foto antonio  1.jpgDenuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, calunnia o pazzia le accuse le provo con inchieste testuali tematiche e territoriali. Per chi non ha voglia di leggere ci sono i filmati tematici sul 1° canale, sul 2° canale, sul 3° canale Youtube. Non sono propalazioni o convinzioni personali. Le fonti autorevoli sono indicate.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro.

 Dr Antonio Giangrande  

 

PROBLEMI DI MORALITA' DELL'UDC


LE GRANE GIUDIZIARIE

CANDIDATI AL PARLAMENTO: ELEZIONE 13 APRILE 2008

CONDANNATI, PRESCRITTI, INDAGATI, IMPUTATI E RINVIATI A GIUDIZIO

Fonte “Se li conosci li eviti” di Marco Travaglio e Peter Gomez

Udc-Rosa Bianca (9)

Cesa Lorenzo: Arrestato nel 1993, rinviato a giudizio, condannato in primo grado a 3 anni e 3 mesi per corruzione aggravata nello scandalo Anas (mazzette per 30 miliardi di lire) e poi salvato da un cavillo insieme al coimputato Prandini (condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi): nel 2003, la Corte d’appello di Roma si è resa conto che il Tribunale dei ministri che aveva rinviato a giudizio i protagonisti dello scandalo Anas non poteva svolgere funzione di gup. Così il processo è ritornato al punto di partenza e tutto è finito in prescrizione, perché gli atti sono stati poi giudicati inutilizzabili. Ma dal 2006 il segretario dell’Udc è di nuovo indagato per iniziativa dei pm di Catanzaro Luigi De Magistris e Isabella De Angelis, che lo accusano di truffa per «per avere ottenuto illecita erogazione di circa 5 miliardi di lire» dalla Ue e dalla Regione Calabria. Secondo l’accusa Cesa, assieme al consigliere di amministrazione Anas Giovanbattista Papello e Fabio Schettini (ex capo della segreteria del commissario europeo Franco Frattini), avrebbe messo in piedi una società, la Spb Optical Disk Srl, solo per ricevere contributi comunitari in teoria destinati alla produzione di cd e di altro materiale informatico. Dopo che l’inchiesta viene tolta a De Magistris, la Procura chiede l’archiviazione della posizione di Cesa e di altri indagati.

Cuffaro Salvatore: Condannato a 5 anni dal Tribunale di Palermo nel gennaio 2008 per favoreggiamento aggravato di alcuni mafiosi (che avrebbe avvertito di indagini e intercettazioni a loro carico, vanificando il lavoro degli investigatori); indagato per concorso esterno in associazione mafiosa in un fascicolo pendente presso la Dda di Palermo.

De Mita Ciriaco: Grazie all’amnistia del 1990, avendo lasciato la segreteria Dc nel 1989, s’è salvato dalle conseguenze penali dei finanziamenti illeciti confessati dal tesoriere del partito, Severino Citaristi. Il quale poi continuò l’attività con il nuovo segretario Forlani che, per il periodo non più coperto dall’amnistia, è stato condannato insieme a Citaristi per la maxitangente Enimont. De Mita però fu imputato a Roma per corruzione nel processo sulle tangenti alla Dc per i lavori della centrale Enel di Gioia Tauro: reato caduto in prescrizione nel 1999. In un alcuni altri processi a Napoli, dov’era imputato per corruzione e finanziamento illecito, è uscito in parte assolto, in parte prescritto, in parte archiviato. Rimane aperta l’inchiesta a Roma per corruzione in un filone laterale dello scandalo Parmalat: De Mita, insieme a Calisto Tanzi, al governatore della Liguria Claudio Burlando (Ds) e all’ex presidente delle Fs Lorenzo Necci (scomparso nel 2006), è accusato per un presunto giro di tangenti pagate a politici dal gruppo di Collecchio per un progetto (poi tramontato) finalizzato alla costituzione, nel 1995-96, di una joint venture fra la Cit Viaggi delle Ferrovie dello Stato e la decotta Parmatour. L’ipotesi degli investigatori è che si sia tentato di scaricare sul partner pubblico i debiti del gruppo turistico della Parmalat. De Mita che pure è amicissimo di Tanzi, si è sempre proclamato innocente.

