mina fan club quando lei arrivò, pelliccia fino a terra e maglione nero: “Io prendo un cappuccino scuro, voi?”. Sparì, ma ci fece sapere che l’idea del fan club le piaceva. Noi ci esibivamo en travesti col nome di Le Pumitrozzole, crasi di puttane mignotte troie zoccole lesbiche. “Magari, d’ora in avanti quando mi chiamano mando voi”, buttò lì».

Invece?

«La ritrovai a fine anni Ottanta quando lavoravo per Rock Caffè di Rai2 e mi suggerirono di provinare Benedetta Mazzini, sua secondogenita. Arruolata, ma la madre sorvegliava, così ebbi l’occasione di frequentarla. Un’altra l’ho avuta per gli spot della Tim durante il Festival di Sanremo 2018».

Maurizio Costanzo dove l’ha scovata?

«Uscì un articoletto su Panorama sulla speaker di un piccolo network radiofonico di nome Platinette che faceva dell’esagerazione e dell’irriverenza la sua cifra. Mi fece chiamare per una serata del Costanzo show dedicata alle drag queen. Declinai. Ci riprovò per una puntata sulle patologie alimentari, argomento che conosco bene. Quando arrivò al Parioli e io ero seduto in platea prima del trucco chiese agli assistenti: “E quello chi è?”. Non poteva riconoscermi, ma da quella sera c’innamorammo».

Qualche giorno fa ha scatenato un putiferio dicendo che gli omosessuali hanno troppo spazio.

«Trovo che la lamentela continua delle associazioni Lgbt abbia poca ragione d’essere. Non si fa un film o un talent o un reality show senza una travestita o due omosex che litigano. Un’overdose. Un nuovo conformismo. Cristiano Malgioglio io so che è un grande autore, ma non sono sicuro che il pubblico colga. Nel pomeriggio di Rai1 Pierluigi Diaco conduce un programma sui buoni sentimenti, con la posta del cuore. Sembra di essere nel dopoguerra».

La sua è una critica di costume?

«Non solo. In Italia se non sei famiglia, compresa quella omosessuale, non sei niente. Non ce l’ho con chi si unisce civilmente, il rapporto codificato dalle leggi mi fa piacere. Ma così si uccide la singolarità, io sono famiglia di me stesso. Se esco con certi amici tradizionali o anche omosex mi annoio a morte. Parlano di figli, di carriere a Londra, portano una cena normale come prova di solidità del rapporto: “Era caldo, non sapevamo che fare, abbiamo tagliato un melone e cenato alle otto di sera”. Sì, e alle otto e dieci?».

Concorda con la sensazione che il Gay pride goda di stampa molto migliore di quella del Family day?

«Ammazza! Non c’è dubbio. Se dissenti sul Gay pride non hai cittadinanza. Eppure le conquiste sono state fatte, ci si può un po’ prendere in giro. Volevo affittare una decappottabile per sfilare come Lana Turner. Mi hanno detto di no perché l’auto inquina. Capisce? Ho ripiegato su un risciò, che è costato quasi più della decappottabile».

Si impegnerebbe senza se e senza ma sui matrimoni gay? Da uno a dieci...

«Quattro. Come i figli di Lorella Cuccarini…».

Sulla stepchild adoption.

«Zero, senza incertezze. Tiziano Ferro se ne faccia una ragione».

Sull’utero in affitto?

«Sottozero. È una forma orribile di sfruttamento delle donne. Ti presto il mio forno per cuocere le tigelle e poi le mangi tu. Dopo l’approvazione della legge Codice rosso per la violenza sulle donne voluta da Giulia Bongiorno non ho visto né sentito esultare le organizzazioni Lgbt: solo perché Bongiorno appartiene a uno schieramento diverso?».

Sul Me too?

«Uno. Guarda caso, si salvano tutti. Fausto Brizzi è tornato, persino Cristiano Ronaldo non sarà processato. Si vogliono moralizzare anche le donne che sono felici di concedersi per trarne un vantaggio. Perché le nostre attrici, bravissime per carità, erano tutte sposate a produttori cinematografici?».  

Sulla triptorelina, il farmaco che rallenta la pubertà per chi avverte disforia di genere.

«Zero anche qui. Ci fosse un ormone che ci permettesse di stare in bilico tutta la vita, quello servirebbe».

Nemmeno le unioni civili la convincono?

«Non mi convince il matrimonio come mutuo soccorso. L’assistenza, la successione, la reversibilità erano possibili anche prima, bastava andare dal notaio con 100 euro. Non m’interessano la metà del cielo e quelle cose lì. Anche Maria di Nazareth era sola… Nasciamo singolarmente, ma non si fa mai una legge per l’individuo».

Ha seguito la vicenda di Bibbiano?

«Poco. Non mi ha preso emotivamente, anche se mi rendo conto... Ciò che mi colpisce è che questi fatti avvengano a Reggio Emilia, città di partigiani e comunisti, governata a lungo da Graziano Delrio. Allora è vero che i comunisti mangiano i bambini».

Definisca Linus.

«C’è qualcosa da dire?».

Barbara D’Urso.

«L’unica che abbia sottomesso la volontà per ottenere dei risultati. Ho massima ammirazione, ma vorrei vederla applicata su altre tematiche, oltre alla difesa delle donne e dei gay».

Maria De Filippi.

«La donna che avrei voluto essere. Mai visto un copione, mai avuto tanta libertà come con lei. Una gratificazione riuscire a farla ridere fino a scapicollare».

Regista cinematografico preferito?

«George Cukor. Donne è un capolavoro assoluto: un film con tutte le star di Hollywood che parlano di uomini per tutto il tempo senza che se ne veda uno. Ex equo con Luchino Visconti ed Ernst Lubitsch».

E il cinema italiano? Ferzan Ozpetek, Luca Guadagnino, Gianni Amelio...

«Non lo seguo molto. Per carità, con Ozpetek e Amelio ho anche lavorato. Chiamami col tuo nome mi è parso retorico al confronto con Il giardino dei Finzi Contini o Rocco e i suoi fratelli».

Letture preferite?

«Le biografie. Non avendo una vita interessante, leggo quelle altrui. Aprirò una libreria di sole biografie».

Che cosa le manca di più oggi e in prospettiva futura?

«Un faro. Rifaccio il nome di Pannella per il tipo di visione costante rende la vita soddisfacente. Non ha mai nascosto il suo essere omosessuale, ma non ne ha mai fatto strumento di lotta se non al servizio del cittadino, come dimostrano le battaglie per l’aborto, il divorzio e l’eutanasia».

Alla fine si è avvicinato alla Chiesa.

«Sì, doveva fare i conti con qualcuno. Con la sua coscienza, credo; più che con il Dio dalla barba bianca».

UN'ESTATE AL MAURO. Stella Dibenedetto per il sussidiario il 19 giugno 2019. Mauro Coruzzi è l’ospite con cui Pierluigi Diaco chiude la settimana di Io e Te. Amici da anni, quella tra Mauro Coruzzi e il conduttore della trasmissione di Raiuno è una chiacchierata che parte dalla nuova fase della vita di Mauro. “Ho raggiunto la quota 100 e quindi sono in età pensionabile. Sto cominciando a capire cosa fare di questa fase della mia vita” – spiega Coruzzi. Il racconto della vita di Mauro parte da lontano, da quell’infanzia trascorsa dormendo in una stalla. “Eravamo in condizioni di povertà non dico assoluta, ma quasi”, spiega Mauro Coruzzi che, tornando al suo futuro, ammette di non voler lavorare per sempre – “non voglio fare la fine di quelli che lavorano fino all’ultimo giorno. Mi piacerebbe aprire una libreria a Parma con un amico in cui trovare solo le biografie dei grandi personaggi. Leggo la vita degli altri perchè la mia non è abbastanza interessante”. Quando si parla di Mauro Coruzzi non si può non pensare a Platinette, il personaggio con cui ha conquistato il successo e partecipato a tantissime trasmissioni televisive, ma perchè è nata Platinette? “La mia volontà, anche con il travestimento, è quella di contestare perchè la contestazione dovrebbe e potrebbe essere una materia da insegnare a scuola. Non si accetta il pensiero dominante solo perchè tale, ma perchè si è elaborato personalmente e personalmente può darsi che io abbia un’opinione su qualcosa, ad esempio le unioni civili che io non farei mai nella vita. Ma non perchè la reputi una sconvenienza, ma perchè non credo a questo tipo di necessità data dai documenti e da tutto il resto” – spiega Mauro Coruzzi che poi aggiunge – “non mi piace la lamentela del mondo omosessuale quando continua a dire che è vessato, emarginato… Non è più così: la visibilità degli omosessuali non è mai stata così alta come in questo momento e, a volte, se posso, fin troppo. Una persona non vale perchè ha una tendenza sessuale piuttosto che un’altra, ma perchè è una persona”. Mauro, poi, dichiara il suo amore per Mina e, infine, si commuove sulle note de “I migliori anni” di Renato Zero.

Roberta Gerboni per Velevetgossip.it il 19 giugno 2019. Per alcuni sono state troppo forti le dichiarazioni di Platinette nei conformi degli omosessuali e delle unioni civili. Ecco cosa ha detto. Platinette ospite a Io e Te, confessione sulla vita privata. Mauro Coruzzi in arte Platinette è stato ospite di Pierluigi Diaco nella trasmissione Io e Te. Un’intervista in cui il noto volto della televisione italiana si è lasciato andare a confessioni inedite sulla vita privata, a partire dall’infanzia difficile: Ho raggiunto la quota 100 e quindi sono in età pensionabile. Sto cominciando a capire cosa fare di questa fase della mia vita. Eravamo in condizioni di povertà non dico assoluta, ma quasi. Ma Platinette cerca di guardare anche al futuro e alla vecchiaia, su cui sta ancora facendo dei progetti: Non voglio fare la fine di quelli che lavorano fino all’ultimo giorno. Mi piacerebbe aprire una libreria a Parma con un amico in cui trovare solo le biografie dei grandi personaggi. Leggo la vita degli altri perché la mia non è abbastanza interessante.

Le dichiarazioni “critiche” sulle condizioni omosessuali. Platinette rappresenta il personaggio con cui Mauro Coruzzi ha conquistato il successo e con la partecipazione televisiva a molti programmi. Sul suo personaggio ha affermato: La mia volontà, anche con il travestimento, è quella di contestare perchè la contestazione dovrebbe e potrebbe essere una materia da insegnare a scuola. Non si accetta il pensiero dominante solo perchè tale, ma perchè si è elaborato personalmente e personalmente può darsi che io abbia un’opinione su qualcosa, ad esempio le unioni civili che io non farei mai nella vita. Ma non perchè la reputi una sconvenienza, ma perchè non credo a questo tipo di necessità data dai documenti e da tutto il resto. Sul mondo degli omosessuali Platinette ha continuato a dedicare parte del suo tempo con queste affermazioni che probabilmente molti non hanno preso bene: Non mi piace la lamentela del mondo omosessuale quando continua a dire che è vessato, emarginato. Non è più così. La visibilità degli omosessuali non è mai stata così alta come in questo momento e, a volte, se posso, fin troppo. Una persona non vale perchè ha una tendenza sessuale piuttosto che un’altra, ma perchè è una persona.

Maurizio Caverzan per ''la Verità'' il 29 luglio 2019. Nella sede di Rtl 102.5 a Cologno monzese fervono i preparativi per il trasferimento a Villasimius in Sardegna, da dove l' emittente trasmetterà fino a fine agosto. «Io invece, mi trasferisco a casa mia a Parma», confida ironico Mauro Coruzzi, in arte Platinette. «Devo rimettermi in sesto per poter dare una mano a una persona cara che ha bisogno di me». Il tempo a disposizione non è molto, alle 17 incombe Password, il programma che conduce con Nicoletta De Ponti.

Dalla mise, l' intervista è a Mauro Coruzzi.

«Se per lei ha importanza è un conformismo anche questo».

Mauro sta chiedendo più spazio?

«No. Credo sia un work in progress, come direbbero quelli che parlano bene. Non amo seguire regole neanche nell' abbigliamento o altre che indicano qualche segretario di partito o a qualche televisivo.

Neanche a scuola le seguivo».

Coruzzi frequenta la radio e Platinette, più telegenica, la tv?

«No. Platinette è un riciclaggio di me stesso e di modelli altrui, da Mae West a Mina, splendida ragazza madre nell' Italia dei Sessanta. Cerco il difforme, non il conforme. Platinette è una travestita, ma se la trova certe notti nella bassa padana non la riconosce. Mauro è un ragazzo obeso, con una testa che lavora più del corpo e tanta voglia di migliorare il suo aspetto».

Tra i due c' è intesa?

«Una felice collaborazione, come quella che ci fu tra Mara Carfagna e Alessandra Mussolini quando fecero la legge contro l' omofobia. La dobbiamo a loro, non agli illuminati di sinistra, tipo Franco Grillini dell' Arci o Vladimir Luxuria, che ha approfittato dell' anno in Parlamento per rifarsi le tette. Personalmente ho speso un patrimonio in questa battaglia, solo la tessera radicale costava 600 euro. Ma c' era Marco Pannella».

Marco Pannella.

«Quando andò ad Arcore ebbi un orgasmo. Speravo nella fusione tra la sua creatività e lo spirito liberale di Berlusconi. Non trovo che il sistema delle cooperative abbia migliorato la convivenza civile. Purtroppo, l'avvicinamento tra i due non ha avuto seguito. E il mio spirito liberale e libertario è rimasto orfano pur avendo i genitori».

Ricominciamo da quelli veri.

«Contadini inurbati da Langhirano a Parma, sperando in un miglioramento. Mia madre era operaia in una fabbrica di conserve di pomodoro, mio padre muratore. Non conoscevano l' italiano, la sera guardavano Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi per imparare qualcosa».

Infanzia e adolescenza in povertà.

«Avevo intuito che la cosiddetta cultura, senza la k degli anni Settanta, poteva essere d' aiuto. Alle magistrali ero un inguaribile secchione che però partecipava alle occupazioni, al Movimento studentesco e tutto il resto. Studiavo perché mi piaceva, e mi piace tuttora».

Amici?

«Amori in classe, nella scuola, come tutti».

Non se omosessuali.

«Non solo omosessuali».

Figure importanti di quegli anni?

«Una professoressa d'italiano, tale Irma Traversa Coscia, donna fantastica, unghie curatissime e cervello fulminante. Le chiesi cosa potevo presentare di difforme alla maturità. Scegliemmo Alberto Moravia che avevo conosciuto attraverso Il conformista del parmense Bernardo Bertolucci. Non pago, aggiunsi L' uomo che si gioca il cielo a dadi, una canzone di Roberto Vecchioni».

Garzone di fruttivendolo, poi giornalista: cosa c' è in mezzo?

«Volevo dei soldi per i cavoli miei. Finii le medie facendo consegne della spesa per un verduraio, come i rider di oggi.

Guadagnavo 500 lire ogni sabato che spendevo in cinema pizza e Coca cola. Come regalo per la terza media, anziché il Ciao chiesi a mia madre, complice con il figlio frocio come da copione, di andare al concerto di Mina a Parma. Fu un' apparizione, era il 1968».

La sua svolta?

«L' inizio di una devozione. Poi il destino generoso me la fece incontrare ancora. Nel 1981 eravamo nel suo ufficio per fondare il Mina fan club quando lei arrivò, pelliccia fino a terra e maglione nero: "Io prendo un cappuccino scuro, voi?". Sparì, ma ci fece sapere che l' idea del fan club le piaceva. Noi ci esibivamo en travesti col nome di Le Pumitrozzole, crasi di puttane mignotte troie zoccole lesbiche. "Magari, d' ora in avanti quando mi chiamano mando voi", buttò lì».

Invece?

«La ritrovai a fine anni Ottanta quando lavoravo per Rock Caffè di Rai2 e mi suggerirono di provinare Benedetta Mazzini, sua secondogenita.

Arruolata, ma la madre sorvegliava, così ebbi l' occasione di frequentarla. Un' altra l'ho avuta per gli spot della Tim durante il Festival di Sanremo 2018».

Maurizio Costanzo dove l' ha scovata?

«Uscì un articoletto su Panorama sulla speaker di un piccolo network radiofonico di nome Platinette che faceva dell' esagerazione e dell' irriverenza la sua cifra. Mi fece chiamare per una serata del Costanzo show dedicata alle drag queen. Declinai. Ci riprovò per una puntata sulle patologie alimentari, argomento che conosco bene. Quando arrivò al Parioli e io ero seduto in platea prima del trucco chiese agli assistenti: "E quello chi è?". Non poteva riconoscermi, ma da quella sera c' innamorammo».

Qualche giorno fa ha scatenato un putiferio dicendo che gli omosessuali hanno troppo spazio.

«Trovo che la lamentela continua delle associazioni Lgbt abbia poca ragione d' essere. Non si fa un film o un talent o un reality show senza una travestita o due omosex che litigano. Un' overdose. Un nuovo conformismo. Cristiano Malgioglio io so che è un grande autore, ma non sono sicuro che il pubblico colga. Nel pomeriggio di Rai 1 Pierluigi Diaco conduce un programma sui buoni sentimenti, con la posta del cuore. Sembra di essere nel dopoguerra».

La sua è una critica di costume?

«Non solo. In Italia se non sei famiglia, compresa quella omosessuale, non sei niente. Non ce l' ho con chi si unisce civilmente, il rapporto codificato dalle leggi mi fa piacere. Ma così si uccide la singolarità, io sono famiglia di me stesso. Se esco con certi amici tradizionali o anche omosex mi annoio a morte. Parlano di figli, di carriere a Londra, portano una cena normale come prova di solidità del rapporto: "Era caldo, non sapevamo che fare, abbiamo tagliato un melone e cenato alle 8 di sera". Sì, e alle 8 e 10?».

Concorda con la sensazione che il Gay pride goda di stampa molto migliore di quella del Family day?

«Ammazza! Non c'è dubbio. Se dissenti sul Gay pride non hai cittadinanza. Eppure le conquiste sono state fatte, ci si può un po' prendere in giro. Volevo affittare una decapottabile per sfilare come Lana Turner. Mi hanno detto di no perché l' auto inquina. Capisce? Ho ripiegato su un risciò, che è costato quasi più della decapottabile».

Si impegnerebbe senza se e senza ma sui matrimoni gay? Da uno a dieci...

«Quattro. Come i figli di Lorella Cuccarini».

Sulla stepchild adoption.

«Zero, senza incertezze. Tiziano Ferro se ne faccia una ragione».

Sull' utero in affitto?

«Sottozero. È una forma orribile di sfruttamento delle donne. Ti presto il mio forno per cuocere le tigelle e poi le mangi tu. Dopo l' approvazione della legge Codice rosso per la violenza sulle donne voluta da Giulia Bongiorno non ho visto né sentito esultare le organizzazioni Lgbt: solo perché Bongiorno appartiene a uno schieramento diverso?».

Sul Me too?

«Uno. Guarda caso, si salvano tutti. Fausto Brizzi è tornato, persino Cristiano Ronaldo non sarà processato. Si vogliono moralizzare anche le donne che sono felici di concedersi per trarne un vantaggio. Perché le nostre attrici, bravissime per carità, erano tutte sposate a produttori cinematografici?».

Sulla triptorelina, il farmaco che rallenta la pubertà per chi avverte disforia di genere.

«Zero anche qui. Ci fosse un ormone che ci permettesse di stare in bilico tutta la vita, quello servirebbe».

Nemmeno le unioni civili la convincono?

«Non mi convince il matrimonio come mutuo soccorso.