Drago Giuseppe: Condannato nel 2003 dal Tribunale di Palermo a 3 anni e 3 mesi per peculato e abuso d’ufficio, poi ridotti in appello a 3 anni, per avere svuotato nel ’98, allo scadere del suo mandato, la cassa dei fondi riservati del presidente della Regione, portando via i 268 milioni di lire ivi contenuti. Lo stesso aveva fatto, con 321 milioni 323mila lire, il suo predecessore Giuseppe Provenzano (Forza Italia, pure lui condannato a 3 anni), che aveva ricoperto l’incarico dal 1996 al ’98.

Mannino Calogero: Arrestato nel febbraio 1995 e tuttoggi imputato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Procura di Palermo, avrebbe stretto un patto con Cosa nostra per avere voti in cambio di favori. Assolto in primo grado nel 2001, tre anni dopo viene condannato in appello a 5 anni e 4 mesi. La sentenza viene però annullata, per difetto di motivazione, dalla Cassazione, che ordina un nuovo processo di appello, tuttora in corso. Nel 2007 la Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio di Mannino e di altre sedici persone imputate, a vario titolo, di associazione a delinquere, appropriazione indebita, frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, falso ideologico e truffa aggravata. Secondo gli inquirenti Mannino, dominus di fatto dell’azienda vinicola di Pantelleria «Abraxas srl» (di cui il figlio è socio di maggioranza), insieme ai soci e a Luciano Parrinello (funzionario dell’Istituto della Vite e del Vino di Marsala), avrebbero messo in commercio come genuini vini doc prodotti in violazione del disciplinare di produzione previsto per il moscato di Pantelleria.

Naro Giuseppe: Condannato in primo grado a 3 anni e in Cassazione a 6 mesi definitivi di reclusione (erano 3 anni in primo grado) per abuso d’ufficio nel processo per l’acquisto con denaro pubblico di 462 ingrandimenti fotografici, alla modica cifra di 800 milioni di lire. Due prescrizioni hanno invece cancellato le accuse mosse contro di lui nell’inchiesta sulla Tangentopoli messinese (primo grado: condanna a 1 anno e mezzo) e in quella per le spese folli di Taormina Arte (peculato). Assoluzione piena per un altro abuso d’ufficio che aveva spinto la magistratura ad arrestarlo.

Romano Francesco Saverio: Indagato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa con l’accusa di aver accompagnato il suo leader, Salvatore Cuffaro, a incontrare alcuni esponenti di Cosa nostra, ha ottenuto l’archiviazione nel 2003 per il caso Guttadauro-Cuffaro; ma dall’inizio del 2006 è stato di nuovo inquisito dalla Dda palermitana per concorso esterno, dopo le rivelazioni del pentito Francesco Campanella a proposito di altri presunti summit con mafiosi.

Tarolli Ivo: Ex vicepresidente dei senatori Udc, legatissimo all’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, nel 2005 Tarolli viene indagato per appropriazione indebita dalla Procura di Milano (inchiesta poi passata per competenza a Lodi) in seguito alle rivelazioni del banchiere della Bpl Gianpiero Fiorani sulla fallita scalata all’Antonveneta: mentre appoggiava appassionatamente Fazio e Fiorani nella lobby pro-furbetti del quartierino, avrebbe ricevuto dalla Popolare di Lodi almeno 30 mila euro e altro denaro ancora su un deposito aperto presso la stessa Bpl. “A Ivo Tarolli – dice Fiorani - ho dato un contributo di 30-40mila euro sotto forma di pagamento di una fattura relativa a una pubblicazione. La fattura è stata annotata dalla Bpl...Inoltre anche a Tarolli abbiamo fatto passare delle operazioni titoli sicure sul suo conto”. Nel febbraio 2008 la Procura di Lodi stralcia la posizione di Tarolli dall’indagine in vista dell’archiviazione. Tarolli è capolista dell’Udc per la Camera in Trentino.

Zinzi Domenico: Il 20 novembre 2007, con altri amministratori pubblici, è stato condannato ad Avellino a 3 anni di reclusione in primo grado per omicidio colposo. L’inchiesta era cominciata dopo che, il 5 maggio 1998 una frana aveva causato la morte di undici persone nel centro storico di Quindici. Secondo l’accusa, gli amministratori – tutti assessori con deleghe ai Lavori pubblici o all’Ambiente – non avevano adottato misure idonee per la difesa del suolo e la realizzazione di opere per la sistemazione idrogeologica della zona.

http://www.beppegrillo.it/immagini/immagini/Se_li_conosci_li_eviti.pdf