L' assistenza, la successione, la reversibilità erano possibili anche prima, bastava andare dal notaio con 100 euro. Non m' interessano la metà del cielo e quelle cose lì. Anche Maria di Nazareth era sola. Nasciamo singolarmente, ma non si fa mai una legge per l' individuo».

Ha seguito la vicenda di Bibbiano?

«Poco. Non mi ha preso emotivamente, anche se mi rendo conto... Ciò che mi colpisce è che questi fatti avvengano a Reggio Emilia, città di partigiani e comunisti, governata a lungo da Graziano Delrio. Allora è vero che i comunisti mangiano i bambini».

Definisca Linus.

«C' è qualcosa da dire?».

Barbara D' Urso.

«L' unica che abbia sottomesso la volontà per ottenere dei risultati. Ho massima ammirazione, ma vorrei vederla applicata su altre tematiche, oltre alla difesa delle donne e dei gay».

Maria De Filippi.

«La donna che avrei voluto essere. Mai visto un copione, mai avuto tanta libertà come con lei. Una gratificazione riuscire a farla ridere fino a scapicollare».

Regista cinematografico preferito?

«George Cukor. Donne è un capolavoro assoluto: un film con tutte le star di Hollywood che parlano di uomini per tutto il tempo senza che se ne veda uno. Ex aequo con Luchino Visconti ed Ernst Lubitsch».

E il cinema italiano? Ferzan Ozpetek, Luca Guadagnino, Gianni Amelio...

«Non lo seguo molto. Per carità, con Ozpetek e Amelio ho anche lavorato. Chiamami col tuo nome mi è parso retorico al confronto con Il giardino dei Finzi Contini o Rocco e i suoi fratelli».

Letture preferite?

«Le biografie. Non avendo una vita interessante, leggo quelle altrui. Aprirò una libreria di sole biografie».

Che cosa le manca di più oggi e in prospettiva futura?

«Un faro. Rifaccio il nome di Pannella per il tipo di visione costante rende la vita soddisfacente. Non ha mai nascosto il suo essere omosessuale, ma non ne ha mai fatto strumento di lotta se non al servizio del cittadino, come dimostrano le battaglie per l' aborto, il divorzio e l' eutanasia».

Alla fine si è avvicinato alla Chiesa.

«Sì, doveva fare i conti con qualcuno. Con la sua coscienza, credo; più che con il Dio dalla barba bianca».

·         Guillermo Mariotto: “una gran mignotta”.

GUILLERMO MARIOTTO: “SONO STATO UNA GRAN MIGNOTTA. Alessio Poeta per Gay.It il 4 maggio 2019. Faccia da bravo ragazzo, sorriso malizioso, look da santone, sangue metà venezuelano, metà veneziano e una passione sfrenata per la libertà. «A 53 anni ho finalmente raggiunto un equilibrio dei sensi» racconta a Gay.It, tra il serio e il faceto, Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni e giurato del fortunato programma di Raiuno Ballando con le Stelle. «Oggi so perfettamente cosa voglio, ma anche cosa non mi fa stare bene, e questo mi rende sereno e felice con me stesso.»

Quindi non se ne sta solo soletto, perché in passato, per sua stessa ammissione, è stato un gran puttaniere?

«(ride, ndr) Oramai potrei vivere di ricordi. Scherzi a parte, da quando mi relaziono con lo Spirito Santo, non ho più bisogno di nulla. Sono il primo a rimanere sbigottito da questo mio periodo lontano da passioni conturbanti, ma sono seriamente appagato da altro. Alla mia tenera età ho capito che il sesso ruba tempo, spazio ed energie. Era diventato una vera e propria droga: finito l’effetto, dovevo procacciarmelo di nuovo».

Non le manca?

«No, perché l’evoluzione personale non può passare solo da una scopata fine a se stessa. Finito il momento di piacere cosa rimane? Nulla!»

Questa svolta spirituale quando è arrivata, Mariotto?

«C’è sempre stata, ma va e viene. Solo ora ho capito che attraverso il sacrificio raggiungo la serenità. Lo so, è un intreccio strano, ma bisogna saper leggere tra le righe per capirlo. Una volta credevo che il sacrificio fosse una grandissima rottura di palle, mentre oggi non potrei più farne a meno».

Mi dica cosa la rende felice.

«L’assistenza agli altri. Sono diventato un Camilliano Laico. Assisto i malati, non dal punto di vista pratico e medico, ma da quello spirituale. All’Ospedale Sant’Andrea di Roma ho incontrato Sofia:  una bambina speciale con diversi problemi alla schiena. Lei è una fan di Ballando con le Stelle e quando mi vede è così felice che piange. Chi altro potrà mai darmi gioia più grande?»

Nessuno.

«Appunto, nemmeno un uomo o una donna».

Lei, per amor di battuta, è più da bosco o da riviera?

«Mi disturbano tutte le etichette, ma sono gay. Non ho mai avuto segreti, né tantomeno tabù».

Che infanzia ha avuto?

«Un’infanzia strana. Un ricordo? La mia stanza da letto. Stanza dove mi rinchiudevo per paura di essere scoperto, visto che in Venezuela c’era una corrente a dir poco machista. Era una paura infondata la mia. Al contrario di molti, non ero femminile e non sono mai stato attratto da trucchi, tacchi a spillo e parrucche, e le dirò di più: mi sentivo piuttosto strano perché immaginavo che i gay fossero solo quello. Ad illuminarmi, involontariamente, fu mio padre quando portò a casa una rivista dove in copertina c’erano due uomini, molto maschili, che si baciavano. Li capii che non ero così strano».

L’adolescenza?

«A soli 16 anni andai via da Caracas per raggiungere San Francisco: capitale, allora, del divertimento e, soprattutto della libertà. Parliamo della fine degli anni ’70. Un periodo storico fatto di macho man e Village People. Pensi che ebbi anche una tresca con il cowboy del gruppo. Anni d’oro. Non c’era nemmeno l’AIDS».

L’ha conosciuto da vicino?

«Non personalmente, per fortuna, ma ho perso tantissimi amici. Sia lì, che in Italia».

La sua famiglia, allora?

«Non ha mai saputo nulla. Sono fuggito presto. Ero un bambino sveglio e precoce, tanto che a 16 anni avevo già fatto la maturità. Moltissimi anni dopo, mia madre, dal nulla, mi disse: “Hai fatto sempre le scelte giuste”. Una medaglia d’oro sul mio petto».

Il suo più grande amore qual è stato?

«Non faccio nomi e cognomi. Quando si tratta di me, sono un libro aperto, quando si tratta degli altri, ho rispetto.

E io che pensavo mi rispondesse: la moda.

«Ah, allora scriva pure lo Spirito Santo. Sarò stato pure una gran mignotta, bonariamente parlando, ma guai a toccarmi la fede».

Nella sua ultima collezione è pieno di serpenti. Un simbolo più profano, che sacro..

«Sbaglia! Il serpente è il simbolo dell’eternità. Dell’infinito. Banalmente viene visto come un animale cattivo, ma esotericamente è molto importante».

Come è arrivato in Italia?

«Studiavo disegno industriale e per fare un dispetto ad un fidanzato di allora, accettai uno stage a Roma. Più che un viaggio mi sembrò un salto nel tempo. In Italia sembrava di essere nel Medioevo, ma l’arte mi conquistò talmente tanto che, da allora, non me ne sono più andato».

A breve, in Italia, ripartirà l’Onda Pride. Scenderà in piazza per manifestare per i diritti lgbt?

«Non scenderò in piazza perché io manifesto tutti i giorni: sia in Tv, che in società. E sa come lo faccio? Apparendo per quello che sono. Dimostrando la mia professionalità e il mio cuore, e facendo capire ai più che non c’è nessuna differenza tra me e un eterosessuale. Tra poco riceverò la ‘Stella d’Italia’, un’onorificenza molto importante che confermerà il percorso della mia vita, e questa sarà una grande vittoria per me, ma anche per tutta la comunità lgbt».

Sì, ma non tergiversi. Il Gay Pride, come manifestazione, le piace?

«Non mi dispiace, ma ho un concetto di manifestazione tutto mio. Non giudico chi lo fa, chi ci va, chi ci crede e chi pensa che sia producente».

Cerchiobbottista.

«Nonostante il mio ruolo a Ballando con le Stelle, nella vita di tutti i giorni non giudico nessuno. I gay, se posso fare un appunto, come tanti altri gruppi, commettono un solo errore: la ghettizzazione. E la ghettizzazione genera distacco, separazione, e io, piuttosto che allontanare, preferisco unire».

L’idea di unirsi civilmente le è mai passata per la testa?

«Non sia mai! Ho a che fare tutti i giorni con le nevrosi delle spose e delle loro famiglie, che non mi sposerei per nulla al mondo. Lo farei solo in quanto ammortizzatore sociale, ma per il resto: no, grazie».

E quella di diventare padre?

«La verità? No! Ho già fatto da padre ai miei fratelli più piccoli e quell’esperienza mi è bastata. Vengo da una famiglia di donne diventate madri, tutte, molto giovani. Le dico solo che la mia bisnonna era già nonna a 29 anni, e rimasi traumatizzato dal vederla distrutta quando morì mia nonna. Tra una lacrima e l’altra, sulla bara, urlava: “la mia bambina”. Rientrato a casa da quel funerale promisi a me stesso che non avrei mai provato quel dolore».

Crede che due persone dello stesso sesso possano essere bravi genitori?

«Sì. All’estero ne ho visti tanti di bambini, felici e sereni, nati da coppie omosessuali. La sessualità dei genitori, con l’educazione e l’amore, c’entra ben poco».

Andiamo al sodo: lei, con il mondo gay, non è che vada proprio a braccetto. Lo scorso anno, a Ballando con le Stelle, con la coppia Ciacci-Todaro ci andò giù pesante.

«Cazzate. È televisione! Ivan Zazzaroni crollò, per i tanti attacchi esterni, e io fui costretto, per amor dello spettacolo, ad accendere gli animi. Niente di scritto, né tantomeno richiesto da qualcuno, ma non se ne poteva più. Canino si alzava in piedi, la Lucarelli saltava il turno perché icona gay e la Smith giudicava solo il ballo».

Lei è dal 2005 che fa il giurato nel programma di Milly Carlucci. Dica la verità: non si è stufato?

«No, assolutamente. Io lì mi diverto tantissimo e poi a Ballando ho la possibilità di esercitare la mia naturale propensione alla critica. Accettai di partecipare, ben 14 anni fa, perché dovevano essere quattro puntate e invece, come canta qualcuno: “Siamo ancora qua!”. Quando Milly Carlucci mi cercò per la primissima edizione non avevo capito niente, tanto che mi presentai al colloquio con le stampelle, perché mi sarebbe dispiaciuto dirle di no. Invece, lei, mi cercava per fare il giurato. Lanciai le stampelle e le dissi: “Sono pronto.”»

Chi vincerà questa edizione, Mariotto?

«Mi creda: non ne ho idea. Il pubblico, così come la giuria, è sempre imprevedibile».

Nel programma, lei, è notoriamente spietato, ma quando Milly la guarda, lei si placa.

«Trova? Tra noi c’è molta complicità. Il volume dei pensieri lo decidiamo con uno sguardo. È una professionista e conosce perfettamente l’animo del suo pubblico. Ad ogni modo, io non sono spietato, più semplicemente non sono buonista».

Ballando, quest’anno, sta andando benissimo. Merito di un cast interessante o di una concorrenza affannata?

«Mai come quest’anno c’è una spiritualità interessante nel nostro studio che, a quanto pare, arriva e funziona. I miei colleghi non credo se ne siano nemmeno accorti, ma il fatto che andiamo molto d’accordo la dice lunga».

Non andavate d’accordo?

«Poco e niente, quest’anno, invece, c’è una piacevole armonia. Oggi provo uno strano affetto per tutti loro».

Nessuna rivalità, quindi, con Fabio Canino?

«Scherza? Lui è un democristiano doc, io no!»

Gli altri?

«Quest’anno sono arrivato a supportare le idee della Smith, a condividere l’ironia da bar sport di Zazzaroni e ad apprezzare il coraggio di Selvaggia. Un coraggio a dir poco commovente.

Di tutti i giurati che ha avuto vicino, chi ricorda con minor piacere?

«Con minor piacere, nessuno. Ricordo con piacere Lamberto Sposini, lui il giorno, io la notte, e Amanda Lear. Fu proprio lei ad insegnarmi a stare in tv. Mi disse: “Per andare bene in tv bisogna guardare sempre dalla parte opposta.” E aveva ragione».

·         Malgioglio intervista Cristiano.

MALGIOGLIO INTERVISTA CRISTIANO. Da Il Fatto Quotidiano il 28 maggio 2019. Divertissement di primavera: Cristiano Malgioglio intervista se stesso perché, dice, “ho fatto centinaia di interviste in vita mia, quello che mi manca è averne una dove mi fanno domande che non mi hanno mai fatto”. Cristiano è appena arrivato, trafelato e felice come una cinciallegra, da Istanbul, con una borsa piena di libri che mi fa vedere. Di questi, due mi colpiscono molto: Donne che amano troppo e Incesto di Anaïs Nin. La sua casa è tutta bianca come il latte d’asina, con qualche coloratissimo quadro che Cristiano si fa dipingere da un pittore di Cuba, dove lui è di casa, e dove è considerato una vera e propria star esotica, come Carmen Miranda. Mi fa accomodare in cucina, non in salotto, “perché”, mi dice, “la signora non c’è e non voglio mettere tutto a soqquadro. Vieni che mi preparo qualcosa da mangiare”. Dal frigo escono due fette di fesa di tacchino. Lui le mette su un piatto, aggiunge olio e limone, origano e curcuma. Mi chiede se ne voglio un po’, e io: “No, grazie, sono allergico”. Mentre spilucca, mi parla di Istanbul che ama moltissimo. Non appena può raggiunge i tanti amici che ha là, per immergersi nell’esplosione di colori e nei profumi delle spezie, che stordiscono e fanno innamorare. Mi racconta che adora andare ai mercatini dove ci sono sempre tanti italiani che gli fanno le feste, e non solo loro. Poi mi guarda negli occhi e mi chiede: “Che cosa vuoi che ti racconti?”.

Malgioglio: Qual è la domanda che non ti hanno mai fatto?

Cristiano: Sei felice?

M:Sei felice?

C:Sono un uomo soddisfatto della vita. Mi amo molto, mi curo molto, mi piaccio molto, ma mi preferisco al mattino appena sveglio, quando mi guardo allo specchio. Mi vedo bello anche senza fondotinta, senza cipria e senza ombretto sugli occhi. Trovo che la mia pelle sia molto burrosa, come quella di Monica Bellucci o Sharon Stone.

M:In questo momento sta avendo grande successo la tua Dolceamaro, featuring Barbara d’Urso, ballatissima nelle discoteche, e tuo terzo successo discografico consecutivo dopo Mi sono innamorato di tuo marito e Danzando danzando. Che effetto ti fa essere sempre sulla cresta dell’onda?

C:Nella musica vincono sempre le idee; il mondo musicale non è fatto soltanto di rapper. Ci vogliono anche le canzoni spensierate, con i ritornelli facili facili. Non dobbiamo avere paura di sfigurare tra i giovani. Noi spesso abbiamo più forza, più carattere, più esperienza.

M:(Mentre stiamo parlando, squilla il telefono, Cristiano guarda il numero e butta giù). Come mai hai buttato giù?

C:Non ho voglia di parlarne. Degli amori deve rimanere il numero di telefono e basta; è inutile bloccare, perché chiunque può entrare nel tuo Instagram da un altro numero di telefono.

M:In questo periodo sei impegnato al Grande Fratello, e si fa un gran parlare dei tuoi abiti, sempre originali, eccentrici, unici. Chi è lo stilista?

C:Un giovane stilista giapponese mio grande ammiratore. Non ha mai fatto una sfilata, è alle prime armi, ma secondo me farà molta strada.

M:Il vestito più bello?

C:Sono tutti straordinari. Il più bello sarà quello dell’ultima puntata.

M:Tu che hai lavorato con tante persone, ci confidi com’è Barbara d’Urso dietro le quinte?

C:Con Barbara basta uno sguardo e ci capiamo al volo. È una grandissima professionista, ma è anche calda, coinvolgente, empatica. Trovo che sia una delle migliori in circolazione.

M:Ti piace questo Grande Fratello?

C:Ci sono tanti colpi di scena. Alcune persone non le avrei fatte entrare. Altre sono straordinarie.

M:Fai il tifo per qualcuno?

C:Per due concorrenti, ma non posso fare i nomi, però posso dire che sono i più educati: un ragazzo e una ragazza.

M:La tua litigata con Francesca De Andrè è diventata virale.

C:Non ho niente da aggiungere, è meglio chiudere qui il discorso.

M:Guardi tanta televisione?

C:Poca: Striscia la notizia, Le Iene, i programmi di Alberto Angela e quelli di Costanzo.

M:Fra le giovani chi ti piace?

C:Silvia Toffanin, perché è elegante, ti lascia parlare ed è molto generosa, e Francesca Fialdini, professionale e rilassata.

M:Quali sono i cantanti della tua vita?

C:Tony Bennett in assoluto, e poi Diana Ross. Fra le giovani, Lady Gaga e Beyoncé, anche se più di tutti amo Riccardo Cocciante, perché lo trovo molto intenso.

M:Perché ti piace Dusty Springfield?

C:Con la sua voce qualcuno è riuscito a farmi innamorare. Era un marinaio americano dell’Oklahoma con cui ho avuto una storia. Ci siamo conosciuti a Genova, dov’era arrivato con la sua nave. Era un grande ammiratore di Dusty Springfield e me l’ha fatta amare molto. Con lui ho imparato a baciare, perché prima baciavo con la bocca chiusa. Quando poi si è sposato, ha voluto chiamare suo figlio Cristiano junior.

M:Perché Boy George ti chiama “l’Anna Magnani della canzone”?

C:Lo dovresti chiedere a lui. Magari mi chiama così perché il mio cognome per lui forse è difficile da pronunciare.

M:Dato che sei sempre sintonizzato su Al Jazeera, hai imparato l’arabo?

C:So dire soltanto “Ti amo”, “Habibi”. Quando non capisco qualcosa, chiedo alla mia signora, che è egiziana, e lei mi spiega.

M:Hai un portafortuna?

C:Una scarpa rossa con tacco 16. Me la porto ovunque, e quando mi fermano alla dogana e mi aprono la valigia per i controlli mi guardano, si mettono a ridere e mi chiedono: “Dov’è l’altra?”. Una volta me l’hanno sequestrata. Per fortuna a casa ho sempre quella di ricambio.

M:Quali sono i tuoi progetti?

C:Nessuno, ho esaurito i miei sogni. Anzi, forse ne ho ancora qualcuno, ma non te lo dirò, come non ti dirò dove ho tatuato qualcosa di molto speciale sul mio corpo.

Valerio Palmieri per “Chi” il 29 ottobre 2019. Ho provato a fare la sua camminata sexy, quella che fa girare gli uomini, perché volevo sentirmi lei, volevo essere Monica Bellucci in Malena». Siamo sul set del nuovo video di Cristiano Malgioglio, in Sicilia, a Marina di Modica, nei luoghi dove Giuseppe Tornatore ha girato Malena. «Ho pregato un amico comune di chiedere a Monica (Bellucci, ndr) se poteva fare una piccola apparizione, ma lei ha risposto: “Come faccio a tornare indietro di 20 anni? Però Malgioglio è un genio se ha il coraggio di fare questa cosa”. E io certo che ce l’ho il coraggio, se Madonna si è vestita come Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde, allora anche Cristiano Malgioglio può vestirsi come Monica Bellucci». Cristiano Malgioglio è un personaggio più complesso di quanto non si pensi, uno che tiene lontana la malinconia con i suoi lampi creativi e che “addolcisce” i suoi racconti con un candore che esclude ogni forma di malizia. «Quello che dico è tutto vero, come fate a dubitare? Vivo nel mondo dello spettacolo da più di 40 anni, ho lavorato con i più grandi, e adoro viaggiare, e viaggiare è un modo per fare incontri interessanti».

Domanda. Non ci ha ancora detto come si intitola la canzone del video.

Risposta. «Sono indeciso fra Poquito poquito e Notte perfetta, lei cosa dice? Perché è un brano in italiano, spagnolo e inglese, è un brano che parte da Cuba, da questo autore famosissimo che ha scritto la musica perché è un mio grande fan e io ci ho messo le parole».

D. Come mai è tornato a cantare?

R. «È stato il mio grande tormento perché ascoltavo canzoni brutte e voci orrende che riuscivano a entrare nelle radio e uno come me, invece, veniva considerato vecchio dai discografici che preferivano sfruttare i ragazzi dei talent. Qualche anno fa sono andato da Lorenzo Suraci (patron di Rtl 102.5 e dell’etichetta discografica Baraonda, ndr) e gli ho fatto sentire Mi sono innamorato di tuo marito. Da lì è ricominciato tutto, per questo lo devo ringraziare».

D. In questo video vorrebbe essere Monica Bellucci, ma per quale donna, ipoteticamente, farebbe una follia?

R. «La follia la farei per Jennifer Lopez, ho anche tatuato il suo nome sulla gamba (ci mostra il tatuaggio con la firma di J.Lo, ndr). Ma trovo la Bellucci sensualissima, una vera diva. Una volta ho intervistato Jennifer Aniston e Toni Collette che, parlando di attrici italiane, mi hanno detto: “La Bellucci? Sì, è bella”. “Certo”, ho pensato, “rispetto a voi è una dea!”. E comunque ho sognato che vincerà un Oscar».

D. E fra gli uomini, per chi farebbe una follia?

R. «Per Channing Tatum, l’uomo più bello del mondo, per lui potrei essere la sua serva, la sua schiava, la sua badante, quando lo vedo mi fa ribollire il sangue, questo è l’uomo che avrei voluto un giorno trovare nella mia vita».

D. È vero che ha un amore in Turchia? Proprio in questo momento?

R. «Si prendono sbandate continue (ride, ndr), lo vedo quando vado a Istanbul, ma non è una storia da matrimonio. L’ho conosciuto in Germania, sa come è successo? Ero in un negozio di scarpe, ho notato un ragazzo che mi guardava e, allora, gli ho chiesto l’indicazione di una moschea. Mi ha voluto accompagnare personalmente».

D. Lei è come Raffaella Carrà, ha lanciato dei look, chi l’ha copiata?

R. «Fin da ragazzo sono sempre stato avanti di 20 anni, oggi mi dicono, perché non sono io a dirlo, che le mie vestaglie hanno ispirato Jovanotti e anche Ghali. Su Ghali posso dire che ha avuto una bella idea a copiare l’inizio di Mi sono innamorato di tuo marito in una sua canzone, mi fa piacere».

D. Una star che le ha fatto piacere conoscere?

R. «Cher, la conobbi grazie a un’amica comune, Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz. Una volta l’ho intervistata per Isoradio e, quando è venuta in Italia a Domenica in, davanti alla stampa di tutto il mondo, la prima cosa che Cher ha detto è stata: “Where is Cristiano?”».

D. Per due volte nella sua vita è stato sfiorato dalla depressione, come ha fatto a uscirne?

R. «Senza medicine, ma con la musica. Sono una persona allegra e spensierata, non potevo essere colpito dalla depressione. Se sono triste mi metto un paio di scarpe con il tacco, indosso una vestaglia, metto su una canzone di Celia Cruz e incomincio a ballare da solo».

D. Ha paura del tempo che passa?

R. «Non ho tempo di pensarci, più invecchio e più divento bello, quando sono in crisi prendo e vado all’estero. L’unica seccatura è quando compio gli anni e tutti mi fanno gli auguri perché io non ricordo mai le date degli altri, ma ringrazio sempre Dio per avermi dato un anno di più».

D. Il suo look è anche una maschera?

R. «No, è che io non sono come gli altri che devono fingere una normalità che non gli appartiene, io sono così sempre».

D. Iva Zanicchi, proprio su “Chi”, la accusa affettuosamente di ringraziare sempre Mina ma di non ringraziare mai lei, che ha cantato 100 brani suoi.

R. «Dica anche 150, ma la differenza è che per Mina ho scritto L’importante è finire e Mina l’ha cantata sempre, mentre per Iva ho scritto Ciao cara come stai? con cui ha vinto Sanremo, ma lei non l’ha mai cantata, forse perché le sembrava un titolo lesbo, invece in Sudamerica ha avuto un grandissimo successo».

D. Si sente ancora con Mina?

R. «L’ultimo brano che ho scritto per lei è di qualche anno fa, Carne viva, ma poi ha preferito rivolgersi ad altri autori. Ma poi scusi, devo stare qui a fare pubblicità a Mina?».

D. È vero che ha scritto un brano per Al Bano e Romina, per il loro ritorno a Sanremo?

R. «Ho scritto questa canzone, esiste, è vero, ed è per loro, pensi che bello se 30 anni dopo Felicità tornassero insieme a cantare una mia canzone, sarebbe straordinario».

D. I maligni dicono che la canzone inizialmente fosse per Mina.

R. «No, assolutamente, è una canzone a due voci. Però è vero che, quando presentavo una mia canzone alla Vanoni o alla Zanicchi, mi dicevano: “Cos’è, uno scarto di Mina?”. E alcune volte lo era veramente (ride, ndr)».

D. Gioco della torre: chi butterebbe giù fra Chiambretti e la D’Urso?

R. «Nessuno, Piero mi ha cambiato pelle e mi ha fatto fare cose che avevo sempre sognato di fare, ha costruito su di me performance che nessuno avrebbe fatto, per lui farei anche la ballerina di lap dance. Barbara è una donna straordinaria, che sa sempre ottenere il massimo dalle persone, ha grande istinto, e poi ama giocare ed essere autoironica: la nostra versione di Dolceamaro è stato il vero tormentone dell’estate».

D. Fra Mina e Iva Zanicchi?

R. «La Zanicchi perché, se sotto c’è il mare, lei sa nuotare».

D. Fra Mara Venier e Simona Ventura?

R. «Piuttosto mi butto io! Amo molto Mara e devo il mio rientro in tv a Simona Ventura, le terrei vicino a me a vedere l’orizzonte. E poi le dirò altre due donne che amo molto: Silvia Toffanin e Paola Perego, che hanno una grazia unica e ti fanno sentire il loro affetto anche nei pochi momenti di un’intervista. Così come mi piacerebbe lavorare un giorno con Maria De Filippi, è l’unica delle grandi con cui non ho mai lavorato».

D. Insomma, da questa torre non butta proprio nessuno.

R. «Butterei tutti i discografici che mi vedevano solo come autore e che mi hanno girato le spalle . Ma non sto male per quello, come vede il tempo cambia le cose: mi sento un personaggio all'avanguardia e, soprattutto, molti di quelli che prima non mi volevano adesso mi vogliono. E non sono cambiato io".

·         Comanda Vladimir Luxuria.

"IL BACIO CON ASIA ARGENTO? SUI SOCIAL SI E' SCATENATO L'INFERNO…” Da I Lunatici Radio2 il 12 giugno 2019. Vladimir Luxuria è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino. Luxuria ha parlato del pride che si è svolto a Roma sabato e delle differenze di clima e contenuti rispetto al primo che si svolse venticinque anni fa: "Rispetto al primo pride del 94 cosa è cambiato? Non c'erano i carri, non c'era la musica, non c'erano i testimonial, perché i personaggi famosi si facevano un sacco di paranoie a mischiare la propria immagine con le battaglie dei diritti civili per gli omosessuali. Nel 94 andai in un ristorante a prendere Ricky Tognazzi e Simona Izzo, stavano mangiando all'aperto, li vidi, mi avvicinai e gli chiesi, visto che ci mancava un personaggio famoso, se avessero voluto fare un discorso. Loro furono favolosi, si alzarono dal tavolo, ci raggiunsero sul palco e fecero un discorso bellissimo. Oggi è diverso, c'è l'onda pride, i pride si svolgono anche in provincia e coinvolgono centinaia di migliaia di persone. E' diminuito l'aspetto più provocatorio, legato all'esibizionismo corporeo o ai cartelli che attaccavano la Chiesa. Oggi partecipano famiglie, amici, colleghi, ci sono tanti bambini". Luxuria, poi, ha commentato le dichiarazioni di Imma Battaglia, che ha detto che al Governo ci sono diversi omosessuali ipocriti: "Questa è una questione vecchia, antica. Represso è il gay che non lo ammette a sé stesso, e quindi non fa neanche sesso. Queste sono persone che di giorno parlano della famiglia, in Parlamento gridano al padre e alla madre, poi di notte calano le braghe. Non soltanto metaforicamente. Ci sono eccome. Rivestono ruoli di potere, hanno fatto della propria ipocrisia un mezzo per incassare popolarità e potere". Sul bacio con Asia Argento: "Avevamo avuto un aspro contro sulla questione legata al #metoo. Sia per malintesi sia perché entrambe abbiamo un carattere molto forte. Io ho fatto un passo indietro, ho chiesto scusa, ci eravamo già incontrate, avevamo già fatto pace. Io ero su un carro del pride, avevo appena tenuto un discorso, raccontavamo la storia di due ragazze aggredite a Londra su un autobus. Ci siamo date questo bacio contro la violenza, per dimostrare che un bacio non deve far paura a nessuno, che bisogna scandalizzarsi per la violenza, non per un bacio. Un bacio non ha mai fatto male a nessuno. Si è scatenato un inferno sui social per questo bacio, ma sti cazzi! Un uomo non lo posso baciare perché sennò...una donna non la posso baciare perché sennò...ma veramente qui se uno deve stare a pensare alla reazione dei social non può più uscire di casa. Quel gesto aveva un valore simbolico e politico contro chi vede ancora in un bacio un atto di esibizionismo e trasgressione. E poi volevamo far vedere a tutti che io e Asia sul terreno della violenza di genere stiamo dalla stessa parte".

Azzura Della Penna per “Chi” il 25 luglio 2019. Vladimir Luxuria in bikini, qualcosa di nuovo sotto il sole. «Sì, è la prima volta. Un fotografo mi ha proposto di fare delle foto al mare e io mi sono guardata allo specchio e ho detto, “Oh, ho 54 anni e guarda qua!”. Credo di dover essere orgogliosa di quello che sono. E di quello che sono diventata».  

Domanda. Guardandosi indietro che cosa vede?

Risposta. «Vedo un lungo cammino: c’è stato un periodo nell’adolescenza in cui non mi riconoscevo, non mi sono mai riconosciuta nel mio corpo biologico, l’ora di educazione fisica era un tormento, quando mi facevo la doccia, cercavo di non guardarmi, quel che vedevo non ero io».

D. Più che sofferenza, quando si pensa a una persona che ha fatto la sua scelta, si pensa alla trasgressione.

R. «Ma transessuale non vuol dire macchina sessuale. È chiaro, poi, che vista dall’esterno la mia dimensione - almeno una volta - era, come dire, relegata al mondo della notte: non c’era una normalità affettiva o professionale. Io sono stata legata alla notte anche come direttrice di locali, ho bevuto la notte, dissetandomi di quella penombra che mi consentiva di essere un po’ più libera, la notte senti di meno quegli sguardi inquisitori, di chi si chiede: “Ma è maschio o è femmina?”».

D. Dal bikini al nudo: il primo amore?

R. «Ancora la cicatrice mi tira un po’, lui al chiuso mi faceva sentire una regina, ma guai a uscire dall’abitacolo di un’auto o dalla camera di un albergo, ma neanche così di lusso. E quando ha capito che cominciava a coinvolgersi, non solo ha troncato, ma mi ha detto che se l’avessi incontrato per strada avrei dovuto fare finta di non conoscerlo perché lui così avrebbe fatto».

D. Come si è sentita?

R. «Colpevole, criminale, sbagliata, non meritavo amore. E a quel punto le notti sono diventate turbinose, di grande stordimento. Pensavo: “Se voi volete da me la notte e la trasgressione e poi mi guardate con disprezzo, allora mi pagate”. Ho vissuto un periodo, per fortuna breve, in cui avevo un giro di persone che mi pagava. E c’era anche uno molto ricco, con cui ho avuto proprio una relazione, un industriale del Nord...».

D. Lei, però, non si è mai vista, comunque, sulle pagine dei giornali con qualcuno, un fidanzato...

R. «Sull’aspetto affettivo sono riservata. E onesta. Ma io avevo uno che chiamavo “il recitativo” - ha fatto anche carriera in tv, e mi fa piacere - ma lui mi voleva frequentare per questo motivo qui».

D. E lei?

R. «Gli ho detto: “Alla larga”».

D. Ma che borghese.

R. «Ma io sono molto tradizionalista. Una volta ho visto sul display del cellulare di uno che mi corteggiava la foto della fidanzata e mi è passata tutta la poesia».

D. Ma lei, scusi, non ha appena chiuso una storia con un bel tecnico di Mediaset?

R. «Ma no. Ogni tanto ci sono delle persone che io ringrazio perché si prendono a cuore la mia situazione, ma non c’è nessun tecnico, ma neanche della Rai e neanche di La7».

D. Vabbè, nell’attesa che arrivi l’amore...

R. «Che è la vera trasgressione e la vera rivoluzione».

D. Sì, ok, nell’attesa che si fa, lei che fa? Niente?

R. «Ma no, non c’è mica il fermo biologico, ho le mie esigenze di “cinquantinager”, io. Ho amici... Che poi io sono ancora dell’idea di fare l’amore così, senza troppi fronzoli, invece, incontro spesso persone che per questioni di fantasia alla fine devo allontanare».

D. Scusi, non è chiaro...

R. «Guardi, con il “recitativo” prima dovevo fare la maestrina e lui lo studente, poi l’infermiera e lui il paziente. E dovevo trovare vestiti e scenografie, mica una cosa semplice. Anche costosa. Poi ho avuto pure il sadomaso, e fin quando voleva fare lo schiavo e voleva lavarmi i panni e i piatti... Ma pure quello era impegnativo».

D. Ma se le sistemava pure casa!

R. «Sì, ma dovevo fare delle cene sontuose così lui arrivava il giorno dopo, si metteva tutto nudo, indossava solo il grembiule e puliva. Io poi dovevo rientrare, ispezionare tutto e, se trovavo un po’ di polvere, voleva che lo sculacciassi, sempre rimproverandolo. All’inizio mi divertivo, ma alla lunga era un’impresa ogni volta, e non di pulizie».

D. Ma lei lo sa che le cose hot le ammazza?

R. «È che più che hot, io sono scottata. Del resto siamo tutti un po’ scottati, lei non trova?». Torniamo al bikini e lasciamo stare i segni... Del costume.

Le Iene, Vladimir Luxuria sconvolge l'Italia: "Ecco le mie dimensioni". Sì, proprio quello, scrive il 17 Aprile 2019 Libero Quotidiano. Appuntamento al buio per Vladimir Luxuria, ad organizzarlo Le Iene nella rubrica "Tinder Sopresa" di Mary Santanaro. Il programma di Italia 1 ha portato così Luxuria a parlare di sesso. E lei ha detto di tutto: "Sono andata con una donna. Ci siamo baciate con la lingua, le ho toccato il seno ma quando con la bocca è scesa lì sotto non si alzava niente”. Però abbiamo esplorato anche il lato sentimentale della vita di Luxuria, perché per una transgender è facile trovare sesso, "i curiosi sono tanti", ma è difficile trovare l’amore, "tra le lenzuola mi trattano come una principessa ma poi per strada si vergognano". E ancora, Vladimir ha rivelato anche le dimensioni del suo pene. "Io ce l'ho di 19 centimetri, tu?", la incalza la Santanaro. La risposta?

La confessione di Vladimir Luxuria: "Sono andata con una donna, ma...". Dopo essersi prestata come complice per uno scherzo organizzato da Le Iene, ai danni di alcuni utenti di Tinder, Vladimir Luxuria si è concessa ad una bollente intervista sul sesso, scrive Serena Granato, Giovedì 18/04/2019 su Il Giornale. In una nuova puntata de Le Iene, Vladimir Luxuria è diventata complice della produzione del programma, nell'organizzazione di uno scherzo ai danni di alcuni malcapitati e ignari utenti su Tinder. L'ennesimo momento pungolante registratosi su Italia 1, dopo gli scherzi che avevano viste protagoniste Taylor Mega e Valentina Nappi. Così, la nota opinionista televisiva si è lasciata abbandonare ad una lunga e bollente intervista, nel corso della quale non ha nascosto di avere avuto in passato una relazione saffica, finita male a livello sessuale. Vladimir Luxuria ha raccontato diversi aneddoti, concernenti dei momenti particolarmente intimi della sua vita privata. “Sono andata con una donna. Ci siamo baciate con la lingua, le ho toccato il seno e subito ho pensato: ‘Lo voglio pure io così’. Ma quando poi con la bocca è scesa lì sotto, non mi si alzava niente, sembrava che masticasse una cicca. Non mi eccitava”, ha così esordito l'ex-braccio destro di Alessia Marcuzzi, nell'intervista che l'ha vista aprirsi sulla sfera sessuale. “Perché non fare allora una cosa a tre?”, è stato il pronto quesito dell’intervistatore. “Una cosa a tre? Lo trovavo offensivo nei suoi confronti, come a dire ‘io riesco a penetrarti, solo se c’è un altro che mi penetra dietro'”, ha controbattuto Vladimir. Il noto volto transgender ha aggiunto di non essere stata molto fortunata nella vita, neanche con gli uomini. “A Praga c’era questo tassista che mi ha corteggiata, è salito in camera con me e ha iniziato a baciarmi con passione – ha raccontato-. Poi però, quando ha messo la mano giù e ha toccato ho visto proprio la sua espressione cambiare e lui che faceva il pugno. Sono riuscita a scansarmi e lui ha tirato un pugno al muro, che ha fatto una crepa che se io non mi fossi scansata mi avrebbe uccisa. Sono stanca di vivere la mia sessualità clandestina, vorrei un uomo che possa chiamarmi ‘amore’ anche a cena al ristorante senza vergognarsi”. La special guest star ha poi ammesso che per una transgender è facile trovare sesso, “i curiosi sono tanti”, ma diviene difficile trovare l’amore perché “tra le lenzuola mi trattano come una principessa, ma poi per strada si vergognano”. “Ti concedi facilmente?” è una delle domande irriverenti poste alla Luxuria. “Nella mia vita ho fatto opere di pene, volevo dire di bene”, ha confidato Vladimir a Le Iene.

Non è l'Arena, Daniela Santanché brutale con Vladimir Luxuria: "Se hai il pisello sei un uomo", scrive l'11 Marzo 2019 Libero Quotidiano. Nella puntata di ieri 10 marzo di Non è l'Arena Daniela Santanché ha sferrato un duro attacco a Vladimir Luxuria e, in generale, alla cultura trans. In collegamento con lo studio di La7, la senatrice di Fratelli d'Italia ha contestato la scelta fatta in passato dal trasngrender Luxuria e ha voluto ribadire, a suo dire, l'esigenza di "ripristinare la verità" sull'esatto numero di generi da considerare, ovvero due, maschile e femminile. "Chi ha il pisello è un uomo e chi ha la vulva è una femmina. Se vuole essere donna si operi". Non si è fatta attendere la replica dell'ex parlamentare: "Peccato che non esiste anche l'invito a poter operare qualcuno di mentalità". Un parere, per altro, condiviso anche dalla giornalista Tiziana Ferrario che ha cercato di difendere le posizioni di Luxuria. Ma la Santanché non ha voluto sentire ragioni. "I generi sono due", ha aggiunto, "come nella lingua italiana che non ha nemmeno un neutro". Insomma, per l'onorevole la nuova cultura gender starebbe mistificando valori di per sè non negoziabili. Non basta indossare gonne, mettere rossetto in abbondanza e atteggiarsi da donna: "Se hai i genitali sei sempre un uomo".  

Da Libero Quotidiano dell'11 marzo 2019. "Il termine pervertito non lo avrei mai usato, non capisco dove sia le perversione, ciascuno è responsabile della propria vita lei fa quello che vuole e io la rispetto". Vittorio Feltri ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena, su La7, interviene in difesa di Luxuria a commento delle parole del professore che le aveva dato del "pervertito" ma poi si apre una piccola polemica tra il direttore di Libero e la stessa Luxuria che vuole essere chiamata "signora" e non "signore" anche se a Feltri "non interessa, sono dettagli". Ma insiste: "Io la rispetto profondamente, il professore ha usato un termine inadeguato. A me non frega niente se uno da femmina diventa maschio o da maschio femmina".

In Rai Luxuria spiega ai bimbi come si diventa transessuali. L'ex parlamentare di Rifondazione a lezione di diritti omosessuali in una classe di under 13: «Si nasce gay», scrive Paolo Bracalini, Lunedì 21/01/2019, su "Il Giornale".  Bimbi a lezione di transgenderismo sulla tv pubblica. Docente: l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, all'anagrafe Wladimiro Guadagno, transessuale e attivista dei diritti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). La cattedra è quella del programma di RaiTre Alla Lavagna, in cui personaggi del mondo dello spettacolo, informazione e politica - il primo è stato il vicepremier Matteo Salvini - rispondono alle domande di una classe di bambini tra i 9 e i 12 anni. Nel caso di Luxuria, il tema da sviscerare con gli scolari era la scoperta di essere omosessuale. «Era un maschio ed è voluta diventare femmina» riassume una bambina interrogata dagli autori Rai. D'altronde i piccoli protagonisti del programma «sono tutt'altro che ingenui. Anzi. Sono particolarmente arguti e spigliati» recita la scheda del programma. Luxuria dopo aver spiegato ai bambini che si chiama così nel senso di «lussureggiante, una persona che ama la vita in tutti i sensi», risponde alla domanda («Lei una volta era un bambino, oggi è una donna, perché?») che motiva la sua presenza: «Io quando sono nato ero un maschietto ma non ero contento di essere maschietto, sentivo dentro di me di essere una bambina, mi piaceva giocare con le bambole, sentire i profumi femminili che usava mia mamma in bagno, e quindi tutte le volte che mi guardavo allo specchio avevo un'immagine dentro di me che era diversa da quello che ero. Per un periodo ho cercato di cambiare pensando che ero sbagliata io, ma stavo diventando un bambino molto triste e malinconico. Quindi ad un certo punto ho fatto una scelta. Questa bambina che stava dentro di me per me era come una principessa chiusa nel castello, io la dovevo liberare. Ma non veniva nessun principe a liberare questa principessa, la dovevo liberare io, così un giorno ho deciso di confessarmi a tutti, a miei compagni di classe e sono diventata quello che sono». Quando ha sentito la prima volta che il suo corpo non le piaceva?» chiede una bambina, mentre altri under 13 ascoltano con una certa perplessità. «Quando mi guardavo allo specchio e aspettavo che mi spuntassero i seni, e invece mi spuntavano i baffi. Una tragedia! Quella peluria non mi piaceva, me la toglievo con le pinzette. Ho capito che non si diventa così, si nasce così» chiarisce ai bimbi Luxuria, prima di passare al racconto del bullismo e delle discriminazioni subite a scuola dopo aver rivelato «che mi piacevano i maschi». La lezione di diritti omosessuali è andata in onda alle 22.20, ma doveva essere in prima serata. L'ex onorevole si è lamentata dello spostamento considerandolo una sorta di censura da parte della tv di Stato. «Ho appena saputo - denunciò a dicembre su Twitter - che per la seconda volta il programma in cui parlo di #bullismo e #omofobia in una classe con i bambini è stato spostato, non so quando e se andrà in onda: forse in questo periodo certi temi sono troppo scomodi persino per Rai3?». Anche il sito gay.tv protesta perché la puntata di Luxuria è stata «incredibilmente spostata in seconda serata, anche se indirizzata ad un pubblico di giovanissimi». Sui social invece qualcuno ha il dubbio opposto: «Luxuria su Rai3 spiega a una classe di bambini la sua scelta di cambiare sesso. Sarebbe questa l'importanza di una tv di stato?»

·         Asia Comanda, Morgan subisce.

Da liberoquotidiano.it il 10 dicembre 2019. Siamo davvero alla crisi di nervi. Si parla di Asia Argento, che era ospite di Barbara D'Urso a Live-Non è la D'Urso, e che ha completamente sbroccato dopo un violento scontro in studio con Giuseppe Cruciani. Su Canale 5 si è tornati a parlare di Harvey Weinstein e del suo caso, che la Argento contribuì a far scoppiare con una denuncia arrivata circa un ventennio dopo e che polarizzò l'opinione pubblica italiana. Tra chi ha sempre stigmatizzato la scelta di denunciare con un ritardo così clamoroso, proprio Cruciani, conduttore de La Zanzara.  E la Argento sbrocca: "Se potessi tornare indietro non so se lo rifarei (far scoppiare il caso Weinstein, ndr), per gente come voi che mi sputate contro la mia verità". E ancora: "Tu stai dicendo che io non sono credibile nella violenza che ho subito?". E Cruciani risponde secco: "C'è gente più credibile". E a quel punto, come già più volte nel recente passato, la Argento ha iniziato la sua sceneggiata: si alza in piedi, urla, piange. "Posso dire di no a uno che mi apre le gambe? Come faccio? Dimmelo! Come fa una donna di 50 chili con un uomo che le apre le gambe? Come fa? Dimmelo", sbraitava. Cala il sipario. Dagonota perché sennò davvero qua ci accusano di ''victim shaming'': In seguito a quell'episodio di sesso orale, Asia Argento è stata ''fidanzata'' on/off con Weinstein per circa 5 anni, tra viaggi in jet privati e visite a casa della madre del produttore per conoscerla, film finanziati e progetti in comune, come ha dovuto raccontare la Argento a Ronan Farrow nel primo e famigerato articolo sul New Yorker che fece esplodere il #metoo. Lei solo anni dopo capì che quell'incontro iniziale costituiva una violenza, e ha riscritto nella sua mente quegli anni di relazione come un continuo abuso. Niente in contrario, ma sicuramente una storia dove il confine tra sudditanza psicologica e violenza vera e propria è molto labile. Essendo poi lei un'attrice già molto affermata, figlia di un famoso regista e (come ha detto lei a Farrow) che a 21 anni aveva già vinto due degli ''equivalenti italiani degli Oscar'' (vabbè), non si può certo dire che senza Weinstein non avrebbe più lavorato. La verità è che forse, senza quella relazione, non avrebbe fatto la regista a livello internazionale (e te credo, visti i risultati), ma quello si chiama mercato, non sopruso.

Ora Asia Argento molla il MeToo. In occasione della presentazione del documentario “Frida - Viva la vida”, l’attrice confessa: “Mi chiedo a cosa sia servito tutto quello che è successo”. Alessandro Zoppo, Lunedì 25/11/2019 su Il Giornale. Asia Argento è stata tra le prime attrici a denunciare le molestie del produttore statunitense Harvey Weinstein. Finito al centro di un enorme scandalo sessuale, quello che è stato definito “l’orco di Hollywood” è stato accusato da star famose come Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Rosanna Arquette, Ashley Judd, Kate Beckinsale, Salma Hayek. Ora la figlia di Dario - dopo il clamore suscitato - affida ai microfoni dell’AdnKronos un’amara riflessione di ciò che ha conquistato il movimento MeToo, che ha scaricato l’attrice e regista romana dopo le accuse lanciate dal New York Times per le presunte violenze da parte di Asia sul giovane attore Jimmy Bennett. In occasione del lancio del documentario Frida - Viva la vida di cui è voce narrante, presentato in anteprima al Torino Film Festival ed evento speciale nelle sale italiane il 25, 26 e 27 novembre, la Argento si rifiuta di paragonare la rivoluzione dell’iconica pittrice messicana Frida Kahlo, pioniera del femminismo contemporaneo, a fenomeni come MeToo e Time’s Up. “Non possiamo comparare il tempo in cui è vissuta Frida a quello che succede oggi – spiega l’attrice –. Io ho provato a fare una rivoluzione e ad un certo punto mi sembrava di aver creato uno tsunami abbastanza forte. Però poi ci sono delle forze oscure così grandi oggi. Un tempo si sapeva chi era il nemico, oggi i nemici si nascondono molto bene”. Il movimento ormai è nato da più di un anno per schierarsi apertamente contro gli abusi sistematici subiti sul posto di lavoro. Continua a denunciare ciò che accade, ma senza troppe conseguenze secondo l’attrice. “Quando io ho fatto una rivoluzione che ha acceso gli animi, soprattutto delle donne, perché era una rivoluzione femminile – dichiara la Argento –, alla fine ho visto che la storia non è una linea retta, è una spirale. È come un valzer: si fanno due passi avanti e uno indietro”. Il tema delle molestie sul lavoro, non soltanto nel mondo dello spettacolo, riguarda personalmente l’attrice, che da anni lotta in prima persona per cambiare la mentalità patriarcale radicata nella cultura occidentale. “Le donne – conclude Asia – si sono ribellate al sopruso degli uomini sul lavoro, all’abuso di potere e ora negli Stati Uniti, da dove tutto è partito, stanno togliendo l’aborto in tanti stati. Mi chiedo a cosa sia servito tutto quello che è successo, di cui ho pagato le conseguenze più grandi... Più degli uomini”.

Da ilfattoquotidiano.it. Asia Argento è tornata ospite di “Live Non è la D’Urso” e con Alba Parietti si è sottoposta all'”uno contro tutti e ha dovuto affrontare gli attacchi degli “sferati”, in particolare di Karina Cacella, con cui ha avuto un acceso confronto. L’argomento su cui si dibatteva era Morgan e lo sfratto che lui ha avuto a sua detta per colpa di Asia che lo avrebbe denunciato per non aver pagato gli alimenti a sua figlia. “Quest’uomo con cui ho avuto una figlia di 18 anni. Guadagnava centinaia di migliaia di euro quando lavorava ad X Factor. Io mantengo due figli da sola – ha incalzato subito Asia Argento respingendo ogni addebito -. E’ una cosa di cui vado fiera. E’ anche un fardello. Quest’uomo, siccome vedono che sono una donna forte e so lavorare, non mantengono. I soldi di questa casa pignorata sono andati 5000 euro agli avvocati. A mia figlia non è arrivato nemmeno un centesimo. Questa è la cosa più meschina di questa storia. A Morgan piace commiserarsi. Io faccio molta fatica a mantenere i miei figli. Ma è il mio onore e gloria a fare questo. Bisogna pagarle le tasse. Se fai i debiti con le banche, ti pignorano la casa”. Karina Cascella ha iniziato allora ad interromperla e attaccarla, al che l’attrice ha replicato: “Ma tu chi sei? Che posto hai nel mondo?”. E la Cascella si infuria: “Io sono una che non ha avuto un padre che si chiama Dario Argento. Sei maleducata”. “A Sorè, ma che te sei presa stasera?” risponde in spiccato accento romano Asia. Ma Karina non ci sta e alla fine la accusa di essere stata spinta dal padre Dario per la carriera e di essere tornata a far parlare di sé solo per un motivo: la relazione con Fabrizio Corona: “La tua rinascita è stata Fabrizio Corona”. A questo punto l’attrice ha replicato divertita: “Ma chi te sei presa, stai calma! Questa è proprio inferocita. Ma quale relazione che ci siamo visti due volte, e io sono una che fa film da quando avevo 18 anni – ha proseguito l’Argento -. Mio padre non mi ha mai dato una lira. Io veramente non so chi sei e che posto hai nel mondo”. Ma prima che la Cascella potesse parlare interviene Caterina Collovati, che ringraziando Asia per aver avuto il coraggio di denunciare le molestie e lanciare il #MeToo cambia così argomento e poi le chiede per perché si è poi presentata su un palco di un famoso rapper con una valigetta di soldi dicendo se per quella cifra lui glielo “dava”. “Sai perché l’ho fatto? – ha risposto Asia – Perché sono una donna libera, e se questa cosa la fanno gli uomini non gli viene detto nulla mentre ad una donna viene attaccata e considerata una poco di buono”. In studio è calato il gelo ma nessuno ha avuto nulla da ribattere per cui è toccato alla padrona di casa Barbara D’Urso stemperare la tensione e passare ad un altro argomento.

Asia Argento fa infuriare Karina Cascella: "Ma tu chi sei? Che posto hai nel mondo?" Duro attacco della Cascella contro Asia Argento, ma l'attrice sa ben difendersi anche da chi la accusava di essere tornata alla ribalta grazie a Fabrizio Corona. Roberta Damiata, Lunedì 14/10/2019, su Il Giornale. A “Live non è la d’Urso” torna Asia Argento, ma questa volta insieme ad Alba Parietti, a rispondere agli attacchi di cinque cattivissimi “sferati”. Per Asia l’argomento è quello di Morgan e dello sfratto che lui ha avuto a sua detta per colpa di Asia che lo avrebbe denunciato per non aver pagato gli alimenti a sua figlia. Ma prima di cominciare Asia ha qualcosa da dire: "Quest'uomo con cui ho avuto una figlia di 18 anni. Guadagnava centinaia di migliaia di euro quando lavorava ad X Factor. Io mantengo due figli da sola. E' una cosa di cui vado fiera. E' anche un fardello. Quest'uomo, siccome vedono che sono una donna forte e so lavorare, non mantengono. I soldi di questa casa pignorata sono andati 5000 euro agli avvocati. A mia figlia non è arrivato nemmeno un centesimo. Questa è la cosa più meschina di questa storia. A Morgan piace commiserarsi. Io faccio molta fatica a mantenere i miei figli. Ma è il mio onore e gloria a fare questo. Bisogna pagarle le tasse. Se fai i debiti con le banche, ti pignorano la casa". Parla contro Asia Karina Cascella, ma la Argento la interrompe dicendole: “Ma tu chi sei?”. Lei si inalbera, “Io sono una che non ha avuto un padre che si chiama Dario Argento. Sei maleducata”. “A Sorè, ma che te sei presa stasera?” risponde in spiccato accento romano Asia. Ma Karina non ci sta e alla fine la accusa di essere stata spinta dal padre Dario per la carriera e di essere tornata a far parlare di sé solo per un motivo: la relazione con Fabrizio Corona. Asia ride divertita: “Ma quale relazione che ci siamo visti due volte, e io sono una che fa film da quando avevo 18 anni. Mio padre non mi ha mai dato una lira. Io veramente non so chi sei e che posto hai nel mondo”. Ma prima che la Cascella potesse parlare interviene la Collovati, che ringraziando la Asia per aver avuto il coraggio di denunciare le chiede per perché si è poi presentata su un palco di un famoso rapper con una valigetta di soldi dicendo se per quella cifra lui glielo “dava”. “Sai perché l’ho fatto? -gli risponde Asia - Perchè sono una donna libera, e se questa cosa la fanno gli uomini non gli viene detto nulla mentre ad una donna viene attaccata e considerata una poco di buono”.Gelo in studio, ma nessuno ha da eccepire qualcosa sulla sua risposta, e Barbara passa ad un altro argomento.

ASIA ARGENTO - L'ultima in ordine di tempo ad aver puntato il dito contro l'influente produttore americano è Asia Argento. L'attrice e regista italiana ha raccontato alla rivista 'New Yorker' di essere stata costretta ad avere un rapporto orale con Weinsten quando aveva 21 anni. I fatti risalgono alla fine degli anni '90, nel periodo in cui Argento stava interpretando un ruolo nel film 'B. Monkey - Una donna da salvare'. L'attrice aveva ricevuto un invito a un party della Miramax, che distribuiva la pellicola, all'hotel di Cap-Eden-Roc, in Costa Azzurra, ma una volta arrivata sul posto aveva scoperto che non c'era nessuna festa. Si era ritrovata così da sola in una stanza d'albergo con Weinstein. Il produttore, dopo essersi complimentato con lei per la sua interpretazione, era uscito dalla stanza. Al ritorno si era presentato in accappatoio, con una lozione in mano, e aveva chiesto all'attrice di fargli un massaggio. Lei aveva accettato suo malgrado ma a quel punto lui l'aveva aggredita costringendola a un rapporto orale. "Ero terrorizzata... è stato un incubo", ha raccontato l'attrice descrivendo l'accaduto come "un trauma orribile".

Asia Argento e il dito medio contro gli hater. Asia Argento è tornata a parlare della vicenda, pubblicando su Instagram una foto che la ritrae con il dito medio alzato. "Questo dito medio è per quegli italiani - ripeto: italiani - scrive l'attrice - che accusano di essermi cercata la violenza subita da ragazza perché non sono scappata e perché non ho denunciato prima. È colpa di persone come voi se le donne hanno paura di raccontare la verità. Dal resto del mondo ricevo solo parole di solidarietà e conforto, nel mio paese vengo chiamata troia. Vergognatevi, tutti. Siete dei mostri". Dopo aver confessato lo stupro, l'attrice è stata criticata, soprattutto sui social, per avere atteso 20 anni prima di parlare.

Il diario segreto di Asia Argento: "Weinstein mostro, mi violenta". Il fax dell'attrice mandato nel '97 alla cronista del Giornale. "Stasera a Roma c'è la festa della Miramax, lui è il mio boss", scrive Daniela Fedi, Venerdì 13/10/2017 su "Il Giornale". Da giorni leggo le miserabili cronache di quel che ha fatto Harvey Weinstein a decine di giovani donne e provo un misto di rabbia e di orgoglio. La rabbia è il minimo sindacale per una cosa del genere. A me l'ha raccontato 20 anni fa, quando siamo diventate amiche dopo una lunga e bellissima intervista che le ho fatto per un mensile femminile oggi chiuso. Ho perfino un fax che mi ha scritto poco prima che andasse a Cannes dove è avvenuta la violenza e mi sento ancora in colpa per non aver capito subito cosa stava rischiando. In fondo lei era una ragazzina e io una donna fatta. Avevo una specie di transfer materno nei suoi confronti, fin dal primo momento ho sentito il bisogno di proteggerla. Durante l'intervista mi aveva raccontato una storia che le avrebbe procurato un sacco di grane anche se si trattava di una ragazzata. Le promisi di non scriverla e lei da quel momento decise di fidarsi di me. Abbiamo avuto per parecchio tempo un fitto scambio di corrispondenza via fax perché all'epoca non esisteva la posta elettronica. Ho tenuto via tutti quei fax perché Asia scrive benissimo e io ho un debole per le frasi belle, divertenti, sorprendenti. In uno dei primi per consolarmi di un fidanzato fedifrago ha scritto: «Quasi tutti gli uomini sono dei fagioli in umido: con una cucchiaiata si può fare una strage». Mi aveva fatta ridere fino alle lacrime anche se poche righe prima aveva scritto: «Stasera c'era un festone per il capo della Miramax, mr Weinstein, che è a Roma, ma io non ci sono andata. Certo, è il mio boss, e allora? È un cicciabomba butterato. Ha una lingua lunga tre metri e me la vuole sempre infilare al caldo». Seguiva una frase irripetibile su dove mr Weinstein doveva sbattere quella sua schifosa linguaccia e di lui per un po' di tempo non ho più sentito parlare. Poi Asia era andata a Cannes e io in giro per il mondo per le sfilate: parlavamo un po' al telefono, ci mandavamo un sacco di sms, ma per un paio di mesi non ci eravamo più scritte dei fax così folli e personali. Asia era depressa, di questo sono strasicura, ricordo di essermi preoccupata parecchio per lei perché non era più la simpatica guascona che mi sarebbe piaciuto avere come figlia pur sapendo benissimo che mi avrebbe dato un sacco di gatte da pelare. In settembre aveva compiuto 22 anni e poco dopo mi aveva mandato un fax con un'enorme margherita stilizzata: «Daniela, solo due parole di felicità. Mi ha appena chiamato a casa Abel Ferrara, vuole che domani stesso vado a NY per incontrare lui Willem Dafoe e Christopher Walker. Sono così felice che non credo che riuscirò a dormire... il mio regista preferito. Volevo solo dividere con te questo momento!». Ero felice anch'io per lei e avevo continuato a esserlo finché una notte mi aveva telefonato in lacrime raccontandomi per filo e per segno quel che le aveva fatto a Cannes mr Weinstein. Ero annichilita dall'orrore. Non ebbi neanche bisogno di chiederle perché non avesse denunciato subito lo stupro: me lo disse lei. Ricordo le sue parole esatte: «Quel ciccione schifoso è così potente che la passerebbe liscia. A Monica Levinsky credono solo perché ha tenuto via il vestito. Perderei la stima di Abel. Non ci posso nemmeno pensare». Tentai di consolarla e alla fine le detti ragione: cerca di dimenticare, sei giovane, hai una vita davanti a te. Quando incontrai mr Weinstein a una sfilata della sua ex moglie Giorgina Chapman, stilista (D'Agostino direbbe «per mancanza di prove») del brand Marchesa, mi rifiutai di stringergli la mano. Lui non se ne accorse nemmeno, perché gli americani lo fanno spesso. Hanno paura dei microbi, loro.

Caso Weinstein, Asia Argento nuove accuse: «A 16 anni un regista e attore italiano mi molestò». Nuove rivelazioni dell’attrice: «Altri due uomini hanno abusato di me». E su La Stampa: «Non ho denunciato Weinstein perché tenevo alla mia carriera». Il produttore era «un predatore seriale dalle mille personalità», scrive il 15 ottobre 2017 “Il Corriere della Sera”. Nuove accuse e rivelazioni da parte di Asia Argento. L’attrice, twittando sull’hasthag #quellavoltache (che sta raccogliendo migliaia di denunce da parte delle donne italiane), ha raccontato altri due casi di abusi subiti durante il suo lavoro. Il più grave quando era ancora una ragazzina: «#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del “personaggio”», scrive Argento. E poi ancora l’attrice denuncia che quando aveva 26 anni «un grosso regista statunitense (con il complesso di Napoleone) mi dette la droga dello stupro e mi violentò mentre ero incosciente». L’attrice è anche tornata a parlare di Weinsten in un’intervista pubblicata dal quotidiano La Stampa. Racconta del perché non denunciò subito gli abusi di Weinstein, delle sue tattiche con le sue vittime, del suo dolore per la reazione delle “donne italiane”. «Io mi sono opposta dieci, cento, mille volte a Harvey Weinstein. Mi ha mangiata. Un orco in mezzo alle gambe è un trauma. Io ero una ragazzina. Questa è una cosa che ricordo ancora oggi. Una visione che mi perseguita. Non c’ è bisogno di legare le donne, come dice qualcuno, perché ci sia violenza». «La cosa più sconvolgente sono le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze», spiega l’attrice nell’intervista: «Non ho ricevuto nessuna critica per il mio comportamento in nessun altro Paese». «Guardi invece che cosa stanno facendo in Italia contro noi vittime». «Oggi sono in grado di sopportarlo. Se avessi detto vent’anni fa quello che ho detto oggi, probabilmente non mi sarei più ripresa. Sarei caduta in depressione. E sarebbe stato addirittura peggio di quello che poi mi è successo». Poi il passaggio sui motivi della denuncia a distanza di tanti anni: «Non sono l’unica che ha deciso di parlare adesso. Hanno parlato tutte ora. “Perché non avete parlato prima?”, ci chiedono. Perché Harvey Weinstein era il terzo uomo più potente di Hollywood. Ora è diventato il duecentesimo e il suo potere e la sua influenza si sono sensibilmente ridotti», dice Asia Argento. E ancora: «La violenza che io ho subito risale al 1997. In Italia, solo un anno prima lo stupro era diventato crimine contro la persona e non solo contro la morale. Pensi se avessi parlato allora. Come avrei potuto? E poi sì, era per la mia carriera! Un tempo io ci tenevo tantissimo alla mia carriera». Asia Argento racconta che incontrò ancora Weinstein a Roma, in un albergo, dopo l’insistenza del produttore che le scriveva continuamente. Dopo un primo momento in cui era presente una sua assistente, Weinstein era di nuovo addosso a lei. E si è sentita ancora in colpa, per essersi fidata «una volta di troppo». D’altronde Weinstein era «un predatore seriale», lo definisce così Asia Argento, un predatore che «cambiava costantemente tono: passava dall’essere un bambino frignone a imporre con violenza quello che voleva. Aveva mille personalità. Mille. E cercava quella che funzionava di più con te». Infine una speranza che l’attrice racconta nell’intervista: «L’ unica cosa in cui ora spero, anche dopo aver rivissuto questa terribile esperienza ed essere stata insultata nel mio Paese - e solo nel mio Paese! - è che ci sia un risveglio tra quelle di noi che hanno subito. Che sempre più donne dicano basta. Ora questi uomini, questi mostri, dovranno avere paura così come noi, ogni volta che li abbiamo incontrati, che siamo rimaste da sole con loro, ne abbiamo avuta».

Asia Argento, prima di Weinstein un italiano: "Quella volta che mi molestò nella roulotte", scrive il 15 ottobre 2017 "La Repubblica". L'attrice partecipa alla campagna social #quellavoltache con la rivelazione di un'altra molestia subìta a soli sedici anni. E di una terza, quando ne aveva 26. La vicenda che vede al centro Harvey Weinstein non accenna a placarsi ma Asia Argento, fra le prime a confermare le accuse rivolte al produttore americano, ora parla anche di un episodio analogo accaduto quando aveva sedici anni, protagonista un regista e attore italiano. L'attrice partecipa alla campagna #quellavoltachelanciata su Twitter dalla scrittrice e blogger Giulia Blasi e scrive "#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del "personaggio"'. Non fa nomi, anche se in un altro post spiega che "questo è il momento di parlare, non di minimizzare". E - sempre su Twitter - racconta anche un altro caso di violenza del quale è stata vittima quando aveva 26 anni, quando cioè "un grosso regista statunitense (con il complesso di Napoleone) mi dette la droga dello stupro e mi violentò mentre ero incosciente". Le nuove rilevazioni si aggiungono a quelle contenute nell'intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Stampa in cui l'attrice ha ricordato il trauma della violenza subìta da Weinstein affermando anche che "la cosa più sconvolgente sono le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze". Oggi il presidente francese Emmanuel Macron ha ordinato che al produttore venga ritirata la Legion d'onore, la più prestigiosa onorificenza di Francia. Mentre Mia Farrow (tutto è iniziato da un'inchiesta giornalistica pubblicata dal New Yorker e realizzata dal figlio, Ronan Farrow) ha commentato dicendo che "è la fine di un'era terribile, Harvey è fuori. Ora ce ne sono altri". E sempre di oggi è un post pubblicato su Facebook da Bjork, nel quale l'artista ha raccontato di quando, su un set, fu molestata da un regista danese.

Asia Argento rivela altre due violenze: “A 16 anni vittima di un regista e attore italiano”. L’attrice su Twitter: «Tirò fuori il suo pene nella sue roulotte mentre parlavamo del personaggio», scrive il 15/10/2017 Elena Masuelli su "La Stampa". Asia Argento non ha finito di raccontare. Dopo la denuncia delle molestie subite dal produttore Weinstein, su Twitter risponde alla catena di solidarietà #quellavoltache, l’hastag nato per invitare le donne vittime di violenze a non nascondersi, e rivela che altri due uomini hanno abusato di lei. Il primo quando era solo un’adolescente: «#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del «personaggio» scrive. Ma l’attrice confessa anche che un altro regista, questa volta americano e «con il complesso di Napoleone», le diede la «droga dello stupro» e la violentò mentre era incosciente. Ripete che «questo è il momento di parlare, non di minimizzare». Dopo la pubblicazione dell’inchiesta del New Yorker in cui ha rivelato di essere stata costretta a subire la violenza di Harvey Weinstein, uno dei più potenti produttori di Hollywood, ha raccontato tutta la storia in una intervista esclusiva a La Stampa. «Cercare di ricostruire quello che è successo vent’anni fa è stato difficilissimo, credetemi. Mi sono messa in gioco in prima persona e ho fatto in modo che anche altre donne potessero parlare».  

Dopo un precoce esordio a 9 anni, nel film per la televisione Il ritorno di Guerriero, Asia Argento lavora con il padre in due film horror, da lui scritti e prodotti: Dèmoni 2... L’incubo ritorna (regia di Lamberto Bava, 1986) e La chiesa (Michele Soavi, 1989). Nel 1988, a 13 anni, ha un ruolo da protagonista nel film Zoo(1988) diretto da Cristina Comencini, mentre l’anno seguente Nanni Moretti la sceglie per la parte della figlia del suo alter ego Michele Apicella in Palombella rossa (1989). Dopo altri film scritti e anche diretti dal padre, fra cui Trauma (1993), La sindrome di Stendhal (1996), Il fantasma dell’Opera (1998), è la cupa e sensibile Simona succube di un padre incestuoso in Le amiche del cuore (1992) di Michele Placido. In Perdiamoci di vista (1994) di Carlo Verdone è Arianna, la ragazza paraplegica dotata di prorompente vitalità che smaschera le mire di un conduttore televisivo alla ricerca di casi umani per fare audience. Sempre nel 1994 è una dei tre interpreti italiani principali (assieme a Virna Lisi e Claudio Amendola) del kolossal francese La Regina Margot di Patrice Chéreau, ispirato al romanzo omonimo di Alexandre Dumas padre. Due anni dopo, nel 1996, ottiene un secondo David di Donatello sempre come migliore attrice protagonista nel film Compagna di viaggio di Peter Del Monte. Appare poi nel ruolo brillante di una rapinatrice in Viola bacia tutti (1997) di Giovanni Veronesi, e incomincia una carriera internazionale nel film New Rose Hotel (1998) del regista statunitense Abel Ferrara, nel ruolo di una prostituta doppiogiochista. Dello stesso anno è l’ormai chiacchieratissimo B. Monkey. Da qui in poi lavora soprattutto all’estero, dapprima in Francia con un’ennesima edizione de I miserabili diretta da Josée Dayan, e quindi negli Stati Uniti, dove appare nel film d’azione di Rob Cohen xXx, nell’horror di Gorge A. Romero La terra dei morti viventi e in Marie Antoinette di Sophia Coppola. Intanto passa dietro la macchina da presa per dirigere due lungometraggi. Il primo, Scarlet diva (2000) in cui racconta le vicende di Anna, un’attrice di grande successo che vive tuttavia una disperata solitudine. Quattro anni dopo dirige e interpreta Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, tratto dai racconti autobiografici dello scrittore J.T. Leroy.

Weinstein dopo essere stato licenziato in tronco, ripudiato dalla moglie e dal fratello, è stato cacciato dal club degli Oscar, e ora anche Emmanuel Macron ha ordinato di ritirargli la Legion d’Onore, la più prestigiosa decorazione di Francia. Intanto si allunga di ora in ora la lista delle donne che lo accusano di molestie o violenze sessuali e lo scandalo si allarga oltre i confini americani. Quattro i presunti episodi di abusi che gli vengono contestati nel Regno Unito, con Scotland Yard che sta indagando su altri tre episodi. E in queste ore si allunga anche la lista di chi lo attacca: «È la fine di un’era terribile, ha commentato Mia Farrow, che si è detta orgogliosa della decisione dell’Academy di sospendere a vita Weinstein: «Harvey è fuori. Ora ce ne sono altri». Parole che confermano come a Hollywood ormai si respiri un’aria da caccia alle streghe, per scovare veri o presunti molestatori, chi tra manager e star sapeva ed ha coperto o solamente taciuto. Più sfumate le parole dell’ex compagno della Farrow, Woody Allen, che si è detto «rattristato» per Weinstein, lui che in passato ha dovuto difendersi da accuse pesantissime di molestie verso la figlia minorenne adottiva. Allen spiega di non aver mai saputo nulla delle vicende emerse negli ultimi giorni: «Ho sentito in passato alcune voci sui comportamenti di Weinstein, ma non queste storie orribili che stanno venendo fuori adesso». 

Asia Argento: “È un orco, mi ha mangiata. La cosa più sconvolgente? I tanti attacchi dalle donne”. L’attrice replica alle accuse e rivela: gli stupri di Weinstein furono due. “Perché non ho denunciato prima? Tenevo troppo alla mia carriera”, scrive il 15/10/2017 Gianmaria Tammaro su "La Stampa". «La cosa più sconvolgente sono le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze». La voce è rotta dall’emozione ma ferma, sicura. Sceglie le parole con cura, una per una. Ogni tanto trema per la rabbia e la frustrazione. Asia Argento è appena tornata in Italia. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta del New Yorker in cui ha denunciato di essere stata violentata da Harvey Weinstein, uno dei più potenti produttori di Hollywood, aveva deciso di rimanere in silenzio. Ma le polemiche che l’hanno travolta, mettendo in dubbio la veridicità della sua testimonianza e la sincerità dei suoi sentimenti, l’hanno convinta a tornare a parlare. Per questo motivo ora racconta e si racconta, non risparmiandosi sui dettagli di uno degli scandali sessuali più gravi che hanno mai colpito il mondo dello spettacolo. «Cercare di ricostruire quello che è successo vent’anni fa è stato difficilissimo, credetemi. Mi sono messa in gioco in prima persona e ho fatto in modo che anche altre donne potessero parlare». 

Perché ha deciso di rivelare questa storia a distanza di tanti anni?  

«Non sono l’unica che ha deciso di parlare adesso. Hanno parlato tutte ora. “Perché non avete parlato prima?”, ci chiedono. Perché Harvey Weinstein era il terzo uomo più potente di Hollywood. Ora è diventato il duecentesimo e il suo potere e la sua influenza si sono sensibilmente ridotti». 

Non pensa che parlare prima avrebbe evitato che altre donne subissero come lei?  

«Prima non c’erano stati scandali sessuali come quello di Bill Cosby. E se avessimo parlato allora, noi donne non saremmo state credute. Saremmo state trattate come delle prostitute. Come, tra l’altro, sta succedendo qui in Italia: una cosa di cui mi dispiace tremendamente». 

Che cosa l’ha ferita maggiormente?  

«Non ho ricevuto nessuna critica per il mio comportamento in nessun altro Paese. Ci sono amici che mi mandano articoli usciti in tutto il mondo, in cui nessuno si permette di fare “victim blaming”, di colpevolizzare le vittime. Nessuno all’estero. Guardi invece che cosa stanno facendo in Italia contro noi vittime». 

E lei come reagisce?  

«Oggi sono in grado di sopportarlo. Se avessi detto vent’anni fa quello che ho detto oggi, probabilmente non mi sarei più ripresa. Sarei caduta in depressione. E sarebbe stato addirittura peggio di quello che poi mi è successo. Mi creda: dopo quel giorno, non sono più stata la stessa persona». 

Come ha vissuto questi anni di silenzio?  

«Avevo ventuno anni quando è successo. Sa quanto tempo mi ci è voluto prima di capire? Anche se ne parlavo con amici e con amiche, con i fidanzati, questa è una cosa che tenevo seppellita. Una vergogna incredibile, mi creda. Mi ci sono voluti anni per capire che ero una vittima. E per tutto il tempo mi sono sentita colpevole di non essere scappata via, di non aver avuto la forza di dire no». 

Si sente ancora in colpa per questo?  

«Io mi sono opposta dieci, cento, mille volte a Harvey Weinstein. Mi ha mangiata. Un orco in mezzo alle gambe è un trauma. Io ero una ragazzina. Questa è una cosa che ricordo ancora oggi. Una visione che mi perseguita. Non c’è bisogno di legare le donne, come dice qualcuno, perché ci sia violenza». 

Che cosa temeva che le potesse accadere, in caso di denuncia all’epoca dei fatti?  

«La violenza che io ho subito risale al 1997. In Italia, solo un anno prima lo stupro era diventato crimine contro la persona e non solo contro la morale. Pensi se avessi parlato allora. Come avrei potuto? E poi sì, era per la mia carriera! Un tempo io ci tenevo tantissimo alla mia carriera. Ero giovane e anche io avevo i miei sogni. Non volevo niente da Weinstein, ma non volevo nemmeno che mi distruggesse». 

Fabrizio Lombardo, ex capo di Miramax Italia, nega di averla portata da Harvey Weinstein, come lei invece sostiene.  

«Lombardo è un bugiardo. Ci sono tantissime prove e tantissimi testimoni che ribadiscono che quello che ho detto io è vero. La sua è una bugia: chi gli crede? Ho i suoi messaggi ed erano intimidatori: come può sostenere che me li ha mandati per sbaglio? Voleva dirmi che sono una pazza e una prostituta. Con quei messaggi voleva mettermi paura e farmi credere che nessuno mi avrebbe presa sul serio». 

Dopo il primo incontro in un hotel in Costa Azzurra, lei iniziò una relazione con Weinstein?  

«Questa è un’assurda falsità. Una bugia orrenda. Io non ci sono stata insieme cinque anni dopo quella violenza, come insinua qualcuno». 

Weinstein cercò di contattarla ancora?  

«Alcuni mesi dopo quella violenza, quando ancora doveva uscire B. Monkey, Weinstein continuava a contattarmi, sì. Continuava a scrivermi e a cercarmi. Mi offriva pellicce e appartamenti. Ricordo che venne a Roma e mi propose di incontrarci per discutere delle strategie per pubblicizzare il film». 

Lei accettò?  

«Lo incontrai nella camera di un albergo, nel salottino. Con lui c’era una sua assistente. Ricordo che vedendola mi sentii sollevata. Dopo un po’, però, l’assistente se ne andò e successe di nuovo la stessa cosa. Weinstein mi fu di nuovo addosso. Allora mi sentii doppiamente in colpa. Perché mi ero fidata una volta di troppo. Io non volevo. Non mi piaceva. Quando lui iniziò a toccarmi, era come se potessi vedere dall’esterno quello che succedeva. Come se quella ragazza non fossi io». 

Qual era l’atteggiamento di Weinstein nei suoi confronti?  

«Se sente la registrazione pubblicata dal New Yorker, il modo in cui parlava alle donne, scoprirà che cambiava costantemente tono: passava dall’essere un bambino frignone a imporre con violenza quello che voleva. Aveva mille personalità. Mille. E cercava quella che funzionava di più con te. Weinstein era un predatore seriale. L’ha fatto con centinaia di donne. Se lo scandalo non è uscito prima, è perché lui insabbiava tutto. Ha pagato non solo donne, ma anche giornali e giornalisti». 

Come cambiò il suo comportamento, nei confronti di Weinstein?  

«L’unico mio potere, dopo quella violenza, era non accettare nessun regalo. Era non andare a nessun provino che mi veniva offerto. Io sognavo di diventare la più grande attrice e di vincere il premio Oscar. Erano i sogni di una ragazzina, l’ho detto. “Che bello – pensavo dopo aver girato il film B. Monkey – adesso potrò lavorare all’estero”. Allora amavo il mio lavoro e ci tenevo. E prima di avere figli era tutto quello in cui credevo. Dopo Weinstein non ho più creduto in niente che riguardasse il mio lavoro». 

Quindi vi incontraste altre volte?  

«Prima di risponderle, mi permetta di ribadirlo ancora una volta: la nostra non era una relazione. Non scherziamo. Non pensiamola nemmeno per un istante questa cosa. Tantissime volte sono riuscita a scappare e a evitarlo. Ero con amiche e lui riusciva a entrare negli alberghi e a trovarmi. Una notte, ricordo, venne a bussare alla porta della mia stanza e io ebbi paura. Al Festival di Toronto volle vedermi a tutti i costi; io lo incontrai insieme a una mia amica e lui si mise a piangere. Come un bambino». 

In una scena del suo primo film da regista, “Scarlet Diva”, il personaggio che lei interpreta subisce delle avances. Le viene chiesto di fare un massaggio. Era un modo per raccontare la sua storia?  

«Quando nel 2002 uscì negli Stati Uniti “Scarlet Diva”, Weinstein lo vide e mi contattò. Prima mi fece i complimenti e si comportò come un amico, poi mi disse: “Ho visto il tuo film! Che ridere!”. Aveva paura che dicessi pubblicamente che in quella scena, quella in cui mi viene chiesto un massaggio, era a lui che mi riferivo. Ma non l’avrei detto». 

Perché?  

«In quel momento, era impensabile fare un film del genere in cui denunciavo non solo quello ma anche altri abusi che avevo subito. Avevo solo 23 anni. Parlarne apertamente mi faceva paura: non volevo sentirmi dire che ero stata debole, che ero stata incapace di difendermi. Io volevo credere in ogni modo di essere una persona diversa». 

Nessuno le chiese mai se quella scena si riferisse a una sua vera esperienza di vita?  

«Mi è successo varie volte. E io ogni volta rispondevo di sì. Ma nessuno poi l’ha riportato. L’ho raccontato ad amici attori, produttori, giornalisti; l’ho detto anche ad amici che non lavoravano in questo ambiente. Ma nessuno ha fatto niente. Per me, certo, ma anche per tutte le altre donne». 

Poi però ha deciso di farsi avanti in prima persona: come mai?  

«Quando mi ha chiamato Ronan Farrow del New Yorker, ho iniziato a raccontargli la mia storia ma solo in via confidenziale e anonima. Sono stata la prima a farlo. Non ce la facevo più. Mi sono consultata con il mio fidanzato e con altre persone a me vicine. Tutti mi hanno incoraggiato. Dopo aver raccontato la mia storia, ho detto a Ronan di dirlo anche alle altre attrici e modelle, e di specificare che avevo deciso di acconsentire alla pubblicazione del mio nome». 

Che cosa è successo a quel punto?  

«Il giorno dopo Farrow mi ha richiamato dicendomi che anche altre donne, spinte dal mio racconto, avevano deciso di farsi avanti. E questo mi sembra importante. Prima non ci era stata data nessuna possibilità. C’era un’omertà assoluta su quest’uomo. Appena ho potuto, appena ci è stata data l’opportunità, tutte noi abbiamo denunciato». 

In Italia non tutti la pensano così. Non tutti le credono. Non tutti stanno dalla sua parte.  

«La cosa più sconvolgente è che ci sono anche donne tra queste persone. Donne che stanno scrivendo contro di me. Donne che mi stanno denigrando. E questo è grave. Perché sono sicura che anche tante tra queste donne hanno vissuto o anche solo visto cose del genere. E ora fanno finta di niente. Mi accusano di esserci stata».

La accusano anche di aver firmato la petizione a favore di Roman Polanski, indagato per pedofilia.  

«Roman Polanski fu arrestato in Svizzera. Io non conoscevo la faccenda fino in fondo. Ammetto la mia ignoranza. Fui contattata dal Festival di Cannes. Mi dissero che c’era una petizione e che tutti stavano firmando perché quello che aveva fatto questo giudice a Polanski era contro i diritti di ogni individuo. Io firmai e solo dopo mi sono informata. Ammetto la mia colpa». 

Si è pentita?  

«Mi ero fidata e mi sono sbagliata. C’erano tantissimi colleghi coinvolti e che avevano firmato. Io non avevo letto bene il caso. E poi Polanski era uno dei miei registi preferiti. Lo ripeto: mi fidai, sbagliando. E di questo mi sono profondamente vergognata. E ora mi vergogno ancora di più. Nessuno mi costrinse, voglio precisarlo. Ma mi fidai. E oggi dico pubblicamente che vorrei non averlo mai fatto». 

Dopo essersi fatta avanti insieme alle altre donne e aver raccontato quello che le è successo, cosa spera che accada?  

«L’unica cosa in cui ora spero, anche dopo aver rivissuto questa terribile esperienza ed essere stata insultata nel mio Paese - e solo nel mio Paese! - è che ci sia un risveglio tra quelle di noi che hanno subito. Che sempre più donne dicano basta. Ora questi uomini, questi mostri, dovranno avere paura così come noi, ogni volta che li abbiamo incontrati, che siamo rimaste da sole con loro, ne abbiamo avuta». 

Tutte contro Asia per non aver parlato prima. Ma basta per far passare in secondo piano il reato? Scrive il 15/10/2017 Nicola Pinna su "La Stampa". Se questa fosse la giuria popolare di un tribunale, a beccarsi la condanna, la più pesante, sarebbe la vittima. I giudizi più duri, quasi sempre spietati, arrivano dalla bocca – anzi, dalla tastiera – delle donne, da quelle che verso il tema della violenza dovrebbero avere la sensibilità maggiore. Il caso che ha sconvolto Hollywood, in Italia si sta trasformando in una specie di attacco contro un’attrice che da sempre ha diviso la critica. Ma questa volta non c’è di mezzo il giudizio sulla sua recitazione: la vicenda è quella drammatica degli stupri che Asia Argento avrebbe subito dal potentissimo produttore Harvey Weinstein. Lei lo aveva già percepito che l’unico sostegno sul quale non avrebbe potuto contare è proprio quello delle donne. E oggi, nell’intervista concessa a La Stampa, lo ha detto e ripetuto più volte: «La cosa più sconvolgente sono i tanti attacchi da parte delle donne. Solo in Italia si colpevolizzano le vittime. Tutto questo perché? Perché ho denunciato dopo vent’anni. Ma allora Winstein era l’uomo più potente di Hollywood e io tenevo troppo alla mia carriera».  Il racconto di tutto ciò che è successo dietro le quinte del circo di Hollywood sembra passare subito in secondo piano. La pressione psicologia, la vita che cambia, il dramma di una ragazzina che cresce con questo segreto e le paure di una donna che è diventava grande portandosi dentro questo peso non colpiscono quasi nessuno. Tutti pronti a puntare il dito contro Asia Argento: perché? Basta semplicemente ribadire che i social network sono una grande fabbrica dell’odio? Forse no. Leggere le centinaia di commenti all’intervista concessa da Asia Argento a Gianmaria Tammaro è come fare uno zigzag tra insulti, offese e cattiverie inspiegabili. «Mi spiace Asia ma non sono solidale con te – scrive Alessandra Bartoli - Qui la violenza non c’entra. Nella vita si può scegliere: se farsi “mangiare dall’ orco” per convenienza o decidere di fare carriera percorrendo altre strade, magari più lunghe ma più dignitose». «Sinché le ragazze pur di far carriera, acconsentono il malvezzo non smetterà – rincara Bruna Bonino - A lamentarsi dovrebbe essere la maggioranza delle donne oneste che si vedono scavalcate da quelle disponibili a tutto». Per accusare la vittima c’è anche chi, come Anna Ferretti, sfrutta uno strano paragone: «È forse una vittima l’imprenditore che ha pagato la mazzetta per avere l’appalto? O sono vittime coloro che, magari con più meriti, hanno scelto di non pagare e non hanno lavorato? La legge punisce il concusso e il concussore».  Insomma, la vittima degli stupri ha una colpa imperdonabile: non aver parlato prima. Ma è sufficiente per far passare in secondo piano il reato vero? «Tenere troppo alla propria carriera non è una scusa accettabile – risponde Patrizia Maffe – Anzi, è un’offesa verso tutte quelle donne che hanno saputo dire di no». «È un’ipocrisia denunciare tutto dopo vent’anni quando sei già nella privilegiata condizione di potere vivere di rendita per le prossime tre reincarnazioni – rincara Sandro Vergato – Questa per Asia Argento è una ghiotta occasione per tornare a fare parlare di lei, ecco che prende al volo l’occasione e confessa “l’inconfessabile”». «La carriera vale più della dignità? – dice provocatoriamente Anna Rita Cesamento – Allora non lamentarti dopo 20 anni senza contare che per 5 anni hai continuato a frequentare il cosiddetto orco non sei credibile».  Sembrano voci isolate, ma nel tribunale improvvisato, e talvolta delirante, dei social network c’è anche qualcuno che ha trovato il coraggio di andare controcorrente: difendere Asia Argento. «Trovo ingiusto attaccare chi si è trovato in una situazione confusa e raccapricciante come questa – dice Sara De Sanctis - Asia Argento quindi sarebbe da attaccare solo perché quando era una ragazzina di 21 anni (e negli anni successivi) non ha saputo ribellarsi alle avance di un mega colosso mondiale che l’avrebbe schiacciata moralmente e lavorativamente, per di più in un momento storico in cui lo stupro non era neanche riconosciuto legalmente». «La violenza psicologica è molto più grave di quella fisica – ragiona Patrizia Gallo - Riflettiamo prima di giudicare. Il produttore non le ha costrette con la forza ma le ha intimorite con il suo potere, facendo credere loro che si sarebbe trasformato in ritorsione. Avrebbero chiuso una carriera appena iniziata. Ancora Eva contro Eva? Direi anche basta». 

Lettera femminista ad Asia Argento. La lettera apparsa sul blog Manginobrioches gestito dalla giornalista Anna Mallamo il 15 ottobre 2017. Cara Asia Argento, comincio col dirti che tu non mi eri mai stata particolarmente simpatica. Mi eri sempre sembrata poco più di una starlette, aiutata da un cognome famoso, e disinibita ma soprattutto a favore di telecamera. Sai, la mia generazione – che pure è quella che più ha lottato contro moralismi e inibizioni e divieti – ha sviluppato tutto un suo moralismo e inibizione verso quelle più giovani e disinibite, ma con un sospetto di tornaconto e/o narcisismo che a noi, madri fondatrici della disinibizione, suona inaccettabile. Ti chiedo scusa di questo, ma te lo dico perché forse può aiutare un poco a comprendere questa vicenda, che nasce orribile in America tanti anni fa, ma assume qui, oggi, in Italia, tutta una sua sfumatura marroncina a cui concorrono firme famose, amazzoni del web e testate giornalistiche (sia pure di quelle avvezze alle patate bollenti, più che altro: i loro titoli di prima pagina sono ormai un sottogenere del trash). Ti chiedo scusa anche a nome loro. Purtroppo, sei caduta anche tu nella famosa trappola che ogni giorno inghiotte tante di noi: il rovesciamento delle responsabilità. La colpa della violenza, della molestia, dell’abuso sono tuoi. E il linciaggio nei tuoi confronti è persino superiore, e di tanto, alla riprovazione nei confronti dell’autore di violenze, molestie, abusi. Peraltro c’avete proprio il fisico: tu bella, sensuale, trasgressiva; lui sfatto, butterato, con la silhouette da cinghiale strizzato negli smoking. Ecco imbastito il romanzaccio che colpisce la fantasia. E anche la trama perfetta perché ciascuna di noi possa impersonale il ruolo migliore: quella-che-non-l-avrebbe-mai-tollerato. Quella che di fronte al maiale che chiede “un massaggio” (talmente vigliacco da non chiamare nemmeno le cose col loro nome, e sminuirle lì stesso, davanti alla vittima, mentre si apre l’accappatoio, suggerendo l’eufemismo come riparo per entrambi, come paravento) avrebbe messo il mondo al suo posto e fatto giustizia per tutte. Io di me devo pensare che avrei detto di no, perché ne va della mia definizione di me. Devo pensare che avrei rifiutato il cinghiale e tutto il suo sistema (il solito, antico e consolidato: proprio quello in cui prosperano tanti che oggi ti stanno biasimando, proprio quello in cui tutto l’ipocrita star-system, che oggi è tutto un “ma io non sapevo, io non credevo, io non so perché ho taciuto”, è immerso fino al collo). Ma non ne sono mica sicura. A 21 anni ero inimmaginabilmente cretina e fragile, e tante fragilità nel tempo si sono solo fatte più furbe. Guardo indietro, a quella me, con indulgenza e un certa tenerezza, e vorrei guardare te così, oggi. Quella di 21 anni che non sa fronteggiare il cinghiale e ci si sottomette, quella di 22 che continua a dargli sesso non desiderato – come fanno milioni di donne che non riescono a dire un “no” che fermi i cinghiali, e poi lo trasformano in tanti altri “sì” senza che questo renda la violenza meno violenta e disgustosa. Vorrei abbracciare quella ragazza lontana, e tutte le altre: anche, oggi, quelle che – come me per cinque minuti – hanno pensato “ma io avrei detto no, lei perché non lo ha fatto, anzi poi ha continuato?”. Per milioni di motivi (e se entrate per un solo pomeriggio in un centro antiviolenza – di quelli che esistono ancora – potreste conoscerne un certo numero). Per la definizione di sé, perpetrando quell’inganno di linguaggio che il cinghiale ha messo in scena con quella sua richiesta di “massaggio”, mica di sesso estorto. Per la fragilità di chi si sente comunque solo, debole e perdente di fronte a un gigantesco sistema (che sì, ha le fattezze di un cinghiale in accappatoio, grande quanto Godzilla) che non gli consentirà di sopravvivere, dopo. Per la paura di avere paura, di mostrarla, di doverla sostenere, poi, davanti all’istruttoria ininterrotta di media, pubblico, familiari, amici, coscienza. Per non dover rispondere alle domande irrispettose, oscene, violente quanto la stessa violenza (vi ricordate la sentenza sui jeans? Vi ricordare Jodie Foster in “Sotto accusa”, violentata su un flipper da cinghiali che si erano sentiti provocati dal fatto che lei fosse provocante?). Per non sentirsi dire “figliuola, ma tu volevi fare l’attrice: se avessi voluto fare la lavapiatti non ti sarebbe successo”. Dimenticando che invece succede anche a tante lavapiatti, che nemmeno vent’anni dopo lo potranno raccontare. Per non ammettere che si sta aderendo a un sistema disgustoso, ma non si ha la forza di combatterlo e cercarne un altro (per inciso: sono molti anni che lo cerchiamo tutte, con risultati non incoraggianti, ma indispensabili. Ci auguriamo che anche la tua storia serva a questo) (per altro inciso: se anche esistono donne che credono nel sistema maschilista o lo usano per vantaggi personali, questo non assolve il maschilismo o condanna le donne, nemmeno quelle che lo sostengono. Sia ben chiaro). Sei bella, sei famosa, fai una vita interessante, ma non baratterei nessuna delle tue fortune con una sola ora nel letto del cinghiale, cara Asia. Quindi, se c’è qualcuno ansioso di “farti espiare”, sappia che lo hai già fatto. Tutta la mia solidarietà, dunque, cara Asia, di sorella maggiore che vorrebbe abbracciare non solo le vittime degli altri, ma anche le vittime di se stesse: a cominciare da quelle che si dicono “io avrei detto no” per rassicurarsi, e attaccano te per tranquillizzarsi, col solo effetto di sminuire le colpe dei cinghiali. Sorelle, non è necessario. Facciamo un gesto di forza vera: riconosciamo le nostre debolezze e abbracciamole. E fanculo ai cinghiali.

“Prima la danno via e poi frignano”: Asia Argento e il “femminismo meritocratico” italiano, scrive "Roba da donne". Tutte le donne che denunciano uno stupro o molestie meritano la nostra solidarietà? Cosa ci ha insegnato la vicenda di Asia Argento di questi giorni. La vicenda di Harvey Weinstein, il grande produttore americano accusato di violenza sessuale da un numero crescente di star, sta facendo tremare Hollywood, ma anche l’Italia che si è svegliata nuda, senza il velo dell’apparenza a salvare la nostra cultura dove giusto il femminismo, a quanto pare, è meritocratico, e vale “solo se” una donna ne viene reputata “degna”. Ma è riduttivo derubricare a una lotta tra maschilismo e perbenismo la spaccatura che si è venuta a creare, anche tra persone tutt’altro che bigotte o culturalmente arretrate, sullo stupro denunciato 20 anni dopo da Asia Argento.  Di sicuro, c’entra in questa storia un problema portante di questi tempi così politically “incorrect” nei fatti, ma dominati dalla gogna del politically correct in apparenza che impedisce, a volte, di chiamare semplicemente le cose come stanno, dove innocui aggettivi sono stati demonizzati e sostituiti da perifrasi puritane e dove qualsiasi convinzione diventa una crociata alla convinzione contraria. In che senso? A sollevare la rivolta non è tanto la denuncia di Asia Argento, quanto il fatto che lei dopo abbia avuto una relazione pluriennale e conseguenti rapporti consenzienti, per sua stessa ammissione, con il suo carnefice, si sia fatta fotografare con lui sorridente sui red carpet, abbia accettato regali costosi, abbia affidato a lui la produzione di quello che oggi definisce il suo video denuncia, abbia firmato la petizione, sempre insieme a Weinstein, a favore di Roman Polanski e altre cose illustrate, tra gli altri, da Selvaggia Lucarelli: "Questa faccenda di Weinstein, produttore potente e bavoso di Hollywood, che molesta le attrici presenta numerosi punti oscuri e francamente non tutti esattamente edificanti pure per le donne. Lui: un maiale. Sessuomane. Molestatore. Di quelli in cui si può inciampare, purtroppo. E succede pure in Italia. Ce ne sono di noti. Sono certa che parecchie ragazze famose e non che li hanno conosciuti sanno esattamente di chi sto parlando. Qualcuna avrà scelto di assecondarli e di lavorare in virtù di quel sì, qualcuna se ne sarà andata con un no, però standosene zitta e sperando di non avere ritorsioni sulla carriera. Di uno di questi avevo a lungo sentito parlare, l'ho conosciuto anni fa e sì, fu molesto e fuori posto. Gli dissi "Sei più intelligente di quello che stai facendo", si ricompose, si scusò e tanti saluti. E' stato mortificante, ma non mi sono sentita obbligata né manipolata psicologicamente come può accadere a una ragazzina di 13 anni. Mi sono sentita in imbarazzo. Umiliata. Siamo adulte, le molestie sono orrende ma non sono violenze sessuali. Possiamo dire no. Detto ciò, mai lavorato con lui. (e con altri) Mai vissuta con grande frustrazione. Di gente perbene ce n'è, basta scegliere. E non mi sento neppure un'eroina né voglio medaglie o pubblicità, altrimenti racconterei dettagli e molto altro. Non ho neppure un particolare astio nei confronti di quelle che invece ci vanno e ci stanno. Ognuna si dà il valore che desidera. Se per te un ruolo vale una scopata, tanti auguri. Non sei il mio modello di riferimento, ma francamente mi piace ancor meno un'altra categoria di donne. Quella di coloro che fanno lo stesso ma non riuscendo ad assolversi, cercano di vendersi come delle virtuose costrette dalle circostanze. Leggo dal sito dell'Ansa: "Nel '97, Asia Argento racconta di aver ricevuto un invito per un party della casa produttrice: quando arrivò però non c'era alcuna festa, ma fu portata nella suite di Weinstein. Lì, nonostante lei abbia ripetutamente tentato di sottrarsi, è stata costretta a subire del sesso orale, dopo che Weinstein le sollevò la gonna. "Mi terrorizzava, era un uomo troppo grosso per me. E' stato un incubo", ricorda l'attrice, che alla fine di quel rapporto disse: "Non sono una prostituta". E Weinstein - racconta - cominciò a ridere. "Non ho detto nulla finora perchè avevo paura che potesse distruggermi come ha fatto con molte altre persone. Che potesse rovinare la mia carriera".  Argento ricorda quindi di aver poi frequentato per anni il produttore, avendo con lui anche rapporti consensuali: "Sembrava ossessionato da me, mi faceva molti regali costosi". Ma quell'episodio iniziale ha comunque segnato la sua vita per anni: "Mi sono sentita responsabile. Se fossi stata una donna forte gli avrei dato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l'ho fatto. E' stato un trauma orribile". Ora. Francamente. Vai a letto con un bavoso potente per anni e non dici di no per paura che possa rovinare la tua carriera. Legittimo. Frigni 20 anni dopo su un giornale americano raccontando di tuoi rapporti da donna consenziente tra l'altro avvenuti in età più che adulta, dovendo attraversare oceani, con viaggi e spostamenti da organizzare, dipingendoli come "abusi". Meno legittimo. Ad occhio, sono abusi un po' troppo prolungati e pianificati per potersi chiamare tali. E se tu sei la prima a dire che lo facevi perché la tua carriera non venisse danneggiata, stai ammettendo di esserci andata per ragioni di opportunità. Nessuno ti giudica, Asia Argento. Però ti prego. Paladina delle vittime di molestie, abusi e stupri, anche no. Facciamo che sei finita in un gorgo putrido di squallidi do ut des e te ne sei pentita. Con 20 anni di ritardo però. Roman Polanski stupró una ragazzina di 13 anni. O meglio. Il giudice stabilì che si approfittò di questa ragazzina. Del suo potere su di lei. Andò in galera e poi una lunga storia processuale.  Nel 2009 Asia Argento firmò la petizione pro-Polanski (stupratore di 13enni) assieme a #weinstein e altri.  Noi che abbiamo delle perplessità sul suo racconto (relative alla sua relazione consensuale lunga 5 anni) facciamo apologia dello stupro. Però, sia chiaro, le petizioni a favore di uno stupratore non le firmiamo."

Ingiustificabile il fatto che lo sdegno si sia scagliato sulle donne e non su Harvey Weinstein che, sebbene abbia ammesso la fondatezza di tutte le accuse, si è giusto meritato una nota a margine nei commenti indignati di chi “sì, ok, lui è un porco ma…”. Ingiustificabili i toni di testate giornalistiche e personaggi televisivi, contro cui andrebbero presi provvedimenti che nulla hanno a che vedere con la censura, né ledono la libertà di parola, dal momento che gli stessi ledono semmai la dignità delle persone. Ma esistono alcune cose che chiunque di noi, donne e uomini, ha probabilmente pensato e non dirselo significa autocensurare un pensiero che sappiamo essere controverso e non politically correct in questi tempi di nuove (ed effettivamente mai sufficienti) lotte femministe.  Ed è quello espresso – male, a mio avviso e con mio grande stupore visti gli autori – dalla Lucarelli e da Luxuria. Non è difficile per nessuno comprendere come una violenza si consumi senza che la vittima, stordita, spaventata, riesca a opporre una reale resistenza. O almeno spero, ma temo a questo proposito il riscontro con la realtà. La stessa Asia non ha cercato alibi nel dire: Mi sono sentita responsabile. Se fossi stata una donna forte gli avrei dato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l’ho fatto. E’ stato un trauma orribile. Ma a chi di noi è successo deve avere l’onestà intellettuale e morale di dire che quello che Selvaggia Lucarelli e Vladimir Luxuria hanno avuto, a modo loro, il “coraggio” – mi si passi il termine – di esternare, è passato anche nella nostra testa e, in parte, non riesce ad andarsene e possiamo semmai limitarci a tenerlo a bada. Perché? Un po’ perché ha ragione Michela Murgia quando ha detto "Viviamo in un Paese in cui non servono nemmeno i maschi per essere maschilisti" e anche i più illuminati di noi, probabilmente, questa cultura patriarcale ce l’hanno nel sangue, annidata come un virus che ci è stato iniettato da piccoli. L’abbiamo saputo sconfiggere con la consapevolezza, la cultura, l’empatia, ma resta è lì, latente e ostinato, in attesa di aggredirci alla prima distrazione. Ammetterlo è motivo, per la sottoscritta, di vergogna, perché va a minare qualsiasi possibile e appagante “posa” da femminista senza se e senza ma. Non farlo, sarebbe codardia e perbenismo camuffato da impegno sociale e lotta femminista. Roba da bigotte “alternative”. Ho pensato anch’io che fosse “comodo”, di più, che fosse “sbagliato” accettare i compromessi più schifosi non per una questione di vita o di morte, ma per un prestigio o un lusso, come quello del successo o una carriera nel cinema, e poi gridare allo scandalo a “risultato ottenuto”.  Ho pensato anche io alle donne che probabilmente non sono un nome e un cognome da noi idolatrato e ricoperto d’oro solo perché quando si sono trovate davanti all’obolo di darla a quello giusto hanno detto vaffanculo e quel calcio nelle palle lo hanno dato. Ci siamo passate un po’ tutte, o in molte, al bivio dell’accettare o non accettare il favore di qualcuno che, guarda caso, se sei donna e vagamente piacente, passa sempre per un letto e chi di noi ha detto no sa bene dov’è arrivata chi non lo ha detto, perché magari era quel posto che, per merito, avrebbe dovuto essere nostro. Si paga con la rabbia, la frustrazione e tanto altro quel senso di impotenza e allora è facile prendersela con Asia Argento, con Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie o le altre, le “complici”, che hanno pagato il loro silenzio o il loro dramma personale con il successo e i soldi. La stessa rabbia non l’avremmo riservata alla donna delle pulizie o l’operaia che si piega al volere del capo pervertito per paura di perdere un posto di lavoro.  Lei ha chinato il capo per la sopravvivenza, le altre per il superfluo. Greta Priviteri di Vanity Fair ha chiesto a Michela Murgia "E chi accusa queste attrici di aver goduto dei benefici di certe scelte? La risposta, confesso, mi ha aiutata molto per capire i sentimenti controversi che questa vicenda ha suscitato nella sottoscritta: Parte da un punto sbagliato. Infatti, viene spesso messo l’accento su quello che si ottiene accettando il ricatto sessuale. Poi, se raggiungi qualcosa, secondo questa stupida teoria, non puoi più dirti ricattata. Ma si dovrebbe partire da un altro presupposto: queste donne potevano discutere le condizioni del ricatto? Se desideravano con tutte loro stesse di fare le attrici, la colpa è di quel qualcuno che le ha in qualche modo costrette a saltare nel suo letto o è loro che avevano un sogno? Dobbiamo discutere la condizione a livello iniziale. Chiediamoci: poteva ottenerlo diversamente? Poi c’è chi è forte e riesce a dire di no, dipende da quanti anni hai, che esperienze hai, in che condizione psicologica sei.

Perché non riuscivo a dire con lo stesso sdegno di sempre “Asia è una vittima”, con lo sdegno che diventa nausea per quelli che “sì ma lei un po’ se l’è cercata” o “se non si è ribellata è perché le piaceva”? Ho capito che la compassione e il disprezzo, spesso, dipendono da cosa “hai ottenuto”. Se la donna delle pulizie o l’operaia col tempo diventa la responsabile di un reparto con un ruolo sicuro e uno stipendio più che dignitoso ecco che la nostra compassione finisce e diventa una “puttana”. L’empatia va meritata. E se hai ottenuto qualcosa, la molestia diventa il “valore” che hai dato al tuo obiettivo, il “pagamento” per quanto hai ricevuto in cambio e, quindi, non meriti compassione. È la versione, se possibile ancora più subdola, del se ti stuprano e hai la minigonna o un atteggiamento provocante, allora sei una “troia che se l’è andata a cercare”, mentre se sei vestita come l’omino Michelin e magari pure un po’ sfigata allora sei la vittima. Asia, Gwynet e le altre ora denunciano e “piagnucolano ingrate”, secondo alcuni, dopo aver fatto incetta dei favori ottenuti in cambio di quello che hanno subito in silenzio. Questo è quello che ci dice il “femminismo meritocratico”. È vittima la ragazza che resta inerme a subire la violenza, perché troppo spaventata e incapace di reagire, ma da questa non ottiene nulla. È vittima la donna che è soggiogata a un uomo senza trarne alcun giovamento personale. Ma non esiste più possibilità di denunciare e di sentirsi vittime se la sudditanza fisica e psicologica a un uomo ti ha portato ad appartenere a un elite cui tanti aspirano. In che condizioni psicologiche era l’Asia che ebbe la relazione con Harvey Weinstein? Quanto ha pesato il fatto di non aver saputo sottrarsi la prima volta, nel sentirsi colpevole e in condizione di non poter più denunciare se non lo hai fatto subito? Non abbiamo consultato psicologi o persone titolate a farlo, prima di emettere la nostra sentenza.  Eppure dovrebbe essere ormai chiaro che la violenza ha varie forme. Sì, ma le donne che hanno detto no e non hanno avuto successo? Sì, ma le vittime di stupri “veri”, quelli per strada, quelli dove tu ti ribelli ma subisci uguale e rischi pure di essere ammazzata? Così si manca loro di rispetto, così si mettono sullo stesso piano, così è ingiusto, loro meritano di… queste altre non sono certo delle sante. Obiettano i più. Eccolo il femminismo “meritocratico”, che vuole la graduatoria delle vittime per decidere chi ammettere nella rosa della nostra compassione. Non mi risulta che né Asia, né nessun’altra star stiano sostenendo di essere più vittime o vittime tanto quando le altre di cui sopra. Asia Argento non è una santa, non lo è nessuna delle vip hollywoodiane coinvolte in questa brutta storia, non lo è nessuna di noi che, almeno in un momento della sua vita, secondo la “meritocrazia”, sarebbe stata esclusa dalla lista delle vittime riconosciute per un ammiccamento, un abito o per la concessione a un capo bavoso di dirci quella parola di troppo, nonostante lo schifo che ci faceva. La verità è che abbiamo perso l’occasione per parlare di un altro volto della violenza: quello che passa per l’abuso di potere e non ha a che fare necessariamente con un uomo che ti mette in un angolo, all’improvviso, e ti assale. È una violenza subdola, di cui ti senti colpevole perché allunga la mano dopo che tu non sei stata in grado di mettere al suo posto l’uomo che lo fa quando le sue molestie erano ancora solo parole, atteggiamenti, allusioni ogni giorno più insistenti e che nulla hanno a che fare con uno che “ci prova” o ti sta corteggiando. La maggior parte di noi quando è arrivata quella mano probabilmente ha finalmente trovato la forza di andarsene e respingere, insieme a quelle dita sudicie, anche il sogno che per meritocrazia ci spettava di diritto e non è mai diventato realtà perché non abbiamo pagato quel “prezzo” finale. Siamo state migliori? Vorrebbe dire stilare un’altra graduatoria. Forse sì, forse abbiamo avuto solo la fortuna di essere più “carrozzate” e preparate emotivamente e psicologicamente, forse avevamo accanto qualcuno che ci ha dato la forza. La verità è che abbiamo perso l’occasione di dire alla ragazza che entra nel mondo del lavoro, che può denunciare e gridare tutto il suo schifo anche se non ha dato uno schiaffo la prima volta al superiore che ha finto di sfiorarla casualmente in ascensore e che ogni giorno diventa più insistente e poi ancora di più. Abbiamo perso l’occasione di dirle che può fermarlo alla seconda, quinta, decima o ventesima volta anche se non è riuscita a farlo prima. Del resto non avremmo potuto dirle nulla di questo, perché la verità è che se lo facesse sarebbe per ancora tante, troppe persone, una puttana, cui è piaciuto e ora si è stancata.

Abusi sessuali, il sondaggio che "depone a sfavore" di Asia Argento: cosa pensano gli italiani, scrive il 15 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano". Il caso di Harvey Weinstein, il porco molestatore di Hollywood, ha acceso in Italia un aspro dibattito sui ricatti che le donne spesso subiscono per entrare nel mercato del lavoro, nel mondo dello spettacolo in particolare. Ad accendere la discussione, anche e soprattutto il fatto che Asia Argento abbia puntato il dito contro il produttore, ma soltanto 20 anni dopo. In molti hanno preso posizione contro l'attrice, accusata di aver taciuto per convenienza. Accuse che lei rigetta. Ma a "deporre a sfavore" di Asia, ora, fa capolino un sondaggio Ipr Marketing pubblicato su Il Giorno. Al netto del fatto che il 65% degli intervistati ritiene che questo tipo di problemi riguardi non soltanto i vip, un 44% sostiene che chi è stata vittima di abusi non avrebbe dovuto accettare di far parte del cast del film dopo aver subito la violenza. C'è poi un 38% che giustifica l'atteggiamento di compromesso con il fatto che, spiega Antonio Noto, "nel cinema è una prassi consolidata". Dunque un ultima domanda: "Per entrare nel mondo dello spettacolo le donne utilizzano il loro corpo?". Il 42% risponde di sì, il 36% no mentre il 22% afferma di non sapere.

Cunnilingus, la verità di Feltri: Asia Argento e quella "leccatina". Il direttore senza freni, scrive il 13 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano”. "Asia Argento? A me sembra strano che ci siano degli stupri consensuali. Non mi pare che questa ragazza si sia opposta. Fa ancora più ridere il fatto che prima la danno via, poi piagnucolano un po', e dopo 20 anni si pentono accusando il presunto stupratore. Mi sembra addirittura paradossale". Vittorio Feltri, ospite a La Zanzara su Radio 24, attacca duramente l'attrice che ha denunciato per molestie il produttore cinematografico Harvey Weinstein. "Dico presunto perché se l'hai data via consensualmente e sei maggiorenne, alla fine sei tu che gliela hai data. E non dovevi, perché non tutte la davano a questo signore. Alcune si sono rifiutate. Invece di fare la parte di un filmino, andavano a fare le commesse o le cassiere in un supermercato. Nessuno ti obbliga a diventare una grande attrice. Se tu la dai via per ottenere un vantaggio, è una forma di prostituzione". Insomma, conclude il direttore di Libero:" Alla fine si è trattato, sembra, di uncunnilingus. Cioè una leccatina. Era un cunnilingus, dunque doveva dare lei qualcosa al produttore. E poi, una leccatina fa sempre piacere". E a 21 anni non si è in una condizione di sudditanza: "A 21 anni io avevo già due figli e lavoravo. E' uno schifo anche darla, non solo chiederla. E poi entriamo nello specifico". "E' stata forse costretta a farsela leccare? L'ha legata? Allora che stupro è? Gliel'ha data per ottenere la parte, sperava di ottenere qualcosa. Poi è successo altre volte. E poi questa (Asia Argento, ndr) di fronte a una lingua si intimidisce, ma non diciamo stupidaggini. Io non ho mai visto di fare violenza con la lingua. Perché denunciare dopo 21 anni? Ha avuto una riflessione piuttosto lunga. Le è piaciuto evidentemente, sennò avrebbe smesso di frequentarlo".

Asia Argento denuncia Libero. Poteva aspettare 20 anni, scrive il 13 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano”. Asia Argento non perde tempo. Querela Libero per il pezzo di Renato Farina sulle donne che assecondano i desideri del boss per la carriera, in particolare il recente caso clamoroso di Harvey Weinstein. Visto che ci ha messo 20 anni a denunciare le malefatte di Weinstein, Asia ci poteva mettere gli stessi 20 anni per denunciare Libero, invece è stata più rapida. "Rendo noto di aver querelato @Libero_official per aver offeso la mia dignità di donna e leso la mia reputazione con il loro pessimo articolo", ha scritto l'attrice, che 20 anni fa fu molestata dal produttore porcello, ex capo della casa di produzione Miramax. Anche il fidanzato, lo chef Anthony Bourdain, attacca il quotidiano (e tutta la stampa) definendoci "cani e porci". E invita Farina a leggergli di persona l'articolo. 

Simona Ventura, la bomba: "Una cosina che so su Asia Argento, Harvey Weinstein e sua moglie", scrive il 13 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano". Adesso che è il caso del momento, è diventata una moda dire di conoscere Harvey Weinstein o le sue malefatte sessuali a Hollywood. Chi più e chi meno, si scopre che tutti sapevano. Ma parlano solo adesso. Per esempio Simona Ventura, che per la verità non è mai stata un'attrice a Los Angeles. Scrive la conduttrice sui social: "Quello che sta succedendo ad Asia Argento mi ha fatto pensare.  Conosco Harvey Weinstein da molto... A metà anni 2000 lo incontravo spesso nel mio girovagare a livello internazionale. Erano gli anni delle INARRIVABILI feste di Dolce e Gabbana a Cannes e Venezia... dei 45 anni di carriera dell’imperatore Valentino (e Roma che così bella non ho mai più visto) della Formula 1 di Flavio Briatore (che scherzosamente chiamavano "il meccanico"), degli Halloween parties di NYC, delle feste e il karaoke nel privée Cipriani (pieno di gente di tutto il mondo)".  La Ventura dopo la premessa va al nocciolo della questione: "E quello che faceva Weinstein era risaputo da tutti". Il metodo Weinstein: "Se accettavi i suoi 'corteggiamenti lavoravi in grandi film hollywoodiani, Oscar e grandi cachet, sennò no. Era duro e rischioso, lo sapevano tutti ma capire qual è il confine tra volontà e costrizione è molto difficile". Ma adesso lui non conta più nulla. "Ora che il vento è cambiato, tutte (chi in ritardo chi no) si scatenano contro di lui. Meglio tardi che mai!". E poi un velenoso aneddoto sulla moglie: "La moglie Georgina ora divorzia, ma per molti anni le più grandi attrici indossavano i suoi abiti per fare i film con lui. E lei zitta. Faceva comodo passare dove l’acqua è più bassa". La Ventura poi si rivolge ad Asia Argento: "Asia per me non sei colpevole, meglio tardi che mai, hai fatto bene a denunciare. Non puoi però pretendere che molte di noi provino compassione. Oggi c’è più maschilismo nelle donne che negli uomini stessi. E fa male".

"Morgan mi confessò: Asia era lusingata dalla corte di Weinstein". L'ex marito dell'attrice: "Lui per lei prendeva l'aereo privato fino a Roma e le portava i fiori", scrive Paolo Giordano, Sabato 14/10/2017, su "Il Giornale". «Morgan mi ha detto che Asia Argento ha avuto a lungo rapporti con Weinstein e non gli sembra si sia mai lamentata. Anzi, oggi lui fatica a credere che Asia l'abbia denunciato ora. E che non l'abbia fatto a suo tempo». Vittorio Sgarbi ha chiacchierato a lungo con l'artista che è stato per molto tempo compagno di Asia Argento e con la quale ha avuto la figlia Anna Lou (ora ha 15 anni). Nei giorni scorsi l'attrice ha rivelato di aver subito rapporti molto ravvicinati con Harvey Weinstein, che avrebbe «fatto» con lui sesso orale quando aveva 21 anni. Ieri il Giornale ha riportato le confidenze che la figlia di Dario Argento ha fatto via fax alla nostra cronista Daniela Fedi proprio in merito alla frequentazione con il più potente produttore di Hollywood. Ora, mentre l'attrice si lamenta di essere stata maltrattata dopo le sue rivelazioni, il suo ex compagno Morgan, parlando con l'amico Vittorio Sgarbi, ricorda come lei «fosse contentissima quando Weinstein prendeva l'aereo privato e arrivava a Roma per incontrarla. Dopo l'atterraggio, prendeva un elicottero e la raggiungeva. Spesso portava anche dei fiori, come un vero innamorato in pieno corteggiamento. E talvolta lei non si faceva trovare, mortificandone le dimostrazioni amorose». Vittorio Sgarbi ha incontrato Harvey Weinstein alcune volte specialmente alla Mostra del Cinema di Venezia, nelle vesti sia di sottosegretario ai Beni culturali sia di Soprintendente alle Belle Arti, «e ci ho anche litigato perché mi sono trovato di fronte una persona molto arrogante che non ho nessuna voglia di difendere. Mi è sempre sembrato un maiale», ricorda. Ma, mentre riporta le parole di Morgan, Sgarbi sembra convinto della realtà delle accuse. E si spinge a ricordare il caso di Artemisia Gentileschi che accusò (e fece processare) per stupro il pittore Agostino Tassi «non per la violenza in sé, ma perché lui dopo un mese non l'aveva ancora sposata». In ogni caso, per tornare ai nostri tempi, si tratta di una questione delicatissima e, ovviamente, sottoposta a tutti i condizionali del caso. Di certo, il rapporto lavorativo di Asia Argento non si è interrotto dopo la presunta violenza, ma è proseguito per anni senza alcuna apparente variazione. «Morgan mi ha ricordato che Asia gli ha sempre riferito cose positive sia per la personalità sia per le qualità professionali di Weinstein sia per le sue manifestazioni amorose, che lei mostrava di apprezzare e di aver ricevuto molto di più di quanto avesse chiesto, lavorando con piena soddisfazione e gratitudine per lui. Non avendo mai pensato che lei avesse intenzione di denunciare Morgan si chiede perché lo abbia fatto oggi, forse non avendo più avuto quello che prima le era stato utile. E che quindi anche in questo caso abbia fatto quello che le era più conveniente, essendo così abile da far tornare a suo favore quello che al tempo non la preoccupava minimamente, di cui non mi ero affatto accorto e non si era mai lamentata con me». A questo punto, se le parole di Morgan riportate da Vittorio Sgarbi saranno confermate, lo scenario cambia completamente e le iniziali dichiarazioni di Asia Argento riceverebbero un riflesso diverso e inedito anche all'interno di questa delicatissima questione ormai allargatasi da Hollywood al resto del mondo. Anzi, secondo quanto riporta Morgan attraverso Sgarbi, «Asia Argento qualche volta addirittura si rifiutava di incontrarlo e lo mandava via come un cane bastonato». In sostanza, le solite schermaglie tra due persone che flirtano. Schermaglie che, se confermate, si inserirebbero con un'altra luce in una questione della quale tutto il mondo, con paura o curiosità, sta parlando da giorni.

Vittorio Feltri risponde ad Asia Argento: "Fa il dito a noi ma disse sì al vecchio porco di Hollywood", scrive il 14 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano". Libero è stato attaccato da varie parti per aver commentato la vicenda di Asia Argento, la quale ha dichiarato di essere stata violentata dal produttore cinematografico americano Weinstein. Il nostro valente Renato Farina, in sintesi, ha scritto che cedere alle avances del boss per fare carriera è prostituzione e non stupro. Difficile sul piano tecnico e giuridico dargli torto. All’epoca dei fatti la figlia di Dario aveva 21 anni, età in cui poteva votare essendo maggiorenne. Il che significa che era responsabile delle sue azioni. Al cento per cento. Se Asia ha accettato le profferte del signore in questione, si vede che aveva la sua bella convenienza. Quale? Recitare in un film o in vari film. Altrimenti lo avrebbe mandato, probabilmente, al diavolo. Non è una bella cosa farsela dare da una ragazza promettendole mari e monti, ma non è una bella cosa neppure donarsi per ottenere un vantaggio. Pertanto siamo di fronte a due persone con una moralità poco solida. Madame Argento, forse per pudore, non ha mai rivelato la sua triste esperienza. Ha aspettato un ventennio a raccontarla urbi e orbi, quando il potente produttore si è trovato al centro di uno scandalo. Un pentimento tardivo e quindi non genuino. Trattasi di vendetta? Questo sarà difficile accertarlo. Ma prima di condannare Weinstein, è meglio aspettare venga processato e siano chiarite le sue eventuali colpe. La presunzione di innocenza vale per chiunque. Comunque l’attrice ha reagito alle nostre osservazioni logiche e a quelle di altri postando una propria fotografia sui social in cui ella è ritratta col dito medio irrigidito e rivolto verso l’alto, il cui senso è il medesimo di un sonoro vaffanculo. Una volgarità degna di una che la dà via per strappare un favore. Sarebbe stato più opportuno che Asia, per giustificarsi, avesse detto: «Cari amici, ho acconsentito a giacere con l’orco per motivi alimentari e allo scopo di soddisfare le mie ambizioni, e ciò mi ha devastata psicologicamente. Voi evitate di cedere a certi ricatti più o meno celati che segnano per la vita». La sincerità paga sempre. Lei avrebbe lanciato un messaggio utile, invece ha puntato il dito accusatorio venti anni dopo aver subìto il presunto torto. Il che è stato ed è diseducativo e offende quelle donne a cui non è data alcuna facoltà di scelta e sono abusate, prese con la forza, poi gettate in strada quali stracci. In effetti la signora Argento non si è ribellata, ha deciso di sottostare alle pretese del produttore perché redditizio. Ha agito bene o male? Nessuno la giudica. Ma ci risparmi il fervorino della vittima, della pecorella smarrita, di Cappuccetto rosso minacciata dal lupo cattivo. Fa ridere che una giovanotta di 21 anni non sia stata in grado di respingere le bramosie di un vecchio porco. Pensiamo piuttosto alle povere donne brutalizzate da energumeni con la bava alla bocca e totalmente disarmate dinanzi ai muscoli e alla prepotenza di veri delinquenti. Quel dito medio sessista (lo segnaliamo alla presidente Boldrini), cara Argento, se lo tenga per lei, le può servire per schivare altri incidenti. Vittorio Feltri

Renato Farina ad Asia Argento: "Ti spiego la differenza tra stupratore e sporcaccione", scrive il 15 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano". Ci tocca dire una cosa antipatica. Un conto è la morale, un’altra il codice penale. Senza questa distinzione essenziale vivremmo nella tirannide dei presunti puri, in realtà dei Robespierre sanguinari, in balia di plotoni di esecuzione al servizio della morale corrente, assai volubile e manipolabile. Detto nel contesto di Harvey Weinstein Asia Argento e dintorni. Esiste il reato di stupro. Quello di maialaggine non c’è. Peraltro, non esiste neppure il reato di odio. Non c’è neanche quello di essere uomini o donne di merda, sarebbe una forma di razzismo scatologico. Per rimanere al caso nostro. So che togliere il marchio di criminalità alla smodata lussuria, propria di omoni ricchi e gaudenti, mi farà passare per un complice che banalizza la schifezza, o come minimo per un lassista, un epiteto che evocando il lassativo non appare un complimento. Alle proposte indecenti c’è lo spazio della libertà: del sì e del no. Talvolta questo esercizio di coraggio è difficile per anime cresciute nella bambagia, ma non ci posso fare niente. Per queste mie tesi, Asia Argento annuncia querela, ritenendo la mia opinione un crimine. Perfetto. Ma io insisto lo stesso. La maialaggine non è reato. È odiosa e merita riprovazione. Non è un crimine però. Quando il porco morde e divora la vittima, è un’altra storia: è stupro, molestia sessuale, sequestro di persona. È abominevole delitto. Per provarlo cerco soccorso e rifugio in Mozart-Da Ponte, e nella loro opera lirica più famosa, il «Don Giovanni». Consiglio a tutti i progressisti, che si specchiano in quelle vicende teatrali perché si sentono belli e seduttivi come l’eroe delle braghette, di smetterla con la doppiezza. Ormai infatti gli intellettuali, donne comprese, hanno sdoganato le prodezze di Rocco Siffredi e la filosofia del «culo alto ci fo un salto» che da «Amici miei» in poi è rivendicata come morale nazionale, però poi non inorridiscono per Weinstein, e non colgono che l’esasperazione del concetto tracima spesso nell’umiliazione violenta dell’altro/a. Come in Don Giovanni. Per il fuoriclasse di Siviglia, campione dei libertini d’ogni età ed epoca, la seduzione insaziabile è lo scopo della vita, e dunque supremamente morale, distrae dalla noia, attinge bellezza e piacere. È un crimine? No. Finché applica il suo motto «purché porti la gonnella voi sapete quel che fa» e usa il suo potere per portare Zerlina nel «casinetto» promettendole di sottrarla al suo destino di sposa contadina, insiste, e lei dice sì, non è un reato. Anche se la inganna, non commette reati. Scema lei che ci è cascata. Don Giovanni un minuto dopo offre «cioccolato, caffè, vini e prosciutti» per adescarne altre, trionfa. Dissipa la sua vita e sciupa quella delle molte donne che ha posseduto. Certo esse hanno ceduto all’autorità del cappello piumato, ma a Mozart è più simpatico lui. Alla fine però trova Donna Anna. Lei gli resiste. Come possibile? Allora cerca di violentarla, e ammazza il padre accorso per difenderla. Crimini spaventosi, questi sì. Non si pente e sprofonda all’inferno. In quel momento. E solo allora, anche il servo Leporello, che avrebbe voluto essere come lui e ha coperto i suoi delitti, lo scarica, e va all’osteria a cercare un padron migliore. Forse non c’è bisogno, ma ritraduco: Weinstein è un porco. Un Don Giovanni senza Mozart, dunque un suino dall’anima setolosa. È ufficiale. Questo nessuno lo può negare, lo confessa anche lui che si è rifugiato in una clinica per de-maializzarsi. (Mi domando quale sia il trattamento: pozioni di bromuro? Oppure, come insegnavano ai chierichetti e praticavano in proprio certi vecchi preti, lunghe corse in bicicletta?). È un delinquente? Aspettiamo il tribunale che verifichi o meno le violenze, anche se dopo tanti anni è difficile arrivare a un giudizio. Di certo è opportuno chiarirci le idee. Nella nostra società occidentale si tutelano, anzi si dovrebbero tutelare insieme la libertà individuale e “la buona vita” del popolo, esiste, deve esistere, questa distinzione tra morale e leggi. Ovvio, le leggi hanno anch’esso un contenuto etico e pedagogico, lo sosteneva già Aristotele. La legge non stabilisce ciò che è buono e giusto. Vieta l’uso della violenza in tutte le sue forme e sfumature. Il resto appartiene alla sfera individuale o a quella delle relazioni interpersonali che attengono al gioco della libertà. In questo campo esistono sanzioni che non tocca sentenziare ai tribunali ma coincidono con la stima disistima del proprio ambiente sociale e dell’opinione pubblica. E possono decretare la morte sociale, che è persino peggio di un po’ di galera. Molto spesso questo tipi di gogna è basato sul pregiudizio. Un esempio? Il regista Roman Polanski passa per un fenomeno del cinema. Ha violentato una ragazzina in America? Licenza poetica. Tutto il mondo del cinema e dell’intellettualità ha impedito la sua estradizione dalla Svizzera. E questo non è un porco, ma uno stupratore di minorenni. In questi giorni è venuto fuori che Luchino Visconti promuoveva o bocciava attori sulla base fossero di suo gusto, nel senso che state pensando. Prostituzione lampante! Ma transeat. Sarà stato un porco, ma è una gloria italica. Al contrario, Dario Argento, il padre di Asia, sostiene che lui non ha mai accettato lo scambio, ma ci sono attrici che gli si sono offerte in cambio di una parte. Mi domando: perché non le ha denunciate? Ovvio: non hanno usato violenza. Erano delle maiale, o - secondo un sinonimo applicato sovente in modo esagerato – erano troie. E non è un reato. Né la maialaggine né la troiaggine lo sono. Renato Farina

#90secondi, Pietro Senaldi: "La verità su Asia Argento è che la conosciamo perché limonava con un cane...", scrive il 15 Ottobre 2017 "Libero Quotidiano". La verità è che Asia Argento la conosciamo "perché è stata la moglie di Morgan, perché "figlia di un grande regista italiano", per l'immagine in cui "limonava con un cane" e ora per il fatto di "essersi venduta a un produttore". Il direttore Pietro Senaldi, a #90secondi, chiede: "Qualcuno ha in mente un film di Asia Argento? Una sua performance artistica? Nessuno". 

La prima molestia nel 1984: chi sono le 30 donne che accusano Harvey Weinstein. Asia Argento: "Costretta a subire sesso orale". Ci sono anche Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Cara Delevigne, scrive il 13/10/2017 "L'Huffingtonpost.it". Accuse infinite per Harvey Weinstein, il produttore di Hollywood che avrebbe molestato e abusato sessualmente decine di donne del mondo dello spettacolo per oltre 30 anni. La prima vittima, in ordine cronologico, sarebbe Tomi-Ann Roberts, ora insegnante di psicologia. Nel 1984 aveva 20 anni e sognava di fare l'attrice: Weinstein rimase solo con lei nonostante le avesse detto che ci sarebbero state altre tre ragazze. Tra i nomi più grossi che hanno accusato il produttore ci sono quelli di Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Cara Delevigne. HuffPost Us ha raccolto in un video tutte le presunte molestie, anno dopo anno. Il numero delle donne ha già superato quota 30. Tra decine di denunce di molestie, ci sono anche almeno tre accuse di stupro. Una è arrivata dall'attrice italiana Asia Argento, che al New Yorker ha raccontato di aver subito sesso orale da Weinstein nel 1997 durante una festa in Francia. Argento ha aggiunto che, dopo quel fatto, ha avuto rapporti consenzienti (ma sempre "onanistici") con il produttore per i 5 anni successivi. "Non ho parlato prima perché avevo paura e temevo che mi rovinasse la carriera", ha spiegato. A tutti quelli che sui social network ora la stanno accusando per questa frase, l'attrice ha risposto con un dito medio "agli italiani" su Instagram.

Weinstein, Asia Argento e Laura Boldrini: appello fuori luogo. E se invece…, scrive Silvia Cirocchi il 20 ottobre 2017 su "Blitz quotidiano". Leggo e rileggo le dichiarazioni di Asia Argento e l’unica parte delle sue affermazioni che mi salta all’occhio, quella che mi è rimasta più impressa è quella in cui dice che non è riuscita a rifiutare le violenze di Hervey Weinstein (come se qualcuno l’avesse segregata in casa e buttato la chiave) perché temeva che la sua carriera potesse essere rovinata. Di cosa stiamo parlando? Di chi per un momento di maggiore consenso e popolarità è disposta a cavalcare l’onda del femminismo? E questo ovviamente non vale solo per Asia Argento, ma anche per tutte le attrici di Hollywood che osannavano Weinstein fino al giorno prima e si ritrovano improvvisamente puritane, tutte sante. Come se il segreto di Pulcinella dovesse rimanere nascosto. Insomma tutti ad attaccare il drago, peccato io non veda le vergini. Ed ovviamente, poteva mancare in un questo perfetto quadretto femminista-buonista l’intervento del Presidente della Camera Laura Boldrini? Eh no! Scherziamo? Asia Argento ci comunica che in Italia le donne non sanno lottare (e qua mia madre potrebbe raccontarle cosa vuol dire fare gavetta e sacrifici per la propria famiglia, a differenza di chi non ha avuto bisogno di lottare mai nella vita come lei) e che quindi lei se va. Immaginatevi questa scena strappalacrime scritta sui giornali in cui la terza carica dello stato dice all’attrice (?) di non andarsene perché tutte le donne in Italia sono con lei. Ma tutte chi? Perché non cerchiamo invece di risolvere due problemi in una volta sola e chiediamo alla Boldrini di raggiungere Asia Argento all’estero? E’ davvero incredibile la capacità del Presidente della Camera di accaparrarsi le cause perse. L’inadeguatezza della sua persona rispetto al ruolo che ricopre è ancora confermata. In questi giorni si sono spesi fiumi di parole sulla questione violenze. Molti hanno parlato a sproposito, altri sicuramente senza averne alcun titolo. Ma credo che tra la moltitudine di dichiarazioni ce ne sia una in particolare che spicca su tutte. E mi pare strano, ma è così, che Marina Ripa di Meana abbia detto la cosa più vera: “In realtà eravamo quasi tutte pronte a darla anche al gatto, come si dice a Roma, pur di raggiungere lo scopo. E senza fare confusioni tra lupi e agnelli, tra vittime e carnefici, trovo tuttavia ipocrita questa slavina di perbenismo che l’America puritana sta riversando addosso a Weinstein”. Per una volta, proviamo a mettere da parte l’ipocrisia. Le vere donne questo fanno.

Tutte le volte che Asia Argento ha insultato e disprezzato le donne, scrive il 19 ottobre 2017 "Diretta news". Il caso Weinstein ha monopolizzato l’attenzione per più di una settimana, assumendo in Italia una connotazione particolare per via delle polemiche che la denuncia di Asia Argento ha suscitato nell’opinione pubblica. Sono stati, infatti, parecchi quelli che si sono schierati contro l’attrice italiana, sostenendo che quello subito da lei non era certo uno stupro, bensì una molestia e accusandola di averlo accettato per fini utilitaristici. Agli attacchi Asia ha reagito in diverso modo: si è detta delusa dalle parole di Vladimir Luxuria, ha contrattaccato a quelle di Selvaggia Lucarelli ed infine ha denunciato Libero per diffamazione. Ieri, infine, la Argento ha dichiarato di voler lasciare l’Italia perché si sente abbandonata dalle donne, coloro che, secondo lei, avrebbero dovuto difenderla a spada tratta poiché rappresentanti del suo genere. Anche in questo caso l’attrice ha ricevuto parole di sostegno, Emma Bonino e la Boldrini le hanno chiesto di ripensarci e di rimanere nel nostro Paese, ma soprattutto le critiche di chi la ritiene opportunista anche nel cercare l’appoggio delle donne. A ben vedere, infatti, Asia è un tipo eccentrico, non convenzionale, che in più di un’occasione si è espressa in maniera sessista e dispregiativa nei confronti di altre donne, basterebbe rammentare la volta in cui ha fotografato di nascosto Giorgia Meloni in un ristorante per poi postare la foto sui social con commenti sprezzanti sulla sua forma fisica: “La schiena lardosa di una fascista”, a cui ha aggiunto: “Il culo grasso di una ricca senza vergogna”. Insomma non proprio parole di una donna che difende il genere in quanto tale. C’è stata quella volta poi, in cui ha iniziato una battaglia social contro Selvaggia Lucarelli per una bocciatura a Ballando sotto le stelle: in quella occasione Asia ha dato il peggio di sé dicendo alla Lucarelli che sembrava vestita come una nonna, aggiungendo che: “Chi fa parlare di sé solo perché copula o fa arrabbiare personaggi famosi non è altro che un parassita della notorietà altrui” e concludendo con una frase che farebbe inorridire qualsiasi donna: “Guarda nella tua anima puttana”. Che dire? Non proprio affermazioni da femminista o da donna che rispetta le altre. Ma la mancanza di rispetto peggiore nei confronti di una donna di cui si è macchiata Asia Argento è senza dubbio la difesa di Roman Polanski: il regista polacco si è macchiato di un crimine aberrante, ha stuprato una tredicenne, ma lei, senza battere ciglio, si è espressa in suo favore.

<